PdC Scuole Taranto Tamburi

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PdC Scuole Taranto Tamburi
COMUNE DI TARANTO
Aree Scuole Deledda, De Carolis e D’Aquino nel Quartiere Tamburi
Piano della Caratterizzazione
INDICE
1
PREMESSA ............................................................................................................................. 3
2
RACCOLTA E SISTEMATIZZAZIONE DEI DATI ESISTENTI .................................................. 6
2.1
Descrizione del sito ........................................................................................................... 6
2.1.1
2.2
3
Inquadramento geografico ......................................................................................... 6
Descrizione del territorio ................................................................................................. 10
2.2.1
Caratterizzazione morfologica e geologico-strutturale .............................................. 10
2.2.2
Idrogeologia e qualità delle acque ........................................................................... 15
CARATTERIZZAZIONE DEL SITO E FORMULAZIONE DEL MODELLO CONCETTUALE
PRELIMINARE ............................................................................................................................. 19
4
3.1
Sorgenti della potenziale contaminazione ....................................................................... 19
3.2
Percorsi di migrazione .................................................................................................... 19
3.3
Individuazione dei bersagli e possibili vie di esposizione ................................................ 20
PIANO DI INDAGINE ............................................................................................................. 22
4.1
Localizzazione dei punti di indagine ................................................................................ 22
4.2
Esecuzione dei sondaggi e piezometri ............................................................................ 24
4.2.1
Sondaggi geognostici .............................................................................................. 24
4.2.2
Piezometri................................................................................................................ 25
4.3
Rilievo freatimetrico ........................................................................................................ 26
4.4
Campionamenti............................................................................................................... 26
4.4.1
Campioni di top soil ................................................................................................. 27
4.4.2
Campioni di terreno ................................................................................................. 27
4.4.3
Campioni di acque di falda ....................................................................................... 28
4.5
Esecuzione del rilievo plano-altimetrico dell’intera area .................................................. 30
4.6
Protocollo analitico .......................................................................................................... 30
4.6.1
Terreni ..................................................................................................................... 30
4.6.2
Top soil .................................................................................................................... 33
4.6.3
Acque di falda .......................................................................................................... 34
5
ELABORAZIONE ED INTERPRETAZIONE DEI DATI ........................................................... 37
6
CRONOPROGRAMMA DELLE ATTIVITA’ ............................................................................ 38
7
QUADRO ECONOMICO ........................................................................................................ 39
Rev.1
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TABELLE
Tabella 1 - Numero di punti di campionamento dei suoli in funzione della dimensione del sito...... 22
Tabella 2 - Numero dei piezometri in funzione della dimensione del sito....................................... 23
Tabella 3 - Protocollo analitico per i campioni di terreno ............................................................... 32
Tabella 4 - Protocollo analitico integrativo per i campioni di top soil .............................................. 33
Tabella 5 - Protocollo analitico per i campioni di acque di falda..................................................... 35
FIGURE
Figura 1 - Sottoprogetti del Quartiere Tamburi di Taranto oggetto di interventi di riqualificazione ... 3
Figura 2 - Perimetrazione delle aree da caratterizzare .................................................................... 5
Figura 3 - Corografia dell’area con indicazione del sito da caratterizzare ........................................ 6
Figura 4 - Area urbana ed industriale di Taranto ............................................................................. 7
Figura 5 - Il Quartiere Tamburi di Taranto con indicazione del sito .................................................. 8
Figura 6 - Stralcio CTR 493111 del Quartiere Tamburi con indicazione del sito .............................. 8
Figura 7 - Aree scuole Deledda, De Carolis e D’Aquino nel Quartiere Tamburi............................... 9
Figura 8 - Estensione ed attribuzione cronologica delle superfici dei terrazzi marini e dei depositi 11
Figura 9 - Carta geologica schematica della Regione Puglia (Pieri et al., 1997, mod.) .................. 12
Figura 10 - Stralcio del F. 202 della Carta Geologica d’Italia (non in scala) ................................... 14
Figura 11 - Stralcio della piezometria relativa alla falda profonda.................................................. 16
Figura 12 - Perimetrazione aree vincolate per l’uso degli acquiferi (da PTA vigente) .................... 17
Figura 13 - Andamento della falda profonda e ubicazione di pozzi e sorgenti nell'intorno del sito . 18
Figura 14 - Modello concettuale preliminare del sito ..................................................................... 21
ALLEGATI
Allegato 1 - Certificati ARPA indagini preliminari
Allegato 2 - Verbale CdS di approvazione PdC
Allegato 3 - Computo metrico estimativo
TAVOLE
Tavola 1 - Individuazione dei punti di indagine
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1
PREMESSA
Il sito oggetto di caratterizzazione comprende le aree contigue di tre scuole (scuola elementare
Grazia Deledda, scuola media Ugo De Carolis, scuola media Tommaso D’Aquino), site nel
Quartiere Tamburi della città di Taranto.
Il sito (cerchiato in Figura) è ubicato a nord delle aree dei Sottoprogetti n.1 e n.4, inserite nel
“Progetto coordinato per il risanamento del Quartiere Tamburi” (APQ Città, Delibera CIPE
n.3/2006) che ha individuato alcune aree del quartiere, denominate appunto “Sottoprogetti”, e ne
ha definito gli interventi necessari alla loro riqualificazione. In quanto esterno alla perimetrazione, il
sito in oggetto non è stato inserito nell’iter ambientale in corso che ha previsto per i Sottoprogetti la
redazione del Piano di caratterizzazione, la esecuzione della caratterizzazione, l’elaborazione
dell’Analisi di Rischio sito specifica, la redazione del Progetto di Bonifica e l’esecuzione dei lavori
di bonifica.
Figura 1 - Sottoprogetti del Quartiere Tamburi di Taranto oggetto di interventi di riqualificazione
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Con nota prot. N.135190 del 01/10/2012 la Direzione Ambiente del Comune di Taranto ha chiesto
al DAP Taranto di ARPA Puglia di effettuare indagini preliminari ex art. 242 del D.Lgs 152/06
consistenti in analisi sul terreno superficiale (top soil) dell’area a verde della scuola Deledda.
Con nota prot. N.5707 del 25/01/2013 il DAP Taranto di ARPA Puglia ha trasmesso i certificati di
analisi dei campioni di top soil prelevati il 26/10/2012 nelle aiuole anteriore e posteriore dell’area a
verde della scuola (Allegato 1). Dai suddetti certificati sono risultati superamenti delle
Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) previste dalla Tabella 1, Colonna A, Allegato 5,
Parte IV del D.Lgs 152/06, in particolare per i parametri “Totale PCDD/F”, “Benzo(a)pirene” e
“Benzo(ghi)perilene”
nell’aiuola
posteriore,
e
per
i
parametri
“Benzo(a)pirene”
e
“Benzo(ghi)perilene” nell’aiuola anteriore.
Con nota prot. N. 16224 del 29/01/2013 la Direzione Ambiente, ai sensi degli artt.244 e 245 del
D.Lgs 152/06, ha comunicato l’avvenuto superamento delle CSC per i suddetti parametri che
configura il sito in oggetto come potenzialmente contaminato, e l’attuazione da parte del Comune
di Taranto, in qualità di proprietario del sito e comune territorialmente competente, delle misure di
prevenzione e di messa in sicurezza d’emergenza a garanzia della tutela della salute pubblica,
nelle more della caratterizzazione ed eventuale bonifica del sito.
Come misura di prevenzione si è proceduto all’interdizione dell’accesso nelle aiuole della scuola.
Alla luce dell’esito delle indagini preliminari sopra descritte appare necessario prevedere una
caratterizzazione del sito ai sensi dell’art.242 del D.Lgs 152/06, finalizzata a definire il grado e
l’estensione della potenziale contaminazione delle aree.
Sebbene le indagini preliminari abbiano interessato la sola Scuola Elementare Grazia Deledda,
cautelativamente si è scelto di estendere la caratterizzazione anche alle limitrofe Scuola Media
Ugo De Carolis e Scuola Media Tommaso D’Aquino (ex scuola, attualmente chiusa per lavori con
nuova destinazione d’uso come infrastruttura per servizi sociali). La perimetrazione delle aree
oggetto di caratterizzazione è visibile in Figura 2.
Il presente elaborato finale (Rev.1) del Piano della Caratterizzazione (di seguito PdC), redatto sulla
base della documentazione pregressa disponibile presso il Comune di Taranto e sulla base della
Normativa Ambientale vigente (D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” e
ss.mm.ii.), recepisce integralmente le osservazioni/prescrizioni della Conferenza di Servizi del
19/06/2013 di approvazione (verbale in Allegato 2).
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Figura 2 - Perimetrazione delle aree da caratterizzare
Il PdC ha lo scopo di:
•
descrivere il contesto geografico, geologico, idrogeologico e ambientale in cui il sito si
inserisce;
•
formulare un Modello Concettuale Preliminare del Sito che descriva le possibili sorgenti di
contaminazione ed i percorsi di migrazione attivi verso i potenziali recettori;
•
descrivere le indagini di caratterizzazione ambientale da eseguire per definire grado ed
estensione della potenziale contaminazione nelle matrici suolo, sottosuolo, acque di falda,
terreni di riporto/rifiuti.
I risultati conseguiti in fase di esecuzione della caratterizzazione permetteranno la definizione del
Modello Concettuale Definitivo e l’elaborazione dell’Analisi di Rischio sanitario ambientale sitospecifica.
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RACCOLTA E SISTEMATIZZAZIONE DEI DATI ESISTENTI
2.1
Descrizione del sito
In questo capitolo è fornito l’inquadramento storico-geografico del sito oggetto del PdC e sono
illustrate le informazioni disponibili in merito agli aspetti ambientali rilevanti in relazione alle attività
ivi svolte.
2.1.1 Inquadramento geografico
A causa della particolare conformazione del territorio, il nucleo urbano che costituisce la città di
Taranto si è sviluppato prevalentemente verso Sud-Est a partire dalla striscia di terra che divide il
Mar Piccolo dal Mar Grande, con la conseguenza di aver dato alla città una caratteristica forma ad
imbuto. A Nord Ovest del territorio comunale, si trova il quartiere Tamburi (sviluppatosi in tempi più
recenti, a partire dagli anni ’60, per soddisfare le esigenze abitative connesse alla creazione e al
rapido sviluppo dell’area industriale tarantina), con la Punta Rondinella che costituisce uno dei due
punti estremi della costa bagnata dal Mar Grande, nonché la zona industriale ed il porto
mercantile, secondo in Italia per traffico di merci, localizzato sulla costa settentrionale
dell'omonimo golfo. Il quartiere Tamburi è collegato tramite il Ponte di Porta Napoli all'Isola, che
rappresenta il centro storico della città, ed è per questo chiamato Città Vecchia.
Figura 3 - Corografia dell’area con indicazione del sito da caratterizzare
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Nell’immediato intorno del sito sono localizzati importanti impianti produttivi tra i quali ricordiamo:
•
lo Stabilimento ILVA di Taranto: si estende su un’area di circa 975 ha, confinante a Sud-Est
con il quartiere Tamburi, e si occupa, sin dagli anni ’60, prevalentemente della produzione
e trasformazione dell'acciaio; rappresenta la più grande acciaieria d’Europa;
•
la Raffineria ENI: si trova a Ovest del quartiere ed ha una capacità di raffinazione primaria
bilanciata di 110 mila barili/giorno, è in grado di lavorare un'ampia varietà di greggi e di
semilavorati; produce prevalentemente prodotti per autotrazione e per riscaldamento
destinati al rifornimento dei mercati dell'Italia Meridionale;
•
lo Stabilimento di CEMENTIR: sorge nei pressi dell'acciaieria ILVA per utilizzarne la loppa
proveniente dagli altoforni per produrre diverse tipologie di cemento.
