Due lettere, due incitamenti ad andare avanti (con aggiornamento)

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Due lettere, due incitamenti ad andare avanti (con aggiornamento)
Due lettere, due incitamenti
ad
andare
avanti
(con
aggiornamento)
Editoriale del 19 luglio 2014
Cari amici lettori,
con questo numero interrompiamo temporaneamente le nostre
pubblicazioni. Ci rileggeremo a settembre, forse. A nome
dell’intera redazione e mio personale vi giungano i più
cordiali auguri per un periodo di riposo (per chi ne ha
bisogno e per chi vorrebbe averne bisogno) e di svago.
Consentitemi però, di utilizzare questa occasione per
un piccolo sfogo che condivido con i miei amici collaboratori
i quali spesso, in occasione di qualche disappunto, rari per
la verità, si
chiedono “ma chi ce lo fa fare?” Reazione
comprensibile di fronte all’atteggiamento che qualche volta
assumono persone, degne e stimate persone, che nel leggere
articoli che li riguarda pretendono di leggere quello che loro
presumono essere la verità, la loro verità, naturalmente o
addirittura, in qualche caso, pretenderebbero che il giornale
li accompagnasse la dove li porta…il proprio interesse.
Adeguarci a questo modo di pensare significherebbe
appiattirci e diventare uno dei tanti strumenti di diffusione
degli interessi di parte, siano essi culturali, politici o
economici. Perché dovremmo adeguarci? Forse non si è ancora
capito che questo giornale potrebbe legittimamente chiamarsi
Libertà. Indicateci una sola battaglia sociale che non abbiamo
condivisa, di destra o di sinistra, pubblica o privata.
E no cari amici detrattori, storici o occasionali.
Avete sbagliato indirizzo. Tutti si lavano la bocca con
l’invocazione della libertà di pensiero e di stampa e poi.
Quando si scrive qualcosa che non ci convince o peggio ancora
non ci conviene, allora si viene accusati di abusare della
libertà.
Signori la libertà la custodisce ognuno di noi dentro
di se, nella propria testa e nei propri pensieri. Una persona
o ce l’ha o non ce l’ha. In questi anni
in molti hanno
tentato di suggerirci le loro verità ma non siamo caduti nel
tranello. Perché avremmo dovuto adeguarci, quale utilità ne
avremmo ricavato? Non abbiamo interessi locali da raggiungere,
non ambizioni politiche o di incarichi professionali, non
abbiamo raggiunto alcun compromesso se non con il nostro buon
senso e quando è stato necessario, proprio per difendere
questa libertà, abbiamo anche pagato di persona, salvo poi
avere giustizia giusta.
Questo per avvertire quanti pensano che il nostro
giornale sia al loro servizio e che debba servire per far
passare solo le loro virtu e nascondere le deficienze. Se dopo
quindici anni siamo riusciti, con i nostri limitati mezzi, a
raggiungere quote di lettori considerate da alcuni fenomenali
per la dimensione della redazione, gran merito riteniamo debba
essere attribuito proprio alla coerenza e rispetto per i
nostri lettori.
Si rassegnino coloro che non la pensano così, su questo
giornale forse non scrivono grandi letterati, filosofi o
giornalisti di grido ma gente vera, semplice che vive i fatti
che racconta ed usa il linguaggio di tutti i giorni quello che
usa al suo rientro a casa e quando parla con i propri
familiari, parenti e amici. Per questi limiti forse qualche
volta si può sbagliare, si possono fornire opinioni non
condivisibili ma nessuno deve pensare che il tutto sia
originato da malafede.
Non c’è alternativa, se questo non ci sarà più concesso
non ci sarà più motivo di pubblicare una sola pagina di
questo giornale ed allora si che questi personaggi, presenti
in tutti i settori, potranno sentirsi davvero liberi di fare
quello che ca… vogliono tanto non ci sarà più Il Messaggio a
rompere i co….
Antonio Guttoriello
Caro Tonino ,
l’ editoriale di questo ultimo numero de IlMessaggio che
mi è appena arrivato mi ha messo tanta tristezza con quel
titolo :"Ma chi ce lo fa fare". Per chi pratica questa
passionaccia del giornalismo ,so che questa
non è una
dichiarazione di resa ma ancora una volta di amara denuncia .
Fare un giornale in un contesto così difficile è un’ impresa
ardua, ma tu sei stato capace di farlo, di farlo bene e di
andare avanti con la forza della passione e dell’onestà
intellettuale, guadagnandoti la stima di tanti . Il tuo
giornale , per me e credo per tanti altri che vivono lontano
da Teano , rappresenta l’unico e forse anche l’ultimo legame
che ci lega a lontane comuni radici .
