2010-2 - Parrocchia di Tarzo

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2010-2 - Parrocchia di Tarzo
Marzo-Aprile 2010 - Anno XLVII - Numero 2
Riflessione
Il modo di pensare, lo sviluppo della scienza e
della tecnologia in tempi non tanto lontani, sembravano non porre ai credenti il problema del
futuro del cristianesimo.
Oggi, non è così, e può essere utile riflettere con lo scrittore cattolico François Mauriac
(1885 - 1970) che ricordava ai cristiani che la
Chiesa, in ogni epoca della storia, deve, per una
misteriosa necessità, ripetere in se stessa la Passione del Signore che l’ha costituita, salvata e
posta come segno suo tra gli uomini. Egli scriveva:
“Ma che cosa ci riserva il futuro?
Quando si tratta della Chiesa, le parole di disfatta e di vittoria non hanno più il loro senso
abituale.
Mai La sentiamo così inerme come nei suoi
trionfi, né così potente come nelle sue umiliazioni.
Fino alla consumazione dei secoli, vi saranno
intorno alla croce lo stesso tumulto,
lo stesso fermento di insulti e di scherni,
soprattutto la stessa indifferenza di Pilato,
lo stesso colpo di lancia al Cuore di Cristo
inferto da una mano qualunque;
ma vi saranno anche la stessa supplica del ladrone pentito,
le stesse lagrime della Maddalena;
e dinanzi al Cristo agonizzante l’atto di fede
del centurione pentito
e l’amore silenzioso del discepolo prediletto”.
A ciascuno di noi conoscere la parte che vuole
“recitare” in questo dramma eterno.
A nessuno è concesso di non prendervi parte.
Rifiutare di scegliere vuol dire avere già scelto.
E riflettiamo, anche, sulle parole di Gesù:
“Se il mondo vi odia, sappiate che prima ha
odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del
mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo
il mondo vi odia. Un servo non è più grande del
suo padrone”. (Gv 15,18-20).
D.F.
Riflessione tratta da Parole ai credenti.
www.parrocchiaditarzo.it
Anno sacerdotale
(Continua dal n.° precedente)
Il “grappino”
Il curato d’Ars, soffre per l’ostilità di cui è oggetto, ma deve sostenere una lotta ben più dura.
Tormentato dal senso della propria
inadeguatezza e dalla coscienza
del proprio limite, pensa che sia
il demonio a tentarlo in questo
modo. Durante la notte sente dei
rumori alla porta, prima lievi, poi
più forti. Si affaccia alla finestra,
ma non vede nessuno e pensa che
si tratti di ladri che vogliono rubare gli oggetti di valore donati dal
visconte. Alcuni giovani del paese vengono chiamati a fare la guardia alla canonica.
Uno di loro rimane terrorizzato, gli altri
non sentono nulla. Il curato si convince
che i rumori siano opera del demonio, che
lui chiama “il grappino” (l’uncino) perché
raschia la porta, e resta solo in canonica
affidandosi a Dio. I critici sostengono che
Anniversari
speciali
Con la premessa di un caloroso augurio di BUON ANNIVERSARIO, vogliamo ricordare che a giugno cade il
50 anniversario dell’ordinazione sacerdotale del nostro Parroco Mons.
Francesco Taffarel e di Don Angelo Lucchetta Parroco di Corbanese, era il 29
giugno 1960.
Ricordiamo che il 4 aprile del 1960
fu ordinato sacerdote Don Giuseppe Artico già cappellano a Tarzo e residente
in paese.
E, infine, che ricorre il 60° anniversario
dell’Ordinazione di Mons. Giovanni Gava,
era il 18 giugno 1950, che fu Parroco a
Tarzo dal 1967 al 1985 ed ora Emerito a
Colle Umberto.
Ai 4 Sacerdoti AUGURI per il traguardo raggiunto dalle nostre Comunità.
il curato soffra di allucinazioni. Egli però
dirà: «So che è il grappino: questo mi basta. Da quando abbiamo a che fare l’uno
con l’altro siamo diventati quasi colleghi».
L’istruzione dei giovani e la “Providence”
Ad Ars non esiste una vera e propria
scuola. Solamente durante l’inverno arriva
un maestro che, in una stanza in pessime
condizioni, fa lezione a ragazzi e ragazze
insieme contrariamente a quanto avveniva
di solito a quei tempi. Questa situazione
per il curato Vianney non è accettabile.
Occorrevano due scuole. Si poteva cominciare con una, quella per le ragazze. Ma
dove trovare il denaro necessario per i locali e per pagare le maestre? La generosità
(Continua a pagina 2)
Sommario
Comunità cristiana
Cronaca locale
Notizie dal Comune
Arfanta: paese mio
Voce di Corbanese
Parrocchia di Tarzo
Cronaca di Tarzo - Alpini
Anagrafe
Offerte e Angolo dei ricordi
1-5
6-8
9-10
11-12
13-15
16-19
20-22
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24
«Voce amica»
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I PAPI DELLA CHIESA
(Segue dalla prima pagina)
dei benestanti viene in suo aiuto
e riesce ad acquistare un edificio.
Come maestre sceglie tre giovani
del luogo, che devono a loro volta studiare non poco per essere in
grado di dare alle allieve un minimo di istruzione. La scuola, chiamata la Providence, è gratuita e
presto arrivano ragazze anche dai
paesi vicini, che inevitabilmente devono essere accettate come
pensionanti. I parenti forniscono
letti e cibo. Alla fine dell’anno
scolastico, si rendono necessari degli ampliamenti. Un aiuto
insperato permette di far fronte
anche a questa esigenza. Con le
nuove costruzioni diventa possibile accogliere nuove pensionanti
e, anche se il contributo delle famiglie non è sufficiente a coprire
tutte le spese, in modo quasi miracoloso, gli aiuti arrivano sempre al momento giusto. Il curato
riesce sempre, con l’appoggio di
persone benestanti, a comperare e rivendere delle terre che gli
assicurano una rendita per la sua
opera che, col tempo, finisce per
accogliere le ragazze abbandonate della zona. Sfamare le ospiti
della Providence rimane comunque sempre un problema. Si
racconta, però, che nei momenti
peggiori il grano si sia sempre
miracolosamente “moltiplicato”
grazie al curato, la cui santità fa
sì che Dio gli conceda prodigi.
La rivoluzione di luglio e i
pellegrinaggi ad Ars
Con la rivoluzione del luglio
1830 riprendono gli attacchi alla
religione e ai sacerdoti come nella Rivoluzione del 1789. Anche
nei confronti del curato d’Ars
non mancano attacchi e calunnie
(sette parrocchiani che non sopportano la sua severità vanno in
canonica e cercano di costringerlo a lasciare la parrocchia e
quando una ragazza madre del
villaggio partorisce si insinua
persino che sia lui il padre del
bambino). La maggioranza degli
abitanti del paese non crede alle
dicerie, tuttavia Vianney pensa di
lasciare Ars; ma non se ne va solo
perché capisce che questo avrebbe reso più credibili le calunnie
di cui era oggetto. Nonostante
le difficoltà, il periodo che va
dal 1830 al 1835 è quello in cui,
anche a seguito di un’epidemia
di colera, i pellegrini ad Ars aumentano in maniera particolare.
Per evitare di essere totalmente
al centro dell’attenzione il curato
allora introduce nella sua Chiesa
Marzo-Aprile 2010
Ars - basilica
la venerazione di santa Filomena, in modo da attribuire a lei i
vantaggi che la gente trae dal
pellegrinaggio. (Solo più tardi si
scoprirà che santa Filomena non
è mai esistita e che il suo culto
- poi abolito nel 1961 - deriva
da un’interpretazione errata di
un’iscrizione trovata sui mattoni
che chiudevano un’antica tomba
delle catacombe di S.ta Priscilla). Il gran numero di pellegrini
e di penitenti che trova davanti
al suo confessionale e le continue critiche da parte dei confratelli rinnovano però il senso di
angoscia di Vianney, che chiede
al vescovo di essere trasferito.
Dopo una prima risposta negativa, gli viene offerta la parrocchia
di Fareins. La sua popolazione
è più numerosa di quella di Ars,
ma il curato inizialmente accetta.
Poi però riflette e cambia idea. Il
motivo fondamentale che gli impedisce di lasciare Ars è la preoccupazione per la sorte della Providence, che senza di lui e senza
le sue continue ricerche di denaro
finirebbe di esistere, e per la nuova scuola destinata ai ragazzi.
(continua)
152.STEFANO IX (X), Lorena, 3.8.1057 – 29.3.1058
Fu il secondo papa tedesco. Abate di Montecassino, cardinale, venne
sollecitato a superare ogni perplessità dal clero e dal popolo romano.
Eletto papa il 2 agosto in San Pietro in Vincoli, fu incoronato il giorno
dopo in San Pietro. Egli scelse come suoi collaboratori Pier Damiani,
Anselmo da Baggio (futuro Alessandro II) e Desiderio di Montecassino
(futuro Vittore III). A questi veri uomini di chiesa affidò il difficile compito di combattere con mano forte la simonia, il concubinato dei preti
e la dissolutezza dei principi:
L’opera riformatrice avrebbe richiesto una durata del pontificato più
di sette mesi. Anselmo da Baggio si mise alla guida di un movimento
formato da cristiani intransigenti, denominati “patarini” o “straccioni”,
la cui forza impressionò preti e nobili. Prima di partire per Firenze,
Stefano IX invitò i romani a giurare che in caso di sua morte improvvisa, non avrebbero eletto un altro papa fino al ritorno dalla Germania
di Ildebrando di Soana. Stefano IX giunto a Firenze fu colpito da una
violenta febbre malarica. Morì il 29 marzo 1058 e fu sepolto a Santa
Reparata, oggi Santa Maria del Fiore.
153. NICCOLO’ II, Gerberto di Borgogna, 24.1.1059 – 27.7.1061
Vescovo di Firenze venne eletto papa il 24 gennaio 1059, dopo essere
stato eletto a Siena dai cardinali il 24 dicembre 1058. Ma tra data della
morte di Stefano IX e la data della elezione a Niccolò II i romani avevano approfittato della morte di Enrico III e dissero di essere stanchi
dei papi tedeschi e della politica riformatrice di Leone IX e Stefano IX,
avevano eletto il romano Giovanni vescovo di Velletri che aveva assunto il nome di Benedetto X. Però la maggioranza del clero e personalità
come Pier Damiani, Desiderio Abate di Montecassino e Umberto di
Silvacandida sollevano l’eccezione di illegittimità sulla sua elezione: Il
posto di papa fu affidato a Niccolò II, sia pure dopo alcuni mesi. Incluso dall’Annuario Pontificio nell’elenco degli antipapi, Benedetto X fu
costretto a fuggire da Roma. Il primo grande problema affrontato da
Niccolò II riguardava l’elezione del papa che egli intendeva sottrarre ai
condizionamenti politici spesso troppo invadenti. Per questo convocò
il Concilio del Laterano che stabilì l’elezione del papa da parte dei
cardinali, mentre al clero e al popolo restava il diritto di approvarla.
L’elezione doveva avvenire possibilmente a Roma, così come i papabili
dovevano essere romani, salvo eccezioni. Ai Delegati imperiali era concesso il diritto di prendere atto dell’elezione, ma non di condizionarla.
Ma la vedova di Enrico III, Agnese, protestò e convocò una Dieta a
Worms, dove vennero dichiarati non validi il Decreto del Concilio
Laterano e la stessa elezione di Niccolò II.
