Comune di Selva dei Molini Piano

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Comune di Selva dei Molini Piano
Autonome Provinz Bozen - Südtirol
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Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige
Comune di Selva dei Molini
Piano paesaggistico
Relazione illustrativa
1. Punto di partenza ed obiettivi … 2
2. Descrizione del territorio … 3
3. Misure di tutela … 5
Zone di interesse paesaggistico …
Zone di rispetto …
5
6
…8
Monumenti naturali … 9
Biotopo Bachlermoos
Zona di tutela per i minerali Tristenspitze …
Elementi strutturali paesaggistici …
10
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4. Sviluppo e cura del paesaggio … 13
I vincoli paesaggistici non bastano …
13
Progetto di sviluppo paesaggistico per il Comune …
Partecipazione dei cittadini …
Misure di promozione …
13
13
13
Linee giuda natura e paesaggio in Alto Adige …
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1. Punto di partenza ed obiettivi
Il piano paesaggistico del Comune di
Selva dei Molini è stato approvato con
D.P.G.P. 4 novembre 1982, n. 126/V/81.
L’elaborazione del piano è quindi avvenuta circa 25 anni fa. Dato che nel
frattempo si sono fortemente modificate le
disposizioni generali, i criteri di pianificazione, il piano urbanistico comunale, nonché le esigenze della tutela ambientale e
del paesaggio è sembrato urgente rielaborare il piano, seguendo anche i desideri
del Comune.
Inoltre, con l’approvazione del piano di
settore LEROP, “Linee guida natura e
paesaggio in Alto Adige”, sono state stabilite nuove strategie d’attuazione per la
conservazione e lo sviluppo ecologico del
paesaggio altoatesino. Un particolare
impulso per la rielaborazione del piano
paesaggistico è rappresentato dalla richiesta di individuare il Bachlermoos come
biotopo.
Vincoli
I vincoli paesaggistici vengono in parte
alquanto modificati rispetto al piano
paesaggistico del 1982, sia per quanto
riguarda i confini che per le norme di
tutela.
Con l’individuazione di un biotopo, di un
nuovo monumento naturale, delle singole
zone umide nonché la determinazione di
disposizioni di tutela per una serie di
elementi paesaggistici, come i cespugli di
campo, la tutela degli habitat dovrebbe
trovare maggiore riconoscimento nel piano
paesaggistico rielaborato. Il piano paesaggistico rielaborato contiene alcune
novità anche rispetto alle zone di tutela
paesaggistica. Nelle zone di rispetto vige
un divieto assoluto di costruzione; per
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contro, per la maggior parte delle zone di
rispetto viene abolito l’obbligo generale di
autorizzazione dei progetti da parte
dell’autorità provinciale per la tutela del
paesaggio.
Come già stabilito nel articolo 6 della legge
provinciale del 25 luglio 1970, n. 16 sono
escluse dai vincoli paesaggistici le zone
abitative e produttive fornite di piano di
attuazione approvato. A causa di varie
modifiche al piano urbanistico comunale
ed alla sua ultima rielaborazione, le zone
per insediamenti ed infrastrutture sono
sottoposte ad essenziali cambiamenti. Il
piano paesaggistico rielaborato dovrebbe
tenere conto di questa situazione.
Sviluppo e cura paesaggistica
Nel piano paesaggistico rielaborato è
completamente nuovo il settore dello sviluppo e della cura del paesaggio. Oggi
fanno parte di un rapporto sostenibile con
la natura ed il paesaggio non solo i vincoli, ma anche la cura di preziosi paesaggi
coltivati nonché misure di rivitalizzazione
per aree paesaggistiche impoverite. Assume un’importanza centrale l’accettazione
di nuove tendenze degli sviluppi paesaggistici locali. Con l’ausilio di linee guida per il
paesaggio o di piani di sviluppo del paesaggio comunali possono essere denunciati sviluppi negativi e fissate misure atte
a contrastarli. Ma è importante anche riconoscere e rafforzare tendenze positive. Le
linee guida natura e paesaggio in Alto
Adige analizzano profondamente la situazione paesaggistica dell’Alto Adige, propongono numerose misure atte a pilotare
lo sviluppo paesaggistico e rappresentano
una base importante per il lavoro di tutela
paesaggistica nel Comune.
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2. Descrizione del territorio
Il territorio comunale di Selva dei Molini
comprende l’onomima valle, la quale partendo da Molini di Tures si estende in una
lunghezza di 16 km verso ovest fino alla
catena centrale delle Alpi.
La caratteristica del clima comprende il
tipo centroeuropeo-montano sino all'alpino. Le precipitazioni annue si aggirano ai
ca. 1000 mm. L’aridità caratteristica delle
alpi interne è quindi ben accentuata. La
temperatura media oscilla tra 6 e 7°C.
La testata della valle con le cime ghiacciate delle Alpi centrali appartiene ancora alla
zona del gneis centrale. Dopo una fascia
di scisto poco larga, nella quale si trovano
anche rocce calcaree e dolomitiche più o
meno marmorizzate, ci troviamo nella
zona dei gneis antichi, i quali fiancheggiano la maggior parte della valle.
Lappago – soprattutto la zona attorno alla
Tristenspitze – è molto noto per la sua
straordinaria ricchezza di minerali.
