BRUNICO- DORFBUCH con foto
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BRUNICO- DORFBUCH con foto
Le scuole in lingua italiana di Brunico di Milena Cossetto1 con la collaborazione di Tullio Lott 2 1. Premessa Da alcuni anni si è avviata nelle scuole di lingua italiana della Provincia di Bolzano una articolata ricerca sulla storia delle scuole e delle istituzioni educative, utilizzando diverse fonti d'archivio ed attingendo soprattutto agli archivi scolastici, fino ad ora fonti inesplorate per la ricerca storica. Lo studio, coordinato dal Lab*doc storia/Geschichte dell'Intendenza Scolastica Italiana (il laboratorio di storia che si occupa dell'aggiornamento degli insegnanti e della ricerca storico-didattica), ha già prodotto notevoli risultati, pubblicati in varie riprese sulla rivista quadrimestrale STORIA E e i suoi Dossier. Tra le carte d'archivio, tra le annotazioni sui registri, tra i verbali delle riunioni riemergono aspetti e problemi di carattere sociale, culturale, umano che le scuole si sono trovate ad affrontare spesso con pochi mezzi e di cui maestri, insegnanti, dirigenti e personale non insegnante si sono dovuti fare carico in termini non solo educativi o culturali, ma anche socio-assistenziali. La sintesi che qui proponiamo è il risultato di un anno di lavoro ed ha approfondito solo una parte della storia della scuola elementare e media e del Ginnasio-Liceo "Cantore" di Brunico. L'iniziativa, avviata in occasione degli Ottanta anni del Ginnasio-Liceo; proseguirà in quanto il materiale ancora da visionare è molto e ricchissimo di informazioni; il lavoro di ricerca, nella sua completezza, verrà pubblicato prossimamente. 2. La scuola elementare In Italia la scuola elementare nasce con la Legge Casati del 1859, prima della nascita dello stato unitario: i bambini e le bambine erano obbligati a frequentare due anni di scuola gratuita; era compito dei Comuni provvedere alle spese per le aule, il pagamento dei maestri e dei materiali didattici. Non sempre l'obbligo scolastico venne rispettato, così l'analfabetismo in Italia nel 1959 era 78% della popolazione. Iscritti alle scuole elementari nel 1862 -1863: 1.109 Nell'Impero d'Austria, invece, la riforma scolastica di Maria Teresa d'Austria, attraverso il "Regolamento Scolastico Generale" istituì fin dal 1774 le scuole pubbliche per tutti i territori amministrati e comprendevano: le Scuole Triviali (scuola popolare decentrata in ogni villaggio, articolata in classi maschili e classi femminili e a carico dei Comuni); le Scuole Principali (finanziate dai Comuni, sorte in tutti i centri principali); le Scuole Normali (scuole di formazione dei docenti, finanziate direttamente dallo Stato e presenti in ogni capoluogo regionale) Era obbligatorio l'aggiornamento per tutti i docenti. Nel 1775 in Tirolo furono istituite 5 Scuole Principali: Schwaz, Hall, Sterzing-, Reutte, Meran; nel 1777 anche a Bolzano. Nel 1877 nel Regno d'Italia la Legge Coppino sancisce l' obbligo scolastico fino a 9 anni; vengono previste sanzioni pecuniarie per chi evade l'obbligo scolastico e vengono stanziati fondi per i Comuni, per indurli ad istituire scuole. Si impone il rigoroso uso della lingua italiana nella scuola e la repressione di ogni forma di dialetto. Solo nel 1904 la Legge Orlando estende l'obbligo scolastico dai 9 ai 12 anni ed impone ai Comuni di istituire la scuola almeno fino alla quarta classe, dopo la quale - previo esame- si passava alla scuola secondaria. Inoltre dà facoltà ai Comuni di stanziare fondi per l'assistenza (libri, vestiti, scarpe) per consentire ai ceti più poveri di frequentare la scuola. Nonostante questo nel 1901 gli analfabeti erano complessivamente il 48,7% della popolazione. Nell'Impero Asburgico, nel frattempo, l'obbligo scolastico viene esteso da 6 a 8 anni: i bambini erano tenuti all’obbligo dall'età di 6 anni ai 14 anni. La legge, anche se incontra forte opposizione soprattutto da parte dei contadini che nei campi "avevano bisogno di braccia forti e giovani", viene applicata in tutti i Länder dell'Impero Asburgico. Nell'archivio dell'Istituto pluricomprensivo di Brunico il registro più antico della Knaben Volk Schule risale all'anno scolastico 1880-81. Si tratta del registro dei licenziati: sono 12 in tutto. Nella Volksschule si insegnavano le seguenti materie: religione, lingua d'insegnamento tedesca (lettura, grammatica, ortografia, composizione), aritmetica, storia naturale, geografia, storia, bella calligrafia, disegno e geometria, canto e ginnastica. Le valutazioni erano espresse in giudizi sintetici: per la frequenza scolastica: molto diligente, diligente, poco diligente, negligente; per il comportamento morale: completamente adeguato, adeguato, poco adeguato; per le materie: molto buono, buono, mediocre, insufficiente Cinque anni più tardi, nel 1885-86 il registro di classe di una IV elementare, formata da 25 alunni, riporta anche valutazioni sulla frequenza, sulla diligenza, sulle assenze giustificate e ingiustificate, sulla condotta morale. Le valutazioni sono espresse in numeri, dallo 0 al 10; il massimo dei voti corrisponde allo 0. Sono insegnate le seguenti materie: religione (2 ore), lettura, scrittura, lingua, ortografia, aritmetica, geometria, storia naturale, storia, italiano(3 ore), canto, disegno e ginnastica, per un totale di 34 ore alla settimana. Negli ultimi anni dell'Ottocento l'istruzione si diffonde e quindi i Comuni si trovano a finanziare gli studi elementari di molti bambini e bambine. Grazie a questa politica dell'istruzione diffusa nei primi anni del '900 gli analfabeti in Tirolo erano di fatto inesistenti. All'indomani della prima guerra mondiale e dopo l'annessione al Regno d'Italia del Tirolo del Sud la scuola rimane in una situazione di attesa: con il Manifesto del Governatorato Militare di G. Pecori-Giraldi alle popolazioni dell'Alto Adige "viene garantito l'insegnamento nella propria madrelingua". Sono istituite scuole in lingua italiana nelle città e nei paesi principali per le famiglie dei militari, dei funzionari dello Stato e degli impiegati che si trasferiscono "nelle nuove province". Con l'avvento del fascismo in Italia e la riforma di Giovanni Gentile la situazione cambia