gric82000e_dal cambio di direzione
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Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema Laboratori del Sapere Scientifico LABORATORI DEL SAPERE SCIENTIFICO «DAL CAMBIO DI DIREZIONE ALL’ ANGOLO» Insegnanti: ROSSI MAIRA CONTI ANNA ROSA FRANCI ANITA SCUOLA PRIMARIA DI SORANO CLASSE QUINTA ANNO SCOLASTICO 2015/2016 Il percorso, in linea con le Indicazioni Nazionali, si inserisce nel Curricolo Verticale e si muove all’interno dell’Ambito Matematico, attraverso esperienze laboratoriali di osservazione, riflessione, formulazione di ipotesi, discussione collettiva, sperimentazione e verifica delle ipotesi per giungere alla scoperta e alla definizione dei concetti geometrici di Angolo. DESCRIZIONE SINTETICA DEL PERCORSO Il percorso, partendo dal concetto di angolo come spazio di vita quotidiana, guida gli alunni, attraverso giochi di movimento, esperienze, verbalizzazione e rappresentazione grafica, alla concettualizzazione di angolo come forma del piano, cogliendo le relazioni tra gli elementi e giungendo al confronto, alla misurazione ed alla definizione, con i termini specifici della geometria, dei vari tipi di angolo. OBIETTIVI DEL PERCORSO APPROCCIO METODOLOGICO • Acquisire un atteggiamento di osservazione e problematizzazione della realtà • Descrivere in forma orale e scritta le proprie osservazioni, ipotesi, congetture ed argomentazioni • Classificare coppie di linee in base alla loro posizione nello spazio: rette incidenti, parallele, perpendicolari • Riconoscere e denominare le forme del piano e dello spazio e le loro rappresentazioni cogliendo le relazioni tra gli elementi • Riconoscere figure ruotate e riflesse • Acquisire il concetto di angolo • Utilizzare strumenti per il disegno geometrico: riga, squadra…. • Misurare grandezze, lunghezze, ampiezza degli angoli…utilizzando unità arbitrarie • Confrontare e misurare angoli utilizzando strumenti adeguati: angolo retto…. Il percorso parte da esperienze coinvolgenti e motivanti che possono essere facilmente decodificate e che mettono in moto l’esigenza di problematizzare, argomentare, formulare ipotesi e verificarle per trovare soluzioni adeguate. In ogni fase di lavoro i bambini vengono sistematicamente invitati ad esporre in forma scritta individuale le loro osservazioni e considerazioni personali che poi vengono condivise, organizzate e sintetizzate. MATERIALI, APPARECCHI E STRUMENTI IMPIEGATI • Arredi scolastici • Fili di lana, nastri, strisce di carta e cartoncino • Cartelloni • Fotocamera • LIM TEMPI • Messa a punto preliminare nel gruppo LSS: 10 ore • Progettazione specifica e dettagliata nella classe: 1 ora ogni due settimane per la durata del percorso • Sviluppo del percorso: 2 ore settimanali da Novembre a Maggio • Documentazione: 20 ore AMBIENTI • Aula • Palestra • Corridoi • Cortile Prima di iniziare una nuova attività… ricordiamo il lavoro svolto lo scorso anno… I BAMBINI RACCONTANO…. Lo scorso anno abbiamo scoperto le proprietà dei liquidi e dei solidi e una in particolare, “la superficie libera dei liquidi”, ci ha fatto capire in modo più preciso il concetto di “ORIZZONTALITA’ ”. (Filippo) Dopo tanti esperimenti con i contenitori ed i tavoli inclinati, abbiamo capito che la superficie libera dei liquidi è sempre orizzontale. (Alice) Ci siamo divertiti a disegnare le case in pianura e in collina, siamo andati in giro per il paese per vedere come erano state costruite le case… abbiamo giocato a costruire noi dei modellini con le cose che avevamo a scuola… abbiamo discusso tanto, tra di noi e con