21/10/14, Gazzetta dello Sport, Tutto l`ovale di

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21/10/14, Gazzetta dello Sport, Tutto l`ovale di
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LA DELLO SPORT
SPORT
LA GAZZETTA GAZZETTA DELLO
MARTEDÌ MARTEDÌ 21 21 OTTOBRE OTTOBRE 2014
2014
LA STORIA
Tutto l’ovale di Milano
Asr come amore, sostegno e rugby
Il campionato di Serie A, la solidarietà, un film. E ora si punta a un nuovo campo all’Idroscalo
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UN PERCORSO SPORTIVO A 360 GRADI 1
LA STORIA
DELL’ASR
Dal calcio alle mischie dei Saints
S
I primi passi
L’As Rugby
Milano nasce nel
1945, nel 1958
raggiunge il
migliore risultato
(2a in serie A,
dopo lo
spareggio­
scudetto perso
con le Fiamme
Oro), nel 1966
per mancanza di
soldi rischia di
sparire (viene
inglobata nel Cus
Milano)
La rinascita
Nel 1969
ricomincia con i
propri mezzi e la
propria filosofia,
nel 1971 la prima
squadra riparte
dalla serie C, nel
1974 viene
promossa in B,
nel 1980 in A
Oggi
Quest’anno la 1a
squadra disputa
la serie A da
neopromossa, la
seconda squadra
è in C, la terza
nel torneo
amatoriale della
Uisp. Poi ci sono
tutte le
giovanili, e da
poco è stato
aperto il
settore
femminile
I luoghi
Sede, segreteria,
palestra e club
house in via
Valvassori
Peroni 47,
Milano, zona
Lambrate. Per
informazioni:
www.asrmilano.it.
Per contatti:
segreteria@asru
gbymilano.it
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ABBIATEGRASSO
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L’ingresso del nuovo campo
1 Una squadra di ragazzini della As Rugby Milano che ha in totale 500 tesserati 2 Una mischia della squadra di Serie A 3 Di spalle, in maglia bianca detenuti del carcere minorile Beccaria allenati da giocatori della Asr MARCO PASTONESI
Soldi, ai giocatori, zero. Tanto per essere
subito chiari. Soldi, ai giocatori, zero, ma il resto
a volontà, a passione, a tutti. Una prassi antica,
un concetto anacronistico, uno stile tra il roman­
tico e il realistico. Che funziona.
Spirito Asr Milano. A sta per associazione, ma
anche per amore, s per sportiva, ma anche per
sostegno, r soltanto per rugby, e Milano per via
dell’origine, della sede, della storia, del campo: a
Città Studi. La prima squadra in serie A, di cui la
stragrande maggioranza dei giocatori — soldi,
zero — autoctoni, indigeni, cresciuti in casa, in
famiglia, in società, i bambini e i ragazzini cre­
sciuti, allevati e allenati a dare, una filosofia che
fa delle classifiche l’ultimo obiettivo, ma che fa
dell’educazione, dell’impegno, dello spirito quasi
un codice, una religione, uno statuto. Una diver­
sità. Ma che funziona. Cinquecento tesserati, fra
chi va in campo in maglia (biancorossa) e braghe
(bianche), in tuta (allenatori) o casual (dirigenti,
accompagnatori). Due giocatori stranieri, An­
drew Stead, neozelandese, terza linea, e Franci­
sco Lazcano, argentino, apertura, a rimborso­
spese. Un direttore tecnico, James Jowsey, neo­
zelandese, per dare linee di principio comuni. Lu­
ca Morisi e Simone Ragusi, azzurri da test­
match, cresciuti nell’As Rugby Milano. Attività, e
magari anche reclutamento, nelle scuole. Impe­
gno nell’Istituto di pena minorile Beccaria (dal
2007: la squadra si chiama Freedom Rugby, il
rugby della libertà) e nel Carcere di Bollate (dal
2013: i Barbari United, uniti per uscirne insie­
me). Campus estivo a base di musica e rugby nel
Centro di aggregazione giovanile Barrio’s, pre­
sieduto da Don Gino Rigoldi, nel quartiere Baro­
na, a Milano. Collaborazione con l’Associazione
L’amico Charly onlus, nel quartiere Dergano­Bo­
visa, a Milano. La club house vicino al Giuriati
«nuovo». E, in zona Fiera, un’officina da elettrau­
to trasformata in «tempio del rugby». Tutta roba
che funziona.
