GT1_Relazione geologico-tecnica

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GT1_Relazione geologico-tecnica
Dott. Geol. Secondo Accotto - 10016 Montalto Dora (TO) - Via Ivrea, 128
Tel. 0125.652111 - C.F. CCTSND62B20F420V - P. I.V.A. 08261080017
N.268 ORD. REG. GEOLOGI DEL PIEMONTE
PROVINCIA DI VERCELLI
COMUNE DI TRINO
RELAZIONE GEOLOGICO-TECNICA
A SUPPORTO DELLA VERIFICA DI COMPATIBILITA'
IDRAULICA ED IDROGEOLOGICA
(Ai sensi della C.P.G.R. 8/5/96 n°7/LAP)
Indice
PREMESSA........................................................................................................................................................... 1
1. LA LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA..................................................................................................... 4
2.
LE DOCUMENTAZIONI CARTOGRAFICHE D'INQUADRAMENTO............................................ 6
•
•
•
IL QUADRO GEOLOGICO-MORFOLOGICO ..................................................................................................... 7
LA CARTA DELL’EVENTO ALLUVIONALE DEL 6 NOVEMBRE 1994 ............................................................ 11
IL PIANO STRALCIO DELLE FASCE FLUVIALI (LEGGE 18 MAGGIO 1989, N°183 E SUCCESSIVE MODIFICHE E
INTEGRAZIONI, ART.17 COMMA 6-TER) ............................................................................................................. 12
•
IL PROGETTO DI P.A.I.............................................................................................................................. 13
•
I DATI STORICI ......................................................................................................................................... 14
3.
LE CARTOGRAFIE TEMATICHE DI DETTAGLIO ........................................................................ 16
•
•
•
•
•
•
•
•
•
GT2/1-2 LA CARTA GEOLOGICO-STRUTTURALE ...................................................................................... 18
GT3/1-2 LA CARTA GEOMORFOLOGICA E DEI DISSESTI ............................................................................ 24
GT4/1-2 LA CARTA DEL RETICOLATO IDROGRAFICO ............................................................................... 28
GT5/1-2 LA CARTA GEOIDROLOGICA ...................................................................................................... 29
GT6/1-2 LA CARTA LITOTECNICA............................................................................................................ 34
GT7/1-2 LA CARTA DELL'ALTIMETRIA .................................................................................................... 35
GT8 LA CARTA DELL'EVENTO ALLUVIONALE DEL 13-16 OTTOBRE 2000 ................................................. 37
GT9/1-2 LA CARTA DELLE OPERE IDRAULICHE CENSITE .......................................................................... 39
GT10/1-2 LA CARTA DI SINTESI DELLA PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA E DELL’IDONEITÀ
ALL’UTILIZZAZIONE URBANISTICA .................................................................................................................... 40
(IN OTTEMPERANZA ALLA C.P.G.R. 8/5/1996, N°7/LAP).................................................................................. 40
ALLEGATI ......................................................................................................................................................... 53
COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
PROVINCIA DI VERCELLI
COMUNE DI TRINO
RELAZIONE GEOLOGICO-TECNICA
A SUPPORTO DELLA VERIFICA DI COMPATIBILITA'
IDRAULICA ED IDROGEOLOGICA
(Ai sensi della C.P.G.R. 8/5/96 n°7/LAP)
P REMESSA
In seguito all'adozione da parte del Comitato Istituzionale
dell'Autorità di
Bacino del Progetto di
Piano per l'Assetto
Idrogeologico (P.A.I.) e comunque alla luce del nuovo quadro
del dissesto emerso in seguito all'evento alluvionale dell'Ottobre
2000, l’Amministrazione Comunale di Trino mi ha incaricato di
redigere questa relazione geologico-tecnica a supporto della
“Verifica di compatibilità idraulica dello strumento urbanistico
vigente”.
L’indagine geologica e geomorfologica è stata estesa all’intero
territorio comunale con lo scopo di rilevare gli elementi utili per
la stesura di carte tematiche finalizzate alla realizzazione della
“Carta
di
sintesi
della
pericolosità
geomorfologica
e
dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica” (cfr Circ. n°7/LAP): le
basi
cartografiche
utilizzate
sono
tratte
dall’accorpamento
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
delle Sezioni della Carta Tecnica Regionale del Piemonte, alla
scala 1:10.000.
L’indagine è stata condotta sia attraverso sopralluoghi sul
terreno che mediante analisi fotointerpretativa eseguita allo
stereovisore con lo scopo di individuare eventuali elementi
morfogenetico-dissestivi in grado di condizionare la fruibilità ai
fini urbanistici degli areali considerati.
Per
una
maggior
facilità
di
approccio
alle
problematiche
territoriali, questa relazione è stata suddivisa in tre capitoli,
dedicati rispettivamente a:
1. La localizzazione geografica
2. Le documentazioni cartografiche di inquadramento
3. Le cartografie tematiche di dettaglio.
Nella prima parte della relazione, il territorio comunale di Trino
è stato inquadrato nel contesto geografico della pianura che si
sviluppa a Nord del Po mentre nella seconda sono state
esaminate
“le
documentazioni
cartografiche
d’inquadramento”, riferite a:
Il quadro geologico-morfologico
La carta dell’evento alluvionale del 6 novembre 1994
Il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali
Il Progetto di P.A.I.
I dati storici
Il terzo capitolo, infine, contiene il testo di commento ai
rilevamenti tematici portati a termine per la stesura della:
GT2/1-2 carta geologico-strutturale;
GT3/1-2 carta geomorfologica e dei dissesti
GT4/1-2 carta del reticolato idrografico
GT5/1-2 carta geoidrologica
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Verifica di compatibilità
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GT6/1-2 carta litotecnica
GT7/1-2 carta dell’altimetria
GT8 carta dell’evento alluvionale 2000
GT9/1-2 carta delle opere idrauliche censite
ed inoltre, per la successiva elaborazione della
GT10/1-2 carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e
dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica ,
in ottemperanza alla normativa vigente.
Questi elaborati sono stati in talune parti modificati ed integrati
secondo quanto richiesto dalle Direzioni regionali competenti
con pareri istruttori in sede di condivisione del quadro del
dissesto ed in seguito all’accoglimento di alcune osservazioni al
piano preliminare pervenute all’Amministrazione Comunale.
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1. L A LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA
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1. L A LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA
Il territorio comunale di Trino occupa una superficie di oltre 70
km 2 , nell’ampia pianura posta in sinistra idrografica del Fiume Po,
come documenta l’allegato stralcio cartografico ridotto alla scala
1:50.000, tratto dalla Carta Tecnica Regionale del Piemonte alla
scala 1:10.000.
I limiti comunali sono rappresentati: a Nord dal confine con il
territorio comunale di Bianzè; a Ovest dal territorio di Livorno Ferraris
e a Sud Ovest da Fontanetto Po e Palazzolo; verso Sud il comune di
Trino confina con i Comuni di Camino e Morano Po mentre verso Est
con Ronsecco, Tricerro e Costanzana.
I valori altimetrici della piana principale di fondovalle, su cui si
localizza il centro abitato, si attestano attorno ai 130 m s.l.m.m.,
mentre nei settori della piana posta sul terrazzo variano tra i 150 m
s.l.m.m. di Lucedio ed i 183 m s.l.m.m. del rilievo isolato di Montarolo.
I riferimenti topografici dell’area indagata sono contenuti nelle
Sezioni n°136110 – 136120 – 136150 – 136160 – 137130 – 157030 –
157040 - 158010 della Carta Tecnica Regionale, alla scala 1:10.000.
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Carta d’inquadramento
alla scala 1:50.000
Stralcio ridotto tratto dall’accorpamento delle Sezioni
numero 136110 - 136120 - 136150 - 136160 137130 - 157030 - 157040 - 158010 della Carta
Tecnica Regionale del Piemonte
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2. L E DOCUMENTAZIONI CARTOGRAFICHE D ' INQUADRAMENTO
Il quadro geologico-morfologico
La carta dell’evento alluvionale del 6 Novembre 1994
Il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali
Il Progetto di P.A.I.
I dati storici
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•
Il quadro geologico-morfologico
I settori indagati ricadono sull’allegato stralcio cartografico,
ingrandito alla scala 1:50.000, del Foglio n°57 “Vercelli” della
Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100.000.
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Verifica di compatibilità
•
Geol. Secondo ACCOTTO
Il quadro geologico-morfologico
Il comune di Trino è ubicato nella pianura piemontese centrooccidentale a Nord del Po.
Nel complesso il quadro geologico dell’area risulta caratterizzato
dalla presenza di una successione stratigrafica di origine marina, i cui
termini più profondi sono stati individuati solamente attraverso
sondaggi,
sulla
quale
si
ritrovano,
sovrapposte
in
successione
stratigrafica più o meno continua, formazioni di origine continentale.
Per un più agevole approccio all’inquadramento geologico,
abbiamo allegato una cartografia tratta dal Foglio n° 57 “Vercelli”
della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100.000, ingrandito alla
scala 1:50.000.
La carta sopra indicata, pubblicata nel 1969, mostra come
all’interno del territorio comunale affiorino le seguenti unità:
a2:
alluvioni prevalentemente ghiaiose e ghiaioso-sabbiose degli
alvei attuali dei fiumi principali (Po, Dora Baltea, Sesia); dp: depositi
sartumosi, palustri.
eR:
ALLUVIONI RECENTI ED ATTUALI
deposito loessico argillificato, a fessurazione prismatica, di
colore giallo-arancio tendente al bruno, connesso, in prevalenza,
con le fasi steppiche di ritiro del Riss (Zona di Montarolo a NW di
Trino).
CATAGLACIALE RISS
Fg W: alluvioni ghiaioso-sabbiose da grossolane a minute, localmente
con lenti argillose, con debole strato di alterazione brunastro, talora
terrazzate. Secondo alcuni Autori si tratta di depositi fluvioglaciali e
fluviali wurmiane; secondo altri Autori di alluvioni antiche ricoprenti i
depositi fluvioglaciali wurmiani.
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Fg R :
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alluvioni ghiaiose a lenti sabbioso-argillose con paleosuolo
rosso-arancio, costituenti un alto ed esteso sistema di terrazzi sfumati
verso valle.
FLUVIOGLACIALE - FLUVIALE RISS
Ig M-G:depositi conglomeratici poligenici fluviali dello spessore di 50-60
m coperti da morenico Riss (Dora Baltea a NW di Villareggia); ghiaie
poco cementate con lenti sabbiose o argillose, ricoperte da loess
mindeliano (zona di Montarolo, Trino).
eM:
copertura
loeissica
dello
INTERGLACIALE MINDEL - GUNZ
spessore
di
3-4
m,
indurita
e
fortemente argillificata, totalmente pedogenizzata in “ferretto” di
colore rosso-bruno con fessurazione prismatica e ricca di laccatura
nere (a N di Montarolo, Trino).
CATAGLACIALE MINDEL
Studi più recenti hanno permesso di individuare, attraverso
l’ausilio
di
sondaggi
profondi,
le
unità
litologiche
presenti
in
profondità; come si è gia detto in precedenza, sono state individuate
una
successione
marina
ed
una
successione
continentale
stratigraficamente sovrapposte.
La successione marina è costituita dai seguenti termini:
Complesso indifferenziato, Formazione di casale Monferrato, Marne di
Antognola
Limi di Cascina Noria: limi e limi-sabbiosi di ambiente neritico (Plioc.
med-sup)
Sabbie e limi della Partecipanza: sedimenti di origine costiera (Plioc.
med-sup)
Sabbie inferiori: sabbie e rare ghiaie di ambiente marino (parte
inferiore) e salmastro (parte superiore) (Plioc. sup)
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La parte inferiore della successione continentale è costituita da
tre formazioni sovrapposte, anch’esse non affioranti nel territorio
comunale di Trino, denominate rispettivamente:
Limi e sabbie di rogge Acquane: sedimenti limoso-sabbiosi di origine
lacustre o fluvio-lacustre che ricoprono in continuità le Sabbie
inferiori (Plioc-Pleist).
Sabbie superiori: sono una formazione ritrovata solo localmente
(Pleist.inf.)
Ghiaie di Darola: sedimenti ghiaiosi e ghiaioso-sabbiosi di ambiente
fluviale o fluvio-lacustre.
Sulle tre formazioni sopra descritte giacciono numerose unità
litostratigrafiche molto simili fra loro aventi origine fluviale, tessitura
ghiaioso-sabbiosa, localmente limosa e spessore di alcuni metri; la
loro genesi è legata ad una complessa successione di eventi
deposizionali ed erosivi che hanno prodotto evidenti fenomeni di
terrazzamento.
Una
descrizione
più
dettagliata
delle
varie
formazioni
litostratigrafiche affioranti verrà fornita nel paragrafo di commento
alla Carta Geologico-strutturale.
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Carta Geologica
alla scala 1:50.000
Stralcio ingrandito tratto dal
Foglio n°57 “Vercelli”
della Carta Geologica
d’Italia
alla scala 1:100.000
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• La
carta
dell’evento
alluvionale
del
6
Novembre 1994
Tra
le
documentazioni
l’inquadramento
delle
cartografiche
problematiche
consultate
idrogeologiche
per
sul
territorio indagato, abbiamo inserito uno stralcio ridisegnato
della cartografia ed il testo relativo alla “Carta dell’evento
alluvionale del 6 Novembre 1994”, rilevata dal Dott. Leporati
nell’ambito della Variante al P.R.G.C.
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Rappresentazione altimetrica in
cm dell’allagamento conseguente
all’evento alluvionale del 6-7/11/1994
(ridisegnata)
50
60
30
25
60
30
30
40
70
50
40
35
95
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100
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200/300
30
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200
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150
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• Il
Piano
Stralcio
delle
Fasce
Fluviali
(Legge 18 maggio 1989, n°183 e successive modifiche e
integrazioni, art.17 comma 6-ter)
Al testo della relazione geologico-tecnica viene allegata una
cartografia tratta dal Progetto di Piano Stralcio di Integrazione
al P.A.I. in originale alla scala 1:25.000
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• Il Progetto di P.A.I.
Tra le documentazioni d’inquadramento sono stati allegati gli
stralci, relativi al Comune di Trino, dell'Atlante dei rischi idraulici
ed idrogeologici con la delimitazione delle aree in dissesto.
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RE
PV
BB LICA
ITALI A NA
AUTORITA' DI BACINO DEL FIUME PO
PARMA
Piano stralcio
per l'Assetto Idrogeologico
(PAI)
Interventi sulla rete idrografica e sui versanti
Legge 18 maggio 1989, n. 183, art. 17, comma 6-ter
Tavole di delimitazione delle fasce fluviali
189
w
190
w
198
w
200
w
199
w
197
w
202
w
Scala 1:25.000
w
187
0 Km
191
w
192
w
196
w
201
w
3
FOGLIO 157 SEZ. I - Trino
PO 41
w
188
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w
2 Km
010
186
w
193
w
195
w
1 Km
185
w
184
w
183
w
152
182
w
181
w
180
w
176
w
179
w
w
178
177
w
019
020
021
022
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035
036
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068
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070
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100
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1
w
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AVVERTENZA - Il PAI e altri strumenti di pianificazione di bacino, inerenti l'assetto idrogeologico, contengono rappresentazioni cartografiche delle parti di territorio
soggette ad ulteriori vincoli, relativi al dissesto idrogeologico. Per una lettura integrata di tali eventuali vincoli, riguardanti il territorio raffigurato nella presente carta,
occorre fare riferimento a tutte le cartografie della pianificazione per l'assetto idrogeologico. Inoltre si raccomanda una verifica degli strumenti di pianificazione
delle Regioni e delle Province.
RE
PV
BB LICA
ITALI A NA
AUTORITA' DI BACINO DEL FIUME PO
PARMA
Piano stralcio
per l'Assetto Idrogeologico
(PAI)
Interventi sulla rete idrografica e sui versanti
Legge 18 maggio 1989, n. 183, art. 17, comma 6-ter
Tavole di delimitazione delle fasce fluviali
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w
190
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w
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Scala 1:25.000
w
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3
FOGLIO 157 SEZ. I - Trino
PO 41
w
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206
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1
w
208
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251
AVVERTENZA - Il PAI e altri strumenti di pianificazione di bacino, inerenti l'assetto idrogeologico, contengono rappresentazioni cartografiche delle parti di territorio
soggette ad ulteriori vincoli, relativi al dissesto idrogeologico. Per una lettura integrata di tali eventuali vincoli, riguardanti il territorio raffigurato nella presente carta,
occorre fare riferimento a tutte le cartografie della pianificazione per l'assetto idrogeologico. Inoltre si raccomanda una verifica degli strumenti di pianificazione
delle Regioni e delle Province.
