BRUNICO- DORFBUCH con foto

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BRUNICO- DORFBUCH con foto
Le scuole in lingua italiana di Brunico
di Milena Cossetto1 con la collaborazione di Tullio Lott 2
1. Premessa
Da alcuni anni si è avviata nelle scuole di lingua italiana della Provincia di Bolzano una
articolata ricerca sulla storia delle scuole e delle istituzioni educative, utilizzando diverse
fonti d'archivio ed attingendo soprattutto agli archivi scolastici, fino ad ora fonti inesplorate
per la ricerca storica. Lo studio, coordinato dal Lab*doc storia/Geschichte dell'Intendenza
Scolastica Italiana (il laboratorio di storia che si occupa dell'aggiornamento degli
insegnanti e della ricerca storico-didattica), ha già prodotto notevoli risultati, pubblicati in
varie riprese sulla rivista quadrimestrale STORIA E e i suoi Dossier. Tra le carte d'archivio,
tra le annotazioni sui registri, tra i verbali delle riunioni riemergono aspetti e problemi di
carattere sociale, culturale, umano che le scuole si sono trovate ad affrontare spesso con
pochi mezzi e di cui maestri, insegnanti, dirigenti e personale non insegnante si sono
dovuti fare carico in termini non solo educativi o culturali, ma anche socio-assistenziali.
La sintesi che qui proponiamo è il risultato di un anno di lavoro ed ha approfondito solo
una parte della storia della scuola elementare e media e del Ginnasio-Liceo "Cantore" di
Brunico. L'iniziativa, avviata in occasione degli Ottanta anni del Ginnasio-Liceo; proseguirà
in quanto il materiale ancora da visionare è molto e ricchissimo di informazioni; il lavoro di
ricerca, nella sua completezza, verrà pubblicato prossimamente.
2. La scuola elementare
In Italia la scuola elementare nasce con la Legge Casati del 1859, prima della nascita
dello stato unitario: i bambini e le bambine erano obbligati a frequentare due anni di scuola
gratuita; era compito dei Comuni provvedere alle spese per le aule, il pagamento dei
maestri e dei materiali didattici. Non sempre l'obbligo scolastico venne rispettato, così
l'analfabetismo in Italia nel 1959 era 78% della popolazione. Iscritti alle scuole elementari
nel 1862 -1863: 1.109
Nell'Impero d'Austria, invece, la riforma scolastica di Maria Teresa d'Austria, attraverso il
"Regolamento Scolastico Generale" istituì fin dal 1774 le scuole pubbliche per tutti i
territori amministrati e comprendevano: le Scuole Triviali (scuola popolare decentrata in
ogni villaggio, articolata in classi maschili e classi femminili e a carico dei Comuni); le
Scuole Principali (finanziate dai Comuni, sorte in tutti i centri principali); le Scuole
Normali (scuole di formazione dei docenti, finanziate direttamente dallo Stato e presenti in
ogni capoluogo regionale)
Era obbligatorio l'aggiornamento per tutti i docenti. Nel 1775 in Tirolo furono istituite 5
Scuole Principali: Schwaz, Hall, Sterzing-, Reutte, Meran; nel 1777 anche a Bolzano.
Nel 1877 nel Regno d'Italia la Legge Coppino sancisce l' obbligo scolastico fino a 9 anni;
vengono previste sanzioni pecuniarie per chi evade l'obbligo scolastico e vengono
stanziati fondi per i Comuni, per indurli ad istituire scuole. Si impone il rigoroso uso della
lingua italiana nella scuola e la repressione di ogni forma di dialetto. Solo nel 1904 la
Legge Orlando estende l'obbligo scolastico dai 9 ai 12 anni ed impone ai Comuni di
istituire la scuola almeno fino alla quarta classe, dopo la quale - previo esame- si passava
alla scuola secondaria. Inoltre dà facoltà ai Comuni di stanziare fondi per l'assistenza (libri,
vestiti, scarpe) per consentire ai ceti più poveri di frequentare la scuola. Nonostante
questo nel 1901 gli analfabeti erano complessivamente il 48,7% della popolazione.
Nell'Impero Asburgico, nel frattempo, l'obbligo scolastico viene esteso da 6 a 8
anni: i bambini erano tenuti all’obbligo dall'età di 6 anni ai 14 anni. La legge, anche se
incontra forte opposizione soprattutto da parte dei contadini che nei campi "avevano
bisogno di braccia forti e giovani", viene applicata in tutti i Länder dell'Impero Asburgico.
Nell'archivio dell'Istituto pluricomprensivo di Brunico il registro più antico della Knaben Volk
Schule risale all'anno scolastico 1880-81. Si tratta del registro dei licenziati: sono 12 in
tutto. Nella Volksschule si insegnavano le seguenti materie: religione, lingua
d'insegnamento tedesca (lettura, grammatica, ortografia, composizione), aritmetica, storia
naturale, geografia, storia, bella calligrafia, disegno e geometria, canto e ginnastica. Le
valutazioni erano espresse in giudizi sintetici: per la frequenza scolastica: molto diligente,
diligente, poco diligente, negligente; per il comportamento morale: completamente
adeguato, adeguato, poco adeguato; per le materie: molto buono, buono, mediocre,
insufficiente
Cinque anni più tardi, nel 1885-86 il registro di
classe di una IV elementare, formata da 25
alunni, riporta anche valutazioni sulla frequenza,
sulla diligenza, sulle assenze giustificate e
ingiustificate,
sulla
condotta
morale.
Le
valutazioni sono espresse in numeri, dallo 0 al 10;
il massimo dei voti corrisponde allo 0. Sono
insegnate le seguenti materie: religione (2 ore),
lettura, scrittura, lingua, ortografia, aritmetica,
geometria, storia naturale, storia, italiano(3 ore),
canto, disegno e ginnastica, per un totale di 34 ore alla settimana.
Negli ultimi anni dell'Ottocento
l'istruzione si diffonde e quindi i
Comuni si trovano a finanziare gli
studi elementari di molti bambini e
bambine. Grazie a questa politica
dell'istruzione diffusa nei primi anni
del '900 gli analfabeti in Tirolo erano
di fatto inesistenti.
All'indomani della prima guerra
mondiale e dopo l'annessione al
Regno d'Italia del Tirolo del Sud la
scuola rimane in una situazione di
attesa: con il Manifesto del Governatorato Militare di G. Pecori-Giraldi alle popolazioni
dell'Alto Adige "viene garantito l'insegnamento nella propria madrelingua".
Sono istituite scuole in lingua italiana nelle città e nei paesi principali per le famiglie dei
militari, dei funzionari dello Stato e degli impiegati che si trasferiscono "nelle nuove
province".
