Progetto educativo

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Progetto educativo
IL PROGETTO EDUCATIVO
Il Campo Robinson si propone a ragazze e ragazzi dagli 8 ai 16 anni. Al campo sono suddivisi in 3 fasce
distinte: 8-11, 12-14 e 15-16 anni. L’obiettivo pedagogico è comune, diversa la modalità delle attività.
Essi sono i primi protagonisti della propria educazione, secondo l’età e la maturazione psicologica. Vivono il
periodo al campo in un clima sereno di amicizia, gioco e avventura.
IL METODO EDUCATIVO DEL CAMPO ROBINSON:
LO SCOUTISMO
Esso fa parte dei metodi cosiddetti attivi, perché fa in modo che i ragazzi siano i primi protagonisti delle
proprie scelte secondo la loro maturità psicologica. E’ quindi ‘autoeducante’: il ragazzo è protagonista, non
responsabile. Responsabile è l’educatore capo squadra, che fornisce mezzi e occasioni di scelte in un clima
di reciproca fiducia.
Importanti pilastri del metodo applicato sono: la vita all’aria aperta. La natura come occasione privilegiata di
vivere a diretto contatto con il creato, dove scoprire i suoi ritmi, il silenzio, le stelle… Nella natura c’è
l’avventura, l’esplorazione, l’emozione della scoperta, la fatica, la gioia di ciò che si conquista, dell’imparare
facendo ed il gioco. Esso è uno strumento di apprendimento, di gioia comune, di entusiasmo; educa
all’impegno, all’amicizia, aiuta a sviluppare le proprie doti, a conoscere i propri limiti.
LA SQUADRA
I ragazzi sono organizzati in squadre monosessuali in numero di 7-10, ma in un contesto di coeducazione,
che significa imparare ad accettare gli altri così come sono. La squadra rappresenta l’elemento ideale e
indispensabile per le attività che si intendono proporre. Ogni squadra ha un educatore che vive accanto ai
propri ragazzi per tutto il tempo del campo. Gli educatori sono coordinati da un capo campo, con il quale
stendono il programma delle attività e definiscono gli strumenti necessari.
EDUCATORI-ANIMATORI
Sono persone che conoscono lo scoutismo, in quanto hanno prestato o prestano tuttora servizio, durante
l’anno, come volontari educatori in movimenti scout e ulteriormente formati dai responsabili della Viviscout.
Oltre ad avere la conoscenza metodologica di base, essi hanno le qualità tecnico-organizzative necessarie
per lavorare con i ragazzi, con i quali sanno porsi in relazione.
LE RAGAZZE E I RAGAZZI AL CAMPO ROBINSON
Per i ragazzi più piccoli, le attività previste sono simili per finalità a quelle proposte ai ragazzi più grandi, ma
giocate, in un clima di famiglia felice e in un ambiente psicologicamente adatto per loro, che è quello della
fantasia.
L'ambiente fantastico è l’ambiente educativo appropriato, attraverso il quale l'adulto educatore aiuta il
bambino a diventare il vero protagonista delle esperienze che sta vivendo, giocando e simulando assieme a
lui le esperienze fantastiche proposte in un racconto che egli stesso decide di vivere. Accade così che in un
susseguirsi di maghi, fate, folletti, animali, indiani, personaggi vari del mondo delle favole, il bambino
sperimenta la realtà, mediata ma non distorta, perché la fiaba presentata e giocata bene lo entusiasma e lui
stesso ne diviene attore. Nel rivivere la favola, il bambino interiorizza i valori in essa presentati e in un
secondo momento di verifica comunitaria, ne trarrà delle “buone abitudini”, che verrà invitato a fare sue e a
portare con sé anche nella vita di tutti i giorni. Un filo conduttore di fantasia caratterizzerà tutto il periodo del
campo
L’avventura nella natura è l’ingrediente più entusiasmante per i ragazzi più grandi. Ad ognuno verrà
assegnato un incarico utile, da svolgere all'interno della vita di comunità. Esso sarà scelto tenendo conto
delle capacità e dei desideri personali ed è accettato dal ragazzo che diviene protagonista della propria
specialità.
A titolo di esempio, citiamo alcuni degli incarichi previsti: capo squadra, vice capo squadra,
infermiere, animatore, cuciniere, segretario, economo, fotografo, giornalista, disegnatore, cantante,
topografo, segnalatore, maestro dei giochi, musicista, ecc. Il ruolo deve essere riconosciuto e
valorizzato, perché importantissimo in un clima di costante avventura. Parimenti l’adolescente deve
trovare attorno a sé rispetto, perché ognuno con il proprio impegno personale è a servizio sia della
piccola comunità di squadra che dell’intero gruppo.
Gran parte della giornata al campo si svolge all’interno della squadra, dove si vivono i momenti di routine
quotidiana: mangiare, riposare, curare l'igiene personale, discutere sulle scelte o sulla strategia da adottare
nei giochi e nelle attività di gruppo.
Nel gruppo, invece, si svolgono attività tecnico-formative, ludiche, di intrattenimento e di relazione.
AMBITI DI ATTIVITA'
ABILITA' MANUALI:
sviluppano la creatività e la capacità di inventare e costruire oggetti utili alla
vita di campo; si prova il gusto di fare da sé, esercitando la fantasia nella ricerca dei materiali, nelle tecniche
pionieristiche di costruzione, nel valorizzare gli strumenti che la natura offre in qualunque posto ci si trovi.