RE
PV
BB LICA
ITALI A NA
AUTORITA' DI BACINO DEL FIUME PO
PARMA
Piano stralcio
per l'Assetto Idrogeologico
(PAI)
Interventi sulla rete idrografica e sui versanti
Legge 18 maggio 1989, n. 183, art. 17, comma 6-ter
Tavole di delimitazione delle fasce fluviali
189
w
190
w
198
w
200
w
199
w
197
w
202
w
Scala 1:25.000
w
187
0 Km
191
w
192
w
196
w
201
w
3
FOGLIO 157 SEZ. I - Trino
PO 41
w
188
194
w
2 Km
010
186
w
193
w
195
w
1 Km
185
w
184
w
183
w
152
182
w
181
w
180
w
176
w
179
w
w
178
177
w
019
020
021
022
023
024
035
036
037
038
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054
055
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058
059
060
081
068
069
070
071
072
073
074
075
076
077
078
079
080
089
090
091
092
093
094
095
096
097
098
099
100
101
111
112
113
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117
118
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121
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132
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134
135
136
137
138
139
140
141
142
143
144
153
154
155
156
157
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159
160
161
162
163
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171
172
173
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243
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AVVERTENZA - Il PAI e altri strumenti di pianificazione di bacino, inerenti l'assetto idrogeologico, contengono rappresentazioni cartografiche delle parti di territorio
soggette ad ulteriori vincoli, relativi al dissesto idrogeologico. Per una lettura integrata di tali eventuali vincoli, riguardanti il territorio raffigurato nella presente carta,
occorre fare riferimento a tutte le cartografie della pianificazione per l'assetto idrogeologico. Inoltre si raccomanda una verifica degli strumenti di pianificazione
delle Regioni e delle Province.
COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
• I dati storici
Il comune di Trino ha sempre avuto uno stretto legame con il
Fiume Po e con il reticolo idrografico minore.
Ampia cronaca degli eventi alluvionali che hanno interessato il
territorio comunale di Trino nella storia antica e recente è contenuta
nel prezioso volume “Trino. Gli anni del diluvio” di Franco Crosio e
Bruno Ferrarotti a cui si rimanda per un quadro esaustivo del dissesto.
Ci
è
parso
comunque
interessante
allegare
la
tabella
riepilogativa contenuta nel volume.
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COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
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COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
3. L E CARTOGRAFIE TEMATICHE DI DETTAGLIO
GT2/1-2 La carta geologico-strutturale;
GT3/1-2 La carta geomorfologica e dei dissesti
GT4/1-2 La carta del reticolato idrografico
GT5/1-2 La carta geoidrologica
GT6/1-2 La carta litotecnica
GT7/1-2 La carta dell’altimetria
GT8 La carta dell’evento alluvionale del 13-16 Ottobre 2000
GT9/1-2 La carta delle opere idrauliche censite
GT10/1-2 La carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e
dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica (in ottemperanza alla C.P.G.R
8/5/1996, n°7/LAP)
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COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
3.
Geol. Secondo ACCOTTO
L E CARTOGRAFIE TEMATICHE DI DETTAGLIO
In questa sezione vengono commentate le cartografie di analisi
e la carta di sintesi prodotte.
Alcuni tematismi, per altro di facile definizione come le superfici
lacustri, l’alveo del Po ed il tracciato del reticolato idrografico, sono
comuni a più elaborati e non vengono descritti per tutte le
cartografie.
Per quanto riguarda il reticolato idrografico, particolarmente
complesso nell’area in esame, è stata realizzata una carta specifica
dove i vari corsi d’acqua sono differenziati a seconda della tipologia
e dimensione; sugli elaborati per ragioni grafiche è rappresentato
solamente il reticolato principale e non
la fitta rete idrografica
minore.
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COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
• GT2/1-2 La carta geologico-strutturale
L'assetto geologico strutturale dell'area in esame, come descritto
nei capitoli precedenti, è stato rappresentato su una cartografia alla
scala 1:10.000.
Nel Comune di Trino sono presenti formazioni geologiche di
origine esclusivamente sedimentaria; nel complesso si è evidenziata
la presenza di una successione di origine marina, i cui termini inferiori
sono stati ritrovati solamente tramite sondaggi, sulla quale si ritrovano
sovrapposti
in
successione
stratigrafica
più
o
meno
continua
formazioni di origine litorale e continentale
Come
è
già
stato
sottolineato
nel
paragrafo
dedicato
all’inquadramento geologico, la successione marina e la parte
inferiore della successione continentale (rappresentata da : Limi e
sabbie di Rogge Acquane, Sabbie superiori, Ghiaie di Darola) si
ritrovano per lo più in profondità all’interno del territorio comunale di
Trino, mentre affiorano diffusamente le formazioni che costituiscono
la parte superiore della successione; quest’ultima è costituita da
numerose unità litostratigrafiche molto simili fra loro aventi origine
fluviale (l’alimentazione degli apporti è in assoluta prevalenza
alpina), tessitura ghiaioso-sabbiosa, localmente limosa, e spessore di
alcuni metri.
La genesi
delle unità costituenti
la parte superiore della
successione continentale è legata ad una complessa successione di
eventi deposizionali ed erosivi che hanno prodotto evidenti fenomeni
di terrazzamento; per questo motivo essa risulta caratterizzata da:
-
complessi rapporti stratigrafici tra le varie unità: si ritrovano infatti
sia rapporti di sovrapposizione in continuità di sedimentazione
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COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
che rapporti di sovrapposizione con lacune e rapporti di
incassamento;
-
estese superfici sommitali geneticamente connesse ai processi
deposizionali;
-
sviluppo di particolari pedogenesi in corrispondenza di lacune di
sedimentazione e superfici terrazzate.
Tale situazione stratigrafica ha fatto sì che si siano distinte
numerose unità e complessi morfo-litostratigrafici, così come indicato
nel capitolo relativo agli aspetti geologici del Rapporto per la
localizzazione
di
una
centrale
elettronucleare
nella
Regione
Piemonte (ENEL); per unità morfo-litostratigrafiche si intendono infatti
“unità litostratigrafiche limitate a tetto da una unità morfologica,
spesso geneticamente connessa con la stessa unità litostratigrafica”
In carta si sono pertanto distinte le unità morfo-litostratigrafiche
individuate nella zona dallo studio sopra citato, ed in particolare:
Unità morfo-litostratigrafica di Brusaschetto.
Affiora nel settore meridionale del territorio comunale, ai
margini dei rilievi del Monferrato; con il Complesso m-l di
Madonna delle Vigne è l’unica a poggiare sul substrato prequaternario. In carta è rappresentata col colore azzurro.
Unità morfo-litostratigrafica di Crescentino
Affiora
anch’essa
nel
settore
meridionale
del
territorio
comunale ed è visualizzata con il colore verde militare.
Insieme morfo-litostratigrafico di Cascina La Motta
Con l’unità di Brusaschetto e di Crescentino costituiscono le
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
unità deposte verosimilmente in tempi più recenti; ove possibile
sono state distinte al suo interno le unità di Trino e di Roggia
Stura. Costituisce i settori centrali del territorio comunale.
Unità morfo-litostratigrafica di Trino
E’ una delle due unità che costituiscono l’insieme m-l di
cascina la Motta.
Unità morfo-litostratigrafica di Roggia Stura
E’ rappresentata col colore verde smeraldo.
Unità morfo-litostratigrafica di Cascina Oca e di Settime
In carta sono entrambe indicate con il colore blu pastello
ed affiorano rispettivamente a sud e a nord di Trino.
Insieme morfo-litostratigrafico di Molino Carotole
Affiora in un settore posto nell’area nord-orientale del
territorio comunale ed è indicato col colore celeste.
Complesso morfo-litostratigrafici di Cascina Montarucco
Deriva da ritocchi erosivi dei Complessi del Laghetto e di
San Grisante, dal quale è difficilmente distinguibile nel settore
orientale dell’area dove, per questo motivo, è stato indicato un
solo complesso l-m definito “ di Tricerro”. E’ indicato col colore
giallo pallido.
Complesso morfo-litostratigrafico di Tricerro
E’ indicato con il colore acqua marina e rappresenta, nel
settore
orientale
del
territorio
comunale,
un
complesso
indifferenaziato composto dall’unità di cascina Montarucco e
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
di san Grisante.
Complessi morfo-litostratigrafici di Cascina Ariosa, di Montarolo e di
Madonna delle Vigne:
Queste unità affiorano in corrispondenza del Rilievo Isolato
di Trino e, come si è già detto, poggiano in parte sui termini che
costituiscono il substrato pre-quaternario. Sono indicate con il
rosa
chiaro
(interglaciale
mindel-gunz;
conglomerato
fortemente cementato).
Complessi morfo-litostratigrafici del Laghetto e di San Grisante
Sono stati riconosciuti rispettivamente ad est ed a d ovest
di
Montarucco;
nel
territorio
comunale
di
Trino
affiorra
solamente il Complesso di San Grisante ed è indicato col colore
sabbia.
Unità morfo-litostratigrafica di Venaria
Affiora nel settore settentrionale del comune di Trino ed è
indicato con il Verde chiaro.
In carta
e nel profilo geologico rappresentato sono inoltre
rappresentate i complessi costituenti la successione continentale
profonda e la successione marina così distinte e descritte:
Successione continentale inferiore
Questa successione è costituita (dal basso verso l’alto) dai “Limi
e sabbie di Rogge Acquane”, dalle “sabbie superiori” e dalle “Ghiaie
di Darola; tutte le tre formazioni sono di ambiente lacustre e fluviolacustre e risultano correlabili con il Villafranchiano s.s. della zona
Asti-Alessandria.
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COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
Successione marina superiore
Le formazioni appartenenti a questa successione pliocenica
(Limi di Cascina Noria, Sabbie e limi della Partecipanza, Sabbie
inferiori), costituite per lo più da limi e sabbie, non affiorano nel
territorio comunale di Trino ma la loro presenza è stata verificata
attraverso sondaggi profondi; queste formazioni sono attribuite ad un
ambiente marino poco profondo.
Successione marina inferiore
Appartengono
“complesso
a
questa
indifferenziato”,
successione
la
prequaternaria
“formazione
di
il
Casale
Monferrato” e le “Marne di Antognola”; tra le tre formazioni solo
le Marne di Antognola affiorano nel territorio comunale in un
unico lembo ai piedi della scarpata che borda verso nord il
Rilievo Isolato di Trino. Sono marne grigio verdastre con frattura
concoide a stratificazione maldefinita, localmente alterate a
livelli sabbiosi o arenacei; tutta la successione è stata deposta
in ambiente marino profondo. In carta è indicata con il colore
grigio chiaro.
Tra i segni convenzionali abbiamo visualizzato:
Orlo di terrazzo
Con la linea rossa dentellata abbiamo indicato il ciglio
superiore dei vari terrazzi.
Sull’elaborato
cartografico
è
inoltre
raffigurata
la
sezione
geologica A-B, tracciata lungo una direzione all’incirca nord-sud, in
corrispondenza
della
quale
affiorano
sia
le
unità
morfo-
litostratigrafiche di origine alluvionale che il substrato prequaternario.
Tale sezione, ripresa dallo studio ENEL, è stata modificata sia dal
punto di vista topografico che da quello più strettamente geologicostrutturale alla luce delle evidenze di terreno e delle conseguenti
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COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
interpretazioni
Geol. Secondo ACCOTTO
scaturite;
l’unica
porzione
di
profilo
ripresa
integralmente dalla bibliografia in nostro possesso è quella riferita
alla struttura della successione continentale profonda e di quella
marina che è stata interpretata dai redattori dello studio alla luce di
dati di sondaggi profondi ed indagini geofisiche eseguite in fase di
stesura dello stesso.
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
• GT3/1-2 La carta geomorfologica e dei dissesti
Su questo elaborato cartografico sono state evidenziate le
principali distinzioni geologico-geomorfologiche rilevabili sul territorio
comunale che risulta caratterizzato da tipiche morfologie di piana
alluvionale recente, con forme di deposito e di erosione fluviale,
messe in evidenza dalle scarpate dei diversi ordini di terrazzi, e da
paleoalvei.
Questo documento riveste particolare importanza in un ambito
territoriale così strettamente condizionato dalla dinamica fluviale del
Fiume Po, il cui alveo costituisce il limite meridionale del territorio
comunale e le cui acque di esondazione hanno raggiunto più volte il
concentrico, e del reticolato secondario, costituito da una fitta rete
di canali irrigui; questi ultimi rappresentano infatti un elemento che
condiziona
il
drenaggio
superficiale
durante
eventi
meteorici
importanti ed in concomitanza delle stesse esondazioni del Po.
Sulla carta sono inoltre riportate, oltre agli elementi prettamente
geomorfologici, le aree soggette ad allagamento differenziate per
grado di pericolosità e, con simboli e segni convenzionali, una serie
di informazioni fondamentali per comprendere il quadro dissestivo
che interessa il territorio comunale in esame.
In particolare, in carta sono stati distinti:
Paleolalvei.
Con questo simbolo si sono indicati i paleoalvei riconosciuti
all’interno del territorio comunale, corrispondenti a fasce allungate e
leggermente depresse rispetto ai terreni circostanti; siccome la loro
individuazione, e successiva rappresentazione, è spesso frutto di
interpolazioni, il limite di tali forme è stato indicato con la linea
tratteggiata.
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COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
Aree inondate dalla piena dell’Ottobre 2000.
Si è rappresentata la superficie inondata dalle acque di
esondazione del Po durante l’evento alluvionale dell’ottobre 2000.
Tale areale è stato delimitato attraverso sopralluoghi effettuati nei
giorni successivi all’esondazione; tuttavia, siccome in alcuni punti il
limite è stato tracciato interpolando dati puntuali, si è preferito
rappresentarlo con una linea tratteggiata.
Limite area inondata dalla piena del Novembre 1994.
Con questo simbolismo si è rappresentato il limite dell’area
inondata durante l’evento alluvionale del novembre 1994, così come
riportato sulla carta geomorfologica allegata al P.R.G.C. vigente a
firma del Dott. Geol. Paolo Leporati.
Limite aree inondate dalla piena dell’evento 1992.
Analogamente al punto precedente, si è rappresentato il limite
dell’area inondata durante l’evento alluvionale dell’ottobre 1992,
così come riportato sulla carta geomorfologica allegata al P.R.G.C.
vigente a firma del Dott. Geol. Paolo Leporati.
Fenomeno di disalveo del 6/11/1994 e del 17/10/2000.
Con
questa
definizione
sono
rappresentati
i
punti
in
corrispondenza dei quali ha preso avvio il fenomeno di esondazione
del Po nel 1994 e nel 2000; come osservabile in carta in entrambi gli
eventi il fenomeno si è innescato in un punto a monte del territorio
comunale in corrispondenza del quale la sponda sinistra risultava
leggermente ribassata rispetto alla sua quota media.
Direzione di tracimazione del 6/11/1994 e del 17/10/2000.
Anche le direzioni di tracimazione costituiscono una indicazione
importante per la comprensione delle dinamiche degli eventi
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COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
alluvionali che hanno colpito il territorio comunale di Trino.
Si tratta di linee che si dipartono radialmente dal corso del Po
per poi, ovviamente, evidenziare le depressioni ed il reticolo
idrografico secondario che da sempre rappresentano la direzione
preferenziale di deflusso delle acque tracimate.
Rottura di rilevato stradale, arginale o ferrato.
Si sono indicati, con questo simbolismo, i punti in corrispondenza
dei quali le acque di esondazione hanno provocato la rottura di
rilevati stradali, arginali o ferrati.
Interruzione della strada.
Con questa simbologia si sono indicati i punti in corrispondenza
dei quali le acque di esondazione hanno provocato interruzioni
stradali nel corso dell’evento del 1994,; anche questi dati sono stati
acquisiti dagli elaborati allegati al Piano Regolatore Generale
vigente a firma del Dott. Geol. Paolo Leporati verificati alla luce
dell’ultimo evento dell’Ottobre 2000.
Difese spondali più o meno continue.
Il simbolo indica le opere di difesa spondale presenti quali
prismate, gabbionate e/o diverse opere di protezione; lo stato di
conservazione di tali opere non è uniforme ed in alcuni punti esse
appaiono danneggiate e discontinue.
Argine.
Sono riportati gli argini realizzati lungo il Po. Il tracciato è stato
rilevato attraverso la tecnologia GPS.
Orlo di scarpata.
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COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
Con
Geol. Secondo ACCOTTO
questo
tematismo
sono
indicate
le
scarpate
che
individuano i principali terrazzi presenti all’interno del territorio
comunale; questi ultimi sono morfologie tipiche degli ambienti
deposizionali
fluviali
generate
dalla
deposizione
e
successiva
reincisione da parte dei cosi d’acqua, in questo caso dal Po, di
successioni stratigrafiche per lo più ghiaioso-sabbiose.
Ee: aree con pericolosità molto elevata.
