Erano le due del mattino, mentre tutti dormivano. Una piccola luce
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Erano le due del mattino, mentre tutti dormivano. Una piccola luce
Erano le due del mattino, mentre tutti dormivano. Una piccola luce sfrecciava nel cielo notturno. Qualsiasi persona l’avesse vista avrebbe immediatamente capito di cosa si fosse trattato. Non era una stella cadente, un uccello o una macchina volante. Era la luce del mana di un incantesimo di volo, di un praticante di magia. Una donna dai capelli neri che vestiva un lungo, lussurioso cappotto tagliò l’aria gelida. Il sudore sulla sua bianca guancia scorreva fino a volare via come in una sorta di nebbia, mostrando un’espressione tesa dovuta al freddo di quella notte. Un simbolo argenteo brillava dalla tasca del suo lungo cappotto. Il simbolo ritraeva un serpente con una mela in bocca, avvolto intorno a una doppia croce. Coloro che erano noti come Maghi Neri avevano scelto di indossare quel simbolo. Una piccola mano spuntò dal cappotto e iniziò a giocare con il ciondolo. La donna stava tenendo un bambino. Mentre lo calmava con una mano, si guardò alle spalle. Volare senza emanare mana era impossibile, quindi avrebbe rilevato una presenza se fosse stata inseguita. E così fu. Il suo volo stava emanando ancora una grande quantità di mana intono a lei, qualunque inseguitore sarebbe riuscito a vederla anche da lontano. “Devo soltanto impedire loro trovare questo bambino” mormorò. Cercando di passare inosservata, atterrò nell’oscurità prima di raggiungere la sua destinazione. Mentre si trovava ancora in aria, vide attraverso una strada, oltre la foresta, una piccola città. Era inesperta di quella terra, ma dalla struttura degli edifici, e dal simbolo inciso sui cancelli della città, sapeva che quel posto avrebbe soddisfatto le sue esigenze. Il paese era immerso nel silenzio. Probabilmente aveva poche centinaia di abitanti, ma la chiesa vicino all’entrata era abbastanza grande e probabilmente avrebbe avuto le strutture necessarie ad effettuare un battesimo. Il bambino doveva essere battezzato, non importa con cosa. Fortunatamente, il dio principale lì era Ko Ro. La dottrina primaria della setta era un amore incondizionato verso il prossimo. Il posto perfetto dove lasciare il bambino. Quando la donna rifletté sul fatto di lasciare il bambino in quel posto, una sensazione di sollievo affiorò in lei. Lo avrebbe lasciato a loro, quel bambino in cui erano riposte così grandi speranze, in un posto migliore. “Io prego affinché tu rimanga al sicuro. E che avrai la forza necessaria per compiere il tuo destino.” Mentre cantava queste parole come una preghiera, si tolse il cappotto, avvolse il bambino in esso e lo appoggiò delicatamente davanti alla porta. “Sei la nostra speranza.” Mentre si allontanava da quella chiesa, si voltò un’ultima volta verso il bambino. I suoi occhi erano quelli di una madre preoccupata per il suo bambino. Tuttavia… “!” La sua espressione cambiò nell’istante in cui realizzò il suo sbaglio e voltò il suo sguardo sul sentiero davanti a lei. La ragione del suo sbaglio erano gli occhi del bambino, che erano completamente visibili al buio. Il bambino non piangeva; stava guardando dietro di lei. Una chiara espressione poteva essere letta nei suoi occhi, che non si addicevano a quelli di un bambino di un anno. —Tutto questo è colpa mia… Questo era quel che il suo sguardo diceva con chiarezza. “Il tuo destino potrebbe essere diverso da quel che ci aspettiamo… Non che adesso sia quello che volessimo…” Sussurrò la donna a se stessa mentre scompariva nella foresta. Quel bambino spaventosamente maturo guardò il cielo e si chiese il motivo per cui fosse stato abbandonato. Passarono dieci anni da quel giorno. Il bambino che fissava le stelle era diventato un ragazzo che fissava perplesso il cielo di mezzogiorno. Questo ragazzo si chiamava Akuto e aveva una personalità complicata. Era un ragazzino perspicace che realizzò di aver raggiunto il suo picco mentale all’età di 5 anni. Una volta vide la sua insegnante dell’orfanotrofio controllare il programma dei bambini di quel giorno e la sconcertò chiedendo: “Impazziresti se non seguissimo quel che c’è scritto? Devi supervisionarci perché siamo deboli?”