school news - Istituto Comprensivo "Giovanni Verga" Fiumefreddo di

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school news - Istituto Comprensivo "Giovanni Verga" Fiumefreddo di
Istituto Comprensivo
“Giovanni Verga”
www.icgvergafiumefreddodisicilia.it
Anno 3 -
Numero 3
[email protected]
~ Fiumefreddo di Sicilia ~
Giugno 2010
Dirigente Scolastico Maria Luisa Leotta
Anno Scolastico 2009/2010
SCHOOL NEWS
TRA STORIA E FANTASIA
NATURA E AMBIENTE
DIRITTI INVIOLABILI
SPORT E ATLETICA
VISITE D’ISTRUZIONE
UNO SGUARDO AL MONDO
EMOZIONI DALLA SCUOLA
E-TWINNING
INTERCULTURALITA’
PON
PREMI E SUCCESSI
MUSICA E SPETTACOLO
Mercoledi 26 maggio 2010, presso la
villa comunale di Fiumefreddo di Sicilia, si è tenuta la premiazione della
seconda edizione del concorso “Sulle
ali della libertà”, dedicato alla memoria
di Angelo d‟Arrigo. Quest‟anno il tema
del concorso parlava di diversità: essa
deve essere considerata un valore e non
un pretesto per rifiutare e discriminare.
D‟Arrigo, nella sua breve esistenza, ha
fatto tesoro di queste parole, per lui la
diversità era un modo per acquisire
nuove conoscenze ed arricchire la propria personalità. La differenza etnica,
culturale, religiosa e linguistica per
D‟Arrigo non ha mai costituito un ostacolo alla comunicazione, si può infatti
comunicare con un sorriso, uno sguardo, un abbraccio. Continua a pag.29
“MEDITERRANEO
CROCEVIA DI CULTURE”
Giorno 21 Maggio 2010 alle 20.00, presso
la Villa Comunale di Fiumefreddo di Sicilia, si è concluso il laboratorio linguisticoespressivo-musicale con il Recital “ Mediterraneo crocevia di culture”. Realizzato
dagli alunni della classi quinte di scuola
primaria e dagli alunni di prima, seconda e
terza di scuola secondaria, la preparazione
del Recital ha visto collaborare con entusiasmo insegnanti di vari ordini di scuola,
a classi aperte, con grandi e piccoli gruppi
di alunni, per far sì che i giovani protagonisti potessero dar voce ancora una volta
quest‟anno al tema dell‟interculturalità
mediante vari
Continua a pag.29
LA REDAZIONE
ALUNNI
tutti gli alunni
dell‟Istituto Comprensivo
“G. Verga”
di Fiumefreddo di Sicilia
INSEGNANTI
La Spina Vera
Nicosia Giovanna
Pennisi Roberta
Strazzeri Sabrina
PAGINA 2
S C HO O L N E WS
3° NUMERO
I MISTERI DELLE
PIRAMIDI
IL SANGUE DEL
DRAGO
Quest‟anno abbiamo studiato la civiltà
egizia. E‟ un argomento così interessante che ci è venuta voglia di approfondirlo. Un mistero che da millenni affascina
gli uomini e lascia stupiti noi ragazzi è
quello che riguarda le piramidi in Egitto.In particolare, l‟argomento che suscita
più interesse è quello delle Piramidi di
Giza che sono diventate il simbolo
dell‟antico Egitto. I misteri sono tanti e
ancora irrisolti. A Giza, il regno delle
Piramidi, la grande piramide di Cheope
si innalza per 146 metri, Chefren raggiunge 144 metri e Micerino 65 metri.
Come avranno fatto a sollevare a certe
altezze massi così pesanti senza le attrezzature della moderna tecnologia? Si è
certi che questo lavoro non sia opera di
schiavi oppressi ma che piuttosto sia
opera di una civiltà talmente evoluta e
geniale che, tramite un‟ottima organizzazione del lavoro, riuscì ad eseguire questa imponente opera. Ma perché le Piramidi di Giza non sono tutte uguali per
grandezza ed estensione se i Faraoni erano ugualmente potenti e amati? E perché
sono disposte in quella posizione con la
più piccola di Micerino spostata verso
Est? A questo interrogativo trova una
soluzione Robert Bauval, un ingegnere
studioso di Egittologia. Come racconta
nel suo famoso libro “Il mistero di Orione”, nel 1983, ammirando le stelle della
Cintura di Orione e la Via Lattea e mettendole a confronto con la visione
dall‟alto della piana di Giza, scoprì che
la disposizione delle piramidi era la raffigurazione in terra della costellazione di
Orione dove gli egizi pensavano vivesse
Osiride. Gli vennero in mente i testi delle
piramidi: “Il Duat ha afferato la mano
del re nel punto dove si trova Orione… o
Re Osiride …. Recati alla Via d’acqua …
possa una via di stelle fino al Duat stendersi per te nel punto dove si trova Orione…” Per gli Egizi, il Duat era il regno
di Osiride, il dio degli inferi e della fertilità e tramite le Piramidi le anime dei
morti potevano raggiungere con facilità
la via per la costellazione di Orione nel
Duat.Un giorno, forse, qualcuno svelerà
il mistero delle piramidi di Giza. Forse.
C'era una volta un re che era in
fin di vita, l'unica cura per salvarsi era bere il sangue del drago nero che si trovava sulla più
alta vetta del mondo.
Allora il re chiamò la sua servitù e disse : “ Trovatemi l'uomo
più forte e coraggioso del villaggio e ordinategli di andare a
prendere il sangue del drago
nero”.
Quando la servitù disse all'uomo più forte del villaggio di
andare a prendere il sangue del
drago nero, egli si rifiutò.
Il re era disperato e passava le
sue giornate nell‟angoscia ma
un giorno si presentò al palazzo
un ragazzo che gli disse:
“Maestà anche se non sembro
un ragazzo forte, sono molto
coraggioso e son sicuro di poter
prendere per voi il sangue del
drago che vi farà guarire”. Il re
allora chiese al ragazzo:” Come
ti chiami giovane temerario?”. Il
ragazzo rispose:” Il mio nome è
Nick e sono il più devoto dei
vostri sudditi”.
Allora il re gli rispose :”Grazie
Nick, non lo dimenticherò, vai e
torna con il sangue del drago”.
Prima di partire, un mago diede
a Nick una spada magica e gli
disse:”Tieni ragazzo, portala
sempre con te, ti aiuterà a sconfiggere il drago quando lo incontrerai”. Nick prese la spada e
si mise in cammino. Cammina,
cammina si trovò a scegliere tra
Alice Pafumi e Noemi Leotta
1ªA
Le Piramidi e la
costellazione di Orione
Piramidi e Nilo
disegnano Orione
in terra
La costellazione
di Orione
due strade e non sapendo quale prendere si fidò del suo istinto e prese quella alla
sua destra; continuando il faticoso cammino verso la montagna più alta del mondo,
il giovane coraggioso si rese conto di aver fatto bene a scegliere quella strada, infatti, all‟improvviso si trovò di fronte ad una grotta ed entrò.
Lì vide il drago nero che dormiva, così prontamente infilò la sua spada magica nel
cuore del drago e lo uccise prendendone poi il suo sangue.
Tornato di corsa al palazzo, Nick diede al re il sangue preso al drago nero, il re lo
bevve e subito guarì da ogni suo male. Allora il re disse al ragazzo che gli aveva
salvato la vita :”Nick, per avermi salvato, alla mia morte diventerai il mio successore nel regno”. E così fu, quando il vecchio re morì, Nick divenne il nuovo re e
tutti i sudditi vissero felici e contenti.
Pennisi Paolo 1ªC
S C HO O L N E WS
3° NUMERO
P A G I NA 3
SIMBOLI ED EMBLEMI
Il mese scorso, durante una lezione di storia, mentre studiavamo le Crociate, ad un nostro compagno venne in mente lo
stemma della Romania, suo paese d‟origine, dato che lui
ricordava che in tale stemma è raffigurata una croce.
L‟insegnante ci fece riflettere sul fatto che i simboli di un
paese sono legati alla storia ed alle tradizioni culturali e ci
invitò a ricercare il simbolo della Romania appunto, ma anche quello dell‟Italia e del Marocco, dato che nella classe
sono presenti compagni di diversa nazionalità. Abbiamo
fatto una ricerca e abbiamo scoperto che c‟è una scienza che
si chiama araldica, che studia gli stemmi.
A proposito dello stemma della Romania, abbiamo cercato
su internet e abbiamo appreso che è stato adottato dal Parlamento rumeno nel settembre del 1992: come elemento centrale mostra un‟aquila dorata che tiene una croce ortodossa,
nonché una mazza e una spada tra gli artigli.
Lo scudo centrale è diviso in 5 campi, uno per ciascuna provincia storica della Romania: un‟aquila dorata – la Valacchia, un uro, cioè un bovino, - la Moldavia, i delfini rappresentano le terre adiacenti al mar Nero e la provincia di Dobrugia, un turul, sette castelli, un sole e una luna per la Transilvania, un leone e un ponte per Oltenia e Banato.
L‟aquila grande simboleggia il coraggio, la determinazione,
l‟ascensione verso grandi altezze, la magnificenza. I colori
dello stemma sono quelli della bandiera rumena.
Lo stemma del Marocco raffigura 2 leoni che mostrano lo
scudo, simbolo araldico per eccellenza, con i colori della
bandiera marocchina, rossa con una pentagramma, ovvero
una stella intrecciata verde. Il Marocco è una monarchia
costituzionale, nello stemma il rosso indica la discendenza
della dinastia regnante dal profeta Maometto, mentre la stella, detta sigillo di Salomone, rappresenta il collegamento tra
Dio e la nazione.
Abbiamo, inoltre, ricercato il significato dello stemma
d‟ Italia che, mancando dello scudo, viene definito emblema
dell‟Italia ed è il simbolo della Repubblica: è costituito da
una stella a cinque punte (la stella è uno dei simboli più antichi per rappresentare l‟Italia), circondata da un ramo d‟olivo
e da uno di quercia legati da un nastro rosso, sullo sfondo di
una ruota dentata, che ricordano la fertilità della nostra terra,
la pace e la concordia (l‟olivo), la forza (la quercia); il nastro
a lista reca la scritta Repubblica italiana. Tale emblema fu
scelto dall‟Assemblea Costituente nel 1948 tra centinaia di
bozzetti e sostituì il precedente simbolo del regno d‟Italia.
La preferenza fu data al bozzetto dell‟artista Paolo Paschetto. Dal confronto fra i tre simboli, abbiamo capito che ognuno di essi è legato all‟identità del suo popolo, alla tradizione
culturale, alle vicende politiche: lo stemma rumeno raffigura
le diverse regioni della Romania, quello marocchino è legato
alla storia, quello italiano simboleggia la forma del nuovo
stato post-bellico e l‟importanza della Costituzione: la ruota
dentata è simbolo del lavoro su cui si basa la Repubblica.
Prendendo spunto dalla discussione in classe, abbiamo scoperto un significato molto interessante e tante notizie nascoste dietro delle immagini che, all‟inizio, ci avevano colpito
solo per la loro vivacità ed il loro colore.
Miriana Bonaccorsi
Elisa Borzì
Alexandru Stefanescu
1ªB
I SIMPSON
Tra le serie TV americane più amate e seguite da grandi e
piccoli ci sono sicuramente I Simpson, una sitcom animata
creata dal fumettista americano Matt Groening alla fine degli
anni Ottanta. Il suo immediato e strepitoso successo ha fatto
sì che sia stata la prima serie animata ad essere mandata in
onda in prima serata. Nella loro prima apparizione erano dei
semplici cortometraggi mandati in onda durante la pubblicità,
solo in seguito divennero una serie vera e propria.
Il motivo del successo è da ricercarsi nella divertente parodia
che viene fatta del cittadino medio, con tutti i suoi difetti e
debolezze.
Protagonista della serie è proprio la famiglia Simpson che
vive nella cittadina di Springfield.
Il capofamiglia è Homer Simpson, lavora nella centrale nucleare della propria città, è all‟apparenza irresponsabile e anche molto pigro, ama stare sdraiato sul divano a guardare la
TV e a bere birra “Daff”.
La moglie, Marge Simpson, incarna la tipica madre premurosa e iper - protettiva nei confronti dei figli.
Ed ecco i figli: Bart è un bambino di dieci anni , astuto e molto vivace, ama andare sullo skateboard e combinare scherzi al
preside della scuola; Lisa ha otto anni, adora studiare, è molto
intelligente e la sua ambizione è … diventare Presidente degli
Stati Uniti!
Infine la piccola Maggie, la cui età non è ben definita, si vede
solo che è molto piccola ma già più responsabile del padre e
non si separa mai dall‟adorato ciuccio.
La famiglia è completata da due simpatici amici a quattro
zampe: il cane “Piccolo aiutante di Babbo Natale” e il gatto
“Palla di neve II”.
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S C HO O L N E WS
3° NUMERO
I Simpson, attraverso il tono leggero della satira e
dell‟umorismo, affrontano importanti questioni, come la
pericolosità delle centrali nucleari quando la loro sicurezza
è nelle mani di personaggi inaffidabili quali Homer Simpson; attraverso le avventure scolastiche dei due ragazzi si
vuole in fondo criticare il sistema scolastico americano ma
un po‟ tutte le situazioni offrono il pretesto per una critica
verso la nostra società.
I Simpson hanno anche influito sul modi di parlare degli
americani al punto che alcune tipiche espressioni sono state
inserite nei dizionari, come “D‟oh!” o “Eccellente” pronunciati in ogni circostanza da Homer. Dei Simpson è uscito
anche il film dal titolo “The Simpson movie” che in pochissime settimane ha incassato, in America e nel resto del
mondo, milioni di dollari.
Le avventure dei Simpson sono state raccontate anche attraverso un fumetto “Simpson‟s comics” e dei videogiochi
adatti ai più piccoli.
Questa serie televisiva va in onda da ben 21 stagioni con
circa 460 episodi originali e noi fedelissimi spettatori italiani ci auguriamo che possa tenerci compagnia e farci divertire per ancora molto tempo !
Rachele Leonardi
Federica Musumeci
2ª F
UN GATTO VERAMENTE SPECIALE
Giorno 9 Aprile 2010, noi alunni della scuola primaria ci
siamo recati al Cine-teatro Macherione per assistere allo
spettacolo teatrale “Il gatto con gli stivali”, una fiaba conosciuta da tutti noi ragazzi ma quasi dimenticata.
Lo spettacolo è iniziato in modo molto originale: a raccontare la storia era un libro parlante.
La storia parla di un vecchio mugnaio che lascia l‟eredità ai
suoi tre figli e proprio al più piccolo tocca un gatto. Il gatto
però non è un comune animale, ma ha delle doti speciali,
cioè parla ed è molto intelligente.
Grazie a queste sue qualità riesce a far diventare ricco il suo
padrone e a farlo sposare con la principessa diventando principe.
L‟attore che interpretava il gatto ci ha fatto divertire moltissimo perché ci coinvolgeva continuamente nella storia chiedendoci di ripetere alcune parole o frasi che riguardavano la
vicenda.
Anche gli altri personaggi recitavano in modo fantastico e
comico. È stata un‟emozione grandissima, tutti noi abbiamo
sognato ad occhi aperti, immersi come eravamo nello spettacolo.
Alla fine, la cosa più bella è stata poter parlare direttamente
con gli attori dopo lo spettacolo che ci hanno dato delle spiegazioni sull‟adattamento della fiaba.
l teatro è sicuramente un mondo magico, soprattutto per noi
bambini.
Classe 5ª C
Scuola Primaria
3° NUMERO
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APICOLTURA ORO DELL’ETNA
Quest‟anno abbiamo studiato in scienze i principi nutritivi e
l‟apparato digerente ed abbiamo fatto anche educazione alimentare. Per questo motivo, l‟8 Marzo 2010 ci siamo recati
per un‟uscita didattica all‟Apicoltura Oro d‟Etna di Zafferana.
È stata un‟esperienza molto interessante ,che ci ha fatto rivalutare il miele per la sua grandissima importanza nutrizionale.
Oltre alla spiegazione, nei minimi dettagli, i proprietari ci
hanno mostrato diversi prodotti delle loro api del tutto artigianali, dal polline alla crema di miele alla fragola fino alla crema per la pelle. L‟allevamento delle api può avvenire in due
modi:
APICOLTURA STANZIALE: è il metodo meno redditizio,
perché le api, restando sempre nello stesso luogo, riescono a
produrre in un anno solo due volte al massimo del miele.
APICOLTURA NOMADE: è il metodo utilizzato anche da
questa azienda. Le api vengono trasportate di stagione in stagione nei luoghi dove il clima è favorevole alla produzione
del miele, aumentando il prodotto.
In un alveare riescono a stare fino a 900 famiglie d‟api e in
questo periodo ci sono circa 40-50mila api, quando possono
arrivare fino a 100-110 mila. Anche le api si possono classificare in base al loro modo di vivere e al compito che hanno
nell‟alveare.
REGINA: si può distinguere per le sue dimensioni leggermente maggiori rispetto alle altre api. È l‟unica che può deporre le
uova, producendone circa 5.000 al giorno. Non esce mai
dall‟alveare, se non per cercare un fuco con cui accoppiarsi o
per morire.
FUCO: non è utile nell‟arnia, non ha un compito. L‟unica sua
funzione è quella di fecondare l‟ape regina.
OPERAIA: è l‟ape lavoratrice all‟interno dell‟alveare.
Le api operaie non sono fecondabili e sono di dimensioni inferiori rispetto all‟ape regina. Danno anche il nutrimento ad
essa: la pappa reale, che è una sostanza piena di sani principi
nutritivi.
Da notare è la grande pulizia di questi insetti. Per fare un
esempio, le api non muoiono mai all‟interno dell‟alveare,
ma vanno sempre fuori, perché potrebbero contagiare malattie alle altre api.
Oppure, se una di loro non è riuscita ad allontanarsi abbastanza per morire, le altre api si prenderanno l‟impegno di
portarla via.
Un insetto molto simile alle api (per aspetto) è la vespa, che
potremmo definire una “grande rivale”.
Oltre a poterle distinguere dal colore (la vespa è gialla e
nera mentre un ape operaia è arancione e grigio scuro, quasi
sul nero), si differenziano per stile di vita e per quello che
mangiano.
Le vespe hanno come obiettivo quello di pungere noi umani
con il loro pungiglione mentre per le api la puntura è solo un
mezzo di difesa,che gli provocherà la morte.
“Grande rivale”anche perché spesso la vespa si nutre di api
morte.
Le api creano un habitat tutto loro, molto particolare.
Esso è un insieme di piccole cellette in cera d‟api. Inoltre,
questi animaletti riescono a riconoscere la propria casa
dall‟odore che emana ogni singola celletta.
I prodotti delle api sono: PROPOLIS, POLLINE, PAPPA
REALE, CERA E MIELE. Tutte queste sostanze sono molto utili al nostro organismo e per niente dannose.
PROPOLIS: prima di essere pronto all‟uso, esso viene disciolto in alcool ed ha un gusto molto amaro.
È una sostanza del tutto naturale, stimola le difese immunitarie, eliminando una buona quantità di virus e batteri.
È consigliato anche contro i funghi della pelle e per le persone che sfruttano la voce come cantanti, guide turistiche,
ecc.
PAPPA REALE: è un alimento pieno di proteine e sostanze
utili al nostro organismo. È il nutrimento principale dell‟ape
regina, ed è diffuso dare ai bambini piccoli questo alimento.
CERA D‟API: viene utilizzata moltissimo nella produzione
di cosmetici.
POLLINE: è il nutrimento principale delle api, che ricavano
dai fiori. In base a questo il MIELE può cambiare gusto, ad
esempio ,se un ape preleva polline da un fiore d‟arancio e fa
miele solo con quel polline, allora in quel caso sarà miele ai
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fiori d‟arancio. Il miele è consigliato a tutti, grandi e piccoli.
MIELE: si può considerare il prodotto per eccellenza delle api. È
stato trovato del miele anche in alcune tombe etrusche, quindi si
sottolinea così la sua importanza e anche la sua lunga conservazione. Le api operaie vanno in cerca di nettare, che troveranno
nel calice del fiore e lo introdurranno nel loro organismo tramite
una piccola proboscide, il cui nome è ligula. Il nettare non va con
le altre sostanze ingerite dall‟ape ma viene depositato in una sorta
di “sacca” a parte. Il prodotto verrà depositato in una celletta e
asciugato dall‟ape stessa. Per l‟ape è molto faticoso, perché deve
asciugarlo servendosi solo dell‟aria prodotta dallo sbattimento
delle ali. Finita questa operazione, la celletta verrà chiusa da un
“tappo” di cera, detto opercolo. Fino a poco tempo fa, per prendere il miele da sotto l‟opercolo, bisognava svolgere questo procedimento manualmente, con un coltello. Ora esistono delle macchine che tolgono questa parte dal favo (insieme di cellette in
cera d‟api racchiuse in un telaio), perfettamente. Dopodiché
ogni favo viene adagiato in uno “smielatore”, che effettuerà una
centrifuga e il miele andrà a finire sul fondo di questa macchina,
poi nei silos dove galleggeranno i resti delle cellette di cera per
finire nei barattoli.
ADESSO, TUTTI I CONSIGLI SULL’ACQUISTO
E L’UTILIZZO DI QUESTO PRODOTTO
Come riconoscere tra i vari tipi, il miele di qualità? Un metodo
è quello di controllare, soprattutto in inverno, che il miele sia
cristallizzato, un procedimento del tutto naturale. Un solo tipo di
miele fa eccezione: quello di castagno, che è sempre liquido.
