Magie di coppia
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Magie di coppia
h i g h l i g h t s DANTE FERRETTI E FRANCESCA LO SCHIAVO Magie di coppia Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo sono tra i più celebri scenografi del mondo e dal 2005 hanno fatto a Hollywood il pieno di nomination all’Oscar, ottenendo poi tre statuette, l’ultima quest’anno per Hugo Cabret di Scorsese. L’immaginazione e la passione per il cinema di Ferretti, unite alla visione e all’esperienza negli arredi della moglie Francesca, creano per le storie del grande schermo atmosfere uniche che dagli anni Sessanta seducono i più grandi registi. d i c i n z i a m a lv i n i ©L a Presse 18 19 h i g hl i g h t s R “MARTIN SCORSESE lo amiamo perché ci ha sempre dato piena libertà nell’ideare le scenografie per i suoi film” oma, aeroporto di Fiumicino. Nella sala vip delle partenze internazionali entra una coppia, l’aria sorridente e rilas- sata, la sensazione che danno è quella di stare per partire per una vacanza insieme. Con lo sguardo rapito dal display di telefoni cellulari e F rancesca L o S chiavo personal computer, gli uomini d’affari presenti nella lounge quasi non si accorgono di quei due amabili signori, capaci di regalare a loro come a tutti, con passione e professionalità, molto più di un incantesimo. Basterebbe un’occhiata fugace alle loro carte d’imbarco per scoprire che la meta che li attende è lì, dove vola alto il ‘Grande Cinema’, quello con la maiuscola: Los Angeles, Berlino, Toronto, Venezia, Cannes, Taormina, Montreal. Basterebbe, per scoprire l’arcano, un rapido sguardo ai loro nomi: Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. L’hanno definita ‘la nuova coppia d’oro di Hollywood’ e non è male per chi è italianissimo di nascita, cultura e sentimenti: Dante, l’eterno ragazzo di Macerata, classe 1943, e Francesca, il carattere, l’allegria ma anche l’intelligente disincanto dei romani migliori, sono tra i più celebri scenografi del mondo, di sicuro quelli più amati Due bozzetti realizzati da Dante Ferretti per L’età dell’innocenza di Martin Scorsese, dal quale è tratta la scena raffigurata nella pagina di sinistra. da Hollywood. Insieme da trent’anni, vivono, sognano e lavorano realizzando, con le loro potenti, creative visioni, ambienti, arredi e atmo- ©Mondadori Portfolio/Kobal Collection 20 sfere indimenticabili per le ‘storie’ dirette dai più ovvero sei Oscar: non propriamente una cosa ovvero con quella leggerezza in grado di trasfor- celebri cineasti del mondo. Pasolini, Zeffirelli, banale, anche soltanto a sistemarle in casa. marsi in peso aureo, grazie a studio, tenacia, Bellocchio, Petri, Ferreri, Scola e Fellini in am- “Cominciano a essere tante e a occupare spazio. applicazione, impegno e tanta cultura. La formula bito nazionale, all’estero Neil Jordan, Anthony E poi non sembra, ma pesano”, scherza Dante magica, cercata e trovata per scalare l’olimpo Minghella, Tim Burton ma, soprattutto, Martin Ferretti. Che poi rivela: “C’è chi le chiude in cas- del Cinema, probabilmente è questa. “La mia pas- Scorsese: non c’è nome che conti nell’olimpo saforte, chi le posiziona in bella vista dentro nobili sione per i film nasce da piccolo. Mi ricordo cinematografico che non abbia stretto con loro un bacheche. Io e Francesca le mettiamo e le spo- quando, bambino, scappavo tutti i giorni al cinema patto d’acciaio saldamente radicato sulla più effi- stiamo sui ripiani della nostra libreria Ikea, a a Macerata, rubando i soldi dalle tasche di papà cace fantasia creativa del duo. Che dal 2005 a oggi casa, a Roma, cercando ogni volta un nuovo spa- per pagarmi il biglietto d’ingresso. Studiavo ma ha fatto il pieno di nomination ma soprattutto di zio un po’ più adatto, come si fa con i vasi di fiori”. con poco impegno perché la mia vita era lì, attac- Oscar: il primo nel 2005 per il film The Aviator di cata al grande schermo dove ‘correvano’ le sto- Martin Scorsese, il secondo solo tre anni dopo Trent’anni di carriera e di coppia rie degli altri e la mia fantasia. A sedici anni mi con Sweeney Todd di Tim Burton, l’ultimo - per Dante Ferretti, l’uomo delle grandi opere liriche, sono trasferito a Roma per iscrivermi all’Accade- ora - di nuovo con l’amico Scorsese grazie all’im- di installazioni portentose, di megaleoni veneziani mia di Belle Arti, convinto che vivere nella Capi- maginifico, favolistico, struggente capolavoro e statuette d’oro, dimostra spirito dissacratore e tale mi avrebbe avvicinato di più alla mia grande Hugo Cabret. Tre statuette moltiplicate per due, capacità di prendere le cose per il verso giusto: passione: la scenografia per il cinema. 