Figura 4 - Area urbana ed industriale di Taranto
A causa della presenza delle numerose attività industriali ad elevato impatto ambientale, la città di
Taranto è considerata "area ad elevato rischio di crisi ambientale", e sin dalla fine degli anni ’90 è
stata inserita nelle aree destinate a risanamento ambientale (DPR 23 aprile 1998 "Approvazione
del piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Taranto").
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Oggi è tra le città più inquinate dell'Europa occidentale e il quartiere Tamburi è senza dubbio la
porzione del territorio comunale che più risente della presenza del polo industriale poiché ad esso
più prossimo.
Figura 5 - Il Quartiere Tamburi di Taranto con indicazione del sito
Nella Carta Tecnica Regionale (CTR) il Quartiere Tamburi ricade nel Foglio 493111, “Il Padule” di
cui si riporta uno stralcio (non in scala) in Figura 6.
Figura 6 - Stralcio CTR 493111 del Quartiere Tamburi con indicazione del sito
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Il Quartiere è raggiungibile sia percorrendo la S.S.7 Via Appia, direttrice Taranto-Bari, al confine
Nord, che lo separa dal polo industriale, sia tramite la strada provinciale Taranto – Statte nella
parte posta a confine con lo stabilimento ILVA, sia da Sud da via Napoli e da via Orsini.
Complessivamente si estende su una superficie di circa 228 ettari e conta ca. 24.600 abitanti.
Dal punto di vista urbanistico il sito oggetto del presente PdC ricade nel territorio comunale di
Taranto, Foglio n. 202 del PRG, Particelle nn. 34 sub 1, 218 sub 1,2 e 3, 219 sub 1. E’ situato a
Nord del Quartiere Tamburi ed è delimitato a Sud da via Deledda, ad Est da via Archimede, ad
Ovest da una strada senza uscita e da un’ampia area a verde che delimita anche il lato Nord.
Figura 7 - Aree scuole Deledda, De Carolis e D’Aquino nel Quartiere Tamburi
Il sito ha un’estensione complessiva di 23.650 m2 e comprende le aree di tre scuole (vd. Fig.2):
•
Scuola Elementare Grazia Deledda, con ingresso da via Deledda n.65
•
Scuola Media Ugo De Carolis, con ingresso da via Archimede n.57
•
Scuola Media Tommaso D’Aquino, con ingresso da via Archimede n.55. In questo caso si
tratta di una ex scuola, attualmente chiusa per lavori di ristrutturazione nell’ambito del PO
FESR 2007-13, Asse III, Intervento 3.2, Azione 3.2.1, con nuova destinazione d’uso come
infrastruttura per servizi sociali. In particolare, a seguito dei lavori iniziati nel novembre
2012 e con conclusione prevista nel settembre 2013, tre dei quattro edifici di cui si
compone il complesso scolastico diverranno rispettivamente un “Centro di pronta
accoglienza per adulti”, una “Comunità alloggio per madri con figli a carico” e un “Centro
diurno socio educativo e riabilitativo”.
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Poiché ai sensi del PRG le aree del sito sono aree di proprietà pubblica per attrezzature
scolastiche e per infrastrutture sociali, ai fini della caratterizzazione ambientale il sito è interamente
riconducibile alla specifica destinazione d’uso “Verde pubblico, privato e residenziale” di cui alla
Tabella 1 colonna A dell’Allegato 5 alla Parte IV del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.
2.2
Descrizione del territorio
Il presente paragrafo illustra nel dettaglio tutte le informazioni disponibili in relazione all’area in
oggetto e alle aree circostanti e da esso potenzialmente influenzate. In particolare saranno descritti
i seguenti aspetti:
•
caratteristiche morfologiche e geologico-strutturali
•
caratteristiche idrografiche e idrogeologiche.
2.2.1 Caratterizzazione morfologica e geologico-strutturale
Territorialmente l’area in oggetto è localizzata in corrispondenza dell’ “Arco Jonico”, caratterizzato
da una costa piuttosto bassa (fanno eccezione solo due promontori “Punta Penna” e “Fronte” che
si innalzano rispettivamente sino a 19 e 15 m slm) e in origine a tratti paludosa. Un cordone
litoraneo separa il mare aperto (Mar Grande) da due seni interni di laguna (Mar Piccolo). La
comunicazione tra mare aperto e laguna è mantenuta da due canali di cui uno naturale ed uno
artificiale. Il Mar Grande è un’ampia rada posta nella parte nord-occidentale del Golfo di Taranto
che si estende da Punta Rondinella e Capo S. Vito; il Mar Piccolo è composto da due sottobacini
di forma ellittica denominati Seno I e Seno II i cui fondali hanno profondità compresa tra 6 e 9 m.
Il quartiere Tamburi è posto ad una quota topografica variabile tra 15 e 17 metri sul l.m.m. ed è
compreso tra la linea di costa del Mar Piccolo e il polo industriale tarantino.
Elemento morfologico di rilievo nell'area in esame è rappresentato dai numerosi ordini di terrazzi di
abrasione marina, via via degradanti verso la fascia costiera, la cui origine è da mettere in
relazione agli spostamenti della linea di costa (riconoscibili in corrispondenza delle scarpate)
avvenuti nel corso del Tirreniano.
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Figura 8 - Estensione ed attribuzione cronologica delle superfici dei terrazzi marini e dei depositi
(1 – Depositi pretirreniani (MIS 9); 2 – Depositi del Tirreniano (MIS 5.5); 3 – Depositi del Tirreniano (MIS 5.1); 4 –
Depositi marini successivi; 5 – falesie abbandonate (da Belluomini et al., 2002))
Il terrazzo su cui si colloca il quartiere Tamburi è delimitato, verso il mare, da una scarpata
coincidente con una falesia modellata dagli agenti esogeni, ricoperta da depositi antropici.
Il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico consultabile online all’indirizzo http://www.adb.puglia.it),
redatto dall’Autorità di Bacino della Puglia, che individua le aree soggette a rischio idrogeologico,
non mette in evidenza per il sito oggetto di caratterizzazione, e per tutto il quartiere Tamburi, alcun
rischio legato a possibili fenomeni di dissesto (frane, alluvioni, ecc), come riportato nell’ultimo
aggiornamento disponibile del webGIS (05/03/2013).
L'idrografia superficiale, data la natura carsica dei terreni costituenti il territorio è praticamente
assente: incisioni carsiche (gravine) convogliano a mare le acque meteoriche solo in occasione di
eventi particolarmente intensi.
Dal punto di vista geologico, come evidenziato nella seguente figura, la zona in esame ricade nella
cosiddetta Avanfossa, posta tra le coltri alloctone dell'Appennino meridionale (ad ovest) e l'area
tettonicamente stabile dell'Avampaese murgiano (ad est).
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Figura 9 - Carta geologica schematica della Regione Puglia (Pieri et al., 1997, mod.)
L’Avanfossa Bradanica risulta caratterizzata da uno schema piuttosto semplice, ovvero dalla
presenza di un basamento calcareo dolomitico Cretaceo ricoperto, in trasgressione, da sedimenti
marini di natura prevalentemente detritica appartenenti alla cosiddetta serie della Avanfossa
Bradanica. Tali termini litostratigrafici sono riferibili ad un ciclo sedimentario che ha avuto inizio nel
Pliocene superiore, con l'avvento di una trasgressione marina sul substrato calcareo-dolomitico, e
che si è concluso nel Pleistocene.
Il sito in oggetto ricade nel F. 202 “Taranto” (Figura 10) della Carta Geologica d’Italia. Nell’area
vasta sono state riconosciute e distinte le seguenti unità principali (dal basso verso l’alto):
•
Il Calcare di Altamura (Cretaceo superiore: Turoniano - Senoniano) è costituito da calcari
compatti, biancastri e grigi, talvolta rossastri in superficie per via dei fenomeni di
alterazione, con intercalati calcarei dolomitici e dolomie compatti generalmente di colore
grigio scuro. La stratificazione è sempre evidente, ma lo spessore degli strati varia da 2 m
sino a trasformarsi in una vera e propria laminazione, soprattutto nei livelli più bassi (a sud
di Crispiano); la potenza massima presunta è di 300 m.
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•
Le Calcareniti di Gravina, in discordanza angolare sul Calcare di Altamura, sono costituite
da biocalcareniti e biocalciruditi in grossi banchi, con intercalazioni calcilutitiche. Sono in
genere molto compatte, porose di colore bianco o giallastro (“tufi”), associate a ghiaie e
brecce calcaree. La potenza di tale unità è estremamente variabile in relazione
all’andamento irregolare del substrato calcareo.
•
Le Argille Subappennine (Argille del Bradano), poggiano in contatto stratigrafico ed
eteropico sulla Calcarenite di Gravina, sono costituite da argille marnose a luoghi fittamente
fratturate, marne argillose e siltose grigio-azzuro o grigio-verde talora con intercalazioni
sabbiose. I litotipi più argillosi e plastici sono presenti nella parte bassa della formazione,
mentre verso l’alto prevalgono i litotipi più marnosi. La stratificazione non è evidente e dà
luogo a banchi di notevole spessore. La potenza massima è dell’ordine dei 100 m.
•
Le Calcareniti di M. Castiglione, sono per lo più grossolane, da compatte a friabili di
colore grigio-giallastro con stratificazione sottile, in genere evidente. Lo spessore è sempre
ridotto, con valori medi oscillanti tra 2 e 7 m. Poggiano stratigraficamente sulle Argille del
Bradano o sulla Calcarenite di Gravina (essendo queste due ultime unità in parte
eteropiche).
•
I Depositi terrazzati poggiano in trasgressione su superfici di abrasione poste a quote
diverse. Generalmente essi affiorano in corrispondenza di depressioni morofologiche e
sono costituiti da conglomerati poligenici, ghiaie e sabbie di origine marina, alluvioni limosabbiose, depositi argillosi o limoso-argillosi di origine palustre.
Nell’area oggetto di indagine si ritrovano in affioramento i depositi marini terrazzati del Pleistocene
medio-superiore, caratterizzati da superfici affioranti pianeggianti e dolcemente digradanti verso il
mare. Litologicamente essi sono costituiti principalmente da calcareniti bianco-giallastre, fossilifere,
aventi grado di cementazione variabile. Al di sotto si ritrovano le argille subappennine, aventi
variabile contenuto di limo e sabbie sino alla profondità di circa 11 m da p.c., quindi si ritrovano
argille marnose della potenza di alcune decine di metri, intercalate nella porzione più alta con
sabbie fini giallo-grigie.
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Sito di interesse
Figura 10 - Stralcio del F. 202 della Carta Geologica d’Italia (non in scala)
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Dal punto di vista tettonico l'area della Fossa bradanica è il risultato delle deformazioni connesse
alle fasi orogenetiche terziarie, caratterizzate da fenomeni di tipo distensivo (faglie dirette) di
notevole importanza, legati al corrugamento dell'Appennino ad W ed all'emersione dell'Avampaese
murgiano ad E. Tali faglie hanno dato origine ad una depressione tettonica (allungata in direzione
NWSE), la Fossa bradanica, parzialmente colmata da depositi plio-pleistocenici. Con la fine
dell'Emiliano (Pleistocene inferiore) è iniziata una lenta emersione del fondo della Fossa bradanica
ed il conseguente ritiro del mare che ha dato origine alla formazione dei diversi ordini di terrazzi
marini.
2.2.2 Idrogeologia e qualità delle acque
Nell’area tarantina è presente un’attiva circolazione idrica sotterranea. Si possono distinguere due
tipi di falde con caratteristiche ed interessi diversi: la falda superficiale e la falda profonda o di
base.