Se non voglio del miele cristallizzato, come posso renderlo liquido? Riscaldandolo a bagnomaria o nel forno a microonde. Attenzione: superando i 50°-55°C, si rischia di bruciare tutte le proprietà all‟interno di esso, rendendolo un semplice aromatizzante.
ALLA SCOPERTA DEL PAPIRO
Giorno 23 marzo 2010, insieme alle nostre insegnanti Grazianella,
Loredana e alla nostra assistente Comenius Badegül, ci siamo
recati presso il laboratorio di lavorazione del papiro che si trova a
Fiumefreddo in Via Diana.
Verso le 9.50 siamo partiti da scuola e, appena arrivati, il Signor
Patanè, proprietario del laboratorio, ci ha fatto sedere su delle
panchine ed ha iniziato la lezione. Ci ha dato delle notizie molto
interessanti sul papiro e sulla Riserva naturale del fiume Fiumefreddo dove si trovano delle piante di papiro.
In seguito ci ha fatto vedere come si prepara un foglio di papiro e
ci ha anche spiegato il procedimento: ha preso degli steli di papiro, li ha scortecciati con un affilato coltello, li ha tagliati a strisce
e con un mattarello li ha schiacciati.
Poi ha sistemato le strisce alcune in verticale, altre le ha disposte
sopra orizzontalmente e le ha martellate: in questo modo i due
strati si sono uniti.
Poi ha sistemato le strisce sotto una pressatrice moderna, li ha
lasciati lì sotto per qualche minuto, infine le ha messe in una seconda pressatrice e finalmente il foglio era pronto. Abbiamo assistito così alla nascita del foglio di carta di papiro. Alla fine, in
ricordo dell‟esperienza vissuta, ci ha regalato un alfabeto egizio in
miniatura realizzato su carta di papiro. Tornati a scuola eravamo
felici dell‟esperienza vissuta.
Alessia Curcuruto, Tatiana Cannizzo e Erika Paternicò
Classe 4ª G
3° NUMERO
Se vedo delle venature bianche, all’interno del barattolo, devo preoccuparmi? Certo che no! Anche questo
è un procedimento naturale.
Dove lo posso conservare per non alterare le sue proprietà? Si consiglia di conservare il barattolo con il
prodotto in un luogo fresco, buio e asciutto.
Inoltre, durante l‟acquisto del miele, è meglio evitare
un scelta fatta di fretta. A volte possiamo trovare prezzi
diversi e barattoli molto simili. Davanti a una tale situazione, si potrebbe prendere quello che costa meno non
accorgendosi della differenza di peso tra i due. Quindi,
si corre il rischio di spendere di più credendo di aver
speso meno.
SETTE MOTIVI PER MANGIARE IL MIELE:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Ha tante vitamine e proteine;
Ha sette calorie in meno dello zucchero;
È ad alta digeribilità;
Possono mangiarlo anche le persone diabetiche,
sempre con moderazione;
Contiene gli stessi zuccheri della frutta;
Non provoca la carie grazie ad alcuni enzimi in
esso contenuti;
Ne esistono molte tipologie.
Grazie a questa spiegazione, agli assaggi e alla calorosa
accoglienza dei proprietari, il miele ora ha un posto più
alto nella nostra classifica personale degli alimenti di
nostro gradimento.
D’Urso Santina
2ªA
3 ° NU ME R O
S C HO O L N E WS
Le tue acque scorrono come tante
ballerine nei loro movimenti
vorticosi e leggiadri.
Tutto intorno al fiume
è verde e rigoglioso:
le tue acque danno vita
e risplendono come diamanti,
gli uccellini sono lì
a farti compagnia,
gli usignoli ti dedicano
una dolce melodia
rendendo l'atmosfera
romantica e lussureggiante.
Il papiro ti fa da guardiano,
come se niente e nessuno
dovesse intralciare il tuo percorso.
Io resto lì estasiato
a guardare tutto ciò
e penso di essere fortunato
a poter ammirare un luogo così incantato.
Immergo una mano nelle tue acque
profonde come per accarezzarti
e provo una profonda gioia
ad abitare in un paese
a cui hai dato il nome
"Fiumefreddo"…
Classe 2ªB
PAGINA 7
AL PARCO DELLE KENZIE
Giorno 12 Aprile 2010, io e la mia classe siamo andati a Riposto
a visitare il parco della Kentie. Esso ha una superficie di circa 1
ettaro e contiene più di 800 palme di 80 specie diverse provenienti da tutto il mondo. Appena scesi dal pulmino siamo entrati
nel parco e siamo subito stati colpiti dalla sua grandezza.
Successivamente siamo entrati nel laboratorio dove la guida
ci ha spiegato molte cose sulle palme.
Lì abbiamo scoperto che esistono tanti tipi di palme:ci sono le
palme ramificate che hanno bisogno di moltissima acqua, sono
note soprattutto in Egitto dove si estrae una bevanda chiamata
“gingerbir” e un seme chiamato “piaqua”. Ci sono anche le palme nane o cespugliose proprio perché avendo il corpo sotterraneo ricordano un cespuglio.
C‟è anche la palma che produce la cera ed è molto famosa in
messico. Le palme possono avere diversi tipi di foglie:ci sono le
foglie a ventaglio chiamate così perché la loro forma ricorda un
ventaglio;le foglie pennate come quelle delle Kentie e le foglie
bipennate o a coda di pesce.
La foglia più grande del mondo la produce proprio una palma:la
Rafia e può essere lunga fino a 22 metri. Le palme possono avere
fiori molto colorati.
Le infiorescenze possono raggiungere i 6 metri. La guida ci ha
spiegato inoltre che le palme possono avere frutti:la noce di cocco e i datteri. La noce di cocco può essere chiamata anche Coco
de mar.
Ha tre fossette germinali due sono false e una serve a far nascere
la nuova piantina. I datteri sono costituiti interamente da zucchero e possono essere commestibili fino a sette anni.
Le palme per vivere bene hanno bisogno di una temperatura che
varia dai 28 ai 25 gradi ma sono abituate agli sbalzi di temperatura grazie alla fibra una protezione che si trova sul tronco.
Il tronco è una parte importantissima per le piante perché collega
la chioma alle radici. Il tronco può avere la guaina fogliare che
lascia cicatrici a forma di anelli e proprio per questo si chiama
anelato. Il cuore della palma si trova invece nella chioma e si
chiama gemma apicale.
Se si colpisce quel punto la palma muore. Con le palme si possono fare tante cose:le corde, i manici delle scope…insomma le
palme sono molto importanti ma soprattutto molto utili e l‟uomo
non ne può certo fare a meno. Purtroppo le palme sono attaccate
spesso da un coleottero soprannominato il Killer delle palme che
le può anche fare morire.
Classe 1ªD
P A G I NA 8
S C HO O L N E WS
3° NUMERO
UN GIORNO IMMERSI
NELLA NATURA
Giorno 16 aprile 2010, la nostra classe, la 2ªA, insieme alle altre
seconde, si è recata in escursione al Parco fluviale
dell‟Alcantara e a visitare la città di Randazzo. Dopo essere
partiti da piazza XXV Aprile alle 08.30 circa, siamo arrivati a
Mojo Alcantara, dove scorre il fiume Alcantara, lungo circa 52
Km. Dopo aver fatto una breve pausa per la colazione, ci siamo
incamminati lungo il sentiero all‟interno del parco
dell‟Alcantara.
La nostra guida, di nome Fabrizio, ci ha fatto subito notare i
ruderi di un Castello edificato intorno al 1100-1200 dai Normanni, posto su una collina che domina il paese di Francavilla
di Sicilia; lungo il sentiero abbiamo trovato diverse rocce, composte da minuscole parti di piccoli sassi e ciottoli, dette “rocce
sedimentarie” o “flysch”.
Le rocce sedimentarie sono costituite da un accumulo di detriti
che si sono formati quando un tempo la Sicilia era sotto il livello del mare.
Se si scavasse all‟interno di queste rocce, in profondità si potrebbe trovare qualche fossile che ci permetterebbe di capire
quali organismi animali tempo fa abitavano la nostra Terra.
A questo punto Fabrizio ci ha detto che esistono diversi tipi di
rocce tra le quali: le rocce magmatiche o ignee, formate in seguito alla solidificazione di magmi (prodotti dell‟attività vulcanica), ne sono un esempio quelle che si trovano ai piedi
dell‟Etna e le rocce metamorfiche, che derivano da trasformazioni chimiche e fisiche formatesi nel corso delle ere geologiche.
Continuando la nostra passeggiata, ci siamo fermati alle
“saje” (introdotte dagli Arabi) che ancor oggi servono ad irrigare gli orti e gli agrumeti. Dopo questa lunga ma bella ed istruttiva passeggiata, siamo arrivati alla passerella sul fiume:
chi non ha mai provato a salirvi sopra, non può capire che
emozione si provi, potendo osservare le bellissime cascate che
ne scaturiscono.
Si resta affascinati nel sentire il rumore dell‟acqua e ammirare i vortici che essa forma, scorrendo ed incuneandosi attraverso le rocce che così vengono levigate nel corso degli anni.
Continuando la nostra escursione, nelle vicinanze, abbiamo
notato dei “ponti” in pietra lavica costruiti dagli Arabi.
Servivano per passare da una sponda all‟altra, poiché al di sotto passava il fiumedava .Il nome Alcantara, infatti, deriva propriodall'Arabo Al Qantarah, che significa "il ponte". Lì vicino
circa, oggi purtroppo ridotto a rudere. Originariamente
all‟esterno era presente una scala che conduceva nella vera
parte del mulino, dove esisteva un canale.
In questo canale veniva convogliata l‟acqua proveniente
dalle saje e attraverso un tubo andava a finire su una ruota
che, tramite un ingegnoso sistema di leve, azionava le macine, le quali servivano per la produzione del grano.
Dopo questa lunga passeggiata ci siamo fermati in un parco
di Randazzo per consumare il pranzo, che al dire il vero è
stato un po‟ curioso dato che eravamo a contatto diretto con
la natura e… con gli animali !
Alle 15.00 circa ci siamo recati a visitare il museo di
scienze naturali a Randazzo, istituito nel 1899 dove abbiamo visto diversi Diorami, cioè ambientazioni in scala che
ricreano scene di vario genere. Infatti c‟erano tante stanze in
cui si trovavano diversi animali raggruppati per categorie:
rettili, uccelli, mammiferi e pesci.
Dopo aver esaminato con cura tutte le descrizioni minuziose
di questi ambienti realistici, siamo andati un po‟ in giro per
la città della quale abbiamo appreso storia e tradizioni.
All‟origine la città era suddivisa in 3 quartieri abitati da
popoli diversi : il quartiere S. Maria dai latini, il quartiere
S. Nicola dai greci e il quartiere S. Martino dai lombardi.
Da lì ci siamo spostati a visitare la bellissima Basilica S.
Maria, di stile Normanno - Svevo, interamente in pietra
lavica, esclusa la facciata, suddivisa in tre navate separate
da colonne monolitiche.
Nelle navate secondarie si trovano tantissimi dipinti che
risalgono al 700 d.C. Dopo aver contemplato con meraviglia tutti i quadri, siamo andati in una piazzetta poco distante per fare una breve pausa, dopodichè siamo saliti
sull‟autobus, abbiamo salutato la guida e ce ne siamo andati
appagati per questa giornata colma di emozioni, ma al tempo stesso malinconici per aver lasciato questi luoghi pieni
di bellezze davvero rare.
Classe 2ªA
3° NUMERO
S C HO O L N E WS
UNA SPLENDIDA MOSTRA
SCIENTIFICA
Giorno 28 Aprile 2010, una rappresentanza delle classi
terze del nostro Istituto, formata da nove alunni per sezione
sorteggiati qualche giorno prima, ci siamo recati al Liceo
Scientifico "Leonardo" di Giarre per assistere ad una mostra scientifica. Appena siamo arrivati all'Istituto, alcuni ragazzi ci hanno condotto nell'aula magna, dove abbiamo
visto i primi esperimenti. Si trattava di lavori fatti da alunni
provenienti da diverse scuole, esposti e illustrati dai ragazzi stessi. I primi lavori che abbiamo visto sono stati una
bussola magnetica e un asse di rotazione, strumenti usati per
orientarsi. In seguito abbiamo assistito ad un esperimento
nel vuoto: è stato messo un bicchiere d'acqua all'interno
di uno spazio in cui è stato tolto 1' 80% dell'aria, e abbiamo
potuto notare che l'acqua ha incominciato a bollire. I ragazzi
che hanno fatto l'esperimento ci hanno spiegato che ciò avviene perché in mancanza di aria le molecole dell'acqua cominciano ad agitarsi sempre di più e perdono calore. Alla fine il vapore d‟acqua si era condensato all‟interno della campana mentre
immergendo il dito nell‟H2O si poteva constatare che era diventata più fredda rispetto all‟inizio. In seguito un ragazzo ci ha
invitato a provare a posizionare a scala dei mattoncini in
modo che quello superiore uscisse completamente dalla
base; noi non ci siamo riusciti, ma lui si, perché c'è una
precisa regola fisica che bisogna applicare. In seguito
abbiamo provato personalmente un apparecchio che
imita il funzionamento di una pila, però il passaggio dell'energia avviene tramite il nostro corpo, appoggiando entrambe le mani su uno speciale apparecchio. Successivamente abbiamo visto il disco di Benham, un disco
colorato in parte in nero e in parte in bianco, facendolo
girare molto velocemente il nostro occhio ha visto anche altri
colori, specialmente il rosso. Questo si verifica perché a
grande velocità il nostro occhio non riesce a distinguere bene
i colori riflessi e quelli assorbiti, e quindi ne vede altri.
P A G I NA 9
Dopo abbiamo visto l'effetto Moirè, che spiega anche il
fenomeno delle interferenze, e subito dopo abbiamo assistito
alla trasformazione dell'acqua in vino: un ragazzo ci ha spiegato che in realtà si tratta di un semplice gioco di pressione,
che consente al vino di uscire se noi versiamo dell'acqua in
un'altra bottiglia; sempre lo stesso ragazzo ci ha anche mostrato un piccolo allevamento di bachi da seta. In seguito con
un piccolo esperimento abbiamo verificato il principio di
inerzia. Continuando il nostro percorso di scoperta, abbiamo visto il diverso modo in cui riflettevano la luce
due specchi sferici, uno concavo e uno convesso. Successivamente abbiamo potuto osservare la tensione superficiale dell'acqua, e quindi ci siamo spiegati tramite questo
principio perché lo stesso corpo può rimanere a galla o affondare. Dopo abbiamo visto diverse illusioni ottiche, il moto di
rivoluzione della Terra, una sfera a plasma e infine abbiamo verificato l'esistenza del campo magnetico terrestre. In seguito siamo usciti dall'aula magna e ci siamo spostati nei corridoi, dove erano esposti altri esperimenti. Si trattava
di quesiti scientifici, molto spesso senza soluzione. Vi erano
anche molti "giochi di colore", dati dalla trasformazione
di sostanze acide in basiche e viceversa, cosa che determinava il cambiamento del colore del liquido; oppure si vedeva
come far diventare improvvisamente nero un liquido trasparente aggiungendo un'altra sostanza, la quale scatena delle
reazioni chimiche a catena che fanno cambiare colore al
liquido. Dopo ci siamo spostati nella palestra, dove ci è
stato spiegato il funzionamento dell'effetto 3D. Sempre lì abbiamo visto un altro esperimento che creava un vortice
all'interno di due bottiglie collegate, e infine come un corpo piccolo può reggerne uno più grande. Purtroppo il tempo
scorreva veloce e sebbene quegli esperimenti e quei giochi
fossero davvero interessanti, non siamo arrivati a vederli tutti.
L‟esperienza che ho vissuto insieme ai miei compagni è stata
molto bella perchè mi ha permesso di vedere applicato ciò che
studio sui libri di scienze.
N o b i l e G i u l i a 3ªE
IL MICROSCOPIO
Giorno 24 Febbraio 2010, la nostra professoressa di scienze ha deciso di farci
usare il microscopio. In classe ne ha
portati più di uno ed erano tutti di grandezza diversa , ha portato anche molti
preparati da poter osservare come: l‟ala
della farfalla , l‟apparato boccale della
blatta e molti altri. Abbiamo creato anche noi due preparati, uno con la cipolla
e un altro con il sedano. All‟inizio la
professoressa ci ha spiegato com‟è fatto
un microscopio: c‟è la base , che serve
d‟appoggio al microscopio ; lo specchietto mobile che riflette la luce
dall‟apparato d‟illuminazione e la converge sul preparato da osservare ; il diaframma , che regola la quantità di luce e
la concentra sul preparato; il tavolino
portaoggetti, che serve per sostenere il vetrino con il preparato ; il portaobiettivi , che
permette di scegliere l‟obiettivo adatto con
un semplice movimento di rotazione ; gli
obiettivi , fissati al portaobiettivi , che sono
un sistema di lenti a diversi ingrandimenti ;
il tubo , che determina la distanza fra obiettivo e oculare ; l‟oculare , un secondo sistema di lenti che ingrandisce ulteriormente
l‟immagine ; la vite macrometrica e la vite
micrometrica , che servono a regolare la
messa a fuoco del preparato e il braccio ,
che serve per afferrare e spostare il microscopio. Dopo questa spiegazione ognuno di
noi ha saputo osservare dal microscopio.
Secondo me questa esperienza è stata molto
costruttiva ma nello stesso tempo anche
molto divertente.
Federica Emmi 1ªE
P A G I NA 1 0
S C HO O L N E WS
3° NUMERO
ALLA SCOPERTA DEI VULCANI,
VIAGGIANDO ANCHE CON
LA FANTASIA
Giorno 28 Aprile 2010 le classi del plesso di via Badalà si
sono recate a Viagrande e Zafferana per una gita di istruzione. La mattina, alle ore 8.00, siamo partiti dalla Piazza XXV
Aprile. La prima tappa è stato il museo della lava. Appena
arrivati, abbiamo fatto merenda, poi ci hanno chiamati per
entrare e ci hanno mostrato un filmato sui vulcani. Quando il
filmato è finito la guida ci ha fatto vedere dei box in cui, con
dei manichini, erano rappresentati i vulcanologi con i loro
strumenti e alcuni padiglioni nei quali vi erano foto della formazione dei vulcani e dell‟Etna. Abbiamo anche visto il box
dedicato ad Angelo D‟Arrigo, un nostro caro concittadino che
era uno studioso di uccelli e amava volare. Alla fine della
visita del museo ci hanno fatto vedere un film in 3D dove
sembrava che le immagini ci toccassero e venissero sopra di
noi. Dopo siamo risaliti sul pullman per andare all‟Azienda
Agrituristica “Blandano”. Appena arrivati abbiamo assistito
ad una breve lezione su come dal grano si ottiene il pane e
subito dopo ci hanno fatto impastare la farina per poi fare il
pane. Abbiamo visitato una piccola fattoria dove c‟erano:
conigli, capre, galline, maiali dei Nebrodi e un pony. Successivamente la guida ci ha fatto vedere l‟orto con le verdure di
stagione, ci ha parlato di alimentazione e dieta mediterranea e
abbiamo anche fatto un gioco con la piramide alimentare.
Verso le 14.00 siamo andati a pranzo in un ristorante a Zafferana e dopo il pranzo siamo andati da un apicoltore che ci ha
insegnato a riconoscere le api, ci ha raccontato la loro vita e le
notizie sul loro mondo. Finita la spiegazione abbiamo degustato il miele e comprato alcuni vasetti.Infine siamo andati al
bar “Nonna Peppina” dove abbiamo assaggiato i dolci tipici
di Zafferana. Arrivati a casa eravamo stanchi ma felici.
Giuseppe Samuele Rizzo
Classe 3ª G
AL BOSCO CERRITA
Giorno 4 maggio 2010, noi alunni delle classi 1ªB, 1ªE e 1ªF
siamo andati nel Parco dell‟Etna, per visitare il sentiero natura
Bosco della Cerrita, situato a 1400 mt sul versante est
dell‟Etna. Esso ricade per la maggior parte nel territorio del
Comune di Sant‟Alfio.
Siamo partiti alle ore 8,30 da Fiumefreddo di Sicilia in autobus; dopo una breve tappa a Fornazzo, per una veloce colazione e per incontrare le guide che ci avrebbero accompagnato,
siamo arrivati a destinazione. All‟inizio ci hanno diviso in due
gruppi, 1ªE e 1ªF al seguito di Violetta, 1ªB con Fabio, l‟altra
guida. Fabio ci ha posto qualche domanda per far risaltare i
caratteri del bosco.
Abbiamo parlato della differenza tra bosco e parco: il bosco è
un ecosistema caratterizzato dalla presenza di alberi d‟alto
fusto e si “autogestisce”, il parco, invece, è curato e gestito
dall‟uomo.
Il nome “Bosco della Cerrita” deriva dalla sua vegetazione
fatta essenzialmente di cerri, una pianta molto diffusa in questo bosco, appartenente alla famiglia della quercia, un albero
secolare ad alto fusto, con foglie lobate, il frutto è una ghianda
che presenta una cupola con piccole squame. A causa delle
eruzioni vulcaniche del 1802 e 1865 gran parte della vegetazione di cerri, roverelle, faggi, pini, betulle, ginestre e
lecci è stata distrutta.