radicalmente: tutte le scuole vengono "italianizzate" e gli insegnanti del luogo vengono sostituiti da insegnanti che provengono dal Trentino, dall'Emilia, dalla Lombardia. Dai registri conservati nell'archivio storico dell'Istituto Pluricomprensivo di Brunico emergono informazioni importanti: da un lato la convinzione da parte degli insegnanti della loro "missione italianizzatrice della scuola", dall'altra la scoperta delle condizioni di vita dei contadini di montagna. Solo rare, giovani maestre al primo anno di scuola, si pongono il problema delle difficoltà che incontrano gli alunni a capire ed ad esprimersi in una lingua totalmente estranea alla loro vita. Criteri di valutazione sono, comunque, legati all'ideologia del fascismo: la disciplina, la pulizia, l'obbedienza. Nella relazione finale del 1925-26 si legge che a Brunico c'erano 15 bambine e 96 bambini che avevano come lingua di istruzione l'italiano; 150 bambine e 93 bambini il tedesco e nello specifico c'erano 3 classi "italiane" (I, II, III) e 2 classi tedesche (I, II). Nel 1927-28, completato il programma di "italianizzazione", le classi tedesche scompaiono e i 398 alunni delle scuole elementari e le 64 alunne della scuola delle Orsoline hanno come lingua di istruzione solo l'italiano. Nel 1930-31 gli alunni e le alunne di "lingua materna italiana" sono 49, mentre 417 sono di "lingua materna tedesca". Nel 1939-40 (l'anno che precede il trasferimento della popolazione che aveva optato) i bambini e le bambine di "lingua materna italiana" sono 113, mentre quelli di "lingua materna tedesca" 382. L'anno successivo i bambini di "lingua materna italiana" sono 151 e quelli di "Lingua materna tedesca" 48. Nel 1939-40, ad esempio, nella IV classe femminile le alunne iscritte inizialmente sono 43, ma viene frequentata solo da 12 alunne: le altre, in seguito alla opzione per la cittadinanza germanica della famiglia, sono dichiarate "cittadine straniere" e non più obbligate alla frequenza. Nel verbale della riunione degli Insegnanti delle scuole di Brunico, Fabres, Teodone, S. Giorgio, Riscone, Perca "indetta dal R. Direttore Didattico" il 9 febbraio 1940 l'insegnante riferisce che le comunicazioni erano molto importanti e si legge: "Si tratta di alcuni schiarimenti riguardanti i corsi di lingua tedesca degli stranieri. Tenuta presente l'emigrazione degli optanti in Germania, il R. Provveditore agli studi, com. Frattini e il presidente della Commissione Germanica stabilirono convenzione formata di 9 punti. Tutti i punti furono letti e spiegati dal R. Direttore. Dalla convenzione appare: I. Vengono tenuti corsi di lingua; in tali corsi ad ogni modo vene escluso il canto e altri insegnamenti. II. Appena sarà noto il giorno di apertura di tali corsi, il R. Direttore avvertirà gli insegnanti dei singoli posti. III. Le lezioni vengono tenute nelle scuole di Stato: quindi mettere via tutto, preferibilmente sotto chiave. Si possono lasciare gli abbellimenti, se nasceranno degli inconvenienti, subito segnalare alla Direzione Didattica. IV. Quando si esce dall'aula, far pulire la tavola nera. V. Si raccomanda la massima comprensione. E' un periodo delicato, ma col tempo le difficoltà diminuiranno sempre più. VI Il fiduciario deve comunicare al R: Direttore tutto ciò che può succedere nel proprio paese. IX. Non devono esistere scuole clandestine. E' stato assicurato che gli insegnanti stranieri saranno rispettosi verso le autorità italiane. Badare che l'avvicinamento non sia urtante. La riunione fu chiusa col saluto al Duce". Le attività delle scuole elementari proseguono seguendo le "consuete ritualità del fascismo". Con lo scoppio della II guerra mondiale iniziano le esercitazioni antiaeree nelle scuole. L'8 settembre 1943, in seguito all'armistizio, le Province di Trento, Bolzano e Belluno entrano a far parte dell' Operationszone Alpenvorland - Zona di Operazione Prealpi: a Brunico e in molti altri comuni dell'Alto Adige le scuole italiane vengono chiuse, mentre vengono riattivate le scuole tedesche (compatibilmente con gli eventi bellici). Le scuole riaprono nell'autunno 1945; dopo gli accordi con le forze militari alleate) vengono istituite scuole in lingua italiana e in lingua tedesca. Il primo verbale delle scuole elementari italiane del dopoguerra è datato 20 novembre 1947: contiene le principali indicazioni per la nuova scuola italiana dell'Alto Adige, defascistizzata, e nella quale viene insegnata anche la lingua tedesca. Nel marzo del 1948 la riunione degli insegnanti di Brunico tratta a fondo l'argomento dell'insegnamento della lingua tedesca nella scuola elementare: l'insegnante Anna Sadler sottolinea la necessità di usare un metodo moderno, di far parlare molto i bambini con "retta pronuncia su pochi argomenti ma ben trattati con chiarezza", per rendere la conversazione la chiave dell'apprendimento, accanto alla recitazione e al canto. Il 10 novembre 1949 la conferenza dei maestri della Pusteria, presieduta dal Direttore Didattico F. Pradi affronta nuovamente la questione dell'insegnamento della seconda lingua "considerata come elemento indispensabile di unione fra i due gruppi etnici della provincia, elemento base per creare una solida ed efficace collaborazione fra uomini di buona volontà. L'argomento trattato anche dal lato didattico è servito ad orientare gli insegnanti, specialmente i più giovani [...] Il direttore ha terminato la sua relazione augurandosi una stretta collaborazione che sarà base di intesa fra gli alunni e le popolazioni". Le scuole elementari di lingua italiana affrontano con grande vitalità i nuovi programmi emanati a livello nazionale nel 1955, poi la nascita della scuola media unica, lo Statuto di Autonomia con l'articolo 19 e le sue norme di attuazione, i nuovi programmi di insegnamento del 1985 attuati in Provincia di Bolzano nel 1989, l'insegnamento in team e il tempo prolungato ed infine la nascita - non senza difficoltà - dell'Istituto Pluricomprensivo. Ma questa è ormai cronaca e la scuola elementare di lingua italiana si presenta alle cittadine e ai cittadini di Brunico con una molteplicità di proposte educativoformative. 3. Il Ginnasio-Liceo “Generale Antonio Cantore”3. 