RASSEGNA STAMPA - Atri
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RASSEGNA STAMPA 26 febbraio 2016 25/02/2016 Pag. 56 N.1 - gen/feb 2016 Turismo d'Affari diffusione:10000 CAMERE CON SVISTA Dopo l 'approvazione alla Camera della ridefinizione del quadro normativo che regola le prenotazioni online, le posizioni di hotel e Ota si fanno sempre più distanti Giorgio Maggi Obiettivo raggiunto, o quasi, per gli albergatori dello Stivale. Manca ancora la legge, ma con l'approvazione del cosiddetto "emendamento Booking" al ddl concorrenza, l'aula della Camera ha di fatto posto le basi per aumentare la concorrenza nel settore alberghiero. Da ora in poi, infatti, come già accade in Francia dallo scorso luglio, i singoli alberghi potranno praticare prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli applicate da agenzie online come Booking o Expedia. La reazione degli alberghi «Il vero senso di questa decisione è che restituisce agli hotel la possibilità concreta di avere un rapporto pieno con i propri clienti. Privare un albergo della possibilità di praticare, ai clienti più fedeli o a quelli che utilizzano il canale diretto per prenotare, tariffe particolari è un elemento improprio», ha commentato Renzo Iorio, presidente Federturismo e amministratore delegato di Accor Italia. «Il rapporto con le Ota non cambia, restano un interlocutore fondamentale», ha ribadito il manager. «Se non ci fosse stata questa decisione avremmo continuato a patire lo squilibrio tra i grandi portali e i piccoli alberghi», ha aggiunto Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi. «Il mercato italiano è composto da realtà imprenditoriali piccole, che andavano protette di più. In Francia, per dire, esiste un gigante come Accor, con cinquemila alberghi e mezzo milione di camere, quando in Italia un milione di camere fanno capo a 34mila strutture ricettive che devono competere con un gigante come Priceline». In seguito alla nuova decisione, gli alberghi potranno quindi stabilire liberamente il numero e la tipologia di camere da porre in vendita sui diversi portali e sul proprio sito internet, senza alcun obbligo di riconoscere condizioni preferenziali ai grandi portali. E se la decisione del Parlamento avrà certamente conseguenze sul settore leisure - «in questo modo l'Italia sarà finalmente in grado di competere con la Francia dal punto di vista turistico», ha sottolineato il ministro Franceschini - non mancheranno gli effetti anche net comparto del business travel. Gli italiani preferiscono le Ota Grazie a un mercato digitale del turismo che vale 9,5 miliardi di euro, anche per i nostri connazionali non è più un problema acquistare viaggi tramite dispositivi mobile o attraverso il proprio pc. A dirlo è l'analisi condotta dal Politecnico di Milano nelsuo Osservatorio di Digital Innovation 2015, secondo cui nell'ultimo anno è aumentato il peso della componente digitale sul mercato complessivo del turismo in Italia, passato dal 17 al 19 per cento. E non è tutto, perché se i trasporti godono ancora di un ruolo dominante nel mercato digitale (72 per cento di market share), le strutture ricettive crescono a un tasso decisamente superiore, con un + 14 per cento rispetto al 2014. Al loro interno, poi, il transato derivante dai canali diretti online - i siti dei singoli hotel, i servizi di trasporti e dei tour operator - registrano nel 2015 una crescita del dieci per cento, mentre i canali indiretti, Ota e aggregatori, crescono invece del 14 per cento. D'altra parte, che le agenzie online abbiano ormai un peso importante nel sistema turistico del Belpaese è dimostrato anche da una ricerca di Phocus Wright, secondo cui nel 2015 garantiranno oltre quattro miliardi di euro al settore, mentre la sola Booking.com ha portato in Italia oltre sette milioni di prenotazioni straniere. «Un risultato ottenuto grazie agli investimenti che abbiamo potuto fare proprio grazie al parity rate», ha detto recentemente Andrea D'Amico, country manager di Booking. «La nostra forza è proprio nella commissione inferiore a quella richiesta dai tour operator. In cambio, però, offriamo un'enorme platea di potenziali clienti: realizziamo testi e foto degli annunci che poi sono tradotti in 42 