le maestre e alla fine abbiamo imparato a usare degli strumenti che alcuni dei nostri genitori utilizzano per costruire i muri: la LIVELLA e il FILO A PIOMBO. (Veronica, Lorenzo N., Pietro) Siamo andati in giro per la nostra scuola alla ricerca di superfici ORIZZONTALI e di superfici OBLIQUE e ne abbiamo trovate tante. (Federica) Mentre cercavamo le linee orizzontali e quelle oblique, ci siamo accorti che ce n’erano tante anche VERTICALI. (Francesca) Abbiamo fatto le foto e dopo, mentre le guardavamo, abbiamo deciso di rappresentarle in classe con dei bastoni di plastica di vari colori. (Adamo) Abbiamo attaccato i bastoni alle pareti e mentre lavoravamo a coppie o a gruppi, ci siamo accorti che i nostri bastoni si potevano “incidentare” o potevano restare distanti allo stesso modo sia da una parte che dall’altra… (Lorenzo C.) Così abbiamo scoperto le linee rette INCIDENTI, le linee rette PARALLELE e le linee rette PERPENDICOLARI. (Giacomo) Il percorso è stato lungo, ma ci siamo divertiti tanto e abbiamo deciso di farlo conoscere ai nostri genitori, li abbiamo invitati a scuola e con la LIM abbiamo illustrato il nostro lavoro. Anche loro sono stati contenti. ( Simone e Filippo) Mettiamoci alla prova… Collochiamo sulla cattedra materiale di vario tipo: bastoncini di plastica colorata, strisce di cartone e di cartoncino colorato, spiedini di legno, cannucce, nastri, ecc. Invitiamo i bambini a disporsi in coppia, poi facciamo scegliere ad ogni coppia un tipo di materiale. Quando tutti sono pronti, si chiede a ciascuna coppia di rappresentare, con il materiale che hanno scelto, delle linee rette orizzontali, delle linee rette verticali e delle linee rette oblique. Successivamente si chiede loro di rappresentare… Linee rette parallele . I Linee rette incidenti Linee rette perpendicoli Linee rette incidenti di cui una parallela al lato del banco Linee rette parallele al lato più lungo del banco Linee rette parallele e linee rette incidenti Linee rette parallele oblique Una linea retta parallela al lato più lungo del banco e una parallela a quello più corto Tutti i bambini si mostrano sicuri nel rappresentare quanto viene richiesto Per noi insegnanti questo risultato costituisce una verifica a lungo termine delle competenze acquisite dagli alunni. Per i bambini: ricordare, “raccontare”, disegnare i momenti salienti dell’ esperienza effettuata lo scorso anno, contribuisce a tenere alta la motivazione e ad iniziare positivamente il nuovo percorso. HA INIZIO UNA NUOVA AVVENTURA….. E difficile considerare contemporaneamente le diverse caratteristiche dell’angolo e rappresentarle: . L’angolo è una parte illimitata di piano compresa tra due semirette aventi la stessa origine. . Un angolo è una parte di piano descritta da una semiretta che ruota intorno alla sua origine. . Un angolo è ciascuna delle due parti in cui un piano è diviso da semirette aventi la stessa origine. .. Proponiamo agli alunni un percorso che li guidi all’acquisizione di tali concetti in modo corretto e completo, ma anche adeguato alle esigenze della classe in cui sono inseriti bambini con bisogni educativi speciali. ANGOLI NEL QUOTIDIANO L’insegnante chiede agli alunni: CHE COSA VI FA VENIRE IN MENTE LA PAROLA ANGOLO ? Vengono consegnati ai bambini dei bigliettini su cui ognuno può scrivere liberamente il proprio pensiero e questa attività, che viene percepita come un gioco, piace molto a tutti gli alunni, anche a quelli che di solito mostrano difficoltà ad esprimersi. Alcuni bambini chiedono di poter disegnare ciò che hanno scritto. La proposta piace e