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Istituto Comprensivo “Giovanni Verga” www.icgvergafiumefreddodisicilia.it Anno 3 - Numero 3 [email protected] ~ Fiumefreddo di Sicilia ~ Giugno 2010 Dirigente Scolastico Maria Luisa Leotta Anno Scolastico 2009/2010 SCHOOL NEWS TRA STORIA E FANTASIA NATURA E AMBIENTE DIRITTI INVIOLABILI SPORT E ATLETICA VISITE D’ISTRUZIONE UNO SGUARDO AL MONDO EMOZIONI DALLA SCUOLA E-TWINNING INTERCULTURALITA’ PON PREMI E SUCCESSI MUSICA E SPETTACOLO Mercoledi 26 maggio 2010, presso la villa comunale di Fiumefreddo di Sicilia, si è tenuta la premiazione della seconda edizione del concorso “Sulle ali della libertà”, dedicato alla memoria di Angelo d‟Arrigo. Quest‟anno il tema del concorso parlava di diversità: essa deve essere considerata un valore e non un pretesto per rifiutare e discriminare. D‟Arrigo, nella sua breve esistenza, ha fatto tesoro di queste parole, per lui la diversità era un modo per acquisire nuove conoscenze ed arricchire la propria personalità. La differenza etnica, culturale, religiosa e linguistica per D‟Arrigo non ha mai costituito un ostacolo alla comunicazione, si può infatti comunicare con un sorriso, uno sguardo, un abbraccio. Continua a pag.29 “MEDITERRANEO CROCEVIA DI CULTURE” Giorno 21 Maggio 2010 alle 20.00, presso la Villa Comunale di Fiumefreddo di Sicilia, si è concluso il laboratorio linguisticoespressivo-musicale con il Recital “ Mediterraneo crocevia di culture”. Realizzato dagli alunni della classi quinte di scuola primaria e dagli alunni di prima, seconda e terza di scuola secondaria, la preparazione del Recital ha visto collaborare con entusiasmo insegnanti di vari ordini di scuola, a classi aperte, con grandi e piccoli gruppi di alunni, per far sì che i giovani protagonisti potessero dar voce ancora una volta quest‟anno al tema dell‟interculturalità mediante vari Continua a pag.29 LA REDAZIONE ALUNNI tutti gli alunni dell‟Istituto Comprensivo “G. Verga” di Fiumefreddo di Sicilia INSEGNANTI La Spina Vera Nicosia Giovanna Pennisi Roberta Strazzeri Sabrina PAGINA 2 S C HO O L N E WS 3° NUMERO I MISTERI DELLE PIRAMIDI IL SANGUE DEL DRAGO Quest‟anno abbiamo studiato la civiltà egizia. E‟ un argomento così interessante che ci è venuta voglia di approfondirlo. Un mistero che da millenni affascina gli uomini e lascia stupiti noi ragazzi è quello che riguarda le piramidi in Egitto.In particolare, l‟argomento che suscita più interesse è quello delle Piramidi di Giza che sono diventate il simbolo dell‟antico Egitto. I misteri sono tanti e ancora irrisolti. A Giza, il regno delle Piramidi, la grande piramide di Cheope si innalza per 146 metri, Chefren raggiunge 144 metri e Micerino 65 metri. Come avranno fatto a sollevare a certe altezze massi così pesanti senza le attrezzature della moderna tecnologia? Si è certi che questo lavoro non sia opera di schiavi oppressi ma che piuttosto sia opera di una civiltà talmente evoluta e geniale che, tramite un‟ottima organizzazione del lavoro, riuscì ad eseguire questa imponente opera. Ma perché le Piramidi di Giza non sono tutte uguali per grandezza ed estensione se i Faraoni erano ugualmente potenti e amati? E perché sono disposte in quella posizione con la più piccola di Micerino spostata verso Est? A questo interrogativo trova una soluzione Robert Bauval, un ingegnere studioso di Egittologia. Come racconta nel suo famoso libro “Il mistero di Orione”, nel 1983, ammirando le stelle della Cintura di Orione e la Via Lattea e mettendole a confronto con la visione dall‟alto della piana di Giza, scoprì che la disposizione delle piramidi era la raffigurazione in terra della costellazione di Orione dove gli egizi pensavano vivesse Osiride. Gli vennero in mente i testi delle piramidi: “Il Duat ha afferato la mano del re nel punto dove si trova Orione… o Re Osiride …. Recati alla Via d’acqua … possa una via di stelle fino al Duat stendersi per te nel punto dove si trova Orione…” Per gli Egizi, il Duat era il regno di Osiride, il dio degli inferi e della fertilità e tramite le Piramidi le anime dei morti potevano raggiungere con facilità la via per la costellazione di Orione nel Duat.Un giorno, forse, qualcuno svelerà il mistero delle piramidi di Giza. Forse. C'era una volta un re che era in fin di vita, l'unica cura per salvarsi era bere il sangue del drago nero che si trovava sulla più alta vetta del mondo. Allora il re chiamò la sua servitù e disse : “ Trovatemi l'uomo più forte e coraggioso del villaggio e ordinategli di andare a prendere il sangue del drago nero”. Quando la servitù disse all'uomo più forte del villaggio di andare a prendere il sangue del drago nero, egli si rifiutò. Il re era disperato e passava le sue giornate nell‟angoscia ma un giorno si presentò al palazzo un ragazzo che gli disse: “Maestà anche se non sembro un ragazzo forte, sono molto coraggioso e son sicuro di poter prendere per voi il sangue del drago che vi farà guarire”. Il re allora chiese al ragazzo:” Come ti chiami giovane temerario?”. Il ragazzo rispose:” Il mio nome è Nick e sono il più devoto dei vostri sudditi”. Allora il re gli rispose :”Grazie Nick, non lo dimenticherò, vai e torna con il sangue del drago”. Prima di partire, un mago diede a Nick una spada magica e gli disse:”Tieni ragazzo, portala sempre con te, ti aiuterà a sconfiggere il drago quando lo incontrerai”. Nick prese la spada e si mise in cammino. Cammina, cammina si trovò a scegliere tra Alice Pafumi e Noemi Leotta 1ªA Le Piramidi e la costellazione di Orione Piramidi e Nilo disegnano Orione in terra La costellazione di Orione due strade e non sapendo quale prendere si fidò del suo istinto e prese quella alla sua destra; continuando il faticoso cammino verso la montagna più alta del mondo, il giovane coraggioso si rese conto di aver fatto bene a scegliere quella strada, infatti, all‟improvviso si trovò di fronte ad una grotta ed entrò. Lì vide il drago nero che dormiva, così prontamente infilò la sua spada magica nel cuore del drago e lo uccise prendendone poi il suo sangue. Tornato di corsa al palazzo, Nick diede al re il sangue preso al drago nero, il re lo bevve e subito guarì da ogni suo male. Allora il re disse al ragazzo che gli aveva salvato la vita :”Nick, per avermi salvato, alla mia morte diventerai il mio successore nel regno”. E così fu, quando il vecchio re morì, Nick divenne il nuovo re e tutti i sudditi vissero felici e contenti. Pennisi Paolo 1ªC S C HO O L N E WS 3° NUMERO P A G I NA 3 SIMBOLI ED EMBLEMI Il mese scorso, durante una lezione di storia, mentre studiavamo le Crociate, ad un nostro compagno venne in mente lo stemma della Romania, suo paese d‟origine, dato che lui ricordava che in tale stemma è raffigurata una croce. L‟insegnante ci fece riflettere sul fatto che i simboli di un paese sono legati alla storia ed alle tradizioni culturali e ci invitò a ricercare il simbolo della Romania appunto, ma anche quello dell‟Italia e del Marocco, dato che nella classe sono presenti compagni di diversa nazionalità. Abbiamo fatto una ricerca e abbiamo scoperto che c‟è una scienza che si chiama araldica, che studia gli stemmi. A proposito dello stemma della Romania, abbiamo cercato su internet e abbiamo appreso che è stato adottato dal Parlamento rumeno nel settembre del 1992: come elemento centrale mostra un‟aquila dorata che tiene una croce ortodossa, nonché una mazza e una spada tra gli artigli. Lo scudo centrale è diviso in 5 campi, uno per ciascuna provincia storica della Romania: un‟aquila dorata – la Valacchia, un uro, cioè un bovino, - la Moldavia, i delfini rappresentano le terre adiacenti al mar Nero e la provincia di Dobrugia, un turul, sette castelli, un sole e una luna per la Transilvania, un leone e un ponte per Oltenia e Banato. L‟aquila grande simboleggia il coraggio, la determinazione, l‟ascensione verso grandi altezze, la magnificenza. I colori dello stemma sono quelli della bandiera rumena. Lo stemma del Marocco raffigura 2 leoni che mostrano lo scudo, simbolo araldico per eccellenza, con i colori della bandiera marocchina, rossa con una pentagramma, ovvero una stella intrecciata verde. Il Marocco è una monarchia costituzionale, nello stemma il rosso indica la discendenza della dinastia regnante dal profeta Maometto, mentre la stella, detta sigillo di Salomone, rappresenta il collegamento tra Dio e la nazione. Abbiamo, inoltre, ricercato il significato dello stemma d‟ Italia che, mancando dello scudo, viene definito emblema dell‟Italia ed è il simbolo della Repubblica: è costituito da una stella a cinque punte (la stella è uno dei simboli più antichi per rappresentare l‟Italia), circondata da un ramo d‟olivo e da uno di quercia legati da un nastro rosso, sullo sfondo di una ruota dentata, che ricordano la fertilità della nostra terra, la pace e la concordia (l‟olivo), la forza (la quercia); il nastro a lista reca la scritta Repubblica italiana. Tale emblema fu scelto dall‟Assemblea Costituente nel 1948 tra centinaia di bozzetti e sostituì il precedente simbolo del regno d‟Italia. La preferenza fu data al bozzetto dell‟artista Paolo Paschetto. Dal confronto fra i tre simboli, abbiamo capito che ognuno di essi è legato all‟identità del suo popolo, alla tradizione culturale, alle vicende politiche: lo stemma rumeno raffigura le diverse regioni della Romania, quello marocchino è legato alla storia, quello italiano simboleggia la forma del nuovo stato post-bellico e l‟importanza della Costituzione: la ruota dentata è simbolo del lavoro su cui si basa la Repubblica. Prendendo spunto dalla discussione in classe, abbiamo scoperto un significato molto interessante e tante notizie nascoste dietro delle immagini che, all‟inizio, ci avevano colpito solo per la loro vivacità ed il loro colore. Miriana Bonaccorsi Elisa Borzì Alexandru Stefanescu 1ªB I SIMPSON Tra le serie TV americane più amate e seguite da grandi e piccoli ci sono sicuramente I Simpson, una sitcom animata creata dal fumettista americano Matt Groening alla fine degli anni Ottanta. Il suo immediato e strepitoso successo ha fatto sì che sia stata la prima serie animata ad essere mandata in onda in prima serata. Nella loro prima apparizione erano dei semplici cortometraggi mandati in onda durante la pubblicità, solo in seguito divennero una serie vera e propria. Il motivo del successo è da ricercarsi nella divertente parodia che viene fatta del cittadino medio, con tutti i suoi difetti e debolezze. Protagonista della serie è proprio la famiglia Simpson che vive nella cittadina di Springfield. Il capofamiglia è Homer Simpson, lavora nella centrale nucleare della propria città, è all‟apparenza irresponsabile e anche molto pigro, ama stare sdraiato sul divano a guardare la TV e a bere birra “Daff”. La moglie, Marge Simpson, incarna la tipica madre premurosa e iper - protettiva nei confronti dei figli. Ed ecco i figli: Bart è un bambino di dieci anni , astuto e molto vivace, ama andare sullo skateboard e combinare scherzi al preside della scuola; Lisa ha otto anni, adora studiare, è molto intelligente e la sua ambizione è … diventare Presidente degli Stati Uniti! Infine la piccola Maggie, la cui età non è ben definita, si vede solo che è molto piccola ma già più responsabile del padre e non si separa mai dall‟adorato ciuccio. La famiglia è completata da due simpatici amici a quattro zampe: il cane “Piccolo aiutante di Babbo Natale” e il gatto “Palla di neve II”. P A G I NA 4 S C HO O L N E WS 3° NUMERO I Simpson, attraverso il tono leggero della satira e dell‟umorismo, affrontano importanti questioni, come la pericolosità delle centrali nucleari quando la loro sicurezza è nelle mani di personaggi inaffidabili quali Homer Simpson; attraverso le avventure scolastiche dei due ragazzi si vuole in fondo criticare il sistema scolastico americano ma un po‟ tutte le situazioni offrono il pretesto per una critica verso la nostra società. I Simpson hanno anche influito sul modi di parlare degli americani al punto che alcune tipiche espressioni sono state inserite nei dizionari, come “D‟oh!” o “Eccellente” pronunciati in ogni circostanza da Homer. Dei Simpson è uscito anche il film dal titolo “The Simpson movie” che in pochissime settimane ha incassato, in America e nel resto del mondo, milioni di dollari. Le avventure dei Simpson sono state raccontate anche attraverso un fumetto “Simpson‟s comics” e dei videogiochi adatti ai più piccoli. Questa serie televisiva va in onda da ben 21 stagioni con circa 460 episodi originali e noi fedelissimi spettatori italiani ci auguriamo che possa tenerci compagnia e farci divertire per ancora molto tempo ! Rachele Leonardi Federica Musumeci 2ª F UN GATTO VERAMENTE SPECIALE Giorno 9 Aprile 2010, noi alunni della scuola primaria ci siamo recati al Cine-teatro Macherione per assistere allo spettacolo teatrale “Il gatto con gli stivali”, una fiaba conosciuta da tutti noi ragazzi ma quasi dimenticata. Lo spettacolo è iniziato in modo molto originale: a raccontare la storia era un libro parlante. La storia parla di un vecchio mugnaio che lascia l‟eredità ai suoi tre figli e proprio al più piccolo tocca un gatto. Il gatto però non è un comune animale, ma ha delle doti speciali, cioè parla ed è molto intelligente. Grazie a queste sue qualità riesce a far diventare ricco il suo padrone e a farlo sposare con la principessa diventando principe. L‟attore che interpretava il gatto ci ha fatto divertire moltissimo perché ci coinvolgeva continuamente nella storia chiedendoci di ripetere alcune parole o frasi che riguardavano la vicenda. Anche gli altri personaggi recitavano in modo fantastico e comico. È stata un‟emozione grandissima, tutti noi abbiamo sognato ad occhi aperti, immersi come eravamo nello spettacolo. Alla fine, la cosa più bella è stata poter parlare direttamente con gli attori dopo lo spettacolo che ci hanno dato delle spiegazioni sull‟adattamento della fiaba. l teatro è sicuramente un mondo magico, soprattutto per noi bambini. Classe 5ª C Scuola Primaria 3° NUMERO S C HO O L N E WS P A G I NA 5 APICOLTURA ORO DELL’ETNA Quest‟anno abbiamo studiato in scienze i principi nutritivi e l‟apparato digerente ed abbiamo fatto anche educazione alimentare. Per questo motivo, l‟8 Marzo 2010 ci siamo recati per un‟uscita didattica all‟Apicoltura Oro d‟Etna di Zafferana. È stata un‟esperienza molto interessante ,che ci ha fatto rivalutare il miele per la sua grandissima importanza nutrizionale. Oltre alla spiegazione, nei minimi dettagli, i proprietari ci hanno mostrato diversi prodotti delle loro api del tutto artigianali, dal polline alla crema di miele alla fragola fino alla crema per la pelle. L‟allevamento delle api può avvenire in due modi: APICOLTURA STANZIALE: è il metodo meno redditizio, perché le api, restando sempre nello stesso luogo, riescono a produrre in un anno solo due volte al massimo del miele. APICOLTURA NOMADE: è il metodo utilizzato anche da questa azienda. Le api vengono trasportate di stagione in stagione nei luoghi dove il clima è favorevole alla produzione del miele, aumentando il prodotto. In un alveare riescono a stare fino a 900 famiglie d‟api e in questo periodo ci sono circa 40-50mila api, quando possono arrivare fino a 100-110 mila. Anche le api si possono classificare in base al loro modo di vivere e al compito che hanno nell‟alveare. REGINA: si può distinguere per le sue dimensioni leggermente maggiori rispetto alle altre api. È l‟unica che può deporre le uova, producendone circa 5.000 al giorno. Non esce mai dall‟alveare, se non per cercare un fuco con cui accoppiarsi o per morire. FUCO: non è utile nell‟arnia, non ha un compito. L‟unica sua funzione è quella di fecondare l‟ape regina. OPERAIA: è l‟ape lavoratrice all‟interno dell‟alveare. Le api operaie non sono fecondabili e sono di dimensioni inferiori rispetto all‟ape regina. Danno anche il nutrimento ad essa: la pappa reale, che è una sostanza piena di sani principi nutritivi. Da notare è la grande pulizia di questi insetti. Per fare un esempio, le api non muoiono mai all‟interno dell‟alveare, ma vanno sempre fuori, perché potrebbero contagiare malattie alle altre api. Oppure, se una di loro non è riuscita ad allontanarsi abbastanza per morire, le altre api si prenderanno l‟impegno di portarla via. Un insetto molto simile alle api (per aspetto) è la vespa, che potremmo definire una “grande rivale”. Oltre a poterle distinguere dal colore (la vespa è gialla e nera mentre un ape operaia è arancione e grigio scuro, quasi sul nero), si differenziano per stile di vita e per quello che mangiano. Le vespe hanno come obiettivo quello di pungere noi umani con il loro pungiglione mentre per le api la puntura è solo un mezzo di difesa,che gli provocherà la morte. “Grande rivale”anche perché spesso la vespa si nutre di api morte. Le api creano un habitat tutto loro, molto particolare. Esso è un insieme di piccole cellette in cera d‟api. Inoltre, questi animaletti riescono a riconoscere la propria casa dall‟odore che emana ogni singola celletta. I prodotti delle api sono: PROPOLIS, POLLINE, PAPPA REALE, CERA E MIELE. Tutte queste sostanze sono molto utili al nostro organismo e per niente dannose. PROPOLIS: prima di essere pronto all‟uso, esso viene disciolto in alcool ed ha un gusto molto amaro. È una sostanza del tutto naturale, stimola le difese immunitarie, eliminando una buona quantità di virus e batteri. È consigliato anche contro i funghi della pelle e per le persone che sfruttano la voce come cantanti, guide turistiche, ecc. PAPPA REALE: è un alimento pieno di proteine e sostanze utili al nostro organismo. È il nutrimento principale dell‟ape regina, ed è diffuso dare ai bambini piccoli questo alimento. CERA D‟API: viene utilizzata moltissimo nella produzione di cosmetici. POLLINE: è il nutrimento principale delle api, che ricavano dai fiori. In base a questo il MIELE può cambiare gusto, ad esempio ,se un ape preleva polline da un fiore d‟arancio e fa miele solo con quel polline, allora in quel caso sarà miele ai P A G I NA 6 S C HO O L N E WS fiori d‟arancio. Il miele è consigliato a tutti, grandi e piccoli. MIELE: si può considerare il prodotto per eccellenza delle api. È stato trovato del miele anche in alcune tombe etrusche, quindi si sottolinea così la sua importanza e anche la sua lunga conservazione. Le api operaie vanno in cerca di nettare, che troveranno nel calice del fiore e lo introdurranno nel loro organismo tramite una piccola proboscide, il cui nome è ligula. Il nettare non va con le altre sostanze ingerite dall‟ape ma viene depositato in una sorta di “sacca” a parte. Il prodotto verrà depositato in una celletta e asciugato dall‟ape stessa. Per l‟ape è molto faticoso, perché deve asciugarlo servendosi solo dell‟aria prodotta dallo sbattimento delle ali. Finita questa operazione, la celletta verrà chiusa da un “tappo” di cera, detto opercolo. Fino a poco tempo fa, per prendere il miele da sotto l‟opercolo, bisognava svolgere questo procedimento manualmente, con un coltello. Ora esistono delle macchine che tolgono questa parte dal favo (insieme di cellette in cera d‟api racchiuse in un telaio), perfettamente. Dopodiché ogni favo viene adagiato in uno “smielatore”, che effettuerà una centrifuga e il miele andrà a finire sul fondo di questa macchina, poi nei silos dove galleggeranno i resti delle cellette di cera per finire nei barattoli. ADESSO, TUTTI I CONSIGLI SULL’ACQUISTO E L’UTILIZZO DI QUESTO PRODOTTO Come riconoscere tra i vari tipi, il miele di qualità? Un metodo è quello di controllare, soprattutto in inverno, che il miele sia cristallizzato, un procedimento del tutto naturale. Un solo tipo di miele fa eccezione: quello di castagno, che è sempre liquido. Se non voglio del miele cristallizzato, come