Nel 1059 con un sinodo convocato a Melfi concesse a Roberto il Guiscardo l’investitura del Ducato di Puglia e di Calabria, per mandare un
segno ai tedeschi: La risposta di condanna da parte di un sinodo dei
vescovi tedeschi non tardò ad arrivare, ma Niccolò II morì a Firenze il
27 luglio 1061 senza avere la possibilità di reagire.
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Che cos’è la Chiesa?
C
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G L MO
La
Chiesa
è la società dei veri cristiani, cioè dei battezzati che professano la
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A DE IS
fede
e
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dottrina
di
Gesù Cristo, partecipano ai suoi sacramenti ed ubbidiscono ai
CH
E
Pastori stabiliti da Lui.
T
CA Da chi fu fondata la Chiesa?
La Chiesa fu fondata d
da Gesù Cristo, il quale raccolse i suoi fedeli in una società, la sottopose agli
Apostoli con San Pietro per capo, e le diede il sacrificio, i sacramenti e lo Spirito Santo che la vivifica.
Qual è la Chiesa di Gesù Cristo?
La Chiesa di Gesù Cristo è la Chiesa Cattolica Romana, perché sola è una, santa, cattolica e apostolica
quale Egli la volle.
Perché nell’uomo c’è il desiderio di Dio?
Dio stesso, creando l’uomo a propria immagine, ha iscritto nel suo cuore il desiderio di vederlo.
Anche se tale desiderio è spesso ignorato, Dio non cessa di attirare l’uomo a se, perché viva e trovi
in Lui quella pienezza di verità e di felicità, che cerca senza posa: Per natura e per vocazione, l’uomo è
pertanto un essere religioso, capace di entrare in comunione con Dio. Questo intimo e vitale legame
con Dio conferisce all’uomo la sua fondamentale dignità. (Catechismo della Chiesa Cattolica - Compendio- n.2.).
«Voce amica»
Marzo-Aprile 2010
Vita della mamma di don (continuazione)
Bosco
Nella foto la
vecchia scuola
dove è sistemato
il museo dedicato
alla mamma di
don Bosco.
Anni verdi a Capriglio, un paese al quale hanno rubato il castello.
Capriglio è un paesino (400
abitanti) collocato su un minuscolo altipiano, circondato dalle
verdi colline ondulate del Monferrato. Le case a quel tempo si
raccoglievano attorno al castello
dei Conti Radicati Passerano. Ora
il castello non c’è più. Ci sono invece ancora le frazioni in cui Capriglio, come tutti i paesi agricoli,
si divideva.
Margherita Occhiena era nata
nella frazione «La Cecca», immersa nel verde dei boschi, con
alcune zone soleggiate coltivate
a vigneti. Dalle finestre della sua
casa, Margherita poteva vedere
la valle profonda in cui scorre
un ruscello che si va a gettare nel
torrente Traversa. Al di là vedeva
i tetti delle case di Morialdo, con
il cantone dei Becchi e l’estesa
fattoria degli avvocati Biglione. Non immaginava nemmeno
che un giorno, vestita da sposa,
avrebbe attraversato quella valle
e sarebbe andata a vivere in quel
cantone, mamma di due bambini.
Le prime parole: quelle
dell’Ave Maria.
Sull’aia della sua casa rustica e
solida, Margherita visse un’infanzia felice nonostante i tempi tristi
che portavano sulle colline soldati e briganti. Sotto lo sguardo
mite della mamma e della nonna,
giocò e rise insieme a Marianna,
i fratellini e le sorelline che il Signore mandava di anno in anno:
Francesco, Lucia, Michele. Come
tutti i bambini tentavano di fare
carezze alle galline e alle papere,
tiravano la coda ai gatti, correvano dietro alle colombe che s’alzavano in volo. Margherita non
andò mai a scuola. Alle bambine
di campagna, in quel tempo, non
si insegnava nemmeno a leggere
e a scrivere. Non andò neppure
all’asilo, perché l’asilo non l’ave-
vano ancora inventato, e non se
ne sentiva molto
bisogno perché
ogni aia, con i
bambini di due o
tre famiglie, era
già un asilo affollato e si «socializzava» ogni
giorno
senza
nemmeno sapere il significato
di questa parola.
I preti passavano a benedire
le case, a dire una buona parola
ai vecchi, a fare una carezza ai
bambini. E le prime parole che le
mamme insegnavano erano quelle dell’Ave Maria.
Quattro episodi al lume della
lampada.
Quando Margherita andò a Torino nell’ultima parte della sua
vita, a fare da cuoca, da sarta e
da mamma ai ragazzi dell’Oratorio fondato dal figlio Giovanni, si
vide circondata, anno dopo anno,
dai primi giovanissimi «Salesiani» che le chiedevano notizie,
episodi, curiosità di anni lontani.
Volevano sapere tutto su Don Bosco, su di lei e sulla sua famiglia.
Giovanni Bonetti, Domenico
Ruffino, Giovanni Battista Francesia erano giovanotti in gamba,
intelligenti, che le volevano bene
come figli.
E con loro, nelle lunghe serate
invernali mentre cuciva al lume
della lampada ad olio, Mamma
Margherita si lasciò andare a
raccontare, col gusto tipico della
gente monferrina. Narrò tanti fatti
della fanciullezza del suo Giovanni, e anche quattro fatti della
sua gioventù. E quei quattro giovanissimi Salesiani, che sapevano
scrivere molto bene, li annotarono per tramandarli a quelli che
avrebbero voluto conoscere Don
Bosco e la sua mamma.
Il primo è l’episodio dei cavalli
russi che volevano mangiarsi le
sue pannocchie di granturco. Ed
ecco gli altri tre.
La passeggiata nella strada
principale del paese
Il paese di Capriglio è percorso
da un capo all’altro dalla strada
principale, bordeggiata di castagni, acacie e gelsi. Per le ragazzine sui quattordici anni, percorrerla nei giorni di festa ridendo
e cinguettando, tenendosi ben
strette con i gomiti incrociati, era
il massimo dei divertimenti (lo è
ancor oggi nei paesi e nei quartieri).
Guardare e farsi guardare. O
meglio, loro «non guardavano
nessuno», ma stavano attentissime a che impressione facevano
sui giovanotti fermi a gruppetti
accanto agli alberi. Per questo
bisognava essere in tante e si passava di casa in casa a invitare le
amiche.
Anche Margherita era sollecitata a gran voce: «Dai, vieni
anche tu. Andiamo a ridere e a
scherzare». Margherita guardava
la mamma e dalla sua faccia seria vedeva che non era contenta.
Il parroco era molto rigoroso e
ammoniva le mamme, con le prediche durante le Messe, a far crescere le figlie «sotto i loro occhi»,
se non volevano che «il diavolo
entrasse nei loro cuori indifesi».
Allora rispondeva alle amiche:
«La mia passeggiata per oggi l’ho
fatta e sono piuttosto stanca. Sono
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stata con la mamma alla Messa e
andare e tornare dalla chiesa, lo
sapete, è un bel pezzo di strada».
Il ballo sulla collina
In estate, ogni paese celebrava
la sua festa patronale. Di giorno
Messa e processione. Verso sera
gli squilli delle trombe e il ballo
all’aperto.
La musica rimbalzava di collina in collina e per i giovani era un
richiamo irresistibile.
Tutti i preti, allora, erano contrari al ballo. (Ora si organizza
negli Oratori, anche per frenare
la brutta piaga delle discoteche).
Il parroco di Capriglio, don Maggiora, era addirittura severissimo. Minacciava l’inferno. Anche
Margherita fu invitata tante volte,
ma rifiutava gentilmente. E una
volta che l’invito era molto insistente, rispose con le minacciose
parole sentite poche ore prima
dal Parroco, che tanto l’avevano
impressionata: «Chi vuol giocare
col diavolo, non potrà godere con
Gesù Cristo!».
(continua)
I fioretti di PAPA LUCIANI
Vicino alla Cattedrale di Vittorio Veneto si trova il Seminario e vicino
anche un Bar. Un giorno Luciani esce dalla cattedrale e vede un uomo
cieco, col bastone bianco in mano, che cercava di attraversare la strada.
Luciani lo avvicina, lo prende per un braccio e gli fa attravere:
sare la strada. Gli amici del bar dicono a quel signore:
- Sai chi ti ha aiutato ad attraversare la strada?
- No, non lo so:
- E’ stato Mons. Luciani, il nostro Vescovo.
LUCIANI RACCONTA
I tre buoi
avano
I tre buoi richiamavano Pino, Gino e Lino e andavano
d’accordo. Pascolavano e non si rubavano un filo d’erba, nella stalla non
si disturbavano.
Vicino alla loro stalla abitava un leone, che pensava di mangiarseli
uno alla volta.
Mi piacerebbe mangiarmeli, ma come faccio? Si vogliono troppo bene
e si difendono dai pericoli. L’unica soluzione è creare discordia tra di
loro.
Così il leone si mise all’opera.
Un giorno si avvicinò a Pino e gli sussurrò: - Sta attento, non fidarti
dei tuoi amici perché parlano male di te e ti calunniano di fronte al tuo
padrone.
Il giorno dopo, il leone si avvicino a Gino e gli sussurrò: - Sta attento,
guardati alle spalle, ti voglio avvisare che i tuoi compagni stanno tradendoti e già sono messi d’accordo.
Poi il leone disse a Lino: - Sta attento perché gli altri due ti vogliono
rubare il fieno quando sei nella stalla!
Così i tre buoi non vollero più stare insieme, si odiavano, si guardavano male e pascolavano uno da una parte e un altro dall’altra e il terzo da
solo in altra parte del prato e nella stalla si davano calci e cornate.
Allora il leone, vista la divisione che esisteva fra i tre buoni, approfittò
della situazione, li sorprese nel prato separati e lontani uno dall’altro e
se li mangiò uno dopo l’altro.
La divisione, la discordia, la gelosia non porta a nessun risultato, anzi
è un darsi la zappa sui piedi.
Papa Benedetto
pagina 4
Joseph Ratzinger venne eletto papa il 19
aprile 2005 e in questi anni i momenti difficili
non sono mancati. Ma lui “umile lavoratore
nella vigna del Signore” non si è risparmiato.
Per rafforzare le fondamenta della fede e
della Chiesa e contrastare il relativismo imperante. “Dopo il grande papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un
semplice e umile lavoratore nella vigna del
Signore”: sono le prime parole che Papa Benedetto XVI rivolse alla gente di Piazza San
Pietro.
Qualche giorno prima egli aveva detto: “La
piccola barca del pensiero di molti cristiani
si trova in mezzo ad onde minacciose. Il pericolo è reale e si va costituendo una dittatura
del relativismo che non riconosce nulla come
definitivo e che lascia come ultima misura
solo il proprio io e le sue voglie”. Papa Benedetto, eletto a 78 anni punta tutto sul pensiero.
Un contributo lo ha voluto dare spiegando che il Concilio Vaticano II non è stato un
momento di rottura col passato, perché nella
Chiesa non è possibile sostituire una Costituzione vecchia con una nuova. La dottrina
resta certa e immutabile e non ci può essere
discontinuità.
E’ importante esprimere in modo nuovo
una determinata verità, ma altrettanto impor-
«Voce amica»
tante è sapere che i modi
nuovi sono validi solo se
nascono da una comprensione consapevole della verità stessa. La parola Verità
è la parola chiave di Papa
Benedetto XVI, il quale non si stanca di ripetere che la verità esiste e che l’uomo è tale se
la cerca e la riconosce. Le prime parole della
Enciclica Caritas in veritate
(29.6.2009). “La carità nella
verità, di cui Gesù Cristo si è
fatto testimone con la sua vita
terrena e, soprattutto con la
sua morte e resurrezione, è la
principale forza propulsiva per
il vero sviluppo di ogni persona e della umanità intera”.
