In Trentino arriva la tassa di soggiorno
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In Trentino arriva la tassa di soggiorno
TRENTO l'Adige TURISMO Redazione: 0461 886111 fax 0461 886263 email: [email protected] G martedì 17 giugno 2014 11 Il portale dovrà vendere di più. Oggi convince solo l’1% dei visitatori Per ora il portale visittrentino.it convince solo l’1% dei circa 20.000 visitatori giornalieri medi a prenotare le stanze on line. Ma, spiegano dalla Provincia, si tratta di uno strumento «nato inizialmente con la missione soprattutto di promuovere il turismo trentino» e meno di vendere il prodotto on line. Ma in prospettiva si vuole integrare Pagata dai clienti su ciascuna delle notti passate nelle strutture ricettive la competenza di Trento Rise sul turismo via web con quella di Trentino Marketing. Per arrivare a migliorare la capacità di trovare i clienti, ha spiegato l’assessore Michele Dallapiccola, «il portale dovrà diventare più social» utilizzando cioè i social network per riuscire ad avere un dialogo biunivoco tra portale e turisti. Per questo si utilizzerà quanto sta studiando il consorzio guidato da Engineering spa che ha vinto il bando di Trento Rise. C’è poi la volontà di modificare la strategia del portale anche su un altro aspetto, quello della capacità di includere i portali impegnati nella intermediazione di stanze di albergo come Booking o Trivago. In Trentino arriva la tassa di soggiorno Rossi: operativa dal 2015 Potrebbe valere 30 milioni ANGELO CONTE «Dal 2015 la tassa di soggiorno ci sarà: quanto varrà e come sarà applicata dipenderà dall’esito del confronto con le categorie del settore». Così Ugo Rossi, presidente della Provincia, ha spiegato il senso della decisione presa ieri in giunta. L’esecutivo, infatti, ha approvato un disegno di legge che rivoluziona il comparto del turismo trentino, partendo dal riordino dei rapporti tra Trentino Marketing, operativa da luglio, le Apt e le Pro loco. Le quali saranno incentivate a ridurre il loro numero e, soprattutto, a evitare di spendere le risorse in maniera non coordinata con la spa provinciale. Dalla razionalizzazione (meno costi e più chiarezza nei compiti tra Trentino Marketing, Apt e Pro Loco) la Provincia, ha chiarito ieri l’assessore al turi- L’entità e la modalità di applicazione saranno decise dopo un confronto con le imprese del comparto smo Michele Dallapiccola, si attende una riduzione dei costi. «Anche - ha aggiunto l’assessore - attraverso la realizzazione di centri di servizi comuni, ad esempio sul fronte delle buste paga o dell’amministrazione, si può pensare a raggiungere minori spese». Il disegno di legge che contiene la revisione del sistema di promozione turistica sarà depositato nei prossimi giorni. Accanto alla riorganizzazione, la giunta ha avviato il confronto con albergatori e operatori turistici in genere, per arrivare «a definire con loro - ha spiegato Rossi - l’entità e le modalità di applicazione della tassa di soggiorno, che dal 2015 in ogni caso ci sarà». Finisce sul binario morto la tassa sul turismo, cioè quella che la vecchia giunta voleva far pagare a tutte le imprese che ottengono un beneficio dal turismo. La tassa di soggiorno, invece, ci sarà e verrà applicata imitando quanto accade a Bolzano dove è già stata introdotta e dove si prevede che i turisti paghino da 0,7 euro a 1,7 euro a seconda dello standard degli alberghi. Sulla base delle presenze certificate, 16,5 milioni, gli introiti per il settore turistico trentino si potrebbero aggirare tra gli 11 e i 30 milioni di euro annui. Secondo l’impostazione che la giunta intende dare alla tassazione, «gli introiti rimarrebbero sui territori per finanziare l’infrastrutturazione turistica o la Il settore del turismo vale, complessivamente, qualcosa come il 15% del Pil trentino, ovvero circa 2,5 miliardi di euro sui 16 miliardi di euro di ricchezza che l’economia provinciale produce ogni anno. I finanziamenti, pari a circa 40 milioni