Scoprire i Balcani Storie, luoghi e itinerari dell`Europa di mezzo

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Scoprire i Balcani Storie, luoghi e itinerari dell`Europa di mezzo
PER UN TURISMO
ALTERNATIVO
RESPONSABILE
Scoprire i Balcani
Storie, luoghi e itinerari dell’Europa di mezzo
L’associazione Viaggiare i Balcani vi accompagna in un lungo viaggio che da Trieste giunge sino al Mar Nero
attraversando i territori della ex Jugoslavia, l’Albania, la Bulgaria e la Romania: dieci capitoli-nazioni pensati
come altrettante finestre spalancate su una parte d’Europa ancor oggi poco conosciuta se non nei suoi stereotipi
e luoghi comuni. Grazie anche al contributo di realtà e persone che in questi anni hanno incrociato i loro passi
con quelli della nostra associazione - in particolare la redazione di Osservatorio Balcani e Caucaso, Slow Food,
le ONG italiane operanti nei Balcani sui temi dello sviluppo locale e del turismo responsabile - è nato un
affascinante ibrido a metà strada tra libro di suggestioni e classica guida turistica, per scoprire accanto alle mete
tradizionali anche splendidi luoghi minori, narrazioni e memorie, ricette, poesie, antiche leggende, le comunità
di contadini e produttori appartenenti a Terra madre, la rete mondiale di Slow Food… per viaggiare in modo
consapevole rispettando ambiente, culture e persone.
www.viaggiareibalcani.it
Via Milano 120, 38122 Trento
tel. +39 0461 223224
fax +39 0461 260397
C.F 96081670224
La prefazione al libro a firma di Michele Nardelli.
Se penso a ciò che rimane di tanto viaggiare nell’Europa di mezzo, attraverso le strade e i paesaggi di una
guerra che prima abbiamo scelto di ignorare e poi di non capire, più ancora dei volti delle persone mi vengono
in mente i luoghi.
Come se in ognuno di essi i segni della tragedia trovassero quiete e il fascino della natura e della storia avesse il
sopravvento, nonostante tutto. Qui, dove Oriente e Occidente si sono intrecciati, dove il vento freddo del nord
s’incontra con il Mediterraneo, dove “si produce più storia di quella che si riesce a digerire”, a saperli guardare
i luoghi diventano altrettanti moderni paradigmi. Come nelle opere di Ivo Andrić, immagini del “romanzo della
storia”.
Quella di un villaggio verde smeraldo, dove la vita era scandita dai vecchi mulini e dal fruscio dell’acqua che
accompagnava il sonno di Marta. Un grande acquarello naïf, dove perfino la ferrovia si è fermata di fronte al
riapparire di confini che ne attraversavano ad ogni curva il tracciato.
O di una kafana, il cui nome del vecchio proprietario si tramanda di generazione in generazione, dove gli
anziani si ritrovavano nell’approssimarsi dell’ora della preghiera pomeridiana per scrutare l’orizzonte e quanto
il tempo gli andava riservando.
Penso al mio angolo del mattino, quando il sole fa capolino a riscaldare “il vecchio”. Per cinquecento anni,
giorno dopo giorno, fin quando la moderna follia dei nuovi talebani decise di prenderlo a cannonate, per
togliere di mezzo la testimonianza del genio umano di un’altra religione.
Ho negli occhi l’Europa che s’incontra sotto la grande fortezza, laddove i fiumi si uniscono mescolando in uno
scenario mozzafiato le loro acque tedesche, magiare, slave, romanze ed ebraiche, in quella convivenza della
natura che dà vita al fiume della melodia.
E come non ricordare quella locanda dove, a dispetto del tempo, ancora resiste l’immagine sbiadita del vecchio
capo partigiano. Come se a rimuoverla, in quella pazza città, scomparissero d’incanto anche gli avventori che
riverberano il loro canto nel collo di una bottiglia di Coca Cola.
Oppure l’antico caravanserraglio dove dalla notte dei tempi alloggiavano i viandanti ai quali si riservava
l’acqua fresca e il pane caldo. Ed oggi luogo d’incontro nel cuore ottomano della Gerusalemme d’Europa, che
abbiamo lasciato bruciare insieme alla nostra storia, a due passi dal ponte latino in cui, nel giorno di San Vito, si
diede il là al secolo degli assassini.
E, ancora, quel fiume che sgorga dalla roccia, accanto alla tekija che diede il nome, ventinove anni prima del
grande pogrom che con la fine di Sefarad cambiò lo sguardo europeo, all’editto della tolleranza. Il silenzio e la
raffinatezza del posto ancora emozionano il viaggiatore o il pellegrino, nonostante l’ingombrante vicinanza del
grande centro commerciale dei trafficanti d’armi (e di miracoli).
Seduti al fresco di un grande tiglio o dell’acqua che scorre, prendete un caffè. Non l’espresso, simbolo delle
nostre vite di corsa, ma la kafa, turca, bosanska o domača che sia. Quel rito lento di cui abbiamo bisogno per
riconnetterci con lo scorrere del tempo.
Eugenio Berra (a cura di)
Scoprire i Balcani. Storie, luoghi e itinerari dell'Europa di mezzo
Casa editrice: Cierre Edizioni (www.cierrenet.it)
Prezzo: €16.00
La guida è disponibile in libreria oppure con spedizione
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