Egli cerca di eliminare abusi
ed errori liturgici nati da letture
troppo disinvolte del Concilio.
Fa ogni sforzo per riportare
alla comunione con la Chiesa
i tradizionalisti. Ha accolto gli
anglicani desiderosi di tornare
in comunione con Roma e sta
proseguendo il dialogo con gli
ortodossi. Nel confronto con le altre religioni
fa capire che la consapevolezza della propria
identità non è un ostacolo per il dialogo, ma
il suo presupposto.
Non sono mancati momenti difficili, come
la causa di beatificazione di PIO XII, la revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani,
le polemiche per il discorso di Ratisbona, la
mancata visita alla Università La Sapienza,
gli attacchi per il no al profilattico come mez-
XVI
Marzo-Aprile 2010
zo per prevenire l’AIDS:
Ci sono stati anche successi, come il Viaggio in Turchia, la mano tesa attraverso una
lettera da 138 intellettuali islamici, la visita
alla sinagoga di Roma.
Il Papa invita ad allargare gli spazi della ragione. Non è vero che è razionale solo
quello che è sperimentabile in modo scientifico. Razionale è tutto ciò che attiene alla
nnatura umana, compresi quegli
aaspetti che non possiamo dimost
strare con formule matematiche
o con esperimenti di laboratorio.
R
Razionale è credere in Dio che
hha creato l’uomo a sua immaginne e somiglianza.
I monaci nel medioevo portaro
rono alla costruzione dell’Europpa e riuscirono a elaborare una
nnuova cultura non seguendo una
filosofia, ma perché cercavano
D
Dio. In ogni tempo una cultura si
ccostruisce sulla ricerca di Dio e
su
sulla disponibilità ad ascoltarLo.
E un altro compito di Papa Bennedetto è rimettere ordine e fare
ppulizia nella Chiesa, come dimostra la netta condanna degli abusi sessuali
compiuti da religiosi e i ripetuti richiami contro l’inimicizia e il carrierismo.
In cinque anni:
- 3 Encicliche (Deus caritas est nel 2005,
Spe salvi (2007), Caritas in veritate (2009)
- Ha compiuto 27 viaggi apostolici (13
all’estero e 14 in Italia)
- Ha celebrato 3 Sinodi:
MINISTERO DEL LETTORATO VERSO IL DIACONATO PERMANENTE
Fin dai tempi più antichi furono istituiti dalla Chiesa alcuni ministeri
al fine di prestare debitamente a Dio il culto sacro e di offrire, secondo le necessità, un servizio al popolo di Dio. Alcuni di questi uffici,
più strettamente collegati con l’azione liturgica, tra cui il lettorato e
l’accolitato, a poco a poco furono considerati come istituzioni previe
per ricevere gli ordini sacri. Nella Chiesa Latina furono denominati
ordini minori in rapporto al Diaconato e al Presbiterato, i quali furono
chiamati ordini maggiori.
Nel 1972 Papa Paolo VI, con lettera apostolica in forma di motu proprio “Ministeria Quaedam”, stabilisce che quelli che erano chiamati
Ordini minori, divengano “ministeri”.
I ministeri possono essere affidati anche ai laici, di modo che non
siano più considerati come riservati ai candidati al sacramento dell’Ordine. I ministeri mantenuti in tutta la Chiesa Latina, adattati alle odierne necessità, sono due, quello del Lettore e quello dell’Accolito.
Il giorno dell’Annunciazione (25 marzo), nella Chiesa di Santi Pietro e Paolo in Vittorio Veneto, il Vescovo S.E. Mons. Corrado Pizziolo
ha istituito lettori e accoliti alcuni seminaristi e candidati al Diaconato
Permanente.
Tra questi è stato istituito Lettore, in vista del Diaconato Permanente, Mario Introvigne.
Il Lettore è istituito per l’ufficio a lui proprio, di leggere la parola di
Dio nell’assemblea liturgica. Pertanto, nella Messa e nelle altre azioni
sacre spetta a lui proclamare le letture della Sacra Scrittura (ma non
il Vangelo). Al lettore viene affidata anche la preparazione dei fedeli
alla comprensione della parola di Dio. Si tratta quindi di un ministero
con compiti di catechista, di educazione alla vita sacramentale e di
evangelizzazione.
Ritornando alla celebrazione liturgica, come ha rimarcato il Vescovo nell’omelia, quest’anno il conferimento dei ministeri del Lettorato
e dell’Accolitato hanno un significato particolare, in quanto nel piano
pastorale della diocesi si fa espressamente riferimento alle vocazioni e ai ministeri nella Chiesa a servizio della stessa, frutto dell’unico
Battesimo.
Sempre il Vescovo ha evidenziato che i ministeri non sono condizioni per farsi ammirare nella comunità o sentirsi superiori nei confronti
degli altri, ma sono doni per l’edificazione della comunità, secondo il
principio della comunione e della condivisione nella carità.
(Mario Introvigne)
La sindone
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L
a Sindone è un lenzuolo di lino
lungo 441 cm e largo 113 cm
sul quale è visibile l’immagine di
un uomo che porta segni di torture
e maltrattamenti che culminarono con la crocifissione. La tradizione identifica l’uomo con Gesù
e il lenzuolo con quello usato per
avvolgere il corpo nel sepolcro. Il
Lino ritrae la doppia immagine di
un corpo umano nudo, a grandezza naturale, una di fronte l’altra di
schiena. Le immagini sono allineate testa contro testa. Sono di colore
più scuro di quello del telo. Da esse
appare che l’uomo della Sindone
fu adagiato sulla metà inferiore del
telo (immagine dorsale) e fu ricoperto con l’altra metà ripiegata su
di lui (immagine frontale). La sembianza è delimitata da un contorno
di due linee nere strinate e da una
serie di lacune: sono i danni dovuti all’incendio che il Lino subì a
Chambéry, in Francia, nel 1532. La
Sindone di Torino è una icona impressionante che ci aiuta a leggere
la Passione di Cristo.
Le Notizie dei Vangeli
I Vangeli parlano in qualche passo della Sindone o comunque di un
sudario? Il Vangelo di Giovanni riporta il rinvenimento del sepolcro
vuoto e di bende che giacevano
distese come di qualcuno che si è
«Voce amica»
alzato e le ha lasciate lì, nonché di
un sudario forse usato per il capo
di Gesù. Luca afferma che Pietro,
chiamato dalle donne, nel sepolcro trovò solo le bende. Gesù non
c’era più, testimonia il Vangelo, era
risorto! Matteo riferisce come Giuseppe d’Arimatea si fece consegnare dal governatore romano, Pilato,
il corpo di Gesù e l’avvolse in una
sindone pulita. Marco narra che Pilato concesse il cadavere a Giuseppe il quale, comprato un panno di
lino, vi fece avvolgere Gesù.
Il dato della Tradizione
Delle vicende lontane della Sindone non abbiamo vere prove storiche, ma una lunga tradizione di
testimonianze che ci porta nell’attuale Turchia. Non possiamo stupircene. Sappiamo che l’apostolo
Giovanni vi accompagnò Maria
affinché essa fuggisse alle persecuzioni contro i primi cristiani:
la Turchia fu tra i primi luoghi ad
ospitare il cristianesimo nascente.
Ancora la tradizione ci riporta
che l’apostolo Taddeo con la Sindone arrivò ad Edessa, oggi Urta.
Di quel telo ad Edessa si hanno notizie che risalgono al quinto secolo;
si narra di un telo straordinario che
veniva tenuto ripiegato in modo
tale che di tutta l’immagine del telo
si vedesse solo il volto. Nel 944 il
IL BATTESIMO
(terza parte)
5. Il Battesimo è un evento di
relazione
Il dono battesimale non è una
“cosa” ma è un evento che stabilisce relazioni nuove. Unendoci a
Gesù, donandoci il suo stesso Spirito e rendendoci figli adottivi del
Padre, il Battesimo rende possibile
per noi vivere in modo nuovo la
comunione con Dio e con i fratelli. Il Battesimo quale evento di
relazione è essenzialmente frutto
dell’iniziativa di Dio e le nuove
relazioni, che si instaurano grazie
ad esso, sono anzitutto dono del
Signore, dono del suo amore.
Il dono del Battesimo precede
radicalmente ogni nostra risposta:
Dio non aspetta che noi siamo
buoni e meritevoli. Egli ci vuole
bene e ci offre il dono del Battesimo a prescindere dalle nostre povertà, debolezze e miserie.
Nello stesso tempo, l’iniziativa
dell’amore del Signore interpella il
cuore dell’uomo e suscita in esso
la necessità di una risposta. Chi
giunge a scoprire che il Signore
lo ama con un amore così grande
e così gratuito, difficilmente potrà
rimanere indifferente: si sentirà
chiamato a corrispondere; sentirà
cioè un appello interiore che lo
sollecita a rivolgersi al Padre ed
ad aprirsi a Lui con cuore riconoscente.
E’ la voce dello Spirito che parla
al nostro cuore rivolgendo ad esso
una chiamata ben precisa; l’intera
nostra vita cristiana si configura
allora come risposta ad una vocazione: quella di corrispondere al
dono di amore che Dio ci ha fatto
nel nostro Battesimo.
(Continua)
Mario Introvigne
telo sarebbe stato trasferito a Costantinopoli (Istanbul). Nel 1204,
sempre a Costantinopoli, reliquie
di ogni genere vennero raccolte dai
crociati. Sicuramente qualcuno la
prese, forse i Templari, forse i crociati stessi e così la sindone giunse
in Occidente.
Da Gerusalemme a Torino
Possiamo affermare, grazie a
documenti storici, che la Sindone
arriva in Francia nel 1353 e da questa data possiamo ricostruire la sua
storia con dati certi.
Il sacro telo è in possesso di un
nobile di nome Geoffroy de Charny, il quale costruisce presso Lirey
una chiesa per custodire la reliquia.
La famiglia de Charny, però, non
rivelerà mai le modalità con cui
era entrata in possesso della preziosa reliquia. A un certo punto i de
Charny la cedono al duca Ludovico
di Savoia che nel 1506 la colloca
nella Sainte Chapelle di Chambéry.
Nel 1532 scoppia un incendio nella
chiesa e la Sindone subisce gravi
danni.
Nel 1534 il Lino torna a Lirey
dove le Clarisse, che sembrano le
uniche in grado di poter riparare la
parte danneggiata. Le monache applicano una serie di rappezzi triangolari che sono tuttora esistenti e
visibili. Foderano anche l’intero
Lenzuolo con tela d’Olanda.
Nel 1578. Emanuele Filiberto
di Savoia trasferisce la Sindone a
Torino affinché San Carlo Vescovo
di Milano, che per essa nutriva una
particolare devozione, possa venerarla con maggiore comodità. Per
San Carlo già anziano, attraversare
le Alpi per arrivare in Francia, non
sarebbe stato un’impresa semplice,
soprattutto se si pensa ai mezzi di
trasporto del tempo.
Ultima tappa
Dal 1578 la Sindone è dunque a
Torino. I Savoia incaricano l’architetto Guarino Guarini di costruire
una cappella apposita fra l’abside
del Duomo e Palazzo Reale. La reliquia lascerà la città sabauda solo
due volte: nel 1706 per essere salvata durante l’assedio di Torino,
da parte dei francesi e, durante la
seconda guerra mondiale, per proteggerla dai bombardamenti.
Dal 1933 (1900 anni dalla morte
in croce di Gesù) incominciano le
ostensioni più recenti in occasione
anniversari o eventi importanti.