di euro pubblici, oltre ai 14 milioni privati, rappresentano per la Provincia uno 0,3% della ricchezza complessiva e meno dell’1% del bilancio pubblico. Anche per questo gli Albergatori chiedono, prima di tagliare il contributo pubblico, «di verificare se ci siano tagli della stessa entità per le altre categorie economiche» come chiarisce Luca Libardi, presidente dell’Asat. La tassa di soggiorno, è il timore degli operatori, potrebbe sostituire parte dei soldi pubblici. GLI OPERATORI Il presidente provinciale Libardi: «Scorciatoia inadeguata» E propone due alternative per evitare di applicare il balzello Gli Albergatori contro l’imposta Prima però partirà la riforma della promozione: meno costi per Apt e Pro Loco e più coordinamento degli investimenti co. Che Trentino Marketing dovrà coinvolgere nella realizzazione di progetti strategici di sistema e di favorire i processi di aggregazione e di integrazione. «Sarà introdotto un sistema di finanziamento premiante - afferma Dallapiccola - per incentivare le Pro Loco e le Apt che si fonderanno tra loro». Ovvero le Apt tra loro ma anche con le Pro Loco. Attualmente vi sono 14 ambiti turistici (Apt) e 6 ambiti presidiati da Consorzi pro loco (cioè 20 soggetti indipendenti). Infine, sarà tolto l’obbligo per le Apt di commercializzare il prodotto turistico: resta solo la facoltà. Luca Libardi presidente degli Albergatori critica pesantemente l’idea della giunta di introdurre la tassa di soggiorno e chiede di ripensarci «La tassa di soggiorno a nostro parere va evitata, perché resta una scorciatoia inadeguata». Luca Libardi, come sempre quando parla, ha i toni pacati, ma i contenuti, anche in questo caso, sono taglienti e duri. Per il presidente degli Albergatori trentini l’imposta proposta dalla Provincia non si deve fare. «L’imposta di soggiorno è di fatto una tassa e mettere una nuova tassa in un Paese come il nostro dove la pressione fiscale è altissima non va bene - spiega Libardi - Anche perché laddo- ve è stata applicata non viene pagata sempre dal turista, come accade nel caso di prezzi offerti su operatori on line che hanno l’imposta inclusa». Accanto al no all’imposta sul turismo, Libardi mette anche una proposta per cercare di evitare l’imposta sul turista. «Occorre prima di tutto capire quanti soldi si riescono a risparmiare dalla riorganizzazione del settore della promozione. Poi, a nostro parere, si può lavorare su due opzioni» dice ancora Libardi. La prima: «Puntiamo a cambiare le norme sul finanziamento volontario che premi chi partecipa e dia svantaggi a chi non partecipa. I tagli sull’Irap non bastano». La seconda: «Sulla guest card, sperimentata l’anno scorso, va esplorata di più la possibilità che sia strumento per ottenere dei ricavi, con risorse che vengano in parte dalla nostra categoria e che in parte siano a carico del turista». Rispetto al disegno di legge di riforma della promozione turistica, invece, Libardi chiarisce di valutare in maniera piuttosto positiva alcuni degli aspetti annunciati dalla giunta. «Alcune delle riflessioni che abbiamo poste nei mesi scorsi vengono riprese dal progetto della Provincia - spiega Libardi - Ad esempio il fatto che venga rimesso al centro Trentino Marketing e che torni ad avere una propria autonomia, che ci sia un coordinamento più spinto sulle iniziative sui mercati e un’attenzione all’analisi dei mercati». Su altri aspetti Libardi chiede, invece, maggiore chiarezza. «Sul fronte delle Apt la proposta mi pare che resti ancora un po’ nel vago, a partire dal tipo di ragione sociale che si intende assegnare. Oggi ci sono cinque tipi di modalità con cui sono organizzate le Apt, se si vogliono cambiare, occorre però garantire che l’operatività non cessi». Rispetto alla prospettiva di una riduzione del numero delle Apt, Libardi chiarisce che non sarà certo una misura risolutiva se rimarrà isolata. «Diminuire il numero delle Apt non cambia la situazione: se qualcuna di queste aziende trova opportuno