così ciascuno disegna sul quaderno il proprio “angolo”. Dopo che tutti hanno scritto e disegnato, le risposte vengono lette e commentate : ci si accorge che ce ne sono alcune simili per cui si decide di raggrupparle, scrivendole sulla L.I.M. LA PAROLA ANGOLO MI FA VENIRE IN MENTE: • Uno spazietto. (Simone) • Un posto dove stare da soli. (Francesca) • Un posto segreto. (Martina) • Un posto dove si possono mettere delle cose. ( Lorenzo C.) • Quando la palla esce fuori dal campo e si fa calcio d’angolo. (Adrian) • Il dolore che si prova sbattendo in uno spigolo. ( Lorenzo N.) • L’amore perché i fidanzati si abbracciano nell’angoletto. (Cristian) • Un angolo della classe. (Filippo/ Adamo) • Gli angoli della scuola. (David) • L’angolo del banco. (Pietro) • Un pezzetto di tavolo dove c’è la punta. (Federica) • Uno spigolo… del tavolo. (Giacomo/Denise) • Una figura/ forma geometrica. (Iris/Gabriele) • Un triangolo senza la base. (Leonardo/Veronica). • Una linea spezzata aperta. (Alice) Un posto dove stare da soli L’angolo della scuola L’angolo del banco L’angolo dell’ aula Gli alunni vengono invitati a scrivere alcune frasi con la parola ANGOLO. Il lavoro svolto dimostra che l’angolo viene considerato uno spazio ristretto, legato ai vissuti ed alle emozioni personali Dopo la lettura collettiva delle risposte e delle frasi che i bambini hanno scritto, si chiede loro di esprimere le proprie considerazioni. Filippo dice: “Alcuni compagni hanno pensato agli ANGOLI TRIDIMENSIONALI, mentre altri hanno pensato agli ANGOLI DELLE FIGURE GEOMETRICHE che sono ANGOLI BIDIMENSIONALI”… Si chiede agli alunni: Che cosa significano le parole Tridimensionale e Bidimensionale? Gli alunni rispondono con prontezza . Tridimensionale vuol dire che ha tre dimensioni: altezza, larghezza e profondità come il televisore in 3D che vedi con gli occhialini e bidimensionale invece vuol dire due dimensioni, cioè che è piatto come il televisore normale. (Alice) . Tridimensionali siamo noi persone che abbiamo l’altezza, la larghezza e lo spessore. Bidimensionale è la nostra fotografia che è piatta. (Veronica) . Tridimensionale è come quando sono andata a New York e sopra l’Empire State Building c’era un video in 3D e con gli occhialini, era come se fossi in un aereo e si vedeva la città dall’alto. ( Martina) . Tridimensionali sono le figure solide e bidimensionali le figure piane. (Francesca e Federica) . Il cubo ha sei facce bidimensionali e insieme formano una figura tridimensionale (Filippo) Alla ricerca di un modello di ANGOLO Si consegna ad ogni alunno un cartoncino colorato (cm20x15) e gli si chiede di disegnare un angolo e di ritagliarlo (non si danno ulteriori informazioni per non influenzare il risultato del lavoro). Gli angoli modello vengono poi raccolti in un cartellone di sintesi. ANGOLO COME CAMBIO DI DIREZIONE LA DIREZIONE L’insegnante fissa un filo colorato che va da una parete dell’aula a quella opposta e chiede agli alunni se è possibile camminare seguendo il filo che immaginiamo non avere né inizio, né fine. Durante la discussione emergono due diverse posizioni: la maggior parte dei bambini ritiene possibile effettuare il percorso seguendo la direzione del filo, alcuni alunni invece dicono che non è possibile perché il filo sta troppo in alto rispetto al pavimento: dal videoproiettore della LIM al gancio superiore della lavagna che si trova nella parete opposta. Verifichiamo le ipotesi Lorenzo cammina a fianco del filo effettuando un percorso parallelo ad esso. Martina effettua lo stesso percorso, ma al contrario, partendo dal punto di