I versanti esposti verso nord della media e
bassa vallata sono ricoperti da estese
peccete montane, oltre i 1.600/1.700 m da
peccate subalpine, sempre con una forte
presenza del larice. Verso il limite del
bosco è assai frequente il cirmolo. Nelle
zone ombrose più basse riscontriamo pure
l'abete bianco, mentre canaloni umidi
nonché il Rio di Selva dei Molini sono
fiancheggiati da ontani e betulle. Va
segnalata la presenza del tamaricio nelle
zone rivierasche del Rio di Selva dei Molini
al di sotto dell’Auer Stöckl. Lungo i
versanti insoleggiati esposti verso sud
invece il larice rappresenta spesso 80 90% del patrimonio arboreo ed ivi si
trovano anche piccoli popolamenti di pino
silvestre. Sopra il limite del bosco sul
versante ombreggiato si estendono i rododendri mentre l'intensa l'attività alpestre
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sui versanti settentrionali ha dato origine
ad estesi prati alpini tipo nardetum con
calluna e juniperus. Partendo dalle quote
2.300 – 2.400 m seguono poi i tappeti
erbosi alpini. A secondo il substrato
roccioso si incontrano i curvuleti acidofile o
i seslerio-sempervireti basifili. I tappeti
erbosi calcarei sono particolarmente ricchi
di specie.
Presenza del tamaricio lungo il Rio di Selva dei
Molini nelle vicinanze dell’ Auer Stöckls
L'attività agricola – trattandosi quasi esclusivamente di colture foraggere - è limitata
su una fascia nei pressi del fondovalle
nonché su numerose isole coltivate,
inseriti nel bosco della costa soleggiata,
dove i masi raggiungono quasi i 1.700 m
di altitudine sul mare. Mentre i versanti
montuosi sono dominati dal tipo di insediamento a masi sparsi, il quadro insediativo
lungo il fondovalle è caratterizzato prevalentemente da piccoli villaggi e gruppi di
masi. Lì dove la valle si allarga, su
insoleggiati terrazzi coltivati troviamo i due
centri di Selva dei Molini (1.223 m) e di
Lappago (1.440 m), di estensione piuttosto limitata, nonostante la vivace attività
edificatoria degli ultimi decenni. L'architettura tradizionale è dominata dalla
massiccia utilizzazione del legno. Sia le
case di abitazione nonché i fabbricati rurali
e tanto più le piccole costruzioni annesse
hanno di regola almeno il piano rialzato
costruito in legno, spesso addirittura
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l'intero fabbricato. Il timpano degli edifici
situati sul pendio è generalmente orientato
verso il fondovalle e caratterizzato inoltre
da un balcone a ballatoio incassato nel
mantello ligneo. Il tradizionale patrimonio
architettonico rappresenta un arricchimento del quadro paesaggistico degno di
tutela e un orientamento per la dimensione, posizione e i materiali impiegati per
le nuove costruzioni.
Presso diversi masi troviamo tuttora i
caratteristici molini che hanno dato pure
origine al nome della vallata. Un singolare
gruppo di cinque molini ad acqua costruiti
in legno e assai frequentato dai visitatori è
situato fra Selva dei Molini e Lappago
direttamente lungo la strada provinciale:
Molino e Stampfe del maso Auer, Molino e
Stampfe del maso Innerweger, Molino del
maso Außerweger. L'intero gruppo come
testimonianza della tecnica e cultura
agricola di notevole valore etnologico è
assolutamente degno di essere curato e
conservato.
Sopra il margine del bosco si estendono
ampi pascoli alpini con una ricca flora e
numerose baite costruite in legno massiccio. Come particolare gioiello paesaggistico a forma di anfiteatro si presenta la
testata della valle: nel lago di Neves vi
rispecchiano gli ultimi larici e cirmoli che
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salgono sino ai prati alpini e le scoscese
coste dei monti sui quali scendono i
ruscelli provenienti dai ghiacciai, il tutto
circondato dal firn splendente del Weißzint
(3.371 m), Breit- und Mutternock (3.215 e
3.072 m), Möseler (3.478 m) e Turnerkamp (3.416 m).
L’intensivo utilizzo idroelettrico del Rio di
Selva (tre grandi centrali idroelettriche
consecutive) provoca gravi danni all’idrologia del torrente, ridottosi quasi per intero
ad un corso d’acqua residua. Gran parte
della sabbia e ghiaia trasportate dal
torrente si deposita nel lago artificiale; per
questo motivo il trasporto di detriti del Rio
di Selva dei Molini, alimentato ormai solo
dai torrenti laterali, risulta molto esiguo.
Alcuni corsi d’acqua secondari della Val di
Selva dei Molini vengono inoltre utilizzati
per scopi idroelettrici; risulta pertanto
ancora più importante salvaguardare i
corsi d’acqua rimasti intatti.
A parte gli interventi idroelettrici, nella Val
di Selva dei Molini la struttura paesaggistica ed insediativa è comunque rimasta
quella originaria. Si incontra per lo più un
paesaggio culturale relativamente intatto, il
quale, assieme all’affascinante scenario
montuoso, rende Selva dei Molini una
delle valli più belle e meglio conservate del
Alto Adige.
