• Gas di scisto : ancora e sempre
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• Gas di scisto : ancora e sempre
• Gas di scisto : ancora e sempre Le compagnie petrolifere anticipano cifre sorprendenti: saremmo seduti su una cinquantina d’anni di consumo nazionale. Ma questo gas di scisto è molto difficile da estrarre. Contrariamente al gas "convenzionale", non basta perforare e aspettare fischiettando che l’idrocarburo schizzi in superficie. Il gas di scisto, infatti, è imprigionato nella roccia. Per liberarlo, bisogna scavare una fitta rete di piccoli fori e poi scaraventarvi migliaia di tonnellate d’acqua ad alta pressione che permettono di far esplodere la pietra e di estrarne la sostanza (tra i 100 e i 200 milioni di litri d'acqua per ogni pozzo). Piccolo dettaglio : perché l’operazione funzioni, bisogna prima incorporare alla miscela alcuni componenti forti, poco raccomandabili, tossici, perfino cancerogeni: benzene, formaldeide, toluene, xilene, naftalene... e molti altri che le compagnie hanno la spiacevole tendenza a voler nascondere. Un gioco da bambini grandi... ingenui e incoscienti. Acqua e gas a tutti i livelli (anche nel sottosuolo)... In Canada, ci si è resi conto che 11 pozzi in attività su 31 presentavano fuoriuscite. Vale a dire che una parte del gas di scisto esce fuori dalle tubature, ed è scaricato nell’atmosfera o nel suolo, nonché nelle falde freatiche. Negli Stati Uniti, in due anni e mezzo, nello stato della Pennsylvania sono state rilevate 1435 infrazioni alla legge dalla Pennsylvania Land Trust Association, una associazione di vigilanza ambientale, nonché altrettante infrazioni ed ammonimenti relativi alla gestione delle scorie tossiche. Curiosamente, i gestori ne contano molto meno... Per una buona ragione: per scoprire le fughe, i rivelatori di metano non sono obbligatori, è "l'ispezione visiva" che fa fede. Inoltre, una fuga la cui portata è stimata meno di 300 m3 / giorno... non è considerata come fuga. Perché farla complicata... ? Catastrofi ecologiche. Risultato: il suolo così trattato si erode a grande velocità ed i sedimenti inquinati invadono corsi d’acqua e falde freatiche. Circa il 20% dei fluidi iniettati risalgono in superficie. Spesso mal gestiti, una parte di essi si ritrova nell’ambiente vicino alle zone di perforazione. Per non parlare dell’80% che resta in profondità e che un giorno o l’altro riemergerà, ma questo è solo un dettaglio. Altra preoccupazione : queste fughe di gas a volte rendono l’acqua del rubinetto... infiammabile, come è stato mostrato nel documentario Gasland. Che felicità... dell’acqua nel gas... Secondo Corinne Lepage, fino al 5% del territorio francese potrebbe prossimamente essere oggetto di ricerca di gas di scisto. Eppure, tali recenti decisioni non sono state affatto mediatizzate. Considerando che il sottosuolo cui si fa riferimento è troppo esteso, non è necessaria alcuna informazione preliminare ai responsabili locali (tranne i prefetti). E dopo tre mesi degli eletti scoprono sempre per caso, che proprio sotto i loro piedi sono in corso degli sfruttamenti. Ma di fronte alle critiche in aumento, lo scorso 10 febbraio la ministra dell’Ecologia, Nathalie Kosciucko-Morizet, ha aggrottato le sopracciglia; ha intimato agli industriali impegnati nello sfruttamento di gas di scisto di “provare” che possono perforare “altrimenti che non all’americana”. La Total e compagnia bella (tra cui il fratellino Balkany, grande amico del nostro presidente) devono essere sconvolti... "Il mondo è pericoloso non a causa di coloro che compiono il male, ma a causa di coloro che guardano e lasciano fare” — Albert Einstein.