n. 1 Gennaio-Maggio

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n. 1 Gennaio-Maggio
OVERSEAS
Notiziario
dell’Organizzazione Overseas
per lo sviluppo globale di comunità
in Paesi extraeuropei onlus
Sede dell’Associazione e del periodico
Via Castelnuovo Rangone 1190
41057 Spilamberto (MO)
tel 059/ 785425 fax 059/ 7860055
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Anno XXXIII, n.1 gennaio-maggio 2004
Viene l’abbé pierre
La memoria di Raoul Follereau e della sua influenza
nella costituzione dell’Overseas non può essere
disgiunta da quella dell’Abbé Pierre, un altro vero grande
uomo invitato a Spilamberto appena un anno dopo, e
cioè il 6 settembre 1967 in occasione della 6° Settimana
della Fraternità. L’insegnamento e l’esempio di questo
“Monsignore della spazzatura” (come lo definì il
giornalista Sergio Zavoli) lasciò in alcuni di noi una traccia
indelebile assumendoli come una regola “non scritta”
che ha accompagnato da sempre la vita dell’Overseas,
dal tempo delle origini — quando la raccolta del materiale
usato manteneva la Comunità-Scuola, la costruzione
della sede e ben altro ancora — fino al presente.
«L’’Abbé Pierre a Spilamberto! Viene in settembre da
noi L’Abbé Pierre!» ritrovo nelle pagine di allora del
foglio degli «Amici di Follereau» l’entusiamo con
il quale lo presentavamo a tutto il paese.
“La storia dell’Abbé Pierre è breve e densa. Figlio di
un industriale di Lione; prete povero ben conosciuto
dai poveri; cappellano su una nave da guerra ed eroe;
deputato al Parlamento; di nuovo prete povero fra i più
poveri, fra i miserabili, fra i disperati; cenciaiolo,
accattone, conferenziere per potere aiutare i suoi
poveri — quei poveri che il mondo dimentica sempre
perché non hanno nulla da offrire al mondo, solo la
loro miseria e la loro fame: e tutto questo l’Abbé
Pierre ha fatto senza cessar di essere prete, senza
che il suo grido e il suo dolore diventino nichilismo,
protesta fine a se stessa — una posa, una posa
comune, nella Francia del dopoguerra e qui ai nostri
giorni.
Perché ciò per cui l’Abbé Pierre corre e lotta non é
rabbia, é amore; ciò che interessa all’Abbé Pierre non
é un’ideologia, non é un’astrazione: é l’Uomo — l’Uomo
figlio di Dio sotto tutte le latitudini, l’Uomo fame di pane
e d’amore e di verità in tutti i climi, dentro tutte le pelli.
Perché ogni uomo possa godere tutta la sua
umanità l’Abbé Pierre lavora sette giorni la settimana.
Forse non s’è mai visto fra noi un uomo come questo
prete. O se n’è visto uno solo: Raoul Follereau, quando
venne l’anno scorso, forse è perché gli esempi son
così scarsi che il nostro modo di essere uomini è così
monco, così subumano, malgrado il nostro reddito annuo
pro capite.”
Conoscemmo l’Abbé Pierre attraverso il Movimento
Emmaus, da lui fondato nel 1949, per la costruzione di
case per i senza dimora utilizzando il ricavato della
vendita di oggetti usati (oggi Emmaus è rappresentata
da 84 comunità nelle quali vivono e lavorano più di
4.000 persone, suddivise in 30 Stati e presenti in tutti i
Continenti). Così lo raccontava lui stesso: “Il movimento
di Emmaus è nato dall’incontro di uomini, che avevano
preso coscienza della loro condizione privilegiata e delle
loro responsabilità sociali di fronte all’ingiustizia, con altri
uomini che non avevano più alcuna ragione di vivere.
Decisero di unire le loro volontà e le loro azioni per
soccorrere coloro che soffrivano nella convinzione che è
solo salvando gli altri che si può salvare se stessi.”
Qualche mese fa, ho avuto notizia che l’Abbé Pierre,
a 91 anni, è ritornato in Italia per una serie di incontri
pubblici. Il ricordo cede al presente. Siamo ancora qui.
L’Abbé Pierre, e anche noi. Ha esordito all’incontro con
i giovani accorsi alla Cattedrale di Genova dicendo che
«La speranza si trasmette per contagio».
E così il sentimento di rammarico per non averlo
saputo invitare a Spilamberto oggi, é sopraffatto dalla
gratitudine di sentirsi contagiati. (m.c.)