La testata della valle, con la diga del lago artificiale di Lappago molto in vista e sullo sfondo i ghiacciai
del crinale dello Zillertal
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3. Misure di tutela
Zone di interesse
paesaggistico
L’intero territorio comunale escluse le zone
abitative e produttive fornite di piano di
attuazione approvato ai sensi dell’articolo
6, comma 3 della legge provinciale n.
16/1970 viene definito come zona di
interesse paesaggistico. Sono quindi
comprese in tale categoria di tutela anche
tutte le zone d’insediamenti e di infrastrutture non fornite di piano d’attuazione. In
generale, per garantire a queste superfici
uno sviluppo sostenibile sono sufficienti gli
strumenti urbanistici nonché la legislazione
vigente in materia forestale. L’autorizzazione di tutela paesaggistica, di regola, viene concessa dal sindaco.
Di particolare importanza sono i terreni
agricoli. Con i masi caratteristici, edificati
secondo tipiche tecniche di costruzione
locali, sono una componente importante
della tipologia paesaggistica esistente.
Rappresentano un paesaggio modificato
per mano dell’uomo nel corso del tempo e
sono espressione della tradizione storicoculturale della zona. L’individuazione come
zona di interesse paesaggistico persegue
l’obiettivo di garantire – senza limitare
l’attività agricola – un inserimento armonico delle costruzioni ammesse ed un loro
adattamento alla struttura paesaggistica
ed insediativa esistente.
Altri importanti ambiti di interesse paesaggistico sono il bosco, le siepi, i
pascoli, il verde alpino, i ghiacciai, le
zone rocciose e le fasce detritiche
nonché le acque. Sono di particolare
importanza dal punto di vista della tutela
paesaggistica ed ambientale, sia come
fattore determinante per la protezione ed il
microclima, sia perché formano un habitat
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ideale per tutta una serie di specie animali
tipiche e sono parte integrante fondamentale della struttura della zona, del suo
equilibrio ecologico e della sua funzione
ricreativa.
Anche le superfici definite a livello cartografico come prati e pascoli alberati
rientrano nella categoria Zone di interesse
paesaggistico. Nel comune di Selva dei
Molini non si contano zone prative più
estese di larice. Spazi angusti, prati e
pascoli alberati a larice o ad altre specie
arboree si possono incontrare soprattutto
lungo il margine superiore dei boschi, ma
anche, sebbene isolati, nelle zone più in
basso, in località marginali a coltivazione
estensiva.
La rada presenza di alberi non comporta
solo un arricchimento per il quadro paesaggistico, variandolo, ma protegge questi
terreni anche dall’inaridimento: migliora il
microclima riparandolo dai venti, impedisce la dispersione della neve, chiude con
l’apparato radicale profondo degli alberi il
ciclo delle sostanze nutritive e filtra un po’ i
raggi del sole. Ne conseguono migliori
condizioni di crescita per l’erba.
Fondamentalmente l’utilizzazione forestale
deve essere limitata alla crescita naturale
e si deve provvedere alla rinnovazione
degli alberi. Laddove si denota una certa
preponderanza dell’ abete rosso, questo
dovrebbe essere tagliato più degli altri
alberi. Infatti, l’abete rosso può soppiantare le altre specie arboree e provocare
oltre ad un’uniformazione del quadro
paesaggistico anche danni considerevoli
all’utilizzazione agricola. Come albero a
radici superficiali influisce su un’area
piuttosto estesa sulla crescita dell’erba,
perde aghi più difficilmente decomponibili e
produce più ombra.
Si deve rinunciare ad asportare le ceppaie,
in quanto il rilievo mosso del terreno è una
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caratteristica di queste superfici alberate e
proprio i punti con i ceppi sono interessanti
per la rinnovazione degli alberi.
Anche le zone umide sono segnate nella
cartografia. A causa della geomorfologia
esistente (stretta valle di montagna con
pendici ripide e pochi settori pianeggianti
ben delimitati) a Selva dei Molini non si
incontrano grandi zone umide collegate fra
loro. Tanto più importanti appaiono le
piccole zone umide ancora esistenti,
soprattutto nei siti più bassi, dove sono
estremamente rare. Invece, nei siti più
elevati – soprattutto nella zona della malga
Neves, dei laghi di Seeberg, della malga
Seefeld e al di sopra di Lappago – si
trovano ancora alcune paludi in gran parte
intatte.
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Zone di rispetto
Esistono settori particolarmente caratteristici e preziosi per il quadro paesaggistico
ed insediativo del Comune di Selva dei
Molini che vengono individuati come zone
di rispetto.
Si tratta dei dintorni di edifici di grande
valore storico-culturale che caratterizzano
il paesaggio, di strutture del paesaggio
particolarmente in vista o di estese zone di
prati verdi completamente intatti attorno
agli insediamenti, da cui si può godere una
bellissima vista e la cui intatta tipologia
rappresenta un elemento prezioso della
struttura paesaggistica ed insediativa
esistente.
Anche se, generalmente, negli ultimi
decenni l’attività edilizia fu molto vivace,
tali aree verdi molto importanti per il
quadro paesaggistico in gran parte sono
rimaste intatte e inedificate, anche grazie
al fatto che fin dal 1982 sono vincolate
come zone di rispetto. Queste zone di
tutela paesaggistica già esistenti vengono
inserite, con alcune correzioni di confine,
nel piano paesaggistico rielaborato quali
zone di rispetto.
