Rifiuti al cementificio di Tavernola

Transcript

Rifiuti al cementificio di Tavernola
30
L’ECO DI BERGAMO
MARTEDÌ 31 GENNAIO 2017
Provincia
Delegazione cinese sul Sebino
per costruire «Little Sarnico»
Tre impresari cinesi hanno visitato Sarnico: costruiranno il villaggio «Little Sarnico» in Cina.
A pagina 33
[email protected]
www.ecodibergamo.it/cronaca/section/
Il cementificio
dà l’ultimatum
sui combustibili
Il cementificio lungo l’ex
statale rivierasca a Tavernola:
dal luglio 2016 è di proprietà
della nuova società
CementirSacci spa
Tavernola. La società chiederà i danni per i ritardi
Il sindaco Colosio: contrari all’utilizzo dei Css sul lago
TAVERNOLA
MARGARY FRASSI
CementirSacci, la società che da luglio 2016 è proprietaria del cementificio di Tavernola, reclama il via libera a
utilizzare Css (Combustibile solido secondario) derivante dal
trattamento dei rifiuti, per far
funzionare i forni dello stabilimento. E alla svelta, perché
«ogni ulteriore ritardo» che non
sia da attribuire alla società,
«comporterà ingenti danni di
natura economica per la medesima che, pertanto, si riserva in
tal caso di attivare ogni più opportuna azione dinanzi le competenti autorità giurisdizionali,
anche nei confronti dei soggetti
coinvolti».
Queste le conclusioni a cui arriva Mario Ciliberto, presidente
di CementirSacci spa, nella lettera inviata nei giorni scorsi a
Regione Lombardia, Provincia,
Arpa, Ats e Comunità montana
dei laghi bergamaschi, oltre all’amministrazione comunale di
Tavernola. I vertici del gruppo
l’avevano già annunciato agli
amministratori tavernolesi lo
scorso novembre. Ora l’hanno
scritto a chiare lettere nel sollecitare la conclusione del procedimento per il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale
(Aia), che spetta alla Provincia.
Il contenuto della lettera, che
fa seguito alle richieste di integrazioni da parte della Conferenza dei servizi provinciale del
maggio scorso, è stato reso noto
dal sindaco Filippo Colosio al
termine del Consiglio comunale
di venerdì. «Le posizioni dell’amministrazione comunale
non sono cambiate e vengono ribadite in questa sede: contrarietà all’utilizzo dei combustibili
alternativi in un contesto ambientale così delicato e di notevole pregio come quello del Sebino». Posizione che gli amministratori comunali, forti dell’esito della consultazione popo-
n CementirSacci
è in attesa dell’Aia
per poter utilizzare
combustibili
derivanti dai rifiuti
n Il Comune: la
politica decida una
volta per tutte che
tipo di sviluppo
deve avere il Sebino
lare del 2007 e delle delibere dei
Comuni rivieraschi, ma anche
dei Consigli provinciali di Bergamo e Brescia, oltre che di quello regionale, ribadiranno oggi
nell’incontro in Regione con i
responsabili del Settore ambiente dove verranno esaminati
a fondo i termini della questione
e le azioni da adottare.
Fin dagli Anni ’90
un coro di «no»
alle sperimentazioni
TAVERNOLA
Fin dagli anni ’90 a
Tavernola si dibatte, con toni
a volte molto accesi, sull’impiego dei combustibili alternativi nell’impianto del cementificio.
Il primo a porre la questione, poi abbandonata, dell’impiego di bitoil - considerato allora combustibile alternativo
- era stato Federico Milesi,
efJfznfTvwHLnl9hXLeO9SteNqfo1giPF22SKYS/vJw=
proprietario dell’Adriasebina
Cementi che allora «governava» il complesso industriale.
La richiesta di utilizzare
Cdr (Combustibili da rifiuti in
cui rientrano anche i Css) e
pneumatici triturati era stata
avanzata da Lafarge nel 2005
nell’ambito della procedura
europea dell’Autorizzazione
integrata ambientale a cui sono obbligate alcune attività
«È tempo che la politica decida una volta per tutte che tipo di
sviluppo deve avere il Sebino,
considerato che tutti i Comuni,
proprio tutti, stanno orientando
le loro azioni verso la valorizzazione dei rispettivi territori, con
investimenti
significativi.
