Non puoi prenderti il lusso di farti santa, . se il Santò non
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Non puoi prenderti il lusso di farti santa, . se il Santò non
Tra pochi giorni arriva Natale. Ciò che il Natale ci rammenta è una realtà, è la grande, realtà che tutti siamo chiarnati ad offrire al mondo. È Gesù che in certo modo nasce e vive in mezzo a noi, se viviamo e rinnoviamo sempre il nostro reciproco amore. Dar vita a Gesù fra noi è per noi il primo dovere. . È il perché fondamentale del nostro :Movimento. E forse è per questo che mi passa per l'ànima, ' in .qùesti giorni, .un pensiero che è anche un ammonimento: <Il '" !:: � a:: ti: t1::: :::s : I .8 ti tl') ti Q, ti '" '" � � o � , , «Non puoi prenderti il lusso di farti santa, . se il Santò non è fra�voi. Non puoi illuderti di di�entarè perfetta, . sé il Perfetto h an è tra <va!». . nel vissuto con IL/UO mODO· DI AmARE «In treno con alle spalle la tra --""'- : .,,'; " versata aerea, clima e orari diver si: siamo stanche e con molto sonno. Seduta di fronte a noi una signora. In galleria il treno rallen Riportiamo dei flash di vita vis ta fermandosi per qualche mo suta raccolti tra gli abitanti della cittadella. Denominatore comune è il "vi vere l'altro", vivere, come Chiara Lubich ha recentemente detto, quello che è il modo di amare di Gesù: "farsi uno come Lui ha fat to, quando da Dio s'è fatto noi, s'è mento. Ci accorgiamo che la si «Andavo, con altri del Movi gnora di fronte non sta bene, si mento, in uno dei rioni più pove tratta di una crisi di claustrofobia. ri della città. Era sconcertante ve Che fare? Il buio, la stanchezza e dere tanti bambini sporchi, le ca la tentazione di chiudere gli occhi se piene di mosche, cani, gatti e e di dormire. Ma... "se l'altro sta anche topi girare per le cucine. male sono io che sto male!!!". Fac Avrei voluto scappare. ciamo di tutto per calmarla. fatto uomo". Il treno riparte e la situazione si risolve. Dopo un'ora di viaggio però l'episodio si ripete. Scopria mo in questa situazione di disa «Sono nuova in ospedale, alla gio una chance per interessarci mia prima esperienza come infer agli altri e non fermarci alla no miera. I colleghi mi introducono stra stanchezza». «Gli ultimi giorni prima di arri nel reparto ritenendo opportuno darmi qualche istruzione: "Quel l'uomo è impossibile". "Quell'uomo" era un malato grave che si nutriva per sonda. Non poteva parlare e non si riu sciva a comunicare con lui. A. e G., Colombia vare qui a Loppiano non sono «In caserma c'era un ragazzo «Nei pnml giorni a Loppiano mi sentivo un po' stanco. Una sera Geo mi dice che vor rebbe partecipare ad una festa di compleanno ma che non poteva andarci perché era senza patente. lo la patente l'avevo e, nonostan te non mi sentissi di andare, mi sono offerto di accompagnarlo. Eravamo lì da un po' e io so stati facili. I preparativi, il distac gnavo solo di raggiungere il mio co, qualche incomprensione. letto. Geo, però, stava chiacchie Dovevo salutare amici e paren «Sono a Loppiano da qualche rando con l'uno e con l'altro e ti, spiegare il perché della mia mese. Provengo dall'Argentina, non pareva intenzionato a partire. scelta. ma sono d'origine boliviana. Qui Ho frenato la mia impazienza e che non mi andava giù per il suo Una mattina sono uscita di ca ini sono trovata tra una pluralità sono rimasto con lui fino a tardi. za di doverlo amare, amare, fino a sentire in me la sua malattia, i modo di comportarsi molto arro sa proprio per salutare alcune di di culture, abitudini ed origini Mentre tornavamo a casa, sen gante. Lui sapeva che sono cri queste persone. Andando da lo davvero impressionanti. suoi limiti fisici. stiano e, quando andavo a Messa, ro, però, non mi potevo portare mi aspettava fuori dalla chiesa e tutte le mie