Torbiera bassa sulla malga Neves
Le zone umide rivestono molteplici funzioni di ecologia paesaggistica. Esse
arricchiscono il paesaggio, ma rappresentano soprattutto degli habitat preziosissimi
per molte specie vegetali ed animali
minacciate. Va citata anche la loro importanza per l’equilibrio idrico grazie alla loro
funzione di serbatoio. Per questo motivo
tutte le zone umide, anche se non sono
appositamente vincolate come biotopo o
monumento naturale, sono degne di
essere conservate e non possono essere
prosciugate.
Le zone di rispetto comprendono le
seguenti aree:
- Il conoide molto esposto e ricoperto
di prati presso il maso Wengen, che
si estende ampiamente nel fondovalle.
La zona di rispetto viene lievemente
ridotta nell’ambito del sito del maso.
- I prati fra la strada provinciale e
Mairkirch onde garantire la libera
visuale dalla strada sul Weiler con la
bella chiesetta.
Cono di deiezione presso Maierkirch
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Ora, questa zona di tutela dovrà essere
ampliata notevolmente. Anche i conoidi di deiezione non edificati visibili
da lontano al di sopra dei masi Moar
e Schneider sono previsti come zona
di rispetto.
- Un gioiello paesaggistico di primo
ordine è l’ esposta collina della chiesa
di Selva dei Molini. I prati della
terrazza pianeggiante, che si estende
verso ovest, arricchisce in modo notevole la valle dei Molini caratterizzata per
il resto da strutture verticali. Questa
zona di rispetto tutela pure i prati più
preziosi nonché la libera visuale che
si gode dalla strada provinciale sul
Weiler Gruben con i suoi tradizionali
edifici.
I prati presso Gruben
Anche qui la zona di rispetto dovrebbe
essere estesa ad un conoide di
deiezione esposto, vale a dire i prati
ben visibili al di sotto del maso
Großgasteiger, ed alla striscia di
terreno paesaggisticamente molto varia
situata lungo il torrente laterale, in cui si
estendono strisce di bosco, pascoli con
o senza alberi ad utilizzazione
estensiva, siepi e muri a secco.
- Attorno al centro di Lappago la valle si
fa nuovamente più ampia. Su una
esposta terrazza coltivata a prati vi
sono raggruppati le case attorno alla
chiesa. Il piccolo centro inserito nei prati
intatti e fiancheggiato dalle scoscese
coste della vallata offre un quadro
paesaggistico ricco di contrasti.
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Lappago
Per i prati ad ovest di Lappago di Sopra,
che risaltano particolarmente a livello paesaggistico, viene prevista una nuova zona
di rispetto. Si tratta di un terreno con una
geomorfologia molto mossa, con marcati
rilievi ed avvallamenti prativi, che nel suo
complesso è molto esposto ed è ben
visibile da tutte le parti.
Attraverso l’individuazione come zone
di rispetto queste superfici dovrebbero
essere possibilmente risparmiate da
un’eccessiva opera d’edificazione e
d’allacciamento di cavi. Nelle zone di
rispetto vige un divieto assoluto di
costruzione di nuovi edifici all’aperto.
Solamente in un unico ambito parziale di
queste zone di tutela segnato appositamente nella cartografia, per i progetti di
costruzioni consentite, è prevista ancora
l’autorizzazione da parte dell’Amministrazione provinciale. Si tratta di una
zona che caratterizza in particolare modo il
paesaggio ed è la collina della chiesa di
Selva dei Molini e gli immediati dintorni.
In queste zone di tutela paesaggistica, la
coltivazione dei campi (inclusi i cambi
colturali) non è sottoposta ad ulteriori
limitazioni ed anche i lavori di miglioria, la
costruzione di strade ed altro non sono
vietati, per cui restano valide le relative
disposizioni di legge.
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Le aree di tutela proposte sono in gran
parte preziosi fondi coltivati, per cui questa
misura protettiva è molto importante per
l’agricoltura. Effettivamente, l’edificazione
e disgregazione di queste aree coltivate
rappresenterebbe una perdita inestimabile
per l’agricoltura. Attraverso l’individuazione
di queste aree quale zona di rispetto viene
sottolineata la priorità dell’utilizzazione
agricola rispetto ad altri tipi di utilizzazione.
La vegetazione umida esistente è
composta principalmente di carice stellare
(Carex stellulata) e lisca compressa (Blysmus compressus). Si è potuta osservare
anche la presenza della rosalina (Drosera
rotundifolia). Nei siti più aridi e soprattutto
nel settore sudorientale, che a causa di
immissioni di materiale da parte del torrente laterale presenta dei danni, nonché
sui cuscinetti di spessi strati di torba si
trovano anche abeti rossi e larici nani.
Biotopo Bachlermoos
Oltre alle paludi ricoperte di vegetazione
esistono anche numerosi stagni che
rappresentano un importante luogo di
deposizione delle uova per gli anfibi.
L’acqua della sorgente attraversa l’intera
zona umida.
Si tratta dell’unico sito umido degno di
nota del fondovalle di Selva dei Molini. I siti
più bassi della Val di Selva dei Molini sono
estremamente poveri di zone umide,
anche a causa delle particolarità topografiche della valle, che è stretta e a V,
con pochissime zone pianeggianti nel
fondovalle. Di conseguenza, questa palude riveste una particolare importanza. La
sua estensione è relativamente limitata,
ma in compenso si presenta in gran parte
intatta e poco danneggiata.
