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Ed. Fisica
Gli attrezzi
nella
ginnastica
ritmica
Español
Ed. Tecnica
Le materie
prime
Storia
Il colonialismo,
l’imperialismo e
la
decolonizzazione
Situaciòn
comunicativa
Geografia
L’Oceania
Ed. Artistica
English
Piet Mondrian,
l’Astrattismo e
i colori primari
Le materie
prime
The USA
Italiano
Lo
sfruttamento
minorile
Ed. Musicale
Le note musicali
Scienze
Il cibo
Cittadinanza
I diritti dei
lavoratori
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Scienze: Il cibo
Ed. Musicale: Le note musicali
Ed. Artistica: Piet Mondrian, l’Astrattismo e i colori primari
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Ed. Fisica: Gli attrezzi nella ginnastica ritmica
Ed. Tecnica: Le materie prime
Storia: Il Colonialismo, l’Imperialismo e la decolonizzazione
Geografia: L’Oceania
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English: The USA
Italiano: Lo sfruttamento minorile
Cittadinanza e costituzione: I diritti dei lavoratori
Español: Situaciòn comunicativa
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La storia del genere umano è una storia di evoluzione, migrazione e cambiamenti
della società. A ogni cambiamento di stile di vita si è sempre associato un
cambiamento di dieta, ma non sempre un popolo più evoluto si è alimentato in
modo migliore.
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L’uomo delle caverne si cibava solo di ciò che la natura donava; una dieta ricca di
fibre e fortemente legata alla stagionalità, quindi. Con la nascita dell’agricoltura
e dell’allevamento l’uomo è diventato sedentario e ha creato le prime comunità,
ma la sua dieta è peggiorata vistosamente perché si cibava quasi esclusivamente
di ciò che coltivava e allevava, con gravi conseguenze nutrizionali. Nell’Antico
Egitto, per esempio, i più ricchi potevano permettersi un’alimentazione varia, a
differenza dei poveri. Nella civiltà greca, l’allevamento e la caccia erano reputate
delle attività “rozze” e questo ostacolava l’integrazione della carne nella dieta.
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Gli unici che non avevano il problema della carne erano i soldati per i quali
assumerla significava apparire forti e possenti. Ma forse l’alimentazione ebbe il suo
momento di migliore equilibrio nell’alto Medioevo quando le tradizioni del popolo
romano si mescolarono con quelle dei popoli barbarici provenienti dal nord. Le
cattive abitudini alimentari di oggi, invece, sono dovute alla nascita delle prime
industrie alimentari e dei coloranti, durante la seconda rivoluzione industriale. Oggi
proprio queste sostanze, che spesso sono dei semplici additivi chimici,
compromettono la qualità dei cibi e, addirittura, possono causare danni al nostro
organismo se assunte in quantità eccessive.
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Negli ultimi anni si fa un gran parlare proprio dei coloranti alimentari: troppo
spesso, infatti, ai cibi vengono aggiunte queste sostanze, prive di valore nutritivo,
utilizzate solo per impartire particolari caratteristiche cromatiche o esaltare la
colorazione originaria conferendo così un aspetto invitante e più appetibile al
cibo. L’impiego dei coloranti alimentari, pertanto, mira essenzialmente ad
incrementare l’interesse e il gradimento dei consumatori nei confronti dei
prodotti a cui vengono aggiunti. Non a caso, il consumatore medio percepisce la
qualità di un alimento anche e soprattutto dal suo aspetto; così, l’aranciata è
buona solo se arancione, il succo di menta se verde ecc. Dato che l’impiego di
coloranti alimentari può far apparire di buona qualità un prodotto di per sé
scadente, esistono alcuni alimenti per cui tale pratica è proibita, e altri per cui è
possibile soltanto con le dovute limitazioni.
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Giusto per citare qualche esempio, non è possibile addizionare coloranti alimentari a
latte, yogurt , uova, acque minerali … Al contrario, le categorie nelle quali si fa il
maggior utilizzo di coloranti alimentari sono quelle delle bevande analcoliche, dei
dolciumi e dei prodotti da forno, degli integratori alimentari, delle salse e dei cibi
preconfezionati. I coloranti alimentari possono essere molto dannosi per la salute
dell’uomo. Essi causano orticaria dovuta a reazioni allergiche verso additivi alimentari
e attacchi di asma, nei soggetti predisposti, dovuti alla presenza di coloranti con basi
chimiche simili a quelle usate nell’industria tessile. Nei bambini, poi, possono indurre
sintomi particolari, come intensa iperattività e dunque anche danni al sistema nervoso.
Ma, purtroppo, non sono solo questi i problemi connessi con l’alimentazione: molti
riguardano i disturbi comportamentali, oggi in preoccupante crescita soprattutto tra i
più giovani.
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I disturbi del comportamento alimentare colpiscono molte adolescenti. Più
rari sono invece i casi di ossessioni alimentari tra i maschi. L'età di insorgenza
sta diventando sempre più precoce mentre la sensibilità al problema sta
aumentando.
Anoressia, bulimia ed obesità sono parole ormai entrate nel linguaggio
comune. Questi disturbi alimentari sono accomunati dal pensiero ossessivo
del cibo, dalla paura morbosa di essere sovrappeso abbinata ad una
percezione deformata del proprio corpo e a una bassa autostima.
Essi sono infatti legati alla valutazione sbagliata che la persona fa di se stessa
e quando si è fortemente condizionati dall'ideale di magrezza, dal peso e dal
controllo della propria forma corporea. In pratica, si sente di valere o non
valere come essere umano in relazione all'ago della bilancia che influenza
notevolmente il rapporto con il cibo. I disturbi alimentari sono oggi un fattore
diffuso che si manifesta con disagi e sofferenze interiori di una generazione
resa fragile da una società che tende sempre più a discriminare tra corpi di
serie A, B e C.
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Una ragazza anoressica, per quanto possa essere magra, non riesce a convivere
con un corpo che le sembra sempre eccessivamente grasso. Il problema del
peso diventa talmente importante da farle saltare i pasti spingendola ad
abusare di medicinali come lassativi e diuretici mentre persegue un ideale di
magrezza irraggiungibile.
L'anoressia di solito inizia con una dieta e cela un profondo disagio che la
persona tenta di mettere a tacere attraverso un controllo ossessivo delle
calorie e del peso.
