“NATO – EU COOPERATION AFTER THE WARSAW

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“NATO – EU COOPERATION AFTER THE WARSAW
International Conference
“NATO – EU COOPERATION AFTER THE WARSAW SUMMIT: COUNTERING
HYBRID WARFARE”
Gli ultimi anni hanno registrato un deciso aumento del livello di instabilità e incertezza
percepito dalla popolazione. Le minacce - fisiche e cibernetiche - si sono moltiplicate e il
senso crescente di insicurezza si è riverberato nelle scelte economiche e sociali delle
amministrazioni, così come nelle abitudini delle persone, nei momenti di vita quotidiana.
Le sfide dal punto di vista politico, militare e tecnologico si sono fatte ancora più ardue e
complesse. Nello scacchiere globale i pericoli si affacciano da sempre più direzioni.
In questo scenario, l’8 e il 9 luglio 2016 i capi di Stato e di governo si sono riuniti a
Varsavia, in Polonia, per il vertice NATO annuale, durante il quale hanno discusso una
serie di misure politiche e militari volte a incrementare il livello di sicurezza dei paesi
membri.
A margine di tale occasione, il Segretario Generale dell’Organizzazione Atlantica Jens
Stoltenberg, il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il Presidente della
Commissione Europea Jean-Claude Juncker, hanno sottoscritto una dichiarazione
congiunta - di valore storico, secondo molti osservatori - sull'intensificazione della
cooperazione pratica tra la NATO e l’Unione Europea, riguardanti alcuni ambiti specifici.
Tra questi vi è il contrasto alle minacce ibride (hybrid warfare): una serie di azioni di guerra
convenzionale, irregolare ed informatica allo stesso tempo. Una nuova tipologia di guerra
che unisce un massiccio impiego di armamenti allo sfruttamento di strumenti digitali,
unitamente a un utilizzo mirato della propaganda (attraverso i social network,
soprattutto). Attacchi rapidi, liquidi e, se possibile, ancora più letali rispetto al passato.
A tal proposito, pochi giorni fa, Andrew Parker, numero uno dell’MI5, il servizio segreto
inglese, ha dichiarato al Guardian che gli atteggiamenti di diversi paesi esterni alla NATO,
si siano fatti sempre più aggressivi, con un ricorso perenne «allo spionaggio, a sovvertire
l’ordine costituito, e ai cyber-attacchi».
E’ proprio su questo tema, che verterà la conferenza “NATO – EU COOPERATION
AFTER THE WARSAW SUMMIT: COUNTERING HYBRID WARFARE”, in programma
il prossimo 16 novembre, alle 16, presso il Parlamento Europeo, a Bruxelles.
L’evento, il primo di una serie, all’interno di questo filone, è organizzato dall’ATA (Atlantic
Treaty Association) e da MUST & Partners, e nasce con l’intento di promuovere i rapporti
fra NATO e UE dal basso, attraverso un confronto fra esperti del settore, le aziende e i
membri delle Istituzioni.
«MUST & Partners ha creduto molto alla realizzazione di questa iniziativa – afferma il suo
fondatore Luciano Stella – poichè riteniamo il rafforzamento della collaborazione tra l’UE
e la NATO assolutamente fondamentale. E le imprese devono essere parte di questo
dialogo, di questo rafforzamento. Per questo ci siamo impegnati a favorire un momento di
discussione aperta anche in questo campo. . Questo d’altronde è il nostro lavoro, ed è
chiaro che la cyber-security sia un tema urgente ed inter-settoriale, cui la Commissione e i
legislatori stanno già dedicando molta attenzione: banche, assicurazioni, qualsiasi forma di
commercio online ma anche produttori e distributori di energia, fornitori di servizi di
trasporto: ogni volta che la fornitura di un servizio ad alto grado di automazione passa per
il web vi è una potenziale minaccia alla sicurezza cibernetica sia del consumatore che del
distributore del servizio - e il legislatore deve prendersene cura.»
Per il Presidente dell’Atlantic Treaty Association (ATA), Fabrizio W. Luciolli, invece
«Nell’attuale scenario di insicurezza, nessuna forma di isolazionismo o protezionismo può
rendere uno Stato immune da minacce convenzionali o da forme più complesse di guerra
ibrida. Il rafforzamento della cooperazione tra la NATO e l’Unione Europea - previsto
dalla Dichiarazione congiunta adottata al vertice di Varsavia - appare essenziale per
sviluppare una difesa più efficace e coesa della comunità euro-atlantica, consentendo
inoltre lo sviluppo di una base tecnologica e industriale in settori critici come quello della
sicurezza cibernetica. Ciò richiede, tuttavia, un aggiornamento della cultura di sicurezza
con un serio impegno anche nei settori della formazione civile e militare, per i quali l’ATA
è attiva da oltre sessanta anni con programmi oggi presenti in 37 paesi. »
«Il cyber spazio – spiega infine Michele Pierri, direttore di Cyber Affairs - si configura
sempre più come il vero terreno sul quale si deciderà non solo la sicurezza dei singoli
cittadini, ma anche la competitività economica e la sovranità degli Stati, come dimostrano i
recenti furti informatici ai danni di grandi, medie e piccole aziende e i timori crescenti di
incursioni cibernetiche mirati a bloccare le infrastrutture critiche o a condizionare le
campagne elettorali dei Paesi democratici. La via maestra da seguire, suggeriscono gli
esperti, è quella di 'ripensare' la difesa delle nazioni, investendo maggiormente in
sicurezza informatica e incentivando un rapporto di collaborazione sempre più stretto tra
Istituzioni e imprese. In questo frangente assistiamo a numerosi cambiamenti, dati non
solo da iniziative europee come la recente Direttiva Nis, ma anche da un rafforzamento
degli 'scudi cibernetici' dell'Alleanza Atlantica. Queste evoluzioni vanno perseguite e
implementate, solo così il Vecchio Continente potrà farsi trovare pronto per affrontare le
minacce della guerra ibrida e, più in generale, i pericoli che derivano dalla grande
rivoluzione digitale in atto.»
Tra gli speaker invitati, l’Alto Rappresentante delle Politiche Europee Federica Mogherini,
l’Ambasciatore e Assistente del Segretario Generale della NATO Tacan Ildem, il
responsabile della Civil Preparedness Section della NATO Lorenz Meyer Minnemann e
gli eurodeputati Andreas Schwab, Michael Gahler e Jerzy Buzek.