arrivo di Lorenzo e fermandosi al punto di partenza del compagno. Il filo è come una linea retta Il filo indica un percorso, ci si può camminare accanto Alcuni alunni ritengono che Lorenzo e Martina abbiano fatto lo stesso percorso, ma non abbiano seguito la stessa direzione. Si discute animatamente ….e si conclude che la direzione è la stessa, ma cambia il senso in cui si percorre la direzione, cioè il VERSO. Per chiarire meglio i dubbi emersi, si chiede poi ad altri bambini di stendere dei nastri nella stessa direzione del filo fissato alle lavagne, poi ci si sposta in altri ambienti. Si stendono i nastri nella stessa direzione. In aula In giardino In palestra: osserviamo le corde Giacomo dice: « I nastri paralleli vanno tutti nella stessa direzione, sia che si trovino in alto, che in basso, a destra o a sinistra rispetto al filo, invece se si mettono dei nastri che si incrociano , questi vanno in direzioni diverse.»…PROVIAMO… In giardino In aula E’ giusta l’affermazione di Giacomo? In palestra: osserviamo Il quadro. La discussione continua e poiché alcuni bambini mostrano ancora qualche perplessità sul concetto di DIREZIONE, viene deciso di consultare il dizionario e di fare ricerche su Internet. Dizionario: Senso in cui ci si muove e punto verso cui si muove una persona, un animale o una cosa. Internet: Direzione e verso nel linguaggio parlato hanno entrambi il significato di senso o punto di arrivo di un oggetto in movimento; in geometria, invece, sono due cose diverse: la direzione indica ad esempio lo spostamento di un oggetto lungo una retta e il verso ne indica l’orientamento.(da Wikipedia) LIM Dicono in coro i ragazzi: “Ora è tutto chiaro: per la geometria il filo, i nastri e le strisce parallele hanno la stessa direzione proprio come diceva Giacomo. Anche il percorso di Martina aveva la stessa direzione del filo di lana e la stessa direzione del percorso di Lorenzo, ma il verso era contrario.” IL CAMBIO DI DIREZIONE Si spostano un poco i banchi e si invita un alunno a seguire la direzione del filo di lana: Leonardo si offre ma poi sostiene di non poterlo fare perché ci sono i banchi che gli impediscono di andare diritto, quindi deve curvare… CURVARE vuol dire cambiare continuamente direzione ANCORA CAMBIO DI DIREZIONE Viene proposto un gioco A turno, coppie di bambini effettuano un percorso: un bambino ricopre il ruolo di automobile e si posiziona sul punto di partenza P, l’altro quello di autista e si pone dietro l’auto. Al via l’autista mette le mani sulle spalle del compagno e lo guida in modo da evitare degli ostacoli , ruotando a destra o a sinistra, per giungere al traguardo A . Un terzo bambino segue la coppia e traccia il percorso con il gesso. Tracciamo il percorso Al termine del gioco gli alunni osservano il percorso e lo rappresentano …….. …..poi verbalizzano: • Il percorso è una linea spezzata aperta; • Quando ci siamo dovuti spostare per evitare gli ostacoli, abbiamo cambiato direzione; • Ad ogni cambio di direzione si è formato un angolo; • Ogni angolo è delimitato da due semirette che si incontrano in un punto. Siamo proprio sicuri che l’angolo sia solo questo? ……. Lo scopriremo Successivamente ogni bambino disegna un proprio percorso: Il trattore che lavora nel campo Il percorso di Iris La macchinina corre nella strada CAMBIO DI DIREZIONE TANTI FILI PER SENTIRE IL PIANO In aula In giardino Si chiede agli alunni : CHE COSA NOTATE? Riflessioni individuali - I nastri partono da un punto e si distribuiscono in varie direzioni, si forma un angolo e un piano perché ci si possono appoggiare degli oggetti sopra.