mensile di lamporecchio e larciano

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mensile di lamporecchio e larciano
MENSILE DI LAMPORECCHIO E LARCIANO
Anno V Aprile 2012 mensile - Associazione Culturale Orizzonti Via G. Di Vittorio, 25 - 51035 Lamporecchio (PT) “POSTE ITALIANE S.p.A. Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB PISTOIA”
“L’importanza della cultura e della solidarietà nella
nostra realtà territoriale” di Stefano Ferrali
C
on l’intento di presentare questa edizione di Orizzonti, ripensavo ad un titolo
apparso su un’edizione del “Sole 24ore” dello scorso febbraio, che testualmente diceva: “Niente cultura, niente sviluppo”, in pratica veniva sottolineato
quanto sia necessario “investire in conoscenza per aumentare progresso e produttività”. Il nostro territorio è ricco di una cultura popolare che rappresenta un
giacimento inesauribile di saggezza, di storia e di tradizioni, da salvaguardare ad ogni costo,
un vero e proprio investimento per il nostro futuro. La rivista di questo mese, è particolarmente ricca sotto questo punto di vista, invito i lettori a sfogliarla con attenzione, per non perdersi
niente di una edizione veramente densa di argomenti interessanti. In questo numero abbiamo dato spazio a ben due compagnie teatrali (Marvesio e Compagnia della Mezzanotte)
che sono nate e composte da persone comuni che hanno deciso di mettersi in gioco in modo
costruttivo, anche per sensibilizzare il pubblico alla solidarietà. Una solidarietà che, in tempi
difficili come quelli che stiamo attraversando, è sempre più da mettere in primo piano. In questa direzione è da considerare anche l’articolo di Mara Fadanelli sulla comunità solidale (pag.
6). Ricordiamo inoltre l’iniziativa del prossimo 6 maggio, da noi promossa, in cui proporremo
un concerto di musica corale (pag. 3), sempre con l’intento di soddifare il bisogno di cultura e
aggregazione delle nostra comunità. Infine voglio ricordare il Dr. Gualtiero Martini, nostro
prezioso collaboratore prematuramente scomparso. Un personaggio splendido che abbinava
le sue grandi doti professionali di medico con quelle umane. Per me e per molti di noi, è stato
un fratello maggiore, un punto fermo della vita quotidiana che ci mancherà per sempre. Alla
famiglia giungano le più sentite condoglianze di tutta la Redazione di Orizzonti.
CIAO BRUNO!
O
rizzonti si stringe attorno al proprio direttore Massimo
Mancini per la morte di suo padre Bruno, avvenuta
all’età di 80 anni esattamente il giorno di Pasqua.
Bruno Mancini era un uomo buono, rigoroso nelle sue idee,
aveva messo sempre al centro della sua vita il valore del lavoro,
dell’onestà e della famiglia. Tutta la Redazione si associa al
dolore dei figli Marco, Riccardo, Massimo e Giovanni, dei
nipoti, delle nuore e dei familiari tutti.
La perdita di un punto di riferimento, fondamentale com’è il proprio
padre, è la prova più dolorosa, sentite condoglianze direttore!
Orizzonti è visibile su internet
sul sito:
www.valdinievoleoggi.com
2 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 Associazione Culturale
Orizzonti
Registrazione Tribunale
di Pistoia n. 7/2008
del 11/11/2008
Direttore Responsabile:
Massimo Mancini
Redazione:
V.D. Stefano Ferrali
Mara Fadanelli
Michela Cammilli
Spartaco Capaccioli
Maddalena Mirandi
Tommaso Rubino
Sandro Bonaccorsi
Paolo Nucci
Pubblicità: Fabrizio Gheser
Fotografie:
“Foto Nucci”- Lamporecchio
“Foto Immagini”Lamporecchio
“Foto Alex” - Larciano
Sede Via G. Di Vittorio, 25
- Lamporecchio (PT)
Tel./Fax 0573/803029 e.mail :
[email protected]
Stampa e Grafica:
Lineagrafica S.n.c.
Via M. Bercilli, 61
Stabbia/Cerreto Guidi (FI)
Tel. 0571/586744
Anno V
Aprile 2012
PARLIAMO DI...
O
UNA INIZIATIVA DI ORIZZONTI:
DOMENICA 6 MAGGIO 2012 ORE 17,00
Chiesa di S. Stefano a Lamporecchio (PT)
Concerto dell’ Associazione
“Musica Mundi” di Empoli - Ingresso Gratuito
rizzonti, dopo l’ottimo risultato ottenuto il 28 febbraio
2010, torna a riproporre un’iniziativa che ha lo scopo
di promuovere la passione per la musica classica corale
sul nostro territorio. Il tutto è nato, dalla presenza nel gruppo
empolese del soprano Lara Marchiori. nostra concittadina
(Lamporecchio), che con il suo entusiasmo ci ha fatto conoscere e apprezzare l’Associazione “Musica Mundi”, nata venti
anni fa (senza fini di lucro), dalla comune passione per la musica sacra, lirica, leggera, per i musical e tutto ciò che riguarda
l’arte della musica. Attualmente si avvale di ballerini, cantanti,
allievi di scuola di canto preparati dalla direttrice, il soprano
Cristina Pagliai. Da circa 10 anni è ufficialmente il Coro della
Parrocchia dei S.S. Simone e Giuda (Corniola) a Empoli, con
sede presso la Misericordia di Empoli. Prende parte alle festività principali della Parrocchia e svolge una notevole attività di
concerti di beneficienza.
Cristina Pagliai si è diplomata in canto presso il Conservatorio
“L. Cherubini” di Firenze ed ha frequentato stages e corsi di
aggiornamento e perfezionamento tenuti da importanti docenti
in foniatria e canto. Dal 1984 si è esibita in teatri di prestigio
quali l’ Opera di Montecarlo, il Teatro V. Emanuele di Messina, il Teatro Verdi di Pisa, il teatro di Lucca e di Torre del
Lago (Festival Pucciniano) ed infine il Teatro Comunale di
Firenze. Ha cantato come corista e come solista in numerosi
musicals come “Jesus Christ Superstar”, “La vedova allegra”,
“West Side Story”, “Porgy and Bess”. Con il Coro del Maggio
Musicale Fiorentino ha effettuato numerose tournee in Italia
e all’ estero, sotto la direzione di maestri quali Zubin Metha,
Daniel Oren e Claudio Abbado. Di recente ha cantato nel musical “The banquet” composto e diretto da Marcello Panni e
nell’opera “Peer Gynt” di E. Grieg; ha partecipato al Ravenna
Festival nel luglio del 2003 e al concerto “Sotto le Piramidi” a
Il Cairo, entrambi sotto la direzione di Riccardo Muti.
La serata sarà accompagnata al pianoforte dal Maestro Loris
Di Leo, empolese, fin da giovanissimo considerato un ragazzo
prodigio del pianoforte presso l’Accademia “Muzio Clementi”
di Vinci (FI), per poi diplomarsi brillantemente, nel 2001, al
Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, sotto la guida del
Maestro Stefano Fiuzzi. Proseguendo negli studi si è dedicato
intensamente alla musica da camera suonando in varie formazioni, e ricevendo prestigiosi premi in Italia e all’estero. Diverse esperienze in altri generi musicali fanno di lui un musicista
completo e versatile.
con Dea Party
RENDI
UNICO
IL
TUO
EVENTO
Il gruppo corale “Musica Mundi” durante
l’esibizione del 2010. Al centro la direttrice
Cristina Pagliai, seduto al piano il M° Loris Di Leo
PROGRAMMA DELLA SERATA:
► Dal Deutsches Requiem di Johannes Brahms: “Wie lieblich“
► Dal Mottetto Exultate Jubilate di Wolfgang Amadeus Mozart :
“Exultate Jubilate - Alleluia“ Soprano Lara Marchiori
► Di Wolfgang Amadeus Mozart: “ Ave Maria “
duetto Soprano Stefania Capodarca, Soprano Romina Catoni
► Di Cesar Frank “ Panis Angelicus“
duetto Soprano Elena Bertelli - Baritono Antonio Finelli
► Di Georges Bizet: “Agnus Dei“ Mezzosoprano Sandra Marescalchi, Soprano Cristina Pagliai
► Di Wolfgang Amadeus Mozart: “Ave Verum” Coro
► Di Wolfgang Amadeus Mozart: “Laudate Dominum” Soprano Elena Bertelli, Coro
► Dal Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart: “Requiem” “Dies Irae” - “Rex Tremendae” - “Recordare” “Confutatis maledictis” - “Lacrimosa”
Solisti : Elena Bertelli, Cristina Pagliai, Lara Marchiori,
Sandra Marescalchi, Cristina Mancini, Jacopo Bianchini,
Simone Giunti, Antonio Finelli
► Di Lorenzo Perosi : “ La passione di Cristo secondo S. Marco”
Solista: Simone Giunti
► Di Georg Friedrich Häendel: “Alleluia”
Pianista accompagnatore il Maestro Loris Di Leo
Direttore del Concerto il Soprano Cristina Pagliai
Affidati
all’esperienza
di DEA PARTY
per l’organizzazione di
banchetti nuziali,
cocktail party,
comunioni,
colazioni di lavoro
e cene di gala
presso il Vostro
domicilio
o in locations
appositamente scelte.
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 3
PARLIAMO DI...
VI PRESENTO ROBERTO SPINELLI, IN ARTE
“ROBERTINO”...UN MATTATORE LOCALE
di Maddalena Mirandi
R
oberto Spinelli, conosciuto da tutti semplicemente buon augurio la malerba lo è stata davvecome “Robertino”, nasce in un freddo giorno di ro: da venticinque anni i Malerbi girano
gennaio del 1957 a Cecina di Larciano. Coltiva i teatri e le piazze con le loro commedie
fin da giovanissimo la passione per la recitazione e il te- e i loro sketch, facendo ridere grandi e
atro: nel 1982 dà vita alla Compagnia Teatrale Marve- piccini. E, diciamocelo, se la gente ride
sio insieme ad Adelaide Faccenda; questo nome deriva (a crepapelle) è anche e soprattutto gradal personaggio interpretato proprio dallo stesso Roberto zie ai personaggi femminili interpretati magistralmente da
nella prima commedia scritta e diretta da Adelaide Fac- Roberto. La perpetua Palmira, nonna Finimola, la becera
cenda “Per l’incredibile eredità”(1982), ovvero Marvesio fiorentina, la pettegola alla finestra: personaggi presenti
Gattilessi Barone di Burcafonda, buffo e pittoresco – ma nell’ immaginario per cultura e tradizione che, improvvisamente, prendono vita grazie
altrettanto ricco – corteggiatore di
alle interpretazioni del nostro matuna zitella un po’ attempata – ma
tatore. Ma perché tanti personaggi
altrettanto povera. Il personaggio 1
femminili nel tuo repertorio? “E’
di Marvesio , seppure secondario
complicato spiegarlo perché mi
all’interno del plot della commeviene naturale ma credo che un
dia, è caratterizzato in modo così
uomo possa caratterizzare meglio
divertente da divenire il perno atcerti personaggi femminili rispetto
torno al quale ruotano tutti i persoa una donna perchè riesce a rennaggi della commedia. Un talento
derli più caricaturali e caratterizinnato quello di Roberto che nella
zati. Quando ero piccolo esistevanostra lunga chiacchierata mi dice
no davvero donne come quelle che
“ho fatto tutto da solo, per passioho riportato in scena, le ho viste e
ne. Non ho mai preso lezioni, sono
osservate per anni; queste piccole
un’autodidatta”.
Un’autodidate grandi donne fanno ormai parte
ta, si, ma con tanta voglia di fare.
di un patrimonio collettivo e indiviDopo la prima e fortunata com- 2
duale che sta andando perduto. Rimedia la Compagnia Marvesio,
portandole in scena riporto in vita
per varie vicissitudini, interrompe
gli anni della tradizione contadina
la sua attività: pochi anni dopo,
che fu. Pensa che a Montecatini
però, Roberto inizia una nuova avper la commedia Il nipote del sor
ventura con i Malerbi, compagnia
priore ho vinto tre premi: miglior
teatrale amatoriale che ha fatto del
commedia, miglior attore e…mivernacolo toscano la sua bandiera.
gliore attrice!Un premio, insomma,
Lo zoccolo duro della compagnia,
per la simpatia della sora Palmira,
che avrà un gran successo popopettegola, si…ma simpatica!”. Ed è
lare, è rappresentato da Roberto
effettivamente così: il successo dei
e da Michele Coppelli ai quali si
Malerbi sta soprattutto nell’ aniaggiunge, successivamente, Tony
mazione di personaggi della nostra
Ferrara detto “Ciro”. “Il nome
Foto n. 1 - Roberto Spinelli in una
tradizione locale popolare attraverMalerbi lo abbiamo ripreso da
esibizione al Teatro Shalom di
so commedie scritte in dialetto, una
un proverbio toscano famoso, che
Empoli.
forma linguistica che sta andando
dice che la malerba un more mai…
perduta. E proprio sul dialetto si è
ci sembrava potesse essere di buon
Foto n. 2 - “Robertino” durante la
commedia «Un colpo al cuore»
incentrata la serata di beneficenza
augurio!”, mi spiega Roberto. E di
4 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 PARLIAMO DI...
a favore della Dinamo Camp sabato 17 marzo presso il Teatro Yves Montand di Monsummano Terme.
Grazie ad una commedia brillantissima scritta da Mario Marotta dal titolo “Una squillo per il pizzicagnolo Beppe”, il teatro è stato immerso per qualche ora
nell’atmosfera vivace degli anni settanta a Firenze.
Fra gag, battibecchi e risate si dipana la storia di un
vecchio pizzicagnolo (Michele Coppelli, N.d.R.) che,
visto l’imminente “trasloco” in un ospizio, pensa bene
di architettare un piano per restare nella sua casa. E ci
riesce. Lieto fine d’obbligo e teatro gremito di persone
sono gli ingredienti di questa serata di beneficenza,
recitata, come sempre “con il cuore”. L’ultima commedia in fase di lavorazione del nostro trio è “Basta
che sian di fori” (il titolo è tutto un programma) di
Massimo Valori, che verrà rappresentata per la prima
volta venerdì 18 maggio alle 21: 30 presso il Circolo
di Cecina di Larciano. Ma non è finita qui: il nostro
mattatore, dal 2005, ha ripreso anche l’attività con la
Compagnia Marvesio che, dopo più di venti anni si
è ricostituita. L’ultimo gioiello della compagnia dopo
“La bambola in soffitta” andata in scena per l’Epifania, è “Tempo D’attesa” che rappresenta, in diverse
scene, i luoghi nei quali si attende: il bombardamento
a Roma, i garibaldini che aspettano i nemici, l’ufficio postale. E in questa commedia, per la prima volta a teatro, Roberto canta un pezzo famosissimo di Charles Aznavour
“L’istrione”. Anche la musica e il canto sono importanti nella
carriera artistica di Roberto: Raffaella Carrà e Renato Zero
– ma soprattutto Renato Zero – sono due suoi cavalli di battaglia per i quali è conosciuto, seguito e ammirato. “Renato Zero
mi è sempre piaciuto moltissimo, tanto da avere voglia inserire le sue canzoni nel mio repertorio: non mi ritengo bravo
a cantare ma avevo una grandissima voglia di caratterizzare
quel grande personaggio che mi ha sempre affascinato con la
sua musica e con le sue canzoni”, mi spiega Roberto, il quale
dice orgogliosamente di essere un’autodidatta e di aver fatto
tutto da solo. Un artista umile, poliedrico e sfaccettato. Un
istrione, che spazia dalla musica al teatro. Un mattatore dei
nostri tempi, che ha il merito di dare vita a quei personaggi del
nostro immaginario che, senza le rappresentazioni in dialetto,
andrebbero perduti. Giunti al termine di questo articolo ringrazio Robertino e I Malerbi per la chiacchierata che mi hanno
gentilmente concesso e concludo dicendo ai lettori che “Un
giorno senza sorriso è un giorno perso”, come scrisse una
volta il grande Chaplin.
3
4
Foto n. 3 - da sinistra: Michele Cappelli, Tony Ferrara
e Roberto Spinelli
Foto n. 4 - il gruppo Marvesio al completo
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PARLIAMO DI...
L’ANGOLO DELLA SOLIDARIETà
a cura di Mara Fadanelli
M
LAMPORECCHIO INIZIA A TESSERE LA RETE...
artedì 17 aprile, alle ore 21, nei locali
rivolgono all’assistente sociale. È
dell’ex asilo della Parrocchia di Lampointervenuto poi il presidente della
recchio si è tenuto l’incontro fra le carie
Croce Verde, Dimitri Bettini, il quale ha espresso
associazioni e istituzioni presenti sul territorio,
che l’iniziativa della serata risponde ad una sua
con lo scopo principale di conoscersi, per capire
volontà derivante da una sua consapevolezza che
“chi fa che cosa” per poi comprendere se ci sono i
le singole associazioni da sole non bastano più.
presupposti per costruire, nella comunità, una rete
Ha ribadito la sua convinzione che, indipendendi solidarietà. L’iniziativa, lanciata dal gruppo
temente dall’origine culturale dell’Associazione,
Caritas di Lamporecchio, ha trovato subito un’inla solidarietà le accomuna tutte. Infine ha evidentesa positiva da parte di tutti i presenti. La conziato la necessità di rileggere i bisogni fra la popoDon Andrea Mati
e Mara Fadanelli
sapevolezza della nascita di nuove povertà,
lazione per essere in grado di dare risposte più
scaturite dalla crisi economica, dalla perdita
congrue. Ha preso poi la parola il dott. Rubino
del lavoro, dall’invecchiamento della popo(come medico di famiglia) che ha evidenziato
lazione, dal cambiamento del ruolo della fala perdita del senso di solidarietà nella popolamiglia e dello Stato, ha trovato l’accordo, nei
zione e come invece, toccando con mano tutti i
presenti, della necessità di una condivisione
giorni tante povertà e richieste di aiuto, ritiene
di saperi e di risorse per aiutare le fragilità
fondamentale la nascita di una rete solidale.
del territorio: l’arma vincente è “tessere la
Tommaso Rubino ha lanciato l’idea di creare
rete” dove il terzo settore, il volontariato ha
un sito come ulteriore strumento di integrazioun ruolo attivo e importante quanto le Istitune. È intervenuta successivamente Paola BirinIl Presidente della Croce Verde
Dimitri Bettini, insieme a Selma
zioni (Comune, scuola, ASL) anche se
delli, rappresentante dell’Unicoop seFerrali e Mara Fadanelli
ad esse non può e non deve sostituirsi.
zione soci Valdinevole, proponendo due
Ha aperto i lavori della serata il parroco
progetti da poter realizzare fin da subito:
Don Andrea che ha sottolineato l’imil progetto all’accompagnamento alla
portanza che i vari “attori” presenti nelspesa per gli anziani e il progetto BUON
la comunità si devono prima conoscere,
FINE che ha lo scopo di offrire i prodotper capire su quali risorse si può contare.
ti in scadenza (che nelle coop vengono
Ha poi presentato le iniziative presenti e
ritirati 3 giorni prima dagli scaffali) alle
future del Gruppo Caritas di Lamporecpersone con difficoltà economiche. Succhio. Ha preso la parola poi la sottoscritta
cessivamente hanno dato il loro assenUn pubblico numeroso tra cui il Sindaco
di Lamporecchio, Giuseppe Chiaramonte
(che crede fortemente in questo progetto)
so e appoggio all’iniziativa i vari rapche ha presentato lo spirito dell’iniziativa
presentanti/delegati delle associazioni:
della serata. È intervenuta successivamente Selma Ferrali presen- Massimo Mancini (Ass. Culturale Orizzonti); Giancarlo Palamitando l’esperienza del laboratorio della Diocesi di Pistoia “tavolo dessi (sezione AVIS), Luana Ferradini (Associazione il Rifugio)
del lavoro” che vede insieme varie organizzazioni per affrontare Sandra Palandri (Parrocchia di S. Baronto), Micheli Alessandro
la “crisi” e come questa esperienza si potrebbe applicare anche (Banda Comunale), Monia Leone (Istituto Comprensivo Lampoa livello locale. Selma ha portato il saluto dell’ASL e dell’assi- recchio, Associazione Culturale e Musicale G. Rospigliosi, Parstente sociale che, pur non essendo presenti alla serata, hanno rocchia Mastromarco), Remo Micheli (Pro-loco Lamporecchio,
fatto sapere che sono disponibili a collaborare. Ha parlato poi UIL), Edoardo Bonfanti (Pro-Loco Porciano), Letizia Guarnuto
il sindaco, Giuseppe Chiaramonte, che ha ribadito l’importanza (Tirillò col filo ed Ecce Bombo), Labbadia Cesare (Pro-Loco
di questa iniziativa per rispondere ai bisogni della comunità di S. Baronto), Brigitta Gaish (Legambiente), Monica Manganelli
Lamporecchio dove tanti disagi si possono ricondurre alla perdita (Circolo ARCI Porciano), Paola Gennai (Associazione Commerdel lavoro e alla solitudine. Ha evidenziato la necessità di crea- cianti Centro). La serata si è conclusa con l’impegno da parte
re canali alternativi, a quelli istituzionali, per poter individuare i di tutti di rincontrarsi, per dare vita a dei progetti concreti,
bisogni inespressi di coloro che, ad esempio, per orgoglio non si mercoledì 2 maggio alle ore 21 stesso luogo.
6 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
PARLIAMO DI...
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 7
PARLIAMO DI...