In questa classe sono stati rappresentati gli areali che lo studio
commissionato dalla Provincia di Vercelli al Politecnico di Torino ha
identificato come inondabili durante eventi estremi dalle acque
della Roggia Stura; secondo gli esperti incaricati anche in seguito
alla realizzazione dello scolmatore a monte dell’abitato, a causa di
perplessità sulla reale efficacia dello stesso durante eventi di
particolare intensità, si potrebbero ancora verificare fenomeni di
inondazione anche se di estensione limitata (come riportato sulla
cartografia allegata allo studio).
Em: aree con pericolosità media o moderata.
Vengono comprese in questa classe le aree lungo la Roggia
Stura coinvolte dalle acque di esondazione della Roggia Stura
durante l’evento alluvionale del 1968 (cfr carta di sintesi allegata al
Piano Regolatore Generale vigente a firma del Dott. Geol. Paolo
Leporati). La ricostruzione degli eventi storici di inondazione da parte
di
questo
corso
d’acqua
ha
permesso
di
stabilire
come,
precedentemente alla realizzazione del canale scolmatore, il tratto
cittadino della Roggia Stura abbia evidenziato problemi di deflusso
delle portate di piena con allagamento di un’area sostanzialmente
confrontabile con quella cartografata.
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
• GT4/1-2 La carta del reticolato idrografico
Su questa cartografia è rappresentato il complesso reticolato
idrografico presente all’interno del territorio comunale di Trino.
Le varie tipologie di corso d’acqua sono state individuate
principalmente attraverso l’anali di dati forniti dall’Associazione
irrigua Ovest Sesia (AIOS) e sono state così differenziate:
- con il colore blu sono indicati i corsi d’acqua pubblici (ricade in questa
classe anche il Po),
- con il verde chiaro i corsi d’acqua demaniali
- con il viola i corsi d’acqua non classificati ma di dimensioni e di
importanza tali da essere oggetto di fasce di rispetto ai sensi della L.R.
56/77 (definiti in carta come “Altri corsi d’acqua”).
- con il tratto azzurro fine è rappresentato il reticolato minore.
In accoglimento dell’osservazione al progetto preliminare della
Variante di revisione al PRGC presentata dall’Ufficio Tecnico del
Comune di Trino relativamente al punto 1, 7° comma “si richiede di
rendere congruenti e intelligibili i contenuti dell’elaborato GT4/1-2
“Carta del reticolato idrografico” con le prescrizioni normative e
grafiche contenute negli elaborati AT, P2 e P3, al fine di una corretta
applicazione delle norme di Piano e dell’art. 29 della L.R. 56/77”
l’elaborato GT4/1-2 è stato ridisegnato utilizzando per i diversi corsi
d’acqua una colorazione più evidente e di facile interpretazione.
E’ stato inoltre condotto un approfondimento di indagine
attraverso sopralluoghi di terreno ed incontri con i tecnici ed i
responsabili dell’AIOS per definire nel miglior modo possibile i
tracciati dei rii ed il loro corretto “status giuridico” (acque pubbliche
o demaniali).
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COMUNE DI TRINO
Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
• GT5/1-2 La carta geoidrologica
Su questo elaborato cartografico viene descritto l’andamento
della falda freatica ed è riportata una zonazione del territorio
comunale realizzata in funzione del grado di permeabilità dei
materiali alluvionali; tale valutazione è stata eseguita sulla base di
dati bibliografici.
Al fine di ricostruire l’andamento delle isofreatiche riferite alla
falda superficiale è stata effettuata una campagna di misurazioni
piezometriche sui pozzi segnalati sulla “Carta della localizzazione dei
pozzi privati” in possesso dell’ufficio tecnico comunale; attraverso la
collaborazione con il messo comunale si sono contattati i proprietari
dei pozzi registrati riuscendo tuttavia a visitare solamente 21 della
totalità dei pozzi segnalati.
Il sottosuolo di Trino è caratterizzato dalla presenza di una falda
freatica
superficiale
decisamente
ridotti
caratterizzata
che
la
da
portano
valori
ad
di
essere
soggiacenza
localmente
in
condizione di subaffioramento; questo fa sì che numerosi punti
acqua catalogati come pozzi siano piuttosto costituiti da semplici
tubi
infissi
nel
terreno,
di
diametro
pari
a
due
pollici,
che
costituiscono comunque un efficiente mezzo di captazione della
falda freatica.
Quanto sopra descritto ha costituito una limitazione all’indagine
per i seguenti motivi:
•
nei tubi dove è installata una pompa questa occupa tutta la
sezione del tubo non consentendo di calare al loro interno il
sondino piezometrico;
•
i tubi sono nella maggior parte dei casi dotati di una valvola di
fondo di non ritorno che non permette di effettuare una lettura
significativa del livello piezometrico.
In ultima analisi è stato possibile giungere solamente a tre
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Verifica di compatibilità
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misure significative di soggiacenza della falda dalle quali si sono
ricavate quote piezometriche che hanno mostrato una scarsa
correlazione.
Alla luce di quanto esposto è stato necessario fare ricorso ai dati
di bibliografia in nostro possesso, tarandoli per quanto possibile con
gli esigui dati ricavati dall’indagine eseguita.
L’andamento delle linee isofreatiche è pertanto stato ripreso
dallo studio ENEL (1984), che prende in considerazione dati di
numerosi pozzi e piezometri localizzati principalmente all’esterno del
territorio comunale.
La superficie freatica rappresentata è caratterizzata da un
gradiente idraulico decrescente da nordovest verso sudest compreso
tra lo 0,02% e lo 0,1% circa; solamente in corrispondenza del Rilievo
Isolato di Trino mostra un andamento decisamente anomalo ed
assume direzioni e valori non concordi con quelli caratteristici della
pianura circostante.
Confrontando le quote delle linee isopiezometriche con quelle
del piano campagna si intuisce come la falda sia caratterizzata da
valori di soggiacenza ridotti che la portano a trovarsi localmente in
condizioni di subaffioramento.
Le principali zone di alimentazione del sistema idrico sotterraneo
sono
ubicate
a
nord-nordovest
del
territorio
comunale,
in
corrispondenza dell’apparato fluvioglaciale della Dora Baltea e dei
conoidi dei Torrenti Elvo e Cervo.
Inoltre, in tutta la fascia del basso vercellese interessata da
periodici adacquamenti a scopo irriguo, la falda superficiale riceve
una forte ricarica di origine antropica che induce innalzamenti dei
livelli compresi tra 0,5 e 3 m a seconda della zona; l’entità
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
dell’escursione piezometrica e la velocità con cui avviene la risalita
sono funzione della permeabilità degli acquiferi e risultano massime
nella zona sud-orientale della pianura vercellese (De Luca et al.,
2005).
Il grafico sottostante, tratto da “Le acque sotterranee della
pianura vercellese – la falda superficiale” a cura del settore
geologico della Provincia di Vercelli (2006), evidenzia le oscillazioni
del livello freatico registrate nel piezometro regionale PII04 di Trino nel
periodo 2001-2002; è osservabile la crescita repentina tra i mesi di
aprile e maggio.
Il documento cartografico GT5/1-2 riporta infine una zonazione
geoidrologica del territorio comunale effettuata in funzione delle
caratteristiche di permeabilità dei materiali affioranti dedotte da dati
di bibliografia; i complessi individuati sono così differenziati:
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Verifica di compatibilità
Depositi
alluvionali
Geol. Secondo ACCOTTO
generalmente
non
terrazzati,
permeabilità
generalmente alta.
Ricadono in questa classe i depositi alluvionali costituenti la
fascia meridionale del territorio comunale più prossima all’alveo
attuale del Po; sono in genere caratterizzati da permeabilità elevata
anche nelle porzioni sommitali dell’accumulo alluvionale.
Depositi
alluvionali
terrazzati
con
esigua
coltre
di
alterazione
superficiale, permeabilità bassa in superficie e generalmente elevata
in profondità.
In questa classe sono compresi i depositi alluvionali terrazzati
localizzati a sud dell’alto terrazzo che si sviluppa con direzione est
ovest attraverso l’intero territorio comunale al di sopra dei quali si
colloca il concentrico; ricadono in questa categoria anche i depositi
costituenti alcuni limitati settori centro-settentrionali del territorio
comunale, localmente depressi ed allungati in senso est-ovest. Sono
caratterizzati da permeabilità generalmente elevata che si riduce nei
livelli più superficiali a causa della presenza di una esigua coltre di
alterazione.
Depositi alluvionali terrazzati con sviluppata coltre di alterazione e
copertura loessica, permeabilità bassa in superficie e tendente ad
aumentare in profondità.
Ricadono in questa classe i depositi alluvionali che costituiscono
la quasi totalità del settore settentrionale del territorio comunale in
cui è principalmente sviluppata la coltivazione del riso; questi
depositi, geneticamente caratterizzati da permeabilità medio-alta,
sono interessati da una potente coltre di alterazione che riduce in
maniera sensibile la stessa permeabilità dei livelli superficiali.
Depositi alluvionali terrazzati con coltre di alterazione spinta anche in
profondità e copertura loessica, permeabilità generalmente bassa.
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
Sono classificati come tali i depositi alluvionali costituenti il
Rilievo Isolato di Trino i quali sono interessati da un’alterazione molto
spinta anche in profondità e risultano ricoperti da una diffusa
copertura loessica; per questi motivi tali depositi sono caratterizzati
da una permeabilità generalmente bassa attribuibile alla notevole
percentuale di materiale fine presente.
Successione continentale inferiore, permeabilità discontinua e bassa
nella parte basale
Questa successione per la presenza di sabbie e ghiaie alternate
a limi-argillosi e, localmente, a torbe è caratterizzata da permeabilità
discontinua e a luoghi ridotta.
Successione marina superiore, permeabilità discontinua
L’alternanza di sabbie fini e limi con lenti di sabbie grossolane
determina una permeabilità di massa discontinua.
Successione
marina
inferiore,
permeabilità
secondaria
per
fratturazione.
Questa successione perlopiù litoide, costituita nel settore di
affioramento
da
marne
grigio-verdastre,
è
caratterizzate
da
permeabilità secondaria per fratturazione.
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• GT6/1-2 La carta litotecnica
Su questo elaborato cartografico, ridisegnato sulla base di dati
ricavati dallo studio Enel, è stata eseguita una zonazione del territorio
comunale che evidenzia i settori omogenei dal punto di vista
stratigrafico
e
litotecnico
ai
quali
è
associata
una
colonna
stratigrafica tipo a grande scala.
In carta sono inoltre indicati i punti in cui sono state realizzate
indagini geognostiche; per ogni punto è specificata la tipologia di
prova eseguita ed il codice assegnato al certificato allegato
corrispondente.
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• GT7/1-2 La carta dell'altimetria
Questo elaborato è stato redatto in sostituzione della carta
dell’acclività poiché, in considerazione del carattere per lo più
pianeggiante del territorio comunale, si è ritenuto che esso fornisse
un
contributo
maggiore
alla
valutazione
della
pericolosità
geomorfologica.
In questo elaborato si è giunti a sezionare il territorio in fasce
altimetriche
con
lo
scopo
di
mettere
in
evidenza
i
settori
maggiormente depressi del territorio comunale che costituiscono la
sede preferenziale di scorrimento e ristagno delle acque piovane e di
esondazione.
La carta è stata elaborata attraverso l’utilizzo di un software a
partire dal reticolo DTM fornito dalla Regione Piemonte, il quale è
costituito da un reticolo di punti a maglie quadrate con lati pari a 50
metri,
paralleli
agli
assi
Gauss-Boaga
della
rappresentazione
cartografica. Trattandosi di una rappresentazione del territorio che si
fonda sulla sua suddivisione in celle regolari, ad ognuna delle quali è
assegnato un univoco valore altimetrico, è possibile che la carta non
metta in evidenza variazioni di quota puntuali o rilevabili su distanze
ridotte (prossime alle dimensioni della maglia del DTM), originando
quindi inevitabili imprecisioni; tuttavia, se si considerano vasti areali
la carta risulta un utile strumento per la valutazione di quanto
indicato nel paragrafo precedente.
Sono state distinte le seguenti classi altimetriche (i valori sono
espressi in metri s.l.m.):
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122-126
126-128
128-129
129-130
130-131
131-132
132-133
133-134
134-135
135-136
136-137
137-138
138-139
139-140
140-145
145-150
150-155
155-160
160-165
165-170
>170
La carta mette in chiara evidenza il rapporto esistente tra alcune
classi altimetriche e determinati elementi morfologici del territorio
comunale.
Le classi 126-128 e 128-129, indicate rispettivamente con l’indaco
e l’azzurro, individuano depressioni allungate in corrispondenza delle
quali
si
è
impostato
il
reticolato
idrografico
secondario;
tale
corrispondenza è particolarmente chiara all’interno del concentrico,
dove sono evidenziate le depressioni nelle quali è impostato l’alveo
della Roggia Camera e quello della Roggia Stura.
Le classi 135-136, 136-137, 137-138, 138-139, 139-140 mettono
invece in evidenza la scarpata sviluppata con direzione est-ovest
che separa il settore rilevato del territorio comunale, costituito dal
terrazzo
fluvioglaciale
rissiano
(Fg R
nello
stralcio
della
carta
geologica allegata alla scala 1:50.000), dal settore impostato in
depositi alluvionali antichi (Fg w).
A grande scala, la carta mostra infine come la pianura sulla
quale è sviluppato il concentrico di Trino sia caratterizzata da una
debole pendenza verso est-sudest, direzione corrispondente anche
alla direttrice di drenaggio principale del fitto reticolo di canali irrigui
e rogge presenti nel territorio comunale.
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Verifica di compatibilità
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• GT8 La carta dell'evento alluvionale del 13-16 ottobre 2000
Su questo elaborato cartografico è stata indicata, in seguito a
sopralluoghi
eseguiti
nel
periodo
immediatamente
successivo
all'evento alluvionale, l'estensione delle aree inondate; alcuni valori
di altezza dell'acqua ed altre informazioni utili alla comprensione del
fenomeno completano l'elaborato.
Le
informazioni
ricavate
dai
rilievi
di
terreno
sono
state
confrontate con i dati prodotti dalla Regione Piemonte che ha
pubblicato un elaborato cartografico di rappresentazione degli
effetti dell'alluvione sulla zona del nodo idraulico.
Per
ovvi
motivi
di
completezza
dell'informazione
e
di
comprensione del fenomeno, la rappresentazione è stata estesa
all'esterno dei limiti comunali dove sono però riportati solamente gli
elementi più significativi.
In legenda sono indicati:
Area inondata
Si è rappresentata la superficie inondata dalle acque di
esondazione del Po durante l’evento alluvionale dell’ottobre 2000.
Tale areale è stato delimitato attraverso sopralluoghi effettuati nei
giorni successivi all’esondazione.
Livelli idrici
E’ indicato il livello idrico puntuale raggiunto dalle acque di
esondazione durante l’evento.
Principali direzioni di deflusso
Con questo simbolismo è rappresentata la direzione di deflusso
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Verifica di compatibilità
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delle acque di esondazione.
Rotte arginali
Sono indicati i punti in corrispondenza dei quali l’azione erosiva
delle acque di esondazione ha provocato una rottura degli argini.
Principale direzione di deflusso
Direzione di propagazione dei deflussi dedotta dalla disposizione dei
sedimenti e dal verso di abbattimento della vegetazione
Solchi di erosione
Sono indicati i canali di erosione di neoformazione; i rapporti
geometrici di questi ultimi con il Fiume Po dimostrano come essi
siano stati incisi sia nella fase di esondazione causata dalla
rottura degli argini che durante la fase di ritiro della piena,
quando le acque rifluivano verso il Po.
Elementi antropici influenzanti il deflusso delle acque
Sono indicati con questo tematismo gli elementi antropici, quali
strade e rilevati, che hanno condizionato il deflusso delle
acque. Sono stati distinti gli “elementi insormontabili” dalle
acque di esondazione, quelli “sormontabili” ed infine i punti di
non continuità di queste strutture (“aperture”), attraverso le
quali è avvenuta la propagazione del flusso idrico.
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• GT9/1-2 La carta delle opere idrauliche censite
La carta riporta l'ubicazione delle opere di difesa presenti lungo
il reticolato idrografico principale e secondario che caratterizza il
territorio comunale, classificate secondo le tipologie previste nelle
schede SICOD (Sistema Informativo Catasto Opere Di Difesa).
Sono state individuate le seguenti tipologie di opere:
Ponte
Sono
manufatti
di
attraversamento
di
corsi
d’acqua
caratterizzati da una luce maggiore di 6 metri.
Attraversamento e/o guado
Sono considerati come tali i manufatti di attraversamento con
luce minore di 6 metri.
Canalizzazione
Soglia
Scolmatore a canale di gronda
Argine
Si
rimanda
alle
schede
allegate
per
la
visione
delle
caratteristiche geometriche delle opere censite.