posso renderlo liquido? Riscaldandolo a bagnomaria o nel forno a microonde. Attenzione: superando i 50°-55°C, si rischia di bruciare tutte le proprietà all‟interno di esso, rendendolo un semplice aromatizzante. ALLA SCOPERTA DEL PAPIRO Giorno 23 marzo 2010, insieme alle nostre insegnanti Grazianella, Loredana e alla nostra assistente Comenius Badegül, ci siamo recati presso il laboratorio di lavorazione del papiro che si trova a Fiumefreddo in Via Diana. Verso le 9.50 siamo partiti da scuola e, appena arrivati, il Signor Patanè, proprietario del laboratorio, ci ha fatto sedere su delle panchine ed ha iniziato la lezione. Ci ha dato delle notizie molto interessanti sul papiro e sulla Riserva naturale del fiume Fiumefreddo dove si trovano delle piante di papiro. In seguito ci ha fatto vedere come si prepara un foglio di papiro e ci ha anche spiegato il procedimento: ha preso degli steli di papiro, li ha scortecciati con un affilato coltello, li ha tagliati a strisce e con un mattarello li ha schiacciati. Poi ha sistemato le strisce alcune in verticale, altre le ha disposte sopra orizzontalmente e le ha martellate: in questo modo i due strati si sono uniti. Poi ha sistemato le strisce sotto una pressatrice moderna, li ha lasciati lì sotto per qualche minuto, infine le ha messe in una seconda pressatrice e finalmente il foglio era pronto. Abbiamo assistito così alla nascita del foglio di carta di papiro. Alla fine, in ricordo dell‟esperienza vissuta, ci ha regalato un alfabeto egizio in miniatura realizzato su carta di papiro. Tornati a scuola eravamo felici dell‟esperienza vissuta. Alessia Curcuruto, Tatiana Cannizzo e Erika Paternicò Classe 4ª G 3° NUMERO Se vedo delle venature bianche, all’interno del barattolo, devo preoccuparmi? Certo che no! Anche questo è un procedimento naturale. Dove lo posso conservare per non alterare le sue proprietà? Si consiglia di conservare il barattolo con il prodotto in un luogo fresco, buio e asciutto. Inoltre, durante l‟acquisto del miele, è meglio evitare un scelta fatta di fretta. A volte possiamo trovare prezzi diversi e barattoli molto simili. Davanti a una tale situazione, si potrebbe prendere quello che costa meno non accorgendosi della differenza di peso tra i due. Quindi, si corre il rischio di spendere di più credendo di aver speso meno. SETTE MOTIVI PER MANGIARE IL MIELE: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Ha tante vitamine e proteine; Ha sette calorie in meno dello zucchero; È ad alta digeribilità; Possono mangiarlo anche le persone diabetiche, sempre con moderazione; Contiene gli stessi zuccheri della frutta; Non provoca la carie grazie ad alcuni enzimi in esso contenuti; Ne esistono molte tipologie. Grazie a questa spiegazione, agli assaggi e alla calorosa accoglienza dei proprietari, il miele ora ha un posto più alto nella nostra classifica personale degli alimenti di nostro gradimento. D’Urso Santina 2ªA 3 ° NU ME R O S C HO O L N E WS Le tue acque scorrono come tante ballerine nei loro movimenti vorticosi e leggiadri. Tutto intorno al fiume è verde e rigoglioso: le tue acque danno vita e risplendono come diamanti, gli uccellini sono lì a farti compagnia, gli usignoli ti dedicano una dolce melodia rendendo l'atmosfera romantica e lussureggiante. Il papiro ti fa da guardiano, come se niente e nessuno dovesse intralciare il tuo percorso. Io resto lì estasiato a guardare tutto ciò e penso di essere fortunato a poter ammirare un luogo così incantato. Immergo una mano nelle tue acque profonde come per accarezzarti e provo una profonda gioia ad abitare in un paese a cui hai dato il nome "Fiumefreddo"… Classe 2ªB PAGINA 7 AL PARCO DELLE KENZIE Giorno 12 Aprile 2010, io e la mia classe siamo andati a Riposto a visitare il parco della Kentie. Esso ha una superficie di circa 1 ettaro e contiene più di 800 palme di 80 specie diverse provenienti da tutto il mondo. Appena scesi dal pulmino siamo entrati nel parco e siamo subito stati colpiti dalla sua grandezza. Successivamente siamo entrati nel laboratorio dove la guida ci ha spiegato molte cose sulle palme. Lì abbiamo scoperto che esistono tanti tipi di palme:ci sono le palme ramificate che hanno bisogno di moltissima acqua, sono note soprattutto in Egitto dove si estrae una bevanda chiamata “gingerbir” e un seme chiamato “piaqua”. Ci sono anche le palme nane o cespugliose proprio perché avendo il corpo sotterraneo ricordano un cespuglio. C‟è anche la palma che produce la cera ed è molto famosa in messico. Le palme possono avere diversi tipi di foglie:ci sono le foglie a ventaglio chiamate così perché la loro forma ricorda un ventaglio;le foglie pennate come quelle delle Kentie e le foglie bipennate o a coda di pesce. La foglia più grande del mondo la produce proprio una palma:la Rafia e può essere lunga fino a 22 metri. Le palme possono avere fiori molto colorati. Le infiorescenze possono raggiungere i 6 metri. La guida ci ha spiegato inoltre che le palme possono avere frutti:la noce di cocco e i datteri. La noce di cocco può essere chiamata anche Coco de mar. Ha tre fossette germinali due sono false e una serve a far nascere la nuova piantina. I datteri sono costituiti interamente da zucchero e possono essere commestibili fino a sette anni. Le palme per vivere bene hanno bisogno di una temperatura che varia dai 28 ai 25 gradi ma sono abituate agli sbalzi di temperatura grazie alla fibra una protezione che si trova sul tronco. Il tronco è una parte importantissima per le piante perché collega la chioma alle radici. Il tronco può avere la guaina fogliare che lascia cicatrici a forma di anelli e proprio per questo si chiama anelato. Il cuore della palma si trova invece nella chioma e si chiama gemma apicale. Se si colpisce quel punto la palma muore. Con le palme si possono fare tante cose:le corde, i manici delle scope…insomma le palme sono molto importanti ma soprattutto molto utili e l‟uomo non ne può certo fare a meno. Purtroppo le palme sono attaccate spesso da un coleottero soprannominato il Killer delle palme che le può anche fare morire. Classe 1ªD P A G I NA 8 S C HO O L N E WS 3° NUMERO UN GIORNO IMMERSI NELLA NATURA Giorno 16 aprile 2010, la nostra classe, la 2ªA, insieme alle altre seconde, si è recata in escursione al Parco fluviale dell‟Alcantara e a visitare la città di Randazzo. Dopo essere partiti da piazza XXV Aprile alle 08.30 circa, siamo arrivati a Mojo Alcantara, dove scorre il fiume Alcantara, lungo circa 52 Km. Dopo aver fatto una breve pausa per la colazione, ci siamo incamminati lungo il sentiero all‟interno del parco dell‟Alcantara. La nostra guida, di nome Fabrizio, ci ha fatto subito notare i ruderi di un Castello edificato intorno al 1100-1200 dai Normanni, posto su una collina che domina il paese di Francavilla di Sicilia; lungo il sentiero abbiamo trovato diverse rocce, composte da minuscole parti di piccoli sassi e ciottoli, dette “rocce sedimentarie” o “flysch”. Le rocce sedimentarie sono costituite da un accumulo di detriti che si sono formati quando un tempo la Sicilia era sotto il livello del mare. Se si scavasse all‟interno di queste rocce, in profondità si potrebbe trovare qualche fossile che ci permetterebbe di capire quali organismi animali tempo fa abitavano la nostra Terra. A questo punto Fabrizio ci ha detto che esistono diversi tipi di rocce tra le quali: le rocce magmatiche o ignee, formate in seguito alla solidificazione di magmi (prodotti dell‟attività vulcanica), ne sono un esempio quelle che si trovano ai piedi dell‟Etna e le rocce metamorfiche, che derivano da trasformazioni chimiche e fisiche formatesi nel corso delle ere geologiche. Continuando la nostra passeggiata, ci siamo fermati alle “saje” (introdotte dagli Arabi) che ancor oggi servono ad irrigare gli orti e gli agrumeti. Dopo questa lunga ma bella ed istruttiva passeggiata, siamo arrivati alla passerella sul fiume: chi non ha mai provato a salirvi sopra, non può capire che emozione si provi, potendo osservare le bellissime cascate che ne scaturiscono. Si resta affascinati nel sentire il rumore dell‟acqua e ammirare i vortici che essa forma, scorrendo ed incuneandosi attraverso le rocce che così vengono levigate nel corso degli anni. Continuando la nostra escursione, nelle vicinanze, abbiamo notato dei “ponti” in pietra lavica costruiti dagli Arabi. Servivano per passare da una sponda all‟altra, poiché al di sotto passava il fiumedava .Il nome Alcantara, infatti, deriva propriodall'Arabo Al Qantarah, che significa "il ponte". Lì vicino circa, oggi purtroppo ridotto a rudere. Originariamente all‟esterno era presente una scala che conduceva nella vera parte del mulino, dove esisteva un canale. In questo canale veniva convogliata l‟acqua proveniente dalle saje e attraverso un tubo andava a finire su una ruota che, tramite un ingegnoso sistema di leve, azionava le macine, le quali servivano per la produzione del grano. Dopo questa lunga passeggiata ci siamo fermati in un parco di Randazzo per consumare il pranzo, che al dire il vero è stato un po‟ curioso dato che eravamo a contatto diretto con la natura e… con gli animali ! Alle 15.00 circa ci siamo recati a visitare il museo di scienze naturali a Randazzo, istituito nel 1899 dove abbiamo visto diversi Diorami, cioè ambientazioni in scala che ricreano scene di vario genere. Infatti c‟erano tante stanze in cui si trovavano diversi animali raggruppati per categorie: rettili, uccelli, mammiferi e pesci. Dopo aver esaminato con cura tutte le descrizioni minuziose di questi ambienti realistici, siamo andati un po‟ in giro per la città della quale abbiamo appreso storia e tradizioni. All‟origine la città era suddivisa in 3 quartieri abitati da popoli diversi : il quartiere S. Maria dai latini, il quartiere S. Nicola dai greci e il quartiere S. Martino dai lombardi. Da lì ci siamo spostati a visitare la bellissima Basilica S. Maria, di stile Normanno - Svevo, interamente in pietra lavica, esclusa la facciata, suddivisa in tre navate separate da colonne monolitiche. Nelle navate secondarie si trovano tantissimi dipinti che risalgono al 700 d.C. Dopo aver contemplato con meraviglia tutti i quadri, siamo andati in una piazzetta poco distante per fare una breve pausa, dopodichè siamo saliti sull‟autobus, abbiamo salutato la guida e ce ne siamo andati appagati per questa giornata colma di emozioni, ma al tempo stesso malinconici per aver lasciato questi luoghi pieni di bellezze davvero rare. Classe 2ªA 3° NUMERO S C HO O L N E WS UNA SPLENDIDA MOSTRA SCIENTIFICA Giorno 28 Aprile 2010, una rappresentanza delle classi terze del nostro Istituto, formata da nove alunni per sezione sorteggiati qualche giorno prima, ci siamo recati al Liceo Scientifico "Leonardo" di Giarre per assistere ad una mostra scientifica. Appena siamo arrivati all'Istituto, alcuni ragazzi ci hanno condotto nell'aula magna, dove abbiamo visto i primi esperimenti. Si trattava di lavori fatti da alunni provenienti da diverse scuole, esposti e illustrati dai ragazzi stessi. I primi lavori che abbiamo visto sono stati una bussola magnetica e un asse di rotazione, strumenti usati per orientarsi. In seguito abbiamo assistito ad un esperimento nel vuoto: è stato messo un bicchiere d'acqua all'interno di uno spazio in cui è stato tolto 1' 80% dell'aria, e abbiamo potuto notare che l'acqua ha incominciato a bollire. I ragazzi che hanno fatto l'esperimento ci hanno spiegato che ciò avviene perché in mancanza di aria le molecole dell'acqua cominciano ad agitarsi sempre di più e perdono calore. Alla fine il vapore d‟acqua si era condensato all‟interno della campana mentre immergendo il dito nell‟H2O si poteva constatare che era diventata più fredda rispetto all‟inizio. In seguito un ragazzo ci ha invitato a provare a posizionare a scala dei mattoncini in modo che quello superiore uscisse completamente dalla base; noi non ci siamo riusciti, ma lui si, perché c'è una precisa regola fisica che bisogna applicare. In seguito abbiamo provato personalmente un apparecchio che imita il funzionamento di una pila, però il passaggio dell'energia avviene tramite il nostro corpo, appoggiando entrambe le mani su uno speciale apparecchio. Successivamente abbiamo visto il disco di Benham, un disco colorato in parte in nero e in parte in bianco, facendolo girare molto velocemente il nostro occhio ha visto anche altri colori, specialmente il rosso. Questo si verifica perché a grande velocità il nostro occhio non riesce a distinguere bene i colori riflessi e quelli assorbiti, e quindi ne vede altri. P A G I NA 9 Dopo abbiamo visto l'effetto Moirè, che spiega anche il fenomeno delle interferenze, e subito dopo abbiamo assistito alla trasformazione dell'acqua in vino: un ragazzo ci ha spiegato che in realtà si tratta di un semplice gioco di pressione, che consente al vino di uscire se noi versiamo dell'acqua in un'altra bottiglia; sempre lo stesso ragazzo ci ha anche mostrato un piccolo allevamento di bachi da seta. In seguito con un piccolo esperimento abbiamo verificato il principio di inerzia. Continuando il nostro percorso di scoperta, abbiamo visto il diverso modo in cui riflettevano la luce due specchi sferici, uno concavo e uno convesso. Successivamente abbiamo potuto osservare la tensione superficiale dell'acqua, e quindi ci siamo spiegati tramite questo principio perché lo stesso corpo può rimanere a galla o affondare. Dopo abbiamo visto diverse illusioni ottiche, il moto di rivoluzione della Terra, una sfera a plasma e infine abbiamo verificato l'esistenza del campo magnetico terrestre. In seguito siamo usciti dall'aula magna e ci siamo spostati nei corridoi, dove erano esposti altri esperimenti. Si trattava di quesiti scientifici, molto spesso senza soluzione. Vi erano anche molti "giochi di colore", dati dalla trasformazione di sostanze acide in basiche e viceversa, cosa che determinava il cambiamento del colore del liquido; oppure si vedeva come far diventare improvvisamente nero un liquido trasparente aggiungendo un'altra sostanza, la quale scatena delle reazioni chimiche a catena che fanno cambiare colore al liquido. Dopo ci siamo spostati nella palestra, dove ci è stato spiegato il funzionamento dell'effetto 3D. Sempre lì abbiamo visto un altro esperimento che creava un vortice all'interno di due bottiglie collegate, e infine come un corpo piccolo può reggerne uno più grande. Purtroppo il tempo scorreva veloce e sebbene quegli esperimenti e quei giochi fossero davvero interessanti, non siamo arrivati a vederli tutti. L‟esperienza che ho vissuto insieme ai miei compagni è stata molto bella perchè mi ha permesso di vedere applicato ciò che studio sui libri di scienze. N o b i l e G i u l i a 3ªE IL MICROSCOPIO Giorno 24 Febbraio 2010, la nostra professoressa di scienze ha deciso di farci usare il microscopio. In classe ne ha portati più di uno ed erano tutti di grandezza diversa , ha portato anche molti preparati da poter osservare come: l‟ala della farfalla , l‟apparato boccale della blatta e molti altri. Abbiamo creato anche noi due preparati, uno con la cipolla e un altro con il sedano. All‟inizio la professoressa ci ha spiegato com‟è fatto un microscopio: c‟è la base , che serve d‟appoggio al microscopio ; lo specchietto mobile che riflette la luce dall‟apparato d‟illuminazione e la converge sul preparato da osservare ; il diaframma , che regola la quantità di luce e la concentra sul preparato; il tavolino portaoggetti, che serve per sostenere il vetrino con il preparato ; il portaobiettivi , che permette di scegliere l‟obiettivo adatto con un semplice movimento di rotazione ; gli obiettivi , fissati al portaobiettivi , che sono un sistema di lenti a diversi ingrandimenti ; il tubo , che determina la distanza fra obiettivo e oculare ; l‟oculare , un secondo sistema di lenti che ingrandisce ulteriormente l‟immagine ; la vite macrometrica e la vite micrometrica , che servono a regolare la messa a fuoco del preparato e il braccio , che serve per afferrare e spostare il microscopio. Dopo questa spiegazione ognuno di noi ha saputo osservare dal microscopio. Secondo me questa esperienza è stata molto costruttiva ma nello stesso tempo anche molto divertente. Federica Emmi 1ªE P A G I NA 1 0 S C HO O L N E WS 3° NUMERO ALLA SCOPERTA DEI VULCANI, VIAGGIANDO ANCHE CON LA FANTASIA Giorno 28 Aprile 2010 le classi del plesso di via Badalà si sono recate a Viagrande e Zafferana per una gita di istruzione. La mattina, alle ore 8.00, siamo partiti dalla Piazza XXV Aprile. La prima tappa è stato il museo della lava. Appena arrivati, abbiamo fatto merenda, poi ci hanno chiamati per entrare e ci hanno mostrato un filmato sui vulcani. Quando il filmato è finito la guida ci ha fatto vedere dei box in cui, con dei manichini, erano rappresentati i vulcanologi con i loro strumenti e alcuni padiglioni nei quali vi erano foto della formazione dei vulcani e dell‟Etna. Abbiamo anche visto il box dedicato ad Angelo D‟Arrigo, un nostro caro concittadino che era uno studioso di uccelli e amava volare. Alla fine della visita del museo ci hanno fatto vedere un film in 3D dove sembrava che le immagini ci toccassero e venissero sopra di noi. Dopo siamo risaliti sul pullman per andare all‟Azienda Agrituristica “Blandano”. Appena arrivati abbiamo assistito ad una breve lezione su come dal grano si ottiene il pane e subito dopo ci hanno fatto impastare la farina per poi fare il pane. Abbiamo visitato una piccola fattoria dove c‟erano: conigli, capre, galline, maiali dei Nebrodi e un pony. Successivamente la guida ci ha fatto vedere l‟orto con le verdure di stagione, ci ha parlato di alimentazione e dieta mediterranea e abbiamo anche fatto un gioco con la piramide alimentare. Verso le 14.00 siamo andati a pranzo in un ristorante a Zafferana e dopo il pranzo siamo andati da un apicoltore che ci ha insegnato a riconoscere le api, ci ha raccontato la loro vita e le notizie sul loro mondo. Finita la spiegazione abbiamo degustato il miele e comprato alcuni vasetti.Infine siamo andati al bar “Nonna Peppina” dove abbiamo assaggiato i dolci tipici di Zafferana. Arrivati a casa eravamo stanchi ma felici. Giuseppe Samuele Rizzo Classe 3ª G AL BOSCO CERRITA Giorno 4 maggio 2010, noi alunni delle classi 1ªB, 1ªE e 1ªF siamo andati nel Parco dell‟Etna, per visitare il sentiero natura Bosco della Cerrita, situato a 1400 mt sul versante est dell‟Etna. Esso ricade per la maggior parte nel territorio del Comune di Sant‟Alfio. Siamo partiti alle ore 8,30 da Fiumefreddo di Sicilia in autobus; dopo una breve tappa a Fornazzo, per una veloce colazione e per incontrare le guide che ci avrebbero accompagnato, siamo arrivati a destinazione. All‟inizio ci hanno diviso in due gruppi, 1ªE e 1ªF al seguito di Violetta, 1ªB con Fabio, l‟altra guida. Fabio ci ha posto qualche domanda per far risaltare i caratteri del bosco. Abbiamo parlato della differenza tra bosco e parco: il bosco è un ecosistema caratterizzato dalla presenza di alberi d‟alto fusto e si “autogestisce”, il parco, invece, è curato e gestito dall‟uomo. Il nome “Bosco della Cerrita” deriva dalla sua vegetazione fatta essenzialmente di cerri, una pianta molto diffusa in questo bosco, appartenente alla famiglia della quercia, un albero secolare ad alto fusto, con foglie lobate, il frutto è una ghianda che presenta una cupola con piccole squame. A causa delle eruzioni vulcaniche del 1802 e 1865 gran parte della vegetazione di cerri, roverelle, faggi, pini, betulle, ginestre e lecci è stata distrutta. Lungo il sentiero è possibile notare una flora varia, che va da alberi sempreverdi a caducifoglie. La vegetazione è caratterizzata dal Pino, una conifera sempre verde che presenta foglie aghiformi e produce semi commestibili (pinoli), dalla Betulla (Betula Aetnensis), dalla quale si ricava il legno per la fabbricazione di mobili, dalla Ginestra (Genista Aetnensis), pianta molto comune sulle falde dell‟Etna, dalla Roverella che è la specie di quercia più diffusa in Italia, dal Ginepro (Junipherus Hemisfaerica), le cui bacche servono per fare un liquore, dalla Viola (Viola Aetnensis) e dalla Camomilla dell‟Etna (Anthemis Aetnensis). Lungo il percorso, su una roccia, abbiamo notato un fungo: Fabio ci ha spiegato che quella specie non era commestibile. Inoltre ci ha fatto notare che la parte che noi vediamo e mangiamo non è altro che il “corpo fruttifero” del fungo, mentre il micelio vive sotto terra. I funghi un tempo venivano classificati nel regno delle piante, nel diventare saprofiti avrebbero finito per perdere la clorofilla, oggi sono considerati un regno indipendente. Ve ne sono di diversi tipi, alcuni commestibili ed innocui altri, come l‟amanita, molto velenosi. 