3.1 Il Gymnasium nell’Impero Austro-Ungarico 1869-1918 La Riforma della Scuola elementare di Maria Teresa d’Austria fin dal 1774 aveva garantito il processo di alfabetizzazione in ogni villaggio della grande Stato plurinazionale, introducendo nel contempo il principio del diritto all’insegnamento nella propria lingua madre, ratificato poi dalla Riforma Scolastica del 1869. L’anello debole della politica scolastica austriaca rimase, però, la scuola secondaria, prevalentemente delegata alle confraternite religiose. Anche nell’Austria-Ungheria il Gymnasium, sia privato che statale, era un luogo di elite: frequentavano la scuola destinata alla formazione della classe dirigente solo i figli delle famiglie altolocate; qui, come nel Regno d’Italia, il selettivo e durissimo esame di maturità e la presenza del greco e del latino come discipline curricolari fondamentali accanto alla lingua tedesca rappresentavano i cardini dello studio ginnasiale. Nel 1908 nasce il Realgymnasium, articolato in otto anni di corso dove, a partire dalla terza classe, il greco antico veniva sostituito da una lingua moderna e dove maggiore spazio era attribuito alle materie scientifiche. Nell’autunno venne approvata la riforma dei piani di studio e dei programmi per il Gymnasium e la Realschule, caratterizzati da una riduzione delle ore destinate al latino nelle prime due classi e da un aumento delle discipline scientifiche. La prima guerra mondiale interruppe il complesso processo di riforma della scuola secondaria austriaca. All'indomani dell’annessione del Tirolo del sud al Regno d’Italia (1918-19) esistevano nel territorrio le seguenti scuole secondarie: Il Gymnasium privato dei Francescani a Bolzano; Il K. K. Relagymnasium riformato a Bolzano; la Städtische ( 4 classi) Höhere Töchterschule a Bolzano; Il K. K. Stiftsgymnasium der Augustiner-Chorenherren von Neustift, a Bressanone; Il fürstbischöpfliche Privatgymnasium mit Öffentlichkeitsrecht Vicentinum a Bressanone Il K.K. Gymnasium der Benedektiner von Marienberg a Merano La Städtische Privat-Realschule mit Öffentlichkeitsrecht a Merano Una sezione tedesca del Ginnasio statale a Trento. La scuola professionale era così distribuita sul territorio: a Bolzano la Bau- und Kunsthandwerkerschule, trasformata poi in K. K. Staats-Gewerbeschule; a Merano la Pensionats-Handelsakademie für Knaben mit Öffentlichkreisrecht, gestita dai Padri delle scuole cristiane; a St. Ulrich in val Gardena la K. K. Fachschule für Zeichnen und Modellieren.4 A Brunico non esistevano scuole secondarie, tranne la Gewerbliche Fortbildungsschule istituita nel 1890 e divenuta poi nel 1919 la Scuola complementare per apprendisti e anche il Convento delle Suore Orsoline, sorto nel 1741, educava le bambine nel leggere, scrivere e far di conto e nell’economia domestica. A partire dalla istituzione del Ginnasio, molte studentesse dei paesi vicini, soggiornarono nel Collegio e frequentarono le scuole secondarie presso il Ginnasio “Cantore”. 3.2 1923-24: nasce il Ginnasio “Generale Antonio Cantore” a Brunico. Gran parte del lavoro di ricostruzione della storia del Ginnasio-liceo di Brunico è stato possibile grazie all’archivio della scuola, in cui si conservano gran parte dei registri, delle relazioni finali e della corrispondenza intercorsa tra la Presidenza e i diversi uffici interessati tra il 1923/24 e oggi. Una parte della documentazione è stata ritrovata negli archivi della Intendenza Scolastica Italiana di Bolzano.5 Le scuole in lingua italiana nascono all'indomani dell'annessione del Tirolo del sud al Regno d'Italia e da questo "peccato originale" sono segnate per molto tempo. Inzialmente dovevano servire ai figli dei funzionari, dei militari, del personale dello stato che si trasferiva nelle cosiddette "nuove province" per far funzionare l'amministrazione italiana. In un secondo momento sono diventate strumento per il fascismo per perpetrare la politica di italianizzazione della popolazione locale. Nel corso degli anni, e soprattutto all'indomani dell'Accordo di Parigi, con lo sviluppo delle diverse scuole per i tre gruppi linguistici, la riflessione sulla scuola si è orientata più sugli aspetti di qualità, rispetto alle ideologie, liberando la scuola in lingua italiana di quel "peccato originale". Infatti l'intento di italianizzazione emerge già nel primo ed unico Annuario pubblicato dalla scuola, nel quale il preside prof. Luigi Valandro nel 1928 ricostruisce le vicende che hanno portato alla istituzione del Ginnasio di Brunico e scrive: “Per impulso del senatore Ettore Tolomei e per efficace interessamento del R. Provveditore agli studi comm. L. Molina il Governo nazionale con R. D. del 27 settembre 1923 n. 2211 decise di dar vita nel centro della Pusteria, a Brunico, ad un Ginnasio italiano, aprendovi subito la prima classe. La Pusteria, valle importantissima dell’Alto Adige, posta tutta lungo il confine austriaco tra gli storici passi (percorsi dalla strada erariale di prima classe e dalla ferrovia internazionale) di Dobbiaco e del Brennero, sente maggiormente gl’influssi del settentrione, mentre le comunicazioni verso il mezzogiorno non sono, finora, tanto facili, come potrebbero e dovrebbero essere. A San Candido s’apre la valle di Sesto, da Dobbiaco partono la strada e la ferrovia, a scartamento ridotto, che conducono alla meravigliosa conca di Ampezzo e nel regno delle Dolomiti, mentre a Brunico convergono la Valle Aurina, che termina nella Vetta d’Italia (la cima più settentrionale del Regno) e la valle di Badia, abitata da antichissime genti italiche. Compito del nostro istituto doveva essere ed è guadagnare alla nuova patria gli animi dei giovanetti di queste valli estreme, e, per essi, ridare a queste popolazioni la coscienza italiana interamente perduta od offuscata da secoli di dominio straniero. Il prof. Cav. G. Roberti, allora addetto al R. Provveditorato agli studi, ora preside della R. Scuola complementare di Trento, venne ai primi di ottobre 1923 a Brunico per iniziarvi le pratiche necessarie per l’apertura del nuovo Istituto, che nel dettaglio vennero poi curate dal direttore della scuola elementare italiana cav. G. B. Speri-Trombón (fino ad allora la scuola elementare di Brunico era divisa nelle due sezioni: tedesca e italiana). Il dr. A. Zancanella, incaricato dal R. Provveditore, esaminò insieme al predetto direttore 17 candidati alla classe prima, che venne poi subito aperta iniziandovi le lezioni. Il 15 novembre il Ministero nominava preside incaricato il Dr. Guido Fogolari che assunse l’ufficio il 17 novembre e l’insegnamento dlele materie letterarie nell’unica classe prima aperta, mentre la matematica era insegnata dal Dott. A. Zancanella, direttore didattico incaricato del Circolo di Brunico. Il 18 novembre, con speciale cerimonia, avvene l’inaugurazione ufficiale dell’Istituto dedicato al nome dell’eroico generale Antonio Cantore, caduto nei primi mesi della guerra sulle Tofane quasi in cospetto della Pusteria. Alla festa erano presenti il prefetto della Venezia Tridentina G. Guadagnini, il R. Provveditore agli studi comm. L. Molina, il sindaco Dr. R. Hibler ed altre personalità. Il Dr. Guido Fogolari, anima aperta ad ogni buona iniziativa, consacrò tutto se stesso al nuovo Istituto e visse la vita dei propri scolari, dai quali fu, a vicenda, molto amato e stimato. Diede inizio alle due Biblioteche (degli insegnanti e degli scolari) ed alla Collezione didattica. Gli scolari ebbero borse di studio e mezzi pecuniari per intraprendere numerose gite: memorabile tra queste la gita a Venezia (28 maggio – 4 giugno 1924) durante la quale gli scolari, vestiti da alpini, furono accolti con grande entusiasmo dalla popolazione e fraternamente trattati dai loro compagni di Verona e di Venezia, dove per la prima volta in vita loro poterono ammirare le bellezze d’arte della nuova Patria.”.6 L’anno successivo la direzione della scuola cambia e a Guido Fogolari subentra il prof. Luigi Valandro, preside del R. Liceo Femminile di Rovereto. “Le lezioni, per mancanza di insegnanti vennero continuate a mezze giornate sino al 7 novembre, dal qual giorno ebbero principio le lezioni regolari”. Le materie insegnate erano: religione, italiano, latino, storia, geografia, matematica, educazione fisica. Il tedesco era insegnato solo in seconda. “L’inconsueta distribuzione della materia, specialmente nella classe prima, fu dovuta a questo che gli alunni della classe prima, quasi tutti alloglotti (28 alloglotti su 32 scolari) non avevano, al principio dell’anno scolastico che scarsissime nozioni di italiano. All’ottimo metodo del Dr. A. Zancanella, che conoscendo bene il tedesco, sapeva valutare le difficoltà che i suoi alunni avrebbero incontrrato nell’apprendimento della lingua italiana, ed in genere alla costanza ed alla pazienza degli insegnanti, nonché alla buona volontà degli alunni, si deve se questi alla fine dell’anno scolastico, arrivarono ad esprimersi a a scrivere sufficientemente in italiano.” L’istituto disponeva solo di due locali per le due classi e “di una ex cucina semiaperta per le collezioni didattiche e d’uno sgabuzzino, in dipendenza del locale d’ufficio della R. Direzione didattica, per il preside e gl’insegnanti. Sul medesimo piano era insediata una famiglia ed erano collocate due classi della scuola elementare. Un’inserviente provvisoria si vedeva un po’ nelle primissime ore del mattino e poi spariva. La pulizia lasciava molto a desiderare. Non potendo in questa maniera andare avanti decentemente il R. Provveditore agli studi ufficiò il Comune a provvedere, il quale promise di mettere a disposizione del Ginnasio tutto il primo piano dell’edificio e di cominciare i lavori di restauro necessari subito finite le lezioni, al più tardi ai primi di agosto.” L’anno scolastico 1925-26 si aprì in ritardo, perché i lavori di “restauro dei nuovi locali” non erano stati completati: le lezioni dovevano iniziare regolarmente il 15 ottobre, invece vennero rinviate al 26 ottobre.“L’Istituto si trovò ora collocato in locali abbastanza decenti nel primo piano del palazzo comunale. Rimase però il grave inconveniente della servitù di passaggio che sarebbe stata tolta, se il Ginnasio fosse stato addirittura messo al secondo piano, giacché così si sarebbe evitato il molesto passaggio attraverso il corridoio dell’Istituto e, non rare volte, l’entrata nelle stesse aule scolastiche, delle persone che, per i loro affari, devono portarsi al secondo piano, dove hanno sede gli uffici del Comune, delle Assicurazioni provinciali ed, in allora, quelli pure delle Imposte dirette. Anche la pulizia dei locali poté ora essere meglio curata con una brava bidella in servizio permanente. Per riflesso, le migliori condizioni di ambiente e di pulizia influirono favorevolmente sull’animo dei giovinetti che sentirono meglio la scuola e con essa l’amore alla disciplina e alla volontà allo studio. In quest’anno vennero aperte le tre prime classi del Ginnasio” Il dr. Ladislao Mittner venne incaricato per l’insegnamento della lingua tedesca. L’ Annuario del 1923-28 si apre proprio con un dotto saggio di Mittner sulla Classificazione semasiologica degli ausiliari, un saggio di psicologia linguistica sui verbi ausiliari, il loro significato e la loro storia, spaziando attraverso tutte le lingue europee, ma soffermandosi soprattutto sulla relazione tra italiano e tedesco. Mittner rimase a lungo docente presso il Ginnasio di Brunico. Successivamente fu docente di letteratura tedesca all’Università di Venezia, Ca’ Foscari.7 Complessivamente gli alunni furono 52 (32 maschi e 20 femmine), di cui 35 di lingua tedesca e 17 di lingua italiana. Nel 1926-27 il Ginnasio completa il corso con tutte 5 le classi: viene organizzata una grande festa di inaugurazione dell’anno scolastico. Si apre il corso serale di lingua tedesca e di lingua francese. Il 15 febbraio Il 15 maggio si celebra la Festa del Libro, “i docenti spiegano il significato della festa e l’alta importanza del libro”. 18 maggio: “Festa degli alberi. Gli alunni sono condotti sulla collina a sud di Brunico, dov’è loro spiegata l’importanza del bosco quale coefficiente dell’economia nazionale e della bellezza del paesaggio. “Dall’On. Ministero l’Istituto ebbe in dono un apparecchio radio.” Nel 1927 iniziarono il corso serale di tedesco, quello di italiano per progrediti e quello di francese. I prof. Mittner e Petrolli insegnarono nel corso di italiano per adulti di lingua tedesca, aperto dall’ONAIR (Opera Nazionale per l’Italia Redenta). Inoltre vennero tenute numerose conferenze su tematiche diverse (dalla geografia all’apologia delle azioni del regime fascista) per gli scolari e le famiglie. Frequentarono il Ginnasio: 39 studenti, di cui 12 femmine e 27 maschi, 18 di lingua tedesca e 21 di lingua italiana. 