«Ho fame, Ho sete, Sono abbandonato.
Soffro… Soffro» dice Dio attraverso mille
miliardi di voci umane nel corso dei secoli.
E sono proprio queste voci che
pronunciano il nostro giudizio, anzi SONO il
nostro giudizio, un giudizio vivente, tuono che
s’avvicina e che noi, con le nostre azioni,
decideremo se sarà foriero di letizia o di
collera.
Ma possiamo accomunarci solo nei sorrisi,
nella gioia, nella paci sicure apportatrici di
tanta dolcezza?
E gli altri?
Dal momento che, nel corso della nostra
giornata, per un istante i nostri occhi hanno
incrociato occhi di vecchi derelitti, occhi
senza collera, ma così stanchi… no, non
possiamo più essere gli stessi.
Nessuno domani potrà dire «io non
sapevo», perché coloro che soffrono sono
oramai in mezzo a noi..
l’Abbè Pierre
ALL’INTERNO
2 PROGETTO
CABREUVA
3 VIAGGIO IN
INDIA
4 COOPERARE
NEL CONFLITTO
5 MICROCAMMINO
2000
6 EDUCAZIONE
ALLA
MONDIALITÀ
7 VITA
ASSOCIATIVA
8 COME AIUTARE
BRASILE
ULTIME DA CABREUVA
PRIME ATTIVITÀ
A CABREUVA
Un nuovo progetto vedrà Overseas
impegnata in Brasile. È stato infatti sottoscritto
un atto di convenzione con il Liçeu Emaus ed
ho il piacere di annunciare che il progetto è
parte integrante dei nostri impegni associativi.
Novantasei persone hanno frequentato i primi
corsi di taglio, cucito, dipinti su tessuto, ricamo
punto croce, hardanger e vagonite (tecnica
...
NUOVO ANNO
SCOLASTICO
ALLA CRECHE
FRANCESCO
GALLI
E DA
tradizionale brasiliana) lavoro a maglia e lavoro ad
uncinetto, conclusisi a fine 2003.
I corsi, della durata di sei mesi, con tre ore di
frequenza giornaliera distribuite su varie fasce orarie
(mattino, pomeriggio e sera) sono stati seguiti con
assiduità ed estremo interesse da tutti i partecipanti,
di età superiore a 16 anni e la maggior parte di loro ha
ottenuto il rilascio dell’attestato finale (Certificato de
Conclução).
Le insegnanti, tutte provette maestre delle varie
tecniche, si sono gratuitamente prestate con uguale
entusiasmo e dedizione. Appena concluso il primo
ciclo già ci si appresta ad organizzarne un secondo
che, oltre a queste specializzazioni, vedrà l’avvio di
un corso di informatica (software). Nel contempo si
lavora fervidamente alla struttura e, come da nostri
suggerimenti, il complesso usufruirà a breve di un
piccolo appartamento per ospitare i volontari e di
un’infermeria allestita per primo soccorso, e altro
ancora... posso già anticipare che sta prendendo corpo
il progetto per una grande cucina attrezzata per formare
tanti cuochi professionalmente preparati Non mancano
quindi i presupposti per un proficuo percorso comune,
grazie anche alla competente collaborazione del Signor
Romeo Nigro che sarà referente Overseas, al quale
va il nostro ringraziamento.
Mauro Baschieri
SENHOR DO BONFIM
Certo ricorderete che alcuni mesi or sono nella
zona si abbatterono due fortunali che distrussero
alcune delle poverissime abitazioni e ne
danneggiarono molte altre. Il governo locale
decretò lo stato di calamità naturale e senza
attendere le lungaggini della burocrazia, coinvolse
privati, associazioni ed altri enti per fronteggiare
rapidamente l’emergenza. Alla nostra Fundação
São Francisco fu assegnato l’incarico di
provvedere alla riparazione di una trentina di
piccole abitazioni e alla completa ricostruzione
di un’altra decina. Grazie alla capacità
organizzativa del direttore Ernesto Valota tutte
le case danneggiate sono state rese agibili e
quelle di nuova costruzione, pressoché ultimate.
Due case sono state anche dotate di baneros,
secondo le indicazioni del Progetto Agua Limpa.
La nuova falegnameria, pur in corso di
completamento, ha provveduto alla costruzione
degli infissi e dei serramenti
necessari per le abitazioni
ed ora arrivano nuove
commissioni a decretarne la
validità dal punto di vista
didattico e professionale. Da
parte delle autorità non sono
mancati i complimenti al
nostro direttore Ernesto
Valota per il lavoro svolto e
ad Overseas per la
disponibilità dimostrata
nell’occasione.
