n. 5-6 Novembre/Dicembre

Transcript

n. 5-6 Novembre/Dicembre
Notiziario
dell’Organizzazione Overseas
per lo sviluppo globale di comunità
in Paesi extraeuropei onlus
Sede dell’Associazione e del periodico
Via Castelnuovo Rangone 1190
41057 Spilamberto (MO)
tel 059 785425 fax 059 7860055
e-mail: overseas @ overseas-onlus.org
www.overseas-onlus.org
Anno XXXV, n.5-6 novembre-dicembre 2006
100% riciclata da contenitori Tetra Pak
NATALE QUOTIDIANO
E’ Natale un’altra volta. Ritorna come un
balsamo sulle nostre ferite la festa della vita e
della pace, mentre spirano impetuosi venti di
guerra e le nubi del terrorismo incutorno ovunque
paura e continua lo scandalo della
disuguaglianza: un paio di miliardi di persone
vivono al di sotto delle condizioni minime vitali,
milioni sono i bambini che ogni anno muoiono
per fame o malattie che nel mondo occidentale
sono curabilissime.
Nonostante ciò tutti i “grandi” del mondo
hanno avviato una nuova e più spaventosa corsa
agli armamenti. Nei prossimi vent’anni, per
esempio, per un solo tipo di aereo da guerra, i
paesi occidentali spenderanno la spaventosa
cifra di quattrocento miliardi di dollari.
Basterebbe molto, ma molto meno, per
debellare la fame, il debito dei paesi poveri e
quant’altro di male esiste su questa Terra. Basta
questo sguardo fugace sul mondo per sentire
che non possiamo essere felici da soli, come
ci insegnava Raoul Follereau perchè sì, non si
può essere personalmente contenti sapendo che
queste nostre feste sono fatte a scapito dei
poveri del mondo.
Quest’anno più che mai i nostri migliori
auguri di buone feste vogliono significare che
ognuno di noi possa trovare il tempo, la
passione, la voglia e la determinazione di
accogliere un po’ di Natale tutti i giorni.
Troviamo negli auguri ricevuti dagli amici
dell’associazione Chiama l’Africa un po’ di
Natale che ci potrà accompagnare nei prossimi
giorni quando lo sguardo sul Bambino di
Betlemme ci evocherà i tanti presepi della storia
. «Puer natus est nobis et filius datus est
nobis». risuonerà solenne l’annuncio nella
Liturgia del Natale.
E’ nostro quel bambino. E’ nostro quel figlio.
Uomo in tutto per tutto come noi. Nato da donna,
“ha lavorato con mani di uomo. Ha pensato con
mente di uomo. Ha amato con cuore di uomo”
(Gaudium et Spes). “Ha condiviso in tutto
eccetto il peccato la nostra condizione umana.
Ai poveri annunciò il vangelo della salvezza,la
libertà ai prigionieri, agli afflitti la gioia”. In Lui
Dio ha smesso ogni potenza. Si è fatto debole
e piccolo. Per stare definitivamente e
radicalmente con noi.
Nato in una provincia dell’impero. Nel tempo
della “pax” di Augusto. Per “rovesciare i potenti
dai troni ed esaltare i piccoli”. Per “ricolmare di
NOTIZIARIO 5_6.pmd
1
beni gli affamati e rimandare a mani vuote i
ricchi”. Inizia a Natale la “stoltezza” e lo
“scandalo” di un Dio debole, povero, impotente,
crocifisso. Avvolto in pochi panni, oggi, come
sarà avvolto in un lenzuolo dopo a morte.
Deposto in una greppia, come sarà deposto,
quando tutto sarà compiuto, nel sepolcro.
Alla sua nascita gli angeli hanno cantato
Gloria a Dio e Pace agli uomini.
La gloria di Dio sta in un bambino che nasce.
In ogni donna e in ogni uomo che vengono alla
vita: “Gloria Dei, vivens homo” (S.Ireneo). E chi
lo vuole trovare, come i magi venuti dall’oriente,
deve andare a Betlemme, in una stalla. Non a
Gerusalemme nella Reggia del Re.
La pace per gli uomini non viene da Roma.
Viene da Betlem. La pax romana nasce dalla
vittoria. E’ solo una tregua armata. La sua pace
nasce dall’amore ed è frutto della giustizia.
Buon Natale ad ogni luogo dove, per risolvere
i conflitti, si usano le armi e non il dialogo: “rimetti
la spada nel fodero”.
Buon Natale al mondo. Alla Terra. All’Aria.
All’Universo intero che soffre le doglie del parto
in attesa della riconciliazione.
Buon Natale a tutti noi. Perché smettiamo
ogni paura e abbracciamo la speranza. Perchè
sappiamo essere testimoni della pace debole ed
inquieta che viene da Betlem. “Il lupo pascolerà
insieme all’agnello”. I nemici diventeranno amici.
I diversi si incontreranno in un abbraccio di pace.
Ogni creatura vedrà la salvezza.
Che ognuno possa riconoscere il proprio Natale
quotidiano, che lo guardi negli occhi, che stringa
con lui amicizia, che possa camminare un poco
insieme lungo lo stesso sentiero appena tracciato.
05/12/2006, 8.04
ALL’INTERNO
2 PRIMI PASSI
A CABREÚVA
3 CON AMMA
A VELLAPALLAM
4 CRONACA
DI UN VIAGGIO
5 PONTI
NON MURI
6 MICROCAMMINO
7 BUON
COMPLEANNO,
OVERSEAS
8 SU UN
ANNIVERSARIO
BRASILE
CON I
SEM TERRA
A SENHOR
DO BONFIM
La recente collaborazione tra Overseas e
Associação Liceu Emaús di Cabreúva ha
raggiunto i suoi primi risultati, riscontrati e
apprezzati dal Segretario Generale Mauro
Baschieri nel corso della sua visita annuale
in Brasile.
