PRELIMINARE DI STRATEGIA

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PRELIMINARE DI STRATEGIA
UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
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SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
PRELIMINARE DI
STRATEGIA
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DEI SETTE COMUNI
1. IDEA GUIDA
L’Area della Spettabile Reggenza si colloca a nord della Provincia di Vicenza, in Veneto, e confina a
Nord con il Trentino. Comprende i Comuni di Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana e
Rotzo, e da questi prende il suo nome: “Altopiano dei 7 Comuni”. L’area comprende quindi 8 comuni,
tutti rientranti nella categoria aree interne ed appartenenti all’ex Comunità Montana Spettabile
Reggenza dei Sette Comuni, divenuta Unione Montana.
Le caratteristiche particolari del territorio dell’Altopiano lo rendono un’area interna estremamente
interessante: la sua storia millenaria, la morfologia e l’orografia del territorio, l’ambiente e le
condizioni climatiche favorevoli all’agricoltura di montagna, la dolcezza del territorio nel suo insieme.
Tutti fattori che rappresentano grosse potenzialità che il territorio non ha ancora sfruttato appieno,
anche a causa del fatto che è diffusa tra le otto amministrazioni la tendenza a lavorare
singolarmente, più che a livello comprensoriale.
In questo contesto, la Strategia Nazionale Aree Interne rappresenta per l’Altopiano un’occasione
unica per mettere a sistema il vasto e riconosciuto patrimonio di bellezze naturali e paesaggistiche
che lo contraddistingue e che lo rende unico rispetto agli altri territori.
Pertanto grazie all’attivazione di una fitta rete di interventi fortemente aderente alle peculiarità del
territorio, che metta in connessione il vasto patrimonio naturale con l’enorme ricchezza di
conoscenze e competenze del territorio, l’Altopiano potrà diventare un grande laboratorio a cielo
aperto sui cui fare ricerca, sperimentare ed individuare nuove colture. Allo stesso tempo rafforzando
i servizi offerti, in una logica di forte integrazione, sarà possibile sperimentare ed innescare un
innovativo modello di accoglienza, nell’ottica di rendere la montagna accessibile a tutti.
Un territorio slow e green, fortemente attento a salvaguardare l’autenticità e la sostenibilità, che
potrà generare nuovi modi di produrre e di accogliere, attirando turisti e residenti temporanei.
“Altopiano dei 7 Comuni: la montagna slow e green”
Descrizione della filiera cognitiva
Il processo di elaborazione della strategia d’area, costruito con l’importante contributo dei cittadini e
degli operatori locali, trova il punto di partenza nella volontà di promuovere un modello di sviluppo
basato sui fattori di originalità del Sistema Altopiano, nell’ottica di delineare una visione strategica
unitaria a livello territoriale che metta a sistema gli elementi distintivi e peculiari che compongono il
territorio.
Consapevoli della necessità di incidere in maniera significativa e diffusa su tutta l’area dell’Altopiano,
la “declinazione” scelta e condivisa dal territorio, da sviluppare all’interno dell’iniziativa sulle aree
interne, fa leva su due aspetti:
 valorizzare il vasto e significativo patrimonio naturale presente nell’Altopiano (a questo
proposito si cita il vasto patrimonio malghivo unico nel suo insieme), sfruttando le risorse già
esistenti e promuovendo nuovi modelli di agricoltura di montagna, attraverso lo sviluppo di
attività di ricerca e sperimentazione. In questa accezione l’Altopiano può essere identificato
come un grande “laboratorio a cielo aperto”, su cui fare ricerca, sperimentare, individuare
nuove colture e potenziare il patrimonio agricolo che da secoli lo caratterizza;
 promuovere il concetto di accessibilità, che rappresenta un tema chiave per il territorio,
declinato sia in termini di servizi e qualità della vita dei cittadini che in chiave di accessibilità
turistica, per innescare un nuovo modello di accoglienza, contribuendo a promuovere
un’immagine di Altopiano di “montagna accessibile a tutti”. L’accessibilità in questo
percorso è intesa nella sua accezione più estesa, in termini di raggiungibilità, fruibilità,
semplicità.
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È a questi valori che la strategia si ispira, implementando e reinterpretando in chiave moderna gli
elementi che caratterizzano storicamente il territorio, con l’intento di aumentarne l’attrattività e lo
sviluppo locale.
Con questo rinnovato modello di ruralità ed accessibilità del territorio trova infatti integrazione la
promozione di un sistema turistico basato sui valori del territorio, in particolare le risorse
naturalistico-ambientali, storico-culturali, enogastronomiche e turistiche.
L’Altopiano infatti può contare su un vasto e riconosciuto patrimonio di bellezze naturali e
paesaggistiche, caratterizzato da una natura incontaminata, da siti di notevole interesse storico
relativi alla Grande Guerra, quali il Sacrario Militare, i cimiteri di guerra, le trincee ed i bunker,
visitabili percorrendo sentieri sui quali ci si può avventurare a piedi, in mountain bike o con gli sci di
fondo a seconda della stagione, oltre ad un patrimonio malghivo di eccezionale ricchezza.
La conformazione dell’Altopiano, inoltre ne fa “la montagna per tutti”, vivibile dai residenti che
possono vantare un’elevata qualità della vita, ed accessibile e fruibile da ogni tipologia di turista:
dallo sportivo all’esploratore, dal gastronauta all’amante del relax.
Fondamentale ai fini della visione di un Altopiano maggiormente accessibile è l’insieme di interventi
inerenti la mobilità fisica e digitale che costituiscono un pre-requisito indispensabile per permettere
l’innesco del processo virtuoso della Strategia, in termini di potenziamento dei servizi di TPL,
valorizzazione della rete, viabilità storica e rurale di collegamento tra le malghe, infrastrutturazione
dei centri principali con banda larga ed ultralarga.
I servizi essenziali, infine, necessitano di essere ripensati e riorganizzati non solo in relazione alle
specificità locali (economiche, geografiche, umane), ma anche nell’ottica di promuovere una visione
unitaria del territorio.
In questo senso è intesa la riorganizzazione e l’accorpamento dei poli scolastici, al fine di garantire
uno standard elevato di dotazioni e superare le divisioni interne.
Inoltre, la riconversione degli indirizzi scolastici di istruzione superiore verso le vocazioni territoriali,
permetterebbe di avviare dei processi di innovazione e sviluppo di un’economia basata sulle possibili
filiere produttive locali.
La FILIERA COGNITIVA: i servizi essenziali e gli asset di sviluppo: una mappa di connessioni
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INTERVENTI DI SVILUPPO
L’Altopiano, come territorio rurale, necessita di interventi di sviluppo che puntino sugli asset
strategici individuati in Agricoltura e Turismo. Questi due settori, fortemente complementari tra loro
e trasversali su tutto il territorio, sono da ritenersi strategici per promuovere un modello di sviluppo
sostenibile, diretto a contenere il fenomeno dello spopolamento e il ridimensionamento delle attività
economiche legate al territorio, attraverso la valorizzazione e la messa in rete delle risorse del
territorio.
 AGRICOLTURA
La realizzazione di interventi di sviluppo nel settore agricolo costituisce per l’Altopiano una grande
potenzialità.
Il territorio infatti è vocato alla pratica agricola grazie alla presenza di vaste zone non abitate, e
quindi rurali, che rappresentano un enorme potenziale per lo sviluppo del territorio.
Una grande ricchezza che, però, risulta minacciata dalla mancanza del cambio generazionale,
dall’assenza di un modello alternativo a quello zootecnico, dalla debole valorizzazione delle
produzioni tipiche e speciali del territorio, per le quali sarebbe importante attuare delle politiche di
marketing e promozione adeguate.
Gli obiettivi prioritari che, pertanto, il territorio intende perseguire anche attraverso le Aree interne,
riguardano:
 Valorizzazione e diversificazione delle produzioni agricole ed agroalimentari esistenti;
 Creazione di nuove opportunità occupazionali per le nuove generazioni;
 Prevenzione del dissesto idrogeologico del territorio
 Promozione nell’Altopiano di un laboratorio di eccellenza per la sperimentazione e ricerca in
ambito di agricoltura di montagna.
La diversificazione delle produzioni agricole e la sperimentazione
L’area dell’Altopiano, per le sue caratteristiche sia orografiche che di urbanizzazione, risulta avere
subito in maniera non omogenea lo sviluppo dell’attività agricola.
La zona della conca centrale, che si estende tra i Comuni di Gallio, Asiago e parte del territorio del
Comune di Roana, ha una grande tradizione zootecnica, e quasi la totalità degli appezzamenti di
terreno sono coltivati a fienagione.
Le zone periferiche, invece, dette anche marginali, che si estendono dai comuni di Rotzo ad ovest, da
Enego e Foza a est, e Lusiana e Conco a sud, invece, sono state progressivamente abbandonate dalla
zootecnia e risentono oggi del rischio di dissesto idrogeologico e dell’avanzamento dell’habitat
forestale.
Si riscontrano tuttavia sporadiche attività agricole che puntano a coltivazioni tipiche e di qualità, che
stanno raccogliendo l’interesse di nuovi e giovani agricoltori: dalle produzioni biologiche alle
denominazione d’origine e tradizionali DOP/ IGP/STG, dal marchio regionale Qualità Verificata (QV)
alla nuova Indicazione Facoltativa (IF) Prodotto della Montagna.
La strategia Aree Interne, facendo leva anzitutto sulle specificità locali, potrebbe farsi promotrice
della valorizzazione della produzione locale del Formaggio Asiago DOP, e in particolare del prodotto
derivante dalla filiera “Grünalpe” denominato “Prodotto della Montagna”. La commercializzazione di
tali produzioni di qualità necessita, però, di una maggiore valorizzazione, soprattutto per evidenziare
le differenze tra il formaggio prodotto in loco e il formaggio prodotto in pianura, qualitativamente
meno pregiato ma più competitivo sul fattore prezzo. Sarebbe auspicabile l’attivazione di politiche di
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marketing e packaging per attirare l’attenzione del consumatore su un prodotto più sano, genuino, e
rappresentativo del territorio.
Vi sono inoltre alcuni piccoli produttori che di recente hanno avviato aziende agricole concentrate
alla coltivazione di nuove colture, o al recupero di antiche colture esistenti, o all’allevamento di
specie animali particolari, attraverso la costituzione di associazioni di produttori, collaborazioni con
Slow Food, organizzazione di eventi dedicati. Infatti, oltre ai piccoli frutti, potrebbero trovare terreno
fertile sull’Altopiano molte altre produzioni, come ad esempio varietà di mele antiche, sedano,
fagioli, antico frumento, orzi, erbe officinali e molti altri prodotti che potrebbero trovare l’habitat
ideale, grazie alla varietà dei terreni coltivabili dell’Altopiano, che si sviluppano dai 700m di altitudine
agli oltre 1500m.
Si tratta però, attualmente, di iniziative isolate che coinvolgono una produzione molto limitata, non
sufficiente a trovare spazio nel mercato nazionale, limitando di fatto le prospettive e le opportunità
di sviluppo di queste produzioni.
Il territorio pertanto ritiene che le azioni di promozione e sviluppo dirette a diversificare la
produzione possano trovare ampio sostegno nella SNAI, valorizzando le produzioni alternative,
stimolando le attività dei produttori ed incentivando la creazione di reti di piccoli produttori per
operare in stretta sinergia.
