Progetto Educativo - Comune di Trieste

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Progetto Educativo - Comune di Trieste
Laluna
il nido in Corte
Via Giotto, 11
cell.3299784879
[email protected]
Progetto Educativo
“abitare è sentirsi a casa, ospitati da uno spazio che non ci ignora, tra cose che dicono il nostro
vissuto”(cit. Galimberti)
La progettazione educativa garantisce la qualità del nido. Deve essere costruita intorno al bambino,
inteso come individuo sociale, protagonista della propria esperienza.
La programmazione consiste nell'elaborazione degli interventi in funzione delle esigenze di ciascun
bambino e nella predisposizione delle condizioni più idonee ad uno sviluppo armonico di tutte le
dimensioni delle personalità, dall'intelligenza, all'affettività, dalla socializzazione alla motricità.
Nel nido la progettazione non può essere assolutamente rigida né procedere per schemi, ma deve
essere improntata ad una notevole elasticità, sia perché ogni bambino presenta un ritmo diverso
da quello di altri, sia perché in ogni bambino possono insorgere bisogni imprevisti per cui è
necessario, di volta in volta adattare il programma al bambino e non viceversa.
La progettazione didattica si articola in una prima fase di osservazione del bambino, che permette
di raccogliere informazioni utili ai suoi bisogni, segue poi la definizione degli obiettivi specifici.
L'elaborazione delle attività e dei progetti aiuta il bambino a vivere la routine e gli offre quindi un
senso di sicurezza e di fiducia in sé stesso, fondamentale per il suo sviluppo armonico.
1Obiettivi:

1.A. Il benessere del bambino: perché possa sentirsi accolto e possa sentirsi come a casa, al
sicuro, tra persone capaci di prendersi cura di lui e capaci di seguirlo in quello che sarà il
suo personalissimo viaggio verso la scoperta della propria autonomia. Rendere i nostri
bambini (e i loro genitori) più sicuri.

1.B. Il benessere della sua famiglia: il nido vuole essere spazio per accogliere i bisogni di
tutta la famiglia, andando incontro alle esigenze dei singoli nuclei. Il nostro intervento
educativo vuole essere sostegno alla genitorialità, per facilitare la funzione di accudimento e
di cura nella primissima infanzia contribuendo a implementare la rete sociale all'interno
della comunità umana.

1.C. Fare e stare in Rete: il nido vuole essere una realtà vicina a tutte le famiglie.
Si intende costruire un sistema familiare allargato fatto di condivisioni, di supporti
spontanei, luogo privilegiato della cultura educativa, del suo trasformarsi e di un lento
processo di socializzazione, senza separazioni improvvise e occasione di contatto con il
mondo naturale;
a questo sistema integrato si affianca un approccio educativo che possiede una valenza
fondamentale: la professionalità delle figure di riferimento, pronte a dare un senso alle
relazioni che nasceranno in questa nuova casa.
Lo“stare insieme” valido per tutti i bimbi:
il nido in famiglia è una casa. I bimbi sono accolti e vivono in una casa normale, scandita dal ritmo
di vita normale: ci sono le routine e i momenti di cura quotidiani, gli amici che ci vengono a
trovare a pranzo, la nonna che passa per raccontarci una storia, se è una bella giornata si va a fare
una passeggiata in giardino pubblico o in zona pedonale. Ci sono tanti momenti in cui si sta
semplicemente insieme a giocare sul tappetone, liberi.
2 Attività educative:
2.A Attività per il bambino
La crescita e lo sviluppo del bambino dipendono e sono fortemente influenzati da ciò che il bebè
esperimenta giorno per giorno, momento dopo momento, nel suo contesto personale, sociale ed
educativo, a casa e fuori casa.
L'esperienza di essere coccolato, contenuto, le risposte ricevute insieme alle percezioni legate
all'olfatto, al gusto, ai suoni e alle sensazioni tattili, formano una rete di vissuti che diventano
memoria capace di organizzare emozioni e comportamenti.
La prevedibilità, la coerenza e la stabilità di esperienze di accudimento rappresentano l'impalcatura
per la costruzione dell'idea di sè.
2.A.1 Le routine
Poiché assumono un ruolo e un valore fondamentale in un'ottica di formazione della personalità
dei piccoli, la giornata tipo viene strutturata secondo lo schema seguente:
Accoglienza: é il momento in cui l'educatore ha il compito di mediare il distacco dal genitore.