Sono stati eseguiti i lavori previsti nella
struttura che ospita le attività formative per
renderla adeguata alle varie funzioni. Nell’officina
sono state poste tre macchine utensili
(tornio,fresa e piallatrice) che saranno utilizzate
dopo i necessari interventi di revisione e il
completamento dell’impiantistica. Al termine
dell’anno in corso saranno stati realizzati diversi
corsi. Circa 200 donne hanno frequentato i corsi
di taglio e cucito, maglieria, uncinetto, ricamo
e pittura su tela; 36 persone hanno frequentato
i 6 corsi di informatica di base.
In collaborazione con il SENAI (Ente
federale per la formazione professionale) e la
Municipalità di Cabreúva presso la sede
dell’Associação Liceu Emaús sono stati
tenuti nella giornata del sabato anche corsi di
aggiornamento nella gestione contabile,
elettrotecnica, per persone già occupate.
Durante la visita erano ancora in corso le
iscrizioni per i corsi di auto-riparazione,
magazzinieri/impilatori,calcolo numerico/
tecnologia.
Mauro Baschieri ha incontrato i
rappresentanti del SENAI e della Municipalità
e ha partecipato alla riunione nella quale è stato
sottoscritto un accordo tra i diversi enti e
l’Associação Liceu Emaús per lo svolgimento
di future attività, da tutti ritenute di gande
importanza per il bairro Villarejo nel quale ha
sede la struttura. Fra i temi in agenda anche
una campagna di sensibilizzazione sulla
gestione dei rifiuti.
Come sempre, particolarmente cordiale e
fraterna è stata la relazione con Mons.André
Mortari, fondatore e animatore dell’Associação
Liceu Emaús, con i suoi giovani e promettenti
collaboratori e con i sostenitori locali del
progetto. Tutto induce a sperare in un buon
proseguimento che consetirà di sviluppare le
potenzionalità dell’Associação Liceu Emaúsi
per il bene della comunità locale.
Sono trascorsi ormai 18 mesi da quando la
comunità dei Sem Terra si è insediata nel terreno
attiguo alla creche-escola Francesco Galli a Senhor
do Bonfim. Il 30% degli appartenenti alla comunità
risiede stabilmente nell’accampamento, mentre il
restante transita nella comunità a seconda delle
possibilità di trovare un lavoro e poter provvedere alla
sussistenza della famiglia. Ad oggi gli appartenenti
alla comunità sono circa novanta, ma si conta
un’affluenza molto maggiore già dalle prossime
settimane. A seguito della sua visita annuale alla
Fundação Mauro Baschieri ci offre uno spaccato molto
sentito della vita all’interno della comunità.
«Dopo molte giornate di pioggia finalmente
riusciamo a percorrere la strada ormai devastata che
conduce all’accampamento dei Sem Terra. Ad
accoglierci ci sono alcune donne e anziani, che subito
si offrono di accompagnarci nella visita. Ci mostrano
le loro sistemazioni che con orgoglio chiamano “case”
e con soddisfazione ci mostrano la nuova cucina.
Entriamo così in una povera stanza piena di fumo,
poichè non esiste canna fumaria, ma solo una tettoia
che ripara l’angolo cottura dagli agenti atmosferici.
Una donna sta cuocendo delle verdure per la sera,
sedendosi di tanto in tanto su un panchetto alto appena
pochi centimetri per intrecciare con mani rugose dei
cestini da vendere al mercato. Proseguiamo verso
l’orto, sempre ben tenuto e abbondante di verdure,
ortaggi ed erbe medicinali, ben curate a poca distanza
dalle piccole piantagioni di banane, papaja, ananas,
canna da zucchero, mandioca e altri frutti tipici di
queste zone. Molte donne si dedicano con impegno
alle colture e alla lavorazione di manufatti da rivendere
al mercato, grazie anche al fatto che i bambini in età
scolare continuano ad essere sostenuti e alfabetizzati
dalla Fundação, per essere avviati alle classi superiori.
I ragazzi più grandi e le persone che già hanno famiglia
vengono istruiti da un’insegnante che partecipa al loro
movimento in collaborazione con la nostra scuola.
Mentre ci avviamo verso la saletta posta al centro
dell’accampamento, mi guardo intorno. Le persone
che vivono qui sono di una povertà estrema,
impensabile, eppure possiedono una profonda dignità,
accresciuta dalla consapevolezza che con il loro lavoro
sono finalmente in grado di provvedere al
sostentamento delle loro famiglie e della comunità. In
mezzo alla sala adibita a cappella spicca nella sua
semplicità una piccola statuetta della Madonna, posta
su un altarino grezzo ma stabile, al quale sono
dedicate alcune preghiere scritte su piccoli foglietti
appesi alle pareti intorno. Vivono la religiosità in modo
sentito e profondo, confortati nella preghiera e nella
solidarietà da un sacerdote che di tanto in tanto viene
a visitarli e a celebrare la Messa».
Questa realtà in movimento ci consola e ci
suggerisce di continuare a sostenerli con l’aiuto dei
nostri oblatori.
Roberta Castellano
2
NOTIZIARIO 5_6.pmd
2
05/12/2006, 8.04
100% riciclata da contenitori Tetra Pak
PRIMI PASSI A CABREÚVA
INDIA
CON AMMA A VELLAPALLAM
100% riciclata da contenitori Tetra Pak
Il villaggio di Vellapallam è situato nel Distretto
di Nagapattinam, nel block di Thakainayar, a 32
km da Nagapattinam, città capoluogo del distretto.
Nel villaggio sono presenti sia una comunità di
pescatori che una di fuori casta che rappresentano
il 35% della popolazione del villaggio. Vellapallam
si trova a poco meno 1 km dal mare.
Il maremoto del 26 dicembre 2004 ha causato il
danneggiamento e distruzione delle capanne, la
perdita delle fonti di sussistenza primarie derivanti
dall’allevamento (mucche e capre) nonché delle
attività e correlate alla pesca (essicazione e vendita
del pesce).
Questa area non ha beneficiato di altri aiuti in
quanto le agenzie internazionali si sono occupate
esclusivamente dei pescatori, delle loro case e dei
mezzi di sussistenza. Come Vellapallam altri villaggi
del blok sono stati raggiunti soltanto dagli aiuti del
LAFTI che ha agito in piena autonomia rispetto alle
direttive del governo locale.