L’opportunità per la promozione di possibili progettualità di nuove produzioni risiede nella presenza
in loco di aziende leader nella produzione del biologico, che potrebbero fungere da supporto e
riferimento per i piccoli produttori locali, mettendo a disposizione le proprie conoscenze per lo
sviluppo del settore agricolo. Ciò potrebbe rappresentare un elemento fondamentale per
promuovere un salto di qualità del sistema, soprattutto da un punto di vita della sostenibilità
economica, con importanti ricadute sulla collettività.
La diversificazione delle produzioni agricole potrebbe anche attrarre segmenti di mercato turistico,
interessati all’enogastronomia e alla tradizione, innescando un processo virtuoso che potrebbe
portare nuova linfa anche ai piccoli imprenditori agricoli. Infine, si sottolineano le iniziative che si
potrebbero innescare, collegate alla multifunzionalità dell’agricoltura, investendo in fattorie
didattiche, laboratori e attività connesse al mondo agricolo, agriturismi, ecc.
E’ inoltre chiaro che la fattibilità di tali progettualità dovrà essere valutata anche da un punto di vista
sanitario, in modo che la SNAI possa rendere efficaci gli eventuali investimenti concessi dal PSR
all’area dell’Altopiano.
La “Cattedra”: laboratorio condiviso
La Strategia delle Aree Interne e la fase di concertazione con i portatori di interesse hanno da subito
riscontrato che la presenza sul territorio della “Cattedra” rappresenta una forte potenzialità per lo
sviluppo del sistema agricolo. La “Cattedra” è una proprietà di 100 ettari dell'Unione Montana data in
amministrazione all'Istituto Europeo per le Politiche della Montagna, che ha avuto funzioni diverse
negli anni, i cui terreni sono attualmente affittati all’azienda agricola “Bisele”, per la ricerca e
sperimentazione di nuove colture, sostenendo quindi l’esigenza espressa da parte di molti dei piccoli
imprenditori agricoli del territorio di diversificare le produzioni.
Dal territorio è emersa anche la proposta di creare, attraverso la ristrutturazione di parte degli
immobili della “Cattedra”, un laboratorio di ricerca e sperimentazione condivisibile tra i piccoli
produttori agricoli per la trasformazione delle proprie piccole produzioni, ad oggi molto difficoltoso
per la mole di investimenti necessaria alla creazione di un laboratorio di trasformazione all’interno
dell’azienda e per le normative regionali inerenti la PPL (piccola produzione locale)1 che impediscono
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Regolata dalla DGR n. 1526 del 31 luglio 2012 e successiva DGR 1070 del 11 agosto 2015
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di trasformare per conto terzi, ossia di trasformare prodotti che non provengano dalla propria
azienda agricola (se non per una minima parte).
In generale, la Cattedra emerge da molti soggetti del territorio come un potenziale contenitore per
progetti anche più ampi, di integrazione tra sperimentazione, ricerca e formazione. A questo
proposito in fase di passaggio da Preliminare a Strategia si intende condurre un approfondimento
mirato ad esaminare la possibilità di utilizzare eventuali fonti di finanziamento FEASR e FESR per
attività di ricerca e sperimentazione in ambito agricolo e agro-alimentare, così da valutare, tra le
proposte progettuali emerse, l’esistenza di azioni potenzialmente compatibili con i Fondi stessi per
quanto riguarda soggetti richiedenti, tipologie di interventi, spese ammissibili, criteri di selezione.
Inoltre, potrebbe rappresentare un’azione di alto potenziale la sinergia tra la futura struttura della
Cattedra e l’edificio dell’ex Colonia Alpina del Monte Xausa di Lusiana, che sta intraprendendo un
percorso per diventare punto di riferimento per la ricerca e la sperimentazione nel mondo
dell’agricoltura legata alle erbe spontanee e officinali per tutelare la biodiversità. L’edificio della
Colonia e i terreni circostanti ospiteranno, oltre alla coltivazione delle erbe officinali, un orto
dimostrativo, un laboratorio di trasformazione delle erbe officinali, e uno spazio cucina nel quale si
insegnerà ad usare le erbe sia nella gastronomia che nella salute e nella cura della persona. Nelle
aule didattiche si potranno organizzare corsi per i quali si cercheranno collegamenti con l’Università,
offrendo anche la possibilità di accoglienza per scuole o gruppi di ragazzi.
Le due strutture potrebbero, quindi, operare in sinergia e fornire l’intero territorio dell’Altopiano di
innovazioni e spunti per potenziare lo sviluppo naturale.
Il lavoro che Aree Interne potrebbe portare avanti è quello dello sviluppo di un modello gestionale,
da idearsi con la collaborazione della Regione Veneto, dell’Università e degli imprenditori agricoli, e
da concretizzarsi in fase di strategia, al fine di massimizzare i benefici che i laboratori presenti nelle
due strutture – Cattedra ed ex Colonia Alpina di Lusiana - potrebbero portare agli imprenditori
agricoli del territorio.
Valorizzazione delle Malghe
L’Altopiano dei 7 Comuni ha il sistema di malghe d’alta montagna più importante dell’arco alpino in
termini di numero ed estensione. Conta infatti un totale di 76 malghe, 68 con bovini, 8 con ovini, che
rappresentano un’attività produttiva e architettonica di grande rilievo storico oltre che produttivo, in
quanto già dai primi secoli degli anni 1000 si hanno testimonianze dell’attività dell’alpeggio nella
montagna alta dell’Altopiano. Tutte le malghe sono di proprietà dei Comuni dell’Altopiano, e questa
gestione pubblica può rappresentare un caso studio importante, anche a livello nazionale e
internazionale.
La malga è una risorsa importantissima e da valorizzare, per i seguenti aspetti:
 rurale (azienda agricola temporanea ad indirizzo zootecnico attiva per 90-120 giorni/anno);
 economico (produzione di latte e formaggi di alta qualità);
 agricolo, il terreno della malga potrebbe essere utilizzato per coltivare specie erbacee di alta
montagna e per produzioni di altissima qualità;
 storico (da almeno 10 secoli dunque, le praterie sono utilizzate dai nostri allevatori come
risorse foraggere per greggi e mandrie);
 ambientale (perché l’insieme dei pascoli e dei boschi che le costituiscono ospitano una
notevole varietà di specie animali e vegetali indispensabili al mantenimento della
biodiversità);
 architettonico (permangono sul territorio esempi di strutture interamente costruite in legno
con il sistema Block-Bau);
 turistico (la crescita della domanda turistica intorno al tema malghe è testimoniata dalla
diffusione delle “guide degli alpeggi”, dai numerosi itinerari tematici sui formaggi da
percorrere a piedi o in MTB, così come lo sviluppo dell’attività agrituristica).
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Ai fini del potenziamento della fruizione di queste strutture, sono necessari sia investimenti in
interventi strutturali ed infrastrutturali, tra cui i servizi essenziali idrici ed elettrici, di cui oggi le
malghe non dispongono, sia investimenti nella parte produttiva, quindi di trasformazione del
prodotto.
Il PSR Veneto rappresenta il fondo principale da cui attingere per finanziare gli interventi in ambito
agricolo2; occorre però tenere distinti gli interventi di natura infrastrutturale (attuabili dagli enti
pubblici proprietari degli stabili) dagli interventi di natura produttiva (attuabili dagli imprenditori
agricoli, singoli o associati). Infatti, il programma di sviluppo rurale concede una quota di
cofinanziamento agli enti pubblici pari all’80% dell’investimento, mentre agli imprenditori agricoli
concede una quota di cofinanziamento pari al 60% dell’importo. Ne deriva che, essendo la malga una
struttura comunale, l’imprenditore agricolo non possa effettuare interventi di carattere strutturale, e
debba al contempo investire nella struttura produttiva di uno stabile che non gli appartiene. Si ritiene
pertanto che sia necessaria, contestualmente alla SNAI, una definizione dei rapporti tra gli
imprenditori agricoli conduttori delle malghe, e i Comuni proprietari, ai fini di raggiungere una
situazione di accordo che renda l’investimento, da parte dell’agricoltore, attrattivo e recuperabile
negli anni con l’attività svolta nella malga.
Una riflessione importante merita la connessione del patrimonio delle malghe con il settore turistico
(come verrà indicato nella sezione successiva): il mercato turistico costituisce attualmente, infatti, il
principale mercato per la vendita diretta dei prodotti trasformati in malga. Risulta quindi importante
rendere queste strutture maggiormente attrattive affinché vi sia una maggiore accessibilità e si possa
offrire al turista un’esperienza autentica.
Si ritiene di fondamentale importanza, nel contesto della strategia, la dotazione dei servizi minimi
essenziali (collegamenti elettrici ed idrici) alle malghe e la possibilità di utilizzare tali strutture anche
durante l’inverno: questo potrebbe permettere un uso delle strutture malghive ricettivo e di
accoglienza, gestito da operatori economici e della ricettività, affinché si strutturi una rete di offerta
al visitatore di punti di ristoro aggiuntivi ai rifugi esistenti, per vivere l’esperienza della malga
(sebbene senza l’aspetto dell’alpeggio e della produzione casearia) anche d’inverno, spostandosi da
una malga all’altra con gli sci o con le ciaspole.3
Altre idee per l’agricoltura
Altre idee innovative riguardano la gestione dei rifiuti della produzione zootecnica e quindi possibilità
di pensare ad impianti a biogas, che migliorerebbe le condizioni dal punto di vista energetico ma
anche della gestione del paesaggio e dei territori adibiti al foraggio.
Alcuni imprenditori agricoli hanno avanzato la proposta di costituire un macello, ora presente solo a
Lusiana e difficilmente raggiungibile dagli imprenditori agricoli altopianesi che si trovano costretti a
scendere in pianura, ed altri hanno avanzato l’ipotesi di predisporre degli invasi per la raccolta
dell’acqua piovana da destinare alle coltivazioni, che a causa della natura carsica del terreno, d’estate
soffrono di mancanza d’acqua.
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Il piano regionale assicura alle Aree Interne un sostegno mediante una riserva specifica minima pari all’1% delle risorse pubbliche
programmate per le misure 4, 6, 7, 8, 10, 11, 13.
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Confronta con sezione Preliminare dedicata al Turismo.
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La richiesta di adeguamenti normativi per la gestione ambientale
Alla luce degli interventi indicati, il territorio avverte la necessità di un confronto con la Regione
Veneto (Sezione Economia e sviluppo montano) per appianare le difficoltà relative alla raccolta e alla
trasformazione di erbe spontanee (regolamentata dalla LR 15 novembre 1974, n. 53 e smi), che ad
oggi non permette che le piante siano trasformate e usate anche a scopi curativi, per poter così
permettere ai piccoli agricoltori di raccogliere le erbe spontanee e poterne realizzare dei prodotti
trasformati.
Sono emerse inoltre anche molte riflessioni e proposte per la gestione del patrimonio boschivo, alla
ricerca di un equilibrio rinnovato tra contenimento dell’avanzata del bosco e la sua valorizzazione in
chiave produttiva e anche di fruizione turistica.
La principale questione in merito riguarda la specie del pino mugo. Sull’Altopiano vi sono infatti
formazioni a pino mugo in fase espansiva da svariati decenni, dotate di forte dinamismo e capacità
invasiva. Si stima un tasso di espansione del pino mugo di circa l’1% della superficie attuale, pari a 20
ettari l’anno, a danno di habitat di prateria,4 con evidenti pregiudizi sul paesaggio, sugli aspetti
economico-sociali legati al pascolo e agli alpeggi e sulla fauna d’alta montagna (es. fagiano di monte,
pernice bianca, lepre variabile, camoscio). La sua espansione diviene quindi una minaccia nei
confronti di altri habitat e nei confronti del mantenimento di quella diversità strutturale e
fisionomica necessaria per la presenza di molte specie animali.