CIAO, DOTTORE, RIMARRAI PER SEMPRE NEL
NOSTRO CUORE…
D
di Alvaro Niccolai e Selma Ferrali
opo cinque anni di malattia e di
casioni in cui il Dottor Martini lo aveva
sofferenza, Gualtiero ci ha lasciasostenuto e accompagnato sul podio più
to. Nel nostro territorio pochi lo
alto della sua folgorante carriera.
chiamavano solo col nome, più spesso veMa la passione più vera, più radicata che
niva identificato con l’appellativo proprio
Gualtiero aveva ereditato dal padre era
della professione che svolgeva come una
la pesca, sia quella di fiume che di lago,
missione: “ il Dottor Martini”.
in cui era specializzato e, nel periodo
Giovane intelligente, precoce, per certi
della maturità, quella di mare.
versi geniale, nato da una famiglia semAmante della natura in tutte le sue maplice, dopo aver frequentato le scuole sunifestazioni anche quelle più segrete e
periori all’Istituto Calasanzio di Empoli
poetiche, esperto conoscitore di funghi,
a cui era rimasto profondamente legato e
di erbe selvatiche, di piante autoctone,
da cui aveva ereditato i valori religiosi ed
di medicina naturale e di antichi rimedi,
umani che ha testimoniato sempre nella
riusciva a valorizzare come pochi, le nosua vita, si era laureato giovanissimo, con
stre tradizioni contadine e culturali più
impegno e non pochi sacrifici.
autentiche, che amava far conoscere e fare
Nello svolgimento della professione che
apprezzare a tutte le persone a cui voleva
lui considerava come una vocazione, ha
bene.
incarnato pienamente l’ideale del medico
Non si muoveva mai senza i brigidini di
di famiglia, ruolo che gli permetteva di deLamporecchio che regalava con gioia e con
dicarsi ai suoi pazienti e non solo…, con
orgoglio ovunque, sia ai colleghi nell’eserautentico spirito di servizio. Era amico di
cizio della professione, sia alle persone
tutti, soprattutto delle persone più deboche incontrava in altre località italiane e
li, verso le quali si prodigava con grande
straniere. Il dottor Martini e il sacchetto
professionalità, rispetto e abnegazione,
di brigidini erano diventati davvero insespesso in silenzio.
parabili… Presentarsi così era per lui un
Negli anni settanta aveva voluto a Lamlasciapassare, un modo semplice, bonario
porecchio con tenacia e determinazione
e garbato per valorizzare la sua gente di
la Croce Verde, per andare incontro alle
cui si sentiva fiero paladino e per esprimeemergenze socio-sanitarie del nostro paese
re al meglio quelle indubbie capacità relaa cui si sentiva profondamente legato e di
zionali che lo caratterizzavano. Gualtiero
cui si è manifestato sempre parte integranconosceva tutti e tutti lo conoscevano per
te e attiva.
Nella foto in alto il tipico sorriso
la sua simpatia e per la sua vitalità.
Dr. Gualtiero Martini, sintomaCi piace ricordarlo in un articolo di gior- del
Decano dei medici del territorio, attivo nel
tico del suo carattere socievole,
nale, perché Gualtiero è stato per anni il sempre disponibile ad aiutare chi sindacato ed anche tra i medici cattolici
aveva bisogno di lui.
corrispondente sportivo del Mattino prima,
della Diocesi di Pistoia, ha tenuto alti i vae poi del Tirreno, quando ancora le notizie Nella foto sotto, Gualtiero insieme lori della solidarietà umana e della fede di
al compianto Aldo Bartoli, suo
non correvano sui fili del telefono, ma vecui egli è sempre stato un testimone credigrande amico e colonna della
nivano portate a destinazione con la Lambile e sincero.
Croce Verde.
bretta e con la Saca.
Ultimamente era stato uno dei membri più
Lo sport era per Gualtiero una passione inattivi del gruppo neocatecumenale della
contenibile: seguiva la Lampo tutte le volte che poteva, parrocchia di cui con orgoglio faceva parte, che aveva conin casa e in trasferta, amava molto anche il ciclismo per tribuito a far nascere e che aveva sostenuto con fede salda
cui svolgeva la mansione di medico sportivo nelle squadre e matura, tanto da essere diventato per tutti i fratelli di colocali. Marco Venturini, il nostro campione olimpionico munità il punto di riferimento più sicuro e importante.
di tiro al piattello, certamente si ricorderà delle varie oc- Gualtieraccio, ti vogliamo bene…
8 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
PARLIAMO DI...
L’AGENDA DI ORIZZONTI
Il 27 aprile 2012 GIULIO
TESI compie 14 anni!!!!
Larciano - Tantissimi auguri da
mamma Tamara e da babbo Carlo.
Anche i tuoi nonni “da lassù“
saranno orgogliosi di te e si uniranno
alla tua festa aiutandoti a spengere le
candeline!!!!
Sei sempre stato grande....... continua
ad esserlo!!!!!
Tantissimi auguri anche da tutta la
nostra Redazione.
Le nozze d’oro di
Romano Camelli e
Amelia Leporatti
Lamporecchio - Il 23 aprile scorso,
Romano Camelli e Amelia Leporatti
hanno festeggiato 50 anni di matrimonio!! Tanti auguri da parte dei figli
Marco e Simone, dal nipote Fabio
e dalle nuore Jannette e Samantha.
Tantissimi auguri anche da tutta la
Redazione di Orizzonti.
Due candeline per il
piccolo Giulio Mitra
Le Nozze d’Oro di
Giovanni Giachi
e Tosca Giovannelli
Lamporecchio - Domenica 15
Aprile, il piccolo Giulio Mitra ha
compiuto 2 anni!
Tanti auguri dalla mamma Angela,
dal babbo Marco, dai nonni e
dagli zii. Tanti auguri anche dalla
Redazione di Orizzonti.
Lamporecchio - Il 29 aprile
Giovanni Giachi e Tosca Giovannelli
festeggeranno 50 anni di matrimonio!
Un traguardo importante per una coppia
molto affiatata.
Tanti Auguri dai figli Barbara e
Gabriele, dalle nipoti Alice e Giulia,
dai parenti e dagli amici. Auguri sinceri
anche da tutta la nostra Redazione.
Buon Compleanno
a Rachele Puccini
Buon compleanno a
Michael Merluzzo
Lamporecchio - il 18 aprile scorso,
Rachele Puccini ha compiuto
6 anni!
Tanti auguri dalla mamma Michela,
dal babbo Luca e dai nonni.
Tanti auguri anche dall’intera
Redazione di Orizzonti.
Larciano - Il 26 aprile, Michael
Merluzzo ha compito 8 anni.
Tantissimi auguri da mamma Debora,
dal babbo Sebastiano e da tutta la
famiglia. Tanti auguri anche dalla
nostra Redazione.
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 9
PARLIAMO DI...
UN VECCHIO VIZIO EMERGE ANCHE A LARCIANO....
...come diceva Fabrizio de André “...la maldicenza
insiste, batte la lingua sul tamburo...”
Questo è il senso della lettera inviataci da Alessandro
Billone titolare della nota pizzeria al taglio e da asporto
“Alex’s Pizza”
C
on queste righe ho pensato di raccontare e rendere pubblica una vicenda
che ha coinvolto di recente me e il mio staff, provocando disagi al normale svolgimento del nostro lavoro: Qualche settimana fa decidemmo di
trasferire la linea telefonica del negozio ad una nuova compagnia. In conseguenza di ciò però, malgrado fossimo un esercizio pubblico, per ben 16 giorni
consecutivi non abbiamo potuto usare l’apparecchio telefonico perché privo di
linea e chiunque provasse a contattarci non riusciva a comunicare con noi.
Lasciamo immaginare il fastidio che tale situazione ci ha provocato.
A seguito di questo spiacevole inconveniente a nostro danno, in paese hanno
cominciato a girare le prime dicerie sulla nostra attività. In particolare molte
persone sostenevano, anche in virtù dell’accaduto, che di lì a poco avremmo
chiuso bottega. Quasi quotidianamente ci siamo trovati di fronte alle domande
delle persone che incredule ci chiedevano conferma di quanto si dicesse in giro
sulla chiusura del nostro esercizio. Colgo l’occasione per smentire definitivamente quanto detto sul nostro lavoro.
Non c’è mai stata e noi ci sarà intenzione da parte nostra di cessare l’attività.
A noi fare questo lavoro piace davvero tanto e l’episodio che ci ha coinvolti
ha contribuito a rafforzarne l’entusiasmo
che indubbiamente mettiamo nel cercare di
soddisfare le richieste dei nostri clienti.
Vogliamo continuare a fare il nostro lavoro con la passione e la voglia di sempre,
migliorando giorno dopo giorno i servizi
offerti. Certi e incentivati a fare sempre
meglio, grazie anche alla fedeltà dei nostri
affezionati clienti, aspettiamo tutti come
prima e più di prima. Grazie mille per la
disponibilità.
Marco
Lara
Alessandro
Alessandro Billone
DINO FARAONI:
ll’età di ottanta anni si è spento Dino
Faraoni, il noto imprenditore agricolo
di via Poggio di Bobi in Cerbaia. Originario
delle Marche, Dino ha costruito negli anni
un’importante azienda agricola. Un’attività che
viene proseguita dal nipote Stefano. In questo
momento di dolore, la Redazione di Orizzonti
si stringe intorno ai familiari, la moglie Silvana,
la figlia Graziella e i nipoti Stefano e Veronica
per tributargli le più sentite condoglianze.
A
IN QUESTO NUMERO:
Parliamo di:
• pag. 2 - “L’importanza della cultura e della solidarietà nella
nostra realtà territoriale” - di Stefano Ferrali ***
“Ciao Bruno” - a cura della Redazione di Orizzonti
• pag. 3 - Una iniziativa di Orizzonti: domenica 6 maggio
2012 ore 17,00, Chiesa di S. Stefano a Lamporecchio (PT),
Concerto dell’ Associazione “Musica Mundi” di Empoli Ingresso Gratuito
• pag. 4/5 - “Vi presento Roberto Spinelli, in arte
«Robertino»...un mattatore locale” - di Maddalena Mirandi
• pag. 6 - L’Angolo della solidarietà - a cura di Mara Fadanelli: Lamporecchio inizia a tessere la rete....”
• pag. 8 - “Ciao, Dottore, rimarrai per sempre nel nostro cuore…” - di Alvaro Niccolai e Selma Ferrali
• pag. 9/10 - L’Agenda di Orizzonti *** “Un vecchio vizio
emerge anche a Larciano.....come diceva Fabrizio de André
«...la maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo...» - a
cura di Alex’s Pizza Larciano *** “Dino Faraoni” *** Sommario
• pag. 11 -“Ciak Therapies” rubrica cinematografica di
Melania Ferrali: “Un mercoledì da leoni - 1978”
• pag. 12/13 - “La gola dell’aquila” IIIª parte di Tommaso Rubino
• pag. 14/15 - La rubrica del riciclo a cura di Valentina
Luccioli: “I codici dei rifiuti”
• pag. 16/17 - “Non piace ciò che piace ma piace ciò che
è bello” - di Sandro Bonaccorsi
• pag. 18 - Agraria Montalbano - “L’importanza dei trattamenti antiparassitari”
• pag. 19 - “Grazie Lucia!” - L’ultimo commosso saluto a Lucia Giannoni *** I consigli dell’avvocato, a cura dello Studio
legale Nicolin/Fagni. “Separazione dei coniugi (1):
su cosa concentrarsi per tentare un accordo”
-------------------------------------------------------------------
Lamporecchio:
• pag. 20 - “La Posta di Orizzonti”
• pag. 21 - “La Vespa e la 500: due passioni contagiose”
• pag. 22/23/24/25 - “Il 1° maggio a San Baronto in una rivista
del 1939” - a cura di Stefano Ferrali e Gianluigi Galeotti
• pag. 26/27 - “ASD LAMPO 1919: La crisi..., la bandiera...,
la chiarezza..., gli albanesi...!!” - di Marzio Venturini
• pag. 28/29 - “Il partigiano Natale Tamburini, martire della
guerra di liberazione” - di Ivo Pasquetti
• pag. 30/31 - Istituto Comprensivo di Lamporecchio: Progetto Intercultura “Un viaggio nel mondo”- Girotondo con
i bambini di tutto il mondo - a cura delle insegnanti della
scuola dell’infanzia di Mastromarco *** “Le energie rinnovabili” - a cura degli alunni della 3ªC della “Scuola Media
Francesco Berni”
-------------------------------------------------------------------
Lamporecchio e Larciano :
• pag. 32/33 - “La stagione teatrale chiude in bellezza
con “Sussi e Biribissi – viaggio al centro della terra”
*Teatro Comunale di Lamporecchio: sabato 28
aprile e sabato 5 maggio, alle ore 21,00 *- a cura
della Compagnia della Mezzanotte - (L’incasso sarà
devoluto alle scuole di Larciano e Lamporecchio)
-------------------------------------------------------------------
Larciano
• pag. 34 - “Il 25 aprile secondo Mazzino Meacci”, la
Festa della Liberazione vista dall’indimenticato sindaco
di Larciano - di Franca Capecchi
• pag. 35 - Comune di Larciano: Un documento storico:
riportiamo integralmente la trascrizione della delibera del
consiglio comunale n. 6, del 16 febbraio 1897, che sancì il
distacco del comune di Larciano da quello di Lamporecchio
• pag. 36/37/38 - “Corpo musicale «Giacomo Puccini»
di Larciano Castello, una storia lunga 114 anni”
• pag. 39 - Istituto Comprensivo «F. Ferrucci» Larciano:
“Una gita scolastica per comprendere la Storia”
-------------------------------------------------------------------
Sport:
• pag. 40 - Calcio: “Un uomo di sport: Mario Pierangeli
detto «Prenzolo». Il giorno 28 Marzo ha festeggiato 60
anni!!”- di Roberta Romani
• pag. 42 - Calcio: “VI° Memorial «Anselmo Fagni» Allievi ‘96. All’A.S. Livorno l’edizione 2012” sconfitto in
finale l’Empoli ai calci di rigore - di Massimo Mancini
• pag. 45 - Sport giovanile - pagina a cura della FABO
nastri adesivi. “Unione Montalbano Calcio: un finale di
stagione fitto di impegni” - di Andrea Volpi
• pag. 46 - Calcio: “Larcianese Coppa Italia di promozione - Il trionfo della Larcianese” - di Massimo Mancini
• pag. 47 - Ciclismo: “Sabato 28 aprile 2012: 36°
Gran Premio Industria & Artigianato. 25° Trofeo Nello
Bonfanti (assegnato a Luca Scinto, d.s. Farnese Vini/
Delle Italia)” - di Stefano Ferrali
10 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
PARLIAMO DI...
ciak therapies THERAPIES N°4 - “Un mercoledì da leoni” - 1978
Rubrica Cinematografica
a cura di Melania Ferrali
Ciak Therapies di questo mese, ospita per voi, la recensione di
Federico Tucci, sceneggiatore, a proposito di “Un mercoledì da Leoni”.
T
CHE LA FORZA SIA CON VOI!
orna l’estate, torna la voglia di mare, tornano le onde, amori e amicizie... La più
bella interpretazione cinematografica di questa atmosfera è senz’altro “ Un mercoledì da leoni ” (1978) di John Milius. Esistono filmetti, film, e cult. Un mercoledì
da leoni abbraccia appieno quest’ultimo genere. Questo cult si apre nella west coast
californiana del 1962, in cui Jack, Leroy e Matt, vivono la loro grande passione per
le onde e i “tunnel” d’acqua: il surf. Le immagini sono spettacolari, lasciano senza
fiato; anche una partita di scacchi può esserlo, ma governare onde alte cinque metri e
rischiare la vita lo è ancora di più. L’immortale musica anni ‘60 fa da cornice perfetta
alle estati sulla tavola, alle feste coreografate da innocenti risse quasi teatrali, ai baci
CAST
fugaci, alle lattine da birra sparse per il pavimento, agli improvvisati viaggi in MesRegia
sico e altro ancora; il tutto senza mai sfociare nella volgarità. La figura carismatica di
John Milius
questi ragazzi è Bear, costruttore e promulgatore del surf in California, che aggiusta i
Sceneggiatura
battibecchi quotidiani con poche semplici parole e un sorso di birra. L’assoluta spensiJohn Milius, Dennis Aarberg, eratezza dei giovani che ci viene mostrata e che oggi per mille motivi talvolta manca,
Joel Chernoff
ci fa venire nostalgia di un’ epoca che non tutti abbiamo vissuto. Tutto questo viene
Montaggio
alterato da una maturità che si impone di prepotenza e mai voluta, è l’epoca della
Carroll Timothy O’Meara,
guerra in Vietnam. Insuperabili gli escamotage dei ragazzi per sfuggire alla visita
Robert L. Wolfe
medica per entrare nel corpo dei Marines; alcuni ce la fanno, altri no. Passano diversi
Fotografia
anni, corrono le onde. C’è chi ha cambiato città, c’è chi si è sposato, chi è nato e chi
Bruce Surtees
è morto. La grande mareggiata del ‘74, il mercoledì da leoni di cui si fa voce il titolo.
Musica
Gli dèi del surf si ritrovano a brandire la propria arma costruita da Bear per l’ultima
Basil Poledouris
definitiva sfida con il mare e con se stessi. Le onde alte più di cinque metri in serie da
Matt Johnson
otto, crescono ogni minuto di più, cavalcarle è da suicidi. Jack, Leroy e Matt accettano
Jan-Michael Vincent
la sfida, e surfano l’assoluta furia del mare. Qui di nuovo le immagini straordinarie
Jack Barlow
ci fanno apprezzare la pericolosità, la pazzia, ma anche l’assoluta spettacolarità di
William Katt
questa passione...cose incredibili.
Leroy Smith
Gary Busey
Le nuove leve fanno apparire i tre protagonisti come “superati”, ma quando muore un
Sally Jacobson
mito nasce una leggenda.
Patti D’Arbanville
La maturità che incombe toglie la spensieratezza, madre degli adolescenti, ma i tre
Peggy Gordon
capiranno che l’orgoglio non è rimanere giovani per sempre, ma la consapevolezza di
Lee Purcell
essere stati dei Grandi.
Bear
Questa pietra miliare del cinema non ha vinto nessun premio ufficiale, se non
Sam Melville
l’apprezzamento di un “certo” Quentin Tarantino che lo ha definito un’opera “SpetJim Waxer King
tacolare”.
Darrell Fetty
Se stesso
Non tutti sapranno apprezzarlo. Ma dopo averlo visto, la prossima volta che vedrete
Gerry Lopez
una bella onda, pagherete per avere una tavola da surf sottobraccio...
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 11
PARLIAMO DI...
LA GOLA DELL’AQUILA IIIªparte - di Tommaso Rubino
..segue dal numero precedente:
Da Zhukë comincia la zona collinare e poi le montagne,
essendo la piana limitata lungo le coste ed al sud, il resto è
tutta montagna, con vette molto alte e poco accessibili con
numerose cime la cui altezza è compresa fra i 2200 ed i
2600 metri, la montagna più alta è il picco Korab (2.764m)
nella zona centrale ad est al confine con la Macedonia, ma
notevoli picchi si trovano al nord, quali la Maja e Radohimës, nel Thethi National Park, Prefettura di Scutari, al
confine con il Montenegro alta circa 2500 metri. In queste zone settentrionali le strade sono poche
e scarse, per cui a causa della mancanza di
vie di comunicazione interne e di contatti con
l’esterno, complice il territorio montuoso ed 1
impervio, è proliferata in questa zona per secoli una società tribale. Solo dopo la seconda
guerra mondiale si è cercato seriamente di
integrare le popolazioni della regione nella
vita nazionale albanese. (N.d.R. Wikipedia parzialmente modificato). Queste notizie che
vi do non servono per fare sfoggio di cultura
geografica, bensì per riuscire a capire la storia dell’Albania ed il motivo per cui certi di
loro sono così particolari ed a capire quanto
importanti siano le differenze fra le varie popolazioni in uno stesso paese che ha una
lunghezza massima di soli 340 km e larghezza di 148 km, quindi non molto gran2
de. Al sud le catene montuose meridionali
sono più accessibili, il terreno degrada verso la pianura ed il fondovalle coltivabile.
Questo tipo di territorio ha spinto verso lo
sviluppo del latifondo, influenzandone così
la struttura sociale. Quindi ricapitolando:
montanari pastori, per lo più cristiani,
a lungo vissuti isolati, al nord, coltivatori diretti, a maggioranza musulmana,
spesso proprietari di latifondi al sud.
È questo il quadro dell’Albania che si affaccia al mondo moderno nel 1912 al momento della proclamazione dell’indipendenza in seguito alla caduta dell’impero
turco e qui, come al solito, sono successi
grandi casini: il territorio abitato dagli albanesi fu solo in
parte assorbito dal nuovo stato: Il Kosovo e zone limitrofe furono assegnati alla Serbia, Ulcinj e le aree circostanti
12 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
al nord sono state date al Montenegro e la
Ciameria è stata assegnata alla Grecia; pertanto le rimaste insoddisfatte ambizioni di
riunificazione dei popoli di etnia albanese
hanno gettato le basi per successivi conflitti, l’ultimo dei quali nel 1999 ha visto contrapposti i Serbi
di Milosevich contro gli indipendentisti albanesi in questa
regione con successivo coinvolgimento anche della NATO.
Mi scuso se mi dilungo in particolari che possono poco
coinvolgere il lettore, ma tutto ciò, credetemi, è necessario per reggere il filo del discorso ed arrivare
dove voglio arrivare… Andiamo però per
gradi e partiamo dalla seconda metà del
1400: siamo, in Italia, nell’epoca dei Borgia
(e chi ha visto su Sky lo sceneggiato con lo
stesso titolo, sa quali fossero i diritti della
gente anche nella nostra penisola), in Albania arrivano i turchi e due principi albanesi
del nord Scandeberg e Dukagjini, il primo
di Kruje, poco più a nord di Tirana, il secondo di Lezhe (la antica Alesso, famosa per le
rovine illiriche…) ancora più a nord, si oppongono al conquistatore. Per ben 25 anni gli
albanesi, cristiani guidati da Scandeberg, si
oppongono al turco invasore sconfiggendolo
ripetutamente in numerose battaglie campali,
poi nel 1468 Scandeberg morì di malaria,
mentre nel frattempo Dukagjini (foto 1)
che aveva litigato con lui, aveva stretto una
alleanza con i Turchi ed era passato al nemico (da allora le truppe di questo principe
furono per sempre le sole truppe cristiane
inglobate nell’esercito turco e tutti gli eredi
di Dukagjini, che morì nel 1481, da allora
ebbero il titolo di Kapidan), dieci anni dopo
i turchi divennero padroni dell’Albania che
domineranno fino al 1912. I Turchi incoraggiarono le conversioni all’islam con leggi che imponevano tasse ai non convertiti
ed impedivano loro di accedere alle carriere pubbliche, per cui alcuni cristiani, ex seguaci di Scandeberg emigrarono nel regno
di Napoli (sono quegli Arbëresh prima detti…), mentre al nord, da Kruje in su, i fedeli di Dukagjini
ottennero in cambio della loro alleanza un’ampia autonomia religiosa ed anche, in parte, amministrativa, per
cui continuarono ad attuare le loro leggi ed i loro codici
PARLIAMO DI...
(tramandati per lo più oralmente e 3
codificati, solo agli inizi del 1900, da
un frate francescano per scritto, in un
testo unico chiamato Kanun (foto 2).
