Quell`amica che come un raggio di luce indica la via

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Quell`amica che come un raggio di luce indica la via
Quell’amica che come un raggio di luce indica la via nell’oscurità.
IL DOLORE, L’AMORE, LA VITA.
INTRODUZIONE
Il dolore come buio, la felicità come luce, la poesia come vita. Nel corso del nostro colloquio con
Umberto Saba abbiamo individuato questi sentimenti contrapposti che caratterizzano la sua
esistenza, ricca di esperienze drammatiche alle quali si alternano momenti di gioia e felicità. Questa
considerazione ci ha portato a credere che Saba sia stato sempre in cerca di sé e abbia sperimentato
la felicità come il dolore. Abbiamo identificato i periodi di sofferenza e dolore come periodi bui
che hanno svuotano Saba dall’interno, privandolo della voglia di vivere; l’abbandono e il
tradimento sono i fulcri del suo buio. Ad essi sono contrapposti spiragli di luce, cioè periodi di
felicità e gioia rappresentati dalla nascita della figlia, dal ricordo della sua amata balia e dall’amore
per la moglie. Questo amore è un sentimento contraddittorio perché fonte di gioia esaltante e di
sofferenza struggente. Infatti, in Saba, si presentano periodi in cui l’amore è vita, luce, felicità e
periodi in cui è invece fonte di dolore, buio, tristezza che si susseguono come fossero in un cerchio,
senza inizio né fine.
Siamo rimaste colpite dal fatto che nonostante questo poeta non abbia ricevuto un amore
tradizionale, soprattutto da parte della madre, sia riuscito a generare amore per la moglie e la figlia.
Dunque la nostra domanda è: come è riuscito Saba ad essere felice e ad amare nonostante ciò che ha
vissuto?
1
CAPITOLO 1 : IL BUIO
Quali sono dunque i periodi bui nella vita di Saba?
Per capire cosa l'ha reso infelice abbiamo provato a scavare più a fondo partendo dalla sua più
tenera età.
«Quando nacqui mia madre ne piangeva,
sola, la notte, nel deserto letto.
Per me, per lei che il dolore struggeva»1
In questi versi Saba descrive la sua nascita come un momento doloroso per la madre ma: come fa
l’inizio di una vita a essere un momento doloroso? Sicuramente la sofferenza della madre può
essere spiegata dalla sua solitudine, dall’impossibilità di poter condividere questo evento con
qualcuno, con l’uomo che amava, che l’ha abbandonata e delusa, dal peso della responsabilità di
crescere da sola un figlio.
Il parto di per sé è un momento per ogni donna ricco di emozioni contrastanti: da una parte la
felicità per la nascita di un figlio, dall’altra la paura e l’ambizione di essere una buona madre. Per la
madre di Saba invece la paura e la depressione si impongono e opprimono l’anima felice
lasciandola svuotata e amareggiata. Dalle descrizioni delle poesie, la madre «tutti sentiva della vita i
pesi» 2 quindi riversa e trasmette sentimenti negativi al piccolo Saba rendendo la sua vita
malinconica, senza quell’amore tradizionale, un amore che sarebbe dovuto essere incondizionato
ma che effettivamente non lo è stato.
Ma come ha potuto Saba vivere senza l’amore di una madre che per tutti noi è scontato e allo stesso
tempo indispensabile per diventare adulti capaci a nostra volta di amare? Il poeta nei primi momenti
di vita è stato abbandonato dalla madre e affidato alla sua nutrice. Con lei, per ben tre anni, ha
condotto una vita felice, ma al termine di questo periodo, egli fu costretto a tornare con la madre e
venne strappato dalle braccia della sua amata balia, la sola in grado di trasmettergli amore e
sostituirsi alla madre assente.