Un’attività del genere, non priva
di rischi, contrasta con questi indirizzi» specifica Colosio, che
eletto nel 2014 ha coinvolto su
questo tema il comprensorio
Sebino, le Province di Bergamo e
Brescia e la stessa Regione.
Il decreto
A sostegno delle rispettive posizioni, sia l’azienda che l’amministrazione comunale si appellano al decreto ministeriale 22 del
14 febbraio 2013, che recepisce
la direttiva del Parlamento europeo, dettando norme giuridiche precise sulla «produzione e
l’utilizzo di determinate tipologie di combustibili solidi secondari (Css)» che, dopo aver subito
trattamenti specifici, «cessano
di essere qualificate come rifiuto». Lo stesso decreto stabilisce
tuttavia che fasi e procedure
«avvengano senza pericolo per
la salute dell’uomo, e senza pregiudizio per l’ambiente, e in particolare senza creare rischi per
l’acqua, l’aria, il suolo e per la fauna e flora; causare inconvenienti
da rumori e odori; danneggiare il
paesaggio e i siti di particolare
interesse, tutelati in base al normativa vigente». Ed è proprio su
questi aspetti che si gioca la par-
industriali di elevato impatto,
tra cui i cementifici. Tale autorizzazione non è mai stata
rilasciata, perché il Comune
fino al 2010 era tutelato da
una convenzione con il cementificio in base alla quale
poteva far valere il suo diniego. La convenzione è poi scaduta e non è più stato chiesto il
rinnovo. Nel 2007, sotto la
guida del sindaco, recentemente scomparso, Leandro
Soggetti, era stata la stessa popolazione a esprimere la propria contrarietà (oltre l’81%
dei votanti) con una consultazione popolare. Il 18 febbraio
2010 il Consiglio comunale,
all’epoca presieduto da Massimo Zanni, ha confermato il
«no», posizione ribadita con
fermezza dall’attuale ammi-
La lettera
Il «sollecito» alla Provincia
per il rilascio dell’Aia
Tocca alla Provincia rilasciare al
cementificio il via libera alla
modifica dell’Autorizzazione
integrata ambientale (Aia) che
consentirebbe al cementificio di
usare i Css come co-combustibile
nel forno di produzione del
clinker. Nel corso del procedimento amministrativo, come
illustra il presidente di CementirSacci nella missiva inviata a Via
Tasso, al Comune, alla Regione,
ad Arpa e Ats oltre alla Comunità
montana, in sede di Conferenza
dei servizi la Provincia aveva
chiesto all’azienda una serie
chiarimenti tecnici sugli impianti
per l’abbattimento dei fumi e la
valutazione dell’impatto acustico dell’impianto di alimentazione e dosaggio dei Css, da eseguire tramite simulazione con un
modello previsionale. Senza
entrare nel merito delle questio-
ni squisitamente tecniche, la
conclusione è che CementirSacci
si ritiene nelle condizioni per
poter utilizzare i Css. Confidando
che i chiarimenti offerti siano
esaustivi, il presidente Mario
Ciliberto chiede che il procedimento amministrativo venga
portato a conclusione. Il ritardo
con il quale l’azienda «ha dato
esecuzione alla richiesta di
chiarimenti è ascrivibile a propria responsabilità. Ritardo
dovuto – si legge nella missiva –
a vicende societarie» con l’acquisto del ramo d’azienda Sacci in
data 29 luglio 2016.
nistrazione in carica di Filippo Colosio. Il 20 dicembre
2010 il Consiglio provinciale,
all’unanimità, si è espresso
negativamente sulla sperimentazione dei rifiuti nel cementificio di Tavernola, così
pure il Consiglio regionale del
21 dicembre 2011. Il Consiglio
provinciale di Brescia nel luglio 2012 approvava una mozione unitaria in cui invitava il
Governo a tener conto delle
richieste della popolazione di
Tavernola.
