mensile di lamporecchio e larciano
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MENSILE DI LAMPORECCHIO E LARCIANO Anno V Aprile 2012 mensile - Associazione Culturale Orizzonti Via G. Di Vittorio, 25 - 51035 Lamporecchio (PT) “POSTE ITALIANE S.p.A. Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB PISTOIA” “L’importanza della cultura e della solidarietà nella nostra realtà territoriale” di Stefano Ferrali C on l’intento di presentare questa edizione di Orizzonti, ripensavo ad un titolo apparso su un’edizione del “Sole 24ore” dello scorso febbraio, che testualmente diceva: “Niente cultura, niente sviluppo”, in pratica veniva sottolineato quanto sia necessario “investire in conoscenza per aumentare progresso e produttività”. Il nostro territorio è ricco di una cultura popolare che rappresenta un giacimento inesauribile di saggezza, di storia e di tradizioni, da salvaguardare ad ogni costo, un vero e proprio investimento per il nostro futuro. La rivista di questo mese, è particolarmente ricca sotto questo punto di vista, invito i lettori a sfogliarla con attenzione, per non perdersi niente di una edizione veramente densa di argomenti interessanti. In questo numero abbiamo dato spazio a ben due compagnie teatrali (Marvesio e Compagnia della Mezzanotte) che sono nate e composte da persone comuni che hanno deciso di mettersi in gioco in modo costruttivo, anche per sensibilizzare il pubblico alla solidarietà. Una solidarietà che, in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, è sempre più da mettere in primo piano. In questa direzione è da considerare anche l’articolo di Mara Fadanelli sulla comunità solidale (pag. 6). Ricordiamo inoltre l’iniziativa del prossimo 6 maggio, da noi promossa, in cui proporremo un concerto di musica corale (pag. 3), sempre con l’intento di soddifare il bisogno di cultura e aggregazione delle nostra comunità. Infine voglio ricordare il Dr. Gualtiero Martini, nostro prezioso collaboratore prematuramente scomparso. Un personaggio splendido che abbinava le sue grandi doti professionali di medico con quelle umane. Per me e per molti di noi, è stato un fratello maggiore, un punto fermo della vita quotidiana che ci mancherà per sempre. Alla famiglia giungano le più sentite condoglianze di tutta la Redazione di Orizzonti. CIAO BRUNO! O rizzonti si stringe attorno al proprio direttore Massimo Mancini per la morte di suo padre Bruno, avvenuta all’età di 80 anni esattamente il giorno di Pasqua. Bruno Mancini era un uomo buono, rigoroso nelle sue idee, aveva messo sempre al centro della sua vita il valore del lavoro, dell’onestà e della famiglia. Tutta la Redazione si associa al dolore dei figli Marco, Riccardo, Massimo e Giovanni, dei nipoti, delle nuore e dei familiari tutti. La perdita di un punto di riferimento, fondamentale com’è il proprio padre, è la prova più dolorosa, sentite condoglianze direttore! Orizzonti è visibile su internet sul sito: www.valdinievoleoggi.com 2 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 Associazione Culturale Orizzonti Registrazione Tribunale di Pistoia n. 7/2008 del 11/11/2008 Direttore Responsabile: Massimo Mancini Redazione: V.D. Stefano Ferrali Mara Fadanelli Michela Cammilli Spartaco Capaccioli Maddalena Mirandi Tommaso Rubino Sandro Bonaccorsi Paolo Nucci Pubblicità: Fabrizio Gheser Fotografie: “Foto Nucci”- Lamporecchio “Foto Immagini”Lamporecchio “Foto Alex” - Larciano Sede Via G. Di Vittorio, 25 - Lamporecchio (PT) Tel./Fax 0573/803029 e.mail : [email protected] Stampa e Grafica: Lineagrafica S.n.c. Via M. Bercilli, 61 Stabbia/Cerreto Guidi (FI) Tel. 0571/586744 Anno V Aprile 2012 PARLIAMO DI... O UNA INIZIATIVA DI ORIZZONTI: DOMENICA 6 MAGGIO 2012 ORE 17,00 Chiesa di S. Stefano a Lamporecchio (PT) Concerto dell’ Associazione “Musica Mundi” di Empoli - Ingresso Gratuito rizzonti, dopo l’ottimo risultato ottenuto il 28 febbraio 2010, torna a riproporre un’iniziativa che ha lo scopo di promuovere la passione per la musica classica corale sul nostro territorio. Il tutto è nato, dalla presenza nel gruppo empolese del soprano Lara Marchiori. nostra concittadina (Lamporecchio), che con il suo entusiasmo ci ha fatto conoscere e apprezzare l’Associazione “Musica Mundi”, nata venti anni fa (senza fini di lucro), dalla comune passione per la musica sacra, lirica, leggera, per i musical e tutto ciò che riguarda l’arte della musica. Attualmente si avvale di ballerini, cantanti, allievi di scuola di canto preparati dalla direttrice, il soprano Cristina Pagliai. Da circa 10 anni è ufficialmente il Coro della Parrocchia dei S.S. Simone e Giuda (Corniola) a Empoli, con sede presso la Misericordia di Empoli. Prende parte alle festività principali della Parrocchia e svolge una notevole attività di concerti di beneficienza. Cristina Pagliai si è diplomata in canto presso il Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze ed ha frequentato stages e corsi di aggiornamento e perfezionamento tenuti da importanti docenti in foniatria e canto. Dal 1984 si è esibita in teatri di prestigio quali l’ Opera di Montecarlo, il Teatro V. Emanuele di Messina, il Teatro Verdi di Pisa, il teatro di Lucca e di Torre del Lago (Festival Pucciniano) ed infine il Teatro Comunale di Firenze. Ha cantato come corista e come solista in numerosi musicals come “Jesus Christ Superstar”, “La vedova allegra”, “West Side Story”, “Porgy and Bess”. Con il Coro del Maggio Musicale Fiorentino ha effettuato numerose tournee in Italia e all’ estero, sotto la direzione di maestri quali Zubin Metha, Daniel Oren e Claudio Abbado. Di recente ha cantato nel musical “The banquet” composto e diretto da Marcello Panni e nell’opera “Peer Gynt” di E. Grieg; ha partecipato al Ravenna Festival nel luglio del 2003 e al concerto “Sotto le Piramidi” a Il Cairo, entrambi sotto la direzione di Riccardo Muti. La serata sarà accompagnata al pianoforte dal Maestro Loris Di Leo, empolese, fin da giovanissimo considerato un ragazzo prodigio del pianoforte presso l’Accademia “Muzio Clementi” di Vinci (FI), per poi diplomarsi brillantemente, nel 2001, al Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, sotto la guida del Maestro Stefano Fiuzzi. Proseguendo negli studi si è dedicato intensamente alla musica da camera suonando in varie formazioni, e ricevendo prestigiosi premi in Italia e all’estero. Diverse esperienze in altri generi musicali fanno di lui un musicista completo e versatile. con Dea Party RENDI UNICO IL TUO EVENTO Il gruppo corale “Musica Mundi” durante l’esibizione del 2010. Al centro la direttrice Cristina Pagliai, seduto al piano il M° Loris Di Leo PROGRAMMA DELLA SERATA: ► Dal Deutsches Requiem di Johannes Brahms: “Wie lieblich“ ► Dal Mottetto Exultate Jubilate di Wolfgang Amadeus Mozart : “Exultate Jubilate - Alleluia“ Soprano Lara Marchiori ► Di Wolfgang Amadeus Mozart: “ Ave Maria “ duetto Soprano Stefania Capodarca, Soprano Romina Catoni ► Di Cesar Frank “ Panis Angelicus“ duetto Soprano Elena Bertelli - Baritono Antonio Finelli ► Di Georges Bizet: “Agnus Dei“ Mezzosoprano Sandra Marescalchi, Soprano Cristina Pagliai ► Di Wolfgang Amadeus Mozart: “Ave Verum” Coro ► Di Wolfgang Amadeus Mozart: “Laudate Dominum” Soprano Elena Bertelli, Coro ► Dal Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart: “Requiem” “Dies Irae” - “Rex Tremendae” - “Recordare” “Confutatis maledictis” - “Lacrimosa” Solisti : Elena Bertelli, Cristina Pagliai, Lara Marchiori, Sandra Marescalchi, Cristina Mancini, Jacopo Bianchini, Simone Giunti, Antonio Finelli ► Di Lorenzo Perosi : “ La passione di Cristo secondo S. Marco” Solista: Simone Giunti ► Di Georg Friedrich Häendel: “Alleluia” Pianista accompagnatore il Maestro Loris Di Leo Direttore del Concerto il Soprano Cristina Pagliai Affidati all’esperienza di DEA PARTY per l’organizzazione di banchetti nuziali, cocktail party, comunioni, colazioni di lavoro e cene di gala presso il Vostro domicilio o in locations appositamente scelte. Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 3 PARLIAMO DI... VI PRESENTO ROBERTO SPINELLI, IN ARTE “ROBERTINO”...UN MATTATORE LOCALE di Maddalena Mirandi R oberto Spinelli, conosciuto da tutti semplicemente buon augurio la malerba lo è stata davvecome “Robertino”, nasce in un freddo giorno di ro: da venticinque anni i Malerbi girano gennaio del 1957 a Cecina di Larciano. Coltiva i teatri e le piazze con le loro commedie fin da giovanissimo la passione per la recitazione e il te- e i loro sketch, facendo ridere grandi e atro: nel 1982 dà vita alla Compagnia Teatrale Marve- piccini. E, diciamocelo, se la gente ride sio insieme ad Adelaide Faccenda; questo nome deriva (a crepapelle) è anche e soprattutto gradal personaggio interpretato proprio dallo stesso Roberto zie ai personaggi femminili interpretati magistralmente da nella prima commedia scritta e diretta da Adelaide Fac- Roberto. La perpetua Palmira, nonna Finimola, la becera cenda “Per l’incredibile eredità”(1982), ovvero Marvesio fiorentina, la pettegola alla finestra: personaggi presenti Gattilessi Barone di Burcafonda, buffo e pittoresco – ma nell’ immaginario per cultura e tradizione che, improvvisamente, prendono vita grazie altrettanto ricco – corteggiatore di alle interpretazioni del nostro matuna zitella un po’ attempata – ma tatore. Ma perché tanti personaggi altrettanto povera. Il personaggio 1 femminili nel tuo repertorio? “E’ di Marvesio , seppure secondario complicato spiegarlo perché mi all’interno del plot della commeviene naturale ma credo che un dia, è caratterizzato in modo così uomo possa caratterizzare meglio divertente da divenire il perno atcerti personaggi femminili rispetto torno al quale ruotano tutti i persoa una donna perchè riesce a rennaggi della commedia. Un talento derli più caricaturali e caratterizinnato quello di Roberto che nella zati. Quando ero piccolo esistevanostra lunga chiacchierata mi dice no davvero donne come quelle che “ho fatto tutto da solo, per passioho riportato in scena, le ho viste e ne. Non ho mai preso lezioni, sono osservate per anni; queste piccole un’autodidatta”. Un’autodidate grandi donne fanno ormai parte ta, si, ma con tanta voglia di fare. di un patrimonio collettivo e indiviDopo la prima e fortunata com- 2 duale che sta andando perduto. Rimedia la Compagnia Marvesio, portandole in scena riporto in vita per varie vicissitudini, interrompe gli anni della tradizione contadina la sua attività: pochi anni dopo, che fu. Pensa che a Montecatini però, Roberto inizia una nuova avper la commedia Il nipote del sor ventura con i Malerbi, compagnia priore ho vinto tre premi: miglior teatrale amatoriale che ha fatto del commedia, miglior attore e…mivernacolo toscano la sua bandiera. gliore attrice!Un premio, insomma, Lo zoccolo duro della compagnia, per la simpatia della sora Palmira, che avrà un gran successo popopettegola, si…ma simpatica!”. Ed è lare, è rappresentato da Roberto effettivamente così: il successo dei e da Michele Coppelli ai quali si Malerbi sta soprattutto nell’ aniaggiunge, successivamente, Tony mazione di personaggi della nostra Ferrara detto “Ciro”. “Il nome Foto n. 1 - Roberto Spinelli in una tradizione locale popolare attraverMalerbi lo abbiamo ripreso da esibizione al Teatro Shalom di so commedie scritte in dialetto, una un proverbio toscano famoso, che Empoli. forma linguistica che sta andando dice che la malerba un more mai… perduta. E proprio sul dialetto si è ci sembrava potesse essere di buon Foto n. 2 - “Robertino” durante la commedia «Un colpo al cuore» incentrata la serata di beneficenza augurio!”, mi spiega Roberto. E di 4 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 PARLIAMO DI... a favore della Dinamo Camp sabato 17 marzo presso il Teatro Yves Montand di Monsummano Terme. Grazie ad una commedia brillantissima scritta da Mario Marotta dal titolo “Una squillo per il pizzicagnolo Beppe”, il teatro è stato immerso per qualche ora nell’atmosfera vivace degli anni settanta a Firenze. Fra gag, battibecchi e risate si dipana la storia di un vecchio pizzicagnolo (Michele Coppelli, N.d.R.) che, visto l’imminente “trasloco” in un ospizio, pensa bene di architettare un piano per restare nella sua casa. E ci riesce. Lieto fine d’obbligo e teatro gremito di persone sono gli ingredienti di questa serata di beneficenza, recitata, come sempre “con il cuore”. L’ultima commedia in fase di lavorazione del nostro trio è “Basta che sian di fori” (il titolo è tutto un programma) di Massimo Valori, che verrà rappresentata per la prima volta venerdì 18 maggio alle 21: 30 presso il Circolo di Cecina di Larciano. Ma non è finita qui: il nostro mattatore, dal 2005, ha ripreso anche l’attività con la Compagnia Marvesio che, dopo più di venti anni si è ricostituita. L’ultimo gioiello della compagnia dopo “La bambola in soffitta” andata in scena per l’Epifania, è “Tempo D’attesa” che rappresenta, in diverse scene, i luoghi nei quali si attende: il bombardamento a Roma, i garibaldini che aspettano i nemici, l’ufficio postale. E in questa commedia, per la prima volta a teatro, Roberto canta un pezzo famosissimo di Charles Aznavour “L’istrione”. Anche la musica e il canto sono importanti nella carriera artistica di Roberto: Raffaella Carrà e Renato Zero – ma soprattutto Renato Zero – sono due suoi cavalli di battaglia per i quali è conosciuto, seguito e ammirato. “Renato Zero mi è sempre piaciuto moltissimo, tanto da avere voglia inserire le sue canzoni nel mio repertorio: non mi ritengo bravo a cantare ma avevo una grandissima voglia di caratterizzare quel grande personaggio che mi ha sempre affascinato con la sua musica e con le sue canzoni”, mi spiega Roberto, il quale dice orgogliosamente di essere un’autodidatta e di aver fatto tutto da solo. Un artista umile, poliedrico e sfaccettato. Un istrione, che spazia dalla musica al teatro. Un mattatore dei nostri tempi, che ha il merito di dare vita a quei personaggi del nostro immaginario che, senza le rappresentazioni in dialetto, andrebbero perduti. Giunti al termine di questo articolo ringrazio Robertino e I Malerbi per la chiacchierata che mi hanno gentilmente concesso e concludo dicendo ai lettori che “Un giorno senza sorriso è un giorno perso”, come scrisse una volta il grande Chaplin. 3 4 Foto n. 3 - da sinistra: Michele Cappelli, Tony Ferrara e Roberto Spinelli Foto n. 4 - il gruppo Marvesio al completo Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 5 PARLIAMO DI... L’ANGOLO DELLA SOLIDARIETà a cura di Mara Fadanelli M LAMPORECCHIO INIZIA A TESSERE LA RETE... artedì 17 aprile, alle ore 21, nei locali rivolgono all’assistente sociale. È dell’ex asilo della Parrocchia di Lampointervenuto poi il presidente della recchio si è tenuto l’incontro fra le carie Croce Verde, Dimitri Bettini, il quale ha espresso associazioni e istituzioni presenti sul territorio, che l’iniziativa della serata risponde ad una sua con lo scopo principale di conoscersi, per capire volontà derivante da una sua consapevolezza che “chi fa che cosa” per poi comprendere se ci sono i le singole associazioni da sole non bastano più. presupposti per costruire, nella comunità, una rete Ha ribadito la sua convinzione che, indipendendi solidarietà. L’iniziativa, lanciata dal gruppo temente dall’origine culturale dell’Associazione, Caritas di Lamporecchio, ha trovato subito un’inla solidarietà le accomuna tutte. Infine ha evidentesa positiva da parte di tutti i presenti. La conziato la necessità di rileggere i bisogni fra la popoDon Andrea Mati e Mara Fadanelli sapevolezza della nascita di nuove povertà, lazione per essere in grado di dare risposte più scaturite dalla crisi economica, dalla perdita congrue. Ha preso poi la parola il dott. Rubino del lavoro, dall’invecchiamento della popo(come medico di famiglia) che ha evidenziato lazione, dal cambiamento del ruolo della fala perdita del senso di solidarietà nella popolamiglia e dello Stato, ha trovato l’accordo, nei zione e come invece, toccando con mano tutti i presenti, della necessità di una condivisione giorni tante povertà e richieste di aiuto, ritiene di saperi e di risorse per aiutare le fragilità fondamentale la nascita di una rete solidale. del territorio: l’arma vincente è “tessere la Tommaso Rubino ha lanciato l’idea di creare rete” dove il terzo settore, il volontariato ha un sito come ulteriore strumento di integrazioun ruolo attivo e importante quanto le Istitune. È intervenuta successivamente Paola BirinIl Presidente della Croce Verde Dimitri Bettini, insieme a Selma zioni (Comune, scuola, ASL) anche se delli, rappresentante dell’Unicoop seFerrali e Mara Fadanelli ad esse non può e non deve sostituirsi. zione soci Valdinevole, proponendo due Ha aperto i lavori della serata il parroco progetti da poter realizzare fin da subito: Don Andrea che ha sottolineato l’imil progetto all’accompagnamento alla portanza che i vari “attori” presenti nelspesa per gli anziani e il progetto BUON la comunità si devono prima conoscere, FINE che ha lo scopo di offrire i prodotper capire su quali risorse si può contare. ti in scadenza (che nelle coop vengono Ha poi presentato le iniziative presenti e ritirati 3 giorni prima dagli scaffali) alle future del Gruppo Caritas di Lamporecpersone con difficoltà economiche. Succhio. Ha preso la parola poi la sottoscritta cessivamente hanno dato il loro assenUn pubblico numeroso tra cui il Sindaco di Lamporecchio, Giuseppe Chiaramonte (che crede fortemente in questo progetto) so e appoggio all’iniziativa i vari rapche ha presentato lo spirito dell’iniziativa presentanti/delegati delle associazioni: della serata. È intervenuta successivamente Selma Ferrali presen- Massimo Mancini (Ass. Culturale Orizzonti); Giancarlo Palamitando l’esperienza del laboratorio della Diocesi di Pistoia “tavolo dessi (sezione AVIS), Luana Ferradini (Associazione il Rifugio) del lavoro” che vede insieme varie organizzazioni per affrontare Sandra Palandri (Parrocchia di S. Baronto), Micheli Alessandro la “crisi” e come questa esperienza si potrebbe applicare anche (Banda Comunale), Monia Leone (Istituto Comprensivo Lampoa livello locale. Selma ha portato il saluto dell’ASL e dell’assi- recchio, Associazione Culturale e Musicale G. Rospigliosi, Parstente sociale che, pur non essendo presenti alla serata, hanno rocchia Mastromarco), Remo Micheli (Pro-loco Lamporecchio, fatto sapere che sono disponibili a collaborare. Ha parlato poi UIL), Edoardo Bonfanti (Pro-Loco Porciano), Letizia Guarnuto il sindaco, Giuseppe Chiaramonte, che ha ribadito l’importanza (Tirillò col filo ed Ecce Bombo), Labbadia Cesare (Pro-Loco di questa iniziativa per rispondere ai bisogni della comunità di S. Baronto), Brigitta Gaish (Legambiente), Monica Manganelli Lamporecchio dove tanti disagi si possono ricondurre alla perdita (Circolo ARCI Porciano), Paola Gennai (Associazione Commerdel lavoro e alla solitudine. Ha evidenziato la necessità di crea- cianti Centro). La serata si è conclusa con l’impegno da parte re canali alternativi, a quelli istituzionali, per poter individuare i di tutti di rincontrarsi, per dare vita a dei progetti concreti, bisogni inespressi di coloro che, ad esempio, per orgoglio non si mercoledì 2 maggio alle ore 21 stesso luogo. 6 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 PARLIAMO DI... Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 7 PARLIAMO DI... CIAO, DOTTORE, RIMARRAI PER SEMPRE NEL NOSTRO CUORE… D di Alvaro Niccolai e Selma Ferrali opo cinque anni di malattia e di casioni in cui il Dottor Martini lo aveva sofferenza, Gualtiero ci ha lasciasostenuto e accompagnato sul podio più to. Nel nostro territorio pochi lo alto della sua folgorante carriera. chiamavano solo col nome, più spesso veMa la passione più vera, più radicata che niva identificato con l’appellativo proprio Gualtiero aveva ereditato dal padre era della professione che svolgeva come una la pesca, sia quella di fiume che di lago, missione: “ il Dottor Martini”. in cui era specializzato e, nel periodo Giovane intelligente, precoce, per certi della maturità, quella di mare. versi geniale, nato da una famiglia semAmante della natura in tutte le sue maplice, dopo aver frequentato le scuole sunifestazioni anche quelle più segrete e periori all’Istituto Calasanzio di Empoli poetiche, esperto conoscitore di funghi, a cui era rimasto profondamente legato e di erbe selvatiche, di piante autoctone, da cui aveva ereditato i valori religiosi ed di medicina naturale e di antichi rimedi, umani che ha testimoniato sempre nella riusciva a valorizzare come pochi, le nosua vita, si era laureato giovanissimo, con stre tradizioni contadine e culturali più impegno e non pochi sacrifici. autentiche, che amava far conoscere e fare Nello svolgimento della professione che apprezzare a tutte le persone a cui voleva lui considerava come una vocazione, ha bene. incarnato pienamente l’ideale del medico Non si muoveva mai senza i brigidini di di famiglia, ruolo che gli permetteva di deLamporecchio che regalava con gioia e con dicarsi ai suoi pazienti e non solo…, con orgoglio ovunque, sia ai colleghi nell’eserautentico spirito di servizio. Era amico di cizio della professione, sia alle persone tutti, soprattutto delle persone più deboche incontrava in altre località italiane e li, verso le quali si prodigava con grande straniere. Il dottor Martini e il sacchetto professionalità, rispetto e abnegazione, di brigidini erano diventati davvero insespesso in silenzio. parabili… Presentarsi così era per lui un Negli anni settanta aveva voluto a Lamlasciapassare, un modo semplice, bonario porecchio con tenacia e determinazione e garbato per valorizzare la sua gente di la Croce Verde, per andare incontro alle cui si sentiva fiero paladino e per esprimeemergenze socio-sanitarie del nostro paese re al meglio quelle indubbie capacità relaa cui si sentiva profondamente legato e di zionali che lo caratterizzavano. Gualtiero cui si è manifestato sempre parte integranconosceva tutti e tutti lo conoscevano per te e attiva. Nella foto in alto il tipico sorriso la sua simpatia e per la sua vitalità. Dr. Gualtiero Martini, sintomaCi piace ricordarlo in un articolo di gior- del Decano dei medici del territorio, attivo nel tico del suo carattere socievole, nale, perché Gualtiero è stato per anni il sempre disponibile ad aiutare chi sindacato ed anche tra i medici cattolici aveva bisogno di lui. corrispondente sportivo del Mattino prima, della Diocesi di Pistoia, ha tenuto alti i vae poi del Tirreno, quando ancora le notizie Nella foto sotto, Gualtiero insieme lori della solidarietà umana e della fede di al compianto Aldo Bartoli, suo non correvano sui fili del telefono, ma vecui egli è sempre stato un testimone credigrande amico e colonna della nivano portate a destinazione con la Lambile e sincero. Croce Verde. bretta e con la Saca. Ultimamente era stato uno dei membri più Lo sport era per Gualtiero una passione inattivi del gruppo neocatecumenale della contenibile: seguiva la Lampo tutte le volte che poteva, parrocchia di cui con orgoglio faceva parte, che aveva conin casa e in trasferta, amava molto anche il ciclismo per tribuito a far nascere e che aveva sostenuto con fede salda cui svolgeva la mansione di medico sportivo nelle squadre e matura, tanto da essere diventato per tutti i fratelli di colocali. Marco Venturini, il nostro campione olimpionico munità il punto di riferimento più sicuro e importante. di tiro al piattello, certamente si ricorderà delle varie oc- Gualtieraccio, ti vogliamo bene… 8 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 PARLIAMO DI... L’AGENDA DI ORIZZONTI Il 27 aprile 2012 GIULIO TESI compie 14 anni!!!! Larciano - Tantissimi auguri da mamma Tamara e da babbo Carlo. Anche i tuoi nonni “da lassù“ saranno orgogliosi di te e si uniranno alla tua festa aiutandoti a spengere le candeline!!!! Sei sempre stato grande....... continua ad esserlo!!!!! Tantissimi auguri anche da tutta la nostra Redazione. Le nozze d’oro di Romano Camelli e Amelia Leporatti Lamporecchio - Il 23 aprile scorso, Romano Camelli e Amelia Leporatti hanno festeggiato 50 anni di matrimonio!! Tanti auguri da parte dei figli Marco e Simone, dal nipote Fabio e dalle nuore Jannette e Samantha. Tantissimi auguri anche da tutta la Redazione di Orizzonti. Due candeline per il piccolo Giulio Mitra Le Nozze d’Oro di Giovanni Giachi e Tosca Giovannelli Lamporecchio - Domenica 15 Aprile, il piccolo Giulio Mitra ha compiuto 2 anni! Tanti auguri dalla mamma Angela, dal babbo Marco, dai nonni e dagli zii. Tanti auguri anche dalla Redazione di Orizzonti. Lamporecchio - Il 29 aprile Giovanni Giachi e Tosca Giovannelli festeggeranno 50 anni di matrimonio! Un traguardo importante per una coppia molto affiatata. Tanti Auguri dai figli Barbara e Gabriele, dalle nipoti Alice e Giulia, dai parenti e dagli amici. Auguri sinceri anche da tutta la nostra Redazione. Buon Compleanno a Rachele Puccini Buon compleanno a Michael Merluzzo Lamporecchio - il 18 aprile scorso, Rachele Puccini ha compiuto 6 anni! Tanti auguri dalla mamma Michela, dal babbo Luca e dai nonni. Tanti auguri anche dall’intera Redazione di Orizzonti. Larciano - Il 26 aprile, Michael Merluzzo ha compito 8 anni. Tantissimi auguri da mamma Debora, dal babbo Sebastiano e da tutta la famiglia. Tanti auguri anche dalla nostra Redazione. Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 9 PARLIAMO DI... UN VECCHIO VIZIO EMERGE ANCHE A LARCIANO.... ...come diceva Fabrizio de André “...la maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo...” Questo è il senso della lettera inviataci da Alessandro Billone titolare della nota pizzeria al taglio e da asporto “Alex’s Pizza” C on queste righe ho pensato di raccontare e rendere pubblica una vicenda che ha coinvolto di recente me e il mio staff, provocando disagi al normale svolgimento del nostro lavoro: Qualche settimana fa decidemmo di trasferire la linea telefonica del negozio ad una nuova compagnia. In conseguenza di ciò però, malgrado fossimo un esercizio pubblico, per ben 16 giorni consecutivi non abbiamo potuto usare l’apparecchio telefonico perché privo di linea e chiunque provasse a contattarci non riusciva a comunicare con noi. Lasciamo immaginare il fastidio che tale situazione ci ha provocato. A seguito di questo spiacevole inconveniente a nostro danno, in paese hanno cominciato a girare le prime dicerie sulla nostra attività. In particolare molte persone sostenevano, anche in virtù dell’accaduto, che di lì a poco avremmo chiuso bottega. Quasi quotidianamente ci siamo trovati di fronte alle domande delle persone che incredule ci chiedevano conferma di quanto si dicesse in giro sulla chiusura del nostro esercizio. Colgo l’occasione per smentire definitivamente quanto detto sul nostro lavoro. Non c’è mai stata e noi ci sarà intenzione da parte nostra di cessare l’attività. A noi fare questo lavoro piace davvero tanto e l’episodio che ci ha coinvolti ha contribuito a rafforzarne l’entusiasmo che indubbiamente mettiamo nel cercare di soddisfare le richieste dei nostri clienti. Vogliamo continuare a fare il nostro lavoro con la passione e la voglia di sempre, migliorando giorno dopo giorno i servizi offerti. Certi e incentivati a fare sempre meglio, grazie anche alla fedeltà dei nostri affezionati clienti, aspettiamo tutti come prima e più di prima. Grazie mille per la disponibilità. Marco Lara Alessandro Alessandro Billone DINO FARAONI: ll’età di ottanta anni si è spento Dino Faraoni, il noto imprenditore agricolo di via Poggio di Bobi in Cerbaia. Originario delle Marche, Dino ha costruito negli anni un’importante azienda agricola. Un’attività che viene proseguita dal nipote Stefano. In questo momento di dolore, la Redazione di Orizzonti si stringe intorno ai familiari, la moglie Silvana, la figlia Graziella e i nipoti Stefano e Veronica per tributargli le più sentite condoglianze. A IN QUESTO NUMERO: Parliamo di: • pag. 2 - “L’importanza della cultura e della solidarietà nella nostra realtà territoriale” - di Stefano Ferrali *** “Ciao Bruno” - a cura della Redazione di Orizzonti • pag. 3 - Una iniziativa di Orizzonti: domenica 6 maggio 2012 ore 17,00, Chiesa di S. Stefano a Lamporecchio (PT), Concerto dell’ Associazione “Musica Mundi” di Empoli Ingresso Gratuito • pag. 4/5 - “Vi presento Roberto Spinelli, in arte «Robertino»...un mattatore locale” - di Maddalena Mirandi • pag. 6 - L’Angolo della solidarietà - a cura di Mara Fadanelli: Lamporecchio inizia a tessere la rete....” • pag. 8 - “Ciao, Dottore, rimarrai per sempre nel nostro cuore…” - di Alvaro Niccolai e Selma Ferrali • pag. 9/10 - L’Agenda di Orizzonti *** “Un vecchio vizio emerge anche a Larciano.....come diceva Fabrizio de André «...la maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo...» - a cura di Alex’s Pizza Larciano *** “Dino Faraoni” *** Sommario • pag. 11 -“Ciak Therapies” rubrica cinematografica di Melania Ferrali: “Un mercoledì da leoni - 1978” • pag. 12/13 - “La gola dell’aquila” IIIª parte di Tommaso Rubino • pag. 14/15 - La rubrica del riciclo a cura di Valentina Luccioli: “I codici dei rifiuti” • pag. 16/17 - “Non piace ciò che piace ma piace ciò che è bello” - di Sandro Bonaccorsi • pag. 18 - Agraria Montalbano - “L’importanza dei trattamenti antiparassitari” • pag. 19 - “Grazie Lucia!” - L’ultimo commosso saluto a Lucia Giannoni *** I consigli dell’avvocato, a cura dello Studio legale Nicolin/Fagni. “Separazione dei coniugi (1): su cosa concentrarsi per tentare un accordo” ------------------------------------------------------------------- Lamporecchio: • pag. 20 - “La Posta di Orizzonti” • pag. 21 - “La Vespa e la 500: due passioni contagiose” • pag. 22/23/24/25 - “Il 1° maggio a San Baronto in una rivista del 1939” - a cura di Stefano Ferrali e Gianluigi Galeotti • pag. 26/27 - “ASD LAMPO 1919: La crisi..., la bandiera..., la chiarezza..., gli albanesi...!!” - di Marzio Venturini • pag. 28/29 - “Il partigiano Natale Tamburini, martire della guerra di liberazione” - di Ivo Pasquetti • pag. 30/31 - Istituto Comprensivo di Lamporecchio: Progetto Intercultura “Un viaggio nel mondo”- Girotondo con i bambini di tutto il mondo - a cura delle insegnanti della scuola dell’infanzia di Mastromarco *** “Le energie rinnovabili” - a cura degli alunni della 3ªC della “Scuola Media Francesco Berni” ------------------------------------------------------------------- Lamporecchio e Larciano : • pag. 32/33 - “La stagione teatrale chiude in bellezza con “Sussi e Biribissi – viaggio al centro della terra” *Teatro Comunale di Lamporecchio: sabato 28 aprile e sabato 5 maggio, alle ore 21,00 *- a cura della Compagnia della Mezzanotte - (L’incasso sarà devoluto alle scuole di Larciano e Lamporecchio) ------------------------------------------------------------------- Larciano • pag. 34 - “Il 25 aprile secondo Mazzino Meacci”, la Festa della Liberazione vista dall’indimenticato sindaco di Larciano - di Franca Capecchi • pag. 35 - Comune di Larciano: Un documento storico: riportiamo integralmente la trascrizione della delibera del consiglio comunale n. 6, del 16 febbraio 1897, che sancì il distacco del comune di Larciano da quello di Lamporecchio • pag. 36/37/38 - “Corpo musicale «Giacomo Puccini» di Larciano Castello, una storia lunga 114 anni” • pag. 39 - Istituto Comprensivo «F. Ferrucci» Larciano: “Una gita scolastica per comprendere la Storia” ------------------------------------------------------------------- Sport: • pag. 40 - Calcio: “Un uomo di sport: Mario Pierangeli detto «Prenzolo». Il giorno 28 Marzo ha festeggiato 60 anni!!”- di Roberta Romani • pag. 42 - Calcio: “VI° Memorial «Anselmo Fagni» Allievi ‘96. All’A.S. Livorno l’edizione 2012” sconfitto in finale l’Empoli ai calci di rigore - di Massimo Mancini • pag. 45 - Sport giovanile - pagina a cura della FABO nastri adesivi. “Unione Montalbano Calcio: un finale di stagione fitto di impegni” - di Andrea Volpi • pag. 46 - Calcio: “Larcianese Coppa Italia di promozione - Il trionfo della Larcianese” - di Massimo Mancini • pag. 47 - Ciclismo: “Sabato 28 aprile 2012: 36° Gran Premio Industria & Artigianato. 25° Trofeo Nello Bonfanti (assegnato a Luca Scinto, d.s. Farnese Vini/ Delle Italia)” - di Stefano Ferrali 10 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 PARLIAMO DI... ciak therapies THERAPIES N°4 - “Un mercoledì da leoni” - 1978 Rubrica Cinematografica a cura di Melania Ferrali Ciak Therapies di questo mese, ospita per voi, la recensione di Federico Tucci, sceneggiatore, a proposito di “Un mercoledì da Leoni”. T CHE LA FORZA SIA CON VOI! orna l’estate, torna la voglia di mare, tornano le onde, amori e amicizie... La più bella interpretazione cinematografica di questa atmosfera è senz’altro “ Un mercoledì da leoni ” (1978) di John Milius. Esistono filmetti, film, e cult. Un mercoledì da leoni abbraccia appieno quest’ultimo genere. Questo cult si apre nella west coast californiana del 1962, in cui Jack, Leroy e Matt, vivono la loro grande passione per le onde e i “tunnel” d’acqua: il surf. Le immagini sono spettacolari, lasciano senza fiato; anche una partita di scacchi può esserlo, ma governare onde alte cinque metri e rischiare la vita lo è ancora di più. L’immortale musica anni ‘60 fa da cornice perfetta alle estati sulla tavola, alle feste coreografate da innocenti risse quasi teatrali, ai baci CAST fugaci, alle lattine da birra sparse per il pavimento, agli improvvisati viaggi in MesRegia sico e altro ancora; il tutto senza mai sfociare nella volgarità. La figura carismatica di John Milius questi ragazzi è Bear, costruttore e promulgatore del surf in California, che aggiusta i Sceneggiatura battibecchi quotidiani con poche semplici parole e un sorso di birra. L’assoluta spensiJohn Milius, Dennis Aarberg, eratezza dei giovani che ci viene mostrata e che oggi per mille motivi talvolta manca, Joel Chernoff ci fa venire nostalgia di un’ epoca che non tutti abbiamo vissuto. Tutto questo viene Montaggio alterato da una maturità che si impone di prepotenza e mai voluta, è l’epoca della Carroll Timothy O’Meara, guerra in Vietnam. Insuperabili gli escamotage dei ragazzi per sfuggire alla visita Robert L. Wolfe medica per entrare nel corpo dei Marines; alcuni ce la fanno, altri no. Passano diversi Fotografia anni, corrono le onde. C’è chi ha cambiato città, c’è chi si è sposato, chi è nato e chi Bruce Surtees è morto. La grande mareggiata del ‘74, il mercoledì da leoni di cui si fa voce il titolo. Musica Gli dèi del surf si ritrovano a brandire la propria arma costruita da Bear per l’ultima Basil Poledouris definitiva sfida con il mare e con se stessi. Le onde alte più di cinque metri in serie da Matt Johnson otto, crescono ogni minuto di più, cavalcarle è da suicidi. Jack, Leroy e Matt accettano Jan-Michael Vincent la sfida, e surfano l’assoluta furia del mare. Qui di nuovo le immagini straordinarie Jack Barlow ci fanno apprezzare la pericolosità, la pazzia, ma anche l’assoluta spettacolarità di William Katt questa passione...cose incredibili. Leroy Smith Gary Busey Le nuove leve fanno apparire i tre protagonisti come “superati”, ma quando muore un Sally Jacobson mito nasce una leggenda. Patti D’Arbanville La maturità che incombe toglie la spensieratezza, madre degli adolescenti, ma i tre Peggy Gordon capiranno che l’orgoglio non è rimanere giovani per sempre, ma la consapevolezza di Lee Purcell essere stati dei Grandi. Bear Questa pietra miliare del cinema non ha vinto nessun premio ufficiale, se non Sam Melville l’apprezzamento di un “certo” Quentin Tarantino che lo ha definito un’opera “SpetJim Waxer King tacolare”. Darrell Fetty Se stesso Non tutti sapranno apprezzarlo. Ma dopo averlo visto, la prossima volta che vedrete Gerry Lopez una bella onda, pagherete per avere una tavola da surf sottobraccio... Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 11 PARLIAMO DI... LA GOLA DELL’AQUILA IIIªparte - di Tommaso Rubino ..segue dal numero precedente: Da Zhukë comincia la zona collinare e poi le montagne, essendo la piana limitata lungo le coste ed al sud, il resto è tutta montagna, con vette molto alte e poco accessibili con numerose cime la cui altezza è compresa fra i 2200 ed i 2600 metri, la montagna più alta è il picco Korab (2.764m) nella zona centrale ad est al confine con la Macedonia, ma notevoli picchi si trovano al nord, quali la Maja e Radohimës, nel Thethi National Park, Prefettura di Scutari, al confine con il Montenegro alta circa 2500 metri. In queste zone settentrionali le strade sono poche e scarse, per cui a causa della mancanza di vie di comunicazione interne e di contatti con l’esterno, complice il territorio montuoso ed 1 impervio, è proliferata in questa zona per secoli una società tribale. Solo dopo la seconda guerra mondiale si è cercato seriamente di integrare le popolazioni della regione nella vita nazionale albanese. (N.d.R. Wikipedia parzialmente modificato). Queste notizie che vi do non servono per fare sfoggio di cultura geografica, bensì per riuscire a capire la storia dell’Albania ed il motivo per cui certi di loro sono così particolari ed a capire quanto importanti siano le differenze fra le varie popolazioni in uno stesso paese che ha una lunghezza massima di soli 340 km e larghezza di 148 km, quindi non molto gran2 de. Al sud le catene montuose meridionali sono più accessibili, il terreno degrada verso la pianura ed il fondovalle coltivabile. Questo tipo di territorio ha spinto verso lo sviluppo del latifondo, influenzandone così la struttura sociale. Quindi ricapitolando: montanari pastori, per lo più cristiani, a lungo vissuti isolati, al nord, coltivatori diretti, a maggioranza musulmana, spesso proprietari di latifondi al sud. È questo il quadro dell’Albania che si affaccia al mondo moderno nel 1912 al momento della proclamazione dell’indipendenza in seguito alla caduta dell’impero turco e qui, come al solito, sono successi grandi casini: il territorio abitato dagli albanesi fu solo in parte assorbito dal nuovo stato: Il Kosovo e zone limitrofe furono assegnati alla Serbia, Ulcinj e le aree circostanti 12 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 al nord sono state date al Montenegro e la Ciameria è stata assegnata alla Grecia; pertanto le rimaste insoddisfatte ambizioni di riunificazione dei popoli di etnia albanese hanno gettato le basi per successivi conflitti, l’ultimo dei quali nel 1999 ha visto contrapposti i Serbi di Milosevich contro gli indipendentisti albanesi in questa regione con successivo coinvolgimento anche della NATO. Mi scuso se mi dilungo in particolari che possono poco coinvolgere il lettore, ma tutto ciò, credetemi, è necessario per reggere il filo del discorso ed arrivare dove voglio arrivare… Andiamo però per gradi e partiamo dalla seconda metà del 1400: siamo, in Italia, nell’epoca dei Borgia (e chi ha visto su Sky lo sceneggiato con lo stesso titolo, sa quali fossero i diritti della gente anche nella nostra penisola), in Albania arrivano i turchi e due principi albanesi del nord Scandeberg e Dukagjini, il primo di Kruje, poco più a nord di Tirana, il secondo di Lezhe (la antica Alesso, famosa per le rovine illiriche…) ancora più a nord, si oppongono al conquistatore. Per ben 25 anni gli albanesi, cristiani guidati da Scandeberg, si oppongono al turco invasore sconfiggendolo ripetutamente in numerose battaglie campali, poi nel 1468 Scandeberg morì di malaria, mentre nel frattempo Dukagjini (foto 1) che aveva litigato con lui, aveva stretto una alleanza con i Turchi ed era passato al nemico (da allora le truppe di questo principe furono per sempre le sole truppe cristiane inglobate nell’esercito turco e tutti gli eredi di Dukagjini, che morì nel 1481, da allora ebbero il titolo di Kapidan), dieci anni dopo i turchi divennero padroni dell’Albania che domineranno fino al 1912. I Turchi incoraggiarono le conversioni all’islam con leggi che imponevano tasse ai non convertiti ed impedivano loro di accedere alle carriere pubbliche, per cui alcuni cristiani, ex seguaci di Scandeberg emigrarono nel regno di Napoli (sono quegli Arbëresh prima detti…), mentre al nord, da Kruje in su, i fedeli di Dukagjini ottennero in cambio della loro alleanza un’ampia autonomia religiosa ed anche, in parte, amministrativa, per cui continuarono ad attuare le loro leggi ed i loro codici PARLIAMO DI... (tramandati per lo più oralmente e 3 codificati, solo agli inizi del 1900, da un frate francescano per scritto, in un testo unico chiamato Kanun (foto 2). Tutto questo è importante perché il Kanun, che vuol dire righello (cioè traccia di come comportarsi…) ed allora nel 1500, era uno dei codici più avanzati in Europa, ha costituito l’elemento portante della affermazione della autonomia di questa gente del nord che, rimasta isolata, è rimasta ad esso pervicacemente attaccata per oltre 500 anni; hanno cioè continuato anche ai giorni nostri in parte, a vedere il mondo secondo i dettami da esso stabiliti, nel bene (senso dell’onore, dell’ospitalità che è sacra fino alla morte - di fedeltà alla parola data, rispet- 4 to per gli anziani ed uguaglianza fra tutti i membri di una comunità… che non era poco per il 1400) e nel male (vendetta di sangue e legge del taglione… tailoni) secondo i dettami di quel codice medievale, mentre nel resto d’Europa il mondo, quindi anche il diritto, evolvevano verso il rinascimento e l’illuminismo. LO SO CHE PARLO DIFFICILE, MA OGNI TANTO PER FARE CAPIRE QUALCOSA A VOI IGNORANTONI UN PO’ DI SFOGGIO DI CULTURA CI VUOLE. Il Kanun è stato uno dei motivi della rottura fra Dukagjini e Scandeberg, che, al contrario del primo, voleva ammorbidirne la rigidità dottrinale. Dopo l’indipendenza del 1912 e la repubblica-regno di Zog (1925-1939) (foto 3, Re Zog e tutta la famiglia reale) successivo ad essa, si è cercato di sostituirlo con leggi moderne, su di esso hanno però fatto leva gli italiani (foto 4, il Corriere