Dio e denaro, le parole che dicono van Gogh
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Dio e denaro, le parole che dicono van Gogh
DOMENICA 22 MARZO 2015 Soglie Orizzonti Visual data Epistolari di Franco Manzoni { CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 9 La casa perversa si disfa Una voce che vede. Focalizzando il mondo, sempre più eguale a una perversa casa in disfacimento. È il monologo a condurre la silloge Visione al fuoco di un’architettura di Patrizia Giovannoni (LietoColle, pp. 76, € 13). Nata nel 1960 a Firenze, l’autrice canta il male della civiltà d’oggi in cerca di una via salvifica sulle tracce di Beckett, Dickinson, Luzi. Tra spettri e ombre, infine la voce individua la luce metafisica dell’essere umano. Le lettere di Vincent al fratello Theo costituiscono una mappa dell’esistenza del pittore che provò a fare il predicatore e si era sognato teologo. Pagine che si possono leggere come un ipertesto Dio e denaro, le parole che dicono van Gogh La visualizzazione mostra le lettere scritte da Vincent van Gogh (1853 - 1890) al fratello Theodorus «Theo» (1857 - 1891) tra il 1873 e il 1890. Per ogni anno vengono indicati: numero di lettere, città da cui sono state scritte, numero di parole totali (nella traduzione dall’olandese all’inglese presente sul sito ufficiale delle lettere dell’artista). Lakenheath Hoogeveen Amsterdam New Amsterdam (Paesi Bassi) L’Aia Welwyn Dordrecht Etten-Leur Londra Isleworth Come si legge Città da cui vengono scritte le lettere Nuenen Anversa Bruxelles Da ogni lettera sono stati estratti i concetti rilevanti e i nomi propri, raggruppati in dieci categorie. Concetti e nomi propri sono stati estratti dall’ItaliaNLP Lab (italianlp.it) dell’Istituto di Linguistica computazionale «A. Zampolli» del CNR di Pisa. La visualizzazione utilizza i colori del dipinto Campo di grano con volo di corvi (1890, qui sopra nell’immagine) Wasmes dimensione = numero di lettere scritte dalla città (+) Cuesmes altezza = numero di parole scritte nell’anno (°) dimensione = numero di lettere scritte nell’anno (+) Auvers-sur-Oise Parigi Anno delle lettere ogni pallino rappresenta un termine estratto dalle lettere (*) Saint-Rémy Arles spessore della linea = numero di lettere <50 1873 1874 1875 1876 1877 1878 1879 1880 4. Vincent van Gogh viene trasferito alla filiale di Londra della Goupil & Cie, mercanti d'arte 1881 1882 1883 1884 1885 1886 5. 1887 1888 1889 51-100 >100 1890 2. 4/. 2/. 3. 1. Come si legge Categorie di termini (*) colore = categoria famiglia, affetti figura umana lavoro loc. geografica pittura religione soldi tempo altri artisti altro dimensione = frequenza nella lettera 20 10 5 Abbandona i propositi religiosi e si dedica alla pittura. Theo lo aiuta finanziariamente 5/. 1/. Dipinge Campo di grano con volo di corvi. Dopo aver tentato il suicidio, trascorre le sue ultime ore con Theo seduto al suo fianco. Muore nelle prime ore del 29 luglio 3/. Lettere e parole (+) numero di lettere scritte 30 20 10 (°) numero di parole scritte 100.000 50.000 10.000 Le 5 persone più citate Si licenzia da Goupil & Cie e viene assunto in un collegio. Il 29 ottobre pronuncia il suo primo sermone domenicale 1. Theodorus van Gogh (padre di Vincent van Gogh) 2. Paul Gauguin (pittore) 3. Anna Cornelia Carbentus (madre di Vincent van Gogh) 4. Jean-François Millet (pittore) 1. 5. Clasina Maria Hoornik prima citazione (compagna) di FILIPPO BOLOGNA L uce e amore: non chiedeva altro Vincent van Gogh. La luce la trova a Sud, nelle estati incendiate della Provenza. L’amore nel sostegno dell’amato fratello Theo, con cui intrattiene una fitta corrispondenza. Sermone vaneggiante, lucida cartella clinica o eretico trattato di pittura? Questo e molto altro. La penna che scorre sulla pagina è un sismografo dell’anima, ne registra ogni oscillazione: le scosse della crisi, il terremoto della pazzia. Le lettere a Theo (pubblicate in volume Si trasferisce con Theo a Parigi. Conosce Paul Gauguin Incontra Clasina Maria Hoornik, con cui convive per circa un anno Muore il padre di Vincent. Van Gogh dipinge I mangiatori di patate 1/. ultima citazione da diversi editori) si possono navigare come un ipertesto: i contenuti variano ma alcune parole chiave ricorrono con frequenza inesorabile. Dio e il denaro, su tutte. Figlio di un pastore calvinista — «la famiglia di un prete vive come su un vassoio», dirà il regista Ingmar Bergman, altro genio figlio di pastore — il tormentato rapporto con la religione occupa Vincent dal 1876 al 1878, quando tenta la carriera di predicatore a Londra prima di fallire l’esame alla facoltà di Teologia di Amsterdam. E quel bisogno assillante di soldi, a cui provvederà l’amato Theo. Cruciale il 1880, in cui van Gogh mette da parte una vocazione per abbracciarne un’altra: la pittura. La chiamata è tardiva ma la fede incrollabile. Tra il 1881 e il 1886 la corrispondenza s’intensifica. Studio e lavoro febbrile tra l’Aia, Nuenen, Anversa e, soprattutto, Parigi. Un amore impossibile, il conflitto con la famiglia, l’incontro con gli impressionisti: passaggi decisivi per la sua disordinata formazione. Oltre a interrogarsi senza tregua sul suo talento, ora le lettere si pongono problemi di natura estetica e compositiva. Vero spartiacque il 1888, il soggiorno ad Arles: Gauguin, i girasoli, il rasoio e l’orecchio. Il mutamento nella pittura che Gauguin va ad abitare con van Gogh ad Arles. Il 23 dicembre, dopo un violento litigio con Gauguin, van Gogh viene ricoverato in ospedale coincide coi primi sintomi della follia. Le lettere s’illuminano di visioni, si tingono di ossessioni, diventano quadri. E i quadri lettere, dichiarazioni d’amore universale, disperate richieste di aiuto. Il 1889 è il ricovero, le sbarre del manicomio di Saint-Rémy. Tra le righe una calma appaL’autore La visualizzazione di questa settimana è stata realizzata da Federica Fragapane, information e communication designer. Il suo portfolio su: www.behance.net/FedericaFragapane Decide di farsi ricoverare presso un ospedale psichiatrico a Saint-Rémy-de-Provence Fonti: vangoghletters.org vggallery.com rente, ma forse è solo sconfinata tristezza. Amare riflessioni sulla malattia cedono il posto a dolcissime descrizioni di fiori, voli di farfalle; come ogni recluso, da dentro sogna il fuori. Il 1890, il ritorno a Parigi. E la campagna di Auvers, di una «severa bellezza». Ma all’orizzonte cupi temporali e corvi neri sui campi di grano. Ha paura di qualcosa, Vincent. Paura di se stesso. «Va tutto bene», scrive al fratello. Dopo due giorni, si spara. Theo lo assiste fino alla fine. Mio figlio si chiama Theo. Tutti dovrebbero avere un Theo nella loro vita. © RIPRODUZIONE RISERVATA