«…Un grido
s’alza di bimbo sulle scale. E piange
anche la donna che va via. Si frange
per sempre un cuore in quel momento.» 3
Il poeta ricorda quest' avvenimento doloroso, che gli spezza per sempre il cuore, con il suo grido,
comunicandoci il senso di perdita che si prova quando ci allontaniamo da qualcuno che amiamo. È
in questo passaggio brutale, violento, doloroso che Saba perde le certezze che sono alla base di ogni
individuo. Nel pianto della nutrice traspare invece il senso materno nei confronti del bambino che
fino a quel momento ha cresciuto. Troviamo quasi uno scambio di ruoli: è la balia che piange
perché privata di quel bambino che ha cresciuto e amato come un figlio; e la mamma? Tutta
l’attenzione è focalizzata su questa donna e sul bambino. La vera madre è una figura di sfondo,
quasi un elemento negativo. La ritroviamo invece in «partenza e ritorno», figura fragile e insicura,
gelosa perché consapevole di non aver guadagnato l’amore del figlio.
2
«forse
al suo ritorno m’amerà.
forse lontano restando, la Peppa,
l’eterna Peppa dimenticherà.» 4
Obbligato a vivere con la madre, Saba si rende conto di essere imprigionato: non ha la possibilità di
essere se stesso. Ciò crea una scissione tra il voler essere ovvero gli impulsi vitali e il dover essere
voluto dalla madre, grazie al sentimento del timore che lei gli impone. Il poeta fu quindi costretto a
celare nel cuore i suoi istinti infantili, aspettando il momento giusto per liberarli e liberarsi.
Negli occhi di questo bambino vive il muto rimprovero nei confronti della madre, che non gli ha
permesso di essere spensierato, in grado di coltivare i propri sogni, poiché costantemente ammonito
di non essere responsabile e di assomigliare al padre.
Neanche il padre è stato un punto di riferimento nella fanciullezza del poeta e viene descritto dalla
madre come “l’assassino”: colui che ha ucciso la famiglia che stava per nascere, abbandonandola
nel momento del bisogno e sottraendosi al proprio dovere.
Quando però all’età di vent’anni Saba incontra il padre, scopre di somigliargli più di quanto non
immaginasse.
«Allora ho visto ch’egli era un bambino,
e che il dono ch’io ho da lui l’ho avuto.
Aveva in volto il mio sguardo azzurrino,
un sorriso, in miseria, dolce e astuto»5
È così che Saba descrive se stesso specchiandosi nel padre: come un bambino dallo sguardo
azzurrino, spensierato e con un bel sorriso furbetto.
Dopo questo incontro il poeta intuisce le grandi differenze tra i due genitori, descritti con aggettivi
opposti. Il padre viene infatti rappresentato attraverso il campo semantico della leggerezza –gaio e
leggero, dolce e astuto- e la madre attraverso quello della pesantezza.
Dunque Saba trascorre grave la sua infanzia non felice: privo della figura paterna e diviso nel suo
amore tra la madre adottiva e una madre naturale.
Durante una licenza dal servizio militare Saba conosce Lina, che in seguito diventerà sua moglie.
Per il poeta lei rappresenta una certezza, ciò nonostante il loro matrimonio è caratterizzato da
periodi duri infatti, i rapporti tra i due non erano facili a causa della diversità dei loro caratteri:
passionale e vitale lei, scontroso e solitario lui.
«E così- dice –è così che mi torni.
non un bacio per me, […]stai lì,muto, in disparte;
si direbbe, a vederti, che tu hai l’arte
di distruggerti.» 6
In questi versi la realtà appare secondo due punti di vista: quello della moglie, stanca delle carenze
affettive da parte del marito, e quello del poeta che, pur amando, non riesce a manifestare
apertamente il suo sentimento.
3
La moglie lo rimprovera di non essere affettuoso e felice, nonostante tutto ciò che hanno costruito
insieme, una figlia, una casa, una famiglia: la loro vita. Lina non riesce a comprendere la natura del
suo stato d’animo triste e i suoi occhi vedono un marito assente che rincasando non sembra affatto
preoccuparsi della sua presenza sentendosi così esclusa dalla vita del compagno.