preoccupazioni, mi partecipato mi derideva dicendo che era una sono detta che andavo lì solo per Chiara ha parlato proprio di que perdita di tempo ascoltare quello amare ciascuno. sto farci uno con tutti. Da subito ho avvertito l'urgen Ce n'è voluto del tempo ma da quel primo giorno in cui veden domi entrare ha girato la faccia contro la parete, le cose sono molto cambiate. Adesso, a cenni, mi chiama, mi fa capire che mi ringrazia, è più tranquillo. Gli stessi miei colleghi hanno notato la trasformazione: collabo ra perfino nelle sedute di fisiote rapia». G., Portogallo che diceva il prete. tivo che quelle poche ore aveva Il giorno dell'arrivo in Italia ho all'incontro in cui come se ci conoscessimo da sem pre». M., Brasile Ho spostato tutti i miei proble Mi sono detta: "Sto andando a Ho cercato di amarlo senza mi per essere vuota, per essere Loppiano, quale occasione miglio aspettarmi niente, prestandogli il completamente libera di ascoltare re?". rasoio, rifacendo la sua branda, gli altri. lucidandogli gli scarponi. Un giorno, a messa iniziata, no costruito tra noi un rapporto «Mi hanno raccontato che a esempio Loppiano quest'esperienza l'han con una ragazza cinese che cuci" no fatta in tanti: è antica e sem tense: sono stata da una cono na in modo così diverso dal mio; pre nuova. Dormo con una ragazza tede cominciato per sto dovevo farlo senza misurare. Così abbiamo mangiato e lavora to con queste persone o giocato con i bambini. Alcune volte mi trovavo a lava re i piatti, a stirare pantaloni o a prendere l'acqua. Cercavo poi di essere presente nelle occasioni speciali: alle feste di compleanno, alle funzioni in chiesa, ai tornei di calcio... Un giorno, arrivando, vedo che, per la prima volta, uno di lo ro ha preso l'iniziativa e sta sco pando la sua casa. Un fatto sem plice, ma che mi dà una grande gioia perché mi accorgo che ha capito. Ora sono in tanti che vogliono vivere come noi e il clima del quartiere è migliorato». Le ore sono corse veloci e in Ho Capivo però che ero lì per ama re, non per essere amato, e que J., Brasile «Lavoravo in ospedale - repar con grande sorpresa lo trovo a fianco a me insieme ad altri due scente che mi ha confidato le oppure, io che sono un tipo tran preoccupazioni per la figlia, da quillo mi sono trovata a fare spe sca che vuoI tenere di notte la fi do al lavoro mi incrociavo con militari. Quel giorno il sacerdote uno zio che si è potuto sfogare se di nestra aperta. Mi sono detta se parlava dell'amore del prossimo. Ursula, la signora delle pulizie. raccontandomi di lui e della fami glia, da una religiosa che ha con sprint, degli Stati Uniti. Ogni piccola· cosa concreta di non mi faccio uno con lei in que Alla fine lui mi ha detto: "Sai che La salutavo, ma mi rispondeva ste cose così piccole, come potre comincio a capire qualcosa?". Da sempre piuttosto diffidente. Ho diviso con me le sue difficoltà. venta un'occasione per farmi uno scoperto ben presto che il suo at allora siamo diventati amici e an che lui si è messo a vivere il mio Alla fine mi è rimasta in cuore con tutti e non pretendere che il mo mai arrivare all'unità? In fondo non è niente di eroi una pienezza che solo l'amore mio modo di fare sia quello giu co, mi tiro le coperte fino sopra la stesso ideale». teggiamento era dettato dall'abi tudine a non aver rapporti con la può dare». sto». testa e dormo benissimo!!!». classe medica: tutti, in fondo, la c., Italia F., Italia con una ragazza piena E., Bolivia M.G., Italia to infettivo. Ogni mattina andan consideravano un'inferiore. Dopo qualche tempo ho avuto un periodo di vacanze: ho scritto 2 3 �--------��------------� � --��==== ==�====== ==------��---------------------------------- -------- -- nel vissuto una cartolina ai miei colleghi di reparto ed anche a Ursula. Tornando ho