Con l'avvento del fascismo in Italia e la riforma di Giovanni Gentile
la situazione cambia radicalmente: tutte le scuole vengono
"italianizzate" e gli insegnanti del luogo vengono sostituiti da
insegnanti che provengono dal Trentino, dall'Emilia, dalla
Lombardia. Dai registri conservati nell'archivio storico dell'Istituto
Pluricomprensivo di Brunico emergono informazioni importanti: da
un lato la convinzione da parte degli insegnanti della loro
"missione italianizzatrice della scuola", dall'altra la scoperta delle
condizioni di vita dei contadini di montagna.
Solo rare, giovani maestre al primo anno di scuola, si pongono il
problema delle difficoltà che incontrano gli alunni a capire ed ad
esprimersi in una lingua totalmente estranea alla loro vita.
Criteri di valutazione sono, comunque, legati all'ideologia
del fascismo: la disciplina, la pulizia, l'obbedienza.
Nella relazione finale del 1925-26 si legge che a Brunico
c'erano 15 bambine e 96 bambini che avevano come
lingua di istruzione l'italiano; 150 bambine e 93 bambini il
tedesco e nello specifico c'erano 3 classi "italiane" (I, II,
III) e 2 classi tedesche (I, II).
Nel
1927-28,
completato
il
programma
di
"italianizzazione", le classi tedesche scompaiono e i
398 alunni delle scuole elementari e le 64 alunne della
scuola delle Orsoline hanno come lingua di istruzione
solo l'italiano.
Nel 1930-31 gli alunni e le alunne di "lingua materna
italiana" sono 49, mentre 417 sono di "lingua materna
tedesca". Nel 1939-40 (l'anno che precede il
trasferimento della popolazione che aveva optato) i
bambini e le bambine di "lingua materna italiana" sono 113, mentre quelli di "lingua
materna tedesca" 382.
L'anno successivo i bambini di "lingua materna italiana" sono 151 e quelli di "Lingua
materna tedesca" 48. Nel 1939-40, ad esempio, nella IV classe femminile le alunne iscritte
inizialmente sono 43, ma viene frequentata solo da 12 alunne: le altre, in seguito alla
opzione per la cittadinanza germanica della famiglia, sono dichiarate "cittadine straniere" e
non più obbligate alla frequenza. Nel verbale della riunione degli Insegnanti delle scuole di
Brunico, Fabres, Teodone, S. Giorgio, Riscone, Perca "indetta dal R. Direttore Didattico" il
9 febbraio 1940 l'insegnante riferisce che le comunicazioni erano molto importanti e si
legge: "Si tratta di alcuni schiarimenti riguardanti i corsi di lingua tedesca degli stranieri.
Tenuta presente l'emigrazione degli optanti in Germania, il R. Provveditore agli studi, com.
Frattini e il presidente della Commissione Germanica stabilirono convenzione formata di 9
punti. Tutti i punti furono letti e spiegati dal R. Direttore. Dalla convenzione appare: I.
Vengono tenuti corsi di lingua; in tali corsi ad ogni modo vene escluso il canto e altri
insegnamenti. II. Appena sarà noto il giorno di apertura di tali corsi, il R. Direttore avvertirà
gli insegnanti dei singoli posti. III. Le lezioni vengono tenute nelle scuole di Stato: quindi
mettere via tutto, preferibilmente sotto chiave. Si possono lasciare gli abbellimenti, se
nasceranno degli inconvenienti, subito segnalare alla Direzione Didattica. IV. Quando si
esce dall'aula, far pulire la tavola nera. V. Si raccomanda la massima comprensione. E' un
periodo delicato, ma col tempo le difficoltà diminuiranno sempre più. VI Il fiduciario deve
comunicare al R: Direttore tutto ciò che può succedere nel proprio paese. IX. Non devono
esistere scuole clandestine. E' stato assicurato che gli insegnanti stranieri saranno
rispettosi verso le autorità italiane. Badare che l'avvicinamento non sia urtante. La riunione
fu chiusa col saluto al Duce".
Le attività delle scuole elementari proseguono seguendo le "consuete ritualità del
fascismo". Con lo scoppio della II guerra mondiale iniziano le esercitazioni antiaeree nelle
scuole. L'8 settembre 1943, in seguito all'armistizio, le Province di Trento, Bolzano e
Belluno entrano a far parte dell' Operationszone Alpenvorland - Zona di Operazione
Prealpi: a Brunico e in molti altri comuni dell'Alto Adige le scuole italiane vengono chiuse,
mentre vengono riattivate le scuole tedesche (compatibilmente con gli eventi bellici). Le
scuole riaprono nell'autunno 1945; dopo gli accordi con le forze militari alleate) vengono
istituite scuole in lingua italiana e in lingua tedesca. Il primo verbale delle scuole
elementari italiane del dopoguerra è datato 20 novembre 1947: contiene le principali
indicazioni per la nuova scuola italiana dell'Alto Adige, defascistizzata, e nella quale viene
insegnata anche la lingua tedesca. Nel marzo del 1948 la riunione degli insegnanti di
Brunico tratta a fondo l'argomento dell'insegnamento della lingua tedesca nella scuola
elementare: l'insegnante Anna Sadler sottolinea la necessità di usare un metodo moderno,
di far parlare molto i bambini con "retta pronuncia su pochi argomenti ma ben trattati con
chiarezza", per rendere la conversazione la chiave dell'apprendimento, accanto alla
recitazione e al canto. Il 10 novembre 1949 la conferenza dei maestri della Pusteria,
presieduta dal Direttore Didattico F. Pradi affronta nuovamente la questione
dell'insegnamento della seconda lingua "considerata come elemento indispensabile di
unione fra i due gruppi etnici della provincia, elemento base per creare una solida ed
efficace collaborazione fra uomini di buona volontà. L'argomento trattato anche dal lato
didattico è servito ad orientare gli insegnanti, specialmente i più giovani [...] Il direttore ha
terminato la sua relazione augurandosi una stretta collaborazione che sarà base di intesa
fra gli alunni e le popolazioni".
Le scuole elementari di lingua italiana affrontano con grande vitalità i nuovi programmi
emanati a livello nazionale nel 1955, poi la nascita della scuola media unica, lo Statuto di
Autonomia con l'articolo 19 e le sue norme di attuazione, i nuovi programmi di
insegnamento del 1985 attuati in Provincia di Bolzano nel 1989, l'insegnamento in team e
il tempo prolungato ed infine la nascita - non senza difficoltà - dell'Istituto
Pluricomprensivo. Ma questa è ormai cronaca e la scuola elementare di lingua italiana si
presenta alle cittadine e ai cittadini di Brunico con una molteplicità di proposte educativoformative.