lingue, abbiamo un servizio attivo 24 ore in modo che gli hotel siano sempre pubblicizzati e in cambio non chiediamo nulla. Come capita quando qualcuno sceglie una sistemazione su Booking, ma poi prenota direttamente con l'albergo». Chi ci guadagna e chi ci perde Sulla contrarietà delle Ota nei confronti del provvedimento, la posizione di iorio è precisa: «La nuova situazione non piace alle agenzie online perché mina la possibilità di FEDERTURISMO CONFINDUSTRIA - Rassegna Stampa 26/02/2016 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PARITY RATE 25/02/2016 Pag. 56 N.1 - gen/feb 2016 Turismo d'Affari diffusione:10000 FEDERTURISMO CONFINDUSTRIA - Rassegna Stampa 26/02/2016 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato essere i reali interlocutori con l'utente finale, soprattutto nel caso di hotel piccoli e indipendenti». Insomma, con la nuova decisione della Camera per l'hòtellerie tricolore si tratterebbe di un passo in avanti verso la concorrenza. «La forza delle Ota nel nostro Paese sta nella parcellizzazione dell'offerta: per me il pericolo sta nell'avere un'offerta ricettiva in mano a due o tre attori intermediari che fanno leva sul cliente facendosi forza sull'avere un prezzo migliore di altri», ha ribadito il manager. Anche perché, è sempre Federaberghi a ribadirlo in una nota, il punto da chiarire è uno solo. «Per una camera d'albergo venduta su un portale a cento euro il cliente paga cento e l'albergo riceve ottanta. Se l'albergo potesse mettere in vendita la stessa camera sul proprio sito a novanta euro, il cliente pagherebbe novanta e l'albergo incasserebbe novanta: entrambi guadagnerebbero dieci euro». Di tutt'altro avviso il numero uno di Booking.com in Italia, secondo cui la scelta presa dal Parlamento Finirà per danneggiare soprattutto i clienti e i piccoli alberghi. «Il novanta per cento dei nostri clienti è fatto di strutture con meno di trenta camere, che a differenza degli alberghi internazionali non hanno possibilità di fare investimenti per la visibilità e la promozione che facciamo noi al posto loro, e quindi saranno i primi a essere danneggiati. Avere tariffe competitive è per noi fondamentale per continuare a effettuare un tale tipo di servizio». Adesso, però, la parola spetta al Senato. Che dovrà ratificare, o meno, il nuovo quadro legislativo. I prò e i contro Parity rate: perché sì? garantisce alle grandi Ota di continuare a dominare il mercato poiché i nuovi player si insidieranno difficilmente senza poter applicare una strategia di marketing incentrata sul prezzo per differenziarsi garantisce la brand equity a favore soprattutto delle grandi catene alberghiere, che possono usare questa clausola per evitare una guerra al ribasso delle tariffe permette una facile gestione su tutti i canali online poiché le tariffe proposte devono essere uguali dovunque. ai consumatori, offre fiducia e garantisce che non esista su nessun'altro canale -online e offline - una tariffa più bassa garantisce agli hotel adeguate politiche di web marketing cui altrimenti dovrebbero provvedere da soli. Parity rate: perché no? • costringe gli hotel a non poter differenziare le tariffe e quindi a perdere margini di ricavi quando la loro prenotazione avviene tramite le Ota (le commissione da corrispondere alle agenzie online sono in media del 15%). • per il consumatore, la strategia di "parità di prezzi" non permette la concorrenza e quindi un eventuale ribasso dei costi. «Questa decisione restituisce agli hotel la possibilità di avere un rapporto pieno con i propri clienti». La pensa così Renzo Iorio, presidente di Federturismo e amministratore delegato di Accor Italia «Considerato che i clienti non potranno essere certi dove troveranno la migliore tariffa, si creerà incertezza sul mercato», sostiene Flavio Ghiringhelli, Managing Director Italy di HRS Che cosa cambia per il business travel? Molte le questioni in campo, per caprine di più abbiamo chiesto a Flavio Ghiringhelli, Managing Director Italy di HRS, quali potrebbero essere le conseguenze dell'abolizione della parità tariffaria sul complesso mondo dei viaggi d'affari. «Fondamentalmente la parity rate nel b2b non è mai esistita in quanto si è sempre negoziato a seconda