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L'anoressia attacca duramente il corpo nelle sue funzioni vitali fino a causare
gravissime conseguenze come insufficienza renale, alterazioni cardiovascolari,
perdita dei denti e dei capelli. Se tale condizione persiste a lungo può diventare
veramente grave fino a condurre alla morte. Le indagini statistiche ci dicono
che nei Paesi industrializzati come l’Italia su 100 ragazze tra i 12 e i 25 anni di
età, 8-10 soffrono di disturbi del comportamento alimentare di cui 1-2 nelle
forme più gravi. Nel 90% dei casi si tratta di donne. L’anoressia oggi colpisce
anche i bambini a partire dagli otto anni di età. Essendo dati recenti non si è
ancora certi, ma si registra un forte aumento delle richieste di aiuto proprio in
questa fascia e in alcuni casi persino dopo i 55-60 anni.
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Questo disturbo alimentare si caratterizza per un'esasperata assunzione di cibo
(bulimia = fame da bue). A tali abbuffate si susseguono disperati tentativi di
sbarazzarsi degli alimenti ingeriti, solitamente tramite vomito autoindotto o
attraverso l'uso massiccio di lassativi o diuretici.
Dopo questi attacchi di fame incontrollata insorgono profondi sensi di colpa che
fanno sprofondare il soggetto nella depressione.
Si tratta purtroppo di una vera e propria dipendenza paragonabile a quella che
lega un tossicodipendente alla droga con conseguenze altrettanto devastanti sulla
vita, sulla psiche e sulla salute di chi ne soffre. Le statistiche riportano, tra le
giovani, una presenza di casi di bulimia doppi rispetto ai casi di anoressia, ma
queste cifre sono influenzate dal fatto che per le persone affette da questo
particolare problema è più facile chiedere aiuto.
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L’obesit{ è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso
corporeo, che determina gravi danni alla salute. E’ causata, nella maggior parte dei
casi, da stili di vita scorretti: da una parte, un’alimentazione scorretta, ipercalorica e
dall’altra un ridotto dispendio energetico a causa di inattività fisica. L’obesit{ è quindi
una condizione ampiamente prevenibile.
Essa rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale sia
perché la sua incidenza sta aumentando, non solo nei Paesi occidentali, ma anche in
quelli a basso-medio reddito, sia perché è un importante fattore di rischio per varie
malattie come diabete e tumori.
Si stima che il 44% dei casi di diabete di tipo 2, il 23% dei casi di cardiopatia
ischemica e fino al 41% di alcuni tumori sono attribuibili all’obesit{/sovrappeso. In
totale, sovrappeso e obesità rappresentano il quinto più importante fattore di rischio
per mortalità globale e i decessi attribuibili all’obesit{ sono almeno 2,8 milioni
all’anno nel mondo.
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Per evitare questi problemi e altri non
ancora molto diffusi è importante seguire
una giusta alimentazione sana ed
equilibrata come, ad esempio, la dieta
mediterranea, che è ispirata ai modelli
nutrizionali di tre Paesi europei e di uno
africano (Italia, Grecia, Spagna e Marocco).
Essa prevede un elevato consumo di pane,
frutta, verdura, erbe aromatiche, cereali,
olio di oliva, pesce e vino (in quantità
moderate). Inoltre, nonostante i popoli che
vivono nelle nazioni del Mediterraneo
assumano quantità relativamente elevate
di grassi, sono quelli che poi sono meno
affetti da malattie cardiovascolari e di altro
genere in virtù dei benefici dati dall’elevato
uso di olio di oliva.
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Ben diverso è invece il gravissimo problema causato dall’incremento di disturbi di
tipo anoressico o bulimico. In questi casi il corpo si ammala come conseguenza di
una vera e propria malattia psichica, frutto di profondo disagio, che va riconosciuta e
curata al più presto, prima di arrivare a un punto di non ritorno. La famiglia, la
scuola, gli affetti sono determinanti nella vita di un adolescente e ciascuno deve
poter fare la sua parte per aiutare e sostenere i ragazzi in un momento di così grande
fragilità.
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Legato ai disturbi di anoressia e obesità pochi mesi fa è stato trasmesso su Rai1 un
telefilm intitolato “Braccialetti Rossi” che racconta una bellissima storia di amicizia
tra sei ragazzi costretti a trascorrere le loro giornate nello stesso ospedale a causa di
malattie. Con il passare del tempo imparano a conoscersi meglio fondando un
gruppo, appunto, quello dei braccialetti rossi. Tra questi sei ragazzi c’è Cris che soffre
proprio di anoressia, dovuta anche alla difficile situazione familiare e al suo bisogno
di sentirsi accettata. Costretta a condividere la sua stanza con una nuova arrivata
affetta da obesità, dopo un primo periodo di rifiuto dell’amicizia, Cris si rende conto
che da quella ragazza avrebbe potuto trarre un aiuto fondamentale per la sua
guarigione. Tutto ciò unito alla sua forza di volontà e alla grande amicizia nata con gli
altri ragazzi, che riescono finalmente a strapparle un sorriso, riesce a superare il suo
problema e tutti e sei trovano la forza per continuare a vivere anche quando si
avrebbe solo voglia di piangere e di arrendersi.
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La musica è un insieme di suoni prodotti dalla vibrazione di un corpo elastico. Oggi la
musica è una costante della nostra vita; è l’insieme dei suoni che ci accompagnano
nei momenti brutti, nei momenti belli, nelle feste e nelle notti e ha il potere di
caricarci, renderci felici o tristi, farci riemergere sensazioni ed emozioni o donarci un
istante magico …
Per chi la studia e per chi la suona, la musica è qualcosa di naturale, un bisogno
primario umano che eleva i significati a qualcosa di superiore alla realtà. La musica è
in tutto: è nel canto degli uccelli, nei fruscii primaverili, nel calmo ondeggiare del
mare, nelle parole della persona che ami. Tutto ciò che udiamo può diventare
musica, di sicuro i suoni e a volte anche i rumori.
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Guido Monaco, conosciuto anche come Guido d'Arezzo, è
stato un monaco e musicologo italiano.
Nacque intorno al 991, forse ad Arezzo. Morì intorno al
1050.
E’ noto anche come l'ideatore della moderna notazione
musicale, infatti curò l'insegnamento della musica e notò
la difficoltà che i monaci avevano ad apprendere e
ricordare i canti della tradizione Gregoriana. Così adottò
un metodo nuovo, che lo rese presto famoso.