trovato una gros sissima sorpresa: lei mi attendeva «Ho lavorato come assistente sociale in una scuola per giovani e mi ha salutato quasi commossa che venivano da famiglie difficili perché le avevo scritto quel bi gliettino. Per la prima volta mi ha e disadattate. raccontato di sé... È stato l'inizio di un'amicizia profonda». M., Germania Quello che più mancava loro capisco subito - era sentirsi ama ti. Ho iniziato a suonare con uno studente turco e ad ascoltare le sue canzoni preferite (un genere di musica che non avrei mai ascol tato), a dare lezioni di sostegno, a «Da più di vent'anni mio padre giocare a ping pong o a carte, a la si era trasferito in Canada, dove si vorare ad un video musicale... era formato un'altra famiglia. Con lui avevo rotto ogni rapporto a cau che avrei voluto evitare e il farlo sa di contrasti molto profondi. sarebbe stata la cosa più semplice Dopo l'incontro con il Movi Cerano, poi, tante situazioni Ricordo un giorno durante l'in dell'Amore di Dio, ho capito che tervallo. Sei studenti turchi di una delle prime persone che do scutevano ad alta voce nella loro vevo riavvicinare era proprio mio lingua. Mi spiegarono che due di padre. E finalmente l'ho potuto loro non credevano in Dio e per incontrare. gli altri ciò era inverosimile. Poi ancora un senso di rabbia per le sofferenze chiesero a me se credevo. che mi aveva causato, ma era Risposi di sì ma, da principio l'occasione per comunicare anche a lui questa nuova realtà che ave pensai che era meglio tirarmi fuo vo scoperto. do loro tutti musulmani, non avrei saputo cosa potevo dire. Mi Durante il nostro incontro lui, ri dalla questione perché, essen piangendo, mi ha manifestato il trovai invece a raccontare che suo travaglio interiore. Amare, in credevo in un Dio che è Amore e quel momento, era consolarlo, che cosa significasse questo nella sollevarlo dai rimorsi, dimentica mia vita quotidiana. Finito l'intervallo eravamo an re le sue scelte e fargli sentire cora tutti lì, sotto lo sguardo sor tutta la mia comprensione. Nel salutarmi mi ha confidato preso della direttrice che non di sentirsi più sollevato dal peso aveva mai visto tanto silenzio e che per anni aveva tenuto den tro». attenzione neppure dur(!.nte le le V., Italia R., Germania zioni». Gli abitanti della Cittadella di Loppiano augurano a tutti i nostri lettori un BUONISSIMO NATALE! 4 � Uno degli strumenti del nostro lavoro è la partecipazione a fiere specializzate �1""Ujp' lo stand del C. Ave '''''''m,o', ,I t,,,,, � ---+ Giulia e la sua piccola équipe internazionale, arrivate alcuni giorni prima da Loppiano, ci ac colgono: ci raccontano peripezie e difficoltà ma l'allestimento è ormai ultimato: questa volta più che mai il risultato sembra un miracolo. e più comoda. mento dei Focolari e la scoperta Provavo QUARTIERE FIERA PAO·28 «E come vi mantenete?» do manda classica che migliaia di persone ci hanno rivolto e ci rivolgono visitando Loppiano la domenica e che, del resto, viene spontaneo porre. «Ci manteniamo con il no stro lavoro!» è la risposta. E Al di là della preoccupazione per il clima pesante e grigio che regna fra gli operatori, avvertiamo che c'è anzitutto qualche cosa di più e d'altro a motivare la nostra presenza qui e che ci fa guardare all'intero padiglione come ad un trampolino per il mondo unito. Al piano di sotto c'è lo stand dell'Azur: i loro lavori, come i no stri, dicono un po' Loppiano. spesso li accompagnamo a vi sitare i diversi laboratori che la domenica si trasformano in originali esposizioni. Ma non solo chi viene diret tamente a Loppiano ha modo di conoscere la nostra produ zione... Uno degli strumenti del no stro lavoro è infatti la parteci pazione a fiere specializzate che ci permettono /'inserimen to nella rete del commercio. Il Centro Ave settore ceramica