Lungo il sentiero è possibile notare una flora varia, che va
da alberi sempreverdi a caducifoglie. La vegetazione è caratterizzata dal Pino, una conifera sempre verde che presenta foglie aghiformi e produce semi commestibili (pinoli),
dalla Betulla (Betula Aetnensis), dalla quale si ricava il legno per la fabbricazione di mobili, dalla Ginestra (Genista
Aetnensis), pianta molto comune sulle falde dell‟Etna, dalla
Roverella che è la specie di quercia più diffusa in Italia, dal
Ginepro (Junipherus Hemisfaerica), le cui bacche servono
per fare un liquore, dalla Viola (Viola Aetnensis) e dalla
Camomilla dell‟Etna (Anthemis Aetnensis). Lungo il percorso, su una roccia, abbiamo notato un fungo: Fabio ci ha
spiegato che quella specie non era commestibile. Inoltre ci
ha fatto notare che la parte che noi vediamo e mangiamo
non è altro che il “corpo fruttifero” del fungo, mentre il
micelio vive sotto terra. I funghi un tempo venivano classificati nel regno delle piante, nel diventare saprofiti avrebbero finito per perdere la clorofilla, oggi sono considerati un
regno indipendente. Ve ne sono di diversi tipi, alcuni commestibili ed innocui altri, come l‟amanita, molto velenosi.
3° NUMERO
S C HO O L N E WS
Altre pianticelle che si trovano qua e là sono le Leopoldie,
una specie commestibile molto diffusa nel Bosco Cerrita,
che in siciliano prende il nome di “cipudduzzu” per la sua
buffa forma di cipolla e il “Cavulu carammu”, chiamato
così perché quando le cime sono chiuse assomigliano a
quelle di un cavolo. In questa escursione la guida ha anche
parlato della fauna, i topi selvatici, che sono molto organizzati, costruiscono degli “appartamenti sotterranei” con numerose stanze. Restando in silenzio per qualche minuto
abbiamo sentito il canto della cincia, che si serve di questo
suono per attirare la femmina visto che questa è la stagione
degli amori. Gli uccelli cantano per farsi notare dalle femmine che non scelgono il maschio solo per il suo piumaggio
o per la sua bellezza; infatti quando una femmina nasce
fissa per sempre l‟immagine del padre e per tutta la vita
sarà in cerca di un maschio che gli assomigli. Fra una spiegazione ed un‟altra si era fatta l‟ora di andare a pranzare, ci
siamo recati al Castagno dei Cento Cavalli dove abbiamo
consumato il nostro pasto. Le guide ci hanno parlato della
leggenda che porta con sé questo castagno plurimillenario,
ovvero che la regina Giovanna D‟Angiò e i suoi cavalieri,
con i loro destrieri, trovarono riparo sotto il grande albero,
il cui tronco si presenta completamente cavo. Su questo
fatto il pittore Jean-Pierre Houel fece un quadro nel 1777.
Dopo la pausa pranzo abbiamo raggiunto il “Laboratorio
naturalistico” e siamo entrati nella “stanza verde” dove vengono custoditi diversi animali imbalsamati, come la volpe e
la donnola. Gli animali esposti erano davvero stupefacenti,
sembravano vivi, li osservavamo nei minimi particolari
mentre Fabio ci illustrava la tecnica di imbalsamazione, e i
nomi delle varie specie presenti. Il tassidermista quando gli
viene portato un animale, toglie tutte le interiora
dell‟esemplare e le sostituisce con paglia, fino a trovare
una posa spontanea; gli animali presenti sono stati imbalsamati solo perché sono stati trovati morti o perché morti per
malattia.
P A G I NA 1 1
I predatori terrestri sono: la volpe, che appartiene alla famiglia dei Canidi ed è predatore ma anche preda e può mangiare
di tutto; il gatto selvatico che é un ottimo cacciatore, ma rarissimo da incontrare e che appartiene alla famiglia dei Felidi;
la donnola che è molto coraggiosa ed è un mammifero della
famiglia dei Mustelidi; la martora è apprezzata per la folta
pelliccia, ha il corpo allungato e aggraziato. Il bosco è popolato anche da molti volatili come il gheppio e da rapaci diurni
e notturni come il gufo, l‟allocco, la civetta. I predatori del
cielo si dividono in: diurni cioè animali che dormono di notte
e stanno svegli di giorno, e notturni che dormono di giorno e
stanno svegli di notte. I predatori diurni cacciano utilizzando i
loro grandi artigli, mentre quelli notturni hanno gli occhi più
grandi e possono guardare al buio. Fra i mammiferi gli insettivori sono molto diffusi: il topo-ragno, chiamato così perché
i suoi baffi somigliano a zampe di ragno; il ghiro che è molto
dormiglione e si nutre di ghiande e noccioline. Un altro insettivoro è il riccio che, quando vede un pericolo, si arrotola e,
così facendo, si protegge perché ha molte spine. L‟istrice ha
gli aculei, per proteggersi li fa tremare così i predatori si spaventano e non lo catturano. Nella classe dei rettili ci sono i
serpenti, il più velenoso fra quelli che vivono nel parco è la
vipera. Se si viene morsi dalla vipera bisogna stare calmi e
raggiungere il primo pronto soccorso: lì inizialmente non
somministrano nulla perché alcune persone smaltiscono da
sole la sostanza tossica, pertanto i medici aspettano. Se la
situazione precipita daranno l‟antidoto che, se usato inutilmente può causare effetti letali, dato che la medicina può
essere più nociva del veleno della vipera. Quest‟incontro è
stato interessantissimo, perché abbiamo scoperto e visto la
natura in tante forme e anche perché la nostra guida ci ha reso
partecipi e ci ha coinvolto nella spiegazione, non rendendola
affatto noiosa. Ci siamo divertiti molto a visitare il bosco ed a
vedere gli animali, inoltre abbiamo capito l‟importanza della
natura e dei suoi cicli vitali: i parchi naturali ci danno la possibilità di conoscere ambienti naturali protetti e contribuiscono a salvaguardare la natura. Questa visita guidata è stata
un‟esperienza davvero emozionante!
Miriana Bonaccorsi, Elisa Borzì, Valeria Marano,
Martina Morabito e Chiara Napoli
1ªB
P A G I NA 1 2
S C HO O L N E WS
3° NUMERO
L’UOMO E L’AMBIENTE
Da millenni gli uomini sfruttano le risorse naturali: si nutrono di animali e di piante, abbattono alberi per utilizzare il
legno o per far posto alle colture agricole e compiono moltissimi altri interventi senza preoccuparsi di salvaguardare la
natura. Nel nostro secolo questi interventi si sono moltiplicati. Questo è dovuto soprattutto al moltiplicarsi della popolazione mondiale e alle aumentate possibilità tecniche di agire
sull'ambiente. Oggi si costruiscono laghi artificiali per alimentare centrali idroelettriche, si innalzano dighe che modificano i sistemi idrici di intere regioni, che se da un lato favoriscono l'agricoltura, d‟altro canto spesso provocano sconvolgimenti tragici per la vita degli organismi che popolano le
zone interessate.
Le industrie scaricano i loro veleni nei fiumi, che li trasportano nei mari creando anche qui notevoli danni ecologici.
Le sostanze chimiche, usate nei campi per distruggere gli
insetti nocivi, finiscono con l'uccidere anche i loro predatori.
I fumi delle industrie, gli impianti di riscaldamento, i gas di
scarico degli autoveicoli, rendono sempre meno salubre l'aria
delle nostre città e sono molto pericolosi.
Gli scienziati hanno capito che i continui danni arrecati
all'ambiente presto o tardi si ripercuoteranno anche sulla
salute dell'uomo. Si sta cercando di porre rimedio in tanti
modi risanando gli ambienti, usando depuratori, ma soprattutto educando i giovani al rispetto della natura.
Ma per difendere il nostro ambiente, la cosa più importante è
risparmiare. Risparmiare non è un obbligo ma un nostro
dovere per vivere meglio. La prima fonte di risparmio è l‟uso
consapevole dell'energia, quindi minor spreco di energia e
minor produzione di rifiuti possono rappresentare due possibili soluzioni per conservare al meglio il nostro pianeta.
Nell‟ultimo secolo l‟uomo ha anche influito sul clima di estese zone modificandolo a volte in modo imprevisto, lo
sconvolgimento del clima ha ripercussioni molto dannose
sull'equilibrio ambientale, l'inquinamento atmosferico prodotto dalle emissioni dei gas serra e dalla CO2, sta portando a
gravi cambiamenti climatici.
Quindi basterebbe adottare qualche piccolo accorgimento
per inquinare di meno e per proteggere ciò che ci circonda.
E’ molto importante fare la raccolta differenziata, non si fa
alcuna fatica per separare la carta, la plastica, il vetro ....
In questo modo si possono buttare in discarica pochissimi
rifiuti, dai materiali riciclati nascono altri oggetti, molti cose
che buttiamo via senza riflettere possono essere tranquillamente riutilizzate.
Rispetto dell'ambiente non significa solo risparmio, ma anche stare attenti a non buttare carte in giro, basta utilizzare
gli appositi cestini per i rifiuti.
Risparmiare e rispettare l'ambiente significa non sprecare,
ma spesso noi stessi non ci facciamo caso, ad esempio: quando facciamo la doccia non bisogna aprire il rubinetto inutilmente per troppo tempo perché si possono sprecare in pochi
minuti 45-50 litri d'acqua.
Rispettare l'ambiente non è una perdita di tempo, serve a
rispettare tutti gli esseri viventi, a vivere meglio e soprattutto
ad abitare in un modo migliore !
Tropea Gaetano
Stiro Francesco
2ªB
MONTE FONTANA
Giorno 7 maggio del 2010 è stata un‟altra speciale occasione
per divertirsi e conoscere la propria terra: noi alunni con la
nostra classe e le altre terze siamo andati in gita presso il sentiero natura del Monte Fontana, nel territorio del Parco
dell‟Etna, e al Museo della lava e dei vulcani nelle zone circostanti.
Come sempre, siamo partiti da Piazza XXV Aprile verso le
8.30 e dopo circa un’ora di viaggio e aver incontrato la nostra
guida Violetta, siamo arrivati al punto di partenza del nostro
percorso: un piazzale di media grandezza in pietra lavica dove
abbiamo fatto una breve sosta per fare merenda.
In seguito, siamo partiti avventurandoci nei sentieri in mezzo
ai boschi, qualche minuto di cammino e ci siamo fermati per
ascoltare la spiegazione della nostra guida.
Violetta ci ha detto che esistono due tipi di lava: AA e OIOI;
queste due sigle, di origine straniera, indicano rispettivamente la lava che si raffredda molto velocemente, ma essendo
frastagliata non si può camminare su di essa a piedi nudi
perché molto tagliente, e un altro tipo di lava, molto più fluida
che, quando si raffredda resta liscia, permettendo di passarci
sopra anche senza scarpe ai piedi.
Successivamente ci ha spiegato che i maggiori crateri sul
vulcano sono quattro ma l‟altezza complessiva è calcolata
da quello più alto, cioè il cratere che ha eruttato più volte
rispetto agli altri; inoltre, a queste altezze troviamo anche
piante che ci sono a basse quote ma con caratteristiche piuttosto diverse: un esempio è la ginestra, che non fiorisce nel
3 ° NU ME R O
S C HO O L N E WS
periodo primaverile, come alle nostre altezze, bensì a fine ottobre. In seguito, alla nostra sinistra abbiamo potuto osservare una
coltivazione privata di mele cola, tipiche del territorio, che hanno
una forma piccola e tondeggiante, e durante il periodo della raccolta emanano un ottimo profumo. Purtroppo sin dai primi metri
siamo stati disturbati dal transito di numerose jeep che ci hanno
interrotto parecchie volte durante le spiegazioni della guida. Successivamente abbiamo visto e commentato un muretto fatto di
pietra lavica, la quale presentava dei fori, dovuti al fatto che prima di solidificarsi la lava conteneva dei gas che si sono poi dispersi nell‟aria. Sin dall‟antichità sia muri sia intere case venivano costruite in pietra lavica. Detto questo, Violetta ci ha spiegato
che è grazie all‟Etna se nel nostro territorio abbiamo una grande
disponibilità d‟acqua, che filtra nelle sue rocce sotterranee, fino a
fermarsi in una zona impermeabile: là nascono le falde acquifere. In seguito a questa chiara spiegazione e dopo qualche foto
insieme, abbiamo ripreso a camminare su un terreno lavico e
man mano che salivamo abbiamo potuto ammirare un bellissimo
panorama, un misto tra paesaggio montano e verso est il mare…
e cammina cammina siamo arrivati ad una grande colata lavica
risalente al 1971; essa si è incanalata in un torrente, che oggi non
c‟è più, e poi si è fermata in questa zona. Su questa colata abbiamo potuto distinguere piccole colonie di rumex e chiazze di pino
laricio. Allo stesso tempo abbiamo potuto osservare l‟imponente
cima del nostro splendido vulcano, e così la guida ci ha spiegato
che non tutte le eruzioni avvengono nella parte sommitale, cioè
nella zona più alta, ma si distinguono diverse tipologie di eruzioni: terminali, effusive, sub-terminali quando sotto il cratere centrale si apre una frattura dalla quale esce poi della lava, oppure
laterale quando il magma risale nel terreno anche a basse quote e
facendo pressione fa sollevare di qualche millimetro la superficie; questo tipo di attività esplosiva crea, inoltre, un cratere avventizio e di medie dimensioni dal quale uscirà il materiale incandescente.
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Le eruzioni più pericolose sono, invece, quelle eccentriche, cioè quando il condotto che porta al cratere parte
direttamente dalla camera magmatica portando con sé
grandi quantità di lava: un perfetto esempio i Monti Rossi, dove però c‟è solo un cratere.
Detto questo abbiamo fatto diversi cenni su alcuni crateri
laterali, come quelli che nel 1928 hanno distrutto Mascali
con la loro lava; nello stesso anno la lava si è divisa in
due bracci: uno diretto verso Sant‟Alfio, mentre un altro
verso Mascali che un tempo si trovava nelle zone
dell‟attuale Nunziata. In quel periodo gli abitanti dei due
paesini decisero di portare in processione i loro santi.
Sant‟Alfio, San Cirino e San Filadelfo, secondo tradizione,
fecero fermare la colata, mentre San Leonardo no. Detto
questo abbiamo osservato due crateri: uno di antichissima
origine e pieno di vegetazione, e un altro, quello che sta
eruttando più volte nell‟ultimo periodo. In seguito a questa
spiegazione abbiamo continuato la nostra “scalata” fino ad
arrivare ad una grande collina, cioè il versante più umido
della zona.
Da questo punto è stata ben visibile una parte della Valle
del Bove; Violetta ci ha spiegato che in realtà questa valle è
una caldera di sprofondamento vulcano che oggi è andata a
formare questa grande valle in cui si raccoglie gran parte
del materiale in seguito alle eruzioni; inoltre, si pensa che la
forma di ferro di cavallo che circonda la Valle del Bove sia
frutto dello sprofondamento del Trifoglietto2, cioè un grandissimo monte che oggi non è più visibile.
Abbiamo fatto ancora qualche altro metro fino a quando
siamo arrivati di fronte un terribile paesaggio: il grande
PAGINA 14
S C HO O L N E WS
anche le zone superiori erano completamente devastate; proprio per questo motivo, non abbiamo potuto continuare, senza
quindi, poter scalare il Monte Fontana. Vedere quella spaventosa vista, è stata un‟amara sorpresa non solo per noi, che pensavamo che essendo in un territorio protetto la guardia forestale era a tutela di quel magnifico paradiso, ma anche per insegnanti e guide che non potevano credere a ciò che stavano
vedendo visto che è severamente vietato abbattere alberi secolari, soprattutto in parchi protetti che hanno il compito di salvaguardare l‟ambiente. Le guide pensavano addirittura di aver
sbagliato sentiero!!! così dopo aver gettato alcune occhiate alla
zona siamo stati costretti, per motivi di sicurezza, a interrompere il nostro tragitto per tornare indietro. Allora siamo discesi
con un po‟ di delusione e abbiamo raggiunto gli autobus. Questi ci hanno condotto al Castagno dei Cento Cavalli dove abbiamo consumato il nostro pranzo a sacco e abbiamo avuto
modo di scattare qualche foto insieme con alle spalle quel bellissimo paesaggio. Trovandoci lì ne abbiamo approfittato per
vedere il millenario Castagno. Nel pomeriggio siamo andati a
visitare il Museo della Lava MuLa a Viagrande. Lì la prima
cosa che abbiamo visto è stata la ricostruzione di un vulcanologo al lavoro con la sua tuta fatta di alluminio, e accanto ad
esso c‟era una rappresentazione virtuale di una colata lavica.
In seguito abbiamo visto un plastico che riproduceva il globo
terrestre, con uno spicchio rimosso per far vedere i vari strati
di cui è composto. All‟esterno vi è la crosta terrestre, lo strato
più superficiale, poi vi è il mantello, in cui vi sono le rocce
fuse e si svolgono i moti convettivi e infine nel punto più centrale, che raggiunge la temperatura più elevata, vi è il nucleo,
che si distingue in nucleo superficiale e nucleo vero e proprio,
dove risiedono i metalli più pesanti. In un‟illustrazione abbiamo visto la suddivisione della Terra in placche, e lungo i loro
margini, di solito, sono presenti numerosi vulcani. A questo
proposito la nostra guida ci ha spiegato il movimento della
tettonica a zolle, per il quale due placche possono allontanarsi
o avvicinarsi. Quando si avvicinano possono verificarsi tre
diversi fenomeni: se si tratta di due zolle oceaniche una di esse
va in subduzione, cioè passa sotto la crosta terrestre e fondendosi crea in questo punto dei vulcani. Se a scontrarsi sono una
zolla continentale e una oceanica, quest‟ultima va in subduzione. Se infine si scontrano due zolle continentali nessuna delle
due va in subduzione, ma si scontrano creando violenti terremoti e nel tempo si formano le catene montuose. Dopo questa
chiara spiegazione, ci siamo spostati in un‟altra stanzetta dove
abbiamo scoperto che il vulcano più alto del nostro sistema
solare è il Monte Olimpo sul pianeta Marte, alto ben 27 km.
Non tutti i vulcani hanno la stessa forma: ci sono infatti, vulcani a forma di scudo o di cono, ma alla fine la struttura interna è
sempre la stessa: la camera magmatica in cui è contenuto il
magma, il camino centrale e quelli laterali … Detto questo ci
siamo spostati in un‟altra stanza dove la ragazza ci ha spiegato
che quando un vulcano si trova sotto un ghiacciaio, non appena esso va in eruzione, il ghiaccio vaporizzandosi velocemente
ha la potenza di far esplodere tutto il materiale magmatico con
conseguente formazione di colonne di cenere, come il vulcano
islandese di cui si è sentito molto parlare negli ultimi tempi. In
seguito ci ha detto che la lava a corda è un tipo di lava particolare e soprattutto pericolosa poiché si raffredda molto velocemente ma soltanto negli strati più esterni quindi se lo strato è
troppo sottile si può sprofondare nel fuoco, e quindi, morire.
Abbiamo visto anche l‟Ossidiana, cioè un tipo di pietra formatasi dalla cristallizzazione di un sottilissimo strato di lava, e
poi anche esempi di materiale piroclastico cioè pietre e bombe
3° NUMERO
che un cratere lancia in aria quando esplode: tra questo, delle pietre pomice, delle scorie e delle bombe grandi anche
più di una persona. Abbiamo visto anche un interessante
filmato dell‟eruzione del 2002 e un simpatico video 3D, e
poi siamo entrati, prima in una stanza che riproduceva una
caverna in pietra lavica, e in un‟altra dove al buio sentivamo
i rumori tipici di un‟eruzione vulcanica. Alla fine di questa
splendida visita qualcuno ha potuto comprare anche un ricordo nel negozio del museo stesso e subito dopo ci siamo
diretti verso Fiumefreddo, dove ad aspettarci c‟erano i nostri
genitori. Questo è stato il più bel percorso natura dei tre anni
di scuola, perché in montagna è stato come vivere un‟allegra
avventura con la nostra professoressa Contarino e ci ha appassionato particolarmente il museo perché ci ha chiarito le
idee sugli argomenti studiati.
Rita Gambino, Giulia Circhirillo e Giulia Nobile
3° E
L’UOMO E LA NATURA
Viviamo in un'epoca allo stesso tempo affascinante e terribile.
Affascinante perché mai come adesso il futuro del Pianeta
Terra è soprattutto nelle nostre mani: ciò che avrà luogo
domani dipenderà in buona parte da ciò che la comunità
umana farà o non farà oggi.
Terribile perché la nostra generazione è la prima, da quando
la specie umana è comparsa sulla Terra, a poter distruggere
in poco tempo tutto quello che ci proviene dal passato.
Gli sconvolgimenti che abbiamo prodotto e produciamo
continuamente non possono che ritorcersi sulle nostre stesse capacità di sopravvivenza, con le nostre attività distruggiamo ambienti naturali, interveniamo con azioni di ogni
tipo negli equilibri della natura e facciamo scomparire per
sempre numerose specie viventi che vivono con noi sul
nostro pianeta.
Conservare la natura vuol dire anche e soprattutto prevedere il futuro, agendo sul presente, per far ciò è indispensabile
utilizzare al meglio la risorsa più importante che abbiamo
cioè il nostro cervello !!!...
