Lettera bimbi scuola elementare

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Lettera bimbi scuola elementare
Città di Vittoria > Assessorato all’Istruzione
Cara bambina, caro bambino,
con questa lettera, desidero porgere a te, ai tuoi genitori, ai tuoi insegnanti, i più
affettuosi auguri per l’anno scolastico che è appena iniziato. Prima, però, vorrei
raccontarti tre storie.
La prima storia è accaduta quest’estate, ed è stata raccontata su Facebook da un
giovane maestro. Una bambina, che chiamiamo, con un nome di fantasia, Chiara,
stava costruendo, in spiaggia, un bel castello di sabbia mentre il papà, seduto
sotto l’ombrellone, era impegnato a leggere un giornale. Man mano che costruiva la sua opera, Chiara cercava
di richiamare l’attenzione del suo papà che, concentrato nella lettura, si limitava a qualche rapido sguardo.
Giunta alla fine della sua costruzione, Chiara lo chiamò: “Papà, vieni qui. Guarda che bel castello ! “. Il papà si
alzò dalla sedia e si avvicinò alla bambina, che gli descrisse con gioia tutti i particolari del castello: le torri,
il ponte, la bandiera.
La seconda storia, alla quale ho personalmente assistito, è dello scorso mese di luglio ed è quanto accaduto
a conclusione di una bellissima festa di fine anno scolastico tra i bambini di una classe quinta elementare e la
loro maestra, dalla quale stavano per congedarsi. Quando la festa stava per finire, la maestra, che chiamiamo,
con un nome di fantasia, Giovanna, commossa, disse qualcosa ai “suoi” bambini e, poi, regalò a ciascuno di loro
un braccialetto, che allacciò ai loro polsi, identico a quello che allacciò al proprio polso. Sono trascorsi alcuni
mesi, quei braccialetti non sono mai stati sciolti da nessuno di quei polsi e penso non lo saranno mai.
La terza storia è un’antico racconto arabo. Narra che ogni parola, prima di essere pronunciata, dovrebbe
passare da tre porte. Sulla prima porta è scolpita la domanda: “Questa parola è vera ?” Sulla seconda porta,
la domanda: “Questa parola è necessaria ?” Sull’ultima porta, la domanda: “Questa parola è gentile?”.
La prima storia la dedico al mondo degli adulti, in particolare ai papà, alle mamme, alle maestre e ai maestri, agli educatori. Ormai da qualche anno, siamo diventati più efficienti e iper tecnologici ma il rischio che
corriamo è di essere meno concentrati sulle relazioni. L’augurio, a me per primo, è quello di essere sempre più
attenti e un po’ meno distratti. Il castello, per Chiara, ha cominciato ad esistere nel momento in cui è stato
al centro dell’attenzione del padre.
La seconda storia la dedico ai bambini e alle bambine e agli insegnanti. Quel braccialetto è il simbolo di una
relazione importante costruita nel tempo, destinata a rimanere intatta per tutta la vita. L’augurio ai piccoli
è quello di affidarsi, oltre che ai propri cari, anche alla maestra o al maestro, di fidarsi di loro, di riporre
in essi la fiducia. L’augurio agli insegnanti è di guardare soprattutto al cuore e allo sguardo di ogni bambina
e bambino sia loro affidato e non solo alle prestazioni scolastiche. Di stabilire una empatia che li porti a
diventare non solo maestri di scuola ma anche maestri di vita.
La terza storia la dedico sia ai bambini che agli adulti. L’augurio che dobbiamo farci insieme è che le nostre
parole, pronunciate a casa, a scuola, per strada, nei luoghi di lavoro, nei luoghi della politica, possano sempre
passare da quelle tre porte, superando quelle domande. Se riusciremo a far questo, potremo abbattere ogni
barriera, stabilire un incontro più profondo con le persone con cui siamo in contatto e migliorare anche la
nostra città dandole una reale speranza di futuro.
Questo è il mio triplice augurio, che, come direbbe il professor John Keating, interpretato nel film L’attimo Fuggente da Robin Williams, ha a che fare con il rispetto che dobbiamo a noi stessi e con l’amore che
dobbiamo al mondo.
“Chiamami ancora amore. Un altro mondo è possibile” è quindi il tema che ho scelto per i Percorsi di
Legalità 2015. “Chiamami ancora amore” è il titolo di una melodia di Roberto Vecchioni. “Un altro mondo è
possibile”, la nostra speranza.