è al Padiglione 28 stand 2-24: «Ma chi ci arriverà fino al/o stand Z, se è all'ultimo piano di un padi glione immenso, in cima ad una scala da mozzare il fiato?». È il pensiero che ci attraversa per un attimo la mente mentre raggiun giamo lo stand, in questa fiera che ci vedrà fra gli espositori. Queste mostre esterne, che si ri petono a scadenze fisse, sono im portanti occasioni di lavoro: a que sta in particolare partecipiamo per la prima volta, e casì si spiega la posizione che ci è stata asse gnata. Eppure non possiamo dubi tare: «Cercate il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù». c'è anzitutto qualche cosa di più e d'altro a motivare la nostra presenza qui... lo stand dell'Azur ---+- Dal Viale del Commercio arriva a trovarci Gea, dei nostri anche lei, coreana, che traduce per gli espositori del suo paese d'origine. Si prevedono 180.000 visitato ri, gli espositori sono 3.000, eppu re non si passa inosservati. Il si gnore dello stand vicino, espone mille fantasiosi modi di impiegare il neon; osserviamo una bicicletta fosforescente effetto antinebbia e lui guardandoci con evidente sim patia: «Focalarini? Vi ho subito ri conosciuto». «Ce l'ha una scala?». Sono gli allestitori dello stand di fronte. La domanda è puramente formale: stanno usando la nostra da quan do sono arrivati, ma prestarla è il intervista l�nATALI" di Giacomo quante occasioni per condividere e far nostri i problemi degli altri modo di gettare un ponte, di for mare una rete. Quante occasioni per condividere e far nostri i pro blemi degli altri: la signora delle pulizie che ha lavorato fino alle due di notte, la barista un po' im- bronciata che per non smorzare il nostro entusiasmo assume un to no quasi ottimista. Amare tutti non è uno scherzo: chi entra ed ordina, ma anche chi vuole mille informazioni e poi sa luta e se ne va, chi ha l'aria di un potente cliente e chi vuole offrirci l'ennesimo spazio pubblicitario. E, se in qualche momento ci prende Natale è spesso momento di ri cordi e di storie di famiglia. Giacomo Molignoni è a Loppia no da quando la cittadella è nata. È contento di "ricordare" per noi qualcosa della sua bellissima sto ria. l'ansia del fare, del concludere, si ricomincia. Nello stand Azur lo stile è lo stesso. Giannino ci racconta di al cuni clienti con i quali dal rappor to di lavoro si è passati a qualcosa di molto più profondo, magari do po una visita a Loppiano e con lo stupore di scoprire che l'albero da cui anche gli oggetti di legno pren dono origine ha radici profonde. I giorni volano. Sembra di aver appena montato e già si smonta. Una fila lunghissima di camion cerca di entrare per caricare la merce e portarla via: il desiderio che adesso anima tutti è quello di finire, e di finire in fretta. Stan chezza e nervosismo provocano fa cilmente battibecchi e discussioni. Davanti al montacarichi tanti carrelli e tutti hanno fretta. Si rovescia un pancale di legno molto pesante, l'autista che lo sta trasportando è desolato: contene va lastre di vetro. Ci accorgiamo che nessuno gli presta attenzione. Perdiamo il turno all'ascensore e gli diamo una mano. Un altro si gnore ha bisogno di aiuto e ci dia mo da fare. L'ascensorista del montacarichi evidentemente si è accorto di tutto questo perché, sfidando le ire di molti, sale al quarto piano solo per noi e si mette a disposizione per il trasporto del nostro materia le. Ogni tanto ce lo ritroviamo giu sto davanti al nostro piano con il montacarichi stranamente vuoto. Inizia un dialogo che si interrom pe ad ogni apertura e chiusura di porte. Anche noi abbiamo terminato: tutto è sul furgone e si riparte. A Loppiano ci aspettano: ora comincia il lavoro per le conse gne. Salutiamo lo stand quasi con malinconia: certo siamo stanche ma forse un pochettino più allena te a farci uno amando tutti. Grazie Padiglione 28: sei stato un'ottima palestra. 