della sera del 8 agosto 1939 che annuncia l’occupazione dell’Albania da parte delle truppe italiane) durante l’occupazione dell’Albania per stabilire delle alleanze. Il Kanun è stato combattuto dal regime comunista che non voleva altre leggi se non le sue, anche se da esso ha assunto l’etica del culto del dovere e della obbedienza alle regole (e per questa avversità la gente si è attaccata ancor più pervicacemente ad esso come forma di resistenza al regime), mentre viene ancora oggi usato dalle mafie albanesi per giustificare come onorevoli alcuni comportamenti criminali ed ottenere anche sconti di pena. Il Kanun considera l’individuo non come persona, che è un concetto proprio delle società moderne, ma come facente parte di una comunità o famiglia allargata per cui, per un delitto commesso da uno, la vendetta può, anzi deve, essere esercitata contro qualunque maschio adulto della comunità cui appartiene (ed ancora oggi si calcola che circa 2000 persone siano costrette a vivere rinchiuse in casa - sono gli inchiodati, i cosiddetti ngujuar - che vivono reclusi anche per anni, con gravi conseguenze sull’economia, finché non intervenga la tregua o il perdono con la mediazione degli anziani - Besa -). Sarebbe riduttivo dire che è tutta colpa del Kanun, l’isolamento perpetrato dal regime comunista, durato quarantacinque anni, ha contribuito molto a determinare questa arretratezza culturale, altrimenti non si spiegherebbe come mai le regioni del sud, che al Kanun non sono state sottoposte, abbiano problemi simili - ma i turchi in tal senso ci hanno messo del loro. Tutto questo ci fa comunque capire che quando un popolo, rimasto isolato per oltre 400 anni per varie vicissitudini, viene proiettato nella società moderna qualche problema può giustamente averlo. Per concludere, visto che il Mancini mi ha riferito che qualcuno, qualche volta, dopo aver letto i miei articoli, mi ha accusato di essere misogino (vuol dire antifemminista … siete i soliti ciuchi… deriva dal greco misao, che vuol dire odiare e ghiunè che vuol dire donna, da cui deriva anche il termine ginecologo) devo dire, io che il Kanun lo ho letto, che esso contiene verso la donna elementi di indubbia modernità. Leggo infatti nel Capitolo VI, articolo 33, comma 58: - diritti del marito sulla moglie - che il marito ha diritto: a) di consigliare e correggere la moglie - e fin qui passi… - b) di bastonarla e legarla, quando disprezza le sue parole ed i suoi ordini - elemento questo abbastanza moderno, al punto che mi spinge a chiedere la cittadinanza albanese per cui, forse almeno in casa, acquisirei dei diritti ed una qualche personalità giuridica… Salute a tutti!!! **FINE** Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 13 PARLIAMO DI... La rubrica del riciclo a cura di Valentina Luccioli V I CODICI DEI RIFIUTI i siete mai chiesti cosa significano i codici che si trovano sugli imballaggi delle cose che acquistiamo? Ho pensato che forse questa piccola tabella vi potrà essere di aiuto nella differenziazione dei rifiuti. Così quando acquistiamo un oggetto sappiamo subito se e come può essere riciclato... Dobbiamo inoltre precisare che non tutti gli oggetti realizzati con queste materiali possono andare nel contenitore BLU ma solo quelli che assolvono la funzione di imballaggio. PE: polietilene, è la plastica utilizzata per molti contenitori e sacchetti, riciclabile, contenitore 1 BLU PE-HD o HDPE: polietilene ad alta densità, plastica di solito utilizzata per realizzare sacchetti che sfregandoli fra le mani producono il rumore della plastica che si accartoccia, riciclabile, con2 tenitore BLU PP: polipropilene, plastica utilizzata per contenitori e prodotti per la pulizia, riciclabile, contenitore BLU PE-LD o LDPE: polietilene a bassa densità, plastica utilizzata per la produzione di sacchetti che risultano molto morbidi al tatto, riciclabile, contenitore BLU 3 PET: polietilentereftalato, plastica di solito utilizzata per la realizzazione di bottiglie o prodotti per la pulizia, riciclabile, contenitore BLU PS: polisitorolo, riciclabile, contenitore BLU PVC: polivincloruro, riciclabile, contenitore BLU (la maggiore applicazione di questo materiale si ha per fare tubi per l’edilizia o per incartare prodotti NON di uso alimentare in quanto particolarmente nocivo – anche cancerogeno in quanto contiene gli ftalati – quindi non di uso comune. Nelle case lo troviamo principalmente se andiamo a comprare qualcosa di confezionato da una ferramenta o da un idraulico, quindi abbastanza di rado) ABS: non è plastica, è un materiale antiurto utilizzato per alcuni utensili da cucina, parti plastiche di elettrodomestici nonché materiale di costruzione di caschi e paraurti, NON riciclabile, contenitore GRIGIO CA, PI: non è plastica, sono accoppiamenti di materiale diverso non riciclabile (tipo carta/plastica o carta/alluminio), 14 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 in alcuni casi il materiale può essere completamente riciclato come il tetrapak (contenitore BLU), in altri invece no come la carta plastificata per salumi (contenitore GRIGIO) AL: alluminio, si tratta delle lattine, scatolette e contenitori per alimenti, riciclabile, contenitore BLU ACC: acciaio, usato spesso per la realizzazione di contenitori spray e scatolette per alimenti, riciclabile, contenitore BLU (Publiambiente raccomanda che le bombolette spray siano completamente esaurite, altrimenti devono essere portate al centro raccolta) SIMBOLI Quello dell’omino che getta il materiale nel cestino significa che non si deve disperdere il rifiuto nell’ambiente ma va conferito negli appositi contenitori. (fig. 1) Quello delle tre frecce che si rincorrono a triangolo vuol dire che si tratta di materiale riciclabile se conferito nei contenitori giusti. (fig. 2) Quello due due frecce che si rincorrono a forma circolare significa “punto verde” ossia che quel materiale deve essere recuperato e quindi garantisce un aspetto più verde all’ambiente. (fig.3) Un paio di mesi fa al banco gastronomia della Coop di Larciano, ho chiesto se potevo avere solo sei/sette olive. “Certo, nessun problema”. Mentre etichettava l’imballaggio, ho riflettuto a voce alta dicendo che costava più l’imballaggio del contenuto e abbiamo fatto due chiacchiere. Effettivamente l’utilizzo del packaging nel settore alimentare è incredibile... basta pensare a quanto è pieno ogni settimana il sacco blu! E ho fatto qualche ricerca per scoprire che quasi il 40% degli imballaggi alimentari che troviamo sugli scaffali del supermercato risulta poi difficile da riciclare o perlomeno riciclabile solo in parte: c’è un sovra-utilizzo degli imballaggi nel settore alimentare e questi influiscono negativamente sul costo del prodotto e sul costo sociale che deriva dal successivo smaltimento o riciclaggio dello stesso. Bisogna certo dire che spesso è l’imballaggio a permettere la più o meno lunga conservazione del prodotto aumentando la vita dell’alimento. Si tende a sostenere che i supermercati stessi dovrebbero contribuire ai costi di riciclaggio e di smaltimento dei rifiuti degli imballi in modo che siano incentivati a produrre meno imballaggi e rifiuti in generale. In un momento come questo di recessione economica, dobbiamo sensibilizzarci anche alla riduzione degli sprechi, l’ottimizzazione delle risorse, la detassazione conseguente come la riduzione delle multe. Se avessimo meno imballaggi inutili sarebbe possibile tagliare i costi ed abbassare i prezzi in parecchi settori. Quando l’imballaggio viene destinato alla discarica, comporta un costo per i contribuenti ed un danno per l’ambiente. Per noi cittadini è importante preferire oggetti riutilizzabili, non “usa e getta” e scegliere prodotti con poco imballo, alla spina o con ricarica. Molto interessanti sono i nuovi prodotti della linea Winni’s: questa marca produce detersivi ecocompatibili per la casa con tensioattivi completamente biodegradabili e riutilizzabili dai batteri del mare una volta che lo scarico finisce nelle sue acque. Sono prodotti delicati anche per la pelle e nickel tested, quindi adatti anche per i bambini e per chi soffre di allergia. E per ultimo... fare la spesa portando da casa la propria busta in cotone o tnt, riduce notevolmente il numero di sacchetti di plastica in circolazione che sono tra i più inquinanti. PUBLIAMBIENTE RISPONDE ALLE NOSTRE DOMANDE Perché piatti e bicchieri di plastica non possono essere conferiti nel contenitore BLU e quindi non possono essere riciclati? La questione piatti e bicchieri in plastica è, da sempre, piuttosto controversa. Negli anni, noi come altre aziende, abbiamo fatto presente questa forma di incoerenza al Consorzio Nazionale, il quale sta aprendo, finalmente, le proprie porte anche a questi materiali. Finora non potevano essere inseriti nel contenitore azzurro proprio perché non venivano considerati imballaggi. Ovviamente questa definizione ha dei limiti oggettivi perché se è vero che la pila da 50 o 100 bicchieri che viene acquistata al supermercato non è un imballaggio, ma un bene, è altrettanto vero che tali oggetti assumono ed assolvono il ruolo di imballaggio nel momento in cui vengo- PARLIAMO DI... no utilizzati per vendere prodotti alimentari dedicati al consumo immediato (patate fritte da asporto, piatti bicchieri e vaschette utilizzate da alcuni locali pubblici e soprattutto in feste e sagre paesane). Bene, il Comitato di Coordinamento Anci-Conai, riunitosi recentemente a Firenze, ha deliberato che dal 1 maggio di quest’anno, piatti e bicchieri in plastica potranno essere inseriti nel contenitore degli imballaggi. Entro il mese di aprile uscirà un disciplinare tecnico che regolamenterà questo nuovo tipo di conferimento, che aspettiamo di leggere con attenzione per darne successiva informazione ai cittadini. A nostro avviso questa apertura dovrebbe comunque portare ad una cauta riflessione, poiché, se da un lato è vero che finalmente questi prodotti, se opportunamente separati, potranno essere avviati a riciclo o recupero, è altrettanto vero che in zone virtuose come i Comuni dove è attivo il sistema “porta a porta” con tariffazione puntuale, questi prodotti avevano subito una evidente flessione nel consumo, proprio perché si dovevano inserire nel contenitore grigio a pagamento. Questa nuova possibilità potrebbe riaprire la strada ad un sovra consumo di tali prodotti, anche laddove non è necessario, ma solo comodo, non limitandolo allo stretto necessario. Il prodotto “usa e getta” non è mai ecologico, perché ha un ciclo di vita troppo breve e comunque deve essere lavorato, anche se non smaltito, e va ad influire sulla quantità totale di rifiuti pro-capite prodotta da ogni singolo cittadino. Ricordiamoci sempre che la prima regola per uno sviluppo davvero eco-sostenibile è la riduzione della quantità di rifiuti prodotta, e solo dopo parliamo di raccolta differenziata per il successivo avvio a riciclo o recupero dei materiali. La bottiglia dell’acqua Sant’Anna è biodegradabile, dove va conferita? Nel contenitore marrone? Stesso discorso per la plastica biodegradabile dei rotoloni bio a marchio Coop... La bottiglia biodegradabile può essere conferita sia nel contenitore dei residui organici, sia nel contenitore degli imballaggi. La scelta può avvenire tenendo conto della prossimità degli impianti esistenti in una determinata area, al fine di ottimizzare la gestione. Quindi, nel nostro territorio è preferibile, ma non obbligatorio, inserirle nella raccolta dei residui organici. Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 15 PARLIAMO DI... NON PIACE CIÒ CHE PIACE MA PIACE CIÒ CHE È BELLO L di Sandro Bonaccorsi a relazione con il bello è sempre stata molto complessa e l’insieme delle emozioni che regolano i parametri di giudizio spesso possono trarre in inganno. Infatti proprio da questo inganno “soggettivo” nasce il proverbio che tutti conosciamo “non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace”. In questo motto della saggezza popolare ci riconosciamo tutti, infatti quando percepiamo una sensazione piacevole nei confronti di un soggetto, paragonandolo inconsciamente a canoni estetici di riferimento, noi possiamo definire quella esperienza come l’incontro con la qualità della bellezza. Ovviamente il paragone inconscio viene realizzato con canoni di bellezza soggettivi che variano da persona a persona e che dipendono dal contesto sociale in cui sono stati acquisiti, da un senso innato del soggetto oppure dall’istruzione a riconoscerla. Sebbene nella vita comune spesso si indichi con la bellezza anche il gusto estetico, si tratta di un abuso di linguaggio. Si può però definire bellezza soggettiva quella dipendente dal proprio senso estetico. Quella oggettiva invece, è ‘la bellezza definita come un insieme di qualità rispondenti a dei canoni’. La bellezza oggettiva è funzione del tempo, poiché tali canoni cambiano nel tempo ma restano validi per il periodo in- 1 dicato. La bellezza comporta la cognizione degli oggetti come aventi una certa armonia intrinseca oppure estrinseca, con la natura, che suscita nell’osservatore un senso ed esperienza di attrazione, affezione, piacere, salute. Nella Grecia antica il bello coincideva con il vero e la sua più totale espressione si poteva osservare nelle opere d’arte. (foto 1: Il discobolo di Mirone, stupendo esempio di bellezza classica) In arte infatti esistono dei criteri oggettivi che possono essere usati come strumenti per valutare la bellezza, questi criteri sono rappresentati dall’armonia nella composizione e nelle parti, il rispetto del canone, la corrispondenza al vero, 16 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 la corrispondenza alle proporzioni definite da Vitruvio, la simmetria, il rispetto dello stile scelto nella rappresentazione, il rispetto della prospettiva, del simbolismo e della conformità teologica. In epoca moderna alcuni di questi parametri sono stati sostituiti o modificati, alcuni anche abbandonati. Sono stati introdotti alcuni nuovi parametri come quello della novità, della provocazione, dell’astrattismo e della stilizzazione, tuttavia non sono stati mai abbandonati i criteri generali dell’armonia, dell’eleganza, della grazia, delle proporzioni e della simmetria. Altri parametri di giudizio sono relativi al giudizio di un corpo umano per esempio e allora entrano in gioco la giovinezza, la forza, l’intelligenza, la salute. Tuttavia rispetto all’elenco piuttosto lungo che abbiamo appena letto ci sono alcuni caratteri che non sono mai variati nell’arco di millenni e che sono propri della matematica. Tra questi il più importante è senza dubbio la sezione aurea, approssimativamente uguale a 1,618 e che è stata molti considerata bella. 2 da Viene anche chiamata la “divina proporzione” ed è spesso riscontrata in natura. Nella conchiglia del nautilus (foto 2) per esempio il rapporto tra sezioni successive è di 1,618. Lo stesso rapporto lo troviamo nello sviluppo dei rami, delle foglie, delle proporzioni tra le parti del corpo umano. 3 Famosa è la rappresentazione di Leonardo dell’uomo di Vitruvio (foto 3) in cui una persona è inscritta in un quadrato e in un cerchio. Nel quadrato, l’altezza dell’uomo è pari alla distanza tra le estremità delle mani con le braccia distese. Le due distanze sono in rapporto aureo con una ipotetica retta diagonale passante per l’ombelico. Lo stesso ombelico è anche il centro del cerchio che inscrive la persona umana con le PARLIAMO DI... braccia e gambe aperte. La posizione corrispondente all’ombelico è infatti ritenuta il baricentro del corpo umano. Una famosa rappresentazione della figura umana in proporzioni auree è anche la di Venere di Botticelli (foto 4) nella quale si possono individuare diversi rapporti aurei. Oltre all’altezza da terra dell’ombelico e l’altezza complessiva, è aureo anche il rapporto tra la distanza del collo del femore al ginocchio e la lunghezza dell’intera gamba o il rapporto tra il gomito e la punta del dito medio e la lunghezza dell’intero braccio. Altri esempi del nostro corpo possono essere ricondotti alla sezione aurea. Se misuriamo le dita della nostra mano, noteremo che i rapporti tra le lunghezze delle falangi del dito medio e anulare sono aurei. Così come è aureo il rapporto tra la lunghezza del braccio e l’avambraccio, tra la lunghezza della gamba e la sua parte 4 inferiore. L’uomo ha acquisito nel corso del tempo un concetto di bellezza che si credeva fosse dovuto ad un puro istinto, ma se andiamo ad esaminare un volto che definiamo “bello” è facile scoprire come le distanze tra gli elementi che compongono il viso sono strettamente legati alla proporzione aurea. E’ in sezione aurea il rapporto tra altezza e larghezza del viso, tra la distanza occhi-mento e occhi-fronte, la distanza bocca-occhi e bocca-mento, altezza e larghezza del naso, lunghezza ed altezza della bocca, larghezza degli occhi e distanza dal centro del viso…etc. etc. Oltre alla divina proporzione abbiamo un’altra caratteristica che non è mai cambiata nel tempo e cioè la simmetria. Osservati da davanti oppure da dietro noi umani siamo simmetrici. Ci sono sempre delle piccole differenze fra la destra e la sinistra che rompono la perfetta simmetria: il cuore sta a sinistra e la scriminatura dei capelli spesso su un lato ma, nonostante questo noi esseri umani siamo in ampia misura simmetrici. Gli animali sono simmetrici, ma anche i veicoli, molti edifici e alcune piante. La simmetria produce stabilità: i grandi edifici in passato venivano sempre impostati simmetricamente. La simmetria è indice di ordine, molti dipinti sono impostati sulla simmetria evocando una impressione di equilibrio e tranquillità. La bellezza quindi è quella che ognuno di noi percepisce in modo differente ma che difficilmente non coincide anche con i criteri della proporzione, della simmetria e dell’armonia che da migliaia di anni definiscono ciò che è ritenuto bello. Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 17 AGRARIA MONTALBANO DOVE PUOI COLTIVARE LA TUA PASSIONE “L’IMPORTANZA DEI TRATTAMENTI ANTIPARASSITARI” F inito il tempo delle potature, nell’oliveto comincia il periodo dei trattamenti antiparassitari. Una pratica colturale che deve essere improntata al rispetto dell’ambiente e alla massima attenzione nei dosaggi e nei trattamenti stessi. Già dallo scorso anno all’Agraria Montalbano abbiamo l’esclusiva dei glucoumati, che sono una molecola innovativa, importante per la sua proprietà di veicolare tutto ciò che viene associata ad essa. In olivicoltura è usata come veicolante per azoto, boro (microelemento fondamentale per la migliore allegagione) e rame. Risulta particolarmente importante veicolare l’azoto quest’anno per favorire la ripresa vegetativa, soprattutto in quelle olivete dove c’è stato un forte impatto dell’inverno con una evidente defoliazione delle piante (in particolare nelle zone basse). L’associazione glucoumati e rame è particolarmente efficace in caso di lotta all’occhio di pavone e rogna dell’olivo, ora in fase di espansione come reazione alle avversità atmosferiche dello scorso inverno. Ormai, dopo l’affermazione dei glucoumati (dei quali, in zona, siamo gli esclusivisti) possiamo affermare che i prodotti senza veicolanti cominciano ad essere ampiamente superati nelle giuste, moderne, pratiche colturali. In collaborazione con una delle più importanti aziende italiane di produzione di fitosanitari – CIFO – che ci propone una nuova molecola veicolante particolarmente indicata nei sistemi di lotta biologica e integrata ormai giustamente diffusa in tante parti del nostro territorio, possiamo proporre ai nostri clienti il BLOK 5 (ammesso anche in agricoltura biologica) composto da microelementi catalizzatori della fotosintesi, da associare al Borfast, prodotto particolarmente penetrante ed efficace vista la sua molecola innovativa. Per quanto riguarda la vigna, l’Agraria Montalbano consiglia una particolare attenzione in questa fase fenologica, all’oidio (malattia dello zolfo) visto l’innalzamento della temperatura e i venti di tramontana. In merito alla lotta all’oidio, da noi trovate prodotti curativi elaborati da SCAM, CERTYS, MAKTESHIM e altre aziende importanti del panorama nazionale ed europeo. Negli orti si segnala la persistenza di notti troppo fresche che impediscono l’accrescimento delle piantine trapiantate. Si consiglia in caso di trattamenti fogliari, di aggiungere FLORAL N, particolarmente indicato per lo sviluppo immediato delle piantine, visto il suo apporto di azoto altissimo. Si consiglia, al rincalzo, concimi granulari alti di azoto, sia organici che organo-minerali e chimici. Dario Bechini - Perito Agrario Da ricordare maggio 2012 *Nell’orto SI semina: in vivaio e in serra: porri, a inizio giugno anche cavolfiori, broccoli, finocchi, scarole, indivie. in pieno campo: prezzemolo, rucola, lattughe da taglio, insalate, radicchi, basilico, fagiolini, ravanelli, fagioli, finocchi. SI TRAPIANTA: in serra: peperoni. in pieno campo: : melanzane, peperoni, cipolle, meloni, pomodori, zucchine, cetrioli, cocomeri. Dai primi di giugno: lattughe, porri, cipolle da inverno. SI RACCOGLIE: in serra e/o in pieno campo: ciliegie, fragole, fave, piselli, zucchine, cetrioli, rucola, lattughe, cavoli, basilico, cipolline fresche, ravanelli, asparagi, carciofi, radicchi. Dai primi di giugno: anche albicocche, pomodori, sedano. *In Giardino: si trapiantano i gerani, ortensie, azalee, camelie e margherite. Si seminano sul posto altea, campanule, fiordalisi. Dai primi di giugno si seminano pratoline e pansé. Attenzione ai vari patogeni animali e vegetali dovuti alle variazioni del tempo. *Nel prato: effettuare, se necessario, il solito taglio ad un’altezza di 3-4 cm. dal suolo. Se le temperature aumentano, a partire dai primi di giugno si consiglia di iniziare le irrigazioni. *Nel frutteto: si raccolgono le ciliegie e, dai primi di giugno, le albicocche. Si tratta negli oliveti contro la rogna dell’olivo. Si opera il diradamento dei frutti in eccesso e i trattamenti contro la ticchiolatura, afidi, cocciniglia, carpocapsa, bolla, corineo, oidio. Si raccomanda prima di intervenire con antiparassitari, di consultarci. Possiamo proporre piani di trattamento. IL PROVERBIO DEL MESE: “Se mignola di maggio, vacci col saggio”. Naturalmente, per le esigenze di ognuno, siamo a disposizione per sopralluoghi in azienda e per consulenze personalizzate presso la nostra sede in via P. Togliatti, n. 334 – Mastromarco, Lamporecchio 18 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 GRAZIE LUCIA! I PARLIAMO DI... l’ultimo commosso saluto a Lucia Giannoni l giorno 18 marzo 2012 è morta nella sua casa di Lamporecchio, con il conforto della fede, Lucia Giannoni. Lucia era l’ultima rappresentante di un gruppo di ragazze che rispondevano ai nomi di Bruna, Luciana, Paolina e Vittoria le quali, negli anni del dopoguerra, animarono con grande dedizione la vita dell’oratorio parrocchiale, gestito dalle suore mantellate. Chi, tra le persone più anziane, non ricorda le “gustose recite” di cui queste ragazze erano registe e attrici e che richiamavano, nei pomeriggi domenicali, un folto pubblico? Lucia, prima insieme alle amiche Bruna e Paolina e poi da sola, ha collaborato con tutti i sacerdoti che via via si sono succeduti alla guida della nostra parrocchia. Dotata di una bella e potente voce, dall’ambone ha proclamato con convinzione la “Parola” e ha animato la liturgia con il suo canto che risuonava nelle ampie navate, soprattutto negli “a solo”. Fino da ultimo ha provveduto alla vendita del settimanale diocesano “La vita” e di “Famiglia Cristiana”, recandosi anche di casa in casa per consegnare capillarmente le copie. Sensibile ai bisogni dei malati, una volta lasciato l’impiego presso la Casa Vinicola Chiappini per raggiunti limiti d’età, si è dedicata all’assistenza dei bisognosi recandosi tutti i giorni presso la Struttura Sanitaria “Carlo Minghetti” e divenendo una figura familiare e molto apprezzata sia dagli assistiti, sia dal personale. Consapevole dell’importanza di dare un contributo per il mantenimento dell’adorazione perpetua nel nostro paese, non ha rinunciato al suo ruolo di adoratrice anche quando le sue condizioni di salute erano diventate veramente precarie. La sua morte lascia un vuoto difficilmente colmabile nella nostra parrocchia e addolora non soltanto il fratello, gli adorati nipoti e le sue amiche, che l’hanno amorevolmente assistita fino all’ultimo giorno, ma anche tutti coloro che l’hanno avvicinata nell’arco della sua lunga vita. I compaesani, pertanto, grati per la sua testimonianza, La salutano con affetto e rimpianto. I CONSIGLI DELL’AVVOCATO - RUBRICA A CURA DELLO STUDIO LEGALE “NICOLIN-FAGNI” Separazione dei coniugi (1): su cosa concentrarsi a cura dell’Avvocato Alessandro Fagni per tentare un “accordo” P L’AVVOCATO robabilmente è un segno dei tempi ma, diversamente do di disciplinare attentamente tutti ALESSANDRO FAGNI da chi crede che si tratti di un luogo comune, i dati gli aspetti per non rischiare di addistatistici dicono che le separazioni ed i divorzi sono venire ad un accordo che non regge effettivamente in continuo aumento. Ed alla sua esecuzione pratica. E quindi i è frequente che chi si trovi ad affrontare coniugi dovranno affrontare tre grandi un simile delicato momento non sappia nodi, correlati fra loro: quello dei figli, nemmeno da dove partire. Di frequenquello dell’ex casa coniugale e quello te quindi la prima domanda che viene economico. Il primo e più importante posta all’avvocato è: “come facciamo a riguarda, se ve ne sono, l’affidamento separarci o come faccio a separarmi?”. dei figli, precisando che, diversamenÈ bene sapere, infatti, che esistono due te dal passato, la regola adesso è queltipi di separazioni, quella consensuale la dell’affidamento condiviso e quindi e quella giudiziale. Alla prima – che i coniugi dovranno decidere, dove i è sempre quella maggiormente consifigli continueranno a risiedere stabilNella foto una scena dellla “Guerra dei Roses” divertentissimo film sulla crisi di coppia. da www.film.it gliata perché più rapida ed anche meno mente e quali saranno tempi e modi di “dolorosa” - si può accedere solo se i coniugi riescono a visita del coniuge che con i figli non convive. Collegato trovare un accordo su tutte le condizioni della separazioa questo aspetto, vi è quello dell’assegnazione dell’ex ne stessa, nessuno escluso. La seconda è invece residuale casa familiare che, tenuto anche conto della proprietà, rispetto alla prima in quanto vi si ricorre quando nessun di norma sarà assegnata al coniuge che continua a coaccordo sia possibile e dunque si rimette al Tribunale la abitare con la prole o, diversamente, al coniuge econodecisione su come disciplinare gli aspetti inerenti ai coniumicamente più debole. Infine, si affronterà la questione gi e alla prole dopo la separazione. Dopo questa prima, ma economica, ovvero su chi e per quanto graverà l’obbligo fondamentale, informazione procedurale, ci si avventura di mantenimento dei figli e, ove non ve ne siano, del nell’analisi di tutte le condizioni della separazione, cercanconiuge non autosufficiente. Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 19 LAMPORECCHIO LA posta di orizzonti 1) LAMPO: VECCHIE E NUOVE DIRIGENZE - “Gentilissimo direttore prima di tutto complimenti per la sempre più bella ed efficiente sul nostro territorio sua/direi ns. bella rivista. Purtroppo, essendo uno sportivo e tifoso della Lampo, devo denotare con tanto sdegno, ciò che ultimamente sta accadendo all’interno della società. Con troppa facilità viene dimenticato, chi durante gli anni tanto ha fatto per portare e cercare di mantenere l’A.S.D. Lampo1919 con onore nella categoria che attualmente ha. La cosa ancora più raccapricciante è come il neo presidente, si sia presentato ad una trasmissione televisiva (vista da 3/4 della toscana), (N.d.R. TVR) infangando di demeriti la vecchia gestione e non solo il presidente. Prima dell’avvento del neo eletto Marco dott. Giannoni (al quale vanno i miei migliori auguri...ne ha bisogno), la vecchia gestione aveva fatto denotare le difficoltà che si sarebbe andati ad intercorrere visto la precaria situazione mondiale dell’economia e ...non sono mancati i soldi dalle casse, ma semplicemente non sono entrati... il verbale ultimo nella sala consiliare, portava ad un bilancio firmato ed approvato dal sindaco Chiaramonte non in perdita.... cominci qualche LAUTO dirigente paesano a non prendere lui e qualcun altro i ….. chiamiamoli rimborsi, facendo il tutto per il bene della Lampo...è facile infangare,scendere da un carro degli eletti prima e vinti adesso quest’ultimi, per salire sempre sul carro presente...basta stare...al mestolo o come meglio si suol dire. Che dire, speriamo in bene, ma almeno un po’ di coerenza!” - Un lettore di Orizzonti - Lettera firmata - 2) UN GRAZIE AL DOTT. LUPO!! - “Gent. Direttore, vorrei ringraziare pubblicamente il dottor Luigi Lupo per le belle parole con cui ha ricordato mio padre, Gettulio Calugi. A me ed a mia madre, ha fatto molto piacere che, oltre a noi familiari, anche altre persone si siano ricordate di lui in occasione dell’anniversario dei dieci anni trascorsi dalla sua morte”. Daniela e Giuseppina Calugi 3) LA PIANTAGIONE NELLA DISCARICA DI CERBAIA - “Cari Comune di Lamporecchio e Larciano, vi sto interpellando riguardo alla discarica di Cerbaia. In passato vi avevo già chiesto notizie riguardanti la piantagione presente all’interno della discarica. Con molta probabilità trattasi di piante cinesi: non crescono mai o forse si abbassano di giorno per poi crescere di notte; tante sono seccate, altre non sono nemmeno uscite dal tubo nonostante siano state piantate da oltre tre anni. Gli assessori sanno di tutto ciò? Sicuramente Striscia la notizia qualche giorno ve lo domanderà. Grazie per la vostra collaborazione - Vincenzo Cangiamila 4) UNA VIA O UNA PIAZZA PER IL DR. GUALTIERO MARTINI - “Sono molto dispiaciuto per la scomparsa del mio Dottore Martini, persona molto “umana”, umile ed unica. Era sempre presente quando avevi bisogno di lui, scherzava in compagnia: un personaggio da ricordare! Ho chiesto al Comune di Lamporecchio di dedicargli una via, una piazza od altro. Ciao Dottor Martini. - Fam. Vincenzo Cangiamila 5) OCCHIO AL CAMBIO GOMME! - “Vorrei complimentarmi con quell’individuo che ha avuto la bella idea di fare il cambio gomme (con allegato sacchetto nero della sua spazzatura) sulla via che va a Porciano! Bravo! Bella idea! - Una Lettrice - Lettera Firmata 6) UN ANGOLO PERICOLOSO PER I PNEUMATICI - “Ci è stato segnalato che il venerdì, durante il mercato, le auto che girano da via S. Brigida per via Costituzione, si trovano ad effettuare una curva strettissima, spesso ostruita sulla propria destra. Effettuando questa manovra, il problema più grosso è però l’angolo del marciapiede davanti all’edicola Bonfanti che ha già rovinato diversi cerchi e pneumatici. Suggeriamo una modifica come da foto a fianco”. - La Redazione di Orizzonti - 20 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 LAMPORECCHIO LA VESPA E LA 500: DUE PASSIONI CONTAGIOSE P rima della comparsa della FIAT 500, l’auto che a partire dagli anni ‘50 ha motorizzato anche i ceti più popolari, due erano i mezzi di locomozione più gettonati: la Lambretta la cui linea di montaggio fu poi venduta all’India e la Vespa che non è mai tramontata. La prima Vespa fu progettata nel 1946 da Corradino D’Ascanio, ingegnere della Piaggio, ma il modello è presente solo nei musei. Quelle che invece furono messe in circolazione sono datate 1947. Per i collezionisti non è facile recuperare quelle Vespe, il cui costo si può aggirare anche sui 35 mila euro specie per il modello 98 che risale ai primi anni di produzione. Ma passiamo alle quattro ruote: la 500 è stata ed è un simbolo dell’italianità. Un vanto. Un segno di appartenenza. A distanza ormai di tanti anni da quel lontano 1936 quando fu lanciato il primo modello, la Fiat 500, l’utilitaria per eccellenza, continua a riscuotere un successo incredibile, tantissimi sono gli amici che condividono l’amore per questa piccola utilitaria italiana, che con il suo fascino unico ha conquistato milioni di persone. Vi aspettiamo in massa a Lamporecchio, perché quando la Vespa e la 500 chiamano .......... Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 21 LAMPORECCHIO IL 1° MAGGIO A SAN BARONTO IN UNA RIVISTA DEL 1939 D a cura di Stefano Ferrali e Gianluigi Galeotti opo l’interessantissimo cruciverba pubblicato il mese scorso, Gianluigi Galeotti, nostro affezionato lettore e componente dello staff della biblioteca comunale di Prato, ci ha fornito un secondo significativo documento. Si tratta di una rivista del 1939, denominata “Illustrazione Toscana e dell’Etruria” (foto 1). Al suo interno è presente un articolo di quattro pagine che ha come titolo: “Il primo di maggio a San Baronto di Montalbano” facente parte di una rubrica intitolata “Feste del popolo italiano”. Il testo (di cui invitiamo i lettori a notare la diversità d’esposizione rispetto a come siamo oggi abituati) e le foto (di cui abbiamo lasciato le didascalie originali) sono di un giornalista dell’epoca che si chiamava Ermanno Biagini. Abbiamo pensato di fare cosa gradita ai nostri lettori riproponendo integralmente l’articolo e le foto originali. Avremmo voluto inserire la pagine per intero, così come erano state pubblicate all’epoca, ma per motivi leggibilità, siamo stati costretti a riscriverle. Il testo è presente, anche se solo in parte, sul sito della Proloco di San Baronto. La rivista da cui è tratto l’articolo ebbe il suo sviluppo totalmente in epoca fascista. Nel 1923, infatti nacque l’EAT, Ente per le Attività Toscane, la cui rivista ufficiale era “L’Illustrazione Toscana” (che poi divenne ...e dell’Etruria”), e cessò la sua attività nel 1945. Fu diretta, nel primo periodo, da un grande giornalista: Enrico Barfucci (http://siusa. archivi.beniculturali.it.). L’EAT, oltre alla rivista in oggetto, fondò il Maggio musicale fiorentino (1933). Unito con l’Azienda autonoma del turismo, collaborò alla fondazione della Federazione toscana del turismo, promosse la realizzazione del progetto dell’autostrada Firenze-Mare (1928-1932) e la costruzione del campo di golf dell’Ugolino. Ringraziamo ancora l’amico Gianluigi Galeotti per la sua preziosissima collaborazione. N *L’ articolo è un po’ lungo,..... invitiamo però i lettori a leggerlo tutto, perché come facilmente capirete, è molto interessante!!!* arrano le antiche cronache come, alcuni secoli avanti il Mille, in conseguenza di un comandamento avuto in una visione, un fraticello scalzo di ben nobile lignaggio, che aveva nome Baronto, se ne partisse peregrinando dalla Francia, dal monastero di S. Pietro in Logoredo (Berry), e se ne giungesse alfine una notte, dopo aver superato numerosi ostacoli che ebbero ad attraversargli il cammino, alle falde del Monte Albano in Toscana. Tanto era il suo desiderio di toccarne al più presto la cima, che senz’attendere la piena luce del mattino, prese a inerpicarsi su per le falde dirute del monte, valicando miracolosamente botri (N.d.R. tosc., lett. Profondi e scoscesi fossati, dove scorre o ristagna l’acqua) e fratte scoscese, superando l’intrico di macchie da lupi, sfondando forteti irti di rovi; e non ristette, fino a che non ne raggiunse la vetta, doveva in seguito sorgere l’oratorio dedicato al suo nome e al suo culto. Aspra e dura era stata l’ascesa, ma il panorama impareggiabile del vasto mondo che in ogni senso di lassù l’occhio abbracciava, era tale da ripagare ogni fatica; e lo sparuto pellegrino dovette buttarsi bocconi sul terreno rendendo grazie al cielo, nel mentre baciava i macigni affioranti. Una grotta naturale riparò alla meglio dai geli notturni e dalle intemperie le sue membra martoriate; qualche frutto selvatico e una boccata d’acqua sorgiva furono poi sufficienti a sostentare l’asceta nella sua vita solitaria e penitente, intesa soltanto a cercare la via della verità. Così accadde che, stando ivi il pio Baronto nel suo crudo romitaggio, fu più volte osservato dai pastori della valle che giungevano lassù, e ben presto la fama della sua santità se ne andò lontana. Sta di fatto che a lui volle in seguito unirsi un altro gentiluomo di nome Desiderio e ancora fecero poi domanda di associarsi altri quattro giovani, sdegnosi tutti del consorzio delle umane genti. Ma quella vita di stenti e di penitenza non fu lunga, presto infatti se partì per il più lungo, estremo viaggio, il Santo fondatore, quin- 22 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 di il primo suo compagno, S. Desiderio, poi ancora gli altri quattro. E a tutti fu data onorata sepoltura nella piccola cappella, che essi stessi si erano venuti fabbricando, per meglio ottemperare ai loro bisogni spirituali. Le antiche cronache attestano che la memoria di questi santi eremiti fu, dopo la loro morte, ancor più venerata, perché non tardarono ad oprare prodigi in favore di quelli che con fede si rivolsero alla loro intercessione. Anzi, fin dalla lontana Francia sarebbero venuti a prostrarsi qui turbe di pellegrini per onorare il santo che sen’era partito un giorno dalla loro stessa patria; e mercé le larghe oblazioni che i pellegrini tutti vi lasciavano, non tardò a sorgere in quel luogo un’assai degna costruzione. Giacché le celle dei Santi penitenti furono trasformate in un vero e proprio monastero, la cui cura venne affidata ai Padri Benedettini, della congregazione di Cluny. A quale grado di prosperità e di fama si elevasse quindi il santuario sotto la custodia di questi attivi ed esperti Padri, ce lo attestano gli antichi Statuti del comune di Pistoia del 1000, e le cospicue donazioni che al predetto monastero vennero elargite nei primi tre secoli dopo il 1000. I Padri Benedettini continuarono quivi le virtù e l’operosità del santo fondatore, e, oltre alla cura delle anime - occupazione principale - attesero anche a dare sviluppo all’agricoltura, come i bisogni richiedevano. Vi furono quindi dissodate le terre, migliorate le strade, aperti i traffici e i commerci, più per opera loro, che non per diretto intervento delle autorità comunali di quei tempi. Quando più tardi, i pubblici poteri ebbero modo di volgere le loro cure al contado, tra i savi ordinamenti che ancor oggi sono oggetto di ammirazione presso gli studiosi di diritto pubblico, noi troviamo che essi vollero, in certe determinate circostanze in cui il transito dei paesani e dei forestieri diveniva molto maggiore, provvedere alla tutela e alla sicurezza delle principali strade (a quei tempi quasi tutte mulattiere) che collegano Pistoia con le località più eccentriche del suo distretto. E - secondo quello Statuto LAMPORECCHIO la torre campanaria e frammenti di parti - tra le strade che dovevano essere visecondarie nell’originaria pietra forte gilate così nella festa di S. Bartolomeo, scalpellinata, che appare oggi di tinta come in quella di S. Jacopo, patrono molto scura e quasi ferrigna. Nell’interdella città, o nella festa di esaltazione no è notevole la divisione in chiesa indella Santa Croce, troviamo nominata feriore e chiesa superiore o presbiterio, la strada di S. Baronto. al quale si accede per una scala centrale In tale documento, prezioso per la stodi quattro gradini. La parte inferiore è ria delle antiche strade del distretto di ornata di due altari, uno dei quali con Pistoia, si elencano chiaramente le sei tela assai buona del se. XVI. La parte antiche vie che conducevano dalla città superiore ha subito gravi alterazioni, in alla periferia, fino agli estremi limiti del quanto le mura furono più volte rintosuo dipartimento, e da questi a Pistoia, nacate e mal dipinte. L’altare maggiore centro nel quale tutte quante convergeè posto sotto la tribuna, essa pure imvano. biancata e alterata. Frattanto i donativi, le oblazioni e i Degna invece di essere visitata e osserlasciti che il Cenobio di S. Baronto vata è la cripta, a cui si accede per due continuò a conseguire, ne aumentaroscale laterali, poste di qua e di là dalla no continuamente le rendite; cosicché scala centrale che immette al presbiterio. verso la metà del ’300 esso raggiunÈ questa tutta a piccole volte, sostenute geva il massimo della sua prosperità. da un quadruplice ordine di colonne poMa questo periodo fu di breve durata, liformi, di circa quattro metri di altezza. perché qui, più che altrove, si abbatté Essa pure è a forma di croce con tre abfuribonda l’ira dei partiti e delle fazioni sidi o tribune; nelle due laterali è posta dei Bianchi e dei Neri (promosse dalSan Baronto nella suggestiva cornice dei cipressi una grande ara (N.d.R. altare) in forma le rivali famiglie dei Panciatichi e dei rettangolare, coperta da un’ampia lastra Cancellieri), che dalla fine del secolo di marmo bianco, e il suo basamento è tutto incrostato di bozze XIII ai primi del XIV desolarono tanta parte del territorio di quel pure di marmo bianco, alternate con altre di color verde scuro. A Comune, con arsioni, rovine e devastazioni inaudite. É durante metà circa del basamento, sul lato destro, è aperta una finestrella, questi anni che furono asportate o andarono perdute sacre imattraversa la quale i fedeli introducono nell’interno dell’ara, la magini, candelabri d’argento finemente cesellati, e altri preziosi testa, impetrando (N.d.R. impetrare: Ottenere un beneficio con oggetti che arricchivano il tesoro del Monastero. preghiere o implorazioni) dai Santi ivi giacenti la guarigione dei Seguirono alterne vicende riguardo ai beni dell’Abbazia, in conloro malanni. seguenza di una crisi interna dell’Ordine Benedettino, e così acDalle numerose colonne, quasi tutte in pietra serena, sono nocadde che il vetusto edificio fu talvolta lasciato andare in rovina, tevoli e degne di studio le prime due, a facce piane, terminanti tal’altra male riedificato