Durante l'inserimento educatore e genitore si accorderanno sulle strategie possibili da attuare per
favorire una buona separazione; per esempio, lo coinvolgeranno in attività a lui gradite(un gioco,
un'attività da tappeto...).
Igiene personale: è un momento di intimità e cura che l'educatore rivolge a ciascun bimbo e allo
stesso tempo è un'esperienza sensoriale e corporea che accompagna il bimbo verso l'autonomia.
Durante i passaggi il volto dell'adulto deve essere sorridente, la manipolazione calma e contingente
alle richieste del bimbo, la verbalizzazione affettuosa per trasmettere il valore di questo gesto
quotidiano.
L'approccio sarà diversificato a seconda del bambino e delle caratteristiche specifiche legate all’età
evolutiva. Per i bambini fino ai 2 anni il cambio ha una valenza affettiva e sensoriale: l'educatrice
cambiando il bambino interagisce con lui, gli dedica tempo rafforzando così il rapporto con la
figura di riferimento..
Per i divezzi (2-3 anni) si tende a stimolare e ad incoraggiare il bimbo a fare da sé, così che lodato
e aiutato arrivi al pieno controllo delle proprie funzioni fisiologiche.
Pasti: Il momento della pappa al nido ha una valenza molto forte: sia dal punto di vista di una
corretta alimentazione sia perché rappresenta un'occasione per creare una buona relazione
affettiva. Per i bimbi più piccoli questo momento necessita di una tranquilla relazione uno a uno,
per questo nel nido sarà presente una figura operativa che aiuterà con la preparazione e la
somministrazione dei pasti. Tutto ciò deve essere svolto in un ambiente tranquillo, sereno, non
troppo rumoroso e soprattutto rispettando i ritmi e le esigenze di ogni singolo bambino. Il menu
seguito dal servizio segue le linee guida adottate dall'azienda sanitaria ed è passibile di modifiche in
base alle esigenze dei bimbi.
Sonno: come ogni routine anche il momento del sonno è importantissimo e deve avvenire
secondo rituali (piccoli gesti che si ripetono sempre uguali) in modo da dare sicurezza al bimbo. I
piccoli devono addormentarsi in un ambiente tranquillo, devono essere rassicurati in modo da
distaccarsi (addormentandosi) dalla realtà senza ansie o paure. L'angolo del sonno è caratterizzato
da un cuscino personale fornito dal nido e da un oggetto significativo portato da casa.
Uscita: si tratta di un momento importante per l'instaurarsi di una buona relazione di fiducia con
la famiglia. I genitori verranno informati sulla giornata appena trascorsa e il racconto di questa
aiuterà i bambini a passare dall'ambiente nido a quello familiare in maniera graduale.
Se la scansione della giornata è valida per tutti i bambini, indipendentemente dall'età, le attività
ludiche ed esperienziali sono tarate sulle specifiche caratteristiche di ogni accolto.
2.A.2 Attività ludiche ed esperieziali
Il gioco per il bambino è il modo per avvicinarsi al mondo degli adulti, da cui trae gli spunti per le
sue attività, per organizzare le proprie strategie, a scopo sia conoscitivo che affettivo. Il gioco è
l'energia per conoscere il mondo.
Le abilità e i bisogni del bambino variano con il passare del tempo. L'educatore deve sapere
rendersi conto di quando i piccoli sono pronti per qualcosa di nuovo, preparando nuove
opportunità. Per questo le proposte educative e gli spazi a disposizione del bambino saranno
diversi a seconda dell'età di ciascun bambino.
Di seguito vengono descritte tutte le possibilità di giochi e materiali, possibilità che saranno
effettivamente realizzate a secondo del numero e dell'età dei bambini e, nel tempo, della presenza
effettiva di due operatori.
Sezione dei piccoli 3-12 mesi
Nel primo anno di vita le attività previste sono tutte volte all'autonomia: imparare a muoversi in
modo sempre più autonomo, comprendere le caratteristiche del proprio ambiente fisico e umano
e comunicare in modo sempre più efficace, costituiscono le basi per la costruzione del sé e del
proprio ruolo rispetto agli altri (Ongari, 2010)
Pertanto, il gioco si configura come un insieme di:
- contatti: in questa primissima fase il primo spazio del bambino che approda al nido è ancora il
corpo dell'adulto. Lo scambio avverrà tramite dondolii, cullamenti, sobbalzi ritmici, sbilanciamenti
calibrati, giochi faccia a faccia.