«Non s’ha il diritto,sai,
quando si vive con altre persone,
di tenere per sé le proprie pene;
bisogna raccontarle, farne parte
ai nostri cari che vivono in noi
e di noi.» 7
Lina vorrebbe che Saba condividesse con lei le sue pene, i suoi mali, per aiutarlo a vivere
serenamente ad apprezzare la sua vita. Ma ciò non avviene, infatti lei interpreta questo silenzio del
marito come un atto di sfiducia nei suoi confronti.
Apparentemente Saba sembrerebbe non amare Lina ma la sua natura triste e introversa non gli
permette di aprirsi agli altri e di condividere i suoi sentimenti, soprattutto con le persone che ama. Il
poeta apprezza i gesti affettuosi della moglie nei suoi confronti, ma non riesce a esprimerle il suo
riconoscimento, a causa del carattere così introverso e solitario. Carattere sviluppatosi durante la
crescita a causa dalla mancanza delle due figure, i genitori, che avrebbero dovuto mostrargli e
insegnargli cosa vuol dire amare.
La sua muta tristezza dipende dalla voglia di tenere per sé tutti i suoi mali, che non intende
condividere per non far soffrire le persone che più ama: la moglie e la figliola.
La loro incomprensione conduce Lina a commettere un atto che per Saba sarà ulteriormente
distruttivo: il tradimento.
Un nuovo periodo di buio si abbatte sulla sua vita e la certezza dell’amore della moglie svanisce e il
suo cuore precipita nell’oscurità.
CAPITOLO 2: LA LUCE
La luce per Saba rappresenta la felicità che illumina i suoi periodi bui: le diverse sfaccettature
dell’amore sono il fulcro della sua luminosità.
«Ed amai nuovamente ;e fu di Lina
dal rosso scialle il più della mia vita.» 8
È con Lina che Saba sperimenta per la prima volta un nuovo tipo di amore: l’amore per una donna,
un amore sensuale, passionale e importante. Nonostante l’abbia tradito e deluso, lei rimane
comunque una figura essenziale per la sua felicità; ma: perché Saba si è innamorato di una donna
come Lina, così esuberante, vitale e vulcanica?
«Questa grazia che a te fors’anco è ignota
è il nostro amore,è la tua verità.» 9
4
La verità di Lina è il suo essere, la sua personalità così opposta alla sua. Saba ha bisogno di una
donna come lei per compensare l’aridità dei sentimenti “non” ricevuti, una donna vulcanica in
grado di manifestare direttamente il proprio amore senza reticenza.
Saba dà una lettura sfaccettata e articolata di sua moglie che incarna caratteristiche semplici e nobili
allo stesso tempo: Lina ha la dolcezza negli occhi e la ferocia nel cuore, è capace di difendere le
persone amate, ha un forte senso della famiglia. È una donna regale ed elegante «ha il lento tuo
passo di regina»10, ha una voce armoniosa con la quale solleva i suoi lamenti che il poeta riesce a
curare con il suo amore e il suo affetto «se la lisci, il collo volge,/ove tinge un rosa/ tenero la sua
carne»11 . Saba offre a Lina consolazione, nel suo piccolo tenta di esternare ciò che prova «è cosi
che il mio dono t’offro/quando sei triste»12.
Tutte queste qualità sono ciò di cui Saba ha bisogno. Il poeta e Lina sono diversi, sono gli opposti
che si attraggono, ma il fatto di essere differenti rappresenta la forza del loro rapporto e non il loro
punto debole. Si tratta sicuramente di un rapporto speciale perché l’uno compensa le differenze
dell’altro.
«Che la gioia d’amore che m’hai data
l’ho pagata accrescendo alla tua vita
la libertà.» 13
Lina offre a Saba un dono grande: quello di sperimentare l’amore. È stata per lui l‘unica persona
che ha cercato di aiutarlo a superare il suo passato, l’unica che ha voluto comprenderlo e l’unica che
ha cercato di entrare nella sua anima per alleviare i suoi mali. Ma Saba è un uomo difficile,
complesso, la sua esistenza è ricca di emozioni altalenanti che non riesce a manifestare,
chiudendosi nel suo mutismo, perciò Lina lo rimprovera.