delle esigenze della singola azienda e sempre più si andrà nella direzione in cui sarà l'azienda che fisserà il prezzo. Dal nostro punto di vista, poi, l'accezione reale di business travel è riferita alle aziende di grandi dimensioni e per questo segmento la parity rate ha effetti limitati in quanto a fare la differenza sono tutti i servizi costruiti intorno al "search&book" e che possono garantire efficienza, saving di processo, trasparenza e soddisfazione del viaggiatore». Ma l'abolizione della parity rate significa maggiore o minore trasparenza per i viaggiatori d'affari? «Considerato che i clienti non potranno essere certi dove troveranno la migliore tariffa, si creerà incertezza sul mercato. In questa situazione, poter abbinare le tariffe negoziate dell'azienda, che garantiscono un prezzo competitivo, alte tariffe scontate negoziate direttamente da HRS, molto più basse della Bar (Best available rate) pubblica, di centinaia di migliaia di hotel, sia di catena sia indipendenti, è un elemento centrale e di estremo valore per le aziende». E nei confronti dell'intermediazione, cosa cambia? «Sul lato aziende, oltre ai servizi accessori, fanno la differenza anche i costi di processo ed è dimostrato che gestire le prenotazioni offline sia totalmente sia parzialmente crea dispersione, poca adesione alla 25/02/2016 Pag. 56 N.1 - gen/feb 2016 Turismo d'Affari diffusione:10000 FEDERTURISMO CONFINDUSTRIA - Rassegna Stampa 26/02/2016 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato travel policy, perdita di capacità negoziale e tempi di prenotazione più lunghi. Sul lato hotel, il trade-off tra il miglior prezzo che la struttura potrà fornire a chi prenota direttamente, e i vantaggi che l'intermediazione crea in termini di semplificazione e raggiungibilità dell'utenza, gioca sempre a favore dell'intermediazione». Quali sono le conseguenze per un portale come il vostro? «HRS ha un importante orientamento verso la consulenza volta a soddisfare tutte le esigenze di ottimizzazione dei flussi, razionalizzazione dei portafogli hotel, integrazione dei processi, servizi pre-durante-post viaggio e innovazione a favore di travel manager e viaggiatori. Per cui, il vantaggio che offriamo ai clienti aziendali è la copertura di tutta la catena del valore del viaggio d'affari con un beneficio chiaro per gli hotel di incremento dei tassi di riempimento tra l'altro con clienti aziendali di qualità e alto spendenti. Gli impatti che pertanto prevedo per HRS saranno quelli di dover spiegare quanto sopra alle aziende, aggiungendo ulteriore contenuto alla consulenza che offriamo ai nostri clienti». Foto: Anche per nostri connaziona non è più un acquistare viaggi dispositivi mobile o attraverso il proprio pc Foto: Nell'ultimo anno è aumentato il peso della componente digitale sul mercato complessivo del turismo in Italia, passato dal 17 al 19 per cento 25/02/2016 Pag. 60 N.1 - gen/feb 2016 Turismo d'Affari diffusione:10000 MEGLIO ESSERE GRANDI Nel settore dell'ospitalità del terzo millennio a vincere saranno le economie di scala, unico modo per battere la concorrenza di colossi della sharing economy come Airbnb e HomeAway Giovanni Fassola L'ultima notizia la dice lunga. Secondo quanto ha affermato poche seti timane fa il Wall Street Journal, il Carlson Rezidor Hotel, gruppo che gestisce quasi 1.400 hotel in giro per il mondo con marchi prestigiosi come quello Radisson e Park Inn, sta valutando quale strategia intraprendere - vendita, fusione, partnership o acquisizione - per sviluppare il core-business della holding. La mossa di Marriott Del resto, che il settore dell'hòtellerie stesse attraversando una fase di consolidamento lo si era capito negli scorsi mesi, quando Marriott International aveva annunciato l'acquisizione di Starwood Hotels & Resorts Worldwide per la cifra record 12,2 miliardi di dollari, dando vita al primo gruppo alberghiero mondiale (al secondo posto, Hilton Worldwide, al terzo Ihg): un colosso da 5.500 alberghi, con oltre un milione di camere in più di cento Paesi. Marriott aveva iniziato a valutare un accordo già nei primi mesi dell'anno scorso, quando Starwood aveva annunciato di stare esplorando "opzioni strategiche" per il futuro della