Tutto questo è importante perché il
Kanun, che vuol dire righello (cioè
traccia di come comportarsi…) ed
allora nel 1500, era uno dei codici
più avanzati in Europa, ha costituito l’elemento portante della affermazione della autonomia di questa
gente del nord che, rimasta
isolata, è rimasta ad esso
pervicacemente attaccata
per oltre 500 anni; hanno
cioè continuato anche ai giorni nostri in parte, a vedere il
mondo secondo i dettami da
esso stabiliti, nel bene (senso
dell’onore, dell’ospitalità che è sacra fino alla morte - di
fedeltà alla parola data, rispet- 4
to per gli anziani ed uguaglianza fra tutti i membri di
una comunità… che non era poco per il 1400) e nel male
(vendetta di sangue e legge del taglione… tailoni) secondo
i dettami di quel codice medievale, mentre nel resto d’Europa il mondo, quindi anche il diritto, evolvevano verso il
rinascimento e l’illuminismo.
LO SO CHE PARLO DIFFICILE, MA OGNI TANTO PER
FARE CAPIRE QUALCOSA A VOI IGNORANTONI UN
PO’ DI SFOGGIO DI CULTURA CI VUOLE.
Il Kanun è stato uno dei motivi della rottura fra Dukagjini
e Scandeberg, che, al contrario del primo, voleva ammorbidirne la rigidità dottrinale. Dopo l’indipendenza del 1912
e la repubblica-regno di Zog (1925-1939) (foto 3, Re Zog
e tutta la famiglia reale) successivo ad essa, si è cercato di
sostituirlo con leggi moderne, su di esso hanno però fatto
leva gli italiani (foto 4, il Corriere della sera del 8 agosto
1939 che annuncia l’occupazione dell’Albania da parte
delle truppe italiane) durante l’occupazione dell’Albania
per stabilire delle alleanze. Il Kanun è stato combattuto dal
regime comunista che non voleva altre leggi se non le sue,
anche se da esso ha assunto l’etica del culto del dovere e
della obbedienza alle regole (e per questa avversità la gente si è attaccata ancor più pervicacemente ad esso come
forma di resistenza al regime), mentre viene ancora oggi
usato dalle mafie albanesi per giustificare come onorevoli
alcuni comportamenti criminali ed ottenere anche sconti di
pena. Il Kanun considera l’individuo non come persona, che è un
concetto proprio delle società moderne, ma come facente parte di
una comunità o famiglia allargata per cui, per un delitto commesso
da uno, la vendetta può, anzi deve,
essere esercitata contro qualunque
maschio adulto della comunità cui
appartiene (ed ancora oggi si calcola che circa 2000 persone siano costrette a vivere rinchiuse
in casa - sono gli inchiodati, i cosiddetti ngujuar
- che vivono reclusi anche
per anni, con gravi conseguenze sull’economia,
finché non intervenga la
tregua o il perdono con la
mediazione degli anziani
- Besa -). Sarebbe riduttivo dire che è tutta colpa
del Kanun, l’isolamento
perpetrato dal regime comunista, durato quarantacinque anni, ha contribuito molto
a determinare questa arretratezza culturale, altrimenti non
si spiegherebbe come mai le regioni del sud, che al Kanun
non sono state sottoposte, abbiano problemi simili - ma i
turchi in tal senso ci hanno messo del loro. Tutto questo
ci fa comunque capire che quando un popolo, rimasto
isolato per oltre 400 anni per varie vicissitudini, viene
proiettato nella società moderna qualche problema può
giustamente averlo.
Per concludere, visto che il Mancini mi ha riferito che qualcuno, qualche volta, dopo aver letto i miei articoli, mi ha
accusato di essere misogino (vuol dire antifemminista …
siete i soliti ciuchi… deriva dal greco misao, che vuol dire
odiare e ghiunè che vuol dire donna, da cui deriva anche
il termine ginecologo) devo dire, io che il Kanun lo ho
letto, che esso contiene verso la donna elementi di indubbia modernità. Leggo infatti nel Capitolo VI, articolo 33,
comma 58: - diritti del marito sulla moglie - che il marito
ha diritto: a) di consigliare e correggere la moglie - e fin qui
passi… - b) di bastonarla e legarla, quando disprezza le sue
parole ed i suoi ordini - elemento questo abbastanza moderno, al punto che mi spinge a chiedere la cittadinanza
albanese per cui, forse almeno in casa, acquisirei dei diritti
ed una qualche personalità giuridica… Salute a tutti!!!
**FINE**
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 13
PARLIAMO DI...
La rubrica del riciclo
a cura di Valentina Luccioli
V
I CODICI DEI RIFIUTI
i siete mai chiesti cosa significano i codici che si
trovano sugli imballaggi delle cose che acquistiamo? Ho pensato che forse questa piccola tabella vi
potrà essere di aiuto nella differenziazione dei rifiuti. Così
quando acquistiamo un oggetto sappiamo subito se e come
può essere riciclato... Dobbiamo inoltre precisare che non
tutti gli oggetti realizzati con queste materiali possono andare nel contenitore BLU ma solo quelli che assolvono la
funzione di imballaggio.
PE: polietilene, è la plastica utilizzata per molti contenitori e sacchetti, riciclabile, contenitore 1
BLU
PE-HD o HDPE: polietilene ad alta densità, plastica di solito utilizzata per realizzare sacchetti
che sfregandoli fra le mani producono il rumore
della plastica che si accartoccia, riciclabile, con2
tenitore BLU
PP: polipropilene, plastica utilizzata per contenitori e prodotti per la pulizia, riciclabile, contenitore BLU
PE-LD o LDPE: polietilene a bassa densità, plastica utilizzata per la produzione di sacchetti che
risultano molto morbidi al tatto, riciclabile, contenitore BLU
3
PET: polietilentereftalato, plastica di solito utilizzata per la realizzazione di bottiglie o prodotti
per la pulizia, riciclabile, contenitore BLU
PS: polisitorolo, riciclabile, contenitore BLU
PVC: polivincloruro, riciclabile, contenitore BLU
(la maggiore applicazione di questo materiale
si ha per fare tubi per l’edilizia o per incartare
prodotti NON di uso alimentare in quanto particolarmente
nocivo – anche cancerogeno in quanto contiene gli ftalati
– quindi non di uso comune. Nelle case lo troviamo principalmente se andiamo a comprare qualcosa di confezionato
da una ferramenta o da un idraulico, quindi abbastanza di
rado)
ABS: non è plastica, è un materiale antiurto utilizzato per
alcuni utensili da cucina, parti plastiche di elettrodomestici
nonché materiale di costruzione di caschi e paraurti, NON
riciclabile, contenitore GRIGIO
CA, PI: non è plastica, sono accoppiamenti di materiale diverso non riciclabile (tipo carta/plastica o carta/alluminio),
14 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
in alcuni casi il materiale può essere
completamente riciclato come il tetrapak
(contenitore BLU), in altri invece no come la carta plastificata per salumi (contenitore GRIGIO)
AL: alluminio, si tratta delle lattine, scatolette e contenitori
per alimenti, riciclabile, contenitore BLU
ACC: acciaio, usato spesso per la realizzazione di contenitori spray e scatolette per alimenti, riciclabile, contenitore
BLU (Publiambiente raccomanda che le bombolette spray siano completamente esaurite, altrimenti devono essere portate al centro raccolta)
SIMBOLI
Quello dell’omino che getta il materiale nel cestino significa che non si deve disperdere il rifiuto nell’ambiente ma va conferito negli appositi
contenitori. (fig. 1)
Quello delle tre frecce che si rincorrono a triangolo vuol dire che si tratta di materiale riciclabile
se conferito nei contenitori giusti. (fig. 2)
Quello due due frecce che si rincorrono a forma
circolare significa “punto verde” ossia che quel
materiale deve essere recuperato e quindi garantisce un aspetto più verde all’ambiente. (fig.3)
Un paio di mesi fa al banco gastronomia della
Coop di Larciano, ho chiesto se potevo avere solo
sei/sette olive. “Certo, nessun problema”. Mentre
etichettava l’imballaggio, ho riflettuto a voce alta
dicendo che costava più l’imballaggio del contenuto e abbiamo fatto due chiacchiere. Effettivamente l’utilizzo del packaging nel settore alimentare è
incredibile... basta pensare a quanto è pieno ogni settimana
il sacco blu! E ho fatto qualche ricerca per scoprire che
quasi il 40% degli imballaggi alimentari che troviamo sugli scaffali del supermercato risulta poi difficile da riciclare
o perlomeno riciclabile solo in parte: c’è un sovra-utilizzo
degli imballaggi nel settore alimentare e questi influiscono
negativamente sul costo del prodotto e sul costo sociale
che deriva dal successivo smaltimento o riciclaggio dello stesso. Bisogna certo dire che spesso è l’imballaggio a
permettere la più o meno lunga conservazione del prodotto
aumentando la vita dell’alimento. Si tende a sostenere che
i supermercati stessi dovrebbero contribuire ai costi di riciclaggio e di smaltimento dei rifiuti degli imballi in modo
che siano incentivati a produrre meno imballaggi e rifiuti in generale. In un momento come questo di recessione
economica, dobbiamo sensibilizzarci anche alla riduzione
degli sprechi, l’ottimizzazione delle risorse, la detassazione conseguente come la riduzione delle multe. Se avessimo
meno imballaggi inutili sarebbe possibile tagliare i costi ed
abbassare i prezzi in parecchi settori. Quando l’imballaggio
viene destinato alla discarica, comporta un costo per i contribuenti ed un danno per l’ambiente.
Per noi cittadini è importante preferire oggetti riutilizzabili, non “usa e getta” e scegliere prodotti con poco imballo,
alla spina o con ricarica. Molto interessanti sono i nuovi
prodotti della linea Winni’s: questa marca produce detersivi
ecocompatibili per la casa con tensioattivi completamente
biodegradabili e riutilizzabili dai batteri del mare una volta
che lo scarico finisce nelle sue acque. Sono prodotti delicati
anche per la pelle e nickel tested, quindi adatti anche per
i bambini e per chi soffre di allergia. E per ultimo... fare
la spesa portando da casa la propria busta in cotone o tnt,
riduce notevolmente il numero di sacchetti di plastica in circolazione che sono tra i più inquinanti.
PUBLIAMBIENTE RISPONDE ALLE NOSTRE
DOMANDE
Perché piatti e bicchieri di plastica
non possono essere
conferiti nel contenitore BLU e quindi
non possono essere
riciclati?
La questione piatti e
bicchieri in plastica
è, da sempre, piuttosto controversa. Negli anni, noi come altre aziende,
abbiamo fatto presente questa forma di incoerenza
al Consorzio Nazionale, il quale sta aprendo, finalmente, le proprie porte anche a questi materiali.
Finora non potevano essere inseriti nel contenitore
azzurro proprio perché non venivano considerati
imballaggi. Ovviamente questa definizione ha dei
limiti oggettivi perché se è vero che la pila da 50 o
100 bicchieri che viene acquistata al supermercato
non è un imballaggio, ma un bene, è altrettanto vero
che tali oggetti assumono ed assolvono il ruolo di
imballaggio nel momento in cui vengo-
PARLIAMO DI...
no utilizzati per vendere prodotti alimentari dedicati al consumo immediato (patate fritte da asporto, piatti bicchieri e
vaschette utilizzate da alcuni locali pubblici e soprattutto
in feste e sagre paesane).
Bene, il Comitato di Coordinamento Anci-Conai, riunitosi recentemente a Firenze, ha deliberato che dal 1 maggio
di quest’anno, piatti e bicchieri in plastica potranno essere inseriti nel contenitore degli imballaggi. Entro il mese
di aprile uscirà un disciplinare tecnico che regolamenterà
questo nuovo tipo di conferimento, che aspettiamo di leggere con attenzione per darne successiva informazione ai
cittadini.
A nostro avviso questa apertura dovrebbe comunque portare ad una cauta riflessione, poiché, se da un lato è vero
che finalmente questi prodotti, se opportunamente separati,
potranno essere avviati a riciclo o recupero, è altrettanto
vero che in zone virtuose come i Comuni dove è attivo il
sistema “porta a porta” con tariffazione puntuale, questi
prodotti avevano subito una evidente flessione nel consumo, proprio perché si dovevano inserire nel contenitore
grigio a pagamento.
Questa nuova possibilità potrebbe riaprire la strada ad un
sovra consumo di tali prodotti, anche laddove non è necessario, ma solo comodo, non limitandolo allo stretto necessario. Il prodotto “usa e getta” non è mai ecologico, perché
ha un ciclo di vita troppo breve e comunque deve essere
lavorato, anche se non smaltito, e va ad influire sulla
quantità totale di rifiuti pro-capite prodotta da ogni singolo cittadino. Ricordiamoci sempre che la prima regola
per uno sviluppo davvero eco-sostenibile è la riduzione
della quantità di rifiuti prodotta, e solo dopo parliamo di
raccolta differenziata per il successivo avvio a riciclo o
recupero dei materiali.
La bottiglia dell’acqua Sant’Anna è biodegradabile, dove va conferita? Nel contenitore marrone? Stesso discorso per la plastica
biodegradabile dei rotoloni bio a marchio
Coop...
La bottiglia biodegradabile può essere conferita sia nel contenitore dei residui organici, sia
nel contenitore degli imballaggi.
La scelta può avvenire tenendo conto della
prossimità degli impianti esistenti in una determinata area, al fine di ottimizzare la gestione.
Quindi, nel nostro territorio è preferibile, ma
non obbligatorio, inserirle nella raccolta dei
residui organici.
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 15
PARLIAMO DI...
NON PIACE CIÒ CHE PIACE MA PIACE CIÒ CHE È BELLO
L
di Sandro Bonaccorsi
a relazione con il bello è sempre stata molto complessa e l’insieme delle emozioni che regolano i parametri di giudizio spesso possono trarre in inganno.
Infatti proprio da questo inganno “soggettivo” nasce il proverbio che tutti conosciamo “non è bello ciò che è bello ma
è bello ciò che piace”.
In questo motto della saggezza popolare ci riconosciamo
tutti, infatti quando percepiamo una sensazione piacevole
nei confronti di un soggetto, paragonandolo inconsciamente
a canoni estetici di riferimento, noi possiamo definire quella esperienza come l’incontro con la qualità della bellezza.
Ovviamente il paragone inconscio viene realizzato con canoni di bellezza soggettivi che variano da persona a persona e che dipendono dal contesto sociale in cui sono stati
acquisiti, da un senso innato del soggetto oppure dall’istruzione a riconoscerla.
Sebbene nella vita comune spesso si indichi con la bellezza
anche il gusto estetico, si tratta di un abuso di linguaggio.
Si può però definire bellezza soggettiva quella dipendente
dal proprio senso estetico. Quella oggettiva invece, è ‘la
bellezza definita come un insieme di qualità rispondenti a dei
canoni’.
La bellezza oggettiva è funzione del tempo, poiché tali
canoni cambiano nel tempo ma
restano validi per il periodo in- 1
dicato. La bellezza comporta la
cognizione degli oggetti come
aventi una certa armonia intrinseca oppure estrinseca, con la
natura, che suscita nell’osservatore un senso ed esperienza
di attrazione, affezione, piacere, salute.
Nella Grecia antica il bello
coincideva con il vero e la sua
più totale espressione si poteva
osservare nelle opere d’arte.
(foto 1: Il discobolo di Mirone, stupendo esempio di bellezza classica)
In arte infatti esistono dei criteri oggettivi che possono essere usati come strumenti per valutare la bellezza, questi criteri sono rappresentati dall’armonia nella composizione e
nelle parti, il rispetto del canone, la corrispondenza al vero,
16 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
la corrispondenza alle proporzioni definite da Vitruvio, la simmetria, il rispetto
dello stile scelto nella rappresentazione, il
rispetto della prospettiva, del simbolismo
e della conformità teologica.
In epoca moderna alcuni di questi parametri sono stati sostituiti o modificati, alcuni anche abbandonati. Sono stati introdotti alcuni nuovi parametri come
quello della novità, della provocazione, dell’astrattismo e
della stilizzazione, tuttavia non sono stati mai abbandonati i criteri generali dell’armonia, dell’eleganza, della grazia, delle proporzioni e della simmetria. Altri parametri di
giudizio sono relativi al giudizio di un corpo umano per
esempio e allora entrano in gioco la giovinezza, la forza,
l’intelligenza, la salute.
Tuttavia rispetto all’elenco piuttosto lungo che abbiamo
appena letto ci sono alcuni caratteri che non sono mai variati nell’arco di millenni e
che sono propri della matematica.
Tra questi il più importante è senza dubbio la sezione
aurea, approssimativamente
uguale a 1,618 e che è stata
molti considerata bella.
2 da
Viene anche chiamata la “divina proporzione” ed è spesso riscontrata in natura. Nella
conchiglia del nautilus (foto
2) per esempio il rapporto
tra sezioni successive è di
1,618. Lo stesso rapporto lo
troviamo nello sviluppo dei
rami, delle foglie, delle proporzioni tra le parti del corpo
umano.
3 Famosa è la rappresentazione di Leonardo dell’uomo
di Vitruvio (foto 3) in cui
una persona è inscritta in un quadrato e in un cerchio. Nel
quadrato, l’altezza dell’uomo è pari alla distanza tra le
estremità delle mani con le braccia distese. Le due distanze sono in rapporto aureo con una ipotetica retta diagonale passante per l’ombelico. Lo stesso ombelico è anche il
centro del cerchio che inscrive la persona umana con le
PARLIAMO DI...
braccia e gambe aperte.
La posizione corrispondente all’ombelico è infatti ritenuta
il baricentro del corpo umano.
Una famosa rappresentazione della figura umana in proporzioni auree è anche la di Venere di Botticelli (foto 4)
nella quale si possono individuare diversi rapporti aurei.
Oltre all’altezza da terra dell’ombelico e l’altezza complessiva, è aureo anche il rapporto tra la distanza del collo
del femore al ginocchio e la lunghezza dell’intera gamba
o il rapporto tra il gomito e la
punta del dito medio e la lunghezza dell’intero braccio.
Altri esempi del nostro corpo
possono essere ricondotti alla
sezione aurea.
Se misuriamo le dita della
nostra mano, noteremo che i
rapporti tra le lunghezze delle
falangi del dito medio e anulare sono aurei.
Così come è aureo il rapporto
tra la lunghezza del braccio e
l’avambraccio, tra la lunghezza della gamba e la sua parte 4
inferiore.
L’uomo ha acquisito nel corso del tempo un concetto di bellezza che si credeva fosse
dovuto ad un puro istinto, ma se andiamo ad esaminare un
volto che definiamo “bello” è facile scoprire come le distanze tra gli elementi che compongono il viso sono strettamente legati alla proporzione aurea.
E’ in sezione aurea il rapporto tra altezza e larghezza del
viso, tra la distanza occhi-mento e occhi-fronte, la distanza
bocca-occhi e bocca-mento, altezza e larghezza del naso,
lunghezza ed altezza della bocca, larghezza degli occhi e
distanza dal centro del viso…etc. etc.
Oltre alla divina proporzione abbiamo un’altra caratteristica che non è mai cambiata nel tempo e cioè la simmetria.
Osservati da davanti oppure da dietro noi umani siamo
simmetrici. Ci sono sempre delle piccole differenze fra la
destra e la sinistra che rompono la perfetta simmetria: il
cuore sta a sinistra e la scriminatura dei capelli spesso su
un lato ma, nonostante questo noi esseri umani siamo in
ampia misura simmetrici. Gli
animali sono simmetrici, ma
anche i veicoli, molti edifici e
alcune piante.
La simmetria produce stabilità: i grandi edifici in passato
venivano sempre impostati
simmetricamente. La simmetria è indice di ordine, molti
dipinti sono impostati sulla
simmetria evocando una impressione di equilibrio e tranquillità.
La bellezza quindi è quella che ognuno di noi percepisce in modo differente ma che difficilmente non coincide anche con i criteri della proporzione, della simmetria e
dell’armonia che da migliaia di anni definiscono ciò che è
ritenuto bello.
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 17
AGRARIA MONTALBANO
DOVE PUOI COLTIVARE LA TUA PASSIONE
“L’IMPORTANZA DEI TRATTAMENTI ANTIPARASSITARI”
F
inito il tempo delle potature, nell’oliveto comincia il periodo
dei trattamenti antiparassitari. Una pratica colturale che deve
essere improntata al rispetto dell’ambiente e alla massima attenzione nei dosaggi e nei trattamenti stessi. Già dallo scorso anno
all’Agraria Montalbano abbiamo l’esclusiva dei glucoumati, che
sono una molecola innovativa, importante per la sua proprietà di
veicolare tutto ciò che viene associata ad essa. In olivicoltura è
usata come veicolante per azoto, boro (microelemento fondamentale per la migliore allegagione) e rame. Risulta particolarmente
importante veicolare l’azoto quest’anno per favorire la ripresa vegetativa, soprattutto in quelle olivete dove c’è stato un forte impatto dell’inverno con una evidente defoliazione delle piante (in
particolare nelle zone basse). L’associazione glucoumati e rame è
particolarmente efficace in caso di lotta all’occhio di pavone e rogna dell’olivo, ora in fase di espansione come reazione alle avversità atmosferiche dello scorso inverno. Ormai, dopo l’affermazione
dei glucoumati (dei quali, in zona, siamo gli esclusivisti) possiamo
affermare che i prodotti senza veicolanti cominciano ad essere ampiamente superati nelle giuste, moderne, pratiche colturali. In collaborazione con una delle più importanti aziende italiane di produzione di fitosanitari – CIFO – che ci propone una nuova molecola
veicolante particolarmente indicata nei sistemi di lotta biologica e
integrata ormai giustamente diffusa in tante parti del nostro territorio, possiamo proporre ai nostri clienti il BLOK 5 (ammesso anche
in agricoltura biologica) composto da microelementi catalizzatori
della fotosintesi, da associare al Borfast, prodotto particolarmente
penetrante ed efficace vista la sua molecola innovativa. Per quanto
riguarda la vigna, l’Agraria Montalbano consiglia una particolare
attenzione in questa fase fenologica, all’oidio (malattia dello zolfo)
visto l’innalzamento della temperatura e i venti di tramontana. In
merito alla lotta all’oidio, da noi trovate prodotti curativi elaborati
da SCAM, CERTYS, MAKTESHIM e altre aziende importanti del
panorama nazionale ed europeo. Negli orti si segnala la persistenza di notti troppo fresche che impediscono l’accrescimento delle
piantine trapiantate. Si consiglia in caso di trattamenti fogliari, di
aggiungere FLORAL N, particolarmente indicato per lo sviluppo
immediato delle piantine, visto il suo apporto di azoto altissimo. Si
consiglia, al rincalzo, concimi granulari alti di azoto, sia organici
che organo-minerali e
chimici.
Dario Bechini - Perito Agrario
Da ricordare maggio 2012
*Nell’orto
SI semina:
in vivaio e in serra: porri, a inizio giugno
anche cavolfiori, broccoli, finocchi, scarole,
indivie.
in pieno campo: prezzemolo, rucola, lattughe
da taglio, insalate, radicchi, basilico, fagiolini,
ravanelli, fagioli, finocchi.