Come è impossibile per i temporali spegnere le stelle, è impossibile cancellare la memoria delle ragazze e
dei ragazzi che si sono impegnati per la libertà e la giustizia. Saranno i testimonials che ci accompagneranno
durante quest’anno: 20 bambini e ragazzi di tutti i continenti del mondo.
Dedicheremo la prossima edizione dei Percorsi di Legalità a tutte le vittime di una violenza rimasta senza
un nome o un perché, tra le quali il nostro Ivano Inglese, i cui familiari ed amici attendono dal 20 settembre
2012 giustizia. Le ricorderemo in occasione della prima seduta del nuovo Consiglio Comunale dei Ragazzi, la
cui elezione è fissata per l’11 novembre, e il 12 dicembre, in occasione della premiazione, al Teatro “Vittoria
Colonna”, delle migliori opere dei Percorsi del 2014, che seguirà quella del 10 dicembre, durante la quale
consegneremo gli attestati di merito alle studentesse e agli studenti che si siano particolarmente distinti.
In attesa di incontrarci personalmente anche su Zainetto Comune, un abbraccio affettuoso!
L’assessore all’Istruzione
troviamoci su
Zainetto Comune
Piero Gurrieri
PERCORSI DI LEGALITÀ 2015
23 maggio > 2 giugno
A tutte le vittime di violenza
rimaste senza giustizia, a Ivano
I TESTIMONIALS
(I.C. “San Biagio”)
Annelies Marie Frank (Francoforte, 12 giugno 1929 - BergenBelsen, marzo 1945) è stata una ragazza ebrea divenuta simbolo
della Shoah per il suo diario e per la sua tragica morte nel campo
di concentramento di Bergen-Belsen. Visse parte della sua vita ad
Amsterdam, nella quale si era rifugiata dopo l’ascesa al potere
dei nazisti.
ANNA FRANK
(S.M.S. “Vittoria Colonna”)
Hector Pieterson (Sudafrica, 1963 – 16 giugno 1976) è stato
un ragazzo vittima degli scontri di Soweto del 1976, divenuto
un’icona della lotta anti-apartheid. In suo onore è stato istituito nel
2002 lo H.P. Musem and Memorial, situato a Soweto. La giornata
nazionale della gioventù in Sudafrica è fissata ogni 16 giugno.
HECTOR PIETERSON
(II C.D. “Giuseppe Caruano”)
Ilaria Alpi (Roma, 24 maggio 1961 – Mogadiscio, 20 marzo
1994) è stata una giornalista del TG3, uccisa in Somalia assieme
all’operatore Miran Hrovatin. I due avevano scoperto un traffico
internazionale di veleni e rifiuti tossici e radioattivi prodotti nei
paesi industrializzati e destinati ai paesi dell’Africa, in cambio di
tangenti e armi scambiate coi gruppi politici locali.
ILARIA ALPI
(I. C. “Filippo Traina”)
Iqbal Masih (Muridke, 1983 - Lahore, 16 aprile 1995), è stato un
bambino operaio del Pakistan, diventato simbolo della lotta contro
il lavoro infantile. Il 16 aprile 1995 fu assassinato, mentre si stava
recando in bicicletta in chiesa. “Un complotto della mafia dei
tappeti”, si disse subito dopo.
IQBAL MASIH
(I C.D. “Giovanni XXIII”)
Kesz Valdes (Cavite City, Filippine, 26 dicembre 1998) è un ragazzo che, fin dall’età di 7 anni si è impegnato per aiutare i bambini
di strada. Pur adottato da un assistente sociale, ha proseguito il
suo impegno rinunciando ai regali e condividendo anche le scarpe
con i compagni.
KESZ VALDES
(I.C. “Leonardo Sciascia”)
Nkosi Johnson (Sudafrica, 4 febbraio 1989 - 1 giugno 2001) è
stato un ragazzo nato sieropositivo, simbolo della lotta all’Aids.
Nel 2000, durante la conferenza mondiale sull’Aids, salì sul palco
e disse: “L’Aids non si prende toccando, baciando, abbracciando o
tenendo per mano chi è ammalato. Prendetevi cura di noi: siamo
esseri umani”.
NKOSI JOHNSON
OM PRAKASH GURJAR (I. C. “Francesco Pappalardo”)
Om Prakash Gurjar (India, 3 luglio 1992) è un ragazzo indiano che
fin da piccolo ha combattuto il lavoro minorile e si è impegnato per
far liberare gli schiavi bambini nel suo paese. Ha inoltre lottato per
i diritti dei bambini all’istruzione.