3.3 Gli anni Trenta Gli anni Trenta sono caratterizzati dal consolidamento del regime fascista e dalla completa fascistizzazione della scuola in Alto Adige, operazione realizzata attraverso le discipline scolastiche, l’introduzione della propaganda nazionale e culturale, le conferenze pubbliche su tematiche legate alla politica coloniale, all’Impero, alle realizzazioni del fascismo. Il Regio Ginnasio “Generale Antonio Cantore” di Brunico non si sottrae a questa situazione: nei verbali del Collegio dei Professori e nelle relazioni finali dei Presidi Giuseppe Fornari (dal 1930 al 1932), il Preside Giovanni Zanetti (dal 1932 al 1936), il professor Luigi Pecoraro ( dal 1936 al 1938), il prof. Sergio Cammelli (per l’anno scolastico 1938-39), il Preside Domenico Pandini (dal 1939 al 1959) emergono alcuni dati interessanti. Davanti al Collegio dei professori nel 1933 il Preside Giovanni Zanetti annuncia: “per intensificare l’attività didattica, la propaganda nazionale e culturale dell’istituto si bandiscano periodicamente temi di italiano con premi e in generale concorsi e premi di diverse specie ai più meritevoli. Sarà pubblicato periodicamente un giornalino poligrafato redatto dagli alunni del Ginnasio; questo giornalino verrà diffuso anche fuori della scuola. Si istituiranno anche quest’anno corsi serali, gratuiti e a pagamento, di lingua italiana e di lingue straniere, come pure un corso pomeridiano per i candidati che si presenteranno alla ammissione della prima ginansiale, dato il risultato veramente lusinghiero che si è ottenuto l’anno scorso.” (Verbale del Collegio dei professori del 16 ottobre 1933) Nel 1938-39: entrano in vigore le leggi razziali. Dal verbale del Collegio dei Professori del 19 ottobre 1938 “Attenendosi alle recenti norme impartite dal Ministero si sono accuratamente esaminati gli autori per vedere se fossero ebrei e per qualche nome sospetto si è deciso di chiedere ulteriori informazioni.” Scrive il Preside Pandini nella sua relazione finale nel giugno 1939: “ Variazione ai libri di testo. Si sono conservati per la massima parte i libri di testo dell’anno avanti. Gli unici mutamenti riguardano i testi di geografia e di matematica che si sono dovuti eliminare, perché compilati da autori ebraici.”. Poi prosegue lamentando le condizioni di vita e di lavoro: la sua abitazione distava due chilometri dalla scuola e doveva percorrerla con ogni tempo e stagione a piedi 4 volte per un totale di 8 chilometri al giorno. “Ora non per me, che in fondo sono abbastanza allenato ad un tenore di vita rude e scomoda, ma in generale io sostengo che è anche una questione di decoro. Un Preside, sia pure di seconda categoria, riveste, specialmente in un piccolo centro una posizione sociale abbastanza ragguardevole; questa, anche per la dignità della scuola, non deve essere per nulla menomata, e un Preside, costretto con la sua famiglia a simili condizioni di vita, finisce per scapitare agli occhi dell’opinione pubblica, la quale non trova difficoltà a paragonarlo a un portalettere di campagna continuamente in moto da un casolare all’altro”. Nel 1938 gli iscritti sono complessivamente 74, di cui 47 di lingua italiana e 27 di lingua tedesca. La guerra è alle porte: il 15 novembre 1939 il Preside Pandini annuncia al collegio dei Professori: “ Giusta la disposizione del Superiore Ministero anche durante il corrente anno scolastico, ciascun insegnante di materie letterarie dovrà impartire nella propria classe l’insegnamento della protezione antiaerea”. Vengono anche introdotti vari esperimenti di lavoro manuale, per un massimo di due ore settimanali: “rilegatura di libri della biblioteca degli alunni e riparazione delle carte geografiche e di cartelloni murali; piccoli lavori di falegnameria; trasporto dei rottami di ferro dalla Scuola alla Sede del Fascio; lavori di cucito, maglieria e ricamo; esperimenti ed esercitazioni di economia domestica presso l’Educandato delle Orsoline; giardinaggio, da praticarsi naturalmente nella buona stagione, in un piccolo appezzamento gentilmente messo a disposizione del Ginnasio dall’Educandato delle Orsoline” 3.4 Gli anni Quaranta Gli anni Quaranta sono segnati dalla entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania nazista, dall’armistizio e dall’occupazione nazista e l’annessione dell’Alto Adige alla Zona di Operazioni Prealpi (Operationszone Alpenvorland), alla liberazione e fine della seconda guerra mondiale, dal referendum per la Repubblica, dai trattati di pace e dall’Accordo De Gasperi - Gruber, alla nascita del Primo Statuto di Autonomia. Tutti questi avvenimenti che rendono densa e complessa la storia di quel decennio, nei documenti ufficiali sembrano solo scalfire la vita del Ginnasio di Brunico. Il Preside Domenico Pandini nella relazione finale del 1939-40 parla dell’avvio dell’anno scolastico “regolarmente il 16 ottobre”, descrive “per sommi capi quella che dovrà essere la nuova scuola italiana, alla quale la ‘Carta della Scuola’ dischiude nuovi orizzonti ed imprime un indirizzo più conforme alle mutate esigenze sociali e politiche”. La sede della scuola, a decorrere dall’ottobre 1938, è posta “in un corpo di edificio ceduto in affitto dall’educandato delle Orsoline. Si tratta di una sistemazione provvisoria, giacché da molto tempo è sentito il desiderio di una costruzione nuova, destinata appositamente ed esclusivamente per l’Istituto d’istruzione media”. Ricca è la dotazione di materiale scientifico e didattico, anche se talvolta “le carte geografiche sono logore e andrebbero sostituite”, le biblioteche dei Professori e degli alunni contano “di pregevoli opere di argomento vario”, compresa l’Enciclopedia Italiana Treccani “completa anche nei volumi di Appendice; né va dimenticata l’enciclopedia francese Larousse”. La biblioteca professori conta 1865 volumi, quella degli alunni 640. La relazione prosegue descrivendo il buon