3° NUMERO S C HO O L N E WS Altre pianticelle che si trovano qua e là sono le Leopoldie, una specie commestibile molto diffusa nel Bosco Cerrita, che in siciliano prende il nome di “cipudduzzu” per la sua buffa forma di cipolla e il “Cavulu carammu”, chiamato così perché quando le cime sono chiuse assomigliano a quelle di un cavolo. In questa escursione la guida ha anche parlato della fauna, i topi selvatici, che sono molto organizzati, costruiscono degli “appartamenti sotterranei” con numerose stanze. Restando in silenzio per qualche minuto abbiamo sentito il canto della cincia, che si serve di questo suono per attirare la femmina visto che questa è la stagione degli amori. Gli uccelli cantano per farsi notare dalle femmine che non scelgono il maschio solo per il suo piumaggio o per la sua bellezza; infatti quando una femmina nasce fissa per sempre l‟immagine del padre e per tutta la vita sarà in cerca di un maschio che gli assomigli. Fra una spiegazione ed un‟altra si era fatta l‟ora di andare a pranzare, ci siamo recati al Castagno dei Cento Cavalli dove abbiamo consumato il nostro pasto. Le guide ci hanno parlato della leggenda che porta con sé questo castagno plurimillenario, ovvero che la regina Giovanna D‟Angiò e i suoi cavalieri, con i loro destrieri, trovarono riparo sotto il grande albero, il cui tronco si presenta completamente cavo. Su questo fatto il pittore Jean-Pierre Houel fece un quadro nel 1777. Dopo la pausa pranzo abbiamo raggiunto il “Laboratorio naturalistico” e siamo entrati nella “stanza verde” dove vengono custoditi diversi animali imbalsamati, come la volpe e la donnola. Gli animali esposti erano davvero stupefacenti, sembravano vivi, li osservavamo nei minimi particolari mentre Fabio ci illustrava la tecnica di imbalsamazione, e i nomi delle varie specie presenti. Il tassidermista quando gli viene portato un animale, toglie tutte le interiora dell‟esemplare e le sostituisce con paglia, fino a trovare una posa spontanea; gli animali presenti sono stati imbalsamati solo perché sono stati trovati morti o perché morti per malattia. P A G I NA 1 1 I predatori terrestri sono: la volpe, che appartiene alla famiglia dei Canidi ed è predatore ma anche preda e può mangiare di tutto; il gatto selvatico che é un ottimo cacciatore, ma rarissimo da incontrare e che appartiene alla famiglia dei Felidi; la donnola che è molto coraggiosa ed è un mammifero della famiglia dei Mustelidi; la martora è apprezzata per la folta pelliccia, ha il corpo allungato e aggraziato. Il bosco è popolato anche da molti volatili come il gheppio e da rapaci diurni e notturni come il gufo, l‟allocco, la civetta. I predatori del cielo si dividono in: diurni cioè animali che dormono di notte e stanno svegli di giorno, e notturni che dormono di giorno e stanno svegli di notte. I predatori diurni cacciano utilizzando i loro grandi artigli, mentre quelli notturni hanno gli occhi più grandi e possono guardare al buio. Fra i mammiferi gli insettivori sono molto diffusi: il topo-ragno, chiamato così perché i suoi baffi somigliano a zampe di ragno; il ghiro che è molto dormiglione e si nutre di ghiande e noccioline. Un altro insettivoro è il riccio che, quando vede un pericolo, si arrotola e, così facendo, si protegge perché ha molte spine. L‟istrice ha gli aculei, per proteggersi li fa tremare così i predatori si spaventano e non lo catturano. Nella classe dei rettili ci sono i serpenti, il più velenoso fra quelli che vivono nel parco è la vipera. Se si viene morsi dalla vipera bisogna stare calmi e raggiungere il primo pronto soccorso: lì inizialmente non somministrano nulla perché alcune persone smaltiscono da sole la sostanza tossica, pertanto i medici aspettano. Se la situazione precipita daranno l‟antidoto che, se usato inutilmente può causare effetti letali, dato che la medicina può essere più nociva del veleno della vipera. Quest‟incontro è stato interessantissimo, perché abbiamo scoperto e visto la natura in tante forme e anche perché la nostra guida ci ha reso partecipi e ci ha coinvolto nella spiegazione, non rendendola affatto noiosa. Ci siamo divertiti molto a visitare il bosco ed a vedere gli animali, inoltre abbiamo capito l‟importanza della natura e dei suoi cicli vitali: i parchi naturali ci danno la possibilità di conoscere ambienti naturali protetti e contribuiscono a salvaguardare la natura. Questa visita guidata è stata un‟esperienza davvero emozionante! Miriana Bonaccorsi, Elisa Borzì, Valeria Marano, Martina Morabito e Chiara Napoli 1ªB P A G I NA 1 2 S C HO O L N E WS 3° NUMERO L’UOMO E L’AMBIENTE Da millenni gli uomini sfruttano le risorse naturali: si nutrono di animali e di piante, abbattono alberi per utilizzare il legno o per far posto alle colture agricole e compiono moltissimi altri interventi senza preoccuparsi di salvaguardare la natura. Nel nostro secolo questi interventi si sono moltiplicati. Questo è dovuto soprattutto al moltiplicarsi della popolazione mondiale e alle aumentate possibilità tecniche di agire sull'ambiente. Oggi si costruiscono laghi artificiali per alimentare centrali idroelettriche, si innalzano dighe che modificano i sistemi idrici di intere regioni, che se da un lato favoriscono l'agricoltura, d‟altro canto spesso provocano sconvolgimenti tragici per la vita degli organismi che popolano le zone interessate. Le industrie scaricano i loro veleni nei fiumi, che li trasportano nei mari creando anche qui notevoli danni ecologici. Le sostanze chimiche, usate nei campi per distruggere gli insetti nocivi, finiscono con l'uccidere anche i loro predatori. I fumi delle industrie, gli impianti di riscaldamento, i gas di scarico degli autoveicoli, rendono sempre meno salubre l'aria delle nostre città e sono molto pericolosi. Gli scienziati hanno capito che i continui danni arrecati all'ambiente presto o tardi si ripercuoteranno anche sulla salute dell'uomo. Si sta cercando di porre rimedio in tanti modi risanando gli ambienti, usando depuratori, ma soprattutto educando i giovani al rispetto della natura. Ma per difendere il nostro ambiente, la cosa più importante è risparmiare. Risparmiare non è un obbligo ma un nostro dovere per vivere meglio. La prima fonte di risparmio è l‟uso consapevole dell'energia, quindi minor spreco di energia e minor produzione di rifiuti possono rappresentare due possibili soluzioni per conservare al meglio il nostro pianeta. Nell‟ultimo secolo l‟uomo ha anche influito sul clima di estese zone modificandolo a volte in modo imprevisto, lo sconvolgimento del clima ha ripercussioni molto dannose sull'equilibrio ambientale, l'inquinamento atmosferico prodotto dalle emissioni dei gas serra e dalla CO2, sta portando a gravi cambiamenti climatici. Quindi basterebbe adottare qualche piccolo accorgimento per inquinare di meno e per proteggere ciò che ci circonda. E’ molto importante fare la raccolta differenziata, non si fa alcuna fatica per separare la carta, la plastica, il vetro .... In questo modo si possono buttare in discarica pochissimi rifiuti, dai materiali riciclati nascono altri oggetti, molti cose che buttiamo via senza riflettere possono essere tranquillamente riutilizzate. Rispetto dell'ambiente non significa solo risparmio, ma anche stare attenti a non buttare carte in giro, basta utilizzare gli appositi cestini per i rifiuti. Risparmiare e rispettare l'ambiente significa non sprecare, ma spesso noi stessi non ci facciamo caso, ad esempio: quando facciamo la doccia non bisogna aprire il rubinetto inutilmente per troppo tempo perché si possono sprecare in pochi minuti 45-50 litri d'acqua. Rispettare l'ambiente non è una perdita di tempo, serve a rispettare tutti gli esseri viventi, a vivere meglio e soprattutto ad abitare in un modo migliore ! Tropea Gaetano Stiro Francesco 2ªB MONTE FONTANA Giorno 7 maggio del 2010 è stata un‟altra speciale occasione per divertirsi e conoscere la propria terra: noi alunni con la nostra classe e le altre terze siamo andati in gita presso il sentiero natura del Monte Fontana, nel territorio del Parco dell‟Etna, e al Museo della lava e dei vulcani nelle zone circostanti. Come sempre, siamo partiti da Piazza XXV Aprile verso le 8.30 e dopo circa un’ora di viaggio e aver incontrato la nostra guida Violetta, siamo arrivati al punto di partenza del nostro percorso: un piazzale di media grandezza in pietra lavica dove abbiamo fatto una breve sosta per fare merenda. In seguito, siamo partiti avventurandoci nei sentieri in mezzo ai boschi, qualche minuto di cammino e ci siamo fermati per ascoltare la spiegazione della nostra guida. Violetta ci ha detto che esistono due tipi di lava: AA e OIOI; queste due sigle, di origine straniera, indicano rispettivamente la lava che si raffredda molto velocemente, ma essendo frastagliata non si può camminare su di essa a piedi nudi perché molto tagliente, e un altro tipo di lava, molto più fluida che, quando si raffredda resta liscia, permettendo di passarci sopra anche senza scarpe ai piedi. Successivamente ci ha spiegato che i maggiori crateri sul vulcano sono quattro ma l‟altezza complessiva è calcolata da quello più alto, cioè il cratere che ha eruttato più volte rispetto agli altri; inoltre, a queste altezze troviamo anche piante che ci sono a basse quote ma con caratteristiche piuttosto diverse: un esempio è la ginestra, che non fiorisce nel 3 ° NU ME R O S C HO O L N E WS periodo primaverile, come alle nostre altezze, bensì a fine ottobre. In seguito, alla nostra sinistra abbiamo potuto osservare una coltivazione privata di mele cola, tipiche del territorio, che hanno una forma piccola e tondeggiante, e durante il periodo della raccolta emanano un ottimo profumo. Purtroppo sin dai primi metri siamo stati disturbati dal transito di numerose jeep che ci hanno interrotto parecchie volte durante le spiegazioni della guida. Successivamente abbiamo visto e commentato un muretto fatto di pietra lavica, la quale presentava dei fori, dovuti al fatto che prima di solidificarsi la lava conteneva dei gas che si sono poi dispersi nell‟aria. Sin dall‟antichità sia muri sia intere case venivano costruite in pietra lavica. Detto questo, Violetta ci ha spiegato che è grazie all‟Etna se nel nostro territorio abbiamo una grande disponibilità d‟acqua, che filtra nelle sue rocce sotterranee, fino a fermarsi in una zona impermeabile: là nascono le falde acquifere. In seguito a questa chiara spiegazione e dopo qualche foto insieme, abbiamo ripreso a camminare su un terreno lavico e man mano che salivamo abbiamo potuto ammirare un bellissimo panorama, un misto tra paesaggio montano e verso est il mare… e cammina cammina siamo arrivati ad una grande colata lavica risalente al 1971; essa si è incanalata in un torrente, che oggi non c‟è più, e poi si è fermata in questa zona. Su questa colata abbiamo potuto distinguere piccole colonie di rumex e chiazze di pino laricio. Allo stesso tempo abbiamo potuto osservare l‟imponente cima del nostro splendido vulcano, e così la guida ci ha spiegato che non tutte le eruzioni avvengono nella parte sommitale, cioè nella zona più alta, ma si distinguono diverse tipologie di eruzioni: terminali, effusive, sub-terminali quando sotto il cratere centrale si apre una frattura dalla quale esce poi della lava, oppure laterale quando il magma risale nel terreno anche a basse quote e facendo pressione fa sollevare di qualche millimetro la superficie; questo tipo di attività esplosiva crea, inoltre, un cratere avventizio e di medie dimensioni dal quale uscirà il materiale incandescente. PAGINA 13 Le eruzioni più pericolose sono, invece, quelle eccentriche, cioè quando il condotto che porta al cratere parte direttamente dalla camera magmatica portando con sé grandi quantità di lava: un perfetto esempio i Monti Rossi, dove però c‟è solo un cratere. Detto questo abbiamo fatto diversi cenni su alcuni crateri laterali, come quelli che nel 1928 hanno distrutto Mascali con la loro lava; nello stesso anno la lava si è divisa in due bracci: uno diretto verso Sant‟Alfio, mentre un altro verso Mascali che un tempo si trovava nelle zone dell‟attuale Nunziata. In quel periodo gli abitanti dei due paesini decisero di portare in processione i loro santi. Sant‟Alfio, San Cirino e San Filadelfo, secondo tradizione, fecero fermare la colata, mentre San Leonardo no. Detto questo abbiamo osservato due crateri: uno di antichissima origine e pieno di vegetazione, e un altro, quello che sta eruttando più volte nell‟ultimo periodo. In seguito a questa spiegazione abbiamo continuato la nostra “scalata” fino ad arrivare ad una grande collina, cioè il versante più umido della zona. Da questo punto è stata ben visibile una parte della Valle del Bove; Violetta ci ha spiegato che in realtà questa valle è una caldera di sprofondamento vulcano che oggi è andata a formare questa grande valle in cui si raccoglie gran parte del materiale in seguito alle eruzioni; inoltre, si pensa che la forma di ferro di cavallo che circonda la Valle del Bove sia frutto dello sprofondamento del Trifoglietto2, cioè un grandissimo monte che oggi non è più visibile. Abbiamo fatto ancora qualche altro metro fino a quando siamo arrivati di fronte un terribile paesaggio: il grande PAGINA 14 S C HO O L N E WS anche le zone superiori erano completamente devastate; proprio per questo motivo, non abbiamo potuto continuare, senza quindi, poter scalare il Monte Fontana. Vedere quella spaventosa vista, è stata un‟amara sorpresa non solo per noi, che pensavamo che essendo in un territorio protetto la guardia forestale era a tutela di quel magnifico paradiso, ma anche per insegnanti e guide che non potevano credere a ciò che stavano vedendo visto che è severamente vietato abbattere alberi secolari, soprattutto in parchi protetti che hanno il compito di salvaguardare l‟ambiente. Le guide pensavano addirittura di aver sbagliato sentiero!!! così dopo aver gettato alcune occhiate alla zona siamo stati costretti, per motivi di sicurezza, a interrompere il nostro tragitto per tornare indietro. Allora siamo discesi con un po‟ di delusione e abbiamo raggiunto gli autobus. Questi ci hanno condotto al Castagno dei Cento Cavalli dove abbiamo consumato il nostro pranzo a sacco e abbiamo avuto modo di scattare qualche foto insieme con alle spalle quel bellissimo paesaggio. Trovandoci lì ne abbiamo approfittato per vedere il millenario Castagno. Nel pomeriggio siamo andati a visitare il Museo della Lava MuLa a Viagrande. Lì la prima cosa che abbiamo visto è stata la ricostruzione di un vulcanologo al lavoro con la sua tuta fatta di alluminio, e accanto ad esso c‟era una rappresentazione virtuale di una colata lavica. In seguito abbiamo visto un plastico che riproduceva il globo terrestre, con uno spicchio rimosso per far vedere i vari strati di cui è composto. All‟esterno vi è la crosta terrestre, lo strato più superficiale, poi vi è il mantello, in cui vi sono le rocce fuse e si svolgono i moti convettivi e infine nel punto più centrale, che raggiunge la temperatura più elevata, vi è il nucleo, che si distingue in nucleo superficiale e nucleo vero e proprio, dove risiedono i metalli più pesanti. In un‟illustrazione abbiamo visto la suddivisione della Terra in placche, e lungo i loro margini, di solito, sono presenti numerosi vulcani. A questo proposito la nostra guida ci ha spiegato il movimento della tettonica a zolle, per il quale due placche possono allontanarsi o avvicinarsi. Quando si avvicinano possono verificarsi tre diversi fenomeni: se si tratta di due zolle oceaniche una di esse va in subduzione, cioè passa sotto la crosta terrestre e fondendosi crea in questo punto dei vulcani. Se a scontrarsi sono una zolla continentale e una oceanica, quest‟ultima va in subduzione. Se infine si scontrano due zolle continentali nessuna delle due va in subduzione, ma si scontrano creando violenti terremoti e nel tempo si formano le catene montuose. Dopo questa chiara spiegazione, ci siamo spostati in un‟altra stanzetta dove abbiamo scoperto che il vulcano più alto del nostro sistema solare è il Monte Olimpo sul pianeta Marte, alto ben 27 km. Non tutti i vulcani hanno la stessa forma: ci sono infatti, vulcani a forma di scudo o di cono, ma alla fine la struttura interna è sempre la stessa: la camera magmatica in cui è contenuto il magma, il camino centrale e quelli laterali … Detto questo ci siamo spostati in un‟altra stanza dove la ragazza ci ha spiegato che quando un vulcano si trova sotto un ghiacciaio, non appena esso va in eruzione, il ghiaccio vaporizzandosi velocemente ha la potenza di far esplodere tutto il materiale magmatico con conseguente formazione di colonne di cenere, come il vulcano islandese di cui si è sentito molto parlare negli ultimi tempi. In seguito ci ha detto che la lava a corda è un tipo di lava particolare e soprattutto pericolosa poiché si raffredda molto velocemente ma soltanto negli strati più esterni quindi se lo strato è troppo sottile si può sprofondare nel fuoco, e quindi, morire. Abbiamo visto anche l‟Ossidiana, cioè un tipo di pietra formatasi dalla cristallizzazione di un sottilissimo strato di lava, e poi anche esempi di materiale piroclastico cioè pietre e bombe 3° NUMERO che un cratere lancia in aria quando esplode: tra questo, delle pietre pomice, delle scorie e delle bombe grandi anche più di una persona. Abbiamo visto anche un interessante filmato dell‟eruzione del 2002 e un simpatico video 3D, e poi siamo entrati, prima in una stanza che riproduceva una caverna in pietra lavica, e in un‟altra dove al buio sentivamo i rumori tipici di un‟eruzione vulcanica. Alla fine di questa splendida visita qualcuno ha potuto comprare anche un ricordo nel negozio del museo stesso e subito dopo ci siamo diretti verso Fiumefreddo, dove ad aspettarci c‟erano i nostri genitori. Questo è stato il più bel percorso natura dei tre anni di scuola, perché in montagna è stato come vivere un‟allegra avventura con la nostra professoressa Contarino e ci ha appassionato particolarmente il museo perché ci ha chiarito le idee sugli argomenti studiati. Rita Gambino, Giulia Circhirillo e Giulia Nobile 3° E L’UOMO E LA NATURA Viviamo in un'epoca allo stesso tempo affascinante e terribile. Affascinante perché mai come adesso il futuro del Pianeta Terra è soprattutto nelle nostre mani: ciò che avrà luogo domani dipenderà in buona parte da ciò che la comunità umana farà o non farà oggi. Terribile perché la nostra generazione è la prima, da quando la specie umana è comparsa sulla Terra, a poter distruggere in poco tempo tutto quello che ci proviene dal passato. Gli sconvolgimenti che abbiamo prodotto e produciamo continuamente non possono che ritorcersi sulle nostre stesse capacità di sopravvivenza, con le nostre attività distruggiamo ambienti naturali, interveniamo con azioni di