catena. Tra le varie ipotesi circolate nei mesi successivi c'era stata anche quella di un merger con Intercontinental Hotels Group, mentre negli ultimi tempi era spuntata anche la possibilità di un accordo con Hyatt Hotels. «Ci siamo convinti dei vantaggi dell'unione delle due società», ha spiegato l'amministratore delegato di Starwood, Arne Sorenson, sottolineando che l'unione mette insieme un totale di trenta brand. Da una parte quelli di Marriott International, come Courtyard, Ritz-Crlton, Renaissance, JW Marriott e Gaylor, a cui si aggiungono quelli di alta gamma di Starwood, tra cui St Regis, W, Westin, Le Méridien, Sheraton. Stando agli analisti, prima del deal di Marriott l'ultimo boom di scalate nel settore alberghiero risaliva addirittura al 2007, quando tra fusioni e acquisizioni si raggiunse la quota record di 75,2 miliardi di dollari (nel 2015, invece, si arriva a malapena a cinquanta miliardi), ben 26 dei quali impiegati dal fondo di private equity Blackstone Group per rilevare Hilton. Il consolidamento non si ferma Oltre a Marriott e, come detto, al gruppo Carlson Rezidor Hotel, la febbre del consolidamento promette di continuare anche nel 201 6, dopo un 201 5 dove la maggior parte dei colossi appartenenti alla top ten mondiale (vedi box) sono stati protagonisti di operazioni di Merger 6- Acquisition. Ad aprire le danze era stato Ihg, che sul finire del 2014 aveva comprato l'intero pacchetto di Kimpton Hotels, leader nei boutique hotel indipendenti. Poche settimane dopo era stata la volta del gruppo cinese Jin Jiang ad acquisire dapprima la catena francese Louvre Hotels, e poi i due gruppi cinesi Vienna Hotels e Plateno. In questo modo, la holding di Shanghai occupa adesso la settima posizione a livello mondiale, grazie alle sue quasi 500mila camere, tra proprietà e gestione. È passato invece dal sesto al quinto posto del ranking globale AccorHotels, il marchio francese che ha acquisito la catena upscale Fairmont Raffles Hotels International, proprietaria di brand come Fairmont, Raffles e Swissotel; costo dell'operazione, 2,9 miliardi di dollari, che hanno consentito alla catena transalpina di rafforzare la sua posizione in un segmento, quello del lusso, particolarmente dinamico. Tanto che anche Wyndham Hotels Group ha deciso di buttarsi nel mondo luxury con lo shopping di Dolce Hotels & Resorts. Insomma, se il 201 5 ha segnato un certo movimento nel mondo dell'hòtellerie globale, tutto lascia pensare che il trend non possa che continuare anche durante l'anno appena iniziato. Il motivo? La concorrenza di nuove forme di accomodation, insieme all'ascesa inarrestabile delle Olta, fanno assumere alle economie di scala un'importanza fondamentale. I trend del 2016 A gettare una luce attendibile su quali saranno veramente i trend del settore alberghiero durante il 201 6 ci ha pensato uno studio di Euromonitor, secondo il quale l'intera industria dell'ospitalità dovrebbe continuare a crescere, soprattutto in alcuni Paesi come la Cina (Global-Growth-GDP-and-Hotels-Sales-2009-201 9; Source: Euromonitor International). Sul fronte MErA, poi, dopo la mossa di Marriott di aumentare la propria potenza di fuoco per poter competere FEDERTURISMO CONFINDUSTRIA - Rassegna Stampa 26/02/2016 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Economia 25/02/2016 Pag. 60 N.1 - gen/feb 2016 Turismo d'Affari diffusione:10000 FEDERTURISMO CONFINDUSTRIA - Rassegna Stampa 26/02/2016 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato con agenzie online come Booking.com o Expedia, e piattaforme peer-to-peer come Airbnb, con tutta probabilità altri big dell'ospitalità mondiale scenderanno in campo. Dopo i rumor che i sono susseguiti nei mesi scorsi, infatti, potrebbe essere la volta di Hyatt e InterContinental Hotels Group a buttarsi nella mischia, per non parlare di ciò che potrebbe accadere sul mercato cinese, dove la parte del compratore potrebbe toccare sia ad holding cinesi interessate a fare shopping di player occidentali, sia viceversa. Altro fronte caldo dei prossimi mesi sarà senza dubbio quello riguardante gli effetti che l'esplosione della sharing economy sta producendo sul comportamento dei consumatori, business traveller compresi. La dimostrazione che qualcosa è cambiato in seguito al boom di Airbnb è venuta dalla decisione presa da Expedia di acquisire HomeAway, dando di vita, di fatto, alla più grande offerta di appartamenti in affitto disponibile sul web: in tutto, pi.