Il Messaggio, caro Tonino,è una voce che non deve
assolutamente mancare.
Aspetto di leggerti a settembre , al ritorno dalle
vacanze. Un caro abbraccio, e un saluto a tutti i tuoi bravi
collaboratori,
Bruno Rubino
Caro direttore,
Le scrivo soprattutto per ringraziare Lei e i suoi
collaboratori per le notizie che ogni giorno ci date sulla
nostra amata città. Sono un teanese che vive a Roma da circa
vent’anni e pur non vivendo più a Teano, ho sempre vivo il
ricordo degli anni passati in città con la famiglia e con
gli amici.
Devo essere sincero vengo poco a Teano ma ogni
volta devo constatare che la Teano di una volta non c’è più.
Quanti bei ricordi, sono tanti, nel volere elencarli non
saprei da dove iniziare. Come posso dimenticare le lunghe
passeggiate per il corso, le soste ai poggetti di piazza
Duomo oppure sui gradini della casina, le battaglie con le
pistole ad acqua nelle serate della festa di SAN PARIDE, le
partite di calcio tra rioni che duravano ore al vecchio
campo di calcio in viale italia, la festa di Montelucno (mi
sa oramai sparita e dimenticata), le battaglie con gli amici
alle rocce del diavolo, le tante feste che animavano la
città, e tanto altro ancora. Quanta spensieratezza e quanta
gioia, ricordi che conservo nel mio cuore, Teano è parte
della mia vita e sarò sempre legato a Lei, ma una cosa
voglio, se mi permette, dire a Lei e quanti vivono ancora in
città, siate orgogliosi di essere teanesi, lottate e non
lasciate che amministratori incapaci distruggano la città
che è e sarà sempre la casa di tutti i teanesi, anche di
quelli che come me sono lontano e non possono difenderla.
Rinnovo i miei ringraziamenti a tutti voi e, mi raccomando
lottate e fatevi rispettare.
SALUTI ENZO
NON C’ E’ DUE….. …senza il tre.
Seconda stella a destra questo è il cammino e poi dritto, fino
al mattino poi la strada la trovi da te porta all’isola che
non c’è. …E ti prendono in giro se continui a cercarla ma non
darti per vinto perchè chi ci ha già rinunciato e ti ride alle
spalle forse è ancora più pazzo di te!
Caro Tonino,
evito le formalità del " Caro Direttore", perché sei molto di
più: un faro nella notte della confusione e dei confusi, la
prima stella del mattino che orienta i naviganti nella nebbia
di mari infidi, potrei continuare all’infinito, rischiando di
cadere nell’ovvietà. Dopo le parole illuminate di Rubino e
quelle dismaganti di Enzo il mio resto è proprio un resto. Ma
i moti del cuore non si possono frenare. Non ho la
"passionaccia del giornalismo". Sono una flebile voce che sta
in sintonia con tutti i malati di Teano. Incurabili,
inguaribili, cronici." Non c’è alternativa, se questo non ci
sarà più concesso non ci sarà più motivo di pubblicare una
sola pagina di questo giornale ed allora si che questi
personaggi, presenti in tutti i settori, potranno sentirsi
davvero liberi di fare quello che ca… vogliono tanto non ci
sarà più Il Messaggio a rompere i co…." E dirò di più con i
tuoi ca…. e co… sei stato più espressivo di Piero della
Francesca, più guerriero del Gattamelata (Erasmo da Narni)
eternato nella statua equestre di DOnatello in piazza del
Santo a Padova, più musicale del Prete rosso (Vivaldi)
Dopo la splendida manifestazione di adesione di
Enzo:"Come posso dimenticare le lunghe passeggiate per il
corso, le soste ai poggetti di piazza Duomo oppure sui gradini
della casina, le battaglie con le pistole ad acqua nelle
serate della festa di SAN PARIDE, le partite di calcio tra
rioni che duravano ore al vecchio campo di calcio in viale
italia, la festa di Montelucno (mi sa oramai sparita e
dimenticata), le battaglie con gli amici alle rocce del
diavolo, le tante feste che animavano la città, e tanto altro
ancora. Quanta spensieratezza e quanta gioia, ricordi che
conservo nel mio cuore, Teano è parte della mia vita e sarò
sempre legato a Lei, ma una cosa voglio, se mi permette, dire
a Lei e quanti vivono ancora in città, siate orgogliosi di
essere teanesi, lottate e non lasciate che amministratori
incapaci distruggano la città "
Non ci resta che
"lottare, lottare e lottare" con una tigre in più nel cuore,
con la passione divorante della leonessa che difende i figli
teneri e inermi, col fuoco sacro del drago dei guerrieri della
Cina.
Ciao Giulio.