Una mia storia vera

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Una mia storia vera
Una mia storia vera
Salamanca Maggio 2008, ore 15.
Esco di casa per fare un po' di spesa e appena fuori dal portone trovo un casino da festa e alcol piovuto
dal cielo. L'erasmus in Spagna è tutto così quindi nulla di nuovo.
Mi avvio verso il supermercato e nella piazzetta ci sono almeno 150 ragazzi che barcollano, 30 che
hanno mollato accasciati a terra come sacchi di sabbia e altrettanti nei bar a cercare di diventare sabbia.
Mentre cammino cercando di non calpestare festaioli o di essere trascinato in discorsi sbiascicanti non
faccio in tempo a notare l'anomalia della sitazione che me la ritrovo di fronte. Una vecchietta, un misto
tra zia e nonna, bassa e con un poco di gobba che le da un tocco da personaggio. Si pianta davanti
dall'alto del suo metro e basta mentre mi accorgo subito che ha l'aria impaurita e gli occhi lucidi. Penso:
"Sta per succedere qualcosa da raccontare" e infatti eccomi qui. La signora con uno spagnolo dell'era di
Cervantes che stentavo a capire mi fa: "c'è una signora anziana a casa mia stesa a terra.."
E qui la mia testa parte a elaborare le offerte del creato:
1."..una vecchia" detto da una vecchia vuol dire una Mummia.
2. è morta o cosa?
3. ma la conosce?
Alla fine dopo pochi secondi in cui penso queste cose rispondo: "beh magari e' il caso di chiamare
ambulanza o polizia no?" e lei: "no no..sta solo stesa a terra"
Ah beh allora tutto tranquillo.
Non c'è verso, devo assecondare anche perché odio non capire così la seguo nel suo palazzo.
Per le scale mi dice che provava a chiedere aiuto da un po' di tempo ad altri ragazzi ma erano così
ubriachi che non si rendevano conto del fatto che fosse fuoriluogo una vecchietta tra di loro e per di più
in lacrime. Io invece mi ero appena svegliato,da bravo erasmus, e tra sonno e situazione assurda
seguivo gli eventi come in un film.
Arriviamo al 1° piano, c'è la porta socchiusa e entriamo in casa: un caldo da forno per dio, uno sbalzo
così forte che è come un calcio in faccia. La casa è di quelle che ci si aspetta abitata da una zia anziana:
colori autunnali, austera, odore di vecchio. Nota bene: vecchio, non antico. Quindi nemmeno molto
tranquillizzante.
Mi fa strada mentre farfuglia ringraziamenti ed io non so proprio cosa aspettarmi. Dopo qualche metro
di corridoio arriviamo all'ingresso di un piccolo soggiorno. La seguo a distanza a passi di ospite
inatteso e vedo a destra, vicino al muro, un sofà con un mobiletto di fronte e al centro un tavolo
circolare da cucina per quattro persone con due sedie. Nient'altro. Alle spalle del tavolo il balcone che
lascia entrare la luce forte del primo pomeriggio che rende sbiadita la scena. E mò?!
Subito la signora mi fa:
"è li'"
Ma io non vedo nulla e penso:
questa sta fusa, già mi sta più simpatica. Dopotutto ora che capisco che è pazza mi tranquillizzo. La
pazzia è normale quando la capisci.
Faccio un passo avanti verso il tavolo e scorgo una testa di vecchia che spuntra dal pavimento. Smetto
di respirare. Ha occhi sgranati, il viso è rinsecchito e immobile. Un cadavere. In effetti è una vecchia
più vecchia della vecchia di cui sopra.La visione è tra il grottesco e la morte. Una morte grottesca.
Per tre secondi penso che la vecchietta è crepata ma subito l'altra mi fa:
"sta bene..è solo scivolata dalla sedia fin sotto il tavolo e non riesco ad alzarla"
e penso:
"signo' ma vafammocc..stavo morendo io!" ma pronuncio solo un internazionale e tranquillo
"AAAAH!!" Alla fine la tiriamo su e la sistemiamo sulla sedia da cui era scivolata e posso osservarla
meglio. Davvero piccola,magra, come non ti aspetteresti che possa diventare un adulto a 376 anni. Non
faceva nessun movimento, anche quando l'abbiamo tirata su era come spostare un pesante manichino.
L'altra signora mi spiega che è cosi' perchè ha 98 anni ed è quasi completamente cieca e sorda. E
penso: voglio morire a 60 anni. Appoggio la mia mano sulla sua sicuro che possa sentire un contatto
diverso e infatti accenna un sorriso appena percepibile, quindi più prezioso. C'è molto altro rispetto al
corpo io lo so e lei lo scoprirà presto. Beh alla fine la signora mi chiede: "quanto ti devo?!" e penso:
"signo' ma mica so' no' becchino?!" ..ma mi limito ad un signorile "de nada de nada" avviandomi verso
l'uscita quasi col timore che spunti qualche altra stranezza.
Devo ancora svegliarmi e ho bisogno della mia normalità.
Pellegrino Porfido