Dichiarazione Sugli attentati di Parigi

Transcript

Dichiarazione Sugli attentati di Parigi
V
ita internazionale |
terrorismo in francia
Sugli attentati
di Parigi
Dichiarazione
Comunicati e reazioni in seguito
agli attentati del 7 gennaio 2015
del card. Tauran e di 4 imam francesi
«Scioccati per l’odioso attentato» a Parigi, il
cardinale Jean-Louis Tauran – presidente del
Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso – e quattro imam francesi in visita in
Vaticano hanno pubblicato una dichiarazione congiunta per condannare la strage alla
sede del settimanale satirico Charlie Hebdo
e ribadire la necessità del dialogo tra persone di diverse fedi. Denunciando ogni forma
di violenza, i firmatari fanno anche appello
ai responsabili dei media, affinché sappiano «offrire un’informazione rispettosa delle
religioni, dei loro fedeli e delle loro pratiche, promuovendo così una cultura dell’incontro». Insieme alla loro dichiarazione, datata 8 gennaio, pubblichiamo i brevi comunicati di condanna degli attentati di Parigi
da parte della Conferenza episcopale francese, della Federazione protestante di Francia, dell’Assemblea dei vescovi ortodossi
francesi e del Consiglio francese del culto
musulmano. Pubblichiamo anche la lettera
ai cattolici di Parigi, scritta dall’arcivescovo
André Vingt-Trois e datata 10 gennaio.
Stampa (15.1.2015) da siti web: www.vatican.va; www.
eglise.catholique.fr; www.paris.catholique.fr; www.protestants.org; www.aeof.fr; www.lecfcm.fr. Nostre traduzioni
dal francese. La traduzione della lettera del card. VingtTrois è quella curata dal sito web www.finesettimana.org.
Il Regno -
documenti
2/2015
In conclusione dell’incontro romano di quattro
imam di Francia, che ieri hanno preso parte insieme alla delegazione della Conferenza episcopale
francese all’udienza generale, scioccati per l’odioso
attentato che il 7 gennaio 2015 ha colpito la sede
del periodico Charlie Hebdo, i partecipanti desiderano associarsi ancora una volta alle parole pronunciate ieri mattina da papa Francesco per denunciare la crudeltà e la violenza cieca. Come lui,
invitiamo i credenti a manifestare attraverso l’amicizia e la preghiera la propria solidarietà umana e
spirituale verso le vittime e le loro famiglie.
In questa occasione è opportuno ribadire che
senza la libertà di espressione il mondo è in pericolo: è imperativo «opporsi con ogni mezzo al
diffondersi dell’odio e di ogni forma di violenza
che distrugge la vita umana, viola la dignità delle
persone, mina radicalmente il bene fondamentale
della convivenza pacifica fra le persone e i popoli,
nonostante le differenze di nazionalità, di religione e di cultura» (parole di papa Francesco, da una
Dichiarazione del direttore della Sala stampa vaticana, 7.1.2015).
I responsabili religiosi sono chiamati a promuovere sempre una «cultura di pace e di speranza»,
capace di vincere la paura e di costruire dei ponti
tra gli uomini.
Considerando l’impatto dei mezzi di comunicazione s’invitano i loro responsabili a offrire un’informazione rispettosa delle religioni, dei loro fedeli
e delle loro pratiche, promuovendo così una cultura dell’incontro.
Il dialogo interreligioso permane la sola via da
percorrere insieme per dissipare i pregiudizi.
Vaticano, 8 gennaio 2015.
7
V
ita internazionale
Comunicato
della Conferenza dei vescovi di Francia
La Chiesa di Francia condanna
e ricorda l’esigenza di fraternità
La Conferenza dei vescovi di Francia intende
esprimere la sua profonda commozione e l’orrore
provocato dall’attentato alla sede del giornale Charlie Hebdo. Sono 12, fino a questo momento, le persone assassinate in un attacco organizzato, mentre
numerose altre sono tuttora tra la vita e la morte.
Il pensiero della Chiesa di Francia va anzitutto
alle famiglie e ai congiunti delle vittime, che si trovano di fronte all’orrore e all’incomprensione. Assicura anche alla redazione e all’équipe di Charlie Hebdo
la sua grande tristezza.
