Focus su Elbasan Settembre-Dicembre 2005

Transcript

Focus su Elbasan Settembre-Dicembre 2005
INTERREG III A ITALIA-ALBANIA
2000-2006
“BiblioDoc-Inn”
Focus su Elbasan
Albanologia – Le attività giovanili
Settembre - Dicembre 2005
Redazione
Indice
INTERREG III A ITALIA - ALBANIA
Redattori: Steliana Sinani, Ornela Bardhi, Alba Abazi, Manola Lleshanaku
Traduttore: Marsida Jashari
Elaborazione digitale: Valter Messore
Direttrice della Biblioteca Pubblica di Elbasan “Qemal Baholli”: Drita Cankja
Affiancamento consulenziale: Paola Grimaldi
Partner: Cooperativa Servizi Culturali Ninive
Un ruolo importante nella beneficenza di Elbasan è rappresentato dal nome del commerciante
Nazif Baholli, il quale ha reso onore alla propria persona con il prezioso dono che ha fatto alla
città di Elbasan, la grande biblioteca. La città di Elbasan della Normalia, con allievi e
insegnanti, in quel momento aveva bisogno immediato di una biblioteca e questo lo ha reso
possibile il nobile commerciante, il quale ha saputo riconoscere il valore dell’insegnamento e
della cultura. Questa biblioteca pubblica è stata battezzata con il nome del figlio “Qemal
Baholli”. I suoi fondi all’inizio contavano circa 1000 volumi.
Indice
Biografie e bibliografie analitiche di Letteratura albanese per ragazzi
Il fondo biblioteconomico utilizzato per l’elaborazione di questo materiale appartiene alla
Biblioteca “Qemal Baholli” di Elbasan.
INTERREG III A ITALIA - ALBANIA 1
“Promozione e sviluppo di modelli innovativi di cooperazione tra le biblioteche e centri di
documentazione italo-albanesi”
“BiblioDoc-Inn”
Asse IV – Misura 4.1 – Azione 4 – Sub Azione 4.1
Finanziato dall’Unione Europea, il progetto concretizza la cooperazione istituzionale delle
biblioteche italo-albanesi. Il progetto promuove modelli di cooperazione transnazionale, crea
possibilità di conoscere le due culture e di integrare le biblioteche albanesi con quelle europee. A
questo progetto partecipano oltre alla Biblioteca del Consiglio Regionale della Puglia “Teca del
Mediterraneo”, quale Partner Project Leader, la Biblioteca Nazionale d’Albania, la Biblioteca
pubblica di Elbasan “Qemal Baholli” e la Biblioteca pubblica di Shkodra “Marin Barleti”.
•
•
•
•
•
Gli obiettivi del progetto sono:
Accesso all’informazione a beneficio di tutti i cittadini, garantito dalla Unione Europea;
Agevolazione del processo d’integrazione europea tramite un’ informazione precisa sulle
problematiche dell’Unione con particolare interesse per la cooperazione transfrontaliera;
Riduzione del “digital divide” tramite la diffusione della tecnologia infotelematica
nell’amministrazione pubblica a beneficio delle zone meno sviluppate;
Promozione della conoscenza del patrimonio biblio-documentale, in particolare quello di
valore culturale;
Modernizzazione dell’amministrazione, miglioramento qualitativo del management e dei
servizi offerti al pubblico.
Per raggiungere questi obiettivi, il progetto prevede fra l’altro la realizzazione di un programma per
la redazione di bollettini tematici periodici bilingue in formato elettronico da consultare on line
all’indirizzo www.bcr.puglia.it/pem/bibliodocinn.htm, ma anche in formato cartaceo adeguato ai
servizi tradizionali delle biblioteche partecipanti al progetto; inoltre prevede anche la realizzazione
di un programma di redazione di schede catalografiche riguardanti le pubblicazioni professionali
per i bibliotecari.
1
Nelle due giornate di lavoro tenutesi a Bari nei giorni 11-12 ottobre 2001, organizzate nell’ambito del programma
Interreg II Italia-Albania, misura 7.1 emerse la grave situazione delle biblioteche pubbliche albanesi. Il modo più sicuro
ed efficace per lo sviluppo della cooperazione e per migliorare la gestione bibliotecaria è il coinvolgimento diretto di
alcune delle biblioteche pubbliche e centri di documentazione albanesi quali strutture-pilota.
Biografie e bibliografie analitiche di
letteratura albanese per ragazzi
Kostandin, Kristoforidhi
K. Kristoforidhi è nato nella città di Elbasan nel 1827 dove ha frequentato i primi anni scolastici.
Ha frequentato il liceo a Janine, presso la scuola “Zosimea”, dove in seguito hanno studiato Naim e
Sami Frashëri. Dopo il liceo ha lavorato come insegnante di lingue classiche nelle scuole di Tirana.
In seguito ha seguito un corso (seminario) a Malta e poi è stato nuovamente insegnante ad Elbasan,
Tiranë, Kavajë, Durrës, Krujë e Peqin. Negli anni successivi è andato ad Istanbul, dove è rimasto
fino al 1872. Per un po’ di tempo ha lavorato anche a Tunis e dopo è ritornato in patria. Mettendosi
in contatto con gli altri rinascimentali, ha creato un alfabeto (l’Alfabeto d’Istanbul) ed ha scritto i
primi libri in lingua albanese per le scuole. Nel 1867-1868 Kristoforidhi ha elaborato gli abbecedari
albanesi intitolati “Abbecedario in albanese” (dialetto gege) e “ Abbecedario in albanese” (dialetto
tosco). Il patrimonio lasciato da Kristoforidhi include venticinque opere, una parte delle quali sono
originali e le altre traduzioni. Tra esse si trovano anche libri religiosi come “Le parole sagge di
Salomone” ecc. Di particolare importanza sono la “Grammatica della lingua albanese” scritto in
dialetto tosco a Costantinopoli nel 1882 ed il “Dizionario della lingua albanese” scritto ad Atene nel
1904, che è stato ripubblicato nel 1961 dal prof. Aleksandër Xhuvani con il titolo “Dizionario
albanese-greco”. Dato che non esistevano testi scolastici in lingua albanese, Kristoforidhi stesso ha
scritto brani in prosa e qualche poesia. Questi sono “Le due capre” (favola), “La piccola stella nel
cielo” (poesia) ecc. Quest’ultima è stata pubblicata nell’“Abbecedario” del 1872. Quest’anno viene
indicato come quello dell’inizio della nostra letteratura per bambini. Ma l’opera più significativa e
di valore di Kristoforidhi è “La preda dei montanari”. Kostandin Kristoforidhi è deceduto in patria
nell’anno 1895 e secondo la sua volontà è stato seppellito nella Chiesa di Shijon.