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Ad Arezzo scrisse il suo famoso trattato: il Micrologus. È a lui, infatti, che dobbiamo il
nome delle note tuttora in uso, ad eccezione del Do che nel Seicento ha sostituito
l'originario Ut (tra l'altro ancora presente nel francese). A Guido si deve l'invenzione
di un sistema mnemonico (manoguidoniana) per aiutare l'esatta intonazione dei
gradi della scala. Per aiutare i cantori, Guido aveva usato le sillabe iniziali dei versi
dell'inno a San Giovanni Battista e le aveva adottate per comporre la scala musicale.
Egli espose tali innovazioni scrivendo anche dei testi a supporto. Tale sistema è alla
base della teoria della solmisazione (la prima forma di solfeggio). Sua, infatti, è
l'invenzione delle rispettive posizioni delle note sulle righe e negli spazi. Il rigo
musicale usato da Guido aveva solo quattro righe ed era perciò detto tetragramma.
Dopo la visita al Papa gli venne affidato il compito come priore presso il monastero
di Fonte Avellana (fra le Marche e l’Umbria) tra il 1035 e il 1040. Guido portò a
compimento il suo Codice Musicale che, ancora oggi, è conservato nella vastissima
biblioteca dell'importante monastero appenninico.
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Ma come mai la musica e i suoni toccano noi umani così particolarmente rispetto al
resto che la vita ci offre?
Forse perché la musica è una costante in ogni momento della nostra vita? Forse
perché il nostro cervello utilizzando una sola sfera sensoriale libera la sua
immaginazione ai livelli più estremi? Forse perché una bella musica è un idea creata
dall’autore con l’aiuto di qualcosa di superiore?
Per noi giovani il concetto di musica è un po’ cambiato rispetto ad altri tempi: essa
non è più un’arte, ma un metodo per evadere dal nostro standard di vita. Infatti oggi
cerchiamo nella musica un mondo impossibile e irrealizzabile per sottrarci dai dolori,
dalle sofferenze, dai problemi, dalle difficoltà e dalle fatiche di ogni giorno.
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E’ ormai risaputo che noi adolescenti preferiamo scegliere la via più breve e più
semplice; così ci rifugiamo nel mondo della musica che ci offre un riparo immaginario
e intoccabile; ma non vogliamo viverla fino in fondo: ci piace sapere che è sempre
disposta ad accoglierci, lei, come il mondo che tutti desidereremmo soprattutto
quando siamo oppressi dai problemi della società contemporanea.
Tramite la musica concetti ed emozioni rimangono impressi nel nostro cervello, come
fossero una foto e con la musica li riviviamo. Dopotutto è risaputo che l’uomo non
comunica solo a parole, ma anche attraverso emozioni, in vari modi, usando ad
esempio il linguaggio del corpo, che le esterna. Il limite del linguaggio verbale è
quello di poterle descrivere, ma non sempre trasmetterle.
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Piet Mondrian può essere considerato come uno
dei protagonisti di una stagione molto importante
per l’arte moderna: l’inizio del XX secolo che vide
il sorgere di avanguardie storiche quali il
Costruttivismo, il Dadaismo, il Cubismo, tutte
tendenze “non figurative”. Esse divennero i
presupposti fondamentali per la nascita di una
nuova corrente artistica, l’Astrattismo, di cui
Mondrian, insieme con Kandinsky, fu l’esponente
più importante.
L’astrattismo di Mondrian si fonda su un doppio
principio quello della dimensione della figura
geometrica ortogonale e dell’uso esclusivo dei
colori primari, giallo, rosso, blu, bianco e nero. Il
primo principio implica una serie di linee
orizzontali e verticali, escludendo la diagonale.
Solo in questo modo, secondo il pittore, è
possibile rappresentare l’assoluta precisione della
realtà, il necessario, l’essere.
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Piet Mondrian nasce nel 1872 nel villaggio
olandese di Amersfoort. Figlio di un rigido
calvinista che spinge i figli a trovare un impiego,
Piet sceglie di diventare maestro di disegno.
A diciassette anni si diploma, ma la passione per il
disegno e la pittura è tanta che decide di studiare
per l’esame di professore, aiutato dal padre e
dallo zio. Studia per mesi prospettiva, anatomia,
storia dell’arte, fiori e piante, senza mai fermarsi.
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Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Amsterdam dal 1892 al 1895. Sono anni duri e,
per guadagnarsi qualche soldo per vivere, da lezioni di disegno a ricche signore,
disegna batteri per i testi di medicina e riproduce copie di quadri famosi. Appena
può va in campagna per prendere ispirazione per le sue opere. Trascorre ore a
contemplare il paesaggio e gli animali. Per esprimere la bellezza della natura smette
ad un certo punto di cercarne i colori naturali e la sua pittura cambia.
Conosce la pittura divisionista (basata sulla separazione dei colori in punti o linee
colorati) e nel 1911 si trasferisce a Parigi, affascinato dal Cubismo, cui riconoscerà il
merito di aver “rotto la forma limitata” e liberato il ritmo prigioniero.
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Mondrian rimane a Parigi per altri due anni; poi, a causa di una malattia del padre e
dell’ormai imminente scoppio del conflitto mondiale, ritorna in patria, dove
continua il suo processo di semplificazione iniziato in Francia e dove collaborò con
Theo Van Doesburg.
Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo trattiene in Olanda fino al 1919, poi
ritorna in Francia. In Olanda, le sue ricerche in campo pittorico lo avevano
indirizzato verso l’Astrattismo; simbolo di questo momento artistico era l’albero che
rappresentava il legame tra reale (la terra) e spirituale (lo spazio verso cui tendono i
rami).
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Durante il 1920, Mondrian comincia ad “utilizzare” rigorosamente griglie di righe
nere che definiscono piani di colore puro, alla ricerca di un equilibrio asimmetricoastratto. Poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Mondrian lascia
Parigi e si reca in Gran Bretagna e, successivamente nel 1940, si trasferisce a New
York.
Lì, dove vive gli anni più felici e sereni della sua vita, sostituisce la riga nera con fasce
composte da piccoli rettangoli di colore blu, rosso e giallo, dando un ritmo dinamico
alle sue opere.
Il primo febbraio 1944 Mondrian muore di polmonite.
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Con la serie delle Losanghe, Mondrian sembra suggerire una sorta di
compromesso: dipinge solo linee ortogonali, ruotando però la composizione.