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• GT10/1-2
La Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e
dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica
(in ottemperanza alla C.P.G.R. 8/5/1996, n°7/LAP)
Come si legge nella circolare richiamata, “questo documento
ha lo scopo di fornire il quadro dello stato del territorio sotto il
profilo della sua pericolosità, in termini possibilmente di facile
comprensione anche per gli altri tecnici coinvolti nel processo
pianificatorio e in particolare al coordinatore e al progettista
dello strumento urbanistico”.
La carta è stata rilevata tenendo presente il concetto di
pericolosità definito come “valutazione, in termini probabilistici,
dell’instabilità potenziale, indipendentemente dalla presenza
antropica, di una certa area in funzione della tipologia, della
quantità e della frequenza dei processi che vi si possono
innescare”.
(“La pericolosità, ...., si traduce in rischio non appena gli effetti
dei fenomeni naturali implicano un costo socio-economico da
valutarsi in relazione all’indice di valore attribuibile a ciascuna
unità territoriale”).
La carta di sintesi riporta “per zone omogenee, le indicazioni
riguardanti
la
tipologia
e
la
quantità
dei
fenomeni
geomorfologici attivi o potenzialmente attivabili sui versanti e
lungo la rete idrografica sia principale sia minore”.
Per
arrivare
ad
“una
valutazione
della
pericolosità
sotto
l’aspetto geomorfologico, intrinseco, che prescinde quindi da
valutazioni
di
zonazione,
per
tipo
probabilistico”
aree
omogenee,
è
stata
visualizzata
in
classi
di
idoneità
una
del
territorio comunale, partendo “dall’analisi di tutti gli elementi di
carattere
geolitologico,
geomorfologico,
idrogeologico,
idrologico, ecc. e di quant’altro consente una valutazione
oggettiva della propensione al dissesto dell’intero territorio
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
comunale”.
Sono
state
distinte
due
classi
di
idoneità
all’utilizzazione
urbanistica, seguendo i dettami delle normative richiamate,
che citiamo in sequenza:
(in considerazione delle indagini effettuate e delle condizioni di
pericolosità riscontrata non sono stati ascritti areali alla I
classe)
Classe II
Pericolosità geomorfologica: moderata.
Porzioni di territorio nelle quali le condizioni di moderata pericolosità
geomorfologica
possono
essere
agevolmente
superate
attraverso
l’adozione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici.
Utilizzazione urbanistica: è subordinata all’adozione ed al rispetto di
modesti accorgimenti tecnici esplicitati a livello di norme di attuazione
ispirate al D.M. 11 marzo 1988 e realizzabili a livello di progetto esecutivo
esclusivamente nell’ambito del singolo lotto edificatorio o dell’intorno
significativo circostante. Tali interventi non dovranno in alcun modo
incidere
negativamente
sulle
aree
limitrofe,
né
condizionarne
la
propensione all’edificabilità.
In questa classe sono state riconosciute quattro sottoclassi:
II A:
settori di pianura interessati da acque di inondazione a bassa
energia e con battente idrico inferiore a 40 cm.
Ricade in questa sottoclasse la porzione del territorio comunale
allungata in senso est-ovest e posizionata a sud della scarpata che separa
il settore rilevato della pianura da quello più depresso; è indicata in carta
con il colore giallo.
Interventi edilizi ammessi:Non si prevedono limitazioni particolari alle
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
tipologie di interventi di carattere edilizio ammissibili
Prescrizioni normative: in questi settori gli interventi di nuova
costruzione ed ampliamento andranno corredati da una relazione
geologico-tecnica, redatta ai sensi del D.M. 11/03/88, che verifichi le
caratteristiche geomeccaniche dei terreni di posa delle fondazioni, le
situazioni di ristagno idrico superficiale, la soggiacenza della falda e le
oscillazioni della stessa e l'interferenza delle opere sulle eventuali acque di
laminazione; andrà inoltre valutata l’opportunità di realizzare locali interrati
e seminterrati.
II B:
settori di scarpata caratterizzati da acclività medio-alte.
In questa sottoclasse di pericolosità sono stati distinti i settori ad
acclività medio alta che fungono da raccordo tra le diverse unità
morfologiche presenti, come la scarpata che collega il Rilievo Isolato di
Trino con il settore di pianura più settentrionale.
Interventi edilizi ammessi: Non si prevedono limitazioni particolari alle
tipologie di interventi di carattere edilizio ammissibili
Prescrizioni normative: in questi settori gli interventi di nuova
costruzione ed ampliamento andranno corredati da una relazione
geologico-tecnica, redatta ai sensi del D.M. 11/03/88, che verifichi le
caratteristiche geomeccaniche dei terreni di posa delle fondazioni, le
situazioni di ristagno idrico superficiale, la soggiacenza della falda, le
oscillazioni della stessa e la stabilità del versante su cui si collocherà
l'intervento.
Una particolare attenzione dovrà essere posta nella regimazione delle
acque superficiali che andranno captate, regimate e convogliate in
impluvi naturali; dovrà essere costantemente garantita la manutenzione di
eventuali muretti a secco limitrofi agli insediamenti previsti verificando il
loro stato di conservazione.
II C:
settori di pianura posti al di sopra del terrazzo rissiano (risaie).
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
In questa sottoclasse sono stati compresi i settori di pianura posti in
posizione di sicurezza rispetto alla dinamica fluviale del Fiume Po ed
utilizzati prevalentemente per la coltivazione del riso.
Interventi edilizi ammessi: Non si prevedono limitazioni particolari alle
tipologie di interventi di carattere edilizio ammissibili
Prescrizioni normative: in questi settori gli interventi di nuova
costruzione ed ampliamento andranno corredati da una relazione
geologico-tecnica, redatta ia sensi del D.M. 11/03/88, che verifichi le
caratteristiche geomeccaniche dei terreni di posa delle fondazioni, le
situazioni di ristagno idrico superficiale, la soggiacenza della falda e le
oscillazioni della stessa.
II D:
settori sommitali del rilievo isolato.
In questa sottoclasse sono stati indicati gli areali sostanzialmente
pianeggianti o a debole acclività, posti sulla sommità del rilievo isolato di
Trino (Montarolo) che risultano privi di problematiche legate alla dinamica
fluviale del reticolo principale e/o secondario.
Interventi edilizi ammessi: Non si prevedono limitazioni particolari alle
tipologie di interventi di carattere edilizio ammissibili
Prescrizioni normative: in questa classe gli interventi di nuova
costruzione ed ampliamento andranno corredati da una relazione
geologico-tecnica, redatta ai sensi del D.M. 11/03/88, che verifichi le
caratteristiche geomeccaniche dei terreni di fondazione e consideri
l’andamento plano-altimetrico dei lotti coinvolti.
Classe III B
Pericolosità geomorfologica: elevata.
Porzioni di territorio edificate nelle quali gli elementi di pericolosità
geologica e di rischio sono tali da imporre in ogni caso interventi di riassetto
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
territoriale di carattere pubblico a tutela del patrimonio urbanistico
esistente.
Utilizzazione urbanistica: In assenza di tali interventi di riassetto saranno
consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico antropico quali,
a titolo di esempio, interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione
straordinaria, risanamento conservativo, ecc...; per le opere di interesse
pubblico non altrimenti localizzabili varrà quanto previsto dall’art. 31 della
L.R. 56/77. Nuove opere o nuove costruzioni saranno ammesse solo a
seguito dell’attuazione degli interventi di riassetto e dell’avvenuta
eliminazione e/o minimizzazione della pericolosità.
In riferimento alla fruibilità delle aree III B è importante sottolineare
come ad oggi siano già state eseguite e collaudate le principali opere
volte alla difesa idraulica dell’abitato di Trino quali il ripristino ed il
potenziamento degli argini lungo il Po, la realizzazione dello scolmatore
della Roggia Stura e la sua successiva automatizzazione (come prescritto
dagli studi del Politecnico di Torino) e tutta una serie di interventi puntuali
sul reticolo minore messi in atto dal Consorzio Irriguo Ovest Sesia, gestore
dello stesso. Le opere realizzate hanno certamente prodotto una sensibile
riduzione della pericolosità sul territorio comunale.
Inoltre in data 19 luglio 2007 il Comitato Istituzionale dell’Autorità di
Bacino ha approvato la presa d’atto del collaudo delle opere arginali a
difesa dell’abitato di Trino. Tale presa d’atto costituisce variante
automatica al PAI secondo quanto stabilito dall’art.28 delle NA del PAI
trasformando la fascia B di progetto in fascia B con le conseguenti
ricadute normative.
Sottoclasse IIIb2:
possibile
la
a seguito della realizzazione delle opere sarà
realizzazione
di
nuove
edificazioni,
ampliamenti
e/o
completamenti.
E’ distinta in questa sottoclasse la parte del concentrico localizzata a
nord della s.s. del Monferrato n° 31 bis dove si sono verificati, nell’ottobre
2000, in assenza delle opere di cui sopra, battenti idrici in genere prossimi o
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
inferiori ad 1 metro.
Interventi edilizi ammessi: Tutti. Fermo restando quanto precisato nelle
normative di zona, nell’area individuata come I.U.A., in presenza di
interventi sugli interi fabbricati pertinenziali, l’uso dei piani terra è limitato
ad artigianato di servizio/pubblico esercizio, attività terziarie e a
destinazioni accessorie, ad esempio autorimesse, magazzini, depositi ecc.
Prescrizioni normative: per le ristrutturazioni che comportano un
aumento del carico antropico l’intervento andrà corredato da una
relazione geologico-tecnica, redatta ai sensi del D.M. 11/03/88, che
prenda atto della realizzazione e dello stato manutentivo degli interventi di
riassetto che hanno permesso l’eliminazione o la minimizzazione della
pericolosità.
Per le nuove costruzioni la relazione geologico-tecnica, redatta ai sensi
del D.M. 11/03/88, dovrà prendere atto della realizzazione e dello stato
manutentivo degli interventi di riassetto che hanno permesso l’eliminazione
o la minimizzazione della pericolosità e dovrà verificare le caratteristiche
geomeccaniche dei terreni di posa delle fondazioni, le situazioni di ristagno
idrico superficiale, la soggiacenza della falda e le oscillazioni della stessa e
l'interferenza delle opere sulle eventuali acque di laminazione.
A livello di singolo intervento andrà infine valutata l’opportunità di
realizzare locali seminterrati; è vietata la realizzazione di interrati.
Sottoclasse IIIb3:
a seguito della realizzazione delle opere di
riassetto sarà possibile solo un modesto incremento del carico antropico
con esclusione di nuove unità abitative e completamenti
Ricadono in questa sottoclasse i settori territoriali edificati posti a sud
della s.s. n° 31 bis; in questi areali si sono accertati in concomitanza
dell’evento del 2000, in assenza delle opere di cui sopra, battenti idrici
superiori al metro.
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
Interventi edilizi ammessi:
destinazioni residenziali: sugli immobili
esistenti sono ammessi interventi che comportano solo un modesto
incremento del carico antropico con esclusione di nuove unità abitative e
completamenti. In caso di interventi sull’intero fabbricato sono da
privilegiare soluzioni progettuali volte a garantire migliori condizioni di
sicurezza.
Altre destinazioni d’uso: sul patrimonio edificato esistente sono
ammessi tutti gli interventi previsti dalle zone urbanistiche comprensivi di
sostituzione edilizia, ampliamento e completamento edilizio se finalizzato al
miglioramento funzionale delle attività aziendali in atto.
Prescrizioni normative: per gli interventi edilizi di carattere residenziale
come sopra descritti la relazione geologico-tecnica, redatta ai sensi del
D.M. 11/03/88, dovrà prendere atto della realizzazione e dello stato
manutentivo degli interventi di riassetto che hanno permesso l’eliminazione
o la minimizzazione della pericolosità.
Per gli interventi sulle altre destinazioni d’uso la relazione geologicotecnica, redatta ai sensi del D.M. 11/03/88, dovrà prendere atto della
realizzazione e dello stato manutentivo degli interventi di riassetto che
hanno permesso l’eliminazione o la minimizzazione della pericolosità e
dovrà verificare le caratteristiche geomeccaniche dei terreni di posa delle
fondazioni, le situazioni di ristagno idrico superficiale, la soggiacenza della
falda, le oscillazioni della stessa e l'interferenza delle opere sulle eventuali
acque di laminazione.
A livello di singolo intervento andrà infine valutata l’opportunità di
realizzare locali seminterrati; è vietata la realizzazione di interrati.
Sottoclasse IIIb4:
anche a seguito della realizzazione di opere di
sistemazione, indispensabili per la difesa dell’esistente, non sarà possibile
alcun aumento del carico antropico.
Ricadono in questa classe solo il sedime della centrale Enrico Fermi e
l’area ex ECOBRIANCO.
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Verifica di compatibilità
Geol. Secondo ACCOTTO
Interventi edilizi ammessi:
Tutti gli interventi necessari al mantenimento funzionale delle strutture
esistenti.
Classe III A
Pericolosità geomorfologica: elevata.
Porzioni di territorio inedificate che presentano caratteri geomorfologici o
idrogeologici che le rendono inidonee a nuovi insediamenti.
Ricade in questa classe di pericolosità un’ampia porzione del territorio
comunale nella quale, in concomitanza agli eventi di inondazione da
parte delle acque del Po, si sono verificati battenti idrici maggiori di 40 cm.
Utilizzazione urbanistica: aree inidonee a nuovi insediamenti.
Interventi edilizi ammessi: sono consentite opere di nuova edificazione,
di ampliamento e di ristrutturazione edilizia, comportanti anche aumento
di superficie o volume, interessanti edifici per attività agricole e residenze
rurali connesse alla conduzione aziendale.
Prescrizioni normative: la fattibilità degli interventi andrà verificata ed
accertata
da
opportune
indagini
geologiche,
idrogeologiche,
geognostiche di dettaglio, in ottemperanza a quanto previsto dalla
Circolare 16/URE e dal D.M. 11/03/88, in ogni caso le superfici abitabili
dovranno essere realizzate a quote compatibili con la piena di
riferimento, previa rinuncia da parte del soggetto interessato al
risarcimento in caso di danno o in presenza di copertura assicurativa.
Non sono ammessi locali interrati e/o seminterrati.
In cartografia sono state inoltre individuate due aree EE ai sensi
dell’art. 9 delle N.d.A. del P.A.I. Le attività in queste aree sono
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Geol. Secondo ACCOTTO
normate dallo stesso articolo, comma 5.
Fasce di rispetto dei corsi d’acqua e normativa conseguente
Per tutti i corsi d’acqua il cui tracciato è individuato con apposito
segno grafico sulla Carta di sintesi (GT10/1-2) sono stabilite fasce di rispetto
la cui ampiezza è differenziata in relazione alla classificazione ed allo stato
di fatto del corso d’acqua.
Le fasce individuate fanno riferimento al R.D. 523/1904, al PAI, all’art. 29
della L.R. 56/77, al R.D. 368/1904 e ad uno studio realizzato per la Roggia
Stura nell’abitato di Trino a cura dell’Ing. Teruggi (allegato integralmente a
questa relazione) ed alle Nta del P.R.G.C..
Le fasce sono state così individuate:
Fiume PO: è fasciato nell’ambito del P.A.I. – interventi sulla rete idrografica
e sui versanti. Sulle fasce così determinate si applica la normativa
contenuta nelle N.d.A del P.A.I.
Roggia Stura: all’esterno del centro abitato è stabilità una fascia di 25 m
per lato su cui si applicano i disposti della L.R. 56/77, art. 29. Nel centro
abitato si applicano i disposti del R.D. 368/1904, art. 133, comma 1, sub
a) individuando una fascia di 6 m che si compone di una “area di
tutela” (F1) pari a 4 m e di una “area di collegamento” (F2) di 2 m (cfr.
allegato); all’interno del Centro Storico la fascia si riduce ulteriormente
alla sola F1 pari a 4 m. All’interno di queste fasce sono vietate nuove
edificazioni e movimenti terra.
Acque pubbliche e demaniali: all’esterno del centro abitato è stabilita una
fascia di 25 m per lato su cui si applicano i disposti della L.R. 56/77, art.
29. Nel centro abitato è fissata una fascia pari a 10 m ai sensi del R.D.
523/1904.
Corsi d’acqua significativi non classificati: all’esterno del centro abitato è
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stabilita una fascia di 25 m per lato su cui si applicano i disposti della L.R.
56/77, art. 29. Nel centro abitato, per interventi fino all’ampliamento(AE)
è fissata una fascia pari a 5 m; per interventi di completamento (CO) e
nuovo impianto (NI) è stabilita una fascia di 10 m.
Per ragioni di scala di rappresentazione (1:10.000) sull’elaborato di
sintesi sono state esclusivamente riportate le fasce esterne al centro
abitato riferite all’art. 29 della L.R. 56/77
Viene di seguito allegata una tabella esemplificativa:
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Tabella fasce fluviali:
esterno
riferimenti normativi
fiume Po
P.A.I.
dimensione
vedi
cartografia
P.A.I.
centro abitato
riferimenti normativi
dimensione
centro storico
riferimenti normativi
dimensione
P.A.I.
vedi cartografia P.A.I.