(Alice) - I nastri hanno ognuno una propria direzione, anche se partono dallo stesso punto e vanno all’infinito, formano un angolo e un piano dove ci si possono mettere dei fogli o altri oggetti (Lorenzo N.) - Ho notato che i nastri sono incidenti tra loro e possono continuare all’infinito. Aumentando i nastri si crea un piano dove si possono mettere delle cose (Fran.) - I nastri iniziano dallo stesso punto ma hanno direzioni diverse, si forma un angolo e un piano d’appoggio (Veronica) Sintesi di gruppo - I nastri sono linee rette incidenti - Partono da uno stesso punto ed hanno direzioni diverse - Formano un piano - Formano un angolo - Se prolungassimo l’angolo, andrebbe all’infinito Sorano SORANO NUOVO MODELLO DI ANGOLO Dopo il lavoro su direzione, verso, cambio di direzione, piano e infinito, troviamo un modello di angolo adeguato. Riprendiamo il cartellone fatto all’inizio del percorso e osserviamo: - Gli angoli fatti con due linee non rappresentano il piano; - Alcuni angoli non ci fanno capire che il piano è infinito. ALTRI ANGOLI RAPPRESENTANO IL PIANO E FANNO CAPIRE CHE PROSEGUONO ALL’INFINITO: COLORE SFUMATO, LINEE RIPETUTE, ARCHI RIPETUTI. VIENE SCELTO UN NUOVO MODELLO DI ANGOLO che rappresenti il piano e che faccia pensare all’infinito Modello ondulato Modello tratteggiato Alcuni alunni propongono di usare il simbolo di infinito che hanno visto su bracciali, anelli , tatuaggi, maglie… Una bambina mostra il suo anello, un’altra la maglia. Abbiamo deciso di ricostruire l’angolo sul pavimento per averlo sempre visibile Sono dentro l’angolo ! DENTRO L’ANGOLO Invitiamo gli alunni ad entrare nell’angolo Noi siamo fuori dall’angolo bianco Tutti dicono: Veronica è dentro l’angolo, mentre Adrian e Lorenzo sono fuori. Siamo sicuri che solo Veronica si trovi dentro l’angolo? Dopo le varie riflessioni e la consultazione di testi, Adrian ci sorprende con questa affermazione: «Siamo nell’angolo sia dentro i nastri che fuori perché il pavimento è diviso in due parti: l’angolo bianco e l’angolo rosso e tutti siamo nell’angolo rosso. Solo Veronica è in quello bianco.» CONCAVO CONVESSO I DUE ANGOLI SI CHIAMANO: CONVESSO E CONCAVO COME RIPORTARE L’ ANGOLO DEL PAVIMENTO SUL CARTELLONE? PROVIAMO AD IPOTIZZARE • • • • Prendiamo i nastri adesivi e li riportiamo sul cartellone (Adrian) Usiamo il righello per misurare quanta distanza c’è tra un lato e l’altro dell’angolo(Veronica) Usiamo la squadra per vedere se l’angolo è retto o no, poi lo ricopiamo sul cartellone Prendiamo i nastri adesivi e li mettiamo sopra i nastri attaccati al pavimento, con la parte adesiva in alto, poi mettiamo il cartellone sopra in modo da far attaccare i nastri sul cartoncino nella giusta posizione (Giacomo) • Si stacca l’angolo dal pavimento e si accorciano i lati per farli entrare nel cartellone perché anche se si accorciano l’ampiezza rimane la stessa(Adrian) • Metto il cartellone sopra all’angolo del pavimento e poi si ricopia(Martina) DOPO AVER VERIFICATO LE VARIE IPOTESI, QUELLE DI ADRIAN E DI MARTINA RISULTANO AL GRUPPO LE PIU’ ADEGUATE, MA ALCUNI BAMBINI PROPONGONO DI USARE DELLA CARTA TRASPRENTE POICHE’ IL CARTONE NON CONSENTE DI VEDERE CIO’ CHE STA SOTTO. Non è più visibile Gli alunni esultanti, esclamano: «EVVIVA!!!!!!!! SIAMO RIUSCITI A RISOLVERE IL PROBLEMA: SE ACCORCIAMO O ALLUNGHIAMO I LATI DELL’ANGOLO, L’ APERTURA RIMANE LA STESSA.» Viene puntualizzato che IN GEOMETRIA L’ APERTURA DELL’ ANGOLO SI CHIAMA AMPIEZZA. Veronica precisa quanto segue «Quindi l’ampiezza dell’angolo che noi abbiamo trasferito sulla carta lucida