6 INATALE'39:CASTELLO I primi Natali, quelli dell'infan zia e della giovinezza li ha trascorsi in questo paesino di montagna a 80 km da Trento, nella Val di Sole. «Cento abitanti alla fine degli anni '30 - racconta Giacomo - e io lavoravo la campagna aiutando mio papà. Le lunghe sere d'inverno, i gior ni luminosi dell'estate, le giocate a NATALE'52:TRENTO NATALE'53:ROMA carte al bar del paese. Nel '39 è arrivata la maestra - la «Elena era rimasta in contatto maestra a cui Giacomo si riferisce è con Chiara, ne aveva anzi seguito Chiara Lubich, che per un anno ha la strada. insegnato nel piccolo comune -. lo, nel frattempo, sentivo matu rare in me esigenze sempre più modo di vivere sì che era cristiane. I Slmo.». «Ci si incontrava tutti per Nata le, si era pochi allora, i primi. Ri cordo un piccolo incontro: c'erano lo ero stato fuori quell'inverno, a lavorare in galleria nella provin profonde. Avevo la fidanzata in Chiara, le sue prime compagne, cia di Bolzano. Sono tornato e tut paese, ma non ero convinto. Vole qualche focolarino e io ho raccon ti in paese parlavano di questa gio vo essere un cristiano fino in fon tato loro di me, di Castello, di vane di Trento che insegnava così do e non capivo bene cosa fare. Ho Chiara che faceva l'insegnante. bene e non usava mai il bastone. parlato di tutto questo proprio con Poi a Roma mi ci sono trasferi Non solo i piccoli, ma anche i Elena: lei mi ha consigliato: "Scri to. Ero in focolare lì e intanto vole ragazzi più grandi si incontravano vi a Trento" dove intanto era nato anche il focolare maschile. L'ho vamo metter su una falegnameria. con lei. Mia sorella Elena, per esempio, l'aveva conosciuta e ne fatto, mi hanno risposto, mi sono za conoscerne nulla. In un locale era rimasta affascinata. Anch'io incontrato con loro. lo timido e si lavorava in due. Le richieste ed per la verità avrei voluto conoscer chiuso, un ragazzo di montagna il lavoro si moltiplicavano. Abbia la, parlare con lei. Alla fine dell'an che non era mai uscito dal suo pae mo cercato un posto più grande. no scolastico era però ripartita. se, arrivato in mezzo a questi gio Un amico mi ha consigliato: Non avrei mai immaginato allo vani, alcuni dei quali anche molto "Poco distante c'è il piano terra di Ho cominciato questo lavoro sen ra che avrebbe avuto un ruolo così istruiti e di condizione sociale di una villa tutto vuoto. Prova, chiedi importante nella mia vita, non c'era ancora il Movimento, non versa, mi sono trovato subito a se te lo affittano". mio agio. Ho lasciato il paese e so Ci sono andato: era una villa c'era nulla allora...». no andato a vivere con loro. !l loro con tanto di parco; i proprietari, 7 intervista ALCUNI CENTRI DEL MOVIMENTO DEI FOCOLARI IN ITALIA una coppia in pensione, mi hanno ALBANO LAZIALE (ROMA) Via Falessi, 207-Il. (06) 9320317-F.M. spiegato che avevano scelto quel ANCONA posto per riposare. Erano disposti Via Fazioli, 10 - tI. (071) 201401-F.F. Via Tagliamenlo, 19-tI. (071) 32285-F.M. ad affittare, ma quando hanno sa AREZZO Via Marconi, 18 puto che volevo installarci una fa - Il. (0575) 28431-F.F. ASCOLI PICENO legnameria mi hanno detto: "Ma . Via B. Croce, 79 se. B in!. 12 - Il. (0736) 342058-F.F. Via B. Croce, 44-ti. (0736) 342060-F.M. come? E con i rumori delle macchi BARI ne?". Avevano ragione. Poi però hanno fatto domande su di me, co credevamo: lì ha avuto sede la pri me mai con quell'accento trentina mi trovavo a Roma. Ho raccontato ma scuola dei focolarini!!!». «Sono stato tra i primi a venire loro qualcosa del Movimento che qui quel Natale, anche per via del stava nascendo. Ci siamo lasciati mio lavoro di falegname. Da fare con l'invito a tornare l'indomani ce n'era. Via Bottalico, 44-ti. (080) 