Guranjaku, Qamil
Lo scrittore Qamil Guranjaku è nato ad Elbasan nel 1914 e vi ha frequentato le scuole medie. Dopo
la scuola pedagogica per alcuni anni ha lavorato come insegnante (1933-1943). Fin dai tempi del
liceo ha cominciato ad occuparsi di letteratura. Ha pubblicato una parte delle sue creazioni sui
quotidiani e sulle riviste dell’epoca. Dopo l’occupazione fascista del paese, Qamil Guranjaku si è
unito ai combattenti per la libertà ed è stato uno dei comandanti della diciassettesima brigata
d’assalto. Anche se nelle condizioni peggiori, durante la guerra non ha mai abbandonato la penna ed
ha scritto molti racconti, poesie ecc., sul coraggio e l’eroismo dei suoi compagni. Dopo la
liberazione Qamil ha lavorato come caporedattore del quotidiano “Luftetari” e dopo presso il
Ministero dell’Educazione, dove si è occupato della preparazione dei testi scolastici. Nella metà
degli anni ’40 fino all’inizio degli anni ’50 nella nostre scuole si lavorava con le antologie preparate
da lui. Qamil Guranjaku è morto molto giovane, nel 1949, e nella sua vita ha pubblicato soltanto un
libro intitolato “I miei fiori” (1944). In cui ha raccolto tutte le sue opere per un pubblico di adulti.
Dopo la sua morte, a cura dello scrittore Moisi Zaloshnja, sono state pubblicati due libri: “Dieci
giorni senza pane” (raccolta di racconti per bambini) e “Le giovani coccinelle” (raccolta di poesie
per bambini).
Shuteriqi, Dhimitër
È nato a Elbasan nel 1915. Ha frequentato la scuola elementare ad Elbasan e Korça dove ha
concluso anche le medie ed il liceo, mentre gli studi universitari di giurisprudenza e filosofia li ha
compiuti a Grenoble e Lione in Francia. Ha lavorato come professore universitario ed è stato per
molti anni a capo della Lega degli scrittori e degli artisti albanesi. Ha cominciato ad occuparsi di
letteratura fin dagli anni ’30. Si può trovare il suo nome nei periodici letterari, scientifici e
pubblicistici con numerosi racconti, novelle, romanzi, studi, saggi, testi scolastici di letteratura ecc.
Fin dagli anni ’30 è stato collaboratore di numerosi quotidiani e riviste come “Il Nuovo Mondo”,
“ABC”, “Rinascimento”, “Iliria”, “La Nazione”, “Drita”, “Novembre”, “Studi filologici” e persino
delle riviste per bambini. Ha scritto per gli adulti ed i piccoli, in poesia e in prosa ed ha pubblicato
decine di scritti letterari tra i quali possiamo citare: “Le canzoni della prima gioventù” (poesie,
1935), “Canzoni” (poesie, 1936), “Ptoleme” (poema, 1944), “I liberatori” (romanzo, 1952 prima
parte - 1954 seconda parte), “Canzoni della miniera” (racconti, 1968). In campo scientifico,
letterario ed artistico ha pubblicato molti libri come: “La metrica albanese” (1947), “La nuova
letteratura albanese” (1950), “Antologia della letteratura albanese” (1955), “Scritture albanesi 13321850” (1965), “Autori e testi” (1977), “Su Barleti e altri scritti” (1980), “Naim Frashëri vita e
opere” (1982), “Marin Beçikemi e altri scritti” (1987) ecc.
Per i piccoli lettori ha pubblicato raccolte di racconti: “Gurnecka” (1957), “Racconti scelti per
bambini” (1975), “60 racconti in uno” (1979), “Quando la luna correva tra le nuvole” (1982).
Cerma, Behxhet
È nato ad Elbasan nel 1925, dove ha frequentato le scuole ed il liceo pedagogico. Ha partecipato
alla Guerra di liberazione nazionale. In seguito ha studiato come ufficiale nell’ex Unione Sovietica
ed ha lavorato nell’esercito e come insegnante. Ha cominciato a scrivere all’inizio degli anni ’50 per
i piccoli e per gli adulti. Sempre in questi anni ha pubblicato due libri: “Il risveglio militare” (poesie
per adulti, 1956) e “La danza delle formiche” (poema drammatizzato per i bambini, 1959).
Ceka, Hyjni
È nato ad Elbasan nel 1932, in una famiglia di tradizione patriottica ed ha frequentato la scuola
elementare media pedagogica nella sua città natale. Ha proseguito gli studi di lingua e letteratura
albanese presso la Facoltà di Storia e Filologia dell’Università di Tirana. Ha lavorato come
insegnante nella campagna di Kurvelesh e nella città di Elbasan. Ha cominciato ad occuparsi fin da
giovane di letteratura ed ha collaborato con i quotidiani dell’epoca come “La voce della Gioventù”,
“Shkumbini”, “Fatosi”, “Pioneri”, ecc, con delle opere in prosa.
Ha pubblicato tre libri per bambini in prosa: “Orizzonti elettrificati” (racconti, 1969), “La musica
della vita” (racconti, 1973) e “La gioia delle sorelle” (racconti, 1978). Vive ad Elbasan.
Dakli, Bardhyl
È nato nella città di Elbasan nel 1934, e vi ha frequentato la scuola elementare e media pedagogica.
Ha frequentato l’Università a Tirana col corso di Lingua e letteratura albanese ed ha lavorato come
insegnante fino alla pensione. Ha pubblicato un libro per bambini: “Come il piccolo Fishko è
rimasto senza coda ” (favole 1990). Vive ad Elbasan.
Tapia, Skënder
È nato nel 1935 a Elbasan dove ha frequentato la scuola elementare mentre ha continuato il liceo a
Tirana presso la Scuola Pedagogica “17 novembre”. A Tirana ha continuato con il biennio di lingua
e storia. Dopo ha lavorato come insegnante e come direttore della Casa dei Pionieri (oggi Centro
Culturale dei Bambini) ad Elbasan. Oramai sono due anni che ha perso la vista e continua
comunque a lavorare con pazienza e tenacia ed ha pubblicato alcuni libri per bambini, tutti di
poesie: “Ti abbiamo nel cuore” (1972), “Vicino al cuore” (1973), “Vieni Rondine” (1974), “Sii
felice” (1975), “Ridono i bambini” (1977), “Come i partigiani” (1979) e “Canto per voi” (1984). Ha
scritto anche alcuni testi teatrali per bambini per il teatro dei burattini, molti testi di canzoni come
“La nostra lingua così bella”, “Quando canto per te madre”, ecc. che hanno avuto successo. Vive ad
Elbasan.