Romeo Debora, D’Urso Miriana
e Gusmano Ylenia
2ªB
3 ° NU ME R O
ALLA CASA DELLE
FARFALLE !
Lunedì 17 Maggio, noi alunni
della 2ª C della scuola primaria siamo andati in gita scolastica dalle
8.00 alle 18.00. Abbiamo viaggiato
sul pullman per circa un‟ora e siamo
arrivati al Parco Monteserra. Con
noi c‟era anche la 2ª G e le guide.
Giunti alla casa delle farfalle ci siamo seduti sui banchi di legno ed
abbiamo fatto colazione. Dopo siamo andati in una casetta, dove erano
esposte tante farfalle imbalsamate;
abbiamo imparato a riconoscere le
falene, i predatori che mangiano le
farfalle, il baco da seta, gli “occhi
finti” che caratterizzano spesso le
ali delle farfalle e che esse usano
per proteggersi, per spaventare e
confondere i predatori. Abbiamo
anche visto il bruco che fa il bozzolo. Poi siamo andati a costruire ciascuno una grossa farfalla di carta,
con una molletta, dei cartoncini
multicolori e un po‟ di colla. Ogni
farfalla costruita è venuta bellissima
ALLA SCOPERTA
DELLA RISERVA
NATURALE DEL
FIUMEFREDDO
Giorno 17 maggio 2010, noi alunni
delle classi terze e quarte della scuola primaria siamo andati a visitare la
Riserva naturale del fiume Fiumefreddo. Appena arrivati una guida di
nome Francesco ci ha accolti gentilmente e ci ha fatto accomodare in un
vecchio casolare che anticamente era
un mulino ad acqua. Poi ci ha spiegato varie cose, tra cui come si è
formato il fiume e quali sono le
piante e gli animali tipici della riserva. Iniziata l‟escursione è stato bellissimo osservare lungo il sentiero
alcune piante da vicino e sapere quali erano le loro caratteristiche. Abbiamo scoperto, ad esempio, che gli
altissimi alberi che circondano il
fiume si chiamano “Pioppi bianchi”
e che hanno delle foglie particolari
che gli permettono di mantenere
l‟umidità nei periodi più caldi, e che
il “Ranuncolo a pennello” cresce
solo ad una certa temperatura
dell‟acqua. Un‟altra grande scoperta
è stata quella della “Bardana”, una
S C HO O L N E WS
e variopinta. In seguito siamo andati
su un trenino che andava a velocità
supersonica! Siamo così arrivati
sulla pista da Tubing. Il Tubing è
un gioco divertentissimo! Ti devi
mettere dentro un gommone con dei
manici a cui ti devi aggrappare per
non cadere durante la discesa. C‟è
una persona che spinge e si va giù
velocemente per poi risalire nuovamente in pista con una scala mobile
e ripartire di nuovo. Il bello è che
quando giravi lungo lo scivolo c‟era
l‟acqua che a tratti schizzava ! Di
seguito, abbiamo pranzato e siamo
andati
all‟azienda
agricola
“Blandano” dove abbiamo visto la
“Piramide Alimentare”. Essa è composta da tre diverse fasce sovrapposte, ognuna di diverso colore: in alto
il rosso, al centro il giallo e in basso
il verde. Nel rosso erano rappresentati gli alimenti che si mangiano una
volta a settimana. Nel giallo quelli
che si mangiano ogni tanto. Nel
verde c‟erano i cibi che si mangiano
spesso. Per ogni striscia colorata
della piramide si trovano tanti punti-
PAGINA 15
ni adesivi. La guida ci ha dato alimenti finti, di
plastica, che ciascuno di noi doveva attaccare
alla piramide nel posto giusto. Noi li abbiamo
attaccati nei posti esatti. Dopo siamo andati a
vedere gli animali tra cui c‟erano: maiali, oche,
galline asini, caprette, cavalli, conigli e anatre.
Quindi, abbiamo cominciato a fare il pane.
Quando lo abbiamo assaggiato era buonissimo!
Poi siamo andati a prendere il gelato. Per finire
abbiamo imbucato le cartoline di saluti e dopo
averle affrancate siamo ritornati a casa.
Classe 2ª C
Scuola primaria
pianta con grandissime foglie verdi
utilizzata anticamente per curare le
infezioni della pelle e che oggi viene
usata per preparare creme per il viso.
Altre piante che abbiamo conosciuto
sono il “Sedano selvatico”, il
“Coltellaccio”, la “Veronica
d‟acqua”, ”l‟Equiseto” (parente
stretto delle felci), il “Giaggiolo”, la
“Menta selvatica”, ecc.
In questa riserva vivono anche molti
uccelli che purtroppo non è possibile
osservare durante l‟escursione, ma si
può sentire solo il canto melodioso
di alcuni.
Alla fine del percorso la guida ci ha
condotti in un boschetto di “Noci
americane” dove nascevano moltissimi “Piselli selvatici” che abbiamo
assaggiato.
Questi avevano un gusto un po‟ amarognolo ma era divertente sbucciarli. Tornati al casolare abbiamo
salutato la nostra guida e siamo tornati a scuola per proseguire con le
lezioni.
È stata un‟esperienza davvero rilassante che a tutti noi piacerebbe rivivere.
Classe 4ª C
Scuola Primaria
S C HO O L N E WS
3° NUMERO
L’EUTANASIA
L'eutanasia, ovvero morte dolce, è un argomento che spacca nettamente l‟opinione pubblica in favorevoli e contrari.
Si tratta qui di decidere se persone gravemente ammalate, per le
quali non c‟è alcuna speranza di guarigione (almeno in base alle
conoscenze della medicina) possano decidere (loro stessi, i loro
parenti o addirittura i medici) la soppressione fisica, per evitare
ulteriori dolori, mediante la somministrazione di opportuni farmaci
o punture letali. A chi è capitata la triste esperienza di assistere
all‟agonia di una persona in fin di vita, magari in coma e tenuta in
vita solo grazie a macchinari, in preda a sofferenze difficili anche
da immaginare, certamente è venuta in mente una soluzione drastica, che potesse porre fine a quei dolori. Ma, cosa pensare di quei
casi, che pure si sono verificati, di guarigioni non spiegabili tramite
la scienza, di persone giudicate inguaribili dai dottori?
Sappiamo che in Belgio e nei Paesi Bassi sono state proposte, anche a livello poi di Parlamento Europeo, leggi che autorizzano
l‟eutanasia, pur conservando il divieto a livello di diritto, ma non
di fatto.
Ora mi chiedo: può lo stato liberalizzare il suicidio? Il principio
della libertà è senz‟altro basilare nel nostro diritto, ma è lecito consentire ad un uomo la propria autosoppressione, pur di mettere fine
al dolore? Che significato ha il dolore? Forse sta qui il problema.
È giusto e lecito che i dottori sappiano come alleviare il dolore ai
pazienti, ed è questo senz‟altro uno degli scopi principali della
medicina, ma è giusto considerare l‟eutanasia come un mezzo per
eliminare il dolore?
Non è che per caso la società di oggi ci ha abituato ad evitare il
dolore, piuttosto che ad affrontarlo, come invece forse accadeva in
altre culture o in altri periodi? Pertanto, io penso che non sia giusto
che il paziente o il medico effettui trattamenti diretti ad abbreviare
la vita o provocare la morte, mentre invece è comprensibile, e
quindi lecita, la cosiddetta eutanasia volontaria passiva, cioè la
sospensione di un trattamento di sostegno alla vita.
P A G I NA 1 6
La Vita
La Vita è una cosa meravigliosa,
come un ape che su un fior si posa,
come un sole splendido al mattino,
come la luce che illuminerà il nostro cammino,
come lo sforzo d'ogni giorno di una mamma
che per dormire ci canta la Ninna Nanna.
La Vita è sempre piena di speranza,
non restare sempre chiuso in una stanza.
Il destino per te riserverà molte sorprese,
se tu con lui sarai cortese.
La Vita ha tante novità
usale sempre con lealtà.
Catanzaro Matteo
1ªF
Ylenia Alibrandi
3ªD
IL RUOLO DELL’ONU
L'Organizzazione delle Nazioni Unite
(ONU) è la più importante organizzazione
internazionale. L‟ONU sorse il 26 giugno
del 1945 negli Stati Uniti, con l'intento di
salvaguardare la pace nel mondo dopo la
seconda guerra mondiale. La sede centrale
dell‟ONU è dal 1952 a New York, sedi
staccate si trovano a Parigi, Ginevra, Roma e Vienna. Oggi quasi
tutti i paesi del mondo aderiscono a questa organizzazione. I principali obiettivi dell' ONU sono:
-il mantenimento della pace nel mondo;
-la sicurezza internazionale;
-la tutela dei diritti umani, fondamento della libertà, della giustizia
e della pace nel mondo.
Gli Stati membri si impegnano a risolvere le loro divergenze con
metodi pacifici e senza ricorrere alla violenza.
Se non riesce a interrompere un conflitto l‟ONU interviene direttamente tra i paesi in disputa tramite il “Peace
keeping”, ovvero l‟invio di forze di pacificazione. Negli
anni „50 gli Stati Uniti si adoperarono affinché le Nazioni Unite promuovessero aiuti multilaterali e affinché
venisse approvata la Dichiarazione universale dei diritti
umani, proclamata nel 1948. Gli Organi principali delle
Nazioni Unite, attraverso i quali l‟ONU funziona, sono:
•
l’Assemblea Generale, un organo nel quale sono
rappresentati tutti gli Stati membri, che dispongono ciascuno di un voto. Essa ha funzioni prevalentemente consultive ed ha inoltre il compito di amministrare tutte le
attività dell‟Organizzazione
• il Consiglio di Sicurezza, un organo al quale spetta
la responsabilità principale di mantenere la pace e la
sicurezza internazionale. Il Consiglio di Sicurezza è
composto da 15 membri, eletti dall‟Assemblea Generale, 5 dei quali permanenti, che rappresentano gli Stati
3° NUMERO
S C HO O L N E WS
vincitori della seconda guerra mondiale, ovvero Francia,
Gran Bretagna, USA, Federazione russa, più la Cina e 10 eletti
dall‟Assemblea Generale con un mandato biennale. Quando il
Consiglio viene informato della violazione di un accordo di
pace o dell‟aggressione di uno stato ai danni di un altro, il
Consiglio prende delle decisioni, dette “risoluzioni”, con le
quali tenta di risolvere le controversie tra gli Stati interessati.
Se questi ignorano la risoluzione, il Consiglio di Sicurezza
può emettere delle sanzioni disciplinari o stabilire interventi
militari, mediante l‟invio dei “caschi blu”, l‟esercito
dell‟ONU, formato da soldati provenienti dai paesi membri,
che è sotto la guida del segretario generale. Le decisioni vengono prese con una maggioranza di 9 voti; escluse le questioni
procedurali,ogni altra decisione del Consiglio di Sicurezza
non può essere assunta in presenza del voto contrario di uno
dei membri permanenti.
• il Segretariato Generale è l’organo a capo della struttura
burocratica, a cui spetta il compito di mettere in atto le risoluzioni del Consiglio. Al Segretario Generale, eletto
dall‟Assemblea Generale su proposta del Consiglio di Sicurezza, spetta la responsabilità di tutto l‟apparato burocratico
dell‟ONU, ma ha anche potere di iniziativa.
• Il Consiglio Economico e Sociale è l’organo che coordina
le attività economiche e sociali dell‟ONU. Questo Consiglio
ha un ruolo fondamentale finalizzato alla cooperazione internazionale per lo sviluppo.
• la Corte Internazionale di Giustizia è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite. Essa prende decisioni riguardo le controversie in materia di diritto internazionale, che
le vengono sottoposte dagli Stati.
Allo scopo di favorire la pace, lo sviluppo e la libertà dei popoli, nel corso degli anni sono nate varie agenzie dell‟ONU,
tra queste le più importanti sono:
la FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per
l‟Alimentazione e l‟Agricoltura, che si occupa di piani per
aumentare la produzione agricola mondiale e per una più equa
distribuzione delle risorse alimentari;
l‟UNHCR, Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, che si occupa di coloro che sono costretti a lasciare la
propria casa o il proprio paese a causa di conflitti e persecuzioni;
l‟UNICEF, Fondo internazionale di emergenza per i bambini
delle Nazioni Unite, per proteggere l‟infanzia nei Paesi più
poveri del mondo;
l‟UNESCO, Organizzazione educativa, scientifica e culturale
delle Nazioni Unite, che lotta contro l‟analfabetismo e per la
salvaguardia del patrimonio artistico e culturale dell‟umanità;
l‟OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, il cui scopo è
quello di promuovere la cooperazione internazione
nell‟ambito della ricerca sanitaria e della prevenzione.
Per circa 40 anni, il ruolo dell‟ONU è stato spesso emarginato, in quanto l‟equilibrio del mondo è stato fondato
sull‟equivalersi della forza degli USA e dell‟Unione Sovietica. In anni recenti, l‟ONU è intervenuta energicamente
P A G I NA 1 7
controversie tra gli stati, ad esempio contro l‟occupazione
del Kuwait da parte dell‟Iraq. A partire dal 1948, tramite i
caschi blu, l‟ONU coordina ed è presente in una serie di
missioni per separare i contendenti o aiutare i civili. Diverse
e significative sono le missioni di pace effettuate. Tuttavia,
il fatto che i cinque membri permanenti hanno il diritto di
veto, cioè possono bloccare le deliberazioni del Consiglio
con il loro singolo voto, significa che il nostro pianeta di
fatto, dal 1945 in poi è stato governato dalle nazioni vincitrici della seconda guerra mondiale, ognuna delle quali con
il suo solo voto può impedire decisioni o risoluzioni contrarie ai propri interessi.
Garozzo Alfio 3ªC
LA CONDIZIONE FEMMINILE
NEL MONDO
L‟otto marzo, festa della donna, è una data per riflettere
sulla condizione femminile nel mondo. Oggi, in alcuni stati,
quali l‟Italia, la Francia, la Germania, gli Stati Uniti, la donna vive in condizioni migliori rispetto al passato: può studiare, lavorare, scegliere o meno di sposarsi, perché esiste
un rapporto di parità, di uguaglianza fra uomo e donna. Un
esempio è dato dalla Costituzione Italiana (art. 3). Purtroppo però in altre parti del mondo, la donna è ancora considerata inferiore all‟uomo e subisce gravi violenze. Ciò succede, ad esempio, in alcuni paesi islamici: la donna in famiglia è sottoposta all‟autorità del padre, quando si sposa passa sotto quella del marito. A volte alcune ragazze vengono
vendute dai genitori ai futuri mariti, per pochi euro, come è
successo ad Amina, nome di fantasia, una ragazza marocchina che, a soli 14 anni, fu venduta per 600,00 euro ad un
uomo trentenne , che viveva in Italia da un po‟di tempo.
Quest‟uomo maltrattò e violentò la ragazza, che rimase incinta, ma continuò ad essere maltrattata e picchiata, sia durante la gravidanza che dopo. Le violenze si conclusero
quando il marito lasciò Amina e la bambina in automobile a
Milano. La giovane lo denunciò: fortunatamente aveva con
sé i documenti d‟ identità ed ha potuto iniziare una nuova
vita. Ora ha 17 anni, vive con sua figlia in una casa-famiglia
anti-violenza e vuole continuare gli studi, sperando in una
vita migliore. Purtroppo questa testimonianza, letta su un
quotidiano, non è l‟ unico esempio di violenza sulle donne.
Un dato agghiacciante è quello fornito dal telegiornale, secondo cui, in Italia, accadono più omicidi tra le mura domestiche che in ambito mafioso. Di certo c‟ è che sono in aumento i delitti legati a matrimoni finiti, che si concludono
con l‟uccisione della ex-moglie, “colpevole “ di non voler
più vivere con l‟ex-marito. Speriamo che si possa trovare
una soluzione per migliorare le condizioni di vita delle donne,sia nei paesi dove non c‟ è uguaglianza né pari diritti, sia
nel mondo occidentale, dove,in contrasto con l‟ uguaglianza
sul piano giuridico, la violenza spesso viene consumata
all‟interno della stessa famiglia. Soltanto quando non si
verificheranno più tali episodi, si potrà parlare di una società in cui la donna ha il giusto riconoscimento e pari dignità
rispetto agli uomini.
Bibbo Ketty, Dovara Valeria, Licosi Giulia,
Patane’ Giulia e Russo Rosina
3ªC
S C HO O L N E WS
P A G I NA 1 8
GARE SPORTIVE STUDENTESCHE
Giorno 16 aprile 2010 ho partecipato a delle gare sportive
con la scuola. Per queste gare siamo stati allenati dai nostri
professori di scienze motorie. Siamo partiti verso Catania
accompagnati da alcuni genitori e dai prof. Arrivati li abbiamo cominciato a fare un pò di riscaldamento. C‟erano varie
discipline , c‟era chi faceva la corsa a ostacoli, chi la staffetta ,chi il salto in lungo ecc. Io invece ho fatto il salto in alto.
Sono stato contento anche se sono arrivato 6°, perché sono
riuscito a saltare 1,40 cm. Per questa disciplina c‟erano ragazzi molto più alti di me che però si sono fermati prima di me e
questo mi ha reso molto felice. Mi sono divertito tanto ed è
stata una bella esperienza che rifarei volentieri anche perchè
non sapevo di avere queste qualità e quello che i prof mi hanno insegnato in pochi mesi di allenamento ha dato dei buoni
risultati. Mi dispiace non aver partecipato anche gli anni passati. I prof sono stati bravi a invogliarci in queste gare ma allo
stesso tempo non ci hanno fatto pesare di non essere andati
meglio , ci hanno sempre detto :-Va bene così…- Grazie
prof .,siete grandi !
Siligato Luca 3ªC
LE “LIBERTIADI”
Giorno 24 Maggio nel plesso scolastico di Liberto, con
l‟accensione della fiaccola olimpica e lo slogan d‟apertura “più
forti, più alti, più veloci” si è svolta la 1ª edizione delle
“Libertiadi”. Nel campo sportivo adiacente alla scuola, in un
divertente scenario abbellito da colorati palloncini e attrezzi
ginnici, gli alunni della scuola dell‟infanzia, alla presenza dei
genitori, si sono esibiti nelle loro performance sportive. Non
poteva mancare il nostro Dirigente Scolastico che, a sua insaputa, si è ritrovata a svolgere il ruolo di Coach N. 1 ! I giovani
ginnasti delle sezioni arancione e azzurra si sono destreggiati
tra vari esercizi di atletica leggera: salto, capriola, asse
d‟equilibrio, sollevamento pesi, tiro al canestro ed altro. I gridolini e gli applausi di quanti assistevano alle Libertiadi hanno
allietato, oltre ai presenti, tutto il quartiere di Liberto.
L‟impegno dei bambini è stato tanto, ma soprattutto il divertimento e lo spasso, che ha accomunato grandi e piccini.
L‟iniziativa voleva essere la verifica finale del progetto
“Giocando con il corpo”, attraverso il quale i bambini hanno
raggiunto le abilità e le competenze stabilite nel progetto.
Scuola dell’Infanzia
3° NUMERO
3° NUMERO
TRA CASTIGLIONE E
MANIACE …
IN GIRO PER I CASTELLI
Giorno 15 Marzo 2010 tutti gli alunni
delle classi prime, accompagnati da alcuni
docenti, abbiamo partecipato alla visita
d‟istruzione guidata a Castiglione e a Maniace. Il raduno, come al solito, è stato in
Piazza XXV Aprile; alle 8.30 siamo partiti puntuali verso Castiglione, il viaggio è
durato un‟ora ma tra scherzi, chiacchiere
e risate, ci è sembrato brevissimo! Appena arrivati, ci siamo incontrati con la nostra guida che ha cominciato a darci molte
informazioni interessanti sul paese: Castiglione era un‟ antica fortezza che dominava la valle dell‟Alcantara; sembra che il
nome (che significa appunto “castello
grande”) e la storia del paese sia legata ad
uno storico, un certo Antongiulio Filoteo
degli Amodei vissuto nel 1500, che fa
risalire la nascita del paese al 403 a. C.,
quando il tiranno di Siracusa distrusse
Giardini Naxos e i Nassi, costretti a fuggire, si rifugiarono proprio a Castiglione
dove già vivevano i Siculi. Il paese è stato
influenzato da diverse culture (araba, normanna e bizantina), ma sicuramente maggiore è stata l‟influenza della cultura normanna a cui risale la trasformazione del
paese in una vera e propria città fortificata
con nove porte e nove torri di avvistamento poste ognuna vicino ad una porta. La
guida, inoltre, ci ha spiegato che dentro le
mura del paese c‟erano quattro castelli
collegati fra loro da tunnel sotterranei che
terminavano ognuno davanti ad una porta
diversa. Camminando camminando abbiamo avuto modo di visitare diverse chiese:
la chiesa di Sant‟Antonio Abate, un monaco egiziano che visse da eremita e che si dice- sia stato il protettore dei maialini;
la chiesa di San Pietro e Paolo, di cui ci
ha colpito il crocifisso ligneo e la meridiana sul pavimento; la chiesa della Madonna della Catena con la caratteristica statua
della Madonna scolpita nel marmo bianco. Molto interessante è stato anche il
Castelluccio o Fortezza greca, un castello
scolpito su una grande roccia, ai cui lati
erano modellate due rampe di scale. Dopo
questa visita a Castiglione di Sicilia, siamo risaliti sull‟autobus e ci siamo spostati
a Maniace; qui abbiamo pranzato nei
giardini della Ducea di Nelson e abbiamo
S C HO O L N E WS
P A G I NA 1 9
giocato un po’ prima di visitare il castello
dell‟ammiraglio, che originariamente era
stato costruito come abbazia.