PEPPINO IMPASTATO (I. C. “Portella della Ginestra”)
Giuseppe “Peppino” Impastato (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9
maggio 1978), è stato un giornalista, attivista e poeta noto per le
sue denunce contro la mafia dalla quale fu assassinato il 9 maggio
1978, lo stesso giorno in cui le B.R. “restituivano” il corpo senza
vita del presidente della DC Aldo Moro in via M. Caetani a Roma.
(Ist. “Sacro Cuore”)
Rosario Angelo Livatino (Canicattì, 3 ottobre 1952 - Agrigento, 21
settembre 1990) è stato un magistrato assassinato dalla Stidda.
Giovanni Paolo II lo definì “martire della giustizia e indirettamente
della fede”. La sua figura è ricordata nel film “Il giudice ragazzino”
(1994). È in corso la causa di beatificazione.
ROSARIO LIVATINO
(IV C.D. “Gianni Rodari”)
Thandiwe Chama (Zambia, 1991) è una ragazza che ha difeso
il diritto dei bambini del suo paese all’istruzione e per questo,
a 16 anni, ha ricevuto il premio internazionale bambini per
la pace.
THANDIWE CHAMA
CHIAMAMI ANCORA AMORE
...Per il poeta che non può cantare
per l’operaio che non ha più il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserto come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendo il pensiero…
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo…
Perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso
e sono come il sorriso di Dio
in questo sputo di universo…
Roberto Vecchioni
LE VITTIME INNOCENTI
(II C.D. “Giuseppe Caruano”)
Uccisa a 14 anni (2004) a Forcella, uno dei quartieri più malfamati di Napoli, durante
uno scontro a fuoco tra fazioni della camorra.
ANNALISA DURANTE
ANNALISA ISAIA
(I.C. “Leonardo Sciascia”)
Uccisa a 20 anni (1998) a Catania dallo zio con due colpi di pistola alla nuca, in
quanto “colpevole” di andare in discoteca con ragazzi, figli di mafiosi della cosca
avversaria.
(IV C.D. “Gianni Rodari”)
Uccisa dalla mafia a 17 anni (1896) a Palermo. I suoi assassini sospettavano che la
madre li avesse denunciati per fabbricazione di banconote false.
EMANUELA SANSONE
(I.C. “San Biagio”)
Uccisa a 22 anni dalla camorra (2004), nel pieno della cosiddetta faida di Scampia. Il
corpo venne poi dato alle fiamme all’interno della sua auto.
GELSOMINA VERDE
(I C.D. “Giovanni XXIII”)
Uccisa a 17 anni (1985) dalla mafia a Villafranca Tirrena. La sua storia è stata fonte
d’ispirazione anche per il film TV La vita rubata.
GRAZIELLA CAMPAGNA
(S.M.S. “Vittoria Colonna”)
Uccisa a 35 anni (2009) dal compagno, facente parte della ‘Ndrangheta, a Milano. Il
corpo venne portato in un terreno nella frazione di San Fruttuoso (Monza) dove venne
bruciato in un barile d’acciaio. La figlia Denise vive tuttora in regime di protezione.
LEA GAROFALO
(I. C. “Filippo Traina”)
Indotta al suicidio a 31 anni (2011) dalla ‘Ndrangheta, a Genova. Figlia del cognato
del boss Bellocco, capo dell’omonima cosca di Rosarno, si era presentata spontaneamente ai magistrati per fare alcune dichiarazioni.
MARIA CONCETTA CACCIOLA
(I. C. “Francesco Pappalardo”)
Indotta al suicidio a 18 anni (1992) dalla mafia. Testimone di giustizia, si legò al
giudice Paolo Borsellino. Una settimana dopo la strage di via d’Amelio, Rita Atria si
uccise a Roma, dove viveva in segreto, lanciandosi dal settimo piano di un palazzo.
RITA ATRIA
(I. C. “Portella della Ginestra”)
Uccisa a 39 anni (1997) dalla camorra a Napoli, mentre tornava nella sua casa nel
quartiere Arenella, dopo essere andata a prendere a scuola il figlio Francesco, di 5
anni. A guardarla dal balcone c’era Alessandra, la figlia di 10 anni.
SILVIA RUOTOLO
(Ist. “Sacro Cuore”)
Indotta al suicidio a 38 anni (2011) dalla ‘Ndrangheta, a Polistena. Moglie di boss,
aveva deciso di collaborare con la giustizia.
TITA BOCCAFUSCA
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