Riconversione del cementificio di Tavernola
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Riconversione del cementificio di Tavernola
32 Provincia L’ECO DI BERGAMO MERCOLEDÌ 1 FEBBRAIO 2017 Cementificio sul Sebino Rossi: «È ora di pensare alla riconversione» Tavernola. Tocca ai tecnici di Via Tasso esprimersi sulla richiesta dell’azienda di usare combustibili derivati dai rifiuti. «Ma la politica è contraria, andremo a Roma» ne la parola chiave con cui ragionare sul cementificio di Tavernola». Interviene, Rossi, il giorno dopo e qualche giorno dopo la lettera molto mal digerita dal territorio, inviata agli enti dal presidente di CementirSacci spa, Mario Ciliberto: ogni ulteriore ritardo nel rilascio dell’autorizzazione a bruciare Combustibili solidi secondari (Css, derivati dal trattamento dei rifiuti) comporterà un danno economico alla società che, quindi, potrebbe portare i «soggetti coinvolti» (gli enti) davanti al giudice. E, nelle pieghe ma neanche tanto, chiedere loro i danni. Il leader politico di Via Tasso, ente titolato a rilasciare l’autorizzazione, spiega che «le nostre idee sulla direzione in cui quel territorio vuole andare, sono le stesse del territorio: in tutt’altra direzione», rispetto a quella dove guarda il cementificio. «Il territorio del Sebino guarda al turismo, alla valorizzazione dell’ambiente, delle emergenze artistiche e culturali. Non solo guarda, ma investe. Non solo investono gli enti locali e i privati, ma anche gli enti sopra. La poli- tica di Via Tasso è chiara: no all’incenerimento di rifiuti nel cementificio. Il livello tecnico, che deve eventualmente autorizzare, tocca ripeterlo, deve seguire le leggi e in piena autonomia rispetto alle idee della politica. I tecnici stanno esaminando le relazioni inviate da CementirSacci, che ricordiamo è proprietaria dello stabilimento da qualche mese. A tempo debito, terminate le valutazioni, lo stabilimento avrà risposte. Intanto, e concludo, è ora di andare a Roma». A Roma? «La riconversione del complesso di Tavernola non è certo un progetto che si farà dall’oggi al domani: magari diventerà realtà tra vent’anni, ma è una partita che va gestita anche con il sostegno del Governo, per questo chiediamo il sostegno anche dei nostri parlamentari a Roma». Tra loro, chi conosce bene la «partita» è Giovanni Sanga. E anche lui non ha dubbi: «Non dall’oggi al domani, ma una volta che l’azienda avesse ammortizzato eventuali investimenti, bisogna essere pronti con un progetto. Perché il vero punto oggi non è cosa l’azienda voglia bruciare nei for- Lo stabilimento «dipinto» da Tornquist maestro del colore art» ben quotate su Artprice, lavora (solo per citare il settore cementifici) anche con Italcementi Group (a Calusco e Malaga), mentre tra i suoi ultimi interventi c’è l’idea di «spennellare» con speciali vernici al fluoro - per donargli un particolare effetto luminescente anche di notte - che accendono Porta Expo 2015 a Milano-Rho. All’epoca Lafarge, Tornquist aveva ingentilito anche il termoutilizzatore dell’Asm, la municipalizzata di Brescia. Da lì viene lo spunto. L’artista studia il suo progetto cromatico per Tavernola e alla fine il grigio del vecchio stabilimento lascia il posto ai toni pastello che ancora oggi colorano i volumi del ce- TAVERNOLA CLAUDIA MANGILI Prima interviene sui toni «da altre latitudini» - come li ha definiti il presidente della Comunità montana dei laghi Alessandro Bigoni - e si allinea: «Da noi non si usa, in ogni caso non ci intimidisce e infine il rispetto delle istituzioni è doveroso». Poi il presidente della Provincia, Matteo Rossi, entra nel merito: «La politica, quella locale come quella provinciale, non hanno dubbi: è riconversio- n n Non accettiamo ultimatum, i tecnici stanno lavorando, ma al lago serve un nuovo slancio» n Sanga: «Comparto ormai fuori dalla storia, si cominci a pensare a un’altra destinazione» TAVERNOLA Quando a fine anni ’90 il cemento tirava, soldi ne giravano parecchi e il cementificio era della Lafarge, i francesi insediano Gianfranco Bertoletti. Il direttore dello stabilimento di Tavernola è un appassionato d’arte. Ha carta più o meno bianca e «sente» la comunità dove Lafarge aveva avviato, insieme all’amministrazione comunale, un percorso di ripristino ambientale del complesso e l’operazione «ingentilimento» del comparto in riva al lago. Chiama Jorrit Tornquist. Austriaco, di stanza a Cisano, è un maestro del colore celebre a livello internazionale, le sue opere di «visual Nonna Rosa ha 103 anni Dalla Jamaica per la festa Endine Oggi a Piangaiano la grande festa per la decana. C’è anche il nipote Marino che arriva da Oltreoceano Sono 103 le candeline che la decana di Endine, Rosa Bianchi, spegne oggi nella sua casa di via Mendola a Piangaiano di Endine. A parte qualche «doveroso» acciacco, se la cava ancora bene, contando sull’aiuto di Nina. Per il resto reclama la sua indipendenza e non