Fotografo per caso
Siamo nel 1898 a Torino si vogliono celebrare i 400 anni della
cattedrale. Quale migliore occasione per un’ostensione della Sindone?
Un’ottima idea, ma la Sindone
appartiene ai Savoia e non è detto
che re Umberto I conceda il per-
pagina 5
messo in tempo. Si pensa allora di
commissionare dei dipinti che ritraggano il sacro Lino. Addirittura
si fantastica sulla possibilità di fotografarla. Ricordiamo che la fotografia, al tempo, è ancora un mezzo
riservato a pochi e che l’equipaggiamento necessario per praticarla
è poco più che primitivo.
A Torino c’è un grande appassionato di fotografia, l’avvocato Secondo Pia, che accetta di buon grado l’impresa e scatta la sua prima
fotografia alla Sindone il 25 maggio a mezzogiorno. La cattedrale
è buia anche a quell’ora e lui tenta
di arrangiarsi con due lampade da
1000 candele ciascuna, assai difficili da accendere visto che nella
chiesa non c’è ancora l’elettricità.
L’avvocato è ingegnoso e si porta
appresso due generatori che sviluppano un calore enorme. I risultati
sono modestissimi ed egli ci riprova tre giorni dopo. Grazie all’esperienza precedente ha messo a punto
meglio l’esposizione e le luci.
A mezzanotte dello stesso giorno, Secondo Pia, in preda all’emozione, sviluppa in camera oscura la
lastra. Quando compare l’immagine per poco questa non gli cade
dalle mani.
Se quello che a poco a poco appare è il volto del Signore Gesù,
lui è il primo che può contemplarlo dopo 19 secoli.
La lastra negativa mostra le sembianze di un uomo come nessuno
aveva mai percepito a occhio nudo.
Le reazioni alla scoperta sono infuocate perché è davvero sconvolgente scoprire che la Sindone si
comporta come un negativo fotografico e nel negativo l’immagine è
stranamente assai più comprensibile. Il corpo fotografato appare quello di un uomo con la barba e i capelli lunghi che presenta numerose ferite corrispondenti alla tradizionale
iconografia di Gesù. Sono risultati
davvero misteriosi per un’epoca in
cui la fotografia è ancora una tecnica poco nota. Si discute quindi se
l’immagine non abbia un’origine
soprannaturale o se non sia piuttosto una manipolazione fatta ad arte
da parte di qualcuno, per esempio
lo stesso avvocato Pia. Nel 1931 il
cavalier Giuseppe Enrie, a sua volta fotografa il telo. I risultati sono
gli stessi. L’avvocato Pia, ormai anziano, tira un sospiro di sollievo. La
sua onestà è riconosciuta: la Sindone agisce effettivamente come un
negativo fotografico. Ecco un dato
da evidenziare: con la fotografia
cambia la percezione che si ha del
Lino che da questo momento verrà studiato con mezzi tecnologici
sempre più moderni.
(Continua)
pagina 6
Missionari, Missionarie
e Operatori pastorali
uccisi dal 2000 al 2009
Gennaio n° 11:
Indonesia 2, Venezuela 1, Colombia 1, Kenya 3,
Filippine 1, Messico 1, Russia 1, India 1.
Febbraio n° 16:
Mozambico1, India 1, Burundi 1, Centroafrica
1, Turchia 1, Burkina Faso1, Messico 1, Angola 1,
Brasile 2, Cuba 1, Congo 1, Colombia 2, Nigeria
1, Sudafrica 1.
Marzo n° 21:
Sudafrica 1, Burundi 1, Indonesia 1, Kenya 1,
Congo 2, Colombia 6, Iraq 1, Pakistan 1, India 1,
Brasile 2, Uganda 2, Nigeria 1, Angola 1.
Aprile n°16:
Kenya 3, Filippine 1, Sud Africa 1, Colombia 1,
Rwanda 1, Guinea 1, Brasile 1, Spagna 1, Argentina 1, Madagascar 1, USA 1, Siberia 1, Sri Lanka 1,
Venezuela 1.
Maggio n° 34:
India 4, Messico 2, Pakistan 2, Filippine 1, Belgio
1, Guatemala 2, RD Congo 6, Albania 1, Perù 1,
Brasile 2, Uganda 3, Kenya 1, Burundi 1, Colombia
2, Camerun 1, Panamà 1, Sudafrica 2, Nigeria 1.
Giugno n°18:
Iraq 4, India 1, Filippine 1, Guatemala 1, Randa
1, Burundi 1, Colombia 4, Messico 3,Brasile 1, Giamaica 1.
Luglio n° 21:
Guinea equat. 1, Nepal 1, Pakistan 1, Messico 3,
India 3, Cuba 1, Colombia 2, R.D.Congo 1, Kenya
2, Brasile 2, Spagna 1, Cile 1, Camerun 1, Guatemala 1.
Agosto n° 30:
R.D. Congo 7, Nigeria 2, Burundi 1, Sudan 1,
Colombia 5, Uganda 2, Iraq 1, Papua NG 2, India 2,
Pakistan 1, Kenya 1, Brasile 1, El Salvador 1, Venezuela 1, Filippine 2.
Settembre n° 22:
Nigeria 2, Uganda 1, Messico 1, Colombia
4, Brasile 3, India 3, Filippine 1, Angola 1, Congo
Brazzaville 1, Somalia 1, Kenya 1, El Salvador 2, Sri
Lanka 1.
Ottobre n° 32:
Uganda 1, Sud Africa 1, Burundi 3, El Salvador 2,
Somalia 1, Rwanda 1, Sud Africa 1, Zambia 1, India
3, Albania 1, Argentina 1, Burkina Faso 1, Colombia
3, Messico 2, Brasile 1, USA 1, Francia 1, Giamaica
3, Russia 2, Cile 1, Costa d’Avorio 1.
Novembre n° 23:
Nuovo Messico 1, Colombia 5, Uganda 4,
Mozambico 2, Senegal 1, Brasile 1, Honduras 1,
R.D.Congo 1, Costa d’Avorio 1, Sud Africa 1, Bosnia Erzegovina 1, Papua NG 1,India 2, Nigeria 1.
Dicembre n° 21:
India 1, R.D. Congo 2, Sud Africa 3, Usa 1, Guatemala 2, Rep. Centro africana 1, Kenya 1, Guatemala 1, Brasile 1, Irlanda 1, Colombia 1, Camerun
1, Kenia 1, Ciad 1, Filippine 1, Burundi 1, Antille 1.
Totale di 265 religiosi uccisi
a causa della loro fede.
«Voce amica»
Marzo-Aprile 2010
UNIVERSITA’ DEGLI ADULTI
L’ARCA DI NOE’
E’ ARRIVATA A NOI
Martedì 23 febbraio 2010, sesta lezione
del 21° anno dell’Università degli Adulti La Vallata.
Il programma prevedeva l’incontro con
Tito De Luca, noto alpinista, appassionato escursionista, salito diverse volte sulla
grande montagna dell’Ararat alla ricerca dei resti dell’Arca di Noè. Lo ha fatto, spiega, con grandi rischi per il divieto
emesso dal governo turco di recarsi in quel
luogo sacro presidiato dai militari. Durante
le rischiose escursioni ha avuto il merito
e la fortuna di ritrovare alcuni reperti di
quell’Arca.
Il suo intervento, completato da proiezione riguardanti immagini del luogo e
della sua scalata, è stato molto interessante e ci ha parlato delle sue ascensioni sulla famosa montagna.. Aveva portato per
l’occasione, dentro una custodia di vetro,
un pezzo di legno dell’Arca, legno che mi
venne data l’opportunità di poter ammirare e toccare.
L’emozione di trovarmi di fronte un oggetto così importante della storia biblica
risalente a diverse migliaia d’anni (4500
circa) è stata grande. E’ un pezzo di tronco di quercia lungo circa 50 centimetri,
grosso quanto la parte superiore del braccio, esternamente pietrificato dal tempo e
conservato per tutti questi anni dentro il
ghiacciaio ad oltre 4000 metri di quota.
Tito De Luca si è calato nei crepacci del
ghiacciaio per una trentina di metri, scavando nel ghiaccio. Ha avuto la fortuna
di ritrovare quel prezioso reperto storico
appartenente all’arca costruita da Noè
che aveva le dimensioni di 150 metri di
lunghezza, 25 di larghezza e 30 di altezza, sepolta nel corpo del Grande Ararat,
montagna alta 5160 metri, ubicata nella
regione dell’Armenia Turca.
Scrive Padre Gomidas, nella presentazione del libro di Azad Vartanian, Armenia Misteriosa - Masis la madre degli
armeni: “Il Monte Ararat con le sue doppie vette rappresenta similmente la stessa realtà: l’eterna voglia di libertà e al
contempo l’eterna minaccia del ghiaccio
che scende pian piano verso la valle, condannato dal sole ardente a sciogliersi in
mezzo a polvere e fango.
La storia di una montagna comincia con
gli albori dell’umanità e della vita sopravissuta al diluvio universale.
La montagna è là. Guarda e aspetta il
ritorno di quella umanità alle sue pendici. E c’era una volta vita ed energia su
quei declivi. Per un periodo, un disastro
naturale li spopolò; il terribile terremoto
del 1840. Poi la Montagna sacra tornò ad
essere un deserto. Era il 1915, quando un
popolo volle annullare un altro popolo. I
monti dell’Ararat ebbero la triste sorte di
Pezzi di legno dell’Arca di Noè
essere i testimoni di quei genocidi e massacri. Noè aveva immolato animali sacri
a Dio, per ringraziarlo, di aver salvato il
resto dell’umanità. Nel 1915 un popolo immolava un altro popolo. Il lavoro
di Azad si definisce nella lettura biblica:
andare a cercare l’Arca di Noè, andare a
cercare l’origine di tutta l’umanità senza
distinzione di razza, fede, politica.
E’ un’inchiesta sulle origini.
E l’ascesa all’Ararat – alle sue rocce e
ai suoi ghiacciai – è allo stesso tempo un
desiderio di conoscenza e di liberazione.
Ripercorrere i secoli, il vissuto e la tragedia, l’afflizione di un popolo, pietrificata nelle rupi e nelle pareti della Montagna,
nei sassi che le ingiustizie della storia
hanno mutato in lacrime, in ferite aperte,
ma che solo la verità potrà contribuire a
cicatrizzare.
L’impresa di Azad Vartanian apre uno
spiraglio verso un presente ed un futuro
più umano. Il legno che salvò l’uomo dal
Diluvio universale, è il simbolo del Legno che redense l’uomo sul Calvario. Ritornare alle origini è ritornare alla fonte
della salvezza.
Azad è un armeno, egli è riuscito ad
eludere le proibizioni e ha potuto salire
sul Monte Sacro, ne ha esplorato gli anfratti e le gole, anche la magica gola di
Ahora, severamente presieduta dall’esercito turco. E oggi ci racconta questa Grande Montagna che vede come una madre
in pianto, mescolando passato e presente,
ritrovando le fosse con i poveri resti umani dei massacri e le città perdute, come
Gregord, paese ora abbandonato e ridotto
a dei ruderi, ai siti di orribili carneficine, a
caverne riempite di ossa umane, muta testimonianza delle tragedie che avvennero
sul monte negli anni terribili dello sterminio. E i racconti diventano atroci. Ma infine, pacificamente, su tutto si erge Masis,
la Grande Madre, che piange i suoi figli
e li accoglie nel suo seno immenso, dove
custodisce anche le tracce di quell’Arca
di cui innumerevoli fiduciosi viaggiatori
continuano a cercare i resti.