ogni tipo negli equilibri della natura e facciamo scomparire per sempre numerose specie viventi che vivono con noi sul nostro pianeta. Conservare la natura vuol dire anche e soprattutto prevedere il futuro, agendo sul presente, per far ciò è indispensabile utilizzare al meglio la risorsa più importante che abbiamo cioè il nostro cervello !!!... Romeo Debora, D’Urso Miriana e Gusmano Ylenia 2ªB 3 ° NU ME R O ALLA CASA DELLE FARFALLE ! Lunedì 17 Maggio, noi alunni della 2ª C della scuola primaria siamo andati in gita scolastica dalle 8.00 alle 18.00. Abbiamo viaggiato sul pullman per circa un‟ora e siamo arrivati al Parco Monteserra. Con noi c‟era anche la 2ª G e le guide. Giunti alla casa delle farfalle ci siamo seduti sui banchi di legno ed abbiamo fatto colazione. Dopo siamo andati in una casetta, dove erano esposte tante farfalle imbalsamate; abbiamo imparato a riconoscere le falene, i predatori che mangiano le farfalle, il baco da seta, gli “occhi finti” che caratterizzano spesso le ali delle farfalle e che esse usano per proteggersi, per spaventare e confondere i predatori. Abbiamo anche visto il bruco che fa il bozzolo. Poi siamo andati a costruire ciascuno una grossa farfalla di carta, con una molletta, dei cartoncini multicolori e un po‟ di colla. Ogni farfalla costruita è venuta bellissima ALLA SCOPERTA DELLA RISERVA NATURALE DEL FIUMEFREDDO Giorno 17 maggio 2010, noi alunni delle classi terze e quarte della scuola primaria siamo andati a visitare la Riserva naturale del fiume Fiumefreddo. Appena arrivati una guida di nome Francesco ci ha accolti gentilmente e ci ha fatto accomodare in un vecchio casolare che anticamente era un mulino ad acqua. Poi ci ha spiegato varie cose, tra cui come si è formato il fiume e quali sono le piante e gli animali tipici della riserva. Iniziata l‟escursione è stato bellissimo osservare lungo il sentiero alcune piante da vicino e sapere quali erano le loro caratteristiche. Abbiamo scoperto, ad esempio, che gli altissimi alberi che circondano il fiume si chiamano “Pioppi bianchi” e che hanno delle foglie particolari che gli permettono di mantenere l‟umidità nei periodi più caldi, e che il “Ranuncolo a pennello” cresce solo ad una certa temperatura dell‟acqua. Un‟altra grande scoperta è stata quella della “Bardana”, una S C HO O L N E WS e variopinta. In seguito siamo andati su un trenino che andava a velocità supersonica! Siamo così arrivati sulla pista da Tubing. Il Tubing è un gioco divertentissimo! Ti devi mettere dentro un gommone con dei manici a cui ti devi aggrappare per non cadere durante la discesa. C‟è una persona che spinge e si va giù velocemente per poi risalire nuovamente in pista con una scala mobile e ripartire di nuovo. Il bello è che quando giravi lungo lo scivolo c‟era l‟acqua che a tratti schizzava ! Di seguito, abbiamo pranzato e siamo andati all‟azienda agricola “Blandano” dove abbiamo visto la “Piramide Alimentare”. Essa è composta da tre diverse fasce sovrapposte, ognuna di diverso colore: in alto il rosso, al centro il giallo e in basso il verde. Nel rosso erano rappresentati gli alimenti che si mangiano una volta a settimana. Nel giallo quelli che si mangiano ogni tanto. Nel verde c‟erano i cibi che si mangiano spesso. Per ogni striscia colorata della piramide si trovano tanti punti- PAGINA 15 ni adesivi. La guida ci ha dato alimenti finti, di plastica, che ciascuno di noi doveva attaccare alla piramide nel posto giusto. Noi li abbiamo attaccati nei posti esatti. Dopo siamo andati a vedere gli animali tra cui c‟erano: maiali, oche, galline asini, caprette, cavalli, conigli e anatre. Quindi, abbiamo cominciato a fare il pane. Quando lo abbiamo assaggiato era buonissimo! Poi siamo andati a prendere il gelato. Per finire abbiamo imbucato le cartoline di saluti e dopo averle affrancate siamo ritornati a casa. Classe 2ª C Scuola primaria pianta con grandissime foglie verdi utilizzata anticamente per curare le infezioni della pelle e che oggi viene usata per preparare creme per il viso. Altre piante che abbiamo conosciuto sono il “Sedano selvatico”, il “Coltellaccio”, la “Veronica d‟acqua”, ”l‟Equiseto” (parente stretto delle felci), il “Giaggiolo”, la “Menta selvatica”, ecc. In questa riserva vivono anche molti uccelli che purtroppo non è possibile osservare durante l‟escursione, ma si può sentire solo il canto melodioso di alcuni. Alla fine del percorso la guida ci ha condotti in un boschetto di “Noci americane” dove nascevano moltissimi “Piselli selvatici” che abbiamo assaggiato. Questi avevano un gusto un po‟ amarognolo ma era divertente sbucciarli. Tornati al casolare abbiamo salutato la nostra guida e siamo tornati a scuola per proseguire con le lezioni. È stata un‟esperienza davvero rilassante che a tutti noi piacerebbe rivivere. Classe 4ª C Scuola Primaria S C HO O L N E WS 3° NUMERO L’EUTANASIA L'eutanasia, ovvero morte dolce, è un argomento che spacca nettamente l‟opinione pubblica in favorevoli e contrari. Si tratta qui di decidere se persone gravemente ammalate, per le quali non c‟è alcuna speranza di guarigione (almeno in base alle conoscenze della medicina) possano decidere (loro stessi, i loro parenti o addirittura i medici) la soppressione fisica, per evitare ulteriori dolori, mediante la somministrazione di opportuni farmaci o punture letali. A chi è capitata la triste esperienza di assistere all‟agonia di una persona in fin di vita, magari in coma e tenuta in vita solo grazie a macchinari, in preda a sofferenze difficili anche da immaginare, certamente è venuta in mente una soluzione drastica, che potesse porre fine a quei dolori. Ma, cosa pensare di quei casi, che pure si sono verificati, di guarigioni non spiegabili tramite la scienza, di persone giudicate inguaribili dai dottori? Sappiamo che in Belgio e nei Paesi Bassi sono state proposte, anche a livello poi di Parlamento Europeo, leggi che autorizzano l‟eutanasia, pur conservando il divieto a livello di diritto, ma non di fatto. Ora mi chiedo: può lo stato liberalizzare il suicidio? Il principio della libertà è senz‟altro basilare nel nostro diritto, ma è lecito consentire ad un uomo la propria autosoppressione, pur di mettere fine al dolore? Che significato ha il dolore? Forse sta qui il problema. È giusto e lecito che i dottori sappiano come alleviare il dolore ai pazienti, ed è questo senz‟altro uno degli scopi principali della medicina, ma è giusto considerare l‟eutanasia come un mezzo per eliminare il dolore? Non è che per caso la società di oggi ci ha abituato ad evitare il dolore, piuttosto che ad affrontarlo, come invece forse accadeva in altre culture o in altri periodi? Pertanto, io penso che non sia giusto che il paziente o il medico effettui trattamenti diretti ad abbreviare la vita o provocare la morte, mentre invece è comprensibile, e quindi lecita, la cosiddetta eutanasia volontaria passiva, cioè la sospensione di un trattamento di sostegno alla vita. P A G I NA 1 6 La Vita La Vita è una cosa meravigliosa, come un ape che su un fior si posa, come un sole splendido al mattino, come la luce che illuminerà il nostro cammino, come lo sforzo d'ogni giorno di una mamma che per dormire ci canta la Ninna Nanna. La Vita è sempre piena di speranza, non restare sempre chiuso in una stanza. Il destino per te riserverà molte sorprese, se tu con lui sarai cortese. La Vita ha tante novità usale sempre con lealtà. Catanzaro Matteo 1ªF Ylenia Alibrandi 3ªD IL RUOLO DELL’ONU L'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è la più importante organizzazione internazionale. L‟ONU sorse il 26 giugno del 1945 negli Stati Uniti, con l'intento di salvaguardare la pace nel mondo dopo la seconda guerra mondiale. La sede centrale dell‟ONU è dal 1952 a New York, sedi staccate si trovano a Parigi, Ginevra, Roma e Vienna. Oggi quasi tutti i paesi del mondo aderiscono a questa organizzazione. I principali obiettivi dell' ONU sono: -il mantenimento della pace nel mondo; -la sicurezza internazionale; -la tutela dei diritti umani, fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo. Gli Stati membri si impegnano a risolvere le loro divergenze con metodi pacifici e senza ricorrere alla violenza. Se non riesce a interrompere un conflitto l‟ONU interviene direttamente tra i paesi in disputa tramite il “Peace keeping”, ovvero l‟invio di forze di pacificazione. Negli anni „50 gli Stati Uniti si adoperarono affinché le Nazioni Unite promuovessero aiuti multilaterali e affinché venisse approvata la Dichiarazione universale dei diritti umani, proclamata nel 1948. Gli Organi principali delle Nazioni Unite, attraverso i quali l‟ONU funziona, sono: • l’Assemblea Generale, un organo nel quale sono rappresentati tutti gli Stati membri, che dispongono ciascuno di un voto. Essa ha funzioni prevalentemente consultive ed ha inoltre il compito di amministrare tutte le attività dell‟Organizzazione • il Consiglio di Sicurezza, un organo al quale spetta la responsabilità principale di mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Il Consiglio di Sicurezza è composto da 15 membri, eletti dall‟Assemblea Generale, 5 dei quali permanenti, che rappresentano gli Stati 3° NUMERO S C HO O L N E WS vincitori della seconda guerra mondiale, ovvero Francia, Gran Bretagna, USA, Federazione russa, più la Cina e 10 eletti dall‟Assemblea Generale con un mandato biennale. Quando il Consiglio viene informato della violazione di un accordo di pace o dell‟aggressione di uno stato ai danni di un altro, il Consiglio prende delle decisioni, dette “risoluzioni”, con le quali tenta di risolvere le controversie tra gli Stati interessati. Se questi ignorano la risoluzione, il Consiglio di Sicurezza può emettere delle sanzioni disciplinari o stabilire interventi militari, mediante l‟invio dei “caschi blu”, l‟esercito dell‟ONU, formato da soldati provenienti dai paesi membri, che è sotto la guida del segretario generale. Le decisioni vengono prese con una maggioranza di 9 voti; escluse le questioni procedurali,ogni altra decisione del Consiglio di Sicurezza non può essere assunta in presenza del voto contrario di uno dei membri permanenti. • il Segretariato Generale è l’organo a capo della struttura burocratica, a cui spetta il compito di mettere in atto le risoluzioni del Consiglio. Al Segretario Generale, eletto dall‟Assemblea Generale su proposta del Consiglio di Sicurezza, spetta la responsabilità di tutto l‟apparato burocratico dell‟ONU, ma ha anche potere di iniziativa. • Il Consiglio Economico e Sociale è l’organo che coordina le attività economiche e sociali dell‟ONU. Questo Consiglio ha un ruolo fondamentale finalizzato alla cooperazione internazionale per lo sviluppo. • la Corte Internazionale di Giustizia è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite. Essa prende decisioni riguardo le controversie in materia di diritto internazionale, che le vengono sottoposte dagli Stati. Allo scopo di favorire la pace, lo sviluppo e la libertà dei popoli, nel corso degli anni sono nate varie agenzie dell‟ONU, tra queste le più importanti sono: la FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l‟Alimentazione e l‟Agricoltura, che si occupa di piani per aumentare la produzione agricola mondiale e per una più equa distribuzione delle risorse alimentari; l‟UNHCR, Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, che si occupa di coloro che sono costretti a lasciare la propria casa o il proprio paese a causa di conflitti e persecuzioni; l‟UNICEF, Fondo internazionale di emergenza per i bambini delle Nazioni Unite, per proteggere l‟infanzia nei Paesi più poveri del mondo; l‟UNESCO, Organizzazione educativa, scientifica e culturale delle Nazioni Unite, che lotta contro l‟analfabetismo e per la salvaguardia del patrimonio artistico e culturale dell‟umanità; l‟OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, il cui scopo è quello di promuovere la cooperazione internazione nell‟ambito della ricerca sanitaria e della prevenzione. Per circa 40 anni, il ruolo dell‟ONU è stato spesso emarginato, in quanto l‟equilibrio del mondo è stato fondato sull‟equivalersi della forza degli USA e dell‟Unione Sovietica. In anni recenti, l‟ONU è intervenuta energicamente P A G I NA 1 7 controversie tra gli stati, ad esempio contro l‟occupazione del Kuwait da parte dell‟Iraq. A partire dal 1948, tramite i caschi blu, l‟ONU coordina ed è presente in una serie di missioni per separare i contendenti o aiutare i civili. Diverse e significative sono le missioni di pace effettuate. Tuttavia, il fatto che i cinque membri permanenti hanno il diritto di veto, cioè possono bloccare le deliberazioni del Consiglio con il loro singolo voto, significa che il nostro pianeta di fatto, dal 1945 in poi è stato governato dalle nazioni vincitrici della seconda guerra mondiale, ognuna delle quali con il suo solo voto può impedire decisioni o risoluzioni contrarie ai propri interessi. Garozzo Alfio 3ªC LA CONDIZIONE FEMMINILE NEL MONDO L‟otto marzo, festa della donna, è una data per riflettere sulla condizione femminile nel mondo. Oggi, in alcuni stati, quali l‟Italia, la Francia, la Germania, gli Stati Uniti, la donna vive in condizioni migliori rispetto al passato: può studiare, lavorare, scegliere o meno di sposarsi, perché esiste un rapporto di parità, di uguaglianza fra uomo e donna. Un esempio è dato dalla Costituzione Italiana (art. 3). Purtroppo però in altre parti del mondo, la donna è ancora considerata inferiore all‟uomo e subisce gravi violenze. Ciò succede, ad esempio, in alcuni paesi islamici: la donna in famiglia è sottoposta all‟autorità del padre, quando si sposa passa sotto quella del marito. A volte alcune ragazze vengono vendute dai genitori ai futuri mariti, per pochi euro, come è successo ad Amina, nome di fantasia, una ragazza marocchina che, a soli 14 anni, fu venduta per 600,00 euro ad un uomo trentenne , che viveva in Italia da un po‟di tempo. Quest‟uomo maltrattò e violentò la ragazza, che rimase incinta, ma continuò ad essere maltrattata e picchiata, sia durante la gravidanza che dopo. Le violenze si conclusero quando il marito lasciò Amina e la bambina in automobile a Milano. La giovane lo denunciò: fortunatamente aveva con sé i documenti d‟ identità ed ha potuto iniziare una nuova vita. Ora ha 17 anni, vive con sua figlia in una casa-famiglia anti-violenza e vuole continuare gli studi, sperando in una vita migliore. Purtroppo questa testimonianza, letta su un quotidiano, non è l‟ unico esempio di violenza sulle donne. Un dato agghiacciante è quello fornito dal telegiornale, secondo cui, in Italia, accadono più omicidi tra le mura domestiche che in ambito mafioso. Di certo c‟ è che sono in aumento i delitti legati a matrimoni finiti, che si concludono con l‟uccisione della ex-moglie, “colpevole “ di non voler più vivere con l‟ex-marito. Speriamo che si possa trovare una soluzione per migliorare le condizioni di vita delle donne,sia nei paesi dove non c‟ è uguaglianza né pari diritti, sia nel mondo occidentale, dove,in contrasto con l‟ uguaglianza sul piano giuridico, la violenza spesso viene consumata all‟interno della stessa famiglia. Soltanto quando non si verificheranno più tali episodi, si potrà parlare di una società in cui la donna ha il giusto riconoscimento e pari dignità rispetto agli uomini. Bibbo Ketty, Dovara Valeria, Licosi Giulia, Patane’ Giulia e Russo Rosina 3ªC S C HO O L N E WS P A G I NA 1 8 GARE SPORTIVE STUDENTESCHE Giorno 16 aprile 2010 ho partecipato a delle gare sportive con la scuola. Per queste gare siamo stati allenati dai nostri professori di scienze motorie. Siamo partiti verso Catania accompagnati da alcuni genitori e dai prof. Arrivati li abbiamo cominciato a fare un pò di riscaldamento. C‟erano varie discipline , c‟era chi faceva la corsa a ostacoli, chi la staffetta ,chi il salto in lungo ecc. Io invece ho fatto il salto in alto. Sono stato contento anche se sono arrivato 6°, perché sono riuscito a saltare 1,40 cm. Per questa disciplina c‟erano ragazzi molto più alti di me che però si sono fermati prima di me e questo mi ha reso molto felice. Mi sono divertito tanto ed è stata una bella esperienza che rifarei volentieri anche perchè non sapevo di avere queste qualità e quello che i prof mi hanno insegnato in pochi mesi di allenamento ha dato dei buoni risultati. Mi dispiace non aver partecipato anche gli anni passati. I prof sono stati bravi a invogliarci in queste gare ma allo stesso tempo non ci hanno fatto pesare di non essere andati meglio , ci hanno sempre detto :-Va bene così…- Grazie prof .,siete grandi ! Siligato Luca 3ªC LE “LIBERTIADI” Giorno 24 Maggio nel plesso scolastico di Liberto, con l‟accensione della fiaccola olimpica e lo slogan d‟apertura “più forti, più alti, più veloci” si è svolta la 1ª edizione delle “Libertiadi”. Nel campo sportivo adiacente alla scuola, in un divertente scenario abbellito da colorati palloncini e attrezzi ginnici, gli alunni della scuola dell‟infanzia, alla presenza dei genitori, si sono esibiti nelle loro performance sportive. Non poteva mancare il nostro Dirigente Scolastico che, a sua insaputa, si è ritrovata a svolgere il ruolo di Coach N. 1 ! I giovani ginnasti delle sezioni arancione e azzurra si sono destreggiati tra vari esercizi di atletica leggera: salto, capriola, asse d‟equilibrio, sollevamento pesi, tiro al canestro ed altro. I gridolini e gli applausi di quanti assistevano alle Libertiadi hanno allietato, oltre ai presenti, tutto il quartiere di Liberto. L‟impegno dei bambini è stato tanto, ma soprattutto il divertimento e lo spasso, che ha accomunato grandi e piccini. L‟iniziativa voleva essere la verifica finale del progetto “Giocando con il corpo”, attraverso il quale i bambini hanno raggiunto le abilità e le competenze stabilite nel progetto. Scuola dell’Infanzia 3° NUMERO 3° NUMERO TRA CASTIGLIONE E MANIACE … IN GIRO PER I CASTELLI Giorno 15 Marzo 2010 tutti gli alunni delle classi prime, accompagnati da alcuni docenti, abbiamo partecipato alla visita d‟istruzione guidata a Castiglione e a Maniace. Il raduno, come al solito, è stato in Piazza XXV Aprile; alle 8.30 siamo partiti puntuali verso Castiglione, il viaggio è durato un‟ora ma tra scherzi, chiacchiere e risate, ci è sembrato brevissimo! Appena arrivati, ci siamo incontrati con la nostra guida che ha cominciato a darci molte informazioni interessanti sul paese: Castiglione era un‟ antica fortezza che dominava la valle dell‟Alcantara; sembra che il nome (che significa appunto “castello grande”) e la storia del paese sia legata ad uno storico, un certo Antongiulio Filoteo degli Amodei vissuto nel 1500, che fa risalire la nascita del paese al 403 a. C., quando il tiranno di Siracusa distrusse Giardini Naxos e i Nassi, costretti a fuggire, si rifugiarono proprio a Castiglione dove già vivevano i Siculi. Il paese è stato influenzato da diverse culture (araba, normanna e bizantina), ma sicuramente maggiore è stata l‟influenza della cultura normanna a cui risale la trasformazione del paese in una vera e propria città fortificata con nove porte e nove torri di avvistamento poste ognuna vicino ad una porta. La guida, inoltre, ci ha spiegato che dentro le mura del paese c‟erano quattro castelli collegati fra loro da tunnel sotterranei che terminavano ognuno davanti ad una porta diversa. Camminando camminando abbiamo avuto modo di visitare diverse chiese: la chiesa di Sant‟Antonio Abate, un monaco egiziano che visse da eremita e che si dice- sia stato il protettore dei maialini; la chiesa di San Pietro e Paolo, di cui ci ha colpito il crocifisso ligneo e la meridiana sul pavimento; la chiesa della Madonna della Catena con la caratteristica statua della Madonna scolpita nel marmo bianco. Molto interessante è stato anche