3. Il Ginnasio-Liceo “Generale Antonio Cantore”3.
3.1 Il Gymnasium nell’Impero Austro-Ungarico 1869-1918
La Riforma della Scuola elementare di Maria Teresa d’Austria fin dal 1774 aveva garantito
il processo di alfabetizzazione in ogni villaggio della grande Stato plurinazionale,
introducendo nel contempo il principio del diritto all’insegnamento nella propria lingua
madre, ratificato poi dalla Riforma Scolastica del 1869. L’anello debole della politica
scolastica austriaca rimase, però, la scuola secondaria, prevalentemente delegata alle
confraternite religiose.
Anche nell’Austria-Ungheria il Gymnasium, sia privato che statale, era un luogo di elite:
frequentavano la scuola destinata alla formazione della classe dirigente solo i figli delle
famiglie altolocate; qui, come nel Regno d’Italia, il selettivo e durissimo esame di maturità
e la presenza del greco e del latino come discipline curricolari fondamentali accanto alla
lingua tedesca rappresentavano i cardini dello studio ginnasiale. Nel 1908 nasce il
Realgymnasium, articolato in otto anni di corso dove, a partire dalla terza classe, il greco
antico veniva sostituito da una lingua moderna e dove maggiore spazio era attribuito alle
materie scientifiche. Nell’autunno venne approvata la riforma dei piani di studio e dei
programmi per il Gymnasium e la Realschule, caratterizzati da una riduzione delle ore
destinate al latino nelle prime due classi e da un aumento delle discipline scientifiche. La
prima guerra mondiale interruppe il complesso processo di riforma della scuola secondaria
austriaca.
All'indomani dell’annessione del Tirolo del sud al Regno d’Italia (1918-19) esistevano nel
territorrio le seguenti scuole secondarie:
Il Gymnasium privato dei Francescani a Bolzano;
Il K. K. Relagymnasium riformato a Bolzano;
la Städtische ( 4 classi) Höhere Töchterschule a Bolzano;
Il K. K. Stiftsgymnasium der Augustiner-Chorenherren von Neustift, a Bressanone;
Il fürstbischöpfliche Privatgymnasium mit Öffentlichkeitsrecht Vicentinum a Bressanone
Il K.K. Gymnasium der Benedektiner von Marienberg a Merano
La Städtische Privat-Realschule mit Öffentlichkeitsrecht a Merano
Una sezione tedesca del Ginnasio statale a Trento. La scuola professionale era così
distribuita sul territorio: a Bolzano la Bau- und Kunsthandwerkerschule, trasformata poi in
K. K. Staats-Gewerbeschule; a Merano la Pensionats-Handelsakademie für Knaben mit
Öffentlichkreisrecht, gestita dai Padri delle scuole cristiane; a St. Ulrich in val Gardena la
K. K. Fachschule für Zeichnen und Modellieren.4
A Brunico non esistevano scuole secondarie, tranne la Gewerbliche Fortbildungsschule
istituita nel 1890 e divenuta poi nel 1919 la Scuola complementare per apprendisti e anche
il Convento delle Suore Orsoline, sorto nel 1741, educava le bambine nel leggere, scrivere
e far di conto e nell’economia domestica. A partire dalla istituzione del Ginnasio, molte
studentesse dei paesi vicini, soggiornarono nel Collegio e frequentarono le scuole
secondarie presso il Ginnasio “Cantore”.
3.2 1923-24: nasce il Ginnasio “Generale Antonio Cantore” a Brunico.
Gran parte del lavoro di ricostruzione della storia del Ginnasio-liceo di Brunico è stato
possibile grazie all’archivio della scuola, in cui si conservano gran parte dei registri, delle
relazioni finali e della corrispondenza intercorsa tra la Presidenza e i diversi uffici
interessati tra il 1923/24 e oggi. Una parte della documentazione è stata ritrovata negli
archivi della Intendenza Scolastica Italiana di Bolzano.5 Le scuole in lingua italiana
nascono all'indomani dell'annessione del Tirolo del sud al Regno d'Italia e da questo
"peccato originale" sono segnate per molto tempo. Inzialmente dovevano servire ai figli dei
funzionari, dei militari, del personale dello stato che si trasferiva nelle cosiddette "nuove
province" per far funzionare l'amministrazione italiana. In un secondo momento sono
diventate strumento per il fascismo per perpetrare la politica di italianizzazione della
popolazione locale. Nel corso degli anni, e soprattutto all'indomani dell'Accordo di Parigi,
con lo sviluppo delle diverse scuole per i tre gruppi linguistici, la riflessione sulla scuola si
è orientata più sugli aspetti di qualità, rispetto alle ideologie, liberando la scuola in lingua
italiana di quel "peccato originale".
Infatti l'intento di italianizzazione emerge già nel primo ed
unico Annuario pubblicato dalla scuola, nel quale il
preside prof. Luigi Valandro nel 1928 ricostruisce le
vicende che hanno portato alla istituzione del Ginnasio di
Brunico e scrive:
“Per impulso del senatore Ettore Tolomei e per efficace
interessamento del R. Provveditore agli studi comm. L.
Molina il Governo nazionale con R. D. del 27 settembre
1923 n. 2211 decise di dar vita nel centro della Pusteria,
a Brunico, ad un Ginnasio italiano, aprendovi subito la
prima classe.
La Pusteria, valle importantissima dell’Alto Adige, posta
tutta lungo il confine austriaco tra gli storici passi
(percorsi dalla strada erariale di prima classe e dalla
ferrovia internazionale) di Dobbiaco e del Brennero, sente
maggiormente gl’influssi del settentrione, mentre le
comunicazioni verso il mezzogiorno non sono, finora, tanto facili, come potrebbero e
dovrebbero essere. A San Candido s’apre la valle di Sesto, da Dobbiaco partono la strada
e la ferrovia, a scartamento ridotto, che conducono alla meravigliosa conca di Ampezzo e
nel regno delle Dolomiti, mentre a Brunico convergono la Valle Aurina, che termina nella
Vetta d’Italia (la cima più settentrionale del Regno) e la valle di Badia, abitata da
antichissime genti italiche.
Compito del nostro istituto doveva essere ed è guadagnare alla nuova patria gli animi dei
giovanetti di queste valli estreme, e, per essi, ridare a queste popolazioni la coscienza
italiana interamente perduta od offuscata da secoli di dominio straniero.
Il prof. Cav. G. Roberti, allora addetto al R. Provveditorato agli studi, ora preside della R.
Scuola complementare di Trento, venne ai primi di ottobre 1923 a Brunico per iniziarvi le
pratiche necessarie per l’apertura del nuovo Istituto, che nel dettaglio vennero poi curate
dal direttore della scuola elementare italiana cav. G. B. Speri-Trombón (fino ad allora la
scuola elementare di Brunico era divisa nelle due sezioni: tedesca e italiana).
Il dr. A. Zancanella, incaricato dal R. Provveditore, esaminò insieme al predetto direttore
17 candidati alla classe prima, che venne poi subito aperta iniziandovi le lezioni.