Il territorio dell’Altopiano ha quindi la necessità di perseguire la conservazione e l’incremento
dell’habitat di prateria. Tale obiettivo, trattandosi di una zona Natura 2000, necessita però
dell’approvazione da parte della Regione del Piano di Gestione, già stilato dal territorio, che prevede
le azioni necessarie al contrasto dell’avanzamento della specie infestante5 e che mira alla
conservazione e all’incremento della superficie dell’habitat di prateria, e alla tutela delle specie che
presentano particolari problematiche connesse all’espansione del pino mugo.
In sede di strategia, l’Area intende sollecitare l’approvazione da parte della Regione del Piano di
Gestione dell’area ZPS, già in visione presso gli uffici regionali, per permettere al territorio di adottare
forme specifiche di gestione forestale e forme di gestione attiva e compatibile dei pascoli.
Risultati attesi
Avvio di attività di ricerca e
sperimentazione in ambito
agricolo e agroalimentare,
creazione di un laboratorio
condiviso
Valorizzazione delle
produzioni di eccellenza
esistenti
Indicatori di monitoraggio
Azioni
Var % progetti di ricerca inerenti
l’agricoltura di montagna
Realizzazione e sviluppo di nuovi prodotti,
processi e tecnologie anche attraverso
l’integrazione tra le attività laboratoriali e di
ricerca della Cattedra e quelle dell’ex Colonia
di Lusiana
Var % agricoltori e soggetti interessati
Predisposizione di un laboratorio condiviso
fruibile dai piccoli produttori agricoli
Incremento della produzione dell’Asiago DOP
“Prodotto della Montagna” e avvio di iniziative
di marketing per la sua valorizzazione sul
mercato
Var % produzione Asiago Prodotto
della montagna
Var % fatturato
Var % agricoltori conferenti al
caseificio
Var % giovani agricoltori e nuove
imprese agricole a produzione tipica
del territorio;
Messa a sistema e valorizzazione delle piccole
produzioni tipiche dell’Altopiano (prodotte dai
numerosi piccoli produttori e dalle varie
4 Riferibili all’habitat Dir. 92/43/CEE All. 6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine la cui estensione è pari a 1.122, circa la metà
dell’habitat caratterizzato dal pino mugo.
5 Per i territori che insistono su siti della Rete Natura 2000 vanno applicate la disciplina prevista per la conservazione degli habitat
“prioritari” e le disposizioni del piano di gestione del sito quando approvato. La struttura regionale competente è la Sezione parchi,
biodiversità e tutela dei consumatori.
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Natalità nuove imprese agricole nel
periodo di riferimento
Var % certificazioni di qualità
N° aziende inserite nel Censimento
regionale “Prodotto della montagna”,
ovvero registrate come da normativa
nazionale e regionale.
Var % progetti di collaborazione avviati
Maggiore diversificazione
dell’attività agricola
Valorizzazione del patrimonio
delle malghe
Var % aziende agricole con nuove
attività di multifunzionalità
Var % agricoltori che avviano
produzioni di alta montagna
Var % strutture sistemate
Var % malghe con presenza servizi
Km strade agro-silvo-pastorali
accessibili e manutentate
Var % malghe con laboratori di
trasformazione
Var % gestori (imprenditori agricoli o
operatori delle attività ricettive) che si
impegnano nella multifunzionalità
della malga
Associazioni di produttori esistenti, ecc.)
Promozione di cooperazione tra i piccoli e i
giovani agricoltori, e l’Istituto della Cattedra
Promozione di iniziative di multifunzionalità
legate al settore agricolo
Sperimentazione di nuove colture di alta
montagna nel terreno della malga
Interventi infrastrutturali; Dotazione dei
servizi idrici ed elettrici
Sistemazione della rete di viabilità agro-silvopastorale per rendere le malghe
maggiormente accessibili
Interventi infrastrutturali per la produzione e
la trasformazione e la commercializzazione in
loco dei prodotti
Interventi per avviare iniziative di
multifunzionalità (agriturismi, eventi, fattorie
didattiche, ecc)
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 TURISMO
Per quanto riguarda il turismo, il percorso Aree Interne ha fatto emergere, in modo condiviso con gli
operatori, la necessità di riposizionarsi sul mercato, dopo il forte calo di presenze che ha interessato
il comprensorio di Asiago tra il 2003 e il 2015 (-52%). Il calo ha riguardato soprattutto il mercato
italiano (-54%), non compensato dal lieve aumento del turismo internazionale (+19%) caratterizzato
da volumi molto esigui.
L'Altopiano ha infatti da sempre vissuto un turismo di prossimità: più del 60% degli arrivi proviene
dalla regione Veneto e dai territori limitrofi. Con la crisi degli ultimi anni, il sistema turistico si è
indebolito ulteriormente, non riuscendo ad intercettare una domanda turistica sempre più di ampio
respiro, globalizzata e meno fidelizzata alla destinazione.
In questo contesto, quindi, la Strategia può diventare un’interessante opportunità per ripensare in
chiave innovativa un nuovo modello di sviluppo turistico, valorizzando gli aspetti identitari
dell’Altopiano che trovano il loro fondamento nel vasto patrimonio di bellezze naturali e
paesaggistiche6.
Ciò che sembra richiamare questo territorio è un turismo slow e green, sviluppato in un’ottica di
scoperta e lenta fruizione dei luoghi.
In questo, la “montagna alta” rappresenta un serbatoio di ricchezza naturale e culturale da cui
attingere, per definire un’offerta turistica orientata alla mobilità dolce, alla scoperta dei luoghi, al
seguire il ritmo della natura che da secoli ha scandito anche il ritmo di vita di chi abitava queste
montagne.
La fruizione del territorio dovrebbe avvenire nel solco della tradizione, rispettando la cultura locale e
l’ambiente e preservando le risorse che il territorio custodisce, perché sia garantito anche alle
generazioni future la possibilità di fruirne.
Da qui è emersa la scelta di perseguire strategie di sviluppo volte a valorizzare tutti quegli gli aspetti
legati all’accessibilità e alla sostenibilità del territorio, a partire da progettualità già messe in campo
dagli operatori, per promuovere l’Altopiano nell’ottica di “montagna sostenibile ed accessibile a
tutti”.
La precondizione essenziale agli interventi: la costituzione della DMO - Destination Management
Organization
Il settore turistico in Altopiano, benché continui a rappresentare uno dei settori economici trainanti per
l’economia del territorio e per l’occupazione dei residenti, fatica ancora ad essere gestito in maniera
imprenditoriale e comprensoriale. Numerose infatti sono le iniziative che ognuno degli 8 Comuni organizza per
il proprio territorio, ma ciascuno di questi, sebbene valido e di richiamo, non rientra all’interno di un’offerta
turistica integrata per il territorio.
La nuova regolamentazione adottata dalla Regione Veneto in materia turistica nel 2013, con la legge n. 11 del
14 giugno 2013 denominata “Sviluppo e sostenibilità del Turismo Veneto” ha introdotto una nuova visione del
fenomeno turistico regionale attraverso un modello gestionale, ampiamente diffuso in Europa, chiamato
“Destination Management”. Tale modello si fonda sulla presenza di DMO – Destination Management
Organization - alias OGD – Organizzazioni di Gestione della Destinazione. La definizione che la Regione ha
attribuito a questi nuovi soggetti “si ispira a quella prevista dall'Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO)
che individua nella Destination Management Organization l'organizzazione responsabile per il management e il
marketing della destinazione, prevedendo un sistema di servizi e di risorse coinvolte nello sviluppo e nel governo
dell'offerta turistica integrata, in un contesto territoriale specifico, esaltandone le caratteristiche identitarie e la
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differenza competitiva” .
L’esistenza di una “Organizzazione di Gestione della Destinazione” nell’Altopiano, così come negli altri territori
veneti, diventa quindi una precondizione essenziale per accedere ai fondi di programmazione regionale (nello
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In sede di pianificazione degli interventi occorre tener presente che la parte alta dell’Altopiano è classificata Sito di Interesse Comunitario
e Zona di Protezione Speciale della Rete Natura 2000.
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specifico al Programma Operativo Regionale - POR) e per poter così usufruire dei fondi pubblici destinato allo
sviluppo turistico. Infatti, le disposizioni regionali indicano che la presenza di una regia territoriale sia
fondamentale per avviare un percorso di gestione turistica serio ed efficace.
Tale soggetto, che può essere attivato congiuntamente da soggetti pubblici e privati, potrebbe efficacemente
rispondere alle numerose sollecitazioni pervenute dall’Altopiano in merito alla definizione di un comune
strategia per lo sviluppo turistico e per la promozione del territorio nel suo insieme.
La costituzione di una OGD risulta quindi un passaggio imprescindibile per il territorio, per far sì che gli
interventi di sviluppo, individuati nella Strategia Aree Interne, vengano finanziati attraverso i fondi regionali
dedicati al turismo.
Di seguito vengono descritte le attività legate al turismo nelle sue diverse accezioni: accessibile,
sportivo, sostenibile, nella consapevolezza che tutte queste azioni sono integrate tra loro e che anzi
trovano nella complementarietà il loro punto di forza.
TURISMO ACCESSIBILE: LA “MONTAGNA PER TUTTI”
Il turismo accessibile costituisce un ambizioso obiettivo non solo per la Strategia Aree Interne, ma
anche per diffondere una nuova cultura dell’accessibilità che possa permeare il territorio e fare da
trama ad ogni intervento di sviluppo futuro.
L’accezione del termine accessibilità, infatti, va colta nel suo significato più ampio e allargato, nel
senso di fruibilità del territorio dell’Altopiano in un modo semplice, in assenza di barriere culturali,
sensoriali ed architettoniche.
Di conseguenza, il Turismo accessibile, come ampiamente indicato nel Primo Libro Bianco (2013) 7
deve essere interpretato come turismo per tutti: bambini, anziani, disabili, famiglie, non vedenti,
persone affette da disabilità mentali, ecc., attraverso l’offerta di servizi e strutture che consente a
“clienti con bisogni speciali” di fruire della vacanza e del tempo libero in modo appagante, senza
ostacoli né difficoltà, e quindi in condizioni di autonomia, sicurezza, comfort.
Pertanto, i protagonisti di questo mercato non sono costituiti solo dal gruppo di persone con
disabilità motorie o mentali, ma anche da persone con bisogni particolari, di tipo alimentare
(celiachia o intolleranza, oppure in regime alimentare iposodico o dietetico), post riabilitativo, legato
all’età (bambini, anziani, mamme) o a specifiche patologie (cardiopatie, allergie, ecc.). Appare
dunque evidente come, in questa accezione, i turisti con disabilità rappresentino solo una delle
possibili tipologie di clienti che si affacciano al mercato del turismo accessibile.
Un mercato, dunque, che si compone di un insieme variegato di domande, di cui pertanto occorre
conoscere entità e bisogni, in modo da intercettarlo e trovare una giusta risposta alle peculiari
esigenze dell’utenza potenziale.
7
Definizione tratta dal “Primo Libro Bianco sul Turismo per tutti in Italia: Accessibile è meglio”, Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Struttura di Missione per il rilancio dell’immagine dell’Italia, 2013.
11
UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
LA DOMANDA POTENZIALE DEL TURISMO ACCESSIBILE
Di seguito si riportano alcune indicazioni tratte dal “Libro bianco sul turismo accessibile” con l’intento di fornire un
ordine di grandezza della domanda potenziale del turismo accessibile.