Dopo la fase della prima emergenza, l’analisi
condotta sull’economia locale ha evidenziato lo
stretto legame tra queste comunità rurali e quelle
costiere a conferma di quanto Amma aveva già
individuato evidenziando un microcosmo sfuggito
agli obiettivi dei media internazionali. Da alcuni mesi
ong e agenzie specializzate hanno raggiunto anche
La sede rinnovata dell’Ostello di Vallivalam dove sono
ospitati i bambini sostenuti dall’Operazione Futuro di
Speranza
ADOTTIAMO
UN VILLAGGIO
DEL LAFTI
.
in queste aree dove il LAFTI era già presente, sia in
interi villaggi che in frazioni più limitate a seconda
dell’adesione alla sua metodologia partecipativa e ai
principi gandhiani che lo contraddistinguono.
L’intervento del LAFTI a Vallapallam è sostenuto
dalle risorse raccolte da Overseas e Amma attende
nuovi sostenitori per ricostruire altri villaggi.
Qui saranno costruite 30 piccole abitazioni (3
stanze con latrina) dopo aver prodotto i mattoni in
loco secondo le modalità collaudate del LAFTI. Il
processo di riabilitazione post-tsunami si basa sulla
promozione dell’autosostentamento comunitario: il
cantiere sarà allestito da 40 giovani apprendisti
muratori e carpentieri, 200 giovani donne riceveranno
formazione e assistenza negli ambiti del piccolo
allevamento domestico, compostaggio e orticoltura.
Saranno inoltre distribuiti 50 capi di bestiame secondo
le modalità del fondo di microcredito rotativo.
I RAGAZZI DI SPILAMBERTO PER IL LAFTI
I ragazzi dell’Istituto Comprensivo S.Fabriani di
Spilamberto hanno dedicato al LAFTI un’iniziativa
di sensibilizzazione alla solidarietà in occasione
delle festività natalizie. Nel mese di dicembre sono
stati distribuiti in tutto il paese, con la
collaborazione delle Botteghe di Messer Filippo e
dell’Amministrazione comunale, centinaia di biglietti
di auguri decorati dai bambini e dai ragazzi in
cambio di un contributo per il LAFTI.
A conclusione dell’iniziativa, nello Spazio Eventi
L.Famigli, nel clima festoso degli auguri, ragazzi,
insegnanti e famiglie hanno consegnato a Overseas
il frutto del loro impegno.
E’ stata un’occasione importante per far
conoscere il LAFTI e il lungo rapporto di
collaborazione con Overseas, attraverso la
testimonianza di quanti hanno conosciuto Amma
e le attività del LAFTI a favore dei braccianti senza
terra. Overseas rivolge un grazie sentito a quanti
hanno collaborato con impegno e dedizione
all’iniziativa auspicando che possa continuare e
consolidarsi anche come contributo alla proposta
educativa della scuola.
3
NOTIZIARIO 5_6.pmd
3
05/12/2006, 8.04
SRI LANKA
Era da tempo che progettavamo un viaggio in Sri
Lanka, Franca, Federico, Luigi ed io. Il momento giusto
è arrivato con il desiderio di incontrare Cecilia nella realtà
dove opera da diversi mesi e dove Overseas sta
realizzando gli interventi di ricostruzione dopo lo tsunami.
E cosi il 5 giugno dopo poco più di 24 ore di viaggio,
finalmente siamo sbarcati a Colombo, capitale dello
Sri Lanka.
Stanchi, e un po’ frastornati, ci dirigiamo verso nordovest, a Negombo che, dopo un breve riposo
conosciamo portoghese nelle sue numerose chiese
cattoliche, olandese nei suoi tanti e lenti canali, inglese
nella lingua ufficiale e nelle sue fogne a cielo aperto,
cingalese nei cibi esposti al mercato, negli odori delle
spezie, nel clima, nell’indifferenza dettata dall’amore,
verso gli animali. Qui ghiri e corvi ovunque si contendono
il cibo anche sui tavoli dei migliori ristoranti, altrove
faranno da padroni scimmie, elefanti, camaleonti…
Siamo subito interessati ad incontrare la realtà
sociale e allora, come da programma, visitiamo piccole
cooperative di lavoro tutto al femminile della associazione
Araliya, sostenute e coordinate dall’associazione
Vagamondi di Formigine che poi commercializza nelle
Botteghe del Mondo i manufatti realizzati.
In seguito un pulmino e un autista cingalese,
Kennedy, ci permettono di osservare l’aspetto di
quest’isola ancora, malgrado le colonizzazioni
succedutesi: autentica nella natura ricca di fascino per
il suo intrecciarsi di piante e fiori di ogni tipo, nella vita
degli uomini che, attraverso i secoli, hanno saputo creare
numerose risaie e orti e piantagioni di tè, in terrazzamenti
perfetti, soprattutto all’interno, zona montuosa e collinare,
con una precisione geometrica che denota maestria,
conoscenza attenta e profonda della terra, dell’acqua,
del tempo. Nel paesaggio vediamo l’abilità dei cingalesi,
ora contadini, raccoglitori di cocco, pescatori, fabbricatori
di mattoni. E poi lavandaie lungo i fiumi, bambini dagli
occhi grandi con fratellini in braccio, nelle zone più
degradate, ma anche bambini puliti e ordinati nelle loro
divise colorate, a scuola mentre seguono una maestra
silenziosa e tranquilla in una scuoletta sorta, non si sa
come, nel bel mezzo della campagna.