Idee E per i soldi? Ci si dà da fare. Rugby non
solo per imparare a vincere, ma anche per impara­
re a vivere, a saper stare al mondo, è una formula
che sempre si capisce, e che a volte si finanzia. L’As
Rugby Milano può contare sui partner Edison, Me­
diafriends onlus, Iveco e Meccanottica Mazza, e
sulle collaborazioni tecniche di Adidas e Clup Viag­
gi. Poi bisogna accendere, più che mutui, idee. L’ul­
tima è stata partecipare a un concorso della Voda­
fone: qual è il tuo desiderio e come la tecnologia ti
può aiutare a realizzarlo? Le idee più cliccate sa­
rebbero state finanziate. Sara Bonifazi non ha avu­
to dubbi e ha sfoderato una duplice risposta: aiuta­
re i ragazzi dell’As Rugby Milano a diventare gran­
di, e dare ai loro allenatori attrezzature moderne.
Sara ha provato a immaginare quali dotazioni dare
al club: dalle webcam per seguire i lavori di costru­
zione del nuovo campo al collegamento streaming
per accompagnare la squadra in trasferta; dal siste­
ma M2M per gestire energia elettrica, luce, cancelli
alla tecnologia Nfc al posto delle chiavi (per aprire
palestra, cancelli, magazzini…). E poi attrezzature
per una palestra che ora è solo uno scantinato, la
«wearable technology» applicata al rugby, con gps
Un campo da calcio
trasformato in un campo da rugby. Un sogno è diventato la realtà ad Abbiategrasso: il terreno di gioco di via Volta 5, battezzato nudamente Campo 5, dismesso e affidato a un bando di concorso, è stato aggiudicato dai Rugby Saints di Abbiategrasso, sistemato fra agosto e settembre e, domenica scorsa, inaugurato. Non è Twickenham, ma per i 180 tesserati dei Saints è ancora più bello. «Andiamo dagli under 6 fino agli Old passando per la prima squadra, che gioca nel campionato di C2, e senza trascurare il settore femminile — spiega Angelo Tosoni, presidente dei Saints abbiatensi —. Intanto lavoriamo con 30 scuole della zona per insegnare e diffondere il rugby nelle elementari e medie come alfabetizzazione motoria, e nelle superiori contro il bullismo nella società e la violenza nello sport». I tre comandamenti dei Saints — «sostegno, solidarietà, territorio» — vogliono essere le linee­guida del club: «Il rugby come stile di vita. Non esiste disciplina più educativa e formativa».
past
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che permettono di gestire e monitorare il lavoro di
preparazione atletica, o che s’indossano come ma­
glie e misurano scatti e placcaggi. Il bello è che, a
forza di inviti e preghiere, messaggi e passaparola,
la proposta di Sara è stata cliccata, premiata, in­
somma, ha funzionato.
Idroscalo Nel 1999 uscì un film, «Asini», in cui
c’era molto dell’As Rugby Milano, dagli autori (il
consigliere Giorgio Terruzzi, giornalista e scritto­
re) agli attori (l’allenatore Sergio Carnovali). Si
apriva con Claudio Bisio, maglia biancorossa, al
Giuriati «nuovo», che spiegava le regole­base ai
nuovi arrivati, e l’aria è sempre questa, semplice e
sorridente: «Prima di tutto: la palla. E’ ovale. Per­
ché? Perché sì, perché al mare ci sono le zanzare,
perché al casello c’è la coda, perché ci piacerebbe
fosse rotonda e invece è ovale. Bisogna tenerla co­
sì, con due mani, non così, ma così, e passarla al
compagno, come un regalo da porgergli, indietro.