Un tale orrore è ovviamente inqualificabile. Nulla può giustificare una simile violenza. E ancor di
più, essa tocca la libertà di espressione, elemento
fondamentale della nostra società.
Questa società, costituita di diversità di ogni genere, deve lavorare senza sosta alla costruzione della
pace e della fraternità. La barbarie che si è espressa
in questa strage ferisce noi tutti. In questo momento,
nel quale la collera potrebbe sopraffarci, dobbiamo
più che mai raddoppiare l’attenzione per la fraternità ferita e per la pace sempre da consolidare.
Parigi, 7 gennaio 2015.
✠ Olivier Ribadeau Dumas
segretario generale della Conferenza
dei vescovi di Francia
Ai cattolici di Parigi
tutti sono sotto schock. La maggior parte dei nostri
concittadini hanno vissuto questa situazione come un
appello a riscoprire un certo numero di valori fondamentali della nostra Repubblica come la libertà di
religione o la libertà di opinione. I raduni spontanei
di questi ultimi giorni sono stati segnati da un grande
raccoglimento, senza espressione di odio né di violenza. La tristezza del lutto e la convinzione che abbiamo
insieme qualcosa da difendere uniscono i francesi.
Una caricatura, anche se di cattivo gusto, una critica anche se gravemente ingiusta, non possono essere messe sullo stesso piano di un omicidio. La libertà
di stampa è, quale che sia il suo costo, il segno di una
società matura. Che degli uomini nati nel nostro paese, nostri concittadini, possano pensare che la sola
risposta giusta ad una derisione o ad un insulto sia la
morte dei loro autori, pone la nostra società davanti a
gravi interrogativi. Che degli ebrei francesi paghino
ancora una volta un tributo ai disordini che agitano la nostra società raddoppia ulteriormente la loro
gravità. Rendiamo omaggio anche ai poliziotti morti
nell’esercizio delle loro funzioni fino all’estremo.
Invito i cattolici di Parigi a pregare il Signore per
le vittime dei terroristi, per i loro parenti, i loro figli
e le loro famiglie. Preghiamo anche per il nostro paese: che la moderazione, la temperanza e la padronanza di cui tutti hanno dato prova fino ad ora si
confermino nelle settimane e nei mesi che verranno;
che nessuno si lasci trascinare dal panico o dall’odio;
che nessuno si lasci andare alla facilità di identificare
pochi fanatici con un’intera religione. E preghiamo
anche per i terroristi che scoprano la verità del giudizio di Dio. Chiediamo la grazia di essere artefici
di pace. Non bisogna mai disperare della pace, se si
costruisce la giustizia.
Parigi, 10 gennaio 2015.
✠ André card. Vingt-Trois,
arcivescovo di Parigi
card. André Vingt-Trois
Il nostro paese, la nostra città di Parigi in particolare, sono state questa settimana teatro di atti di
violenza e di barbarie inaudite. Da diversi anni per
noi, la guerra, la morte, era sempre altrove, anche
se, in questo periodo, dei soldati francesi erano impegnati in diversi paesi per cercare di portarvi un
po’ di pace. Alcuni lo hanno pagato con la loro vita.
Ma la morte violenta è giunta bruscamente tra noi.
In Francia, e anche molto al di là delle nostre frontiere,
Il Regno -
documenti
2/2015
Comunicato
della Federazione protestante di Francia
Mentre un orribile attentato perpetrato nei locali
del giornale Charlie Hebdo ha fatto almeno 12 vittime, di cui 10 giornalisti e 2 poliziotti, vogliamo qui
esprimere la nostra più viva commozione e soprattutto la nostra affezione e solidarietà per le vittime,
le loro famiglie, i loro congiunti e amici.
8
V
ita internazionale
A nome del protestantesimo francese, esprimiamo la nostra ribellione e condanniamo un tale atto
odioso che colpisce i nostri cuori e le nostre coscienze. Mai lasceremo che degli uomini vengano così vigliaccamente assassinati senza reagire né ricordare
come la vita umana sia preziosa agli occhi di Dio. E
affermiamo che alcuna giustificazione a tale riguardo può essere data richiamandosi a una religione,
qualsiasi essa sia.