SI TRAPIANTA:
in serra: peperoni.
in pieno campo: : melanzane, peperoni, cipolle, meloni, pomodori, zucchine, cetrioli, cocomeri. Dai primi di giugno: lattughe, porri,
cipolle da inverno.
SI RACCOGLIE:
in serra e/o in pieno campo: ciliegie,
fragole, fave, piselli, zucchine, cetrioli, rucola,
lattughe, cavoli, basilico, cipolline fresche,
ravanelli, asparagi, carciofi, radicchi. Dai
primi di giugno: anche albicocche, pomodori,
sedano.
*In Giardino: si trapiantano i gerani,
ortensie, azalee, camelie e margherite. Si
seminano sul posto altea, campanule, fiordalisi.
Dai primi di giugno si seminano pratoline e
pansé. Attenzione ai vari patogeni animali e
vegetali dovuti alle variazioni del tempo.
*Nel prato: effettuare, se necessario, il solito taglio ad un’altezza di 3-4 cm. dal suolo. Se
le temperature aumentano, a partire dai primi
di giugno si consiglia di iniziare le irrigazioni.
*Nel frutteto: si raccolgono le ciliegie e, dai
primi di giugno, le albicocche. Si tratta negli oliveti
contro la rogna dell’olivo. Si opera il diradamento
dei frutti in eccesso e i trattamenti contro la ticchiolatura, afidi, cocciniglia, carpocapsa, bolla, corineo,
oidio. Si raccomanda prima di intervenire con antiparassitari, di consultarci. Possiamo proporre piani
di trattamento.
IL PROVERBIO DEL MESE:
“Se mignola di maggio, vacci col saggio”.
Naturalmente, per le esigenze di ognuno,
siamo a disposizione per sopralluoghi in
azienda e per consulenze personalizzate
presso la nostra sede in via P. Togliatti,
n. 334 – Mastromarco, Lamporecchio
18 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
GRAZIE LUCIA!
I
PARLIAMO DI...
l’ultimo commosso saluto a Lucia Giannoni
l giorno 18 marzo 2012 è morta nella sua
casa di Lamporecchio, con il conforto
della fede, Lucia Giannoni.
Lucia era l’ultima rappresentante di un
gruppo di ragazze che rispondevano ai nomi
di Bruna, Luciana, Paolina e Vittoria le
quali, negli anni del dopoguerra, animarono
con grande dedizione la vita dell’oratorio
parrocchiale, gestito dalle suore mantellate.
Chi, tra le persone più anziane, non ricorda
le “gustose recite” di cui queste ragazze erano registe e attrici e che richiamavano, nei
pomeriggi domenicali, un folto pubblico?
Lucia, prima insieme alle amiche Bruna e
Paolina e poi da sola, ha collaborato con tutti i sacerdoti che via via si sono succeduti
alla guida della nostra parrocchia.
Dotata di una bella e potente voce, dall’ambone ha proclamato con convinzione la
“Parola” e ha animato la liturgia con il suo
canto che risuonava nelle ampie navate, soprattutto negli “a solo”.
Fino da ultimo ha provveduto alla vendita del settimanale diocesano “La vita” e di
“Famiglia Cristiana”, recandosi anche di
casa in casa per consegnare capillarmente
le copie.
Sensibile ai bisogni dei malati, una volta
lasciato l’impiego presso la Casa Vinicola Chiappini per raggiunti limiti d’età, si
è dedicata all’assistenza dei bisognosi recandosi tutti i giorni presso la Struttura
Sanitaria “Carlo Minghetti” e divenendo
una figura familiare e molto apprezzata sia
dagli assistiti, sia dal personale.
Consapevole dell’importanza di dare un
contributo per il mantenimento dell’adorazione perpetua nel nostro paese, non ha
rinunciato al suo ruolo di adoratrice anche
quando le sue condizioni di salute erano
diventate veramente precarie.
La sua morte lascia un vuoto difficilmente
colmabile nella nostra parrocchia e addolora non soltanto il fratello, gli adorati nipoti
e le sue amiche, che l’hanno amorevolmente assistita fino all’ultimo giorno, ma
anche tutti coloro che l’hanno avvicinata
nell’arco della sua lunga vita.
I compaesani, pertanto, grati per la sua testimonianza, La salutano con affetto e rimpianto.
I CONSIGLI DELL’AVVOCATO - RUBRICA A CURA
DELLO STUDIO LEGALE “NICOLIN-FAGNI”
Separazione dei coniugi (1): su cosa concentrarsi
a cura dell’Avvocato Alessandro Fagni
per tentare un “accordo”
P
L’AVVOCATO
robabilmente è un segno dei tempi ma, diversamente
do di disciplinare attentamente tutti ALESSANDRO FAGNI
da chi crede che si tratti di un luogo comune, i dati
gli aspetti per non rischiare di addistatistici dicono che le separazioni ed i divorzi sono
venire ad un accordo che non regge
effettivamente in continuo aumento. Ed
alla sua esecuzione pratica. E quindi i
è frequente che chi si trovi ad affrontare
coniugi dovranno affrontare tre grandi
un simile delicato momento non sappia
nodi, correlati fra loro: quello dei figli,
nemmeno da dove partire. Di frequenquello dell’ex casa coniugale e quello
te quindi la prima domanda che viene
economico. Il primo e più importante
posta all’avvocato è: “come facciamo a
riguarda, se ve ne sono, l’affidamento
separarci o come faccio a separarmi?”.
dei figli, precisando che, diversamenÈ bene sapere, infatti, che esistono due
te dal passato, la regola adesso è queltipi di separazioni, quella consensuale
la dell’affidamento condiviso e quindi
e quella giudiziale. Alla prima – che
i coniugi dovranno decidere, dove i
è sempre quella maggiormente consifigli continueranno a risiedere stabilNella foto una scena dellla “Guerra dei Roses”
divertentissimo film sulla crisi di coppia. da www.film.it
gliata perché più rapida ed anche meno
mente e quali saranno tempi e modi di
“dolorosa” - si può accedere solo se i coniugi riescono a
visita del coniuge che con i figli non convive. Collegato
trovare un accordo su tutte le condizioni della separazioa questo aspetto, vi è quello dell’assegnazione dell’ex
ne stessa, nessuno escluso. La seconda è invece residuale
casa familiare che, tenuto anche conto della proprietà,
rispetto alla prima in quanto vi si ricorre quando nessun
di norma sarà assegnata al coniuge che continua a coaccordo sia possibile e dunque si rimette al Tribunale la
abitare con la prole o, diversamente, al coniuge econodecisione su come disciplinare gli aspetti inerenti ai coniumicamente più debole. Infine, si affronterà la questione
gi e alla prole dopo la separazione. Dopo questa prima, ma
economica, ovvero su chi e per quanto graverà l’obbligo
fondamentale, informazione procedurale, ci si avventura
di mantenimento dei figli e, ove non ve ne siano, del
nell’analisi di tutte le condizioni della separazione, cercanconiuge non autosufficiente.
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 19
LAMPORECCHIO
LA posta di orizzonti
1) LAMPO: VECCHIE E NUOVE DIRIGENZE - “Gentilissimo direttore prima di tutto complimenti
per la sempre più bella ed efficiente sul nostro territorio sua/direi ns. bella rivista. Purtroppo, essendo uno
sportivo e tifoso della Lampo, devo denotare con tanto sdegno, ciò che ultimamente sta accadendo all’interno
della società. Con troppa facilità viene dimenticato, chi durante gli anni tanto ha fatto per portare e cercare di
mantenere l’A.S.D. Lampo1919 con onore nella categoria che attualmente ha.
La cosa ancora più raccapricciante è come il neo presidente, si sia presentato ad una trasmissione televisiva
(vista da 3/4 della toscana), (N.d.R. TVR) infangando di demeriti la vecchia gestione e non solo il presidente. Prima dell’avvento del neo eletto Marco dott. Giannoni (al quale vanno i miei migliori auguri...ne ha
bisogno), la vecchia gestione aveva fatto denotare le difficoltà che si sarebbe andati ad intercorrere visto la precaria situazione
mondiale dell’economia e ...non sono mancati i soldi dalle casse, ma semplicemente non sono entrati... il verbale ultimo nella
sala consiliare, portava ad un bilancio firmato ed approvato dal sindaco Chiaramonte non in perdita.... cominci qualche LAUTO
dirigente paesano a non prendere lui e qualcun altro i ….. chiamiamoli rimborsi, facendo il tutto per il bene della Lampo...è facile
infangare,scendere da un carro degli eletti prima e vinti adesso quest’ultimi, per salire sempre sul carro presente...basta stare...al
mestolo o come meglio si suol dire. Che dire, speriamo in bene, ma almeno un po’ di coerenza!”
- Un lettore di Orizzonti - Lettera firmata -
2) UN GRAZIE AL DOTT. LUPO!! - “Gent. Direttore, vorrei ringraziare pubblicamente il dottor Luigi Lupo per le
belle parole con cui ha ricordato mio padre, Gettulio Calugi. A me ed a mia madre,
ha fatto molto piacere che, oltre a noi familiari, anche altre persone si siano ricordate
di lui in occasione dell’anniversario dei dieci anni trascorsi dalla sua morte”. Daniela e Giuseppina Calugi 3) LA PIANTAGIONE NELLA DISCARICA DI CERBAIA - “Cari Comune di Lamporecchio e Larciano, vi sto interpellando riguardo alla discarica di Cerbaia. In passato vi avevo
già chiesto notizie riguardanti la piantagione presente all’interno della discarica. Con molta
probabilità trattasi di piante cinesi: non crescono mai o forse si abbassano di giorno per poi
crescere di notte; tante sono seccate, altre non sono nemmeno uscite dal tubo nonostante siano
state piantate da oltre tre anni. Gli assessori sanno di tutto ciò? Sicuramente Striscia la notizia qualche giorno ve lo domanderà. Grazie per la vostra collaborazione
- Vincenzo Cangiamila 4) UNA VIA O UNA PIAZZA PER IL DR. GUALTIERO MARTINI - “Sono molto dispiaciuto per la
scomparsa del mio Dottore Martini, persona molto “umana”, umile ed unica. Era sempre presente quando avevi
bisogno di lui, scherzava in compagnia: un personaggio da ricordare! Ho chiesto al Comune di Lamporecchio
di dedicargli una via, una piazza od altro.
Ciao Dottor Martini.
- Fam. Vincenzo Cangiamila 5) OCCHIO AL CAMBIO GOMME! - “Vorrei complimentarmi con quell’individuo che ha avuto
la bella idea di fare il cambio gomme (con allegato sacchetto nero della sua spazzatura) sulla via che
va a Porciano! Bravo! Bella idea!
- Una Lettrice - Lettera Firmata 6) UN ANGOLO PERICOLOSO PER I PNEUMATICI - “Ci è stato segnalato che il venerdì,
durante il mercato, le auto che girano da via S. Brigida per via Costituzione, si trovano ad effettuare
una curva strettissima, spesso ostruita sulla propria destra. Effettuando questa manovra, il problema
più grosso è però l’angolo del marciapiede davanti all’edicola Bonfanti che ha già rovinato diversi
cerchi e pneumatici. Suggeriamo una modifica come da foto a fianco”.
- La Redazione di Orizzonti -
20 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
LAMPORECCHIO
LA VESPA E LA 500: DUE PASSIONI CONTAGIOSE
P
rima della comparsa della FIAT 500,
l’auto che a partire
dagli anni ‘50 ha motorizzato anche i ceti più popolari, due erano i mezzi di
locomozione più gettonati:
la Lambretta la cui linea di
montaggio fu poi venduta
all’India e la Vespa che non
è mai tramontata.
La prima Vespa fu progettata nel 1946 da Corradino
D’Ascanio, ingegnere della Piaggio, ma il modello
è presente solo nei musei.
Quelle che invece furono
messe in circolazione sono
datate 1947. Per i collezionisti non è facile recuperare
quelle Vespe, il cui costo si
può aggirare anche sui 35
mila euro specie per il modello 98 che risale ai primi
anni di produzione.
Ma passiamo alle quattro
ruote: la 500 è stata ed è un
simbolo dell’italianità. Un
vanto. Un segno di appartenenza. A distanza ormai
di tanti anni da quel lontano
1936 quando fu lanciato il
primo modello, la Fiat 500,
l’utilitaria per eccellenza,
continua a riscuotere un
successo incredibile, tantissimi sono gli amici che condividono l’amore per questa
piccola utilitaria italiana,
che con il suo fascino unico ha conquistato milioni di
persone.
Vi aspettiamo in massa
a Lamporecchio, perché
quando la Vespa e la 500
chiamano ..........
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 21
LAMPORECCHIO
IL 1° MAGGIO A SAN BARONTO
IN UNA RIVISTA DEL 1939
D
a cura di Stefano Ferrali e Gianluigi Galeotti
opo l’interessantissimo cruciverba pubblicato il mese scorso, Gianluigi Galeotti, nostro affezionato lettore e
componente dello staff della biblioteca comunale di Prato, ci ha fornito un secondo significativo documento.
Si tratta di una rivista del 1939, denominata “Illustrazione Toscana e dell’Etruria” (foto 1). Al suo interno è
presente un articolo di quattro pagine che ha come titolo: “Il primo di maggio a San Baronto di Montalbano” facente parte di una rubrica intitolata “Feste del popolo italiano”. Il testo (di cui invitiamo i lettori a notare la diversità
d’esposizione rispetto a come siamo oggi abituati) e le foto (di cui abbiamo lasciato le didascalie originali) sono di
un giornalista dell’epoca che si chiamava Ermanno Biagini. Abbiamo pensato di fare cosa gradita ai nostri lettori riproponendo integralmente l’articolo e le foto originali. Avremmo voluto inserire la pagine per intero, così come erano
state pubblicate all’epoca, ma per motivi leggibilità, siamo stati costretti a riscriverle. Il testo è presente, anche se solo
in parte, sul sito della Proloco di San Baronto.
La rivista da cui è tratto l’articolo ebbe il suo sviluppo totalmente in epoca fascista. Nel 1923, infatti nacque l’EAT,
Ente per le Attività Toscane, la cui rivista ufficiale era “L’Illustrazione Toscana” (che poi divenne ...e dell’Etruria”),
e cessò la sua attività nel 1945. Fu diretta, nel primo periodo, da un grande giornalista: Enrico Barfucci (http://siusa.
archivi.beniculturali.it.). L’EAT, oltre alla rivista in oggetto, fondò il Maggio musicale fiorentino (1933). Unito con
l’Azienda autonoma del turismo, collaborò alla fondazione della Federazione toscana del turismo, promosse la realizzazione del progetto dell’autostrada Firenze-Mare (1928-1932) e la costruzione del campo di golf dell’Ugolino.
Ringraziamo ancora l’amico Gianluigi Galeotti per la sua preziosissima collaborazione.
N
*L’ articolo è un po’ lungo,..... invitiamo però i lettori a leggerlo tutto,
perché come facilmente capirete, è molto interessante!!!*
arrano le antiche cronache come, alcuni secoli avanti il Mille, in conseguenza
di un comandamento avuto in una visione,
un fraticello scalzo di ben nobile lignaggio,
che aveva nome Baronto, se ne partisse peregrinando dalla Francia, dal monastero di S.
Pietro in Logoredo (Berry), e se ne giungesse
alfine una notte, dopo aver superato numerosi
ostacoli che ebbero ad attraversargli il cammino, alle falde del Monte Albano in Toscana.
Tanto era il suo desiderio di toccarne al più
presto la cima, che senz’attendere la piena
luce del mattino, prese a inerpicarsi su per le
falde dirute del monte, valicando miracolosamente botri (N.d.R. tosc., lett. Profondi e
scoscesi fossati, dove scorre o ristagna l’acqua) e fratte scoscese, superando l’intrico di
macchie da lupi, sfondando forteti irti di rovi;
e non ristette, fino a che non ne raggiunse la
vetta, doveva in seguito sorgere l’oratorio dedicato al suo nome
e al suo culto.
Aspra e dura era stata l’ascesa, ma il panorama impareggiabile
del vasto mondo che in ogni senso di lassù l’occhio abbracciava,
era tale da ripagare ogni fatica; e lo sparuto pellegrino dovette
buttarsi bocconi sul terreno rendendo grazie al cielo, nel mentre
baciava i macigni affioranti.
Una grotta naturale riparò alla meglio dai geli notturni e dalle
intemperie le sue membra martoriate; qualche frutto selvatico e
una boccata d’acqua sorgiva furono poi sufficienti a sostentare
l’asceta nella sua vita solitaria e penitente, intesa soltanto a cercare la via della verità.
Così accadde che, stando ivi il pio Baronto nel suo crudo romitaggio, fu più volte osservato dai pastori della valle che giungevano
lassù, e ben presto la fama della sua santità se ne andò lontana.
Sta di fatto che a lui volle in seguito unirsi un altro gentiluomo di
nome Desiderio e ancora fecero poi domanda di associarsi altri
quattro giovani, sdegnosi tutti del consorzio delle umane genti.
Ma quella vita di stenti e di penitenza non fu lunga, presto infatti
se partì per il più lungo, estremo viaggio, il Santo fondatore, quin-
22 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
di il primo suo compagno, S. Desiderio, poi
ancora gli altri quattro. E a tutti fu data onorata sepoltura nella piccola cappella, che essi
stessi si erano venuti fabbricando, per meglio
ottemperare ai loro bisogni spirituali.
Le antiche cronache attestano che la memoria di questi santi eremiti fu, dopo la loro
morte, ancor più venerata, perché non tardarono ad oprare prodigi in favore di quelli che
con fede si rivolsero alla loro intercessione.
Anzi, fin dalla lontana Francia sarebbero
venuti a prostrarsi qui turbe di pellegrini per
onorare il santo che sen’era partito un giorno dalla loro stessa patria; e mercé le larghe
oblazioni che i pellegrini tutti vi lasciavano,
non tardò a sorgere in quel luogo un’assai
degna costruzione. Giacché le celle dei Santi penitenti furono trasformate in un vero e
proprio monastero, la cui cura venne affidata
ai Padri Benedettini, della congregazione di
Cluny.
A quale grado di prosperità e di fama si elevasse quindi il santuario sotto la custodia di questi attivi ed esperti Padri, ce lo attestano
gli antichi Statuti del comune di Pistoia del 1000, e le cospicue
donazioni che al predetto monastero vennero elargite nei primi
tre secoli dopo il 1000.
I Padri Benedettini continuarono quivi le virtù e l’operosità del
santo fondatore, e, oltre alla cura delle anime - occupazione principale - attesero anche a dare sviluppo all’agricoltura, come i bisogni richiedevano. Vi furono quindi dissodate le terre, migliorate
le strade, aperti i traffici e i commerci, più per opera loro, che non
per diretto intervento delle autorità comunali di quei tempi.
Quando più tardi, i pubblici poteri ebbero modo di volgere le loro
cure al contado, tra i savi ordinamenti che ancor oggi sono oggetto di ammirazione presso gli studiosi di diritto pubblico, noi
troviamo che essi vollero, in certe determinate circostanze in cui
il transito dei paesani e dei forestieri diveniva molto maggiore,
provvedere alla tutela e alla sicurezza delle principali strade (a
quei tempi quasi tutte mulattiere) che collegano Pistoia con le località più eccentriche del suo distretto. E - secondo quello Statuto
LAMPORECCHIO
la torre campanaria e frammenti di parti
- tra le strade che dovevano essere visecondarie nell’originaria pietra forte
gilate così nella festa di S. Bartolomeo,
scalpellinata, che appare oggi di tinta
come in quella di S. Jacopo, patrono
molto scura e quasi ferrigna. Nell’interdella città, o nella festa di esaltazione
no è notevole la divisione in chiesa indella Santa Croce, troviamo nominata
feriore e chiesa superiore o presbiterio,
la strada di S. Baronto.
al quale si accede per una scala centrale
In tale documento, prezioso per la stodi quattro gradini. La parte inferiore è
ria delle antiche strade del distretto di
ornata di due altari, uno dei quali con
Pistoia, si elencano chiaramente le sei
tela assai buona del se. XVI. La parte
antiche vie che conducevano dalla città
superiore ha subito gravi alterazioni, in
alla periferia, fino agli estremi limiti del
quanto le mura furono più volte rintosuo dipartimento, e da questi a Pistoia,
nacate e mal dipinte. L’altare maggiore
centro nel quale tutte quante convergeè posto sotto la tribuna, essa pure imvano.
biancata e alterata.
Frattanto i donativi, le oblazioni e i
Degna invece di essere visitata e osserlasciti che il Cenobio di S. Baronto
vata è la cripta, a cui si accede per due
continuò a conseguire, ne aumentaroscale laterali, poste di qua e di là dalla
no continuamente le rendite; cosicché
scala centrale che immette al presbiterio.
verso la metà del ’300 esso raggiunÈ questa tutta a piccole volte, sostenute
geva il massimo della sua prosperità.
da un quadruplice ordine di colonne poMa questo periodo fu di breve durata,
liformi, di circa quattro metri di altezza.
perché qui, più che altrove, si abbatté
Essa pure è a forma di croce con tre abfuribonda l’ira dei partiti e delle fazioni
sidi o tribune; nelle due laterali è posta
dei Bianchi e dei Neri (promosse dalSan Baronto nella suggestiva cornice dei cipressi
una grande ara (N.d.R. altare) in forma
le rivali famiglie dei Panciatichi e dei
rettangolare, coperta da un’ampia lastra
Cancellieri), che dalla fine del secolo
di marmo bianco, e il suo basamento è tutto incrostato di bozze
XIII ai primi del XIV desolarono tanta parte del territorio di quel
pure di marmo bianco, alternate con altre di color verde scuro. A
Comune, con arsioni, rovine e devastazioni inaudite. É durante
metà circa del basamento, sul lato destro, è aperta una finestrella,
questi anni che furono asportate o andarono perdute sacre imattraversa la quale i fedeli introducono nell’interno dell’ara, la
magini, candelabri d’argento finemente cesellati, e altri preziosi
testa, impetrando (N.d.R. impetrare: Ottenere un beneficio con
oggetti che arricchivano il tesoro del Monastero.
preghiere o implorazioni) dai Santi ivi giacenti la guarigione dei
Seguirono alterne vicende riguardo ai beni dell’Abbazia, in conloro malanni.
seguenza di una crisi interna dell’Ordine Benedettino, e così acDalle numerose colonne, quasi tutte in pietra serena, sono nocadde che il vetusto edificio fu talvolta lasciato andare in rovina,
tevoli e degne di studio le prime due, a facce piane, terminanti
tal’altra male riedificato nella parte distrutta.
in spigoli, sulla parte superioOggi la Chiesa a croce latina presenre delle quali, presso antichi e
ta ancora (N.d.R. ricordiamo che la
svelti capitelli, appaiono incisi
descrizione effettuata in questo aralcuni ornati appartenenti alla
ticolo della chiesa di San Baronto,
prima età dell’arte, e un’orante
è antecedente alla distruzione avche ci richiama quelle delle cavenuta per opera dei soldati tedetacombe romane.
schi il 16/08/1944 - vedi Orizzonti
La vetusta abbazia di S. Ban. 14, gennaio 2010), con la sua
ronto rimane ai nostri dì quale
torre severa e la sua nudità interna,
l’abbiamo sopra descritta, ma
tracce evidenti della sua costruziotutt’all’intorno quali e quante
ne rimontante al Medio Evo; ma si
trasformazioni!
vede pur chiaramente che nel corso
La disagevole mulattiera che
dei secoli andò soggetta a notevoli
s’inerpicava fin lassù, in mezriadattamenti e alterazioni, che la
zo a selve e a sentieri da capre,
fanno ben diversa da quello che doè stata fin dall’ultimo quarto di
vette essere in origine. Rimangono
secolo sostituita da una magniin piedi, infatti, soltanto la facciata,
La vendita dei palloni alla festa di San Baronto
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 23
LAMPORECCHIO
fica strada provinciale camionabile (N.d.R. che forse oggi sa- al poeta Francesco Redi (N.d.R. chiaramente qui il giornalista
rebbe meglio non fosse... visti la quantità dei mezzi pesanti che Ermanno Biagini commise un errore di battitura... il poeta è
vi circolano!), che unisce Pistoia con S. Baronto, Vinci, Empoli Francesco Berni!!) ....e per i suoi «brigidini»; poi prosegue per
e castelli circonvicini, sulla quale fa servizio per i viaggiatori e Vinci, patria di Leonardo, e per la popolosa Empoli, sulla linea
turisti tre volte al giorno una comoda autocorriera postale che ferroviaria Firenze-Pisa, ultima mèta del lieto viaggio.