Antonio Pancot
«Voce amica»
Marzo-Aprile 2010
Festa degli alberi
MEDAGLIA D’ONORE AI DEPORTATI
La certezza che l’inverno se n’è andato ci è
data dagli alberi in fiore ed ora inizia la festa
con le piante, l’aria, il
mondo intero. La natura ci fa vivere giorni di
speranza, mentre l’anima si rallegra al suo risveglio.
Ecco perché è importante far entrare nella
mente e nel cuore delle
giovani generazioni il valore di questo rapporto con la natura. Ecco perché il nostro
Gruppo Alpini da ben 28 anni promuove e
organizza la Festa degli Alberi.
Lo scopo è quello dare ai giovani l’occasione a muoversi, uscire all’aria aperta, vivere, rispettare ed amare questo mondo che è
parte della nostra vita e del nostro benessere.
Sabato 19 marzo si è svolto l’incontro con
gli alunni della Scuola Elementare alla presenza del Sindaco e dell’Assessore V. Sacchet, del Preside dell’Istituto Comprensivo
Prof. M. Billa, della rappresentante della
Banca Prealpi P. Casagrande, del Comandante delle Guardie Forestali Luciano Pa-
ganin accompagnato da altri due dipendenti
e del rappresentante del Gruppo Alpini di
Corbanese.
Dopo la visita ai disegni riguardanti il
mondo della natura, eseguiti dagli alunni
delle classi quarte e quinte, ha fatto seguito
l’incontro con gli scolari. Al termine degli
interventi sono stati consegnati, a queste due
classi, i pacchi con il materiale didattico ed
una piantina da porre a dimora, offerti dal
Comune e dalla Banca Prealpi ai quali va un
vivo ringraziamento.
L’orologio segnava le 9.30 quando gli scolari si sono avviati a fare la passeggiata ecologica. Durante il percorso il rappresentante
del Corpo Forestale, Santuz ha spiegato loro
alcune varietà di piante del bosco e
le loro caratteristiche: quelle con foglia caduca, quelle che trattengono le
foglie secche durante l’inverno, ma
che al risveglio della primavera cadono e quelle sempre verdi. Arrivati
alle Rive di S. Pietro si è proceduto
alla messa a dimora di alcune piante
da frutto. Altro breve intervento del
rappresentante della Forestale per
poi chiudere la mattinata con la distribuzione di panini. Si è conclusa
così in allegria nel risveglio della natura questa Festa degli Alberi.
Antonio Pancot
Le piante amare (parte 1a)
La fitoterapia
L’uso veramente antichissimo delle piante caratterizzate da principi amari è già un importante
indizio della loro efficacia. Il numero delle piante
che li contengono è molto grande, ma è opportuno
limitarci a quelle per le quali l’azione di tali principi
si dimostra predominante: fra queste sicuramente la
genziana maggiore, l’assenzio, il calamo aromatico,
l’angelica, delle quali tutte tratteremo specificatamente nei prossimi numeri.
Le piante amare in generale svolgono prevalentemente le seguenti funzioni:
1) Una energica promozione della secrezione dei
succhi gastrici (per la quale continuiamo il discorso
aperto le volte scorse sulle piante per lo stomaco);
2) Una azione – forse ancora più importante – tonificante generale sull’organismo.
Ecco così spiegato, almeno in buona parte, l’uso nelle persone
convalescenti di quelle numerose preparazioni a base di erbe amare,
spesso ancora designate con nomi che sanno di antico. E’ stato anzi
pagina 7
Su iniziativa dell’Associazione Nazionale Internati, “La Repubblica Italiana con legge n.296/2006
(Art. 1, comma 1271-1276) ha concesso una medaglia d’onore ai cittadini italiani (militari e civili)
che nell’ultima guerra furono deportati e internati
nei lager nazisti, e nel caso che il diretto familiare
sia deceduto ai familiari più stretti”.
Al fine di facilitare l’iter della concessione, su
mio diretto interessamento, sono stati predisposti
presso l’Ufficio Demografico del Comune, un modello di domanda e un “foglio notizie” che, dopo
essere stati debitamente compilati e sottoscritti
dal richiedente, insieme alla fotocopia di un documento di identità, dovranno essere spediti, con
semplice affrancatura, al Comitato.
Ho creduto di fare osa gradita di informare la
cittadinanza.
Antonio Pancot
BANCA PREALPI
Assemblea e 40esimo di fondazione
Si terrà sabato 15 maggio alle 16.30 al Teatro
Accademia di Conegliano l’Assemblea generale ordinaria della BCC Prealpi. I soci sono chiamati a discutere e deliberare in merito ai diversi
punti all’ordine del giorno, fra i quali il bilancio
al 31 dicembre 2009. Nell’occasione sarà anche
illustrato il progetto che riguarda la nuova sede
della Banca, che sorgerà nell’area dell’ex albergo
Venezia.
All’assemblea farà seguito la “Festa di anniversario per i 40 anni dalla fondazione” in programma per domenica 16 maggio al Castelbrando
di Cison di Valmarino, riservata ai soci e a quanti
hanno contribuito allo sviluppo e alla crescita di
Banca Prealpi. Si comincerà con la Santa Messa del
ringraziamento alle 9.30, celebrata da don Massimo Magagnin. Alle 10.30 verrà presentato il libro
“Banca Prealpi 1970 - 2010: quarant’anni all’insegna
della cooperazione” realizzato in occasione dell’importante traguardo raggiunto dall’istituto di credito di Tarzo. Verrà poi dato spazio agli interventi
delle autorità e alla premiazione del Soci Anziani.
La mattinata terminerà con un rinfresco.
Martina T.
dimostrato che le sostanze amare svolgono un’azione
eccitante sia di tipo muscolare, sia di tipo nervoso, migliorando anche l’attività del cuore.
La stessa azione aperitiva dei principi amari è basata
in gran parte su un miglioramento della circolazione
degli organi dell’addome.
Spesso l’azione immediata di una singola assunzione
è scarsa, mentre molto più significativa è quella derivante dall’uso prolungato, come è frequente con le nostre piante medicinali.
I campi di applicazione, già in parte ricordati, vanno
dalle condizioni di debolezza generale non ascrivibili a
cause specifiche, alla disappetenza dei più diversi tipi,
ai numerosi disturbi costituzionali di cattiva digestione,
non di rado collegati appunto ad uno stato di debolezza
generale. In via di massima la regola è di assumere pasti più piccoli
e più frequenti facendoli precedere da una tazza di tisana amara o di
poche gocce amare, in modo che l’azione eccitante sulla secrezione e
motilità dello stomaco si possa manifestare già quando inizia l’assunzione del cibo. A quali delle piante sopraindicate vada data preferenza
nei singoli casi, vedremo nei prossimi numeri di Voce Amica.
Piero C.
pagina 8
«Voce amica»
TREVISANI NEL MONDO
“Trevisano non scordare
quella terra tanto bella
a cui devi le tue doti
di profonda umanità”
Così inizia l’inno dei trevisani sulle cui note si è conclusa la
santa Messa della festa annuale di
sezione, domenica 21 marzo.
Così i labari di molte sezioni
ATM insieme al gonfalone comunale, al gagliardetto degli Alpini e
dei Minatori hanno testimoniato
in corteo la volontà di ricordare tutti gli emigranti trevigiani.
Quelli che hanno dovuto emigrare nei vari momenti della storia,
quelli che sono ritornati e quelli che sono rimasti e attraverso i
quali un cuore trevigiano batte in
molte parti del mondo. Alla cerimonia erano presenti il sindaco G.
Bof, l’assessore alla cultura A. De Polo, il consigliere della Banca
Prealpi E. Gallon, il vice presidente provinciale dell’assoc. Trevisani
nel Mondo Tiziano Dal Tin.
Associazione FANTI
E’ stato un grande onore per l’Associazione
Fanti sezione di Tarzo aver avuto due propri associati a portare la corona d’alloro alla memoria
presso il monumento ai caduti di Tarzo in occasione della ricorrenza del 25 Aprile. Alla presenza di autorità civili, rappresentati dell’Anpi, combattenti e reduci
e associazioni d’Arma, il
ricordo dei partigiani del
nostro paese, di cui è stata scoperta una semplice
ma significativa lapide,
si è idealmente unito con
la memoria di tutti coloro
che hanno sacrificato la
propria vita, spesso poco
più che ventenni, per l’ideale della Libertà, sia sui
fronti di guerra che sulle
nostre montagne. Durante
la cerimonia, tra le molte
e sempre benemerite penne nere, a cui va un
caro saluto e un vivo ringraziamento, anche i
baschi neri comparivano sempre più numerosi.
A meno di un anno dalla ricostituzione della
sezione Fanti di Tarzo, sorta inizialmente nel
1959. Sono già una
trentina gli iscritti di
varie età e dalle più
diverse provenienze
di reparto. “Non si
deve perdere la memoria di quanti hanno combattuto per
la nostra libertà e la
nostra associazione
vuole proprio mantenere vivo il ricordo
di quanti, con il sa-
Marzo-Aprile 2010
Durante il simposio le autorità hanno sottolineato l’importanza e il
dovere di ricordare il nostro passato emigratorio non solo per le persone che lo hanno vissuto, ma anche per i giovani e i ragazzi che non lo
conoscono e non sanno quanto esso
ha contribuito all’attuale sviluppo
dei nostri paesi. Dal Tin ha assicurato che l’ATM si sta adoperando
perché nei programmi scolastici
venga dato uno spazio adeguato
allo studio dell’emigrazione veneta. Da anni la nostra sezione, come
altre della Provincia, porta testimonianze dirette di emigrazione nella
scuola. Ai primi di maggio saranno
i signori Cristina Biasin e Nereo
Verongalli a parlare della propria
esperienza in Canada e in Francia agli alunni delle classi terze
dell’Istituto Comprensivo di Tarzo.
Dopo il brindisi la giornata si è
conclusa con la visita guidata al villaggio palafitticolo del Livelet.
Un ringraziamento a mons. Taffarel per la sua toccante omelia e
alla Banca Prealpi che con il suo contributo sostiene da sempre le
nostre manifestazioni.
Laura G.
crificio della propria vita, ci hanno consegnato una patria da far crescere ogni giorno sugli
ideali di pace e solidarietà”; così dice il presidente dell’Associazione Luciano Cesca. “Un
ricordo va poi anche al recente raduno provinciale dei Fanti a Zenson di Piave dove, con una
nostra rappresentanza ufficiale e davanti alla
bandiera della sezione di Tarzo, è stata deposta
sul letto del fiume sacro
alla patria una corona a
memoria di tutti i fanti
combattenti per la libertà. Sono state due intense
cerimonie che fanno da
avanguardia al raduno
nazionale dei Fanti d’Italia che avverrà ad Udine
culminante nella sfilata
del 23 Maggio. Anche lì
il vessillo della nostra
sezione marcerà con orgoglio ricordando tutti
i fanti caduti, in tutte le
epoche e in tutti i fronti,
per la libertà e la pace che oggi spesso diamo
troppo per scontata”.
Stefano Dal Molin
segretario della sezione fanti di Tarzo
LAUREA
Il giorno 23 aprile 2010
Bottega Luca, si è laureato,
presso l’Università di Padova, in In-
gegneria Elettrotecnica discutendo la
tesi: "Sistema digitale per il rilievo delle scariche parziali in banda ultra larga
in trasformatori isolati in resina epossidica"; presidente della commissione
esaminatrice il prof. ing. Giancarlo Pesavento Dottore Magistrale.