Ribadiamo che la Repubblica laica e i suoi valori,
in particolare la libertà di coscienza, la democrazia
e la libertà di stampa, restano per noi a fondamento
del nostro vivere insieme.
7 gennaio 2015.
François Clavairoly,
presidente della Federazione protestante di Francia
Comunicato
dell’Assemblea
dei vescovi ortodossi di Francia
I vescovi ortodossi di Francia condannano con la
più grande fermezza l’ignobile e barbaro attentato
perpetrato oggi sul suolo nazionale, nel cuore stesso
di Parigi.
Per di più, tale atto ha preso di mira delle persone innocenti, che erano riunite per un incontro
di redazione di un media nazionale; e dunque attraverso questo gesto è stata colpita la libertà di
stampa e di espressione, una delle libertà fondamentali della nostra Repubblica. L’abietto attentato ha inteso seminare il terrore, il dubbio e la
divisione. Esso provoca, oggi più che mai, tutte le
Non si può insultare
la fede degli altri
G
iovedì 15 gennaio, durante il suo viaggio apostolico in Sri Lanka e Filippine (12-19.1.2015),
nel volo da Colombo a Manila, papa Francesco ha
incontrato i giornalisti per una conferenza stampa
divenuta ormai un appuntamento consueto in queste occasioni. Alla domanda di un giornalista francese, che gli chiedeva: «Nel rispetto delle diverse
religioni, fino a che punto si può arrivare nella libertà di espressione, che anche quella è un diritto
umano fondamentale?», Francesco ha risposto con
le parole che riportiamo (www.vatican.va).
«Credo che tutte e due siano diritti umani fondamentali: la libertà religiosa e la libertà di espressione.
Pensiamo… lei è francese, andiamo a Parigi! Parliamo chiaro. Non si può nascondere una verità, che
ognuno ha il diritto di praticare la propria religione,
senza offendere, liberamente. Così facciamo, vogliamo fare tutti. Secondo, non si può offendere, fare la
guerra, uccidere in nome della propria religione, cioè
in nome di Dio. A noi quello che succede adesso ci fa
un po’… ci stupisce. Ma sempre pensiamo alla nostra
storia: quante guerre di religione abbiamo avuto! (...)
Anche noi siamo stati peccatori su questo. Ma non si
può uccidere in nome di Dio. Questa è un’aberrazione.
Uccidere in nome di Dio è un’aberrazione. Credo che
questa sia la cosa principale sulla libertà di religione:
si deve fare con libertà, senza offendere, ma senza imporre e uccidere.
Il Regno -
documenti
2/2015
La libertà di espressione. Ognuno non solo ha la
libertà, il diritto, ha anche l’obbligo di dire quello che
pensa per aiutare il bene comune. L’obbligo. Pensiamo
a un deputato, a un senatore: se non dice quello che
pensa che sia la vera strada, non collabora al bene comune. E non solo questi, tanti altri. Abbiamo l’obbligo
di dire apertamente, avere questa libertà, ma senza
offendere. Perché è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dott. Gasbarri, grande amico, mi dice
una parolaccia contro la mia mamma, gli arriva un pugno! È normale! È normale. Non si può provocare, non
si può insultare la fede degli altri, non si può prendere
in giro la fede. Papa Benedetto in un discorso – non ricordo bene dove – aveva parlato di questa mentalità
post-positivista, della metafisica post-positivista, che
portava alla fine a credere che le religioni o le espressioni religiose sono una sorta di sottocultura, che sono
tollerate, ma sono poca cosa, non fanno parte della
cultura illuminata. E questa è un’eredità dell’illuminismo. Tanta gente che sparla delle religioni, le prende in
giro, diciamo “giocattolizza” la religione degli altri, questi provocano, e può accadere quello che accade se il
dott. Gasbarri dice qualcosa contro la mia mamma. C’è
un limite. Ogni religione ha dignità, ogni religione che
rispetti la vita umana, la persona umana. E io non posso
prenderla in giro. E questo è un limite. Ho preso questo
esempio del limite, per dire che nella libertà di espressione ci sono limiti come quello della mia mamma. Non
so se sono riuscito a rispondere alla domanda».