funzionamento della scuola, sia sul piano didattico che su quella disciplinare: “quanto alla disciplina, tutti gli insegnanti hanno saputo tenerla ottimamente" “In conformità delle disposizioni ministeriali, – scrive il Preside Pandini – si sono fatti durante l’anno alcuni esperimenti di lavoro, sotto la direzione del Preside e con l’assistenza dei Professori. Si sono attuate le seguenti forme di lavoro: lavori di traforo, ai quali dopo il primo mese si sono sostituiti piccoli lavori di falegnameria”, a cui hanno partecipato 12 alunni, per un’ora e mezza alla settimana; rilegatura dei libri della Biblioteca degli alunni (7 alunni), sempre per un’ora e mezza alla settimana; cucito e ricamo (6 alunne), per due ore settimanali; economia domestica, in collaborazione con l’Educandato delle Orsoline (16 alunne), per 2 ore settimanali. Nel corso dell’anno scolastico “si è tenuto un corso di protezione antiaerea. L’insegnamento è stato impartito dagli insegnanti di materie letterarie [...] (circa un quarto d’ora alla settimana in ciascuna classe). Sono stati fatti esperimenti di sfollamento dalle aule”. L’edificio ha a disposizione dei locali sotterranei molto spaziosi “che possono contenere comodamente una scolaresca anche numerosa e costituiscono un sicuro ricovero in caso di allarme”. Prosegue poi la relazione del Preside Pandini, datata 28 novembre 1940: “In base agli accordi italo-germanici per l’emigrazione delle genti altoatesine, quasi tutti gli alunni allogeni hanno optato per la cittadinanza tedesca, pur continuando, pressoché nella totalità, a frequentare le lezioni fino al termine dell’anno scolastico; ma anche se si fossero ritirati durante l’anno, l’Istituto non si sarebbe eccessivamente spopolato, perché essi non costituivano nemmeno un terzo della scolaresca. A questo proposito giova osservare che l’elemento italiano è venuto progressivamente aumentando in questi ultimi anni, mentre l’elemento allogeno è rimasto stazionario, se pure non è diminuito, quantunque la città e la regione siano tuttora abitate in grandissima prevalenza da gente alloglotta. E’ agevole quindi pensare che dall’esodo di questa nessun pregiudizio deriverà all’Istituto; anzi, a mano a mano che agli emigrati si sostituiranno cittadini delle vecchie province, la frequenza della scuola risulterà anche maggiore di quella che fu e che è attualmente. Pertanto la Scuola Media, che prenderà il posto del Ginnasio, avrà con tutta probabilità una considerevole popolazione scolastica, che sarà anche maggiore se in continuazione ad essa si vorrà istituire a Brunico una scuola dell’Ordine Superiore. L’idea non è nuova; or non sono molti anni furono avviate pratiche per l’istituzione di un Liceo Classico; le difficoltà sopra tutto di carattere finanziario, che vi si opponevano, per quanto grandi non erano insormontabili; [...]l’istituzione della Scuola Media viene ad aggravare la situazione; vi sarà un corso di studi che durerà tre anni invece che cinque; da ciò l’inconveniente, non certo trascurabile, di dover abbandonare la città due anni prima”. Nel 1940-41, in seguito alla progressiva attuazione della “Carta della Scuola”, sono state soppresse le classi prima e seconda. “Malgrado il perdurare dello stato di guerra, l’attività scolastica si è svolta regolarmente”, scrive il Preside nella sua relazione finale Nel 1940/41 gli alunni iscritti sono: classe terza 14, classe quarta 14, classe quinta 5. L’8 settembre 1943, con l’armistizio e l’occupazione nazista del territorio, divenuto parte integrante della cosiddetta “Zona di Operazione Prealpi – Operationszone Alpenvorland”: la scuola vive un forte travaglio. Nel verbale del Collegio dei Professori del 4 Ottobre 1943 si legge: “Dapprima il Preside legge la lettera con la quale il R. Provveditore, d’intesa coll’autorità germanica, dispone che gli esami della sessione autunnale si svolgano soltanto oralmente nei giorni 4, 5 e 6 Ottobre. Successivamente ricorda le disposizioni generali relativamente agli esami”. Sono presenti solo 3 insegnanti. Il 7 Ottobre si annota “si è però d’accordo nel riconoscere le eccezionali condizioni belliche, politiche ed economiche che sono venute determinandosi negli ultimi mesi, creando gravi e serie preoccupazioni nell’animo di tutti gli Italiani, non hanno permesso ai giovani di attendere colla dovuta serietà agli studi. Pertanto la Commissione è concorde nel concedere la promozione anche a quei candidati che, pur non essendo risultati del tutto negativi, avrebbero tuttavia dovuto curare maggiormente la loro preparazione”. La scuola rimane chiusa dal 1943-44 al 1944-45 per ordine del commissario supremo germanico per la "Zona d’operazioni delle Prealpi". Riapre alla fine della guerra, nel settembre 1945, con 10 alunni iscritti. Rinasce la scuola tedesca e il Ginnasio riprende un ritmo di vita quasi normale: si tratta di ricostruire materialmente e culturalmente tutta la scuola, per renderla davvero strumento di formazione della nuova coscienza democratica, capace di fare della pace una reale opportunità per valorizzare la ricchezza che proviene dall’incontro e dalla convivenza tra i diversi gruppi linguistici. Sono gli anni dell’Accordo Degasperi – Gruber, della tutela internazionale della minoranza linguistica, del lungo cammino verso l’autonomia. 