2
SOSTEGNO
A DISTANZA CERCASI
È cominciato un nuovo anno scolastico alla Creche
Francesco Galli di Senhor do Bonfim. La Sig.ra Elsa De
Souza, Direttrice della struttura scolastica gestita dalla
Fundação São Francisco, ci ha comunicato che i nuovi
iscritti sono 40: Alessandra, Alexandre, Alisson, Ana
Paola, Ariane, Athur, Bianca, Carlos Eduardo, Edenilson,
Edilucia, Edimilson, Elielma, Fernanda, Gabriella…
Con la scuola sono riprese anche a pieno ritmo tutte
le attività promosse dalla Fundação São Francisco: corsi
per adulti, distribuzione di un pasto settimanale,
assistenza medica di base, educazione igienico-sanitaria.
A breve si svolgerà l’annuale visita al progetto da parte del
Segretario Generale Mauro Baschieri per un valutare
insieme ai responsabili della Fundação São Francisco
l’andamento dei progetti.
INDIA
IL VOLTO NASCOSTO
Li ho visti di sfuggita, durante la festa, scendere
dal pulmino del LAFTI. Era sabato mattina e le
bimbe dell’ostello di Valivalam ed i bimbi di quello
di Kuthur si erano riuniti per festeggiare gli ospiti
europei con tutto l’entusiasmo di cui sono capaci.
In mezzo a danze e canti, tra un acquazzone ed
un altro, li ho visti arrivare e mescolarsi al pubblico.
Dopo il pranzo, mentre i bambini sciamavano verso
gli ostelli, ci siamo trovati circondati da una ventina
di handicappati che ci guardavano in silenzio. Con
una sapiente regia Amma aveva cambiato
dolcemente la scena attorno a noi passando da
una festa piena di allegria ad una umanità dolente
e mite. Così ci siamo accostati alla realtà più
nascosta e abbandonata dell’India. Realtà che non
avevo mai incontrato nei miei precedenti viaggi.
In Italia Amma (appellativo affettuoso di coloro
che si rivolgono a Krishnammal con la confidenza
familiare) era rimasta molto perplessa nel vedere
le nostre case di riposo, ma anche piacevolmente
colpita nel visitare un centro diurno per portatori di
handicap. Diceva: ”Da noi questo non c’è. Non si
fa nulla per loro. Sono abbandonati”.
Quel sabato ho potuto vedere con i miei occhi il
significato di quelle parole.
Ragazze e ragazzi con problemi psichici e fisici
di ogni tipo, anche gravi (autistici, sordomuti, ciechi,
poliomelitici) senza alcun sostegno, senza aiuto
da parte della collettività.
Sono rimasto molto colpito dalla compostezza
e dalla dignità dei familiari. Il caso più sconvolgente:
tre fratelli con un grave handicap psichico accuditi
amorevolmente da due anziani genitori. Ma come
fanno? Mi chiedevo. In una capanna di fango e
paglia, senza acqua, senza servizi, senza mobili,
senza letti… Senza nulla…Una vita già dura per
chi è sano… Io ero ammutolito. Mi uscì senza
riflettere una domanda banale: “Di che cosa avete
bisogno?” Mi rispose il padre con un mite sorriso:
“Sopravvivere…”
L’altro ospite, un inglese, medico psichiatra, ha
improvvisato una visita, così, sotto quella tettoia di
paglia, mentre il fotografo del LAFTI documentava
ed io prendevo appunti: nome, età, villaggio,
diagnosi…
Nasceva così, grazie al desiderio ed alla
generosità di una famiglia modenese, un nuovo
progetto in collaborazione con il LAFTI: aiutare venti
famiglie a sopravvivere e a dare un’assistenza
sanitaria ai propri figli handicappati. Un nuovo
impegno per Overseas ed i suoi sostenitori.
A volte basta poco per portare un po’ di sollievo
a chi è nella sofferenza, un po’ di speranza e di
luce nel mondo più profondo dei villaggi dell’India.
Vittorio Merlini
Si terrà sabato 12 giugno a Gavassa (RE)
presso il Centro Sportivo in Via Fleming n.10
una serata dedicata alla conoscenza e alla
solidarietà per il LAFTI. Il ricavato verrà devouto
per le attività del LAFTI in India. E’ richiesta la
prenotazione obbligatoria entro giovedì sera 10
giugno ‘04 - tel.0522 887793
SERATA
PER IL LAFTI
programma della serata
cena (ore 20.30)
Presentazione del libro “Terra gamberi contadfini
ed eroi” sulla vta di Krishnammal Jagannathan,
fondatrice del LAFTI
Video sul movimento LAFTI
Destinazione LAFTI
Un viaggio in Tamil Nadu accompagnati da
Krishnammal è certamente uno dei modi migliori
di conoscere il LAFTI e la straordinaria coppia di
gandhiani che ne è l’anima e la guida.
