Turismo sostenibile La risorsa del Trentino

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Turismo sostenibile La risorsa del Trentino
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Corriere del Trentino Venerdì 26 Aprile 2013
TN
Economia
La tendenza Crisi, cambia l’offerta. «Le soluzioni eco sono concorrenziali»
Turismo sostenibile
La risorsa del Trentino
Libardi: «Esploriamo le nicchie di mercato»
TRENTO — L’ospitalità
trentina ha un nuovo confine
da esplorare: il turismo sostenibile. L’attenzione all’ambiente e l’integrazione tra la
sua tutela e lo sfruttamento a
fini turistici sono già realtà.
Oggi tuttavia, in tempi in cui
la necessità di fare i conti con
la crisi economica e la conseguente minore disponibilità
di spesa dei turisti sono diventate un’urgenza anche nel territorio trentino, la vocazione
ambientale rappresenta la
possibilità di offrire quel qualcosa in più che può attrarre
maggiori presenze sul territorio.
A esserne convinto è Luca
Libardi, presidente di Asat, Associazione albergatori e imprese turistiche della provincia di Trento. «In questo momento — spiega — stiamo
esplorando i mercati di nicchia e puntando all’elaborazione di un’offerta turistica alternativa, come quella del Dolomiti walking hotel, specializzato in trekking organizzato con accompagnatori preparati».
Tutto parte dall’attenzione
particolare per il turismo sostenibile, a basso impatto ambientale, cui il Trentino è naturalmente portato: come sottolinea l’Asat il 14% dei turisti
presenti in provincia tra il
2009 e il 2011 ha visitato il
Trentino solo e esclusivamente per i parchi naturali e la dotazione ambientale del territorio. A questa vocazione risponde inoltre il «Pa.s.s.o.»
(Patto per lo sviluppo sostenibile), nato in Provincia nel
2000 e rinnovato a gennaio
con l’ambizione di raggiunge-
Asat Luca Libardi (foto Rensi)
Il bacino
Il 14% dei vacanzieri
arriva solo per i parchi
La Provincia sostiene
la valorizzazione ambientale
re degli obiettivi in termini di
sostenibilità ambientale entro il 2020. È la cornice dentro
la quale si muove «tutta quell’offerta turistica attenta all’ambiente e alla valorizzazione del territorio», nota il presidente Asat.
«La Provincia spinge molto
in questa direzione — continua Libardi —. È in vigore
una legge che impone in sede
di ristrutturazione l’obbligo
di conformarsi ad alcuni parametri ambientali usando certi
tipi di materiali e investendo
nelle energie rinnovabili ottenendo così una certificazione
ambientale». Tale obbligo,
che coinvolge albergatori e
operatori turistici, «è in realtà
ben visto anche da chi deve
seguirlo — commenta il presidente —, visto che i costi
energetici, molto alti per le at-
Relax&Natura Nel turismo trentino cresce l’importanza delle attività a vocazione ambientale
tività turistiche, con questo tipo di ristrutturazioni vengono abbattuti». Certo, non tutti hanno un’ampia disponibilità di risorse da investire e
ogni impresa decide se attenersi all’essenziale o fare qualcosa in più. «L’importante —
mette in chiaro Libardi — è
che con il tempo tutti gli edifici che ospitano le nostre attività rispondano a certi canoni».
Ben visto, però, chi decide
di puntare tutto sulla sostenibilità. «Esempi di eccellenza
in provincia già ci sono —
spiega —. Basta pensare all’hotel a Torbole, sul lago di
Garda, che è stato costruito
come primo Passiv house in
tutta Italia e che in pratica riesce ad autosostenersi a livello
energetico, sia per quanto riguarda il riscaldamento che
la corrente elettrica».
Chi teme però che i prezzi
possano lievitare a causa di tali interventi dovrà ricredersi.
«Il prezzo di un hotel, così come i suoi investimenti — aggiunge — dipendono dalla politica aziendale e non sono direttamente collegati alle ristrutturazioni, di qualsiasi natura esse siano. È vero però
che dove l’attenzione per l’am-
biente è una scelta molto forte essa stessa aggiunge alla
semplice ospitalità un "valore
comunicativo" che può portare a una spesa più alta per il
cliente». Un meccanismo normale, che è esattamente come quello delle «stelle» attribuite a un hotel: più aumentano più alto sarà il prezzo. «In
termini generali però — conclude il presidente Asat — le
attività "eco" riescono a mantenere prezzi concorrenziali rispetto a quelle ancora tradizionali».