21 h i g h l i g h t s Però, solo un anno più tardi - per uno dei soliti nel mondo della scenografia. Ricordo bene anche insieme, anche quando ci mettiamo al lavoro su strani scherzi del destino, sempre in agguato - mi il suo successo con le ragazze, non solo romane. un film. Si comincia con i bozzetti, che disegno portarono l’offerta di un primo lavoro come aiuto Tra di noi, però, scattò qualcosa di diverso, di più io, poi interviene Francesca con la sua visione e in un film di pirati da girare ad Ancona, a pochi forte e sensibile. Non saprei descriverlo … La per- l’esperienza negli arredi e tutto improvvisamente chilometri di distanza dalla città che avevo cezione di essere, però, i due lati di una stessa fluisce immediato, naturale, spontaneo”. appena lasciato!”. Sembra una strana fatalità medaglia, personale ma anche professionale, arri- Un sodalizio straordinario e potente, il loro. La cop- anche l’incontro con quella ragazza romana, vò nel 1981, al nostro primo lavoro insieme, La pia Ferretti-Lo Schiavo è entrata nel cuore della bionda e solare, bella e divertente: Francesca. “Ci pelle diretto da Liliana Cavani. Quel film fu vissuto più alta cinematografia e sono sempre più nume- siamo conosciuti al mare, in Sardegna - ricorda da entrambi come una sorta di primo esperimento, rosi i registi che la vogliono accanto sul set. Terry ancora lo scenografo - e pensare che a Roma abi- che, però, ci piacque. E ora eccoci qua a festeg- Gilliam, regista e sceneggiatore angloamericano, tavamo vicini, non solo nello stesso quartiere ma giare trent’anni di carriera e di vita di coppia!”. spiega: “Dante lo ami e lo odi: quando c’è, è meraviglioso, ma quando non c’è, ti manca terribil- Parioli. Eppure, non ci eravamo mai incontrati, Immaginazione ed estetica mente. E lo stesso vale per Francesca”. mai visti prima. Fatalità, segno del destino, pen- “Non è facile far convivere il cuore con la ragione, Indimenticabili per molti, per tanti, per i compa- satela come volete … La realtà è che ci siamo inna- e questo vale nel lavoro come nella vita - aggiunge gni sul set come per il pubblico che negli anni morati e poi sposati”. “A quei tempi lavoravo Ferretti - ma per noi è stato più semplice di ha subito la malia del loro lavoro, il ‘ragazzo di come arredatrice d’interni - aggiunge Francesca quanto non si possa pensare. Ci capiamo al volo, Macerata’ e la sua ‘sposa romana’ sono riusciti a Lo Schiavo - mentre lui era già un astro nascente a volte basta solo uno sguardo per procedere costruire dei fortunati sodalizi con i più grandi artisti dagli anni Sessanta ai giorni nostri. A cominciare da Pier Paolo Pasolini, con cui Dante Ferretti nel 1964 cominciò a lavorare, poco più che ventenne, nel Vangelo secondo Matteo. Un incontro felice che sarebbe durato per altri undici anni, fino all’ultimo lavoro del grande regista, Salò o le 120 giornate di Sodoma. L’incontro con Scorsese ©Mondadori Portfolio/Kobal Collection addirittura nella stessa strada, via Caroncini, ai Uno dei bozzetti per The Aviator riguardante la scena dell’arrivo del magnate Howard Hughes alla prima del kolossal da lui diretto. Il film di Scorsese fruttò nel 2005 ai coniugi Ferretti il loro primo Oscar. ©Mondadori Portfolio/Album Cinema come prima passione cui si affianca quella Il bozzetto e la scenografia ‘reale’ per uno dei set di Sweeney Todd, film diretto dal regista Tim Burton che valse ai coniugi il loro secondo Oscar, nel 2008. 22 per l’opera, la lirica, il teatro. Visioni, immagina- vuole per le scenografie de L’età dell’innocenza. zioni, estetica che spingono Ferretti verso la sen- Difficile per i cinefili incalliti, ma non solo, dimen- sibilità di un altro straordinario nome del cinema ticare quelle struggenti atmosfere di una New italiano, Federico Fellini. Il loro sodalizio correrà York aristocratica di fine Ottocento dove si con- per ben cinque film, da Prova d’orchestra del 1979 suma, vanamente, la divorante passione tra l’af- a La voce della Luna, ultima prova del maestro fascinante e anticonformista contessa Olenska e riminese, datata 1990. Ma dalla metà degli anni il ricco avvocato Newland Archer. Un capolavoro, Ottanta, accanto al panorama nazionale, c’è la che, oltre a valere la terza nomination all’Oscar, forte presenza sulla scena internazionale, con le dà il via a una collaborazione serrata con Scorsese, scenografie preparate insieme a Francesca per Il conosciuto anni prima a Cinecittà sul set del film Barone di Munchausen di Terry Gilliam e, nel di Fellini La