Anche qui una brava guida ci ha spiegato
che, dopo essere stato distrutto in seguito
ad un terremoto, il castello venne ricostruito per volere della regina Margherita
di Navarra e donato all‟ammiraglio Nelson in segno di riconoscenza per le battaglie che egli aveva vinto combattendo al
suo servizio.
Nelson, però, in realtà non arrivò mai a
visitarlo perché morì prima, nella battaglia
di Trafalgar; ci andò dopo la sua unica
figlia
Carlotta
che
scontenta
dell‟accoglienza avuta, lasciò subito la
Sicilia giurando di non tornarci mai più.
All‟interno del castello abbiamo avuto
modo di girare per le stanze piene di dipinti che raffiguravano l‟ammiraglio e le
battaglie da lui combattute; questi dipinti
erano davvero belli.
Visitando la Ducea, i giardini e la piccola
chiesetta, il tempo è passato velocemente
per cui nel tardo pomeriggio siamo dovuti
tornare sul nostro autobus per rientrare a
Fiumefreddo.
E‟ stata una visita d‟istruzione veramente
interessante perché abbiamo visto posti e
monumenti che, anche se non sono molto
lontani da noi, non conoscevamo ancora e
perché ci siamo divertiti tutti insieme.
Di Bella Carmelo, Lo Giudice Christine,
Lo Giudice Giorgia, Nicolosi Andrea,
Pappalardo Stefano e Pennisi Paolo
Iª C
P A G I NA 2 0
S C HO O L N E WS
3° NUMERO
UNA MERAVIGLIOSA VISITA
D’ISTRUZIONE A NOTO
Giorno 22 Marzo 2010 tutte le classi di seconda media del nostro Istituto hanno fatto una visita guidata a Noto.
Ci siamo radunati alle 7,30 in piazza XXV Aprile e siamo partiti verso le ore 8,00 in due pullman. Alle 9,00 ci siamo fermati
in una stazione di servizio per fare colazione e dopo circa un
quarto d‟ora siamo ripartiti alla volta di Noto, dove siamo
giunti alle 10,30. Arrivati nel parco, c‟erano le guide ad attenderci. Il primo monumento che abbiamo visitato è stata la porta
d‟ingresso. Sopra questa porta si può notare una torre che rappresenta il dominio della città di Noto su molti paesi circostanti; un pellicano che rappresenta la fedeltà; un levriero che rappresenta una fedeltà minore. Ai lati si notano due corone di
alloro: all‟interno di quella di destra c‟è una spiga di grano,
perché molto tempo fa la vera ricchezza della gente erano i
campi; mentre in quella di sinistra si nota una spada avvolta da
due serpenti, che era lo stemma della prima famiglia che contribuì alla costruzione di un ospedale; troviamo proprio questo
simbolo ancora nelle insegne delle farmacie odierne. Proseguendo per la via Vittorio Emanuele, abbiamo avuto
l‟opportunità di osservare alcune delle case in cui viveva la
gente più povera. Ognuno doveva costruire da solo la propria
casa e per costruire le strade non usavano la pietra lavica (che
costava molto), ma i ciottoli. Queste vie venivano utilizzate per
il passeggio. A quel tempo la pietra non veniva lavorata; pertanto, ogni volta che passavano delle carrozze, si alzava un
gran polverone che infastidiva chi passeggiava e così fu deciso
dalle autorità di pavimentare le strade. Proseguendo il nostro
cammino ci siamo trovati immersi nel Barocco dei monumenti
che caratterizza la città. Uno dei monumenti che sorge nella via
è la Chiesa dedicata all‟Immacolata. Poi abbiamo avuto
l‟opportunità di osservare due dei grandi conventi che si trovano nella città di Noto: quello dei benedettini e quello di Santa
Chiara, oggi diventato chiesa. Nel convento benedettino si possono notare delle finestre sbarrate, chiamate “finestre della
gelosia”, perché da lì si affacciavano le suore rinchiuse in convento per obbligo, gelose delle persone che potevano vivere la
loro vita tranquillamente e libere. La porta d‟ingresso della
Chiesa di Santa Chiara è posta in alto e si può raggiungere dalle scale poste lateralmente per non ingombrare la strada. Una
volta entrati al suo interno abbiamo visitato una celletta dove
vivevano le suore. Salendo sul campanile della chiesa la guida
ci ha raccontato che una volta la messa veniva celebrata in
latino e la gente non capiva molto di quello che il sacerdote
diceva, anzi andava in chiesa soltanto per prendere
Da un ovale che si trova di fronte all‟altare il campanaro
vedeva il celebrante; quando questi alzava l‟ostia il campanaro suonava le campane per avvisare i cittadini di recarsi in chiesa per ricevere la comunione. Poi abbiamo
visitato la Cattedrale dedicata a San Corrado, dove ancora
vi sono dei lavori di restauro pittorico in corso, ad opera di
un artista russo. San Corrado era un uomo benestante che
un giorno decise di andare a caccia con un suo amico; i
conigli però non volevano proprio uscire dalle loro tane e
così decise di accendere un piccolo fuocherello per stanarli. Ad un tratto il vento cambiò direzione e scoppiò un
incendio: Corrado scappò, e quando arrivarono le guardie incolparono il proprietario del terreno. Il giorno in cui
il povero contadino doveva essere giustiziato, Corrado fu
assalito dai sensi di colpa e decise di confessare, ma siccome era un nobile, non poteva essere ucciso e così fu esiliato. Da quel giorno Corrado si dedicò alla preghiera facendo vita da eremita. Dopo aver fatto una pausa e consumato
il pranzo a sacco, abbiamo visitato via Nicolaci, in cui si
trovano i famosi balconi barocchi, unici nel loro genere e
dove ogni anno viene allestita l‟Infiorata. L’Infiorata è
uno spettacolare tappeto di fiori steso sulla via Nicolaci,
formato da gigantesche raffigurazioni che prendono forma
in un susseguirsi di petali di fiori dai colori e dalle forme
più svariate. I riquadri, realizzati con creatività, inventiva
e perizia dagli artisti, propongono di anno in anno motivi
diversi: religiosi, mitologici, di cultura popolare. Per
quanto riguarda l‟interno del palazzo Nicolaci ci è stato
detto che vi sono tre grandi saloni: il Salone Giallo dove
la famiglia si riuniva per ascoltare musica ed assistere a
concerti privati e in cui si può ammirare il soffitto riccamente decorato e ai lati vari strumenti musicali; il Salone
Verde, dove venivano ricevuti gli ospiti, prende il nome
dall‟arredamento originario che si adattava con i colori
azzurro e blu della pavimentazione in maiolica azzurra
proveniente da Vietri; il Salone delle feste, interamente
affrescato, la cui decorazione alle pareti è costituita da un
fitto colonnato ricco di drappeggi, mentre sul soffitto si
ammira la figura del dio Apollo che trascina il carro del
sole. Infine abbiamo visto la Fontana d‟Ercole che si trova
tra il Teatro Massimo e la splendida Chiesa di San Domenico. Finita la visita dei monumenti abbiamo salutato la
guida e siamo andati in diversi negozi di souvenir. Verso
le 17,30 gli autobus ci stavano aspettando e alle 19,15
siamo arrivati a Fiumefreddo stanchi ma felici, poiché
abbiamo imparato divertendoci !
Alessio Margherita
2ªD
3° NUMERO
S C HO O L N E WS
PAGINA 21
DALLA VALLE DEI TEMPLI ALLA CASA
DI PIRANDELLO …
UNA MERAVIGLIOSA GIORNATA AD
AGRIGENTO
Giorno 19 aprile 2010 non è stata una giornata come tutte le
altre perché noi ragazzi della 3°E, insieme a tutte le altre classi
terze, abbiamo preso parte alla visita di istruzione guidata ad
Agrigento, luogo in cui è nato il grande scrittore Luigi Pirandello. La mattina ci siamo radunati alle ore 7.15 per la partenza
e dopo circa tre ore e mezza di viaggio siamo arrivati ad Agrigento. Qui abbiamo incontrato la nostra guida che ci ha accompagnato alla scoperta dell‟antica città greca chiamata originariamente Akragas, dal nome del fiume che scorreva nella fertile
vallata. La prima tappa è stata la Valle dei Templi, un sito archeologico davvero fantastico, che fa parte del Patrimonio
mondiale dell‟UNESCO. All‟interno della valle abbiamo visitato la necropoli e diversi templi ricchi di decorazioni doriche,
che anticamente servivano per i sacrifici degli animali. Il primo
tempio che abbiamo ammirato è stato il tempio dedicato alla
moglie di Zeus, donna-simbolo della fertilità e della famiglia;
poi abbiamo percorso una caratteristica strada, tutta circondata
da antichi alberi di ulivo un tempo considerati sacri, nella quale
erano ancora evidenti resti di antiche tombe bizantine scavate
nella roccia, risalenti al 600 d.C. Camminando, camminando…
siamo arrivati ai piedi dell‟imponente tempio della Concordia
risalente al V secolo a. C., simbolo della Valle dei Templi, anche per il suo ottimo stato di conservazione; in epoca romana fu
trasformato in chiesa cristiana e, pertanto, fu privato di tutti i
decori tipicamente greci, fino a riprendere la sua funzione di
origine dopo alcuni decenni. Questo tempio non è dedicato ad
una precisa divinità, ma deve il suo nome ad una antica lastra di
marmo con la scritta “Concordia”, ritrovata durante recenti
scavi archeologici nella zona. Proprio in quei giorni all‟interno
era stata allestita una mostra di arte contemporanea e così abbiamo avuto l‟opportunità di vedere la mostra e visitare il tempio anche dall‟interno. Dopo un paio di minuti, ci siamo diretti
verso l‟ultimo tratto della Valle, chiamato Olympeion; qui
abbiamo potuto osservare la statua di Telamone, una scultura maschile, a tutto tondo, impiegata come sostegno
spesso in sostituzione delle colonne. Il tempio di cui oggi
rimangono solo pochi resti ma che conserva la sua magnificenza è il Tempio dedicato a Giove: anticamente era il
tempio più grande della Valle ma, quando i Cartaginesi si
sono introdotti nell‟isola, hanno devastato i templi e portato con sé gran parte delle sculture e dei fregi che componevano il tempio. Circondato da un magnifico panorama
di ulivi si scorgeva a pochi metri di distanza il vero emblema di Agrigento e della Sicilia turistica: il Tempio di
Castore e Polluce o dei Dioscuri del quale rimangono solo
quattro colonne. Dal momento che si era fatta già ora di
pranzo, abbiamo consumato la nostra colazione a sacco e,
dopo esserci rilassati un pò, siamo risaliti sul pullman e ci
siamo diretti verso la casa di Luigi Pirandello, situata in
una contrada chiamata CAOS, perché rispecchiava i rumori della città. La casa-museo del grande scrittore nostro
conterraneo era strutturata su due piani e ogni stanza raccoglieva materiale scritto ed iconografico: documenti,
manoscritti, edizioni di testi romantici e teatrali, foto di
famiglia, ritratti dello scrittore e dell‟attrice che accompagnò l‟ultima fase della sua vita, Marta Abba. Un piccolo
sentiero, dietro la casa, portava al pino, a lui tanto caro
perché era il luogo in cui amava soffermarsi a pensare, a
dipingere, a riposarsi e a scrivere agli amici; ai suoi piedi
è conservata l‟urna con le ceneri di Pirandello, ma del
grande albero non rimane più nulla in seguito ad un maremoto. Vedere i luoghi in cui Pirandello ha vissuto parte
della sua vita ci ha sicuramente aiutato a comprenderlo
meglio, a riflettere sul suo modo di vivere e sul modo in
cui ha deciso di essere sepolto. Questa visita d‟istruzione
guidata ad Agrigento è stata indimenticabile poiché ci ha
permesso di scoprire bellezze archeologiche, di conoscere
la terra e i luoghi in cui è nato e si è ispirato il nostro scrittore e poeta conterraneo Pirandello e perché ci ha dato
anche l‟occasione di divertirci e trascorrere tutti insieme
una bella giornata.
Giulia Circhirillo, Giulia Trippiedi, Chiara Gambacorta,
Rita Gambino, Rosella Tomarchio, Leonardo Torrisi
e Laura Tropea
3ªE
P A G I NA 2 2
S C HO O L N E WS
AL MUSEO DEL CINEMA
E DELLO SBARCO
Giorno 12 Maggio 2010, noi alunni delle
classi 3ªA, 3ª E e 3ªF, accompagnati dalle
nostre insegnanti di lettere, ci siamo ritrovati
alla stazione ferroviaria di Fiumefreddo per
andare alle Ciminiere di Catania dove si trova
il Museo dello Sbarco e il Museo del Cinema.
Questa visita d‟istruzione guidata è stata diversa rispetto alle altre perché siamo partiti
in treno e non in autobus, come facciamo di
solito; alcuni di noi non avevano ancora fatto
l‟esperienza del treno ed erano davvero entusiasti anche perché con il treno siamo arrivati
velocemente a destinazione. Non appena scesi
alla stazione di Catania, abbiamo continuato a
piedi fino alle Ciminiere. Entrati nell‟area
museale, le guide ci hanno divisi in due gruppi, e mentre un gruppo visitava il Museo dello
Sbarco, l‟altro visitava quello del Cinema, e
viceversa. Con il nostro gruppo, formato
dalla 3ª E e 3ª F, siamo andati prima al Museo
dello Sbarco, che ci ha molto interessati, perché ha cercato di farci vivere le sensazioni
che provavano i civili e i militari durante la
guerra.
Appena entrati, una guida ci ha fatto accomodare dentro una sala dove un breve filmato
descriveva le fasi iniziali della Seconda Guerra Mondiale, dall‟invasione della Polonia da
parte di Hitler alla conquista della Sicilia da
parte degli Alleati. Abbiamo potuto vedere
come gli americani attraverso l‟operazione
“Husky”, nome in codice dato allo sbarco in
Sicilia, avvenuto il 10 luglio 1943, dalle coste
dell‟Africa Settentrionale sono passati nella
nostra isola e dopo averla liberata dal regime
fascista, sono risaliti lungo lo stivale per liberarci del tutto dai regimi totalitari del Fascismo e del Nazismo.
Successivamente
un‟altra guida ci ha fatti passare sotto un
grande arco e improvvisamente ci siamo ritrovati in un ambiente tipico degli anni‟30 -‟40,
una piazzetta circondata da tanti edifici: la
sede del partito, alcune case … tutto quasi
interamente di polistirolo, mentre il pavimento era fatto di vetro resina per richiamare i
basolati lavici tipici delle strade siciliane.
Le abitazioni che davano sulla
piazzetta avevano al loro interno mobili e impianti elettrici del „900; sul
muro della sede del partito era ben
visibile il motto fascista “Credere,
obbedire e combattere” firmato da
Mussolini in persona; sulla balconata
della residenza del podestà
(corrispondente all’attuale sindaco)
spiccava la bandiera italiana del tempo, il tricolore con al centro lo stemma sabaudo.
Nella piazzetta vi era anche una bacheca con dei giornali appesi a dei fili
che faceva pensare alla nostra attuale
edicola; lì erano esposte copie originali dei giornali d‟epoca e la guida ci
ha spiegato che quello più diffuso era
“La Domenica del Corriere”.
Sempre sulla piazzetta si affacciava
anche una merceria, quella che noi
oggi, in siciliano, chiamiamo “putia”,
ovvero una bottega in cui si trovava
un pò di tutto: dal cibo ai bottoni.
Girando lo sguardo si notava anche
una stalla o armeria, con un carretto e
un asino; c‟era anche una sartoria,
perché allora non esistevano i negozi
di abbigliamento come oggi e la gente andava a farsi confezionare i vestiti
direttamente dalla sarta.
La guida ci ha spiegato che a quei
tempi la gente possedeva solo due
abiti: uno per l‟inverno e uno per
l‟estate, anche se in realtà si trattava
dello stesso vestito a cui si aggiungeva uno strato di stoffa per farlo più
pesante.
Infine, un‟altra abitazione tipica su
quella piazzetta era una casa popolare,
con lo studio e una camera da letto.
Lasciata la piazzetta e le abitazioni
tipiche che la circondavano siamo
passati in un ambiente più buio, a
questo punto la guida ci ha spiegato
che quella penombra rappresentava la
notte, perché durante la guerra la gente doveva tornare a casa prima del
tramonto, alle 17.00 in autunno e in
inverno, e alle 19.00 in primavera e
in estate e fino all‟alba non poteva
uscire o accendere alcuna luce: era
3° NUMERO
il coprifuoco.
La guida ci ha spiegato che la sera
bastava una sola luce accesa per far
sì che i nemici trovassero con facilità il punto su cui sganciare le
bombe e un bombardamento consisteva in circa venti bombe lanciate su un bersaglio per cui tanti erano i morti e grande la distruzione
che ne veniva.
Mentre la guida finiva la sua spiegazione, improvvisamente abbiamo
sentito suonare una sirena: era
l‟allarme tipico del periodo di guerra che annunciava l‟imminente
bombardamento e incitava la corsa
dei civili nei rifugi antiaerei; a quel
punto anche noi come le persone di
un tempo siamo entrati nel rifugio,
anch‟esso ricostruito ad opera
d‟arte e abbiamo provato in prima
persona cosa vuol dire subire bombardamenti.
Ci siamo seduti con le spalle al
muro e ad un certo punto si è sentito il rumore dei bombardamenti e
si son sentite tremare le mura del
rifugio.
In quel trambusto abbiamo udito
voci di donne che esprimevano in
dialetto la loro paura, abbiamo sentito il tonfo degli ordigni e in noi si
è riprodotta parte della paura che i
nostri bisnonni e nonni hanno provato durante la guerra.
La guida ci ha spiegato che lì dentro potevano ritrovarsi ammassati
più di 80 persone fino a 12 ore,
senza potere uscire perché, se
qualcuno fosse andato fuori, avrebbe messo a rischio la vita di molti,
quindi spesso si preferiva far morire asfissiato qualcuno piuttosto
che mettere a repentaglio la vita di
tutti; inoltre, si poteva anche venire uccisi a causa dei violenti
scossoni provocati dalle bombe
cadute vicine. Ad un certo punto,
finito il bombardamento, suonava
la sirena del “via libera” e così è
stato anche per noi che, usciti dal
3° NUMERO
Rifugio, ci siamo ritrovati in un‟altra ricostruzione d‟epoca: intorno a noi la piazzetta, le case e i negozi che prima avevamo
visto erano distrutte.
La guida ci ha detto che le schegge delle
bombe potevano arrivare fino ad un raggio
di 6 metri da dove cadevano perché
contenevano, oltre all‟esplosivo, anche
palle di ferro, pezzi di vetro e schegge di
legno, che potevano ferire mortalmente a
grandi distanze.
Dopo questa simulazione abbiamo continuato il nostro giro autonomamente
all‟interno del Museo dello Sbarco, insieme alla nostra insegnante; passando di
stanza in stanza, alle pareti potevamo osservare degli schermi sui quali venivano
proiettate immagini e video dei soldati
americani durante lo sbarco e delle città
siciliane devastate dalla guerra e dai bombardamenti. Una delle cose più interessanti
che abbiamo potuto osservare è stato il
bassorilievo in 3D che faceva vedere la
Sicilia che in 39 giorni veniva liberata dai
fascisti e dai nazisti, grazie all‟aiuto degli
Alleati.
Poi, mentre percorrevamo i tanti corridoi,
abbiamo potuto osservare ed ammirare le
armi, le divise, le bombe e i vari oggetti
utilizzati durante la guerra.
Successivamente ci siamo trovati di fronte
ad un bunker e abbiamo potuto osservare
come sparavano i soldati durante le invasioni aeree e marittime.
Siamo così passati al piano superiore, dove
abbiamo visto tante ricostruzioni in miniatura dei piani d‟attacco; infine, abbiamo
potuto osservare le statue di cera del presidente americano Roosevelt, del primo ministro Churchill, di Vittorio Emanuele III,
di Mussolini e di Hitler, il quale era rappresentato con il suo libro: il Mein Kampf
“la mia battaglia”.
Tutte queste statue erano molto realistiche,
così
come
le
riproduzioni
dell‟accampamento in cui il generale Giuseppe Castellano e il comandante Bedell
Smith hanno firmato l‟armistizio tra italiani ed americani, e anche la ricostruzione
di scene in cui i volontari della Croce
Rossa italiana curavano i feriti. Il nostro
cammino lungo il Museo dello Sbarco si
è concluso con l‟immagine molto suggestiva del cimitero inglese che si trova alle
porte di Catania e, al centro della stanza,
c‟era un monumento che rappresentava un
soldato morto in guerra e, davanti a questa
statua, un monitor su cui scorrevano e
venivano pronunciati ad alta voce i nomi di
tutti gli eroi che hanno perso la vita in
guerra, combattendo per la loro patria. Ciò
che ci ha colpito particolarmente è stata la
frase del Papa Giovanni XXIII che ricorda
P A G I NA 2 3
S C HO O L N E WS
bene più prezioso. Uscendo dal Museo
dello sbraco abbiamo continuato la nostra visita d‟istruzione didattica verso il
Museo del Cinema, invenzione tipica del
novecento che ha consentito sicuramente
di accentuare la propaganda e
l‟informazione a quei tempi oltre che il
piacere di un bel film. La guida che ci ha
accompagnato nell‟altro percorso museale ci ha mostrato immediatamente quattro cineprese, di cui la prima, creata dai
fratelli Lumière, inventori del cinema. In
seguito abbiamo visto una scultura donata appositamente al museo da un artista
francese.Nella seconda sala ci è stato
mostrato anche un filmato che raccontava la storia delle immagini dalla preistoria fino ai giorni nostri. Dopo la guida
aprendo dei portelli con su scritte delle
date ci ha fatto scorrere rapidamente i
progressi che il cinema ha fatto negli
anni fino ad oggi: dal bianco e nero al
colore, dal muto al sonoro, fino ad arrivare agli odierni film realizzati interamente in digitale.