Meksi, Thanas
È nato ad Elbasan nel 1938, dove ha frequentato la scuola elementare e media. In seguito ha
studiato geografia all’Università di Tirana. Ha lavorato come direttore in diverse scuole, come capo
sezione dell’educazione ad Elbasan, presso l’Istituto di studi pedagogici a Tirana, come direttore
della Casa della cultura sempre ad Elbasan e come consigliere per la cultura del Municipio di
Elbasan. Ha pubblicato alcune brochure sul noto cantante Isuf Myzyri e sui i costumi popolari della
città di Elbasan. Per i bambini ha pubblicato nel 1982 il racconto illustrato “Dafina shpatarake”.
Vive a Tirana.
Karadaku, Shefki
È nato nel 1941 nella città di Elbasan dove ha frequentato la scuola elementare ed il liceo. Ha
proseguito gli studi universitari presso la facoltà di Storia e Filologia a Tirana per la lingua e
letteratura albanese. Ha lavorato come redattore per diversi quotidiani e riviste. Adesso è il
proprietario di una casa editrice privata a Tirana, la “Glob”. Si è occupato di letteratura fin da
giovane ed ha pubblicato alcune opere in poesia e in prosa: “Melodie di Shkumbin” (poesie, 1968),
“Le prime strade” (1973), “La terra degli antenati” (1985) ecc. Per i più piccoli ha pubblicato il
poema “Sokol Marini” (1974). Vive a Tirana.
Bishqemi, Astrit
È nato nella città di Elbasan l’otto luglio 1943. Dopo il liceo ha seguito gli studi di matematica e
fisica presso l’Istituto Pedagogico di Scutari e gli studi universitari di lingua e letteratura albanese.
Ha lavorato come insegnante in diverse scuole elementari della sua città, a Librazhd, Peqin ed
anche come redattore del quotidiano locale “Shkumbini”.
Fin dall’anno 1981 insegna letteratura per bambini nell’Università “Aleksandër Xhuvani” Elbasan
(all’inizio come assistente).
È autore di alcuni testi scolastici per la scuola elementare e per l’Università.
È “Insegnante Emerito” e Prof. As. Dott. in scienze filologiche.
Ha pubblicato la sua prima opera nella rivista “Fatosi” nel 1959. In seguito si è dedicato totalmente
alla letteratura per bambini, pubblicando questi libri:
Romanzi: “Con lo sguardo in alto” (1986), “Un viaggio straordinario” (fantascienza, 1987), “Figlio,
amore mio!” (1999), “I vestiti delle rondini” (2003), “Cronaca di un carro armato” (2004).
Novelle: “Gjoksshkëmbi” (1972), “Il partigiano fotografo” (1980), “Un’estate piena di eventi”
(1981), “Racconti su una madre coraggiosa” (1974), “Oltre il cortile assolato” (1978), “L’epitaffio
furbo” (1994), “La prigione di vetro” (1995).
Volumi di racconti: “Compiti” (1974), “La chiave del deposito” (1976), “La pelliccia della terra”
(1977), “Fidani i dardhes” (1978), “Il piccolo intagliatore di legna” (1978), “Il coraggio” (1985), “I
denti del lupo” (1996), “Quando ho cominciato a scrivere” (1997), “Il sacco vivo” (1998), “Nonni e
nipoti” (2001), “Le babbucce per il principe Pisson” (2003).
Volumi di favole: “Il libro strappato” (1984), “Ali Babà e i 48 ladri” (1993,2003), “Aneddoti e 300!
...sorrisi quanti?” (1996), “La mia casetta” (2003), “Il gatto con il cellulare” (2004), “Dal diario di
uno scrittore per bambini” (2005).
Bishqemi, Astrit
“La prigione di vetro”
La novella “La prigione di vetro” è stata scritta in base ad un fatto molto semplice e interessante. In
una campagna perduta tra le montagne, un insegnante ha messo una grande mela cotogna in un vaso
di vetro. Chi lo vede si stupisce di questa “meraviglia”. Questo trucco comincia a preoccupare i
rappresentati dello stato che si danno delle arie. Nella scuola arrivano i gendarmi e poiché non
riescono a capire “la stranezza” chiamano il loro comandante. Pian piano l’oggetto misterioso arriva
fino ai funzionari più importanti del regno ed infine anche al Re. Lui riflette molto, ma inutilmente.
Allora durante una festa a palazzo, dopo aver cenato, il Re fa vedere il vaso agli invitati e chiede a
loro la soluzione dell’enigma. Così il vaso passa di mano in mano come l’uovo di Colombo. E la
gente illustre del regno propone le proprie soluzioni, caratterizzate da mediocrità. Vi sono inoltre
situazioni comiche che divertono il lettore e lo fanno ridere. Ma l’enigma rimane sempre un
enigma. Allora il Re curioso chiama il semplice insegnante dalla lontana campagna, il quale spiega
tutto.
Bishqemi, Astrit
“Figlio amore mio”
Il romanzo “Figlio amore mio” ha come eroe principale un allievo della settima classe, Rubini. Gli
amici gli fanno uno scherzo e lo accusano di essere un ladro. Il ragazzo, che è molto sensibile, per
un attimo perde i sensi. Durante la visita medica il bambino risulta malato di cuore e gli viene
consigliato di stare a riposo, di non giocare a calcio con gli amici e di stare attento alle forti
emozioni. Durante i primi giorni il bambino e diventa pessimista nei confronti della vita e perde
interesse per la scuola. Ma gli amici lo riavvicinano alla loro vita gioiosa ed al gioco e così Rubini
dimentica la malattia. Durante la seconda visita dal dottore Rubini risulta guarito e gli viene
consigliato di condurre una vita normale. Questo è semplicemente il soggetto dell’opera, mentre
vengono narrati anche tanti eventi che accadono nella scuola, in città e nelle famiglie dei
protagonisti dell’opera che è ambientata negli anni 1990-93 al tempo della transizione democratica
in Albania.
Bishqemi, Astrit
Per un bicchiere di tè. Elbasan : Sejko, 2004. – 59 p. ; 17 cm.