P.A.I.
vedi cartografia P.A.I.
roggia Stura
L.R. 56/77, art. 29
25 metri
R.D. 368/1904
4m+2m
R.D. 368/1904
4m
acque pubbliche
e demaniali
L.R. 56/77, art. 29
25 metri
R.D. 523/1904
10 m
-----
----
corsi d'acqua
significativi non
classificati
- 5 m per interventi fino
all'ampliamento (AE)
L.R. 56/77, art. 29
25 metri
Norme P.R.G.C.
- 10 m per interventi di
completamento (CO) e
nuovo impianto (NI)
- 5 m per interventi fino
all'ampliamento (AE)
Norme P.R.G.C.
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- 10 m per interventi di
completamento (CO) e
nuovo impianto (NI)
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Norme per le recinzioni
All’interno delle fasce di rispetto dei corsi d’acqua sopra individuate
(ad esclusione delle fasce P.A.I.) le recinzioni dovranno essere realizzate a
giorno, (prive di parte cieca) così da non costituire un impedimento alla
propagazione di eventuali acque di laminazione.
Potranno essere realizzate recinzioni cieche solamente per motivate
ragioni di decoro, in ambito produttivo, o in centro storico, valutando
l’influenza del manufatto sulla propagazione di eventuali acque di
laminazione nelle aree ad esso adiacenti.
Prescrizioni di carattere generale
1) dovranno essere integralmente rispettate le indicazioni contenute
negli studi geologici redatti dai professionisti estensori degli studi geologici
ed idraulici;
2) tutti i corsi d'acqua, sia pubblici sia privati, non dovranno essere
confinati in manufatti tubolari o scatolari di varia forma o sezione e subire
restringimenti d'alveo, è fatto inoltre divieto assoluto di edificare al di sopra
dei corsi d'acqua intubati;
3) non sono ammesse occlusioni, anche parziali, dei corsi d'acqua,
anche nelle zone di testata tramite riporti vari;
4)
dovranno
essere
garantite
costantemente
la
pulizia
e
la
manutenzione degli alvei dei corsi d'acqua, naturali o artificiali, pubblici o
privati, verificando le sezioni di deflusso, soprattutto per i tratti d'alveo
intubati, adeguando quelle insufficienti;
5) qualora siano necessari sbancamenti di scarpate e/o riporti di
materiale, gli stessi dovranno essere sostenuti e drenati al fine di garantire,
a breve ed a lungo termine, la stabilità dei pendii;
6) le eventuali nuove opere di attraversamento stradale dei corsi
d'acqua dovranno essere realizzate mediante ponti, in maniera tale che la
larghezza della sezione di deflusso "a rive piene" misurata a monte non sia
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in alcun modo ridotta, a prescindere dalle verifiche di portata;
7) non dovranno essere ammessi nuovi interventi edificatori interrati
nelle zone di pianura al di sotto della quota di massima escursione della
falda;
8) il ricorso all'innalzamento artificiale del p.c. è permesso qualora sia
accertato che tale intervento non provochi innalzamenti anomali del
livello idrico nel corso di eventi di piena tali da provocare maggiori danni
nelle aree adiacenti;
9) si ricordano le prescrizioni del D.M. 11/03/88 "Norme tecniche
riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali
e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione,
l'esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere
di fondazione", evidenziando l'obbligatorietà di tali norme che "si
applicano a tutte le opere pubbliche e private da realizzare nel territorio
della Repubblica".
10) In base alla Circolare 8/Pet "Adeguamento degli strumenti
urbanistici comunali al Piano Stralcio della Fasce Fluviali" dell'8 luglio 1999
(BUR n 28 del 14 luglio 1999) gli ambiti delle fasce A, B e C dovranno
obbligatoriamente rientrare nel "Piano di Protezione Civile.
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ALLEGATI
Allegato 1 Relazione Ing. Teruggi (2006)
Controdeduzione Ing. Teruggi (2007)
Allegato 2 Prove geognostiche
Allegato 3 Schede SICOD
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1. Introduzione
Il Comune di Trino ha promosso la costituzione di un Gruppo Tecnico per il Coordinamento
fra attività di pianificazione urbanistica e interventi idraulici (effettuati o da effettuarsi) sui
corsi d’acqua minori che attraversano il concentrico cittadino. Sono stati chiamati a fare
parte del Gruppo Tecnico di lavoro, oltre allo scrivente :
- il Tecnico estensore della Revisione del Piano Regolatore Comunale,
- il Tecnico incaricato di sviluppare e normare gli aspetti tecnico-ambientali coinvolti
nel nuovo strumento urbanistico,
- i Dirigenti Tecnici del Comune di Trino,
- i Funzionari dell’A.I.O.S. in quanto gestori del complesso sistema di rogge, di canali,
di opere idrauliche connesse alla loro gestione e regolazione. La presenza
dell’A.I.O.S. è stata particolarmente significativa non solo per l’apporto di un imprescindibile patrimonio di conoscenze secolari specifiche del territorio trinese, ma soprattutto perchè l’azione dell’A.I.O.S. non si è mai limitata alla mera gestione idraulica del reticolo idrico minore ai soli fini irrigui, ma nei fatti si è estesa al governo integrale delle acque superficiali lungo tutto l’arco dell’anno sia in occasione degli eventi di piena sia in presenza di possibili carenze idriche estive.
Nel corso dei lavori del Gruppo Tecnico sono emersi alcuni importanti elementi tecnici ed
amministrativi inerenti alla salvaguardia idraulica del territorio comunale dalle esondazioni
dei corsi d’acqua che costituiscono il reticolo idrico minore che attraversa il concentrico
della Città di Trino:
a. stante la configurazione idraulica e territoriale in essere e l’assetto che essa verrebbe ad avere in futuro a seguito della costruzione delle opere di contenimento e di
salvaguardia dalle piene dal Po è apparso irrilevante – secondo la concorde opinione di tutti i Componenti il Gruppo di lavoro – proporre un nuovo ulteriore studio idraulico volto a dimostrare l’eliminazione o la riduzione del rischio idraulico
sull’abitato indotto dal reticolo idraulico minore (Roggia Stura, Roggia Camera,
Roggia Pastrona ed altri corsi d’acqua minori);
b. la non significatività reale dello studio (per quanto autorevole scientificamente potesse essere) discendeva dalla constatazione che esso si sarebbe inserito in una
numerosa serie di studi e di analisi, autorevoli, approfondite, circostanziate e documentate che ancor oggi lasciano aperti ampi varchi al dubbio circa la possibilità e la
frequenza di esondazioni del centro storico ad opera del reticolo idrico minore; pertanto si è unanimemente convenuto che pianificare interventi fondamentali per la
collettività trinese operando sui margini (e sui rischi) di un’ipotesi statistica fosse inaccettabile per tutti, Amministrazione Comunale in primis;
c. qualunque intervento (sia normativo che costruttivo) sul reticolo idrico minore non
può prescindere dal confronto tecnico ed operativo con il gestore del reticolo stesso, Associazione Irrigua Ovest Sesia che istituzionalmente e storicamente gestisce il
reticolo idrico ai fini irrigui, ne ha una approfondita e dettagliata conoscenza pur attraverso le profonde trasformazioni e le ampie variazioni nelle destinazioni d’uso del
suolo occorse in questi ultimi decenni.
1
2. Le piene della Roggia Stura
Il territorio del Comune di Trino è attraversato da Ovest verso Est da due corsi d’acqua
principali e periodicamente forieri di esondazioni:
- il fiume Po che delimita a sud il territorio comunale
- la roggia Stura che ha andamento parallelo al Po e che costituisce l’asse centrale
del nucleo storico dell’abitato.
E’ possibile ricostruire una sintesi descrittiva delle alluvioni storiche dovute alla presenza
della Roggia Stura (ma anche – e soprattutto – al Po) nell’abitato di Trino attraverso una
serie di documenti e testimonianze raccolte da Franco Crosio e Bruno Ferrarotti in “Trino
gli anni del diluvio” (Trino, 1996):
“…La roggia Stura iscritta al n. 4 delle acque pubbliche della provincia di Vercelli e di Alessandria, ha origine in comune di Fontanetto Po a nord ovest dell’abitato in regione Mulino
Carotole alla confluenza dei raccoglitori dei fontanili di tale zona.
Il suo percorso si snoda in direzione ovest-est con andamento pressoché parallelo a quello
del fiume Po. Dopo la sua origine incontra in comune di Fontanetto Po la strada provinciale
per Livorno Ferraris e, proseguendo verso est, entra in comune di Palazzolo dove sottopassa la strada provinciale che unisce questo comune con la strada provinciale detta «delle
Grange». Poco oltre sovrapassa il Canale Magrelli e lo costeggia fino in prossimità del Borgo Ramezzana ove esiste uno scarico parziale della Stura nel Canale Magrelli.
Dopo il Mulino del Borgo Ramezzana la roggia Stura entra in comune di Trino ove esiste
uno scarico parziale nella roggia Camera attraverso lo scaricatore del mulino Bagnocavallo.
Successivamente incontra la strada provinciale Trino-Livorno Ferraris e, dopo aver ricevuto
le acque del raccoglitore Belgioioso e dato origine in sponda sinistra alla roggia Pastrona,
attraversa l’abitato di Trino. Indi riceve il raccoglitore Ramezzana ed entra in comune di
Costanzana ove sottopassa la strada Trino-Balzola e la strada provinciale di Alessandria nel
comune di Morano Po (frazione Due Sture).
Poco oltre la roggia Stura sottopassa il canale Magrelli ed entra in comune di Balzola attraversandone il centro abitato ed incontrando il mulino Vignola con annesso scaricatore. Indi
raggiunge la Cascina Deambrose con annessa Pesta da riso ora inutilizzata e sottopassa la
linea ferroviaria Alessandria-Vercelli entrando, nei pressi della Cascina Rovere, in comune
di Villanova Monferrato ove incontra la variante della strada statale n.31. Successivamente
origina in sponda destra lo scaricatore di cui riprende le acque dopo aver attraversato
l’abitato di Villanova ed il Mulino Stura (Vignola) piegando verso la cascina Mottanovella .
Raggiunge poi la strada comunale per Motta dei Conti e la costeggia fino alla confluenza
della roggia Cornasso.
Incontra l’incastro di Terranova , dove origina la roggia del Molino di Gazzo ed entra in
comune di Casale Monferrato, dove sottopassa la strada statale n.596 e la linea ferroviaria
Casale-Mortara prima di fare il suo ingresso in comune di Frassineto Po ove, dopo circa 40
chilometri di cammino, sfocia in sponda destra del fiume Sesia.”
Lo sviluppo delle piene storiche che hanno interessato il territorio comunale di Trino riportate da Crosio e Ferrarotti sono avvenute nei mesi di dicembre/gennaio 1642 e 1643 , nel
febbraio del 1647, nel 1748, nel dicembre del 1825 (in concomitanza con la piena del Po),
nel marzo del 1892 (in concomitanza con la piena del Po), nell’ottobre del 1907, nel maggio del 1917, nel novembre del 1951 e del 1968 (in concomitanza di piene del Po), nel
maggio del 1969, nel settembre del 1973, nel febbraio del 1974, nel 1994 e nel 2000 (anche in questi due ultimi casi in concomitanza di piene del Po).
Nel suo interessante studio sviluppato per il progetto preliminare per la regimazione idraulica della roggia Stura in esecuzione della convenzione tra le Province di Vercelli e di Ales-
2
sandria (2000) la dr.ssa geol Laura Marchetti ha raccolto in una tavola sinottica la notizia
storica delle piene della roggia Stura e delle concomitanze con le piene di Po. Questa relazione – anche se non contempla la piena del 14-16 ottobre 2000 in quanto conclusa nei
mesi immediatamente precedenti l’evento dell’ottobre 2000 - ha il pregio di aver raccolto
dati storici e di aver evidenziato elementi di concomitanza fra piene del Po e piene della
roggia Stura.
Dall’analisi della tavola di sintesi delle piene storiche verificatesi dall’inizio dell’anno 1300 ad
oggi emerge l’osservazione che le alluvioni nel nucleo centrale dell’abitato di Trino si sono
verificate :
a. in coincidenza delle piene di Po;
b. per eventi meteoclimatici che hanno investito distintamente ed autonomamente il
solo bacino imbrifero della roggia Stura;
c. in epoca recente infine può essersi verificata la coincidenza di eventi meteoclimatici
significativi con la concomitante sovraregolazione di rilevanti volumi d’acqua destinati all’ uso irriguo immessi nella rete idrica minore.
Appare evidente che gli eventi di piena connessi all’evento a. (piene di Po) non possono
trovare una risposta coerente – per ciò che attiene al centro storico di Trino - dalle sole misure urbanistiche o da interventi idraulici localizzati sulla rete idrica minore.
Gli eventi b. e c. invece sono di pertinenza del bacino della roggia Stura e possono trovare
una valida misura di contrasto e di rilevante mitigazione nella regolazione dei deflussi dei
volumi idrici nel tratto della roggia Stura immediatamente a monte dell’abitato di Trino mediante l’adozione :
1. della costruzione di un canale scolmatore che intercetti le portate in esubero e le
convogli in Po
2. della regolazione automatica delle paratoie del nodo idraulico dello scolmatore (lato
Trino) che impedisca comunque all’acqua in esubero di raggiungere il centro abitato
della città.
La misura 1. è stata intrapresa ed è operativa dal 1986. Si prevede un suo potenziamento
futuro per poter includere anche portate di piena con tempi di ritorno superiori agli attuali.
La misura 2., rafforzativa del funzionamento dello scolmatore è stata messa in atto ed è
operativa dal gennaio 2005.
3
ANNO
Mese/stagione
Durata
1331
1533
1560
1599
1612
1631
1642-43
1647
1674
1685
1705
1706
1733
1747
1748
1755
1792
Autunno
Novembre
Dic./genn.
Febbraio
Novembre
Ottobre
Novembre
Autunno
Estate
Autunno
Danni alla
campagna
x
x
x
x
x
x
8-10 gg.
2-3 gg.
Causa
R. Stura
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Sett-ottobre
Ottobre
Settembre
Maggio
Prim/aut.
Novembre
Novembre
Maggio
Settembre
Febbraio
Novembre
1 g.
3 g.
x
x
1-4 gg.
x
x
x
x
x
x
x
1-3 gg.
2 gg.
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
2 gg.
x
x
x
x
x
1 g.
2-5 gg.
2 gg.
2 gg.
Danni
all’abitato
x
x
x
Ottobre
Ottobre
1821
Marzo
1825
Dicembre
1827/29/39/43/
46/52/55/57/
Primav/autun.
66/72/79/83/90
/91
1892
1901
1907
1908
1917
1920/49
1951
1968
1969
1973
1974
1994
Causa
PO
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
TABELLA DELLE PIENE DEL PO E DELLA ROGGIA STURA DAL 1331 AL 1994
4
Il dott. Carlo Giraudi, nella Relazione Geologica preliminare, allegata al P.R.G.C., Progetto
Preliminare del Piano Regolatore Generale (gennaio 1980) del Comune di Trino così caratterizzava la roggia Stura:
“…La roggia Stura, corso d’acqua naturale, molto antropizzato, classificabile come «fiume
di risorgiva», nasce nella zona nord di Fontanetto, alimentata, come altre rogge minori del
suo bacino da potenti risorgive acque di falda e scorre verso est, seguendo probabilmente
un antico alveo fluviale, affluendo nel fiume Sesia.
Per varie cause, tra cui l’esigua sezione del suo alveo artificiale, l’impermeabilità di parte
del suo bacino di alimentazione, la superficialità della falda nello stesso bacino, nonché per
l’apporto artificiale di acqua proveniente direttamente o indirettamente dai canali di irrigazione, la roggia Stura presenta una particolare predisposizione all’alluvionamento di vaste
aree circostanti il suo letto di magra…”
Le alluvioni antiche della roggia Stura nei territori comunali di Morano sul Po e Balzola non
sono citate su documenti storici, in quanto nel passato erano molto più catastrofiche le alluvioni del Po e quelle più o meno concomitanti della roggia Stura venivano smaltite da
fossi e canali scolmatori, ma è lecito supporre che si siano verificate con varia intensità,
solitamente nel periodo autunnale, quando provocavano limitati danni alle coltivazioni e lasciavano un sottile velo di limo non dannoso ai campi.
Durante gli ultimi cento anni alcune inondazioni, come quelle del 1917, del 1968 e del 2000
hanno avuto comunque rilevanza catastrofica anche nei territori comunali di Morano Po
(frazione Due Sture), Balzola, Villanova e Terranova (Casale); in questi territori subirono
notevoli danni le colture, ma anche molti manufatti (industrie, canali di irrigazione, ponti,
argini e difese di sponda). Anche l’alveo fu notevolmente modificato ed in molte parti ostruito da ingenti depositi alluvionali.