Il 15 novembre il Ministero nominava preside incaricato il Dr. Guido Fogolari che assunse
l’ufficio il 17 novembre e l’insegnamento dlele materie letterarie nell’unica classe prima
aperta, mentre la matematica era insegnata dal Dott. A. Zancanella, direttore didattico
incaricato del Circolo di Brunico. Il 18 novembre, con speciale cerimonia, avvene
l’inaugurazione ufficiale dell’Istituto dedicato al nome dell’eroico generale Antonio Cantore,
caduto nei primi mesi della guerra sulle Tofane quasi in cospetto della Pusteria. Alla festa
erano presenti il prefetto della Venezia Tridentina G. Guadagnini, il R. Provveditore agli
studi comm. L. Molina, il sindaco Dr. R. Hibler ed altre personalità. Il Dr. Guido Fogolari,
anima aperta ad ogni buona iniziativa, consacrò tutto se stesso al nuovo Istituto e visse la
vita dei propri scolari, dai quali fu, a vicenda, molto amato e stimato. Diede inizio alle due
Biblioteche (degli insegnanti e degli scolari) ed alla Collezione didattica. Gli scolari ebbero
borse di studio e mezzi pecuniari per intraprendere numerose gite: memorabile tra queste
la gita a Venezia (28 maggio – 4 giugno 1924) durante la quale gli scolari, vestiti da alpini,
furono accolti con grande entusiasmo dalla popolazione e fraternamente trattati dai loro
compagni di Verona e di Venezia, dove per la prima volta in vita loro poterono ammirare le
bellezze d’arte della nuova Patria.”.6
L’anno successivo la direzione della scuola cambia e a Guido Fogolari subentra il prof.
Luigi Valandro, preside del R. Liceo Femminile di Rovereto. “Le lezioni, per mancanza di
insegnanti vennero continuate a mezze giornate sino al 7 novembre, dal qual giorno
ebbero principio le lezioni regolari”. Le materie insegnate erano: religione, italiano, latino,
storia, geografia, matematica, educazione fisica. Il tedesco era insegnato solo in seconda.
“L’inconsueta distribuzione della materia, specialmente nella classe prima, fu dovuta a
questo che gli alunni della classe prima, quasi tutti alloglotti (28 alloglotti su 32 scolari) non
avevano, al principio dell’anno scolastico che scarsissime nozioni di italiano. All’ottimo
metodo del Dr. A. Zancanella, che conoscendo bene il tedesco, sapeva valutare le
difficoltà che i suoi alunni avrebbero incontrrato nell’apprendimento della lingua italiana, ed
in genere alla costanza ed alla pazienza degli insegnanti, nonché alla buona volontà degli
alunni, si deve se questi alla fine dell’anno scolastico, arrivarono ad esprimersi a a scrivere
sufficientemente in italiano.”
L’istituto disponeva solo di due locali per le due
classi e “di una ex cucina semiaperta per le
collezioni didattiche e d’uno sgabuzzino, in
dipendenza del locale d’ufficio della R. Direzione
didattica, per il preside e gl’insegnanti. Sul
medesimo piano era insediata una famiglia ed
erano collocate due classi della scuola
elementare. Un’inserviente provvisoria si vedeva
un po’ nelle primissime ore del mattino e poi
spariva. La pulizia lasciava molto a desiderare.
Non potendo in questa maniera andare avanti
decentemente il R. Provveditore agli studi ufficiò il Comune a provvedere, il quale promise
di mettere a disposizione del Ginnasio tutto il primo piano dell’edificio e di cominciare i
lavori di restauro necessari subito finite le lezioni, al più tardi ai primi di agosto.” L’anno
scolastico 1925-26 si aprì in ritardo, perché i lavori di “restauro dei nuovi locali” non erano
stati completati: le lezioni dovevano iniziare regolarmente il 15 ottobre, invece vennero
rinviate al 26 ottobre.“L’Istituto si trovò ora collocato in locali abbastanza decenti nel primo
piano del palazzo comunale. Rimase però il grave inconveniente della servitù di passaggio
che sarebbe stata tolta, se il Ginnasio fosse stato addirittura messo al secondo piano,
giacché così si sarebbe evitato il molesto passaggio attraverso il corridoio dell’Istituto e,
non rare volte, l’entrata nelle stesse aule scolastiche, delle persone che, per i loro affari,
devono portarsi al secondo piano, dove hanno sede gli uffici del Comune, delle
Assicurazioni provinciali ed, in allora, quelli pure delle Imposte dirette. Anche la pulizia dei
locali poté ora essere meglio curata con una brava bidella in servizio permanente. Per
riflesso, le migliori condizioni di ambiente e di pulizia influirono favorevolmente sull’animo
dei giovinetti che sentirono meglio la scuola e con essa l’amore alla disciplina e alla
volontà allo studio. In quest’anno vennero aperte le tre prime classi del Ginnasio”
Il dr. Ladislao Mittner venne incaricato per
l’insegnamento della lingua tedesca.
L’ Annuario del 1923-28 si apre proprio con un
dotto saggio di Mittner sulla Classificazione
semasiologica degli ausiliari, un saggio di
psicologia linguistica sui verbi ausiliari, il loro
significato e la loro storia, spaziando attraverso
tutte le lingue europee, ma soffermandosi
soprattutto sulla relazione tra italiano e tedesco.
Mittner rimase a lungo docente presso il Ginnasio
di Brunico. Successivamente fu docente di
letteratura tedesca all’Università di Venezia, Ca’
Foscari.7 Complessivamente gli alunni furono 52
(32 maschi e 20 femmine), di cui 35 di lingua
tedesca e 17 di lingua italiana.
Nel 1926-27 il Ginnasio completa il corso con tutte 5 le classi: viene organizzata una
grande festa di inaugurazione dell’anno scolastico. Si apre il corso serale di lingua tedesca
e di lingua francese. Il 15 febbraio Il 15 maggio si celebra la Festa del Libro, “i docenti
spiegano il significato della festa e l’alta importanza del libro”. 18 maggio: “Festa degli
alberi. Gli alunni sono condotti sulla collina a sud di Brunico, dov’è loro spiegata
l’importanza del bosco quale coefficiente dell’economia nazionale e della bellezza del
paesaggio.
“Dall’On. Ministero l’Istituto ebbe in dono un apparecchio radio.”
Nel 1927 iniziarono il corso serale di tedesco, quello di italiano per progrediti e quello di
francese. I prof. Mittner e Petrolli insegnarono nel corso di italiano per adulti di lingua
tedesca, aperto dall’ONAIR (Opera Nazionale per l’Italia Redenta). Inoltre vennero tenute
numerose conferenze su tematiche diverse (dalla geografia all’apologia delle azioni del
regime fascista) per gli scolari e le famiglie. Frequentarono il Ginnasio: 39 studenti, di cui
12 femmine e 27 maschi, 18 di lingua tedesca e 21 di lingua italiana.
