La visione dei colori nell`uomo: psicofisica, fisiologia, percezione

Transcript

La visione dei colori nell`uomo: psicofisica, fisiologia, percezione
2 dicembre 2015
Auditorium Palazzo del Governatore
Piazza Giuseppe Garibaldi 2, Parma
Ore 15:00
La visione dei colori nell’uomo: psicofisica, fisiologia,
percezione
La visione a colori nell’uomo: la psicofisica
Claudio Oleari Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, Università di Parma
La psicofisica della visione a colori è considerata secondo due punti di vista diversi da
prendersi solo come indicazione e stimolo: un punto di vista storico, che richiama i grandi
della scienza (Newton, Maxwell), e un punto di vista applicato alla fotografia, che richiama
un problema ancora non risolto ed attuale.
Il colore è una sensazione e come tale è chiamato con parole convenzionali, come giallo,
rosso, ecc. …, ma come sensazione è incomunicabile e può solo essere evocato. Il luogo nel
cervello in cui avviene la percezione del colore rimane enigmaticamente indefinito. La
specificazione del colore è possibile perché radiazioni luminose aventi distribuzione
spettrale di potenza diversa possono indurre identica sensazione di colore in tutti gli
individui tricromati normali. Questo fenomeno, noto come metamerismo, è alla base della
psicofisica. Questo fenomeno è anche alla base della riproduzione del colore sulla carta
stampata, sui monitor televisivi, nella fotografia. Tuttavia nella ripresa e riproduzione
fotografica/televisiva, ecc, è assente un fenomeno noto come “color constancy”, che è
invece presente nella visione umana. La comprensione di questo fenomeno è tuttora
incompleta ed è il maggior problema aperto per la fotografia.
La visione a colori nell’uomo: la fisiologia
Claudio Macaluso Dipartimento di Scienze Biomediche, Biotecnologiche e Traslazionali, Università
di Parma
L'occhio per l'uomo è un canale di informazione fondamentale, forse il più importante, per
interagire con l'ambiente che ci circonda.
Nell'occhio un sistema di lenti, come in una macchina fotografica, permette che il mondo
esterno venga focalizzato sul sensore, la retina. Qui la luce, onde elettromagnetiche, viene
captata da sensori raffinatissimi, i fotorecettori. Fra questi i coni, i fotorecettori deputati
alla visione diurna, hanno sensibilitá diverse per diverse lunghezza d'onda, fornendo il
punto di partenza neurofisiologico per la percezione dei colori. I segnali nervosi prodotti dai
coni vengono subito analizzati dalle altre cellule nervose della retina, un vero e proprio
'avamposto' che il cervello ha destinato a questo compito.
Ma è solo l'inizio, toccherá al cervello un'analisi 'superiore' delle informazioni, e il 'colore' si
rivelerá non solo un potente sistema aggiuntivo di riconoscimento della realtá esterna, ma
anche una 'qualitá' del vedere implicata nell' evocare sensazioni complesse, come quella
del bello.
La visione a colori nell’uomo: la percezione
Nicola Bruno Dipartimento di Neuroscienze, Università di Parma
Cosa sono i colori e perchè appaiono come appaiono? Storicamente, due tradizioni di
ricerca della psicologia scientifica hanno cercato di rispondere a questa domanda. La prima,
quella della psicofisica classica, considera i sensi come strumenti per misurare quantità
fisiche e cerca di capire come la mente sotto forma di colori percepiti riesca a
rappresentare proprietà materiali degli oggetti. I moderni approcci computazionali alla
percezione cromatica continuano oggi questa tradizione, che trova risvolti applicativi nei
sistemi di visione artificiale e nella colorimetria. La seconda, quella della psicologia della
Gestalt, considera i sensi come sistemi che rispondono alle informazioni fornite dalla luce
visibile per costruire i colori percepiti come parte dell’esperienza cosciente,
indipendentemente dalla eventuale controparte fisica. I moderni approcci neo-Gestaltisti e
della psicologia ecologica continuano oggi questa tradizione di ricerca. Fenomeni classici e
dimostrazioni più recenti suggeriscono che i colori non sono né misure vere e proprie di
quantità fisiche né contenuti di coscienza del tutto svincolati dalle proprietà materiali
dell’ambiente. Secondo alcune recenti proposte teoriche, i colori, come tutte le percezioni,
sono invece caratteristiche di una sorta di interfaccia attraverso la quale la mente
costruisce rappresentazioni adeguate a supportare azioni: localizzare oggetti rilevanti dal
punto di vista comportamentale, distinguerli da altri oggetti, categorizzarli lungo
dimensioni rilevanti per il comportamento.
Per informazioni www.unipr.it/luce