Una prima indicazione può essere fornita considerando l’indagine condotta dall’Istat “Inclusione sociale delle
persone con limitazioni dell’autonomia personale”( 2012), che effettua un monitoraggio del fenomeno della
disabilità in Italia, con limitazioni funzionali gravi e lievi.
Come si riscontra nel Libro Bianco, in Italia si contano circa 2 milioni di cittadini tra 11 e 87 anni con limitazioni
funzionali gravi, residenti in famiglia. Si tratta in realtà di soggetti già poco inclini a viaggiare, se si considera che oltre
la metà (57%) ha più di 75 anni.
Le persone che hanno delle limitazioni più lievi in Italia sono oltre 1 milione e ottocentomila: si tratta nel 45,2% dei
casi di persone anziane tra 75-87 anni e nel 33,8% di persone tra 60-74 anni. Sono per lo più coniugati (60%) e con
risorse adeguate /ottime (57,2%).
Se si sommano quindi i due gruppi, l’universo potenziale del turismo accessibile quasi raddoppia, fino a raggiungere
la cifra di quasi 4 milioni di potenziali clienti.
Bisogna inoltre sottolineare che la persona disabile raramente viaggia da sola, quindi al numero di potenziali turisti
con qualche tipo di disabilità, vanno aggiunti uno o più accompagnatori; infatti solitamente le persone con disabilità
intraprendono più di una vacanza all’anno e viaggiano con più di un accompagnatore (familiari/amici).
Nel 2015 l’Altopiano è stato individuato zona pilota per il Veneto per un progetto legato al Turismo
Accessibile, in collaborazione con l’ULSS3.
Il percorso è iniziato con un corso di formazione rivolto agli operatori del settore, che aveva lo
scopo di sensibilizzare soggetti ed operatori del territorio in ottica accessibile, al fine di soddisfare le
esigenze dei turisti che si recano sull’Altopiano, e di attrarne di nuovi, insieme alle loro famiglie.
Il corso sul Turismo accessibile è stato organizzato con l'obiettivo di creare una rete di persone
significative con una cultura dell'accoglienza dei disabili. Il corso, che si è tenuto in tre sedi (Asiago,
Roana ed Enego) ha visto la partecipazione di circa 100 persone. Il corso era focalizzato
sull'accoglienza, quindi su come accogliere i disabili e le loro famiglie. Il grado di soddisfazione è stato
elevato, tanto che è anche emersa la volontà da parte dei partecipanti di proseguire con il progetto:
15 strutture ricettive hanno dato la propria disponibilità.
Un’altra esperienza positiva in tema di accessibilità riguarda l’attivazione da parte di associazioni
sportive locali di corsi di sci per giovani con disabilità sia motorie che mentali. Se nel 2010
l’associazione ha contato una partecipazione di 50 ragazzi disabili per tre settimane, nel 2014 ha
coinvolto 150 ragazzini disabili per 7 settimane, la maggior parte dei quali (circa 100) ha pernottato in
albergo con almeno 2 accompagnatori ciascuno. L’Altopiano rappresenta un enorme possibilità per i
ragazzi soprattutto con disabilità mentali, perché è l’unico luogo dove tali ragazzi possono praticare
sci, mentre invece per le disabilità di tipo motorio vi sono altre possibilità in Italia.
A partire da queste prime esperienze, è emersa la necessità e l’opportunità di sviluppare il turismo
accessibile attraverso le seguenti azioni:
1. Rafforzare l’informazione e la cultura dell’accoglienza: realizzazione di corsi di formazione
per il personale addetto alla ricezione, alla vendita ed in generale all’accoglienza del turista,
compresi gli addetti agli uffici informativi e turistici e gli operatori turistici.
2. Disponibilità ed adeguamento delle strutture ricettive: attività di adeguamento,
promozione e messa in rete delle strutture ricettive, considerando sia le 15 strutture che
hanno attualmente aderito al progetto e sia la disponibilità di nuove strutture in relazione
alla tipologia di accessibilità. In tale direzione, la collaborazione già avviata con Village4All8
8
Villageforall – V4A® è un Marchio Qualità Internazionale Ospitalità Accessibile, la cui mission è di garantire “A ciascuno la sua vacanza”,
fornendo informazioni alle persone con disabilità permanente o temporanea, motoria, sensoriale o alimentare, agli anziani e alle famiglie,
12
UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
contestualmente al corso realizzato rappresenta un buon punto di partenza per avviare
iniziative di qualità ospitale.
3. Creazione di un database delle strutture disponibili: creazione di un database on-line che
raccolga e comunichi al cliente le caratteristiche delle strutture in relazione ai bisogni speciali
e che potrebbe diventare un valido strumento per gli operatori turistici, in modo da
intercettare la domanda potenziale nazionale ed internazionale.
4. Adeguamento delle infrastrutture sportive. Riammodernamento delle strutture sportive
attualmente esistenti e realizzazione di nuove piste “facili” in un’ottica di accessibilità,
potenziamento degli impianti di innevamento artificiale, realizzazione di strutture per
l’accoglienza.
5. Rete dei servizi e delle infrastrutture: Ampliamento dei servizi di trasporto e mobilità per
permettere ad un numero maggiore di turisti di fruire dell’Altopiano: trasporti pubblici per
l’arrivo alla destinazione e per lo spostamento orizzontale, infrastrutture della viabilità per
agevolare chi si sposta con mezzo proprio. Connessione con i servizi socio sanitari in modo da
poter offrire pacchetti salute agli ospiti dell’Altopiano.
TURISMO SPORTIVO
La morfologia dell’Altopiano, come già evidenziato, rappresenta un fattore ideale per lo sviluppo di
attività sportive outdoor e per le pratiche del turismo attivo e sostenibile per il territorio.
L’Altopiano risulta vocato alla pratica del cicloturismo, come confermano le recenti progettualità
avviate in collaborazione con la Provincia di Trento, per la realizzazione di un’unica pista ciclabile che
collegherà i comuni trentini di Folgaria e Lavarone con l’Altopiano, e che in un prossimo futuro si
svilupperà nei principali centri abitati altopianesi. Questo progetto, unito alla elevata fruizione della
Strada Provinciale della Fratellanza potrebbe rappresentare un importante collegamento per quei
visitatori che in bicicletta scendono dal Nord Italia e dall’Europa lungo la Ciclopista della Valsugana,
frequentata da milioni di turisti internazionali ogni anno, che l’Altopiano potrebbe, almeno in parte,
intercettare.
Il territorio risulta inoltre ideale per l’implementazione di progettualità legate allo sci di fondo:
attualmente sono presenti 7 comprensori per lo sci da fondo9, che però non sono collegati tra loro e
sono separati da grandi distanze.
L'Altopiano ha una conformazione morfologica ed orografica ideale per la pratica dello sci nordico
(sci da fondo), anche per l'altitudine compresa tra i 1300 nella parte bassa (Cesuna e Monte Corno) e
i 1600/1700 nella parta alta. Le piste dei comprensori esistenti coprono una lunghezza complessiva di
oltre 500 km e sono serviti da rifugi perfettamente funzionanti sia come punti ristoro che come centri
fondo e noleggio attrezzature. Tutti i comprensori si sviluppano su terreni di ampio respiro e
soleggiati, non essendo presenti in Altopiano le strette vallate che si riscontrano invece in alta
montagna, rendendolo pertanto vocato alla "mobilità dolce", intesa come la pratica di escursionismo,
trekking, sci da fondo, ciaspolate, ecc.
Una progettualità interessante potrebbe quindi riguardare la creazione di un unico comprensorio per
lo sci da fondo (da Valmaron, passando per Campomulo, Bivio Italia, Bocchetta Portule, Cima Larici,
collegandosi al centro fondo Millegrobbe – ubicato in terra trentina - per giungere infine a
Campolongo), che si sviluppi su tutta la parte alta dell’Altopiano: questo intervento potrebbe
rappresentare un’eccellenza a livello europeo e richiamare così numerosi turisti stranieri, anche vista
la collaborazione con un centro fondo trentino, già peraltro in essere grazie all’attuale collegamento
in merito alle strutture ricettive che abbiano comunicato la propria disponibilità e le proprie caratteristiche e che siano attrezzate ad
ospitare anche i turisti con esigenze particolari.
9
Centri Fondo dell’Altopiano dei 7 Comuni: Centro Fondo Campolongo (Rotzo), Centro Fondo Campomulo Gallio-Valmaron (Gallio, Enego),
Centro Fondo Cesuna, Centro Fondo Asiago (Golf), Centro Fondo Monte Corno (Lusiana), Centro Fondo Fontanella (Lusiana/Asiago).
13
UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
con il Centro Fondo Campolongo, ma certamente da sviluppare in ottica di ampliamento.
Imprescindibile per la fruizione dei percorsi sarà l’implementazione dei servizi dei rifugi e delle
malghe, da sviluppare come punti di ristoro e pernottamento, riqualificando le strutture esistenti
ormai obsolete con i servizi minimi da dedicare al turista, o anche arricchendole con centri
benessere, ski-service, connessione internet ecc.
Lo sviluppo di tracciati per lo sci da fondo e di servizi di supporto agli sportivi potrebbe rappresentare
quindi anche un ampliamento, per i mesi estivi, di una rete cicloturistica in quota, fruibile quindi per
tutto il periodo dell’anno. Ciò necessita di interventi di miglioria per quanto riguarda sia la viabilità
agro-silvo-pastorale, che il collegamento dei percorsi e la messa in sicurezza di alcune strade.
Queste progettualità permetterebbero quindi la creazione di un’unica rete accessibile e di
collegamento dei siti della grande guerra, di cui la zona Alta dell’Altopiano è ricchissima, rendendo
così maggiormente accessibile anche l’Ecomuseo della Grande Guerra, che si sviluppa sui siti della
prima guerra mondiale.
Non da ultima è l’importanza della pratica dello sci alpino, che continua a riscontrare grande
interesse nei turisti altopianesi, e i cui comprensori sono stati e saranno oggetto di importanti
investimenti, resi possibili da fondi privati e da fondi pubblici (in particolare i fondi dei comuni di
confine). L’Altopiano è da decenni considerato il territorio ideale per l’apprendimento della
disciplina; sono molte le scuole sci attive sul territorio, con decine di maestri che negli anni hanno
saputo fornire dei servizi di altissima qualità, anche nel contesto dell’accessibilità allo sport da parte
di utenti con diverse disabilità10.
Infine, si evidenziano le progettualità esistenti inerenti la realizzazione di un centro sportivo di sport
di squadra ed atletica presso la zona di Asiago denominata “Mörar”, che diverrà una zona di
interesse territoriale con impianti all’altezza di ritiri di società e eventi sportivi importanti, che
sicuramente, di concerto agli altri interventi, potrà creare beneficio anche al movimento turistico
dell’Altopiano.
10
Vedi la presenza di associazioni sportive di maestri di sci che operano con utenti disabili avvicinandoli allo sport dello sci.
14
UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
TURISMO E PATRIMONIO NATURALE: VALORIZZAZIONE DELLE MALGHE11
Il patrimonio costituito dalle oltre 80 malghe presenti sul territorio altopianese rappresenta
un’eccellenza e un fattore di unicità a livello europeo. Ciò a cui la strategia dovrebbe puntare è un
potenziamento dell’uso extra-agricolo in un’ottica turistica (via delle malghe, rete di malghe,
collegamenti ciclopedonali), quindi allargando quello che è il periodo di utilizzo delle malghe (periodo
della monticazione estiva) anche oltre l’estate.