Ma torniamocene ora indietro a S. Baronto, magari per l’altra
attraversa luoghi veramente incantevoli.
Venendo dalla piana pistoiese, la strada tocca paesetti popolo- strada di Pietramarina, (la più alta vetta del Monte Albano m.
586 s.m.), e dal castello di Carmignano, alsi, come Bonelle, Cantagrillo e Casalguitra culla del Chianti tipico, saliamo a Monte
di; incomincia dolcemente a salire dopo il
Fiore, dove si trova la «Cisterna», (N.d.R.
settimo chilometro da capoluogo, e corre
anche la «Cisterna» fu distrutta dai soldati
tra due ali di vigneti modello e di oliveti
tedeschi il giorno precedente alla chiesa di
lussureggianti, che si alternano con tratti di
S. Baronto (15/08/1944) - vedi Orizzonti n.
folta boscaglia, tutta a palina di castagno e
14, gennaio 2010), ovverosia il relitto della
pini. Ampie curve addolciscono l’ascesa,
torre dei Banchieri, distrutta nel 1228.
che diviene sempre più ripida più ci si avS. Baronto ha assunto ormai da qualche
vicina alla sella di S. Baronto. L’orrido dei
anno il vero aspetto di una piccola stazione
precipizi è però attenuato dalla folta vegeclimatica: i numerosi alberghetti e le catazione dei castagni selvatici, asserragliati
sette a due piani, costruite pietra su pietra
dalle marruche (N.d.R. arbusti perenni
dagli industriosi popolani, molti dei quali
molto ramificati e con rami spinosi) e dai
fanno campagne estive come camerieri nei
rovi; e quindi l’occhio del turista non vi si
grandi alberghi viareggini, col segreto scosofferma, ma è attratto più oltre, nella vasta
po di raggranellare la somma sufficiente a
pianura che, salendo, si disvela sempre più,
prepararsi quassù il nido per la vecchiaia,
delle valli dell’Ombrone e dell’Arno, limisvelano chiaramente questo suo ultimo attata come un anfiteatro dai monti dell’ApAffetti rustici
(presso un casolare di S. Baronto)
teggiamento ospitale; casette civettuole, dipennino Pistoiese e del Casentino.
pinte a vaghi colori, con vasi di fiori a tutte
Brillano al sole giù, in sempre maggiore
lontananza, tra scacchiere verdi di campi e di orti, coltivati come le finestre che la pretendono a villini e che si alternano con neaiuole di giardini (famosi i vivai di piante pistoiesi), il campanile gozi di commestibili, i quali si chiamano tutti modestamente....
e le costruzioni della città di Cino (N.d.R. Pistoia), i comignoli e alberghi!
le ciminiere fumanti dell’industre Prato, il campanile di Giotto e D’estate il movimento è grande: tutte le pensioni e le case si riil cupolone della città dei fiori, tra innumeri casette agglomerate empiono di villeggianti, appartenenti in genere a quella media
borghesia delle città vicine, che si accontenta del rezzo dei cincome greggi pascolanti nei prati, dei molti paesetti intermedi.
Ma eccoci giunti a S. Baronto, alla fermata dell’autobus, cosid- quecento metri, anche perché la borsa non permette di salire più
detta dell’Indicatore, che prende il nome dal cippo segnamiglia alto o di andare più lontano, al mare per esempio! Pure, qui si sta
posto al lato della strada: di qui di disvela sul versante meridio- davvero benissimo: ci si mangia bene, ci si beve ancor meglio,
nale, un panorama ancor più suggestivo del precedente, incor- si respira un’aria purissima e veramente balsamica, assai fresca
niciato, a partire dalla sinistra di chi guarda, dalla montagnola anche nei meriggi più assolati, perché in questa sella si danno
di Siena con dietro l’Amiata superbo e i gioghi di Volterra, la convegno abituale tutti gli zeffiri, che in certi giorni a dire il vero,
pingue Valdinievole, il padule di Fucecchio pieno d’acqua a vol- soffiano tanto che a mala pena ci si regge in piedi sulla strada
te come un lago, l’Arno fino alle falde della Verruca, i monti di maestra.
Pisa e le Alpi Apuane, bianche talora di nevi, ma pur sempre di Ma ci sono degli angoletti, al riparo da ogni vento, nei prossimi
marmi, e in fondo in fondo, lucente come una cornice d’argento, boschi, tutti pieni di ciclamini tra soffici muschi, che invitano a
sdraiarsi su quelle ideali coltri profumate, come in quell’ameno
il mar Tirreno, che balena al sole.
Strombetta la corriera per sollecitare i passeggeri, che si attarda- sito detto «La Fraschetta», subito dietro la chiesa, dove è pur
no nella bottega del Torrigiani, famosa per le pappardelle sulla tanto bello fantasticare, nel mezzo di quel vasto anfiteatro.
lepre e pel genuino «Chianti Montalbano»; imbarca finalmente E, per chi abbia la gamba buona, quanti interessanti paesetti ci
questi e la poca corrispondenza e si getta giù a precipizio per la sono qui presso da visitare, quali belle passeggiate da fare, sia sul
strada di Lamporecchio, il borgo celebre per aver dato i natali versante di Empoli, come su quello di Pistoia. A non più di 5 km.
si trova il castello di Larciano, sul fianco destro del Monte, roc-
24- Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
LAMPORECCHIO
caforte dei Conti Guidi fino alla metà del X secolo, avuta in doil Sagrato della Chiesa è pieno di questa marea di gente tumulnazione da Arrigo VI e riconfermata in loro signoria da Federico
tuante: le maggiolate, in costumi bizzarri, ornate di biancospino,
II; a meno di 4 km. è poi Lamporecchio con la bella villa Rospidi papaveri e pratoline, accompagnano sui cembali le loro nogliosi detta «Spicchio» per essere stata compiuta solo in parte, su
stalgiche canzoni; gli improvvisatori e i cantastorie si sfiatano a
disegni del Bernini (N.d.R. Queste due informazioni sono errate:
ripetere vicende orripilanti a corone di giovinastri, che ora fanno
1) Il disegno della villa è stato attribuito con certezza al Bernini,
coro ai ritornelli, ora beffeggiano; le chiromanti dicono la buona
mentre i lavori furono seguiti dal suo allievo più fedele e rapventura a chi le gratifica di una lira (e bisogna pur dire che siapresentativo Mattia de Rossi, che progettò
no brave a leggere nei reticolati di quelle
e realizzò, di fronte alla villa, la cappella
palme callose); i mandolinisti e i chitarridei Santi Simone e Giuda 2) Il nome Spicsti suonano la tarantella per dar corda alle
chio è antecedente alla costruzione della
coppie danzanti; i venditori ambulanti invilla Rospigliosi), per ordine di Clemente
fine gettano di peso le loro merci, coperte,
IX. E poi ancora: Cerreto Guidi, uno dei
tagli d’abito o scialli, in braccio anche a
più antichi castelli della Toscana, con una
chi non le vuole acquistare, e se questi le
Pieve del sec. XIII, le già ricordate Vinci,
restituiscono fanno mostra di offenderseEmpoli, Carmignano, e inoltre Serravalle,
ne, perché ai prezzi che praticano sono
Monsummano, Montelupo e tutti gli altri
proprio regalate!
paesi e castelli d’ambo le valli, che posE intanto, come api all’alveare, entrano ed
sono essere mèta di molteplici e attraenti
escono i fedeli dalla piazza nella chiesa, e
itinerari per turisti volenterosi.
dalla chiesa sul sagrato; e quelli che non
Da tempo, si può dire immemorabile, si
riescono a penetrare, a forza di gomiti,
solennizza in S. Baronto, il primo maggio
dall’angusta porta dell’abbazia, gridano
di ogni anno, una festa che ha grido sopra
che vogliono andare anche loro a mettetutte le feste consimili dei dintorni.
re la testa nella buca per sentire il rumoDa religiosa, com’era essenzialmente in
re delle acque del Giordano (come vuole
origine, cioè di genti che venivano in pella leggenda) e così guarire di tutti i mali.
legrinaggio di lontano per rendere omagPazienza! A poco per volta verrà il turno
gio e chieder grazia ai Santi ivi sepolti,
di ognuno: come a tutti toccherà un calice
acquistò in seguito sempre più l’aspetto
del buon vino, recato quassù in abbondandi festa profana, carattere di maggiolata Casolare di montagna a S. Baronto (Pistoia) za dalle vigne del Giusti e del Berni, come
e di lieta scampagnata popolare. Una meda quelle di Leonardo e di Cino.
moria del 1792 dice addirittura che già a
Poi le coppie si sparpagliano: i più vanno
quei tempi era una «festa rumorosissima non consistente che in
a far merenda e a meriggiare nei prati, oppure alla Fraschetta o
chiassi, balli e canti».
sotto ai pini di faccia. La festa subisce una sosta, come per far
Conferì certo alla rinomanza di questo luogo anche l’eccellenriprendere il fiato ai festaioli stonati dal tanto urlare: poi gli strilli
te «topazio pigiato in Lamporecchio» - come lo cantò il Redi
si ravvivano, le danze riprendono i giri, anche se non si va ormai
-; infatti l’aroma di questo prodotto della vite, che fruttifica tra
più a tempo di musica, e si rinnovano canti e suoni, come dalla
il macigno e il galestro, è gustoso e inebriante a tal punto, che
cenere nuovamente attizzata sprizzano le ultime faville.
potrebbe ripetersi sopra l’ingresso delle pingui cantine di S. BaE finalmente viene la sera: e alla sera, in montagna, segue preronto il famoso verso che i senesi scrissero in Fontebranda: «Qui
sto la notte: ed è subito buio fondo. Torna così poco a poco a
bibit inde furit» (N.d.R. Chi ne beve diventa pazzo). Il vino di
ristabilirsi la quiete e il silenzio abituali al romitaggio del santo
queste terre raggiunge infatti, e spesso sorpassa, il quattordiceBaronto, che venne qui a trovar pace dalla lontana Francia, dopo
simo grado di alcolicità: è non è dir poco, se si aggiunge che
un lungo, faticoso cammino. E ora le lucciole, che fanno luce dei
il sapore inoltre è più che squisito! Non bisogna quindi alzare
campi al grano che cresce rigoglioso e sta per sbocciare le biontroppe volte il gomito, perché questa bevanda fa passare presto
de spighe benedette, si raccontano forse l’un l’altra la storia sedal divino .... al demoniaco!
colare del pio Patrono di questa fertile terra; semplice e attraente
Dalle due valli dell’Ombrone e dell’Arno salgono, dunque,
istoria, come semplici e pur affascinanti sono tutte le leggende
a cantar maggio brigate festose di buontemponi d’ogni ceto e
del buon tempo antico.
d’ogni classe, ma in maggioranza giovanotti e ragazze del contaTesto e fotografie di Ermanno Biagini, 1939
do in vesti sgargianti all’ultima moda..... di Lamporecchio. Tutto
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 25
LAMPORECCHIO
ASD LAMPO 1919
La crisi..., la bandiera..., la chiarezza..., gli albanesi...!!
di Marzio
aro Direttore, ti ringrazio anticipatamente per l’accoglienza che spero, vorrai darmi sul tuo mensile
perché credo sia opportuno e necessario portare a
conoscenza di tutti i veri motivi della “crisi” nata all’interno dell’A.S.D. Lampo 1919, società fino qualche giorno fa
da me presieduta.
All’inizio dell’attuale stagione calcistica, dopo aver attentamente analizzato il
bilancio di previsione, fu ritenuto necessario un taglio delle spese pari al 30%
nei confronti di quelle sostenute in precedenza, essendo venuti a mancare per vari
motivi, non ultimo la crisi economica
ormai radicale, finanziamenti importanti
e decisivi per una realtà come la nostra,
che erano stati invece presenti negli anni
precedenti e ci avevano permesso di risollevare e riportare la Società al livello
attuale.
Con questo spirito furono incaricati per le
trattative con i giocatori il Direttore Tecnico Carlo Panati insieme allo sportivo e
sostenitore Roberto Carli.
Alla fine delle trattative il bilancio della Società si ritrovò con una spesa ben
al di sopra di quella preventivamente
concordata, di poco inferiore all’anno
precedente motivata, allora, da chi aveva operato, come spesa necessaria per il
conseguimento di una tranquilla salvezza
della squadra.
Oltre a questo fu deciso l’acquisto di giocatori per rifondare la squadra Juniores che si accingeva a disputare l’importante campionato Regionale di categoria.
Dei suddetti acquisti s’interessarono direttamente il Direttore Sportivo Varo Mugri e l’allenatore Riccardo Panati,
coadiuvati dal Direttore Tecnico Carlo Panati.
Non solo quindi non furono fatti i tagli indicati per i rimborsi ai giocatori, ma fu effettuata anche un’ulteriore
spesa di circa 20.000,00 € a fronte di finanziamenti
previsti da sponsor e sostenitori molto inferiori rispetto
al passato.
Non ho quindi partecipato direttamente a nessuna operazione di carattere economico-finanziario né mi sono
C
26 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
Venturini
opposto a nessuna di queste, confidando nel promesso
maggiore impegno da parte del Consiglio Direttivo da me
rappresentato per recepire le risorse mancanti.
Nel mese di Dicembre però, al manifestarsi dell’impossibilità di mantenere gli impegni presi, dopo i numerosi richiami al Consiglio Direttivo, ci fu da parte mia l’ulteriore
richiesta di aiuto alle realtà imprenditoriali
locali che però cadde nel vuoto.
Rimasi quindi da solo al timone di una
barca che stava affondando in quanto, nel
frattempo, Francesco Cinelli, amministratore della contabilità e “fac-totum” della
società, la cui unica colpa fu quella di aver
detto ai giocatori la verità in merito alla
situazione finanziaria, forse nella forma
sbagliata ma giusta nella sostanza, rassegnò le dimissioni, stanco delle offese e delle chiacchiere gratuitamente false e lesive
della propria persona e serietà, createsi
all’interno del Consiglio e diffusesi poi a
macchia d’olio in paese.
Mi sono così ritrovato sempre più solo a
gestire una situazione che si faceva ogni
giorno più difficile, attaccato soprattutto da
quelle persone che non volendo riconoscere i propri errori o non volendosi impegnare ulteriormente per risolvere i problemi,
cercavano un colpevole unico indicandolo
nella mia persona, in quella del Presidente Marzio Venturini.
A gran voce e da più parti, a partire da alcuni componenti
il Consiglio Direttivo passando da membri retribuiti dello
staff tecnico fino ad arrivare a famigerate “cricche” paesane, furono chieste le mie dimissioni. Bene, se le avessi
date in quel momento, oggi la Lampo non esisterebbe più
sportivamente parlando: sarebbe stata cancellata dal campionato!
Ho dovuto superare offese, calunnie, attacchi e sortite di ogni tipo tappandomi le orecchie e non sempre la
bocca. Ho dovuto sopportare tra l’altro anche osservazioni sulla mia moralità da chi si è detto “bandiera” della
Lampo, bandiera però, e mi preme precisarlo, che non ha
mai sventolato senza il soffio delle lire prima e degli euro
poi.
LAMPORECCHIO
La cosa più disdicevole e deprecabile è stata però l’accusa
rivoltami di poca chiarezza nella gestione economica e
finanziaria della società: bene, nell’Assemblea Straordinaria dei Soci svoltasi in Comune e presieduta dal Sindaco,
a precisa domanda in merito, è stato risposto che la contabilità era REGOLARE.
A proposito di chiarezza vorrei sapere quanta in questi
anni, eccezion fatta per il torneo dei Rioni dello scorso
anno, la Lampo ne ha avuta in merito alla gestione del bar
Azzurro, dal quale non è mai rientrato nessun contributo
o apporto economico e per il quale come Società sono stati
pagati regolarmente acqua e tassa sui rifiuti.
Questi sono i fatti che sono pronto a sostenere dovunque e
con chiunque anche perché conosciuti da tutti. Sono contento di aver lasciato la Lampo in buone mani dato che per
gran parte il Consiglio Direttivo è formato da quei personaggi che fin ora hanno fattivamente contribuito all’insorgere delle situazioni sopra esposte e i nuovi “sportivi” sono
per lo più personaggi coreografici, pittoreschi e più adatti
in certi casi ad uno spettacolo Circense.
La gestione di una società non è uguale a quella di una “baracconata” da Fiera, non servono signori adatti solo ad
accaparrarsi tute e giubbotti, propensi più a partecipare alle
cene, sempre che siano “a sbafo” con le gentili consorti al
seguito che a contribuire, pur essendo nelle loro possibilità,
con il pagamento del biglietto o con l’abbonamento ad un
migliore e più corretto andamento della Società.
Sono stato da questi criticato di non far pagare il biglietto
ad alcuni tifosi albanesi, Adrian e Giorgio in particolare,
ma qui colgo l’ulteriore occasione di ribadire che la mia
stima va a questi ultimi che hanno dato sostegno sincero ed
accorato alla squadra durante tutte le partite anziché a quei
parassiti che s’infiltrano, per apparire in divisa, in qualsiasi
associazione del paese.
Il mio racconto sarebbe lungo ma ora è giunto il momento
di staccare, augurandomi che i nuovi riescano a dedicare
più tempo e più risorse economiche di quanto abbia fatto
io negli ultimi dodici anni insieme perlopiù ad amici veri
e sinceri.
Ringrazio Filippo e Giampaolo Morosi, Fabio e Luca
Bruno con le società che rappresentano, la Carrozzeria
La Nuova, la Triger nella persona di Antonio Trivigno,
Denni Mariotti e l’Europallets, la ditta Anteo Srl, la
Paimex di Papini, la Vescovi Renzo Spa e tutti gli altri
che con il loro contributo hanno permesso alla Lampo di
salire dalla Seconda categoria all’Eccellenza.
La mia gratitudine va inoltre, per le capacità e la professionalità, al Mister Andrea Petroni, al Preparatore dei portieri
Stefano Migliorini che mi onora di un’amicizia che dura
da lungo tempo, ad Alfio Petralia, galantuomo nel suo
ruolo nella società e grande attore della “Compagnia della
Mezzanotte”, a Francesco e Nicola Cinelli per il loro insostituibile apporto e al Sindaco Giuseppe Chiaramonte
che si è veramente adoperato perché questa spiacevole e
incivile situazione di linciaggio morale trovasse la fine.
Voglio chiudere con una precisazione necessaria a chiarimento di voci tendenziose e non rispondenti a verità che
ancora circolano in paese: al momento delle dimissioni da
Consiglieri della società da parte dei sig.ri Filippo Morosi
e Fabio Bruno, i conti erano perfettamente in ordine con la
presenza delle risorse economiche necessarie ad onorare
tutti gli impegni presi durante la stagione 2010-2011. Solo
successivamente furono prese decisioni diverse e non previste, come il pagamento dell’8° mese di stipendi, le quali
fecero anche si che, in parte, un fornitore non venisse saldato: questi fatti, per onore di verità, sono pertanto estranei
e non attribuibili al vecchio Consiglio della ASD Lampo.
Questa battaglia, da me combattuta senza averla provocata,
mi ha dato comunque la possibilità di valutare realmente
per quello che sono alcuni che fino ad ora ritenevo amici e,
mi ha fatto riallacciare rapporti interrotti da anni, come nel
caso del M.llo Marello Venturi, con persone da sempre
veramente vicine alla Lampo.
Ringrazio tutti coloro che, pubblicamente o nelle cene alle
quali hanno partecipato, hanno speso parole offensive e
diffamatorie nei miei confronti, il paese dove tutti siamo
conosciuti valuterà e, citando un vecchio detto del mio
nonno, “il tempo sarà galantuomo”.
Sempre Forza Lampo!!
La storica partita giocata dalla Lampo contro la Pistoiese
nel campionato scorso 2010/11 (Foto Nucci)
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 27
LAMPORECCHIO
IL PARTIGIANO NATALE TAMBURINI,
MARTIRE DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE
L
amporecchio è un comune che occupa l’estremo sudest della Provincia di Pistoia ed ha una popolazione che, partendo dai circa 5.600 abitanti degli inizi
del secolo scorso, ha avuto un andamento demografico
caratterizzato da una leggera flessione
quando, intorno alle due guerre mondiali, la popolazione delle campagne si
1
è spostata verso le città e un incremento
in tutti gli altri periodi, soprattutto negli
ultimi quindici anni in cui si è avuto un
trasferimento di popolazione dai centri
più grossi verso quelli minori; queste
variazioni hanno portato la popolazione
attuale del comune intorno agli 8.000
abitanti.
Il nostro comune è conosciuto in tutta la
Toscana per il dolce tipico, il “brigidino”, che gli ambulanti locali vendono,
praticamente da tempo immemorabile,
almeno in tutte le fiere e sagre della regione.