In particolare, nel novembre del 1968 e nell’ottobre 2000, ampie zone agricole e lo stesso
centro abitato dei Comuni di Trino, di Morano Po, di Balzola, di Villanova e di Terranova
vennero allagati. A queste alluvioni fanno da coronamento le piene del 18-19 settembre
1973, del febbraio 1974, del novembre 1994 e le situazioni di allarme dell’inverno 19771978, del 1995, del 1996, quando il livello dell’ acqua raggiunse il limite di esondazione.
Il tratto terminale della roggia Stura, in Comune di Frassineto Po, ricadendo nella fascia
fluviale del fiume Sesia, a sua volta prossima alla fascia del Po, è costantemente soggetto
alla possibilità di esondazione congiunta Sesia/Po.
Gli studi più attuali e completi sulla dinamica idraulica della roggia Stura sono stati effettuati dal Politecnico di Torino - II Facoltà di Ingegneria con sede in Vercelli - Dipartimento
di Idraulica Trasporti e Infrastrutture Civili: “Studio Idrologico – Idraulico del Bacino della
Roggia Stura”- giugno 1999 e dall’Associazione d’Irrigazione dell’Agro all’Ovest del Sesia:
“Consulenza tecnica per la realizzazione dello studio idrologico idraulico del bacino della
Roggia Stura per la definizione di un piano di interventi e misure per il governo del corso
d’acqua”- giugno 1999.
L’Associazione d’Irrigazione dell’Agro all’Ovest del Sesia ha fornito inoltre dati sull’uso irriguo della roggia, sulle competenze istituzionali, sulle opere idrauliche realizzate o adeguate dal Magistrato per il Po, sulla gestione delle piene, sui punti critici nel tronco a valle dello scolmatore di Trino, ed ha proposto la ristrutturazione di alcuni manufatti e interventi
sull’asta della roggia.
Il Politecnico di Torino, in collaborazione con la Provincia di Vercelli, l’Associazione di Irrigazione dell’Agro all’Ovest del Sesia, la II Facoltà di Ingegneria con sede a Vercelli e il Di5
partimento di Idraulica, Trasporti e Infrastrutture Civili ha elaborato un modello idrologico
e idraulico denominato per l’appunto “Modello idrodinamico Stura 98”.
3. Gli interventi previsti ed attuati sulla roggia Stura
Gli interventi previsti nel progetto di sistemazione della Roggia Stura - predisposto a seguito dell’accordo di programma fra le Amministrazioni Provinciali di Vercelli e di Alessandria sono finalizzati ad assicurare le condizioni idrauliche di sicurezza del tracciato della Roggia
Stura dal comune di Trino a valle dello scolmatore in Po, attraverso i comuni di Morano sul
Po (Due Sture), Balzola, Villanova Monferrato, Motta de’ Conti, Casale Monferrato (Terranova), fino alla confluenza del corso d’acqua in Sesia nel comune di Frassineto Po.
Le opere intraprese dall’ A.I.PO negli anni passati e le previsioni di intervento da sviluppare negli anni futuri hanno la finalità di salvaguardare dalle esondazioni i nuclei abitati e le
più importanti attività produttive presenti sul territorio dei comuni attraversati dalla Roggia
Stura, consentendo, contemporaneamente, la creazione di aree golenali di adeguata estensione per assicurare il corretto deflusso delle portate di piena e una significativa capacità di laminazione dell’alveo.
I dati idraulici che stanno alla base progettuale degli interventi, sono delineati nello “Studio
Idrologico – Idraulico del bacino della Roggia Stura” redatto dal Politecnico di Torino, II
Facoltà di Ingegneria con Sede in Vercelli. L’obiettivo di questo complesso di studi consiste
nella verifica di una serie di interventi da intraprendere sul corso della Roggia Stura per evitare, o almeno di molto ridurre i rischi di inondazione cui vanno soggetti gli abitati e le
aree limitrofe al corso d’acqua.
Le proposte d’intervento indicate perseguono la finalità prioritaria della messa in sicurezza
degli abitati ubicati in prossimità del corso d’acqua, che hanno subito ingenti danni durante la piena alluvionale del Fiume Po e della Roggia Stura del 13 – 16 ottobre 2000.
Nel progetto di sistemazione del corso della Roggia Stura sono stati adottati i dati di portata con tempo di ritorno centennale calcolati nel bacino della Roggia Stura ed esposti nello
“Studio Idrologico – Idraulico del Bacino della Roggia Stura” redatto dal Politecnico di Torino, II Facoltà di Ingegneria con Sede in Vercelli.
Sotto l’aspetto territoriale, l’ intervento prevede che siano effettuate lungo il corso della
Roggia Stura, che si sviluppa tra l’abitato di Trino e la foce in Sesia, le seguenti opere:
- ricalibratura delle sezioni di deflusso del corso d’acqua ragguagliate al tempo di ritorno centennale, così come previsto nella relazione idrologica ed idraulica del Politecnico di Torino,
- adeguamento e completamento dei rilevati arginali di contenimento delle portate di
piena con idoneo franco arginale (nei tratti di roggia sui quali sono previste opere di
ricalibratura delle sezioni di deflusso).
- costruzione di difese localizzate nei tratti soggetti a battuta e ad erosione con particolare attenzione alle opere di attraversamento della roggia
- ricostruzione e adeguamento di ponti stradali, ponti canali ed attraversamenti di linee di vettoriamento energia e di servizi vari.
6
-
adeguamento delle opere di interconnessione con la rete irrigua ed idraulica minore.
Lo stato attuale degli interventi realizzati dopo l’anno 2000 nel nodo idraulico a monte di
Trino consente dal gennaio 2005 di effettuare il controllo automatico della regolazione delle paratie poste sul ramo principale della roggia Stura nel manufatto scolmatore, così come auspicato dallo studio del Politecnico di Torino (1999). In altre parole dall’inizio
dell’anno 2005 l’ A.I.O.S – che ha realizzato l’opera e che ha il compito di gestire la regolazione del nodo idraulico – è in grado di assicurare con il proprio presidio ininterrotto la
sorveglianza e la regolazione continua del nodo idraulico a monte dell’abitato, garantendo
così la sicurezza idraulica dell’abitato di Trino.
4. Misure per la regolamentazione del percorso urbano della roggia Stura
l’Amministrazione Comunale al fine di regolamentare il percorso urbano della roggia Stura
deve perseguire i seguenti obiettivi e mettere in atto una serie di misure fra le quali:
•
•
•
•
•
•
organizzare autonomamente un quadro conoscitivo del reticolo idrico minore
presente sul suo territorio, comprensivo di informazioni tecnico-operative e
cartografiche, della ubicazione topografica della rete e dei rapporti con le aree
edificate ed urbanizzate;
inserire il reticolo idraulico minore negli elaborati tecnici che fanno parte integrante del Piano Regolatore Generale Comunale;
fissare le fasce di rispetto per determinare le attività soggette ad autorizzazione e quelle vietate;
operare sul reticolo idraulico minore in una logica di sistema in rapporto con le
reti tecnologiche (fognature ed altro) al servizio delle aree urbanizzate e localizzate nel sottosuolo stradale e urbano;
definire un modello di gestione degli interventi di pianificazione e di manutenzione dei nuovi interventi diretti ed indiretti sulle opere idrauliche minori presenti per sviluppare azioni di difesa dai rischi idraulici ed idrogeologici e di rivalorizzazione del territorio;
attivare sistemi di prevenzione sulle aree, individuare le situazioni anomale o a
rischio per limitare i danni idraulici ed intervenire nelle situazioni di emergenza
legati alla protezione civile.
Questi obiettivi costituiscono la base di un’azione comunale per:
•
attuare una corretta gestione del territorio, nel rispetto degli indirizzi di pianificazione svolgendo interventi ed azioni tali da assicurare un reticolo efficiente
per qualità di deflusso e per tempestività di ripristino in caso di dissesti o dis7
•
•
servizi. Questi interventi dovranno essere svolti in sintonia con gli indirizzi di
pianificazione regionale e provinciale;
ridurre il rischio idrogeologico del territorio ed il suo utilizzo nel rispetto del
suo stato, della sua tendenza evolutiva e delle sue potenzialità d’uso;
risanare e riqualificare dal punto di vista idraulico le aree fluviali ed i canali irrigui riducendo il rischio idrogeologico e puntando ad utilizzare in modo razionale le risorse idriche superficiali.
Il lavoro di individuazione deve essere perseguito attraverso un’analisi sul territorio delle
diverse opere che sono in rapporto con il reticolo idrico minore.
La fase di individuazione deve essere svolta in modo minuzioso seguendo sul terreno lo
sviluppo lineare delle rogge e segnalando in cartografia le diverse opere presenti.
I dati elencati vanno completati con gli attraversamenti dei sistemi a rete dei sottoservizi
(gas, luce, acqua, telefonia, ecc ) per conseguire l’obiettivo del censimento dei sottosistemi e del governo del sottosuolo urbano.
Questa azione ricognitiva è fondamentale sia per l’attività di prevenzione sul rischio idraulico e idrogeologico che per quanto riguarda la polizia idraulica.
L’Amministrazione Comunale deve promuovere un'azione di programmazione orientata a:
• conoscere lo stato e l'uso del reticolo e delle infrastrutture idrauliche in rapporto al territorio e all'urbanizzazione;
• istituire le fasce di rispetto adeguate al tipo di reticolo presente;
• definire un'azione di gestione e di manutenzione della rete idraulica minore
non di competenza dell’ A.I.O.S;
• stabilire un'azione di polizia idraulica e le correlate modalità di controllo;
• predisporre le convenzioni per le attività autorizzate.
A supporto dell'azione di programmazione, l’Amministrazione Comunale verifica le strutture
idrauliche e le attività presenti sul territorio nelle fasce di rispetto, sulla base della:
• conformazione morfologica, idraulica e paesistica;
• posizione urbanistica e territoriale;
• importanza storico- sociale delle opere contermini;
• intensità dei rischi idraulici e degradi territoriali presenti;
• impatti generali sul territorio.
L’ Amministrazione Comunale deve individuare fasce di rispetto in quanto zone da assoggettare a speciali vincoli e prescrizioni in rapporto alle specifiche condizioni idrogeologiche,
ai fini della conservazione del suolo, della tutela dell’ambiente e della prevenzione contro
presumibili effetti dannosi di interventi antropici.
Le fasce di
•
•
•
rispetto devono essere individuate tenendo conto:
delle aree soggette ad esondazioni;
delle aree interessabili da fenomeni erosivi e di divagazione dell’alveo;
della necessità di consentire l’accessibilità al corso d’acqua per la sua manutenzione, fruizione e riqualificazione ambientale.
Le distanze di rispetto dal corso d’acqua sono definite attraverso il calcolo della distanza
dal piede arginale esterno o, in assenza di argini in rilevato, dalla sommità della sponda incisa.
8
L ’Amministrazione Comunale deve far rispettare una fascia di rispetto sulla Roggia Stura
in base alle modalità descritte nel seguito (e che devono intendersi per entrambe le sponde).
Le aree da assoggettare a vincolo di prossimità possono essere suddivise in:
Fascia F1 = AREA DI TUTELA (4 metri), dal ciglio di sponda intesa quale scarpata morfologica stabile.o dal piede esterno dell’argine; questa area non può essere interessata da
nuove edificazioni o movimenti di terra.
Fascia F2 = AREA DI COLLEGAMENTO (2 metri), rappresenta un margine di sicurezza
tra la fascia e le opere antropiche e costituisce una zona per la movimentazione dei mezzi
d’opera occorrenti per la manutenzione e di pronto intervento sull’alveo dei corsi d’acqua.
All’interno del centro storico devono essere vietate le nuove edificazioni e i movimenti di
terra in una fascia non inferiore a 4 m dal ciglio di sponda (fascia F1 “area di tutela”), intesa quale scarpata morfologica stabile, o dal piede esterno dell’argine per consentire
l’accessibilità al corso d’acqua.
All’interno del centro abitato, ad esclusione del centro storico, dovrà essere rispettata una
fascia non inferiore a 4 m (fascia F1 “area di tutela”) più 2 metri (fascia F2 “area di collegamento”), al fine di consentire la movimentazione dei mezzi d’opera occorrenti per la
manutenzione e il pronto intervento sull’alveo dei corsi d’acqua.
All’esterno del centro abitato la fascia di rispetto dovrà essere di 10 metri
L’Amministrazione Comunale in caso di interventi urbanistici che interesseranno le rogge
tombinate, dovrà valutare in via prioritaria la possibilità di un ripristino a giorno della roggia, fissando le fasce di rispetto, per ambo i lati in almeno 4 metri.
Il mantenimento della tombinatura dovrà essere valutato attraverso uno specifico studio
idraulico ed idrogeologico che verifichi il comportamento idraulico dell’opera, le motivazioni
igienico-sanitarie, la effettiva integrazione idraulica, strutturale e funzionale con i tratti a
monte ed a valle del tracciato del corso d’acqua.
L’Amministrazione Comunale attraverso l’ Ufficio Tecnico dovrà verificare la validità di queste scelte sulle fasce e le modalità di adozione in accordo con gli uffici regionali.
Le difformità presenti sul reticolo idrico minore che riguardano vecchi tratti tombinati o che
non rispettano le distanze sulle fasce o le nuove disposizioni previste dalle delibere e dalle
disposizioni comunali vanno regolarizzate. Tale attività di regolarizzazione va svolta dai
consorzi di bonifica e irrigazione per i canali di loro competenza, e dal Comune per i tracciati di sua competenza.
Le attività consentite all’interno delle fasce e soggette a semplice nulla osta, sono quelle
che utilizzano la zona di argine pubblico per la viabilità pubblica o privata.
È indispensabile però verificare che non siano introdotte alterazioni al regime dell’alveo
(art.59 RD 523/1904).
Le attività soggette a specifico permesso o autorizzazione sono quelle previste negli art. 97
e 98 del RD 523/1904 ovvero qualsiasi tipo di intervento edificatorio che possa influire sia
direttamente che indirettamente sul corso della Roggia Stura. La proposta di attuazione di
questa tipologia di intervento deve essere supportata da una specifica relazione idrogeologica, idraulica e sanitario-ambientale.
9
Le attività vietate sono tutte quelle previste nell’art. 96 RD 523/1904; in particolare deve
essere vietata la tombinatura e la copertura del corso d’acqua, ai sensi dell’art. 41 del
D.Lgs. 152/99, salvo che non sia imposta da ragioni di tutela della pubblica incolumità.
5. Conclusioni
Dal complesso degli studi effettuati negli anni testé trascorsi sulla dinamica delle esondazioni della roggia Stura emergono alcune considerazioni che possono essere così sintetizzate:
-
le esondazioni della roggia Stura appaiono concomitanti alle piene del Po per due
motivi fondamentali:
a. poiché i due bacini sono contigui essi sono soggetti agli stessi eventi idrologici estremi che generano piene;
b. in caso di esondazione delle acque dal Po, la roggia Stura diviene il colatore
naturale entro cui si incanalano le acque fuoruscite dagli argini del Po (come
nel corso dell’ultimo evento nell’ottobre 2000);
-
a monte dell’abitato di Trino è stato realizzato nel 1986 uno scolmatore (di cui è
previsto un cospicuo potenziamento) la cui efficacia è stata per anni limitata
dall’assenza di una regolazione automatica e tempestiva delle paratie che impedissero alle acque di piena di defluire verso il centro abitato;
-
il controllo delle piene di Po assume in ogni caso un’importanza strategica anche
per il controllo delle piene della roggia Stura;
-
la regolazione dei deflussi da parte dell’ente gestore del reticolo idrico minore per
uso irriguo (A.I.O.S) è fondamentale per evitare il ripetersi delle esondazioni della
roggia Stura nell’abitato di Trino;
-
la difesa idraulica dell’abitato può essere conseguita attraverso due distinte misure:
a. il controllo e la regolazione automatica delle paratoie di piena poste nel nodo
idraulico dello scolmatore a monte dell’abitato;
b. la regolazione dei deflussi delle portate erogate nel reticolo idrico a monte
del territorio di Trino a cura dell’A.I.O.S per l’ irrigazione delle colture deve
sempre essere tale da non provocare mai esondazioni delle acque della roggia Stura a valle dello scolmatore;
-
il tracciato della roggia Stura all’interno del centro storico costituisce una connotato
urbano costante nei secoli, traccia idrica con la quale la popolazione ha convissuto
per moltissime generazioni pur in presenza di eventi talora dannosi ed a volte catastrofici;
10
-
la presenza della roggia Stura costituisce in ogni modo un elemento che sarebbe
molto pericoloso marginalizzare con attività di urbanizzazione intensiva che negherebbero e costringerebbero il percorso idraulico entro vincoli fisicamente ed idraulicamente inaccettabili per il corretto deflusso delle acque;
-
d’altro canto l’adozione di misure indiscriminate di vincolo burocratico generalizzato
comprometterebbe l’adeguamento delle antiche edificazioni agli standard d’uso attuali con conseguente abbandono e degrado delle zone finitime alla roggia stessa.