Un periodo propizio, per le condizioni climatiche
e la disponibilità del LAFTI, è il prossimo
novembre. Il viaggio è riservato ai simpatizzanti
del LAFTI e in particolare a coloro che sostengono
il LAFTI attraverso i progetti Operazione Futuro di
Speranza e Adotta una Famiglia. Gli interessati
potranno contare su attività di preparazione e
supporto organizzativo al viaggio coordinate da
Vittorio Merlini, referente del progetto Operazione
Futuro di Speranza. Gli interessati possono
rivolgersi alla sede per ulteriori informazioni.
VIAGGIO DI
CONOSCENZA
E CONDIVISIONE
IN INDIA
PALESTINA
COOPERARE NEL CONFLITTO
“Posso vivere senza una nazione ma non senza
un nome”. E’ così che la dott.ssa Viveca Hazboun,
psichiatra e direttrice del Guidance Training Center
for the Child and Family (GTC) di Betlemme, ha
aperto il suo intervento durante il Convegno degli
Psicologi per i Popoli, tenutosi lo scorso 13
febbraio a Bologna. Il suo intervento si è soffermato
sulla descrizione della condizione psicologica dei
palestinesi che vivono da rifugiati ormai da 3
generazioni e sulla previsione che l’impatto sociale
del conflitto presente sarà avvertito per almeno
altre sei generazioni.
La visita della dott.ssa Hazboun nella nostra
Regione rientrava tra le attività di un progetto di
cooperazione promosso dal Tavolo di Progetto
Modena-Ain Arik, del quale fanno parte insieme a
Overseas, il CSI di Modena, la Caritas Diocesana,
il Comune di Modena e la Piccola Famiglia
dell’Annunciata.
Il progetto di cooperazione ha compreso anche
uno stage di cinque settimane per quattro operatori
del GTC di Betlemme presso l’Azienda USL di
Modena allo scopo di approfondire le metodologie
di trattamento dei casi di disturbo da stress posttraumatico che colpisce numerosi bambini ed
adolescenti palestinesi e in particolare
l’organizzazione dei servizi socio-educativi in
situazione di disagio.
Nel corso dello stage sono stati realizzati tre
seminari internazionali con clinici provenienti dai
ASSEMBLEA
ANNUALE
DEI SOCI
OVERSEAS
Si è svolta presso la sede a Spilamberto
l’assemblea annuale dei soci dell’Organizzazione
Overseas che ha approvato il bilancio consuntivo
2003 e le linee operative per l’anno prossimo.
L’assemblea ha approvato l’operato del
Comitato Esecutivo avendo valutato positivamente
l’incremento della raccolta di contributi liberali,
l’ampliamento dei progetti in tutte le aree di
impegno, il consolidamento dello staff di
collaboratori tecnici per area, l’impegno per la
valorizzazione della sede come risorsa per la
promozione e lo svolgimento delle attività.
Fra le nuove iniziative il progetto Agua Limpa
a Senhor do Bonfim e il Liceu Emaus a Gabrieuva
di São Paulo, le microazioni Home street children
and aged in Andhra Pradesh (India) e
Microcammino 2000 a Yagala (Sierra Leone) il
sostegno delle attività di diffusione del commercio
equo e solidale svolte dalla Cooperativa Sociale
Oltremare.
Impegni prioritari assunti dall’assemblea per
il prossimo anno la ricerca di nuovi soci, volontari
e sostenitori, un migliore utilizzo di tutta la sede
soprattutto per iniziative formative e di
conoscenza, maggiore utilizzo dei mezzi di
comunicazione fra i soci e gli interessati,
considerati come condizioni indispensabili e
necessarie per il mantenimento di tutte le azioni
in corso con i partner nei Paesi extraeuropei e
con gli Enti territoriali in ambito locale.
4
Paesi della ex Jugoslavia che specializzati nel
trattamento delle vittime
Gli operatori del GTC seguono ben 150 casi al
mese di bambini dell’età di 7-8 anni, affetti da
PTSD (Sindrome da Stress Post-Traumatico) che
hanno difficoltà anche ad esprimere i loro desideri.