3.5 Gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta La crisi e le incertezze del dopoguerra lasciano lentamente il posto allo sviluppo economico e la scuola nel complesso risente di queste trasformazioni. I verbali e le relazioni finali del preside riportano solo problemi scolastici: la distribuzione degli incarichi tra gli insegnanti all'inizio dell'anno scolastico, l'assegnazione dei voti alla fine dei trimestri, l'ammissione agli esami e gli esami di ammissione, gli esami di riparazione. Il ritmo della scuola è scandito dai suoi tempi interni, e nulla sembra turbare la quotidianità di questa piccola scuola di periferia: nessun accenno a quello che succede nel mondo; il "vento del '68" non tocca le scuole di Brunico, mentre a Bolzano e a Trento qualcosa si agita e fa parlare di sé stando ai verbali sembrerebbe che persino il movimento del '68 con tutte le implicazioni che ha per e nella scuola a Brunico sembra non esistere. Un accenno a “ciò che succede nel mondo” lo si ha solo in una relazione del 1964 dove il preside riferisce della sua partecipazione assieme agli insegnanti della scuola ai funerali di alcun militari morti in seguito agli attentati terroristici della metà degli anni Sessanta. La scuola cresce e aumenta gli iscritti dal Verbale della seduta del 29 ottobre 1953 (scuola Media) Il giorno 29 ottobre 1953 alle ore 18 ha avuto luogo nella stanza della Presidenza la prima seduta ordinaria dell'anno scolastico 1953-54. [...] Il Preside notifica quindi che il provveditore agli Studi ha autorizzato lo sdoppiamento della classe seconda, per cui nell'anno in corso le classi doppie saranno due; la prima e la seconda. Le sezioni parallele saranno promiscue e avranno ugual numero di tanto di maschi che di femmine. Per mancanza di locali si dovranno seguire due turni, l'antimeridiano e il pomeridiano. Alla fine degli anni Cinquanta si introduce una nuova disciplina: l'educazione civica dal Verbale del 7 novembre 1958 Il giorno 7 novembre 1958 alle ore 17 si è riunito nella stanza della Presidenza in seduta straordinaria il Collegio dei Professori per la trattazione del seguente oggetto: Adozione per l'anno scolastico in corso del testo per l'insegnamento dell'Educazione civica”. [...] Legge e illustra la circolare del Provveditore [...] la quale, fra l'altro, stabilisce che la nuova materia deve essere parte integrante dei programmi di storia di tutti gli istituti d'Istruzione Media e che l'insegnamento di essa dovrà pertanto essere di competenza del docente di storia. [...] Circa il libro da assumere in adozione [...] vien fatto rilevare che i vari testi [...] espongono i diversi argomenti della nuova disciplina press'a poco secondo un medesimo schema e senza sostanziale differenza di contenuto e ripartizione per cui si ritiene che nella scelta deva prevalere il criterio del prezzo. Gli anni Sessanta sono caratterizzati dall'autorizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione alla apertura del Liceo Classico: fino ad ora gli studenti e le studentesse potevano frequentare le prime due classi ginnasiali a Brunico e poi per il Liceo dovevano trasferirsi a Bressanone, a Bolzano o a Merano dal Verbale del 25 novembre 1966 (Ginnasio) Il giorno 25 gennaio 1966 alle ore 16 ha avuto luogo nell'ufficio della Presidenza la prima seduta ordinaria dell'anno Scolastico 1966-67 [...] La preside [...] legge la lettera del Provveditorato agli Studi di Bolzano [...] nella quale è contenuta la seguente comunicazione: “Il Ministero della Pubblica istruzione, con telegramma n. 3222 del 9/9/1966 comunica che con provvedimento in corso è istituito in codesta città, con decorezzenza dal 1 ottobre 1966 un liceo classico in lingua italiana con sviluppo graduale iniziando dalla 1 classe.” Nel 1969 vengono aboliti gli esami di ammissione al liceo e vengono modificate le modalità di svolgimento della Maturità dal Verbale del 13 giugno 1969 (Ginnasio) Il giorno 113 giugno 1969 alle ore 16 ha avuto luogo nell'ufficio della Presidenza la sesta seduta ordinaria dell'anno Scolastico 1968-69 [...] Il preside [...] notifica che, giusta le nuove disposizioni,, sono aboliti gli esami di ammissione al liceo classico e che pertanto gli alunni della classe quinta potranno accedere alla classe prima liceale semplicemente per effetto dei voti riportati allo scrutinio finale. dal Verbale del 6 settembre 1969 (Ginnasio) Il giorno 6 settembre 1969 alle ore 10 ha avuto luogo nell'ufficio di Presidenza l'ottava seduta ordinaria dell'anno scolastico 1968-69 per l'assegnazione definitiva dei voti agli alunni che nella sessione autunnale hanno sostenuto prove di riparazione alla classe successiva. [...] La preside informa che tutti e cinque alunni componenti la scolaresca della classe terza liceale hanno sostenuto nella scorsa sessione estiva gli esami di maturità classica e che tutti cinque sono stati dichiarati maturi; aggiunge che ciò è motivo di legittima soddisfazione, perchè trattasi dei primi allievi che hanno compiuto l'intero ciclo di studi classici nel Ginnasio e successivamente nel Liceo di Brunico di recentissima istituzione. E gli anni Settanta si aprono con una serie di raccomandazioni sul comportamento di studenti e di insegnanti a scuola: dal Verbale del 26 Novembre 1972 (Ginnasio) Il giorno 26 novembre 1972 alle ore 15 ha avuto luogo nell'ufficio di Presidenza la prima seduta ordinaria dell'anno scolastico 1971-72.Argomento in oggetto: funzionamento della Scuola. [...] La preside raccomanda agli insegnanti di collaborare al mantenimento della disciplina: i ragazzi devono essere abituati al rispetto dell'autorità, anche senza che questa venga fatta pesare; ribadisce il divieto per i professori di fumare in classe e fa appello al loro senso di responsabilità perché ognuno faccia opera di persuasione tra i giovani onde distoglierli dal desiderio, se non già dall'abitudine di fumare. 4. Conclusione Gli ultimi decenni del Novecento sono cronaca recente e sono segnati da mutamenti profondi nell’assetto della scuola superiore: gli organi collegiali, la partecipazione studentesca, le riforme dei programmi, l’autonomia scolastica e – per concludere – la razionalizzazione che porta alla nascita degli Istituti Pluricomprensivi. Il Liceo di Brunico prende parte attiva a queste trasformazioni. Ottanta anni sono molti: ci consentono uno sguardo di lunga durata e ci conducono nel nuovo millennio; ci fanno cogliere anche i cambiamenti che hanno permesso alla scuola di sopravvivere a guerre e conflitti. Si ringrazia per la collaborazione tutti coloro che in diverso modo hanno partecipato a “fare memoria” per aiutare tutti a stemperare i ricordi, senza nostalgia o rancori, per prendere quella giusta distanza che permette la costruzione della storia. I Presidi del Ginnasio Liceo di Brunico 1923-24: dr. Guido Fogolari. 1924-25 : prof. Luigi Valandro, fino al 1926-27. 1927-28 : prof. Luigi Valandro sostituito dal prof. Giuseppe Fornari. 1928-29 : prof. Luigi Valandro fino al 1929-30. 1930-31: dott. Giuseppe Fornari, preside dal 25 gennaio 1931, sostituisce il preside Valandro 1931-32: dott. prof. Giuseppe Fornari. 