Tra il 2014 e il 2015 diciannove Comuni bergamaschi e
bresciani hanno deliberato
pieno sostegno alla comunità
tavernolese contro l’ipotizzato utilizzo di combustibili solidi secondari.
Nel 2000 una fiaccolata davanti al cementificio, allora Lafarge
M. Fr.
L’ECO DI BERGAMO
31
MARTEDÌ 31 GENNAIO 2017
Caravaggio vende vecchie case
contro l’emergenza abitativa
Treviglio, appello dopo la lite
«Più personale in stazione»
Il Comune di Caravaggio vende due vecchie
case: i fondi per sistemare altri appartamenti.
A pagina 39
Dopo la lite di domenica sera, il Comitato
pendolari chiede più personale in stazione.
A pagina 40
Lago schierato
dalla parte
del Comune
Pieno sostegno
Le reazioni. Guizzetti, a capo del G16
«Tutela dell’ambiente è la priorità»
Bigoni: le perplessità sono legittime
CLAUDIA MANGILI
tita. Da una parte CementirSacci sostiene di essere in regola
con la normativa e quindi invoca
il rilascio dell’autorizzazione,
pena il ricorso ad azioni in sede
legale. «Dall’altra gli enti locali
ritengono, come hanno scritto
nelle delibere, che tale impiego
danneggi il paesaggio e un sito di
particolare interesse ambientale e tutelato come quello del lago
e dintorni, con innegabili riflessi
negativi di natura economica
per residenti e turisti», come
evidenzia l’assessore al Bilancio,
Pasquale Fenaroli. «Vi è un’altra
argomentazione importante da
far valere – aggiunge il vicesindaco Ioris Pezzotti –: la necessità di avviare la procedura di Va-
lutazione di impatto ambientale, più che mai indispensabile,
visto che il cementificio grava
sulla sponda del lago e a ridosso
degli abitati del capoluogo e della frazione Cambianica».
Il mercato
Ma Pezzotti va oltre, guarda al
futuro della cementeria nel contesto nazionale: «Il mercato del
cemento ha subito una forte
contrazione. Questo cementificio, come altri, potrebbe avere
vita breve. Tenendo conto dei legittimi interessi di tutti, perché
non studiare un piano di riconversione del sito, attingendo ai
fondi europei?».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il lago è compatto: tutti dalla parte del Comune di Tavernola. Per il G16 (i 16 Comuni
costieri insieme per il rilancio
del lago), parla il coordinatore
Giovanni Guizzetti, sindaco di
Lovere: «Quel che impatta sull’ambiente sebino non riguarda i
singoli paesi ma tutto il territorio: della questione cementificio
s’è parlato sia al tavolo che riunisce i sindaci del lago, sia nei singoli Consigli comunali che, con
una delibera votata da tutti all’unanimità, si sono schierati a
sostegno delle azioni del Comune di Tavernola. La sensibilità
non è cambiata, tantopiù dopo
The Floating Piers: stiamo lavorando insieme per sostenere la
crescita di un’economia legata al
turismo che, a sua volta, è legato
anche alla tutela del contesto
ambientale del Sebino. Per questo il G16 proseguirà nella sua
azione dalla parte del Comune
di Tavernola».
l’imprenditore, passato da pochi mesi al timone del cementificio di Tavernola, in maniera diversa che con una lettera in cui
anche la Comunità montana
viene “minacciata” di essere trascinata dal giudice se l’azienda
non otterrà quel che ritiene essere nel suo diritto. Gli enti si devono occupare di ciò che potenzialmente impatta sulla salute e
l’ambiente del territorio, il cementificio impatta, è ovvio che
ce ne occupiamo. E che ci preoccupiamo. Una comunicazione
di questo tenore è un fulmine a
ciel sereno, non abituale alle nostre latitudini. Infine, certo le
piccole amministrazioni locali
sarebbero in difficoltà a sostenere anche solo i conti di
un’eventuale difesa degli interessi dei territori in tribunale.