Così facendo, si viene a creare all’interno della “griglia” una forma geometrica
fino a quel momento sconosciuta nelle opere di Mondrian: il triangolo.
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A partire dal '20-'21, i quadri di Mondrian raggiungono una certa maturità, anche se
non quella definitiva. Spesse linee nere, ora, separano i quadrati, che sono più
grandi e meno numerosi e che sono lasciati in maggior parte bianchi rispetto ai
primi esempi.
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La “Rosa bianca in un bicchiere” è stata realizzata nel 1921. Il fiore cerca nel liquido
del bicchiere risorse per non sfiorire troppo presto. Dipinto crudele, rarefatto nel
mutismo emozionale.
Karoline Knabberchen che questo fiore vide all'Aia nel 1984, lasciò scritto nel suo
Diario che, mentre la rosa accetta la decadenza, mai la donna, che nella rosa si
riconosce, farà lo stesso. Eppure il liquido è lo stesso per la rosa e per l'io della
donna: lacrime!
(Claudio Di Scalzo)
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La ginnastica ritmica si sviluppò nel XIX secolo dagli stili ginnici tedesco e svedese. Il
primo campionato del mondo ebbe luogo nel 1963 a Budapest, Ungheria,
limitatamente alle prove individuali; le prove di squadra vennero aggiunte nel 1967 in
occasione del campionato di Copenaghen in Danimarca.
La ginnastica ritmica entrò nel programma dei Giochi Olimpici estivi nel 1984
(Olimpiadi di Los Angeles). Anche in questo caso si trattò inizialmente solo di prove
individuali; la gara di squadra venne inserita solo nel 1996 (Olimpiadi di Atlanta,
USA).
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La ginnastica ritmica è una disciplina della ginnastica e uno sport olimpico
femminile, di squadra e individuale, nella quale le atlete eseguono il loro esercizio
con un accompagnamento musicale, parte integrante dell’ esecuzione stessa. Sono
ammesse solo musiche strumentali o nelle quali la voce non ha un ruolo solista o non
è pronunciato un testo e, per un solo esercizio, è ammessa una musica cantata. Nelle
gare a livello non agonistico l'esercizio individuale può essere svolto senza musica,
mentre negli esercizi collettivi la musica diventa obbligatoria anche nelle gare di
livello inferiore a quello agonistico. Le ginnaste individuali devono sostenere quattro
rotazioni (ossia eseguire quattro esercizi) con cerchio, palla, clavette, nastro e fune.
Per le squadre invece gli esercizi sono due, più lunghi, fino a 2.30 minuti; nella prima
delle due prove le ginnaste hanno tutte lo stesso attrezzo, mentre nella seconda
vengono usati due tipi di attrezzi. Come per le individualiste, anche per le squadre le
rotazioni degli attrezzi sono stabilite dalla FIG (Federazione Internazionale
Ginnastica).
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La competizione avviene per valutazione: una giuria assegna un punteggio a
ciascuna esecuzione e viene quindi stilata la classifica finale. Il punteggio massimo
equivale a 20,000 (Codice dei Punteggi 2013-2016). Viene considerata penalizzante
anche l'errata successione delle difficoltà, cioè la loro esecuzione in un ordine diverso
da quello dichiarato o se la stessa difficoltà viene ripetuta due volte.
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Gli attrezzi utilizzati sono cinque: nastro, clavette, cerchio,
palla, fune.
Di raso o materiale simile, ha un peso di 35 grammi
minimo. Largo da 4 a 6 cm è invece lungo 6 m, con
l’estremit{ piegata e foderata ( 1 mm massimo) fissata alla
bacchetta di 50-60 cm e composta di fibra di vetro o
materiale sintetico (forma cilindrica o conica e diametro di
1 cm.). E’ fissata al nastro con un anello mobile o una parte
articolata (lunghezza 7 cm. massimo.)
Di legno, di plastica o di gomma (solo ultimamente sono
state approvate) hanno la forma di bottiglia (corpo, collo e
testa).
Devono avere un peso minimo di 150 grammi e una
lunghezza variabile tra 40 e 50 cm. Il colore è a scelta.
Di legno o di plastica, ha un peso minimo di 300 grammi e
un diametro interno da 80 a 90 cm.
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Può essere di caucciù o di plastica morbida antistatica
con un peso minimo di 400 grammi.
Il diametro varia da 18 a 20 centimetri, il colore può
essere a scelta.
Può essere di canapa o materiale sintetico, senza
impugnature (ciascuna delle due estremità può essere
però annodata). La lunghezza dipende dall’altezza
della ginnasta (i piedi appoggiati sulla corda tesa, al
centro, tenuta con le mani e le braccia flesse: le
estremità devono arrivare sotto le ascelle). La fune ha
un diametro uniforme o rinforzato al centro. Il colore
è a scelta.
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Nelle competizioni minori, in genere organizzate da enti di promozione sportiva, e
nelle competizioni FGI (Federazione Ginnastica d’Italia) categoria allieve (fino ai 12
anni), è prevista la competizione a corpo libero, cioè senza attrezzi, per mettere in
risalto l'acquisizione corretta delle difficoltà. Un esercizio a corpo libero è tuttavia
previsto anche in ciascuna gara del campionato federale di serie A, affidato a
ginnaste di categoria Allieve o Juniores.
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Attualmente, la ginnastica ritmica è uno sport esclusivamente femminile, esiste
tuttavia un movimento per la creazione ufficiale di una ginnastica ritmica maschile,
che è già popolare in Giappone e si sta affermando in Spagna, dove è stata decisa
l'organizzazione del primo campionato maschile riconosciuto dalla federazione
locale.
Non essendo ancora riconosciuta dalla Federazione Internazionale di Ginnastica,
utilizza lo stesso codice e le stesse regole della ginnastica ritmica femminile.
A differenza della ginnastica artistica, nella quale i programmi maschile e femminile
sono nettamente differenziati, la ritmica maschile ha caratteristiche simili a quelle
della femminile; tuttavia essa si trova ancora in una fase di evoluzione.
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Sono considerate materie prime tutti quei materiali che sono alla base della
fabbricazione e produzione di altri beni tramite lavorazioni e processi industriali che
permettono di ottenere il prodotto finale. La materia seconda deriva dal materiale
recuperato dopo il suo precedente utilizzo ed essendo riutilizzabile permette di
risparmiare materia prima.