In ogni capitolo di questa novella è raccontata la stessa storia. Abbiamo a che fare con un’opera
letteraria di valore didattico. È un genere di racconto che in ambito musicale si chiama “variazione
su di un tema”. Una semplice favola, un semplice soggetto compare in tutti i capitoli in forma
artistica, così che l’opera assume si la forma di una novella, specificatamente di una novella
didattica. La storia viene osservata da punti diversi dal punto di vista della composizione e vengono
impiegati diversi registri linguistici: semplici, comuni ed elevati. La narrazione da parte dell’autore
è assente e la storia è raccontata da personaggi diversi. Nel primo capitolo la storia viene vissuta da
un personaggio al tempo presente. Nel secondo capitolo si passa al racconto fatto ad un giornalista e
viene usato il passato prossimo. Nel terzo capitolo entra in gioco un personaggio che racconta al
presente con tanta emozione. Il quarto capitolo comincia con la pubblicazione di un articolo di
giornale e la reazione di una lettrice che si esprime usando molte onomatopee: è il momento in cui
compaiono i due personaggi principali del racconto. Il racconto continua con l’inizio delle indagini
e le deposizioni. Segue il capitolo intitolato “Il casinò” che presenta due elementi ben riusciti: in
primo luogo la storia comincia ad essere raccontata dal momento culminante (il bicchiere che si
rompe); in secondo luogo viene utilizzato un registro linguistico semplice e nel discorso vengono
inseriti molti barbarismi. Spesso nei discorsi di tutti i giorni la gente è abituata a ripetere più volte le
stesse espressioni come “infatti” e “cioè” e nel seguito del racconto ne parlano un matematico, un
giudice ed altri. Nell’ultimo capitolo parla un giudice il cui vocabolario è più elevato, ma di tanto in
tanto viene fuori lo stile giuridico. Si tratta di un’opera che si può leggere più volte da osservatori e
ci si può scoprire ogni volta qualcosa di nuovo che l’autore ha voluto trasmettere ai lettori. Questo
racconto può essere sfruttato dagli insegnanti e dagli alunni della scuola come una prova per la
creazione di un schizzo letterario.
DDC: 821.93.3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
Aneddoti: trecento e! ... Sorrisi, quanti?. Tirana : Toema, 1996. – 106 p. ; 20 cm.
In questo volume sono raccolti aneddoti dal grande mondo dei bambini. Sono appunti brevi tratti
dal diario dell’autore, il quale per vent’anni ha annotato di volta in volta sul suo quaderno una
parola carina, una bella frase, un’azione oppure un comportamento particolare dei bambini che lo
circondavano, osservandoli con un occhio attento, come genitore, educatore e scrittore. Qui non si è
tenuto conto delle cosiddette parole autonome (che hanno senso soltanto per i bambini) tranne per
qualche eccezione. Inoltre, l’attenzione non è stata concentrata soltanto nelle parole pronunciate
male a causa dell’età, ma sono state esaminate quelle parole o espressioni che mettono in luce il
ragionamento infantile dei bambini, il loro parlare “in modo figurato” a causa del loro vocabolario
ancora povero. A differenza del racconto, la bellezza dell’aneddoto sta nella sua melanconia. La
brevità permette di raccontare solo ciò che è più valido e prezioso e perciò anche l’autore ha
eliminato le parole di troppo, non segnalando né le circostanze né il nome del bambino, ma solo le
sue parole ed il dialogo. L’uso del termine “aneddoto” non è del tutto esatto perché viene utilizzato
per far ridere gli altri, mentre qui tutto è casuale ed irripetibile. Questi aneddoti hanno davvero una
carica umoristica, ma questo emerge dall’intelligenza, dal ragionamento fatto in base all’età, dalla
curiosità e dal desiderio di imparare.
DDC: 891,983.93.3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
Cronaca di un carro armato. Elbasan : Sejko, 2004. – 196 p. ; 20 cm.
Questo romanzo ha come soggetto una storia vera, ma che probabilmente risulta incredibile.
L’autore ha tratto l’ispirazione per scrivere questo libro dall’anno 1997, quell’anno nero che ha
ferito gravemente la nostra vita, la società e il governo. Questo romanzo è costituito da trentuno
capitoli nei quali viene raccontata la storia di una famiglia in quell’anno terribile ed in ogni capitolo
vengono proposte pagine del diario del personaggio principale. Egli racconta le vicende a lui
accadute e le notizie che ascolta. Così nella prima parte sono segnalati tutti gli eventi che si
succedono durante il giorno attraverso i media. Nella seconda parte ci vengono presentate tutte le
storie ascoltate dallo stesso personaggio. In questo romanzo viene usato un linguaggio molto
semplice ed affascinante per i lettori, tanto che il testo viene molto usato nelle scuole per il
programma scolastico.
DDC: 821.93.3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
Le babbucce per il principe Pisson. Elbasan : Sejko, 2003. – 125 p. ; 17 cm.
Questo libro è una raccolta di racconti per bambini ed è costituito da tre capitoli:
1 - Con la mia bisnipote oltre l’Adriatico;
2 - Il principe Pisson;
3 – Avventura.
Ognuno di questi capitoli è costituito da sei racconti. Viene usato un linguaggio abbastanza
semplice e comprensibile per i bambini. Le figure artistiche, le descrizioni dei diversi eventi e dei
personaggi rendono più interessanti e affascinanti i racconti.
DDC: 821. 93.3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
Un viaggio straordinario. Tirana : Naim Frashëri, 1987. - 126 p. ; 18 cm.
Il libro di fantascienza “Un viaggio straordinario” è molto bello e pieno di cose sconosciute
soprattutto perché è ambientato nel sottosuolo. Lo scrittore Astrit Bishqemi, con una logica
stringente, riesce a creare per il lettore belle immagini piene di curiosità scientifiche. Il soggetto del
romanzo è naturalistico. Due alunni appassionati di speleologia, Arbini e Partini durante delle
ricerche in antiche grotte sotterranee diventano membri dell’equipaggio di una macchina che
percorre il sottosuolo e vengono a conoscenza delle funzioni di questo mezzo per le ricerche, frutto
del lavoro scientifico dei nostri discendenti.
Durante la narrazione del viaggio, l’autore si sofferma spesso sulla psicologia dei compagni di
viaggio e di quella dei bambini. Con notevole abilità egli si sofferma sulla figura del comandante
della macchina, Ylli, e su quella dello scienziato, Esmerald. Evidenzia facilmente la loro psicologia
attraverso i dettagli e le azioni significative. I personaggi di questo romanzo sono molto vicini ai
lettori: essi possono rispecchiare in ogni cosa le virtù e le caratteristiche della terra che li ha messi al
mondo e sono molto ispirati alle nuove ricerche. La macchina non riesce a modificare la psicologia
e le azioni di questi eroi e, per poter sottolineare quest’idea, l’autore presenta una scena molto
significativa: il guasto della macchina per le ricerche, in occasione del quale i personaggi
dimostrano di avere un grande spirito di sacrificio. Così il senso di colpa di Arbin e Partin per il
danno fatto senza volerlo trasmette ai bambini l’idea della sincerità. Subito emerge la semplicità del
linguaggio usato, il dialogo scorrevole e le parole ricche di una grande carica emotiva. Questo fa sì
che il libro venga letto da persone di tutte le età.