il Castelluccio o Fortezza greca, un castello scolpito su una grande roccia, ai cui lati erano modellate due rampe di scale. Dopo questa visita a Castiglione di Sicilia, siamo risaliti sull‟autobus e ci siamo spostati a Maniace; qui abbiamo pranzato nei giardini della Ducea di Nelson e abbiamo S C HO O L N E WS P A G I NA 1 9 giocato un po’ prima di visitare il castello dell‟ammiraglio, che originariamente era stato costruito come abbazia. Anche qui una brava guida ci ha spiegato che, dopo essere stato distrutto in seguito ad un terremoto, il castello venne ricostruito per volere della regina Margherita di Navarra e donato all‟ammiraglio Nelson in segno di riconoscenza per le battaglie che egli aveva vinto combattendo al suo servizio. Nelson, però, in realtà non arrivò mai a visitarlo perché morì prima, nella battaglia di Trafalgar; ci andò dopo la sua unica figlia Carlotta che scontenta dell‟accoglienza avuta, lasciò subito la Sicilia giurando di non tornarci mai più. All‟interno del castello abbiamo avuto modo di girare per le stanze piene di dipinti che raffiguravano l‟ammiraglio e le battaglie da lui combattute; questi dipinti erano davvero belli. Visitando la Ducea, i giardini e la piccola chiesetta, il tempo è passato velocemente per cui nel tardo pomeriggio siamo dovuti tornare sul nostro autobus per rientrare a Fiumefreddo. E‟ stata una visita d‟istruzione veramente interessante perché abbiamo visto posti e monumenti che, anche se non sono molto lontani da noi, non conoscevamo ancora e perché ci siamo divertiti tutti insieme. Di Bella Carmelo, Lo Giudice Christine, Lo Giudice Giorgia, Nicolosi Andrea, Pappalardo Stefano e Pennisi Paolo Iª C P A G I NA 2 0 S C HO O L N E WS 3° NUMERO UNA MERAVIGLIOSA VISITA D’ISTRUZIONE A NOTO Giorno 22 Marzo 2010 tutte le classi di seconda media del nostro Istituto hanno fatto una visita guidata a Noto. Ci siamo radunati alle 7,30 in piazza XXV Aprile e siamo partiti verso le ore 8,00 in due pullman. Alle 9,00 ci siamo fermati in una stazione di servizio per fare colazione e dopo circa un quarto d‟ora siamo ripartiti alla volta di Noto, dove siamo giunti alle 10,30. Arrivati nel parco, c‟erano le guide ad attenderci. Il primo monumento che abbiamo visitato è stata la porta d‟ingresso. Sopra questa porta si può notare una torre che rappresenta il dominio della città di Noto su molti paesi circostanti; un pellicano che rappresenta la fedeltà; un levriero che rappresenta una fedeltà minore. Ai lati si notano due corone di alloro: all‟interno di quella di destra c‟è una spiga di grano, perché molto tempo fa la vera ricchezza della gente erano i campi; mentre in quella di sinistra si nota una spada avvolta da due serpenti, che era lo stemma della prima famiglia che contribuì alla costruzione di un ospedale; troviamo proprio questo simbolo ancora nelle insegne delle farmacie odierne. Proseguendo per la via Vittorio Emanuele, abbiamo avuto l‟opportunità di osservare alcune delle case in cui viveva la gente più povera. Ognuno doveva costruire da solo la propria casa e per costruire le strade non usavano la pietra lavica (che costava molto), ma i ciottoli. Queste vie venivano utilizzate per il passeggio. A quel tempo la pietra non veniva lavorata; pertanto, ogni volta che passavano delle carrozze, si alzava un gran polverone che infastidiva chi passeggiava e così fu deciso dalle autorità di pavimentare le strade. Proseguendo il nostro cammino ci siamo trovati immersi nel Barocco dei monumenti che caratterizza la città. Uno dei monumenti che sorge nella via è la Chiesa dedicata all‟Immacolata. Poi abbiamo avuto l‟opportunità di osservare due dei grandi conventi che si trovano nella città di Noto: quello dei benedettini e quello di Santa Chiara, oggi diventato chiesa. Nel convento benedettino si possono notare delle finestre sbarrate, chiamate “finestre della gelosia”, perché da lì si affacciavano le suore rinchiuse in convento per obbligo, gelose delle persone che potevano vivere la loro vita tranquillamente e libere. La porta d‟ingresso della Chiesa di Santa Chiara è posta in alto e si può raggiungere dalle scale poste lateralmente per non ingombrare la strada. Una volta entrati al suo interno abbiamo visitato una celletta dove vivevano le suore. Salendo sul campanile della chiesa la guida ci ha raccontato che una volta la messa veniva celebrata in latino e la gente non capiva molto di quello che il sacerdote diceva, anzi andava in chiesa soltanto per prendere Da un ovale che si trova di fronte all‟altare il campanaro vedeva il celebrante; quando questi alzava l‟ostia il campanaro suonava le campane per avvisare i cittadini di recarsi in chiesa per ricevere la comunione. Poi abbiamo visitato la Cattedrale dedicata a San Corrado, dove ancora vi sono dei lavori di restauro pittorico in corso, ad opera di un artista russo. San Corrado era un uomo benestante che un giorno decise di andare a caccia con un suo amico; i conigli però non volevano proprio uscire dalle loro tane e così decise di accendere un piccolo fuocherello per stanarli. Ad un tratto il vento cambiò direzione e scoppiò un incendio: Corrado scappò, e quando arrivarono le guardie incolparono il proprietario del terreno. Il giorno in cui il povero contadino doveva essere giustiziato, Corrado fu assalito dai sensi di colpa e decise di confessare, ma siccome era un nobile, non poteva essere ucciso e così fu esiliato. Da quel giorno Corrado si dedicò alla preghiera facendo vita da eremita. Dopo aver fatto una pausa e consumato il pranzo a sacco, abbiamo visitato via Nicolaci, in cui si trovano i famosi balconi barocchi, unici nel loro genere e dove ogni anno viene allestita l‟Infiorata. L’Infiorata è uno spettacolare tappeto di fiori steso sulla via Nicolaci, formato da gigantesche raffigurazioni che prendono forma in un susseguirsi di petali di fiori dai colori e dalle forme più svariate. I riquadri, realizzati con creatività, inventiva e perizia dagli artisti, propongono di anno in anno motivi diversi: religiosi, mitologici, di cultura popolare. Per quanto riguarda l‟interno del palazzo Nicolaci ci è stato detto che vi sono tre grandi saloni: il Salone Giallo dove la famiglia si riuniva per ascoltare musica ed assistere a concerti privati e in cui si può ammirare il soffitto riccamente decorato e ai lati vari strumenti musicali; il Salone Verde, dove venivano ricevuti gli ospiti, prende il nome dall‟arredamento originario che si adattava con i colori azzurro e blu della pavimentazione in maiolica azzurra proveniente da Vietri; il Salone delle feste, interamente affrescato, la cui decorazione alle pareti è costituita da un fitto colonnato ricco di drappeggi, mentre sul soffitto si ammira la figura del dio Apollo che trascina il carro del sole. Infine abbiamo visto la Fontana d‟Ercole che si trova tra il Teatro Massimo e la splendida Chiesa di San Domenico. Finita la visita dei monumenti abbiamo salutato la guida e siamo andati in diversi negozi di souvenir. Verso le 17,30 gli autobus ci stavano aspettando e alle 19,15 siamo arrivati a Fiumefreddo stanchi ma felici, poiché abbiamo imparato divertendoci ! Alessio Margherita 2ªD 3° NUMERO S C HO O L N E WS PAGINA 21 DALLA VALLE DEI TEMPLI ALLA CASA DI PIRANDELLO … UNA MERAVIGLIOSA GIORNATA AD AGRIGENTO Giorno 19 aprile 2010 non è stata una giornata come tutte le altre perché noi ragazzi della 3°E, insieme a tutte le altre classi terze, abbiamo preso parte alla visita di istruzione guidata ad Agrigento, luogo in cui è nato il grande scrittore Luigi Pirandello. La mattina ci siamo radunati alle ore 7.15 per la partenza e dopo circa tre ore e mezza di viaggio siamo arrivati ad Agrigento. Qui abbiamo incontrato la nostra guida che ci ha accompagnato alla scoperta dell‟antica città greca chiamata originariamente Akragas, dal nome del fiume che scorreva nella fertile vallata. La prima tappa è stata la Valle dei Templi, un sito archeologico davvero fantastico, che fa parte del Patrimonio mondiale dell‟UNESCO. All‟interno della valle abbiamo visitato la necropoli e diversi templi ricchi di decorazioni doriche, che anticamente servivano per i sacrifici degli animali. Il primo tempio che abbiamo ammirato è stato il tempio dedicato alla moglie di Zeus, donna-simbolo della fertilità e della famiglia; poi abbiamo percorso una caratteristica strada, tutta circondata da antichi alberi di ulivo un tempo considerati sacri, nella quale erano ancora evidenti resti di antiche tombe bizantine scavate nella roccia, risalenti al 600 d.C. Camminando, camminando… siamo arrivati ai piedi dell‟imponente tempio della Concordia risalente al V secolo a. C., simbolo della Valle dei Templi, anche per il suo ottimo stato di conservazione; in epoca romana fu trasformato in chiesa cristiana e, pertanto, fu privato di tutti i decori tipicamente greci, fino a riprendere la sua funzione di origine dopo alcuni decenni. Questo tempio non è dedicato ad una precisa divinità, ma deve il suo nome ad una antica lastra di marmo con la scritta “Concordia”, ritrovata durante recenti scavi archeologici nella zona. Proprio in quei giorni all‟interno era stata allestita una mostra di arte contemporanea e così abbiamo avuto l‟opportunità di vedere la mostra e visitare il tempio anche dall‟interno. Dopo un paio di minuti, ci siamo diretti verso l‟ultimo tratto della Valle, chiamato Olympeion; qui abbiamo potuto osservare la statua di Telamone, una scultura maschile, a tutto tondo, impiegata come sostegno spesso in sostituzione delle colonne. Il tempio di cui oggi rimangono solo pochi resti ma che conserva la sua magnificenza è il Tempio dedicato a Giove: anticamente era il tempio più grande della Valle ma, quando i Cartaginesi si sono introdotti nell‟isola, hanno devastato i templi e portato con sé gran parte delle sculture e dei fregi che componevano il tempio. Circondato da un magnifico panorama di ulivi si scorgeva a pochi metri di distanza il vero emblema di Agrigento e della Sicilia turistica: il Tempio di Castore e Polluce o dei Dioscuri del quale rimangono solo quattro colonne. Dal momento che si era fatta già ora di pranzo, abbiamo consumato la nostra colazione a sacco e, dopo esserci rilassati un pò, siamo risaliti sul pullman e ci siamo diretti verso la casa di Luigi Pirandello, situata in una contrada chiamata CAOS, perché rispecchiava i rumori della città. La casa-museo del grande scrittore nostro conterraneo era strutturata su due piani e ogni stanza raccoglieva materiale scritto ed iconografico: documenti, manoscritti, edizioni di testi romantici e teatrali, foto di famiglia, ritratti dello scrittore e dell‟attrice che accompagnò l‟ultima fase della sua vita, Marta Abba. Un piccolo sentiero, dietro la casa, portava al pino, a lui tanto caro perché era il luogo in cui amava soffermarsi a pensare, a dipingere, a riposarsi e a scrivere agli amici; ai suoi piedi è conservata l‟urna con le ceneri di Pirandello, ma del grande albero non rimane più nulla in seguito ad un maremoto. Vedere i luoghi in cui Pirandello ha vissuto parte della sua vita ci ha sicuramente aiutato a comprenderlo meglio, a riflettere sul suo modo di vivere e sul modo in cui ha deciso di essere sepolto. Questa visita d‟istruzione guidata ad Agrigento è stata indimenticabile poiché ci ha permesso di scoprire bellezze archeologiche, di conoscere la terra e i luoghi in cui è nato e si è ispirato il nostro scrittore e poeta conterraneo Pirandello e perché ci ha dato anche l‟occasione di divertirci e trascorrere tutti insieme una bella giornata. Giulia Circhirillo, Giulia Trippiedi, Chiara Gambacorta, Rita Gambino, Rosella Tomarchio, Leonardo Torrisi e Laura Tropea 3ªE P A G I NA 2 2 S C HO O L N E WS AL MUSEO DEL CINEMA E DELLO SBARCO Giorno 12 Maggio 2010, noi alunni delle classi 3ªA, 3ª E e 3ªF, accompagnati dalle nostre insegnanti di lettere, ci siamo ritrovati alla stazione ferroviaria di Fiumefreddo per andare alle Ciminiere di Catania dove si trova il Museo dello Sbarco e il Museo del Cinema. Questa visita d‟istruzione guidata è stata diversa rispetto alle altre perché siamo partiti in treno e non in autobus, come facciamo di solito; alcuni di noi non avevano ancora fatto l‟esperienza del treno ed erano davvero entusiasti anche perché con il treno siamo arrivati velocemente a destinazione. Non appena scesi alla stazione di Catania, abbiamo continuato a piedi fino alle Ciminiere. Entrati nell‟area museale, le guide ci hanno divisi in due gruppi, e mentre un gruppo visitava il Museo dello Sbarco, l‟altro visitava quello del Cinema, e viceversa. Con il nostro gruppo, formato dalla 3ª E e 3ª F, siamo andati prima al Museo dello Sbarco, che ci ha molto interessati, perché ha cercato di farci vivere le sensazioni che provavano i civili e i militari durante la guerra. Appena entrati, una guida ci ha fatto accomodare dentro una sala dove un breve filmato descriveva le fasi iniziali della Seconda Guerra Mondiale, dall‟invasione della Polonia da parte di Hitler alla conquista della Sicilia da parte degli Alleati. Abbiamo potuto vedere come gli americani attraverso l‟operazione “Husky”, nome in codice dato allo sbarco in Sicilia, avvenuto il 10 luglio 1943, dalle coste dell‟Africa Settentrionale sono passati nella nostra isola e dopo averla liberata dal regime fascista, sono risaliti lungo lo stivale per liberarci del tutto dai regimi totalitari del Fascismo e del Nazismo. Successivamente un‟altra guida ci ha fatti passare sotto un grande arco e improvvisamente ci siamo ritrovati in un ambiente tipico degli anni‟30 -‟40, una piazzetta circondata da tanti edifici: la sede del partito, alcune case … tutto quasi interamente di polistirolo, mentre il pavimento era fatto di vetro resina per richiamare i basolati lavici tipici delle strade siciliane. Le abitazioni che davano sulla piazzetta avevano al loro interno mobili e impianti elettrici del „900; sul muro della sede del partito era ben visibile il motto fascista “Credere, obbedire e combattere” firmato da Mussolini in persona; sulla balconata della residenza del podestà (corrispondente all’attuale sindaco) spiccava la bandiera italiana del tempo, il tricolore con al centro lo stemma sabaudo. Nella piazzetta vi era anche una bacheca con dei giornali appesi a dei fili che faceva pensare alla nostra attuale edicola; lì erano esposte copie originali dei giornali d‟epoca e la guida ci ha spiegato che quello più diffuso era “La Domenica del Corriere”. Sempre sulla piazzetta si affacciava anche una merceria, quella che noi oggi, in siciliano, chiamiamo “putia”, ovvero una bottega in cui si trovava un pò di tutto: dal cibo ai bottoni. Girando lo sguardo si notava anche una stalla o armeria, con un carretto e un asino; c‟era anche una sartoria, perché allora non esistevano i negozi di abbigliamento come oggi e la gente andava a farsi confezionare i vestiti direttamente dalla sarta. La guida ci ha spiegato che a quei tempi la gente possedeva solo due abiti: uno per l‟inverno e uno per l‟estate, anche se in realtà si trattava dello stesso vestito a cui si aggiungeva uno strato di stoffa per farlo più pesante. Infine, un‟altra abitazione tipica su quella piazzetta era una casa popolare, con lo studio e una camera da letto. Lasciata la piazzetta e le abitazioni tipiche che la circondavano siamo passati in un ambiente più buio, a questo punto la guida ci ha spiegato che quella penombra rappresentava la notte, perché durante la guerra la gente doveva tornare a casa prima del tramonto, alle 17.00 in autunno e in inverno, e alle 19.00 in primavera e in estate e fino all‟alba non poteva uscire o accendere alcuna luce: era 3° NUMERO il coprifuoco. La guida ci ha spiegato che la sera bastava una sola luce accesa per far sì che i nemici trovassero con facilità il punto su cui sganciare le bombe e un bombardamento consisteva in circa venti bombe lanciate su un bersaglio per cui tanti erano i morti e grande la distruzione che ne veniva. Mentre la guida finiva la sua spiegazione, improvvisamente abbiamo sentito suonare una sirena: era l‟allarme tipico del periodo di guerra che annunciava l‟imminente bombardamento e incitava la corsa dei civili nei rifugi antiaerei; a quel punto anche noi come le persone di un tempo siamo entrati nel rifugio, anch‟esso ricostruito ad opera d‟arte e abbiamo provato in prima persona cosa vuol dire subire bombardamenti. Ci siamo seduti con le spalle al muro e ad un certo punto si è sentito il rumore dei bombardamenti e si son sentite tremare le mura del rifugio. In quel trambusto abbiamo udito voci di donne che esprimevano in dialetto la loro paura, abbiamo sentito il tonfo degli ordigni e in noi si è riprodotta parte della paura che i nostri bisnonni e nonni hanno provato durante la guerra. La guida ci ha spiegato che lì dentro potevano ritrovarsi ammassati più di 80 persone fino a 12 ore, senza potere uscire perché, se qualcuno fosse andato fuori, avrebbe messo a rischio la vita di molti, quindi spesso si preferiva far morire asfissiato qualcuno piuttosto che mettere a repentaglio la vita di tutti; inoltre, si poteva anche venire uccisi a causa dei violenti scossoni provocati dalle bombe cadute vicine. Ad un certo punto, finito il bombardamento, suonava la sirena del “via libera” e così è stato anche per noi che, usciti dal 3° NUMERO Rifugio, ci siamo ritrovati in un‟altra ricostruzione d‟epoca: intorno a noi la piazzetta, le case e i negozi che prima avevamo visto erano distrutte. La guida ci ha detto che le schegge delle bombe potevano arrivare fino ad un raggio di 6 metri da dove cadevano perché contenevano, oltre all‟esplosivo, anche palle di ferro, pezzi di vetro e schegge di legno, che potevano ferire mortalmente a grandi distanze. Dopo questa simulazione abbiamo continuato il nostro giro autonomamente all‟interno del Museo dello Sbarco, insieme alla nostra insegnante; passando di stanza in stanza, alle pareti potevamo osservare degli schermi sui quali venivano proiettate immagini e video dei soldati americani durante lo sbarco e delle città siciliane devastate dalla guerra e dai bombardamenti. Una delle cose più interessanti che abbiamo potuto osservare è stato il bassorilievo in 3D che faceva vedere la Sicilia che in 39 giorni veniva liberata dai fascisti e dai nazisti, grazie all‟aiuto degli Alleati. Poi, mentre percorrevamo i tanti corridoi, abbiamo potuto osservare ed ammirare le armi, le divise, le bombe e i vari oggetti utilizzati durante la guerra. Successivamente ci siamo trovati di fronte ad un bunker e abbiamo potuto osservare come sparavano i soldati durante le invasioni aeree e marittime. Siamo così passati al piano superiore, dove abbiamo visto tante ricostruzioni in miniatura dei piani d‟attacco; infine, abbiamo potuto osservare le statue di cera del presidente americano Roosevelt, del primo ministro Churchill, di Vittorio Emanuele III, di Mussolini e di Hitler, il quale era rappresentato con il suo libro: il Mein Kampf “la mia battaglia”. Tutte queste statue erano molto realistiche, così come le riproduzioni dell‟accampamento in cui il generale Giuseppe Castellano e il comandante Bedell Smith hanno firmato l‟armistizio tra italiani ed americani, e anche la ricostruzione di scene in cui i volontari della Croce Rossa italiana curavano i feriti. Il nostro cammino lungo il Museo dello Sbarco si è concluso con l‟immagine molto suggestiva del cimitero inglese che si trova alle porte di Catania e, al centro della stanza, c‟era un monumento che rappresentava un soldato morto in guerra e, davanti a questa statua, un monitor su cui scorrevano e venivano pronunciati ad alta voce i nomi di tutti gli eroi che hanno perso la vita in guerra, combattendo per la loro patria. Ciò che ci ha colpito particolarmente è stata la