Sono definite falde superficiali tutte le falde sorrette dai sedimenti impermeabili dell’Argilla del
Bradano e le cui acque impregnano calcareniti, sabbie, ghiaie e conglomerati quaternari, aventi
porosità e permeabilità primarie. Esse non hanno continuità in tutta l’area tarantina e la loro
distribuzione coincide all’incirca con quella dei sedimenti sopra citati: vengono a mancare dove
affiorano il Calcare di Altamura e la Calcareniti di Gravina in quanto l’acqua qui assorbita va ad
alimentare la falda di base. L’alimentazione delle falde superficiali è legata alle precipitazioni che
avvengono nell’area stessa di affioramento delle rocce serbatoio. La potenzialità delle falde
diminuisce quindi col procedere verso il margine degli affioramenti, dove lo spessore dei serbatoio
diventa minore. La maggiore ricchezza d’acqua si ha in corrispondenza delle aree più depresse e
nella fascia più meridionale dell’area tarantina.
Alle falde superficiali si devono le numerose e piccole sorgenti che sgorgano talora lungo le lame e
le gravine che incidono le aree pianeggianti. Questa venuta a giorno determina una irregolare
circolazione idrica nel sottosuolo che si ripercuote sui caratteri della falda costituita piccoli bacini
secondari più o meno indipendenti tra loro. Le falde superficiali sono sfruttate in genere per limitate
necessità locali e sono particolarmente sviluppate tra Crispiano e Grottaglie. Nella fascia più
prossima alla costa, dove le argille che sorreggono la falda vengono a trovarsi a quote inferiori a
quelle dei livello marino, le acque acquisiscono una salinità via via crescente.
Considerando l'andamento del top delle Argille subappennine e l'andamento della superficie
topografica si può affermare che il deflusso della falda superficiale avviene dall'entroterra verso il
Mar Piccolo con assi di deflusso orientati grossomodo radialmente verso questo bacino. In
corrispondenza del quartiere Tamburi quindi tale flusso dovrebbe avvenire indicativamente da
NNW verso SSE.
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Per falda di base o profonda si intende la falda che impregna i sedimenti che stanno al di sotto
dell’Argilla del Bradano. Questi sedimenti sono rappresentati dalla Calcarenite di Gravina a
permeabilità primaria e dal Calcare di Altamura a prevalente permeabilità secondaria. Si tratta
della falda più ricca della regione e quindi di notevole importanza economica sia per l’industria sia
per l’agricoltura. La fessurazione più o meno uniforme dei calcari permette una circolazione diffusa
dell’acqua; soltanto eccezionalmente si può avere una circolazione concentrata per la presenza di
limitati sistemi di cavità carsiche.
La falda di base è presente in tutto il territorio ed è in genere a pelo libero; nelle aree costiere e
quindi anche nell’area in esame, si trova invece in pressione ed è quindi meno vulnerabile alla
lisciviazione di polluenti. In base alle ricerche finora effettuate, è stato accertato che il deflusso,
influenzato dal grado di fratturazione della roccia calcarea e dai sedimenti impermeabili costieri,
non avviene in modo uniforme. Esiste infatti nel sottosuolo uno spartiacque, avente direzione nordsud, che passa, all’incirca in corrispondenza del Comune di Statte: ad oriente di questo l’acqua
defluisce verso il Mar Piccolo, ad occidente scorre verso la sorgente Tara.
Come per altre aree della Puglia, la falda di base poggia sull’acqua marina che invade la
terraferma, aiutata in ciò dall’elevata permeabilità dei calcari, spingendosi a profondità via via
maggiori con l’allontanarsi dalla costa.
Dai dati disponibili risulta che la falda profonda, nell’area in oggetto, defluisce con direzione NO-SE
e con un carico idraulico di circa 1-2 m s.l.m.m (Figura 11).
Figura 11 - Stralcio della piezometria relativa alla falda profonda
(da “Piano di tutela delle Acque della Regione Puglia – Novembre 2005” Tav. 6.2, isopieze in m.s.l.m.m., non in scala)
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Nella piana che si estende ad occidente di Taranto vi sono numerose piccole manifestazioni
sorgentizie, che si sviluppano principalmente lungo le lame e le gravine. Le sorgenti più importanti
sono invece quelle che vengono alimentate dalla falda profonda o di base. Esse si trovano nei
dintorni di Taranto presso la costa o sul fondo del mare e sono classificabili come sorgenti di
trabocco per sbarramento oppure ascendenti. Fra queste si ricorda la Sorgente Galese o
Leggiadezze, collegata attraverso il fosso omonimo al Mare Piccolo.
In Puglia la scarsità di corpi idrici superficiali rende le acque di falda spesso l’unica fonte di
approvvigionamento disponibile (per esempio in agricoltura) il cui uso incontrollato, associato
all’abusivismo nella costruzione di pozzi privati sul territorio regionale, determina gravi e spesso
irreversibili danni ambientali sulle acque stesse e sul suolo.
I fattori che determinano la compromissione della risorsa idrica sotterranea nella zona di interesse
sono principalmente due:
•
gli apporti di polluenti provenienti delle attività produttive e dei depuratori che vengono
lisciviati in falda;
•
gli eccessivi emungimenti effettuati da pozzi autorizzati e abusivi che alterano l’equilibrio
esistente tra acque dolci e acque salate.
Fortunatamente lungo la linea costiera, dove la falda profonda circola in pressione, la vulnerabilità
agli inquinanti provenienti dalla superficie è ridotta, tuttavia la zona esame si inserisce nelle aree
vulnerabili da contaminazione salina individuate dal Piano di Tutela delle Acque della Regione
Puglia (Figura 12).
Figura 12 - Perimetrazione aree vincolate per l’uso degli acquiferi (da PTA vigente)
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Il Piano di Risanamento delle acque ha imposto quindi il divieto di ulteriori terebrazioni di pozzi e di
emungimenti in tutta la fascia costiera tarantina. Nella seguente figura sono riportati i pozzi e le
sorgenti esistenti nell’intorno del sito in oggetto.
Figura 13 - Andamento della falda profonda e ubicazione di pozzi e sorgenti nell'intorno del sito
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Piano della Caratterizzazione
3
CARATTERIZZAZIONE
DEL
SITO
E
FORMULAZIONE
DEL
MODELLO
CONCETTUALE PRELIMINARE
Il presente capitolo caratterizza il sito in termini generali e presenta il Modello Concettuale
Preliminare con particolare riferimento a:
•
caratteristiche specifiche del sito in termini di potenziali fonti della contaminazione;
•
caratteristiche dominanti dell’ambiente con cui il sito interagisce con definizione dei possibili
percorsi di migrazione;
•
vie di esposizione dei possibili bersagli.
Per ogni fonte di contaminazione primaria, attraverso l’analisi dei possibili meccanismi di trasporto
attivi, verranno individuate le correlazioni tra le sorgenti di inquinamento e i bersagli ambientali ed
antropici.
3.1
Sorgenti della potenziale contaminazione
Gli
stabilimenti
siderurgici,
petrolchimici,
cementieri,
di
cantieristica
navale
e
di
smaltimento/trattamento dei rifiuti che sono localizzati nell’area vasta possono aver avuto influenze
più o meno dirette sullo stato ambientale del sito in oggetto. Non si possono escludere in
particolare fenomeni di fall out, ossia di ricaduta al suolo di sostanze contenute nei fumi, in grado
di compromettere lo stato qualitativo delle diverse matrici ambientali. A tale fenomeno potrebbe
essere riconducibile infatti la potenziale contaminazione del top soil riscontrata in fase di indagini
preliminari (vd. certificati ARPA in Allegato 1).
Non si può inoltre escludere che la lisciviazione operata dalle acque meteoriche possa aver
veicolato la potenziale contaminazione ai suoli sottostanti (superficiali e profondi) e alle acque di
falda.
Riassumendo quindi le potenziali sorgenti di contaminazione sono:
•
top soil (da 0 a 0,1 m da p.c.)
•
terreno insaturo superficiale (da 0 a 1 m da p.c.) e profondo (da 1 m da p.c. al livello della
frangia capillare)
•
3.2
falda superficiale sostenuta dalle Argille subappennine.
Percorsi di migrazione
Al fine di capire il comportamento degli inquinanti nelle diverse matrici ambientali coinvolte, devono
essere studiate le proprietà chimico-fisiche che regolano la mobilizzazione (ripartizione in fasi
dell’inquinante) e il trasporto nel terreno, in falda e in aria. Le proprietà di principale utilizzo sono:
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•
Tensione di vapore, riflette la tendenza di un composto a passare dalla fase condensata
alla fase vapore
•
Costante di Henry, indica la capacità di un composto di passare da una fase acquosa alla
fase di vapore
•
Solubilità, si riferisce alla concentrazione massima in acqua di un composto all’equilibrio;
maggiore è la solubilità del composto, minore è la sua capacità di adsorbirsi sulla matrice
solida
•
Coefficiente di ripartizione ottanolo-acqua (Kow), indica la tendenza di un inquinante a
ripartirsi fra una fase organica e l’acqua
•
Coefficiente di ripartizione suolo-acqua (Kd), rappresenta la frazione di contaminante
adsorbita sul suolo, all’equilibrio
•
Degradabilità del composto, indica il diverso grado di degradazione del composto a causa
di processi chimici, fisici e biologici; tanto più un composto è stabile e poco degradabile,
tanto maggiore è la sua capacità di accumularsi nell’ambiente e nel biota.
Le proprietà elencate, caratteristiche per ogni sostanza chimica, individuano la parte di essa che
può, nelle condizioni sito specifiche in cui essa si trova, interessare le varie matrici ambientali. In
generale tali caratteristiche sono alla base dei trasferimenti di massa da una matrice all’altra e da
una fase di stato ad un'altra e dunque regolano il trasporto dalla sorgente sino al recettore.
Per quanto riguarda i meccanismi di trasporto, nel caso specifico sono stati considerati tutti i
possibili percorsi di migrazione delle sostanze indicatrici della contaminazione, ossia:
•
Erosione eolica e dispersione atmosferica
•
Lisciviazione e migrazione in falda
•
Volatilizzazione e dispersione dei composti volatili in atmosfera.
3.3
Individuazione dei bersagli e possibili vie di esposizione
Considerata l’attuale e futura destinazione d’uso del sito in esame è possibile definire i bersagli e
le vie di esposizione attraverso cui essi possono venire in contatto con la eventuale
contaminazione.
Supponendo, in via cautelativa, di ritenere attive le seguenti vie di esposizione dirette e indirette:
•
Contatto dermico/ingestione accidentale di suolo superficiale
•
Inalazione di polveri indoor e outdoor dal suolo superficiale
•
Inalazione di sostanze volatili indoor e outdoor dal suolo superficiale
•
Inalazione di sostanze volatili indoor e outdoor dal suolo profondo
•
Inalazione di sostanze volatili indoor e outdoor dalla falda
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i bersagli della contaminazione risultano essere tutti coloro, adulti e bambini, che a vario titolo
frequentano il sito in oggetto (studenti, genitori e parenti, personale docente e tecnicoamministrativo ecc.) oltre ai residenti nelle immediate vicinanze. Un ulteriore bersaglio di
contaminazione è rappresentato dalla falda.
Nella Figura 14 è riportato schematicamente il modello concettuale preliminare del sito.
Figura 14 - Modello concettuale preliminare del sito
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4
PIANO DI INDAGINE
Il presente piano di indagine si pone come obiettivi:
•
la definizione dell’estensione e del livello del potenziale inquinamento nelle diverse matrici
ambientali (top soil, terreno insaturo, acque di falda);
•
l’identificazione e la caratterizzazione delle possibili vie di migrazione degli inquinanti
nonché i potenziali bersagli;
•
la formulazione del Modello concettuale definitivo del sito;
•
la raccolta di tutte le informazioni utili per l’elaborazione dell’analisi di rischio sanitario
ambientale sito specifica e per indirizzare gli eventuali successivi interventi di risanamento.
Al fine di giungere a tali obiettivi l’indagine prevede:
•
il rilievo plano-altimetrico dell’intera area;
•
l’esecuzione di sondaggi geognostici e piezometri;
•
la raccolta e la successiva analisi di campioni di top soil, terreni e acque di falda;
•
l’acquisizione e la successiva sistematizzazione di dati idro-geo-chimici.