Sara Santolini
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Le attività Economiche, accessibili e facili: le proposte per i visitatori. Gettonate le camminate lungo i corsi d'acqua
TRENTO — Le proposte elaborate nel solco del turismo sostenibile
negli ultimi anni sono diverse ma
tutte dalle stesse caratteristiche: attenzione all’ambiente, larghissima
utenza, economicità, adattabilità
ai bisogni e ai gusti del turista.
Nel tempo alcune di queste si
stanno adattando infatti al nuovo
turista di montagna che, non più
pronto a lunghe sfacchinate, preferisce il relax, l’attività leggera, la
scoperta del territorio. «Ad esempio — spiega il presidente Asat Luca Libardi — il nordic walking o il
progetto "movelo" che prevede
l’uso di bici elettriche a pedalata assistita rispondono proprio all’esigenza di venire incontro ai rinnovati bisogni dei turisti, non solo
quelli di una certa età». Ma non finisce qui. «L’attenzione crescente
dei clienti per i prodotti locali, biologici e a chilometro zero — commenta Libardi — sta trasformando
lentamente l’offerta di albergatori
e ristoratori» e può dare un nuovo
impulso alle produzioni legate al
territorio, sostenendo l’economia
trentina.
Altre novità sono invece ogget-
Rio walking, alla scoperta dei torrenti
to di riflessione per l’Asat e per tutti gli operatori del settore turistico, alle prese con la crisi economica. Una di queste, che potremo forse trovare nei pacchetti turistici
delle prossime estati, è il rio
walking. Si tratta sostanzialmente
di passeggiate alla scoperta del territorio che seguano il corso dei fiumi fino ai laghi presenti in provincia. La «materia prima» è più che
disponibile. Non solo perché il
Trentino è tra i territori europei
più apprezzati per la bellezza e la
limpidezza delle sue acque, più volte fregiate dalla «bandiera verde»
di Legambiente per la pulizia e l’at-
tenzione al territorio. I suoi 300 laghi, i parchi fluviali del Vanoi e del
Chiese, i 70 chilometri che costeggiano l’Adige, i 30 dell’Avisio, quelli del Sarca, del Brenta, del Noce,
oltre ai torrenti che lo percorrono,
rendono il territorio provinciale
terreno fertile per questo tipo di attività.
Lo studio e la discussione riguardo all’opportunità e al tipo di offerta turistica che il rio walking possa
rappresentare è ancora in fase iniziale, ma il format promette bene.
Il profilo
L’ospite vuole visitare il territorio
senza fare fatica. Alloggia in
strutture a risparmio energetico e
cerca prodotti a chilometro zero
Canyoning La forra del Rio Sass. Sono molte le idee per un turismo sostenibile
«Il bacino di potenziali clienti è
molto vasto — spiega il presidente
Asat — dai giovani che possono affrontare passeggiate più lunghe e
impegnative ai senior che anche
percorrendo tratti più brevi hanno
la possibilità di fare della sana attività fisica e scoprire l’ambiente,
dalle famiglie con bambini alle
coppie». Inoltre il rio walking sarebbe parte integrante di una vacanza che offre attività sportiva a
basso costo. «Non si tratta del motivo principale per cui ci sentiamo
di sostenere questo tipo di iniziativa, che rientra in un discorso più
complesso riguardo al turismo sostenibile — prosegue Libardi —
ma, per comprendere le sue potenzialità basta guardare al successo
dei percorsi per ciaspole, che consentono al turista di godersi una
vacanza sulla neve senza dover sostenere tutti i costi legati a una tradizionale settimana bianca dedicata allo sci». Per il rio walking, così
come per il nordic walking o il
trekking organizzato, le premesse
sarebbero le stesse per tutto l’anno, anche se per l’estate il turismo
già affronta costi meno proibitivi
di quelli degli sport invernali. «Anche in questo momento di crisi attrarre ospiti non è ovviamente solo una questione di prezzo — commenta l’albergatore — e a maggior
ragione, quando anche in vacanza
si fa più attenzione al portafoglio,
un’offerta variegata e attenta ai
nuovi gusti del turista non può
che dare risultati positivi in termini di presenze». Nessun conflitto
di interessi ci sarebbe inoltre con
gli altri tipi di offerta turistica presenti in Trentino: grazie a questa,
come ad altre nuove attività proposte sul territorio, il volume degli affari potrebbe lievitare e tutti gli
operatori, ma proprio tutti, trarne
vantaggio.
Sa. S.