1932-33: prof. Giovanni Zanetti. 1936-37 prof. Giovanni Zanetti poi trasferito al Liceo ginnasio di Gorizia / prof. Pecoraro. 1937-38: prof. Luigi Pecoraro. 1938-39: prof. Sergio Cammelli, insegnante di materie letterarie. 1939-40: prof. Domenico Pandini, prende servizio effettivo nel gennaio 1939 fino al 30/9/1964. 1964-65: prof.ssa Giovanna Pandini fino al 31/8/1996. 1996-97: prof. Carlo Gallesi. 1997-98: prof.ssa Caterina Sommella. 1998-99: prof. Renzo Roncat. 1999-2001: prof. Roberto Chistè. dal 2001 Dr. Tullio Lott, dirigente scolastico Per saperne di più - - - - CANESTRI G., Centoventanni di storia della scuola 1861/1983, Torino 1983; CESFOR (a cura di/Hrsg.), Davanti e dietro i banchi. Ottant’anni di scuola in Alto Adige, Bolzano 2000. COSSETTO M., Per una storia della scuola in Italia 1861-1993, in PÄDAGOGISCHES INSTITUT BOZEN UND PÄDAGOGISCHES INSTITUT INNSBRUCK, Auf den Spuren der eigenen Schulgeschichte, Lana (Merano) 1993, pp. 67-81. COSSETTO M., Storie di maestri e maestre. Esperienze di alfabetizzazione e di istruzione tra le valli dell’Inn e dell’Adige nel XIX e nel XX secolo, in: COSSETTO M. (a cura di/hrsg.), Fare storia a scuola. I passaggi e gli intrecci, vol. II/Bd 2., Bolzano 1999, pp. 357-436. COSSETTO M., Bolzano 1900: storie di scuole, nazionalismi e plurilinguismo, in Tabelloni Didattici Schulwandbilder, Museo della Scuola Schulmuseum, Comune di Bolzano, Bolzano dicembre 2001 COSSETTO M., Breve cronologia della storia della scuola in Provincia di Bolzano tra Settecento e Novecento, in Museo della Scuola Schulmuseum, Comune di Bolzano, Bolzano 1997. COSSETTO M., FOGALE P., 1924-2004: gli ottanta anni del Ginnasio-Liceo di Brunico, in "STORIA E", anno 2, n. 1, aprile 2004, pp.36-51. ENGELBRECHT H., Geschichte des österreichischen Bildungswesens, Bd. 3, Wien 1984. RICUPERATI G., La scuola dell'Italia unita, in Storia d'Italia, I documenti, vol. 5/II, Torino 1973. SCOTTO DI LUZIO A., Il liceo classico, Bologna 1999. SEBERICH R., Südtiroler Schulgeschichte, Bozen 2000 TIROLER GESCHICHTSVEREIN, Option Heimat Opzioni. Eine Geschichte Südtirols - Una storia dell’Alto Adige, , Catalogo della mostra, Bozen- Innsbruck 1989. VILLGRATER M., Katakombenschule. Faschismus und Schule in Südtirol, Athesia, Bozen, 1984 NOTE 1 Milena Cossetto, pusterese di nascita, è dirigente scolastica, pubblicista, docente di "Didattica della storia" presso la Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano. Dirige la rivista della Intendenza Scolastica Italiana "STORIA E" ed è responsabile del Lab*doc storia/Geschichte - il laboratorio di storia per l'aggiornamento dei docenti e la ricerca storico-didattica. Collabora cn il Museo della ScuolaSchulmuseum della Città di Bolzano nell'area della sttoria della scuola e dlele istituzioni formative locali ed europee. Coordina la ricerca sugli archivi scolastici in Provincia di Bolzano. [email protected] www.emscuola.org/labdocstoria 2 Tullio Lott, attuale dirigente scolastico dell’Istituto Pluricomprensivo 3 Antonio Cantore nacque a Sampierdarena nel 1860; uscito dalla Scuola Militare di Modena nel 1886, prestò dapprima servizio, quale ufficiale inferiore, in fanteria; raggiunto, quindi, il grado di maggiore, dopo aver seguito i corsi della Scuola di guerra passò negli alpini dove raggiunse prima il grado di colonello, fino alla nomina a generale. Durante la Prima Guerra Mondiale fu al comando di diverse brigate sui monti Lessini (Verona), ad Ala ed infine sulle Dolomiti di Cortina (Il Castelletto e le Tofane). Fu colpito in tricea da un cecchino - secondo le ricostruzioni dell'epoca. Fu decorato di Medaglia d’Oro e divenne subito un eroe leggendario, il primo generale caduto in prima linea accanto ai suoi soldati, e come tale lo ha immortalato, non senza retorica, la storiografia ufficiale (“la morte tra questi monti diventa sempre leggenda” è stato scritto). 4 Cfr. SEBERICH R., Südtiroler Schulgeschichte, Bozen 2000. 5 Un particolare ringraziamento va al personale di segreteria dell’Istituto Pluricomprensivo di Brunico, oltre che agli addetti agli archivi della Sovrintendenza Scolastica. Si ringraziano inoltre la prof.ssa Elena Farruggia (progetto storia Istituto Pedagogico italiano), il dott. Pietro Fogale, la dott.ssa Germana Albertani e la dott.ssa Emanuela Diodà per la preziosa collaborazione nella ricerca d'archivio. 6 Valandro L., Attività didattico-culturale dell’Istituto. A. Cronistoria. I. Anno scolastico 1923-1924, in Annuario del Regio Ginnasio Gen. Antonio Cantore di Brunico. Anni scolastici 193-24, 1924-25, 1925-26, 1926-27, 1927-28, Rovereto 1928, pp. 35-37. 7 Ladislao Mittner nasce a Fiume nel 1902, da padre ungherese, fortemente legato al mondo multiculturale e plurilinguistico dell’impero asburgico, ebbe una formazione mitteleuropea. A Brunico dall’anno scolastico 1925-26 al 1934-35 insegna quale docente ordinario nel Regio Ginnasio “Generale Antonio Cantore” lingua e letteratura tedesca, partecipa attivamente alla vita scolastica ed extrascolastica della cittadina della Pusteria e tiene i primi corsi serali di tedesco. Viene chiamato a Roma a far parte della Commissione d’esame per l’abilitazione all’insegnamento del tedesco nelle scuole secondarie. Docente di letteratura tedesca e filologia germanica all’Istituto di economia e Lingue straniere di Venezia, fu tra i primi fautori della critica stilistica e fece conoscere in Italia l’opera di Leo Spitzer. Utilizzò nei suoi studi anche metodi derivati dalla psicologia e dalla sociologia, riuscendo a collocare il discorso letterario all’interno di un ampio panorama storico, politico e sociale, che comprendeva anche la musica e le arti figurative. Ha formato decine di giovani, oggi affermati studiosi della cultura e letteratura tedesca quali il filosofo Vittorio Mathieu, Giuliano Baioni, Claudio Magris e altri ancora. Membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei dal luglio 1968, fu autore di numerosi libri scolastici, saggi e studi sulla cultura e la letteratura tedesca. La sua opera maggiore è comunque la vasta Storia dlela letteratura tedesca, pubblicata in più volumi (il primo nel 1964 e l’ultimo postumo nel 1977) ed edita da Einaudi. Muore a Venezia il 5 maggio 1975.