nella parte distrutta. in spigoli, sulla parte superioOggi la Chiesa a croce latina presenre delle quali, presso antichi e ta ancora (N.d.R. ricordiamo che la svelti capitelli, appaiono incisi descrizione effettuata in questo aralcuni ornati appartenenti alla ticolo della chiesa di San Baronto, prima età dell’arte, e un’orante è antecedente alla distruzione avche ci richiama quelle delle cavenuta per opera dei soldati tedetacombe romane. schi il 16/08/1944 - vedi Orizzonti La vetusta abbazia di S. Ban. 14, gennaio 2010), con la sua ronto rimane ai nostri dì quale torre severa e la sua nudità interna, l’abbiamo sopra descritta, ma tracce evidenti della sua costruziotutt’all’intorno quali e quante ne rimontante al Medio Evo; ma si trasformazioni! vede pur chiaramente che nel corso La disagevole mulattiera che dei secoli andò soggetta a notevoli s’inerpicava fin lassù, in mezriadattamenti e alterazioni, che la zo a selve e a sentieri da capre, fanno ben diversa da quello che doè stata fin dall’ultimo quarto di vette essere in origine. Rimangono secolo sostituita da una magniin piedi, infatti, soltanto la facciata, La vendita dei palloni alla festa di San Baronto Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 23 LAMPORECCHIO fica strada provinciale camionabile (N.d.R. che forse oggi sa- al poeta Francesco Redi (N.d.R. chiaramente qui il giornalista rebbe meglio non fosse... visti la quantità dei mezzi pesanti che Ermanno Biagini commise un errore di battitura... il poeta è vi circolano!), che unisce Pistoia con S. Baronto, Vinci, Empoli Francesco Berni!!) ....e per i suoi «brigidini»; poi prosegue per e castelli circonvicini, sulla quale fa servizio per i viaggiatori e Vinci, patria di Leonardo, e per la popolosa Empoli, sulla linea turisti tre volte al giorno una comoda autocorriera postale che ferroviaria Firenze-Pisa, ultima mèta del lieto viaggio. Ma torniamocene ora indietro a S. Baronto, magari per l’altra attraversa luoghi veramente incantevoli. Venendo dalla piana pistoiese, la strada tocca paesetti popolo- strada di Pietramarina, (la più alta vetta del Monte Albano m. 586 s.m.), e dal castello di Carmignano, alsi, come Bonelle, Cantagrillo e Casalguitra culla del Chianti tipico, saliamo a Monte di; incomincia dolcemente a salire dopo il Fiore, dove si trova la «Cisterna», (N.d.R. settimo chilometro da capoluogo, e corre anche la «Cisterna» fu distrutta dai soldati tra due ali di vigneti modello e di oliveti tedeschi il giorno precedente alla chiesa di lussureggianti, che si alternano con tratti di S. Baronto (15/08/1944) - vedi Orizzonti n. folta boscaglia, tutta a palina di castagno e 14, gennaio 2010), ovverosia il relitto della pini. Ampie curve addolciscono l’ascesa, torre dei Banchieri, distrutta nel 1228. che diviene sempre più ripida più ci si avS. Baronto ha assunto ormai da qualche vicina alla sella di S. Baronto. L’orrido dei anno il vero aspetto di una piccola stazione precipizi è però attenuato dalla folta vegeclimatica: i numerosi alberghetti e le catazione dei castagni selvatici, asserragliati sette a due piani, costruite pietra su pietra dalle marruche (N.d.R. arbusti perenni dagli industriosi popolani, molti dei quali molto ramificati e con rami spinosi) e dai fanno campagne estive come camerieri nei rovi; e quindi l’occhio del turista non vi si grandi alberghi viareggini, col segreto scosofferma, ma è attratto più oltre, nella vasta po di raggranellare la somma sufficiente a pianura che, salendo, si disvela sempre più, prepararsi quassù il nido per la vecchiaia, delle valli dell’Ombrone e dell’Arno, limisvelano chiaramente questo suo ultimo attata come un anfiteatro dai monti dell’ApAffetti rustici (presso un casolare di S. Baronto) teggiamento ospitale; casette civettuole, dipennino Pistoiese e del Casentino. pinte a vaghi colori, con vasi di fiori a tutte Brillano al sole giù, in sempre maggiore lontananza, tra scacchiere verdi di campi e di orti, coltivati come le finestre che la pretendono a villini e che si alternano con neaiuole di giardini (famosi i vivai di piante pistoiesi), il campanile gozi di commestibili, i quali si chiamano tutti modestamente.... e le costruzioni della città di Cino (N.d.R. Pistoia), i comignoli e alberghi! le ciminiere fumanti dell’industre Prato, il campanile di Giotto e D’estate il movimento è grande: tutte le pensioni e le case si riil cupolone della città dei fiori, tra innumeri casette agglomerate empiono di villeggianti, appartenenti in genere a quella media borghesia delle città vicine, che si accontenta del rezzo dei cincome greggi pascolanti nei prati, dei molti paesetti intermedi. Ma eccoci giunti a S. Baronto, alla fermata dell’autobus, cosid- quecento metri, anche perché la borsa non permette di salire più detta dell’Indicatore, che prende il nome dal cippo segnamiglia alto o di andare più lontano, al mare per esempio! Pure, qui si sta posto al lato della strada: di qui di disvela sul versante meridio- davvero benissimo: ci si mangia bene, ci si beve ancor meglio, nale, un panorama ancor più suggestivo del precedente, incor- si respira un’aria purissima e veramente balsamica, assai fresca niciato, a partire dalla sinistra di chi guarda, dalla montagnola anche nei meriggi più assolati, perché in questa sella si danno di Siena con dietro l’Amiata superbo e i gioghi di Volterra, la convegno abituale tutti gli zeffiri, che in certi giorni a dire il vero, pingue Valdinievole, il padule di Fucecchio pieno d’acqua a vol- soffiano tanto che a mala pena ci si regge in piedi sulla strada te come un lago, l’Arno fino alle falde della Verruca, i monti di maestra. Pisa e le Alpi Apuane, bianche talora di nevi, ma pur sempre di Ma ci sono degli angoletti, al riparo da ogni vento, nei prossimi marmi, e in fondo in fondo, lucente come una cornice d’argento, boschi, tutti pieni di ciclamini tra soffici muschi, che invitano a sdraiarsi su quelle ideali coltri profumate, come in quell’ameno il mar Tirreno, che balena al sole. Strombetta la corriera per sollecitare i passeggeri, che si attarda- sito detto «La Fraschetta», subito dietro la chiesa, dove è pur no nella bottega del Torrigiani, famosa per le pappardelle sulla tanto bello fantasticare, nel mezzo di quel vasto anfiteatro. lepre e pel genuino «Chianti Montalbano»; imbarca finalmente E, per chi abbia la gamba buona, quanti interessanti paesetti ci questi e la poca corrispondenza e si getta giù a precipizio per la sono qui presso da visitare, quali belle passeggiate da fare, sia sul strada di Lamporecchio, il borgo celebre per aver dato i natali versante di Empoli, come su quello di Pistoia. A non più di 5 km. si trova il castello di Larciano, sul fianco destro del Monte, roc- 24- Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 LAMPORECCHIO caforte dei Conti Guidi fino alla metà del X secolo, avuta in doil Sagrato della Chiesa è pieno di questa marea di gente tumulnazione da Arrigo VI e riconfermata in loro signoria da Federico tuante: le maggiolate, in costumi bizzarri, ornate di biancospino, II; a meno di 4 km. è poi Lamporecchio con la bella villa Rospidi papaveri e pratoline, accompagnano sui cembali le loro nogliosi detta «Spicchio» per essere stata compiuta solo in parte, su stalgiche canzoni; gli improvvisatori e i cantastorie si sfiatano a disegni del Bernini (N.d.R. Queste due informazioni sono errate: ripetere vicende orripilanti a corone di giovinastri, che ora fanno 1) Il disegno della villa è stato attribuito con certezza al Bernini, coro ai ritornelli, ora beffeggiano; le chiromanti dicono la buona mentre i lavori furono seguiti dal suo allievo più fedele e rapventura a chi le gratifica di una lira (e bisogna pur dire che siapresentativo Mattia de Rossi, che progettò no brave a leggere nei reticolati di quelle e realizzò, di fronte alla villa, la cappella palme callose); i mandolinisti e i chitarridei Santi Simone e Giuda 2) Il nome Spicsti suonano la tarantella per dar corda alle chio è antecedente alla costruzione della coppie danzanti; i venditori ambulanti invilla Rospigliosi), per ordine di Clemente fine gettano di peso le loro merci, coperte, IX. E poi ancora: Cerreto Guidi, uno dei tagli d’abito o scialli, in braccio anche a più antichi castelli della Toscana, con una chi non le vuole acquistare, e se questi le Pieve del sec. XIII, le già ricordate Vinci, restituiscono fanno mostra di offenderseEmpoli, Carmignano, e inoltre Serravalle, ne, perché ai prezzi che praticano sono Monsummano, Montelupo e tutti gli altri proprio regalate! paesi e castelli d’ambo le valli, che posE intanto, come api all’alveare, entrano ed sono essere mèta di molteplici e attraenti escono i fedeli dalla piazza nella chiesa, e itinerari per turisti volenterosi. dalla chiesa sul sagrato; e quelli che non Da tempo, si può dire immemorabile, si riescono a penetrare, a forza di gomiti, solennizza in S. Baronto, il primo maggio dall’angusta porta dell’abbazia, gridano di ogni anno, una festa che ha grido sopra che vogliono andare anche loro a mettetutte le feste consimili dei dintorni. re la testa nella buca per sentire il rumoDa religiosa, com’era essenzialmente in re delle acque del Giordano (come vuole origine, cioè di genti che venivano in pella leggenda) e così guarire di tutti i mali. legrinaggio di lontano per rendere omagPazienza! A poco per volta verrà il turno gio e chieder grazia ai Santi ivi sepolti, di ognuno: come a tutti toccherà un calice acquistò in seguito sempre più l’aspetto del buon vino, recato quassù in abbondandi festa profana, carattere di maggiolata Casolare di montagna a S. Baronto (Pistoia) za dalle vigne del Giusti e del Berni, come e di lieta scampagnata popolare. Una meda quelle di Leonardo e di Cino. moria del 1792 dice addirittura che già a Poi le coppie si sparpagliano: i più vanno quei tempi era una «festa rumorosissima non consistente che in a far merenda e a meriggiare nei prati, oppure alla Fraschetta o chiassi, balli e canti». sotto ai pini di faccia. La festa subisce una sosta, come per far Conferì certo alla rinomanza di questo luogo anche l’eccellenriprendere il fiato ai festaioli stonati dal tanto urlare: poi gli strilli te «topazio pigiato in Lamporecchio» - come lo cantò il Redi si ravvivano, le danze riprendono i giri, anche se non si va ormai -; infatti l’aroma di questo prodotto della vite, che fruttifica tra più a tempo di musica, e si rinnovano canti e suoni, come dalla il macigno e il galestro, è gustoso e inebriante a tal punto, che cenere nuovamente attizzata sprizzano le ultime faville. potrebbe ripetersi sopra l’ingresso delle pingui cantine di S. BaE finalmente viene la sera: e alla sera, in montagna, segue preronto il famoso verso che i senesi scrissero in Fontebranda: «Qui sto la notte: ed è subito buio fondo. Torna così poco a poco a bibit inde furit» (N.d.R. Chi ne beve diventa pazzo). Il vino di ristabilirsi la quiete e il silenzio abituali al romitaggio del santo queste terre raggiunge infatti, e spesso sorpassa, il quattordiceBaronto, che venne qui a trovar pace dalla lontana Francia, dopo simo grado di alcolicità: è non è dir poco, se si aggiunge che un lungo, faticoso cammino. E ora le lucciole, che fanno luce dei il sapore inoltre è più che squisito! Non bisogna quindi alzare campi al grano che cresce rigoglioso e sta per sbocciare le biontroppe volte il gomito, perché questa bevanda fa passare presto de spighe benedette, si raccontano forse l’un l’altra la storia sedal divino .... al demoniaco! colare del pio Patrono di questa fertile terra; semplice e attraente Dalle due valli dell’Ombrone e dell’Arno salgono, dunque, istoria, come semplici e pur affascinanti sono tutte le leggende a cantar maggio brigate festose di buontemponi d’ogni ceto e del buon tempo antico. d’ogni classe, ma in maggioranza giovanotti e ragazze del contaTesto e fotografie di Ermanno Biagini, 1939 do in vesti sgargianti all’ultima moda..... di Lamporecchio. Tutto Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 25 LAMPORECCHIO ASD LAMPO 1919 La crisi..., la bandiera..., la chiarezza..., gli albanesi...!! di Marzio aro Direttore, ti ringrazio anticipatamente per l’accoglienza che spero, vorrai darmi sul tuo mensile perché credo sia opportuno e necessario portare a conoscenza di tutti i veri motivi della “crisi” nata all’interno dell’A.S.D. Lampo 1919, società fino qualche giorno fa da me presieduta. All’inizio dell’attuale stagione calcistica, dopo aver attentamente analizzato il bilancio di previsione, fu ritenuto necessario un taglio delle spese pari al 30% nei confronti di quelle sostenute in precedenza, essendo venuti a mancare per vari motivi, non ultimo la crisi economica ormai radicale, finanziamenti importanti e decisivi per una realtà come la nostra, che erano stati invece presenti negli anni precedenti e ci avevano permesso di risollevare e riportare la Società al livello attuale. Con questo spirito furono incaricati per le trattative con i giocatori il Direttore Tecnico Carlo Panati insieme allo sportivo e sostenitore Roberto Carli. Alla fine delle trattative il bilancio della Società si ritrovò con una spesa ben al di sopra di quella preventivamente concordata, di poco inferiore all’anno precedente motivata, allora, da chi aveva operato, come spesa necessaria per il conseguimento di una tranquilla salvezza della squadra. Oltre a questo fu deciso l’acquisto di giocatori per rifondare la squadra Juniores che si accingeva a disputare l’importante campionato Regionale di categoria. Dei suddetti acquisti s’interessarono direttamente il Direttore Sportivo Varo Mugri e l’allenatore Riccardo Panati, coadiuvati dal Direttore Tecnico Carlo Panati. Non solo quindi non furono fatti i tagli indicati per i rimborsi ai giocatori, ma fu effettuata anche un’ulteriore spesa di circa 20.000,00 € a fronte di finanziamenti previsti da sponsor e sostenitori molto inferiori rispetto al passato. Non ho quindi partecipato direttamente a nessuna operazione di carattere economico-finanziario né mi sono C 26 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 Venturini opposto a nessuna di queste, confidando nel promesso maggiore impegno da parte del Consiglio Direttivo da me rappresentato per recepire le risorse mancanti. Nel mese di Dicembre però, al manifestarsi dell’impossibilità di mantenere gli impegni presi, dopo i numerosi richiami al Consiglio Direttivo, ci fu da parte mia l’ulteriore richiesta di aiuto alle realtà imprenditoriali locali che però cadde nel vuoto. Rimasi quindi da solo al timone di una barca che stava affondando in quanto, nel frattempo, Francesco Cinelli, amministratore della contabilità e “fac-totum” della società, la cui unica colpa fu quella di aver detto ai giocatori la verità in merito alla situazione finanziaria, forse nella forma sbagliata ma giusta nella sostanza, rassegnò le dimissioni, stanco delle offese e delle chiacchiere gratuitamente false e lesive della propria persona e serietà, createsi all’interno del Consiglio e diffusesi poi a macchia d’olio in paese. Mi sono così ritrovato sempre più solo a gestire una situazione che si faceva ogni giorno più difficile, attaccato soprattutto da quelle persone che non volendo riconoscere i propri errori o non volendosi impegnare ulteriormente per risolvere i problemi, cercavano un colpevole unico indicandolo nella mia persona, in quella del Presidente Marzio Venturini. A gran voce e da più parti, a partire da alcuni componenti il Consiglio Direttivo passando da membri retribuiti dello staff tecnico fino ad arrivare a famigerate “cricche” paesane, furono chieste le mie dimissioni. Bene, se le avessi date in quel momento, oggi la Lampo non esisterebbe più sportivamente parlando: sarebbe stata cancellata dal campionato! Ho dovuto superare offese, calunnie, attacchi e sortite di ogni tipo tappandomi le orecchie e non sempre la bocca. Ho dovuto sopportare tra l’altro anche osservazioni sulla mia moralità da chi si è detto “bandiera” della Lampo, bandiera però, e mi preme precisarlo, che non ha mai sventolato senza il soffio delle lire prima e degli euro poi. LAMPORECCHIO La cosa più disdicevole e deprecabile è stata però l’accusa rivoltami di poca chiarezza nella gestione economica e finanziaria della società: bene, nell’Assemblea Straordinaria dei Soci svoltasi in Comune e presieduta dal Sindaco, a precisa domanda in merito, è stato risposto che la contabilità era REGOLARE. A proposito di chiarezza vorrei sapere quanta in questi anni, eccezion fatta per il torneo dei Rioni dello scorso anno, la Lampo ne ha avuta in merito alla gestione del bar Azzurro, dal quale non è mai rientrato nessun contributo o apporto economico e per il quale come Società sono stati pagati regolarmente acqua e tassa sui rifiuti. Questi sono i fatti che sono pronto a sostenere dovunque e con chiunque anche perché conosciuti da tutti. Sono contento di aver lasciato la Lampo in buone mani dato che per gran parte il Consiglio Direttivo è formato da quei personaggi che fin ora hanno fattivamente contribuito all’insorgere delle situazioni sopra esposte e i nuovi “sportivi” sono per lo più personaggi coreografici, pittoreschi e più adatti in certi casi ad uno spettacolo Circense. La gestione di una società non è uguale a quella di una “baracconata” da Fiera, non servono signori adatti solo ad accaparrarsi tute e giubbotti, propensi più a partecipare alle cene, sempre che siano “a sbafo” con le gentili consorti al seguito che a contribuire, pur essendo nelle loro possibilità, con il pagamento del biglietto o con l’abbonamento ad un migliore e più corretto andamento della Società. Sono stato da questi criticato di non far pagare il biglietto ad alcuni tifosi albanesi, Adrian e Giorgio in particolare, ma qui colgo l’ulteriore occasione di ribadire che la mia stima va a questi ultimi che hanno dato sostegno sincero ed accorato alla squadra durante tutte le partite anziché a quei parassiti che s’infiltrano, per apparire in divisa, in qualsiasi associazione del paese. Il mio racconto sarebbe lungo ma ora è giunto il momento di staccare, augurandomi che i nuovi riescano a dedicare più tempo e più risorse economiche di quanto abbia fatto io negli ultimi dodici anni insieme perlopiù ad amici veri e sinceri. Ringrazio Filippo e Giampaolo Morosi, Fabio e Luca Bruno con le società che rappresentano, la Carrozzeria La Nuova, la Triger nella persona di Antonio Trivigno, Denni Mariotti e l’Europallets, la ditta Anteo Srl, la Paimex di Papini, la Vescovi Renzo Spa e tutti gli altri che con il loro contributo hanno permesso alla Lampo di salire dalla Seconda categoria all’Eccellenza. La mia gratitudine va inoltre, per le capacità e la professionalità, al Mister Andrea Petroni, al Preparatore dei portieri Stefano Migliorini che mi onora di un’amicizia che dura da lungo tempo, ad Alfio Petralia, galantuomo nel suo ruolo nella società e grande attore della “Compagnia della Mezzanotte”, a Francesco e Nicola Cinelli per il loro insostituibile apporto e al Sindaco Giuseppe Chiaramonte che si è veramente adoperato perché questa spiacevole e incivile situazione di linciaggio morale trovasse la fine. Voglio chiudere con una precisazione necessaria a chiarimento di voci tendenziose e non rispondenti a verità che ancora circolano in paese: al momento delle dimissioni da Consiglieri della società da parte dei sig.ri Filippo Morosi e Fabio Bruno, i conti erano perfettamente in ordine con la presenza delle risorse economiche necessarie ad onorare tutti gli impegni presi durante la stagione 2010-2011. Solo successivamente furono prese decisioni diverse e non previste, come il pagamento dell’8° mese di stipendi, le quali fecero anche si che, in parte, un fornitore non venisse saldato: questi fatti, per onore di verità, sono pertanto estranei e non attribuibili al vecchio Consiglio della ASD Lampo. Questa battaglia, da me combattuta senza averla provocata, mi ha dato comunque la possibilità di valutare realmente per quello che sono alcuni che fino ad ora ritenevo amici e, mi ha fatto riallacciare rapporti interrotti da anni, come nel caso del M.llo Marello Venturi, con persone da sempre veramente vicine alla Lampo. Ringrazio tutti coloro che, pubblicamente o nelle cene alle quali hanno partecipato, hanno speso parole offensive e diffamatorie nei miei confronti, il paese dove tutti siamo conosciuti valuterà e, citando un vecchio detto del mio nonno, “il tempo sarà galantuomo”. Sempre Forza Lampo!! La storica partita giocata dalla Lampo contro la Pistoiese nel campionato scorso 2010/11 (Foto Nucci) Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 27 LAMPORECCHIO IL PARTIGIANO NATALE TAMBURINI, MARTIRE DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE L amporecchio è un comune che occupa l’estremo sudest della Provincia di Pistoia ed ha una popolazione che, partendo dai circa 5.600 abitanti degli inizi del secolo scorso, ha avuto un andamento demografico caratterizzato da una leggera flessione quando, intorno alle due guerre mondiali, la popolazione delle campagne si 1 è spostata verso le città e un incremento in tutti gli altri periodi, soprattutto negli ultimi quindici anni in cui si è avuto un trasferimento di popolazione dai centri più grossi verso quelli minori; queste variazioni hanno portato la popolazione attuale del comune intorno agli 8.000 abitanti. Il nostro comune è conosciuto in tutta la Toscana per il dolce tipico, il “brigidino”, che gli ambulanti locali vendono, praticamente da tempo immemorabile, almeno in tutte le fiere e sagre della regione. A livello politico, Lamporecchio è conosciuto in tutta Italia dagli addetti ai lavori e dagli appassionati perché, in occasione delle varie tornate elettorali, ha sempre conteso a Castelfiorentino e talvolta anche ad altri comuni il ruolo del comune in cui il Partito Comunista Italiano prendeva più voti che altrove. Questo ruolo di Lamporecchio, come centro in cui le forze di sinistra hanno avuto una forza particolare, non è recente ma affonda le radici nel primo movimento socialista di fine ottocento; elementi fondamentali per la crescita della sinistra a Lamporecchio sono stati la presenza della mezzadria e di due grosse fabbriche di erbe ornamentali ma, soprattutto nelle frazioni di Cerbaia e Mastromarco, le idee di sinistra hanno attecchito quasi indistintamente su tutti i ceti sociali; inoltre Lamporecchio non è un’isola ma semplicemente la punta di un iceberg in quanto, se cerchiamo di suddividere il territorio italiano in aree sociali e culturali omogenee e cerchiamo d’individuare quella in cui le forze di sinistra sono sempre state più forti, questa è senz’altro la striscia che si è formata intorno all’Arno e all’Elsa e che (seppur suddivisa politicamente nelle Provincie di Pistoia, Firenze, Pisa e Siena) va da Larciano a Poggibonsi ed alla quale il nostro comune appartiene. 