DDC: 891. 983-93-3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
Con lo sguardo in alto. Tirana : La nuova tipografia, 1986. – 181 p. ; 14 cm.
Il romanzo “Con lo sguardo in alto” rappresenta la vita quotidiana dei bambini. Bisogna sottolineare
fin dall’inizio che è stato scritto con molto amore da parte dell’autore. Al centro della narrazione vi
è un gruppo di bambini, le loro preoccupazioni per la scuola, i rapporti tra loro e la comune
preoccupazione di essere alunni, ma anche le preoccupazioni degli insegnanti, dei genitori per i
propri figli e che questi possano crescere con una buona cultura e dei sani principi.
L’eroe principale del romanzo è Dashi, un bambino sveglio, di temperamento, di gran cuore e molto
sensibile, ma indifferente verso la scuola e gli studi. La sua grande passione è quella di allevare i
piccioni. Il suo egoismo infantile lo conduce sulla cattiva strada, specialmente quando inizia a
frequentare due giovani che odiano il lavoro e vogliono vivere a spese degli altri compiendo cosi di
vandalismo. L’autore tramite questo libro condanna i fannulloni e coloro che restano vittime delle
mentalità malate che considerano sbagliato lavorare. I bambini in questo romanzo non sono
semplici osservatori, ma partecipano attivamente. Per intere pagine, l’autore apprezza e celebra i
valori morali, il sentimento del lavoro e lo spirito di sacrificio del nostro popolo, così come accade
per alcuni personaggi come l’autista Besim e l’insegnante ormai in pensione.
Dashi è stato rappresentato caratterialmente attraverso la forza psicologica. Questo personaggio,
ammirevole per il suo coraggio (ricordiamo qui la risposta che dà alla sua amica che gli aveva
chiesto cosa gli piaceva dei piccioni: “La possibilità di volare più in alto nel cielo azzurro!”), viene
presentato attraverso lo svolgersi degli eventi. Lui capisce e sente profondamente gli errori,
arrossisce, si copre di sudore e piange con lacrime sincere quando i compagni non lo capiscono. E
così fiducioso che, superando gli ostacoli della crescita e sentendo l’amore delle persone che gli
vogliono bene, entra finalmente nella vita, cosciente di ogni passo che farà nel futuro.
Il merito dell’autore è quello di aver presentato, oltre all’eroe principale, anche altri personaggi e
figure interessanti come Ariela, la capoclasse, Daniela, Tiku, l’insegnante Zana ed altri.
Non possiamo non menzionare qui anche l’umorismo, elemento così importante nei libri per
bambini, che lo scrittore ha saputo usare con saggezza anche nelle situazioni più difficili e quasi
drammatiche.
Il romanzo “Con lo sguardo in alto” segna un momento di crescita nell’attività dello scrittore A.
Bishqemi e fa di questo libro una delle sue opere migliori.
DDC: 891. 983-93-3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
La chiave del deposito. Tirana : Il Complesso poligrafico - La nuova tipografia. - 76 p. ; 14 cm.
Meglio che in ogni altra opera, in questa raccolta l’autore ha raggiunto il successo. Attraverso “La
chiave del deposito” delle armi dei partigiani, egli ha voluto raccontare con semplicità un episodio
della guerra, l’umorismo sottile e l’arte di un partigiano. Il piccolo Luan si reca presso un reparto di
partigiani e chiede al comandante ed al commissario un’arma, ma quest’ultimo gli dice scherzando
di aver perso la chiave del deposito delle armi e quando avranno trovato la chiave porteranno anche
lui insieme a loro. Ma molto presto i partigiani combattono con il nemico, rubano un’arma e la
danno al piccolo Luan dicendogli per scherzo che “la chiave è stata ritrovata”. Brevemente ed
attraverso una prosa laconica, l’autore presenta un elemento importante della guerra partigiana. Non
vi è nessuno dubbio che in questo modo l’autore abbia saputo immedesimarsi bene anche nella
psicologia dei bambini, servendosi dell’umorismo, elemento questo molto necessario quando ci si
rivolge ai più piccoli.
DDC: 891. 983-93-3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
Quando ho cominciato a scrivere. Tirane : Onufri. – 91 p. ; 22 cm.
Con questa opera l’autore vuole fare comprendere ai bambini il mondo degli scrittori, farli
incontrare con i personaggi illustri del mondo dell’arte. Si tratta più che altro di una raccolta di
disegni e intento pedagogico. Il volume comincia con la descrizione dei suoi inizi in campo
letterario e pittorico, attraverso i quali vengono presentati ai più piccoli artisti semplici e generosi:
pittori che parlano con passione della pittura, scrittori che conservano nelle loro biblioteche
personali romanzi di carta e di marmo. Questi artisti ci presentano quindi la loro arte tramite la
descrizione dell’autore.
DDC: 891, 983-93-3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
Il compito. Tirana : Naim Frashëri, 1974. – 29 p.
La novella “Il compito” è incentrata sulla favola del Guerriero, un partigiano triste e due contadini
guide che dovevano portare a tutti i costi una lettera di grande importanza ad un altro battaglione
partigiano, oltre al fiume Shkumbin. Ma il fiume non poteva essere attraversato e questo causò
dolore al Guerriero anche perché era la prima volta che doveva eseguire un compito di tale portata.
Di notte, mentre tutti i compagni dormivano, egli si alzò, attraversò con coraggio il fiume e riuscì a
consegnare la lettera come previsto, compiendo con successo il suo compito aprendo cosi la strada a
tante vittorie per il battaglione partigiano. Su questa semplice ed interessante favola l’autore ha
costruito un racconto affascinante sapendo di dover trasmettere al piccolo lettore un messaggio
educativo. Il partigiano riesce a svolgere suo il compito in ogni circostanza e non si ritira di fronte a
nessuna difficoltà. L’autore racconta tutto in maniera semplice ed adatta ai bambini.