4.1
Localizzazione dei punti di indagine
Per quanto concerne il numero di sondaggi e piezometri da realizzare presso il sito in oggetto, in mancanza
di indicazioni nella normativa nazionale di riferimento (D.Lgs. 152/06), si è fatto specificatamente
riferimento a quanto contenuto nel Piano Regionale Bonifiche della Regione Puglia (Agosto 2009), che
coincide con quanto precedentemente indicato dall’allegato 2 del D.M. 471/99, il quale fornisce le seguenti
indicazioni in funzione delle dimensioni del sito:
Tabella 1 - Numero di punti di campionamento dei suoli in funzione della dimensione del sito
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Tabella 2 - Numero dei piezometri in funzione della dimensione del sito
Poiché il sito di indagine nella sua estensione complessiva di 23.650 m2 presenta aree non
pavimentate (“aree verdi”), aree pavimentate e aree edificate (gli edifici scolastici), non si ritiene
possibile applicare un criterio sistematico nell’individuazione dei punti di indagine. Questi sono stati
quindi definiti:
•
in modo da avere una buona copertura dell’intera area
•
in modo da interessare le aree non pavimentate
•
in funzione dell’accessibilità dei luoghi ai mezzi d’opera.
In considerazione delle informazioni acquisite nel corso di indagini geognostiche in aree limitrofe
(esecuzione caratterizzazione del Sottoprogetto 4 nell’aprile – maggio 2010 e del Sottoprogetto 1
nel giugno - luglio 2011) e/o desunte da fonti bibliografiche, si prevede di eseguire sondaggi
geognostici approfonditi sino a circa 5 m da p.c., ossia sino al raggiungimento della frangia
capillare (che si colloca mediamente tra 3,5 e 4,5 m da p.c.) e sondaggi geognostici da allestire a
piezometri di monitoraggio della falda superficiale che si attesteranno nello strato argilloso per
almeno un metro, ossia saranno spinti a circa 8 m dal p.c.
Complessivamente si prevede quindi di realizzare n.10 sondaggi geognostici di cui n.6 profondi 5
m da p.c. e n.4 profondi 8 m da p.c. e allestiti a piezometro di monitoraggio della falda superficiale.
L’ubicazione dei punti di indagine (sondaggi e piezometri) è indicata in Tavola 1 e potrà comunque
subire modifiche, concordate in corso d’opera con gli Enti di controllo, a causa di eventuali
problemi logistici o presenza di sottoservizi.
Le informazioni relative all’attività di perforazione (profondità, stratigrafie, eventuale presenza di
falda etc.), di campionamento dei terreni (livelli campionati, modalità di prelievo, evidenze di natura
organolettica o stratigrafica etc.), e quant’altro previsto nel presente documento dovranno essere
riportate in appositi moduli di campo.
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4.2
Esecuzione dei sondaggi e piezometri
Preliminarmente alla realizzazione dei sondaggi geognostici, dovranno essere eseguiti, mediante
miniescavatore, in corrispondenza di ogni punto di indagine, dei prescavi esplorativi, alla profondità
indicativa di 1 m da p.c., al fine di verificare l’assenza di tracciati fognari e sottoservizi. Gli stessi
verranno poi accuratamente ritombati con lo stesso materiale di risulta prima di avviare i carotaggi
geognostici.
4.2.1 Sondaggi geognostici
I sondaggi geognostici (S1÷S6) verranno eseguiti a carotaggio continuo con carotieri di diametro
interno da 101 mm e colonne di manovra da un metro. Il prelievo delle carote verrà effettuato con
carotieri idonei per indagini di tipo ambientale.
Nei terreni coesivi teneri o granulari incoerenti, la perforazione sarà eseguita senza alcuna
circolazione di fluido, onde consentire il prelievo di campioni sufficientemente rappresentativi dei
terreni stessi. Solo in caso di assoluta necessità, qualora la consistenza del terreno impedisse
l’avanzamento, verrà consentita la circolazione temporanea di acqua potabile pulita sino al
superamento dell’ostacolo. Durante la perforazione, inoltre, il terreno non dovrà subire
surriscaldamento, pertanto la velocità di rotazione sarà moderata in modo da limitare l’attrito tra
suolo e carotiere.
Si eseguirà una perforazione a rotazione per il prelievo di campioni su tutta la lunghezza del foro
(carote) con diametro minimo della carota di 85 mm e con rappresentatività non inferiore al 70%.
Le corone e gli utensili per la perforazione saranno scelti di volta in volta in base alle necessità, e
dovranno essere privi di vernice. A ogni manovra di avanzamento del carotiere, seguirà l’infissione
del rivestimento per il mantenimento del foro. Si eseguiranno manovre al massimo di un metro e
successivamente alla realizzazione di ciascun sondaggio si procederà alla decontaminazione del
carotiere prima di passare al sondaggio successivo. La decontaminazione dovrà avvenire tramite
lavaggio con idropulitrice ad acqua calda in apposite vasche di contenimento. Le acque di
lavaggio, previa caratterizzazione, saranno smaltite come rifiuto ai sensi della normativa vigente.
Le carote estratte saranno raccolte nell’ordine di estrazione in apposite cassette catalogatrici in PE
delle quali si dovrà fornire documentazione fotografica. Sul coperchio di ciascuna cassetta si
dovranno chiaramente riportare le seguenti informazioni:
•
Nome del sito
•
Nome del sondaggio
•
Data di esecuzione del sondaggio
•
Intervallo della profondità investigata.
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Le cassette catalogatrici dovranno essere conservate, a cura della ditta appaltatrice dei lavori, in
luogo riparato dagli agenti atmosferici sino a validazione dei risultati della investigazione.
Per ciascun sondaggio dovrà essere fornita anche una descrizione stratigrafica dei livelli
attraversati. In particolare ciascuna stratigrafia dovrà rappresentare per ogni livello litologico
omogeneo:
•
Tipo litologico
•
Colore
•
Caratteri strutturali
•
Eventuale presenza di anomalie dovute a contaminazioni (evidenze organolettiche).
I sondaggi che non saranno attrezzati a piezometro saranno chiusi con iniezione di miscela
cemento/bentonite.
4.2.2 Piezometri
Per i sondaggi da allestire a piezometro (PZ1 - PZ4) si effettuerà la perforazione a carotaggio
continuo con carotieri di diametro interno minimo di 127 mm e colonne di manovra da un metro
sino al raggiungimento della profondità prevista (ca. 8 m da p.c.). Le modalità realizzative saranno
analoghe a quelle previste per i sondaggi geognostici.
Una volta ultimato il foro il piezometro verrà allestito impiegando tubi in PVC da 4”, ciechi e
fenestrati secondo lo schema orientativo seguente (dal fondo verso il p.c.):
•
Tubo cieco da 0 a 3 m da p.c.
•
Tubo fenestrato tra 3 e 7 m da p.c. (dalle indagini pregresse si evince che la frangia
capillare è rilevata tra 3,5-4,5 m da p.c.);
•
Tubo cieco nella restante porzione e comunque in corrispondenza dello strato
argilloso.
L’intercapedine foro-tubo sarà riempita con ghiaino siliceo di pezzatura pari a 3 mm, dal fondo per
tutto il tratto fenestrato, per evitare venute di materiale fine all’interno del piezometro. Il tratto
terminale sino al piano campagna sarà sigillato con una miscela di cemento bentonite. Il
piezometro dovrà essere dotato di tappo a vite e ove ciò non sia possibile (ad esempio per
assenza della filettatura sulla testa pozzo) potrà essere impiegato un tappo a pressione.
Qualora nel corso delle terebrazioni non ci siano evidenze della presenza locale della falda
superficiale, che come detto precedentemente ha carattere discontinuo, il tubo piezometrico non
verrà installato ed il sondaggio sarà richiuso con malta cementizia.
Nel caso in cui siano previsti piezometri fuori terra la tubazione del piezometro dovrà sporgere dal
piano campagna di almeno 30 cm e dovrà essere protetta da una struttura metallica con chiusura
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lucchettabile. Qualora invece siano da realizzarsi piezometri al piano stradale essi saranno protetti
da idonei pozzetti carrabile in CLS dotati di passo d’uomo in ghisa sferoidale o acciaio a tenuta.
Al termine della installazione del piezometro, dopo aver accertato l’assenza di prodotto surnatante
in falda mediante apposita sonda di interfaccia, si procederà al suo sviluppo mediante la tecnica
del pistonaggio o attraverso cicli consecutivi di emungimento-riempimento naturale. La corretta
esecuzione dello sviluppo garantisce di ottenere la massima produttività possibile dal piezometro
realizzato.
4.3
Rilievo freatimetrico
Al termine di tutte le perforazioni e almeno 24 ore dopo lo sviluppo dell’ultimo piezometro
realizzato dovrà essere effettuata la misura piezometrica del livello freatimetrico di ogni
piezometro, allo scopo di definire l’andamento dettagliato delle linee isofreatiche e ricostruire il
campo di moto della falda superficiale. Qualora si rilevi la presenza di prodotto surnatante, sarà
necessario verificarne lo spessore “apparente“ con apposita sonda di interfaccia.
4.4
Campionamenti
Relativamente ai criteri da adottare per quanto concerne il prelievo di campioni di terreno si farà
specificatamente riferimento alle prescrizioni presenti nell’Allegato 2 al titolo V del D.Lgs 152/2006,
secondo il quale per ciascun sondaggio i campioni dovranno essere formati distinguendo almeno:
•
campione 1: da 0 a -0,1 m dal piano di campagna (top soil);
•
campione 2: da 0,1 a -1 m dal piano di campagna (suolo superficiale);
•
campione 3: 1 m che comprenda la zona di frangia capillare (suolo profondo) (si stima tra
3,5 e 4,5 m da p.c.);
•
campione 4: 1 m nella zona intermedia tra i due campioni precedenti, tra 2 e 3 m da p.c.
(suolo profondo).
Tutti i campioni di terreno saranno prelevati in duplice aliquota e, qualora richiesto dagli Enti di
controllo in triplice aliquota (in quantità pari al 10% dei campioni totali). I controcampioni di
controllo saranno conservati, a cura della ditta appaltatrice, in luogo refrigerato, sino al momento
del completamento delle analisi chimiche da parte degli Enti di controllo.
Per quanto riguarda le acque di falda, accertata l’assenza di prodotto surnatante, dovrà essere
eseguito un campionamento dinamico a basso flusso di ciascuno dei piezometri realizzati,
preceduto da uno spurgo del tubo piezometrico di un volume pari a 3-5 quello dell’acqua contenuta
nel piezometro stesso.
La descrizione delle modalità di campionamento delle diverse matrici viene fornita nei seguenti
paragrafi.
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4.4.1 Campioni di top soil
Per ogni punto di indagine (sondaggio e sondaggio attrezzato a piezometro) sarà prelevato un
campione di top soil (0 - 0,1 m da p.c.) in duplice aliquota effettuando un decorticamento manuale.
D’accordo con ARPA, che eseguirà le controanalisi chimiche di validazione nella misura del 10%,
si provvederà quando richiesto al campionamento della terza aliquota che verrà consegnata al
personale ARPA presente in campo.
Le attrezzature utilizzate per la formazione del campione di top soil, qualora non monouso,
saranno decontaminate prima di ogni campionamento.
Saranno complessivamente prelevati n.10 campioni di top soil. Sui campioni prelevati saranno
eseguite le analisi indicate nel paragrafo 4.6.2.
4.4.2 Campioni di terreno
Da ciascun sondaggio saranno prelevati campioni di terreno in duplice aliquota (una destinata
all’analisi chimica, una da conservare a cura della Ditta appaltatrice per eventuali successive
verifiche). Una terza aliquota sarà prelevata solo nel caso delle controanalisi di ARPA.
I campioni da prelevare da ciascuna carota saranno i seguenti:
•
Campione 1 : da 0 a 1 m da p.c.
•
Campione 2 : da 2 a 3 m da p.c.
•
Campione 3: a livello della frangia capillare della falda superficiale, presumibilmente
compreso tra 3,5 e 4,5 m da p.c..