La dott.ssa Hazboun ha riferito i risultati di un
indagine compiuta sui suoi giovani pazienti che
consisteva nel chiedere loro di esprimere 3 desideri:
ebbene, l’80% non sapeva cosa rispondere e il
20% desiderava morire da martire.
La sede di Overseas ha fornito l’ospitalità agli
operatori palestinesi grazie all’impegno di alcuni
soci volontari che si sono resi disponibili in modo
particolare per gli spostamenti verso le sedi di
formazione. La presenza degli operatori palestinesi
ha fornito l’opportunità di approfondire la
conoscenza della realtà locale nella quale si
inserisce la realizzazione del Centro Comunitario
nel villaggio di Ain Arik tuttora in corso.
Nel corso dello stage la dott.ssa Hazboun è
intervenuta inoltre all’incontro pubblico promosso
dal Tavolo di Progetto Modena-Ain Arik sul tema
“Palestina, infanzia negata” mentre la
testimonianza degli operatori Fathen, Ghada,
Charlie e Odette è stata particolarmente
apprezzata in un incontro di approfondimento sul
conflitto israeliano-palestinese organizzato dalla
Parrocchia Beata Vergine Addolorata di Modena.
Elisabetta Necco
Dati economici anno 2003
Fonti di entrate e di sostegno
totale 471.950 euro
65% Brasile
13% Altri
22% India
Utilizzo dei contributi ricevuti
totale 368.736 euro
Solidarietà inter.
Centro interculturale
Educazione mondialità
Spese generali
SIERRA LEONE
MICROCAMMINO 2000
Dieci anni fa, con la cruenta distruzione di Kabala
(importante centro del nord e sede di un progetto che ha
impegnato Overseas per molti anni) avvenuta nel
settembre 1994, la Sierra Leone precipitava in una
sanguinosa guerriglia. In questo lungo periodo non
abbiamo smesso di pensare a questo paese e alla sua
gente, che tanta parte ha avuto nell’impegno di Overseas,
mantenendo in contatti con i missionari saveriani che
hanno condiviso fino in fondo le terribili prove subite dalla
popolazione inerme.
Dieci anni dopo, siamo stati raggiunti da un “ragazzo
di Yagala” che cercava “quelli dell’OKP (Overseas Kabala
Project). Ci ha raccontato di un scuola. Che deve essere
finita e con essa soprattutto le abitazioni per gli insegnanti.
Sentirlo raccontare con tanta passione la “sua” Sierra
Leone sembrava l’avverarsi di un sogno (Yagala è uno
dei villaggi vicini a Kabala dal quale provenivano diversi
giovani che frequentavano i corsi di formazione. E’ in
contatto con alcuni di loro, si fa portavoce delle loro richieste
di aiuto: quanta strada ha percorso questo appello!). Sarà
per questo che quei timidi segnali di distensione che
avevamo osservato solo da lontano ci sono sembrati più
solidi e duraturi. Così Overseas ha raccolto l’appello e
aiuterà i bambini di Yagala perché we have a dream…
Fino all’età di 16 anni, io, Bayuku Peter Konteh, non
sapevo perché studiavo e non sapevo neppure se
esisteva un mondo fuori dal mio villaggio, Yagala, nel
nord della Sierra Leone; anche se lo sentivo nominare,
era come fuori dalla mia immaginazione. Figuriamoci
se potevo immaginare di finire in Italia!
Poi, grazie ai missionari saveriani e alla mia voglia
di diventare prete, ho proseguito gli studi fino a laurearmi
prima in Filosofia in Liberia e poi in Scienze Sociali a
Roma, specializzandomi in Sociologia dello Sviluppo
e conseguendo anche un diploma in Informatica. Sono
in Italia, ma penso sempre ai miei. Ciò è dovuto a una
grande mia paura: ho timore che il mio villaggio
d’origine, dove ho trascorso l’infanzia, possa
scomparire se io, il primo del villaggio a laurearmi e ad
arrivare in occidente, non farò qualcosa.
Il mio villaggio si sta spopolando: prima della
seconda guerra mondiale aveva oltre 11.000 abitanti,
poi tanti sono emigrati e continuano a trasferirsi nella
vicina città di Kabala e altri nelle zone diamantifere del
paese. Oggi gli abitanti sono poco più di 3000 e gli
anziani, che noi consideriamo la biblioteca del villaggio,
sono meno di 80 e hanno già superato i 65 anni. Solo
8 persone sanno leggere e scrivere.