SALUTE E ATTIVITA' FISICA: per aiutare il ragazzo a sentirsi responsabile della sua salute. Le
attività previste per questo scopo sono giochi, nozioni di igiene personale, di alimentazione, esercizi fisici,
escursioni, attività all’aperto, nuoto, etc.
ESPRESSIONE: è tendere a coinvolgere globalmente il ragazzo, a riscoprire il proprio corpo;
impadronirsi della espressività, affinare la creatività, far esprimere la fantasia, far emergere le emozioni,
abituare all’osservazione, mettere in movimento tecniche di comunicazione diverse da quelle semplicemente
verbali, fare in modo che ognuno stia bene con se stesso e con gli altri. Canto, disegno, teatro, musica,
animazione, sono elementi importanti non solo come doti personali, ma momenti altamente coesivi per
gruppi di ragazzi.
VITA ALL'APERTO E CONOSCENZA DELLA NATURA: nel metodo scout la vita all’aria
aperta è considerata la chiave del successo, sia per la salute del corpo che per quella dell’anima. La vita
all’aperto per un ragazzo è fonte di molte, piacevoli, singolari avventure, di scoperte della realtà. La natura
come aula, teatro, laboratorio dove si svolgono attività naturalistiche teoriche e pratiche: osservazioni,
deduzioni, raccolta campioni e dati. E’ imparare a osservare la natura anche negli aspetti meno evidenti, più
nascosti o a prima vista insignificanti, per meglio amarla, perché è più facile amare ciò che si conosce.
CONOSCENZA E CONDIVISIONE DELLE REGOLE DI VITA SOCIALE:
è
abituarsi a vivere assieme, ad aprirsi agli altri, anche ai diversi, condividendo il tempo, le cose, l’impegno
esercitando la solidarietà reciproca, sviluppando il senso critico, la lealtà, la fiducia in se stesso e negli altri,
la responsabilità; coltivare lo spirito di squadra, le amicizie, sperimentare la gioia della vita comune.
AVVENTURA: intesa come sperimentazione della vita di campo in un ambiente che richiede capacità
di adattamento e di voglia di superare i propri limiti. Sempre guidati dagli educatori e in un clima di gioco, si
passerà dalla semplice gestione delle proprie cose al superare la paura del buio o degli insetti. Ognuno si
troverà ad affrontare i propri sentimenti, a manifestarli senza vergogna e verrà guidato nell’affrontarli e
nell’imparare a gestirli.
LE STRUTTURE: sono un valido strumento educativo. Molto essenziali, si inseriscono in modo
armonioso all’interno dell’ambiente in quanto sono realizzate in legno e corda. I ragazzi vengono così a
trovarsi nella condizione di poter modificare, abbellire il loro angolo di squadra, costruendosi le comodità che
ritengono necessarie al loro soggiorno al campo: questo li costringe a mettere in gioco le loro capacità
manuali, progettuali e organizzative.
C'ERA UNA VOLTA...
L'IDEA
L’idea di un campo-avventura per ragazze e ragazzi non è per noi nuova. L'esperienza maturata come
educatori in una importante associazione scout, ci ha fatto riflettere sull'importanza di proporre questa
esperienza educativa anche a chi non vuole frequentare gli scout abitualmente.
Ma perché in Sardegna e non in un altro luogo, come pensavamo di orientarci in un primo tempo?
Perché in un’ulteriore fase di elaborazione del progetto abbiamo incontrato l'iniziativa della Diocesi di
Iglesias, promotrice di un convegno di studio sulla tematica occupazionale e sulla necessità di creare
impresa sociale per i giovani in questa zona della regione, pesantemente provata da dismissioni e
abbandoni dopo la chiusura delle miniere, divenuta area geografica in forte crisi occupazionale, ma
interessante sotto vari aspetti: storici, turistici, ma soprattutto naturalistici.
Decidiamo dunque di cogliere l'occasione per una sfida di impresa sociale-educativa che vuole essere al
servizio di gruppi e associazioni proponendo dei campo-scuola natura e avventura in un luogo che è un'oasi
naturalistica ideale per una vacanza "alternativa".
IL SULCIS-IGLESIENTE E LE SUE PROBLEMATICHE
Abbiamo detto che il territorio su cui operiamo si trova nella parte sud della Sardegna dove, chiuse le
miniere, non c’è stata più attività estrattiva, non c’è stato più indotto, ed è cresciuta di molto la
disoccupazione.
Ormai anche le testimonianze della florida attività mineraria, delle tecniche di escavazione, delle culture che
qui si intrecciavano e convivevano, assumono dei contorni sempre più sbiaditi, antichi, sebbene le gallerie in
buono stato di conservazione, i manufatti, l’orografia dei luoghi possono ancora raccontare, al pari di una
cronaca, le vicende di questa stupenda, difficile regione.
E la memoria, i ricordi?
Nella nostra impresa sociale molti aspetti difficili di questa realtà vengono recuperati:
valorizzazione della zona mineraria, anche grazie alla collaborazione con il Parco Ambientale
Geominerario, dei boschi, delle pinete, delle spiagge, delle colline, delle attività contadine ed
artigianali. Tutto questo ambiente naturale e' fondamentale per soddisfare il bisogno di avventura dei
ragazzi; lo stesso metodo ricreativo-educativo scout lo richiede, quale strumento metodologico
primario.
... Tutto questo ed altro ancora !
Difficile poter descrivere un esperienza educativa pensata, progettata, programmata, da chi non
pensa ai ragazzi come a degli ospiti, ma a persone ciascuna con le sue caratteristiche da servire ed
aiutare a crescere.