A livello politico, Lamporecchio è conosciuto in tutta Italia dagli addetti ai
lavori e dagli appassionati perché, in
occasione delle varie tornate elettorali,
ha sempre conteso a Castelfiorentino e
talvolta anche ad altri comuni il ruolo
del comune in cui il Partito Comunista Italiano prendeva
più voti che altrove.
Questo ruolo di Lamporecchio, come centro in cui le forze
di sinistra hanno avuto una forza particolare, non è recente
ma affonda le radici nel primo movimento socialista di
fine ottocento; elementi fondamentali per la crescita della
sinistra a Lamporecchio sono stati la presenza della mezzadria e di due grosse fabbriche di erbe ornamentali ma,
soprattutto nelle frazioni di Cerbaia e Mastromarco, le
idee di sinistra hanno attecchito quasi indistintamente su
tutti i ceti sociali; inoltre Lamporecchio non è un’isola ma
semplicemente la punta di un iceberg in quanto, se cerchiamo di suddividere il territorio italiano in aree sociali
e culturali omogenee e cerchiamo d’individuare quella in
cui le forze di sinistra sono sempre state più forti, questa
è senz’altro la striscia che si è formata intorno all’Arno e
all’Elsa e che (seppur suddivisa politicamente nelle Provincie di Pistoia, Firenze, Pisa e Siena) va da Larciano a
Poggibonsi ed alla quale il nostro comune appartiene.
28 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
di Ivo Pasquetti
In questo contesto è risultato normale che
Lamporecchio abbia dato un contributo fondamentale all’antifascismo e alla resistenza.
Prendendo in esame questo periodo il nostro pensiero non
può non andare a Natale Tamburini,
(foto 1) un antifascista che, a livello locale, ha avuto un ruolo di primo piano
nella lotta contro il fascismo e contro
le forze d’occupazione tedesche e che,
se non l’unico, è stato il più noto fra i
cittadini di Lamporecchio che sono caduti combattendo durante la guerra di
liberazione.
Natale Tamburini era nato a Carmignano il 25 dicembre 1903, dopodiché si
era trasferito a Lamporecchio, prima a
Porciano con i genitori e i fratelli, infine in Cerbaia, già frazione di residenza della moglie Sensi Celide che aveva sposato l’11 gennaio 1936; l’ultima
abitazione in cui è vissuto il Tamburini
è la casa che attualmente si trova all’indirizzo di Via Cerbaia n. 165.
Natale Tamburini aderì abbastanza
giovane al Partito Comunista Italiano
e, nei primi anni trenta, per evitare la
repressione fascista, fu costretto a emigrare prima in Belgio e poi in Francia ove fece l’operaio;
il 27 maggio 1935 rientrò a Lamporecchio tornando a fare
il mezzadro.
Rientrato in Italia, soprattutto dopo il trasferimento nella
frazione di Cerbaia ove trovò un movimento antifascista
che, seppur clandestino, era particolarmente forte, si distinse nell’organizzazione del Partito Comunista e del “Soccorso Rosso”, un’organizzazione che raccoglieva fondi a
favore dei volontari che, in quel periodo, combattevano a
fianco della Repubblica Spagnola.
In questo periodo, soprattutto dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Tamburini fu il motore del movimento clandestino e fu di esempio per molti compagni
più giovani che rammentano soprattutto per il coraggio,
per i forti principi morali e per le grandi motivazioni politiche; alcuni compagni ricordano la raccomandazione (che
poi egli metterà in pratica) che, qualora un compagno cada
nelle mani dei fascisti, anche sotto tortura, debba evitare di
fare i nomi di quanti hanno lottato insieme a lui affinché
LAMPORECCHIO
non accada che anche costoro siano scoperti e subiscano
delle ripercussioni.
Quanti lo hanno conosciuto mettono in evidenza, non
solo l’aspetto del militante politico, ma anche le forti
qualità umane che si portava dietro.
Nel particolare clima repressivo seguito all’8 settembre
1943 e all’instaurazione della Repubblica Sociale Italiana i fascisti capirono naturalmente che Natale Tamburini
collaborava con la resistenza e, per ben due volte, cercarono di ucciderlo presso la sua abitazione.
Dopo il secondo tentativo Natale fu costretto a fuggire
da casa e a darsi alla macchia nascondendosi nelle case e
nelle capanne della zona.
Durante questo periodo in cui era costretto a nascondersi continuò a fornire supporto alle formazioni partigiane
che operavano sull’Appennino e a partecipare ad azioni
partigiane isolate.
Un compagno ha raccontato di averlo incontrato quando,
da solo, armato di particolare coraggio e sperando di non
essere scoperto, trasportò un carro pieno di armi ai partigiani del Monte Morello.
Partecipò, fra l’altro, a due azioni partigiane notturne contro le truppe tedesche, azioni entrambe riuscite, svoltesi
in luoghi non lontani dalla frazione di Cerbaia, l’assalto
ad un piccolo deposito di munizioni in località Poggioni
e la distruzione di un carro armato in località Ponte di
Feroce.
Infine entrò a far parte della colonna partigiana intitolata
a “Magni Magnino” (combattente del pistoiese caduto in
battaglia contro i tedeschi) che operava sulla montagna
pesciatina.
Mentre partecipava con questa formazione all’assalto a
una carovana di automezzi tedeschi sull’Autostrada Firenze/Mare fu ferito e catturato dai nazisti che lo trasportarono all’Ospedale di Pescia ove lo piantonarono affinché non potesse fuggire.
Quando le condizioni di salute di Natale migliorarono i
compagni di Lamporecchio e di Pescia fecero dei progetti per liberarlo ma non riuscirono a metterli in pratica
perché, prima di loro, arrivarono i tedeschi che lo prelevarono con il chiaro intento di torturarlo per cercare di
fargli rivelare i nomi dei compagni che avevano collaborato con lui.
Dopo averlo torturato, lo seppellirono vivo nel giardino della Villa Matteucci in località San Colombano, nei
pressi di Segromigno in Monte, nel comune di Capannori; la notizia della sepoltura da vivo è stata fornita dalla
testimonianza di una donna che abitava lì nei paraggi e
confermato dal fatto che Natale aveva in una mano una
ciocca di capelli che, probabilmente, si era strappata e
l’altra mano in bocca come se la mordesse.
I compagni hanno fatto notare che, durante la tortura, Natale
Tamburini ha messo in atto, su se medesimo, l’insegnamento di non rivelare i nomi di coloro che avevano collaborato
con lui; è ovvio che, in caso contrario, costoro sarebbero
stati individuati e arrestati dai fascisti.
Non si hanno notizie certe sul giorno della morte di Natale
ma si sa che questo non è stato molto lontano da quando,
agli inizi di settembre del 1944, sono state liberate queste
zone.
Natale Tamburini è rimasto nella memoria dei comunisti e
degli antifascisti di Lamporecchio; si rammenta che, poco
dopo la sua morte, è stata fondata, a pochi metri da quella
che era stata la sua ultima abitazione, una Casa del Popolo
che porta il suo nome mentre, sempre in quella zona, negli
anni ottanta gli è stata intitolata una strada; nel periodo a
cavallo fra gli anni settanta e ottanta, presso la Casa del Popolo di Mastromarco, è stato costituito il “Gruppo Culturale Mastromarco Natale Tamburini” che ha organizzato per vari anni un
concorso di letteratura e di disegno
nelle scuole.
Nella foto a
fianco, alcuni
partigiani
vengono fucilati
dai soldati
nazi-fascisti
Natale Tamburini riposa, insieme alla moglie Celide,
nel cimitero di Lamporecchio, se qualcuno gli
porterà un fiore ricordi che “..quello è il fiore del
partigiano morto per la libertà!”
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 29
LAMPORECCHIO
ISTITUTO COMPRENSIVO DI LAMPORECCHIO:
PROGETTO INTERCULTURA
“Un viaggio nel mondo”
Girotondo con i bambini
di tutto il mondo
L
a cura delle insegnanti della scuola
dell’infanzia di Mastromarco
e nazioni europee sono diventate multiculturali e
lo diventeranno sempre di più. È importante rispettare ogni cultura poiché ognuna ha una propria
specificità. Pertanto al fine di conoscere “gli altri” nella loro realtà e per poter interagire con loro, con il loro
mondo di valori e il loro sistema di comportamenti, già
da qualche anno nelle nostre scuole viene svolta l’Educazione Interculturale, già a partire dai bambini delle scuole
dell’Infanzia dell’Istituto.
Il progetto “Un viaggio nel mondo” Girogirotondo con
i bambini di tutto il mondo…., nella scuola dell’Infanzia di Mastromarco, che ha visto coinvolti i bambini di
3-4 e 5 anni, è iniziato nel mese di Gennaio.
I bambini inizialmente hanno avuto modo
di osservare il mappamondo e il planisfero.
In seguito insieme alle insegnanti hanno
scritto delle lettere ai bambini dei 5 Continenti (Asia, Africa, Oceania, Europa
e America) che sono state spedite il 31
gennaio tramite “tanti palloncini colorati”
(N.d.R. vedi foto a fianco). Dopo qualche
giorno è arrivata una “valigia” e i bambini,
sorpresi e in attesa, hanno osservato cosa
ci hanno mandato i bambini dall’Africa:
bambole, libri, foto, strumenti musicali e
tanti altri oggetti che appartengono alla
cultura africana. Adesso siamo in attesa
di altre valige che arriveranno da altri
Continenti. Nel frattempo, in occasione
della festa del Carnevale le insegnanti,
relativamente al Progetto in corso hanno deciso che il “ tema “ per questo anno
scolastico era: “Noi come tutti i bambini
30 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
del mondo”. I genitori come sempre, si sono attivati in
modo molto creativo a realizzare i costumi per i propri
figli, rappresentando i bambini di tutti i continenti. Le
insegnanti, i bambini ed i genitori sono rimasti soddisfatti dell’iniziativa e la festa che ha coinvolto tutti in
modo giocoso, è stata veramente un girotondo di mille
colori.
Il progetto naturalmente non è ancora terminato, anche
perché siamo consapevoli che il tema trattato non può
essere esaurito con poche specifiche lezioni, ma sarà
quotidianamente preso in considerazione per poter
raggiungere gli obiettivi previsti.
LAMPORECCHIO
LE ENERGIE RINNOVABILI
a cura degli alunni della 3ªC della “Scuola Media Francesco Berni” in collaborazione con gli
insegnanti Tortora e Francesconi e il responsabile del Progetto INFEA Luca Doretti.
L
a classe 3ª C dell’Istituto Comprensivo di Lamporecchio, nell’ambito del progetto INFEA ha avuto
tre incontri con un responsabile (Luca Doretti) allo
scopo di educare gli alunni al rispetto dell’ambiente in particolare sull’utilizzo delle fonti rinnovabili. Il percorso è
iniziato con un dibattito sulle differenze tra le fonti rinnovabili e non, valutandone i rispettivi vantaggi e svantaggi. Con
una storia illustrata a fumetti, noi alunni abbiamo ripercorso
le tappe fondamentali della storia dell’energia partendo da
quella muscolare degli uomini primitivi fino ad arrivare al
combustibile fossile, ci siamo quindi soffermati sul petrolio
e sul suo largo utilizzo. I Paesi produttori di questa fonte determinano il suo prezzo a seconda della quantità estraibile e
dei costi di estrazione e abbiamo inoltre costatato che nella
filiera si aggiungono ulteriori costi a quelli di produzione;
pertanto vi sono gravi conseguenze per i consumatori che
vedono aumentare ogni
giorno il prezzo della benzina, del gasolio e del gas
domestico. Considerati i
costi eccessivi dei combustibili fossili, abbiamo valutato quali potessero essere delle buone pratiche
di risparmio energetico
nella vita quotidiana: per
esempio nell’uso del riscaldamento domestico
bisogna fare attenzione a
controllare periodicamente la caldaia, installare valvole per regolare la temperatura
in ogni stanza, spegnere il riscaldamento quando in casa
non c’è nessuno,ecc... Nell’uso dell’illuminazione non tenere accese le luci quando non servono, utilizzando lampadine a basso consumo si potrà risparmiare fino al 80%
dell’energia elettrica, inoltre è utile posizionare le scrivanie
e i tavoli da lavoro vicino alle finestre per sfruttare la luce
solare. Anche nell’uso degli elettrodomestici bisogna avere
determinati accorgimenti: spegnerli quando non servono,
non lasciando i led accesi, usare lavatrice e lavastoviglie
solo a pieno carico, non aprire inutilmente il frigorifero.
Anche gli stili di vita adeguati possono aiutare a non far
lievitare il costo della bolletta come ad esempio evitare di
usare l’ascensore per pochi piani, utilizzare strumenti sola-
ri al posto di quelli elettrici, spegnere il computer durante
la pausa pranzo o per pause maggiori di quindici minuti,
chiudere bene porte e finestre quando il condizionatore è
acceso e con quest’ultimo ad una temperatura intorno ai
25°C. Così ci siamo accorti che seguendo queste semplici
regole possiamo risparmiare sul costo della bolletta e salvaguardare l’ambiente.
Con l’aiuto di una tabella per un primo calcolo dell’impronta ecologica personale, basata sul consumo degli alimenti,
del riscaldamento, dei trasporti e dell’elettricità, abbiamo
misurato approssimativamente quanto incidiamo mensilmente sull’ambiente: abbiamo constatato che la nostra
impronta ecologica è superiore alla media italiana, la qual
cosa ci ha indotto a pensare che i nostri consumi energetici
sono eccessivi e che quindi si sprecherebbero più ettari di
terreno di quelli necessari. Anche in relazione a tanti altri
Paesi il nostro consumo
risulta essere eccessivo.
Parte finale di questo
percorso è stato un gioco di ruolo ambientato
durante un’ipotetica IIIª
Guerra Mondiale in cui
noi alunni eravamo in
un bunker e dovevamo
scegliere se far entrare
o meno una o più delle quattro persone (un
venditore, un fabbricante, un rivenditore e una
guardia forestale che inconsapevole comprava da quest’ultimi bombe inquinanti per l’ambiente).
In base alle nostre scelte abbiamo capito che la persona che
assolutamente non andava salvata era la guardia forestale
perché ignorava la composizione chimica di questi esplosivi e le conseguenze sulla natura. Lo scopo di questo gioco
era di farci capire l’importanza di leggere l’etichetta dei
prodotti che acquistiamo.
In conclusione i nostri motti sono:
“Insegna alla gente a non sprecare corrente per il
rispetto dell’ambiente”;
“Usa fonti rinnovabili se vuoi visitare ancora posti
formidabili”.
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 31
LAMPORECCHIO E LARCIANO
LA STAGIONE TEATRALE CHIUDE IN BELLEZZA CON
“SUSSI E BIRIBISSI – VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA”
* Teatro Comunale di Lamporecchio: sabato 28 aprile e sabato 5 maggio, alle ore 21,00 *
L
a cura della Compagnia della Mezzanotte
a Compagnia della Mezzanotte sta per tornare.
Per il terzo anno consecutivo abbiamo il piacere
di chiudere la stagione teatrale del nostro beneamato Teatro Comunale. In bellezza, si spera! Certo non
avremmo potuto ripresentarci a questo atteso appuntamento annuale se non avessimo creduto fortemente di
riuscire a confermare il successo ottenuto nelle passate
stagioni. Successo, lo diciamo comunque con modestia
e gratitudine verso tutti coloro che vi hanno in qualche
modo contribuito, confermato, oltre che dal gradimento
dimostratoci, dal numero stesso degli spettatori: circa
750, fra grandi e piccoli, nel 2010, al nostro debutto con
“La Bella, la Bestia e l’Allegra Combriccola”, e oltre
1.100 l’anno scorso, quando abbiamo presentato la nostra versione originale di “Pinocchio”. Anche quest’anno abbiamo messo in programma 6 spettacoli, di cui
quattro, al mattino, per gli alunni delle scuole di
Lamporecchio e Larciano e due per il pubblico adulto, che si terranno sabato 28 aprile e sabato 5 maggio,
alle ore 21,00. Ancora una volta abbiamo voluto realizzare uno spettacolo “a doppia lettura”, in grado cioè di
piacere a grandi e piccoli. Questo perché desideriamo
da una parte non rinunciare al genuino entusiasmo che
solo i bambini sanno provare e far rimbalzare su di noi
dalla platea, e dall’altra catturare il pubblico degli adulti, che potranno cogliere appieno l’arguzia dei personaggi, il colore delle caratterizzazioni, la piacevolezza
ed il ritmo serrato di un linguaggio intriso da uno spirito
“toscanaccio”, diretto, ironico, trascinante. All’uscita
di questo articolo Lamporecchio e Larciano dovrebbero
già essere tappezzati dalle nostre locandine, che con un
disegno di sapore antico mostrano i protagonisti stessi
della vicenda, Sussi e Biribissi, nell’atto di scappare da
una fornitissima cantina, prima che diventi per loro una
vera e propria prigione. Per scrivere il copione ci siamo
ispirati a un divertente romanzo di “Collodi Nipote”,
alias Paolo Lorenzini, nipote, appunto, del celeberrimo
Carlo Lorenzini, autore di Pinocchio. La storia, ambientata in un popolare quartiere di una Firenze di fine 800,
narra le avventure di due giovanotti un po’ stravaganti,
che per realizzare i propri sogni di gloria non esitano
32 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
ad abbandonare momentaneamente gli studi per il diploma e ad improvvisarsi esploratori delle viscere del nostro
pianeta. In effetti, folgorati dalla lettura di uno dei più
famosi romanzi di Giulio Verne, “Viaggio al centro della Terra”, i due amici per la pelle decidono di emularne
le gesta e di partire senz’altro alla conquista del famoso
centro. Così, una volta individuato, in un fognone comunale, quello che appare loro come una possibile varco di
accesso alla “via della gloria”, i due partono senz’altro
La locandina dello spettacolo di quest’anno
LAMPORECCHIO E LARCIANO
per l’avventuroso viaggio, carichi di improbabili “attrezzi da esploratore” e provviste in quantità, accompagnati
dal fedele amico Buricchio, un gatto di molto giudizio.
Ben presto divisi a causa di un imprevisto, Sussi e Biribissi si ritroveranno dopo qualche tempo profondamente
cambiati sia nel fisico che nel comportamento. Quello che
succederà nei meandri sotterranei e poi in superficie, una
volta terminato il viaggio, è tutto da scoprire, ma sicuramente lo spettacolo non lesina sorprese, capovolgimenti
di fronte, situazioni paradossali ed esilaranti. Il libro di
Collodi Nipote conobbe una grande fortuna per molti decenni dopo la pubblicazione, avvenuta nel 1902, venendo
annoverato fra i classici della letteratura per l’adolescenza, ma poi finì a poco a poco negli archivi delle biblioteche. La Compagnia della Mezzanotte è felice di averlo
riscoperto e di riproporlo al pubblico, in questa versione
teatrale che ci risulta mai prima realizzata. Nel copione
la vicenda è un po’ rimaneggiata, per adattarsi alle tavole del palcoscenico, ma conserva intatta tutta la sua freschezza e vivacità, e soprattutto un senso dell’umorismo
davvero trascinante. Lo spettacolo è arricchito, come è
ormai nostra consuetudine, da diverse canzoni originali,
che lo rendono ancora più divertente e frizzante, sottolineando la psicologia dei diversi personaggi.
cardine della Compagnia è la devoluzione in beneficenza di tutti gli utili delle proprie iniziative. Il primo
beneficiario è stato il Meyer di Firenze, poi, l’anno
scorso, gli utili di “Pinocchio” sono andati all’Ospedale di Spicchio, e quest’anno è la volta degli Istituti
comprensivi di Lamporecchio e Larciano. L’idea è
quella di finanziare progetti scolastici da concordare
con gli Istituti stessi, fortemente penalizzati dalla scarsità delle risorse a disposizione. Altra cosa significativa,
già dallo scorso anno la Compagnia della Mezzanotte,
su apprezzabile iniziativa dell’Assessore alla Cultura,
Chiara Francesconi, collabora con il Comune su base
continuativa, fornendo alcuni servizi, su base di volontariato, per la gestione della stagione teatrale amatoriale, unitamente alla Compagnia Marvesio, nell’ambito
di un progetto di gestione ottimale del Teatro Comunale,
in tempi di ristrettezze economiche. Questo ci sembra
il modo migliore, da parte delle Compagnie locali, per
vivere appieno lo spirito del teatro e permettere al nostro Teatro Comunale di continuare a rappresentare la
più importante risorsa culturale del nostro territorio. E
adesso bando alle ciance. Prenotate i biglietti e regalatevi una serata di spensieratezza, il 28 aprile e il 5 maggio
prossimi, con Sussi e Biribissi.
Per la Pre-vendita potete acquistare i biglietti presso il
Ed ora due parole sulla Compagnia.
Bar-Pasticceria Sandro Vero. Per informazioni
La passione per il teatro nasce circa una quindicina di
chiamare il numero 333 6130736
anni fa quando un nucleo di genitori della Scuola dell’InVisto il fine benefico dei due spettacoli.....(l’incasso sarà
fanzia di Borgano, sotto la guida della maestra Teresa
devoluto alle scuole di Larciano e Lamporecchio)
Mattugi, allestisce uno spettacolo di Natale per i bambi...vi aspettiamo numerosi!!!
ni. Da allora tali spettacoli si sono susseguiti senza interruzioni, Natale dopo Natale.
Nel 2009, tuttavia, la svolta.
La Compagnia si rifonda, si
apre all’esterno (attualmente è
costituita da circa venticinque
persone, fra attori, tecnici,
costumisti, scenografi e collaboratori vari, tutti abitanti
a Lamporecchio) e decide di
allestire spettacoli di una certa
ambizione presso il Teatro Comunale di Lamporecchio, con
il patrocinio di quest’ultimo.