La sua tesi si troverà presso la Biblioteca Comunale di Tarzo e nel
Sistema Bibliotecario del Vittoriose, dove già si trova la tesi di laurea
triennale in ingegneria elettrotecnica conseguita nell'anno accademico
2005/2006 avente per titolo: "Produzione di energia elettrica da fonte
geotermica: opportunità di sviluppo di
impianti geotermoelettrici".
Chiunque fosse interessato al tema
energia elettrica e specialmente fonti
di energia rinnovabili, può contattarmi
via e-mail: [email protected] oppure al 349 0824112.
La redazione di Voce Amica si congratula con il nostro collaboratore
«Voce amica»
Marzo-Aprile 2010
pagina 9
www.comune.tarzo.tv.it
[email protected]
Notizie dal Comune
GRUPPO ALPINI DI TARZO
ELEZIONI REGIONALI
27 – 28 marzo 2010
Elettori 4285, Votanti 2374 - 55,40%, Bianche 19, Nulle 50, Voti validi
2305.
Voti totali per il Candidato a Governatore
ZAIA 1484, Bortolussi 524, De Poli 201, Borrelli 66, Polo 14, Panto 11,
Caratossidis 5.
Voti delle Liste provinciali
Lega Nord 976, P.d.L. 264, All. di centro 80; P.D. 295, IDV di Pietro 116,
Rif.Com. sinistra europea e Com. Ital. 34, Sinistra ecolog.- PSI 26, Idea Veneto nucleare NO grazie 16, UDC Casini 143; Unione Nord Est 51, Beppe
Grillo 48,Veneti indipendensa 11, Panto 6, Caratossidis 3.
BILANCIO COMUNALE
ENTRATE 2010
Avanzo di amministrazione
Titolo I: Entrate tributarie
1.092.000
Titolo Il: Entrate derivanti da contributi e
trasferimenti correnti dello Stato, della Regione
e altri enti pubblici
928.808
Titolo IlI: Entrate extratributarie
862.676
Titolo IV: Entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossione di crediti
1.245.979
Titolo V: Entrate derivanti da accensione
di prestiti
957.314
Titolo VI: Entrate da servizi per conto di terzi
472.500
Totale entrate
5.559.277
%
19,64%
INAUGURATA A PAGANICA
LA “CASA ALPINI
della SEZIONE di VITTORIO VENETO”
“TARZO e PAGANICA – GEMELLATI- DUE GRUPPI UN
SOLO CUORE”, è stato questo il
motto, lanciato al mondo intero
nella sfilata nazionale di Latina
il 10 maggio 2009, che ha animato la due giorni di Paganica,
nel Comune de L’Aquila, ai piedi
del Gran Sasso d’Italia, il 17 e 18
aprile scorsi, per l’inaugurazione
della “Casa Alpini della Sezione
di Vittorio Veneto” o, per altri
mulinavano idee, intendimenti,
progetti di aiuto concreto, aprivano un conto corrente per una
sottoscrizione,
raccoglievano
subito consensi dalla popolazione, dalla locale Banca Prealpi,
dall’Amministrazione comunale
e poi, subito dopo, accoglievano la proposta della Sezione di
Vittorio Veneto, dei suoi Gruppi,
dell’Amministrazione comunale di Vittorio Veneto, della ditta
16,71%
15,52%
22,41%
17,22%
8,50%
100,00%
SPESE 2010
Titolo I: Spese correnti
Titolo Il: Spese in conto capitale
Titolo IlI: Spese per rimborso di prestiti
Titolo IV: Spese per servizi per conto di terzi
Totale spese
2.656.534
1.958.293
471.950
472.500
5.559.277
%
47,79%
35,23%
8,49%
8,50%
100,00%
La Basilica di Collemaggio in restauro
versi, potremmo anche dire “del
sogno divenuto realtà”, dopo otto
mesi di impegno, con l’alternanza di un centinaio di Alpini e volontari ed oltre quattromila ore di
lavoro.
Già l’indomani del 6 aprile
2009, giorno del terremoto, gli
Alpini di Tarzo, gemellati con gli
Amici di Paganica, fremevano,
Una casa di Fossa
Leimholz, nasceva insomma il
progetto della Casa, quale ora
è la realtà di un centro polifunzionale per quella popolazione e
per l’intero bacino orientale del
grande Comune de L’Aquila,
come hanno sottolineato il Capo
Gruppo di Paganica Corrado Palmerini ed il Sindaco del capoluogo Abruzzese Massimo Cialente.
«Voce amica»
pagina 10
Un nuovo Villaggio
Su una superficie di 400 metri quadrati troveranno, infatti,
spazio il locale Gruppo Alpini,
il Coro della Portella, una sala
per le donazioni ed i prelievi di
sangue, uno sportello dell’Inps
e un presidio medico. Dire tutto,
in breve, non è possibile; di certo è stata un’impresa importante,
significativa, di estrema utilità
sociale, incoraggiata, supportata,
tenacemente voluta e realizzata,
talvolta anche osteggiata ed invidiata, che ha mosso prima il cuo-
re, poi la mente e poi le braccia,
il tutto in perfetta sinergia e nello spirito dell’Alpinità più vera,
concreta e sincera, quella che più
delle parole gradisce i fatti, senza chiedere nulla in cambio.
Sabato 17 è stata la giornata introduttiva, della visita a
L’Aquila, dentro la città muta,
deserta e puntellata, delle soste a
Fossa, Onna e Paganica, del raffronto tra lo sconquasso del vecchio e delle macerie, tra lapidi e
fiori, e del raffronto col nuovo,
quei villaggi bassi, ordinati, discosti quanto basta per tener un
po’ lontani ricordi e paure, messi
in piedi con grande concorso di
forze e di mezzi per dare coraggio, alloggio e nuova vita, prima
dell’incalzare di un nuovo inver-
no materiale e spirituale.
Domenica 18 la parte ufficiale: l’ammassamento, la banda, la
sfilata, gli onori al monumento
ai caduti, esso stesso testimone
delle tremende forze della natura,
ruotato di peso su sé stesso dal sisma, l’inaugurazione della nuova
“Via degli Alpini” che introduce
alla Casa, la benedizione e l’alza
bandiera, questa ulteriore significativo dono della Sezione di Vittorio Veneto, lo scoprimento della
targa ricordo, incastonata in un
grosso masso di pietra, sulla quale vi è espressa, con poche parole,
tutta la gratitudine dei locali cittadini ai tanti benefattori, ai soccorritori, agli Alpini. Poi il taglio
del nastro e l’inaugurazione della
Casa, la S. Messa,
presieduta da don
Giovanni Gatto,
Montebellunese
di origine e pastore delle anime
di Tempera (AQ),
celebrata in segno
di ringraziamento
e d’invocazione di
grazia, prosperità
e pace per i cuori
e per madre natura, con momenti
di commozione al
suono di tromba delle note del silenzio, alla preghiera dell’Alpino,
nel ricordo dei caduti, poi la visita
al manufatto ed il brindisi di rito,
con un sospiro di sollievo e di liberazione poiché tutto, o quasi,
s’era avverato, secondo i desideri
di quanti ci avevano fermamente
creduto e si erano intensamente
impegnati a realizzare.
Tanti i presenti, Autorità,
Protezione civile, Alpini delle
Sezioni d’Abruzzo, Bari, Conegliano, Molise, Roma e Verona,
cittadini d’ogni dove, da Merano
alla Sicilia, dal Piemonte al Friuli ma, soprattutto, quelli della Sezione di Vittorio Veneto,
del Gruppo di Tarzo,
giunti in terra d’Abruzzo con ben tre pullman
e non pochi mezzi privati, cucine al seguito
comprese.
Ci hanno accompagnato il nostro Sindaco
Gianangelo Bof ed in
Vice Ennio Casagrande, mentre ci hanno
raggiunto, dando lustro
alla cerimonia, arricchita dai loro interventi, il
Vice Presidente della Provincia
di Treviso Floriano Zambon, a
rappresentare la nostra “Marca
gioiosa”, bardato del cappello di
capitano degli Alpini, l’europarlamentare Giancarlo Scottà, il
sindaco di Vittorio Veneto Gianantonio Da Re con l’assessore
Michele De Bertolis e il Sindaco
di Fregona Giacomo De Luca.
Hanno concorso agli onori
di casa, portando il saluto ed il
ringraziamento, menzionando
fatti, aneddoti, ricordi talvolta
commoventi, il Vice Presidente
del locale Consiglio regionale
Giorgio De Matteis, il Presidente della Sezione Abruzzi Antonio
Purificati, già Generale di Brigata, che ben ha evocato i valori
di Patria, Famiglia e Dio ed infine, a nome anche del Presiden-
Marzo-Aprile 2010
te Perona, altrove impegnato, il
Consigliere nazionale Ornello
Capannolo, già nostra guida nella visita alla Caserma “Francesco Rossi” de L’Aquila ove egli
stesso, già Maresciallo Maggiore “Aiutante”, ha conosciuto ed
amministrato parecchi nostri
concittadini Alpini, in quel luogo
in armi nel servizio di leva.
Di contorno alla manifestazione, ma non meno gradito, è stato
lo scambio eno-gastronomico,
in regime di reciproca alternata
ospitalità al “Campo 4 di Paga-
nica”; sono stati momenti di vera
festa comunitaria, con la degustazione di prelibati cibi e bevande dai sapori veri e genuini, preparati da mani esperte e sopraffine di terra veneta ed abruzzese.
Tanti i plausi, i riconoscimenti
ed i ringraziamenti, nessuno individuale poiché, come sempre,
è stato voluto e realizzato un risultato di gruppo. Ne sono usciti
certamente fieri, ed applauditi, il
direttore della filiale tarzese di
Banca Prealpi Walter Santinon,
il nostro Capo Gruppo Gian Pietro Gregoletto, il Presidente sezionale Angelo Biz ed il nostro
Sindaco, idealmente arruolato.
Francesco Introvigne
Via Crucis
Nel periodo quaresimale, la
Commissione Giovani Foraniale organizza, da vari anni, il
“Rito della Via Crucis”, ospitato
quest’anno dalla Parrocchia di
Follina venerdì 19 marzo alle ore
20.30. Il tema prescelto è stato
“La sofferenza”.
I Gruppi Giovani della forania
sono stati chiamati ad animare
a turno le sette tappe più significative della “Via della Croce”
che ci ha condotto nei dintorni
dell’Abbazia.
La prima stazione, è toccata ai
giovani di Cison di Valmarino
e ci ha fatto meditare su “Gesù
viene caricato della croce”; la
seconda ai ragazzi di Tarzo con
l’intervento di Fabio, 24enne seminarista di Col S. Martino, che
ha portato la sua testimonianza
“vocazionale” nella tappa “Gesù
incontra la madre”- “Non è stato un fatto particolare che mi ha
fatto capire che Gesù mi chiamava a seguirLo – ha detto – la mia
famiglia mi ha sempre insegnato
l’importanza della S. Messa, della
preghiera. Le prime notti lontano
da casa, in Seminario, sono state
sofferte per me, ma soprattutto
per mia madre, ha sempre pianto,
sapeva di avermi “perso”, doveva
lasciarmi andare per la mia strada, standomi accanto così come
la mia gente, i miei amici, che
all’inizio credevano fossi pazzo,
non lo ero…volevo seguirLo…”
ha concluso. La stazione terza
ha coinvolto i giovani di Follina
i quali hanno riflettuto su “Gesù
incontra le donne di Gerusalemme”. La quarta con i ragazzi di
Valmareno ha visto l’intervento
della “Casa Famiglia” di Soligo
che sulla tappa “Il Cireneo aiuta
Arfanta
«Voce amica»
i
Paese
mio
Gesù a portare la croce” ha portato la propria testimonianza di
vita dedicata agli emarginati, ai
bisognosi “…Alcuni anni fa abbiamo accolto una bambina malata che sarebbe morta di li a poco
aiutando i genitori disperati a farle vivere in maniera dignitosa gli
ultimi suoi giorni – hanno detto non è stato facile ma i suoi rari e
preziosi sorrisi hanno ricompensato ogni sforzo e ricovero dopo
ricovero la sua fiamma si è spenta
per sempre…” – hanno concluso.