frase del Papa Giovanni XXIII che ricorda P A G I NA 2 3 S C HO O L N E WS bene più prezioso. Uscendo dal Museo dello sbraco abbiamo continuato la nostra visita d‟istruzione didattica verso il Museo del Cinema, invenzione tipica del novecento che ha consentito sicuramente di accentuare la propaganda e l‟informazione a quei tempi oltre che il piacere di un bel film. La guida che ci ha accompagnato nell‟altro percorso museale ci ha mostrato immediatamente quattro cineprese, di cui la prima, creata dai fratelli Lumière, inventori del cinema. In seguito abbiamo visto una scultura donata appositamente al museo da un artista francese.Nella seconda sala ci è stato mostrato anche un filmato che raccontava la storia delle immagini dalla preistoria fino ai giorni nostri. Dopo la guida aprendo dei portelli con su scritte delle date ci ha fatto scorrere rapidamente i progressi che il cinema ha fatto negli anni fino ad oggi: dal bianco e nero al colore, dal muto al sonoro, fino ad arrivare agli odierni film realizzati interamente in digitale. Dopo aver attraversato il corridoio dell‟evoluzione cinematografica, siamo entrati in una stanza con delle poltrone, dove abbiamo assistito ad un interessante e divertente filmato, presentato da Lando Buzzanca, che ribadiva in modo simpatico il cambiamento del cinema. Infine abbiamo visto la casa del Cinema, cioè dei set cinematografici quali: la cucina, il bar, la stanza da letto, il bagno, lo studio, il soggiorno e la biblioteca. All‟interno di questi ambienti c‟erano schermi posti sui luoghi più inaspettati, come all‟interno dei piatti, dentro le vasche da bagno e sulle cucine; su questi schermi andavano in onda spezzoni di film a tema. Infine, la guida ci ha portati a visitare un‟ officina cinematografica e qui si è concluso il nostro percorso. Questa esperienza è stata davvero interessante: si è trattato di due musei molto diversi ma vicini nel tempo ed entrambi specchio di un‟epoca di distruzioni e nuove scoperte o invenzioni. Ci siamo resi conto di come la scienza umana sia stata capace di inventare bombe e armi sempre più micidiali con cui sono stati massacrati milioni di innocenti ma è stata anche capace di dar vita a quel grande schermo di cui oggi non potremmo fare a meno e che ci affascina con le molteplici trame e i suoi effetti speciali. Verso le 12.15 le nostre insegnanti ci hanno portato al bar per rilassarci un po‟ prima di andare alla stazione dove abbiamo ripreso il treno per Fiumefreddo. Quest‟esperienza è stata bella, unica e originale, perché, oltre ad averci dato la possibilità di approfondire gli argomenti studiati e le nostre curiosità sul cinema, ci ha fatto ricordare, come diceva Papa Giovanni XXIII, che “… la pace è il bene supremo. Dimenticarlo è una vera follia”. Circhirillo Giulia, Di Bella Salvo Lo Giudice Paola, Nobile Giulia Patanè Chiara e Trippiedi Giulia 3ªE 3 ° NU ME R O S C HO O L N E WS P A G I NA 2 4 DAL PANE AL LATTE D’ASINA Giorno 14 maggio 2010, noi alunni delle classi 1ª C e 1ª G, insieme ai bambini della scuola dell‟infanzia, siamo andati in gita d‟istruzione a Viagrande e a Zafferana. A Viagrande abbiamo visitato l‟Azienda Blandano dove abbiamo fatto il pane. Prima ci hanno fatto lavare le mani e poi su un lungo tavolo abbiamo impastato la farina, il lievito e un pizzico di sale con l‟acqua. Dopo abbiamo fatto le pagnottelle e la signora, che ci spiegava come fare, le ha infornate in una teglia. Infine abbiamo mangiato le pagnottelle calde che avevamo fatto noi. Tutti i bambini, per il pranzo, abbiamo mangiato al ristorante insieme alle nostre maestre. Dopo il pranzo siamo saliti sul pullman e siamo andati ad Asilandia. Quanti asini! Abbiamo visto e imparato tante cose. Un signore ci ha spiegato come si munge il latte dalle mammelle dell‟asina. C‟erano due grandi asini: uno marrone e uno bianco che hanno portato tutti noi, a due a due, a fare un giro sulla loro schiena. Abbiamo pure accarezzato gli asinelli di pochi mesi che erano tanto carini e buoni. Poi siamo andati a Zafferana a gustare i dolcini da “donna Peppina”. Alla fine siamo risaliti sul pullman per tornare a casa. Tutti eravamo contenti per la bella gita. Beccaria Davide, Zinno Flavio 1ª C De Salvo Federica, Di Bella Francesco 1ª G Scuola primaria IL CATANIA CALCIO... LA SQUADRA ETNEA RESTA IN SERIE A Il calcio a Catania fece la sua comparsa nei primi anni del 900 e le prime partite si svolsero nel piazzale della villa Bellini. La prima squadra si chiamò Pro Patria e fu fondata nel 1908 da Tano Ventimiglia. Nel 1910 la Pro Patria assunse una nuova denominazione “ Unione Sportiva Catanese”. Durante il fascismo la squadra cambia nome e si chiama Associazione Fascista Calcio Catania. Finita la seconda guerra mondiale nel 1946 nasce il Club Calcio Catania che fa rinascere la squadra, tanto che nel corso del campionato del 1947-1948 ottiene la promozione in serie B. Dopo alcuni anni in serie B, nel 1953-1954 passa alla massima serie, anche se però l‟anno successivo, a causa di uno scandalo di corruzione, retrocede nuovamente in serie B. Nel 1973 subisce numerose sconfitte. Purtroppo un altro brutto colpo si abbatte sul Catania: la tragica scomparsa del presidente Angelo Massimino, il vero grande cuore della squadra di quegli anni, L’UNITA’ CINOFILA come dimostra il fatto che oggi lo stadio è proprio a lui intitolato. Quest‟anno il Catania ha cominciato il campionato in sordina, rischiando di retrocedere in serie B. Viste le difficoltà iniziali il presidente Pulvirenti e l‟amministratore delegato Lo Monaco hanno esonerato l‟allenatore ed hanno comprato altri giocatori. Nel giro di poche settimane la squadra si è ripresa risalendo in classifica, dando ai tifosi catanesi ancora una volta la soddisfazione di restare nella serie A. Martina Zinno , Isabella di Mauro, Fabiola Panebianco,Chiara Liberatore, Vita Giulia Scuderi, Alessia Casella e Valeria Squadrito 2ª C L‟unità cinofila è un gruppo speciale dei carabinieri che combatte il crimine servendosi dell‟aiuto di cani addestrati nel trovare droghe e altre sostanze stupefacenti. Il primo Servizio Cinofili dell‟Arma dei Carabinieri è stato fondato nel giugno del 1957, con sede a Firenze, al fine di assicurare l‟impiego di carabinieri conduttori e cani in attività di polizia giudiziaria, di ricerca e di soccorso. Un altissimo livello di addestramento ha mostrato al mondo intero come questa attività sia utile soprattutto nel localizzare e seguire le tracce dei malviventi: i cani si servono del loro infallibile fiuto per localizzare su oggetti o persone anche labili tracce di stupefacenti. Ma i cani sono indispensabili anche nell‟ispezionare boschi, luoghi impervi, pericolosi o case isolate, nel cercare persone disperse dopo calamità naturali, inseguire e bloccare malviventi in fuga, cooperare alla sicurezza dei reparti dell‟Arma impegnati in difficili condizioni ambientali, nonché ai posti di blocco stradali, alla vigilanza degli istituti di pena, a particolari servizi di scorta valori. I criteri di “arruolamento” dei cani sono particolarmente accurati e scrupolosi, l‟addestramento di questi preziosi animali viene infatti condotto senza soluzione di continuità sino a quando l‟addestramento per la loro idoneità non ne determina il passaggio al ruolo “di guardia” in caso di successo, se no, in caso P A G I NA 2 5 S C HO O L N E WS negativo, la riforma o – caso estremol‟abbattimento indolore. Le condizioni di salute dei cani, oggetto di costante accertamento sanitario, sono curate attraverso la razionale alternanza di lavoro e riposo, l‟attenta igiene del corpo e un‟equilibrata alimentazione. ISLANDA: TUTTO FERMO PER UNA NUBE Mattia Coco, Enzo D’Urso e Samuele Leonardi 3ªF LO SHOW DEI RECORD Lo “Show dei record” è un programma televisivo trasmesso su Canale 5 dal 2006, inizialmente condotto da Barbara D‟Urso, adesso sostituita da Paola Perego, affiancata dal campione mondiale di apnea Umberto Pellizzari e dall‟autorevole presenza del Giudice Ufficiale del Guinnes World record Marco Frigatti che ha il compito di convalidare e certificare il raggiungimento effettivo di un nuovo record. Nel programma si esibiscono, a volte in sfide incrociate, personaggi che vogliono ottenere un primato mondiale in qualche impresa particolare. Tra le tante “imprese” di questa edizione che va in onda ogni sabato sera dal 27 marzo sono molte quelle che ci hanno impressionato: Holly, il cane equilibrista che camminando tra gli ostacoli riesce a tenere in equilibrio sul capo un bicchiere pieno d‟acqua; Ben Wallace che si è esibito in un salto mortale con la sua BMX; Josè Pintado, il bambino più bravo del mondo a ballare il flamenco; le “All Stars Cheerleader” che hanno lanciato in aria una componente del loro gruppo facendola arrivare ad un‟altezza di 5,20 m; Francisco Domingo, l‟uomo con la bocca più grande del mondo capace di contenere una lattina; Helmut Wirz, l‟uomo più anziano del mondo a praticare Bungee Jumping e Sara Paddy Jones che è la donna più anziana a praticare salsa acrobatica. Altri personaggi si sono cimentati in prove di abilità, forza a coraggio, come quell‟uomo che riusciva a tenere in bocca una scolopendra viva o un altro che riusciva ad immergere le mani nell‟olio bollente senza scottarsi. Anche personaggi noti dello spettacolo hanno accettato alcune sfide e vogliamo qui ricordare il conduttore Paolo Bonolis che è entrato nel Guinnes dei Primati per essere riuscito a pronunciare in un minuto oltre 200 parole. Altri concorrenti hanno invece conquistato il primato per le loro caratte- 3° NUMERO ristiche: Kaghendra Thapa Magar con i suoi 56 cm di altezza è il teenager più basso del mondo, il record al femminile spetta alla sua coetanea Jyoti Amge la quale raggiunge appena i 50 cm di altezza. Al contrario, il teenager più alto del mondo è Branden Adams che è alto 2,45m, mentre l’uomo a detenere lo stesso record per l‟altezza è Sultan Kosen di 2,48 m. Un ricordo particolare lo vogliamo dedicare a chi era diventato il simbolo della trasmissione, il piccolo Pingping, l‟uomo più basso del mondo che è venuto improvvisamente a mancare all‟età di 22 anni durante la registrazione di una puntata della trasmissione. A noi questo programma piace tantissimo perché, intrattenendoci in modo simpatico e divertente, ci fa vedere come la natura riesca a creare persone con caratteristiche e capacità straordinarie. M. Cristina Aricò, Zefira Sfilio, Rosylenia Monte, Juliana Olariu e Federica Russo 3ªF Giorno 15 Aprile 2010 è iniziato l‟incubo per milioni di passeggeri che si sono ritrovati bloccati negli aeroporti di mezza Europa. Tutto è successo a causa di una nube di cenere emessa dal vulcano islandese Eyjafjallajokull. Il vulcano non era attivo da più di un secolo e l‟ultima eruzione risale al 1823, nel corso di questi anni al di sopra del vulcano si era formato un ghiacciaio. L‟eruzione ha provocato l‟innalzamento di una nube di cenere vulcanica e di lapilli. Le compagnie aeree hanno dovuto cancellare moltissimi voli per garantire la massima sicurezza ai passeggeri poiché la polvere avrebbe potuto portare notevoli danni ai motori degli aerei. L‟interruzione dei voli era obbligatoria ! Gli unici voli autorizzati sono stati esclusivamente quelli di massima emergenza. I passeggerei sono costretti a dormire accampati negli aeroporti o a trovare altre alternative al viaggio, anche se la Protezione Civile aveva già provveduto allestendo alcune brandine per i viaggiatori. In molti hanno preso d‟assalto le biglietterie ferroviarie soprattutto per le destinazioni settentrionali, sperando di poter continuare il loro viaggio. I disagi non si sono presentati solamente per i viaggiatori ma anche per le compagnie aeree che dovendo cancellare numerosi voli hanno ricavato meno profitto. I voli cancellati sono stati circa 17.000 su 22.000 (tra cui in Italia 455 a Malpensa, 200 a Linate, 462 a Fiumicino e Ciampino). Inoltre addetti ai bagagli e controllori dei varchi sono stati messi in ferie o in cassa integrazione. Ma niente paura! A tutti è stata promessa la riprogrammazione del viaggio entro il 31 maggio o il rimborso totale del biglietto in caso di rinuncia al viaggio. Ma c‟è stato troppo allarme? Probabilmente quella dell’Etna sì che era stata una nube seria ! Curcuruto Giulia 2ªE 3 ° NU ME R O S C HO O L N E WS P A G I NA 2 6 LA PARODIA DEI PROFESSORI UN ANNO SCOLASTICO A GONA Ecco entra la Favosi , con quegli occhi minacciosi. Adesso arriva la Gambino che ci dà sempre un aiutino. Ed ecco che inizia con una preghiera la lezione del professore Guarrera. Poi c’è anche il professore Sapenza che non c’è mai perché in partenza, e proprio oggi la Bonanno ha festeggiato il suo compleanno. Guarda, guarda la Contarino che sta coltivando un bel semino! La più giovane è la Sunna che sembra quasi un’altra alunna. Ecco che si fa avanti la Picciolo che non ha nemmeno un ricciolo. Poi c’è la Correnti e per fortuna siam tutti sorridenti. Infine abbiamo la professoressa La Spina, la nostra cara e dolce nonnina. Dopo i tre mesi di spensierate vacanze, qualche giorno prima del nostro ritorno a scuola, una comunicazione inaspettata della preside ai nostri genitori li avvertiva che a causa della ristrutturazione della scuola media le sezioni C e F si sarebbero dovute trasferire momentaneamente nella sede del plesso Gona. All‟ inizio l‟ idea di lasciare la sede centrale non ci andava giù, ma non eravamo noi che decidevamo, era così e basta e non potevamo opporci, ed è stato meglio così, perché non potevamo mai immaginare cosa ci saremmo persi. Il primo giorno di scuola non entrammo al solito orario, le 8.30, ma alle 8.40 anche se poi saremmo usciti alle 13.40 , sia per dare il tempo ai professori di spostarsi da un luogo a un altro, sia per il pulmino che doveva portarci e riprenderci al termine delle lezioni. La scuola era molto piccola come lo erano le classi, specialmente per noi, abituati ad aule immense; ma chi l‟ avrebbe mai detto che in una scuola così piccola oltre ai tanti svantaggi come non poter andare in aula informatica, non poter fare educazione fisica con gli attrezzi, abbiamo trovato altrettanti vantaggi ? Infatti possiamo passare la ricreazione all‟ aria aperta tranne quando ci sono giornate fredde e piovose, durante le quali siamo obbligati a passarle in classe ma comunque è una ricreazione divertente e movimentata; un‟ altra cosa simpatica di Gona è “ l‟ orto del professore Leonardi” che all‟ inizio dell‟ anno, grazie ad un progetto fatto per alcuni alunni , ha creato un piccolo orticello, dove sono stati piantati finocchi ,broccoli ed altre verdure. Tutti noi abbiamo visto crescere a poco a poco queste piantine ed oggi sono ottime verdure, ed è veramente simpatico e divertente vedere ogni tanto i professori andare a casa con le borse con le verdure fresche. Quello che ci piace di questa scuola è anche la confusione che si crea all‟ uscita perché tutti corrono o perché vogliono prendere il gelato o perché non vedono l‟ ora di andarsene a casa … Si dice che quando qualcuno si annoia il tempo sembra fermarsi ma quando qualcuno invece si diverte il tempo passa in un lampo, come quest‟ anno passato a Gona che sicuramente ricorderemo come un bellissimo anno trascorso velocemente. Emmi Federica, Pernicano Maria, Blanco Sara e Centorrino Simone 1ªE “ADDIO, SCUOLA MEDIA” Cara Scuola Media, ormai manca davvero poco alla fine della nostra “avventura” insieme... Sembra ieri quando per la prima volta entrammo nella tua “casa”: eravamo spaesati, tristi per aver lasciato le nostre maestre e i compagni delle scuole elementari, spaventati da tutte le “novità” (insegnanti, compagni, materie) che ci aspettavano. Sono passati tre anni e i bambini impauriti di I media hanno lasciato il posto ai ragazzi di III media che, tra interrogazioni, compiti, successi e insuccessi, risate, pianti, scherzi, litigi, amicizie nate, tradite e perse, sono sicuramente diventati più determinati e maturi. In questi tre anni quante cose sono cambiate anche tra noi…: dal primo anno, quando ancora non ci conoscevamo tanto bene e non riuscivamo ad andare tutti d‟accordo, al terzo anno, quando possiamo proprio dire di essere veramente una bella classe unita, che sa divertirsi insieme , incoraggiarsi, se necessario, e -perché no? - litigare per poi fare subito pace! fare subito pace! Eh sì, ci mancherà proprio ogni cosa, dai banchi pieni di scritte e graffi, ai muri appena imbiancati ( che siamo riusciti a non sporcare!!!), dai corridoi alle aule, dai Classe 2ªC amati bidelli con i loro sorrisi, le loro urla e le loro parole di conforto, ai professori, dai più ai meno bravi, dai più severi ai più comprensivi, dai più antipatici ai più simpatici a…quelli ( per fortuna pochissimi) di cui non conserveremo affatto un bel ricordo. Adesso è ora di guardare avanti, iniziare una nuova avventura, ma ogni momento, bello e brutto, trascorso assieme è ben conservato nel nostro cuore… Addio Scuola Media! Landro Rachele, Lombardo Antonio, Mauro Laura, Melita Enrica, Patanè Lidia, Vasta Michele e Vecchio Irene 3ªA P A G I NA 2 7 ESAMI?...NO, GRAZIE ! L‟anno scolastico sta per finire e gli esami di terza media stanno per arrivare… Quale alunno di terza non ha mai pensato con un minimo di preoccupazione al momento degli esami di licenza media? E come non pensarci d‟altra parte? A scuola, dall‟inizio dell‟anno scolastico i professori ce lo ricordano, a casa, a quelli di noi meno studiosi, i S C HO O L N E WS genitori non fanno altro che ripetere “studia, quest‟anno hai gli esami”e, quanto a quelli di noi più studiosi e diligenti…ci pensiamo spesso da soli!! In effetti sono i nostri primi “esami ufficiali” ( in V elementare non ne abbiamo fatto) e, come se questo non bastasse, hanno aumentato le prove scritte: dai tre scritti di una volta ai cinque di ora, prove Invalsi incluse! Così un po‟ di tensione è inevitabile: paura di dimenticare tutto, di fare brutta figura, di sbagliare… Forse, però, come dice una nostra com- CRESCERE … DENTRO LA SCUOLA Il nostro Istituto comprensivo per il secondo anno consecutivo ha promosso ed attuato il Progetto “Crescere dentro la scuola”. Il Progetto ha visto coinvolti soltanto gli alunni frequentanti la terza media, utilizzando la flessibilità oraria. La prerogativa principale del progetto sta nel proporre delle attività di recupero delle situazioni di svantaggio, con interventi diversificati e specifici riguardanti l‟area linguistica, scientifica e tecnologica, attraverso una didattica laboratoriale. Quest‟anno il progetto ha avuto inizio nel mese di novembre e si è concluso nel mese di maggio; i ragazzi individuati a parteciparvi sono stati 23. Essi hanno avuto la possibilità e l‟opportunità di poter recuperare in parte e migliorare le proprie conoscenze disciplinari e di acquisire nuove competenze; ciò ha avuto ricadute positive anche sulla didattica quotidiana. Gli alunni hanno frequentato con maggiore assiduità ed interesse, si sono integrati maggiormente nel contesto classe, hanno avuto la possibilità di scoprire capacità ed abilità a loro stessi sconosciute. Mediante le attività laboratoriali si è voluto dare particolare risalto alla conoscenza e allo studio del territorio (la Riserva) ed in particolare alla lavorazione del papiro. Questo laboratorio ha particolarmente incuriosito ed attirato l‟attenzione degli alunni: l‟attività svolta ha favorito sia la ricerca storica con l‟allestimento di cartelloni, sia il lavoro prettamente pratico con la lavorazione della carta papiro, dalla pianta al 3° NUMERO pagna- bisogna affrontarli con un “atteggiamento sportivo” pensando che sono la tappa finale di un campionato durato tre anni, che abbiamo giocato, chi più chi meno, con lealtà, impegno e serietà e quindi… comunque vada ( speriamo al meglio!) sarà un successo!!! Ciancio Lorenza, Di Bernardo Marta, Mavilia Aurora e Tabuso Gabriele 3ªA LEGGERE GIOCANDO A conclusione del progetto lettura “Leggere giocando”, il 12 giugno 2010, nel plesso di via Badalà, è stata allestita la mostra dei libri realizzati dagli alunni, alla presenza del Dirigente Scolastico e dei genitori. Il progetto ha coinvolto gli alunni delle classi IV C e IV G, in attività laboratoriali di lettura animata e costruzione di libri con tecniche tridimensionali. Attraverso tali attività gli alunni hanno sperimentato l‟utilizzo di linguaggi verbali e non verbali e sviluppato la capacità di progettazione autonoma, al fine di divenire lettori motivati e consapevoli che la lettura è uno strumento di cultura e che ”i libri sono ali che aiutano a volare”. Scuola Primaria foglio da utilizzare, attraverso il taglio dei listelli, il loro ammorbimento nell‟acqua, la pressatura e l‟utilizzo finale del foglio. I lavori realizzati dai ragazzi sono stati presentati durante la manifestazione finale dei Progetti scolastici. 