In tal senso si citano alcune manifestazioni turistiche che hanno trovato un buon riscontro dal punto
di vista turistico: Alba in Malga, Festa delle Erbe, Made in Malga. Inoltre, sono numerose le iniziative
delle guide e degli accompagnatori locali che portano i camminatori a visitare la zona alta di pascolo,
spesso anche integrando con una visita alle strutture malghive.
Per fare ciò, appare necessario però una revisione della regolamentazione dell’uso delle malghe e
dei regolamenti comunali che le disciplinano in quanto strutture di proprietà delle amministrazioni
locali e che ne prevedono l’apertura soltanto da giugno a settembre e per il solo scopo della
monticazione e del pascolo, con oneri di gestione ambientale a carico dei malghesi.
A questo scopo appare necessaria, oltre che auspicata, una serie di interventi di restauro e
riqualificazione strutturale delle malghe, che ad oggi non sono provviste di collegamenti idrici né
elettrici (come approfondito nella sezione agricoltura).
In vista pertanto di una valorizzazione dell’intera zona alta dell’Altopiano a fruizione di un turista
attivo e amante del paesaggio, serve quindi che le malghe, assieme ai rifugi esistenti e tutt’ora attivi,
diventino veri e propri punti di appoggio, fino in qualche caso a rappresentare strutture in cui
alloggiare per poi proseguire il cammino a piedi o in bicicletta d’estate e con gli sci o le ciaspole in
inverno.
A livello enogastronomico, in sintonia con la funzione principale della malga legata all’attività
zootecnica e di produzione casearia, la creazione di una Via delle Malghe potrebbe portare un reale
indotto agli agricoltori e malghesi che le conducono, fornendo al contempo al visitatore una vera
esperienza tipica del territorio in cui poter immergersi.
Un modello gestionale a cui ispirarsi per la creazione di un tale prodotto turistico potrebbe essere
rappresentato dal contratto di rete, da costituirsi tra quelle malghe che attualmente risultano essere
accessibili, e riammodernarle, gestendole in chiave turistica oltre che in chiave culturale.
MOBILITÀ E VIABILITÀ TURISTICA
In ottica turistica, l’Altopiano necessita di investimenti in interventi finalizzati a rendere accessibile
tutto il territorio, sia per quanto riguarda l’accesso dalla pianura e dalle zone limitrofe, sia per quanto
riguarda gli spostamenti all’interno del territorio e dei suoi fattori di attrattiva.
Inoltre, la mobilità diventa risorsa turistica di per sé, quando si declina nello sviluppo della mobilità
dolce - quindi la capacità di spostarsi a piedi e poter quindi godere di tutto il territorio - e nella
valorizzazione della rete di viabilità storica e rurale, che risponde infatti sia ad interessi agro-forestali
(accesso alle malghe d’alpeggio ed ai lotti di legname), sia ad interessi di tipo turistico, costituendo
collegamenti ciclo-pedonali per promuovere le discipline dell’outdoor e del turismo attivo.
11
Cfr. anche sezione dedicata alle malghe nel capitolo dedicato agli interventi di sviluppo in ambito agricolo
15
UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
Per il settore turistico, quindi, considerando le priorità descritte vengono identificate le seguenti
azioni:
Risultati attesi
Miglioramento delle
condizioni di fruibilità delle
strutture ricettive e delle
destinazioni turistiche in
chiave accessibile
Indicatori di
Azioni
monitoraggio
TURISMO ACCESSIBILE E SPORTIVO
Proseguimento del percorso di formazione per gli
Var % partecipanti operatori altopianesi (albergatori, ristoratori, addetti
alle informazioni, ecc..)
Var % delle strutture Raccolta della disponibilità delle strutture ricettive
ricettive aderenti locali al progetto Turismo accessibile
all’iniziativa; Riammodernamento delle strutture alberghiere in
Tasso di ricettività (posti chiave accessibile
letto per 1000 abitanti)
Tasso di turisticità
(giornate di presenza dei
turisti italiani e stranieri nel
complesso degli esercizi
ricettivi per abitante)
Km piste accessibili; %
utilizzo
Var % utilizzo mezzo
pubblico
Var % utilizzo servizi sanitari
Var % accessi al sito
Riposizionamento
competitivo della
destinazione anche dal punto
di vista sportivo
Maggiore fruibilità delle
malghe; Presenza di punti di
appoggio per escursionisti
Migliore accessibilità
dell’Altopiano
Costruzione di un nuovo comprensorio per lo sci di
fondo e attività sportive outdoor
Potenziamento in chiave accessibile dei trasporti
pubblici
Integrazione dei servizi sanitari
Implementazione di un sito web di destinazione
(gestito dalla OGD), contenitore di informazioni
inerenti i diversi progetti turistici avviati
Potenziamento delle attività outdoor e dello sci di
fondo
Km piste accessibili; %
Completamento itinerari ciclabili
utilizzo
Sistemazione rete agro-silvo pastorale a finalità ciclo
turistiche
Var % utenti Interventi di miglioramento segnaletica turistica,
escursionistica sul territorio
Var % utenti Collegamento siti Grande Guerra
VALORIZZAZIONE MALGHE
n. malghe coinvolte; var % Ristrutturazione di malghe e rifugi
turisti Dotazione di servizi alle malghe
Creazione “Via delle Malghe”
Organizzazione di eventi in malga legati alla sua
vocazione casearia e non
n. malghe coinvolte Revisione della regolamentazione
Modello gestionale del contratto di rete tra più
strutture malghive con programmi e azioni condivise
MOBILITÀ
n. servizi pubblici; var % Creazione di parcheggi scambiatori con auto/bici
utenti elettriche all’ingresso dell’Altopiano
Implementazione dei servizi di trasporto pubblico
locale e di servizi di trasporto di accesso all’Altopiano
Livello di percezione della Creazione e strutturazione di itinerari turistici tra i
qualità; % utenti centri abitati
16
UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
INTERVENTI SU POLITICHE ORDINARIE
 SANITÀ
Nell’ottica di rafforzare i valori distintivi per l’Altopiano, risulta strategico valorizzare i servizi e le
prestazioni socio sanitarie del territorio, considerando sia il benessere dei cittadini che l’accessibilità
turistica, attraverso un ripensamento dell’offerta socio sanitaria locale che consideri:
 da una parte, la dispersione della popolazione, l’alto indice di ospedalizzazione del
territorio, la difficoltà di reperire medici specialisti;
 dall’altra, l’opportunità di valorizzare la sanità anche in chiave turistica, al fine di rendere
la montagna sempre più “accessibile e sostenibile”, attraverso l’implementazione di
specifici “pacchetti salute”.
A livello territoriale, l’Altopiano è caratterizzato da una forte componente di popolazione anziana,
con un indice di vecchiaia in crescita e superiore a quello regionale (rispettivamente pari a 176,3 e
150,6) e da un elevato tasso di ospedalizzazione12.
Considerando tali peculiarità, più che prevedere il ricovero in ospedale tout court, le indicazioni
regionali evidenziano le opportunità di sviluppare un modello assistenziale che punti sulla presa in
carico del paziente da parte della rete territoriale in una logica di percorso, declinato ad esempio
attraverso i seguenti servizi:



Potenziamento progressivo degli ambulatori infermieristici periferici che rientra all’interno
del modello di medicina di gruppo integrato. L’esiguo numero di medici in Altopiano non
consente di poter strutturare una medicina di gruppo integrato completa, mentre si può
pensare di sviluppare prestazioni legate alla medicina di iniziativa;
Teleconsulto specialistico inteso come una modalità innovativa di relazione tra specialistici e
medici di famiglia già attuato da diverse ULSS della Regione;
Tele-monitoraggio nello scompenso.
In questo contesto, le progettualità indicate nella Strategia aree interne intendono promuovere
servizi di assistenza in stretta connessione con le azioni di sviluppo previste negli assi strategici, in
modo aderente alle peculiarità del territorio, al fine di aumentarne l’attrattività per la collettività di
riferimento e per il bacino di utenti che può provenire dal turismo.
Promuovere la rete di assistenza territoriale
Ciò necessità prima di tutto del potenziamento dei servizi di Assistenza domiciliare per venire
incontro non solo ai bisogni della comunità locale ma anche alle necessità del turista con specifici
bisogni, al fine di riuscire a dare risposta alle possibili sollecitazioni del territorio. La difficoltà legata al
trasporto di tali persone è ancora più sentita in un territorio montano come quello dell’Altopiano in
cui è molto alto il rischio di esclusione sociale, soprattutto della componente anziana e sola.
In questo modello, le farmacie rurali potrebbero ricoprire un ruolo attivo per promuovere e
garantire l’assistenza socio sanitaria, non solo garantendo la disponibilità dei farmaci (magari anche
di quelli attualmente dispensati dagli ospedali), ma anche attivando un servizio di prenotazione dei
12
Ciò è misurato dal tasso di ospedalizzazione evitabile (composito) che nell’Altopiano risulta molto elevato, pari a 909,4, ben superiore
alla media regionale di 582. Il tassi di ricovero riguarda specifiche condizioni o patologie che possono essere adeguatamente trattate a
livello extra-ospedaliero (ad esempio complicanze del diabete, scompenso cardiaco, infezioni delle vie urinarie, polmonite batterica
nell'anziano, broncopneumopatia cronica ostruttiva, ecc).
17
UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
servizi e favorendo la strutturazione di un Point of Care per gli esami di base (diventando una sorta di
front office del sistema sanitario).
Per quanto riguarda il punto nascite, sostenere e rafforzare la soluzione del sistema di rotazione
degli operatori sanitari sui due presidi ospedalieri del distretto ULSS n.3 di Bassano, secondo le
previsioni della riforma dell'Amministrazione Pubblica.
Inoltre, al fine di rafforzare il servizio, seguendo la tendenza promossa a livello regionale, si
potrebbero strutturare percorsi nascita che, nei casi di gravidanze fisiologiche, affidino la
responsabilità della gestione all’ostetrica sotto la supervisione del ginecologo.
Per quanto riguarda la pediatria, per garantire un numero adeguato di pediatri presenti sul territorio
(che è direttamente correlato al numero di bambini) si potrebbe pensare di introdurre un progetto
che integri il lavoro del pediatra con altre prestazioni, in modo da assicurare la presenza di almeno
due specialisti sul territorio.
Dalle indicazioni regionali, emerge anche un’opportunità, oltre che una necessità, di potenziare in
Altopiano le prestazioni sanitarie specialistiche di base ed intermedie, in modo da garantire i servizi
di base con continuità e con adeguati standard qualitativi e tecnici. Risulta invece non efficiente
puntare su prestazioni specialistiche complesse come la radiologia, che richiedono macchinari molto
sofisticati, a causa della mancanza di un bacino di utenza adeguato e quindi di competenze che
possano sostenere anche da un punto di vista economico la strutturazione di queste prestazioni.
In un percorso di miglioramento dei servizi sanitari, la telemedicina può ricoprire un ruolo molto
importante per offrire una risposta al problema di carenza di servizi anche nei periodi di alta
affluenza turistica. Nel dettaglio può essere interessante l’attivazione del teleconsulto specialistico
promosso dalla Regione per favorire le relazioni tra il medico di base e gli specialisti. Ciò potrebbe
rappresentare una valida alternativa alla mancanza di medici specialisti di cui soffre l’Altopiano.