Fuori dalla città tutta la vita sembra scorrere con
calma, senza chiasso, come il lento passo degli elefanti
e il lavoro dei bufali durante l’aratura. Anche a percorrere
300 Km ci vuole calma perchè non esistono grandi
strade, eccetto quelle costiere a occidente e a sud
dell’isola. Le strade si restringono man mano che si
allontanano da Colombo e attraversano piccoli centri
fatti di povere case allineate. Costeggiando il mare si
nota la distruzione dello tsunami, ma anche i tanti
cantieri stranieri impegnati nella ricostruzione. Si notano
pure piccoli e semplici cimiteri buddisti, che sorgono
così, vicino al mare. E poi templi di Budda ovunque,
grandi e maestosi, che assumono valenza storica ed
artistica nei pressi delle antiche capitali o tempietti
bianchi e colorati nei luoghi più remoti. E le feste solenni,
che durano giorni, sono ricche di fiori di loto, incensi,
gente scalza e adorante, bandierine lungo le vie e punti
di ristoro per pellegrini che si recano dal Budda sui tuc
tuc, sui camion carichi sino all’inverosimile, sui pullman
stipati.
A Kendy, città dell’interno a metà strada tra Colombo
ed Ampara, comunichiamo a Cecilia che vorremmo
raggiungerla nella serata e riceviamo la sua risposta
allarmata: “Viaggiare di notte è impossibile, le
comunicazioni “fuori porta” si interrompono dopo il
tramonto. Gli elefanti spaventati dai fari sono un pericolo”.
Più spaventati degli elefanti sono i tanti giovanissimi
soldati con un fucile tra le mani, nelle garitte o dietro
innumerevoli sacchi si sabbia. C’è infatti la guerra in Sri
Lanka, scandita da frequenti attentati e contromisure
repressive. Niente viaggio notturno verso Ampara.
Rimandiamo l’incontro e solo dopo giorni e ore e ore di
viaggio, di verde, di rosso di fiori di maggio, di gente
povera, ma decorosa con un eterno sorriso sulle labbra
che non si sa che cosa nasconda, di casette con
giardino, raggiungiamo Ampara, la città dalle piccole e
perfette risaie di un verde smeraldo mai visto. E finalmente
la Cecilia ci viene incontro con un grande cappello di
paglia in testa, calzoni lunghi e camicia bianca,
muovendosi sicura, straniera e bianca in questa città
esotica e lontana, attenta e rispettosa della grande
diversità culturale. E’ qui ad Ampara, che Cecilia, in una
allegra e semplice casetta arredata con parsimonia
essenziale ha istituito una sede Overseas con tanto di
targa sul cancello. Il lavoro di ricostruzione è sulla costa,
a Kalmunai, un paese dimenticato, paese sul mare che
non vive il mare, un sole a picco, caldissimo e sfacciato,
polvere, spezie così piccanti da mozzarti il respiro, ma
tante e tante case distrutte testimoniate da un’unica
struttura rimasta: l’imboccatura dei pozzi.
A Kalmunai Overseas si adopererà per far apprendere
ciò che rende uno stile di vita più sicuro, pulito ed
ecologicamente sostenibile.Tante case sono già state
costruite. Accanto ad esse il progetto di Overseas fondato
su un’azione educativa e complessa, che parte dalla
fiducia verso chi porta questo messaggio. Una pietra
sull’altra fa subito una costruzione. I mattoni di questo
progetto invece sono più ardui da collocare: allora occorre
cercare collaboratori sul posto, famiglie guida, più aperte
e disponibili di altre che possano assieme contattare
altre famiglie, dialogare, diventare credibili. Cecilia non
si stanca di fare tutto questo a dispetto del sole
sfacciato, della polvere, dell’odore di spezie troppo acre,
della lontananza, del suo essere bianca e straniera,
sostenuta ogni giorno dalla convinzione nella valenza
del progetto Overseas.
Maria Pia Corsini
4
NOTIZIARIO 5_6.pmd
4
05/12/2006, 8.04
100% riciclata da contenitori Tetra Pak
CRONACA DI UN VIAGGIO
PALESTINA
PONTI NON MURI
100% riciclata da contenitori Tetra Pak
Agostino Sommariva è un un collaboratore in
loco del progetto che Overseas ha in corso ad
Ain Arik (Palestina). Il suo compito si è svolto in
stretto contatto con i giovani per i quali è stato
realizzato il Centro comunitario.
Sono stato in Palestina un lungo periodo. La prima
volta, appena entrati nei Territori Occupati, il tassista mi
segnalò subito la presenza del Muro. In quel momento
non sapevo molto al riguardo e, data l’oscurità non avevo
bene percepito la sua presenza, anche se mi aveva
subito impressionato l’altezza. Ero comunque troppo
concentrato sull’esperienza che mi accingevo a fare e
me ne andai a dormire senza prestargli troppa
attenzione.
Il giorno seguente, al primo sguardo dalla finestra
l’impatto fu immediato. Mi resi conto, vedendolo dall’alto
snodarsi tra le case come divideva e squarciava il
paesaggio. Immaginate di alzarvi una mattina e di trovare
un muro di nove metri insinuarsi nella vostra proprietà e
collocare parenti ed amici, che prima erano a pochi
metri da voi, a molti chilometri o addirittura
nell’impossibilità di raggiungerli a causa di una frontiera
per voi invalicabile.
conosciuto
ragazzi e
.
ragazze di differente
estrazione sociale e di
differenti città o villaggi, ma
un
unico
pensiero
accomuna tutti: In Palestina
non c’è futuro.
I giovani in Palestina
sono molto istruiti. Chi può
va alle scuole private,
nettamente migliori delle
pubbliche, ma in ogni caso
notevole è la percentuale di
laureati e oltre. Molti parlano
anche altre lingue e alcuni
sono già stati all’estero.
Il sogno di molti è di poter andare all’estero a studiare
e lavorare. Naturalmente il lavoro non è il solo motivo.
Ormai la Palestina è ridotta ad una grande prigione a
cielo aperto, con limitate possibilità di movimento. Inoltre
le incursioni militari sono frequenti e si è sempre a rischio
di finire in prigione per il più futile motivo. Si tratta di un
panorama non appetibile per nessuno, figuriamoci per
un giovane che ha la vita davanti ma si vede preclusa
ogni possibilità. L’aggravarsi della crisi economica
causata dal blocco dei fondi internazionali, ha acuito
iulterioremtne il disagio della gente nonchè diminuito le
possibilità anche dei giovani.