3.3 Gli anni Trenta
Gli anni Trenta sono caratterizzati dal consolidamento del
regime fascista e dalla completa fascistizzazione della scuola
in Alto Adige, operazione realizzata attraverso le discipline
scolastiche, l’introduzione della propaganda nazionale e
culturale, le conferenze pubbliche su tematiche legate alla
politica coloniale, all’Impero, alle realizzazioni del fascismo.
Il Regio Ginnasio “Generale Antonio Cantore” di Brunico non
si sottrae a questa situazione: nei verbali del Collegio dei
Professori e nelle relazioni finali dei Presidi Giuseppe Fornari
(dal 1930 al 1932), il Preside Giovanni Zanetti (dal 1932 al
1936), il professor Luigi Pecoraro ( dal 1936 al 1938), il prof. Sergio Cammelli (per l’anno
scolastico 1938-39), il Preside Domenico Pandini (dal 1939 al 1959) emergono alcuni dati
interessanti.
Davanti al Collegio dei professori nel 1933 il Preside Giovanni Zanetti annuncia:
“per intensificare l’attività didattica, la propaganda nazionale e culturale dell’istituto si
bandiscano periodicamente temi di italiano con premi e in generale concorsi e premi di
diverse specie ai più meritevoli. Sarà pubblicato periodicamente un giornalino poligrafato
redatto dagli alunni del Ginnasio; questo giornalino verrà diffuso anche fuori della scuola.
Si istituiranno anche quest’anno corsi serali, gratuiti e a pagamento, di lingua italiana e di
lingue straniere, come pure un corso pomeridiano per i candidati che si presenteranno alla
ammissione della prima ginansiale, dato il risultato veramente lusinghiero che si è ottenuto
l’anno scorso.” (Verbale del Collegio dei professori del 16 ottobre 1933)
Nel 1938-39: entrano in vigore le leggi razziali.
Dal verbale del Collegio dei Professori del 19 ottobre
1938 “Attenendosi alle recenti norme impartite dal
Ministero si sono accuratamente esaminati gli autori
per vedere se fossero ebrei e per qualche nome
sospetto si è deciso di chiedere ulteriori informazioni.”
Scrive il Preside Pandini nella sua relazione finale nel
giugno 1939: “ Variazione ai libri di testo.
Si sono conservati per la massima parte i libri di testo
dell’anno avanti. Gli unici mutamenti riguardano i testi
di geografia e di matematica che si sono dovuti
eliminare, perché compilati da autori ebraici.”.
Poi prosegue lamentando le condizioni di vita e di
lavoro: la sua abitazione distava due chilometri dalla
scuola e doveva percorrerla con ogni tempo e
stagione a piedi 4 volte per un totale di 8 chilometri al
giorno. “Ora non per me, che in fondo sono
abbastanza allenato ad un tenore di vita rude e
scomoda, ma in generale io sostengo che è anche
una questione di decoro. Un Preside, sia pure di
seconda categoria, riveste, specialmente in un piccolo centro una posizione sociale
abbastanza ragguardevole; questa, anche per la dignità della scuola, non deve essere per
nulla menomata, e un Preside, costretto con la sua famiglia a simili condizioni di vita,
finisce per scapitare agli occhi dell’opinione pubblica, la quale non trova difficoltà a
paragonarlo a un portalettere di campagna continuamente in moto da un casolare
all’altro”.
Nel 1938 gli iscritti sono complessivamente 74, di cui 47 di lingua italiana e 27 di lingua
tedesca.
La guerra è alle porte: il 15 novembre 1939 il Preside Pandini annuncia al collegio dei
Professori:
“ Giusta la disposizione del Superiore Ministero anche durante il corrente anno scolastico,
ciascun insegnante di materie letterarie dovrà impartire nella propria classe
l’insegnamento della protezione antiaerea”.
Vengono anche introdotti vari esperimenti di lavoro manuale, per un massimo di due ore
settimanali: “rilegatura di libri della biblioteca degli alunni e riparazione delle carte
geografiche e di cartelloni murali; piccoli lavori di falegnameria; trasporto dei rottami di
ferro dalla Scuola alla Sede del Fascio; lavori di cucito, maglieria e ricamo; esperimenti ed
esercitazioni di economia domestica presso l’Educandato delle Orsoline; giardinaggio, da
praticarsi naturalmente nella buona stagione, in un piccolo appezzamento gentilmente
messo a disposizione del Ginnasio dall’Educandato delle Orsoline”
3.4 Gli anni Quaranta
Gli anni Quaranta sono segnati dalla entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania
nazista, dall’armistizio e dall’occupazione nazista e l’annessione dell’Alto Adige alla Zona
di Operazioni Prealpi (Operationszone Alpenvorland), alla liberazione e fine della seconda
guerra mondiale, dal referendum per la Repubblica, dai trattati di pace e dall’Accordo De
Gasperi - Gruber, alla nascita del Primo Statuto di Autonomia. Tutti questi avvenimenti che
rendono densa e complessa la storia di quel decennio, nei documenti ufficiali sembrano
solo scalfire la vita del Ginnasio di Brunico. Il Preside Domenico Pandini nella relazione
finale del 1939-40 parla dell’avvio dell’anno scolastico “regolarmente il 16 ottobre”,
descrive “per sommi capi quella che dovrà essere la nuova scuola italiana, alla quale la
‘Carta della Scuola’ dischiude nuovi orizzonti ed imprime un indirizzo più conforme alle
mutate esigenze sociali e politiche”. La sede della scuola, a decorrere dall’ottobre 1938, è
posta “in un corpo di edificio ceduto in affitto dall’educandato delle Orsoline. Si tratta di
una sistemazione provvisoria, giacché da molto tempo è sentito il desiderio di una
costruzione nuova, destinata appositamente ed esclusivamente per l’Istituto d’istruzione
media”. Ricca è la dotazione di materiale scientifico e didattico, anche se talvolta “le carte
geografiche sono logore e andrebbero sostituite”, le biblioteche dei Professori e degli
alunni contano “di pregevoli opere di argomento vario”, compresa l’Enciclopedia Italiana
Treccani “completa anche nei volumi di Appendice; né va dimenticata l’enciclopedia
francese Larousse”. La biblioteca professori conta 1865 volumi, quella degli alunni 640. La
relazione prosegue descrivendo il buon funzionamento della scuola, sia sul piano didattico
che su quella disciplinare: “quanto alla disciplina, tutti gli insegnanti hanno saputo tenerla
ottimamente"
“In conformità delle disposizioni ministeriali, – scrive il Preside Pandini – si sono fatti
durante l’anno alcuni esperimenti di lavoro, sotto la direzione del Preside e con
l’assistenza dei Professori. Si sono attuate le seguenti forme di lavoro: lavori di traforo, ai
quali dopo il primo mese si sono sostituiti piccoli lavori di falegnameria”, a cui hanno
partecipato 12 alunni, per un’ora e mezza alla settimana; rilegatura dei libri della Biblioteca
degli alunni (7 alunni), sempre per un’ora e mezza alla settimana; cucito e ricamo (6
alunne), per due ore settimanali; economia domestica, in collaborazione con l’Educandato
delle Orsoline (16 alunne), per 2 ore settimanali.