ù di 1.2 milioni sparsi a ogni angolo del globo. Attenzione, però. Perché molto presto Airbnb potrebbe decidere di incominciare a vendere altre cose rispetto al suo core-business tradizionale: non più solo l'affitto di appartamenti privati, ma anche di case-vacanze o delle cosiddette indestination experience. La prova? Al momento il re della sharing economy ha già incominciato a collaborare con Virgin America per offrire un prodotto end-to-end, tanto che per il 201 6 sono in molti a pronosticare l'inizio della commercializzazione della camere d'albergo su Airbnb. E rendere più effervescente il quadro ci sarà anche l'evoluzione del rapporto tra le famose Olta e big digitali come TripAdvisor e Google. Entrambe decise a entrare direttamente nel processo di prenotazione alberghiero - la prima attraverso l'accordo valido solo per il mercato Uk con Priceline Group, la seconda estendendo le funzionalità di Book on Google - diventando cosi veri e propri competitor di Expedia e dei suoi emuli. La febbre del consolidamento promette di continuare anche nel 2016, dopo un 2015 dove la maggior parte dei colossi appartenenti alla top ten mondiale sono stati protagonisti di operazioni finanziarie Marriott e Starwood, che cosa accadrà? È vero che diventerà effettivo solo a partire dalla prossima estate ma già oggi gli effetti del merger tra Marriott e Starwood stanno turbando il sonno di molti player dell'ospitalità mondiale. In alcune città, infatti, la joint-venture tra i due colossi porterà la nuova società a controllare circa il 56 per cento di tutte le camere disponibili, con inevitabili riflessi sui prezzi, oltre ad aumentare in modo significativo la propria presenza in Asia e Medio Oriente. Tutto da decifrare, poi, il destino dei trenta brand che si troveranno a far parte della stessa famiglia, alcuni dei quali in diretta concorrenza tra loro dal punto di vista del servizio e del prezzo, come ad esempio Marriott e Sheraton. In questo caso specifico, Marriott potrebbe decidere in diversi modi. Ecco alcuni esempi. Prima possibilità, investendo per ringiovanire il marchio acquisito, seconda aumentare la propria offerta con una semplice operazione di restyling o, ancora, la terza, mettere in vendita il brand Sheraton, un'operazione che certo troverebbe molti potenziali interessati. Ma ciò cui gli addetti ai lavori guardano con maggiore curiosità è la sfida che il nuovo colosso lancerà alle Olta. «Il Ceo di Marriott crede che la migliore offensiva verso Expedia e Airbnb siano le dimensioni», ha detto recentemente Barry Sternlicht, fondatore ed ex-Ceo di Starwood Hotels Er Resorts. «Nei prossimi anni mi aspetto di assistere ad ancora nuove operazioni di consolidamento tra compagnie alberghiere, anche perché le Olta continuano a essere viste come un'autentica minaccia. Dal punto di vista dell'industria alberghiera, Booking.com è stato un vero e proprio disastro». La concorrenza di nuove forme di accomodation, insieme all'ascesa inarrestabile delle Olta, fanno assumere alle economie di scala un'importanza fondamentale La risposta di Accor «La tendenza è questa. In un mercato globale ormai prevale il consolidamento. Che può passare da merger come quello tra Marriot e Starwood, o da forma di franchising o, ancora, da una soluzuione come quella che abbiamo adottato noi: un marketplace per hotel indipendenti», ha detto poche settimane fa Renzo Iorio, amministratore delegato di AccorHotels Italia, commentando la notizia della joint venture tra i due big Usa. In attesa di valutare altre opzioni, infatti, il gruppo francese ha siglato un accordo con FastBooking che permette ai clienti del gruppo di scegliere la propria struttura all'interno di un ventaglio 25/02/2016 Pag. 60 N.1 - gen/feb 2016 Turismo d'Affari diffusione:10000 FEDERTURISMO CONFINDUSTRIA - Rassegna Stampa 26/02/2016 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato più ampio, tutte rintracciabili semplicemente collegandosi e prenotando sul portale AccorHotels.com. Fino