È interessante anche notare che la Palestina non
può essere definito uno Stato prettamente islamico,
anche se questo si sta intensificando, ma esiste una
tradizione popolare molto forte. Questa pone molti limiti
alle relazioni tra uomini e donne, fatto che viene vissuto
spesso con difficoltà dai giovani. L’obiettivo di tutti è
sposarsi, ma per questo è necessario denaro. Una volta
ho incontrato un ragazzino di dodici anni che vendeva
caramelle. Gli ho chiesto perchè lo faceva e la sua
risposta è stata che stava accumulando del denaro per
potersi sposare una volta cresciuto.
La Palestina è una terra meravigliosa e la gente che
la abita non è da meno. Conoscere da vicino i palestinesi,
in particolare le famiglie, mi ha fatto sentire in colpa per
l’opinione che mi ero formato su di loro. Il calore e
l’ospitalità con cui sono stato accolto, l’amore della gente
per i propri cari ed amici, la solidarietà sociale e la
sopportazione pacifica della situazione in cui sono
costretti a vivere, mi hanno persuaso che non avevo
capito nulla di questo popolo.
Molte potrebbero essere le opportunità per i giovani
e coloro che ci abitano, manca solo una cosa: la pace.
Avevo diciotto anni quando assistevo in TV
all’abbattimento del muro di Berlino. Ricordo che,
guardando quelle immagini di persone che si
abbracciavano, pensavo, nella mia innocenza di
adolescente sognatore, che una nuova era stesse
cominciando, un’epoca senza barriere di divisione tra i
popoli ed in cui a nessuno potesse essere impedito di
abbracciare coloro ai quali vuole bene.
La Palestina fino ad oggi era una prigione a cielo
aperto, mancavano solo le pareti. Il Muro sta colmando
questa lacuna.
Di tutte le caratteristiche positive, le due che più mi
hanno colpito sono l’amore e l’unità familiari, nonchè la
pazienza con cui si affronta la quotidianità in un territorio
occupato militarmente. Ebbene si, proprio pazienza,
perchè in occidente sempre accostiamo il popolo
palestinese al terrorismo, mentre la stragrande
maggioranza delle persone vive le continue umiliazioni
imposte dagli occupanti quasi con rassegnazione.
Purtroppo la rappresentanza politica non ha curato
gli interessi del popolo in questi anni e sembra che
continui sulla strada intrapresa perseguendo gli obiettivi
di sempre: denaro e potere.
Ho un’attenzione particolare ai giovani con i quali ho
avuto modo di passare molto tempo in questi mesi. Ho
Agostino Sommariva
5
NOTIZIARIO 5_6.pmd
5
05/12/2006, 8.04
SIERRA LEONE
MICROCAMMINO
Kabala, settembre 2006
Caro Peter e amici di Microcammino,
L’amico sierraleoniano Peter Bayuku Conteh
che molti hanno incontrato a Spilamberto nella
nostra sede è in procinto di partire per Yagala dove
si tratterrà nei primi tre mesi del prossimo anno
per portare a termine la costruzione del centro
sanitario.
Dopo aver completato le costruzioni relative alla
scuola prmaria, agli alloggi per gli insegnanti e al
laboratorio di falegnameria, il centro sanitario
rappresenta una struttura indispensabile per il
progetto Microcammino 2000.
Overseas aveva incoraggiato Peter
assicurandogli che non sarebbe mancato l’aiuto
degli amici che l’hanno conosciuto e che hanno a
cuore la Sierra Leone.
Per completare la costruzione mancano ancora
10.000 euro e 250 bambini e bambine attendono
un genitore a distanza per assicurare il diritto di
avere fiducia nel futuro.
Abbiamo ricevuto le prime risposte all’appello
di Peter Bayuku a sottoscrivere l’impegno di
Sostegno A Distanza e confidiamo che il Natale
possa portarcene molte altre.
La scuola di Yagala è veramente un puntino
nella carta geografica della Sierra Leone ma per i
bambini che la frequentano è tutto il loro mondo,
soprattutto il futuro migliore che possono sperare.
Per questo non esitiamo a farci promotori di
questa iniziativa e a sollecitare la generosità di tutti
coloro che possono farlo.
Cordiali saluti
P.Carlo Di Sopra
missionario saveriano
100% riciclata da contenitori Tetra Pak
SOSTENITORI
A DISTANZA
CERCASI
PER
YAGALA
un saluto affettuoso dalla Sierra Leone,nel
mezzo della stagione delle forti piogge.
All’inizio del nuovo anno scolastico vi
informo che ero a Yagala questi giorni a
organizzare l’inizio dell’anno scolastico,con gli
insegnanti e il Comitato dei genitori degli alunni.
Sono molto contento di comunicarvi che
quest’anno il numero degli alunni della scuola
è di 506!!!
Quasi tutti i bambini di Yagala e dei villaggi
attorno ora vanno a scuola. Mi sono
commosso nel vedere dei bambini che venivano
a scuola nudi dai villaggi, coprendo con le foglie
di banana la loro divisa scolastica per non
bagnarla, non avendo l’ombrello.
Quindi la gente comincia a capire
l’importanza dell’istruzione.
Un’altra novità è che abbiamo iniziato l’asilo
e ci sono 32 bambini di circa 4-5 anni. Il numero
dei maestri della scuola è di 12.
Insomma, Yagala sta diventando un punto di
riferimento e con i pannelli solari che ci sono
stati donati e che presto saranno installati con
12 computer, sarà anche un centro moderno
di istruzione.
Ora le speranze di tutta la popolazione,
soprattutto gli anziani, sono di vedere il
completamento e la messa in funzione del
centro sanitario, poichè tutto è già pronto per
mettere il tetto e il resto.
Rinnovo quindi i miei ringraziamenti a tutti i
sostenitori italiani di Microcammino, un piccolo
progetto che però sta davvero cambiando in
meglio la vita della gente.
6
NOTIZIARIO 5_6.pmd
6
05/12/2006, 8.04
BUON COMPLEANNO, OVERSEAS!