La quinta ci ha portato a pensare,
con l’aiuto dei ragazzi di Farrò a
“Gesù cade per la terza volta”; la
sesta, con il nostro piccolo gruppo giovani ha visto l’intervento di
Eddy, 30enne disabile di S. Fior,
affetto da distrofia muscolare spinale da quando aveva tre anni:
malattia degenerativa che non gli
ha impedito di laurearsi, scrivere due libri, diventare presidente
dell’associazione dedicata alla
sua patologia, nella tappa “La
Veronica asciuga il volto di Gesù
ha portato la sua testimonianza
di vita“…Il disabile non deve essere discriminato o escluso – ha
detto – ha soltanto difficoltà nello
svolgere alcune azioni, va quindi
aiutato, seguito…” ha concluso ”,
e infine l’ultima stazione, preparata dai ragazzi di Revine - Lago,
su “Gesù viene inchiodato alla
croce”.
Abbiamo, infine, voluto sentirci vicini alla Sua sofferenza con
“Il bacio del crocifisso”.
E’ stato un rito molto intenso,
partecipato, sentito poiché la sofferenza fisica o spirituale, piccola
o grande che sia, tocca tutti noi.
Valentina
RIFLETTENDO SU MARTA E MARIA…
Venerdì 23 aprile, nell’oratorio di Tarzo, con l’aiuto di don
Gianpietro Zago, la commissione giovani foraniale ha proposto a
tutti i giovani de “La Vallata” un incontro formativo sulle figure di
“Marta e Maria” due sorelle; una, Marta più disposta al servizio,
all’accoglienza, l’altra Maria disposta all’ascolto, alla meditazione…” – Ha detto don Gianpietro nel suo intervento – noi, dovremmo riuscire a prendere nel nostro cammino di vita entrambe le
caratteristiche di queste due donne, l’una non esclude l’altra, anzi
non ci può essere l’una senza l’altra, devono convivere poter convivere insieme.
Dopo la riflessione, un breve scambio di pensieri su due domande:
- “Che cosa significa per te accogliere il prossimo? E accoglierlo?”
- “Quando e quanto pensi di ascoltare chi ti è vicino? E di
ascoltarlo?”
Valentina
pagina
p
ag
gin
ina 11
1
Festa Diocesana
dei Chierichetti
Venerdì 30 aprile in Seminario il nostro piccolo gruppo di “servi
dell’altare” ha partecipato alla “Festa Diocesana dei Chierichetti”.
Un pomeriggio da trascorrere insieme, tra canti e giochi, sul tema: “Ho
una bella notizia…io l’ho incontrato”. Il tutto è terminato con la consueta S. Messa celebrata dal nostro Vescovo Corrado in Cattedrale.
DON CELESTINO…
SI RACCONTA
In occasione della 40° Giornata
Mondiale dedicata alle Vocazioni,
celebrata lo scorso 25 aprile, il nostro piccolo gruppo di chierichetti ha
intervistato don Celestino Mattiuz,
chiedendogli di raccontarci come è
maturata e cammina la sua “chiamata” al sacerdozio. Di seguito proponiamo le sue parole:
D: In quale periodo della sua vita
ha “ricevuto” la chiamata? In che
modo ha capito che il suo destino
era quello di seguire la strada del
sacerdozio?
R: Occorre andare indietro un po’
di tempo per recuperare le origini della mia vocazione al sacerdozio. Nel
1959 era arrivato ad Arfanta il nuovo
parroco don Guerrino; avevo finito le
elementari e per motivi di salute non
potevo spostarmi facilmente in altri
luoghi per continuare la scuola; si
è vista l’opportunità di continuare a
frequentare la quinta elementare per
potermi tenere in esercizio di apprendimento. Nel frattempo frequentavo
la parrocchia come chierichetto e mi
piaceva. Già in me aveva fatto presa la figura paterna, dolce e gioiosa
di don Ferruccio De Pizzol arrivato
ad Arfanta per sostituire provvisoriamente il parroco don Sergio Bortolomiol. Don Ferruccio, dopo ogni
messa, mi dava le caramelle e se non
mi vedeva me le mandava a casa attraverso un amichetto che abitava
vicino a casa mia. Sentivo nascere e
crescere in me una certa simpatia verso questo modo di vivere, di fare del
sacerdote. Un giorno don Guerrino,
e ricordo bene il posto, sulla soglia
della chiesa, mi chiese: “Ti piacerebbe diventare sacerdote?” E ricordo
di aver detto un sì più istintivamente
che razionalmente, comunque spontaneamente ho espresso il mio desiderio. Restava come dire questo ai
miei genitori, non avevo il coraggio.
Ecco allora che don Guerrino venendo a casa ha fatto conoscere alla
mia famiglia questo mio desiderio e
mi sono sentito dire dal papà e dalla mamma: “Se è questa è la volontà
del Signore, va avanti. Pensaci bene
però…”. Sta di fatto che nell’ottobre 1961 sono entrato in Seminario.
Ricordo la pro zia Giuseppina e la
nonna Santa che dicevano: “Quanta
sofferenza mi faceva vedere questo
piccolo partire da casa…(pore picinin!)”; si è vero che ero un bambino
mingherlino, basso di statura e molto
timido. La scuola, quanta fatica! Latino, greco, filosofia…Con il passare
degli anni, affiancato da validi sacerdoti del Seminario, un po’ alla volta
ho capito che il Signore poteva chiamarmi proprio a diventare sacerdote.
Un po’ l’anno decisivo, che ho vissuto nel Seminario di Pordenone, è
(segue a pagina 12)
Anniversario di Matrimonio
ANTONIO POL e ALESSANDRA MATTIUZ domenica 11 aprile durante la S. Messa, circondati dall’affetto di parenti
ed amici, hanno ricordato 40 anni di vita insieme. La comunità parrocchiale e la redazione augurano loro di poter vivere ancora tanti
anni di vita comune. AUGURI!
Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta
Marzo-Aprile 2010
pagina 12
Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta
stato quello della terza liceo. Gli anni
di teologia hanno consolidato e dato
una piega definitiva alla mia scelta intuendo di essere scelto nonostante la
mia pochezza. Un’altra realtà che mi
ha aiutato, l’esperienza come diacono
fatta a Cinisello Balsamo in un centro
di recupero per persone in disagio sotto la guida di don Corrado Fioravanti.
Qui ho ricevuto il “colpo” decisivo
per buttarmi in un’avventura fondata
su Cristo a favore degli uomini.
D: Che sensazioni ha provato nel
momento della sua ordinazione?
Quali emozioni?
R: Ecco il giorno dell’appuntamento di grazia. Le sensazioni del giorno
della mia ordinazione sacerdotale,
avvenuta ad Arfanta il 10 dicembre
1977 sono ancora vive ed impresse
nella mia pelle: trepidazione, gioia,
un po’ di spregiudicatezza nel guardare con serenità e un po’ di paura
guardando al futuro. Già vivevo da
qualche mese come diacono nella
parrocchia di Motta di Livenza e in
quel momento ho sentito tante persone attorno, le ho sentite come valido
sostegno, allora accanto a don Guerrino potevo contare sul sostegno di
mons. Giuseppe Nardo, parroco di
Motta. Ricordo di aver sentito dentro
di me il bisogno forte della riconoscenza al Signore, alle varie persone
che mi avevano accompagnato negli
anni del mio cammino in Seminario,
sentivo che tanti godevano con me
per questo dono che il Signore aveva
posto in me: essere sacerdote. Festa,
gioia, condivisione, stima, fiducia…
era l’aria che respiravo il pomeriggio
del 10 dicembre e la mattinata dell’11
con la celebrazione della prima S.
Messa Solenne, sempre ad Arfanta
e il 18 a Malintrada di Motta di Livenza. Ricordo bene anche la paura,
l’imbarazzo del come muovermi, dei
vari gesti o momenti dentro la messa,
ma avevo al mio fianco don Guerrino
e mons. Giuseppe, ero in una “botte
di ferro” e poi come non ricordare la
presenza di padre Graziano Benincà
(padre passionista), don Nazzareno
Morandin che dirigeva normalmente
il coro del Duomo di Motta e presente
alla mia prima S. Messa.
D: Quali sono stati i momenti più
belli ed importanti della sua vita sacerdotale? E quali quelli più difficili
ed impegnativi?
R: Certo la bellezza prima è di sapersi scelti, chiamati da Dio, che realtà stravolgente, grande, misteriosa
vedere che Dio ha messo gli occhi su
di me! Bello è cogliersi condotto per
mano da Lui, incoraggiato a nome
Suo, dalle persone che vivono attorno, che camminano con te! Ricordo
con piacere la mia prima esperienza
a Motta di Livenza, come vicario parrocchiale; e con particolare piacere
ricordo gli anni vissuti a Malintrada
con quella gente genuina, vivace, volonterosa, simpatica, piantata su una
solida fede. Conoscere, avvicinare,
ascoltare, riuscire ad aiutare le persone, che realtà esaltante! Ma non
«Voce amica»
sono mancati i momenti di fatica,
difficili…la fortuna mia è stata quella
di aver conosciuto e avuto vicino un
sacerdote speciale come don Guerrino Cescon, parroco di S. Giovanni di
Motta; il suo evidente ottimismo, la
sua profonda spiritualità mi sono stati
di grande aiuto; don Nazzareno Morandin, cappellano dell’ospedale di
Motta, sacerdote coinvolgente. Bella
e difficile è stata l’esperienza di insegnamento alle medie di Mel dove,
come vicario parrocchiale, ho vissuto
per quattro anni dopo i nove vissuti a
Motta di Livenza. A Mel ricordo molto bene la trepidazione con la quale
sono entrato, come insegnante, nella
scuola per la prima volta: era per me
un ambiente del tutto sconosciuto. Si
avvicinava sempre più, e lo ricordo
bene il tempo vissuto con questo pensiero, l’essere chiamato dal Vescovo
a guidare una parrocchia in prima
persona e il momento è arrivato
nell’estate del 1990 con destinazione
Barbisano nel comune di Pieve di Soligo: arrivavo a sostituire tre sacerdoti che avevano guidato la parrocchia
per dieci anni. Si l’ho sentito come
un salto non del tutto tranquillo, cosciente di ciò che mi arrivava sulle
spalle. Altro momento che mi ha reso
più dura la vita, ma serenamente affrontato, è stato l’aver avuto nel 1993
anche l’incarico di amministratore
parrocchiale di Collalto, succedendo a don Pietro Battistella che aveva
guidato quella comunità per ben 41
anni. Ed ecco, nell’estate del 2000,
scaduto il mio mandato di nove anni
a Barbisano, mi sono visto far visita
da l’allora vicario generale, il carissimo don Ovidio Paletto (ora Vescovo
di Pordenone), aveva già in testa la
proposta della mia nuova destinazione. Ho ben chiaro con che determinazione nel giro di pochi giorni ho dato
la mia disponibilità al Vescovo. Sono
arrivato a Brugnera, sostituendo don
Corrado Covre che per ben 40 anni
era stato parroco in questa comunità.