Nel corso dell’anno scolastico “si è tenuto un corso di protezione antiaerea.
L’insegnamento è stato impartito dagli insegnanti di materie letterarie [...] (circa un quarto
d’ora alla settimana in ciascuna classe). Sono stati fatti esperimenti di sfollamento dalle
aule”. L’edificio ha a disposizione dei locali sotterranei molto spaziosi “che possono
contenere comodamente una scolaresca anche numerosa e costituiscono un sicuro
ricovero in caso di allarme”.
Prosegue poi la relazione del Preside Pandini, datata 28 novembre 1940: “In base agli
accordi italo-germanici per l’emigrazione delle genti altoatesine, quasi tutti gli alunni
allogeni hanno optato per la cittadinanza tedesca, pur continuando, pressoché nella
totalità, a frequentare le lezioni fino al termine dell’anno scolastico; ma anche se si fossero
ritirati durante l’anno, l’Istituto non si sarebbe eccessivamente spopolato, perché essi non
costituivano nemmeno un terzo della scolaresca. A questo proposito giova osservare che
l’elemento italiano è venuto progressivamente aumentando in questi ultimi anni, mentre
l’elemento allogeno è rimasto stazionario, se pure non è diminuito, quantunque la città e la
regione siano tuttora abitate in grandissima prevalenza da gente alloglotta. E’ agevole
quindi pensare che dall’esodo di questa nessun pregiudizio deriverà all’Istituto; anzi, a
mano a mano che agli emigrati si sostituiranno cittadini delle vecchie province, la
frequenza della scuola risulterà anche maggiore di quella che fu e che è attualmente.
Pertanto la Scuola Media, che prenderà il posto del Ginnasio, avrà con tutta probabilità
una considerevole popolazione scolastica, che sarà anche maggiore se in continuazione
ad essa si vorrà istituire a Brunico una scuola dell’Ordine Superiore. L’idea non è nuova;
or non sono molti anni furono avviate pratiche per l’istituzione di un Liceo Classico; le
difficoltà sopra tutto di carattere finanziario, che vi si opponevano, per quanto grandi non
erano insormontabili; [...]l’istituzione della Scuola Media viene ad aggravare la situazione;
vi sarà un corso di studi che durerà tre anni invece che cinque; da ciò l’inconveniente, non
certo trascurabile, di dover abbandonare la città due anni prima”.
Nel 1940-41, in seguito alla progressiva attuazione della “Carta della Scuola”, sono
state soppresse le classi prima e seconda. “Malgrado il perdurare dello stato di guerra,
l’attività scolastica si è svolta regolarmente”, scrive il Preside nella sua relazione finale
Nel 1940/41 gli alunni iscritti sono: classe terza 14, classe quarta 14, classe quinta 5.
L’8 settembre 1943, con l’armistizio e l’occupazione nazista del territorio, divenuto parte
integrante della cosiddetta “Zona di Operazione Prealpi – Operationszone Alpenvorland”:
la scuola vive un forte travaglio. Nel verbale del Collegio dei Professori del 4 Ottobre 1943
si legge:
“Dapprima il Preside legge la lettera con la quale il R. Provveditore, d’intesa coll’autorità
germanica, dispone che gli esami della sessione autunnale si svolgano soltanto oralmente
nei giorni 4, 5 e 6 Ottobre. Successivamente ricorda le disposizioni generali relativamente
agli esami”.
Sono presenti solo 3 insegnanti.
Il 7 Ottobre si annota “si è però d’accordo nel riconoscere le eccezionali condizioni
belliche, politiche ed economiche che sono venute determinandosi negli ultimi mesi,
creando gravi e serie preoccupazioni nell’animo di tutti gli Italiani, non hanno permesso ai
giovani di attendere colla dovuta serietà agli studi. Pertanto la Commissione è concorde
nel concedere la promozione anche a quei candidati che, pur non essendo risultati del
tutto negativi, avrebbero tuttavia dovuto curare maggiormente la loro preparazione”.
La scuola rimane chiusa dal 1943-44 al 1944-45 per ordine del commissario supremo
germanico per la "Zona d’operazioni delle Prealpi".
Riapre alla fine della guerra, nel settembre 1945, con 10 alunni iscritti. Rinasce la scuola
tedesca e il Ginnasio riprende un ritmo di vita quasi normale: si tratta di ricostruire
materialmente e culturalmente tutta la scuola, per renderla davvero strumento di
formazione della nuova coscienza democratica, capace di fare della pace una reale
opportunità per valorizzare la ricchezza che proviene dall’incontro e dalla convivenza tra i
diversi gruppi linguistici.
Sono gli anni dell’Accordo Degasperi – Gruber, della tutela internazionale della minoranza
linguistica, del lungo cammino verso l’autonomia.
3.5 Gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta
La crisi e le incertezze del dopoguerra lasciano lentamente il posto allo sviluppo
economico e la scuola nel complesso risente di queste trasformazioni. I verbali e le
relazioni finali del preside riportano solo problemi scolastici: la distribuzione degli incarichi
tra gli insegnanti all'inizio dell'anno scolastico, l'assegnazione dei voti alla fine dei trimestri,
l'ammissione agli esami e gli esami di ammissione, gli esami di riparazione. Il ritmo della
scuola è scandito dai suoi tempi interni, e nulla sembra turbare la quotidianità di questa
piccola scuola di periferia: nessun accenno a quello che succede nel mondo; il "vento del
'68" non tocca le scuole di Brunico, mentre a Bolzano e a Trento qualcosa si agita e fa
parlare di sé stando ai verbali sembrerebbe che persino il movimento del '68 con tutte le
implicazioni che ha per e nella scuola a Brunico sembra non esistere.
Un accenno a “ciò che succede nel mondo” lo si ha solo in una relazione del 1964 dove il
preside riferisce della sua partecipazione assieme agli insegnanti della scuola ai funerali di
alcun militari morti in seguito agli attentati terroristici della metà degli anni Sessanta.
La scuola cresce e aumenta gli iscritti
dal Verbale della seduta del 29 ottobre 1953 (scuola Media)
Il giorno 29 ottobre 1953 alle ore 18 ha avuto luogo nella stanza della Presidenza la prima
seduta ordinaria dell'anno scolastico 1953-54. [...] Il Preside notifica quindi che il
provveditore agli Studi ha autorizzato lo sdoppiamento della classe seconda, per cui
nell'anno in corso le classi doppie saranno due; la prima e la seconda. Le sezioni parallele
saranno promiscue e avranno ugual numero di tanto di maschi che di femmine. Per
mancanza di locali si dovranno seguire due turni, l'antimeridiano e il pomeridiano.