Ci siamo incontrati sabato 18 novembre per
rivederci, ricordare e raccontare la piccola utopia
che 35 anni fa diede inizio alla vita di Overseas.
C’erano quasi tutti: i primi soci - quelli che si
recarono dal Notaio Antonietta Ventre - e quelli che
li aspettavano in sede, e anche quelli di oggi, in
una serata autunnale riscaldata dal calore
dell’amicizia e da una sottile commozione che ha
dipanato i ricordi e le storie che si sono intrecciate
nel tempo. C’erano anche tanti altri, nella mente e
nel cuore, e qualcuno di essi ci ha permesso di
rinnovare il sogno che ha mosso allora alcuni Amici
di Follereau e che crediamo possa ancora
continuare nel futuro. Il 35° anno è solo iniziato:
altri incontri e altre iniziative sono in programma e
offriranno nuove occasioni per condividere l’impegno
con nuovi soci e sostenitori.
da Diego Ottolini (Kenya)
da Krishnammal (India)
All our LAFTI workers are sending their best
wishes and greetings to OVERSEAS for the 35th
Birthday of celebration of OVERSEAS.
Best wishes and kind regards to all friends who
are participating the function.
With love and kind regards,
Krishnammal Jagannathan & Jagannathan
dalla Fundação São Francisco (Brasile)
Com carinho para Overseas:
Celebrar uma caminhada de brilhantes
realizações é motivo de festa, alegria e muita
gratidão por tudo bem que generosamente foram
distribuídos nestes 35 anos.
Por isso toda nossa felicidade e desejos de
boa continuidade.
Parabéns e muito obrigado!
Fundação São Francisco de Senhor do Bonfim.
100% riciclata da contenitori Tetra Pak
da Claudette Habesh (Palestina)
Dearest friends at Overseas,
Greetings to you all from Caritas Jerusalem.
Please accept our very best wishes at this time.
We wish to extend to you our most heartfelt
congratulations on the celebration of your 35th
anniversary. We are so delighted to share in the
joy that you all have. What a special time this must
be for Overseas!
We wish to thank you for your wonderful work.
Your work is not only vitally important to us here in
the Holy Land, but it is so important to the people
here in that it helps give them hope which is a
commodity whose value cannot be measured.
Thank you for this support and accompaniment
for our country at this time.
We are so thankful, honored and proud to be
your partner. Our cooperative partnership means
so much to us and we look forward to further
exciting opportunities to work together for the
benefit of our peoples.
Secretary General Caritas of Jerusalem
Claudette Habesh
Sono certo che nel corso della sua storia,
Overseas ha generato parecchio e, qui in Africa,
generare significa portare con se una benedizione,
perchè è un comunicare vita dove non c’è, e la
vita è sempre un Bene.
Vi ringrazio anche a nome delle centinaia di
bambini e bambine, ragazzi e ragazze e giovani
che qui a Nairobi ogni giorno accompagniamo per
un tratto di vita, prendendoli per mano e
sostenendoli in tratti difficili del loro cammino,
quando rischiano di perdere la speranza in se
stessi, negli adulti e nel mondo che gira loro
attorno, indifferente e violento.
Vi ringrazio anche a nome delle loro famiglie,
che riscoprono la relazione con i propri figli,
accettano il rischio e la responsabilità di crescere
assieme a loro e se ne fanno carico, a volte dopo
anni di trascuratezze, se non di vere e proprie
violenze e abusi.
Non costruiamo un mondo perfetto, cerchiamo
solo di aiutare grandi e piccoli a tirare fuori il
meglio di ciò che sono: il buono, il bello e la verità
che portano dentro.
Tanti auguri di buon compleanno, e grazie per
credere che un mondo migliore è possibile!
Diego Ottolini
da Luis Razeto (Cile)
Compiere 35 anni di lavoro continuato,
impegnato, solidale, é un grande avvenimento, che,
credetemi, commuove anche a chi da lontano ha
seguito da vicino l’impegno, le difficoltá, e
specialmente a chi ha conosciuto la vostra
solidarietá, tante volte, e tanto forte, e senza
interruzioni.
AUGURI, e auspici di tanti anni ancora di lavoro
e impegno per un
mondo piú affettuoso,
amichevole, giusto e
solidale.
Un forte abbraccio
dal vostro amico
Luis Razeto
(continua a pagina 11)
7
NOTIZIARIO 5_6.pmd
7
05/12/2006, 8.04
GLI AUGURI
DEGLI AMICI
Fra le importanti ricorrenze del 2007 una delle
principali, sebbene se ne parli poco o nulla, è il
330° anniversario della morte di Baruch Spinoza.
Un articolo su di lui pubblicato da questo Notiziario
non servirà molto a diradare la nebbia di
disinformazione che circonda il suo nome; ma ci
sembra che mancheremmo ad un nostro preciso
dovere, noi che poniamo l’Uomo al cuore del nostro
lavoro e che ci richiamiamo a uno sviluppo globale,
se – indipendentemente dal numero dei nostri lettori
– non commemorassimo, con quanta solennità e
partecipazione ci sono possibili, Baruch Spinoza: il
filosofo che allo schema costruttivo dell’Uomo
tutt’intero ha dato il contributo più ricco e
articolato; l’uomo che ha vissuto, con una
straordinaria coerenza, l’ideale di virtù espresso
nella sua filosofia.
