approfondimento - Parrocchia San Pietro Apostolo
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approfondimento - Parrocchia San Pietro Apostolo
...... IL CAPITELLO DEL BAMBINO GESU Cap ite llo ded icato al Bambino Gesù in via Saccon ad Azzano Decimo. Fu vo luto dal missionario sa les iano, padre Giovan ni Battista Del Rizzo, nei pressi della sua casa natale. Padre Giovanni Battista diffuse la devozione del Bambino Gesù tra i poveri di Bogotà. '- E dedicato al Bambino Gesù il capitello di via Saccon ad Azzano Decimo, lungo la strada che porta a Chions. Il piccolo edificio, semplice nella sua struttura, accoglie infatti una statua di modeste dimensioni del piccolo Gesù, il cui aspetto si richiama in tanta parte al Bambino di Praga (del cui originale è esposta una foto nel capitello stesso). l'edicola è stata edificata nella zona un tempo densamente abitata dalle famiglie Del Rizzo. La scelta della loca lità ci riporta al suo ideatore, appartenente a una di queste famiglie, un missionario che nel secolo scorso fece onore alla sua Azzano spendendosi totalm ente per i più poveri di Bogotà, in Colombia. Nel 1925 rientrava nella sua terra natale, in località Saccon dove era nato, per il suo unico rientro in patria, il salesiano padre Giovanni Battista Del Rizzo (Tita per gli azzanesi, padre Juan per i colombiani), che aveva lasciato il paese d'origin e agli ini zi del Novecento per seguire, quasi ventenne, una chiamata che era maturata impercettibilmente negli anni giovanili, ca richi della fati cosa esperienza del lavoro dei campi, caratterizzati da una ce rta chiusura un po' scontrosa e da atteggiamenti allora incomprensibili (" ho paura di andare all ' Inferno, voglio salvare la mia anima" - ripeteva, tra nascoste o palesi mortificazioni e penitenze, agli stupiti familiari e amici). Quella vita semplice e rude aveva forgi ato una tempra che si sarebbe rivelata nel tempo ca pace di una dedizione senza confini agli ultimi di un sobborgo della capitale colombiana, parti co larmente dal 1933 fino all'anno della morte, avvenuta nel 1957. Qui padre Juan fu l'apostolo che trasformò materialmente e spiritualmente una delle periferie più abbandonata della città, Il Bambino Gesù, su modello del Bambino di Praga, dalla lunga storia, la cu i statua ritenuta taumaturgica è venerata in Praga dal diciassettesimo secolo. Dell'originale è esposta una foto nel capite llo. affollata da una indescrivibile moltitudine di bambini pressochè di nessuno, dando vita a opere sociali e assistenziali di tale vastità che sarebbe difficile tracciarne il quadro multiforme e co mplesso. Tra le varie opere, egli dedicò energie e passione alla costruzione di un grande tempio dedicato al Bambino Gesù (oggi meta di continui pellegrinaggi e luogo di preghiera per innumerevoli folle di devoti, ricostruito molto più grande dopo la morte di don Tita, come lui stesso aveva previsto: capace di contenere dodicimila fedeli e affollato ogni domenica durante le Messe che si celebrano ad ogni ora). " II piccolo Gesù - padre juan lo ripeteva continuamente - come tutti i bambini innocenti non conosce i miei peccati e sta pertanto volentieri tra le mie braccia. Così sarà Lui un giorno ad accogliermi tra le sue quando mi farà entrare nell 'eternità del Paradiso". Così il Padre, come lo chiamava semplicemente la sua gente, diffondeva la devozione al Bambino tra i suoi poveri, ma anche tra le persone che avevano peso nella società, e invitava tutti, compreso il Vescovo locale, sulle prime restio e diffidente, a diventare cavalieri di Gesù Bambino. Di quell'amore appassionato parlò alla gente azzanese in occasione del rientro nel paese natale. Data la brevità della permanenza, non ebbe tempo di erigere qui grandi opere in onore del piccolo Gesù, ma desiderava tuttavia lasciare un richiamo che diffondesse la grande devozione che riscaldava e sosteneva la sua vita. Così trovò velocemente aiuti per la costruzione di un capitello, nei pressi della sua casa natale. Proprio in quei giorni una giovane mamma angosciata, Elisa Mascarin, si era rivolta a Tita per chiedergli preghiere per la figlioletta Veronica, in fin di vita in seguito a una meningite fulminante."Prega il Bambino Gesù e prometti di fare un 'offerta per la costruzione del capitello che accoglierà la sua statua. Non aver paura: Lui certamente penserà alla tua bambina". Nel giro di poche ore Veronica si riprese dallo stato pressochè di coma e qual che giorno dopo era perfettamente guarita. Un fatto "prodigioso" che Veronica, scomparsa qualche anno fa, ha continuato a raccontare sempre con la stessa emozione e gratitudine. La nonna della piccola, Rosa Del Rizzo (b isnonna di chi ha curato queste note), proveniva dallo stesso ceppo familiare di padre Tita. Veronica si sentiva fiera di quel legame che le dava la certezza di essere parente di un santo. Si tratta di una santità non " ufficiale", ma ancora oggi molto venerata in Bogotà, costruita sui pilastri di una carità sconfinata, di un amore co ncreto, attento a tutti i bisogni e a tutte le sofferenze. Padre juan era per i suoi poveri " il fazzoletto di tutte le lacrime". E come tale è ancora oggi invocato dalla gente della sua terra di adozione. Tanto che una signora colombiana, trasferitasi per motivi di lavoro a Roma e poi sposata nella stessa città, è venuta qualche anno fa in "pellegrinaggio" ad Azzano Decimo per ringraziare padre juan che le avrebbe ottenuto da Dio la guarigione da un grave tumore. La donna era convinta di trovare qui un tempio eretto dai concittadini in onore del grande missionario salesiano. A ricordarlo c'era soltanto i I capitello che lui stesso aveva fatto costruire. Ma alcuni parenti hanno potuto accoglierla e parlarle di lui , di quanto si era conservato delle memorie orali legate alla giovinezza di padre Tita .