. Durante un viaggio, scalò una montagna e tirò fuori il bento (un contenitore per il pranzo giapponese) che era più bello di quelli normalmente forniti. Mentre mangiava, realizzò che non avrebbe mai ricevuto nulla di più lussurioso, finché fosse rimasto all’orfanotrofio. Era grato per tutte le benedizioni che gli facevano, anche se lui non aveva mai fatto nulla per nessuno, ma realizzò che non avrebbe mai ricevuto nulla di più se non avesse iniziato ad impegnarsi per il bene degli altri. Akuto trascorse pacificamente il suo tempo all’orfanotrofio. Era un ragazzo difficile da tenere a bada, ma aveva un forte desiderio di non disturbare gli altri ed essere una brava persona in tutti gli aspetti. Di tanto in tanto faceva qualche stupidata, ma nulla che causasse gravi incidenti. Tuttavia, quando aveva 10 anni, a metà delle scuole elementari, una famiglia decise di adottarlo e avrebbe dovuto lasciare, a malincuore, l’orfanotrofio. Una nuova ragazzina, circa della sua stessa età, arrivò all’orfanotrofio e prese il suo posto. Non aveva nulla ma piangeva. Era normale per una bambina che veniva mandata in orfanotrofio a causa della morte dei suoi genitori. Akuto si fermò quando la vide. Nessuno venne a salutarlo all’ingresso nonostante fosse il suo grande giorno. Si rese conto che il motivo era che le attenzioni di tutti erano rivolte a quella ragazza. Gli insegnanti confortarono la ragazzina come avevano sempre fatto. Non era nulla di speciale ma erano esperti in questo e conoscevano il miglior modo per farlo senza ferire i suoi sentimenti. Le parlarono gentilmente e provarono a farla giocare con diversi tipi di animaletti. Quelle parole superficiali tendevano a funzionare meglio di quelle di qualcuno che parlava con il cuore in mano. Akuto aveva imparato da tempo, a causa di un paio di esperienze, che con la sua personalità non poteva fare a meno di trovarlo sgradevole. Tuttavia, alla fine si accorse che quella ragazzina non era una bambina normale. Anche prendendo un giocattolo, dopo un piccolo interesse tornava a piangere ancora una volta. Akuto decise che avrebbe dovuto porre fine alle sue lacrime. Aveva preso in prestito una valigia che avrebbe riportato all’orfanotrofio dopo aver trasportato le sue cose. Quindi la lasciò davanti alla porta prima di andare al quartiere commerciale in centro città. Entrò nell’unico negozio di gioielli e comprò un ornamento per capelli con i soldi che aveva ricevuto per le sue spese di soggiorno, e tornò all’orfanotrofio. La ragazza stava ancora piangendo e gli insegnanti erano chiaramente frustrati. Akuto passò attraverso i docenti e si accovacciò davanti alla bambina, le tirò su i capelli e le alzò la testa. Gli insegnanti scandalizzati lo rimproverarono, ma lui senza dire una parola le mise il gioiello davanti agli occhi. Le ci volle un po’ di tempo prima di capire cosa stesse accadendo ma, inaspettatamente, smise di piangere. I suoi rotondi occhi, rossi per il pianto, guardano perplessi Akuto. Ogni volta che li strofinava con le sue tonde mani, i pochi ciuffi rimasti in piedi sulla sua testa tremavano. I suoi capelli erano di un rosso acceso, era come guardare delle tremolanti fiamme. Ogni ragazzina della sua età era carina, ma il suo viso gli faceva pensare che avrebbe avuto quello sguardo giovanile anche una volta cresciuta. Akuto guardò da un’altra parte e mise il gioiello nelle sue mani. Lei non oppose resistenza ma lo guardò con sguardo spaventato quando notò che nel gioiello ad occhio di uccello vi erano delle decorazioni di capelli argentati. Anche un bambino poteva dire che era vero. Quello non era, ovviamente, qualcosa che un bambino avrebbe potuto possedere. Continuando a non guardare la ragazza, Akuto disse all’insegnante di assicurarsi che nessuno lo rubasse perché era molto costoso, e disse alla ragazza di non darlo agli insegnanti neanche per un attimo. “Gra-Grazie.” Disse la ragazza con voce spaventata, mentre guardava avanti e indietro tra Akuto e l’ornamento. Si stava comportando come se avesse avuto un esplosivo in mano. “Me ne sto andando, così potrò lavorare. Non