Turismo accessibile
Nella direzione di valorizzare le connessioni con il turismo, il territorio evidenzia l’opportunità di
valorizzare le prestazioni sanitarie legate al turismo accessibile e agli stili di vita, inteso nell’accezione
più ampia del termine, come ampiamente descritto nel paragrafo sul turismo. Pertanto, le
progettualità sono rivolte non solo alle persone con disabilità motorie o mentali, ma anche a persone
con bisogni particolari, di tipo alimentare, legato all’età (si fa riferimento ad esempio a percorsi legati
all’alimentazione, alle camminate, ad attività riabilitative per persone infartuate, diabetici, allergie
alimentari, ecc.).
Si possono progettare pacchetti salute per persone anziane che, pur non essendo residenti, salgono
in Altopiano per periodi lunghi (ad esempio 3 mesi) con l’intento di aderire ad un percorso
riabilitativo, sfruttando non solo le opportunità del territorio dal punto di vista naturale, ma anche
appoggiandosi a specifiche terapie (si cita ad esempio il caso degli infartuati che salgono in Altopiano
per effettuare un percorso riabilitativo sfruttando anche i benefici derivanti dalle camminate a
diverse altitudini). Un esempio potrebbe essere la costituzione del “pacchetto salute cicloturismo”,
che si potrebbe integrare perfettamente alla vocazione del territorio, proponendo percorsi specifici
accompagnati a pacchetti di “riabilitazione ortopedica e sportiva”.
Dal punto di vista riabilitativo, il territorio vanta una tradizione molto importante che dovrebbe
essere riportata in luce, analizzando la possibilità di adeguare i servizi alla potenziale domanda
esistente.
Per promuovere l’accessibilità, il territorio ha evidenziato l’opportunità di implementare
ulteriormente le iniziative dedicate, dando seguito alle attività di formazione rivolte agli operatori del
settore, con lo scopo di sensibilizzare soggetti ed operatori del territorio in ottica accessibile, con
18
UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
l'obiettivo di creare una rete significativa di persone con una cultura dell'accoglienza dei disabili 13. La
cultura dell’accoglienza delle persone con bisogni speciali è infatti un passaggio fondamentale per
promuovere questo tipo di iniziative. Al contrario, gli atteggiamenti negativi, i pregiudizi e la non
disponibilità all’ascolto, da parte degli operatori turistici, rispetto alle esigenze delle persone disabili
o con bisogni particolari, costituiscono una prima grande barriera. Si citano come esperienze positive
anche le iniziative delle associazioni dei maestri di sci volti a promuovere lo sport anche tra i giovani
affetti da disabilità motorie o mentali.
In questa direzione, è necessario il coordinamento con le strutture turistiche e ricettive che
rappresentano un anello fondamentale per promuovere tali progettualità, attraverso opportune
attività di marketing, al mercato turistico (in questo probabilmente la DMO potrà fornire un valido
supporto, al fine di mettere in rete tutte le iniziative).
Un altro elemento da tenere presente riguarda la valorizzazione dell’ampio patrimonio di seconde
case, che potrebbero essere utilizzate sia dagli stessi proprietari ma anche da coloro che desiderano
passare in Altopiano periodi lunghi.
Un effetto positivo che potrebbe derivare da tali progettualità riguarda pertanto la possibilità di
destagionalizzare i flussi turistici, ampliando i fattori di attrattiva del territorio e allo stesso tempo
aumentando il numero degli utilizzatori dei servizi sanitari.
Funzionale allo sviluppo dei servizi è anche il rafforzamento della rete di trasporti dedicata per
funzioni e tipologie di persone (ad esempio anziani), attraverso il potenziamento di collegamenti
legati alle strutture ambulatoriali e specialistiche.
Risultati attesi
Incremento qualità dei servizi
Indicatori di monitoraggio
Var % utenti raggiunti
Livello soddisfazione utenti
Var % utenti; var % numero
specialisti su rotazione
Livello soddisfazione utenti
Var % utenze; n. pacchetti proposti
Azioni
Potenziamento servizi di assistenza
domiciliare e delle prestazioni
sanitarie specialistiche
Potenziamento del ruolo delle
farmacie rurali
Potenziamento servizio pediatria e
punto nascite
Telemedicina/ teleconsulto
specialistico
Attivazione di pacchetti salute
Incremento utenti che scelgono
l’Altopiano come destinazione per
percorsi di riabilitazione
Var % arrivi /presenze in alta
stagione e bassa stagione
Coordinamento con le strutture
ricettive e turistiche; Utilizzo delle
seconde case
Aumento delle presenze e delle
attività legate al turismo
accessibile
n. corsi di formazione attivati; var
% operatori coinvolti; var% degli
utenti coinvolti
Corsi di formazione agli operatori;
corsi sportivi per utenti con
disabilità
 FORMAZIONE ED ISTRUZIONE
Per promuovere lo sviluppo dell’Altopiano in materia di istruzione e formazione si rendono
necessarie una riorganizzazione della rete scolastica e una maggiore qualificazione dell’offerta
formativa contribuendo così ad aumentare la vivibilità e l’attrattività dell’area, riducendo lo
spopolamento dell’area stessa che riguarda soprattutto la fascia più giovane.
13
Nel 2015 l’Altopiano è stato individuato zona pilota per il Veneto per un progetto legato al Turismo Accessibile, in collaborazione con
l’Azienda Sanitaria Locale e l’ULSS di zona. Il corso sul Turismo accessibile, organizzato con l'obiettivo di creare una rete di persone
significative con una cultura dell'accoglienza dei disabili, ha visto la partecipazione di circa 100 persone.
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UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
Ipotesi di riorganizzazione degli istituti comprensivi e accorpamento dei plessi scolastici
Il dialogo con il territorio ha prima di tutto evidenziato come l’istruzione primaria e secondaria di
primo grado dell’Altopiano soffra le problematiche tipiche della scuola nelle Aree interne in termini
di:
- scarsa razionalizzazione dei plessi con presenza di pluriclassi anche alle medie;
- difficoltà logistiche e degli spostamenti sia di alunni che di insegnanti a causa della
morfologia del territorio e delle distanze soprattutto nelle zone marginali;
- alto turn over degli insegnanti con conseguente impatto sulla qualità dell’offerta formativa.
Vi è infatti una diffusa consapevolezza che gli istituti dell’Altopiano14 soffrono di una forte
parcellizzazione delle strutture e di un rilevante sotto dimensionamento, con la conseguente
presenza di pluriclassi, che incide negativamente sull’attività del corpo docente e sulla sostenibilità
futura dei plessi (ciò è dovuto al rilevante problema delle distanze)15. Il numero medio degli alunni
della scuola primaria nell’Altopiano di Asiago è infatti pari a 77 bambini rispetto ad una media di 157
alunni a livello regionale e di 162 alunni a livello nazionale. Ciò genera un forte ricorso al sistema
delle pluriclassi, con evidenti problematiche legate all’offerta didattica e all’apprendimento, secondo
la seguente dislocazione.
Istituto di Gallio:
 una pluriclasse nella scuola primaria di Enego (che accorpa 2 classi);
 due pluriclassi nella scuola primaria di Foza;
 due pluriclassi nella scuola primaria di Stoccareddo;
 due pluriclassi nella scuola primaria di Rotzo;
 due pluriclassi nella scuola primaria di Roana;
 una pluriclasse nella scuola primaria di Gallio (che accorpa 2 classi);
istituto di Lusiana, Conco, Crosara
 due pluriclassi nella scuola primaria di Santa Caterina (che accorpa 4 classi).
 Sono anche presenti le pluriclassi nella scuola secondaria di primo grado a Cesuna (una
pluriclasse).
Le proposte condivise dal territorio durante i tavoli di approfondimento riguardano sostanzialmente i
due istituti con maggiori problematicità in termini di numero di studenti: l’istituto di Gallio e quello di
Lusiana Conco, con l’obiettivo di intervenire sulla riduzione delle pluriclassi e su un miglioramento
dell’offerta formativa.
In particolare, l’orientamento del territorio è quello di ridisegnare l’organizzazione delle scuole di
Roana-Rotzo, di Foza-Gallio, diminuendo il ricorso alle pluriclassi, nei modi e nei tempi che saranno
esplicitati nel passaggio da preliminare a strategia. Si è infatti consapevoli che la razionalizzazione
delle scuole è un passaggio molto delicato per il territorio, che necessita di una attenta condivisione
da parte della cittadinanza e di un maggiore approfondimento e coinvolgimento della parte politica,
scolastica e sociale, che pertanto verrà effettuato nella fase di messa a punto della strategia.
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Istituto comprensivo di Lusiana, Conco, Crosara (Scuola dell’Infanzia di Crosara; Scuole primarie di Lusiana, Conco, Santa Caterina;
Scuole secondarie di I grado di Lusiana, Conco e Crosara); Istituto comprensivo di Gallio (scuole dell'infanzia: Gallio e Roana; scuole
primarie di Canove, Enego, Foza, Gallio, Roana, Rotzo, Stoccareddo; scuole secondarie di 1° grado di Cesuna, Enego, Foza, Gallio
Mezzaselva); Istituto comprensivo di Asiago (scuole dell'infanzia: Asiago, Sasso, Foza, Rotzo; scuola primaria di Asiago; scuola secondaria di
I° grado di Asiago). Tutti i dati si intendono aggiornati all’anno scolastico 2015/2016.
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La distanza tra i plessi scolastici dell’Altopiano è un problema molto sentito dal territorio. La maggiore criticità in termini di distanze
viene rilevata soprattutto dall’Istituto comprensivo di Gallio che si sviluppa su una distanza di oltre 50 km (la particolare criticità di questo
istituto è stata rilevata anche dalla Regione Veneto, con una nota del 5 giugno 2015; inoltre per l’elevata dispersione delle strutture
l’istituto si trova senza organico potenziato, non riuscendo pertanto a fruire di tale possibilità, come indicato dalla direttiva ministeriale n.
30549 del 21/09/201 e dalla Legge Buona Scuola n. 107/2015).
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UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
Per quanto riguarda la scuola di Enego non è invece possibile ipotizzare un accorpamento con altri
plessi scolastici perché è un territorio geograficamente molto isolato; pertanto gli amministratori
chiedono per questo specifico caso di poter mantenere “in modo condizionato” le pluriclassi, come
indicato nelle linee guida della buona scuola, attivando un piano per il miglioramento della didattica
con un uso intensivo degli spazi a disposizione anche in orario pomeridiano (come già accade a S.
Caterina dove è attivo un progetto di miglioramento delle competenze digitali "scuola 2.0", oltre
all'utilizzo pomeridiano degli spazi per attività di doposcuola ).
Inoltre, relativamente all’istituto Comprensivo di Lusiana, Conco, Crosara, i dirigenti e docenti
scolastici chiedono un intervento di valorizzazione della scuola di Conco, che prevede il trasferimento
della scuola primaria nella sede della scuola secondaria di 1° grado (gli alunni interessati sarebbero
complessivamente 87).
I risultati attesi dall’accorpamento delle due scuole riguardano:
- palestra in comune (al momento la scuola primaria non dispone di una locale adibito a
palestra, provocando disagi agli alunni)
- miglioramento dell’offerta formativa della scuola primaria, con effetti positivi anche sulla
scuola secondaria di primo grado, in virtù di una maggiore collaborazione tra insegnanti, una
condivisione di progetti e di percorsi formativi;
- sul piano energetico, incremento di due classi energetiche con evidenti risparmi sul piano
energetico e di costi (l’attuale scuola primaria si trova in uno stabile non riqualificato, con alti
consumi e costi energetici, mentre nella scuola secondaria di 1° grado è già in funzione un
impianto di riscaldamento a biomassa legnosa e un impianto fotovoltaico);
- miglioramento dell’organizzazione dei trasporti scolastici e diminuzione della mobilità dei
docenti tra le sedi.