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Nel settore della ristorazione, in particolare in cucina, le materie prime svolgono
una parte fondamentale per il buon risultato del prodotto finale. Se usiamo materie
prime di qualità, il piatto che andremo a fare risulterà sicuramente più buono
rispetto ad un piatto fatto nello stesso modo, ma con materie prime "scadenti".
Materie prime in cucina sono principalmente i cereali, la frutta, la verdura, la carne e
il pesce.
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Dal punto di vista economico le materie prime sono un input del processo
produttivo. Il petrolio grezzo, per esempio, viene estratto allo stato naturale e
successivamente viene processato in diverse fasi di lavorazione fino ad ottenere il
prodotto finale, ad esempio la benzina.
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Attualmente esistono diversi mercati spesso specializzati in uno o più gruppi di
materie prime. Tali mercati sono spesso collocati in prossimità di grandi zone di
produzione o di raccolta. Sempre meno, però, le materie prime sono portate sui
mercati ed anche gli operatori economici interessati sono sempre meno fisicamente
presenti sulle piazze di contrattazione. Le trattative, i contratti, le vendite e gli
acquisti sono ormai fatti principalmente attraverso mezzi telefonici, telegrafici o
informatici. I prezzi sono rilevati e presentati con elevata precisione e rapidità e
diffusi attraverso diversi canali specializzati.
La qualità e la classificazione delle materie prime non si basano più su verifiche
dirette e personali degli acquirenti, ma sono basate su classificazioni
convenzionalmente accettate e condivise su standard internazionali ormai
consolidati. In tal modo è tutto più veloce, sicuro e i prezzi più rispondenti
all'effettivo andamento del mercato. Non per questo non sono possibili
speculazioni, tentativi di condizionamento dei prezzi e del mercato. Per impedire
che ciò si traduca in turbative dei mercati e in perdita di fiducia degli operatori, si
prevedono dei comitati di sorveglianza che cercano di prevenire, impedire e
correggere i possibili abusi.
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Australia, Brasile, Canada, Russia e Sudafrica. Sono questi i 5 paesi nei quali si
concentra fra il 25 e il 90% delle materie prime fondamentali come platino, nichel,
rame, ferro, uranio, oro, petrolio e risorse agricole. Le cinque potenze
rappresentano il 29% delle terre emerse e riforniscono ormai tutto il mondo con le
materie prime presenti sul proprio territorio e nel proprio sottosuolo.
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Tra Settecento e Ottocento vi furono numerose esplorazioni dell’interno del
continente africano, per sete di conoscenza scientifica e spirito di avventura, ma
soprattutto per scoprire risorse fino ad allora sconosciute. Così lo scozzese James
Bruce compì un viaggio in Etiopia (1770), l’inglese Clapperton raggiunse il Ciad
(1823) ecc.
Più tardi però le esplorazioni geografiche iniziarono a non avere più più carattere
prevalentemente scientifico, ma furono volte ad aprire la strada alla conquista e allo
sfruttamento del territorio.
Dopo il 1880, infatti, tutti i Paesi europei piantarono le loro bandiere tra l’Africa,
l’Asia e l’Oceania, dando vita ad un nuovo colonialismo dove interveniva lo stato a
conquistare militarmente la colonia e, successivamente, gli industriali e i
commercianti sfruttavano le materie prime della colonia e vi vendevano i loro
prodotti.
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Le cause fondamentali dello sviluppo coloniale europeo nel XX secolo furono tre:
a) Lo spirito imperialista. Gli stati europei, infatti, animati da un forte spirito di
conquista, non potendo allargare i propri territori nel vecchio continente si
espansero in Africa e in Asia.
b) Lo sviluppo economico europeo. Le industrie, infatti, avevano bisogno di
materie prime (carbone, petrolio, cotone, ecc.) che sia nel continente asiatico
che in quello africano erano molto abbondanti. Inoltre le industrie man mano
sfornavano sempre più prodotti che non riuscivano ad essere assorbiti dai
mercati interni o per eccessiva povertà o per crisi di sovrapproduzione. Le
colonie quindi servivano anche per vendere i prodotti.
c) Il forte aumento della popolazione. La popolazione europea dopo la metà del
‘800 era aumentata moltissimo. Era quindi sempre più difficile per coloro che
costituivano la manodopera trovare possibilità di lavoro e materie prime
sufficienti, tanto che molti emigrarono nelle colonie per avviare lì una nuova
attività.
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Nella maggior parte dei casi il Colonialismo fu esasperato
ed aggressivo perché dominato solo dalla sete di
ricchezza e di potere dei coloni. Si verificò infatti una
spartizione del mondo, spesso con conflitti armati, tra i
grandi e potenti stati europei.
Alcune nazioni, su tutte l’Inghilterra, imposero agli
abitanti delle loro colonie (gli indigeni) anche la propria
cultura e il proprio modo di vita.
La conquista del continente asiatico fu possibile grazie
alla costruzione del canale di Suez che permise alle navi
europee di accorciare le rotte evitando la circumnavigazione dell’Africa.
Così il Mediterraneo che aveva perso la sua importanza commerciale, in questi anni si
ripopolò di navi e riconquistò la sua antica posizione di centro del commercio
mondiale.
Fu allora che i grandi esploratori cominciarono a penetrare nelle regioni interne
dell’Africa con gli eserciti coloniali che prendevano possesso, in nome dei rispettivi
stati, di alcune terre del continente africano.
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I francesi, insediandosi in Africa, conquistarono l’Algeria, estendendo i propri
territori nella parte occidentale ed equatoriale del continente. L’Inghilterra che
aveva tolto l’Egitto alla Turchia per il controllo del canale di Suez, entrò in possesso
di un sistema coloniale che dal Cairo arrivava fino a Città del Capo togliendo alle
popolazioni locali le terre ricche di giacimenti minerari.
Alla spartizione dell’Africa fecero parte anche il Belgio (Congo), l’Italia (Eritrea e
Somalia), la Germania (Africa sud-occidentale) e l’Olanda (Indonesia).
In Asia l’espansionismo coloniale europeo si imbatté in imperi come quello cinese e
giapponese, che si erano rigidamente chiusi nel loro isolamento, rispetto
all’Occidente europeo.
L’Inghilterra fu la prima a forzare il blocco dei porti cinesi. In seguito anche Russia,
U.S.A. e Germania cominciarono a conquistare territori e mercati orientali.
-46-
Lo sviluppo industriale ed economico, le migliori comunicazioni, le nuove forme di
organizzazioni commerciali dei paesi Paesi colonizzatori avevano portato allo
sfruttamento delle risorse delle colonie.