Su un totale di n. 30 campioni di terreno saranno eseguite le analisi riportate al paragrafo 4.6.1.
Qualora gli intervalli da campionare avessero consistenza lapidea, in corrispondenza di sedimenti
diagenizzati, ed evidentemente privi della frazione granulometrica <2 mm sulla quale il D.Lgs
152/06 impone l’analisi, si prevede di eseguire un test di cessione. Sugli eluati saranno condotte le
stesse determinazioni analitiche previste per i campioni di acque di falda (si veda paragrafo 4.6.3 e
le concentrazioni rilevate saranno confrontate con le CSC del D.Lgs 152/06 (Parte Quarta - Titolo
V - All. 5 - Tab 2).
Qualora in sede di perforazione vi fossero evidenze di natura organolettica o si riscontrassero
anomalie stratigrafiche dello spessore minimo di 50 cm, dovranno essere raccolti campioni
aggiuntivi nella porzione di sondaggio interessato da tali fenomeni. In particolare dovranno essere
prelevati e analizzati secondo il protocollo analitico standard per i terreni, campioni prelevati ad
intervalli di 1 m a partire da un metro prima sino ad un metro dopo l’anomalia.
Tutti i campioni dovranno essere prelevati dalla carota, immediatamente dopo la sua estrusione
dal carotiere. In particolare dovranno essere campionati tipi litologici omogenei e solo in caso di
estrema necessità il campione potrà includere diverse tipologie di suolo nello stesso intervallo
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campionato (es. nel caso di quantità insufficiente di materiale dello stesso tipo). Affinché ciascuna
aliquota sia rappresentativa dello stesso stato qualitativo del terreno, esse dovranno essere
costituite a partire da una quantità idonea di materiale carotato, previa omogeneizzazione e
successiva quartatura, come da quaderno IRSA-CNR 64/1985 o normative tecniche specifiche
accettate a livello internazionale.
Il terreno da inviare all’analisi per i composti non volatili dovrà essere conservato in contenitori in
vetro con tappi a chiusura ermetica e conservato provvisoriamente in borsa termica refrigerata e al
buio sino alla consegna al laboratorio.
I campioni di terreno per le analisi dei composti volatili dovranno essere invece prelevati
immediatamente dopo l’estrusione della carota utilizzando appositi micro carotieri (sub corer) o con
siringhe monouso. I campioni saranno conservati in vials in vetro con tappo teflonato. Nel caso in
cui non si utilizzino stabilizzanti chimici (es metanolo), i contenitori saranno riempiti completamente
in maniera da evitare la formazione di spazi di testa e immediatamente raffreddati ovvero, a
seconda della metodica analitica utilizzata, saranno formati lasciando opportuno spazio di testa e
immediatamente raffreddati (temperatura massima di 4°C±1°C) sino alla esecuzione delle
determinazioni analitiche.
Ciascun contenitore sarà etichettato e riporterà almeno le seguenti informazioni:
•
Nome del sito
•
Nome del sondaggio
•
Data e ora del campionamento
•
Intervallo campionato
•
Nome dell’operatore.
Ciascun campione dovrà essere dotato di propria catena di custodia che attesti il passaggio ed
ogni trasferimento dal sito di prelievo sino al laboratorio dove essi saranno analizzati.
Tutte le attrezzature utilizzate per il campionamento che non siano monouso dovranno essere
decontaminate seguendo la suddetta procedure di lavaggio:
•
Lavaggio con acqua e detergente privo di fosfati tipo alconox o liqui-nox
•
Risciacquo con acqua potabile e con acqua demineralizzata
•
Definitiva pulizia con acetone
•
Asciugatura all’aria o con carta assorbente.
4.4.3 Campioni di acque di falda
Per il campionamento delle acque sotterranee si allestiranno a piezometro n.4 dei n.10 sondaggi
previsti. La localizzazione dei piezometri, riportata in Tavola 1 è stata stabilita tenendo in
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considerazione la direzione di deflusso della falda superficiale, che come anticipato al par. 2.2.2
risulta essere NNW-SSE.
Da ciascun piezometro dovrà essere prelevato un campione di acqua per l’esecuzione delle analisi
elencate nel paragrafo 4.6.3. Una seconda aliquota sarà prelevata in contraddittorio con ARPA
Puglia qualora richiesto.
Nel computo complessivo dei campioni di acqua da analizzare verrà inoltre conteggiato un
campione di Field Blank (campione di controllo costituito da acqua minerale non gasata disponibile
in commercio, etichettato con un identificativo fittizio e inviato al laboratorio per le analisi di
caratterizzazione).
In accordo con quanto indicato nell’Allegato 2 alla Parte IV del D.Lgs 152/2006, il campionamento
dovrà avvenire in maniera dinamica, ove possibile e tecnicamente praticabile, impiegando pompe
a bassa portata (massimo 1 l/minuto). Qualora non sia possibile (ad es., piezometro poco
produttivo o in presenza di prodotto surnatante) si potrà eseguire un campionamento statico
tramite l’impiego di bailer monouso.
I campioni destinati alla analisi dei composti organici saranno raccolti in bottiglie di vetro ambrato
mentre quelli per le analisi dei composti inorganici in contenitori a tenuta in PE. Questi ultimi
campioni potranno essere filtrati in campo con dischi filtranti caratterizzati da maglie di 45 µm e
stabilizzati con appositi composti chimici (es HNO3). I campioni di acqua destinati all’analisi dei
composti organici volatili saranno raccolti in vials in vetro dotate di tappo teflonato. Queste saranno
riempite avendo cura di evitare la formazione di spazi di testa ed immediatamente conservate ad
una temperatura di 4°C±1°C.
Per evitare il rischio di contaminazione incrociata, l’acqua di falda sarà prelevata utilizzando un
campionatore monouso (bailer) in polietilene previo spurgo di un volume di acqua pari ad almeno 3
volte il volume saturo del pozzo. In ogni caso lo spurgo si riterrà concluso quando risultino stabili i
parametri pH, Potenziale Redox, Temperatura, Conducibilità ed Ossigeno disciolto entro i limiti di
tolleranza di seguito riportati:
pH ±0.5 unità standard
Temperatura ±1°C
Conducibilità specifica ±10 %
Ossigeno disciolto ±10 %
Potenziale di ossido-riduzione ±10 millivolts (mV).
Le acque di spurgo saranno raccolte, caratterizzate e smaltite secondo la normativa vigente a
carico della società appaltatrice dei lavori.
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4.5
Esecuzione del rilievo plano-altimetrico dell’intera area
Una volta completate tutte le attività di campo sarà effettuato un rilievo plano-altimetrico di
precisione. Esso sarà realizzato, se logisticamente possibile, utilizzando un sistema di
posizionamento GPS (Global Position System) di tipo statico-veloce, oppure con stazioni totali, con
una maglia di punti 10*10 m. Esso dovrà essere riferito al più vicino vertice della rete nazionale
IGM, di cui dovranno essere forniti tutti i riferimenti.
Sarà rilevata la posizione geografica dei punti di sondaggio e sarà eseguita una livellazione
geometrica di precisione delle teste pozzo. Il rilievo sarà restituito su supporto informatico, a scala
adeguata, georeferenziato, con sistema di riferimento Gaus-Boaga. Tutti i dati saranno forniti su
supporto informatico e restituiti in quote assolute (metri sul livello del mare).
Per ogni punto di indagine saranno quindi definite:
•
longitudine e latitudine espresse nel sistema di riferimento Gauss-Boaga;
•
quota in metri sul livello del mare (m s.l.m.) del piano campagna (per i sondaggi);
•
quota (in m s.l.m.) della testa del tubo piezometrico (per i piezometri).
4.6
Protocollo analitico
Le analisi saranno eseguite secondo metodiche standard riconosciute a livello internazionale (ad
esempio USEPA, o quaderni IRSA per le acque).
Le risultanze analitiche dovranno essere riportate in certificati firmati da professionisti abilitati
all’esercizio della professione, unitamente ai limiti di rilevabilità strumentali, ai limiti normativi di
riferimento, alla denominazione del campione, alla profondità di campionamento e alla metodica
analitica utilizzata. I suddetti limiti di rilevabilità strumentali dovranno essere almeno 10 volte
inferiori rispetto alle concentrazioni limite indicate dalla normativa vigente.
Per la scelta del set di analiti per le varie matrici ambientali si è fatto riferimento alle analoghe
attività di caratterizzazione svolte in precedenza nel Quartiere Tamburi (Sottoprogetti 1 e 4).
4.6.1 Terreni
Sarà eseguita la determinazione della concentrazione degli analiti elencati nella seguente tabella,
da confrontare direttamente con i rispettivi valori delle CSC per suoli aventi destinazione d’uso
“verde pubblico, privato e residenziale” (D.Lgs 152/06, Parte IV, Titolo V, All. 5, Tab. 1, col. A).
Rev.1
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COMUNE DI TARANTO
Aree Scuole Deledda, De Carolis e D’Aquino nel Quartiere Tamburi
Piano della Caratterizzazione
CSC D.Lgs. 152/06 per siti ad
uso verde pubblico, privato e
residenziale (mg/kg su s.s.)
Metodiche analitiche e di
preparazione del campione
Antimonio
10
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Arsenico
20
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Berillio
2
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Cadmio
2
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Cobalto
20
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Cromo totale
150
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Cromo VI
2
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Mercurio
1
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Nichel
120
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Piombo
100
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Rame
120
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Selenio
3
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Stagno
1
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Tallio
1
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Vanadio
90
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
Zinco
150
EPA 3051A 2007 + EPA 6020A 2007
ANALITA
COMPOSTI INORGANICI
Cianuri (liberi)
Fluoruri
1
100
CNR IRSA 17 Q 64 Vol 3 1985 + TVB-AC-063
rev00 2009 (metodo di rif: APHA Standard
Methods for the Examination of Water and
Wastewater ed 21 st 2005 4500-CN- E)
DM 13/09/1999 SO GU n° 248 21/10/1999 - Met
IV. 2 +TVB-AC-064 rev00 2009 (metodo di rif:
APHA Standard Methods for the Examination of
Water and Wastewater ed 21 st 2005 4500-F D)
AROMATICI
Benzene
0,1
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Etilbenzene*
0,5
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Stirene*
0,5
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Toluene*
0,5
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Xilene*
Sommatoria organici aromatici
(composti *)
AROMATICI POLICICLICI
0,5
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Benzo(a)antracene**
0,5
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
Benzo(a)pirene**
0,1
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
Benzo(b)fluorantene**
0,5
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
Benzo(k,)fluorantene**
0,5
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
Benzo(g,h,i,)perilene**
0,1
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
5
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
Dibenzo(a,e)pirene**
0,1
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
Dibenzo(a,l)pirene**
0,1
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
Dibenzo(a,i)pirene**
0,1
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
Dibenzo(a,h)pirene**
0,1
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
Crisene**
Rev.1
1
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Piano della Caratterizzazione
ANALITA
Dibenzo(a,h)antracene
Indenopirene
CSC D.Lgs. 152/06 per siti ad
uso verde pubblico, privato e
residenziale (mg/kg su s.s.)