Inoltre, l’edificio che ospita attualmente la scuola primaria dovrebbe essere adeguato sismicamente,
mentre l’edificio della scuola secondaria di primo grado è già stato oggetto dell’adeguamento sismico.
Per attuare il trasferimento della scuola sono però necessari interventi strutturali che riguardano il
completamento di un piano dell’edificio della scuola secondaria di primo grado attualmente al grezzo,
il completamento dell’isolamento termico nella parte centrale dell’edificio e l’ampliamento dello
stesso al fine di ricavare nuovi laboratori (costo totale previsto dell’intervento pari a 478 mila euro).
In tema di riorganizzazione, il territorio chiede inoltre la presenza di tre dirigenti per i tre istituti
comprensivi, come emerge dalla “Buona scuola” in cui è previsto che "assumerebbe inoltre
particolare importanza per le aree interne il recupero dei termini dell’accordo stipulato in Conferenza
Stato-Regioni nell’ottobre 2013, che prevedeva di affidare a ciascuna Regione una “quota” di
autonomie scolastiche, da calcolare in base al numero complessivo degli studenti e da programmare
in relazione alle specifiche esigenze dei territori, superando la rigidità del parametro 400/600”
(attualmente l’istituto comprensivo di Lusiana ha un preside a Reggenza, dirigente dell’Istituto
comprensivo di Asiago), ritenendo che tale riforma potrebbe attribuire una maggiore autonomia agli
istituti per potenziare l’offerta didattica.
In particolare il territorio chiede la deroga per mantenere l’autonomia dell’Istituto comprensivo di
Lusiana, a rischio per numero di alunni (essendo sotto-dimensionato) in quanto, per peculiarità
morfologica, culturale ed organizzativa, il suo accorpamento ad Istituti della pianura o a quelli
dell’Altopiano potrebbe risultare non congruo. La richiesta di deroga mira a facilitare la realizzazione
delle proposte contenute nel preliminare che verranno meglio declinate in fase di strategia.
Riconversione degli indirizzi scolastici verso la vocazione dei territori
Gli approfondimenti hanno inoltre evidenziato l’esigenza di rimodulare l’offerta formativa
dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Mario Rigoni Stern” nell’ottica di valorizzare maggiormente le
specificità territoriali, al fine di attrarre gli studenti non solo locali ma anche provenienti da fuori
sede, nonché di ridurre il deflusso degli studenti altopianesi verso le scuole della pianura.
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UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
Nel dettaglio le azioni individuate sono dirette soprattutto a rafforzare l’indirizzi agrario, alberghiero
e turistico, considerando la stretta connessione con gli assi di sviluppo del territorio individuati
all’interno della Strategia.
 INDIRIZZO SERVIZI PER L’AGRICOLTURA E LO SVILUPPO RURALE - al fine di migliorare
l’efficacia formativa dell’indirizzo attivato nel 2013, con un curriculum focalizzato
sull’agricoltura e l’attività silvo-pastorale di montagna, emergono le seguenti necessità:
- allestimento del nuovo laboratorio specifico di settore all’aperto con lo spostamento
e l’ampliamento dell’attuale serra presso le pertinenze della sede di Via Matteotti (già
di proprietà della Provincia);
- allestimento di un frutteto;
- disponibilità di terreni utilizzabili per colture stagionali all’aperto, di piccoli frutti e
funghi;
- realizzazione di un piccolo laboratorio per la caseificazione (da utilizzare in sinergia
con l’indirizzo alberghiero);
- realizzazione di un piccolo laboratorio per la distillazione delle erbe aromatiche e
delle spezie del territorio atto all’estrazione degli specifici oli essenziali;
- riqualificazione degli stabili della “Cattedra”, sita in Canove di Roana e attualmente in
disuso, per la realizzazione di laboratori specifici di settore, anche in collaborazione
con le Università, al fine di creare un centro di ricerca e di sviluppo di competenze
avanzate nel campo dell’agricoltura in genere. Attivazione di stage universitari.
 INDIRIZZO SERVIZI PER L’ENOGASTRONOMIA E L’OSPITALITÀ ALBERGHIERA - al fine di
migliorare le competenze in tema di ricettività turistico alberghiera e ristorativa, e di
sviluppare percorsi enogastronomici, emerge che, dal punto di vista strutturale, è già stata
appaltata dalla Provincia di Vicenza la ristrutturazione dell’ex Villa Zecchin in Via Matteotti
quale nuova sede dell’indirizzo alberghiero; risulta pertanto indispensabile l’allestimento dei
laboratori di cucina, pasticceria, sala bar e ricevimento (anche informatizzati), non finanziati
nel progetto di ristrutturazione della Provincia.
 INDIRIZZO TECNICO ECONOMICO (AMMINISTRAZIONE FINANZA, MARKETING E TURISMO:
al fine di migliorare le competenze culturali e tecnico professionali in tema di turismo
integrato, si considerano necessarie:
Acquisizione dei patentini di animatore turistico e/o accompagnatore del territorio;
Potenziamento della collaborazione esterna con le associazioni di categoria e gli
operatori turistici locali per lo sviluppo di progetti con il “nascituro ente di
organizzazione della gestione della destinazione”;
creazione di un laboratorio per l’attività di alternanza scuola-lavoro in impresa
formativa simulata per il percorso amministrazione, finanza e marketing;
Attivazione di collaborazioni con l’Istituto Tecnico Superiore di Jesolo per l’attivazione
in Altopiano di percorsi biennali di “Tecnico Superiore per la Gestione di Strutture e
Servizi Turistici” (post diploma) presso le sedi dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Mario
Rigoni Stern” e del convitto studentesco annesso all’Istituto;
Attivazione di collaborazioni con le Università per l’attivazione di stage universitari.
A livello trasversale, i dirigenti scolastici evidenziano la necessità di potenziare e mettere a norma il
laboratorio di fisica, chimica e biologia, presso la struttura di Via Matteotti e di rafforzare la
collaborazione esterna con le associazioni di categoria ed aziende del territorio per attività di
alternanza scuola lavoro, con benefici per tutti gli indirizzi scolastici.
In particolare, per migliorare le competenze tecnico professionali dell’indirizzo di manutenzione,
servizi e assistenza tecnica, si avverte il bisogno di una sistemazione strutturale e strumentale del
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UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
laboratorio di forgiatura del ferro, di un riammodernamento della dotazione di torni e fresatrici del
laboratorio di meccanica, e di un potenziamento del laboratorio CNC (Computer Numerical Control).
Inoltre, nell’indirizzo liceo scientifico e opzione scienze applicate occorre consolidare le attività di
alternanza scuola lavoro con particolare riferimento alle strutture dell’Università di Padova presenti
sul territorio presso l’osservatorio astrofisico.
Infine, per quanto riguarda il liceo scientifico ad indirizzo sportivo, il dialogo con i dirigenti e i
docenti fa emergere la necessità di intensificare i laboratori sportivi ed anche le connessioni con le
associazioni sportive, con particolare riferimento a quelle esistenti sul territorio per gli sport invernali
e di promuovere la collaborazione con le facoltà scientifiche universitarie, anche in collegamento con
l’indirizzo tecnico turistico.
Ospitalità per studenti fuori sede
Al fine di ampliare il bacino di utenza anche agli studenti provenienti da fuori Altopiano, di ridurre il
pendolarismo e di far fronte al futuro calo demografico, si ritiene strategico l’attivazione del convitto
studentesco che dovrebbe partire presumibilmente il 1 settembre 2016.
Considerato che l’attivazione del convitto è stata concessa senza oneri a carico della Provincia, si
rende necessario il reperimento di 40.000 euro annui per la gestione ordinaria.
Progetti/condizioni trasversali
Al fine di tutelare nel futuro il mantenimento dell’autonomia dell’Istituto Superiore di Asiago,
sarebbe importante garantire l’esclusività dell’indirizzo alberghiero, al fine di evitare situazioni di
concorrenza da parte delle zone limitrofe all’Altopiano.
Sarebbe pertanto auspicabile che la Regione Veneto inserisca nelle linee guida relative al
dimensionamento scolastico una clausola a tutela dell’offerta formativa esclusiva delle Aree Interne.
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UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
RISULTATI ATTESI
INDICATORI DI MONITORAGGIO
Miglioramento della rete
scolastica e della fruibilità dei
plessi
% plessi sottodimensionati
% pluriclassi sul totale classi
% docenti che insegna in più sedi di uno
stesso istituto sul totale di docenti
Qualificazione dell’offerta di
istruzione e formazione
tecnica e professionale
dell’Istituto di Istruzione
Superiore (IIS) “Mario Rigoni
Stern” di Asiago.
Numero di studenti frequentanti
l’Istituto di Istruzione Superiore “Mario
Rigoni Stern”
Miglioramento delle
competenze chiave degli
studenti dell’indirizzo tecnico
economico turismo dell’IIS
“Mario Rigoni Stern” di
Asiago.
Aumento della presenza di
studenti universitari per
progetti legati al territorio.
Miglioramento integrazione
scuola/lavoro.
Formazione di tecnici
specializzati nel settore
turistico.
% studenti dell’indirizzo tecnicoturistico con patentini sul totale alunni
dell’indirizzo tecnico – turistico
% di studenti diplomati impiegati sul
territorio nel comparto turistico sul
totale degli studenti dell’indirizzo
% studenti universitari occupati in
progetti in Altopiano nei settori agrario
ed economico-turistico
% studenti diplomati che trovano
occupazione nell’area? in 1-3 anni dal
diploma
Numero di tecnici superiori con diploma
ITS
% tecnici superiori che trovano
occupazione in 1-3 anni dal diploma
AZIONI
Dimensionamento della rete scolastica.
Trasferimento della scuola primaria di
Conco nella struttura della scuola
secondaria di I grado con un costo
totale previsto dell’intervento pari a €
478.000.
Attivazione del Convitto annesso (senza
oneri a carico della Provincia
Creazione/potenziamento di:
1) Nuovo laboratorio di cucina,
pasticceria, sala bar e
ricevimento (anche
informatizzati) nella nuova
struttura di Villa Zecchin
2) Laboratorio di fisica, chimica e
biologia
3) Laboratorio di Impresa simulata
4) Laboratorio all’aperto di
agraria: frutteto e serra per la
coltivazione di prodotti di
nicchia; connessione con
Cattedra
Acquisizione di patentini di animatore
turistico e accompagnatore di territorio
Promozione di accordi con le
associazioni di categoria e gli operatori
turistici locali per lo sviluppo di progetti
con il “nascituro ente di organizzazione
della gestione della destinazione”
Attivazione di stage universitari per
studenti italiani o stranieri (tramite
programma Erasmus)
Attività di Alternanza Scuola-Lavoro con
aziende/strutture/enti/istituzioni
presenti sul territorio
Attivazione di collaborazioni con
l’Istituto Tecnico Superiore di Jesolo per
l’avvio di percorsi biennali post-diploma
di “Tecnico Superiore per la gestione di
strutture e servizi turistici” presso le
sedi dell’IIS “M. R. Stern” e del
Convitto.
 MOBILITÀ
Mobilità - L’Altopiano presenta delle criticità in merito al tema della mobilità: in primo luogo, le
connessioni viarie con la pianura risultano insufficienti a coprire i carichi di punta determinati dai
flussi stagionali: la mobilità verticale risente infatti di carenze infrastrutturali e dei servizi di
trasporto, che causano problematiche di congestione del traffico. L’attivazione di un piano per
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UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
rafforzare l’accessibilità costituisce un prerequisito indispensabile per supportare gli interventi e
permettere l’innesco di qualsiasi processo virtuoso in ciascun ambito d’intervento della Strategia.