3° NUMERO S C HO O L N E WS P A G I NA 2 8 IL NOSTRO SALUTO A BADEGUL ALLA SCOPERTA DEI SAPORI DEL MONDO Giovedì 25 Marzo è stato per tutti noi, alunni di Badegül, un giorno molto emozionante perché abbiamo preso parte, assieme ai nostri genitori, alla manifestazione finale organizzata in suo onore nel plesso di Liberto. All‟inizio tutti siamo andati da lei per farci fare un autografo, poi la Preside ha dato inizio alla manifestazione dicendo che prima che arrivasse Badegül, tutti erano molto preoccupati per la nuova esperienza che stava per iniziare, ma poi, quando Badegül è arrivata, si sono accorti che non c‟era bisogno di aver paura. Poi la Preside ha passato la parola alla prof.ssa Vasta, che ha detto che è stato talmente bello avere Badegül con noi che anche se non parlava inglese si capivano lo stesso. Successivamente ha parlato la maestra Vera, la quale ha spiegato cos‟è il progetto Comenius e ha raccontato delle innumerevoli esperienze di Badegül con noi e con le altre classi. Infine abbiamo sentito il discorso di Badegül, ma non era un normale discorso per lei, era in italiano! Piangendo ha ringraziato tutte le persone che l‟hanno accolta e che l‟hanno voluta bene. Subito dopo Badegül ha tagliato il nastro e tutti siamo entrati a vedere la mostra, ricca di cartelloni sulla Turchia fatti durante le lezioni d‟inglese, e di origami, costruiti dagli alunni con Badegül durante le lezioni di arte. In mezzo ai cartelloni, spiccava la rossa bandiera turca, quella che Badegül appendeva alla parete della nostra classe durante le sue lezioni. All‟improvviso la maestra Vera ha attivato il computer e con un proiettore abbiamo visto immagini e video che testimoniavano il nostro grande lavoro in questi sei mesi con Badegül e tutte le esperienze da lei fatte. È stato un momento molto emozionante anche perché ognuno di noi si riconosceva nelle proiezioni! Finite le immagini, siamo andati in palestra dove al centro c‟era un tavolo pieno di dolci preparati dalle mamme di ogni bambino presente e lì ci siamo un po‟ tutti rilassati dopo la grande emozione provata. Poi ognuno di noi è tornato a casa. Siamo stati molto felici di conoscere Badegül e siamo tutt‟oggi tristi per la sua partenza. Ma non dimenticheremo Due volte alla settimana, noi alunni di 3ª C, ci siamo riuniti insieme alla maestra per attuare il progetto interculturale che riguardava gli usi e i costumi dei popoli del Mediterraneo. La maestra ci ha detto che si possono conoscere le diverse culture anche attraverso la cucina. Infatti per mezzo delle ricette di cucina siamo volati da un paese all‟altro. Siamo stati in Egitto con il pane di Kamut, abbiamo iniziato ad impastare la farina con il lievito e siamo riusciti a fare il pane. Dopo la maestra lo ha messo dentro il forno e mentre cuoceva ci ha mostrato sulla cartina geografica dove si trova l‟Egitto e ci ha parlato del Kamut. mai ciò che grazie a lei e alle nostre insegnanti abbiamo imparato: tra due popoli anche molto lontani, con lingue diverse e culture diverse, si può stabilire un forte legame. Ciao Bade, speriamo di vederti presto. D. Brischetto, C. Ipsale, G. Selgi, Sergi, G. Tricomi, L. Sindona e F. Viali Classe 5ª G R. Infine abbiamo scritto la ricetta sul nostro quaderno di cucina e prima di andarcene abbiamo sfornato il pane e l‟abbiamo potuto assaggiare. La maestra lo ha offerto anche ai nostri genitori che l‟hanno gustato con piacere. Così di ricetta in ricetta, abbiamo visitato il Belgio con il “Merluzzo fresco alla Fiamminga”, la Russia con la sua famosa insalata, la Svizzera con i dolci di Pasqua e tanti altri paesi con ricette facili e gustose. Il nostro lavoro è stato documentato, oltre che dai nostri quaderni, anche con delle fotografie con le quali abbiamo realizzato dei cartelloni che abbiamo esposto alla Villa Comunale giorno 21 Maggio in occasione del Recital “Mediterraneo, crocevia di cultura”. Buon viaggio con le nostre ricette e buon appetito! Classe 3ª C Scuola primaria 3° NUMERO S C HO O L N E WS P A G I NA 2 9 CONCORSO D’ARRIGO “ MEDITERRANEO CROCEVIA DI CULTURE “ “SULLE ALI DELLA LIBERTA’” … Il concorso era diviso in due sezioni: la prima riservata agli alunni esterni alla nostra scuola che hanno partecipato con lavori di grafica, prosa e poesia; la seconda riservata agli alunni della nostra scuola che hanno partecipato soltanto alla sezione di prosa e il 23 febbraio 2010 sono stati raggruppati in alcune aule del nostro istituto e hanno svolto un tema proprio sul concetto di diversità spiegando, attraverso una lettera, una pagina di diario o un racconto, le loro idee e le loro esperienze personali. Tutti i lavori, sia quelli della sezione esterna sia quelli della sezione interna, sono stati valutati da una giuria esterna. Nella cerimonia di premiazione i vincitori delle scuole partecipanti hanno ricevuto diversi premi e riconoscimenti. La cerimonia ha visto la partecipazione di tutti gli alunni vincitori e dei rappresentanti delle scuole che hanno partecipato; dopo i saluti della nostra Preside, Maria Luisa Leotta, la serata è iniziata con l‟esibizione dei bambini della scuola dell‟infanzia che, sventolando delle bandierine raffiguranti diverse nazioni, hanno intonato il canto “Ho un amico in tutto il mondo”. Si è quindi proceduto alla premiazione dei terzi e secondi classificati che hanno ricevuto in premio una macchina fotografica e una videocamera digitali: per la nostra scuola abbiamo avuto al terzo posto un bambino di VG, Giovanni Selgi, e al secondo posto Elenia Lombardo di 3ªB. Un evento importante è stata la premiazione dell‟associazione ambientalista “Greenpeace” per l‟attività di sensibilizzazione svolta nella nostra scuola e la targa ricordo è stata consegnata dal Maresciallo dei carabinieri Rapisarda. Successivamente sono state premiate tutte le scuole partecipanti e sono stati dati premi offerti dai vari sponsor alle menzioni speciali della giuria. I vari momenti sono stati piacevolmente intervallati da canti del coro del nostro istituto. E a fine serata, dopo tanta attesa, sono stati finalmente premiati i vincitori di questa seconda edizione, per la nostra scuola Enrica Melita di 3ªA che ha vinto un notebook. Per la premiazione finale sono saliti sul palco, oltre alla nostra preside, il parroco e le emozionatissime mamma e figlia del grande Angelo D‟Arrigo. La Preside ha infine salutato il pubblico dando l‟arrivederci alla terza edizione di questo concorso. Nadia Laguzza Rosylenia Monte 3ªF … linguaggi verbali e non verbali. Il “mare Nostrum” è stato presentato come ponte ideale tra Oriente e Occidente, punto di partenza e di arrivo di mercanti e di uomini di cultura, di viaggiatori e di emigranti disperati. Il Mediterraneo, infatti, con il suo mare, il suo sole e la sua ricca vegetazione, i suoi colori e i suoi molteplici sapori, riflette una tradizione che si tramanda da secoli e insegna a ciascuno di noi che “la diversità è un valore” e ogni cultura vive di contaminazioni, di confronti e di conflitti e l‟identità di un popolo, come quella di una persona, si costruisce insieme a quella degli altri. Proprio questo è stato il messaggio che i nostri alunni hanno voluto trasmettere attraverso il Recital: attingendo a varie forme linguistico-espressive, con canti, balli e riflessioni di vario tipo, ci hanno voluto far comprendere meglio che nella società multietnica in cui oramai viviamo, tutti siamo chiamati ad avere atteggiamenti di maggiore rispetto e accoglienza verso “il diverso”, soprattutto perché dobbiamo ricordarci che anche noi un tempo siamo stati “stranieri” in terre lontane e non è detto che ciò non possa ancora accadere. MANI E COLORI DEL MONDO Venerdì 21 Maggio 2010, alla villa comunale di Fiumefreddo di Sicilia, siamo andati a vedere la mostra delle cose che abbiamo prodotto con le nostre mani, da gennaio ad aprile, nel progetto extracurriculare grafico-pittorico “Mani e colori del mondo”. C‟erano le trecce che abbiamo costruito con la rafia e le coroncine che abbiamo abbellito con fiori e nastrini colorati. C‟erano le uova di polistirolo che abbiamo colorato con smalti e pennarelli. C‟erano i nostri barattoli di latta che, con la corda attorcigliata e l‟immagine di animali e personaggi dell‟Africa, sono diventati un portapenne etnico. C‟erano i nostri Tangram, antico gioco cinese, con i quali abbiamo dato sfogo alla nostra fantasia. C‟erano i nostri Mandala, uno diverso dall‟altro, e per questo erano bellissimi! Abbiamo imparato a fare cose nuove provenienti da culture diverse dalla nostra. Ancora una volta la scuola ha contribuito alla nostra crescita. Classe 2ª G Scuola primaria P A G I NA 3 0 S C HO O L N E WS GEMELLAGGIO CON LA SLOVACCHIA In year 2008-2009 l‟I.C.G Verga took part in numerous projects; including PlayEenergy. The winners in this competition, in 2007 2008 were the student Slovak of “Gymnàzium Malacky. They contacted us trough e-mail written in English for the good results we achieved. They attached to e-mail some photos with some general information about them. After that the student of III B of the Giovanni Verga institute replied to e-mail by sending some personal informations about the various students. Now we in the class III B are waiting for some new letters ! In quest‟anno scolastico l‟I.C. “G. Verga” ha partecipato a numerosi progetti, tra cui PlayEnergy. I primi classificati in questo concorso nel 20082009 sono stati gli alunni della scuola slovacca “Gymnàzium Malacky, mentre i ragazzi della classe 3ªB dello scorso anno hanno conseguito per il loro lavoro una menzione speciale. Da circa 4 mesi, siamo entrati in contatto con questa scuola, la cui insegnante prof.ssa Svetlana Raffayová ha inviato 3° NUMERO alla nostra professoressa di scienzematematiche un’ e-mail in cui, dopo essersi presentata, dava la disponibilità dei suoi ragazzi per parlare e mettere a confronto conoscenze ed esperienze. Abbiamo quindi sfruttato l‟opportunità di conoscere questi nostri coetanei slovacchi ed è iniziata una interessante corrispondenza che si è protratta nei mesi successivi e che ancora oggi è in corso. Da subito siamo stati molto entusiasti della disponibilità sia dei professori che degli alunni slovacchi facendo amicizia con loro tramite delle e-mail in lingua inglese in cui, singolarmente, ci siamo presentati, inviando materiale sulla nostra classe, cioè foto, indirizzi facebook e indirizzi Live Messenger. Questa è stata una grande opportunità per noi per approfondire la lingua inglese con la quale comunichiamo, conoscere il loro metodo di studio e il modo in cui nel loro Paese si sfrutta l‟energia. Classe 3ªB GEMELLAGGIO CON LA TURCHIA Il nostro Istituto già dallo scorso anno è registrato sul portale E -TWINNING, la piattaforma ministeriale di scambio interculturale che consente di collaborare con scuole di altri paesi europei ed extraeuropei mediante un gemellaggio elettronico, al fine di condividere materiali e conoscenze varie. Le richieste di partnerato sono state innumerevoli e probabilmente nel tempo ne accoglieremo altre ma al momento dal mese di aprile 2010 nostro partner E-Twinning è divenuto l‟Istituto Gumuspala Primary School, che si trova a Istanbul in Turchia, si tratta della scuola in cui è docente a tempo indeterminato l‟assistente Comenius Badegul Eren che abbiamo avuto per sei mesi ospite e docente nel nostro Istituto. L‟accordo con la Gumuspala Primary School è avvenuto sulla base del progetto Historical and Nartural Places in My City che consentirà ai nostri alunni di tutti gli ordini si scuola di scambiare conoscenze e immagini con i ragazzi turchi in lingua inglese. Lo scambio culturale avverrà sia mediante la creazione di ppt sulle bellezze naturali e culturali del nostro territorio sia median- te lettere, e-mail e quanto altro in lingua inglese al fine di arricchire il patrimonio culturale dei nostri ragazzi aprendoli ad una dimensione non solo europea ma anche mondiale. E-Twinning, infatti, è una forma di Comenius virtuale che ha lo scopo di creare collaborazione e intercultura tra alunni e docenti di varie nazioni. 3° NUMERO S C HO O L N E WS L’ESPERIENZA TRIENNALE DEI PON Da tre anni ormai i programmi operativi nazionali (i progetti PON) vengono attuati nel nostro istituto con ottimi risultati. Essi sono dei progetti finanziati con il Fondo Sociale Europeo ed organizzati per migliorare le competenze del personale della scuola e dei docenti e per perfezionare le abilità dei ragazzi e promuovere l'eccellenze. Nel nostro istituto si portano avanti diversi moduli: moduli d'Italiano che permettono ai ragazzi di studiare la lingua italiana diversamente da come si fa in classe; moduli di matematica che danno la possibilità ai ragazzi di lavorare con i numeri in modo divertente ed allo stesso tempo costruttivo. Il PON di Francese, il Delf ,e quello di Inglese,il Trinity, sono progetti che aiutano i ragazzi a prendere maggior confidenza con le lingue straniere. Il Trinity e il Delf si propongono di essere utili anche al futuro dei ragazzi ,effettuando a fine corso esami con esaminatori madrelingua che giudicheranno le competenze dei candidati ai quali daranno un voto finale che sarà poi certificato. Queste certificazioni, oltre ad essere utili per il proseguimento scolastico, sono ottimi per il futuro inserimento e andamento lavorativo. I progetti PON attuati in questi tre anni si sono dimostrati, oltre che un'esperienza nuova, molto utili perché tramite questi noi ragazzi abbiamo avuto l'opportunità di migliorare le nostre abilità e metterci alla prova, ampliando le nostre conoscenze, avendo scambi di idee, confronti e la possibilità di fare amicizia con alunni di altre classi del nostro istituto. P A G I NA 3 1 3° NUMERO S C HO O L N E WS P A G I NA 3 2 LUNGA VITA AL RE QUATAR Tanto tempo fa in una savana vivevano molti animali sui quali governava un re leone molto buono di nome Doxa il quale aveva due figli gemelli: Quatar e Yemen. Dopo molti anni di governo il re, ormai anziano, si ammalò gravemente e morì, ma prima di morire lasciò scritto sul suo testamento che il regno doveva essere diviso fra i suoi due figli: una parte doveva essere governata da Quatar e l‟altra da Yemen. Ma purtroppo si sa, anche tra i fratelli, c‟è sempre il più prepotente e così Quatar cercò in tutti i modi di liberarsi di Yemen per accaparrarsi tutto il regno. Riuscito nel suo intento di sbarazzarsi di suo fratello governò spietatamente. Non tollerava che i suoi sudditi non gli ubbidissero e chiunque non rispettava le sue leggi veniva gettato in pasto ai coccodrilli che vivevano in un fiume situato in fondo alla savana. Un bel giorno assolato un panda proveniente dalla Cina in cerca di cibo per i suoi piccoli figli arrivò nel territorio governato dal terribile Quatar. Appena arrivato vide un appetitoso albero di bambù, ne strappò alcuni germogli per i suoi piccoli e, affamato, ne mangiò qualcuno. Sazio del delizioso pasto si addormentò prima di ripartire per il lungo viaggio. All‟improvviso fu svegliato di soprassalto dalle sentinelle reali, le quali lo legarono e lo portarono dinanzi a sua maestà. Il povero panda era molto impaurito, non sapeva cosa pensare né cosa dire; non capiva per quale motivo si trovasse lì, dato che non aveva fatto niente di male. Il re, senza dargli nemmeno la possibilità di spiegarsi, disse con tono solenne: “In nome del potere reale che mi è stato conferito dal mio popolo, ti condanno alla pena capitale perché hai violato l‟art. 3 del codice della savana che vieta di toccare gli alberi di bambù perché ritenuti sacri”. Il panda, sempre più stupito e impaurito, rivolgendosi al re Quatar disse: “Maestà, io sono venuto dalla Cina per cercare del cibo per i miei piccoli e non conoscevo le vostre leggi. Non sapevo che nel vostro regno fosse un reato prendere dei germogli di bambù; se lo avessi saputo non li avrei mai mangiati. Io vi chiedo di perdonarmi e di non condannarmi ad una pena così severa!”