fondersi con qualcun’altr ok, ma il nodo oggi è appunto il fatto che c’è un’ampia varietà di modelli societari». Per quanto riguarda la cancellazione dell’obbligo per le Apt di vendere il prodotto, Libardi spiega di essere d’accordo: «Nonostante ci fosse la norma sulla commercializzazione, solamente in due di fatto lo fanno, le altre sono indietro». A. Con. Cambiata la disciplina per la formazione dei volontari della protezione civile Corsi sulla sicurezza dei lavoratori, ecco i risparmi Un unico sistema formativo per quanto riguarda il primo soccorso prestato dai volontari della Protezione civile e quello della sicurezza sul lavoro: questo l’obiettivo della nuova «Disciplina della formazione del personale operante nel Sistema di emergenza-urgenza e nella Protezione civile e per l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico da parte di personale non sanitario», approvata ieri dalla giunta provinciale. «Aggiornando tale disciplina - spiegano - si vogliono evitare “doppioni” nei percorsi di formazione destinati in particolare ai volontari delle associazioni di Protezione civile, consentendo risparmi nell’utilizzo delle risorse e operando una semplificazione amministrativa per tutti i oggetti, siano essi pubblici o privati, libero professionisti e/o convenzionati coinvolti nell’applicazione delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro». Da anni la Provincia è impegnata, tramite soggetti accreditati, nella formazione degli operatori sanitari e non sanitari coinvolti nel Sistema di emergenza ed urgenza, ma anche con specifici percorsi di educazione, informazione e formazione destinati a gruppi prioritari di popolazione. Recentemente è intervenuta anche la normativa riguardante il volontariato di Prote- zione civile, che obbliga a garantire analoga formazione di primo soccorso a tutti i volontari; parallelamente, la stessa normativa sancisce l’obbligatorietà per i datori di lavoro, siano essi pubblici, privati o liberi professionisti, di effettuare corsi di primo soccorso per tutti i lavoratori. Un effetto immediato della sinergia tra i diversi ambiti interessati operata dalla nuova disciplina approvata ieri dalla giunta provinciale sarà quello di contenere l’impegno economico derivante sia dal costo diretto della formazione ma anche dall’assenza del lavoratore quando impegnato a seguire la formazione specifica. G4040807 LA DECISIONE promozione» ha detto Rossi. Che ha chiarito come per infrastrutture turistiche non si intendono nuove strade o impianti, bensì «servizi a supporto dell’ambito turistico», come potrebbero essere i trasporti a servizio degli ospiti o altro ancora. In ogni caso, potrebbero rappresentare, le risorse in entrata dalla prossima tassa di soggiorno, una quota sostitutiva rispetto ai circa 40 milioni di euro che vengono assicurati annualmente dalla Provincia sui 50 impegnati nel comparto della promozione turistica nel suo complesso. Una parte, circa 20 milioni vengono assicurati a Trentino Marketing, 15 milioni di euro circa per le Apt di ambito, 2 milioni alle Pro Loco, il resto (14 milioni di euro circa) arriva dal finanziamento raccolto attraverso i privati, ha spiegato Dallapiccola. Per il futuro, grazie al riordino del sistema della promozione, «vogliamo che vengano utilizzati in maniera più coordinata» ha detto ancora Dallapiccola. E per questo il disegno di legge di riforma prevede alcuni punti che mirano a definire meglio «chi fa che cosa» ha sostenuto ancora l’assessore. Per questo Trentino Marketing, «sarà il perno del sistema» e avrà i compiti di «comunicare la marca, in tutte le sue diverse forme, analizzare i mercati, mettere in campo una strategia di marketing in ottica pluriennale, coordinare le iniziative sui mercati e i progetti strategici su scala provinciale (come ad esempio la guest card, la carte dell’ospite del Trentino)» ha detto l’assessore. Ma non solo, la riforma riguarderà anche il futuro ruolo delle Apt e Pro Lo- I finanziamenti