221982-F.F. Via Melo, 15/3-ti. (080) 5212493-F.M. BOLOGNA Via Baracca, 2-ti. (051) 388551-F.F. Via San Donato, 156 - Il. (051) 503493-F.M. BRESCIA Via Diaz, 9-Il. (030) 291011 - F.F. Via L. Gambara, 3-tI. (030) 290005-F.M. CAGLIARI Via Tigellio, 24-tI. (070) 665940 Via Cavallino Guantino, snc-ti. (070) 501337'-F.M. CATANIA per la risposta. Ci sono tornato: al Allora si cantava che con la pre tre domande, volevano soprattut senza di Gesù fra noi "anche la Via Mineo, 11-II. (095) 441292-F.M. to sapere della nostra vita. Erano nebbia si dilegua". Via Petrarca, 129-II. (055) 9155028 - F.F. interessatissimi. Al termine della Questa canzone dice bene lo serata, un nuovo appuntamento: spirito con cui vivevamo, ma an "Torni domani". Mi hanno propo che la realtà: fango e nebbia. sto di ascoltare direttamente con Ora è tutto cresciuto, tutto si è le loro orecchie il fastidio che sviluppato ed è andato avanti. Ogni avrebbero dato le macchine. Sono anno qualcosa di più. venuti nella falegnameria e ci han Certo, se ci penso, mi pare in no affittato i locali. Dopo poco ci hanno lasciato credibile d'essere qui, perché se ci tutta la villa, e si sono trasferiti in perché Dio mi ha portato qui, se un'altra casa poco distante, perché fosse solo dipeso da me avrei sicu potessimo utilizzarla come meglio ramente sbagliato l'indirizzo». sono, e penso come tanti altri, è Via Ciccaglione, 9-ti. (095) 436235-F.F. FIGLINE VALDARNO (AR) FIRENZE Via Aldo Romagnosi, 6-tI. (055) 499684-F.F. Via de' Pescioni, 3-ti. (055) 219692-F.M. FOGGIA Viale Michelangelo, 159 V p. in!. 9ti. (0881) 661182-F.F. Via Molfetta, 42 - ti. (0881) 87339-F.M. GENOVA Corso Armellini, 10/4-ti. (010) 877935-F.F. Via al Capo di S. Chiara, 16/a-Il. (010) 383431-F.M. MARINO (ROMA) Via Vecchia di Grottaferrata, 9 in!. 6-ti. (06) 9386387 MILANO Via A. Costa, 11-ti. (02) 2871211-F.F. Via Farullini, 16-tI. (02) 4984375-F.F. Via Pastorelli, 19-ti. (02) 8358267-F.M. Viale Fulvio Testi, 190-Cinisello Balsamo (MI) ti. (02) 2409996-F.M. MONTEVARCHI (AR) Via Fonte Moschetta, 54-Il. (055) 900860-F.M. NAPOLI Via B. Caracciolo, 34 , tI. (081) 347178-F.F. Salita S. Antonio ai Monti, 13/16 - tI. (081) 342078-F.M. PADOVA Via Palladio, 26-II. (049) 618477-F.F. Via Ss. Trinità, 1 - ti. (049) 600382-F.M. PALERMO Via Joung, 12 - ti. (091) 546793-F.F. Via Sammartino, 22-ti. (091) 331730-F.M. PARMA Via Balestra, 4-ti. (0521) 272729-F.F. Via Stalingrado, 8 - tI. (0521) 240950-F.M. PERUGIA Via Sacchelti, 23 - ti. (075) 34087-F.F. Via Tilli, 70/23-Il. (075) 72925-F.M. PESCARA Via S. Eufemia Maiella, 8-ti. (085) 4217280-F.t'. Via Liri, 8-ti. (085) 4311052-F.M. REGGIO CALABRIA Via Palamolla, 49 - tI. (0965) 27587-F.F. Via Annunziata, 13-tf. (0965) 97167-F.M. ROMA Via Madonna del Riposo, 46/10, ti. (06) 6224517-F.F. Via V. Mazzola, F20 se. A-tI. (06) 5030075-F.F. Via M. Dionigi, 16/8-ti. (06) 3219574-F.M. Viale Manzoni, 24/B - tf. (06) 735336 - F.M. TERENZANO (UD) Via G. Leopardi, 30-tI. (0432) 560785 - F.M. TORINO P.za Peyron, 7-tI. (011) 4374505-F.F. Via R. Sineo, 12/8-tf. (011) 837440-F.M. Via Brione, 26-tI. (011) 744950 - F.M. TRENTO Via Vicenza, 10-tf. (0461) 933567-F.F. Via Graziali, 43/7 - tf. (0461) 23766-F.M. TREVISO Viale Repubblica, 103/4 - tf. (0422) 430049-F.F. Via Cervellini, l/A-tI. (0422) 402769-F.M. UDINE V.le Leopardi, 43/C-tf. (0432) 21184 - F.F. La redazione di questo numero è stata fatta a cura di Luisa Colombo, Nada Caldirola, Nicola Sanna. (055) 8335094-8335169 - 50064 INCISA VALDARNO (FI) 2622 del 9.12.1977 -.C.C.p. n. 21038500 intestato 64 - Incisa Valdarno· Recezione della Mariapoli - ti. (055) 8335169 - Stampa Baldesi - Firenze annuale: L. 12.000. Estero: L. 15.000. Direzione, Amministrazione, Redazione in LOPPIANO -ti. direttore responsabile Guglielmo Boselli -Aut. Trib. Firenze n. a Loppiano -c.p. Abbonamento 8 F.F.