DDC: 891, 983-93-3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
Racconti per una madre coraggiosa. Tirana : Naim Frasheri, 1974.-46p,14cm
In questo racconto si parla di Zaliha Allmeta, madre coraggiosa che ha dato la sua vita per salvare
due bambini di campagna dall’annegamento. L’autore riprende alcuni momenti principali e molto
belli della vita di questa donna coraggiosa. Il suo merito è nell’aver saputo scegliere i momenti più
importanti e raccontare come il suo eroismo non arrivi come azione generata dal momento ma dal
grande eroismo di tutto il popolo. Nella presentazione della sua vita, l’autore ha sottolineato il fatto
che lei era una madre buona e saggia che amava moltissimo i suoi figli, così tanto da dare anche la
propria vita per loro. Nell’ultima parte l’autore tratta molto bene il tema dell’eroismo e della
semplicità del nostro popolo. In nome della vita, in nome dell’amore per l’umanità, madre Zeliha
entra nell’acqua e riesce a salvare la vita alla ragazza più piccola. Il racconto è stato scritto in un
linguaggio semplice e comprensibile ed allo stesso tempo forte, che riesce rendere vivi gli eventi ed
a sviluppare così la fantasia dei bambini.
DDC: 891,983-93-3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
Un’estate piena di eventi. Tirana : Naim Frashëri, 1981. – 184 p. ; 14 cm.
Questo è l’undicesimo libro di Astrit Bishqemi. La prima cosa che emerge è l’abilità e la sicurezza
dell’autore nel raccontare le storie. Questa novella è nota per la bellezza della scrittura e per
l’invenzione di una serie di personaggi vivaci.
“Un’estate piena di eventi” si basa su una storia molto famosa, quella dell’iniziativa dei contadini
per le greggi. L’autore ha saputo costruire un’architettura chiara e funzionale e scrive con
sentimento, tanto che la novella attrae l’attenzione del lettore dall’inizio alla fine. L’autore descrive
con amore e in modo dettagliato la vita di campagna durante il regime socialista ed ha saputo
selezionare quello che è più caratteristico e più essenziale per un ambiente di campagna, anche gli
elementi negativi.
Ha fatto anche un ottimo lavoro per quanto riguarda la scelta dei personaggi: questi vengono
presentati attraverso il loro modi di affrontare le situazioni concrete ed attraverso il dialogo ed i loro
pensieri.
Lo stile è chiaro e scorrevole; la novella ha una drammaticità che dà all’azione più dinamismo e
aumenta i valori emotivi. Numerose sono le idee che nascono dallo sviluppo del soggetto. La lingua
è chiara e comprensibile per i bambini.
DDC: 891,983-93-3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
Il piccolo intagliatore di legna. Tirana : Naim Frashëri, 1978. – 76 p. ; 14 cm.
In questo volume l’autore è riuscito a presentare personaggi che agiscono, pensano e combattono e
che hanno una propria personalità. Con i loro ideali e con gli atti eroici che compiono rimangono
nella nostra memoria per molto tempo. Tale diventa Miçja, protagonista del racconto “Il piccolo
intagliatore di legna”, che si ribella contro le ingiustizie e la violenza. I personaggi del volume sono
molto amati per le loro imprese, l’ottimismo e lo spirito combattivo, qualità che l’autore ha potuto
rappresentare attraverso il loro mondo interiore, desideri, pensieri e gli ambienti che li circondano.
La presenza degli esempi e degli eroi positivi aumenta il valore di quest’opera e la avvicina
maggiormente al lettore. Molto importante è il linguaggio utilizzato, che è stato arricchito anche con
parole ed espressioni nuove adatte all’età dei lettori.
DDC: 891, 983-93-3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
L’epitaffio furbo. Tirana : Pubblicazione del quotidiano“La libera parola”, 1994. – 64 p. ; 14 cm.
Nella novella di Astrit Bishqemi “L’epitaffio furbo” il lettore è invitato a seguire le imprese dei
personaggi, nei quali l’autore non solo rispecchia idee e pensieri specifici, ma anche quelli che
seguono l’andamento degli eventi e dei fenomeni, storici o letterari che siano. Si tratta di un’opera
letteraria che esprime il suo valore artistico attraverso l’interpretazione della storia attraverso la
rappresentazione di un dramma storico, che riguarda non solo la sorte di una nazione ma quella
degli interi Balcani. Anche se è incentrata sulla guerra del Campo del Cossovo e su personaggi
storici, l’attenzione dell’autore non si concentra sulle battaglie, ma sull’evento storico che consiste
nel fatto che con la guerra contro le forze ottomane i popoli balcanici hanno finalmente trovato una
lingua comune per liberarsi una volta per tutte dal peso dell’impero Ottomano. Al lettore rimangono
in mente quei passaggi che trattano l’alleanza dei Balcani, alla base della guerra per la liberazione
nazionale e per l’identità di ciascuna nazione. Viene presentato inoltre al lettore il personaggio del
grande guerriero Milosh Kopilica, nato nelle terre illiriche della montagna di Sopoti.
DDC: 891, 983-93-3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
Oltre il cortile solare. Tirana : Naim Frashëri, 1978. – 113 p. ; 14 cm.
La letteratura scientifica per bambini ha segnato un momento di crescita e successo in generi
diversi. Particolarmente la fantascienza ha suscitato un grande interesse nei piccoli lettori per le
grandi speranze che presenta, basandosi su una fantasia creativa finalizzata ad educare i giovani
all’amore per la scienza e la tecnica.
Questo è anche il tema trattato da Astrit Bishqemi nella novella di fantascienza “Oltre il cortile
solare”, che presenta una trama costruita con maestria ed un soggetto semplice. Questo fa sì che la
novella sia molto comprensibile e sia letta con molto interesse dai piccoli lettori. Vi si trovano
personaggi come Clirimi, Jonida e Shpëtimi, che diventano cosmonauti, membri dell’equipaggio
dell’astronave “L’Aquila”, durante il cui volo avvengono tutte le situazioni narrate nel racconto.
L’autore, partendo da un’ipotesi scientifica, fa nascere la fantasia e cerca di realizzare l’idea
dell’esistenza della vita negli spazi cosmici, su altri pianeti fuori dalla nostra galassia. Un altro
merito di questo libro è che l’autore attraverso la novella schiude ai piccoli lettori il grande
orizzonte dell’esattezza scientifica e la conoscenza dei fatti e dei diversi fenomeni della natura. È
impossibile non notare l’intreccio della logica e dell’esattezza scientifica del presente con quella del
futuro, della realtà con il fantastico, che creano momenti affascinanti ed emozionanti. Attraverso
questo volo cosmico, i tre cosmonauti imparano insieme al lettore molte cose e si risveglia la loro
curiosità per le novità della scienza e della tecnica.
Questa novella costituisce un passo avanti nell’attività dell’autore e specialmente per il genere
fantascientifico della nostra letteratura per bambini, perché essa oltre ai valori scientifici hanno
anche valori educativi. Infatti cercano di stimolare nei bambini la passione per la scienza e la
tecnica, il coraggio, l’amore e la fantasia.