Il mio villaggio non può sopravvivere con le regole
della globalizzazione, che non rispetta né i legami
tradizionali né i ritmi diversi dai suoi. Il commercio e il
mercato non possono provare pietà per l’analfabeta,
anche se il mio villaggio ha più del 99 % di analfabeti.
Non solo, i miei non potranno mai partecipare e
competere in questo tipo di “mercato globale”, di cui
non conoscono nemmeno l’esistenza, ma neanche
potranno dare un contributo a risollevare le sorti del
loro paese, pagando il debito internazionale. Nemmeno
possono rinunciare, a causa delle loro misere
condizioni di vita, a distruggere il loro ambiente
attraverso la deforestazione. Hanno poi il grave
problema dell’acqua che scarseggia sempre più e non
è potabile. La mancanza di lavoro, la povertà che fa
invecchiare precocemente, le malattie, soprattutto l’AIDS
che si sta diffondendo in tutta la Sierra Leone come
una specie di seconda guerra dopo quella civile,
appena terminata, costituiscono una preoccupazione
5
Bayuku (a sinistra) con i bambini di Yagala e il missionario saveriano P. Toni Guiotto
per me. Inoltre, è molto triste vedere gli squilibri enormi
che ancora oggi continuano ad esistere e ad ampliarsi
fra le varie parti del mondo e constatare come, nel mio
paese, soprattutto nei bambini, la povertà generi
insicurezza, complessi di inferiorità e mancanza di
sogni. Per cui io, come immigrato in Italia sento il dovere
di far conoscere la realtà per il cui cambiamento io mi
do da fare qua, in ogni modo.
Combatto per far sopravvivere il mio villaggio,
situato in una pianura circondata da colline e tanta
foresta, con alberi di palma e scimmie di vario tipo,
oltre che splendidi uccelli e farfalle di diversi colori. E’
noto nel circondario per la produzione di frutta tropicale,
verdure e vino bianco di palma con ha una antica
tradizione di canto molto melodioso.
Ho tre progetti in mente: la scuola elementare per
365 bambini, iniziata e da completare, un piccolo centro
sanitario e interventi nell’agricoltura (zappe, falci,
sementi, riso soprattutto). Io mi rivolgo agli amici
dell’uomo, cioè a coloro che sono aperti e sensibili al
grido silenzioso dell’emarginato e che giudicano
preoccupante per tutto il genere umano la
disuguaglianza e il non rispetto dell’ambiente. Vorrei
dire che, prima di tornare per sempre in patria fra un
po’ con mia moglie, desidererei realizzare già qualcosa
di utile per i miei.
Alla fine, mi piacerebbe solo essere ricordato come
uno che non solo ha avuto la possibilità di studiare in
occidente, ma che anche ha mostrato il suo amore per
il suo popolo. Desidero far sopravvivere il mio villaggio
investendo in particolare sulle donne e sui bambini,
come sarà possibile, perché con un minimo di
infrastrutture e anche di cambiamento di mentalità,
possa diventare un esempio di sviluppo iniziale e un
motore di evoluzione in tutta la regione.
Da tutto ciò deriva il nome del progetto che cerco di
portare avanti, grazie all’aiuto di alcune organizzazioni
e privati: MICROCAMMINO 2000, un piccolo intervento
per curare un mondo ferito.
Peter Bayuku Konteh
UN PAESE
IN BILICO
TRA UN
DOLOROSO
PASSATO
E UN INCERTO
FUTURO
educazione alla mondialita’
Un mondo Più giusto é in costruzione... anche con noi!
Si é conclusa il 13 marzo la prima parte del
corso per volontari 2003/2004. Anche quest’anno i
numerosi partecipanti hanno espresso interesse
e apprezzamento per gli argomenti affrontati nei
vari incontri con la presenza di ospiti d’eccezione
che ci hanno reso più vicini esperimenti per la
costruzione di un mondo più giusto: Carlyle Ramos
de Oliveira Vilarinho, rappresentante del
Programma Fame Zero del governo brasiliano, la
fondatrice del LAFTI Krishnammal Jagannathan,
Peter Bayuku Conteh ideatore e promotore del
progetto Microcammino 2000.
Per favorire il coinvolgimento personale come
previsto nella seconda parte del corso, sono stati
proposti da altrettanti referenti possibili ambiti di
impegno: sostegno a distanza in Brasile e in India
promozione del commercio equo e solidale (in
particolare nell’area vignolese) attività di
accoglienza nella sede.
Grazie alla collaborazione del network Arcoiris
tutti gli interventi sono consultabili in rete al sito
www.arcoiris.tv.