11
Geol. Secondo Accotto
P1
Via Ivrea 128
10016 Montalto Dora (TO)
Riferimento: trinocimiteri
PROVA PENETROMETRICA DINAMICA
ELABORAZIONE STATISTICA
- indagine :
- cantiere :
- località :
- note :
trino cimiteri
cimitero montarolo
- data :
- quota inizio :
- prof. falda :
- pagina :
n° Profondità (m) PARAMETRO
1
0.00
5.00
n° 4
ELABORAZIONE STATISTICA
N
Rpd
M
min
Max
½(M+min)
s
13.0
112.3
9
75
18
158
11.0
93.4
2.9
26.8
M-s
15/09/2006
p.c.
Falda non rilevata
1
VCA
β
Nspt
13
112
1.49
19
M+s
10.2 15.9
85.5 139.2
M: valore medio
min: valore minimo
Max: valore massimo
s: scarto quadratico medio
N: numero Colpi Punta prova penetrometrica dinamica (avanzamento δ = 20 cm )
Rpd: resistenza dinamica alla punta (kg/cm²)
Nspt: numero colpi prova SPT (avanzamento δ = 20 cm )
β: Coefficiente correlazione con prova SPT (valore teorico βt = 1.49)
Nspt - PARAMETRI GEOTECNICI
n° Prof.(m)
1
0.00
LITOLOGIA
5.00
Nspt: numero di colpi prova SPT (avanzamento
Nspt
19
NATURA COESIVA
DR
ø'
E'
Ysat
Yd
Cu
Ysat
W
48.5
32.7
338
1.98
1.58
1.19
2.01
26
e
0.687
δ = 30 cm )
DR % = densità relativa ø' (°) = angolo di attrito efficace
e (-) = indice dei vuoti Cu (kg/cm²) = coesione non drenata
Software by: Dr.D.MERLIN - 0425/840820
NATURA GRANULARE
E' (kg/cm²) = modulo di deformazione drenato W% = contenuto d'acqua
Ysat, Yd (t/m³) = peso di volume saturo e secco (rispettivamente) del terreno
Geol. Secondo Accotto
P2
Via Ivrea 128
10016 Montalto Dora (TO)
Riferimento: trinocimiteri
PROVA PENETROMETRICA DINAMICA
ELABORAZIONE STATISTICA
- indagine :
- cantiere :
- località :
- note :
trino cimiteri
cimitero robella
n° 3
- data :
- quota inizio :
- prof. falda :
- pagina :
n° Profondità (m) PARAMETRO
ELABORAZIONE STATISTICA
M
min
Max
1
0.00
1.20
N
Rpd
15.7
155.0
13
137
21
203
½(M+min)
14.3
145.8
2.8
24.0
s
2
1.20
5.00
N
Rpd
8.6
71.2
6
44
12
98
7.3
57.4
1.8
16.9
M-s
VCA
β
Nspt
16
158
1.49
24
9
75
1.49
13
M+s
12.9 18.5
131.0 178.9
6.9
54.3
15/09/2006
p.c.
Falda non rilevata
1
10.4
88.0
M: valore medio
min: valore minimo
Max: valore massimo
s: scarto quadratico medio
N: numero Colpi Punta prova penetrometrica dinamica (avanzamento δ = 20 cm )
Rpd: resistenza dinamica alla punta (kg/cm²)
Nspt: numero colpi prova SPT (avanzamento δ = 20 cm )
β: Coefficiente correlazione con prova SPT (valore teorico βt = 1.49)
Nspt - PARAMETRI GEOTECNICI
n° Prof.(m)
1
2
0.00
1.20
LITOLOGIA
1.20
5.00
Nspt: numero di colpi prova SPT (avanzamento
Nspt
24
13
NATURA COESIVA
DR
ø'
E'
Ysat
Yd
Cu
Ysat
W
56.0
39.5
34.2
30.9
376
292
2.01
1.95
1.63
1.53
1.50
0.81
2.07
1.93
22
30
e
0.591
0.818
δ = 30 cm )
DR % = densità relativa ø' (°) = angolo di attrito efficace
e (-) = indice dei vuoti Cu (kg/cm²) = coesione non drenata
Software by: Dr.D.MERLIN - 0425/840820
NATURA GRANULARE
E' (kg/cm²) = modulo di deformazione drenato W% = contenuto d'acqua
Ysat, Yd (t/m³) = peso di volume saturo e secco (rispettivamente) del terreno
Geol. Secondo Accotto
P3
Via Ivrea 128
10016 Montalto Dora (TO)
Riferimento: trinocimiteri
PROVA PENETROMETRICA DINAMICA
ELABORAZIONE STATISTICA
- indagine :
- cantiere :
- località :
- note :
trino cimiteri
cimitero lucedio
n° 5
- data :
- quota inizio :
- prof. falda :
- pagina :
n° Profondità (m) PARAMETRO
ELABORAZIONE STATISTICA
M-s
15/09/2006
p.c.
Falda non rilevata
1
VCA
β
Nspt
10
100
1.49
15
M
min
Max
½(M+min)
s
1
0.00
1.40
N
Rpd
10.1
100.5
6
58
14
135
8.1
79.2
2.5
26.0
M+s
2
1.40
4.00
N
Rpd
3.2
26.6
2
17
4
36
2.6
21.6
0.6
5.7
2.6
20.9
3.7
32.3
3
25
1.49
4
3
4.00
5.00
N
Rpd
7.6
56.7
7
51
9
70
7.3
53.7
-------
-------
-------
8
60
1.49
12
7.6 12.7
74.5 126.5
M: valore medio
min: valore minimo
Max: valore massimo
s: scarto quadratico medio
N: numero Colpi Punta prova penetrometrica dinamica (avanzamento δ = 20 cm )
Rpd: resistenza dinamica alla punta (kg/cm²)
Nspt: numero colpi prova SPT (avanzamento δ = 20 cm )
β: Coefficiente correlazione con prova SPT (valore teorico βt = 1.49)
Nspt - PARAMETRI GEOTECNICI
n° Prof.(m)
1
2
3
0.00
1.40
4.00
LITOLOGIA
1.40
4.00
5.00
Nspt: numero di colpi prova SPT (avanzamento
Nspt
15
4
12
NATURA COESIVA
DR
ø'
E'
Ysat
Yd
Cu
Ysat
W
42.5
15.0
38.0
31.5
27.6
30.6
307
222
284
1.96
1.87
1.94
1.54
1.39
1.52
0.94
0.25
0.75
1.96
1.80
1.92
29
42
31
e
0.773
1.125
0.842
δ = 30 cm )
DR % = densità relativa ø' (°) = angolo di attrito efficace
e (-) = indice dei vuoti Cu (kg/cm²) = coesione non drenata
Software by: Dr.D.MERLIN - 0425/840820
NATURA GRANULARE
E' (kg/cm²) = modulo di deformazione drenato W% = contenuto d'acqua
Ysat, Yd (t/m³) = peso di volume saturo e secco (rispettivamente) del terreno
Geol. Secondo Accotto
P4
Via Ivrea 128
10016 Montalto Dora (TO)
Riferimento: trinocimiteri
PROVA PENETROMETRICA DINAMICA
ELABORAZIONE STATISTICA
- indagine :
- cantiere :
- località :
- note :
trino cimiteri
cimitero comunale
n° 2
- data :
- quota inizio :
- prof. falda :
- pagina :
n° Profondità (m) PARAMETRO
VCA
β
Nspt
9
89
1.49
13
-------
2
18
1.49
3
6.7 20.0
56.0 162.4
13
107
1.49
19
2
14
1.49
3
ELABORAZIONE STATISTICA
M
min
Max
½(M+min)
s
1
0.00
1.20
N
Rpd
9.0
88.8
5
48
14
135
7.0
68.5
3.8
36.3
2
1.20
1.80
N
Rpd
2.0
18.3
2
18
2
19
2.0
18.1
-------
3
1.80
4.20
N
Rpd
13.3
109.2
4
31
23
178
8.7
70.1
6.7
53.2
4
4.20
5.00
N
Rpd
1.8
12.9
1
7
3
22
1.4
10.1
-------
15/09/2006
p.c.
2.00 m da quota inizio
1
M-s
M+s
5.2 12.8
52.5 125.1
-------
-------
-------
M: valore medio
min: valore minimo
Max: valore massimo
s: scarto quadratico medio
N: numero Colpi Punta prova penetrometrica dinamica (avanzamento δ = 20 cm )
Rpd: resistenza dinamica alla punta (kg/cm²)
Nspt: numero colpi prova SPT (avanzamento δ = 20 cm )
β: Coefficiente correlazione con prova SPT (valore teorico βt = 1.49)
Nspt - PARAMETRI GEOTECNICI
n° Prof.(m)
1
2
3
4
0.00
1.20
1.80
4.20
LITOLOGIA
1.20
1.80
4.20
5.00
Nspt: numero di colpi prova SPT (avanzamento
Nspt
13
3
19
3
NATURA COESIVA
DR
ø'
E'
Ysat
Yd
Cu
Ysat
W
39.5
11.3
48.5
11.3
30.9
27.2
32.7
27.2
292
214
338
214
1.95
1.86
1.98
1.86
1.53
1.38
1.58
1.38
0.81
0.19
1.19
0.19
1.93
1.78
2.01
1.78
30
44
26
44
e
0.818
1.194
0.687
1.194
δ = 30 cm )
DR % = densità relativa ø' (°) = angolo di attrito efficace
e (-) = indice dei vuoti Cu (kg/cm²) = coesione non drenata
Software by: Dr.D.MERLIN - 0425/840820
NATURA GRANULARE
E' (kg/cm²) = modulo di deformazione drenato W% = contenuto d'acqua
Ysat, Yd (t/m³) = peso di volume saturo e secco (rispettivamente) del terreno
Geol. Secondo Accotto
P5
Via Ivrea 128
10016 Montalto Dora (TO)
Riferimento: 07-06
PROVA PENETROMETRICA DINAMICA
ELABORAZIONE STATISTICA
- indagine :
- cantiere :
- località :
- note :
Biblioteca
Istituto Alberghiero
Trino - Via vittime di Bologna
n° Profondità (m) PARAMETRO
n° 1
- data :
- quota inizio :
- prof. falda :
- pagina :
ELABORAZIONE STATISTICA
min
Max
½(M+min)
s
1
0,00
2,40
N
Rpd
M
2,5
24,3
1
9
7
74
1,8
16,6
1,8
19,3
2
2,40
5,40
N
Rpd
9,9
76,9
3
23
15
124
6,4
50,1
3
5,40
6,60
N
Rpd
16,5
112,0
12
78
26
178
4
6,60
8,20
N
Rpd
9,4
58,8
7
43
13
80
08/03/2006
p.c.
2,20 m da quota inizio
1
VCA
β
Nspt
M-s
M+s
---5,0
4,3
43,6
2
19
1,49
3
3,1
26,3
6,8 13,0
50,7 103,2
10
78
1,49
15
14,3
94,8
5,1
35,6
11,4 21,6
76,4 147,6
16
109
1,49
24
8,2
50,8
2,1
12,2
7,3
46,7
9
56
1,49
13
11,4
71,0
M: valore medio
min: valore minimo
Max: valore massimo
s: scarto quadratico medio
N: numero Colpi Punta prova penetrometrica dinamica (avanzamento δ = 20 cm )
Rpd: resistenza dinamica alla punta (kg/cm²)
Nspt: numero colpi prova SPT (avanzamento δ = 20 cm )
β: Coefficiente correlazione con prova SPT (valore teorico βt = 1,49)
Nspt - PARAMETRI GEOTECNICI
n° Prof.(m)
1
2
3
4
0.00
2.40
5.40
6.60
LITOLOGIA
2.40
5.40
6.60
8.20
Nspt: numero di colpi prova SPT (avanzamento
Nspt
3
15
24
13
NATURA COESIVA
DR
ø'
E'
Ysat
Yd
Cu
Ysat
W
11.3
42.5
56.0
39.5
27.2
31.5
34.2
30.9
214
307
376
292
1.86
1.96
2.01
1.95
1.38
1.54
1.63
1.53
0.19
0.94
1.50
0.81
1.78
1.96
2.07
1.93
44
29
22
30
e
1.194
0.773
0.591
0.818
δ = 30 cm )
DR % = densità relativa ø' (°) = angolo di attrito efficace
e (-) = indice dei vuoti Cu (kg/cm²) = coesione non drenata
Software by: Dr.D.MERLIN - 0425/840820
NATURA GRANULARE
E' (kg/cm²) = modulo di deformazione drenato W% = contenuto d'acqua
Ysat, Yd (t/m³) = peso di volume saturo e secco (rispettivamente) del terreno
Geol. Secondo Accotto
P6
Via Ivrea 128
10016 Montalto Dora (TO)
Riferimento: 07-06
PROVA PENETROMETRICA DINAMICA
ELABORAZIONE STATISTICA
- indagine :
- cantiere :
- località :
- note :
Scuola Materna
- data :
- quota inizio :
- prof. falda :
- pagina :
Trino - Via vittime di Bologna
n° Profondità (m) PARAMETRO
n° 2
ELABORAZIONE STATISTICA
08/03/2006
p.c.
1,20 m da quota inizio
1
VCA
β
Nspt
M
min
Max
½(M+min)
s
M-s
M+s
1
0,00
1,20
N
Rpd
5,5
53,6
1
11
11
106
3,3
32,1
3,8
35,9
1,7
17,7
9,3
89,5
6
59
1,49
9
2
1,20
3,80
N
Rpd
5,7
48,4
2
17
10
77
3,8
32,5
2,6
21,0
3,1
27,4
8,3
69,3
6
51
1,49
9
3
3,80
6,20
N
Rpd
16,6
121,4
8
55
26
201
12,3
88,0
5,1
42,4
11,4 21,7
79,0 163,8
17
124
1,49
25
M: valore medio
min: valore minimo
Max: valore massimo
s: scarto quadratico medio
N: numero Colpi Punta prova penetrometrica dinamica (avanzamento δ = 20 cm )
Rpd: resistenza dinamica alla punta (kg/cm²)
Nspt: numero colpi prova SPT (avanzamento δ = 20 cm )
β: Coefficiente correlazione con prova SPT (valore teorico βt = 1,49)
Nspt - PARAMETRI GEOTECNICI
n° Prof.(m)
1
2
3
0.00
1.20
3.80
LITOLOGIA
1.20
3.80
6.20
Nspt: numero di colpi prova SPT (avanzamento
Nspt
9
9
25
NATURA COESIVA
DR
ø'
E'
Ysat
Yd
Cu
Ysat
W
31.7
31.7
57.5
29.6
29.6
34.5
261
261
384
1.92
1.92
2.02
1.48
1.48
1.64
0.56
0.56
1.56
1.89
1.89
2.08
34
34
21
e
0.918
0.918
0.574
δ = 30 cm )
DR % = densità relativa ø' (°) = angolo di attrito efficace
e (-) = indice dei vuoti Cu (kg/cm²) = coesione non drenata
Software by: Dr.D.MERLIN - 0425/840820
NATURA GRANULARE
E' (kg/cm²) = modulo di deformazione drenato W% = contenuto d'acqua
Ysat, Yd (t/m³) = peso di volume saturo e secco (rispettivamente) del terreno
Geol. Secondo Accotto
P7
Via Ivrea 128
10016 Montalto Dora (TO)
Riferimento: 07-06
PROVA PENETROMETRICA DINAMICA
ELABORAZIONE STATISTICA
- indagine :
- cantiere :
- località :
- note :
Scuola Materna
- data :
- quota inizio :
- prof. falda :
- pagina :
Trino - Via vittime di Bologna
n° Profondità (m) PARAMETRO
n° 3
ELABORAZIONE STATISTICA
08/03/2006
p.c.