Dopo aver attraversato il corridoio
dell‟evoluzione cinematografica, siamo
entrati in una stanza con delle poltrone,
dove abbiamo assistito ad un interessante e divertente filmato, presentato da
Lando Buzzanca, che ribadiva in modo
simpatico il cambiamento del cinema.
Infine abbiamo visto la casa del Cinema,
cioè dei set cinematografici quali: la
cucina, il bar, la stanza da letto, il bagno,
lo studio, il soggiorno e la biblioteca.
All‟interno di questi ambienti c‟erano
schermi posti sui luoghi più inaspettati,
come all‟interno dei piatti, dentro le
vasche da bagno e sulle cucine; su
questi schermi andavano in onda
spezzoni di film a tema. Infine, la
guida ci ha portati a visitare un‟
officina cinematografica e qui si è
concluso il nostro percorso.
Questa esperienza è stata davvero
interessante: si è trattato di due
musei molto diversi ma vicini nel
tempo ed entrambi specchio di
un‟epoca di distruzioni e nuove
scoperte o invenzioni. Ci siamo resi
conto di come la scienza umana sia
stata capace di inventare bombe e
armi sempre più micidiali con cui
sono stati massacrati milioni di
innocenti ma è stata anche capace
di dar vita a quel grande schermo di
cui oggi non potremmo fare a meno
e che ci affascina con le molteplici
trame e i suoi effetti speciali. Verso
le 12.15 le nostre insegnanti ci hanno portato al bar per rilassarci un
po‟ prima di andare alla stazione
dove abbiamo ripreso il treno per
Fiumefreddo. Quest‟esperienza è
stata bella, unica e originale, perché, oltre ad averci dato la possibilità di approfondire gli argomenti
studiati e le nostre curiosità sul
cinema, ci ha fatto ricordare, come
diceva Papa Giovanni XXIII, che
“… la pace è il bene supremo.
Dimenticarlo è una vera follia”.
Circhirillo Giulia, Di Bella Salvo
Lo Giudice Paola, Nobile Giulia
Patanè Chiara e Trippiedi Giulia
3ªE
3 ° NU ME R O
S C HO O L N E WS
P A G I NA 2 4
DAL PANE AL LATTE D’ASINA
Giorno 14 maggio 2010, noi alunni delle classi 1ª C e 1ª G, insieme ai
bambini della scuola dell‟infanzia, siamo andati in gita d‟istruzione a
Viagrande e a Zafferana. A Viagrande abbiamo visitato l‟Azienda Blandano dove abbiamo fatto il pane. Prima ci hanno fatto lavare le mani e
poi su un lungo tavolo abbiamo impastato la farina, il lievito e un pizzico di sale con l‟acqua. Dopo abbiamo fatto le pagnottelle e la signora,
che ci spiegava come fare, le ha infornate in una teglia. Infine abbiamo
mangiato le pagnottelle calde che avevamo fatto noi. Tutti i bambini,
per il pranzo, abbiamo mangiato al ristorante insieme alle nostre maestre. Dopo il pranzo siamo saliti sul pullman e siamo andati ad Asilandia. Quanti asini! Abbiamo visto e imparato tante cose. Un signore ci ha
spiegato come si munge il latte dalle mammelle dell‟asina. C‟erano due
grandi asini: uno marrone e uno bianco che hanno portato tutti noi, a
due a due, a fare un giro sulla loro schiena. Abbiamo pure accarezzato
gli asinelli di pochi mesi che erano tanto carini e buoni. Poi siamo andati a Zafferana a gustare i dolcini da “donna Peppina”. Alla fine siamo
risaliti sul pullman per tornare a casa. Tutti eravamo contenti per la bella gita.
Beccaria Davide, Zinno Flavio 1ª C
De Salvo Federica, Di Bella Francesco 1ª G
Scuola primaria
IL CATANIA CALCIO...
LA SQUADRA ETNEA
RESTA IN SERIE A
Il calcio a Catania fece la sua comparsa nei primi anni del 900 e le
prime partite si svolsero nel piazzale
della villa Bellini. La prima squadra
si chiamò Pro Patria e fu fondata nel
1908 da Tano Ventimiglia. Nel
1910 la Pro Patria assunse una nuova denominazione “ Unione Sportiva Catanese”. Durante il fascismo la
squadra cambia nome e si chiama
Associazione Fascista Calcio Catania. Finita la seconda guerra mondiale nel 1946 nasce il Club Calcio
Catania che fa rinascere la squadra,
tanto che nel corso del campionato
del 1947-1948 ottiene la promozione in serie B. Dopo alcuni anni in
serie B, nel 1953-1954 passa alla
massima serie, anche se però l‟anno
successivo, a causa di uno scandalo
di corruzione, retrocede nuovamente in serie B. Nel 1973 subisce numerose sconfitte. Purtroppo un altro
brutto colpo si abbatte sul Catania:
la tragica scomparsa del presidente
Angelo Massimino, il vero grande
cuore della squadra di quegli anni,
L’UNITA’ CINOFILA
come dimostra il fatto che oggi lo
stadio è proprio a lui intitolato.
Quest‟anno il Catania ha cominciato
il campionato in sordina, rischiando
di retrocedere in serie B. Viste le
difficoltà iniziali il presidente Pulvirenti e l‟amministratore delegato Lo
Monaco
hanno
esonerato
l‟allenatore ed hanno comprato altri
giocatori. Nel giro di poche settimane la squadra si è ripresa risalendo
in classifica, dando ai tifosi catanesi
ancora una volta la soddisfazione di
restare nella serie A.
Martina Zinno , Isabella di Mauro,
Fabiola Panebianco,Chiara Liberatore, Vita Giulia Scuderi, Alessia
Casella e Valeria Squadrito
2ª C
L‟unità cinofila è un gruppo speciale dei carabinieri che combatte il crimine servendosi
dell‟aiuto di cani addestrati nel trovare droghe
e altre sostanze stupefacenti. Il primo Servizio
Cinofili dell‟Arma dei Carabinieri è stato fondato nel giugno del 1957, con sede a Firenze,
al fine di assicurare l‟impiego di carabinieri
conduttori e cani in attività di polizia giudiziaria, di ricerca e di soccorso. Un altissimo livello di addestramento ha mostrato al mondo intero come questa attività sia utile soprattutto nel
localizzare e seguire le tracce dei malviventi: i
cani si servono del loro infallibile fiuto per
localizzare su oggetti o persone anche labili
tracce di stupefacenti. Ma i cani sono indispensabili anche nell‟ispezionare boschi, luoghi
impervi, pericolosi o case isolate, nel cercare
persone disperse dopo calamità naturali, inseguire e bloccare malviventi in fuga, cooperare
alla sicurezza dei reparti dell‟Arma impegnati
in difficili condizioni ambientali, nonché ai
posti di blocco stradali, alla vigilanza degli
istituti di pena, a particolari servizi di scorta
valori. I criteri di “arruolamento” dei cani sono
particolarmente
accurati
e
scrupolosi,
l‟addestramento di questi preziosi animali viene infatti condotto senza soluzione di continuità sino a quando l‟addestramento per la loro
idoneità non ne determina il passaggio al ruolo
“di guardia” in caso di successo, se no, in caso
P A G I NA 2 5
S C HO O L N E WS
negativo, la riforma o – caso estremol‟abbattimento indolore. Le condizioni di
salute dei cani, oggetto di costante accertamento sanitario, sono curate attraverso
la razionale alternanza di lavoro e riposo,
l‟attenta igiene del corpo e un‟equilibrata
alimentazione.
ISLANDA: TUTTO
FERMO PER UNA
NUBE
Mattia Coco, Enzo D’Urso
e Samuele Leonardi
3ªF
LO SHOW DEI RECORD
Lo “Show dei record” è un programma
televisivo trasmesso su Canale 5 dal
2006, inizialmente condotto da Barbara
D‟Urso, adesso sostituita da Paola Perego, affiancata dal campione mondiale di
apnea
Umberto
Pellizzari
e
dall‟autorevole presenza del Giudice Ufficiale del Guinnes World record Marco
Frigatti che ha il compito di convalidare e
certificare il raggiungimento effettivo di
un nuovo record.
Nel programma si esibiscono, a volte in
sfide incrociate, personaggi che vogliono
ottenere un primato mondiale in qualche
impresa particolare.
Tra le tante “imprese” di questa edizione
che va in onda ogni sabato sera dal 27
marzo sono molte quelle che ci hanno
impressionato: Holly, il cane equilibrista
che camminando tra gli ostacoli riesce a
tenere in equilibrio sul capo un bicchiere
pieno d‟acqua; Ben Wallace che si è
esibito in un salto mortale con la sua
BMX; Josè Pintado, il bambino più bravo
del mondo a ballare il flamenco; le “All
Stars Cheerleader” che hanno lanciato in
aria una componente del loro gruppo
facendola arrivare ad un‟altezza di 5,20
m; Francisco Domingo, l‟uomo con la
bocca più grande del mondo capace di
contenere una lattina; Helmut Wirz,
l‟uomo più anziano del mondo a praticare
Bungee Jumping e Sara Paddy Jones che
è la donna più anziana a praticare salsa
acrobatica.
Altri personaggi si sono cimentati in prove di abilità, forza a coraggio, come
quell‟uomo che riusciva a tenere in bocca
una scolopendra viva o un altro che riusciva ad immergere le mani nell‟olio bollente senza scottarsi. Anche personaggi
noti dello spettacolo hanno accettato alcune sfide e vogliamo qui ricordare il
conduttore Paolo Bonolis che è entrato
nel Guinnes dei Primati per essere riuscito a pronunciare in un minuto oltre 200
parole. Altri concorrenti hanno invece
conquistato il primato per le loro caratte-
3° NUMERO
ristiche: Kaghendra Thapa Magar con i
suoi 56 cm di altezza è il teenager più
basso del mondo, il record al femminile
spetta alla sua coetanea Jyoti Amge la
quale raggiunge appena i 50 cm di altezza. Al contrario, il teenager più alto del
mondo è Branden Adams che è alto
2,45m, mentre l’uomo a detenere lo
stesso record per l‟altezza è Sultan Kosen di 2,48 m.
Un ricordo particolare lo vogliamo dedicare a chi era diventato il simbolo della
trasmissione, il piccolo Pingping,
l‟uomo più basso del mondo che è venuto improvvisamente a mancare all‟età di
22 anni durante la registrazione di una
puntata della trasmissione.
A noi questo programma piace tantissimo perché, intrattenendoci in modo simpatico e divertente, ci fa vedere come la
natura riesca a creare persone con caratteristiche e capacità straordinarie.
M. Cristina Aricò, Zefira Sfilio,
Rosylenia Monte, Juliana Olariu
e Federica Russo
3ªF
Giorno 15 Aprile 2010 è iniziato
l‟incubo per milioni di passeggeri
che si sono ritrovati bloccati negli
aeroporti di mezza Europa.
Tutto è successo a causa di una nube
di cenere emessa dal vulcano islandese Eyjafjallajokull.
Il vulcano non era attivo da più
di un secolo e l‟ultima eruzione risale al 1823, nel corso di questi anni al
di sopra del vulcano si era formato
un ghiacciaio.
L‟eruzione
ha
provocato
l‟innalzamento di una nube di cenere
vulcanica e di lapilli. Le compagnie
aeree hanno dovuto cancellare moltissimi voli per garantire la massima
sicurezza ai passeggeri poiché la
polvere avrebbe potuto portare notevoli danni ai motori degli aerei.
L‟interruzione dei voli era obbligatoria !
Gli unici voli autorizzati sono stati
esclusivamente quelli di massima
emergenza.
I passeggerei sono costretti a dormire
accampati negli aeroporti o a trovare
altre alternative al viaggio, anche se
la Protezione Civile aveva già provveduto allestendo alcune brandine
per i viaggiatori.
In molti hanno preso d‟assalto le
biglietterie ferroviarie soprattutto per
le destinazioni settentrionali, sperando di poter continuare il loro viaggio.
I disagi non si sono presentati solamente per i viaggiatori ma anche per
le compagnie aeree che dovendo
cancellare numerosi voli hanno ricavato meno profitto.
I voli cancellati sono stati circa
17.000 su 22.000 (tra cui in Italia
455 a Malpensa, 200 a Linate, 462 a
Fiumicino e Ciampino).
Inoltre addetti ai bagagli e controllori
dei varchi sono stati messi in ferie o
in cassa integrazione.
Ma niente paura! A tutti è stata promessa la riprogrammazione del viaggio entro il 31 maggio o il rimborso
totale del biglietto in caso di rinuncia
al viaggio.
Ma c‟è stato troppo allarme? Probabilmente quella dell’Etna sì che
era stata una nube seria !
Curcuruto Giulia
2ªE
3 ° NU ME R O
S C HO O L N E WS
P A G I NA 2 6
LA PARODIA DEI PROFESSORI
UN ANNO SCOLASTICO A GONA
Ecco entra la Favosi ,
con quegli occhi minacciosi.
Adesso arriva la Gambino
che ci dà sempre un aiutino.
Ed ecco che inizia con una preghiera
la lezione del professore Guarrera.
Poi c’è anche il professore Sapenza
che non c’è mai perché in partenza,
e proprio oggi la Bonanno
ha festeggiato il suo compleanno.
Guarda, guarda la Contarino
che sta coltivando un bel semino!
La più giovane è la Sunna
che sembra quasi un’altra alunna.
Ecco che si fa avanti la Picciolo
che non ha nemmeno un ricciolo.
Poi c’è la Correnti
e per fortuna siam tutti sorridenti.
Infine abbiamo la professoressa La Spina,
la nostra cara e dolce nonnina.
Dopo i tre mesi di spensierate vacanze, qualche giorno prima del
nostro ritorno a scuola, una comunicazione inaspettata della preside ai nostri genitori li avvertiva che a causa della ristrutturazione
della scuola media le sezioni C e F si sarebbero dovute trasferire
momentaneamente nella sede del plesso Gona.
All‟ inizio l‟ idea di lasciare la sede centrale non ci andava giù, ma
non eravamo noi che decidevamo, era così e basta e non potevamo
opporci, ed è stato meglio così, perché non potevamo mai immaginare cosa ci saremmo persi.
Il primo giorno di scuola non entrammo al solito orario, le 8.30,
ma alle 8.40 anche se poi saremmo usciti alle 13.40 , sia per dare
il tempo ai professori di spostarsi da un luogo a un altro, sia per il
pulmino che doveva portarci e riprenderci al termine delle lezioni.
La scuola era molto piccola come lo erano le classi, specialmente
per noi, abituati ad aule immense; ma chi l‟ avrebbe mai detto che
in una scuola così piccola oltre ai tanti svantaggi come non poter
andare in aula informatica, non poter fare educazione fisica con gli
attrezzi, abbiamo trovato altrettanti vantaggi ? Infatti possiamo
passare la ricreazione all‟ aria aperta tranne quando ci sono giornate fredde e piovose, durante le quali siamo obbligati a passarle in
classe ma comunque è una ricreazione divertente e movimentata;
un‟ altra cosa simpatica di Gona è “ l‟ orto del professore Leonardi” che all‟ inizio dell‟ anno, grazie ad un progetto fatto per alcuni alunni , ha creato un piccolo orticello, dove sono stati piantati
finocchi ,broccoli ed altre verdure.
Tutti noi abbiamo visto crescere a poco a poco queste piantine ed
oggi sono ottime verdure, ed è veramente simpatico e divertente
vedere ogni tanto i professori andare a casa con le borse con le
verdure fresche.
Quello che ci piace di questa scuola è anche la confusione che si
crea all‟ uscita perché tutti corrono o perché vogliono prendere il
gelato o perché non vedono l‟ ora di andarsene a casa …
Si dice che quando qualcuno si annoia il tempo sembra fermarsi
ma quando qualcuno invece si diverte il tempo passa in un lampo,
come quest‟ anno passato a Gona che sicuramente ricorderemo
come un bellissimo anno trascorso velocemente.
Emmi Federica, Pernicano Maria,
Blanco Sara e Centorrino Simone
1ªE
“ADDIO, SCUOLA MEDIA”
Cara Scuola Media,
ormai manca davvero poco alla fine della nostra
“avventura” insieme... Sembra ieri quando per la prima
volta entrammo nella tua “casa”: eravamo spaesati, tristi
per aver lasciato le nostre maestre e i compagni delle
scuole elementari, spaventati da tutte le
“novità” (insegnanti, compagni, materie) che ci aspettavano. Sono passati tre anni e i bambini impauriti di I
media hanno lasciato il posto ai ragazzi di III media che,
tra interrogazioni, compiti, successi e insuccessi, risate,
pianti, scherzi, litigi, amicizie nate, tradite e perse, sono
sicuramente diventati più determinati e maturi.
In questi tre anni quante cose sono cambiate anche tra
noi…: dal primo anno, quando ancora non ci conoscevamo tanto bene e non riuscivamo ad andare tutti
d‟accordo, al terzo anno, quando possiamo proprio dire
di essere veramente una bella classe unita, che sa divertirsi insieme , incoraggiarsi, se necessario, e -perché no?
- litigare per poi fare subito pace! fare subito pace! Eh
sì, ci mancherà proprio ogni cosa, dai banchi pieni di
scritte e graffi, ai muri appena imbiancati ( che siamo
riusciti a non sporcare!!!), dai corridoi alle aule, dai
Classe 2ªC
amati bidelli con i loro sorrisi, le loro urla e le loro parole di conforto, ai professori, dai più ai meno bravi, dai più severi ai più
comprensivi, dai più antipatici ai più simpatici a…quelli ( per fortuna pochissimi) di cui non conserveremo affatto un bel ricordo.
Adesso è ora di guardare avanti, iniziare una nuova avventura, ma
ogni momento, bello e brutto, trascorso assieme è ben conservato
nel nostro cuore…
Addio Scuola Media!
Landro Rachele, Lombardo Antonio,
Mauro Laura, Melita Enrica,
Patanè Lidia, Vasta Michele e
Vecchio Irene
3ªA
P A G I NA 2 7
ESAMI?...NO, GRAZIE !
L‟anno scolastico sta per finire e gli
esami di terza media stanno per arrivare… Quale alunno di terza non ha
mai pensato con un minimo di preoccupazione al momento degli esami di
licenza media?
E come non pensarci d‟altra parte? A
scuola, dall‟inizio dell‟anno scolastico i professori ce lo ricordano, a casa, a quelli di noi meno studiosi, i
S C HO O L N E WS
genitori non fanno altro che ripetere
“studia, quest‟anno hai gli esami”e,
quanto a quelli di noi più studiosi e diligenti…ci pensiamo spesso da soli!! In
effetti sono i nostri primi “esami ufficiali” ( in V elementare non ne abbiamo
fatto) e, come se questo non bastasse,
hanno aumentato le prove scritte: dai tre
scritti di una volta ai cinque di ora, prove Invalsi incluse! Così un po‟ di tensione è inevitabile: paura di dimenticare
tutto, di fare brutta figura, di sbagliare…
Forse, però, come dice una nostra com-
CRESCERE …
DENTRO LA SCUOLA
Il nostro Istituto comprensivo per il
secondo anno consecutivo ha promosso ed attuato il Progetto
“Crescere dentro la scuola”.
Il Progetto ha visto coinvolti soltanto
gli alunni frequentanti la terza media,
utilizzando la flessibilità oraria.
La prerogativa principale del progetto
sta nel proporre delle attività di recupero delle situazioni di svantaggio,
con interventi diversificati e specifici
riguardanti l‟area linguistica, scientifica e tecnologica, attraverso una
didattica laboratoriale.
Quest‟anno il progetto ha avuto inizio
nel mese di novembre e si è concluso
nel mese di maggio; i ragazzi individuati a parteciparvi sono stati 23.
Essi hanno avuto la possibilità e
l‟opportunità di poter recuperare in
parte e migliorare le proprie conoscenze disciplinari e di acquisire nuove competenze; ciò ha avuto ricadute
positive anche sulla didattica quotidiana. Gli alunni hanno frequentato
con maggiore assiduità ed interesse,
si sono integrati maggiormente nel
contesto classe, hanno avuto la possibilità di scoprire capacità ed abilità a
loro stessi sconosciute.
Mediante le attività laboratoriali si è
voluto dare particolare risalto alla
conoscenza e allo studio del territorio
(la Riserva) ed in particolare alla lavorazione del papiro.
Questo laboratorio ha particolarmente
incuriosito
ed
attirato
l‟attenzione degli alunni: l‟attività
svolta ha favorito sia la ricerca storica
con l‟allestimento di cartelloni, sia il
lavoro prettamente pratico con la
lavorazione della carta papiro, dalla
pianta al
3° NUMERO
pagna- bisogna affrontarli con un
“atteggiamento sportivo” pensando
che sono la tappa finale di un campionato durato tre anni, che abbiamo
giocato, chi più chi meno, con lealtà,
impegno e serietà e quindi…
comunque vada ( speriamo al meglio!) sarà un successo!!!