DDC: 891, 983-93-3
Collocazione: B 63
Bishqemi, Astrit
Il partigiano fotografo. Tirana : Naim Frashëri, 1980. – 93 p. ; 14 cm.
Il tema della guerra di liberazione nazionale è stato e rimarrà per sempre un tema molto amato dai
bambini. Dai racconti degli atti eroici e delle imprese dei partigiani i piccoli lettori non solo
imparano sulla guerra, ma vengono anche educati.
L’autore ha cercato di trovare un evento da narrare molto bello e significativo. Il racconto ha come
protagonista un giovane partigiano che è allo stesso tempo anche fotografo, questo si rivela molto
interessante, intrigante per i lettori di giovane età. Sono rimaste molte foto scattate dal giovane
partigiano fotografo durante la guerra. Sia il nonno, che ha combattuto insieme al partigiano
fotografo, che la nipote possono ammirare al museo queste foto o meglio “diario di foto”. Il nonno
veterano guarda le foto e comincia a raccontare alla nipote che cosa rappresentano. Ogni foto
costituisce un racconto a sé che si lega agli altri in modo organico attraverso i personaggi e
specialmente attraverso Gojartit, il principale eroe della novella. L’obiettivo era quello di raccontare
in ogni capitolo un aspetto particolare dalla guerra. Tra i racconti ne spiccano soprattutto alcuni che
hanno una particolare carica emotiva e che conservano una evidente originalità. L’abilità dell’autore
sta nel fatto che da una parte ha scelto racconti che lasciano il segno nella mente della gente e
dall’altra l’aver presentato cose comuni molto note e l’aver semplicemente “fotografato” la realtà.
La novella suscita molte emozioni. I pensieri, i sentimenti, le figure e i dettagli sono presentati in
modo tale da ricordare la poesia. Astrit Bishqemi ancora una volta ha saputo comunicare con gli
altri, e generalmente utilizzando una lingua chiara, scorrevole, ed intrecciando benissimo le proprie
parole con quelle dei personaggi.
DDC: 891, 983-93-3
Collocazione: B 63
Vyshka, Musa
È nato nel 1943 ad Elbasan dove ha finito la scuola elementare ed il liceo ed ha compiuto gli studi
universitari di lingua e letteratura albanese presso l’Università di Tirana. In seguito ha lavorato per
diversi anni come insegnante nel liceo della città e poi all’Istituto Pedagogico (oggi Università “A.
Xhuvani”) ad Elbasan. Per poco tempo ha lavorato anche come librettista al teatro “Skampa”. Fin
da giovane si è occupato di letteratura ed ha collaborato con diversi quotidiani e riviste del tempo
con poesie e prose, sia per adulti che per i più piccoli. Per i lettori adulti ha pubblicato libri come
“Noi ventenni” (poesie, 1963), “Canzoni per i nostri tempi” (1967), “L’ultimo treno” (1972). Per
l’infanzia ha pubblicato alcuni libri, in prosa e poesia: “Vicino ai fratelli” (poema, 1968), “La nostra
azione continua” (poema, 1977), “Le lettere d’oro” (poema, 1979), “Nel nostro giardino” (poema,
1984), “Canto per voi” (poesie, 1984), “Il figlio del partigiano” (racconti, 1985). Vive a Tirana.
Musa, Vyshka
Il figlio del partigiano. Tirana : Naim Frashëri, 1985. – 89 p. ; 14 cm.
Nel volume di racconti “Il figlio del partigiano”, di Musa Vyshka, vengono trattati alcuni temi
come: la guerra di liberazione nazionale (“Il figlio del partigiano”), il clima generale in Albania
dopo la guerra (“La vecchia Giacca”, “La terra e i libri”, “Un giorno alla fine dell’estate”, “Lo zio”,
“Un problema difficile”, “Dopo l’incontro”).
Questa raccolta trae i suoi valori dall’interpretazione artistica della storia. Il tema della guerra e del
dopoguerra è stato e rimarrà uno dei temi più amati dai bambini. Il soggetto è adatto alla loro età e
psicologia.
I racconti sono scritti in un linguaggio chiaro, semplice, che bene amalgama i pensieri dell’autore
con le parole dei personaggi.
DDC: 891.983-93-3
Collocazione: M 79
Minarolli, Vili
È nato nel 1944 a Elbasan, dove ha frequenta la scuola elementare, mentre ha continuato il liceo a
Tirana dove ha compiuto anche gli studi universitari di matematica. Ha lavorato come insegnante a
Berat e come professore all’Università di Tirana, nonché come direttore del Ministero
dell’Educazione, come ambasciatore a Belgrado e direttore al Ministero degli Affari Esteri. È stato
anche segretario del Partito democratico dell’Albania. È laureato in scienze matematiche.
All’inizio degli anni ’70 ha cominciato a pubblicare racconti nelle riviste per bambini e nel 1974 ha
pubblicato la sua unica raccolta di racconti, intitolata “Io e il nonno”. Vive a Tirana.
Kallupi, Milanov
È nato nel 1948 ad Elbasan dove ha frequentato la scuola elementare. Poi ha fatto la scuola militare
“Skenderbej”,
mentre
ha
compiuto
gli
studi
universitari
all’Accademia
militare.
Contemporaneamente ha seguito per corrispondenza gli studi universitari presso l’Università di
Tirana dove di è diplomato in Lingua e letteratura albanese. Fin da giovane ha collaborato con
diversi giornali e riviste del tempo pubblicando poesie per bambini e adulti. Ha lavorato
nell’Esercito Popolare, mentre ora è in pensione. Ha pubblicato alcuni libri per adulti: “Monologo
di un soldato” (poesie, 1970), “Suoni di allarmi” (poesie, 1971), “È arrivata una madre” (poesie,
1973), “Il pane e il fucile” (poesie, 1976), ecc. Per i bambini ha pubblicato poesie quali: “Fioriscono
i fiori’ (1977), “Il piccolo violinista” (1979), “Il cavallo bianco della cascata” (1988), “I
campanellini della primavera”. Vive ad Elbasan.
Balliçi, Beatriçe
È nata nella città di Elbasan nel 1950 da una famiglia illustre del mondo dell’arte. Ha compiuto gli
studi universitari presso l’Università “A. Xhuvani” di Elbasan. In seguito ha completato anche gli
studi di lingua e letteratura albanese all’Università di Tirana. Per molti anni ha lavorato come
insegnante nelle campagne intorno ad Elbasan. Negli ultimi anni ha insegnato lingua e letteratura
albanese nelle scuole elementari della città. Si è occupata di letteratura fin da quando frequentava il
liceo pedagogico e per tanti anni ha collaborato con la stampa letteraria per bambini e adulti
pubblicando poesie. Fino ad oggi ha pubblicato raccolte poetiche per adulti come: “Parole in
cammino” (1987) ecc. Per i bambini ha pubblicato sempre raccolte di poesie come: “Ho fatto un
mazzo di fiori” (1976), “Moj e vogla, moj e mira” (1978), “Quanto ti amo Albania” (1980), “Shota”
(poema dedicato all’eroina del popolo Shote Galica, 1985). Vive ad Elbasan.