-Focolare Femminile F.M.-Focolare Maschile - -------�Parola di Vita gennaio 1993 di Chiara Lubich I FRUTTI DELLO SPIRITO "Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè: contro queste cose non c'è legge" (Gal 5,22-23). La Parola di vita di questo mese è presa da una lettera che san Paolo aveva indirizzato ai Galati in un momento particolarmente critico della loro esperienza cristiana. Suggestionati da falsi maestri, stavano deviando dal Vangelo e l'Apostolo era corso ai ripari mettendoli di fronte al grave errore in cui rischiavano di cadere: quello cioè di perdere il frutto incom mensurabile della redenzione, il dono dello Spirito Santo che Gesù ci ha ottenuto morendo sulla croce. Nella sezione da cui è presa questa Parola, san Paolo descrive appunto la distanza abis sale che passa tra una vita schiava dell'egoismo ed una vita totalmente animata e guidata da quell'amore che è proprio di Gesù e che Egli ci ha comunicato mediante il suo Spirito. "Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè: contro queste cose non c'è legge". Tra i vari effetti prodotti dallo Spirito Santo in noi ed elencati qui da san Paolo vengo no in primo luogo tutte quelle espressioni dell'amore che costruiscono l'unità tra i fratelli: la pa ce, la pazienza, la benevolenza, ecc.. L'Apostolo li chiama "frutti dello Spirito", come per sottolineare il nesso logico che passa tra queste espressioni dell'amore cristiano e la radice da cui provengono. Nella misura in cui lo Spirito Santo cresce nel cristiano - e questo ovviamente dipende rà dalla sua corrispondenza - produce in lui lo stesso amore, la stessa volontà di pace e di unità che sono propri di Gesù. Ai Filippesi san Paolo dice: "Abbiate gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù". (Fil. 2,5). "Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè: contro queste cose non c'è legge". Un altro effetto dello Spirito Santo è la libertà interiore nei confronti di tutte le tendenze di sordinate che vorrebbero spingerci al male e, quindi, una grande facilità e gioia nel compiere il bene. Nella misura in cui è animato dallo Spirito Santo, il cristiano vive le parole di Gesù. L'amore a Dio ed ai fratelli, l'andare controcorrente, il rinunciare a se stessi per costruire la pace e l'unità, diventano per lui quasi naturali. L'aspetto duro e pesante della legge (cioè dei comanda menti) sembra ormai non esistere più. "Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè: contro queste cose non c'è legge". Come vivremo allora la Parola di vita di questo mese? Essa riflette un'esperienza di vita cristiana e ci presenta un traguardo che potrebbe sembrare riservato ad una categoria di privilegiati. Eppure è il traguardo <::Il quale l'Apostolo vo leva portare tutti i cristiani delle sue comunità, perché è il traguardo a cui ogni cristiano è chia mato da Gesù in forza del battesimo. La via per arrivarvi ormai dovremmo conoscerla abbastanza bene, ma dobbiamo sempre aiutarci a ricominciare a percorrerla di nuovo. Essa consiste nel corrispondere alla grazia dello Spiri to Santo che ci spinge a vivere le parole di Gesù - in modo particolare il suo comandamento dell'amore scambievole - e ad abbracciare con Lui la nostra croce. Si tratta di essere fedeli allo Spiri to Santo soprattutto nei momenti di prova, di tentazione e di difficoltà. Sono questi, infatti, i momenti più preziosi, è questa la via attraverso la quale i frutti dello Spirito cresceranno sempre più in noi. Trovandoci poi nel mese in cui si celebra la settimana di preghiera per l'unità dei cri stiani, il cui tema è proprio questo brano di san Paolo, cercheremo di orientare il nostro impe gno a far crescere i frutti dello Spirito in noi proprio a questo scopo. Come ci ricorda il Concilio