ho bisogno di soldi che mi vengano dati senza fare nulla. Lo puoi vendere per farci dei soldi quando andrai via di qui anche tu, oppure lo potrai tenere. E’ tuo adesso. Ma ti voglio ricordare questo: è qualcosa di semplice ricevere un regalo da qualcuno e smettere di piangere. Dato che hai smesso solo con qualcosa di costoso, potresti diventare una ragazza veramente sorprendente. Verrai probabilmente presa dal Re Demone.” Detto questo, Akuto tornò alla valigia e si mise il lungo cappotto che finalmente poteva indossare senza che toccasse terra. “Dove stai andando?” chiese la ragazza. “Me ne sto andando da qui.” “Aspetta. Potremmo diventare amici.” “Questa è una vergogna. Ma credo che dovrai restare qui solo per pochi anni. Se non ti sbarazzerai di quel gioiello, ti riconoscerò. Potremmo incontrarci ancora, un giorno. Addio.” E Akuto fece il suo primo passo fuori dall’orfanotrofio senza aspettare una risposta dalla ragazza. Passarono altri cinque anni. Entrò nella famiglia di un comune cavaliere. Era normale per un cavaliere accettare un orfano, così Akuto venne accolto adeguatamente. Il che gli rese facile vivere lì, ma si accorse velocemente che creava anche una tensione difficile da sopportare con i suoi genitori adottivi. Questa atmosfera e il carattere di Akuto resero i suoi cinque anni lì un periodo difficile. Ogni giorno, avrebbe dovuto alzarsi prima dell’alba per consegnare il latte, lavorare al caffè dopo scuola e studiare la notte per passare gli esami di ammissione. Akuto diventò quel tipo di ragazzo che qualsiasi ragazza della sua età non poteva fare a meno di notare, ma i suoi impegni e la sua personalità lo resero praticamente inavvicinabile. Durante i suoi anni di scuola media, non ebbe mai una storia con una ragazza nè tantomeno degli amici. Ogni volta che una ragazza disegnava il suo bel viso, lui le diceva: “Le persone non dovrebbero fare preferenze nelle loro relazioni con gli altri ed entrare in un particolare rapporto con una persona, perché si creerebbero inevitabilmente delle discriminazioni. Non posso andare d’accordo con tutti e per qualche motivo mi sento frustrato quando vedo qualcun altro andare d’accordo con una bella ragazza. Tuttavia, ritengo che sia sbagliato che io stesso vada d’accordo con quella ragazza per nessun’altra ragione se non di liberarmi di quella frustrazione. Che ne pensi?” Per ogni ragazza delle scuole medie era difficile da capire un ragazzo che parlava di tali preoccupazioni con loro e i ragazzi non volevano fare amicizia con qualcuno che parlasse così alle ragazze. Ovviamente, non sarebbe stato possibile fare nulla con quel carattere, ma aveva un motivo per vivere il tipo di vita che stava vivendo. Per la scuola superiore, Akuto avrebbe voluto frequentare la prestigiosa National Constant Magic Academy, per diventare un Mago Nazionale certificato. Quella scuola offriva borse di studio e lui aveva bisogno di una di quelle per frequentarla. Questo periodo buio della sua vita senza amici sarebbe continuato, ma se si fosse visto diventare un Mago Nazionale certificato ne sarebbe valsa la pena. I Maghi Nazionali di alta classe erano indubbiamente gli unici a gestire il Giappone. In quella società, appena passato l’anno 3000 CE, il cuore del governo era composto unicamente da quei Maghi Nazionali di alta classe. Solo loro non erano vincolati da restrizioni sull’uso della magia e lavoravano in svariati campi. La ragione per cui Akuto desiderava diventare un Mago Nazionale era di aiutare la società e servire le persone. Poteva essere un po’ polemico, ma fondamentalmente era una brava persona. Questo grazie al suo forte desiderio di aiutare il prossimo che aveva acquisito attraverso la sua educazione in orfanotrofio. E finalmente, il giorno in cui venne ammesso in quella scuola arrivò. Akuto saltò dalla gioia. Una volta accettato, potè accedere ai dormitori. E grazie alla borsa di studio ottenuta, riuscì finalmente a lasciare indietro la sua vecchia vita e iniziarne una nuova. Akuto credeva che sarebbe rinato completamente in questa nuova parte della sua vita. E questo fu proprio quel che accadde. Tuttavia, accadde in un modo che non avrebbe mai immaginato.