Il Bachlermoos si trova a circa 2 km ad
ovest della località principale Selva dei
Molini, sulla riva orografica destra del Rio
di Selva dei Molini, nelle immediate
vicinanze della segheria Großgasteiger. Si
trova direttamente ai piedi delle pendici
meridionali della Val di Selva dei Molini. Le
fuoriuscite d’acqua ai piedi del pendio
alimentano d’acqua la zona umida e
proprio queste zone sorgive valorizzano
ulteriormente questo biotopo.
L’area protetta comprende, oltre al settore
umido vero e proprio, anche un corso
d’acqua che scorre accanto alla segheria
Großgasteiger e sfocia ad est di essa nel
Rio di Selva dei Molini. Anche questo
corso d’acqua ha una particolare importanza ecologica. Si tratta dell’unico affluente laterale del Rio di Selva dei Molini
utilizzabile per l’allevamento delle specie
ittiche ivi esistenti, quali la trota fario, la
trota marmorata ed il salmerino di fiume.
Orchidea ad un bulbo (Herminium monorchis)
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Il biotopo si estende, dunque, fino al Rio di
Selva dei Molini e poiché nella sponda
opposta del torrente principale esiste un
interessante sito di orchidee, in cui
compare anche la rara orchidea ad un
bulbo (Herminium monorchis) ed altre
specie di orchidee quali l’orchidea
macchiata (Dactylorhiza maculata), la
listera maggiore (Listera ovata), l’elleborine violacea (Epipactis atrorubens) e la
coralline (Corallorhiza trifida), l’area protetta viene ampliata anche ad una stretta
striscia di terreno sulla riva orografica
sinistra del Rio di Selva dei Molini.
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- il Flemmoos, una torbiera bassa di circa
2,5 ettari sulla malga Zösen, attraversata
da due rivoletti a meandri ed in cui
compare la rara genzianella stellata (Swertia perennis); da poco tempo sono state
adottate delle misure volte a garantire una
migliore umidificazione della palude.
Monumenti naturali
La maggior parte dei monumenti naturali
già contenuti nel piano paesaggistico del
1982 viene riconfermata:
- la cascata del Rastelbach che presenta
sette salti, alta 75 m e la cascata Neves
di 65 m, entrambe ben visibili;
Flemmoos
Cascata del Rastelbach
- il lago Weng, il lago Seefeld, i laghi
Passen, i laghi Seeberg e Seebergl, tutti
laghi di montagna meravigliosi ed amate
mete escursionistiche;
Due alberi singoli – un frassino presso il
maso Oberbacher ed un cirmolo presso il
maso Weizgruber – nel nuovo piano
paesaggistico non sono più previsti come
monumenti naturali, dato che gli alberi non
presentano le caratteristiche di monumenti
naturali, né per età, né per dimensioni. Ciò
non significa che questi alberi non abbiano
più alcuna importanza paesaggistica.
Anche senza individuazione come monumenti naturali, godono di una certa tutela.
L’abbattimento di questi alberi, comunque,
non è consentito senza la previa autorizzazione da parte delle autorità forestali o
del sindaco.
Viene previsto ex novo il monumento
naturale Lappacher Klamm. Poco prima
della loro congiunzione i rii Neves e di
Zösen attraversano ciascuno una gola.
Lago Seefeld
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Entrambi i burroni sono accessibili attraverso un nuovo sentiero, per cui è possibile fare un’esperienza naturalistica e
paesaggistica di forte impatto. Oltre alla
selvaggia e romantica gola di Zösen, il
burrone del Rio Neves ci sorprende anche
con delle belle cascate in rapida successione.
Qui l’acqua corrente ha dato nuove forme
alla svettante roccia primaria ed ai piedi
delle cascate si sono formati bacini di
pregevole fattura.
Zona di tutela per i minerali
Tristenspitze
La zona di tutela per i minerali Tristenspitze venne individuata già nel 1995
(decreto del Presidente della Giunta provinciale 7 marzo 1995, n. 339/28/1). A
seguito di molteplici lamentele, soprattutto
da parte dei contadini, sul modo di
procedere dei raccoglitori di minerali, che
provocava danni ai pascoli adiacenti la
Tristenspitze, la raccolta dei minerali
venne vietata. La zona di tutela interessa i
due Comuni Selva dei Molini e Valle
Aurina; ad ovest, sud ed est è delimitata
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dal confine boschivo superiore ed a
nord dal sentiero escursionistico fra il
lago artificiale di Lappago e la malga
Göge.
Da un punto di vista geomineralogico non
si riscontra solo la presenza sia di rocce
calcaree e silicatiche su spazi ristrettissimi,
ma soprattutto la grande ricchezza di
minerali. La cresta principale delle Alpi
Aurine è costituita dai cosiddetti gneiss
centrali; le montagne antistanti hanno
come base un’altra formazione rocciosa
della zona penninica, la copertura scistica,
in cui sono inseriti anche calcare marmorizzato e dolomia. Nelle fessure della
roccia metamorfica si trovano numerosi
minerali, in parte molto pregiati: quarzo,
periclino, adularia, apatite, rutilio, titanite,
granato, calcite, ematite, epidoto, pirite ed
altri. La Tristenspitze è conosciuta anche
per le sue belle ametiste.