Questo fatto a volte suscitò vari conflitti tra la mentalità e la cultura occidentale e
quelle delle popolazioni locali. Ciò avvenne soprattutto in Africa dove le tradizioni
tribali erano più forti e radicate, e dove la cultura individualistica europea provocava
maggiori e più acute fratture.
L’espansionismo coloniale ebbe notevoli ripercussioni anche sul sistema politico
europeo poiché il rapporto di forze fra le varie nazioni venne lacerato
completamente.
Il colonialismo toccò inoltre un altro importante continente: L’Oceania
Lo sviluppo industriale ed economico, le migliori comunicazioni, le nuove forme di
organizzazioni commerciali dei paesi Paesi colonizzatori avevano portato allo
sfruttamento delle risorse delle colonie.
-47-
Una seconda fase del colonialismo è quella iniziata nel 19° secolo, di cui furono
protagoniste soprattutto Gran Bretagna e Francia, seguite da Belgio, Germania e
Italia. La trasformazione fu, in primo luogo, di carattere amministrativo: la direzione
politica delle colonie venne sottratta alle compagnie private e passò direttamente al
governo.
Nella seconda metà dell'Ottocento, con il sostegno dei grandi gruppi economici
nazionali, molti Stati europei cercarono prestigio e nuovi e più ampi sbocchi per
merci e capitali: la soluzione consistette nell'espansione coloniale. Iniziò quindi una
febbrile corsa agli armamenti, a cui si accompagnò naturalmente, una politica
estera più aggressiva. Per descrivere questo clima complessivo si parlò di
imperialismo
Solo dopo la Seconda guerra mondiale prese avvio il cosiddetto processo di
decolonizzazione: finì così la lunga storia del colonialismo, con la liberazione dei
paesi sottomessi al controllo delle potenze europee e la conseguente nascita di molti
nuovi Stati nazionali. Non scomparvero tuttavia ingerenze di vario genere
(soprattutto di carattere economico) da parte dei paesi ex coloniali nei confronti di
quelli del Terzo e Quarto Mondo. Queste nuove forme di condizionamento vanno
sotto il nome di neocolonialismo.
-48-
L’Oceania è il continente più lontano dall’Europa e comprende l’Australia con la
Tasmania, la Nuova Zelanda, la Nuova Guinea ed un grandissimo numero di isole ed
arcipelaghi minori sparsi nell’Oceano Pacifico e raggruppati convenzionalmente in
Melanesia, Micronesia e Polinesia.
-49-
Gli aspetti salienti dell’Oceania sono rappresentati dall’insularit{, benché l’86%
della sua area emersa sia costituita dall’Australia e dai contrasti geologici e
morfologici dei territori che la compongono.
Dalle vaste ed antiche superfici tabulari dell’Australia si passa alle forme aspre della
Nuova Guinea e della Nuova Zelanda.
Grande importanza presenta la distribuzione delle terre emerse rispetto
all’Oceano. I contrasti termici maggiori si hanno infatti nelle regioni dell’interno
australiano, caratterizzate da un clima continentale con forti escursioni termiche
durante l’anno e scarse precipitazioni. La maggior parte delle isole è invece
caratterizzata da un clima uniforme con temperature mitigate dai venti e da
abbondanti precipitazioni. La Nuova Zelanda e le coste dell’ Australia sud orientale
hanno invece un clima temperato.
-51-
In Oceania sono presenti diversi tipi di flora, dalle foreste tropicali, alle savane
erborate caratterizzate da eucalipti e pini alle aree steppiche a cespugli.
Le foreste ricoprono buona parte della Nuova Zelanda.
L’Oceania, che fa parte dal punto di vista zoo-geografico della regione Australiana,
presenta una fauna assai simile a quella dell’Australia.
L’Oceania è la parte del mondo meno popolata con una densità di 3ab/Km2. La
popolazione tuttavia è distribuita in maniera irregolare, passando da oltre
100ab/Km2 in certe isole e sulle coste dell’Australia a vaste aree spopolate
dell’interno del continente Australiano e della Nuova Zelanda.
La popolazione è formata da elementi assai eterogenei; in maggioranza è
costituita da bianchi in continuo aumento dovuto alla forte immigrazione diretta
principalmente verso l’Australia e la Nuova Zelanda mentre gli indigeni sono in
numero maggiore nelle isole.
-52-
Le città e gli agglomerati urbani più popolosi si trovano in Australia; si tratta di
centri spesso del tutto simili alle metropoli occidentali, come nel caso di Sydney e
Melbourne, le più importanti città australiane. Vi sono città medie e medio-grandi
anche in Nuova Zelanda: l’agglomerato urbano di Auckland, nell’isola del Nord,
supera il milione di abitanti; nell’isola del Sud l’agglomerato più popoloso è quello di
Christchurch.
-53-
L'Australia gode di un sistema economico ben sviluppato in tutti i campi, che l'ha
portata in breve tempo ad essere conosciuta ed importante in tutto il mondo.
Il settore primario comprende solo il 5% degli occupati; l'agricoltura, infatti, è molto
svantaggiata dal clima arido del territorio permettendo lo sfruttamento solo del 6%
di esso. Nel bacino del Murray (area agricola principale) produce cereali come grano
e orzo, mentre a Nord nel Queensland si coltivano cotone e canna da zucchero.
Nelle regioni sud-orientali è molto diffusa la coltura della vite. Per quanto riguarda il
settore primario, più che l'agricoltura è di fondamentale importanza l'allevamento
che sfrutta le estese zone pianeggianti adibendole al pascolo. Quello ovino è il più
produttivo e caratteristico, che porta l'Australia ad essere il primo produttore al
mondo di lana.
Il settore secondario occupa il 21% delle persone. Le attività industriali sono in
continuo sviluppo specialmente in Australia, con importanti impianti siderurgici,
metallurgici, meccanici, tessili e chimici. Le risorse minerarie ed energetiche, come
piombo, zinco, ferro, rame, stagno, oro, uranio, carbone e petrolio, hanno
incrementato lo sviluppo dell'industria.
-54-
L'esportazione si basa principalmente su prodotti agricoli, zootecnici e minerari.
I maggiori partner commerciali australiani sono il Giappone, gli Stati Uniti, l'Unione
Europea e la Cina. Molto sviluppate sono le attività legate ai servizi finanziari.