Perché? Cazzo di domanda mi fate. Perché sì, per­
ché è una regola, che va rispettata, per dare un
vantaggio all’avversario, perché nel rugby bisogna
dare prima di prendere, ma intanto bisogna saper­
le prendere, ma questo è un altro discorso». Già, ci
sarebbero altri discorsi. Come la mancanza di
campi per tutto il rugby milanese, costretto a divi­
dersi e moltiplicarsi, anche a sommarsi e sottrarsi.
Ma adesso per l’As Rugby Milano c’è finalmente
anche un obiettivo raggiungibile: un nuovo cam­
po, all’Idroscalo, nel 2015. L’impegno è enorme. E
si cerca qualcuno (azienda, fondazione…) che ab­
bia voglia di crederci, spingere in mischia, insom­
ma: a come amore, s come sostegno, r come rugby.
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HOCKEY GHIACCIO STASERA C’È IL RENON IN TRASFERTA striscia di quattro successi
consecutivi ha fruttato la ma­
tematica qualificazione alla
Coppa Italia (i quarti di finale
sono in programma a fine no­
vembre) e catapultato il Mila­
no sopra la “linea” del sesto
posto: «Rimanerci — prosegue
Curcio — è il prossimo obietti­
vo. Al termine della prima fa­
se, sei squadre partecipano al
Master Round, garantendosi
una corsia preferenziale ai
playoff». Il cammino riprende
stasera sul ghiaccio dei cam­
pioni d’Italia del Renon (inizio
della gara alle 20.30, www.ra­
dioblabla.org) per l’anticipo
della 18a giornata: «Queste sa­
ranno le due settimane più du­
re, con sei gare ravvicinate. Il
roster non è molto profondo e
perderemo Lutz per squalifica
(la stangata è in arrivo, ndr).
Dobbiamo stringere i denti.
Tattica e rigore, così Curcio
ha rimesso in moto i rossoblù
Il coach del Milano
sul buon momento
dei suoi uomini:
«Si migliora soltanto
lavorando sodo»
GIORGIO PRANDO
Guai ad abbassare la
guardia. Con Pat Curcio non è
proprio possibile. Le sue urla
baritonali, in puro slang italo­
americano, scandiscono l’alle­
namento di ogni giorno. Non è
un sergente di ferro, ma nem­
meno la balia dei giocatori. Chi
dà il massimo, riceve in pro­
porzione. E la sua cura ha rige­
nerato alcuni musi lunghi, che
nelle passate stagioni faticava­
no a esprimere a pieno il loro
potenziale. «Qui ci sono gioca­
tori che possono tornare nel gi­
ro azzurro», spiega il tecnico
del Milano. «Si migliora solo
con il lavoro, non ci sono segre­
ti».
Obiettivi E i rossoblù miglio­
rano di partita in partita. La
Il coach di Milano Pat Curcio, 41 anni
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le vittorie
consecutive di Milano,
contro Gardena, Appiano,
Egna e Cortina
Poi, dopo la pausa, rientrerà
Terzago, un giovane su cui
punto molto». Il gruppo è coe­
so, il sistema di gioco assimila­
to: abolito il disco in angolo e
pedalare, si cerca di fare la
partita. In fase di non posses­
so, niente attendismi, gli av­
versari si stanano in uscita di
zona. Quando poi riparte il tri­
dente della prima linea, ci si
diverte. Caletti centro, Fonta­
nive e Vallorani ali: la chimica
funziona. E fioccano i gol: ad­
dirittura cinque in inferiorità
numerica, una specialità della
casa.
Vallorani superstar Vallorani
è letteralmente esploso, atti­
rando l’attenzione degli scout
internazionali. Venti punti in
nove partite, conditi da giocate
da fuoriclasse alla velocità del­
la luce: «Sta diventando famo­
so — sorride Curcio —. In Ame­
rica l’ho affrontato spesso e co­
noscevo il suo potenziale. Ma
l’adattamento all’hockey euro­
peo è sempre un’incognita. Di­
rei che Vallorani non ha avuto
grossi problemi. Se resta qui
due anni, finisce dritto in Na­
zionale». In effetti, si potrebbe
già fare un pensierino alle pro­
poste di rinnovo contrattuale.
Va bene Vallorani, ma si comin­
cia dal manico. Che è Curcio. E
ha già convinto tutti.
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