Per quanto riguarda la Comunità montana, abbiamo da fissare
in agenda un’assemblea con tutti i sindaci, del lago e della Val Cavallina, per discutere della questione che riguarda tutti noi».
Le perplessità
Rincara Alessandro Bigoni, presidente della Comunità montana dei laghi bergamaschi: «Le
perplessità del territorio sull’avvio di una procedura potenzialmente impattante sulla salute e
sull’ambiente lago sono del tutto legittime. Ci saremmo aspettati di conoscere i progetti del-
Il procedimento
Dal lago a Palazzo Lombardia,
l’assessore regionale all’Ambiente, Claudia Terzi: «La Regione non è in alcun modo coinvolta nel procedimento amministrativo di rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale
per l’utilizzo di combustibili da
Il complesso del cementificio di Tavernola visto dal lago
n L’assessore
regionale Claudia
Terzi: quello
stabilimento lì
non deve più stare
n Il presidente
della Comunità
montana: la lettera
un fulmine
a ciel sereno
rifiuti – spiega –. Non siamo
nemmeno convocati nelle conferenze di servizi, siamo fuori
dall’iter che è in capo alla Provincia e che chiede pareri anche
ad Ats e ad Arpa Bergamo. Però
siamo a disposizione del Comune, che ha chiesto un confronto
tecnico: domani (oggi, ndr) gli
amministratori di Tavernola saranno in Regione per approfondimenti con i nostri. Dal punto
di vista politico, condivido le
perplessità delle comunità del
Sebino: quello stabilimento lì
non ci dovrebbe più stare ed è
stato, credo anche più di una volta, ribadito dal Consiglio regionale il no all’utilizzo di combustibili da rifiuti in quella zona».
Matteo Rossi, presidente della Provincia, rinvia a oggi un
commento alle «pressioni» di
CementirSacci per ottenere
l’Autorizzazione, che proprio il
suo ente è deputato a rilasciare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Derivati dalla lavorazione dei rifiuti solidi
«Comunità scientifica divisa sugli effetti»
Che cosa sono i Css Combustibili solidi secondari che dagli Anni ’90 le varie
società succedutesi alla guida
del cementificio di Tavernola
chiedono di bruciare nei forni? Si tratta di un combustibile solido derivato dalla lavorazione dei rifiuti non pericolosi o speciali non pericolosi, che per caratteristiche
merceologiche e chimico fisiche non viene più classificato
come rifiuto e viene considerato un combustibile a tutti
efJfznfTvwHLnl9hXLeO9SteNqfo1giPwI/xbXk6r7Q=
gli effetti. Produzione e utilizzo sono disciplinati dal Disegno ministeriale 22 del
2013 che individua i tipi di rifiuti che possono essere utilizzati nella produzione e gli
impianti nel quale questo
può essere utilizzato.
L’utilizzo di Css nei cementifici (soggetti al regime
dell’Autorizzazione integrata
ambientale) è stato firmato
dall’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini, scatenando
non poche polemiche anche
sul Sebino. «Studi scientifici
dimostrerebbero variazioni
delle emissioni in atmosfera
rispetto ad altri combustibili
tradizionali: diossine, composti organici clorurati e metalli pesanti. Altri studi, invece, che l’uso dei Css nei forni
dei cementifici sia più sostenibile dal punto di vista ambientale soprattutto in termini di minori emissioni –
spiega il vicesindaco di Tavernola, Ioris Pezzotti –. In
ogni caso, quel che è certo è
che l’azienda chiede di poter
incenerire prodotti derivati
dai rifiuti. Io, ma anche tanti
colleghi di amministrazione,
seguo questa vicenda da un
quarto di secolo e di esperti
ne ho sentiti tanti, alcuni favorevoli all’incenerimento
dei rifiuti nel cementificio,
altri contrari per i potenziali
rischi per l’ambiente, la salute e il futuro del territorio.
Non abbiamo mai cambiato
idea e non la cambieremo
certo oggi».
L’impianto di produzione del cemento sul Sebino