Risulta quindi fondamentale per il territorio un rafforzamento della viabilità “verticale” – di accesso,
agganciando le nuove arterie in corso di realizzazione e di futura realizzazione nella pianura
sottostante e al contempo un potenziamento dei servizi di mobilità con i vicini territori e con i
comuni limitrofi per le varie tipologie di utenza (studenti, lavoratori, trasporto anziani senza mezzi
propri, turisti, ecc.).
In secondo luogo, l’adeguamento infrastrutturale dei punti di accesso all’Altopiano va affiancato da
un potenziamento dei servizi di TPL, sia per far fronte alla congestione del traffico nei periodi di alta
stagionalità, sia per rispondere alla necessità di mobilità orizzontale/interna alternativa al mezzo
privato, per il turista e per il residente, andando a perseguire uno sviluppo veicolare sostenibile.
La definizione delle linee di azione di sviluppo del trasporto pubblico è però condizionata alla messa a
punto della strategia di sviluppo locale e dei servizi fondamentali, pertanto si ritiene opportuno
declinare le azioni di intervento sia orizzontali che verticali nella fase di redazione della strategia.
Connettività - La mobilità digitale rappresenta inoltre una condizione indispensabile allo sviluppo di
un territorio come l’Altopiano.
La SNAI potrebbe favorire l’infrastrutturazione dei centri principali e la diffusione sul territorio della
banda larga da parte della Regione, cercando di lavorare in sinergia con quelle aziende che,
privatamente, attualmente forniscono i servizi ai cittadini.
Di seguito un’indicazione sommaria dei risultati attesi:
Risultati attesi
Miglioramento della mobilità
verticale / di accesso all’Altopiano
Miglioramento della mobilità
orizzontale/interna
Aumento connettività
indicatori
Var % mezzi di trasporto pubblico da
e per l’Altopiano
Var % numero linee
Var %numero utenti
Var % mezzi di TPL
Var %numero linee
Var % numero utenti
Var % mezzi di trasporto pubblico
Var % numero utenti
Var % comuni raggiunti da banda
larga; Var % numero imprese e
aziende servite
Azioni
Aumento del numero di corse da e per
i centri principali della pianura
(Vicenza, Bassano, Treviso, Venezia,
Verona, ecc)
Implementazione dei servizi di
Trasporto Pubblico Locale
Integrazione offerta di trasporto locale
nell’ambito dei servizi di istruzione e
sanità
Dotazione e infrastrutturazione
dell’Area con ADSL/Banda Larga/Ultra
Larga
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UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
2. DESCRIZIONE DEGLI ATTORI RILEVANTI E PROCESSO DI SCOUTING
L’Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, quale soggetto che raccoglie le
amministrazioni locali nella gestione del territorio, è il soggetto referente per la strategia,
supervisionando l’intero percorso e svolgendo un ruolo proattivo nella sua gestione.
All’inizio del processo sono stati programmati una serie di incontri tematici (Istruzione, Mobilità,
Turismo, Agricoltura) organizzati con il metodo del Tavolo di lavoro, presieduti dai Sindaci e dal
gruppo di assistenza tecnica.
Tali Tavoli, a cui hanno partecipato rappresentanti del territorio chiamati ad esprimere i desiderata
dell’Altopiano, sono stati sviluppati su due livelli, il primo di analisi e di confronto sulle priorità, il
secondo sulle proposte e gli obiettivi da raggiungere. Sono stati coinvolti complessivamente più di
100 attori locali (imprenditori, dirigenti scolastici, rappresentanti dei genitori, studenti, aziende del
trasporto, delle telecomunicazioni, albergatori, professionisti della comunicazione e del marketing,
agricoltori professionali ed integrativi, guide ed accompagnatori turistici). L’obiettivo era quello di
mobilitare gli stakeholder del territorio a definire delle idee progettuali che avrebbero potuto
integrarsi all’interno della strategia.
Il percorso è proseguito poi con la fase di scouting vera e propria condotta dal gruppo di progettisti
incaricati per la Strategia Aree Interne, che hanno avuto modo di conoscere gli operatori del
territorio e di individuare le idee più rispondenti agli obiettivi della SNAI, anche attraverso
l’organizzazione di Approfondimenti Tematici.
Si possono quindi elencare di seguito i principali stakeholder che hanno partecipato alla costituzione
del percorso di avvio della SNAI:
Enti locali
Unione dei Comuni; Amministrazioni comunali
Sistema Scolastico
Istituto Comprensivo di Gallio; Istituto Comprensivo di Asiago; Istituto Comprensivo di
Lusiana; Istituto di Istruzione Superiore
Sanità
ULSS 3 – Unità Locale Socio Sanitaria Bassano del Grappa
Associazioni di
categoria
Associazione Commercianti – Confcommercio mandamento di Asiago
Associazione Agricoltori – Coldiretti mandamento di Asiago
Associazione Artigiani - Confartigianato mandamento di Asiago
Associazione Albergatori
Scuole sci e Associazioni sportive
Associazione Produttori Patata di Rotzo
Associazione PomoPero
Strutture
universitarie
Università di Padova
Settore agricolo
Consorzio di tutela Asiago DOP
Rigoni di Asiago SPA
caseifici ed i consorzi di produttori
aziende e società del TPL
Imprenditori ed operatori del settore lattiero caseario
ricercatori e figure specializzate nella ricerca sulla biodiversità animale e vegetale
giovani orientati all’avvio di attività agricole alternative e all’integrazione dei loro prodotti
in micro-filiere locali con valenza didattica-ambientale e sociale; Veneto Agricoltura
Turismo e
strutture ricettive
Professionisti della comunicazione e del marketing territoriale e turistico, guide ed
accompagnatori turistici, ristoratori, albergatori, associazioni e consorzi di promozione,
operatori del turismo sportivo/attivo
Aziende operanti nel settore delle ICT sviluppo della banda (ultra) larga
ICT
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UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
3. TERRITORIO INTERESSATO E ASSOCIAZIONISMO DEI COMUNI
Descrizione del Sistema Intercomunale Permanente
L’area dell’Altopiano comprende gli 8 Comuni facenti parte dell’ex Comunità Montana Spettabile
Reggenza dei Sette Comuni, oggi Unione Montana. Tra i Comuni, quelli della conca centrale, tutti
periferici, Roana, Gallio e Asiago (capoluogo), costituiscono il fulcro per la concentrazione di attività e
servizi. Il secondo gruppo di Comuni, Rotzo, Foza (periferici), Enego (ultra periferico), Conco e Lusiana
(intermedi) sono anche quelli maggiormente esposti all’emarginazione e all’esclusione dai servizi e al
rischio idrogeologico.
La scelta dell’Altopiano dei 7 Comuni è avvenuta in seguito a una fase di analisi e istruttoria condotta
a livello regionale, che ha evidenziato, in sintesi, significativi trend di spopolamento, un indice di
vecchiaia della popolazione elevato, una diminuzione delle attività e delle superfici agricole. Inoltre,
vi è una bassa densità abitativa ma concentrata nei poli comunali, richiedendo così molti interventi di
manutenzione. Il comparto manifatturiero artigianale risulta poco innovativo e con una scarsa spinta
imprenditoriale. L’area soffre di una elevata dispersione dei servizi scolastici, che causa la presenza di
numerose pluriclassi. L’offerta turistica non si è adattata all’evoluzione della domanda turistica
globale, e pertanto le permanenze calano e i dati sulle presenze registrano dal 2003 ad oggi una
flessione di più del 50%. Il settore agricolo regge, nonostante sia concentrato sulla zootecnia e solo di
recente aperto ad innovazioni.
Ai fini della strategia, è apparso vincente il binomio tra agricoltura e turismo, in ottica di
valorizzazione del territorio rurale che caratterizza la maggior parte della zona dell’Altopiano; è
pertanto sui due settori che si è deciso di intervenire per lo sviluppo dell’area, andando poi ad
integrarli con i servizi essenziali della mobilità, della sanità e dell’istruzione.
Motivazione di scelte e condivisione di Funzioni e Servizi
Lo sviluppo dei servizi in forma associata rappresenta un ambito strategico per implementare le
azioni di sviluppo dell’Altopiano.
I Comuni, come detto, rientrano nella Unione Montana (ex Comunità Montana) Spettabile Reggenza
dei Sette Comuni, ed hanno promosso l’esercizio in forma associata delle seguenti funzioni:
FUNZIONI
Organizzazione generale dell’amministrazione, gestione finanziaria e
contabile e controllo
Progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed
erogazione delle relative prestazioni ai cittadini, secondo quanto
previsto dell’articolo 118, quarto comma, della Costituzione
Attività, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di
coordinamento dei primi soccorsi
GESTITE IN FORMA
ASSOCIATA
Centrale unica di
committenza
Servizi sociali16
Protezione civile
Inoltre, l’Unione Montana si occupa da sempre della gestione del patrimonio silvo-pastorale su
delega dei Comuni.
16
I servizi sociali del territorio stanno attualmente coordinandosi per l'adozione di un regolamento comune a tutti i Comuni dell’Altopiano.
Inoltre sono in contatto tra loro coordinando le iniziative e le modalità di gestione del servizio.
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UNIONE MONTANA
SPETTABILE REGGENZA
DEI SETTE COMUNI
4. REQUISITI NECESSARI, REGIONALI E NAZIONALI, PER L’EFFICACIA DELLA STRATEGIA
A livello regionale possono essere identificati alcuni interventi e impegni la cui attuazione è
fondamentale per la realizzazione degli interventi e per il successo della Strategia. In particolare si è
ravvisata la necessità di mettere in campo interventi che riguardano la Connettività: la mobilità
digitale rappresenta infatti una condizione indispensabile allo sviluppo di un territorio come
l’Altopiano.
La SNAI potrebbe favorire l’infrastrutturazione dei centri principali e la diffusione sul territorio della
banda larga da parte della Regione, cercando di lavorare in sinergia con quelle aziende che,
privatamente, attualmente forniscono i servizi ai cittadini.
5. QUADRO FINANZIARIO E INDIVIDUAZIONE DELLE FONTI FINANZIARIE
Il processo di elaborazione del preliminare - che ha portato a definire un percorso di sviluppo
strategico in un orizzonte di venti anni - ha raccolto i desiderata del territorio per ciascun asse
strategico e per gli interventi sulle politiche ordinarie, evidenziando anche la complessità insita in
ogni scelta strategica.
Oltre che con i fondi nazionali (Legge di stabilità, fondi assegnati ai servizi “Istruzione, Salute e
Mobilità” tramite i 3 ministeri: MIUR, MIT e Ministero della Salute), vista la varietà di interventi
richiesti dal territorio, si sottolinea che la strategia Aree interne potrà finanziare, in una logica
plurifondo e nel rispetto degli obiettivi e dei requisiti specifici di ciascun fondo, una parte delle
progettualità e degli interventi indicati nel preliminare attraverso le seguenti fonti di finanziamento:
 POR FESR 2014/2020
 POR FSE 2014/2020
 PSR FEASR 2014/2020
 Fondi Comuni di confine (ex-ODI).
Oltre a queste opportunità, l’Altopiano potrà valutare la partecipazione ai Programmi Europei a
gestione diretta per trovare copertura agli interventi previsti nella Strategia:
 Programma Life
 Programma Europa Creativa
 Programma Cosme
 Programma Horizon 2020
 Programma Central Europe
 Interreg V Italia – Austria
 Programma Alpine Space
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