-55-
The United States of America are a big country located in the middle and South
part of the North American continent. It extends from Pacific Ocean in the west to
Atlantic Ocean in the east. This country consists of 50 states and includes Alaska in
the North of Canada and Hawaii far out in the Pacific Ocean. There are different
kinds of lands and weather. For example there are the frozen lands of Alaska
opposite to the sunny and warm beaches of Florida. Furthermore you can find the
high Rocky Mountains in the east and very large prairies in the middle west. With
this variety of lands, there are many natural spectacular things, like Grand Canyon,
Mississippi river and Niagara falls. Originally the USA were 13 colonies controlled by
British government founded by the English Pilgrim Fathers on the east coast. They
fought for the Independence that received only in 1776. So the USA were born.
After this the American government bought the Louisiana and the American
pioneers reached the west coast joining the French territories. Later the French
gave to Americans a gift, The Statue of Liberty that today symbolizes the fact that
the majority part of the people in the USA come from other countries. There are
Italians, Chinese, French, British and today almost every American is a descendant
of an immigrant. This mix of cultures is known as “Melting pot”.
-56-
Melting Pot is a place where people of different cultures mix. European settlement
began in 1626, with the arrive of Dutch merchants that bought the island of Manha-ten from the natives. They called it New Amsterdam. In 1664 the English
conquered the city and renamed it New York in honour of the Duke of York. Since
then the arrival of thousands of immigrants, mainly from Europe, transformed the
city. Germans, Italians, Irish, Jews, Poles and Russians changed the city forever. In
New York there are many quarters characterized by the ethnic cultures of the
people who first lived there. So we find Chinatown, Harlem, Little Italy and so on.
On September 11TH 2001 New York was shocked by a terroristic attack: the World
Trade Centre was destructed by airplanes impact and nearly 3000 people died.
-58-
Located at the entrance of New York Harbour, Lady Liberty welcomes visitors,
immigrants, and Americans since when French donated it to the United States to
commemorate their friendship during the American War of Independence. The
Statue of Liberty was the first thing that immigrants sighted when they
approached NewYork so it has became the symbol of immigration to the USA.
-59-
Today the USA flag consists of 13 strips that represent the original thirteen colonies
and 50 stars that represent the today’s 50 states. It has got three colours: red, blue
and white. They are the same colours of the English flag (the Union Jack) to
remember the origins. The Union Jack symbolizes the administrative union of the
countries of the United Kingdom. It is made up of the individual Flags of three of
the Kingdom's countries all united under one Sovereign.
-60-
The National flag of England is represented by the
cross of St. George
The National flag of Scotland is represented by the
cross of St. Andrew
The National flag of Ireland is represented by the
cross of St. Patrick.
-61-
Ireland (St. Patrick)
England (St. George)
Scotland (St. Andrew)
-62-
“Tutti amano i buoni, ma li sfruttano. Tutti detestano i cattivi, ma li temono e li
ubbidiscono.”
(Vittorio Buttafava, La vita è bella nonostante, 1975)
-63-
I momenti di svago, il gioco, sono una necessità per gli esseri umani, ma in
particolare per i bambini di tutto il mondo. Purtroppo però, le cronache televisive,
dei quotidiani o delle riviste, spesso ci informano di ragazzi della nostra età che
vivono in condizioni di povertà, di sfruttamento, se non ancora peggio, in situazioni
di guerra. Da una recente inchiesta dell’ Istat (Istituto ufficiale italiano di indagini
statistiche), risulta che sono oltre mezzo milione i ragazzi di età inferiore ai quindici
anni che lavorano, di nascosto e a pochi euro all’ora, anche in un Paese considerato
“sviluppato” come l’Italia. Lavorano in campagna, nei negozi, nei bar e nei
ristoranti, in laboratori o piccole officine. La conseguenza più grave di tutto ciò è
che a tutti questi ragazzi vengono negati i diritti a vivere serenamente la propria
infanzia e la propria adolescenza, in particolare il diritto di gioco, allo studio, a non
essere sfruttati dagli adulti. Naturalmente nei Paesi poveri e sottosviluppati (in
particolare quelli nel Sud del Mondo), questa situazione è molto più grave e lo
sfruttamento è ancora più intenso. Secondo i dati UNICEF, all’inizio del terzo
millennio, caratterizzato da tecnologie sempre più raffinate, l’impiego di bambini
lavoratori è ancora un triste dato di fatto e raggiunge l’impressionante cifra di 218
milioni di piccoli schiavi, che ci inducono a fermarci e a riflettere.
-64-
In relazione allo sfruttamento minorile vi è una famosa novella di Giovanni Verga
intitolata “Rosso Malpelo”.
Giovanni Verga nacque in Sicilia nel 1840 da una famiglia ricca.
Abbandonò molto presto gli studi di giurisprudenza per
dedicarsi ad una vita letteraria. Siccome abitava nel Meridione
conosceva la miseria e nelle sue opere, infatti, adottò la
tecnica dell’impersonalit{ dove preferiva non commentare la
realtà poiché pensava che essa parlasse da sola. Sottolineò
però la legge del più forte affermando che il debole è sempre
destinato a soccombere e che non c’è modo per aggirare
questa regola. Ciò fa assumere alle sue opere un tono
pessimista.
-65-
Una delle opere più famose e che forse rispecchia
maggiormente l’argomento è la novella Rosso
Malpelo. Essa narra la storia di un ragazzino
adolescente conosciuto da tutti con questo nome
per i suoi capelli rossi che in quel periodo
significavano cattiveria e inganno.
Proprio per questo motivo non era visto bene da tutti. Inoltre questo ragazzino era
costretto a lavorare in una cava, come suo padre. Inizialmente è stato proprio il
genitore ad insegnargli come si lavorava e soprattutto come doveva fare per non
farsi male. Tutto questo avveniva sotto gli occhi attenti del padrone che, con la sua
pipa in bocca, non faceva altro che dettare legge. Tutto andò avanti per un periodo
più o meno lungo di tempo fin quando l’adolescente venne a sapere della morte del
padre causata da una massa di terra cadutagli addosso durante un lavoro notturno.
Il ragazzo prima di allora non era mai stato ribelle e cattivo come si diceva, anzi
accettava di essere punito anche se innocente. Quell’episodio però ha fatto salire in
lui tutto l’istinto ribelle e cattivo che fino ad allora aveva tenuto nascosto.