Centro Studi per la pace
Da pochi mesi l’Università di Modena ha
costituito presso il Dipartimento di Scienze del
Linguaggio e della Cultura il Centro Studi sulle
culture della pace e della sostenibilità, un
importante traguardo dell’itinerario pluriennale
svolto dal Tavolo per l’Università per la pace
promosso dalla Provincia e dal Comune di Modena
del quale ha fatto parte anche Overseas insieme
ad altre associazioni.
Il programma di lavoro del Centro Studi si
propone di avviare un progetto che contempla
l’analisi della violenza culturale, della cultura del
conflitto, del discorso dialogico e della cultura della
nonviolenza e sarà realizzato in stretta
connessione con le Scuole di Pace sul territorio,
alle quali intende fornire, attraverso la propria
ricerca, idee e strumenti per l’attività di formazione.
Il Comitato Scientifico del Centro Studi,
insediato nelle scorse settimane, annovera fra i
suoi componenti gli amici Vittorio Merlini e
Giuseppe Ferrari ai quali rivolgiamo il nostro augurio
di proficuo lavoro.
Elena Busani (terza da sinistra) presenta il film documentario a Spilamberto
Racconto Straniero
Un racconto corale, un ritratto di gruppo: così è
stato proposto nella serate di presentazione pubblica
il film documentario realizzato nell’ambito del
progetto “L’esperienza dell’altro. Percorsi di
integrazione civile tra autoctoni ed immigrati stranieri”
promosso dall’Unione Terre di Castelli e da Overseas.
Le persone, colte spesso nell’intimità della casa,
raccontano di viaggi, di esperienze di sorprese, di
speranze. Più siamo disposti ad ascoltare, più è
facile riconoscere le individualità che si celano dietro
volti che vediamo tutti uguali; più è facile
immedesimarsi nelle storie di chi lascia il proprio
paese d’origine alla ricerca di un futuro, di un sogno…
se non per sé, per i propri figli.
In questo caso conoscere ha un effetto pratico
diretto: rende l’intolleranza ed il rifiuto più difficile,
facilita il confronto e la convivenza, finalità di questo
il progetto che si propone di informare i cittadini
stranieri residenti nei Comuni di Castelnuovo
Rangone, Castelvetro, Savignano sul Panaro,
Spilamberto e Vignola, sui loro diritti e dei loro doveri
e vuole anche far conoscere queste persone e le
loro storie.
La realizzazione del film documentario è stata
resa possibile grazie alla partecipazione di diversi
enti e associazioni e soprattutto alla disponibilità di
diversi stranieri che hanno raccontato le loro storie
di sacrificio, punteggiate da difficoltà e da ostacoli
burocratici, a volte di delusioni e discriminazioni ma
anche da nuove opportunità, nuove conoscenze…
Elena Busani e Nicoletta Merighi, collaboratrici
di Overseas, hanno coadiuvato con grande
competenza e sensibilità, la regista Daria Menozzi
favorendo la conoscenza con i cittadini che si
rivolgono agli sportelli di informazione e orientamento
che Overseas gestisce in convenzione con i Comuni
dell’Unione Terre di Castelli.
E’ possibile ricevere il film documentario
richiedendolo alla dott.Elena Busani presso la sede.
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da leggere con i tuoi figli
Ma la pace dove sta?
Io mi sento piccolino,
ma non posso fare niente?
Stamattina ho aperto gli occhi
E mi sono domandato:
Ma la pace cos’è?
Se la pace noi vogliamo
È nel cuor che la troviamo!
Ho pensato e ripensato
Ed infine l’ho trovata:
è nel mondo insieme a me.
Ho legato ai palloncini
un biglietto con l’invito
Verso il mondo l’ho
spedito
Ma un pensiero mi ha assalito:
ma è sicuro ciò che dico?
Non mi pare… c’è la guerra!
C’è violenza…
C’è prepotenza,
c’è dolore e sofferenza!
Aiutate noi bambini,
qui le cose vanno male!
C’è bisogno dell’amore,
alla pace aprite il cuore!
Questo mondo non mi piace,
dove mai sarà la pace?
Disegni dei bambini e delle bambine delle scuole elementari dell’VIII Circolo Didattico di
Modena che per il secondo anno hanno devoluto il ricavato della merenda di solidarietà al
LAFTI coinvolgendo anche la solidarietà dei genitori.