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Commercio Riva, protesta di un’ambulante: «Luogo defilato, abbiamo perso clienti». Appello al Comune
«Piazza Repubblica, bancarelle penalizzate»
Brevi
AUTOTRASPORTO
SIDERURGIA
Flotta Arcese
Si punta su Iveco
Forni elettrici
A Trento sono 18
TRENTO — Il gruppo Arcese
punta su Iveco. La flotta
dell’azienda di autotrasporto
con sede ad Arco è stata
recentemente integrata con i
trattori «Stralis hi-way», il
nuovo modello nato in casa
Iveco. La decisione è dettata
dalla precedente esperienza
positiva del gruppo con i
veicoli Ecostralis, che
avrebbero permesso di
ridurre i costi di gestione.
TRENTO — Diciotto: è il
numero dei forni elettrici per
la produzione industriale di
acciaio presenti in provincia
di Trento. Otto quelli situati
in Alto Adige. Il dato è stato
reso noto dal Sole-24 Ore. A
livello nazionale, sono 25,5 i
milioni di tonnellate di
acciaio prodotte nel 2012;
l’anno prima erano 28,7.
L’apice si era toccato nel 2008
(30,6 milioni di tonnellate).
TRENTO — Una piazza mezza vuota,
lontana dal normale passaggio cittadino. Così si mostra, anche durante il mercato del secondo e quarto mercoledì del
mese, piazza Repubblica, eletta dal comune sede di parte dei banchi dopo
l’ennesimo trasferimento dovuto a lavori e cambi alla viabilità.
A raccontare la sua situazione è la bergamasca Caterina Vitali di Anva (Associazione nazionale commercio su aree
pubbliche), che ha alle spalle una vita
da ambulante e un posto a Riva del Garda da 15 anni. «Prima si lavorava bene
— racconta — ma negli ultimi quattro,
cinque anni le cose sono molto cambiate». Il fatturato è infatti calato drasticamente. La colpa non sarebbe da imputare interamente al generale calo dei consumi. «A Riva il mercato ha subito vari
spostamenti dovuti a cantieri che hanno interessato la città — spiega l’ambulante —. Alla fine alcuni banchi (38 su
150, ndr) si sono ritrovati in piazza Repubblica, inadatta perché poco frequentata».
I lavori hanno creato parecchi disagi
al mercato. «I clienti — prosegue Vitali
— hanno dovuto spostarsi in giro per
la città alla ricerca dei banchi cui erano
soliti servirsi». Non è tutto: la nuova dislocazione è considerata «problematica» dagli operatori. «Prima il mercato
era raccolto e circolare — commenta —
e permetteva alle persone di percorrerlo tutto facilmente, mentre ora è composto di gruppetti di banchi dislocati in
varie aree di Riva. La cosa non facilita in
alcun modo il passaggio da un’area all’altra del mercato». Soprattutto a essere penalizzati sono quei banchi che si
sono ritrovati nelle zone più lontane
dal normale flusso cittadino, come appunto piazza Repubblica, una collocazione «temporanea» che però dura da
quattro anni e nella quale spesso i com-
Il centro Riva del Garda vista dal lago
mercianti preferiscono non lavorare affatto. «Siccome anche con una sola presenza l’anno si mantiene il diritto al posto sull’area pubblica, molti ambulanti
vanno in altri mercati o restano a casa
piuttosto che venire a Riva — racconta
Vitali —, tanto è vero che la piazza è
sempre mezza vuota, e dei 38 banchi
che dovrebbero esserci ce ne sono solo
dieci o quindici». La mancanza di
stand, a sua volta, non favorisce certo il
passaggio della clientela. Non solo. «So
che alcuni colleghi sono arrivati a depositare la licenza — aggiunge — che in
queste condizioni non è nemmeno più
vendibile».
I problemi per il mercato non finiscono qui. Il nuovo arredo urbano del centro, con panchine, piloni e fioriere, ha
sottratto parcheggi per i clienti e spazi
per l’eventuale posizionamento dei banchi. Per risolvere almeno in parte il problema gli ambulanti di piazza Repubblica hanno chiesto al Comune una riassegnazione dei posti. «Siamo pronti a usare ombrelloni e banchi con palo centrale che siano più piccoli e scomodi di
quelli che usiamo ora ma compatibili
col nuovo arredo urbano, pur di essere
dislocati nelle vie centrali» dichiara la
commerciante. La richiesta è dunque
quella di essere spostati su via Roma e
limitrofe. «Ma la questione — conclude
— è ancora in fase di valutazione da parte della giunta comunale e non sappiamo quando la situazione si sbloccherà
effettivamente».
Sa. S.
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