a ora del resto, la piattaforma è stata lanciata solo in quattro mercati a livello europeo - Italia, Francia, Spagna e Inghilterra - ma le cifre parlano già chiaro: se in Italia, in pochi mesi, hanno già aderito più di un centinaio di hotel, a livello globale nel giro di due o tre anni saranno circa diecimila gli alberghi che sarà possibile trovare all'interno del portale. Foto: Molto presto Airbnb potrebbe decidere di incominciare a vendere altre cose rispetto al suo corebusiness tradizionale: non più solo l'affitto di appartamenti privati ma anche le cosiddette in-destination experience Edizione del: 26/02/16 Estratto da pag.: 16 Foglio: 1/2 Peso: 1-4%,16-25% Servizi di Media Monitoring Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 107-142-080 Sezione: RELAZIONI INDUSTRIALI Dir. Resp.: Roberto Napoletano Tiratura: 376.775 Diffusione: 195.317 Lettori: 907.000 Peso: 1-4%,16-25% Servizi di Media Monitoring Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 107-142-080 Sezione: RELAZIONI INDUSTRIALI Edizione del: 26/02/16 Estratto da pag.: 16 Foglio: 2/2 Edizione del: 26/02/16 Estratto da pag.: 22 Foglio: 1/2 Peso: 1-2%,22-30% Servizi di Media Monitoring Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 075-139-080 Sezione: POLITICA INDUSTRIALE Dir. Resp.: Mario Calabresi Tiratura: 319.126 Diffusione: 371.646 Lettori: 2.835.000 Peso: 1-2%,22-30% Servizi di Media Monitoring Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 075-139-080 Sezione: POLITICA INDUSTRIALE Edizione del: 26/02/16 Estratto da pag.: 22 Foglio: 2/2 26/02/2016 Pag. 16 diffusione:141637 tiratura:195317 Le Méridien torna a Roma Il marchio Le Méridien ritorna in Italia grazie all'accordo siglato da Starwood Hotels & Resorts con il gruppo Toti. Entro fine anno l'insegna apparirà sullo storico Visconti Palace Hotel che verrà completamente ristrutturato e prenderà il nome di Méridien Visconti di Roma (situato nel quartiere Prati vicino al Vaticano, Castel Sant'Angelo e a via Cola di Rienzo) a gestione e proprietà del gruppo Toti. «Siamo impazienti di stabilire una relazione a lungo termine e reciprocamente vantaggiosa con il gruppo Toti» dichiara Michael Wale, presidente di Starwood Hotels & Resorts, Europa, Africa e Medio Oriente, «ed entusiasti di riportare Le Méridien in Italia». SCENARIO TURISMO E TOUR OPERATORS - Rassegna Stampa 26/02/2016 73 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MARCHI STORICI/In breve 26/02/2016 Pag. 11 L'Unità diffusione:22216 tiratura:57915 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Spiagge, la Corte europea contro le mega concessioni italiane L'avvocato generale contesta la proroga fino al 2020 senza bando. La protesta dei balneari Volontà bipartisan: serve una riforma che cambi le norme ma tuteli le imprese concessionarie Massimo Franchi Il sistema - assai peculiare - di gestione delle concessioni per le nostre spiagge rischia di essere bocciato dall'Europa. Sotto accusa sono le proroghe automatiche per gli attuali concessionari e la mancanza di bandi di gara per un bene comune che non può essere privatizzato a vita. Per ora si tratta del parere dell'avvocato generale della Corte di giustizia europea, Maciej Szpunar. Gli avvocati generali assistono la Corte. Essi hanno il compito di presentare, in piena imparzialità e indipendenza, un parere giuridico, denominato «conclusioni», nelle cause di cui sono investiti. Ma quasi sempre la Corte conferma il giudizio dell'avvoca to generale e dunque è come se le possibilità che il parere diventi una sentenza vincolante sono molto alte. Tanto che le reazioni danno tutte per scontato il verdetto della Corte di giustizia europea. Per Szpunar, avvocato 44enne polacco la direttiva europea Bolkenstein sui servizi «impedisce alla normativa nazionale di prorogare in modo automatico la data di scadenza delle concessioni per lo sfruttamento economico del demanio pubblico marittimo e lacustre». Il pro nunciamento dell'avvocato generale fa seguito ai ricorsi presentati dai Tribunali amministrativi regionali (Tar) di Sardegna e Lombardia, che hanno sollevato una questione pregiudiziale alla Corte Ue contro i vari decreti legge emessi dal 2009 al 2012 e convertiti in legge con