Nato il 24 novembre 1632 ad Amsterdam da
genitori ebrei di stirpe marrana, Baruch Spinoza
morì di tisi all’Aja il 21 febbraio 1677. Nella sua
vita non vi furono viaggi – se non nell’ambito dei
Paesi Bassi – né episodi clamorosi: egli la trascorse
fra lo studio e il lavoro di molatore di lenti per
strumenti ottici – professione che gli garantiva
l’indipendenza economica e non più (lo Spinoza
era del resto celibe e di costumi semplicissimi). Fu
in corrispondenza coi migliori scienziati del suo
tempo, ed ebbe un buon numero di amici assai
fedeli fra i governanti, la borghesia e il popolo del
suo paese. Le opere da lui composte furono quasi
tutte pubblicate dopo la sua morte.
che è invece l’inoppugnabile risultato di un processo
logico esauriente e rigoroso. Certo sarebbe più
sicuro e più consolane percorrere col lettore quei
lunghi e ripidi e malagevoli sentieri di dimostrazioni
– che sboccano poi su panorami solari come
questo, “Chi pratica la virtù desidererà anche per
gli altri uomini il bene che egli desidera per se
stesso, e ciò tanto più quanto maggiore sarà la sua
conoscenza di Dio” (Etica IV, 37); o come questo,
“Per dimostrare il valore delle proprie doti e della
propria preparazione un umano non ha mezzo
migliore dell’educare gli altri umani in modo che
essi arrivino finalmente a vivere davvero sotto
l’imperio della ragione” (Et. IV, App. 9); o come
questo, “Quante più cose la Mente conosce in
maniera adeguata, tanto meno essa soffre per causa
delle passioni, e tanto meno teme la morte” (Et. V,
38); o come questo, “Chi possiede una struttura
somatico-nervosa atta ad un gran numero di
operazioni possiede una Mente di cui la maggior
parte è eterna” (Et. V, 39); o come questo, “Anche
se non sapessimo che la nostra Mente è eterna noi
considereremmo tuttavia più importanti di ogni
altra cosa il Civismo consapevole e la Religiosità”
(Et. V, 41): panorami compiuti e perfetti, che non
possono essere se non come sono e che perciò
rappresentano realtà necessarie; ma i limiti di spazio
che ci siamo imposti non ce lo consentono. Se
queste righe hanno risvegliato in qualcuno un poco
di interesse verso il pensiero dello Spinoza, quegli
potrà rivolgersi direttamente alle opere del filosofo,
che esistono quasi tutte in edizione italiana (e che
presteremo volentieri a chi ce le chiederà).
La visione spinozana del mondo è un monismo
radicale, che ha certamente delle somiglianze con
certe grandi filosofie religiose dell’Oriente: l’Essere
è uno solo, e i singoli esseri non sono che sue
espressioni, o modi. I presupposti di questa
affermazione e gli sviluppi che se ne trae nella
filosofia dello Spinoza sono straordinariamente
interessanti e ne parleremo volentieri con chi vorrà
saperne di più; ma in questa sede chiudiamo qui
l’argomento. Vorremmo invece riferire il pensiero
dello Spinoza sull’uomo e sui mezzi del suo sviluppo,
o della sua salvezza. Per lo Spinoza l’uomo, come
ogni altro essere, desidera e cerca soprattutto il
suo utile, vale a dire ciò che può assicurare e
prolungare la sua esistenza in condizioni di sempre
maggiore benessere. In tutti gli umani esiste, più o
meno sviluppata e funzionante, la ragione: e
mediante la ragione ogni uomo può scoprire che il
suo utile più vero non risiede nella sazietà, nelle
sensazioni gradevoli, nella ricchezza, nella gloria,
ma nella conoscenza di Dio, nella virtù,
nell’interesse per gli altri affinché anch’essi
scoprano il vero Utile e ne fruiscano.
Ci rendiamo conto che questa esposizione del
pensiero spinozano riguardo all’uomo, volutamente
sintetica e semplificata all’estremo, presenta due
rischi: 1, di apparire gratuita e incomprensibile; 2,
di impoverire in una rappresentazione banale ciò
In un tempo come il nostro, che rifiuta i
dogmatismi e gli indirizzi imposti dall’esterno, la
costruzione dell’Uomo spinozano dovrebbe trovare
un ambiente favorevole: alla virtù e alla beatitudine
che lo Spinoza propone – e che somigliano molto
alla virtù e alla beatitudine proposte da Gesù – si
può arrivare senza alcun bisogno di garanzie
estranee, solo esercitando la propria ragione. Chi
oggi non si sente di accettare il Cristianesimo per
la fede che esso richiede, per l’eteronomia di
decisione che comporta l’aderirvi, può dimostrare
la propria buona fede avviandosi alla virtù coi propri
piedi sulla strada dello Spinoza (il quale chiamava il
Cristo “os Dei”, “bocca di Dio”, e anche “volto di
Dio”). Altrimenti bisognerà concludere che la
ripugnanza per i dogmi cristiani è soltanto un
coperchio che nasconde la volontà di vivere sotto
la sola legge del proprio egoismo: cosa
enormemente più agevole, e generalmente più
appetita, e tuttavia essenzialmente meno umana,
dell’educare se stesso, del conoscere Dio, del
dedicarsi al prossimo.
(a cura di R. Peri)
8
NOTIZIARIO 5_6.pmd
8
05/12/2006, 8.04
100% riciclata da contenitori Tetra Pak
SU UN
ANNIVERSARIO
9
NOTIZIARIO 5_6.pmd
9
05/12/2006, 8.04
10
NOTIZIARIO 5_6.pmd
10
05/12/2006, 8.04
27 gennaio
SATYAGRAHA 2007
POTENZIALITA’ E SFIDE PER
LE NUOVE GENERAZIONI
E LE CULTURE DI PACE
Una ricerca a partire dal Manifesto 2000
dei Premi Nobel per la pace
proposta di educazione alla pace
e alla nonviolenza
Con una giornata di silenzio e digiuno
dedicata alla memoria di Mohandas
K.Gandhi, ucciso il 30 gennaio 1948,
Overseas propone a quanti sono
interessati un breve ciclo di incontri in
sede dedicati all’educazione alla pace e
alla nonviolenza.
Anche quest’anno il ciclo Satyagraha
è promosso dall’Ufficio della pace del
Comune di Spilamberto al quale
aderiscono numerose associazioni e
gruppi locali.
Tutti gli incontri si svolgeranno
Spilamberto presso la sede.
Alle 15.30 l’intervento di un esperto
introdurrà la riflessione che si concluderà
alle 18.00 con una preghiera interreligiosa
per la pace.