Ciancio Lorenza, Di Bernardo
Marta, Mavilia Aurora
e Tabuso Gabriele
3ªA
LEGGERE GIOCANDO
A conclusione del progetto lettura
“Leggere giocando”, il 12 giugno 2010,
nel plesso di via Badalà, è stata allestita la
mostra dei libri realizzati dagli alunni, alla
presenza del Dirigente Scolastico e dei
genitori.
Il progetto ha coinvolto gli alunni delle
classi IV C e IV G, in attività laboratoriali
di lettura animata e costruzione di libri con
tecniche tridimensionali.
Attraverso tali attività gli alunni hanno
sperimentato l‟utilizzo di linguaggi verbali
e non verbali e sviluppato la capacità di
progettazione autonoma, al fine di divenire lettori motivati e consapevoli che la
lettura è uno strumento di cultura e che ”i
libri sono ali che aiutano a volare”.
Scuola Primaria
foglio da utilizzare, attraverso il taglio dei listelli, il loro ammorbimento
nell‟acqua, la pressatura e l‟utilizzo
finale del foglio.
I lavori realizzati dai ragazzi sono
stati presentati durante la manifestazione finale dei Progetti scolastici.
3° NUMERO
S C HO O L N E WS
P A G I NA 2 8
IL NOSTRO SALUTO A
BADEGUL
ALLA SCOPERTA DEI
SAPORI DEL MONDO
Giovedì 25 Marzo è stato per tutti noi,
alunni di Badegül, un giorno molto emozionante perché abbiamo preso parte,
assieme ai nostri genitori, alla manifestazione finale organizzata in suo onore nel
plesso di Liberto. All‟inizio tutti siamo
andati da lei per farci fare un autografo,
poi la Preside ha dato inizio alla manifestazione dicendo che prima che arrivasse
Badegül, tutti erano molto preoccupati
per la nuova esperienza che stava per
iniziare, ma poi, quando Badegül è arrivata, si sono accorti che non c‟era bisogno di aver paura. Poi la Preside ha passato la parola alla prof.ssa Vasta, che ha
detto che è stato talmente bello avere
Badegül con noi che anche se non parlava inglese si capivano lo stesso. Successivamente ha parlato la maestra Vera, la
quale ha spiegato cos‟è il progetto Comenius e ha raccontato delle innumerevoli esperienze di Badegül con noi e con
le altre classi. Infine abbiamo sentito il
discorso di Badegül, ma non era un normale discorso per lei, era in italiano!
Piangendo ha ringraziato tutte le persone
che l‟hanno accolta e che l‟hanno voluta
bene. Subito dopo Badegül ha tagliato il
nastro e tutti siamo entrati a vedere la
mostra, ricca di cartelloni sulla Turchia
fatti durante le lezioni d‟inglese, e di
origami, costruiti dagli alunni con Badegül durante le lezioni di arte. In mezzo ai
cartelloni, spiccava la rossa bandiera
turca, quella che Badegül appendeva alla
parete della nostra classe durante le sue
lezioni. All‟improvviso la maestra Vera
ha attivato il computer e con un proiettore abbiamo visto immagini e video che
testimoniavano il nostro grande lavoro
in questi sei mesi con Badegül e tutte le
esperienze da lei fatte. È stato un momento molto emozionante anche perché
ognuno di noi si riconosceva nelle proiezioni! Finite le immagini, siamo andati
in palestra dove al centro c‟era un tavolo
pieno di dolci preparati dalle mamme di
ogni bambino presente e lì ci siamo un
po‟ tutti rilassati dopo la grande emozione provata. Poi ognuno di noi è tornato a
casa. Siamo stati molto felici di conoscere Badegül e siamo tutt‟oggi tristi per la
sua partenza. Ma non dimenticheremo
Due volte alla settimana, noi alunni di 3ª
C, ci siamo riuniti insieme alla maestra
per attuare il progetto interculturale che
riguardava gli usi e i costumi dei popoli
del Mediterraneo.
La maestra ci ha detto che si possono
conoscere le diverse culture anche attraverso la cucina. Infatti per mezzo delle
ricette di cucina siamo volati da un paese
all‟altro.
Siamo stati in Egitto con il pane di Kamut, abbiamo iniziato ad impastare la
farina con il lievito e siamo riusciti a fare
il pane.
Dopo la maestra lo ha messo dentro il
forno e mentre cuoceva ci ha mostrato
sulla cartina geografica dove si trova
l‟Egitto e ci ha parlato del Kamut.
mai ciò che grazie a lei e alle nostre
insegnanti abbiamo imparato: tra due
popoli anche molto lontani, con lingue
diverse e culture diverse, si può stabilire un forte legame. Ciao Bade, speriamo di vederti presto.
D. Brischetto, C. Ipsale, G. Selgi,
Sergi, G. Tricomi,
L. Sindona e F. Viali
Classe 5ª G
R.
Infine abbiamo scritto la ricetta sul nostro
quaderno di cucina e prima di andarcene
abbiamo sfornato il pane e l‟abbiamo
potuto assaggiare.
La maestra lo ha offerto anche ai nostri
genitori che l‟hanno gustato con piacere.
Così di ricetta in ricetta, abbiamo visitato
il Belgio con il “Merluzzo fresco alla
Fiamminga”, la Russia con la sua famosa
insalata, la Svizzera con i dolci di Pasqua
e tanti altri paesi con ricette facili e gustose.
Il nostro lavoro è stato documentato, oltre
che dai nostri quaderni, anche con delle
fotografie con le quali abbiamo realizzato
dei cartelloni che abbiamo esposto alla
Villa Comunale giorno 21 Maggio in
occasione del Recital “Mediterraneo,
crocevia di cultura”. Buon viaggio con
le nostre ricette e buon appetito!
Classe 3ª C
Scuola primaria
3° NUMERO
S C HO O L N E WS
P A G I NA 2 9
CONCORSO D’ARRIGO
“ MEDITERRANEO
CROCEVIA DI
CULTURE “
“SULLE ALI DELLA
LIBERTA’”
… Il concorso era diviso in due sezioni:
la prima riservata agli alunni esterni alla
nostra scuola che hanno partecipato con
lavori di grafica, prosa e poesia; la seconda riservata agli alunni della nostra
scuola che hanno partecipato soltanto
alla sezione di prosa e il 23 febbraio
2010 sono stati raggruppati in alcune
aule del nostro istituto e hanno svolto
un tema proprio sul concetto di diversità
spiegando, attraverso una lettera, una
pagina di diario o un racconto, le loro
idee e le loro esperienze personali.
Tutti i lavori, sia quelli della sezione
esterna sia quelli della sezione interna,
sono stati valutati da una giuria esterna.
Nella cerimonia di premiazione i vincitori delle scuole partecipanti hanno ricevuto diversi premi e riconoscimenti.
La cerimonia ha visto la partecipazione
di tutti gli alunni vincitori e dei rappresentanti delle scuole che hanno partecipato; dopo i saluti della nostra Preside,
Maria Luisa Leotta, la serata è iniziata
con l‟esibizione dei bambini della scuola dell‟infanzia che, sventolando delle
bandierine raffiguranti diverse nazioni,
hanno intonato il canto “Ho un amico in
tutto il mondo”.
Si è quindi proceduto alla premiazione
dei terzi e secondi classificati che hanno
ricevuto in premio una macchina fotografica e una videocamera digitali: per
la nostra scuola abbiamo avuto al terzo
posto un bambino di VG, Giovanni
Selgi, e al secondo posto Elenia Lombardo di 3ªB.
Un evento importante è stata la premiazione dell‟associazione ambientalista
“Greenpeace” per l‟attività di sensibilizzazione svolta nella nostra scuola e la
targa ricordo è stata consegnata dal Maresciallo dei carabinieri Rapisarda.
Successivamente sono state premiate
tutte le scuole partecipanti e sono stati
dati premi offerti dai vari sponsor alle
menzioni speciali della giuria.
I vari momenti sono stati piacevolmente
intervallati da canti del coro del nostro
istituto.
E a fine serata, dopo tanta attesa,
sono stati finalmente premiati i vincitori
di questa seconda edizione, per la
nostra scuola Enrica Melita di 3ªA che
ha vinto un notebook.
Per la premiazione finale sono saliti sul
palco, oltre alla nostra preside, il parroco
e le emozionatissime mamma e figlia del
grande Angelo D‟Arrigo.
La Preside ha infine salutato il pubblico
dando l‟arrivederci alla terza edizione di
questo concorso.
Nadia Laguzza
Rosylenia Monte
3ªF
… linguaggi verbali e non verbali. Il
“mare Nostrum” è stato presentato come ponte ideale tra Oriente e Occidente, punto di partenza e di arrivo di mercanti e di uomini di cultura, di viaggiatori e di emigranti disperati. Il Mediterraneo, infatti, con il suo mare, il suo
sole e la sua ricca vegetazione, i suoi
colori e i suoi molteplici sapori, riflette
una tradizione che si tramanda da secoli
e insegna a ciascuno di noi che “la diversità è un valore” e ogni cultura vive
di contaminazioni, di confronti e di
conflitti e l‟identità di un popolo, come
quella di una persona, si costruisce insieme a quella degli altri. Proprio questo è stato il messaggio che i nostri alunni hanno voluto trasmettere attraverso il Recital: attingendo a varie forme
linguistico-espressive, con canti, balli e
riflessioni di vario tipo, ci hanno voluto
far comprendere meglio che nella società multietnica in cui oramai viviamo,
tutti siamo chiamati ad avere atteggiamenti di maggiore rispetto e accoglienza verso “il diverso”, soprattutto perché
dobbiamo ricordarci che anche noi un
tempo siamo stati “stranieri” in terre
lontane e non è detto che ciò non possa
ancora accadere.
MANI E COLORI DEL MONDO
Venerdì 21 Maggio 2010, alla villa comunale di
Fiumefreddo di Sicilia, siamo andati a vedere la
mostra delle cose che abbiamo prodotto con le
nostre mani, da gennaio ad aprile, nel progetto
extracurriculare grafico-pittorico “Mani e colori
del mondo”. C‟erano le trecce che abbiamo costruito con la rafia e le coroncine che abbiamo
abbellito con fiori e nastrini colorati. C‟erano le
uova di polistirolo che abbiamo colorato con smalti e pennarelli. C‟erano i nostri barattoli di latta che, con la corda attorcigliata e l‟immagine di
animali e personaggi dell‟Africa, sono diventati un portapenne
etnico. C‟erano i nostri Tangram, antico gioco cinese, con i
quali abbiamo dato sfogo alla nostra fantasia. C‟erano i nostri
Mandala, uno diverso dall‟altro, e per questo erano bellissimi!
Abbiamo imparato a fare cose nuove provenienti da culture diverse dalla nostra. Ancora una volta la scuola ha contribuito alla
nostra crescita.
Classe 2ª G Scuola primaria
P A G I NA 3 0
S C HO O L N E WS
GEMELLAGGIO CON LA
SLOVACCHIA
In year 2008-2009 l‟I.C.G Verga took
part in numerous projects; including
PlayEenergy. The winners in this competition, in 2007 2008 were the student
Slovak of “Gymnàzium Malacky.
They contacted us trough e-mail written in English for the good results we
achieved. They attached to e-mail
some photos with some general information about them. After that the student of III B of the Giovanni Verga
institute replied to e-mail by sending
some personal informations about the
various students. Now we in the class
III B are waiting for some new letters !
In quest‟anno scolastico l‟I.C. “G.
Verga” ha partecipato a numerosi progetti, tra cui PlayEnergy. I primi classificati in questo concorso nel 20082009 sono stati gli alunni della scuola
slovacca “Gymnàzium Malacky, mentre i ragazzi della classe 3ªB dello
scorso anno hanno conseguito per il
loro lavoro una menzione speciale. Da
circa 4 mesi, siamo entrati in contatto
con questa scuola, la cui insegnante
prof.ssa Svetlana Raffayová ha inviato
3° NUMERO
alla nostra professoressa di scienzematematiche un’ e-mail in cui, dopo
essersi
presentata,
dava
la
disponibilità dei suoi ragazzi per
parlare e mettere a confronto
conoscenze ed esperienze.
Abbiamo
quindi
sfruttato
l‟opportunità di conoscere questi
nostri coetanei slovacchi ed è iniziata una interessante corrispondenza
che si è protratta nei mesi successivi
e che ancora oggi è in corso.
Da subito siamo stati molto entusiasti della disponibilità sia dei professori che degli alunni slovacchi facendo amicizia con loro tramite delle e-mail in lingua inglese in cui,
singolarmente,
ci siamo presentati, inviando materiale sulla nostra classe, cioè foto,
indirizzi facebook e indirizzi Live
Messenger.
Questa è stata una grande opportunità per noi per approfondire la lingua
inglese con la quale comunichiamo,
conoscere il loro metodo di studio e
il modo in cui nel loro Paese si sfrutta l‟energia.
Classe 3ªB
GEMELLAGGIO CON LA TURCHIA
Il nostro Istituto già dallo scorso anno è registrato sul portale
E
-TWINNING, la piattaforma ministeriale di scambio interculturale che consente di collaborare con scuole di altri paesi europei
ed extraeuropei mediante un gemellaggio elettronico, al fine di
condividere materiali e conoscenze varie.
Le richieste di partnerato sono state innumerevoli e probabilmente nel tempo ne accoglieremo altre ma al momento dal mese di
aprile 2010 nostro partner E-Twinning è divenuto l‟Istituto Gumuspala Primary School, che si trova a Istanbul in Turchia, si
tratta della scuola in cui è docente a tempo indeterminato
l‟assistente Comenius Badegul Eren che abbiamo avuto per sei
mesi ospite e docente nel nostro Istituto.
L‟accordo con la Gumuspala Primary School è avvenuto sulla
base del progetto Historical and Nartural Places in My City
che consentirà ai nostri alunni di tutti gli ordini si scuola di scambiare conoscenze e immagini con i ragazzi turchi in lingua inglese.
Lo scambio culturale avverrà sia mediante la creazione di ppt
sulle bellezze naturali e culturali del nostro territorio sia median-
te lettere, e-mail e quanto altro in lingua inglese al fine
di arricchire il patrimonio culturale dei nostri ragazzi
aprendoli ad una dimensione non solo europea ma anche
mondiale.
E-Twinning, infatti, è una forma di Comenius virtuale
che ha lo scopo di creare collaborazione e intercultura
tra alunni e docenti di varie nazioni.
3° NUMERO
S C HO O L N E WS
L’ESPERIENZA
TRIENNALE DEI PON
Da tre anni ormai i programmi operativi nazionali (i progetti PON) vengono
attuati nel nostro istituto con ottimi
risultati. Essi sono dei progetti finanziati con il Fondo Sociale Europeo ed
organizzati per migliorare le competenze del personale della scuola e dei docenti e per perfezionare le abilità dei
ragazzi e promuovere l'eccellenze. Nel
nostro istituto si portano avanti diversi
moduli: moduli d'Italiano che permettono ai ragazzi di studiare la lingua
italiana diversamente da come si fa in
classe; moduli di matematica che danno la possibilità ai ragazzi di lavorare
con i numeri in modo divertente ed allo
stesso tempo costruttivo. Il PON di
Francese, il Delf ,e quello di Inglese,il
Trinity, sono progetti che aiutano i
ragazzi a prendere maggior confidenza
con le lingue straniere. Il Trinity e il
Delf si propongono di essere utili anche al futuro dei ragazzi ,effettuando a
fine corso esami con esaminatori madrelingua che giudicheranno le competenze dei candidati ai quali daranno un
voto finale che sarà poi certificato.
Queste certificazioni, oltre ad essere
utili per il proseguimento scolastico,
sono ottimi per il futuro inserimento e
andamento lavorativo. I progetti PON
attuati in questi tre anni si sono dimostrati, oltre che un'esperienza nuova,
molto utili perché tramite questi noi
ragazzi abbiamo avuto l'opportunità di
migliorare le nostre abilità e metterci
alla prova, ampliando le nostre conoscenze, avendo scambi di idee, confronti e la possibilità di fare amicizia
con alunni di altre classi del nostro
istituto.
P A G I NA 3 1
3° NUMERO
S C HO O L N E WS
P A G I NA 3 2
LUNGA VITA AL RE QUATAR
Tanto tempo fa in una savana vivevano molti animali sui quali governava un re leone molto buono
di nome Doxa il quale aveva due figli gemelli:
Quatar e Yemen. Dopo molti anni di governo il re,
ormai anziano, si ammalò gravemente e morì, ma
prima di morire lasciò scritto sul suo testamento
che il regno doveva essere diviso fra i suoi due
figli: una parte doveva essere governata da Quatar
e l‟altra da Yemen. Ma purtroppo si sa, anche tra i
fratelli, c‟è sempre il più prepotente e così Quatar
cercò in tutti i modi di liberarsi di Yemen per accaparrarsi tutto il regno. Riuscito nel suo intento di
sbarazzarsi di suo fratello governò spietatamente.
Non tollerava che i suoi sudditi non gli ubbidissero
e chiunque non rispettava le sue leggi veniva gettato in pasto ai coccodrilli che vivevano in un fiume
situato in fondo alla savana. Un bel giorno assolato
un panda proveniente dalla Cina in cerca di cibo
per i suoi piccoli figli arrivò nel territorio governato dal terribile Quatar. Appena arrivato vide un
appetitoso albero di bambù, ne strappò alcuni germogli per i suoi piccoli e, affamato, ne mangiò
qualcuno. Sazio del delizioso pasto si addormentò
prima di ripartire per il lungo viaggio.
All‟improvviso fu svegliato di soprassalto dalle
sentinelle reali, le quali lo legarono e lo portarono
dinanzi a sua maestà. Il povero panda era molto
impaurito, non sapeva cosa pensare né cosa dire;
non capiva per quale motivo si trovasse lì, dato che
non aveva fatto niente di male. Il re, senza dargli
nemmeno la possibilità di spiegarsi, disse con tono
solenne: “In nome del potere reale che mi è stato
conferito dal mio popolo, ti condanno alla pena
capitale perché hai violato l‟art. 3 del codice della
savana che vieta di toccare gli alberi di bambù
perché ritenuti sacri”. Il panda, sempre più stupito
e impaurito, rivolgendosi al re Quatar disse:
“Maestà, io sono venuto dalla Cina per cercare del
cibo per i miei piccoli e non conoscevo le vostre
leggi. Non sapevo che nel vostro regno fosse un
reato prendere dei germogli di bambù; se lo avessi
saputo non li avrei mai mangiati. Io vi chiedo di
perdonarmi e di non condannarmi ad una pena così
severa!”. Nonostante la sua supplica il panda venne rinchiuso nelle segrete del castello reale per
essere giustiziato l‟indomani. Quella notte non
riuscì a chiudere occhio perché era molto preoccupato e soprattutto spaventato. Pensava a quello che
sarebbe successo il giorno dopo; aveva paura di
morire, pensava ai suoi poveri figli che sarebbero
rimasti senza un padre e alla povera moglie che
sarebbe rimasta sola. Chi li avrebbe accuditi? Chi
avrebbe pensato a loro? Sapeva che non aveva
fatto niente di male, ma perché nessuno gli credeva? Quella notte fu la più lunga della sua vita. La
mattina seguente il povero panda, che era riuscito
ad addormentarsi alle prime luci dell‟alba, fu svegliato da una guardia. Fu portato davanti a Quatar
per essere giustiziato quando, dalla folla che assisteva all‟esecuzione, si fece avanti un elefante il
cui parere era molto tenuto in considerazione dal re
anziano e saggio del regno.
Quest‟ultimo prendendo la parola disse: “Sua Maestà, scusate, ma vorrei
dire qualcosa in difesa del condannato. Vi prego in nome della stima che
provate nei miei confronti di riflettere bene prima di prendere decisioni
così irreversibili. Da quanto mi è stato riferito, il povero panda stava cercando da mangiare per i suoi figli. E‟ vero, ha violato le nostre leggi, ma
se morirà non potrà più correggere l‟errore commesso. Secondo voi questa condanna renderà migliore voi e il vostro regno? Che immagine volete
che si diffonda di voi tra gli altri animali della terra? Volete essere ricordato come un re saggio e giusto o spietato e crudele? Se fosse stato vostro
figlio o un vostro parente a commettere lo stesso reato, lo avreste condannato? Ora rimetto nelle vostre mani la scelta”. Il re, toccato nel profondo
del cuore dalle parole del vecchio saggio, decise di liberare il panda e
immediatamente emanò un decreto con cui aboliva la pena capitale dal
suo regno. A quella notizia la folla esultò di gioia e a gran voce gridò:
“Lunga vita al re Quatar!” Questa favola insegna che la pena di morte
non ha una finalità educativa ma solamente punitiva.
Leotta Noemi; Paesano Dario 1ªA
Signorelli Samuele 1ªB
Lombardo Davide; Timpanaro Christian 1ªF
Forzisi Martina; Intelisano Lorena; Stira Serena 2ªA
Mangano Sergio 2ªD
Aci Alessandra 2ªE
FESTA DEI PON 8-06-2010
PROGETTO DI GIORNALISMO
TELEVISIVO
LABORATORIO RICAMO
FESTA DEI PON 8-06-2010
3° NUMERO
S C HO O L N E WS
P A G I NA 3 3
OUR TRINITY
EXPEIENCE
This year we took part in the PON project
“English in action” through which we
improved our English.