Vaticano II, l'unità dei cristiani sarà un dono tutto speciale dello Spirito Santo (1). La prima condizione per ottenere questo dono è la nostra conversione a Cristo, il nostro rinnovamento interiore puntando alla nostra santificazione onde aprirci allo spi rito d'amore, di pace e di unità. (1) Cf Decreto sull'Ecumenismo, nn. 2, 6, 7, 8. Parola di Vita dicembre 1992 di Chiara Lubich IL PUNTO DI PARTENZA "Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo ha accolto voi, per la gloria di Dio" (Rm 15,7). Queste parole sono una delle raccomandazioni finali rivolte da san Paolo nella sua lettera ai cristiani di Roma. Questa comunità, come del resto tante altre sparse nel mondo greco-romano, era formata da credenti che provenivano in parte dal paganesimo ed in parte dal giudaismo, qUindi con mentalità, formazione culturale e sensibilità spirituale molto diver se. Questa diversità dava adito a giudizi, prevenzioni, discriminazioni ed intolleranze degli uni verso gli altri, che certamente non si accordavano con quella accoglienza reciproca che Dio avrebbe voluto da loro. Per aiutarli a superare tali difficoltà l'Apostolo non trova mezzo più efficace che far li riflettere sulla grazia della loro conversione. Il fatto che Gesù li avesse chiamati alla fede, comunicando loro il dono del suo Spirito, era la prova tangibile dell'amore con cui Gesù aveva accolto ciascuno di loro. Nonostante il loro passato e diversità di provenienza, Gesù li aveva accolti per formare un solo corpo. "Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo ha accolto voi, per la gloria di Dio". Queste parole di san Paolo ci richiamano uno degli aspetti più toccanti dell'amore di Gesù. È l'amore con cui Gesù durante la sua vita terrena ha sempre accolto tutti, in modo particolare i più emarginati, i più bisognosi, i più lontani. È l'amore con cui Gesù ha offerto a tutti la sua fiducia, la sua confidenza, la sua amicizia, abbattendo ad una ad una le barriere che l'orgoglio e l'egoismo umano avevano eretto nella società del suo tempo. Gesù è stato la manifestazione dell'amore pienamente accogliente del Padre celeste verso ciascuno di noi e dell'amore che, di conseguenza, noi dovremmo avere gli uni verso gli altri. È questa la prima volontà del Padre su di noi; per cui non potremmo rendere al Padre una gloria più grande di quella che gli rendiamo quando cerchiamo di accoglierci gli uni gli altri a quel modo con cui Gesù ha accolto noi. "Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo ha accolto voi, per la gloria di Dio". Come vivremo allora la Parola di vita di questo mese? Essa richiama la nostra at tenzione su uno degli aspetti del nostro egoismo più frequenti e, diciamo pure, più difficile da superare: la tendenza ad isolarci, a discriminare, ad emarginare, ad escludere l'altro in quanto è diverso da noi e potrebbe disturbare la nostra tranquillità. Cercheremo allora di vivere questa Parola di vita innanzitutto all'interno delle no stre famiglie, associazioni, comunità, gruppi di lavoro, eliminando in noi i giudizi, le discrimi nazioni, le prevenzioni, i risentimenti, le intolleranze verso questo o quel prossimo, così facili e così frequenti, che tanto raffreddano e compromettono i rapporti umani ed impediscono, bloccando come una ruggine, l'amore vicendevole. E poi nella vita sociale in genere, proponendoci di testimoniare l'amore accogliente di Gesù verso qualsiaSi prossimo il Signore ci metta accanto, specialmente quelli che l'egoi smo sociale tende più facilmente ad escludere o ad emarginare. L'accoglienza dell'altro, del diverso da noi, sta alla base dell'amore cristiano. È il punto di partenza, il primo gradino per la costruzione di quella civiltà dell'amore, di quella cultura di comunione, alla quale Gesù ci chiama soprattutto oggi.