Alla fine degli anni Cinquanta si introduce una nuova disciplina: l'educazione civica
dal Verbale del 7 novembre 1958
Il giorno 7 novembre 1958 alle ore 17 si è riunito nella stanza della Presidenza in seduta
straordinaria il Collegio dei Professori per la trattazione del seguente oggetto: Adozione
per l'anno scolastico in corso del testo per l'insegnamento dell'Educazione civica”. [...]
Legge e illustra la circolare del Provveditore [...] la quale, fra l'altro, stabilisce che la nuova
materia deve essere parte integrante dei programmi di storia di tutti gli istituti d'Istruzione
Media e che l'insegnamento di essa dovrà pertanto essere di competenza del docente di
storia. [...]
Circa il libro da assumere in adozione [...] vien fatto rilevare che i vari testi [...] espongono i
diversi argomenti della nuova disciplina press'a poco secondo un medesimo schema e
senza sostanziale differenza di contenuto e ripartizione per cui si ritiene che nella scelta
deva prevalere il criterio del prezzo.
Gli anni Sessanta sono caratterizzati dall'autorizzazione del Ministero della Pubblica
Istruzione alla apertura del Liceo Classico: fino ad ora gli studenti e le studentesse
potevano frequentare le prime due classi ginnasiali a Brunico e poi per il Liceo dovevano
trasferirsi a Bressanone, a Bolzano o a Merano
dal Verbale del 25 novembre 1966 (Ginnasio)
Il giorno 25 gennaio 1966 alle ore 16 ha avuto luogo nell'ufficio della Presidenza la prima
seduta ordinaria dell'anno Scolastico 1966-67 [...]
La preside [...] legge la lettera del Provveditorato agli Studi di Bolzano [...] nella quale è
contenuta la seguente comunicazione: “Il Ministero della Pubblica istruzione, con
telegramma n. 3222 del 9/9/1966 comunica che con provvedimento in corso è istituito in
codesta città, con decorezzenza dal 1 ottobre 1966 un liceo classico in lingua italiana con
sviluppo graduale iniziando dalla 1 classe.”
Nel 1969 vengono aboliti gli esami di ammissione al liceo e vengono modificate le
modalità di svolgimento della Maturità
dal Verbale del 13 giugno 1969 (Ginnasio)
Il giorno 113 giugno 1969 alle ore 16 ha avuto luogo nell'ufficio della Presidenza la sesta
seduta ordinaria dell'anno Scolastico 1968-69 [...]
Il preside [...] notifica che, giusta le nuove disposizioni,, sono aboliti gli esami di
ammissione al liceo classico e che pertanto gli alunni della classe quinta potranno
accedere alla classe prima liceale semplicemente per effetto dei voti riportati allo scrutinio
finale.
dal Verbale del 6 settembre 1969 (Ginnasio)
Il giorno 6 settembre 1969 alle ore 10 ha avuto luogo nell'ufficio di Presidenza l'ottava
seduta ordinaria dell'anno scolastico 1968-69 per l'assegnazione definitiva dei voti agli
alunni che nella sessione autunnale hanno sostenuto prove di riparazione alla classe
successiva. [...]
La preside informa che tutti e cinque alunni componenti la scolaresca della classe terza
liceale hanno sostenuto nella scorsa sessione estiva gli esami di maturità classica e che
tutti cinque sono stati dichiarati maturi; aggiunge che ciò è motivo di legittima
soddisfazione, perchè trattasi dei primi allievi che hanno compiuto l'intero ciclo di studi
classici nel Ginnasio e successivamente nel Liceo di Brunico di recentissima istituzione.
E gli anni Settanta si aprono con una serie di raccomandazioni sul comportamento di
studenti e di insegnanti a scuola:
dal Verbale del 26 Novembre 1972 (Ginnasio)
Il giorno 26 novembre 1972 alle ore 15 ha avuto luogo nell'ufficio di Presidenza la prima
seduta ordinaria dell'anno scolastico 1971-72.Argomento in oggetto: funzionamento della
Scuola. [...]
La preside raccomanda agli insegnanti di collaborare al mantenimento della disciplina: i
ragazzi devono essere abituati al rispetto dell'autorità, anche senza che questa venga
fatta pesare; ribadisce il divieto per i professori di fumare in classe e fa appello al loro
senso di responsabilità perché ognuno faccia opera di persuasione tra i giovani onde
distoglierli dal desiderio, se non già dall'abitudine di fumare.
4. Conclusione
Gli ultimi decenni del Novecento sono cronaca recente e sono segnati da mutamenti
profondi nell’assetto della scuola superiore: gli organi collegiali, la partecipazione
studentesca, le riforme dei programmi, l’autonomia scolastica e – per concludere – la
razionalizzazione che porta alla nascita degli Istituti Pluricomprensivi. Il Liceo di Brunico
prende parte attiva a queste trasformazioni. Ottanta anni sono molti: ci consentono uno
sguardo di lunga durata e ci conducono nel nuovo millennio; ci fanno cogliere anche i
cambiamenti che hanno permesso alla scuola di sopravvivere a guerre e conflitti.
Si ringrazia per la collaborazione tutti coloro che in diverso modo hanno partecipato a “fare
memoria” per aiutare tutti a stemperare i ricordi, senza nostalgia o rancori, per prendere
quella giusta distanza che permette la costruzione della storia.
I Presidi del Ginnasio Liceo di Brunico
1923-24: dr. Guido Fogolari.
1924-25 : prof. Luigi Valandro, fino al 1926-27.
1927-28 : prof. Luigi Valandro sostituito dal prof. Giuseppe Fornari.
1928-29 : prof. Luigi Valandro fino al 1929-30.
1930-31: dott. Giuseppe Fornari, preside dal 25 gennaio 1931, sostituisce il preside
Valandro
1931-32: dott. prof. Giuseppe Fornari.
1932-33: prof. Giovanni Zanetti.
1936-37 prof. Giovanni Zanetti poi trasferito al Liceo ginnasio di Gorizia / prof. Pecoraro.
1937-38: prof. Luigi Pecoraro.
1938-39: prof. Sergio Cammelli, insegnante di materie letterarie.
1939-40: prof. Domenico Pandini, prende servizio effettivo nel gennaio 1939 fino al
30/9/1964.
1964-65: prof.ssa Giovanna Pandini fino al 31/8/1996.
1996-97: prof. Carlo Gallesi.
1997-98: prof.ssa Caterina Sommella.
1998-99: prof. Renzo Roncat.