Balliçi, Beatriçe
“Fiori di neve”
La scrittrice dedica questo libro costituito da 99 indovinelli a sua nipote Alba. Gli indovinelli sono
su questi temi:
la bambola, l’aereo, il cucchiaio, l’uovo, le scale, la farfalla, la ciliegia, la strada, l’ape, il gatto,
l’uccello, il vento, il cuscino, l’arcobaleno, la lepre, la formica, la sonda, la scimmia, la neve, il
gallo, il mare, il cielo, il pesce, la patria, gli occhi, il fiume, il sole, la televisione, la lavatrice, le
stelle, la madre, la luna, la foresta, la pioggia, l’orso, le nuvole, il nome, la gomma, la volpe, i mesi
dell’anno, la terra con i pianeti, la lingua albanese, la bandiera, lo specchio, la gabbia, il gelato, il
neonato, la gallina, le stagioni dell’anno, la rana, la gatta, Babbo Natale, l’uva, le pecore, le gocce di
pioggia, Pinocchio, il treno, le ditta, l’orologio, Biancaneve, i fiori, il tavolo, il denaro, la pace, il
tirchio, la saggezza, l’onestà, madre Teresa, l’eroe, la chiave, il pesce, la foresta, il vento, la libertà.
Balliçi, Beatriçe
“Shota”
Questo libro di poesie è dedicato a Shote Galica, moglie di Azem Galica. Lei era una ragazza
montanara nata a Kaçanik nel Cossovo. È li che ha imparato i principi dei suoi antenati ed è
cresciuta come un’aquila tra le montagne albanesi.
Lei aveva degli amici coraggiosi:
Azem Bejte, Hasan Prishtina
Fushë më fushë e mal më mal
Bajram Curr, Hoxhë Kadria
Pushka e Shotës nuk u ndal
Bajram Curr, Hoxhë Kadria
Dymbedhjetë vjet me radhë.
Balliçi, Beatriçe
Moj e vogla, moj e mira. Tirana : Naim Frashëri, 1978. – 35 p. ; 14 cm.
Nel volume “Moj e vogla, moj e mira” si evidenzia una tematica adatta all’età dei bambini ai quali è
dedicata. Attraverso le poesie vengono presentati quegli aspetti della nostra realtà (anno 1979) che
possono essere compresi dai bambini. Il merito della scrittrice è nell’aver saputo osservare dal
punto di vista di un bambino e che le poesie sono portatrici di tutto ciò che è nella loro psicologia.
In questo volume ci sono poesie che raccontano la strada che porta alla campagna di quel tempo,
l’atteggiamento verso il lavoro e la proprietà (“Ho due cugine”), la nostra realtà (“Le mani piene
delle nostre feste”), ecc.
Una caratteristica di questo volume è la naturalezza dell’andamento dei versi ed il significato molto
chiaro di quello che la scrittrice vuole esprimere. Il bambino in questi versi trova se stesso.
Le poesie sono brevi, nella maggior parte dei casi presentano delle favole, particolarmente adatte ai
bambini perché stimolano la loro curiosità.
L’intreccio della poesia con la favola rende più belle ed affascinanti le poesie. La maniera di
esprimersi pernette che il pensiero e le immagini usate siano organiche, semplici e comprensibili. Il
volume è noto per i grandi valori artistici espressi.
DDC: 891.983-93-3
Collocazione: B 22
Musai, Fatmir
È nato a Elbasan nel 1955, dove ha frequentato la scuola elementare. La media l’ha frequentata per
due anni alla scuola Militare “Skënderbej” e gli ultimi due alla scuola media “Dhaskal Todri” di
Elbasan. Ha seguito gli studi universitari presso l’Università di Tirana dove si è diplomato in
Lingua e letteratura albanese. Ha lavorato per alcuni anni come insegnante di letteratura nelle
campagne e nella città di Librazhd e poi come redattore del quotidiano “Agimi”. In seguito è stato
insegnante a Shalës e Elbasan ed inviato del giornale “La voce del Popolo” per la prefettura dei
Elbasan. Per i lettori adulti ha pubblicato la raccolta di poesie “Il richiamo della vita” (1976),
mentre per quanto riguarda i lettori più piccoli ha pubblicato nel 1977 il libro di poesie “Në
rodhan”. Vive ad Elbasan.
Rama, Ferit
È nato nella campagna Shënhill di Bradashesh. Ha frequentato la scuola elementare a Bradashesh e
la scuola media pedagogica ad Elbasan. Ha studiato poi all’Istituto Pedagogico di Elbasan (oggi
Università “A.Xhuvani”). Per molti anni ha lavorato nelle scuole elementari della città di Peqin ed
Elbasan, dove ha insegnato lingua e letteratura. Fin da giovane ha cominciato a pubblicare su
quotidiani quali: “Novembre”, “Drita”, “Ylli”, ecc. Nel 1982 ha pubblicato il suo primo libro
intitolato “La canzone di Millonai” (poema). Nello stesso anno ha pubblicato il poema “Il richiamo
del sangue”, nel 1987 “Le canzoni di Bubulina”. Vive ad Istanbul.
Kolla, Ylvie
La poetessa Ylvie Kolla (Spahiu) è nata nella città di Elbasan il 25 marzo 1957. Nel 1982 ha
completato l’Università a Tirana ed è diplomata anche in Biologia e chimica all’Università di
Elbasan. Ha scritto: “Pensateci un po’ e lo indovinerete” (indovinelli) e “Il sole ti asciuga le
lacrime” (aforismi).
Kolla, Ylvie
“Pensateci un po’ e lo risolverete”
In questo libro si trovano 54 indovinelli su diversi temi come: il sorriso, la droga, la neve, il
frigorifero, la via dell’orizzonte, il vento, il fiore artificiale, la borsa, la porta, la onde del mare, la
casa, il dizionario della lingua straniera, l’ombra, la pioggia, il gioco, la radio, la stella, il cuore, il
forno, il nido delle ape, il libro, la fotografia, il letto, il cane, le calze, le mani, le fiamme, il tempo,
il nome, il capello, la tartaruga, il computer, la televisione, il riccio, la lingua madre, il tavolo, il
pipistrello, la luna, l’orologio, il calendario, la bandiera..
Torna all’indice