Fino all’emanazione del divieto di raccolta
di minerali, nel 1995, la zona ha
fortemente risentito delle attività di ricerca
di cristalli preziosi. In molti luoghi e modi,
con queste attività, veniva violata la legge
provinciale di tutela dei minerali e conseguentemente venivano provocati danni
visibili al paesaggio. In molti punti, anche
estremamente ripidi, lo strato di terra e
roccia ha subito escavazioni, anche di
dimensioni rilevanti, che ha prodotto grandi
buche; lo strato di vegetazione non è stato
ricomposto e neppure è stata ristabilita la
conformazione particolare della zona,
come invece sarebbe prescritto da suddetta legge.
I danni paesaggistici sono particolarmente
incisivi sulle pendici ripide, in gran parte
ricoperte di prati alpini; qui gli scavi sono
riconoscibili da lontano. Tali danni vengono resi notevolmente più evidenti dal
colore rossiccio delle rocce presenti.
Quando questa roccia rossiccia affiora in
superficie, a causa del colore si distingue
fortemente dai prati ed anche dalla roccia
erosa che si trova già in superficie.
La zona attorno alla Tristenspitze rappresenta, infine, un importante polo d'attraUFFICIO ECOLOGIA DEL PAESAGGIO
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zione per gli escursionisti di montagna.
Sia partendo dal lago di Lappago, che
attraversando la forcella di Lappago ed
il famoso sentiero Kellerbauer lungo il
lago dei Covoni, situato in posizione
paesaggisticamente amena, si giunge al
rifugio Chemnitz.
Seebergl e Tristenspitze
A causa delle condizioni del luogo –
pendici ripide, colore della roccia, zona
ricreativa molto frequentata, pascoli alpini
immediatamente adiacente alla regione
rocciosa – gli interventi da parte dei
raccoglitori di minerali, di cui sopra, sono
insostenibili. La zona di tutela per i minerali
Tristenspitze viene perciò inclusa nel
piano paesaggistico del Comune di Selva
dei Molini, al fine di continuare a tutelare
quest’area da simili danni al paesaggio e
dalle erosioni, nonché di preservarla dal
totale saccheggio ad opera dei raccoglitori
di minerali, mantenendo così inalterato per
il futuro il suo importante ruolo per la
mineralogia.
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Elementi strutturali paesaggistici
Tutte le vie lastricate (e i resti di esse), i
muri a secco, ma anche gli argini in
pietrame, i cespuglieti ed i boschetti
sono tutelati, perché abbelliscono il
paesaggio coltivato ed offrono un habitat
ad un gran numero di specie animali e
vegetali.
Al patrimonio arboreo ed, in generale,
al verde delle zone abitate spettano
funzioni molto importanti. Lo spazio occupato dagli insediamenti umani aumenta
continuamente e di conseguenza si accresce la necessità di lasciare alla natura il
suo spazio anche in tali aree. Le aree
verdi rappresentano un habitat naturale
per numerose specie vegetali e animali e
contribuiscono quindi alla conservazione
della biodiversità. Altre funzioni importanti
del verde sono la protezione dal vento e
dai rumori, nonché il contenimento del
livello di inquinamento (polvere e sostanze
nocive). Ogni macchia di verde urbano
rappresenta anche terreno non impermeabilizzato e quindi contribuisce a salvaguardare il livello della falda freatica ed a
diminuire il deflusso superficiale dell’acqua
piovana. Anche l’abitato viene caratterizzato decisamente dal verde esistente, ed
in particolare gli alberi ad alto fusto saltano
agli occhi. Il verde nelle zone abitate, in
generale, influenza in modo sostanziale la
qualità della vita dell’uomo ivi residente, tra
i cui bisogni c’è anche un certo contatto
con la natura.
Per tali motivi il verde è da trattare con la
necessaria precauzione. Per il taglio degli
alberi nelle zone abitate, nonché degli
alberi da frutto ad alto fusto e quelli ornamentali nel verde agricolo non è previsto il
previo nulla osta da parte dell’autorità
forestale. In questi casi, d’ora in poi, deve
essere richiesta l’autorizzazione paesaggistica da parte del sindaco se le piante
hanno raggiunto uno sviluppo in diametro
del fusto superiore a 30 cm (misurato
all’altezza del petto d’uomo).
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I fossi di bonifica e i corsi dei torrenti,
dal punto di vista della tutela naturale,
rivestono una particolare importanza come
habitat acquatici. Rappresentano importanti corridoi naturali. Soprattutto nelle
zone più fortemente antropizzate la loro
funzione ecologica è comunque in gran
parte danneggiata in modo rilevante (a
causa della cementificazione, il restringimento, il raddrizzamento, l’inquinamento
idrico e le derivazioni d’acqua) e con ciò
anche una flora e una fauna che sono
legate a queste stazioni. Per gli anfibi, ma
anche per altre specie animali in pericolo
di estinzione, questi fossi possono
rappresentare dei rifugi preziosissimi. Da
non trascurare, infine, gli uccelli acquatici,
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che soprattutto durante il periodo della
nidificazione e della cova sono molto
sensibili ai disturbi. E’ importante anche la
presenza di una vegetazione ripariale
intatta e spontanea che è parte integrante
di qualsiasi corso d’acqua. Per questi
motivi tutti i corsi d’acqua ed i fossi di
bonifica – anche se si tratta di brevi tratti
che non compaiono nella cartografia – non
possono essere interrati o incanalati.
