«Scuola dei valori non solo del sapere» Parigi cerca risposte contro
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«Scuola dei valori non solo del sapere» Parigi cerca risposte contro
Codice cliente: 8727381 ESTERI Corriere della Sera Mercoledì 15 Aprile 2015 17 # L’intervista dal nostro corrispondente Stefano Montefiori Nell’ufficio che fu di Jules Ferry, promotore nell’Ottocento della scuola «gratuita e obbligatoria» pilastro della Francia, siede — per la prima volta nella storia — una donna. Najat Vallaud-Belkacem, 37enne nata a Beni Chiker (Marocco), è la ministra dell’Educazione nazionale. Un ruolo chiave nel Paese che si vuole in crisi di identità, ancora di più dopo gli attentati di gennaio. Da mesi tutti gli occhi sono puntati sulla scuola, giudicata l’unica risorsa contro il terrorismo interno. «La reazione agli attentati è stata molto interessante. I franPARIGI «Scuola dei valori non solo del sapere» Parigi cerca risposte contro il fanatismo 17 Le vittime degli attacchi di gennaio al giornale Charlie Hebdo e al negozio kosher a Parigi. Da allora nelle scuole francesi sono partite le «Assise per i valori della Repubblica» tengono nelle scuole di tutta la Francia alle quali partecipano insegnanti, associazioni, politici locali. Il 12 maggio l’esperienza si chiuderà e faremo il bilancio». Quali segnali ha già raccolto? «Prima di tutto una partecipazione enorme, a ogni riunione ci sono 300 o 400 persone anche nei villaggi più piccoli. Poi, finalmente, si sta facendo largo la convinzione che la scuola non può e non deve trasmettere solo saperi ma anche valori». Questa è una frattura profonda: alcuni politici e intel- lettuali che amano descrivere il declino della Francia lo attribuiscono in primo luogo alla scuola che ha perso autorità, che si preoccupa di troppe cose e non abbastanza di impartire conoscenze. È un dibattito eterno anche in Italia. «Da noi prende la forma di una contrapposizione tra i cosiddetti pedagogisti, che predicano la realizzazione del bambino in classe, e i repubblicani, che vorrebbero trasmettere puramente saperi, istruire piuttosto che educare. Io non credo che sia possibile separare i due aspetti. Saperi e valori si in- In ascesa Najat VallaudBelkacem, nata 37 anni fa in Marocco, socialista, ministra dell’Educazione dal 2014, è stata anche portavoce del governo e responsabile delle Pari opportunità (Afp/Miguel Medina) fluenzano. Gli allievi più in difficoltà, che stentano a padroneggiare il francese, la comunicazione verbale, cadono più facilmente nella violenza fisica, non riescono a vivere insieme agli altri. Vale anche nell’altro senso, i bambini che hanno acquisito i valori della cittadinanza hanno voti migliori». Ma chi stabilisce i valori? «Alcuni allievi chiedevano “perché la libertà di espressione va protetta e poi Dieudonné viene processato?” Sono questioni complicate, e alcuni insegnanti ci hanno chiesto aiuto. Abbiamo fatto ricorso a esperti che per due giorni han- no dato degli elementi utili a 1000 “formatori”, che stanno attraversando la Francia per aiutare gli insegnanti. Certi allievi hanno un sistema di riferimento basato non sulla scuola o sui media, ma sui siti complottisti. Siamo in competizione con una sorta di quarta dimensione, agiamo di conseguenza. Un’altra novità importante sono “i riservisti”». Che cosa sono i «riservisti»? «Dopo i fatti di gennaio tantissimi francesi hanno scritto a me e al ministero per dire “vogliamo aiutare la scuola”. Avvocati, spazzini, manager, casa- cesi avrebbero potuto cadere nella ricerca di un capro espiatorio, cedere alla diffidenza, invece l’11 gennaio sono scesi in piazza a milioni, e si sono chiesti “come possiamo educare i nostri figli perché tutto questo non accada di nuovo”». Sente il peso della responsabilità? «Quel giorno chi mi incontrava mi diceva “adesso contiamo su di lei, tocca alla scuola”. Non ero molto a mio agio, ma al tempo stesso la sfida è entusiasmante». Ci sono stati incidenti durante il minuto di silenzio in memoria delle vittime, alcuni allievi non hanno voluto rispettarlo. «In quei giorni la scuola è diventata la fonte di tutte le speranze e allo stesso tempo la spia di tutto quel che non va nella nostra società. Ecco perché ho voluto aspettare qualche giorno, azzerare gli impegni, e ascoltare tutti, insegnanti, genitori, studenti. Alla fine abbiamo deciso di lanciare le “Assise per i valori della Repubblica”, delle riunioni che si linghe, ognuno con una esperienza da raccontare in classe. Così abbiamo lanciato una “riserva di cittadini” sul modello della riserva dell’esercito. In un mese e mezzo abbiamo avuto oltre 4 mila iscritti, volontari che ci aiuteranno a diffondere nelle scuole i valori della Repubblica. Il modello è Latifa Ibn Ziaten, la madre di uno dei soldati uccisi da Mohammed Merah, che oggi parla nelle scuole contro il fanatismo islamista». Il presidente François Hollande la porta a esempio, dice che lei è la prova che «la scuola repubblicana può essere il luogo della realizzazione per tutti». «Non ne parlo volentieri, perché nessuna dimostrazione è convincente se si basa su un solo caso, su un simbolo. Ma è vero che ho un percorso particolare, nata in Marocco, famiglia povera, e ministra dell’Educazione. Una buona pubblicità per la scuola francese, che ne ha molto bisogno». @Stef_Montefiori Provocazioni Ucraina Due jet di Mosca intercettati sopra la Manica Ancora scontri fra governativi e ribelli filorussi Tensione nel Canale della Manica: dopo l’ingresso di tre navi della flotta russa, monitorate dalla Royal Navy, si sono alzati in volo jet britannici per intercettare due bombardieri di Mosca, vicini allo spazio aereo del Regno Unito. Le tre navi russe, fra cui il cacciatorpediniere Severomorsk, sono controllate dalla fregata Hms Argyll della Royal Navy. Il ministero della Difesa di Mosca ha affermato che sono dirette nelle acque nord atlantiche per un’esercitazione anti-aerea. Ma Londra ha smentito: «Non risultano esercitazioni». Ancora scontri in Ucraina dell’Est. I separatisti filorussi ieri hanno decretato un «cessate il fuoco» unilaterale nel Donbass, ma l’esercito ucraino ha in seguito segnalato nuovi scontri. «Sei soldati ucraini sono stati uccisi ed altri 12 sono rimasti feriti, nonostante la tregua prevista dagli accordi di Minsk — ha denunciato il portavoce militare di Kiev Andrei Lisensko —. La situazione resta instabile, ci sono provocazioni armate». Anche i ribelli, da parte loro, accusano le truppe governative di avere violato l’accordo di Minsk. Speranze La scuola è diventata la fonte di tutte le speranze e la spia di tutto quel che non va nella società Voti e cittadinanza I bambini che hanno acquisito i valori della cittadinanza hanno risultati e voti migliori © RIPRODUZIONE RISERVATA