Alberto L’Abate
Università di Firenze
24 febbraio
UNA PICCOLA UTOPIA
Esperienze e testimonianze della
Comunità-scuola M.K.Gandhi a
Spilamberto (1972-1982)
24 marzo
VERSO L’UOMO PLANETARIO
Il contributo di P.Ernesto Balducci nel
cammino della nonviolenza in Italia
Un rappresentante della Fondazione
E.Balducci di Fiesole
(segue da pagina 7)
da Ain Arik (Palestina)
100% riciclata da contenitori Tetra Pak
Caro Sig.Baschieri,
desidero unirmi (anche
se da lontano) a Lei e agli Amici di OVERSEAS
nel felice ricordo del cammino compiuto dalla vostra
organizzazione in questi 35 anni dalla fondazione.
Mi rallegro con voi per il bene che avete fatto e
il sostegno che avete potuto fornire a tanti, in varie
parti del mondo. Noi siamo tra quelli e quindi
desideriamo esprimere la gratitudine, nostra e di
tutti gli abitanti di Ain Arik, per il progetto che avete
realizzato qui e per l’aiuto che continuate a fornire
per il funzionamento del Centro Sportivo-Culturale.
L’ottimo Agostino Sommaria è stato di grande
aiuto per questo, e per i rapporti con il villaggio e
la Caritas di Gerusalemme. Con lui ci siamo
sempre sentiti in grande sintonia.
Il Signore ricompensi le vostre fatiche e vi
conceda di continuare ancora per lunghi anni nella
vostra fattiva testimonianza di pace e di solidarietà
concreta fra gli uomini e i popoli.
Cordiali saluti
p. Giovanni M. Cinti
Quanto tempo è trascorso! Quante cose sono
successe! Mi è parso di capire che tanto bene è
stato fatto.
Certo la perfezione non è di questo mondo, ma
quel bene che è stato fatto è sotto gli occhi di chi
vuole vederlo. E lo avete fatto a modo vostro.
Nel marasma in cui ci troviamo oggigiorno non
è facile conservare l’ottimismo. Tuttavia finchè ci
sono persone che sanno, se non altro, mettere
mano all’aratro; relativizzare il proprio modo di
vedere e lasciarsi andare alla compassione verso i
più bisognosi, senza aspettarsi nulla in cambio,
che pagano di persona le conseguenze delle proprie
scelte, io penso che possiamo ancora sperare in
un futuro migliore.
Sono ormai - non dico vecchio - avanti in età e
non in perfetta forma, ma spero di potervi incontrare
ancora, se vi farà piacere, magari in uno dei miei
passaggi a Spilamberto.
Di nuovo tante grazie e, visto che sono un prete,
che Dio vi benedica.
P. Bruno Paganelli
da P.Bruno Paganelli
Carisssimi voi tutti che ho incontrato sabato 18
novembre nella sede dell’Overseas a Spilamberto,
dopo il mio ritorno a Treviglio, con l’apprezzato
aiuto di Federico e Franca, desidero ringraziarvi
per l’invito ad essere con voi nel 35esimo della
fondazione di Overseas.
11
NOTIZIARIO 5_6.pmd
11
05/12/2006, 8.04
INCONTRI
IN SEDE
In questi giorni di gioia
Overseas ricorda
con affetto
e con gratitudine
tutti gli amici
che rendono possibile
le sue realizzazioni.
Dio voglia
donare a loro
grazia e salute,
e conservare
al loro cuore
la generosità
che già
conosciamo.
Ai bambini di
Senhor do Bonfim,
Kalmunai
Yagala
affidiamo il nostro
migliore impegno
affinchè
il mondo
possa essere
da oggi
più umano
e fraterno.
-
PER I VOSTRI VERSAMENTI UTILIZZATE
COME
AIUTARE
Banco posta n° 11158417
Banca Popolare Etica n.29 ABI 12100 CAB 5018 CIN C
Banca Popolare Emilia R. n.2465 ABI 5387 CAB 67061 CIN G
INDICANDO LA DESTINAZIONE
† BRASILE: ASILO/SCUOLA “F.GALLI”
† BRASILE: SCUOLA PROFESSIONALE
† BRASILE: CABREÚVA LIÇEU “EMAUS”
† INDIA: OPERAZIONE “FUTURO DI SPERANZA”
† INDIA: ADOTTA UNA FAMIGLIA DEL LAFTI
† INDIA-SRI LANKA: OLTRE IL MAREMOTO
† PALESTINA: AIN ARIK
† KENYA: MINORI IN CARCERE A NAIROBI
† ALTRO (specificare.............................)
Overseas sostiene la finanza etica ed è
socio fondatore della Banca Popolare
Etica. Per il versamento di contributi e
donazioni invitiamo i soci e i benefattori
a utilizzare il conto corrente:
n. 29 CAB 12100 ABI 5018 CIN C
Banca Popolare Etica
Piazzetta Forzatè, 2
35137 Padova
tel. 049 8771166
100% riciclata da contenitori Tetra Pak
Autoriz. del Tribunale di Modena
n. 730 del 13/9/1983.
Tariffa associazioni Senza Fini di
Lucro “Poste Italiane s.p.a.Spedizione in Abbonamento
Postale - D.L.353/2003 (conv. in
L.27/02/2004 n.46) art.1, comma
2, DCB Modena.
Non contiene pubblicità.
Responsabile legale:
Marinella Correggia
Direzione, redazione e
composizione a cura del
Comitato Esecutivo.
Gli articoli pubblicati esprimono
l’opinione dei loro autori e non
necessariamente quella
dell’Organizzazione Overseas
Stampa:
Area Stampa S.r.l.
Via A.Pacinotti, 6
42015 Correggio RE
tel 0522/ 637188
NOTIZIARIO 5_6.pmd
Notiziario dell’Organizzazione Overseas
per lo sviluppo globale di comunità in Paesi extraeuropei
onlus
Via per Castelnuovo Rangone, 1190
41057 Spilamberto (MO)
tel. 059 785425 fax 059 7860055
e-mail [email protected]
www.overseas-onlus.org
Bimestrale. Anno XXXV, n.5-6 novembre-dicembre 2006
12
05/12/2006, 8.04