28 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 di Ivo Pasquetti In questo contesto è risultato normale che Lamporecchio abbia dato un contributo fondamentale all’antifascismo e alla resistenza. Prendendo in esame questo periodo il nostro pensiero non può non andare a Natale Tamburini, (foto 1) un antifascista che, a livello locale, ha avuto un ruolo di primo piano nella lotta contro il fascismo e contro le forze d’occupazione tedesche e che, se non l’unico, è stato il più noto fra i cittadini di Lamporecchio che sono caduti combattendo durante la guerra di liberazione. Natale Tamburini era nato a Carmignano il 25 dicembre 1903, dopodiché si era trasferito a Lamporecchio, prima a Porciano con i genitori e i fratelli, infine in Cerbaia, già frazione di residenza della moglie Sensi Celide che aveva sposato l’11 gennaio 1936; l’ultima abitazione in cui è vissuto il Tamburini è la casa che attualmente si trova all’indirizzo di Via Cerbaia n. 165. Natale Tamburini aderì abbastanza giovane al Partito Comunista Italiano e, nei primi anni trenta, per evitare la repressione fascista, fu costretto a emigrare prima in Belgio e poi in Francia ove fece l’operaio; il 27 maggio 1935 rientrò a Lamporecchio tornando a fare il mezzadro. Rientrato in Italia, soprattutto dopo il trasferimento nella frazione di Cerbaia ove trovò un movimento antifascista che, seppur clandestino, era particolarmente forte, si distinse nell’organizzazione del Partito Comunista e del “Soccorso Rosso”, un’organizzazione che raccoglieva fondi a favore dei volontari che, in quel periodo, combattevano a fianco della Repubblica Spagnola. In questo periodo, soprattutto dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Tamburini fu il motore del movimento clandestino e fu di esempio per molti compagni più giovani che rammentano soprattutto per il coraggio, per i forti principi morali e per le grandi motivazioni politiche; alcuni compagni ricordano la raccomandazione (che poi egli metterà in pratica) che, qualora un compagno cada nelle mani dei fascisti, anche sotto tortura, debba evitare di fare i nomi di quanti hanno lottato insieme a lui affinché LAMPORECCHIO non accada che anche costoro siano scoperti e subiscano delle ripercussioni. Quanti lo hanno conosciuto mettono in evidenza, non solo l’aspetto del militante politico, ma anche le forti qualità umane che si portava dietro. Nel particolare clima repressivo seguito all’8 settembre 1943 e all’instaurazione della Repubblica Sociale Italiana i fascisti capirono naturalmente che Natale Tamburini collaborava con la resistenza e, per ben due volte, cercarono di ucciderlo presso la sua abitazione. Dopo il secondo tentativo Natale fu costretto a fuggire da casa e a darsi alla macchia nascondendosi nelle case e nelle capanne della zona. Durante questo periodo in cui era costretto a nascondersi continuò a fornire supporto alle formazioni partigiane che operavano sull’Appennino e a partecipare ad azioni partigiane isolate. Un compagno ha raccontato di averlo incontrato quando, da solo, armato di particolare coraggio e sperando di non essere scoperto, trasportò un carro pieno di armi ai partigiani del Monte Morello. Partecipò, fra l’altro, a due azioni partigiane notturne contro le truppe tedesche, azioni entrambe riuscite, svoltesi in luoghi non lontani dalla frazione di Cerbaia, l’assalto ad un piccolo deposito di munizioni in località Poggioni e la distruzione di un carro armato in località Ponte di Feroce. Infine entrò a far parte della colonna partigiana intitolata a “Magni Magnino” (combattente del pistoiese caduto in battaglia contro i tedeschi) che operava sulla montagna pesciatina. Mentre partecipava con questa formazione all’assalto a una carovana di automezzi tedeschi sull’Autostrada Firenze/Mare fu ferito e catturato dai nazisti che lo trasportarono all’Ospedale di Pescia ove lo piantonarono affinché non potesse fuggire. Quando le condizioni di salute di Natale migliorarono i compagni di Lamporecchio e di Pescia fecero dei progetti per liberarlo ma non riuscirono a metterli in pratica perché, prima di loro, arrivarono i tedeschi che lo prelevarono con il chiaro intento di torturarlo per cercare di fargli rivelare i nomi dei compagni che avevano collaborato con lui. Dopo averlo torturato, lo seppellirono vivo nel giardino della Villa Matteucci in località San Colombano, nei pressi di Segromigno in Monte, nel comune di Capannori; la notizia della sepoltura da vivo è stata fornita dalla testimonianza di una donna che abitava lì nei paraggi e confermato dal fatto che Natale aveva in una mano una ciocca di capelli che, probabilmente, si era strappata e l’altra mano in bocca come se la mordesse. I compagni hanno fatto notare che, durante la tortura, Natale Tamburini ha messo in atto, su se medesimo, l’insegnamento di non rivelare i nomi di coloro che avevano collaborato con lui; è ovvio che, in caso contrario, costoro sarebbero stati individuati e arrestati dai fascisti. Non si hanno notizie certe sul giorno della morte di Natale ma si sa che questo non è stato molto lontano da quando, agli inizi di settembre del 1944, sono state liberate queste zone. Natale Tamburini è rimasto nella memoria dei comunisti e degli antifascisti di Lamporecchio; si rammenta che, poco dopo la sua morte, è stata fondata, a pochi metri da quella che era stata la sua ultima abitazione, una Casa del Popolo che porta il suo nome mentre, sempre in quella zona, negli anni ottanta gli è stata intitolata una strada; nel periodo a cavallo fra gli anni settanta e ottanta, presso la Casa del Popolo di Mastromarco, è stato costituito il “Gruppo Culturale Mastromarco Natale Tamburini” che ha organizzato per vari anni un concorso di letteratura e di disegno nelle scuole. Nella foto a fianco, alcuni partigiani vengono fucilati dai soldati nazi-fascisti Natale Tamburini riposa, insieme alla moglie Celide, nel cimitero di Lamporecchio, se qualcuno gli porterà un fiore ricordi che “..quello è il fiore del partigiano morto per la libertà!” Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 29 LAMPORECCHIO ISTITUTO COMPRENSIVO DI LAMPORECCHIO: PROGETTO INTERCULTURA “Un viaggio nel mondo” Girotondo con i bambini di tutto il mondo L a cura delle insegnanti della scuola dell’infanzia di Mastromarco e nazioni europee sono diventate multiculturali e lo diventeranno sempre di più. È importante rispettare ogni cultura poiché ognuna ha una propria specificità. Pertanto al fine di conoscere “gli altri” nella loro realtà e per poter interagire con loro, con il loro mondo di valori e il loro sistema di comportamenti, già da qualche anno nelle nostre scuole viene svolta l’Educazione Interculturale, già a partire dai bambini delle scuole dell’Infanzia dell’Istituto. Il progetto “Un viaggio nel mondo” Girogirotondo con i bambini di tutto il mondo…., nella scuola dell’Infanzia di Mastromarco, che ha visto coinvolti i bambini di 3-4 e 5 anni, è iniziato nel mese di Gennaio. I bambini inizialmente hanno avuto modo di osservare il mappamondo e il planisfero. In seguito insieme alle insegnanti hanno scritto delle lettere ai bambini dei 5 Continenti (Asia, Africa, Oceania, Europa e America) che sono state spedite il 31 gennaio tramite “tanti palloncini colorati” (N.d.R. vedi foto a fianco). Dopo qualche giorno è arrivata una “valigia” e i bambini, sorpresi e in attesa, hanno osservato cosa ci hanno mandato i bambini dall’Africa: bambole, libri, foto, strumenti musicali e tanti altri oggetti che appartengono alla cultura africana. Adesso siamo in attesa di altre valige che arriveranno da altri Continenti. Nel frattempo, in occasione della festa del Carnevale le insegnanti, relativamente al Progetto in corso hanno deciso che il “ tema “ per questo anno scolastico era: “Noi come tutti i bambini 30 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 del mondo”. I genitori come sempre, si sono attivati in modo molto creativo a realizzare i costumi per i propri figli, rappresentando i bambini di tutti i continenti. Le insegnanti, i bambini ed i genitori sono rimasti soddisfatti dell’iniziativa e la festa che ha coinvolto tutti in modo giocoso, è stata veramente un girotondo di mille colori. Il progetto naturalmente non è ancora terminato, anche perché siamo consapevoli che il tema trattato non può essere esaurito con poche specifiche lezioni, ma sarà quotidianamente preso in considerazione per poter raggiungere gli obiettivi previsti. LAMPORECCHIO LE ENERGIE RINNOVABILI a cura degli alunni della 3ªC della “Scuola Media Francesco Berni” in collaborazione con gli insegnanti Tortora e Francesconi e il responsabile del Progetto INFEA Luca Doretti. L a classe 3ª C dell’Istituto Comprensivo di Lamporecchio, nell’ambito del progetto INFEA ha avuto tre incontri con un responsabile (Luca Doretti) allo scopo di educare gli alunni al rispetto dell’ambiente in particolare sull’utilizzo delle fonti rinnovabili. Il percorso è iniziato con un dibattito sulle differenze tra le fonti rinnovabili e non, valutandone i rispettivi vantaggi e svantaggi. Con una storia illustrata a fumetti, noi alunni abbiamo ripercorso le tappe fondamentali della storia dell’energia partendo da quella muscolare degli uomini primitivi fino ad arrivare al combustibile fossile, ci siamo quindi soffermati sul petrolio e sul suo largo utilizzo. I Paesi produttori di questa fonte determinano il suo prezzo a seconda della quantità estraibile e dei costi di estrazione e abbiamo inoltre costatato che nella filiera si aggiungono ulteriori costi a quelli di produzione; pertanto vi sono gravi conseguenze per i consumatori che vedono aumentare ogni giorno il prezzo della benzina, del gasolio e del gas domestico. Considerati i costi eccessivi dei combustibili fossili, abbiamo valutato quali potessero essere delle buone pratiche di risparmio energetico nella vita quotidiana: per esempio nell’uso del riscaldamento domestico bisogna fare attenzione a controllare periodicamente la caldaia, installare valvole per regolare la temperatura in ogni stanza, spegnere il riscaldamento quando in casa non c’è nessuno,ecc... Nell’uso dell’illuminazione non tenere accese le luci quando non servono, utilizzando lampadine a basso consumo si potrà risparmiare fino al 80% dell’energia elettrica, inoltre è utile posizionare le scrivanie e i tavoli da lavoro vicino alle finestre per sfruttare la luce solare. Anche nell’uso degli elettrodomestici bisogna avere determinati accorgimenti: spegnerli quando non servono, non lasciando i led accesi, usare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico, non aprire inutilmente il frigorifero. Anche gli stili di vita adeguati possono aiutare a non far lievitare il costo della bolletta come ad esempio evitare di usare l’ascensore per pochi piani, utilizzare strumenti sola- ri al posto di quelli elettrici, spegnere il computer durante la pausa pranzo o per pause maggiori di quindici minuti, chiudere bene porte e finestre quando il condizionatore è acceso e con quest’ultimo ad una temperatura intorno ai 25°C. Così ci siamo accorti che seguendo queste semplici regole possiamo risparmiare sul costo della bolletta e salvaguardare l’ambiente. Con l’aiuto di una tabella per un primo calcolo dell’impronta ecologica personale, basata sul consumo degli alimenti, del riscaldamento, dei trasporti e dell’elettricità, abbiamo misurato approssimativamente quanto incidiamo mensilmente sull’ambiente: abbiamo constatato che la nostra impronta ecologica è superiore alla media italiana, la qual cosa ci ha indotto a pensare che i nostri consumi energetici sono eccessivi e che quindi si sprecherebbero più ettari di terreno di quelli necessari. Anche in relazione a tanti altri Paesi il nostro consumo risulta essere eccessivo. Parte finale di questo percorso è stato un gioco di ruolo ambientato durante un’ipotetica IIIª Guerra Mondiale in cui noi alunni eravamo in un bunker e dovevamo scegliere se far entrare o meno una o più delle quattro persone (un venditore, un fabbricante, un rivenditore e una guardia forestale che inconsapevole comprava da quest’ultimi bombe inquinanti per l’ambiente). In base alle nostre scelte abbiamo capito che la persona che assolutamente non andava salvata era la guardia forestale perché ignorava la composizione chimica di questi esplosivi e le conseguenze sulla natura. Lo scopo di questo gioco era di farci capire l’importanza di leggere l’etichetta dei prodotti che acquistiamo. In conclusione i nostri motti sono: “Insegna alla gente a non sprecare corrente per il rispetto dell’ambiente”; “Usa fonti rinnovabili se vuoi visitare ancora posti formidabili”. Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 31 LAMPORECCHIO E LARCIANO LA STAGIONE TEATRALE CHIUDE IN BELLEZZA CON “SUSSI E BIRIBISSI – VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA” * Teatro Comunale di Lamporecchio: sabato 28 aprile e sabato 5 maggio, alle ore 21,00 * L a cura della Compagnia della Mezzanotte a Compagnia della Mezzanotte sta per tornare. Per il terzo anno consecutivo abbiamo il piacere di chiudere la stagione teatrale del nostro beneamato Teatro Comunale. In bellezza, si spera! Certo non avremmo potuto ripresentarci a questo atteso appuntamento annuale se non avessimo creduto fortemente di riuscire a confermare il successo ottenuto nelle passate stagioni. Successo, lo diciamo comunque con modestia e gratitudine verso tutti coloro che vi hanno in qualche modo contribuito, confermato, oltre che dal gradimento dimostratoci, dal numero stesso degli spettatori: circa 750, fra grandi e piccoli, nel 2010, al nostro debutto con “La Bella, la Bestia e l’Allegra Combriccola”, e oltre 1.100 l’anno scorso, quando abbiamo presentato la nostra versione originale di “Pinocchio”. Anche quest’anno abbiamo messo in programma 6 spettacoli, di cui quattro, al mattino, per gli alunni delle scuole di Lamporecchio e Larciano e due per il pubblico adulto, che si terranno sabato 28 aprile e sabato 5 maggio, alle ore 21,00. Ancora una volta abbiamo voluto realizzare uno spettacolo “a doppia lettura”, in grado cioè di piacere a grandi e piccoli. Questo perché desideriamo da una parte non rinunciare al genuino entusiasmo che solo i bambini sanno provare e far rimbalzare su di noi dalla platea, e dall’altra catturare il pubblico degli adulti, che potranno cogliere appieno l’arguzia dei personaggi, il colore delle caratterizzazioni, la piacevolezza ed il ritmo serrato di un linguaggio intriso da uno spirito “toscanaccio”, diretto, ironico, trascinante. All’uscita di questo articolo Lamporecchio e Larciano dovrebbero già essere tappezzati dalle nostre locandine, che con un disegno di sapore antico mostrano i protagonisti stessi della vicenda, Sussi e Biribissi, nell’atto di scappare da una fornitissima cantina, prima che diventi per loro una vera e propria prigione. Per scrivere il copione ci siamo ispirati a un divertente romanzo di “Collodi Nipote”, alias Paolo Lorenzini, nipote, appunto, del celeberrimo Carlo Lorenzini, autore di Pinocchio. La storia, ambientata in un popolare quartiere di una Firenze di fine 800, narra le avventure di due giovanotti un po’ stravaganti, che per realizzare i propri sogni di gloria non esitano 32 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 ad abbandonare momentaneamente gli studi per il diploma e ad improvvisarsi esploratori delle viscere del nostro pianeta. In effetti, folgorati dalla lettura di uno dei più famosi romanzi di Giulio Verne, “Viaggio al centro della Terra”, i due amici per la pelle decidono di emularne le gesta e di partire senz’altro alla conquista del famoso centro. Così, una volta individuato, in un fognone comunale, quello che appare loro come una possibile varco di accesso alla “via della gloria”, i due partono senz’altro La locandina dello spettacolo di quest’anno LAMPORECCHIO E LARCIANO per l’avventuroso viaggio, carichi di improbabili “attrezzi da esploratore” e provviste in quantità, accompagnati dal fedele amico Buricchio, un gatto di molto giudizio. Ben presto divisi a causa di un imprevisto, Sussi e Biribissi si ritroveranno dopo qualche tempo profondamente cambiati sia nel fisico che nel comportamento. Quello che succederà nei meandri sotterranei e poi in superficie, una volta terminato il viaggio, è tutto da scoprire, ma sicuramente lo spettacolo non lesina sorprese, capovolgimenti di fronte, situazioni paradossali ed esilaranti. Il libro di Collodi Nipote conobbe una grande fortuna per molti decenni dopo la pubblicazione, avvenuta nel 1902, venendo annoverato fra i classici della letteratura per l’adolescenza, ma poi finì a poco a poco negli archivi delle biblioteche. La Compagnia della Mezzanotte è felice di averlo riscoperto e di riproporlo al pubblico, in questa versione teatrale che ci risulta mai prima realizzata. Nel copione la vicenda è un po’ rimaneggiata, per adattarsi alle tavole del palcoscenico, ma conserva intatta tutta la sua freschezza e vivacità, e soprattutto un senso dell’umorismo davvero trascinante. Lo spettacolo è arricchito, come è ormai nostra consuetudine, da diverse canzoni originali, che lo rendono ancora più divertente e frizzante, sottolineando la psicologia dei diversi personaggi. cardine della Compagnia è la devoluzione in beneficenza di tutti gli utili delle proprie iniziative. Il primo beneficiario è stato il Meyer di Firenze, poi, l’anno scorso, gli utili di “Pinocchio” sono andati all’Ospedale di Spicchio, e quest’anno è la volta degli Istituti comprensivi di Lamporecchio e Larciano. L’idea è quella di finanziare progetti scolastici da concordare con gli Istituti stessi, fortemente penalizzati dalla scarsità delle risorse a disposizione. Altra cosa significativa, già dallo scorso anno la Compagnia della Mezzanotte, su apprezzabile iniziativa dell’Assessore alla Cultura, Chiara Francesconi, collabora con il Comune su base continuativa, fornendo alcuni servizi, su base di volontariato, per la gestione della stagione teatrale amatoriale, unitamente alla Compagnia Marvesio, nell’ambito di un progetto di gestione ottimale del Teatro Comunale, in tempi di ristrettezze economiche. Questo ci sembra il modo migliore, da parte delle Compagnie locali, per vivere appieno lo spirito del teatro e permettere al nostro Teatro Comunale di continuare a rappresentare la più importante risorsa culturale del nostro territorio. E adesso bando alle ciance. Prenotate i biglietti e regalatevi una serata di spensieratezza, il 28 aprile e il 5 maggio prossimi, con Sussi e Biribissi. Per la Pre-vendita potete acquistare i biglietti presso il Ed ora due parole sulla Compagnia. Bar-Pasticceria Sandro Vero. Per informazioni La passione per il teatro nasce circa una quindicina di chiamare il numero 333 6130736 anni fa quando un nucleo di genitori della Scuola dell’InVisto il fine benefico dei due spettacoli.....