è uguale a quella dell’angolo del pavimento…e non dipende dalla lunghezza dei suoi lati.» Adesso possiamo attaccare il nostro angolo sul cartellone. Possiamo ripetere lo stesso procedimento per riportare l’angolo sui nostri quaderni… Si consegna agli alunni della carta colorata e si chiede loro di disegnare degli angoli. Poi si osservano e si confrontano. Alcuni alunni suggeriscono di sovrapporli: tutti notano che molte ampiezze sono diverse. CONFRONTIAMO GLI ANGOLI …..SUL QUADERNO COSTRUIAMO ANCORA ANGOLI CON AMPIEZZE DIVERSE • Prendiamo due cartoncini quadrati di colore diverso; • Facciamo un taglio partendo dalla metà di un lato , fino a raggiungere il centro del cartoncino; • Ripetiamo la stessa operazione per l’altro cartoncino; • Incastriamo i due cartoncini e ruotiamoli divertendoci a costruire angoli con ampiezze diverse. ANGOLI ANGOLI ANGOLI Osserviamo gli angoli: Quasi tutti gli alunni conoscono L’ANGOLO RETTO ed affermano che lo hanno visto tante volte sui libri, nei rettangoli e nei quadrati. Si chiede di disegnare l’angolo retto nelle varie posizioni Adrian disegna gli angoli, poi afferma: «Oggi li disegno così, tanto ormai abbiamo capito che se si colora una parte piccola, l’ampiezza dell’angolo rimane la stessa. Anche nei libri sono disegnati così…» Osserviamo tutti insieme il libro di testo CONOSCI ALTRI TIPI DI ANGOLO ? ALLA RICERCA DI NOMI PER GLI ANGOLI Classifichiamo gli angoli prendendo come riferimento l’angolo retto: Gli angoli minori dell’angolo retto sono angoli ACUTI Gli angoli maggiori dell’angolo retto sono angoli OTTUSI Ci sono poi due angoli particolari: l’angolo PIATTO e l’angolo GIRO RIPORTIAMO GLI ANGOLI SUL CARTELLONE MURALE…. …POI SUL QUADERNO Mentre gli alunni lavorano con gli angoli, Lorenzo esclama: «Maestra, le lancette dell’orologio, quando ruotano, formano degli ANGOLI!» Tutti osservano l’orologio a parete che segna le ore 9 e dicono: «E’ vero!!!!» Prendiamo spunto da questa situazione per considerare l’angolo come ROTAZIONE DI UNA SEMIRETTA SULLA SUA ORIGINE Costruiamo angoli con l’orologio di legno Osserviamo l’orologio appeso alla parete dell’aula Costruiamo l’orologio con il cartoncino per vedere gli angoli Possiamo disegnare l’orologio con i suoi angoli sul quaderno ALLA RICERCA DI ANGOLI NELLE FIGURE GEOMETRICHE COSTRUIAMO LE FIGURE GEOMETRICHE SI OSSERVA E SI VERBALIZZA Gli angoli si trasformano : nel rettangolo sono retti, mentre nel parallelogramma sono due acuti e due ottusi. Anche nel quadrato che si trasforma in rombo, avviene la stessa cosa. VERIFICHE IMPIEGATE Sono state proposte verifiche nelle quali gli alunni hanno dovuto applicare ed utilizzare le definizioni geometriche acquisite in un contesto concreto, vicino alle loro esperienze quotidiane. Sono state utilizzate anche prove più formali, simili ai test Invalsi. ESEMPI DI VERIFICHE Verifica sugli angoli nel dettaglio 1) Considera i seguenti angoli e per ciascuno di essi stabilisci se si tratta di un angolo retto, piatto o giro: Angolo a) Angolo di cui ruoti un braccio disteso lungo il fianco per essere sollevato verso l’alto. b) Angolo di cui si alza la sbarra del parcheggio per far entrare le automobili. c) Angolo di cui ruota la lancetta delle ore dell’orologio nel corso di 12 ore. 2) Completa le seguenti frasi con le parole maggiore o minore: a) L’angolo acuto è …………………dell’angolo retto. b) L’angolo giro è ……………………dell’angolo piatto. c) L’angolo ottuso è …………………dell ’angolo retto. d) L’angolo acuto è …………………dell’angolo ottuso. Tipo di angolo …………………………………… ………………………………….. …………………………………... 