L’impegno passa da stagionale ad annuale, la passione si
Due immagini degli spettacoli messi in scena dalla Compagnia della
centuplica, alimentata anche
Mezzanotte negli anni scorsi: “La Bella e la bestia” e “Pinocchio”
dai successi conseguiti. Punto
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 33
LARCIANO
IL 25 APRILE SECONDO MAZZINO MEACCI
La Festa della Liberazione vista dall’indimenticato
sindaco di Larciano
di Franca Capecchi
O
peraio, sindacalista, sindaco a furor di popolo per di 31 anni Mazzino fu eletto sindaco e con
20 anni consecutivi. Mazzino Meacci, ripercorre la questa affermazione il paese iniziò la sua parabola ascensua vita perché, come afferma «La memoria è fon- dente, modernizzandosi. «Infatti, ci adoperammo subito
damentale per costruire il futuro». Si avvicina una data che affinché nascesse un premio di pittura “Il Cinghiale“,
ha cambiato la vita degli italiani; il 25 aprile, festa della in omaggio alla cultura, un cinema cittadino, “Il ProLiberazione, e mai come in questi anni i temi della libertà gresso”, la Società di Soccorso Pubblico”, per venire ine della qualità del lavoro si sono offerti alla riflessione pub- contro alle esigenze sanitarie della cittadinanza, i locali
blica, quali argomenti di straordinaria e, talvolta, drammati- per la musica, ma la vera grande soddisfazione, dopo tre
ca attualità. A preoccupare uomini come Mazzino che han- mesi di sciopero e occupazione degli operai dell’ex ditta
no speso una vita al servizio del Paese, in particolare è la Biagiotti, fu la fondazione dell’azienda “Coop Imballagcrescente precarizzazione lavorativa di intere fasce della gi”. Con l’aiuto di tanti, riuscimmo a salvare il lavoro
popolazione che, per periodi sempre più lunghi vengono ai lavoratori e a gettare le fondamenta per la creazione
costrette ai margini del sistema produttivo e professionale, di ulteriori posti di lavoro». Mazzino Meacci è uno di
con pesanti ricadute economiche, sociali, psicologiche ed quei personaggi che hanno segnato la vita di Larciano,
esistenziali. Per lo più prive di prospettive a lungo termi- soprattutto per quel che riguarda i temi etici. E ciò che
ne, che non possono costruire il proprio futuro e nemmeno vale per l’etica potrebbe valere anche per altre carattericontribuire allo sviluppo del Paese, e ciò in netto contrasto stiche umane attribuite alla cultura: il linguaggio, l’arte,
con quanto stabilito dalla Costituzione. «Già la Costituzio- la musica, la religione, la lotta di classe, l’altruismo. Tutne,- sospira Mazzino - fonte del rigore, dell’equità e della te caratteristiche le cui varianti locali hanno la funzione
giustizia che ha sempre illuminato quelli che come me cre- di unificare le persone che vi aderiscono o di dividere
devano nei valori della libertà. E oggi, vicini alle celebra- coloro che non le riconoscono. Ogni società tramanda la
zioni del 25 Aprile, - sottolinea l’ex sindaco - tutti giovani e cultura che la definisce, analogamente a come trasmetvecchi abbiamo il dovere di continuare ogni
te i propri valori alle nuove generagiorno a diffondere i valori che custodiamo
zioni. «Perciò - afferma Mazzino - è
da sempre, come la solidarietà nei confronti
importante che date importanti che
di chi perde il lavoro». La vita di Mazzino,
segnarono una svolta fondamentale
eletto quarto sindaco a Larciano per 20 anni
nella vita pubblica del Paese come il
consecutivi, è stata piena di svolte signifi25 aprile, siano ricordate con la parcative: operaio e segretario del sindacato
tecipazione di tutti, giovani e anziani,
“saggina” a soli 21 anni, si adoperò, pur
con orgoglio e speranza».
senza tutele istituzionali, per raggiungere
un accordo con i piccoli industriali della
scopa di Larciano, affinché venisse raggiunto un accordo sull’aumento del salario. «Eh
si - aggiunge Mazzino - in quegli anni era
davvero dura per noi operai, ma c’era tanta
solidarietà nelle famiglie, c’era un partito,
il Partito Comunista Italiano, presente, la
cui identità ci rafforzava nell’anima. Noi
operai, oltre 1000, della “saggina” decidemmo per uno sciopero che durò un mese.
Tenemmo duro, nel paese riscuotevamo la
Il “giovane” sindaco Mazzino
solidarietà delle altre famiglie dei lavoratoDonne di tutte l’età festeggiano i soldati
Meacci, inaugura la sede della
americani a Milano: è il 25 aprile 1945,
ri e alla fine ottenemmo l’aumento». All’età
pubblica assistenza con l’allora
Prefetto di Pistoia
34 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
il giorno della liberazione!
LARCIANO
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE informa:
Un documento storico:
riportiamo integralmente la trascrizione della delibera del
consiglio comunale n. 6, del 16 febbraio 1897, che sancì il
distacco del comune di Larciano da quello di Lamporecchio
pag. 1
Al lato (n°6 Domandata e non concessa inversione
dell’ordine del giorno: dichiarazione di scioglimento
di seduta continuazione di questa e accoglienza della
nuova istanza per la divisione del
Comune in due Comuni distinti ed
autonomi).
pag. 1 (al centro)
Il Consigliere Sig Bongiovanni
chiede l’inversione
dell’ordine del giorno nel senso
che invece dei numeri 4 e 5 che
ora dovrebbero trattarsi, tratti del
6° cioè della nuova istanza per la
divisione del Comune in due Comuni distinti ed autonomi.
Si oppone il Consigliere Sig. Dami
Gaetano per il primo, perché appunto il n° 4 riguarda un suo affare
che gli preme.
Ha dovuto alquanto opporsi anche
il Sindaco perché gli affari di cui
ai N° 4 e 5 presentano, secondo
lui, i caratteri della massima urgenza ed ha soggiunto “Essendo
l’ora tarda, pregherei di suggerirmi per quando gradiscono riconvocare, entro un breve termine, il
Consiglio ed allora si tratteranno
gli affari che rimangono in …. “
pag. 2
ma il Sig. Buongiovanni ha insistito nel domandare l’inversione
dell’ordine del giorno.
I Consiglieri della frazione di
Lamporecchio si allontanano dalla
sala. Il Sindaco pure si è assentato
e quasi subito rientra dichiarando
sciolta la seduta. Allora sono sorte
vivaci proteste da parte di qualche
Consigliere e schiamazzi da parte
del pubblico, e nel piazzale adiacente al palazzo comunale è scoppiato un vero e proprio tumulto,
mentre i consiglieri della frazione
di Larciano, rimasti in sala, hanno
continuato l’adunanza, che è stata
presieduta dal Sig. Dami Gaetano
ed è stato deliberato di accogliere favorevolmente, come infatti
è stata accolta, la nuova istanza
per la divisione del Comune di in
due Comuni distinti ed autonomi,
all’unanimità di voti per alzata e
seduta dai dieci Consiglieri pre-
pag. 1
pag. 2
senti tutti della frazione di Larciano, verificati i voti
dai Consiglieri stessi seduta stante ed è stato ancora
approvato il verbale di questa accoglienza di istanza
per la divisione del Comune sempre seduta stante, con
egual resultato di voti verificati
… Dell’istanza predetta non è
stata data lettura perché i Signori Consiglieri all’unanimità di
voti ... hanno dichiarato che non
si effettuasse per avere ciascuno
dei medesimi esatta conoscenza
di quel documento.
Il Consigliere Sig. Buongiovanni ha vivamente protestato
contro l’operato del Sindaco,
chiedendo che sia preso atto
della seguente sua protesta nel
verbale.
“Che cioè il Sindaco non poteva
sciogliere la seduta, ma, ad ogni
modo avrebbe dovuto scioglierla quando rivestiva la carica di
Presidente di quest’adunanza
non dopo uscito dalla sala; che
non doveva recarsi in piazza per
immischiarsi agli altri, forse per
farsi capo complotto: che intende vivamente protestare contro
questo modo di agire e chiede
che il segretario trascriva nel
verbale questa sua protesta a
cui dichiaravano di associarsi
tutti gli altri Consiglieri presenti”
Il Consigliere Sig. Fedi aggiunge e chiede si trascriva nel verbale appresso:
“Fo notare a tutti i presenti che
il rumorio nel pubblico è incominciato appena che il Sindaco
è sceso in piazza dove si vide
gesticolare in mezzo a dei mucchi di genti. Che il Consigliere
Morelli si è immischiato fra i tumultuanti e che dal suo contegno
non apparisce punto che egli tiri
a pacificare. Che il Consigliere
Sig. Torrigiani Luigi fu Domizio
se ne sta per piazza colle mani
in tasca ridacchiando”.
Letto il presente processo verbale ne è stata proposta dalla
Giunta municipale l’approvazione alla superiore autorità ai
termini dell’articolo 171 legge
comunale e provinciale nella
seduta del di 16 febbraio 1897.
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 35
LARCIANO
CORPO MUSICALE “GIACOMO PUCCINI”
DI LARCIANO CASTELLO
L
UNA STORIA LUNGA 114 ANNI
a banda musicale “Giacomo Puccini”, di Larciano Quale maestro istruttore fu prescelto il Sig. Leandro BiaCastello, il 24 aprile ha compiuto 114 anni. Una giotti di San Rocco di Larciano e la sala di musica fu grastoria lunga e gloriosa in cui chi ha abitato e chi tuitamente offerta dalla famiglia Buongiovanni nella casa
abita questo piccolo borgo medievale, orgogliosamente si di sua proprietà sulla piazza del Castello.
riconosce. La banda è anche un modo di sentirsi rappre- In una adunanza del 9 maggio 1898 fu stabilita una tassentati, un modo di sottosa di L. 1 mensile per ogni socio e fu deliberato di eflineare un’appartenenza
fettuare una sottoscrizione popolare per l’acquisto dei
culturale. Abbiamo recuprimi strumenti, mentre i componenti del Consiglio deperato un manifesto dataliberarono di acquistarne altri a loro spese.
to 1948 dove veniva celeDal 1898 al 1903 la Fanfara prese sempre più l’aspetto
brato il 50° anniversario
di una vera e propria Banda perché si fece sempre più
(immagine a lato), qui di
numerosa ed ebbe la possibilità di acquistare tutto il
seguito riporteremo quanmateriale occorrente comprese le divise a mezzo di fieto fu scritto allora in quel
re di beneficienza (per le quali inviò doni anche Sua Aldocumento storico. Votezza Reale il Conte di Torino e il Principe Borghese),
lutamente abbiamo usato
di sottoscrizioni pubbliche, di rappresentazioni tetrali
la parola storia, perche le
ecc.
bande musicali non hanno
Non appena ebbe la consistenza di Banda fu ovunque
età.... ma storia!
chiamata a suonare: a S. Rocco (per L. 28), a Montevet---------------------------tolini (per L. 35), a Stabbia, a Lamporecchio, a Cecina,
---ecc. Dal 1904 in poi la Banda, sapientemente e amoreLa sera del 24 aprile 1898
volmente diretta dal Maestro Leandro Biagiotti, andò
Il manifesto del 1948 che
alcune volonterose perso- celebrava i 50 anni di storia sempre più migliorando. Le sue più memorabili sortite
ne del Castello di Larciafurono effettuate in ordine di tempo: a Fucecchio ove
no si riunirono per discufu calorosamente applaudita, a Cerreto Guidi, a Montere sulla possibilità di costituire una fanfara allo scopo summano, al Cintolese, a Vinci Fiorentino, a Casalguidi,
di creare in paese la passione per la musica, quale mezzo ove fu sempre ammirata e in tanti altri centri minori che
più idoneo a sollevare lo spirito del popolo, ad istruirlo ed troppo lungo sarebbe qui ricordare. Ma i suoi servizi che
educarlo. Trovatisi tutti d’accordo fu redatto il seguente più meritano di essere ricordati sono i seguenti:
verbale:
1) Nel 1910 a Montecatini Terme, sulla cui piazza princi«La musica, questa sublime manifestazione del pensiero pale svolse uno sceltissimo programma che fu molto ape degli affetti umani, ha trovato i suoi cultori anche qui a plaudito e spinse il deputato di allora, On. Paolo Casciani,
Larciano, ove un numero assai ragguardevole di giovani ad entrare nel circolo dei musicanti per congratularsi con
studiosi si è costituito in Società per formare una Fanfara essi e col maestro Biagiotti.
che porti in titolo di ‘Fanfara di Larciano’».
2) Nel 1929 a Pistoia in un Convegno Bandistico RegioFu immediatamente costituito un Consiglio Direttivo che nale ove svolse (in Piazza Cino) un programma scelto e
risultò così composto:
difficoltoso per il quale riportò il 1° premio delle bande
1. Don Romeo Guidotti (Presidente), 2. Ing. Lisandro di 2ª categoria (medaglia d’oro e coppa) e fu dichiarata
Buongiovanni (Vice Presidente), 3. Sig. Onorio Gag- seconda in classifica generale.
gioli (Vice Presidente), 4. Luigi Buongiovanni, Luigi
------------------------Pucci, Maestro Ranieri Galeotti, Anselmo Spinelli, Essendosi fatta sempre più numerosa, la Banda dovette
Giuseppe Cioni, Francesco Monti, Bartolomeo Vezzo- cambiare più volte il locale delle prove. Così dalla casa dei
si, (Consiglieri), 5. Francesco Viti, (Cassiere),
fratelli Buongiovanni, passò nell’antica stanza mortuaria
6. Ugo Spinelli (Segretario).
e da questa, nel 1927, nel circolo ricreativo “Nazario Sau-
36 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
LARCIANO
ro”. Attualmente (N.d.R. ricordiamo che “attualmente” è
riferito al testo del 1948) ha la sua provvisoria sede in un
locale della casa di proprietà del sig. Alfonso Pace. Le sue
risorse finanziarie furono sempre limitatissime perché sorretta solo a mezzo di sottoscrizioni pubbliche e dalle poche
quote dei soci. Ma alle sue ristrettezze finanziarie ha sempre rimediato la buona volontà dei musicanti e del popolo.
Malgrado ciò la Banda non mancò mai di fare servizio
gratuito in determinate circostanze come ad esempio: per
i funerali di S.S. Leone XIII;
a Lamporecchio per rendere
omaggio alla memoria del
Maestro di musica Carmelo
Lembo; a Castel Martini per
l’inaugurazione del suo Monumento ai Caduti della 1ª
Guerra Mondiale e del Parco
della Rimembranza.
Tutto il popolo ha sempre
provveduto generosamente
ai bisogni della sua Banda.
Nel 1928 per l’acquisto degli
strumenti a nuovo organico
ci fu una commovente gara
di offerte. Chi offrì denaro, chi olio e vino che, venduti, si
trasformarono in molte migliaia di lire e la Filodrammatica locale intraprese una serie di recite che permisero di far
fronte a grossi pagamenti cedendo anche il suo palcoscenico estivo per la costruzione del palco da musica.
Per tale buona volontà da parte di tutti, la Banda di Larciano rimase e rimarrà sempre in vita, operante. Le due Guerre Mondiali ridussero di molto la sua attività, ma passati i
due cataclismi, essa tornò sempre a rifiorire. Alla morte di
Puccini, genio musicale limpido e seducente, fu deliberato di fregiare del suo nome glorioso il Corpo musicale. E
così quella che fu 50 anni or sono fu la semplice “Fanfara
di Larciano”, è oggi il premiato “Corpo Musicale Giacomo Puccini di Larciano”. Attualmente (N.d.R. nel 1948) è
diretto dal giovane e valente Maestro Masini di Montale
ed è amministrato da giovani passionisti e volenterosi che
danno sicuro affidamento di farlo nuovamente ascendere
alla gloria di un tempo. Ed è con tale certezza che si chiude oggi il primo cinquantenario della Banda e si inizia il
secondo (N.d.R. attualmente siamo nel 3°!) sotto i migliori
auspici per le vittorie musicali future.
----------------------------Presidenti fino al 1948
1. Pievano Guidotti Don Romeo, 2. Ing. Lisandro Buon-
giovanni, 3. Pucci Luigi, 4. Monti Francesco, 5. Buongiovanni Luigi, 6. Spinelli Virgilio, 7. Maccioni Alfonso,
8. Maccioni Giuseppe, 9. Spinelli Anselmo, 10. Spinelli
Adriano, 11. Pievano Monti Don Virgilio, 12. Maestro Alberto Vezzosi, 13. Buongiovanni Giulio, 14. Colonnello
G. Bargiani, 15. Colonnello G. Buongiovanni, 16. Maccioni Afrisio, 17. Pollina Arturo, 18. Maccioni Oreste, 19.
Monti Luigi, 20. Russi Enrico.
----------------------------Maestri Direttori della Banda
fino al 1948
1. Biagiotti Leandro di S. Rocco di
Larciano, 2. Antonio Trana di Fucecchio, 3. Venturini Guglielmo di
Monsummano, 4. Pace Temistocle
di Firenze/Lamporecchio, 5. Cornacchini Leonardo di Stia, 6. Masini Osvaldo di Montale.
----------------------------Musicanti fondatori della Banda
1. Giuseppe Morosi, 2. Eugenio
Orti, 3. Anselmo Monti, 4. Virgilio Spinelli, 5. Giulio Spinelli, 6.
Amerigo Spinelli, 7. Adriano Spinelli, 8. Labindo Pollina,
9. Guido Pollina, 10. Cesare Monti, 11. Giulio Monti, 12.
Giulio Viti, 13. Giuseppe Maccioni, 14. Guido Russi, 15.
Giulio Giovannelli, 16. Silvio Neri.
----------------------------Musicanti deceduti in guerra
1. Osei Paolo (1915/18), 2. Maccioni Alfonso (1915/18),
3. Pastori Romolo (1940/43)
----------------------------Musicanti deceduti a causa di guerra
1. Maccioni Giuseppe, 2. Basili Ermenegildo.
----------------------------Musicanti deceduti fino al 1948
1. Morosi Guido, 2. Pollina Guido, 3. Pollina Labindo, 4.
Basili Basilio, 5. Baioli Zelo, 6. Monti Giulio fu Lorenzo, 7. Monti Giulio di Oreste, 8. Monti Eugenio, 9. Morosi Ezio, 10. Spinelli Virgilio, 11. Niccolai Giuseppe, 12.
Monti Rinaldo, 13. Spinelli Giulio, 14. Spinelli Anselmo
fu Giov. Battista, 15. Giovannelli Ulisse, 16. Orti Eugenio,
17. Marismari Angelico, 18. Spinelli Modesto, 19. Spinelli Giuseppe, 20. Lazzeretti Palmiro.
----------------------------Attuali componenti del Corpo Musicale (nel 1948)
Colonnello Giovanni Buongiovanni - Presidente onorario
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 37
LARCIANO
CONSIGLIO DIRETTIVO: 1. Presidente: Russi
Enrico, 2. Vice Presidente: Meacci Amerigo, 3.
Segretario: Maccioni Oreste, 4. Cassiere: Monti
Anselmo, 5. Provveditore: Cappelli Pietro, 6.
Consiglieri: Baioli Foscolo, Franceschi Renzo,
Franceschi Silvano.
MUSICANTI: 1. Monti Pio Capobanda, 2.
Maccioni Giuseppe, 3. Monti Cesare, 4. Monti Luigi, 5. Monti Paolo, 6. Dami Angiolino, 7.
Maccioni Celestino, 8. Monti Anselmo, 9. Ponziani Armando, 10. Ponziani Lisandro, 11. Russi Paolo, 12. Russi Alfredo, 13. Russi Dino, 14.
Russi Ugo, 15. Gori Mario, 16. Gori Primo, 17.
Gori Adamo, 18. Meacci Gennaro, 19. Baioli
Angelo, 20. Baioli Fosco, 21. Oldi Olinto, 22.
Meacci Amerigo, 23. Russi Guido, 24. Spinelli
Guido, 25. Viti Celestino, 26. Santini Vittorio,
Esibizione della banda di Larciano Castello
27. Cappelli Tranquillo, 28. Franceschi Renzo, il 22 maggio 1956 (foto proprietà del M° Gino Franceschi)
29. Franceschi Bruno, 30. Franceschi Silvano,
31. Franosi Francesco, 32. Privati Alfredo, 33.
La Banda di Larciano Castello, collabora nelle varie feste
Spinelli Oscar, 34. Maccioni Lino, 35. Tesi Gino, 36. Gori e ricorrenze, con quella di Larciano S. Rocco (G.Verdi)
Leopoldo, 37. Monti Menotti, 38. Maccioni Sirio, 39. Mac- e quella di Lamporecchio (G. Puccini) che attingono dai
cioni Pietrino, 40. Acerbi Nello, 41. Buzzegoli Luciano, musicisti larcianesi, sempre particolarmente ricercati e
42. Arcangioli Gino.
apprezzati per la loro bravura e professionalità.
ALLIEVI MUSICANTI: 1. Franceschi Gino (N.d.R. Ma cosa vuol dire, nel 2012, appartenere ad una banda
l’attuale maestro della Banda di Lamporecchio!), 2. musicale che ha radici profonde in una comunità orgoFranceschi Damasco, 3. Baioli Ivo, 4. Russi Osvaldo, 5. gliosa come quella larcianese? Parlando con i componenti
Girolami Adolfo, 6. Baronti Giampiero, 7. Landini Dino, è facile comprendere come sia forte il sentimento di pro8. Arcangioli Learco.
venire da una stessa comunità, l’incontrarsi con i coetanei
--------------------------------------------------------------------o con amici di età diverse, lo stare insieme di generazioni
--------------------------------------------------------------------differenti, il recarsi in un luogo comune, la passione per
la musica, il rendersi conto dell’importanza che il grupIn tempi più recenti, la banda di “Larciano alto” si è esi- po svolge a livello paesano, l’essere utili agli altri, alle
bita con grande successo al paese nativo di Don Agostino istituzioni, al Comune come alla Parrocchia, tutto questo
Cecchin, pievano di Larciano Castello, Castello di Gode- crea nei partecipanti al Gruppo bandistico un orgoglio di
go in provincia di Treviso, in occasione del ritrovo “Classe appartenenza, sano, positivo, propulsivo, profondamente
‘35”. Grandi applausi e apprezzamenti sono stati ricevu- ricco di senso, quanto mai importante in una società moti anche sul Montegrappa ed a Bassano sul Grappa dove derna che mette al centro di tutto una civiltà dei consumi
hanno suonato sul famoso Ponte di Bassano!
che tutto mercifica e che riduce la comunicazione a un
Attualmente il gruppo musicale larcianese è così com- superficiale contatto.
posto: Franceschi Gino (maestro della banda), Franosi Crediamo sia importante riscoprire questi valori antichi
Piero, Baioli Ivo, Maccioni Martano, Maccioni Renato, che si chiamano senso di appartenenza, amicizia e soliMaccioni Rolando, Vorcelli Marco, Falasca Giuseppe, darietà, valori che sono ben presenti ai componenti della
Giraldi Giuseppe, Di Martino Gaetano, Donnini Ivo, Banda musicale di Larciano Castello. In un mondo forzaElina Frascati, Maccaoni Michela, Micheli Alessandro, tamente globalizzato in cui tutti noi siamo portati a vivere
Agresti Ilaria, Lucchesi Emilio, Lucchesi Francesca, singolarmente la vita sociale, riscoprire questi valori può
Russi Laura, Mirco Diolaiuti.
veramente rappresentare un punto di forza per affrontare
L’attività annuale prevede circa 5/6 uscite l’anno tra cui un futuro che ogni giorno di più si profila incerto e diffiLazzeretto, Cintolese, Larciano e Biscolla.
cilmente gestibile.