-66-
Dopo un periodo di tristezza e solitudine conobbe un ragazzo della sua stessa età
chiamato Ranocchio per la sua difficoltà nel camminare a seguito di un incidente.
Ben presto questa conoscenza diventerà una grande ed intensa amicizia in cui il
protagonista riuscirà a riscoprire se stesso grazie alla profonda vicinanza del
ragazzo. Gli dimostrava affetto, a volte a modo suo, ma se la sua vita andava
avanti era per merito di Ranocchio. Non mancavano gli episodi in cui Rosso
Malpelo picchiava l’amico, alcune volte anche a sangue. Poi un giorno mentre
lavorava nella cava riconobbe gli indumenti del padre. Ben presto fu rinvenuto
anche il corpo, ma la cosa fu tenuta nascosta al ragazzo.
La madre, che come tutti gli altri pensava che suo
figlio fosse un delinquente, non fece mai nulla
per lui se non picchiarlo con l’aiuto della sorella
fino a quando decise di adattare gli indumenti del
padre al ragazzo e dare lui gli stessi utensili che
non avrebbe mai venduto. Con il passare del
tempo Ranocchio si ammalò e la sua situazione
divenne così grave da lasciare solo il ragazzo per
l’ennesima volta.
-67-
La sua vita continuò e il protagonista decise di
giocarla sul coraggio. Così fu scelto per perlustrare
una via sotterranea dove scomparirà per sempre.
Una storia triste, dove oltre alla rabbia traspare la
cattiveria dell’essere umano. Racconto denso
dove è proprio il protagonista a spiegare al lettore
i meccanismi sociali e psicologici che danno vita a
comportamenti violenti e da cui traspaiono,
inoltre, le caratteristiche fondamentali della
maledizione umana e di “tradizioni” che si
tramandano di padre in figlio. Diciamo quindi
basta allo sfruttamento minorile perché
un’istruzione oggi da un futuro un domani.
-68-
Nella Costituzione dall’articolo 35 al 40 vi sono riportate varie norme per la tutela
dei lavoratori. Viene riconosciuto il diritto alla fatica e alla responsabilità del
lavoratore, al lavoro all’ estero, ad una retribuzione proporzionata all’abilit{ e
anche idonea a consentire a lui e alla sua famiglia un’esistenza “libera e dignitosa”.
Si tutela anche la durata massima della giornata lavorativa e il diritto al riposo
settimanale e a ferie annuali retribuite. Gli articoli successivi si riferiscono al lavoro
delle donne e dei minori (che abbiano compiuto 15 anni) e riconosce parità di
lavoro e di retribuzione per uomini e donne. Vengono inoltre riconosciute le norme
per la previdenza e assistenza e per le assicurazioni obbligatorie e affermato il
diritto alla libertà di organizzazione dell’attivit{ sindacale e il diritto di sciopero.
-69-
Oltre alla Costituzione, in forma integrativa, è stato emanato con la legge 300 lo
Statuto dei Lavoratori, entrato in vigore il 20 Marzo 1970. Lo Statuto dei
Lavoratori ha lo scopo di tutelare i diritti fondamentali dei lavoratori dipendenti e
delle rappresentanze sindacali di fabbrica garantendo un corretto rapporto tra
questi e la direzione aziendale, oltre a sancire la libertà di opinione del lavoratore.
Il testo dello Statuto dei Lavoratori contiene norme specifiche.
-70-
Il governo ha poi costituito degli organi di tutela del lavoro quali:

il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che controlla e interviene
come mediatore nelle controversie tra datori e lavoratori;

l’Ispettorato del Lavoro che è l’organo di vigilanza per il rispetto della norme
sul lavoro;

l’Ufficio del Lavoro, Agenzie per il lavoro e Centri per l'impiego istituiti per il
collocamento dei lavoratori e l’assistenza agli emigrati;

l’Organizzazione Internazionale del Lavoro che opera in ambito
internazionale.
-71-
P
Mi deporte y actividades de ocio preferidas
Yo practico gimnasia ritmica un deporte que puede ser individual y de equipo. He
conocido este deporte cuando tenìa cuatro años y inmediatamente me enamorè
de la gimnasia. Desde aquel dia yo nunca he dejado practicarlo. Ha entrado en mi
corazòn. Creo que esto es uno de los pocos deportes donde se puede expresar el
caracter y los sentimentos. Es un deporte de elegancia y expresiòn. Y cuando voy
al gimnasio para entrenarme mis malos pensamientos desaparecen y en aquellas
très horas mi sonrisa se levanta y entre risas y dolor aquella relacion se fortalece.
Yo me entreno cuatro veces a la semana: los lunès y los martès por tres horas y los
miercoles y los viernès por dos horas. Nos entrenamos en gimnasios diferentès
porque la unica sede està en Aprilia y solo a veces vamos allì. Hay cinco aparatos
principales que son la cuerda, aro, mazas, pelota y la cinta. Mis preferidos son la
cuerda y el aro. Muchas veces es dificìl aceptar de no obtener resultados despuès
de horas y horas de duro trabajo pero solo son unos ratos porquè enseguida todas
las compañeras me ofrecen su cariño y toda la còlera desaparece. Esto es lo que
me encanta más.
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Mi futuro
Tambièn este año ha terminado y yo ya he elegido la escuela donde irè. Como
vuela el tiempo... Parece ayer que yo y mis compañeros nos sentabamos sobre
aquellas sillas y mirabamos la clase asustadas...y ya tenemos que tomar caminos
diferentes... Cada uno ha elegido la escuela superior y yo he decidido de
intrapender una escuela que podrìa darme la posibilidad de estudiar por la
mayoria las asignaturas cientificas porquè me encantan mucho. Me gustaria
mucho ser un mèdico y ayudar moralmente las personas que estàn en malas
situaciones fisicas porque creo que tambièn el ultimo minuto de la vida debe ser
vivido sonriendo. Cuando era mas pequeña no me gustaba este trabajo porque
pensaba que era muy dificìl pero con el pasar del tiempo mis gustos han
cambiado... Me gustarìa tambièn no trabajar en Italia sino en otro paìs como en
America por ejemplo o en Inglaterra. Pero yo no sé con seguridad lo que harè en
mi futuro. Creo que algunos de los proyectos que ahora estàn en mi mente son
solo sueños y espero que lo que digo un dia se podrà realizar. Ahora pienso en
disfrutar estos años de escuela que para mi son los mejores, pienso en el presente.
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