0,1
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
0,1
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
5
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
Metodiche analitiche e di
preparazione del campione
Pirene
Sommatoria policiclici aromatici
(composti **)
ALIFATICI CLORURATI
CANCEROGENI
Clorometano
0,1
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Diclorometano
0,1
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Triclorometano
0,1
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Cloruro di Vinile
0,01
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
1,2-Dicloroetano
0,2
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
1,1Dicloroetilene
0,1
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
1
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Tetracloroetilene (PCE)
ALIFATICI CLORURATI NON
CANCEROGENI
1,1-Dicloroetano
0,5
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
0,5
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
1,2-Dicloroetilene
0,3
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
1,1,1-Tricloroetano
0,5
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
1,2-Dicloropropano
0.3
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
1,1,2-Tricloroetano
0,5
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
1
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Tricloroetilene
1,2,3-Tricloropropano
10
1,1,2,2-Tetracloroetano
ALIFATICI ALOGENATI
CANCEROGENI
Tribromometano (bromoformio)
0,5
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
0,5
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
1,2-Dibromoetano
0,01
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Dibromoclorometano
0,5
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Bromodiclorometano
0,5
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
0,1
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
1
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
2-clorofenolo
0,5
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
2,4-diclorofenolo
0,5
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
2,4,6-triclorofenolo
0,01
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
Pentaclorofenolo
0,01
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
Idrocarburi Leggeri C ≤ 12
10
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
Idrocarburi pesanti C > 12
50
EPA 5035A 2002 + EPA 8260C 2006
0,06
EPA 3545A 2007 + EPA 8270 D 2007
FENOLI NON CLORURATI
Metilfenolo (o-,m-,p-)
Fenolo
FENOLI CLORURATI
IDROCARBURI
PCB
Tabella 3 - Protocollo analitico per i campioni di terreno
Rev.1
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Piano della Caratterizzazione
Tutte le determinazioni saranno condotte sulla frazione passante al 2 mm e riferite alla totalità dei
materiali secchi, comprensiva anche dello scheletro (eccezion fatta per la frazione superiore a 2
cm che sarà scartata in campo).
Si prevede inoltre la determinazione, su base sito-specifica, dei seguenti parametri:
•
Granulometria
•
Peso specifico
•
Frazione di carbonio organico (foc).
I suddetti parametri saranno determinati in almeno 3 punti di indagine, in corrispondenza di
ciascuno strato omogeneo (top soil, 0-1 m da p.c., 2-3 m da p.c., frangia capillare), per un totale di
n. 12 campioni.
Sul 10% dei punti di indagine (n. 1 punto), ad ognuna delle profondità di campionamento previste
(top soil, 0-1 m da p.c., 2-3 m da p.c., frangia capillare), per un totale di n. 4 campioni, sarà infine
eseguito un fingerprint completo degli idrocarburi (speciazione degli idrocarburi mediante metodo
EPA 8015: EPH Aliphatics C9-C18, EPH Aliphatics C19-C36, EPH Aromatics C11-C22).
4.6.2 Top soil
Sui campioni di top soil saranno ricercati tutti i parametri indicati nella Tabella 3 unitamente a:
CSC D.Lgs. 152/06 per siti ad
uso verde pubblico, privato e
residenziale (mg/kg su s.s.)
ANALITA
Metodiche analitiche e di
preparazione del campione
Diossine e furani
Sommatoria PCDD, PCDF
(conversione T.E.)
Altre sostanze
1x10
MET-003 (metodo di rif: EPA
1613)
Amianto
1000
Tecnica - FTIR e/o MOCF - dopo
porcedura di arricchimento
-5
Tabella 4 - Protocollo analitico integrativo per i campioni di top soil
Per l’amianto verrà utilizzata una metodica a scelta tra XRD o FTIR in funzione delle migliori
prestazioni garantite. I composti organici in tracce menzionati saranno determinati con
HRGC/HRMS.
Qualora le analisi eseguite sul top soil evidenzino la presenza di uno o più degli analiti di Tabella 4
in concentrazioni superiori alle rispettive CSC, tale determinazione sarà eseguita anche sui
rispettivi campioni di terreno prelevati in fase di esecuzione dei sondaggi alla profondità 0-1 m da
p.c., come richiesto da ARPA in sede di CdS del 19/06/2013 di approvazione del PdC (vd. All.2).
Rev.1
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Piano della Caratterizzazione
4.6.3 Acque di falda
Saranno eseguite le analisi indicate nella seguente tabella.
CSC D.Lgs.
152/06
(µg/l)
Metodiche analitiche e di
preparazione del campione
Alluminio
200
EPA 6020A 2007
Antimonio
5
EPA 6020A 2007
Argento
10
EPA 6020A 2007
Arsenico
10
EPA 6020A 2007
Berillio
4
EPA 6020A 2007
Cadmio
5
EPA 6020A 2007
Cobalto
50
EPA 6020A 2007
Cromo totale
50
EPA 6020A 2007
Cromo (VI)
5
EPA 6020A 2007
200
EPA 6020A 2007
Mercurio
1
EPA 6020A 2007
Nichel
Piombo
20
10
EPA 6020A 2007
ANALITA
METALLI
Ferro
1000
EPA 6020A 2007
EPA 6020A 2007
Selenio
10
EPA 6020A 2007
Manganese
50
EPA 6020A 2007
Tallio
2
EPA 6020A 2007
Zinco
3000
EPA 6020A 2007
INQUINANTI INORGANICI
Boro
1000
Rame
Cianuri liberi
50
Fluoruri
1500
Nitriti
500
Solfati (mg/l)
250
Cloruri
EPA 6020A 2007
TVB-AC-063 rev00 2009 (metodo di rif: APHA
Standard Methods for the Examination of Water
and Wastewater ed 21 st 2005 4500-CN- E)
APHA Standard Methods for the Examination of
Water and Wastewater ed 21 st 2005 4110C
APHA Standard Methods for the Examination of
Water and Wastewater ed 21 st 2005 4110C
APHA Standard Methods for the Examination of
Water and Wastewater ed 21 st 2005 4110C
-
COMPOSTI ORGANICI AROMATICI
1
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
Etilbenzene
50
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
Stirene
25
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
Toluene
15
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
para-Xilene
10
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
Benzo(a)antracene
0,1
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
Benzo(a)pirene
0,01
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
Benzo(b)fluorantene*
0,1
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
Benzene
POLICLICI AROMATICI
Rev.1
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Piano della Caratterizzazione
CSC D.Lgs.
152/06
(µg/l)
Metodiche analitiche e di
preparazione del campione
Benzo(k,) fluorantene*
0,05
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
Benzo(g,h,i)perilene*
0,01
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
5
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
Dibenzo(a,h)antracene
0,01
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
Indeno(1,2,3-c,d)pirene*
0,1
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
Pirene
50
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
Sommatoria (composti*)
0,1
ANALITA
Crisene
ALIFATICI CLORURATI CANCEROGENI
Clorometano
1,5
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
Triclorometano
0,15
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
Cloruro di Vinile
0,5
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
1,2-Dicloroetano
3
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
1,1Dicloroetilene
0,05
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
Tricloroetilene
1,5
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
Tetracloroetilene
1,1
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
Esaclorobutadiene
0,15
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
10
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
1,1-Dicloroetano
810
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
1,2-Dicloroetilene
60
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
1,2-Dicloropropano
0,15
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
1,1,2-Tricloroetano
0,2
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
1,2,3-Tricloropropano
0,001
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
1,1,2,2,-Tetracloroetano
0,05
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
0,3
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
1,2-Dibromoetano
0,001
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
Dibromoclorometano
0,13
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
Bromodiclorometano
0,17
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
2-clorofenolo
180
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
2,4 Diclorofenolo
110
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
5
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
0,5
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
0.01
EPA 3510C 1996 + EPA 8270D 2007
Sommatoria organo-alogenati
ALIFATICI CLORURATI NON CANCEROGENI
ALIFATICI ALOGENATI CANCEROGENI
Tribromometano
FENOLI E CLOROFENOLI
2,4,6 Triclorofenolo
Pentaclorofenolo
ALTRE SOSTANZE
PCB
Idrocarburi totali (espressi come nesano)
EPA 5030C 2003 + EPA 8260C 2006
350
Tabella 5 - Protocollo analitico per i campioni di acque di falda
Rev.1
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Piano della Caratterizzazione
In particolare, per quanto riguarda la ricerca dei cianuri, si farà riferimento ai cianuri totali e si
confronterà il valore rilevato con il valore limite stabilito dalla normativa applicata.
La determinazione degli Idrocarburi totali dovrà avvenire mediante gascromatografia/FID.
Sul 10% dei campioni (n. 1 campione) sarà anche eseguito un fingerprint completo degli
idrocarburi (speciazione degli idrocarburi mediante metodo EPA 8015: EPH Aliphatics C9-C18,
EPH Aliphatics C19-C36, EPH Aromatics C11-C22).
Rev.1
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Piano della Caratterizzazione
5
ELABORAZIONE ED INTERPRETAZIONE DEI DATI
La relazione tecnica descrittiva “Relazione sui Risultati del Piano della caratterizzazione” dovrà
essere redatta ai sensi del D.Lgs. 152/06 da personale altamente qualificato.
La relazione illustrerà le attività realizzate per la caratterizzazione del sito ed i risultati ottenuti,
delineando un quadro complessivo delle caratteristiche qualitative e quantitative delle matrici
ambientali analizzate e giungendo a definire, sulla base delle indagini e delle caratteristiche sitospecifiche, un modello concettuale definitivo della contaminazione. In particolare, il documento
svilupperà in dettaglio i seguenti punti:
•
descrizione dei caratteri antropici, litologici ed idrogeologici dell’area indagata
•
descrizione delle attività di indagine eseguite, delle metodologie e dei protocolli applicati
•
descrizione delle stratigrafie dei carotaggi effettuati
•
descrizione dei risultati delle analisi chimiche effettuate sui campioni prelevati
•
ricostruzione dell’andamento della falda superficiale
•
descrizione del tipo e grado di inquinamento, per ognuna delle sostanze analizzate, per
ogni componente ambientale
•
definizione del Modello Concettuale Definitivo.
La relazione sarà corredata da tabelle riassuntive di tutti i dati di laboratorio ottenuti e delle
metodiche analitiche utilizzate; nelle tabelle verranno indicati, oltre alle concentrazioni dei
parametri ricercati, anche i limiti della normativa di riferimento per la definizione del livello
qualitativo delle matrici analizzate.
Al fine di illustrare in modo esaustivo e di facile lettura la caratterizzazione ambientale dell’area, la
relazione dovrà inoltre essere corredata delle necessarie planimetrie di riferimento, sezioni
geologiche, carte piezometriche, carte riassuntive dello stato qualitativo delle matrici analizzate ed
ogni altra rappresentazione grafica utile a visualizzare e riassumere i risultati conseguiti.
I risultati analitici saranno trasmessi agli Enti preposti, opportunamente georeferenziati, su
supporto cartaceo e informatico, elaborati in idoneo formato elettronico per l’inserimento nel
Sistema Informativo Territoriale (GIS). Il database georeferenziato (Gauss Boaga) comprenderà:
•
Localizzazione dei punti di monitoraggio e dei campioni prelevati
•
Risultati delle analisi dei punti indagati
•
Dati stratigrafici dei carotaggi
•
Dati relativi alla soggiacenza delle falde
•
Eventuali altri dati di interesse.
Il database costituito permetterà inoltre l’interscambio con i software di modellazione idrogeologica
e di analisi di rischio.
Rev.1
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Piano della Caratterizzazione
6
CRONOPROGRAMMA DELLE ATTIVITA’
In assenza di lunghi periodi piovosi, le attività di campo previste dal presente Piano di
caratterizzazione dovrebbero essere espletate in un periodo di circa due settimane. Si prevedono
inoltre tre settimane per le analisi chimiche e tre settimane per l’elaborazione dei dati e la
redazione dei documenti tecnici, per un totale di 8 settimane.
Il cronogramma definitivo e dettagliato delle attività sarà fornito dalla Ditta appaltatrice a tutti gli
Enti territoriali interessati con congruo anticipo rispetto all’inizio delle attività, al fine di consentire la
presenza dei tecnici ARPA Puglia incaricati del controllo e della validazione delle attività di
campionamento ed analisi.
Rev.1
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Piano della Caratterizzazione
7
QUADRO ECONOMICO
In Allegato 3 è riportato il Computo Metrico Estimativo delle attività previste nel presente PdC,
redatto facendo riferimento all’elenco prezzi ufficiale della Regione Puglia, pubblicato sul BURP.
Per le voci di prezzo non presenti nel suddetto prezziario è stata condotta un’indagine di mercato.