3) Quanti angoli retti occorrono per fare un angolo giro? E un angolo piatto? ………………. ………………. 4) Osserva la seguente figura e colora gli angoli come ti viene indicato: B A C D a) Angoli retti rossi b) Angoli acuti blu c) Angoli ottusi gialli 6) Osserva gli angoli che hai colorato e completa la frase. Un ……………è la parte di ……………compresa tra due ………………………..aventi il/I’ …………… in comune. 7) Completa la frase con le seguenti parole: vertice, lato, ampiezza Ciascuna delle semirette a e b si chiama …………………dell’angolo. Il punto A si chiama…………… L’apertura dell’angolo si chiama ………………… dell’angolo. a A b 8) Con le lancette dell’orologio di cartoncino che hai costruito, tenendo fissa la lancetta più lunga e facendo ruotare l’altra, forma: Un angolo retto Un angolo piatto Un angolo giro Un angolo acuto Un angolo ottuso Disegna i cinque angoli che hai ottenuto RISULTATI OTTENUTI ( ANALISI CRITICA IN RELAZIONE AGLI APPRENDIMENTI DEGLI ALUNNI) Gli alunni si sono mostrati interessati e motivati durante le diverse fasi di lavoro poiché tutti si sono sentiti coinvolti e liberi di esprimere le proprie idee e di formulare le varie ipotesi, senza la preoccupazione di sbagliare. L’inserimento di giochi nel percorso ha permesso l’acquisizione dei concetti più complessi anche ai bambini con bisogni educativi speciali. L’aspetto operativo è risultato efficace ed ha consentito il raggiungimento di competenze specifiche non solo di tipo logico e geometrico, ma anche linguistico. Gli alunni hanno dimostrato, in varie occasioni, di saper trasferire ed applicare le conoscenze apprese in contesti diversi. Le prove di verifica si sono svolte senza particolari difficoltà e la presentazione del percorso ai genitori, da parte degli alunni , al termine dell’anno scolastico, ha confermato il raggiungimento degli apprendimenti. VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DEL PERCORSO DIDATTICO SPERIMENTATO IN ORDINE ALLE ASPETTATIVE E ALLE MOTIVAZIONI DEL GRUPPO DI RICERCA LSS Il lavoro effettuato seguendo le proposte di tipo sperimentale ed operativo, ci ha guidato verso un nuovo modello di didattica dove gli alunni sono sempre protagonisti e costruttori del loro apprendimento. La proposta, che suggerisce una costante verbalizzazione scritta, risulta molto efficace poiché coinvolge e valorizza anche i bambini che spesso, per motivi diversi, restano in ombra poiché non intervengono durante la discussione degli argomenti presi in esame. Inoltre le attività pratiche e l’uso di materiali e strumenti entusiasmano tutti gli alunni, compresi quelli che nelle attività didattiche più tradizionali manifestano difficoltà di attenzione e concentrazione. IN PARTICOLARE, ALCUNE MODALITA’ DI LAVORO SONO STATE COSTANTEMENTE ATTUATE NEI DIVERSI PASSAGGI: • Osservazione e sperimentazione; • Verbalizzazione scritta individuale di ipotesi; • Discussione collettiva • Rielaborazione e sintesi collettiva utilizzando un linguaggio appropriato. Il percorso è stato affrontato con interesse ed entusiasmo dagli alunni che hanno dimostrato di avere acquisito una serie di conoscenze attraverso un itinerario fatto di esperienze e di operatività, passando gradualmente da una terminologia generica ad un lessico specifico. Le docenti ritengono che il percorso abbia risposto pienamente alle aspettative del gruppo di ricerca che sono quelle di estendere la metodologia dei laboratori anche ad altri contesti disciplinari. Pertanto è intenzione del gruppo continuare con questo tipo di lavoro anche il prossimo anno, costruendo un archivio didattico di esperienze del Sapere Scientifico.