città delle donne, di cui Scorsese era 1990, per l’Amleto di Franco Zeffirelli: sono que- grande ammiratore. Legame immaginifico e pro- sti lavori che fanno scattare le due prime nomi- lifico, quello tra Martin, Dante e Francesca, pronto nation agli Oscar per la coppia italiana. a snodarsi su storie diverse per tempi e tematiche, Il 1993 è segnato professionalmente per i coniugi unite tutte, però, da quel tratto di matita con cui Ferretti dall’incontro con Martin Scorsese, che li Dante comincia a tracciare sulla carta le “IO E FRANCESCA, anche sul lavoro, ci capiamo al volo, a volte basta solo uno sguardo” D ante F erretti 23 h i g h l i g h t s atmosfere di Casinò, Gangs of New York (realizzato interamente nei teatri di posa di Cinecittà) o The Aviator, che nel 2005 frutta ai due scenografi la prima ambita statuetta. “Martin fa parte della nostra famiglia – afferma Francesca Lo Schiavo – e gli vogliamo bene non solo per la grande libertà che ci ha sempre dato nell’ideare le scenografie dei suoi film, ma anche per la gioia che ci ha donato quando venimmo tutti e tre insieme a lavorare in Italia, a Cinecittà, per costruire ©Mondadori Portfolio/Album da zero una New York di fine Ottocento in un momento difficile per i nostri Studios. Fu uno straordinario impegno, anche di documentazione, che ricorderò per sempre, insieme a un altro dei nostri film, The Aviator, il mio preferito … e non solo perché ci portò il primo Oscar!”. Magia tutta italiana l’amico visionario di cui non puoi fare a meno. Afferma Dante Ferretti: “Il suo Sweeney Todd non solo ci portò un secondo Oscar nel 2008 ma fu anche una fantastica esperienza professionale, che spostò ancora più in alto l’asticella dell’immaginazione di un mondo onirico e fantastico, una favola dark e gotica che riusciva a far ridere, piangere e sognare allo stesso tempo. Per noi fu un grande impegno e una bella scommessa, vinta, come attestano le due statuette!”. “Memo- e di piccole dimensioni. Vista la grandezza della stato anche il commovente omaggio di Francesca rabile resta secondo me anche Hugo Cabret di torre del film, invece, ho poi pensato a un qua- alla sua Italia. “Ho voluto ringraziare il Paese dove Scorsese”, spiega Francesca Lo Schiavo. “È stato drante enorme, maestoso, più ‘scenografico’. Poi sono nata, dove ho vissuto e dove ho incontrato impegnativo realizzare tutto l’arredo, le botteghe ho inventato gli altri orologi e gli ingranaggi che Dante. Nessuna nostalgia, ma, senza togliere nulla e poi la sedia a dondolo, il letto del bambino pro- si muovono nella stazione dove vive Hugo Cabret, all’America che ci ha dato grandi possibilità, tagonista e il mobilio della casa del regista Méliès, non solo nella torre, ma anche nei corridoi, nei quello era un istintivo grazie alla mia patria e compreso l’armadio con scomparto segreto che, cunicoli, nei sottopassaggi. Tantissima ideazione alle mie radici”. Conclude Dante: “L’Italia in que- nella trama del film, ha un ruolo determinante. e altrettanta ricerca sfrenata nei mercatini … per sto momento è tagliata fuori dalle grandi produ- Hugo Cabret è un film ‘sontuoso’. Abbiamo dovuto regalare al pubblico ‘il sogno’. Del resto, Martin zioni perché non riesce a garantire bassi costi; ricostruire una stazione ferroviaria del primo aveva detto a mia moglie: ‘Francesca, go for magic!’, su questo influisce, pur se in misura minore Novecento e ricreare gli ingranaggi dell’orologio vai con la magia!”. E magia è stata la notte del 26 rispetto agli anni scorsi, anche la quotazione che vi troneggia, che batte il tempo della storia e febbraio scorso al Kodak Theatre di Los Angeles, dell’euro, più alta rispetto al dollaro americano. che viene azionato dal protagonista”. Aggiunge quando il cinema ha premiato il ‘Grande Cinema’ Ma noi non smettiamo di credere e di sperarci. Ferretti: “Sono andato alla Gare de Lyon di Parigi facendo planare sulla storia di Hugo Cabret ben In fondo, io e Francesca siamo nati insieme pro- per scoprire il meccanismo che anima il suo cinque statuette, tra le quali appunto quella per fessionalmente con i film di Fellini. La ‘nave’ tor- grande orologio, che, però, all’interno è moderno la scenografia. Sul palco della premiazione c’è nerà ad andare con tutta la sua magia!”. 24 Per i bozzet ti pubblicati: ©Mondadori Portfolio su gentile concessione di Dante Ferret ti Il bozzetto per la ricostruzione delle strade di New York di fine Ottocento per Gangs of New York di Scorsese. La scenografia venne interamente realizzata negli studi romani di Cinecittà. Se Martin Scorsese è la famiglia, Tim Burton è