1999-2001: prof. Roberto Chistè.
dal 2001 Dr. Tullio Lott, dirigente scolastico
Per saperne di più
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CANESTRI G., Centoventanni di storia della scuola 1861/1983, Torino 1983;
CESFOR (a cura di/Hrsg.), Davanti e dietro i banchi. Ottant’anni di scuola in Alto Adige, Bolzano 2000.
COSSETTO M., Per una storia della scuola in Italia 1861-1993, in PÄDAGOGISCHES INSTITUT BOZEN UND
PÄDAGOGISCHES INSTITUT INNSBRUCK, Auf den Spuren der eigenen Schulgeschichte, Lana (Merano)
1993, pp. 67-81.
COSSETTO M., Storie di maestri e maestre. Esperienze di alfabetizzazione e di istruzione tra le valli
dell’Inn e dell’Adige nel XIX e nel XX secolo, in: COSSETTO M. (a cura di/hrsg.), Fare storia a scuola. I
passaggi e gli intrecci, vol. II/Bd 2., Bolzano 1999, pp. 357-436.
COSSETTO M., Bolzano 1900: storie di scuole, nazionalismi e plurilinguismo, in Tabelloni Didattici
Schulwandbilder, Museo della Scuola Schulmuseum, Comune di Bolzano, Bolzano dicembre 2001
COSSETTO M., Breve cronologia della storia della scuola in Provincia di Bolzano tra Settecento e
Novecento, in Museo della Scuola Schulmuseum, Comune di Bolzano, Bolzano 1997.
COSSETTO M., FOGALE P., 1924-2004: gli ottanta anni del Ginnasio-Liceo di Brunico, in "STORIA E", anno
2, n. 1, aprile 2004, pp.36-51.
ENGELBRECHT H., Geschichte des österreichischen Bildungswesens, Bd. 3, Wien 1984.
RICUPERATI G., La scuola dell'Italia unita, in Storia d'Italia, I documenti, vol. 5/II, Torino 1973.
SCOTTO DI LUZIO A., Il liceo classico, Bologna 1999.
SEBERICH R., Südtiroler Schulgeschichte, Bozen 2000
TIROLER GESCHICHTSVEREIN, Option Heimat Opzioni. Eine Geschichte Südtirols - Una storia dell’Alto
Adige, , Catalogo della mostra, Bozen- Innsbruck 1989.
VILLGRATER M., Katakombenschule. Faschismus und Schule in Südtirol, Athesia, Bozen, 1984
NOTE
1
Milena Cossetto, pusterese di nascita, è dirigente scolastica, pubblicista, docente di "Didattica della storia"
presso la Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano. Dirige la rivista della
Intendenza Scolastica Italiana "STORIA E" ed è responsabile del Lab*doc storia/Geschichte - il laboratorio di
storia per l'aggiornamento dei docenti e la ricerca storico-didattica. Collabora cn il Museo della ScuolaSchulmuseum della Città di Bolzano nell'area della sttoria della scuola e dlele istituzioni formative locali ed
europee. Coordina la ricerca sugli archivi scolastici in Provincia di Bolzano. [email protected] www.emscuola.org/labdocstoria
2
Tullio Lott, attuale dirigente scolastico dell’Istituto Pluricomprensivo
3
Antonio Cantore nacque a Sampierdarena nel 1860; uscito dalla Scuola Militare di Modena nel 1886,
prestò dapprima servizio, quale ufficiale inferiore, in fanteria; raggiunto, quindi, il grado di maggiore, dopo
aver seguito i corsi della Scuola di guerra passò negli alpini dove raggiunse prima il grado di colonello, fino
alla nomina a generale. Durante la Prima Guerra Mondiale fu al comando di diverse brigate sui monti Lessini
(Verona), ad Ala ed infine sulle Dolomiti di Cortina (Il Castelletto e le Tofane). Fu colpito in tricea da un
cecchino - secondo le ricostruzioni dell'epoca. Fu decorato di Medaglia d’Oro e divenne subito un eroe
leggendario, il primo generale caduto in prima linea accanto ai suoi soldati, e come tale lo ha immortalato,
non senza retorica, la storiografia ufficiale (“la morte tra questi monti diventa sempre leggenda” è stato
scritto).
4
Cfr. SEBERICH R., Südtiroler Schulgeschichte, Bozen 2000.
5
Un particolare ringraziamento va al personale di segreteria dell’Istituto Pluricomprensivo di Brunico, oltre
che agli addetti agli archivi della Sovrintendenza Scolastica. Si ringraziano inoltre la prof.ssa Elena Farruggia
(progetto storia Istituto Pedagogico italiano), il dott. Pietro Fogale, la dott.ssa Germana Albertani e la
dott.ssa Emanuela Diodà per la preziosa collaborazione nella ricerca d'archivio.
6
Valandro L., Attività didattico-culturale dell’Istituto. A. Cronistoria. I. Anno scolastico 1923-1924, in Annuario
del Regio Ginnasio Gen. Antonio Cantore di Brunico. Anni scolastici 193-24, 1924-25, 1925-26, 1926-27,
1927-28, Rovereto 1928, pp. 35-37.
7
Ladislao Mittner nasce a Fiume nel 1902, da padre ungherese, fortemente legato al mondo multiculturale e
plurilinguistico dell’impero asburgico, ebbe una formazione mitteleuropea. A Brunico dall’anno scolastico
1925-26 al 1934-35 insegna quale docente ordinario nel Regio Ginnasio “Generale Antonio Cantore” lingua
e letteratura tedesca, partecipa attivamente alla vita scolastica ed extrascolastica della cittadina della
Pusteria e tiene i primi corsi serali di tedesco. Viene chiamato a Roma a far parte della Commissione
d’esame per l’abilitazione all’insegnamento del tedesco nelle scuole secondarie. Docente di letteratura
tedesca e filologia germanica all’Istituto di economia e Lingue straniere di Venezia, fu tra i primi fautori della
critica stilistica e fece conoscere in Italia l’opera di Leo Spitzer. Utilizzò nei suoi studi anche metodi derivati
dalla psicologia e dalla sociologia, riuscendo a collocare il discorso letterario all’interno di un ampio
panorama storico, politico e sociale, che comprendeva anche la musica e le arti figurative. Ha formato
decine di giovani, oggi affermati studiosi della cultura e letteratura tedesca quali il filosofo Vittorio Mathieu,
Giuliano Baioni, Claudio Magris e altri ancora. Membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei dal luglio 1968,
fu autore di numerosi libri scolastici, saggi e studi sulla cultura e la letteratura tedesca. La sua opera
maggiore è comunque la vasta Storia dlela letteratura tedesca, pubblicata in più volumi (il primo nel 1964 e
l’ultimo postumo nel 1977) ed edita da Einaudi.
Muore a Venezia il 5 maggio 1975.