cui l'Italia ha previsto la proroga automatica della durata delle concessioni demania li marittime per attività turistico-ricreative dapprima fino al 31 dicembre 2012 e poi fino al 31 dicembre 2020. Oltre alla incompatibilità con la direttiva servizi, per Szpunar, l'automatismo della pro roga «parrebbe contrario ai principi di libertà di stabilimento e protezione della concorrenza», in quanto tramite estensione automatica delle concessioni «si sottraggono al mercato, per un periodo irragionevolmente lungo (undici anni), delle concessioni di beni sicuramente molto importanti sul piano economico». D'altra parte la proroga delle concessio ni aveva già incassato il 'No' della Commissione europea, in quanto contrasta con la direttiva che per le concessioni demaniali prevede l'assegnazione tramite asta pubblica. Secondo l'Ue, si tratta di «servizi su suolo pubblico» e in quanto tali devono essere aperti alla libera concorrenza come stabilito dal la direttiva Bolkestein, una norma del 2006 entrata in vigore in Italia nel gennaio del 2010. Le reazioni delle associazioni dei concessionari e di gran parte della politica è di condanna. E di annuncio di una nuova legge, una nuova riforma che superi la sentenza contraria, data per scontata. «Seria preoccupazione» viene espressa da parte di Assobalneari che fa parte di Federturismo Confindustria. «Credo che mai come ora - dichiara in una nota il presidente di Assobalneari, Fabrizio Licordari - sia necessario che il gover no italiano, che ha da poco nominato il nuovo ministro per gli Aari Regionali Costa, si rechi a Bruxelles per negoziare con la Commissione europea un perio do transitorio non inferiore ai trent'anni come avvenuto in Spagna e Portogallo per tutelare il lavoro degli addetti delle 30.000 imprese balneari italiane». Sulla stessa lunghezza d'onda Sergio Pizzolante di Ap. «La prospettiva della sentenza ci obbliga a fare una legge subito che è già allo studio del nuovo ministro per gli Aari Regionali Enrico Costa e dei sottosegretari Sandro Gozi, Pier Pao lo Baretta e Dorina Bianchi. Per quanto mi riguarda, la legge dovrà essere impostata sui seguenti punti - continua Pizzolante -: gare per le aree dove non c'è impresa o vi siano concessioni senza impresa; prevedere un congruo periodo di transizione per le imprese esistenti come compensazione per il cambio di regime; nelle aste il canone deve essere definito prima senza oerte al rialzo; dopo la fase di transizione, ogni modello di adamento delle concessioni nel rispetto del principio di concorrenza previsto dall'Europa, deve partire dal riconoscimento del valore di impresa e delle competenze acquisite negli anni. Le 30mila imprese - conclude Pizzolante - non sono nate FEDERTURISMO CONFINDUSTRIA - Rassegna Stampa 26/02/2016 7 26/02/2016 Pag. 11 L'Unità diffusione:22216 tiratura:57915 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato abusivamente ma sulla base di una legge dello stato che lo con sentiva e non possono essere chiuse per legge». Stessa posizione per l'assessore al Turismo delle Regione Marche Moreno Pieroni che parla di «intervento a gam ba tesa per penalizzare il nostro Paese e un sistema economico basato sul turismo: una delle voci più rilevanti per la crescita. Questo parere negativo ci deve sollecitare ad un maggiore sforzo unitario da parte delle Regioni e del governo perché dia una risposta ferma e decisa». Foto: «Prevede un periodo di transizione come compensazione del cambio di regime» Foto: Un business redditizio. La spiaggia ligure di Taggia, in provincia di Imperia. Foto: Ansa Claudio Onorati FEDERTURISMO CONFINDUSTRIA - Rassegna Stampa 26/02/2016 8 Edizione del: 26/02/16 Estratto da pag.: 43 Foglio: 1/1 Peso: 8% Servizi di Media Monitoring Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 107-142-080 Sezione: ASSOCIAZIONI CONFINDUSTRIA Dir. Resp.: Luciano Fontana Tiratura: 390.726 Diffusione: 395.884 Lettori: 2.477.000 Edizione del: 26/02/16 Estratto da pag.: 19 Foglio: 1/1 Peso: 13% Servizi di Media Monitoring Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 158-130-080 Sezione: ASSOCIAZIONI CONFINDUSTRIA Dir. Resp.: Virman Cusenza Tiratura: 126.039 Diffusione: 158.213 Lettori: 1.125.000 26/02/2016 Pag. 