Il quadro economico complessivo dell’intervento in oggetto è quindi di seguito riassunto:
QUADRO ECONOMICO DELL'INTERVENTO
A)
LAVORI A BASE D'APPALTO
A.1
A.2
B)
LAVORI A CORPO
€
98.646,82
Sommano lavori €
98.646,82
Oneri per la sicurezza a corpo (importo non soggetto a ribasso d'asta)
€
Importo totale lavori a base d'appalto €
4.932,18
103.579,00
SOMME A DISPOSIZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE
B.1
Imprevisti
€
4.968,00
B.2
Spese generali
B.2.1
Incentivazione ex art.92 del DLgs 163/06
€
2.072,00
B.2.2
Servizi specialistici (Analisi di Rischio,
Direzione lavori)
€
30.000,00
B.2.3
Spese per pubblicità (compreso IVA)
€
1.500,00
B.2.5
CNPAIA
€
600,00
B.2.6
I.V.A. su spese generali
21.00% di B.2.2 e B.2.5
Subtotale B.2 Spese generali
€
€
6.426,00
40.598,00
B.3
I.V.A. su lavori ed imprevisti
€
10.855,00
Totale somme a disposizione dell'Amministrazione €
56.421,00
IMPORTO TOTALE DELL'INTERVENTO (A+B) €
160.000,00
Rev.1
2.00% di A.1 e A.2
2.00% di B.2.2
10.00% di A.1, A.2 e B.1
Pagina 39 di 43
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Piano della Caratterizzazione
ALLEGATI
Rev.1
Pagina 40 di 43
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Piano della Caratterizzazione
ALLEGATO 1
Certificati ARPA indagini preliminari
Rev.1
Pagina 41 di 43
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Piano della Caratterizzazione
ALLEGATO 2
Verbale CdS di approvazione PdC
Rev.1
Pagina 42 di 43
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Piano della Caratterizzazione
ALLEGATO 3
Computo metrico estimativo
Rev.1
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Piano della Caratterizzazione
N.
ord.
N.
art.
Indicazione dei lavori e delle provviste
UM
P.S.
km
1
In corrispondenza dei sondaggi e dei piezometri
Sommano
mc
Reinterro di scavi in presenza di sottoservizi o similari realizzato
con materiale idoneo proveniente da scavi, compreso il
costipamento meccanico realizzato con strati non superiori a cm
30.
In corrispondenza dei sondaggi e dei piezometri
Sommano
Lunghezza
mt
Larghezza
mt
Altezza
mt
Quantità
Prezzo
unitario (€)
Prezzo
totale (€)
100
1.60
160.00
10
10
10
8.70
87.00
mc
10
10
10
12.50
125.00
cad
1
1
667.35
667.35
cad.
6
4
10
10
257.34
2,573.40
30
32
62
75.60
4,687.20
30
32
26.46
26.46
793.80
846.72
m
30
32
62
10.47
649.14
cad.
30
9.53
285.90
1- Caratterizzazione delle matrici ambientali
1.1 Sondaggi e campionamenti
1
2
3
1.1.1
Trasporto in andata e ritorno dell'attrezzatura di perforazione
compreso il viaggio del personale dalla sede dell’Ente appaltante
al cantiere, conteggiato una sola volta in andata e ritorno (ipotesi
di distanza di 100 km)
1.1.2
Scavo a sezione obbligata, eseguito con mezzi meccanici, su
superficie asfaltata e non, fino alla profondità massima di 2 m,
compresa l'estrazione e l'aggottamento di eventuali acque, fino
ad un battente massimo di 20 cm, il carico su mezzi di trasporto
e l'allontanamento del materiale scavato nell'ambito del cantiere.
In rocce sciolte (argilla, sabbia, ghiaia, terreno vegetale e simili
con trovanti fino a 1 mc)
1.1.3
4
1.1.4
5
1.1.5
6
7
1.1.6
1.1.7
Approntamento dell''attrezzatura di perforazione a rotazione
compreso il carico e lo scarico e la revisione a fine lavori. Per
ogni approntamento dell'attrezzatura
Installazione dell'attrezzatura di perforazione in corrispondenza di
ciascun punto di indagine, compreso il primo, su aree
pianeggianti accessibili con i normali mezzi di trasporto
per distanza fino a 300 m
Sondaggi a 5 m da p.c.
Sondaggi attrezzati con piezometri
Sommano
Perforazione ad andamento verticale eseguita a carotaggio
continuo, di diametro minimo di 101 mm e massimo di 127 mm,
in terreni a granulometria media quali sabbie e sabbie ghiaiose
(vedi classificazione A.G.I.) o in roccia.
por profondità da m 0 a m 20 dal p.c.
Sondaggi
Sondaggi attrezzati con piezometri
Sommano
9
1.1.8
1.1.9
Impiego di rivestimenti metallici provvisori in fori eseguiti a
carotaggio o a distruzione di nucleo in terreni a granulometria
fine quali argille, limi, limi sabbiosi (vedi classificazione AGI).
per profondità da m 00 a 40 m dal p.c.
Sondaggi
Sondaggi attrezzati con piezometri
Sommano
m
%
35
6
4
5.00
8.00
Prelievo di campioni rimaneggiati nel corso di sondaggi a
rotazione e loro conservazione entro contenitori trasparenti chiusi
ermeticamente compresi gli oneri per la quartatura, il
confezionamento, la fornitura dei contenitori, le operazioni di
identificazione, la conservazione ed il trasporto al laboratorio di
analisi e/o all'ARPA Puglia dei campioni per le controanalisi.
per prelievo da m 0 a m 20 dal p.c.
Rev.1
5.00
8.00
Sovrapprezzo per pulizia dell'impianto di perforazione prima
dell'inizio del lavoro, pulizia dell'asta di perforazione e rimozione
dei lubrificanti nelle zone filettate prima e dopo ogni sondaggio,
pulizia del carotiere prima dell'inizio del lavoro e dopo ogni
manovra (comunque al minimo ogni metro), pulizia di ogni
strumento di misura e dei campionatori inseriti in foro prima e
dopo l'inserimento, pulizia dei contenitori e dell'impianto di
circolazione per l'acqua di perforazione prima dell'inizio del
lavoro, utilizzo di rivestimenti e corone non verniciate; la pulizia
andrà inoltre eseguita mediante vapore
Sondaggi
Sondaggi attrezzati con piezometri
Sommano
8
6
4
100.00
pagina 1/5
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Piano della Caratterizzazione
N.
ord.
10
N.
art.
Indicazione dei lavori e delle provviste
Quantità
Prezzo
unitario (€)
Prezzo
totale (€)
30
3.34
100.20
%
35
Lunghezza
mt
Larghezza
mt
Altezza
mt
cad
14
34.66
485.24
m
32
16.09
514.88
32
5.63
180.16
cad.
4
100.00
400.00
Per ogni campione
cad.
4
159.78
639.12
Determinazione nei piezometri, all’atto del campionamento, dei
seguenti parametri: Temperatura, Ossigeno Disciolto,
Conducibilità Elettrica, Potenziale Redox, pH mediante sonda
multiparametrica opportunamente tarata
cad
4
15.00
60.00
Rilievo della falda acquifera in tubi opportunamente predisposti,
eseguito a mezzo di scandagli elettrici, in concomitanza con
l'esecuzione dei sondaggi, e fornitura della tabellazione o
graficizzazione dei dati.
Per ogni rilievo
cad.
4
6.92
27.68
Fornitura di chiusino fuori terra lucchettato o pozzetti di
protezione strumentazione, delle dimensioni minime interne di
cm 40x40x40, realizzato in modo da isolare perfettamente la
1.1.18
strumentazione dall'acqua di pioggia, o di scorrimento, il tutto
completo di coperchio pesante, carrabile. Etichettatura dei punti
di indagine, sondaggi e piezometri.
Per piezometro
cad.
4
134.50
538.00
m
30
7.27
218.10
Compilazione e fornitura di cassetta catalogatrice idonea alla
1.1.11 conservazione di 5 m di carotaggio, compresa documentazione
fotografica in duplice copia.
per ciascuna cassetta (per sondaggi a 5 m e sondaggi allestiti a
piezometro)
12
P.S.
Sovrapprezzo per il campionamento di terreni contaminati le cui
caratteristiche chimiche debbano rimanere inalterate durante la
perforazione ed il prelievo; in particolare qualora il
campionamento si realizzi nel corso di sondaggi a rotazione a
carotaggio continuo, questi ultimi, al fine di impedire il
trascinamento in profondità degli inquinanti durante la
perforazione, dovranno essere effettuati per quanto possibile a
secco e a bassa velocità, così come l'imfissione del rivestimento,
ovvero con utilizzo in avanzamento di acqua chiara di chimismo
ben conosciuto e di additivi biodegradabili anch'essi di chimismo
definito per il rivestimento del foro, oltre all'adozione, prima e
1.1.10
durante la perforazione, dei seguenti accorgimenti tecnici.
Pulizia dell'impianto di perforazione prima dell'inizio del lavoro,
pulizia dell'asta di perforazione e rimozione dei lubrificanti nelle
zone filettate prima e dopo ogni sondaggio, pulizia del carotiere
prima dell'inizio del lavoro e dopo ogni manovra (comunque al
minimo ogni metro).
Pulizia di ogni strumento di misura e dei campionatori inseriti in
foro prima e dopo l'inserimento, pulizia dei contenitori e
dell'impianto di circolazione per l'acqua di perforazione prima
dell'inizio del lavoro, utilizzo di rivestimenti e corone non
verniciate;la pulizia andrà inoltre e seguita mediante vapore.
per ogni prelievo
11
UM
Installazione entro foro di sondaggio di piezometro a tubo aperto
del diametro di 4" in PVC, cieco e microfessurato, compresa la
1.1.12 fornitura dei tubi di collegamento e la formazione del dreno e dei
tappi impermeabili
Per allestimento piezometro a profondità < 40 m
Sondaggi attrezzati con piezometri
13
Sovrapprezzo alle voci di cui ai riferimenti per l'installazione di
piezometri finalizzati al campionamento di acque contaminate,
con utilizzo di materiali non alterabili dal punto di vista chimico e
1.1.13 di composizione nota, oltre all'adozione di particolari
accorgimenti tecnici quali la pulizia delle estremità delle tubature
prima dell'assemblaggio e l'utilizzo, per la cementazione, di
bentonite in pellets priva di impurità.
Per ogni allestimento.
14
Sviluppo del piezometro mediante elettropompa sommersa,
1.1.14 mediante la tecnica del pistonaggio o attraverso cicli consecutivi
di emungimento-riempimento naturale
15
Campionamento di acque contaminate mediante utilizzo bailer
monouso, previo spurgo a basso flusso, eseguito con
elettropompa sommersa, che impediscano alterazioni di natura
1.1.15
fisica o chimica delle acque durante il campionamento stesso,
(compreso l'eventuale spurgo dell'acqua stagnante all'interno del
pozzetto) per un tempo massimo di 3 ore di spurgo
16
1.1.16
17
1.1.17
18
19
Rev.1
1.1.19
Riempimento dei fori di sondaggio con materiali di risulta
additivato con malta idraulica e cementiziacementizia.
Per ogno metro di riempimento da m 00 a m 80 da p.c.
%
35
pagina 2/5
COMUNE DI TARANTO
Aree Scuole Deledda, De Carolis e D’Aquino nel Quartiere Tamburi
Piano della Caratterizzazione
N.
ord.
N.
art.
Indicazione dei lavori e delle provviste
20
Compilazione di modulo stratigrafico per sondaggi standard,
sondaggi superficiali e sondaggi allestiti a piezometro,
contenente i dati di cantiere (Impresa, date di perforazione,
Committente, compilatore, metodi, attrezzature e fluido utilizzati),
1.1.20 le principali caratteristiche dei materiali attraversati (profilo
stratigrafico, percentuale di carotaggio, RQD, ecc.), la
strumentazione installata (tubi inclinometrici o piezometrici), i
campioni prelevati, le prove in foro eseguite (prove Lefranc)
secondo le modalità definite nel Piano della Caratterizzazione.