- spazio e oggetti: dal contatto prossimale il gioco si apre allo spazio guardato, abitato e
trasformato. Si sottolinea che l'ambiente che accoglie i bambini è una casa, le stanze destinate
all'attività dei bambini sono allestite con materiali utilizzati nei nidi (materassi, moduli in espanso...)
che si mescolano all'arredamento normale di una comune abitazione.
Lo spazio riveste un ruolo fondamentale ed è organizzato prevedendo tappeti ad alta densità e
strutture che favoriscano l'intenzione di portarsi in piedi del bambino.
La sala è organizzata alternando spazi vuoti e luoghi più rassicuranti, all'occorrenza si possono
strutturare variazioni spaziali.
Nel salotto dove si trascorrerà la maggior parte del tempo verrà dato spazio al gioco strutturato:
-il gioco protosimbolico: contenitori con materiali diversi da mettere a disposizione in certi
momenti a seconda dell'andamento della giornata. (scatole con nastri, palle, corde, peluches..). I
bambini possono manipolare liberamente questi oggetti e modificare lo spazio che vivono
seguendo il loro immaginario.
-il gioco sensomotorio: sfruttando il pavimento, dei materassi, un pouf si sollecitano le competenze
all'arrampicata, i tuffi e i momenti di abbandono.
Sezione dei medi (13-23 mesi) e dei grandi (24-36 mesi)
I bambini stanno conquistando il loro corpo, lo spazio, le prime interazioni sociali con le loro
regole. Si stanno sviluppando nuovi codici simbolici di tipo gestuale, mimico, sonoro, verbale o
veicolato dagli oggetti.
La sala che li ospita è organizzata in modo più complesso: un'area meno strutturata per il gioco
sensomotorio, protosimbolico e simbolico ed un'area più strutturata con l'angolo dei giochi da
fermi.
L'angolo per il gioco sensomotorio da la possibilità al bambino di sperimentarsi e accrescere le
proprie capacità giocando con materassi, pouf, piani inclinati, piccoli specchi, scalette. In un clima di
fiducia e con l'attenta osservazione da parte dell'educatrice il bambino può lasciarsi andare in
modo sicuro.
Nell'angolo per il gioco protosimbolico sono collocati oggetti grandi (scatoloni, tessuti di varie
dimensioni, corde, cerchi) e contenitori con oggetti più piccoli (bacchette, palle di spugna,
mattoncini di vario materiale). E' un'area che il bambino può trasformare occupando lo spazio e
trasformandolo con il materiale a disposizione per farne un'estensione della propria soggettività
mentre l'educatrice osserva e contiene il contesto ludico.
Nell'angolo per il gioco simbolico il materiale non cambia, viene modificato il senso e l'uso che se ne
fa. La capacità trasformativa del gioco si fa più ampia e si arricchisce di simboli più evoluti (parole e
copioni narrativi). Il senso del gioco viene stabilito verbalmente in una cornice più definita: con i
cuscini si costruisce un nido, si fa finta di guidare una macchina riproducendo il rumore della
macchina..etc
Nell'angolo del gioco da fermi lo spazio richiama la vita famigliare sfruttando il fatto di essere in una
casa vera: giochi in divano, una credenza a dimensione reale, uno specchio, per dare sicurezza al
bambino, richiamando elementi normali che conosce perché già vissuti nella sua casa. In questo
spazio si può giocare con macchinine, costruire torri, far camminare gli animali, leggere storie,
addestrare la mente con puzzle o altri giochi.
2.A.3 Altre attività
Laboratori: si prevedono anche attività di laboratorio che verranno proposte in tempi e luoghi
regolari, come luoghi speciali in cui sperimentare i linguaggi dell'arte mediante giochi con l'acqua, la
creta, le narrazioni, la musica. In questo spazio la dimensione del gioco è multipla: il materiale
fornisce l'occasione per uno stretto rapporto con l'educatore, per giochi di costruzione, grafismi o
narrazioni. Il nido si avvarrà della collaborazione di personale specializzato in base al tipo di
laboratorio che si proporrà ai bimbi.
Uscite e gite: contestualmente con le necessità di ogni bimbo e i ritmi della casa e sulla base della
disponibilità da parte dei genitori vengono organizzate uscite e gite.
L'uscita è di breve durata e in un luogo prossimo al nido: il giardino pubblico o la zona pedonale. E'
occasione per fare una bella passeggiata e scoprire come cambia il mondo con il passare delle
stagioni.