Spesso i recinti rappresentano degli elementi importanti del paesaggio culturale
modellato dall’uomo. È comunque importante utilizzare forme di recinzioni tipiche
del luogo e rinunciare al filo spinato.
Altrimenti le recinzioni vengono percepite
come elementi di disturbo nel paesaggio.
Wengsee
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4. Sviluppo e cura del paesaggio
I vincoli
bastano
paesaggistici
non
Il presente piano rappresenta quasi esclusivamente uno strumento di tutela per
singole zone e per certe specie animali e
vegetali, per oggetti naturali e culturali ecc.
Ma non basta solo tutelare. Il paesaggio è
sottoposto ad uno continuo sviluppo che
va pilotato. Soprattutto gli ambiti della cura
e della valorizzazione del paesaggio
(eliminazione di deficit di ecologia del
paesaggio, rinaturazioni) hanno bisogno di
ulteriori strumenti. Ciò riguarda sia il
paesaggio coltivato, che l’area insediativa.
Sono queste misure di tutela attiva del
paesaggio, per le quali è particolarmente
richiesta l’iniziativa delle autorità locali o
degli agricoltori ed ha poco senso che
queste misure vengano disposte dall’alto
(come formalmente accade nel caso delle
misure di tutela).
stretto contatto con la popolazione facilita
l’accettazione dei progetti da parte della
popolazione stessa.
Partecipazione dei cittadini e
informazione
Per la realizzazione di misure di cura del
paesaggio è molto importante la partecipazione dei cittadini. Uno sviluppo sostenibile del paesaggio può riuscire solo se le
misure previste vengono sorrette dalla
popolazione. Perciò è importante che, sia
nella predisposizione che nella realizzazione di un piano paesaggistico vengano
coinvolti, anche tramite gruppi di lavoro,
tutti i fruitori del territorio, al fine di
eliminare possibili conflitti di utilizzo.
Nell’ambito della tutela della natura è
importante anche l’informazione generale
e le delucidazioni, dato che l’uomo rispetta
e tutela solo ciò che conosce!
Progetto di sviluppo paesaggistico per il Comune
L’elaborazione delle linee guida natura e
paesaggio o del progetto di sviluppo paesaggistico rende possibile la partecipazione attiva del Comune allo sviluppo paesaggistico. Anche l’inventario paesaggistico, il regolamento del verde urbano, il
piano di gestione del verde per le aree
insediative o il programma per la gestione
del paesaggio culturale contribuiscono ad
un miglioramento del lavoro di tutela della
natura e del paesaggio all’interno del
Comune. Infine, essendo state ampliate le
competenze decisorie del Comune, nelle
amministrazioni locali è richiesta una
maggiore competenza tecnica. Per la
tutela della natura e del paesaggio il
Comune rappresenta un ambito di attività
molto interessante: da una parte vi si
formano importanti decisioni definitive e
preliminari su tutti i progetti, dall’altra lo
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Importanti aree d’interazione fra gli utilizzatori
del territorio e la tutela del paesaggio (fonte:
Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige)
Misure di promozione
Un ulteriore strumento per la cura del
paesaggio è rappresentato dalle misure di
promozione. La Provincia autonoma di
Bolzano, tramite il regolamento CE
1257/99, elargisce premi per la cura del
paesaggio a favore di un’agricoltura
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ecocompatibile. Così esistono premi per
la lavorazione e la cura di prati di
montagna ricchi di specie, di prati magri, di
prati alberati di larici, per i cespugli e per
la rinuncia al pascolo nelle torbiere. In
collaborazione con l’autorità forestale, il
Comune può intervenire, affinché ci si
avvalga in modo maggiore di questi incentivi.
Inoltre, sono previsti anche contributi per
la conservazione e la cura di elementi
paesaggistici, quali i tetti in scandole e in
paglia, i recinti tradizionali, i muri a secco
nonché ulteriori testimonianze di architettura contadina. Rientrano in questo
ambito altre misure di tutela del paesaggio
(ad es. l’eliminazione di recinti di ferro, la
posa sotterranea degli impianti a cielo
aperto, la creazione di stagni di anfibi, la
rinaturazione dei corsi d’acqua precedentemente regimentati ecc.) nonché progetti
di didattica ecologica.
Linee
guida
natura
paesaggio in Alto Adige
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l’importanza per la tutela della natura, i
rispettivi problemi e conflitti, le finalità di
utilizzo, le finalità di tutela risp. di rappresentazione e le misure necessarie. Perciò,
per il lavoro quotidiano di tutela della
natura e del paesaggio all’interno dei
comuni, proprio questa parte del piano di
settore può rappresentare un ausilio
interessante.
e
Le linee guida natura e paesaggio in Alto
Adige – il piano di settore LEROP
nell’ambito della natura e del paesaggio –
contengono direttive generali e strategie di
attuazione per la salvaguardia a lungo
termine del paesaggio altoatesino quale
spazio naturale, di vita ed economico. La
sola autorità di tutela del paesaggio non
riesce a raggiungere questo obiettivo. Si
deve riuscire a coinvolgere in questo
compito tutti i settori che fruiscono del
paesaggio (agricoltura, attività forestale,
idrologia, turismo, tempo libero e ricreazione, urbanistica). Suddetto piano analizza ampiamente i punti di contatto fra i vari
fruitori del paesaggio, i possibili potenziali
di conflitto come anche gli interessi
comuni. Inoltre, nelle linee guida natura e
paesaggio in Alto Adige sono rappresentati gli strumenti e le strategie di tutela
della natura e del paesaggio.