49 diffusione:141637 tiratura:195317 Spiagge, proroga concessioni verso il no Ue Nel mirino il rinvio automatico della scadenza per lo sfruttamento del demanio NELLE CONCLUSIONI Al legislatore italiano la possibilità di valutare le aspettative di rinnovo per il titolare che ha fatto investimenti Guglielmo Saporito Concessioni demaniali marittime nel mirino dell'Avvocato generale presso la Corte di giustizia dell'Unione europea, quanto meno nell'aspetto delle proroghe ingiustificate. Questoè il contenuto delle conclusioni del 25 febbraio su due questioni sorte in Sardegna e sul lago di Garda, ma comuni a tutte le coste marittime e lacuali. La situazione Diventa così incandescente la situazione dei concessionari che fruiscono di una proroga fino al 31 dicembre 2020 (decreto legge 179/2012) dopo due rinvii (al 2012, articolo 1 del decreto legge 194/2009, e poi al 2015 con la legge 25/2010). L'Unione europea aveva già avviato una proced u r a d i i n f r a z i o n e (2008/4908 del 29 gennaio 2009) e oggi le conclusioni dell'Avvocato generale giungono puntuali nel ricordare l'obbligo (direttiva Bolkestein 2006/123) di gare imparziali e trasparenti. Tra il 2009 e il 2012, lungo le varie proroghe, l'attività turistico-ricettiva sul demanio si è evoluta passando dal "diritto di insistenza" previsto dal Codice della navigazione all'ampliamento delle attività praticabili sul demanio marittimo, anche ai fini di una sua valorizzazione (articolo 1, comma 18 del decreto legge 194/2009). Le conclusioni Le conclusioni dell'Avvocato generale prendono atto di tale evoluzione, e infatti non sono tanto severe rispetto a quanto ci si poteva attendere con l'esperienza di precedenti elusioni da impegni comunitari. La critica dell'Avvocato generale al legislatore italiano si indirizza infatti verso l'automatismo della proroga, ma nel paragrafo 92 lascia aperta la possibilità che il legislatore valuti, attraverso elementi concreti, le aspettative del titolare al rinnovo della propria autorizzazione, avendovi effettuato i relativi investimenti. La direttiva Bolkestein Questa precisazione richiama il contenuto dell'articolo 12 della direttiva 2006/123 (Bolkestein), che consente agli Stati membri di tener conto, nello stabilire le regole di una procedura di selezione, degli obiettivi di politica sociale, salute e sicurezza dei lavoratori dipendenti e autonomi, protezione dell'ambiente e salvaguardia del patrimonio culturale. Inoltre, la recente legge 11/2016 (recepimento delle direttive 23, 24 e 25/2014 su appalti e concessioni) contiene principi di valorizzazione delle esigenze sociali e di sostenibilità ambientale, utilizzo di personale locale, valutazione delle ricadute occupazionali: questi principi, insieme all'articolo 13 dello Statuto delle imprese (legge 180/2011) e all'articolo 1, lettera ccc della legge 11/2016 (miglioramento delle condizioni di accesso alle gare delle piccole e medie imprese) lasciano spazio a misure che possano garantire opportunità di continuità ai concessionari. Lo scenario Tutto ciò peraltro prima del 2020, perché, anche se la pronuncia della Corte di giustizia (se sarà conforme al parere dell'Avvocato generale) avrà effetto solo tra le parti litiganti in Sardegna e Lombardia, è prevedibile a breve una procedura di infrazione, applicabile a tutte le concessioni demaniali marittime. Foto: ITALYPHOTOPRESS Foto: Non solo mare. La materia del contendere coinvolge tutte le coste marittime e lacuali SCENARIO INDUSTRIA TURISTICA - Rassegna Stampa 26/02/2016 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Corte di giustizia. Le conclusioni dell'avvocato generale su vicende sorte in Sardegna e sul Garda ma comuni a tutte le coste Edizione del: 26/02/16 Estratto da pag.: 24 Foglio: 1/1 Peso: 38% Servizi di Media Monitoring Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 181-135-080 Sezione: SETTORI E IMPRESE Dir. Resp.: Alessandro Sallusti Tiratura: 79.261 Diffusione: 142.594 Lettori: 473.000 Edizione del: 26/02/16 Estratto da pag.: 53 Foglio: 1/1 Peso: 5% Servizi di Media Monitoring Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. 107-142-080 Sezione: RELAZIONI INDUSTRIALI Dir. 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