La gita si svolge nell'arco di una giornata, avviene con l'ausilio di genitori e volontari. Con la gita si
vuole andare a scoprire il verde: la fattoria, il campo, il bosco...con le sue trasformazioni, i suoi
abitanti. La gita stimola l'apprendimento in relazione all'autonomia, ovvero al mettersi alla prova,
promuovendo la possibilità di correre, saltare, spingere, arrampicarsi. La gita è occasione per
stringere i primi rapporti con gli altri esercitando le prime esperienze di cooperazione e di
acquisire i primi comportamenti di rispetto per l'ambiente.
2.B. Attività per la famiglia:
Il nido offre ai genitori la possibilità di modulare l'accoglienza dei bimbi in base alle loro necessità
(sempre tenendo a mente i bisogni dei bambini).
L'educatrice titolare e la coordinatrice pedagogica organizzeranno tre incontri annui mirati alla
condivisione dei percorsi educativi dei bambini accolti in famiglia.
I genitori, durante la pausa pranzo potranno venirci a trovare in sede, condividendo con noi il
momento del pranzo. Sarà, da un lato, l'occasione per rendere quel giorno speciale per il bimbo in
questione e, dall'altro, un modo per educare i bambini all'accoglienza e all'ospitalità.
In salotto, il divano verrà messo a disposizione per le mamme che allattano, in modo da poter
rimanere in un ambiente famigliare e comodo durante il momento dell'allattamento.
Su richiesta si avvieranno percorsi di sostegno alla genitorialità: momenti di incontro con le altre
famiglie per creare spazi di confronto e condivisione, interventi da parte di specialisti (medici
pediatri e psicoterapeuti) per poter rispondere in modo sia umano che professionale a dubbi e
incertezze che caratterizzano l'essere genitore.
La coordinatrice pedagogica da la propria disponibilità per consulenze individuali a quei genitori,
nonni, parenti del bambino che ne facessero richiesta.
Verrà creata una banca del tempo per coinvolgere tutti i genitori che vorranno mettere a
disposizione competenze e risorse: tempo per raccontarci una storia, per accompagnarci al parco,
per aiutarci nei lavori di manutenzione della sede o con gli aspetti più burocratici della gestione del
nido.
Per poter offrire un'altra risposta concreta alle esigenze sempre più diverse e flessibili delle
famiglie, “La Corte” intende formare una nuova rete di sostegno per i genitori: baby sitter e un
gruppo nonne e nonni, in grado di intervenire nelle situazioni di emergenza (l'improvvisa influenza
del bambino) e in quei momenti della giornata in cui è necessario un intervento leggero
(l'accompagnamento del bimbo all'asilo piuttosto che al corso di nuoto etc.)
2.C Attività in rete:
Verranno organizzate gite, momenti di ritrovo, semplici attimi di condivisione di un caffè e di un
pasticcino. Per imparare a godere del tempo insieme.
Rete di nidi in famiglia, collaborazione con altre realtà come la nostra, per condividere risorse e
creare nuove occasioni di confronto e crescita reciproca.
Riferimenti:
-testi:
A piccoli passi (Finzi-Battistin)
Movimento e gioco al nido (Ferruccio Cartacci)
Nido d'infanzia (collana redatta da Battista Quinto Borghi e Paola Molina)
Educare nella prima infanzia (Coordinamento Pedagogico Provinciale di Parma)
-formazione continua: Irsses (istituto regionale per gli studi di servizio sociale); centro studi
Erickson
-la mia esperienza di mamma di Leonardo (4 anni) e Giovanni (10 mesi) e di educatrice
professionale.
Strumenti di verifica:
Due riunioni al mese dell'equipè educativa composta da coordinatore pedagogico, educatore
titolare del servizio ed educatrici di riferimento.
Una volta al mese la riunione viene allargata agli operatori addetti per la somministrazione dei
pasti, atelieristi ed eventuali baby sitter e volontari.
Supervisione psicologica con associazione Jonas, centro di clinica psicoanalitica.
Formazione permanente.
Revisione annuale del progetto, in un'ottica di riformulazione degli obiettivi e delle modalità di
lavoro.
Utilizzo di schede valutative e piani di osservazione per il lavoro degli educatori.
Incontri di verifica programmati ogni tre mesi.
Trieste, settembre 2013
dott.ssa Paola Frasson