1,20 m da quota inizio
1
VCA
β
Nspt
M
min
Max
½(M+min)
s
M-s
M+s
1
0,00
2,40
N
Rpd
2,8
25,8
1
11
4
36
1,9
18,2
---7,6
1,9
18,2
3,6
33,5
3
28
1,49
4
2
2,40
3,80
N
Rpd
6,9
55,9
4
33
12
99
5,4
44,5
2,5
21,4
4,3
34,4
9,4
77,3
7
57
1,49
10
3
3,80
6,40
N
Rpd
18,4
133,2
11
75
25
181
14,7
104,2
4,2
33,8
14,2 22,6
99,4 167,1
18
130
1,49
27
4
6,40
7,20
N
Rpd
6,8
43,6
3
19
9
58
4,9
31,5
-------
7
45
1,49
10
-------
-------
M: valore medio
min: valore minimo
Max: valore massimo
s: scarto quadratico medio
N: numero Colpi Punta prova penetrometrica dinamica (avanzamento δ = 20 cm )
Rpd: resistenza dinamica alla punta (kg/cm²)
Nspt: numero colpi prova SPT (avanzamento δ = 20 cm )
β: Coefficiente correlazione con prova SPT (valore teorico βt = 1,49)
Nspt - PARAMETRI GEOTECNICI
n° Prof.(m)
1
2
3
4
0.00
2.40
3.80
6.40
LITOLOGIA
2.40
3.80
6.40
7.20
Nspt: numero di colpi prova SPT (avanzamento
Nspt
4
10
27
10
NATURA COESIVA
DR
ø'
E'
Ysat
Yd
Cu
Ysat
W
15.0
35.0
60.5
35.0
27.6
30.0
35.1
30.0
222
268
399
268
1.87
1.93
2.03
1.93
1.39
1.50
1.66
1.50
0.25
0.63
1.69
0.63
1.80
1.90
2.10
1.90
42
33
20
33
e
1.125
0.892
0.539
0.892
δ = 30 cm )
DR % = densità relativa ø' (°) = angolo di attrito efficace
e (-) = indice dei vuoti Cu (kg/cm²) = coesione non drenata
Software by: Dr.D.MERLIN - 0425/840820
NATURA GRANULARE
E' (kg/cm²) = modulo di deformazione drenato W% = contenuto d'acqua
Ysat, Yd (t/m³) = peso di volume saturo e secco (rispettivamente) del terreno
Geol. Secondo Accotto
P8
Via Ivrea 128
10016 Montalto Dora (TO)
Riferimento: 07-06
PROVA PENETROMETRICA DINAMICA
ELABORAZIONE STATISTICA
- indagine :
- cantiere :
- località :
- note :
Scuola Materna
- data :
- quota inizio :
- prof. falda :
- pagina :
Trino - Via vittime di Bologna
n° Profondità (m) PARAMETRO
n° 4
ELABORAZIONE STATISTICA
M
08/03/2006
p.c.
1,20 m da quota inizio
1
VCA
β
Nspt
min
Max
½(M+min)
s
M-s
M+s
1
0,00
2,40
N
Rpd
2,1
19,5
1
9
4
36
1,5
14,2
1,1
9,4
1,0
10,1
3,2
28,8
2
19
1,49
3
2
2,40
3,80
N
Rpd
7,3
59,3
6
46
10
83
6,6
52,9
1,6
13,9
5,7
45,4
8,9
73,3
7
57
1,49
10
3
3,80
5,40
N
Rpd
3,8
27,9
2
15
5
39
2,9
21,2
1,0
7,9
2,7
20,0
4,8
35,8
4
29
1,49
6
4
5,40
6,00
N
Rpd
16,3
111,6
13
89
22
150
14,7
100,2
-------
-------
-------
16
110
1,49
24
5
6,00
7,00
N
Rpd
4,4
29,2
3
19
6
41
3,7
24,3
-------
-------
-------
4
27
1,49
6
6
7,00
8,20
N
Rpd
11,7
72,6
9
55
15
92
10,3
63,9
2,7
16,2
9,0
56,4
14,3
88,9
12
75
1,49
18
M: valore medio
min: valore minimo
Max: valore massimo
s: scarto quadratico medio
N: numero Colpi Punta prova penetrometrica dinamica (avanzamento δ = 20 cm )
Rpd: resistenza dinamica alla punta (kg/cm²)
Nspt: numero colpi prova SPT (avanzamento δ = 20 cm )
β: Coefficiente correlazione con prova SPT (valore teorico βt = 1,49)
Nspt - PARAMETRI GEOTECNICI
n° Prof.(m)
1
2
3
4
5
6
0.00
2.40
3.80
5.40
6.00
7.00
LITOLOGIA
2.40
3.80
5.40
6.00
7.00
8.20
Nspt: numero di colpi prova SPT (avanzamento
Nspt
3
10
6
24
6
18
NATURA COESIVA
DR
ø'
E'
Ysat
Yd
Cu
Ysat
W
11.3
35.0
21.7
56.0
21.7
47.0
27.2
30.0
28.4
34.2
28.4
32.4
214
268
238
376
238
330
1.86
1.93
1.89
2.01
1.89
1.98
1.38
1.50
1.43
1.63
1.43
1.57
0.19
0.63
0.38
1.50
0.38
1.13
1.78
1.90
1.85
2.07
1.85
2.00
44
33
37
22
37
26
e
1.194
0.892
1.000
0.591
1.000
0.708
δ = 30 cm )
DR % = densità relativa ø' (°) = angolo di attrito efficace
e (-) = indice dei vuoti Cu (kg/cm²) = coesione non drenata
Software by: Dr.D.MERLIN - 0425/840820
NATURA GRANULARE
E' (kg/cm²) = modulo di deformazione drenato W% = contenuto d'acqua
Ysat, Yd (t/m³) = peso di volume saturo e secco (rispettivamente) del terreno
Geol. Secondo Accotto
P9
Via Ivrea 128
10016 Montalto Dora (TO)
Riferimento: trinocimiteri
PROVA PENETROMETRICA DINAMICA
ELABORAZIONE STATISTICA
- indagine :
- cantiere :
- località :
- note :
trino cimiteri
cimitero israelitico
n° 1
- data :
- quota inizio :
- prof. falda :
- pagina :
n° Profondità (m) PARAMETRO
ELABORAZIONE STATISTICA
15/09/2006
p.c.
2.40 m da quota inizio
1
VCA
β
Nspt
M
min
Max
½(M+min)
s
M-s
M+s
1
0.00
0.80
N
Rpd
6.8
67.9
6
58
8
77
6.4
62.9
-------
-------
-------
7
70
1.49
10
2
0.80
1.60
N
Rpd
2.3
21.3
1
10
3
29
1.6
15.5
-------
-------
-------
2
19
1.49
3
3
1.60
5.00
N
Rpd
5.9
48.2
2
18
14
125
3.9
33.0
2.8
25.8
3.1
22.4
8.7
74.0
6
49
1.49
9
M: valore medio
min: valore minimo
Max: valore massimo
s: scarto quadratico medio
N: numero Colpi Punta prova penetrometrica dinamica (avanzamento δ = 20 cm )
Rpd: resistenza dinamica alla punta (kg/cm²)
Nspt: numero colpi prova SPT (avanzamento δ = 20 cm )
β: Coefficiente correlazione con prova SPT (valore teorico βt = 1.49)
Nspt - PARAMETRI GEOTECNICI
n° Prof.(m)
1
2
3
0.00
0.80
1.60
LITOLOGIA
0.80
1.60
5.00
Nspt: numero di colpi prova SPT (avanzamento
Nspt
10
3
9
NATURA COESIVA
DR
ø'
E'
Ysat
Yd
Cu
Ysat
W
35.0
11.3
31.7
30.0
27.2
29.6
268
214
261
1.93
1.86
1.92
1.50
1.38
1.48
0.63
0.19
0.56
1.90
1.78
1.89
33
44
34
e
0.892
1.194
0.918
δ = 30 cm )
DR % = densità relativa ø' (°) = angolo di attrito efficace
e (-) = indice dei vuoti Cu (kg/cm²) = coesione non drenata
Software by: Dr.D.MERLIN - 0425/840820
NATURA GRANULARE
E' (kg/cm²) = modulo di deformazione drenato W% = contenuto d'acqua
Ysat, Yd (t/m³) = peso di volume saturo e secco (rispettivamente) del terreno
P10
P11
P12
P13
P14
P15
P16
P17
P18
P19
P20
S1
S2
S3
comune
provincia
Trino
VC
DOMAAR001
sinistra
3430
3
5
00-000009
DOMAAR002
sinistra
790
1
1,5
00-000009
DOMAAR003
sinistra
775
1
1,5
00-000009
LDO
DOMAAG005
ATTRAVERSAMENTO
DOMAAG006
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
DOMAAG007
2
50
comune
provincia
Trino
VC
1,5
3
00-000005
1,2
2
6,4
0,8
00-000005
00-000005
DOMAAG010
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
1,4
4,9
1
00-000005
DOMAAG012
ATTRAVERSAMENTO
1,5
4,5
1
00-000005
DOMAAG013
ATTRAVERSAMENTO
2
4
1
00-000005
DOMAAG014
8,8
9
DOMAAG017
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
DOMAAG018
ATTRAVERSAMENTO
DOMAAG008
DOMAAG009
DOMAAG015
DOMAAG016
5
1,2
00-000005
1,5
00-000005
2,2
00-000005
0,8
00-000005
3
90
2
00-000005
2
42
1,8
00-000005
6
12
3,1
00-000005
DOMAAG054
DOMAAG055
DOMAAG056
DOMAAG057
DOMAAG058
DOMAAG059
DOMAAG060
DOMAAG061
DOMAAG062
DOMAAG063
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
DOMAAG064
DOMAAG066
DOMAAG067
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
1
comune
provincia
Trino
VC
7,2
0,8
00-000005
5
0,7
00-000005
4,5
0,6
0,6
8
1,5
3,5
6,5
00-000005
0,4
0,5
0,75
00-000005
00-000005
7,7
0,6
00-000005
7
0,3
00-000005
6,8
1,3
4,55
6,6
00-000005
0,5
00-000005
1,2
6,2
0,6
0,72
00-000005
4,5
4,6
0,9
4,05
00-000005
8,2
5,5
4,2
0,8
1,5
8,25
00-000005
00-000005
comune
provincia
Trino
VC
DOMAAG020
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
1,6
1,1
1,2
DOMAAG021
ATTRAVERSAMENTO
1,2
8,8
1,4
DOMAAG022
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
DOMAAG019
DOMAAG023
7,3
1
00-000005
pompa di Lucedio
1,92
00-000005
pompa di Lucedio
1,68
00-000005
pompa di Lucedio
00-000005
pompa di Lucedio
9,8
0,8
1,8
9,3
1,5
2,7
00-000005
sifone?
DOMAAG024
ATTRAVERSAMENTO
2
10,3
1,5
3
00-000005
DOMAAG025
ATTRAVERSAMENTO
2,1
1,9
3,8
7,98
00-000005
DOMAAG026
ATTRAVERSAMENTO
15
00-000005
sifone'
DOMAAG027
ATTRAVERSAMENTO
1,4
5,4
1
1,4
00-000005
DOMAAG028
ATTRAVERSAMENTO
3,5
13
2,2
7,7
00-000005
DOMAAG029
ATTRAVERSAMENTO
5,8
3,5
2,1
12,18
00-000005
DOMAAG030
ATTRAVERSAMENTO
5,2
6,9
1,9
9,88
00-000005
comune
provincia
Trino
VC
DOMAAG031
ATTRAVERSAMENTO
1,6
4
1,5
2,4
00-000005
DOMAAG032
ATTRAVERSAMENTO
2,1
6
1,2
2,52
00-000005
DOMAAG033
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
DOMAAG034
5,5
2,4
4,9
0,6
0,7
1,68
00-000005
00-000005
DOMAAG037
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
2,7
3,8
0,9
2,43
00-000005
DOMAAG038
ATTRAVERSAMENTO
1,8
4
0,8
1,44
00-000005
DOMAAG039
ATTRAVERSAMENTO
1,35
3,8
0,7
0,945
00-000005
DOMAAG040
0,6
00-000005
DOMAAG041
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
1,9
6,5
1,1
2,09
00-000005
DOMAAG042
ATTRAVERSAMENTO
4,5
9,9
1,9
8,55
00-000005
Darola
DOMAAG043
ATTRAVERSAMENTO
2,7
7,9
2,6
7,02
00-000005
Darola
DOMAAG035
DOMAAG036
26
0,7
00-000005
6,2
0,7
00-000005
5,5
comune
provincia
Trino
VC
DOMAAG044
ATTRAVERSAMENTO
3,7
17,4
1,5
5,55
00-000005
DOMAAG046
ATTRAVERSAMENTO
2
15,5
0,7
1,4
00-000005
DOMAAG047
ATTRAVERSAMENTO
3,1
15,5
1,5
4,65
00-000005
DOMAAG048
ATTRAVERSAMENTO
0,9
5,2
0,5
0,45
00-000005
DOMAAG049
ATTRAVERSAMENTO
2,5
5,5
1,2
3
00-000005
DOMAAG050
ATTRAVERSAMENTO
4
4
1
4
00-000005
DOMAAG051
ATTRAVERSAMENTO
3
6,7
1,6
4,8
00-000005
DOMAAG052
ATTRAVERSAMENTO
1,5
7,4
0,9
1,35
00-000005
DOMAAG053
0,6
00-000005
DOMAAG001
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
7,1
6,5
2
00-000005
DOMAAG002
ATTRAVERSAMENTO
8,4
5,3
0,6
00-000005
DOMAAG003
ATTRAVERSAMENTO
9,8
2,05
1,55
15,19
00-000005
DOMAAG004
ATTRAVERSAMENTO
2
24,5
1,25
2,5
00-000005
8
Castelmerlino
comune
provincia
Trino
VC
DOMAAG068
ATTRAVERSAMENTO
5,5
1,2
1,2
6,6
00-000005
DOMAAG069
ATTRAVERSAMENTO
5,5
4
0,85
4,675
00-000005
DOMAAG070
ATTRAVERSAMENTO
5,9
12,2
1,2
7,08
00-000005
DOMAAG071
ATTRAVERSAMENTO
5,5
5,9
1,2
6,6
00-000005
DOMAAG072
ATTRAVERSAMENTO
5,5
12,2
1,5
8,25
00-000005
DOMAAG073
ATTRAVERSAMENTO
5,8
1,2
1,6
9,28
00-000005
DOMAAG074
ATTRAVERSAMENTO
5,8
0,95
1,6
9,28
00-000005
DOMAAG075
ATTRAVERSAMENTO
4
0,75
1,3
5,2
00-000005
DOMAAG076
ATTRAVERSAMENTO
4,7
10
1,3
6,11
00-000005
DOMAAG077
ATTRAVERSAMENTO
5,7
16,3
0,6
3,42
00-000005
Via Sabotino
DOMAAG078
ATTRAVERSAMENTO
5,4
5,9
1,1
5,94
00-000005
Via Don Pollo
DOMAAG079
ATTRAVERSAMENTO
5,8
8,1
0,8
4,64
00-000005
DOMAAG080
ATTRAVERSAMENTO
5
4,4
1,2
6
00-000005
DOMAAG081
ATTRAVERSAMENTO
DOMAAG082
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
DOMAAG083
DOMAAG084
DOMAAG085
5,5
14,5
comune
provincia
Trino
VC
1,1
6,05
00-000005
6,7
1
00-000005
4,6
0,6
00-000005
3,9
0,6
00-000005
8,6
00-000005
sifone
DOMAAG087
ATTRAVERSAMENTO
tubazione
ATTRAVERSAMENTO
0,9
5,2
0,5
0,45
00-000005
DOMAAG088
ATTRAVERSAMENTO
0,8
3,7
0,5
0,4
00-000005
DOMAAG089
ATTRAVERSAMENTO
2,1
3,7
1
2,1
00-000005
DOMAAG090
ATTRAVERSAMENTO
0,15
4
0,1
0,015
00-000005
DOMAAG091
ATTRAVERSAMENTO
1,4
3,8
1
1,4
00-000005
DOMAAG086
putrelle
5
0,8
00-000005
DOMACA001
a sezione
aperta
5
1900
2
comune
provincia
Trino
VC
10
xx
00-000009
comune
provincia
Trino
VC
DOMAPO001
stradale
travata
1
16
10
13
2,1
3
3
00-000005
ss 455
DOMAPO002
stradale
travata
1
25
23
6
2,4
3
3
00-000005
ss 455
DOMAPO003
stradale
travata
1
25
12
23
2,4
3,2
3,2
00-000005
ss 455
DOMAPO004
stradale
travata
1
25
23
6
2,4
3
3
00-000005
ss 455
DOMAPO005
stradale
travata
1
8,5
8,1
4
2
2,2
2,2
00-000005
C.na Malpensata
DOMAPO006
stradale
travata
1
7,5
7
10
1,5
1,8
5
00-000005
Via S. Michele
DOMAPO007
stradale
travata
1
8,7
6
12
2,4
2,4
2,4
00-000005
DOMAPO008
pedonale
travata
1
7,3
7
1
1,6
1,6
1,6
00-000005
comune
provincia
Trino
VC
DOMASO001
Soglia
5
1,5
1
00-000005
DOMASO002
Soglia
5
7
0,6
00-000005
DOMASO003
Traversa
3,1
0,4
0,5
00-000005
DOMASCI001
6,5
0,4
comune
provincia
Trino
VC
5
lunedì 13 novembre 2006
00-000005
Castelmerino