9
V
ita internazionale
diverse componenti sociopolitiche e religiose del
nostro paese a gridare alto e forte l’unità e la coesione nazionale davanti alla barbarie e a riaffermare, con le pubbliche autorità del nostro paese,
il primato del vivere insieme nel rispetto dell’ordine pubblico repubblicano, e di farlo sopra ogni
altra considerazione.
Conviene ugualmente restare estremamente vigilanti per dare scacco insieme a ogni tentativo di
strumentalizzazione della religione a fini politici e
terroristici. Nessuna religione può accettare di versare così vigliaccamente il sangue degli innocenti. I
vescovi ortodossi di Francia esprimono la più profonda solidarietà e compassione con tutte le vittime
e le persone colpite da questo attentato e con le loro
famiglie.
Parigi, 7 gennaio 2015.
Comunicati
del Consiglio francese
del culto musulmano
Condanna dell’attentato
contro Charlie Hebdo
Il Consiglio francese del culto musulmano e i
musulmani di Francia condannano con la più grande determinazione l’attacco terroristico e di eccezionale violenza portato contro il giornale Charlie
Hebdo. Un simile barbaro attacco, di estrema gravità, è anche un attacco contro la democrazia e la
libertà di stampa.
I nostri primi, tristi pensieri vanno alle vittime
e alle loro famiglie, alle quali esprimiamo la nostra totale solidarietà nella terribile prova che li
colpisce.
In un contesto politico internazionale carico di
tensioni, alimentate dai deliri di gruppi terroristici
che si richiamano ingiustamente all’islam, facciamo
appello a tutti coloro che tengono ai valori della Repubblica e della democrazia a evitare le provocazioni, che non servono se non a gettare benzina sul
fuoco.
Di fronte a un tale dramma di portata nazionale, facciamo appello alla comunità musulmana affinché dia prova di una grande vigilanza davanti a
Il Regno -
documenti
2/2015
eventuali manipolazioni provenienti da gruppi di
obiettivi estremisti, qualsiasi essi siano.
Parigi, 7 gennaio 2015.
Dalil Boubakeur,
presidente del Consiglio francese
del culto musulmano
Attentato Charlie Hebdo
L’insieme delle organizzazioni musulmane di Francia (FGMP, RMF, UOIF, CCMTF, FFAICA, Moschea di Saint Denis e dell’Ile de la Reunion, CIMG
France), riunite oggi presso la Grande moschea di Parigi su iniziativa del presidente del Consiglio francese
del culto musulmano, in risposta all’appello solenne
del presidente della Repubblica all’unità nazionale e
alla responsabilità delle organizzazioni religiose:
– invitano i cittadini musulmani di Francia a osservare oggi a mezzogiorno un minuto di silenzio
insieme a tutta la nazione in memoria delle vittime
del terrorismo che ha colpito con una violenza eccezionale il giornale Charlie Hebdo;
– fanno appello a tutti gli imam di tutte le moschee di Francia a condannare con la più grande
fermezza la violenza e il terrorismo, dovunque essi
vengano, durante la predicazione nella grande preghiera del venerdì;
– fanno appello ai fedeli musulmani a osservare,
alla fine della preghiera del venerdì, un momento di
raccoglimento silenzioso e dignitoso in memoria dei
nostri compatrioti vittime del terrorismo;
– fanno appello ai cittadini di confessione musulmana a unirsi alla manifestazione nazionale di
domenica 11 gennaio 2015, per affermare il loro
desiderio di vivere insieme in pace, nel rispetto dei
valori della Repubblica.
Le organizzazioni musulmane, profondamente
scioccate e rattristate dall’uccisione dei nostri compatrioti giornalisti e poliziotti, si associano nella compassione al dolore delle famiglie delle vittime e vogliono testimoniare la loro solidarietà di connazionali
e cittadini davanti all’ampiezza di questo dramma.
Parigi, 8 gennaio 2015.
Dalil Boubakeur,
presidente del Consiglio francese
del culto musulmano
10