(l’incasso sarà fanzia di Borgano, sotto la guida della maestra Teresa devoluto alle scuole di Larciano e Lamporecchio) Mattugi, allestisce uno spettacolo di Natale per i bambi...vi aspettiamo numerosi!!! ni. Da allora tali spettacoli si sono susseguiti senza interruzioni, Natale dopo Natale. Nel 2009, tuttavia, la svolta. La Compagnia si rifonda, si apre all’esterno (attualmente è costituita da circa venticinque persone, fra attori, tecnici, costumisti, scenografi e collaboratori vari, tutti abitanti a Lamporecchio) e decide di allestire spettacoli di una certa ambizione presso il Teatro Comunale di Lamporecchio, con il patrocinio di quest’ultimo. L’impegno passa da stagionale ad annuale, la passione si Due immagini degli spettacoli messi in scena dalla Compagnia della centuplica, alimentata anche Mezzanotte negli anni scorsi: “La Bella e la bestia” e “Pinocchio” dai successi conseguiti. Punto Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 33 LARCIANO IL 25 APRILE SECONDO MAZZINO MEACCI La Festa della Liberazione vista dall’indimenticato sindaco di Larciano di Franca Capecchi O peraio, sindacalista, sindaco a furor di popolo per di 31 anni Mazzino fu eletto sindaco e con 20 anni consecutivi. Mazzino Meacci, ripercorre la questa affermazione il paese iniziò la sua parabola ascensua vita perché, come afferma «La memoria è fon- dente, modernizzandosi. «Infatti, ci adoperammo subito damentale per costruire il futuro». Si avvicina una data che affinché nascesse un premio di pittura “Il Cinghiale“, ha cambiato la vita degli italiani; il 25 aprile, festa della in omaggio alla cultura, un cinema cittadino, “Il ProLiberazione, e mai come in questi anni i temi della libertà gresso”, la Società di Soccorso Pubblico”, per venire ine della qualità del lavoro si sono offerti alla riflessione pub- contro alle esigenze sanitarie della cittadinanza, i locali blica, quali argomenti di straordinaria e, talvolta, drammati- per la musica, ma la vera grande soddisfazione, dopo tre ca attualità. A preoccupare uomini come Mazzino che han- mesi di sciopero e occupazione degli operai dell’ex ditta no speso una vita al servizio del Paese, in particolare è la Biagiotti, fu la fondazione dell’azienda “Coop Imballagcrescente precarizzazione lavorativa di intere fasce della gi”. Con l’aiuto di tanti, riuscimmo a salvare il lavoro popolazione che, per periodi sempre più lunghi vengono ai lavoratori e a gettare le fondamenta per la creazione costrette ai margini del sistema produttivo e professionale, di ulteriori posti di lavoro». Mazzino Meacci è uno di con pesanti ricadute economiche, sociali, psicologiche ed quei personaggi che hanno segnato la vita di Larciano, esistenziali. Per lo più prive di prospettive a lungo termi- soprattutto per quel che riguarda i temi etici. E ciò che ne, che non possono costruire il proprio futuro e nemmeno vale per l’etica potrebbe valere anche per altre carattericontribuire allo sviluppo del Paese, e ciò in netto contrasto stiche umane attribuite alla cultura: il linguaggio, l’arte, con quanto stabilito dalla Costituzione. «Già la Costituzio- la musica, la religione, la lotta di classe, l’altruismo. Tutne,- sospira Mazzino - fonte del rigore, dell’equità e della te caratteristiche le cui varianti locali hanno la funzione giustizia che ha sempre illuminato quelli che come me cre- di unificare le persone che vi aderiscono o di dividere devano nei valori della libertà. E oggi, vicini alle celebra- coloro che non le riconoscono. Ogni società tramanda la zioni del 25 Aprile, - sottolinea l’ex sindaco - tutti giovani e cultura che la definisce, analogamente a come trasmetvecchi abbiamo il dovere di continuare ogni te i propri valori alle nuove generagiorno a diffondere i valori che custodiamo zioni. «Perciò - afferma Mazzino - è da sempre, come la solidarietà nei confronti importante che date importanti che di chi perde il lavoro». La vita di Mazzino, segnarono una svolta fondamentale eletto quarto sindaco a Larciano per 20 anni nella vita pubblica del Paese come il consecutivi, è stata piena di svolte signifi25 aprile, siano ricordate con la parcative: operaio e segretario del sindacato tecipazione di tutti, giovani e anziani, “saggina” a soli 21 anni, si adoperò, pur con orgoglio e speranza». senza tutele istituzionali, per raggiungere un accordo con i piccoli industriali della scopa di Larciano, affinché venisse raggiunto un accordo sull’aumento del salario. «Eh si - aggiunge Mazzino - in quegli anni era davvero dura per noi operai, ma c’era tanta solidarietà nelle famiglie, c’era un partito, il Partito Comunista Italiano, presente, la cui identità ci rafforzava nell’anima. Noi operai, oltre 1000, della “saggina” decidemmo per uno sciopero che durò un mese. Tenemmo duro, nel paese riscuotevamo la Il “giovane” sindaco Mazzino solidarietà delle altre famiglie dei lavoratoDonne di tutte l’età festeggiano i soldati Meacci, inaugura la sede della americani a Milano: è il 25 aprile 1945, ri e alla fine ottenemmo l’aumento». All’età pubblica assistenza con l’allora Prefetto di Pistoia 34 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 il giorno della liberazione! LARCIANO L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE informa: Un documento storico: riportiamo integralmente la trascrizione della delibera del consiglio comunale n. 6, del 16 febbraio 1897, che sancì il distacco del comune di Larciano da quello di Lamporecchio pag. 1 Al lato (n°6 Domandata e non concessa inversione dell’ordine del giorno: dichiarazione di scioglimento di seduta continuazione di questa e accoglienza della nuova istanza per la divisione del Comune in due Comuni distinti ed autonomi). pag. 1 (al centro) Il Consigliere Sig Bongiovanni chiede l’inversione dell’ordine del giorno nel senso che invece dei numeri 4 e 5 che ora dovrebbero trattarsi, tratti del 6° cioè della nuova istanza per la divisione del Comune in due Comuni distinti ed autonomi. Si oppone il Consigliere Sig. Dami Gaetano per il primo, perché appunto il n° 4 riguarda un suo affare che gli preme. Ha dovuto alquanto opporsi anche il Sindaco perché gli affari di cui ai N° 4 e 5 presentano, secondo lui, i caratteri della massima urgenza ed ha soggiunto “Essendo l’ora tarda, pregherei di suggerirmi per quando gradiscono riconvocare, entro un breve termine, il Consiglio ed allora si tratteranno gli affari che rimangono in …. “ pag. 2 ma il Sig. Buongiovanni ha insistito nel domandare l’inversione dell’ordine del giorno. I Consiglieri della frazione di Lamporecchio si allontanano dalla sala. Il Sindaco pure si è assentato e quasi subito rientra dichiarando sciolta la seduta. Allora sono sorte vivaci proteste da parte di qualche Consigliere e schiamazzi da parte del pubblico, e nel piazzale adiacente al palazzo comunale è scoppiato un vero e proprio tumulto, mentre i consiglieri della frazione di Larciano, rimasti in sala, hanno continuato l’adunanza, che è stata presieduta dal Sig. Dami Gaetano ed è stato deliberato di accogliere favorevolmente, come infatti è stata accolta, la nuova istanza per la divisione del Comune di in due Comuni distinti ed autonomi, all’unanimità di voti per alzata e seduta dai dieci Consiglieri pre- pag. 1 pag. 2 senti tutti della frazione di Larciano, verificati i voti dai Consiglieri stessi seduta stante ed è stato ancora approvato il verbale di questa accoglienza di istanza per la divisione del Comune sempre seduta stante, con egual resultato di voti verificati … Dell’istanza predetta non è stata data lettura perché i Signori Consiglieri all’unanimità di voti ... hanno dichiarato che non si effettuasse per avere ciascuno dei medesimi esatta conoscenza di quel documento. Il Consigliere Sig. Buongiovanni ha vivamente protestato contro l’operato del Sindaco, chiedendo che sia preso atto della seguente sua protesta nel verbale. “Che cioè il Sindaco non poteva sciogliere la seduta, ma, ad ogni modo avrebbe dovuto scioglierla quando rivestiva la carica di Presidente di quest’adunanza non dopo uscito dalla sala; che non doveva recarsi in piazza per immischiarsi agli altri, forse per farsi capo complotto: che intende vivamente protestare contro questo modo di agire e chiede che il segretario trascriva nel verbale questa sua protesta a cui dichiaravano di associarsi tutti gli altri Consiglieri presenti” Il Consigliere Sig. Fedi aggiunge e chiede si trascriva nel verbale appresso: “Fo notare a tutti i presenti che il rumorio nel pubblico è incominciato appena che il Sindaco è sceso in piazza dove si vide gesticolare in mezzo a dei mucchi di genti. Che il Consigliere Morelli si è immischiato fra i tumultuanti e che dal suo contegno non apparisce punto che egli tiri a pacificare. Che il Consigliere Sig. Torrigiani Luigi fu Domizio se ne sta per piazza colle mani in tasca ridacchiando”. Letto il presente processo verbale ne è stata proposta dalla Giunta municipale l’approvazione alla superiore autorità ai termini dell’articolo 171 legge comunale e provinciale nella seduta del di 16 febbraio 1897. Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 35 LARCIANO CORPO MUSICALE “GIACOMO PUCCINI” DI LARCIANO CASTELLO L UNA STORIA LUNGA 114 ANNI a banda musicale “Giacomo Puccini”, di Larciano Quale maestro istruttore fu prescelto il Sig. Leandro BiaCastello, il 24 aprile ha compiuto 114 anni. Una giotti di San Rocco di Larciano e la sala di musica fu grastoria lunga e gloriosa in cui chi ha abitato e chi tuitamente offerta dalla famiglia Buongiovanni nella casa abita questo piccolo borgo medievale, orgogliosamente si di sua proprietà sulla piazza del Castello. riconosce. La banda è anche un modo di sentirsi rappre- In una adunanza del 9 maggio 1898 fu stabilita una tassentati, un modo di sottosa di L. 1 mensile per ogni socio e fu deliberato di eflineare un’appartenenza fettuare una sottoscrizione popolare per l’acquisto dei culturale. Abbiamo recuprimi strumenti, mentre i componenti del Consiglio deperato un manifesto dataliberarono di acquistarne altri a loro spese. to 1948 dove veniva celeDal 1898 al 1903 la Fanfara prese sempre più l’aspetto brato il 50° anniversario di una vera e propria Banda perché si fece sempre più (immagine a lato), qui di numerosa ed ebbe la possibilità di acquistare tutto il seguito riporteremo quanmateriale occorrente comprese le divise a mezzo di fieto fu scritto allora in quel re di beneficienza (per le quali inviò doni anche Sua Aldocumento storico. Votezza Reale il Conte di Torino e il Principe Borghese), lutamente abbiamo usato di sottoscrizioni pubbliche, di rappresentazioni tetrali la parola storia, perche le ecc. bande musicali non hanno Non appena ebbe la consistenza di Banda fu ovunque età.... ma storia! chiamata a suonare: a S. Rocco (per L. 28), a Montevet---------------------------tolini (per L. 35), a Stabbia, a Lamporecchio, a Cecina, ---ecc. Dal 1904 in poi la Banda, sapientemente e amoreLa sera del 24 aprile 1898 volmente diretta dal Maestro Leandro Biagiotti, andò Il manifesto del 1948 che alcune volonterose perso- celebrava i 50 anni di storia sempre più migliorando. Le sue più memorabili sortite ne del Castello di Larciafurono effettuate in ordine di tempo: a Fucecchio ove no si riunirono per discufu calorosamente applaudita, a Cerreto Guidi, a Montere sulla possibilità di costituire una fanfara allo scopo summano, al Cintolese, a Vinci Fiorentino, a Casalguidi, di creare in paese la passione per la musica, quale mezzo ove fu sempre ammirata e in tanti altri centri minori che più idoneo a sollevare lo spirito del popolo, ad istruirlo ed troppo lungo sarebbe qui ricordare. Ma i suoi servizi che educarlo. Trovatisi tutti d’accordo fu redatto il seguente più meritano di essere ricordati sono i seguenti: verbale: 1) Nel 1910 a Montecatini Terme, sulla cui piazza princi«La musica, questa sublime manifestazione del pensiero pale svolse uno sceltissimo programma che fu molto ape degli affetti umani, ha trovato i suoi cultori anche qui a plaudito e spinse il deputato di allora, On. Paolo Casciani, Larciano, ove un numero assai ragguardevole di giovani ad entrare nel circolo dei musicanti per congratularsi con studiosi si è costituito in Società per formare una Fanfara essi e col maestro Biagiotti. che porti in titolo di ‘Fanfara di Larciano’». 2) Nel 1929 a Pistoia in un Convegno Bandistico RegioFu immediatamente costituito un Consiglio Direttivo che nale ove svolse (in Piazza Cino) un programma scelto e risultò così composto: difficoltoso per il quale riportò il 1° premio delle bande 1. Don Romeo Guidotti (Presidente), 2. Ing. Lisandro di 2ª categoria (medaglia d’oro e coppa) e fu dichiarata Buongiovanni (Vice Presidente), 3. Sig. Onorio Gag- seconda in classifica generale. gioli (Vice Presidente), 4. Luigi Buongiovanni, Luigi ------------------------Pucci, Maestro Ranieri Galeotti, Anselmo Spinelli, Essendosi fatta sempre più numerosa, la Banda dovette Giuseppe Cioni, Francesco Monti, Bartolomeo Vezzo- cambiare più volte il locale delle prove. Così dalla casa dei si, (Consiglieri), 5. Francesco Viti, (Cassiere), fratelli Buongiovanni, passò nell’antica stanza mortuaria 6. Ugo Spinelli (Segretario). e da questa, nel 1927, nel circolo ricreativo “Nazario Sau- 36 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 LARCIANO ro”. Attualmente (N.d.R. ricordiamo che “attualmente” è riferito al testo del 1948) ha la sua provvisoria sede in un locale della casa di proprietà del sig. Alfonso Pace. Le sue risorse finanziarie furono sempre limitatissime perché sorretta solo a mezzo di sottoscrizioni pubbliche e dalle poche quote dei soci. Ma alle sue ristrettezze finanziarie ha sempre rimediato la buona volontà dei musicanti e del popolo. Malgrado ciò la Banda non mancò mai di fare servizio gratuito in determinate circostanze come ad esempio: per i funerali di S.S. Leone XIII; a Lamporecchio per rendere omaggio alla memoria del Maestro di musica Carmelo Lembo; a Castel Martini per l’inaugurazione del suo Monumento ai Caduti della 1ª Guerra Mondiale e del Parco della Rimembranza. Tutto il popolo ha sempre provveduto generosamente ai bisogni della sua Banda. Nel 1928 per l’acquisto degli strumenti a nuovo organico ci fu una commovente gara di offerte. Chi offrì denaro, chi olio e vino che, venduti, si trasformarono in molte migliaia di lire e la Filodrammatica locale intraprese una serie di recite che permisero di far fronte a grossi pagamenti cedendo anche il suo palcoscenico estivo per la costruzione del palco da musica. Per tale buona volontà da parte di tutti, la Banda di Larciano rimase e rimarrà sempre in vita, operante. Le due Guerre Mondiali ridussero di molto la sua attività, ma passati i due cataclismi, essa tornò sempre a rifiorire. Alla morte di Puccini, genio musicale limpido e seducente, fu deliberato di fregiare del suo nome glorioso il Corpo musicale. E così quella che fu 50 anni or sono fu la semplice “Fanfara di Larciano”, è oggi il premiato “Corpo Musicale Giacomo Puccini di Larciano”. Attualmente (N.d.R. nel 1948) è diretto dal giovane e valente Maestro Masini di Montale ed è amministrato da giovani passionisti e volenterosi che danno sicuro affidamento di farlo nuovamente ascendere alla gloria di un tempo. Ed è con tale certezza che si chiude oggi il primo cinquantenario della Banda e si inizia il secondo (N.d.R. attualmente siamo nel 3°!) sotto i migliori auspici per le vittorie musicali future. ----------------------------Presidenti fino al 1948 1. Pievano Guidotti Don Romeo, 2. Ing. Lisandro Buon- giovanni, 3. Pucci Luigi, 4. Monti Francesco, 5. Buongiovanni Luigi, 6. Spinelli Virgilio, 7. Maccioni Alfonso, 8. Maccioni Giuseppe, 9. Spinelli Anselmo, 10. Spinelli Adriano, 11. Pievano Monti Don Virgilio, 12. Maestro Alberto Vezzosi, 13. Buongiovanni Giulio, 14. Colonnello G. Bargiani, 15. Colonnello G. Buongiovanni, 16. Maccioni Afrisio, 17. Pollina Arturo, 18. Maccioni Oreste, 19. Monti Luigi, 20. Russi Enrico. ----------------------------Maestri Direttori della Banda fino al 1948 1. Biagiotti Leandro di S. Rocco di Larciano, 2. Antonio Trana di Fucecchio, 3. Venturini Guglielmo di Monsummano, 4. Pace Temistocle di Firenze/Lamporecchio, 5. Cornacchini Leonardo di Stia, 6. Masini Osvaldo di Montale. ----------------------------Musicanti fondatori della Banda 1. Giuseppe Morosi, 2. Eugenio Orti, 3. Anselmo Monti, 4. Virgilio Spinelli, 5. Giulio Spinelli, 6. Amerigo Spinelli, 7. Adriano Spinelli, 8. Labindo Pollina, 9. Guido Pollina, 10. Cesare Monti, 11. Giulio Monti, 12. Giulio Viti, 13. Giuseppe Maccioni, 14. Guido Russi, 15. Giulio Giovannelli, 16. Silvio Neri. ----------------------------Musicanti deceduti in guerra 1. Osei Paolo (1915/18), 2. Maccioni Alfonso (1915/18), 3. Pastori Romolo (1940/43) ----------------------------Musicanti deceduti a causa di guerra 1. Maccioni Giuseppe, 2. Basili Ermenegildo. ----------------------------Musicanti deceduti fino al 1948 1. Morosi Guido, 2. Pollina Guido, 3. Pollina Labindo, 4. Basili Basilio, 5. Baioli Zelo, 6. Monti Giulio fu Lorenzo, 7. Monti Giulio di Oreste, 8. Monti Eugenio, 9. Morosi Ezio, 10. Spinelli Virgilio, 11. Niccolai Giuseppe, 12. Monti Rinaldo, 13. Spinelli Giulio, 14. Spinelli Anselmo fu Giov. Battista, 15. Giovannelli Ulisse, 16. Orti Eugenio, 17. Marismari Angelico, 18. Spinelli Modesto, 19. Spinelli Giuseppe, 20. Lazzeretti Palmiro. ----------------------------Attuali componenti del Corpo Musicale (nel 1948) Colonnello Giovanni Buongiovanni - Presidente onorario Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 37 LARCIANO CONSIGLIO DIRETTIVO: 1. Presidente: Russi Enrico, 2. Vice Presidente: Meacci Amerigo, 3. Segretario: Maccioni Oreste, 4. Cassiere: Monti Anselmo, 5. Provveditore: Cappelli Pietro, 6. Consiglieri: Baioli Foscolo, Franceschi Renzo, Franceschi Silvano. MUSICANTI: 1. Monti Pio Capobanda, 2. Maccioni Giuseppe, 3. Monti Cesare, 4. Monti Luigi, 5. Monti Paolo, 6. Dami Angiolino, 7. Maccioni Celestino, 8. Monti Anselmo, 9. Ponziani Armando, 10. Ponziani Lisandro, 11. Russi Paolo, 12. Russi Alfredo, 13. Russi Dino, 14. Russi Ugo, 15. Gori Mario, 16. Gori Primo, 17. Gori Adamo, 18. Meacci Gennaro, 19. Baioli Angelo, 20. Baioli Fosco, 21. Oldi Olinto, 22. Meacci Amerigo, 23. Russi Guido, 24. Spinelli Guido, 25. Viti Celestino, 26. Santini Vittorio, Esibizione della banda di Larciano Castello 27. Cappelli Tranquillo, 28. Franceschi Renzo, il 22 maggio 1956 (foto proprietà del M° Gino Franceschi) 29. Franceschi Bruno, 30. Franceschi Silvano, 31. Franosi Francesco, 32. Privati Alfredo, 33. La Banda di Larciano Castello, collabora nelle varie feste Spinelli Oscar, 34. Maccioni Lino, 35. Tesi Gino, 36. Gori e ricorrenze, con quella di Larciano S. Rocco (G.Verdi) Leopoldo, 37. Monti Menotti, 38. Maccioni Sirio, 39. Mac- e quella di Lamporecchio (G. Puccini) che attingono dai cioni Pietrino, 40. Acerbi Nello, 41. Buzzegoli Luciano, musicisti larcianesi, sempre particolarmente ricercati e 42. Arcangioli Gino. apprezzati per la loro bravura e professionalità. ALLIEVI MUSICANTI: 1. Franceschi Gino (N.d.R. Ma cosa vuol dire, nel 2012, appartenere ad una banda l’attuale maestro della Banda di Lamporecchio!), 2. musicale che ha radici profonde in una comunità orgoFranceschi Damasco, 3. Baioli Ivo, 4. Russi Osvaldo, 5. gliosa come quella larcianese? Parlando con i componenti Girolami Adolfo, 6. Baronti Giampiero, 7. Landini Dino, è facile comprendere come sia forte il sentimento di pro8. Arcangioli Learco. venire da una stessa comunità, l’incontrarsi con i coetanei --------------------------------------------------------------------o con amici di età diverse, lo stare insieme di generazioni --------------------------------------------------------------------differenti, il recarsi in un luogo comune, la passione per la musica, il rendersi conto dell’importanza che il grupIn tempi più recenti, la banda di “Larciano alto” si è esi- po svolge a livello paesano, l’essere utili agli altri, alle bita con grande successo al paese nativo di Don Agostino istituzioni, al Comune come alla Parrocchia, tutto questo Cecchin, pievano di Larciano Castello, Castello di Gode- crea nei partecipanti al Gruppo bandistico un orgoglio di go in provincia di Treviso, in occasione del ritrovo “Classe appartenenza, sano, positivo, propulsivo, profondamente ‘35”. Grandi applausi e apprezzamenti sono stati ricevu- ricco di senso, quanto mai importante in una società moti anche sul Montegrappa ed a Bassano sul Grappa dove derna che mette al centro di tutto una civiltà dei consumi hanno suonato sul famoso Ponte di Bassano! che tutto mercifica e che riduce la comunicazione a un Attualmente il gruppo musicale larcianese è così com- superficiale contatto. posto: Franceschi Gino (maestro della banda), Franosi Crediamo sia importante riscoprire questi valori antichi Piero, Baioli Ivo, Maccioni Martano, Maccioni Renato, che si chiamano senso di appartenenza, amicizia e soliMaccioni Rolando, Vorcelli Marco, Falasca Giuseppe, darietà, valori che sono ben presenti ai componenti della Giraldi Giuseppe, Di Martino Gaetano, Donnini Ivo, Banda musicale di Larciano Castello. In un mondo forzaElina Frascati, Maccaoni Michela, Micheli Alessandro, tamente globalizzato in cui tutti noi siamo portati a vivere Agresti Ilaria, Lucchesi Emilio, Lucchesi Francesca, singolarmente la vita sociale, riscoprire questi valori può Russi Laura, Mirco Diolaiuti. veramente rappresentare un punto di forza per affrontare L’attività annuale prevede circa 5/6 uscite l’anno tra cui un futuro che ogni giorno di più si profila incerto e diffiLazzeretto, Cintolese, Larciano e Biscolla. cilmente gestibile. 