21
1.1.21
22
Prelievo di campioni di top soil, compresi oneri di
1.1.22 omogeneizzazione e quartatura, confezionamento del campione,
trasporto al laboratorio
Prestazione di un geologo o ingegnere presente in cantiere con
continuità per giorno o frazione di giorno
UM
P.S.
Lunghezza
mt
Larghezza
mt
Altezza
mt
Quantità
Prezzo
unitario (€)
Prezzo
totale (€)
cad.
10
150.00
1,500.00
gg
10
484.41
4,844.10
cad
10
12.00
120.00
Totale voce 1.1 Sondaggi e campionamenti
20,502.99
1.2 Analisi geotecniche
23
1.2.1
Apertura di campione rimaneggiato (contenuto in sacchetto di
plastica o altro contenitore); determinazione del peso specifico
assoluto dei grani (media di 2 determinazioni); analisi
granulometrica mediante vagliatura per via secca per quantità
inferiori o uguali a 5 kg, con un massimo di 8 setacci, compresa
la determinazione degli indici granulometrici caratteristici e la
restituzione grafica dei risultati.
cad
12
86.7
Totale voce 1.2 Analisi geotecniche
1,040.40
1,040.40
1.3 Analisi chimiche
1.3.1 Acque di falda
24
1.3.1.1 pH, Conducibilità
cad.
4
15.98
63.92
cad.
1
15.98
15.98
cad.
4
380.00
1,520.00
cad.
1
380.00
380.00
cad.
4
270
1,080.00
cad.
1
270
270.00
cad.
4
79.89
319.56
cad.
1
79.89
79.89
Alifatici Alogenati Cancerogeni: Dibromometano, 1,2Dibromoetano, Dibromoclorometano, Bromodiclorometano.
cad.
4
74.56
298.24
Controanalisi ARPA
cad.
1
74.56
74.56
cad.
4
85.2
340.80
cad.
1
85.2
85.20
Controanalisi ARPA
25
Composti inorganici: Al, Sb, Ag, As, Be, Cd, Co, Cr tot, Cr VI, Fe,
1.3.1.2 Hg, Ni, Pb, Cu, Se, Mn, Tl, Zn, B, Cianuri liberi, fluoruri, nitriti,
cloruri e solfati.
Controanalisi ARPA
26
27
28
29
BTEX: Benzene, Toluene, Etilbenzene, para-Xilene, Stirene.
Policiclici aromatici: Benzo(a)antracene, Benzo(a)pirene,
1.3.1.3 Benzo(b)fluorantene*, Benzo(k,) fluorantene*,
Benzo(g,h,i)perilene*, Crisene, Dibenzo(a,h)antracene,
Indeno(1,2,3-c,d)pirene*, Pirene, Sommatoria (composti*).
Controanalisi ARPA
1.3.1.4
1.3.1.5
1.3.1.6
Alifatici Clorurati Cancerogeni: Clorometano, Triclorometano,
Cloruro di Vinile, 1,2-Dicloroetano, 1,1-Dicloroetilene,
Tricloroetilene, Tetracloroetilene, Esaclorobutadiene,
Sommatoria organo-alogenati.
Controanalisi ARPA
Fenoli e clorofenoli: 2-clorofenolo, 2,4 Diclorofenolo, 2,4,6
Triclorofenolo, Pentaclorofenolo.
Controanalisi ARPA
30
1.3.1.7 PCB, PCT tot
Controanalisi ARPA
cad.
cad.
4
1
95.86
95.86
383.44
95.86
31
1.3.1.8 Idrocarburi totali (come n-esano)
Controanalisi ARPA
cad.
cad.
4
1
78.89
78.89
315.56
78.89
32
1.3.1.9 Fingerprint completo idrocarburi
Controanalisi ARPA
cad.
cad.
1
1
150.00
150.00
150.00
150.00
Totale voce 1.3.1 Acque di falda
5,701.90
1.3.2 Terreni
33
34
Rev.1
1.3.2.1
1.3.2.2
Trattamento preliminare del campione mediante distillazione,
estrazione, concentrazione, ecc..
Controanalisi ARPA
Composti inorganici: Sb, As, Be, Cd, Co, Cr tot, Cr VI, Hg, Ni,
Pb, Cu, Se, Sn, Tl, V, Zn, Cianuri liberi, Fluoruri
Controanalisi ARPA
cad.
30
21.30
639.00
cad.
3
21.30
63.90
cad.
30
204.95
6,148.50
cad.
3
204.95
614.85
pagina 3/5
COMUNE DI TARANTO
Aree Scuole Deledda, De Carolis e D’Aquino nel Quartiere Tamburi
Piano della Caratterizzazione
N.
ord.
Quantità
Prezzo
unitario (€)
Prezzo
totale (€)
cad.
30
458.26
13,747.80
cad.
3
458.26
1,374.78
cad.
30
159.78
4,793.40
Controanalisi ARPA
cad.
3
159.78
479.34
Alifatici Alogenati Cancerogeni: Tribromometano (bromoformio),
1,2-Dibromoetano, Dibromoclorometano, Bromodiclorometano.
cad.
30
74.56
2,236.80
Controanalisi ARPA
cad.
3
74.56
223.68
Fenoli Clorurati: Metilfenolo, Fenolo, 2-clorofenolo, 2,4diclorofenolo, 2,4,6-triclorofenolo, Pentaclorofenolo.
cad.
30
158.00
4,740.00
Controanalisi ARPA
cad.
3
158.00
474.00
39
1.3.2.7 PCB
Controanalisi ARPA
cad.
cad.
30
3
95.86
95.86
2,875.80
287.58
40
1.3.2.8 Fingerprint completo idrocarburi
Controanalisi ARPA
cad.
cad.
3
1
150.00
150.00
450.00
150.00
41
1.3.2.9 Frazione di carbonio organico (foc)
Controanalisi ARPA
cad.
cad.
9
1
33.00
33.00
297.00
33.00
35
N.
art.
Indicazione dei lavori e delle provviste
BTEX: Benzene, Etilbenzene, Stirene, Toluene, Xilene.
Idrocarburi: Idrocarburi C<12, Idrocarburi C>12. Aromatici
Policiclici: Benzo(a)antracene**, Benzo(a)pirene**,
Benzo(b)fluorantene**, Benzo(k,)fluorantene**,
1.3.2.3
Benzo(g,h,i,)perilene**, Crisene**, Dibenzo(a,e)pirene**,
Dibenzo(a,l)pirene**, Dibenzo(a,i)pirene**, Dibenzo(a,h)pirene**,
Dibenzo(a,h)antracene, Indenopirene, Pirene, Sommatoria
policiclici aromatici (composti **)
Controanalisi ARPA
36
37
38
Aliatici Clorurati Cancerogeni: Clorometano, Diclorometano,
Triclorometano, Cloruro di Vinile, 1,2-Dicloroetano,
1,1Dicloroetilene, Tricloroetilene, Tetracloroetilene (PCE).
1.3.2.4
Alifatici Clorurati non Cancerogeni: 1,1-Dicloroetano, 1,2Dicloroetilene, 1,1,1-Tricloroetano, 1,2-Dicloropropano, 1,1,2Tricloroetano, 1,2,3-Tricloropropano, 1,1,2,2-Tetracloroetano.
1.3.2.5
1.3.2.6
UM
P.S.
Lunghezza
mt
Larghezza
mt
Altezza
mt
Totale voce 1.3.2 Terreni
39,629.43
1.3.3 Top soil
42
43
44
1.3.3.1
1.3.3.2
Trattamento preliminare del campione mediante distillazione,
estrazione, concentrazione, ecc..
Controanalisi ARPA
cad.
10
21.30
213.00
cad.
1
21.30
21.30
cad.
10
204.95
2,049.50
cad.
1
204.95
204.95
cad.
10
458.26
4,582.60
cad.
1
458.26
458.26
cad.
10
159.78
1,597.80
Controanalisi ARPA
cad.
1
159.78
159.78
Alifatici Alogenati Cancerogeni: Tribromometano (bromoformio),
1,2-Dibromoetano, Dibromoclorometano, Bromodiclorometano.
cad.
10
74.56
745.60
Controanalisi ARPA
cad.
1
74.56
74.56
Fenoli Clorurati: Metilfenolo, Fenolo, 2-clorofenolo, 2,4diclorofenolo, 2,4,6-triclorofenolo, Pentaclorofenolo.
cad.
10
158.00
1,580.00
Controanalisi ARPA
cad.
1
158.00
158.00
Composti inorganici: Sb, As, Be, Cd, Co, Cr tot, Cr VI, Hg, Ni,
Pb, Cu, Se, Sn, Tl, V, Zn, Cianuri liberi, Fluoruri
Controanalisi ARPA
BTEX: Benzene, Etilbenzene, Stirene, Toluene, Xilene.
Idrocarburi: Idrocarburi C<12, Idrocarburi C>12. Aromatici
Policiclici: Benzo(a)antracene**, Benzo(a)pirene**,
Benzo(b)fluorantene**, Benzo(k,)fluorantene**,
1.3.3.3
Benzo(g,h,i,)perilene**, Crisene**, Dibenzo(a,e)pirene**,
Dibenzo(a,l)pirene**, Dibenzo(a,i)pirene**, Dibenzo(a,h)pirene**,
Dibenzo(a,h)antracene, Indenopirene, Pirene, Sommatoria
policiclici aromatici (composti **)
Controanalisi ARPA
45
46
47
Alifatici Clorurati Cancerogeni: Clorometano, Diclorometano,
Triclorometano, Cloruro di Vinile, 1,2-Dicloroetano,
1,1Dicloroetilene, Tricloroetilene, Tetracloroetilene (PCE).
1.3.3.4
Alifatici Clorurati non Cancerogeni: 1,1-Dicloroetano, 1,2Dicloroetilene, 1,1,1-Tricloroetano, 1,2-Dicloropropano, 1,1,2Tricloroetano, 1,2,3-Tricloropropano, 1,1,2,2-Tetracloroetano.
1.3.3.5
1.3.3.6
48
1.3.3.7 Fingerprint completo idrocarburi
Controanalisi ARPA
cad.
cad.
1
1
150.00
150.00
150.00
150.00
49
1.3.3.8 Frazione di carbonio organico (foc)
Controanalisi ARPA
cad.
cad.
3
1
33.00
33.00
99.00
33.00
50
1.3.3.9 Diossine: sommatoria PCDD, PCDF conv. TE
Controanalisi ARPA
cad.
cad.
10
1
639.11
639.11
6,391.10
639.11
51
1.3.3.10 Amianto
Controanalisi ARPA
cad.
cad.
10
1
133.14
133.14
1,331.40
133.14
Totale voce 1.3.3 Top soil
20,772.10
Totale voce 1.3 Analisi chimiche
66,103.43
Rev.1
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COMUNE DI TARANTO
Aree Scuole Deledda, De Carolis e D’Aquino nel Quartiere Tamburi
Piano della Caratterizzazione
N.
ord.
N.
art.
Indicazione dei lavori e delle provviste
UM
P.S.
Lunghezza
mt
Larghezza
mt
Altezza
mt
Quantità
Prezzo
unitario (€)
Prezzo
totale (€)
2- Documentazione tecnica
52
2.1
Relazione tecnica descrittiva “Relazione sui Risultati del Piano
della caratterizzazione” redatta, ai sensi del D. Lgs. 152/06, come a corpo
riportato al cap. 5 del Piano di Caratterizzazione.
10,000.00
Totale voce 2- Documentazione tecnica
10,000.00
3 - Rilievo topografico
53
3.1
Esecuzione del rilievo plano-altimetrico di precisione come
riportato al par. 4.5 del Piano di Caratterizzazione.
corpo
1
1,000.00
1,000.00
Totale voce 3 - Rilievo topografico
1,000.00
TOTALE GENERALE
98,646.82
Rev.1
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