« le proprie pene;
bisogna raccontarle, farne parte
ai nostri cari che vivono in noi
e di noi. »14
Lina non riesce a capire che il silenzio di Saba è il suo modo di amarla e di difenderla dal suo buio;
perciò nel loro rapporto si crea una spaccatura che porterà lei a compiere il tradimento.
Questa infedeltà viene quasi accettata dal poeta, perché compensata da quel dono grande che è la
paternità.
«che m’ha data una sì bella bambina»15
La paternità gli permette di sperimentare un nuovo tipo di amore, l’amore incondizionato per un
figlio che gli donerà enormi gioie e che lo aiuterà a capire se stesso.
Infatti Saba vede in sua figlia Linuccia i suoi occhi azzurrini, l’innocenza e la spensieratezza tipica
dei bambini, la fantasia che anche lui aveva, ma che non gli è stato permesso coltivare.
È proprio questo che Saba vuole evitare. Il poeta desidera che Linuccia cresca felice e spensierata,
leggera, proprio come voleva essere lui.
Linuccia è per Saba la felicità, la sua bambina graziosa e innocente con cui passa dei momenti
spensierati, facendo rinascere in lui l’amore filiale donatogli tempo prima dalla balia. Così nel poeta
riaffiora il ricordo della nutrice, la prima persona che gli ha donato amore, amore che ora è pronto e
disposto a condividere con la figlia.
5
«mia figlia
mi tiene il braccio intorno al collo, ignudo;
ed io alla sua carezza m’addormento»16
Cosa c’è di più bello di un abbraccio, di una carezza ricevuta dal proprio figlio? Saba ricorda bene
quei momenti in cui il bambino era lui e con uno sguardo allegro e pieno d’affetto abbracciava e
carezzava l’amata balia. La nutrice è stata nella sua infanzia una figura di rilievo che si sostituisce
alla madre biologica: è lei in realtà la vera madre che si prende cura del piccolo Saba e gli dona
tutto il suo amore che è naturale, genuino e che non ha bisogno di essere imposto per essere provato
e vissuto. Il legame tra i due è talmente forte che neanche dopo anni viene dimenticato.
«io che me stesso oggi non amo, privo
del tuo pensiero vivere non posso»17
Per Saba il periodo passato con la balia, è ricco di momenti felici e gioiosi che gli rimarranno per
sempre nel cuore, nei suoi versi la chiamerà madre di gioia, perché appunto è colei che infonde
tranquillità e armoniosità nel suo animo. L’amore che in poco tempo lei gli ha donato, lui lo ricorda
e lo custodisce.
«la mia balia adorata,
[…], ignara
del mio destino, m’insegnò ad amarvi.» 18
È facile comprendere come poi in futuro Saba riuscirà a generare amore nonostante il suo vissuto.
Come dice nella poesia «Risveglio» è stata lei che gli ha insegnato ad amare.
CAPITOLO 3:
Come affermato nei capitoli precedenti la vita di Saba è stata un alternarsi di periodi di sofferenza e
di felicità. Ad unire il buio e la luce c’è un filo sottile, una voce con cui il poeta si relaziona: è la
poesia proprio perché è l’unico strumento con cui egli riesce a sentire, a raccontarsi nei periodi bui
quanto in quelli di luce.
Durante i suoi periodi bui la depressione prevalse non permettendogli di vedere la vita
positivamente. Ha pensato molte volte al suicidio come confessa in «Foglia morta», vuole
abbandonare la vita ma l‘unica cosa che gli permette di continuare a vivere è la poesia.
«fa’ che non cada ancora»19
Dunque la poesia è la sopravvivenza stessa, è grazie a lei che non si lascia andare. I versi sono
l’unico modo che lui conosca per esprimere se stesso, sono gli amici che lo accompagnano nei
periodi di luce, amici che non lo tradiranno mai, che lo sostengono nei momenti difficili, che lo
appoggiano nei momenti gioiosi e che permettono che la voglia di vivere penetri dolcemente nella
sua vita.
«Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco»20
6
Nel conoscere Saba, siamo riuscite a rispondere alla domanda che ci siamo poste all’inizio: come è
riuscito ad essere felice e ad amare nonostante ciò che ha vissuto?
Il poeta riesce a far diventare poesia le vicende quotidiane della vita, rendendola partecipe della sua
esistenza e di conseguenza la poesia diventa parte di lui così da dargli la possibilità di esprimersi e
raccontarsi, di lasciarci entrare nel suo mondo e di conoscere, come in un romanzo, i protagonisti
della vicenda. È attraverso la poesia che noi, oggi, possiamo ripercorrere la sua storia, incontrare
quella mamma, sola e spaesata, quella balia, generosa e capace di amare gratuitamente, quel padre,
immaturo, irresponsabile, ma leggero e sbarazzino, quella moglie, Lina, appassionata, difficile e
Linuccia la sua gioia, la sua vita. È grazie ai versi, apparentemente semplici, ma ricchi e profondi,
che noi abbiamo conosciuto un’anima, capace di resistere, nella bufera di una vita difficile, di
continuare a vivere, di accettare le proprie debolezze. Ed è proprio attraverso questi versi, che ci
hanno fatto conoscere Saba, che noi crediamo che lui si sia conosciuto e accettato.
La poesia è diventata la sua “terapia”, la medicina che lo ha tenuto in vita e che in realtà gli
permette di vivere ancora, ogni volta che qualcuno, come è capitato a noi, apre il suo “Canzoniere”
e sfoglia le pagine della sua vita.
7
Citazioni
1-
Umberto Saba, Il Canzoniere, Autobiografia 2. Einaudi 2004, pp. 244.
Umberto Saba, Il Canzoniere, Autobiografia 3. Einaudi 2004, pp.245.
3Umberto Saba, Il Canzoniere, Il piccolo Berto 3. Einaudi 2004, pp.389.
4Umberto Saba, Il Canzoniere, Il piccolo Berto“Partenza e ritorno”. Einaudi 2004, pp.402.
5Umberto Saba, Il Canzoniere, Autobiografia 3. Einaudi 2004, pp.245.
6Umberto Saba, Il Canzoniere, Trieste e una donna “La moglie”. Einaudi 2004, pp99.
7Umberto Saba, Il Canzoniere, ibidem.
2-
8-
Umberto Saba, Il Canzoniere, Autobiografia 12. Einaudi 2004, pp.254.
Umberto Saba, Il Canzoniere, Trieste e una donna “L’appassionata”. Einaudi 2004, pp.82.
10Umberto Saba, Il Canzoniere, Casa e campagna “A mia moglie”. Einaudi 2004, pp.64.
11Umberto Saba, Il Canzoniere, ivi.
12Umberto Saba, Il Canzoniere, ibidem.
13Umberto Saba, Il Canzoniere, Casa e campagna “Intermezzo a Lina”. Einaudi 2004, pp.73.
14Umberto Saba, Il Canzoniere, Trieste e una donna “La moglie”. Einaudi 2004, pp.99.
15Umberto Saba, Il Canzoniere, Trieste e una donna 10. Einaudi 2004, pp.99.
16Umberto Saba, Il Canzoniere, Il piccolo Berto “Tre poesie alla mia balia 1.”. Einaudi 2004,
pp.387.
17Umberto Saba, Il Canzoniere, Il piccolo Berto “Berto”. Einaudi 2004, pp.391.
18Umberto Saba, Il Canzoniere, Quasi un racconto “9. Risveglio”. Einaudi 2004, pp.412.
19Umberto Saba, Il Canzoniere, Ultime cose “Foglia morta”. Einaudi 2004, pp. 481.
20Umberto Saba, Il Canzoniere, Mediterranee “ Amai”. Einaudi 2004, pp.516.
9-
Giulia Di Eduardo
3LE
Alice Lauria
3LE
Chiara Paternostro
3LE
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