. Nonostante la sua supplica il panda venne rinchiuso nelle segrete del castello reale per essere giustiziato l‟indomani. Quella notte non riuscì a chiudere occhio perché era molto preoccupato e soprattutto spaventato. Pensava a quello che sarebbe successo il giorno dopo; aveva paura di morire, pensava ai suoi poveri figli che sarebbero rimasti senza un padre e alla povera moglie che sarebbe rimasta sola. Chi li avrebbe accuditi? Chi avrebbe pensato a loro? Sapeva che non aveva fatto niente di male, ma perché nessuno gli credeva? Quella notte fu la più lunga della sua vita. La mattina seguente il povero panda, che era riuscito ad addormentarsi alle prime luci dell‟alba, fu svegliato da una guardia. Fu portato davanti a Quatar per essere giustiziato quando, dalla folla che assisteva all‟esecuzione, si fece avanti un elefante il cui parere era molto tenuto in considerazione dal re anziano e saggio del regno. Quest‟ultimo prendendo la parola disse: “Sua Maestà, scusate, ma vorrei dire qualcosa in difesa del condannato. Vi prego in nome della stima che provate nei miei confronti di riflettere bene prima di prendere decisioni così irreversibili. Da quanto mi è stato riferito, il povero panda stava cercando da mangiare per i suoi figli. E‟ vero, ha violato le nostre leggi, ma se morirà non potrà più correggere l‟errore commesso. Secondo voi questa condanna renderà migliore voi e il vostro regno? Che immagine volete che si diffonda di voi tra gli altri animali della terra? Volete essere ricordato come un re saggio e giusto o spietato e crudele? Se fosse stato vostro figlio o un vostro parente a commettere lo stesso reato, lo avreste condannato? Ora rimetto nelle vostre mani la scelta”. Il re, toccato nel profondo del cuore dalle parole del vecchio saggio, decise di liberare il panda e immediatamente emanò un decreto con cui aboliva la pena capitale dal suo regno. A quella notizia la folla esultò di gioia e a gran voce gridò: “Lunga vita al re Quatar!” Questa favola insegna che la pena di morte non ha una finalità educativa ma solamente punitiva. Leotta Noemi; Paesano Dario 1ªA Signorelli Samuele 1ªB Lombardo Davide; Timpanaro Christian 1ªF Forzisi Martina; Intelisano Lorena; Stira Serena 2ªA Mangano Sergio 2ªD Aci Alessandra 2ªE FESTA DEI PON 8-06-2010 PROGETTO DI GIORNALISMO TELEVISIVO LABORATORIO RICAMO FESTA DEI PON 8-06-2010 3° NUMERO S C HO O L N E WS P A G I NA 3 3 OUR TRINITY EXPEIENCE This year we took part in the PON project “English in action” through which we improved our English. The course began in January and lasted until the end of May. Classes were held once a week, usually on Thursday. Our Teachers (Rita Favosi and Giuseppe Giuffida) were the same as last year, while there were more students who attended the course. It was a fantastic experience because, even if we had to study hard, we met new friends, we had the opportunity to learn a lot of new things, we improved our pronunciation and we had great fun during the lessons, especially when we practiced conversation. The most difficult part of the course was preparing the topic and speaking about it. At the end of the course we did a final exam with a native teacher. We were very nervous, frightened and worried, so much that some of us cried after the examination. We believe that doing an examination like this (and passing it!) is a remarkable educational experience that makes us stronger. We also think that this experience has been really positive and useful even because next year we will attend secondary school and we‟ll have to go on studying English. Classi 3ªA - 3ª D - 3ªE P A G I NA 3 4 S C HO O L N E WS 3° NUMERO TRINITY ONCE MORE A GREAT SUCCESS !!! Even this year, for the third time, our school, which is a “Trinity Center”, has organized a spoken English Examination (GESE two and four). In January, our English teachers have chosen the best students at English and have divided them in two groups: in grade two have been involved students coming the 5 G of the primary school and the ones coming from the 1 media of our institute; the third class ones have been involved in grade four. In February we started our lessons in the afternoon with two experts and our teachers as tutors. During the lessons, we have reinforced, in a very pleasant way, vocabulary, structures and functions already studied, using English and avoiding to speak Italian. On May 26 and 27, we have done the examination. It started at 9.00 in the morning when Mrs Ann Gordon,a very nice and friendly English examiner, arrived. We welcomed her in the primary school of “Liberto”, a new building with large, bright and coloured classrooms. Sixty-one students have done the examination and all of them have passed it successfully. It has been a great experience considering it was, for the youngest of us, our first exam: some of us were nervous and went up and down the corridor repeating words, verbs and useful expressions. The exam lasted about 6/7 minutes during which the examiner asked about ourselves, hobbies, families and friends; while ,for the students of the grade four, the examination lasted 10 minutes considering they had to speak about a “topic”,referring to something or someone they like, a particular experience or a place visited . Talking with a native English speaker has been very exiting for all of us. At the end of the session, Mrs Gordon said our teachers how satisfied she was of her daily work, of the students, and of the friendship showed towards her. We will know our marks on June 8 during a ceremony in front of our schoolmates, teacher and parents, Mrs Leotta, our principal,will give us a sheet of the “Trinity College of London” certifying our success…………!!!!!!!! Tutti gli alunni del Trinity Anche quest‟anno il nostro Istituto ha offerto ai suoi alunni attraverso i Progetti Operativi Nazionali 50 ore di potenziamento di lingua francese . Dal mese di febbraio al mese di maggio un folto gruppo di alunni ha preso parte con entusiasmo e grande impegno alle attività di lingua francese preparandosi a conseguire il Delf ( diplome d‟etude langue francaise ). Coordinati dalla referente prof.ssa Vera Picciolo e dall‟esperta esterna Daniela Bonaventura, i nostri alunni nel mese di maggio hanno sostenuto con ottimi risultati gli esami per il conseguimento del DELF A2 che consente loro di comprendere, produrre e conversare rielaborando in lingua francese. E‟ stata una gran bella esperienza che ha appassionato i nostri ragazzi abituandoli al confronto con una cultura diversa e li ha posti al passo con una dimensione europea sempre più incalzante. DELF S C HO O L N E WS 3° NUMERO SCUOLA DELL’INFANZIA: È QUI LA FESTA? A distanza di un anno esatto, “La pace sognata”, il libro realizzato dagli alunni delle due sezioni e già vincitore del 1º premio “Il mitico castagno”, riscuote un ulteriore grande successo, riconosciutogli stavolta dall‟amministrazione comunale di Fiumefreddo di Sicilia. Il 29 marzo scorso, infatti, il sindaco S. Nucifora ha consegnato al nostro Dirigente Scolastico, prof.ssa Maria Luisa Leotta, una bellissima coppa, quale attestato di profonda gratitudine verso il nostro istituto comprensivo che lavora incessantemente, con numerose e svariate iniziative, per la formazione dei cittadini del futuro. Tutta la serata si è svolta in un‟atmosfera leggera e briosa, che ha visto i nostri piccoli “autori” trasformarsi in “attori” della drammatizzazione della storia, suscitando davvero una grande emozione. Notevole anche il contributo sonoro del nostro coro d‟istituto, che ci ha offerto un momento indimenticabile di pura “poesia in note”. Durante la manifestazione, la stessa amministrazione comunale che precedentemente ne aveva finanziato la ristampa, ha fatto dono di numerose copie del libro anche ai bambini che frequentano le altre scuole di Fiumefreddo, come simbolo di condivisione di un successo che appartiene non solo alla scuola, ma soprattutto al territorio. E per finire, ci siamo rifocillati con le deliziose leccornie offerte dall‟Ist. Alberghiero di Giarre, che ha preparato un ottimo ed abbondante rinfresco, gioia per gli occhi, ma soprattutto per il palato. Scuola dell’Infanzia P A G I NA 3 5 3° NUMERO FESTA DI PREMIAZIONE NEWSPAPERGAME 2010 Venerdì 28 maggio 2010 una rappresentanza di 15 alunni dell‟Istituto Comprensivo “G.Verga” di Fiumefreddo di Sicilia insieme a tre insegnanti è stata invita alle ore 17.30 al Teatro ABC di Catania per assistere alla FESTA DI PREMIAZIONE NEWSPAPERGAME 2010. La manifestazione è andata in onda venerdì 28 maggio 2010 alle ore 21.00 su Antenna Sicilia e sabato 29 maggio alle ore 20.15 su Telecolor. Il quotidiano LA SICILIA come ogni anno, vista la costante e attiva partecipazione dei nostri alunni alle varie iniziative rivolte ai giovani della scuola (INPAGINA – LA SICILIA ENERGETICA-PROMOSSI A TAVOLA ), ci ha invitati a condividere la grande festa di fine anno della Sicilia Multimedia. I nostri alunni, dalle classi quinte di scuola primaria alle classi terze di scuola secondaria, sono stati entusiasti di partecipare a questa simpatica iniziativa. Durante la festa di premiazione, inoltre, si sono esibiti cantanti e comici famosi ed i nostri ragazzi si sono lasciati coinvolgere dal ritmo di una festa che ha visto la confluenza di giovani alunni provenienti da tutte le parti della Sicilia. S C HO O L N E WS P A G I NA 3 6 P A G I NA 3 7 S C HO O L N E WS 3° NUMERO TRAGEDIA GRECA E PRINCIPI DI CIVILTA’ E CITTADINANZA Giorno 3 giugno 2010, 18 alunni individuati dai rispettivi Consigli di Classe nel mese di Aprile quali eccellenze di classe all‟interno delle nostre sei prime medie, sono andati al Teatro Greco di Siracusa per assistere alla rappresentazione della Tragedia Greca AIACE. Il progetto di merito, nato quest‟anno, ha fatto la felicità dei nostri alunni più giovani, i quali per tutto l‟anno si sono impegnati con costanza al fine di poter beneficiare dell‟Offerta Formativa della nostra scuola, che ha voluto regalare loro questa esperienza. Il progetto Tragedia Greca vorrebbe istillare gradualmente nei nostri giovani alunni il piacere per il teatro classico e la conoscenza dei personaggi che hanno fatto la cultura e la storia del mondo greco, inoltre, esprime il desiderio della nostra Dirigenza affinchè i suoi alunni fin dal primo anno di scuola media prendano sempre più coscienza di quei valori di civiltà e cittadinanza che rimangono sempre attuali nonostante il trascorrere del tempo e che affondano le loro radici nel mondo classico. Uno degli alunni che hanno preso parte alla visione della tragedia greca il giorno dopo ha detto in classe: “ L’opera presentava delle scene di sangue molto realistiche ed era piena di momenti tristi, secondo me è stata davvero ricca di emozioni. Mi è piaciuta particolarmente l’espressività dei personaggi.” Un altro alunno entrando dentro al teatro greco di Siracusa e vedendo l‟imponente scenografia dell‟Aiace ha detto: “ E’ davvero bello, soprattutto la ricostruzione della nave e del mare che fa da sfondo alla scena dell’accampamento dei greci presso le mura della città di Troia”. 3° NUMERO S C HO O L N E WS P A G I NA 3 8 ALLA SCOPERTA DI TORINO E DELLA SACRA SINDONE Giovedì 29 aprile 2010 sono partito per Torino con il coro "Pueri Cantores" di cui faccio parte. Il motivo che ci ha spinto a Torino è stato il congresso nazionale dell'associazione "Pueri Cantores". Il primo giorno è cominciato molto presto, poiché avendo il volo alle 6:45 dovevamo essere a Catania in anticipo per poter fare il ceck-in. Mi sembrava strano incamminarmi in piena notte verso Catania, per poi ritrovarmi alle prime luci dell'alba all'aeroporto. Ero molto eccitato poiché era la prima volta che salivo su un aereo. Durante il viaggio ho fatto amicizia con molte persone, che mi hanno spiegato dei trucchetti per affrontare più serenamente il viaggio. Durante il volo ho cercato di immaginare Torino, ma non riuscivo a pensarla con un cielo soleggiato come il nostro; ma con mio grande stupore ci ha accolto un caloroso e luminoso sole. Giovedì è stata una giornata completamente dedicata alla visita della città. Abbiamo raggiunto Valdocco, una frazione di Torino dove alloggiavamo e dove San Giovanni Bosco ha fondato il suo primo oratorio assieme alla chiesa che fece dedicare a Santa Maria Ausiliatrice. Nella medesima chiesa sono conservati il corpo di San Giovanni Bosco e le reliquie di San Domenico Savio, protettore dei Pueri Cantores. Nel pomeriggio ci siamo recati a Piazza Castello dove abbiamo ammirato in tutto il suo splendore Palazzo Madama e il meraviglioso Palazzo Reale nel quale il venerdì sera si è svolta la via Crucis conclusasi davanti alla Sacra Sindone, animata da noi cantori e da alcuni ballerini. Venerdì mattina ci siamo recati nuovamente al luogo dell'esposizione della Sacra Sindone. Dopo un lungo percorso di preparazione, ecco che finalmente siamo arrivati di fronte al sacro lino che si dice abbia accolto l'esile corpo affranto del Cristo morto. Beh, nel momento esatto in cui ho visto il volto impresso nella Sindone ho pensato che bastava anche solo una goccia del sangue di Cristo o una sua parola per redimerci; Egli per darci prova del suo immenso amore non ha esitato a sacrificare la sua vita patendo grandi sofferenze per l‟umanità intera. Cristo ha scelto di morire sulla croce per noi, affinché nella sua passione noi potessimo rintracciare il dolore di ogni uomo, le sofferenze a cui spesso non sappiamo neppure dare un nome. La Sindone è una grande opportunità per conoscere e amare meglio se stessi, i fratelli e il Signore Gesù Cristo. Nel pomeriggio abbiamo continuato la visita della città visitando il Parco Valentino dove è ospitata la ricostruzione di un antico borgo medievale. Sabato mattina siamo stati in giro per i negozi di Torino per svagarci con un po' di shopping. Nel pomeriggio abbiamo raggiunto colle don Bosco dove abbiamo provato i canti per la domenica. Dopo le prove siamo andati in un cortile dove era stata allestita una festa per noi. Domenica mattina invece abbiamo animato la messa presieduta da Papa Benedetto XVI, ed ho provato un‟emozione indescrivibile. Dopo questi giorni un po' stancanti ma emozionanti è arrivato il lunedì: da una parte con la tristezza del ritorno alla monotona vita quotidiana, dall'altra parte col ricordo di questa bellissima esperienza. Sergio Mangano SETTIMANA DELLA MUSICA Quest‟ anno, tra le esperienze extrascolastiche più piacevoli, s ic ur a me n t e ri e n tra l a “Settimana della Musica”, che si è svolta dal 5 al 14 maggio 2010 presso il Cine teatro Rex di Giarre. L‟organizzazione prevedeva che ogni sera si esibissero due cori di scuole diverse. Tante le scuole partecipanti (dalle scuole primarie ai licei) e tra queste non poteva certo mancare la nostra! Coordinati dalle nostre docenti referenti abbiamo scelto di presentare dei canti tipici della nostra terra (“U cuntu”, “Mi votu e mi rivotu”, “Nicuzza”, 2ªD S C HO O L N E WS 3° NUMERO FESTA DI FINE ANNO SCOLASTICO PER LA SCUOLA DELL’INFANZIA “Amuri amuri”, “A la vigna”, “Catania”, “Iè a terra mia” ) che valorizzassero il dialetto siciliano. La sera del nostro “debutto” è stata il 6 Maggio: le nostre voci sono state accompagnate da alcuni video che spiegavano, attraverso le immagini, il messaggio dei testi delle nostre canzoni. Quel giorno eravamo emozionantissimi, ma per fortuna è stato un vero successo tanto che ci hanno anche chiesto il bis di una canzone. Subito dopo esserci esibiti, ha cantato il coro del Circolo Didattico di Mascali ed in chiusura della serata abbiamo cantato tutti insieme, “Heal the world”. Il 14 maggio si è svolta la manifestazione finale, durante la quale tutti i cori dei vari istituti, accompagnati dall‟orchestra dell‟Istituto Macherione di Giarre, abbiamo cantato l‟Inno di Mameli e l’Inno alla Gioia. L‟unico aspetto un po‟ “drammatico” della serata è stato il fatto che siamo rimasti ore in attesa e soprattutto in piedi, ma dopo l‟esibizione eravamo talmente soddisfatti da non sentire più nessuna stanchezza! Salvatore Di Bella Chiara Gambacorta Leonardo Torrisi Irene Vecchio CORO D’ISTITUTO Siamo giunti alla meta! La “Festa di fine anno scolastico” della scuola dell‟infanzia di Liberto è stato un gran successo. Evidente è stata l‟emozione degli alunni uscenti che si sono impegnati nel mostrare le abilità raggiunte e le competenze acquisite anche per mezzo del progetto ”Verso la scuola primaria”: i pregrafismi, la prelettura, la prescrittura, il precalcolo sono stati il punto di partenza per il leggere, lo scrivere e a far di conto. I dialoghi e i canti mimati, la mostra degli elaborati, la consegna degli attestati, il saluto alle insegnanti, i canti e i balli, che ha visto coinvolti anche i più piccoli, sono stati molto apprezzati dai genitori e dalla Preside, sempre presente a tutte le iniziative. Non è mancata nemmeno la verifica finale del progetto di lingua inglese, che ha coinvolto, per tutta la durata dell‟anno scolastico, i bimbi di 5 anni. È stato molto gradito lo spazio dedicato alla proiezione di slide riguardanti le attività, gli eventi, le escursioni, i lavori che i bambini hanno realizzato durante l‟anno scolastico. Grande approvazione da parte dei genitori e immensa soddisfazione da parte delle insegnanti. SCUOLA DELL’INFANZIA P A G I NA 3 9 “CUNTI E CANTI” DELLA NOSTRA TERRA L‟esperienza annuale del coro d‟Istituto, costellata da numerose esibizioni in occasione della Settimana della Musica, del recital scolastico e della manifestazione “Sulle ali della Libertà”, si è conclusa con il concerto di fine anno, che si è tenuto giorno 10 Giugno 2010 su un piccolo palco posto appositamente davanti alla nostra scuola. La serata, dal titolo “Cunti e Canti”, alla quale hanno assistito genitori, insegnanti, la nostra Preside e anche l‟Assessore alla Pubblica Istruzione dott.ssa Emmi, ha affrontato varie tematiche, quali l‟amore di coppia, la libertà di opinione ed espressione, la lotta per sopravvivere e l‟amore per la propria patria, attraverso canti e poesie che, oltre a catturare l‟attenzione del pubblico con l‟unicità della Sicilia, volevano richiamare alla memoria episodi di vita quotidiana, come la riunione della famiglia attorno “a conca” e vicende di eroi siciliani dei nostri tempi. Il concerto si è aperto con il brano “U cuntu”, la favola, che oggi è considerata un semplice mezzo per intrattenere i bambini ed ha perso l‟importanza che aveva un tempo, quando era considerata un divertimento per tutti e rappresentava il momento in cui la famiglia si riuniva al completo. Il testo del brano è nostalgico e richiama i tempi in cui i padri raccontavano ai figli le favole che, a loro volta, avevano appreso dai nonni ed alla fine sottolinea che ormai tutti ci consideriamo grandi per ascoltare le storie, che oggi, purtroppo, vengono narrate sempre più di rado. Il secondo ed il terzo brano che noi alunni abbiamo cantato, “Mi votu e mi rivotu” e “Amuri amuri” testimoniano che la Sicilia ha sempre cuntatu e cantato l‟amore in tutte le sue forme, sia quelle liete di un sentimento ricambiato, sia quelle logoranti dello struggersi ed il morire per un amore tradito o giunto al capolinea. Successivamente, con “Nicuzza” abbiamo voluto ricordare i tempi passati in cui i giovanotti innamora- 3° NUMERO ti si dichiaravano alla bella del cuore con dolci serenate alla finestra, che oggi sono state sostituite con grandi murales e lenzuola che imbrattano strade e città e che non sono così colmi di parole delicate e, al tempo stesso, appassionate, come a testimoniare che forse oggi l‟amore sta perdendo la purezza, la limpidezza e la sincerità che aveva una volta; un‟ ulteriore prova delle dichiarazioni amorose di un tempo si ha nelle lettere autentiche che abbiamo letto, una del 1928 e l‟altra del 1935, storie personali di un uomo innamorato e di una ragazza che non gradisce la corte di un giovanotto, che si esprime in dialetto siciliano con grande esplicazione, volgendo al pretendente un‟aperta minaccia “di diriccillu ai suoi”, che ha fatto tanto sorridere noi e il pubblico. Durante il nostro concerto, con il brano “Cu ti lu dissi”, abbiamo anche voluto rendere omaggio a Rosa Balistreri, la cantatrice di Sicilia, come fu definita dal poeta Ignazio Buttitta, che la ricorda come una donna sempre in bilico tra la sua ingenuità ed un‟apparente spregiudicatezza che la facevano sembrare eccessivamente disinvolta, ma che invece nascondeva timidezza, dolcezza e teneri sentimenti, nonostante avesse avuto una vita piena di sofferenze e avesse patito la fame, la violenza, il sopruso e riversava nel suo canto ogni forma di disperazione e di grinta, la stessa che le ha permesso di diventare una grande donna, così com‟è ricordata oggi. Come sappiamo, purtroppo la nostra Sicilia è terra di sole, di canti e d‟amore, ma anche terra di sangue e violenza; con il brano “Ciuri di campu” abbiamo voluto ricordare un grande eroe dei nostri tempi, Peppino Impastato, morto combattendo contro la mafia, morto per la libertà ed il bisogno di essere padroni di se stessi. Il sopruso è presente anche in altre forme e, come di certo tutti sanno, un tempo in Sicilia, così come in altre parti del mondo, era molto diffusa la schiavitù, come testimonia il brano “Malarazza”, che racconta la storia di un servo che, rivolgendosi al Cristo in croce, gli dice che il padrone lo strapazza e lo maltratta. E Cristo dalla Croce gli risponde che chi vuole la giustizia deve farsela da solo, con una frase forse un po‟ dissacratoria: <<Tu ti lamenti, di cchi ti lamenti? Pigghia lu bastuni e tira fora li denti!>>. Il concerto si è concluso con altri due S C HO O L N E WS P A G I NA 4 0 splendidi brani che trattano l‟amore per la Sicilia: Catania, una poesia musicata di Angelo Musco, e “Jé a terra mia”, per onorare ancora una volta la nostra bellissima terra che, nel bene e nel male, ha caratteristiche uniche che la rendono straordinaria. Alla fine della serata noi alunni abbiamo regalato dei fiori alle nostre insegnanti referenti del progetto, che sono state come sempre le formidabili organizzatrici della serata; ovviamente, un bel mazzo di fiori è andato anche alla nostra amata Preside, che si è subito commossa. Noi alunni ci riteniamo molto soddisfatti di come si è svolto il concerto e ringraziamo per la splendida esperienza che ci ha permesso di salutare in maniera significativa la conclusione di quest‟anno scolastico. Irene Vecchio Salvatore Di Bella Chiara Gambacorta Leonardo Torrisi CORO D’ISTITUTO