potreb- efJfznfTvwFqCVm3Efo8YINCTpcPaRjfeuWw80MNmQg= Rosa Bianchi, 103 anni oggi be essere diversamente, considerato che Rosa subito dopo la guerra, rimasta vedova del marito Luigi Bettoni, ha dovuto rimboccarsi le maniche per tirar su i figli Giusy e Rino. Nel 1943 ha aperto un rivendita di «sale e tabacchi» trasformandola in trent’anni in un negozio con una vasta gamma di articoli: lo storico negozio Bettoni è prima passato al figlio Rino e ora al nipote Corrado, che lo ha ampliato. Oggi, per il compleanno, figli, nipoti e pronipoti e pure il nipote Marino dalla Jamaica, dove si trasferirono a vivere i genitori Giusy e Onesto Maffessanti. «Se non fosse così lungo il viaggio andrei ancora a Ocho Rios», esclama Rosa con un grande sorriso. M. Fr. Lo storico stabilimento di Tavernola, da luglio 2016 di proprietà della CementirSacci ni, ma è il futuro di questo complesso industriale che è ormai assolutamente fuori dalla storia del territorio lago d’Iseo. Conosco bene la vicenda, so per contatti con il sindaco Filippo Colosio, che già oggi il cementificio utilizza, per la produzione, non più di un terzo dei capannoni e già per questi si può immaginare una nuova destinazione. Ed è chiaro qual è la destinazione, che nessuno ripeto nessuno può ignorare: non è più compatibile l’immagine del lago d’Iseo sulla home page del New York Times e un cementificio sulle sue sponde. Un cementificio, quando il boom della richiesta di produzione del cemento è ampiamente alle spalle». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Incontro in Regione «C’è margine per chiedere anche la Via» A proposito di valutazioni - che i tecnici della Provincia stanno facendo sulla documentazione prodotta da CementirSacci per ottenere l’Aia (e così bruciare Css nei forni) ieri gli amministratori di Tavernola hanno incontrato i tecnici del settore Ambiente della Regione: «Pare – spiega il vicesindaco Ioris Pezzotti – che ci sia margine per richiedere all’azienda la procedura di Valutazione d’im- patto ambientale per la partita dei Combustibili solidi secondari». E di questo si dovrebbe discutere nei prossimi giorni - la data non è ancora in agenda - quando Matteo Rossi il presidente, con i tecnici di Via Tasso farà il punto sulla vicenda insieme agli amministratori e ai tecnici del Comune di Tavernola. «Chiediamo anche a Regione Lombardia – conclude Rossi – di mettere a disposizione le competenze tecniche dei suoi per valutare, insieme, la documentazione prodotta dalla società. Ricordando, ancora una volta, che l’Autorizzazione integrata ambientale è materia dei tecnici. Non dei politici». mentificio. Ormai, per la verità, un po’ sbiaditi. In ogni caso, l’intervento di Tornquist valorizza lo stabilimento e lo catapulta nel mondo dell’arte. E siccome dopo The Floating Piers, va forte ai tavoli degli amministratori l’idea di progetti artistici attorno a cui continuare a far girare il nome del lago d’Iseo, serpeggia agli stessi tavoli anche l’idea di poter ospitare, un giorno, un contenitore dedicato all’arte magari negli spazi del cementificio di Torquist. «Sono visioni – commenta Ioris Pezzotti, vicesindaco di Tavernola –, ma perché no? Però va avviato il percorso di riconversione. Ed è quello, per ora, l’obiettivo». I colori di Jorrit Tornquist per il cementificio di Tavernola Virus nei pc, municipio bloccato per due giorni Solto Collina Attività amministrativa bloccata venerdì e lunedì per i computer in tilt. Da ieri problema risolto Picco di influenza… digitale a Solto Collina dove soltanto ieri sono tornati a funzionare a pieno regime gli uffici municipali colpiti, giovedì scorso, da un virus informatico che ha mandato in tilt il server e i computer dell’amministrazione comunale. Venerdì e lunedì era di fatto bloccata ogni attività: dal protocollo all’ufficio tecnico, dall’anagrafe alla ragioneria non è stato possibile, per i dipendenti del Comune, erogare alcun tipo di servizio ai cittadini. «È successo tutto giovedì scorso – ricostruisce il vicesindaco Tino Consoli – quando una nostra impiegata, avendo ricevuto una mail dal nostro tecnico, l’ha tranquillamente letta aprendo anche l’allegato che però si è rivelato un potente virus che ha mandato in tilt la rete informatica». Neppure un norma- C. Man. le antivirus è bastato a risolvere il problema: a Solto Collina è dovuto intervenire un tecnico specializzato che ha scollegato e smontato il server sottoponendolo poi a una bella ripulita. «Dei due giorni in cui il municipio è rimasto di fatto chiuso al pubblico abbiamo approfittato – aggiunge Consoli – per sistemare carte e documenti in archivio». Ieri i collegamenti sono stati ripristinati e i computer hanno ripreso a funzionare normalmente. Certo è che doveva però essere un virus bello… potente. Sulla home page del sito internet comunale campeggiava, ancora fino a ieri sera, la scritta «Chiusura temporanea uffici causa virus informatico». G. Ar.