38 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
LARCIANO
ISTITUTO COMPRENSIVO “F. FERRUCCI” LARCIANO:
I
Una gita scolastica per comprendere la Storia
ragazzi delle classi terze dell’Istituto “F. Ferrucci”
sono stati in gita scolastica a Roma dove hanno visitato il mausoleo delle Fosse Ardeatine, luogo in cui
il 24 maggio 1944 è avvenuto il massacro compiuto dalle
truppe di occupazione della Germania nazista ai danni di
335 civili e militari italiani, come atto di rappresaglia in
seguito a un attacco partigiano avvenuto il giorno precedente. Per la sua efferatezza, l’alto numero di vittime
e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, è stato possibile collegare questo evento con
la nostra strage del Padule di Fucecchio, anche perché
l’ordine fu dato dallo stesso feldmaresciallo Albert Kesselring. Gli alunni, guidati dal figlio di un signore ebreo
vittima della strage, hanno ripercorso momento per momento il tragico avvenimento di quel giorno e, con grande coinvolgimento emotivo, hanno camminato dentro le
gallerie delle Fosse Ardeatine, antiche cave di pozzolana
situate nei pressi della via Ardeatina a Roma, che furono
scelte quali luogo dell’esecuzione per occultare i cadaveri
delle persone uccise. I tedeschi, dopo aver compiuto il
massacro, infierendo sulle vittime, fecero esplodere numerose mine per far crollare le cave ed impedire così la
scoperta di tal eccidio. L’ordine di esecuzione riguardò
320 persone, poiché inizialmente erano morti 32 soldati
tedeschi. Ma durante la notte successiva all’attacco partigiano, morì un altro soldato tedesco e Kappler, di sua iniziativa, decise di uccidere altre 10 persone. Erroneamente, causa la “fretta” di completare il numero delle vittime
e di eseguire la rappresaglia, furono aggiunte 5 persone in
più nell’elenco ed i tedeschi uccisero anche loro perché
se le avessero lasciate libere avrebbero potuto raccontare
quello che era successo. L’esecuzione iniziò dopo sole 23
ore dall’attacco partigiano, e venne resa pubblica a cosa
avvenuta. Il massacro fu organizzato ed eseguito da Herbert Kappler, all’epoca ufficiale delle SS e comandante
della polizia tedesca a Roma. Nel dopoguerra, Kappler
venne processato e condannato all’ergastolo da un tribunale italiano e rinchiuso in carcere. La condanna riguardò
soltanto i 15 giustiziati non compresi nell’ordine di rappresaglia datogli per vie gerarchiche. Colpito da un tumore inguaribile, con l’aiuto della moglie riuscì ad evadere
dall’ospedale militare del Celio e a rifugiarsi in Germania,
ove morì pochi anni dopo. Anche il principale collaboratore di Kappler, l’ex-capitano delle SS Erich Priebke,
dopo una lunga latitanza in Argentina, è stato arrestato
ed estradato in Italia, ove, processato, è stato condannato
all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine. Albert
Kesselring, catturato a fine guerra, fu processato e condannato a morte il 6 maggio 1946 da un Tribunale Alleato
per crimini di guerra e per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, ma la sentenza fu commutata nel carcere a vita. Nel
1952 fu scarcerato per motivi di salute e fece ritorno in
Germania, dove si unì ai circoli neonazisti bavaresi. Morì
nel 1960 per un attacco cardiaco.
I professori sottolineano come «Le gite della memoria,
come questa alle Fosse Ardeatine, sono decisamente importanti per gli studenti perché riescono a trasmettere conoscenze ed emozioni che le pagine dei libri non possono
fare: i ragazzi quando sono entrati nel cimitero mausoleo
che contiene le 335 tombe come monumento realizzato
dopo la fine della guerra dal Comune di Roma in ricordo
delle vittime dell’eccidio, sono rimasti visibilmente tur-
bati dalla quantità smisurata dei sepolcri e
hanno tempestato di domande la guida per
convincersi che davvero sotto quelle pietre
ci fossero sepolte le vittime; allora la guida
ha indicato loro con commozione la tomba
dove riposava suo padre e ciascuno ha voluto accarezzare
quella lapide in segno di rispetto e di amicizia, dimostrando di vivere un coinvolgimento personale forte e sincero,
diventando quasi compartecipi dei fatti accaduti. La storia con la S maiuscola non s’insegna soltanto a scuola ma
ha bisogno di testimonianze reali perché aiutano i nostri
ragazzi ad immergersi concretamente in essa. Il collegamento alla nostra strage del 23 agosto del Padule di Fucecchio è avvenuto spontaneamente nelle menti dei nostri
studenti e dal confronto sono state individuate analogie e
differenze che hanno aiutato molto la comprensione anche
di questo evento così tragico e straordinario che ha segnato una pagina fondamentale della nostra storia locale
inserita in quella generale».
IN QUESTA
STORICA FOTO,
I SOLDATI
TEDESCHI
RASTRELLANO
I CIVILI IN VIA
RASELLA
I RAGAZZI DI LARCIANO, CON GLI INSEGNANTI, DAVANTI
ALL’ENTRATA DELLE FOSSE ARDEATINE A ROMA. AL CENTRO LA GUIDA,
FIGLIO DI UNA DELLE VITTIME TRUCIDATE DAI NAZISTI
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 39
SPORT
UN UOMO DI SPORT: MARIO PIERANGELI DETTO “PRENZOLO”
Il giorno 28 Marzo ha festeggiato 60 anni!!
M
di Roberta Romani
ario Pierangeli è stato un calciatorte dalle grandi qualità tecniche, uno di quei centrocampisti
“dai piedi buoni” che nel calcio moderno, sempre più in balia dell’atletismo esasperato, è sempre più difficile ammirare. Eppure sono i giocatori come lui che fanno innamorare i tifosi, calciatori dalle giocate imprevedibili e con un bagaglio tecnico di qualità superiori, sono loro che possono
cambiare una partita da un momento all’altro.
I suoi familiari gli hanno voluto fare una sorpresa inviandoci questo articolo in occasione dei suoi “primi sessantanni”, siamo
ben lieti di dedicare questa pagina all’amico “Prenzolo”... auguri Mario anche dalla Redazione di Orizzonti!
Mario Pierangeli, classe 1952, nasce a S.
Angelo in Pontano (MC), si trasferisce 1
in Toscana da piccolo con tutta la sua
numerosissima famiglia. Lo studio non è
il suo forte, così intraprende il lavoro di
tagliatore, ma la sua passione più grande
è il calcio!!
Esordisce come centrocampista dotato
di eccellenti qualità nella Lampo degli
anni ‘70, successivamente ha giocato
nel Montaione e nel Vitolini. Ha avuto
grandi soddisfazioni anche come
allenatore, ha allenato gli allievi del
Vinci, Uisp Mastromarco, Vinci, Cecina
(dove
ha
vinto
anche la Joy Cup
2001 a Cesenatico), 4
ed
infine
Uisp
3
Biccimurri. Inoltre,
come dimenticare i
bellissimi anni dei
Tornei dei Rioni,
disputati prima come
calciatore e poi come
allenatore nelle file
del Mastromarco/
Poggio
Argentale
con la bellissima
vittoria ottenuta nell’anno 1988!!
Un grande uomo di Sport!!
Tantissimi auguri da Marina, Niccolò, Francesca,
Fabrizio, Lida e da Roberta che ha architettato tutto
questo per uno zio davvero speciale!!
40 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
2
Foto 1 e 2: Mario
Pierangeli quando
militava nell’allora
U.S. Lampo (indicato dalla freccia e nel riquadro)
Foto 3: mentre festeggia i suoi “primi sessantanni”
Foto 4: l’immagine apparsa nello speciale “Lampo” di
Orizzonti uscito a Natale 2011
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 41
SPORT
L
VI° Memorial “Anselmo Fagni” Allievi ‘96
All’A.S. Livorno l’edizione 2012, sconfitto in
finale l’Empoli ai calci di rigore (1-1/4-1 d.c.r.)
a 6ª edizione del Memorial Anselmo Fagni è stata Il torneo dedicato alla memoria di
vinta dal Livorno che ha sconfitto l’Empoli ai calci Anselmo Fagni, fondatore della
di rigore per quattro reti a uno. È stata una bella FABO, sta negli anni diventando
finale, giocata allo stadio comunale di Pistoia. Un derby sempre più una grande vetrina per
toscano. L’Empoli è passato in vantaggio nel primo tempo. il calcio giovanile a livello nazionaNella ripresa il Livorno è riuscito a pareggiare. Sono stati le ed internazionale, ed ha lo scopo
necessari i calci di rigore per aggiudicare la sesta edizione. di tenere vivi gli insegnamenti ed i
Terza classificata è arrivata la formazione francese del Nizza principi tanto cari al grande imprenditore larcianese: “Qualcuno deve
che ha battuto il Siena nella finalina per il 3° e 4° posto.
La classifica finale del torneo di calcio, riservato alla categoria dare l’esempio…” ripeteva
allievi professionisti vede al quinto posto i campioni uscenti sempre per i suoi giovani,
dell’Inter e a seguire Napoli, Fiorentina, Prato, Region I che siano migliori ora nelUs Youth Soccer, Zenit San Pietroburgo e Capostrada. lo sport e un domani, nella
Chiude la classifica la formazione australiana del North vita.
Sydney United. A consegnare il Sesto Trofeo “Anselmo Massimo Mancini
Fagni” sono stati i titolari della ditta Fabo, Maurizio e
Samuela Fagni. Nell’albo d’oro della manifestazione,
giunta alla sesta edizione, il Livorno entra in compagnia
della Pistoiese, vincente nel 2007, Prato (2008), Ajax
(2009), Genoa (2010) e Inter (2011).
Al termine della finale sono stati assegnati dei premi alle
terne arbitrali da Massimo Doni, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri di Pistoia. Il premio Fair Play è stato consegnato da Giorgio Mati, componente della FGCI
di Pistoia alla squadra del North Sidney United. Il capocannoniere è stato il giocatore Artur
Bosua del Youth Soccer. Il premio è
stato dato da Giovanni Breschi del
Capostrada. Miglior portiere è risultato Antony Mandrea del Nizza e il
premio lo ha ricevuto dal mitico ex
difensore del Cagliari, Comunardo
Niccolai, Il migliore giocatore del
torneo è risultato Lorenzo Muzzillo
del Livorno che ha ricevuto l’ambito premio da Armando Reggianini
(osservatore della federazione per le
squadre nazionali giovanili). Infine il
presidente dell’Associazione Italiana
Allenatori di calcio, Luciano Casini
ha consegnato un premio ai due allenatori delle due squadre finaliste Oli- In alto la partita che, in pratica, ha deciso il torneo: Inter - Livorno vinta dai
per 2-1 al primo turno e che gli ha consentito di eliminare i campioviero Di Stefano (Empoli) e Matteo toscani
ni in carica dell’Inter. Sotto i festeggiamenti del Livorno campione insieme
a Maurizio e Samuela Fagni (Fotoeventi.com di Michelozzi Marco - Pistoia)
Gay (Livorno).
42 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 43
SPORT
SPORT GIOVANILE
PAGINA REALIZZATA DALLA DITTA FABO - Via Cecinese, 84 - Larciano - PT Nastri adesivi e biadesivi
UNIONE MONTALBANO CALCIO:
UN FINALE DI STAGIONE FITTO DI IMPEGNI
A
prile e maggio si preannunciano mesi pieni d’impegni per l’Associazione Sportiva Dilettantistica Unione Montalbano Calcio, affiliata all’Associazione
Calcio Chievo Verona.
Mentre stanno volgendo al termine i vari campionati che impegnano tutte le squadre dei “Blues”, sono invece in fase
di decollo diversi tornei che coinvolgeranno gli atleti della
società sia sul terreno amico dell’”Idilio Cei” sia in trasferta
in varie località della Toscana o addirittura anche fuori regione.
Di fatto gli Esordienti A anno 1999, guidati dal tecnico Fabrizio Paolini, nel mese di maggio, oltre al torneo organizzato dalla società sul proprio campo denominato “Memorial
Traorè”, parteciperanno al torneo “Rossi” di Castelfranco di
Sotto, al torneo “Soffici” di Poggio a Caiano e al “10° Torneo Cesenatico Youth Festival”. Quest’ultimo é considerato
dagli addetti uno dei principali appuntamenti di calcio giovanile in Italia e avrà svolgimento sui campi di Cervia e Cesenatico dal prossimo 28 aprile fino al 1 maggio, dove 200
squadre, che arriveranno in Romagna da ogni parte d’Italia
e dall’estero, si sfideranno per ben figurare e conquistare la
vittoria finale.
Ma ci sono altri impegnativi tornei che bollono in pentola e che coinvolgeranno sempre a maggio tutti gli atleti
dell’Unione Montalbano Calcio.
I Piccoli Amici anno 2004/2005 guidati rispettivamente
da Luca Giraldi e Fabrizio Paolini saranno impegnati nella “4a Coppa Montalbano” sul proprio campo, nel “Torneo
Sperimentale” di Limite e Capraia, al
torneo “Terme Cup” organizzato dal
Montecatini Murialdo, al torneo “Pacini” di Quarrata ed al torneo “C.C.
Valdinievole” di Via Nova.
I Pulcini anni 2003/2002 allenati
rispettivamente da Marco Chirieleison e Giacomo Maglio, saranno
impegnati nel torneo “Barni” di Casalguidi, nel Torneo “Romiti Vivai” organizzato dalla Breda Pistoia, nel torneo
“Butelli” a Tempio Chiazzano e nella
“4a Coppa Montalbano” sempre al
sussidiario di Larciano.
I Pulcini anno 2001, allenati da Mirko Giorgetti e Massimiliano Ciottoli,
parteciperanno al “4° torneo Marchesinio” in svolgimento sul campo del
Pistoia Nord e al “4° torneo Primave-
di Andrea Volpi
ra” organizzato dal P.S.B. Pistoia.
Gli Esordienti B anno 2000, allenati
da Andrea Bardelli, saranno invece impegnati nel torneo “Piccoli Calci” di Ponzano,
nella “4a Coppa Montalbano” e nel torneo “Canestrelli” organizzato dalla società Pesciauzzanese.
Anche i Giovanissimi B anno 1998 di mister Carlo Alberto Bargiacchi saranno impegnati nel torneo “Primaverile”
di Vinci e nel torneo “Tamarri” di Castelfranco di Sotto,
mentre i Giovanissimi A anno 1997 guidati dal mister Pier
Giuseppe Porciatti dovranno vedersela con gli agguerriti
avversari nel “11° torneo Trapassi” di Montecalvoli e nel
“Memorial Caciagli” organizzato dalla società Giglio Rosso.
Infine gli Allievi anno 1995/1996 di mister Daniele Borgioli saranno impegnati nel torneo di casa “Memorial Idilio
Cei” e nel “Quadrangolare” di Vinci.
Ovviamente entusiasta il Presidente Luca Maccioni e tutto
lo staff societario che invitano tutti gli appassionati e sportivi a sostenere i propri beniamini nei tornei organizzati sul
campo societario “Idilio Cei” e
nelle varie trasferte.
Forza ragazzi diamoci dentro, portiamo in alto i colori della società
e nel puro divertimento lottiamo
per aggiungere altri prestigiosi
trofei nella bacheca dell’Unione
Montalbano Calcio!!!
Foto Alex - Larciano
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 45
SPORT
CALCIO: COPPA ITALIA DI PROMOZIONE
IL TRIONFO DELLA LARCIANESE
di Massimo Mancini
TABELLINO E CRONACA DELLA PARTITA
Larcianese 2 - A.P.D. Fonte Bel Verde 1
Larcianese: Lorenzetti, Coduti, Aliberto (46’ Ciampi), Cellai, Pinto, Boldrini, Ndoca (46’ Biserni),
Campigli, Zaccanti (76’ Bicci), Landolina, Citera. All. Paolo Tognarelli
A disposizione: Bini, Vezzosi, Giampieri, Romani.
Fonte Bel Verde: Rosignoli, Giglioni, Gori, Socciarello, Rossetti, Viviani, Fanone, Di Giovanni,
Greco, Ruffini, Fanelli. All. Fortuni
Arbitro: Burini della sezione Valdarno
Marcatori: al 40’ Ruffini, 66’ Boldrini, 85’ Biserni
All’andata la partita si era conclusa sull’uno a uno.
Questo tabellino rimarrà nella storia calcistica della Larcianese. Grazie ad un secondo tempo straordinario, la squadra di mister Tognarelli è riuscita a capovolgere una situazione molto delicata e
difficile. Alla fine del primo tempo è sotto di una rete e con un uomo in meno, a causa dell’espulsione
di capitan Pinto. La formazione viola è stata capace prima di pareggiare con Boldrini e poi, a quattro
minuti dal termine, a segnare la rete dell’apoteosi con il giovane Biserni.
Una gara che ancora una volta ha mostrato il grande carattere di questa squadra che in Coppa Italia è
stata capace di raddrizzare positivamente altre situazioni. Basta ricordare la semifinale, vinta all’ultimo secondo di recupero con il Querceta, grazie ad una rete di Canay.
La Coppa Italia Toscana è un trofeo prestigioso che arricchisce la bacheca della Larcianese. Un successo che le permette anche di fare un decisivo e importante passo in avanti verso la promozione in
Eccellenza. Infatti la vincente della coppa Italia passa direttamente alla fase finale dei play-off.
1
2
COPPA ITALIA
2011-12
IL CAMMINO DELLA
LARCIANESE VERSO
IL TRIONFO
Larcianese - Cerretese
2-0
Montelupo Fiorentino
- Larcianese 2 - 3
OTTAVI DI FINALE
Larcianese - Bientina
1-1
Bientina - Larcianese
1-2
Quarti di finale
Montecatini Larcianese 1 - 0
Larcianese Montecatini 1 - 0
*Qualificazione
superata dopo
i calci di rigore
Risultato finale 6 - 5*
Semifinale
Larcianese - Querceta
0-1
Querceta - Larcianese
1-2
3
4
Finale
Fonte Bel Verde
Larcianese
Larcianese - Fonte
Bel Verde 2-1
LARCIANESE
Foto 1: Al 94’ Citera e Landolina aspettano il triplice fischio ** Foto 2: Una gioia incontenibile!!!**
Foto 3: Capitan Pinto alza la Coppa Italia, con accanto il presidente del comitato regionale toscano
Giovanni Giandonati ** Foto 4: La coppa è al sicuro...... adesso si può festeggiare!!!!
46 - Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012 LA COPPA ITALIA
SPORT
Ciclismo: torna un
appuntamento imperdibile per gli sportivi
di Stefano Ferrali
Sabato 28 aprile 2012: 36 Gran Premio Industria & Artigianato
25° Trofeo Nello Bonfanti
B
asta leggere l’albo d’oro del Gran Premio Industria
e Artigianato di Larciano per capire come questa
corsa rappresenti un punto di partenza fondamentale
per poi far bene al Giro d’Italia che si correrà soltanto una
settimana dopo la corsa larcianese. Una corsa che, nonostante
una crisi economica devastante che sta colpendo tutta Europa
e l’Italia in particolare, anche quest’anno ha ricevuto una
risposta più che positiva dagli sponsor locali e addirittura
dall’amministrazione comunale larcianese. La cerimonia
di presentazione della corsa è avvenuta lo scorso 13 aprile
alla Villa Rospigliosi di Lamporecchio con la presenza del
Presidente F.C.I. Renato di Rocco, l’immancabile ex C.T.
della nazionale e “neo cittadino onorario larcianese” Alfredo
Martini, Stefano Benvenuti consigliere nazionale F.C.I.,
del presidente dell’Unione Ciclistica Larcianese Urbano
Borgioli, di Bruno Ferrali per l’organizzazione tecnica, di
Marco Meucci in rappresentanza del Credito Cooperativo
della Valdievole (che anche quest’anno non ha fatto mancare
il suo importante contributo economico), del sindaco di
Lamporecchio Giuseppe Chiaramonte e del sindaco di
Larciano Antonio Pappalardo. Proprio il sindaco larcianese
ha sottolineato come sia importante il legame di questa corsa
con il suo territorio e la sua gente: «Il ciclismo per Larciano
rappresenta una tradizione e soprattutto un valore. Questa
corsa va salvaguardata perché da lustro a Larciano e a tutto
il territorio della Valdinievole. L’amministrazione comunale
di Larciano sta a fianco a questa manifestazione non solo
per passione, ma soprattutto per dovere, perché, nonostante
i problemi economici generali che colpiscono tutti noi,
vedendo quanto impegno viene messo dagli organizzatori
nel portare avanti il loro lavoro nell’interesse del paese, noi
riteniamo doveroso fare tutto quanto è nelle nostre possibilità
per dargli una mano». Pappalardo ha voluto sottolineare la
presenza di Alfredo Martini, per la sua “signorilità” e perché
“nessuno rappresenta il ciclismo come lui”. Nonostanze la
concorrenza di corse internazionali inserite nel circuito ProTour come il giro di Romandia in Svizzera (dal 24 al 29
Aprile) o come l’importante Giro delle Asturie in Spagna (dal
27 al 30 Aprile), i partecipanti di prestigio non mancheranno.
L’incognita principale è la partecipazione del neo vincitore
della Tirreno/Adriatico e idolo locale Vincenzo Nibali, che
deciderà solo dopo la Liègi- Bastogne-Liègi (N.d.R. 22/04/12
data successiva alla stampa di questa rivista), sarà comunque
presente in ogni caso la sua squadra Liquigas-Cannondale,
oltre ai team CSF-Colnago, Androni Giocattoli-Venezuela,
Acqua e Sapone, Colombia Coldeportes, Rusvelo, Team
Idea Conad, Meridiana Kamen, Utensilnord Named,
Miche Guerciotti, le nazionali olandese e ungherese
giovanili, e l’immancabile squadra di casa: la Farnese ViniSelle Italia. Un saluto particolare è stato inviato ad un grande
amico e sponsor del ciclismo, Giuliano Baronti patron della
Neri Sottoli, in convalescenza dopo un intervento chirurgico.
Ci associamo anche noi facendogli i nostri migliori auguri
per una pronta guarigione e lo aspettiamo presto sulle
strade al seguito dei corridori! Perché anche quest’anno gli
organizzatori hanno vinto la loro scommessa, e siamo sicuri
che sabato 28 aprile, sulle nostre strade, ancora una volta ci
sarà un grande spettacolo!
PARTENZA UFFICIALE - Piazza Vittorio Veneto - ore 10.30
i sottoli prodotti con l’energia solare
energia prodotta:
340.000 Kw/anno
NERI SRL - Via Cerbaia, 327
Lamporecchio (PT)
Tel. 0573 82918
Fax 0573 82879
e.mail: [email protected]
Aprile 2012 - n. 39 - Orizzonti - 47
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Orizzonti - n. 39 - Aprile 2012