38 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 LARCIANO ISTITUTO COMPRENSIVO “F. FERRUCCI” LARCIANO: I Una gita scolastica per comprendere la Storia ragazzi delle classi terze dell’Istituto “F. Ferrucci” sono stati in gita scolastica a Roma dove hanno visitato il mausoleo delle Fosse Ardeatine, luogo in cui il 24 maggio 1944 è avvenuto il massacro compiuto dalle truppe di occupazione della Germania nazista ai danni di 335 civili e militari italiani, come atto di rappresaglia in seguito a un attacco partigiano avvenuto il giorno precedente. Per la sua efferatezza, l’alto numero di vittime e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, è stato possibile collegare questo evento con la nostra strage del Padule di Fucecchio, anche perché l’ordine fu dato dallo stesso feldmaresciallo Albert Kesselring. Gli alunni, guidati dal figlio di un signore ebreo vittima della strage, hanno ripercorso momento per momento il tragico avvenimento di quel giorno e, con grande coinvolgimento emotivo, hanno camminato dentro le gallerie delle Fosse Ardeatine, antiche cave di pozzolana situate nei pressi della via Ardeatina a Roma, che furono scelte quali luogo dell’esecuzione per occultare i cadaveri delle persone uccise. I tedeschi, dopo aver compiuto il massacro, infierendo sulle vittime, fecero esplodere numerose mine per far crollare le cave ed impedire così la scoperta di tal eccidio. L’ordine di esecuzione riguardò 320 persone, poiché inizialmente erano morti 32 soldati tedeschi. Ma durante la notte successiva all’attacco partigiano, morì un altro soldato tedesco e Kappler, di sua iniziativa, decise di uccidere altre 10 persone. Erroneamente, causa la “fretta” di completare il numero delle vittime e di eseguire la rappresaglia, furono aggiunte 5 persone in più nell’elenco ed i tedeschi uccisero anche loro perché se le avessero lasciate libere avrebbero potuto raccontare quello che era successo. L’esecuzione iniziò dopo sole 23 ore dall’attacco partigiano, e venne resa pubblica a cosa avvenuta. Il massacro fu organizzato ed eseguito da Herbert Kappler, all’epoca ufficiale delle SS e comandante della polizia tedesca a Roma. Nel dopoguerra, Kappler venne processato e condannato all’ergastolo da un tribunale italiano e rinchiuso in carcere. La condanna riguardò soltanto i 15 giustiziati non compresi nell’ordine di rappresaglia datogli per vie gerarchiche. Colpito da un tumore inguaribile, con l’aiuto della moglie riuscì ad evadere dall’ospedale militare del Celio e a rifugiarsi in Germania, ove morì pochi anni dopo. Anche il principale collaboratore di Kappler, l’ex-capitano delle SS Erich Priebke, dopo una lunga latitanza in Argentina, è stato arrestato ed estradato in Italia, ove, processato, è stato condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine. Albert Kesselring, catturato a fine guerra, fu processato e condannato a morte il 6 maggio 1946 da un Tribunale Alleato per crimini di guerra e per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, ma la sentenza fu commutata nel carcere a vita. Nel 1952 fu scarcerato per motivi di salute e fece ritorno in Germania, dove si unì ai circoli neonazisti bavaresi. Morì nel 1960 per un attacco cardiaco. I professori sottolineano come «Le gite della memoria, come questa alle Fosse Ardeatine, sono decisamente importanti per gli studenti perché riescono a trasmettere conoscenze ed emozioni che le pagine dei libri non possono fare: i ragazzi quando sono entrati nel cimitero mausoleo che contiene le 335 tombe come monumento realizzato dopo la fine della guerra dal Comune di Roma in ricordo delle vittime dell’eccidio, sono rimasti visibilmente tur- bati dalla quantità smisurata dei sepolcri e hanno tempestato di domande la guida per convincersi che davvero sotto quelle pietre ci fossero sepolte le vittime; allora la guida ha indicato loro con commozione la tomba dove riposava suo padre e ciascuno ha voluto accarezzare quella lapide in segno di rispetto e di amicizia, dimostrando di vivere un coinvolgimento personale forte e sincero, diventando quasi compartecipi dei fatti accaduti. La storia con la S maiuscola non s’insegna soltanto a scuola ma ha bisogno di testimonianze reali perché aiutano i nostri ragazzi ad immergersi concretamente in essa. Il collegamento alla nostra strage del 23 agosto del Padule di Fucecchio è avvenuto spontaneamente nelle menti dei nostri studenti e dal confronto sono state individuate analogie e differenze che hanno aiutato molto la comprensione anche di questo evento così tragico e straordinario che ha segnato una pagina fondamentale della nostra storia locale inserita in quella generale». IN QUESTA STORICA FOTO, I SOLDATI TEDESCHI RASTRELLANO I CIVILI IN VIA RASELLA I RAGAZZI DI LARCIANO, CON GLI INSEGNANTI, DAVANTI ALL’ENTRATA DELLE FOSSE ARDEATINE A ROMA. AL CENTRO LA GUIDA, FIGLIO DI UNA DELLE VITTIME TRUCIDATE DAI NAZISTI Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 39 SPORT UN UOMO DI SPORT: MARIO PIERANGELI DETTO “PRENZOLO” Il giorno 28 Marzo ha festeggiato 60 anni!! M di Roberta Romani ario Pierangeli è stato un calciatorte dalle grandi qualità tecniche, uno di quei centrocampisti “dai piedi buoni” che nel calcio moderno, sempre più in balia dell’atletismo esasperato, è sempre più difficile ammirare. Eppure sono i giocatori come lui che fanno innamorare i tifosi, calciatori dalle giocate imprevedibili e con un bagaglio tecnico di qualità superiori, sono loro che possono cambiare una partita da un momento all’altro. I suoi familiari gli hanno voluto fare una sorpresa inviandoci questo articolo in occasione dei suoi “primi sessantanni”, siamo ben lieti di dedicare questa pagina all’amico “Prenzolo”... auguri Mario anche dalla Redazione di Orizzonti! Mario Pierangeli, classe 1952, nasce a S. Angelo in Pontano (MC), si trasferisce 1 in Toscana da piccolo con tutta la sua numerosissima famiglia. Lo studio non è il suo forte, così intraprende il lavoro di tagliatore, ma la sua passione più grande è il calcio!! Esordisce come centrocampista dotato di eccellenti qualità nella Lampo degli anni ‘70, successivamente ha giocato nel Montaione e nel Vitolini. Ha avuto grandi soddisfazioni anche come allenatore, ha allenato gli allievi del Vinci, Uisp Mastromarco, Vinci, Cecina (dove ha vinto anche la Joy Cup 2001 a Cesenatico), 4 ed infine Uisp 3 Biccimurri. Inoltre, come dimenticare i bellissimi anni dei Tornei dei Rioni, disputati prima come calciatore e poi come allenatore nelle file del Mastromarco/ Poggio Argentale con la bellissima vittoria ottenuta nell’anno 1988!! Un grande uomo di Sport!! Tantissimi auguri da Marina, Niccolò, Francesca, Fabrizio, Lida e da Roberta che ha architettato tutto questo per uno zio davvero speciale!! 40 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 2 Foto 1 e 2: Mario Pierangeli quando militava nell’allora U.S. Lampo (indicato dalla freccia e nel riquadro) Foto 3: mentre festeggia i suoi “primi sessantanni” Foto 4: l’immagine apparsa nello speciale “Lampo” di Orizzonti uscito a Natale 2011 Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 41 SPORT L VI° Memorial “Anselmo Fagni” Allievi ‘96 All’A.S. Livorno l’edizione 2012, sconfitto in finale l’Empoli ai calci di rigore (1-1/4-1 d.c.r.) a 6ª edizione del Memorial Anselmo Fagni è stata Il torneo dedicato alla memoria di vinta dal Livorno che ha sconfitto l’Empoli ai calci Anselmo Fagni, fondatore della di rigore per quattro reti a uno. È stata una bella FABO, sta negli anni diventando finale, giocata allo stadio comunale di Pistoia. Un derby sempre più una grande vetrina per toscano. L’Empoli è passato in vantaggio nel primo tempo. il calcio giovanile a livello nazionaNella ripresa il Livorno è riuscito a pareggiare. Sono stati le ed internazionale, ed ha lo scopo necessari i calci di rigore per aggiudicare la sesta edizione. di tenere vivi gli insegnamenti ed i Terza classificata è arrivata la formazione francese del Nizza principi tanto cari al grande imprenditore larcianese: “Qualcuno deve che ha battuto il Siena nella finalina per il 3° e 4° posto. La classifica finale del torneo di calcio, riservato alla categoria dare l’esempio…” ripeteva allievi professionisti vede al quinto posto i campioni uscenti sempre per i suoi giovani, dell’Inter e a seguire Napoli, Fiorentina, Prato, Region I che siano migliori ora nelUs Youth Soccer, Zenit San Pietroburgo e Capostrada. lo sport e un domani, nella Chiude la classifica la formazione australiana del North vita. Sydney United. A consegnare il Sesto Trofeo “Anselmo Massimo Mancini Fagni” sono stati i titolari della ditta Fabo, Maurizio e Samuela Fagni. Nell’albo d’oro della manifestazione, giunta alla sesta edizione, il Livorno entra in compagnia della Pistoiese, vincente nel 2007, Prato (2008), Ajax (2009), Genoa (2010) e Inter (2011). Al termine della finale sono stati assegnati dei premi alle terne arbitrali da Massimo Doni, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri di Pistoia. Il premio Fair Play è stato consegnato da Giorgio Mati, componente della FGCI di Pistoia alla squadra del North Sidney United. Il capocannoniere è stato il giocatore Artur Bosua del Youth Soccer. Il premio è stato dato da Giovanni Breschi del Capostrada. Miglior portiere è risultato Antony Mandrea del Nizza e il premio lo ha ricevuto dal mitico ex difensore del Cagliari, Comunardo Niccolai, Il migliore giocatore del torneo è risultato Lorenzo Muzzillo del Livorno che ha ricevuto l’ambito premio da Armando Reggianini (osservatore della federazione per le squadre nazionali giovanili). Infine il presidente dell’Associazione Italiana Allenatori di calcio, Luciano Casini ha consegnato un premio ai due allenatori delle due squadre finaliste Oli- In alto la partita che, in pratica, ha deciso il torneo: Inter - Livorno vinta dai per 2-1 al primo turno e che gli ha consentito di eliminare i campioviero Di Stefano (Empoli) e Matteo toscani ni in carica dell’Inter. Sotto i festeggiamenti del Livorno campione insieme a Maurizio e Samuela Fagni (Fotoeventi.com di Michelozzi Marco - Pistoia) Gay (Livorno). 42 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 43 SPORT SPORT GIOVANILE PAGINA REALIZZATA DALLA DITTA FABO - Via Cecinese, 84 - Larciano - PT Nastri adesivi e biadesivi UNIONE MONTALBANO CALCIO: UN FINALE DI STAGIONE FITTO DI IMPEGNI A prile e maggio si preannunciano mesi pieni d’impegni per l’Associazione Sportiva Dilettantistica Unione Montalbano Calcio, affiliata all’Associazione Calcio Chievo Verona. Mentre stanno volgendo al termine i vari campionati che impegnano tutte le squadre dei “Blues”, sono invece in fase di decollo diversi tornei che coinvolgeranno gli atleti della società sia sul terreno amico dell’”Idilio Cei” sia in trasferta in varie località della Toscana o addirittura anche fuori regione. Di fatto gli Esordienti A anno 1999, guidati dal tecnico Fabrizio Paolini, nel mese di maggio, oltre al torneo organizzato dalla società sul proprio campo denominato “Memorial Traorè”, parteciperanno al torneo “Rossi” di Castelfranco di Sotto, al torneo “Soffici” di Poggio a Caiano e al “10° Torneo Cesenatico Youth Festival”. Quest’ultimo é considerato dagli addetti uno dei principali appuntamenti di calcio giovanile in Italia e avrà svolgimento sui campi di Cervia e Cesenatico dal prossimo 28 aprile fino al 1 maggio, dove 200 squadre, che arriveranno in Romagna da ogni parte d’Italia e dall’estero, si sfideranno per ben figurare e conquistare la vittoria finale. Ma ci sono altri impegnativi tornei che bollono in pentola e che coinvolgeranno sempre a maggio tutti gli atleti dell’Unione Montalbano Calcio. I Piccoli Amici anno 2004/2005 guidati rispettivamente da Luca Giraldi e Fabrizio Paolini saranno impegnati nella “4a Coppa Montalbano” sul proprio campo, nel “Torneo Sperimentale” di Limite e Capraia, al torneo “Terme Cup” organizzato dal Montecatini Murialdo, al torneo “Pacini” di Quarrata ed al torneo “C.C. Valdinievole” di Via Nova. I Pulcini anni 2003/2002 allenati rispettivamente da Marco Chirieleison e Giacomo Maglio, saranno impegnati nel torneo “Barni” di Casalguidi, nel Torneo “Romiti Vivai” organizzato dalla Breda Pistoia, nel torneo “Butelli” a Tempio Chiazzano e nella “4a Coppa Montalbano” sempre al sussidiario di Larciano. I Pulcini anno 2001, allenati da Mirko Giorgetti e Massimiliano Ciottoli, parteciperanno al “4° torneo Marchesinio” in svolgimento sul campo del Pistoia Nord e al “4° torneo Primave- di Andrea Volpi ra” organizzato dal P.S.B. Pistoia. Gli Esordienti B anno 2000, allenati da Andrea Bardelli, saranno invece impegnati nel torneo “Piccoli Calci” di Ponzano, nella “4a Coppa Montalbano” e nel torneo “Canestrelli” organizzato dalla società Pesciauzzanese. Anche i Giovanissimi B anno 1998 di mister Carlo Alberto Bargiacchi saranno impegnati nel torneo “Primaverile” di Vinci e nel torneo “Tamarri” di Castelfranco di Sotto, mentre i Giovanissimi A anno 1997 guidati dal mister Pier Giuseppe Porciatti dovranno vedersela con gli agguerriti avversari nel “11° torneo Trapassi” di Montecalvoli e nel “Memorial Caciagli” organizzato dalla società Giglio Rosso. Infine gli Allievi anno 1995/1996 di mister Daniele Borgioli saranno impegnati nel torneo di casa “Memorial Idilio Cei” e nel “Quadrangolare” di Vinci. Ovviamente entusiasta il Presidente Luca Maccioni e tutto lo staff societario che invitano tutti gli appassionati e sportivi a sostenere i propri beniamini nei tornei organizzati sul campo societario “Idilio Cei” e nelle varie trasferte. Forza ragazzi diamoci dentro, portiamo in alto i colori della società e nel puro divertimento lottiamo per aggiungere altri prestigiosi trofei nella bacheca dell’Unione Montalbano Calcio!!! Foto Alex - Larciano Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 45 SPORT CALCIO: COPPA ITALIA DI PROMOZIONE IL TRIONFO DELLA LARCIANESE di Massimo Mancini TABELLINO E CRONACA DELLA PARTITA Larcianese 2 - A.P.D. Fonte Bel Verde 1 Larcianese: Lorenzetti, Coduti, Aliberto (46’ Ciampi), Cellai, Pinto, Boldrini, Ndoca (46’ Biserni), Campigli, Zaccanti (76’ Bicci), Landolina, Citera. All. Paolo Tognarelli A disposizione: Bini, Vezzosi, Giampieri, Romani. Fonte Bel Verde: Rosignoli, Giglioni, Gori, Socciarello, Rossetti, Viviani, Fanone, Di Giovanni, Greco, Ruffini, Fanelli. All. Fortuni Arbitro: Burini della sezione Valdarno Marcatori: al 40’ Ruffini, 66’ Boldrini, 85’ Biserni All’andata la partita si era conclusa sull’uno a uno. Questo tabellino rimarrà nella storia calcistica della Larcianese. Grazie ad un secondo tempo straordinario, la squadra di mister Tognarelli è riuscita a capovolgere una situazione molto delicata e difficile. Alla fine del primo tempo è sotto di una rete e con un uomo in meno, a causa dell’espulsione di capitan Pinto. La formazione viola è stata capace prima di pareggiare con Boldrini e poi, a quattro minuti dal termine, a segnare la rete dell’apoteosi con il giovane Biserni. Una gara che ancora una volta ha mostrato il grande carattere di questa squadra che in Coppa Italia è stata capace di raddrizzare positivamente altre situazioni. Basta ricordare la semifinale, vinta all’ultimo secondo di recupero con il Querceta, grazie ad una rete di Canay. La Coppa Italia Toscana è un trofeo prestigioso che arricchisce la bacheca della Larcianese. Un successo che le permette anche di fare un decisivo e importante passo in avanti verso la promozione in Eccellenza. Infatti la vincente della coppa Italia passa direttamente alla fase finale dei play-off. 1 2 COPPA ITALIA 2011-12 IL CAMMINO DELLA LARCIANESE VERSO IL TRIONFO Larcianese - Cerretese 2-0 Montelupo Fiorentino - Larcianese 2 - 3 OTTAVI DI FINALE Larcianese - Bientina 1-1 Bientina - Larcianese 1-2 Quarti di finale Montecatini Larcianese 1 - 0 Larcianese Montecatini 1 - 0 *Qualificazione superata dopo i calci di rigore Risultato finale 6 - 5* Semifinale Larcianese - Querceta 0-1 Querceta - Larcianese 1-2 3 4 Finale Fonte Bel Verde Larcianese Larcianese - Fonte Bel Verde 2-1 LARCIANESE Foto 1: Al 94’ Citera e Landolina aspettano il triplice fischio ** Foto 2: Una gioia incontenibile!!!** Foto 3: Capitan Pinto alza la Coppa Italia, con accanto il presidente del comitato regionale toscano Giovanni Giandonati ** Foto 4: La coppa è al sicuro...... adesso si può festeggiare!!!! 46 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 LA COPPA ITALIA SPORT Ciclismo: torna un appuntamento imperdibile per gli sportivi di Stefano Ferrali Sabato 28 aprile 2012: 36 Gran Premio Industria & Artigianato 25° Trofeo Nello Bonfanti B asta leggere l’albo d’oro del Gran Premio Industria e Artigianato di Larciano per capire come questa corsa rappresenti un punto di partenza fondamentale per poi far bene al Giro d’Italia che si correrà soltanto una settimana dopo la corsa larcianese. Una corsa che, nonostante una crisi economica devastante che sta colpendo tutta Europa e l’Italia in particolare, anche quest’anno ha ricevuto una risposta più che positiva dagli sponsor locali e addirittura dall’amministrazione comunale larcianese. La cerimonia di presentazione della corsa è avvenuta lo scorso 13 aprile alla Villa Rospigliosi di Lamporecchio con la presenza del Presidente F.C.I. Renato di Rocco, l’immancabile ex C.T. della nazionale e “neo cittadino onorario larcianese” Alfredo Martini, Stefano Benvenuti consigliere nazionale F.C.I., del presidente dell’Unione Ciclistica Larcianese Urbano Borgioli, di Bruno Ferrali per l’organizzazione tecnica, di Marco Meucci in rappresentanza del Credito Cooperativo della Valdievole (che anche quest’anno non ha fatto mancare il suo importante contributo economico), del sindaco di Lamporecchio Giuseppe Chiaramonte e del sindaco di Larciano Antonio Pappalardo. Proprio il sindaco larcianese ha sottolineato come sia importante il legame di questa corsa con il suo territorio e la sua gente: «Il ciclismo per Larciano rappresenta una tradizione e soprattutto un valore. Questa corsa va salvaguardata perché da lustro a Larciano e a tutto il territorio della Valdinievole. L’amministrazione comunale di Larciano sta a fianco a questa manifestazione non solo per passione, ma soprattutto per dovere, perché, nonostante i problemi economici generali che colpiscono tutti noi, vedendo quanto impegno viene messo dagli organizzatori nel portare avanti il loro lavoro nell’interesse del paese, noi riteniamo doveroso fare tutto quanto è nelle nostre possibilità per dargli una mano». Pappalardo ha voluto sottolineare la presenza di Alfredo Martini, per la sua “signorilità” e perché “nessuno rappresenta il ciclismo come lui”. Nonostanze la concorrenza di corse internazionali inserite nel circuito ProTour come il giro di Romandia in Svizzera (dal 24 al 29 Aprile) o come l’importante Giro delle Asturie in Spagna (dal 27 al 30 Aprile), i partecipanti di prestigio non mancheranno. L’incognita principale è la partecipazione del neo vincitore della Tirreno/Adriatico e idolo locale Vincenzo Nibali, che deciderà solo dopo la Liègi- Bastogne-Liègi (N.d.R. 22/04/12 data successiva alla stampa di questa rivista), sarà comunque presente in ogni caso la sua squadra Liquigas-Cannondale, oltre ai team CSF-Colnago, Androni Giocattoli-Venezuela, Acqua e Sapone, Colombia Coldeportes, Rusvelo, Team Idea Conad, Meridiana Kamen, Utensilnord Named, Miche Guerciotti, le nazionali olandese e ungherese giovanili, e l’immancabile squadra di casa: la Farnese ViniSelle Italia. Un saluto particolare è stato inviato ad un grande amico e sponsor del ciclismo, Giuliano Baronti patron della Neri Sottoli, in convalescenza dopo un intervento chirurgico. Ci associamo anche noi facendogli i nostri migliori auguri per una pronta guarigione e lo aspettiamo presto sulle strade al seguito dei corridori! Perché anche quest’anno gli organizzatori hanno vinto la loro scommessa, e siamo sicuri che sabato 28 aprile, sulle nostre strade, ancora una volta ci sarà un grande spettacolo! PARTENZA UFFICIALE - Piazza Vittorio Veneto - ore 10.30 i sottoli prodotti con l’energia solare energia prodotta: 340.000 Kw/anno NERI SRL - Via Cerbaia, 327 Lamporecchio (PT) Tel. 0573 82918 Fax 0573 82879 e.mail: [email protected] Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 47 www.sel-electric.com SEL s.p.a. - Via Amendola 51035 Lamporecchio (PT) Tel. 0573 80051 Fax 0573 803110 Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012