Il piano di settore fornisce anche una
rappresentazione del paesaggio altoatesino in varie fasce paesaggistiche; per
ciascuna di esse ne vengono descritti
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Secondo le linee guida natura e paesaggio
in Alto Adige il territorio comunale di Selva
dei Molini va attribuito a quattro fasce
paesaggistiche. In seguito vengono
elencate queste quattro fasce con le
misure di gestione previste dal piano di
settore, tese verso un’attiva tutela del
paesaggio:
a) Fascia paesaggistica – Insediamenti
Provvedimenti:
•
•
evitare la dispersione degli insediamenti;
realizzazione corretta delle case (integrazione nel paesaggio e negli insiemi
esistenti, scelta del materiale, utilizzo
dell’acqua piovana, evitare di sigillare il terreno, infiltrazione delle acque piovane
ecc.);
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•
•
•
•
•
•
•
15
•
mantenimento e creazione di aree verdi
(fra cui anche rinverdimenti di tetti e
facciate) e cura del verde secondo criteri
di naturalità;
•
•
mantenimento degli elementi ecologici
degli insediamenti e loro collegamento con
il territorio circostante attraverso siepi, viali
ecc.;
•
piani ecologici di attuazione e di recupero;
predisposizione di piani di gestione del
verde;
•
elaborazione di un regolamento del verde
urbano;
•
sviluppo della rete di percorsi pedonali e
delle piste ciclabili;
creazione di zone ricreative attraenti.
b) Fascia paesaggistica
agricole di montagna
–
•
Zone
•
•
•
•
•
•
•
•
mantenimento delle forme colturali tradizionali e adattamento graduale della concentrazione del bestiame;
•
riduzione del grado di intensità tramite
incentivi con premi per il mantenimento e
la cura del paesaggio;
sovvenzioni per il mantenimento e la cura
di elementi paesaggistici (siepi, muri a
secco, argini in pietrame, steccati ecc.);
•
eliminazione degli incentivi per modifiche
del terreno, eliminazione di elementi strutturali rilevanti per il paesaggio, prosciugamento di siti umidi, irrigazione di siti aridi;
•
•
verifica degli incentivi alla costruzione di
allacciamenti viari;
disciplina del pascolo boschivo in base alle
caratteristiche dei siti;
•
tutela idrica (sistemazione ecologica dei rii,
rivitalizzazione, regolamento sull’utilizzo
del liquame, zone di tutela idrica ecc.);
•
determinazione paesaggisticamente compatibile della capacità ricettiva delle strutture turistiche;
•
predisposizione di inventari paesaggistici e
di piani per la valorizzazione del paesaggio
rurale.
•
Provvedimenti:
SK
gestione seminaturalistica;
determinazione di provvedimenti di mantenimento e cura dei margini boschivi
(incentivi);
mantenimento delle forme tradizionali di
utilizzo molteplice del bosco (ad es.
pascolo boschivo);
determinazione del corretto fabbisogno di
strade forestali con rispettiva salvaguardia
dell’ambiente;
determinazione ed attuazione dei piani di
abbattimento degli ungulati e abbandono
della pratica di foraggiamento degli ungulati;
limitazione dell’ampliamento di zone sciistiche e limitato impiego di cannoni da
neve.
Provvedimenti:
c) Fascia paesaggistica – Bosco
•
estromissione di zone sensibili per la tutela
di specie minacciate (ad es. rapaci);
d) Fascia paesaggistica – Ambiente
alpino ed alte quote
Provvedimenti:
•
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mantenimento dell’alpeggio tradizionale
con un adattamento graduale delle intensità d’utilizzo (adeguamento della densità
dei capi di bestiame);
gestione dell’utilizzo tramite un sistema di
incentivi all’agricoltura orientato verso
l’aspetto ecologico;
eliminazione degli incentivi alle modifiche
paesaggistiche ed alle opere di prosciugamento;
predisposizione di inventari paesaggistici e
di piani per la valorizzazione del paesaggio
rurale;
mantenimento e rigenerazione di ampie
torbiere, tutela di tutte le torbiere esistenti
e delle loro associazioni vegetali generatrici di materiale morboso;
limitazione dell’ampliamento di zone sciistiche e dell’impiego di cannoni da neve;
utilizzo del bene idrico pubblico risp.
regolazione idrica secondo criteri ecologici
(ad es. misure di sicurezza di ingegneria
biologica);
regolazione mirata del flusso dei visitatori
(costruzione di sentieri su tronchi d’albero
attraverso le torbiere, recinzione di settori
critici, individuazione di idonei percorsi
equestri, individuazione di zone di rispetto
per la fauna selvatica).
mantenimento delle associazioni di bosco
come obiettivo generale e individuazione di
zone di tutela per boschi rappresentativi;
G:\Konrad\LANDSCHAFTSPLÄNE\berichte\selvadeimolini_OOW.doc
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