(Testo collettivo della Scuola Cimarosa da CEM Mondialità)
Sostegno A Distanza
Compartimos
In occasione di Civitas (la Mostra Convegno della
A seguito della partecipazione della volontaria
Elena Merlo al VI Forum annuale del
Coordinamento La Gabbianella tenutosi a
Genova nel novembre scorso, si è costituito un
gruppo di lavoro tra i soci e il Gruppo 1% di
Sestola per approfondire la Carta dei Principi
per il Sostegno A Distanza e confrontarla con le
attività di questo genere che Overseas promuove
a Senhor do Bonfim (Brasile) e in Tamil Nadu
(India) e che coinvolge numerosi sostenitori da
diversi anni. Eventuali interessati a collaborare
al gruppo di lavoro possono segnalare la loro
disponibilità alla segreteria dell’associazione.
Solidarietà, dell’Economia Sociale e Civile che si
tiene annualmente a Padova) si è svolta il 1 maggio
2004 l’assemblea dei soci nazionali e internazionali
del Consorzio Etimos microfinanza al quale aderisce
anche Overseas. All’assemblea, che prende il nome
di COMPARTIMOS (condividiamo) hanno partecipato
fra gli altri il socio Mario Cavani e Luis Razeto
Migliaro, in rappresentanza dell’Università
Bolivariana, partner cileno del Consorzio Etimos e
graditissimo ospite di Overseas.
Etimos è un consorzio finanziario che raccoglie
risparmio in Italia per dare sostegno a quelle forme
di economia popolare che, nei paesi più poveri,
rappresentano la principale fonte di reddito per
milioni di persone escluse dai circuiti finanziari
convenzionali. Overseas collabora con Etimos per
la realizzazione di un progetto di microfinanza a
Scutari (Albania).
Biologico e solidale
Overseas ha partecipato alla costituzione del
“Tavolo regionale per l’agricoltura biologica e il
commercio equo e solidale nella cooperazione
internazionale allo sviluppo” che si è svolta a
Bologna il 23 marzo 2004 nel corso di un
seminario pubblico che ha dato avvio al primo
coordinamento in Italia tra organizzazioni non
governative ed enti di certificazione impegnati
su questi diversi fronti. Marco Morselli, obiettore
di coscienza e oggi volontario, ha espresso
l’interesse di Overseas ricordando anche
l’esperienza ante litteram svolta nella formazione
di giovani africani presso la Comunità-scuola
negli anni 70 e l’impegno per la diffusione del
commercio equo e solidale.
Overseas in rete
Invitiamo tutti gli interessati a prendere nota delle
variazioni apportate ai mezzi di comunicazione esterna
e a segnalarci il proprio indirizzo di posta elettronica
per facilitare i collegamenti con tale modalità.
www.overseas-onlus.org è il nuovo indirizzo del sito
web, [email protected] la nuova casella
di posta elettronica, 059 7860055 il numero di fax
059 785425 il numero telefonico con segreteria
automatica.
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VITA
ASSOCIATIVA
I bIMBI CRESCONO: COSTRUISCI CON NOI IL LORO FUTURO!
COME
AIUTARE
PER I VOSTRI VERSAMENTI UTILIZZATE:
conto corrente postale n° 11158417
Banca Popolare Etica n.29 ABI 12100 CAB 5018
Banca Popolare Emilia R. n.2465 ABI 5387 CAB 67061
INDICANDO LA DESTINAZIONE:
Overseas sostiene la finanza etica
partecipando fin dalle fasi iniziali alla Banca
Popolare Etica, della quale è socio fondatore.
A seguito della attivazione dei servizi, Overseas
invita i soci e i benefattori a utilizzare il conto
corrente aperto presso la Banca Popolare
Etica per il versamento dei contributi e delle
donazioni.
C/c n. 29 CAB 12100 ABI 5018
Banca Popolare Etica Sede di Padova
Piazzetta Forzatè, 2 - 35137 Padova
tel. 049/8771166
† INDIA. OPERAZIONE FUTURO
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Autoriz. del Tribunale di Modena
n. 730 del 13/9/1983.
Tassa pagata stampe periodiche
L. 662/96 art. 2 Comma 20 Lettera
C Autorizzazione Ente Poste di
Modena.
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Direzione, Redazione a cura del
Comitato Esecutivo.
Gli articoli pubblicati esprimono
l’opinione dei loro autori e non
necessariamente quella
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BRASILE. SCUOLA PROFESSIONALE
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ALBANIA. MICROCREDITO
CILE. CAPITAN PASTENE
PALESTINA. AIN ARIK
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Bimestrale. Anno XXXIII, n. 1 gennaio-maggio2004
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