La Bretagna ci invita
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La Bretagna ci invita
La Bretagna ci invita Un paese straordinario, la cui vita è strettamente legata al mare. Mulini a marea, sentieri dei doganieri, perdoni e gastronomia locale: da conoscere e apprezzare di Maria Luisa Negro i sentieri dei doganieri che ebbero un ruolo determinante per la sorveglianza delle coste dai contrabbandieri e dai ladri di relitti. Molto accessibili, questi sentieri seguono il contorno del litorale e svelano paesaggi splendidi. Ora sono attrezzati per il trekking e le passeggiate, aperti a chi ama il contatto con la natura. I perdoni e i complessi parrocchiali Per comprendere religiosità e cultura dei Bretoni, bisogna assistere ai pardon (perdoni), feste religiose di antica tradizione che risalgono alla fine del Medio Evo e visitare i complessi parrocchiali. Molti pardon rivelano la contaminazione tra cultura pagana e cristianesimo, come il pardon Ste Anne d’Auray che si tiene il 26 luglio nell’omonima basilica. Nella religione celtica la dea Ana era la grande madre di tutti e nel VI secolo, in occasione di grandi campagne di predicazione cristiana tese ad affermare il culto della Sacra Famiglia, la dea Ana si fuse con Sainte Anne, madre della Vergine Maria, che diventa quindi patrona dei Bretoni. A lei si sono attribuiti poteri illimitati. Nel 1623 Ste. Anne comparì miracolosamente ad un contadino nel luogo dove ora sorge la basilica di Ste. Anne d’Auray. I pardon sono molto numerosi in Bretagna: alcuni sono benedizioni del mare, come i Pardons des Islandais a Paimpol - in questo caso i marinai si pongono sotto la protezione di un santo o della Vergine prima di partire in mare - altri sono festa annuale consacrata ad un santo. Ogni pardon inizia con una messa seguita da una processione in cui si portano alti i gonfaloni, le statue, le reliquie dei santi e le splendide croci d’oreficeria, al suono dei canti e cantici in bretone. Certo è che il rapporto dei Bretoni coi Santi è stato anche stupefacente: si pensi che, se il santo invocato non concedeva la grazia, la sua statua poteva essere ingiuriata, o frustata e gettata nel fango. I complessi parrocchiali rappresentano i gruppi monumentali più caratteristici della Bretagna. Situati intorno a un cimitero, comprendono la chiesa, l’ossario e il calvario, in uno stretto rapporto spirituale tra vita e morte. L’accesso al cimitero avviene attraverso una porta trionfale, che simboleggia il trionfo dei giusti sulla morte. I più importanti complessi parrocchiali sono quelli di Guimiliau e di St. Thégonnec, che per ben due secoli furono in competizione quanto a ricchezza e bellezza. Di particolare interesse, nel complesso parrocchiale, è il calvario, monumento in granito scolpito che narra gli episodi della storia sacra, vero e proprio libro delle immagini destinato all’istruzione del popolo. Molti calvari furono eretti in occasione della peste che funestò la Bretagna nel 1598. Si narra di un vescovo del Léon del XVI secolo che si vantava di averne costruiti 5000. Diversi andarono in rovina col passar del tempo, ne rimangono alcune migliaia. La concentrazione maggiore di insiemi parrocchiali si trova nel Léon: St Thégonnec, Lampaul Guimiliau e Sizun. Nel Morbihan l’unico insieme parrocchiale del dipartimento è quello di Guéhenno, vera e propria perla architettonica del XVI secolo. La cucina bretone Piatto forte della cucina bretone è il vassoio di frutti di mare freschi, appoggiati su un fondo di a l g h e (goemone). La composizione del vassoio varia secondo il luogo, la stagione e la pesca. Alcuni ristoratori hanno sottoscritto la carta de “l’authentique plateau de fruits de mer frais bretons”. Per rispettare la carta ed avere il diritto ad apporre il marchio sulla vetrina, il ristorante deve far figurare almeno sei tipi diversi di molluschi e crostacei freschi, meglio se accompagnati da pane bianco e pane di segala e da burro salato. Le ostriche devono essere fresche, ma non ghiacciate, sono migliori nei mesi con la “r”, da settembre ad aprile. In Bretagna se ne distinguono 12 tipi, ognuno con proprie qualità. Altra specialità bretone è il burro salato o mezzo salato, profumato e cremoso, usato anche nella pasticceria locale. Le crêpes e le galettes sono una vera istituzione, le galettes si distinguono dalle crêpes perché sono salate e fatte con farina di grano saraceno (grano nero), e preferibilmente accompagnate da prosciutto, formaggio e un uovo (è la tipica “completa”). Da ultimo il far breton e il kouign-amann. Il primo è un flan morbido e dorato, presentato in diverse varianti: con uva passa, con mele, con prugne, con cannella e vaniglia; il secondo è una sfoglia molto dolce. Il tutto si può accompagnare con sidro, con birra bretone o con chouchen, a base di acqua e miele fermentato. Gli Hôtels de Charme et de caractère en Bretagne hanno siglato una Carta di qualità per garantire ai clienti la migliore accoglienza, fatta di comfort moderno e tradizione bretone. L’iniziativa è stata pubblicizzata in Italia dal Comitato regionale per il turismo della Bretagna insieme alla Maison de la France e a Michelin Italia. Gli Hôtels de Charme et de caractère sono in genere a tre stelle, collocati in antiche dimore signorili, piccoli castelli, mulini, ecc., dislocati lungo le coste della Bretagna, solo alcuni sono situati all’interno. Offrono un’accoglienza calorosa e di qualità, con un eccellente rapporto qualità/prezzo: una camera doppia costa da meno di 300 franchi a notte a 1200 franchi per una suite. Nei ristoranti degli hotel i menù tipici, a partire da 100 franchi, permettono di gustare le specialità della gastronomia bretone. PRISMA - 74/2001 53