The course began in January and lasted
until the end of May. Classes were held
once a week, usually on Thursday.
Our Teachers (Rita Favosi and Giuseppe
Giuffida) were the same as last year,
while there were more students who attended the course.
It was a fantastic experience because,
even if we had to study hard, we met new
friends, we had the opportunity to learn a
lot of new things, we improved our pronunciation and we had great fun during
the lessons, especially when we practiced
conversation.
The most difficult part of the course was
preparing the topic and speaking about it.
At the end of the course we did a final
exam with a native teacher. We were very
nervous, frightened and worried, so much
that some of us cried after the examination.
We believe that doing an examination
like this (and passing it!) is a remarkable
educational experience that makes us
stronger.
We also think that this experience has
been really positive and useful even because next year we will attend secondary
school and we‟ll have to go on studying
English.
Classi 3ªA - 3ª D - 3ªE
P A G I NA 3 4
S C HO O L N E WS
3° NUMERO
TRINITY ONCE MORE
A GREAT SUCCESS !!!
Even this year, for the third time, our
school, which is a “Trinity Center”,
has organized a spoken English Examination (GESE two and four). In
January, our English teachers have
chosen the best students at English
and have divided them in two groups:
in grade two have been involved students coming the 5 G of the primary
school and the ones coming from the 1
media of our institute; the third class
ones have been involved in grade four.
In February we started our lessons in
the afternoon with two experts and our
teachers as tutors. During the lessons,
we have reinforced, in a very pleasant
way, vocabulary, structures and functions already studied, using English
and avoiding to speak Italian. On May
26 and 27, we have done the examination. It started at 9.00 in the morning
when Mrs Ann Gordon,a very nice
and friendly English examiner, arrived. We welcomed her in the primary school of “Liberto”, a new
building with large, bright and coloured classrooms. Sixty-one students
have done the examination and all of
them have passed it successfully. It
has been a great experience considering it was, for the youngest of us, our
first exam: some of us were nervous
and went up and down the corridor
repeating words, verbs and useful expressions. The exam lasted about 6/7
minutes during which the examiner
asked about ourselves, hobbies, families and friends; while ,for the students
of the grade four, the examination
lasted 10 minutes considering they
had to speak about a “topic”,referring
to something or someone they like, a
particular experience or a place visited . Talking with a native English
speaker has been very exiting for all
of us. At the end of the session, Mrs
Gordon said our teachers how satisfied she was of her daily work, of the
students, and of the friendship showed
towards her. We will know our marks
on June 8 during a ceremony in front
of our schoolmates, teacher and parents, Mrs Leotta, our principal,will
give us a sheet of the “Trinity College
of London” certifying our success…………!!!!!!!!
Tutti gli alunni del Trinity
Anche quest‟anno
il nostro Istituto
ha offerto ai suoi
alunni attraverso i
Progetti Operativi
Nazionali 50 ore
di potenziamento
di lingua francese .
Dal mese di febbraio al mese di maggio
un folto gruppo di alunni ha preso parte
con entusiasmo e grande impegno alle
attività di lingua francese preparandosi
a conseguire il Delf ( diplome d‟etude
langue francaise ).
Coordinati dalla referente prof.ssa Vera
Picciolo e dall‟esperta esterna Daniela
Bonaventura, i nostri alunni nel mese di
maggio hanno sostenuto con ottimi risultati gli esami per il conseguimento
del DELF A2 che consente loro di comprendere, produrre e conversare rielaborando in lingua francese.
E‟ stata una gran bella esperienza che
ha appassionato i nostri ragazzi abituandoli al confronto con una cultura diversa
e li ha posti al passo con una dimensione europea sempre più incalzante.
DELF
S C HO O L N E WS
3° NUMERO
SCUOLA DELL’INFANZIA:
È QUI LA FESTA?
A distanza di un anno esatto, “La pace sognata”, il libro realizzato dagli alunni delle due
sezioni e già vincitore del 1º premio “Il mitico
castagno”, riscuote un ulteriore grande successo,
riconosciutogli
stavolta
dall‟amministrazione comunale di Fiumefreddo
di Sicilia.
Il 29 marzo scorso, infatti, il sindaco S. Nucifora ha consegnato al nostro Dirigente Scolastico, prof.ssa Maria Luisa Leotta, una bellissima
coppa, quale attestato di profonda gratitudine
verso il nostro istituto comprensivo che lavora
incessantemente, con numerose e svariate iniziative, per la formazione dei cittadini del futuro.
Tutta la serata si è svolta in un‟atmosfera leggera e briosa, che ha visto i nostri piccoli
“autori” trasformarsi in “attori” della drammatizzazione della storia, suscitando davvero una
grande emozione.
Notevole anche il contributo sonoro del nostro
coro d‟istituto, che ci ha offerto un momento
indimenticabile di pura “poesia in note”.
Durante la manifestazione, la stessa amministrazione comunale che precedentemente ne
aveva finanziato la ristampa, ha fatto dono di
numerose copie del libro anche ai bambini che
frequentano le altre scuole di Fiumefreddo,
come simbolo di condivisione di un successo
che appartiene non solo alla scuola, ma soprattutto al territorio.
E per finire, ci siamo rifocillati con le deliziose
leccornie offerte dall‟Ist. Alberghiero di Giarre,
che ha preparato un ottimo ed abbondante rinfresco, gioia per gli occhi, ma soprattutto per il
palato.
Scuola dell’Infanzia
P A G I NA 3 5
3° NUMERO
FESTA DI
PREMIAZIONE
NEWSPAPERGAME
2010
Venerdì 28 maggio 2010 una rappresentanza di 15 alunni dell‟Istituto
Comprensivo “G.Verga” di Fiumefreddo di Sicilia insieme a tre insegnanti è stata invita alle ore 17.30 al
Teatro ABC di Catania per assistere
alla FESTA DI PREMIAZIONE
NEWSPAPERGAME 2010. La
manifestazione è andata in onda venerdì 28 maggio 2010 alle ore 21.00
su Antenna Sicilia e sabato 29 maggio alle ore 20.15 su Telecolor. Il
quotidiano LA SICILIA come ogni
anno, vista la costante e attiva partecipazione dei nostri alunni alle varie
iniziative rivolte ai giovani della
scuola (INPAGINA – LA SICILIA
ENERGETICA-PROMOSSI A TAVOLA ), ci ha invitati a condividere
la grande festa di fine anno della Sicilia Multimedia. I nostri alunni, dalle
classi quinte di scuola primaria alle
classi terze di scuola secondaria, sono
stati entusiasti di partecipare a questa
simpatica iniziativa. Durante la festa
di premiazione, inoltre, si sono esibiti
cantanti e comici famosi ed i nostri
ragazzi si sono lasciati coinvolgere
dal ritmo di una festa che ha visto la
confluenza di giovani alunni provenienti da tutte le parti della Sicilia.
S C HO O L N E WS
P A G I NA 3 6
P A G I NA 3 7
S C HO O L N E WS
3° NUMERO
TRAGEDIA GRECA
E PRINCIPI DI CIVILTA’
E CITTADINANZA
Giorno 3 giugno 2010, 18 alunni individuati dai rispettivi Consigli di Classe nel
mese di Aprile quali eccellenze di classe
all‟interno delle nostre sei prime medie,
sono andati al Teatro Greco di Siracusa per
assistere alla rappresentazione della Tragedia Greca AIACE.
Il progetto di merito, nato quest‟anno, ha
fatto la felicità dei nostri alunni più giovani,
i quali per tutto l‟anno si sono impegnati
con costanza al fine di poter beneficiare
dell‟Offerta Formativa della nostra scuola,
che ha voluto regalare loro questa esperienza. Il progetto Tragedia Greca vorrebbe istillare gradualmente nei nostri giovani alunni
il piacere per il teatro classico e la conoscenza dei personaggi che hanno fatto la
cultura e la storia del mondo greco, inoltre,
esprime il desiderio della nostra
Dirigenza affinchè i suoi alunni fin dal
primo anno di scuola media prendano sempre più coscienza di quei valori di civiltà e
cittadinanza che rimangono sempre attuali
nonostante il trascorrere del tempo e che
affondano le loro radici nel mondo classico.
Uno degli alunni che hanno preso parte
alla visione della tragedia greca il giorno dopo ha detto in classe:
“ L’opera presentava delle scene di sangue molto realistiche ed era piena di
momenti tristi, secondo me è stata davvero ricca di emozioni. Mi è piaciuta particolarmente l’espressività dei personaggi.”
Un altro alunno entrando dentro al teatro
greco di Siracusa e vedendo l‟imponente
scenografia dell‟Aiace ha detto: “ E’
davvero bello, soprattutto la ricostruzione
della nave e del mare che fa da sfondo
alla scena dell’accampamento dei greci
presso le mura della città di Troia”.
3° NUMERO
S C HO O L N E WS
P A G I NA 3 8
ALLA SCOPERTA DI TORINO
E DELLA SACRA SINDONE
Giovedì 29 aprile 2010 sono partito per Torino
con il coro "Pueri Cantores" di cui faccio parte.
Il motivo che ci ha spinto a Torino è stato il
congresso nazionale dell'associazione "Pueri
Cantores". Il primo giorno è cominciato molto
presto, poiché avendo il volo alle 6:45 dovevamo essere a Catania in anticipo per poter fare il
ceck-in. Mi sembrava strano incamminarmi in
piena notte verso Catania, per poi ritrovarmi alle
prime luci dell'alba all'aeroporto. Ero molto eccitato poiché era la prima volta che salivo su un
aereo. Durante il viaggio ho fatto amicizia con
molte persone, che mi hanno spiegato dei trucchetti per affrontare più serenamente il viaggio.
Durante il volo ho cercato di immaginare Torino, ma non riuscivo a pensarla con un cielo
soleggiato come il nostro; ma con mio grande
stupore ci ha accolto un caloroso e luminoso
sole. Giovedì è stata una giornata completamente dedicata alla visita della città. Abbiamo raggiunto Valdocco, una frazione di Torino dove
alloggiavamo e dove San Giovanni Bosco ha
fondato il suo primo oratorio assieme alla chiesa
che fece dedicare a Santa Maria Ausiliatrice.
Nella medesima chiesa sono conservati il corpo
di San Giovanni Bosco e le reliquie di San Domenico Savio, protettore dei Pueri Cantores. Nel
pomeriggio ci siamo recati a Piazza Castello
dove abbiamo ammirato in tutto il suo splendore
Palazzo Madama e il meraviglioso Palazzo Reale nel quale il venerdì sera si è svolta la via Crucis conclusasi davanti alla Sacra Sindone, animata da noi cantori e da alcuni ballerini. Venerdì mattina ci siamo recati nuovamente al luogo
dell'esposizione della Sacra Sindone. Dopo un
lungo percorso di preparazione, ecco che finalmente siamo arrivati di fronte al sacro lino che
si dice abbia accolto l'esile corpo affranto del
Cristo morto. Beh, nel momento esatto in cui ho
visto il volto impresso nella Sindone ho pensato
che bastava anche solo una goccia del sangue di
Cristo o una sua parola per redimerci; Egli per
darci prova del suo immenso amore non ha esitato a sacrificare la sua vita patendo grandi sofferenze per l‟umanità intera. Cristo ha scelto di
morire sulla croce per noi, affinché nella sua
passione noi potessimo rintracciare il dolore di
ogni uomo, le sofferenze a cui spesso non sappiamo neppure dare un nome. La Sindone è una
grande opportunità per conoscere e amare meglio se stessi, i fratelli e il Signore Gesù Cristo.
Nel pomeriggio abbiamo continuato la visita
della città visitando il Parco Valentino dove è ospitata la ricostruzione di
un antico borgo medievale. Sabato mattina siamo stati in giro per i negozi
di Torino per svagarci con un po' di shopping. Nel pomeriggio abbiamo
raggiunto colle don Bosco dove abbiamo provato i canti per la domenica.
Dopo le prove siamo andati in un cortile dove era stata allestita una festa
per noi. Domenica mattina invece abbiamo animato la messa presieduta
da Papa Benedetto XVI, ed ho provato un‟emozione indescrivibile. Dopo
questi giorni un po' stancanti ma emozionanti è arrivato il lunedì: da una
parte con la tristezza del ritorno alla monotona vita quotidiana, dall'altra
parte col ricordo di questa bellissima esperienza.
Sergio Mangano
SETTIMANA
DELLA MUSICA
Quest‟ anno, tra le esperienze
extrascolastiche più piacevoli,
s ic ur a me n t e ri e n tra l a
“Settimana della Musica”, che
si è svolta dal 5 al 14 maggio
2010 presso il Cine teatro Rex
di Giarre.
L‟organizzazione prevedeva
che ogni sera si esibissero due
cori di scuole diverse.
Tante le scuole partecipanti
(dalle scuole primarie ai licei)
e tra queste non poteva certo
mancare la nostra!
Coordinati dalle nostre docenti
referenti abbiamo scelto di
presentare dei canti tipici della
nostra terra (“U cuntu”, “Mi
votu e mi rivotu”, “Nicuzza”,
2ªD
S C HO O L N E WS
3° NUMERO
FESTA DI FINE ANNO
SCOLASTICO PER LA
SCUOLA DELL’INFANZIA
“Amuri amuri”, “A la vigna”,
“Catania”, “Iè a terra mia” ) che valorizzassero il dialetto siciliano.
La sera del nostro “debutto” è stata il 6
Maggio: le nostre voci sono state accompagnate da alcuni video che spiegavano,
attraverso le immagini, il messaggio dei
testi delle nostre canzoni.
Quel giorno eravamo emozionantissimi,
ma per fortuna è stato un vero successo
tanto che ci hanno anche chiesto il bis di
una canzone.
Subito dopo esserci esibiti, ha cantato il
coro del Circolo Didattico di Mascali ed
in chiusura della serata abbiamo cantato
tutti insieme, “Heal the world”.
Il 14 maggio si è svolta la manifestazione
finale, durante la quale tutti i cori dei
vari istituti, accompagnati dall‟orchestra
dell‟Istituto Macherione di Giarre, abbiamo cantato l‟Inno di Mameli e l’Inno alla
Gioia.
L‟unico aspetto un po‟ “drammatico”
della serata è stato il fatto che siamo rimasti ore in attesa e soprattutto in piedi,
ma dopo l‟esibizione eravamo talmente
soddisfatti da non sentire più nessuna
stanchezza!
Salvatore Di Bella
Chiara Gambacorta
Leonardo Torrisi
Irene Vecchio
CORO D’ISTITUTO
Siamo giunti alla meta!
La “Festa di fine anno scolastico” della
scuola dell‟infanzia di Liberto è stato un
gran successo.
Evidente è stata l‟emozione degli alunni
uscenti che si sono impegnati nel mostrare le abilità raggiunte e le competenze acquisite anche per mezzo del progetto ”Verso la scuola primaria”: i pregrafismi, la prelettura, la prescrittura, il precalcolo sono stati il punto di partenza
per il leggere, lo scrivere e a far di conto.
I dialoghi e i canti mimati, la mostra
degli elaborati, la consegna degli attestati, il saluto alle insegnanti, i canti e i
balli, che ha visto coinvolti anche i più
piccoli, sono stati molto apprezzati dai
genitori e dalla Preside, sempre presente
a tutte le iniziative.
Non è mancata nemmeno la verifica
finale del progetto di lingua inglese, che
ha coinvolto, per tutta la durata
dell‟anno scolastico, i bimbi di 5 anni.
È stato molto gradito lo spazio dedicato
alla proiezione di slide riguardanti le
attività, gli eventi, le escursioni, i lavori
che i bambini hanno realizzato durante
l‟anno scolastico.
Grande approvazione da parte dei genitori e immensa soddisfazione da parte
delle insegnanti.
SCUOLA DELL’INFANZIA
P A G I NA 3 9
“CUNTI E CANTI”
DELLA NOSTRA
TERRA
L‟esperienza annuale del coro
d‟Istituto, costellata da numerose
esibizioni in occasione della Settimana della Musica, del recital scolastico e della manifestazione
“Sulle ali della Libertà”, si è conclusa con il concerto di fine anno,
che si è tenuto giorno 10 Giugno
2010 su un piccolo palco posto appositamente davanti alla nostra
scuola.
La serata, dal titolo “Cunti e Canti”, alla quale hanno assistito genitori, insegnanti, la nostra Preside e
anche l‟Assessore alla Pubblica
Istruzione dott.ssa Emmi, ha affrontato varie tematiche, quali l‟amore
di coppia, la libertà di opinione ed
espressione, la lotta per sopravvivere e l‟amore per la propria patria,
attraverso canti e poesie che, oltre a
catturare l‟attenzione del pubblico
con l‟unicità della Sicilia, volevano
richiamare alla memoria episodi di
vita quotidiana, come la riunione
della famiglia attorno “a conca” e
vicende di eroi siciliani dei nostri
tempi.
Il concerto si è aperto con il brano
“U cuntu”, la favola, che oggi è
considerata un semplice mezzo per
intrattenere i bambini ed ha perso
l‟importanza che aveva un tempo,
quando era considerata un divertimento per tutti e rappresentava il
momento in cui la famiglia si riuniva al completo.
Il testo del brano è nostalgico e
richiama i tempi in cui i padri raccontavano ai figli le favole che, a
loro volta, avevano appreso dai
nonni ed alla fine sottolinea che
ormai tutti ci consideriamo grandi
per ascoltare le storie, che oggi,
purtroppo, vengono narrate sempre
più di rado. Il secondo ed il terzo
brano che noi alunni abbiamo cantato, “Mi votu e mi rivotu” e
“Amuri amuri” testimoniano che la
Sicilia ha sempre cuntatu e cantato
l‟amore in tutte le sue forme, sia
quelle liete di un sentimento ricambiato, sia quelle logoranti dello
struggersi ed il morire per un amore
tradito o giunto al capolinea.
Successivamente, con “Nicuzza”
abbiamo voluto ricordare i tempi
passati in cui i giovanotti innamora-
3° NUMERO
ti si dichiaravano alla bella del cuore
con dolci serenate alla finestra, che
oggi sono state sostituite con grandi
murales e lenzuola che imbrattano
strade e città e che non sono così colmi
di parole delicate e, al tempo stesso,
appassionate, come a testimoniare che
forse oggi l‟amore sta perdendo la
purezza, la limpidezza e la sincerità
che aveva una volta; un‟ ulteriore prova delle dichiarazioni amorose di un
tempo si ha nelle lettere autentiche che
abbiamo letto, una del 1928 e l‟altra
del 1935, storie personali di un uomo
innamorato e di una ragazza che non
gradisce la corte di un giovanotto, che
si esprime in dialetto siciliano con
grande esplicazione, volgendo al pretendente un‟aperta minaccia “di diriccillu ai suoi”, che ha fatto tanto sorridere noi e il pubblico.
Durante il nostro concerto, con il brano “Cu ti lu dissi”, abbiamo anche
voluto rendere omaggio a Rosa Balistreri, la cantatrice di Sicilia, come fu
definita dal poeta Ignazio Buttitta, che
la ricorda come una donna sempre in
bilico tra la sua ingenuità ed
un‟apparente spregiudicatezza che la
facevano sembrare eccessivamente
disinvolta, ma che invece nascondeva
timidezza, dolcezza e teneri sentimenti, nonostante avesse avuto una vita
piena di sofferenze e avesse patito la
fame, la violenza, il sopruso e riversava nel suo canto ogni forma di disperazione e di grinta, la stessa che le ha
permesso di diventare una grande donna, così com‟è ricordata oggi.
Come sappiamo, purtroppo la nostra
Sicilia è terra di sole, di canti e
d‟amore, ma anche terra di sangue e
violenza; con il brano “Ciuri di campu” abbiamo voluto ricordare un grande eroe dei nostri tempi, Peppino Impastato, morto combattendo contro la
mafia, morto per la libertà ed il bisogno di essere padroni di se stessi.
Il sopruso è presente anche in altre
forme e, come di certo tutti sanno, un
tempo in Sicilia, così come in altre
parti del mondo, era molto diffusa la
schiavitù, come testimonia il brano
“Malarazza”, che racconta la storia di
un servo che, rivolgendosi al Cristo in
croce, gli dice che il padrone lo strapazza e lo maltratta. E Cristo dalla
Croce gli risponde che chi vuole la
giustizia deve farsela da solo, con una
frase forse un po‟ dissacratoria: <<Tu
ti lamenti, di cchi ti lamenti? Pigghia
lu bastuni e tira fora li denti!>>.
Il concerto si è concluso con altri due
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splendidi brani che trattano l‟amore
per la Sicilia: Catania, una poesia
musicata di Angelo Musco, e “Jé a
terra mia”, per onorare ancora una
volta la nostra bellissima terra che,
nel bene e nel male, ha caratteristiche
uniche che la rendono straordinaria.
Alla fine della serata noi alunni abbiamo regalato dei fiori alle nostre
insegnanti referenti del progetto, che
sono state come sempre le formidabili organizzatrici della serata; ovviamente, un bel mazzo di fiori è andato
anche alla nostra amata Preside, che
si è subito commossa.
Noi alunni ci riteniamo molto soddisfatti di come si è svolto il concerto e
ringraziamo per la splendida esperienza che ci ha permesso di salutare
in maniera significativa la conclusione di quest‟anno scolastico.
Irene Vecchio
Salvatore Di Bella
Chiara Gambacorta
Leonardo Torrisi
CORO D’ISTITUTO