Cominciare è sempre un’impresa non
indifferente, ma occorre sempre buttarsi… Non facile è stato il periodo
di quattro anni come vicario foraneo:
ma anche questo ha avuto i suoi frutti
in me nel poter vivere in modo particolare vicino ai sacerdoti e alla gente
delle varie parrocchie della forania di
Sacile.
D: Si è mai pentito della sua scelta?
R: Se mi sono mai pentito di questa scelta rispondo: se il Signore non
si è mai stancato di me, anch’io non
ho motivi per vivere pentimento
perché è stata e continua ad essere
un’avventura esaltante, stravolgente.
Scopro sempre più che il Signore è
imprevedibile nel suo piano di farsi
cogliere come Colui che ti dona di
vivere in modo grande se ti lasci da
Lui guidare.
L’angolo dei Ricordi
Don Antonio Baccichetti
n. 14.08.1920 – m. 20.03.2008
Sono trascorsi due anni da quando quel Giovedì Santo “don Tonin” ha raggiunto la Casa del Padre. In noi rimane vivo il suo ricordo: sacerdote umile,
appassionato di storia, grande ricercatore. Egli è rimasto in servizio pastorale
nella nostra Parrocchia per 22 anni, dapprima come parroco dal 1986 al 1990,
poi come parroco emerito e collaboratore pastorale. Ha sempre dimostrato
di avere un legame speciale per la nostra comunità nella quale ha contributo
tra le altre cose a ravvivare il coro, ha fondato nel 1987 il Gruppo Ricreativo
che opera ancora oggi, per il bene del paese. Con queste poche righe la nostra
Parrocchia vuole esprimergli gratitudine per quanto ha fatto, per ciò che ci ha
lasciato, siamo certi che nel cuore di ciascuno di noi resterà incancellabile il
ricordo.
Don Guerrino Tardivo
D
A distanza di 24 anni dalla sua morte, avvenuta il 30
a
aprile
1986, vivo è ancora il ricordo della sua presenza
s
soprattutto
in quanti hanno lavorato con lui in un period particolare della nostra storia anche civile e sociale.
do
G
Grazie
a don Guerrino, potremmo dire che Arfanta è
u
uscita
dal suo isolamento, in quanto ha sollecitato varie
o
opere
pubbliche, prima fra tutte la sistemazione della
t d di collegamento
ll
t con Resera. Una presenza determinante e tipica del
strada
“curato di campagna” aperto alle novità.
Pilat Tullio
P
07/11/1931 - 17/04/2008
Caro nonno,
Nonostante siano già passati due anni, il tuo sorriso
e i tuoi occhi azzurri rimangono ancora nei nostri penssieri. Sei stato una persona importante e il tuo ricordo
rresterà sempre vivo in noi.
Giulia e tutti i tuoi cari
Marzo-Aprile 2010
Anagrafe
LUCIA GALLON
n. 21.06.1914
m. 25.03.2010
Non è bastata la nos
stra
chiesa parrocchiale
p contenere i molti
per
f
fedeli
e sacerdoti venut sabato 27 marzo alle
ti,
ore 15, a dare l’ultimo saluto a Lucia Gallon,
95 anni, mamma di Giacomo e don Celestino
Mattiuz, attuale parroco di Brugnera.
Lucia, ha vissuto a Rolle la sua giovinezza,
sposatasi con Abramo ha vissuto ad Arfanta
con i due figli fino al 2005, quando si è trasferita a Tarzo con il figlio maggiore. Quattro
“C” hanno scandito le sue giornate, fin quando la salute gliel’ha consentito: “C” come
casa, dedicandosi alla famiglia anche dopo
la morte del marito avvenuta nel 1997; “C”
come campi, nel nostro piccolo paese, tante
famiglie come la sua dedicano la propria vita
al lavoro in campagna, nei vigneti, in agricoltura; “C” come chiesa e “C” come comunità:
era molto legata alla vita parrocchiale, per lei
la preghiera quotidiana e la presenza alla S.
Messa domenicale erano un appuntamento
da non mancare. Donna discreta, umile “piccola”, ma dal cuore grande anche per aver
“donato” al Signore il suo figlio più piccolo…
Ora riposa nel nostro cimitero vegliando
su tutti noi con la forza della preghiera.
La nostra comunità è vicina nel distacco ai
familiari e all’amato don Celestino.
***
S PAOLA GRUARIN
Sr.
n 10.12.1928
n.
m 29.03.2010
m.
Nives, questo è il suo
n
nome
di battesimo, nacq a Bagnarola (PN) da
que
u famiglia numerosa e
una
p
profondamente
cristiana.
M
Molto
attiva in parrocchia
conosce le “Ancelle del
SS. Sacramento” che operano nella Scuola Materna parrocchiale. Con il consenso del parroco
nel 1951 entra nel loro istituto di Venezia. Nel
dicembre dello stesso anno inizia il noviziato. Le
viene dato il nome di Sr. Paola, che ella accoglie
con gioia, essendo il nome dell’Apostolo delle genti. Prende i voti perpetui il 15 agosto 1959. Ama
molto i bambini ed essi contraccambiano con
grande affetto. Dapprima insegna nella scuola
materna di S. Vito al Tagliamento (VE); in seguito
in quella di Marghera. Dopo un periodo trascorso
nel “Collegio dei Missionari Verbiti” (Roma) viene trasferita a Tarzo nella “Comunità di Madre
Caterina”. Dal 1994 al 2006 opera nella nostra
Parrocchia dedicandosi alla catechesi e alla promozione di iniziative a carattere missionario. Nel
settembre 2006 la salute comincia a peggiorare, viene colpita da un ictus che le provoca una
paralisi dalla quale si riprende solo in parte e
la costringe a trasferirsi presso la “Casa Gerosa”
di Bassano del Grappa (VI). Dopo la cerimonia
funebre celebrata lo scorso 31 marzo, ora riposa
nel cimitero di Bagnarola (PN). La nostra Parrocchia rivolge anche a lui un sentito “grazie” per i
molti anni trascorsi in mezzo a noi, per la sua
opera pastorale soprattutto in mezzo ai bambini
e ragazzi che la ricordano con grande affetto.
Marzo-Aprile 2010
Pasqua
pagina 13
Le cerimonie della settimana Santa ed in particolare la
Santa Messa di Pasqua si sono svolte con solennità e affluenza di fedeli; la presenza
della nostra Schola Cantorum
e dell’organista, cui va la riconoscenza per l’impegno e
la bravura, le hanno rese più
intense e partecipate.
I fedeli hanno potuto vedere in chiesa due altari
preparati con i due momenti
significativi della settimana
santa: la Passione e la Resurrezione di Cristo.
E’ una nuova tradizione che si sta diffondendo, cioè quella di preparare un “segno”
anche per il periodo pasquale, come e da secoli è abitudine a Natale con il presepio.
Prima Comunione
Il 25 aprile abbiamo celebrato la Santa Messa di prima
Comunione per 19 bambini di IV elementare. Questi bambini si sono preparati con entusiasmo a questo importante
incontro con Gesù. Non sono certo mancate le difficoltà
durante l’anno di catechismo, ma alla fine ce l’abbiamo
fatta.
Durante questo periodo i bambini si sono impegnati
a comprendere i vari momenti della messa e scoprire il,
grande dono dell’Eucaristia, per arrivare al 25 aprile pronti
a ricevere Gesù vivo nel proprio cuore, con la promessa di
perseverare nel bene ed amarlo ogni giorno di più.
Domenica anche il tempo ci ha sorriso: il sole splendeva alto nel cielo riscaldando ed illuminando tutto. E’ stata
una cerimonia semplice ed animata in prima persona dai
19 bambini soprattutto nel suo momento culminate: la
preparazione della loro 1^ Comunione. Ognuno aveva un
compito durante la Messa e tutti sono riusciti a portarlo a
termine con gioia.
Non solo i bambini, ma anche tutta la comunità riunita,
erano emozionati e felici. E al termine una bella canzone
dedicata a Gesù, cantata e vivacizzata da loro.
Battesimo
Della Pietà
Casagrande
Alessio
di Simone e Riva
Silvia, residenti in
via Piave è nato
il 12 ottobre 2009
a Conegliano.
Dopo il rito di
accoglienza
ha ricevuto il
battesimo nella
nostra parrocchiale
il 5 aprile 2010.
Padrino: Federico
Carluccio di
Corbanese
In questo giorno di festa di comunione parrocchiale, il nostro pensiero e la nostra preghiera erano rivolti a Don Angelo che proprio in
quei giorni, a causa di un precario stato di salute, era ricoverato in
ospedale.
La notizia del suo ricovero e quindi della sua mancanza nel giorno
della 1^ comunione, ha trasmesso un senso di smarrimento nei bambini, in quanto si sono sentiti venir meno una figura importante per quel
giorno tanto atteso.
Ma hanno anche capito che il parroco non poteva essere presente.
Durante la cerimonia ci sono stati momenti di preghiera e ringraziamento per don Angelo, per la sua salute. I bambini hanno percepito la
sua presenza spirituale, le sue preghiere, il suo pensiero, il suo cuore.
Un ringraziamento particolarissimo a don Ezio, parroco di Revine
Lago, che si èmesso subito a disposizione della nostra parrocchia ed è
riuscito a rendere questa giornata speciale. I bambini durante i giorni
precedenti la comunione hanno familiarizzato con lui durante la confessione ed un piccolo incontro ed è stato accolto come un amico.
Concludiamo con il ringraziamento più grande che va al Signore che
in questo momento di prova per la Comunità di Corbanese continua ad
illuminarci e sostenerci.
Le catechiste Lucia ed Edi
Questi i bambini: Stolte Alexander, Bottega Mattia, Possamai Giulia, Biscaro Denise, Grosso Sara, Breda Beatrice, Pollesel Angela,
Tomasi Dimitri, Biasi Ilaria, Bianchi Carlotta, Brait Cristina, Dal Cin
Denis, Pol Andrea, Caprioli Diletta, Dal Col Valeria, Dal Col Samantha, Favero Samantha, Costacurta Anna, Stringher Giorgia.
Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese
La Voce
«Voce amica»
i
di Corbanese
«Voc
oce
ce amica»
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ALPINI CORBANESE
Marzo-Aprile 2010
Anagrafe
Matrimonio
Santin Paolo di Arduino e Sanzovo Carmen da Conegliano con
Tamai Marika di Claudio e Tarolli Manuela si sono sposati a Corbanese il 24 aprile 2010.
Testimoni: Laurenti Gianluca da Conegliano e De Martin Lisa da
Cappella M., Tamai Ivo da Corbanese e Pessotto Lisa da Pianzano.
Nella Casa del Padre
Il Gruppo ha festeggiato il giorno 24 gennaio 2010 il 90° compleanno della nostra madrina Candida Possamai. A lei auguriamo di trascorrere tanti e poi tanti compleanni in nostra compagnia.
I nostri più sentiti ringraziamenti per essere sempre presente ai
nostri inviti pronta a regalarci un sorriso ed una bella parola in ogni
occasione. Grazie ancora.
Il capogruppo Sergio Meneghin
Maestro dello spiedo
Il Quartier del Piave e la Vallata hanno un nuovo “maestro dello spiedo”. L’associazione culturale guidata dal dottor Remigio
Villanova ha proclamato, nella serata del 16 aprile scorso a Barbisano, Emilia De Biasi in Dal Cin “maestra dello spiedo 2010”.
Nata nel 2006, l’associazione raccoglie oggi circa 45 soci del
comprensorio Vallata-Solighese, tutti rigorosamente esperti nella
preparazione e nella cottura del tipico spiedo di carni veneto.
Oltre che per conservare e tramandare alle future generazioni
la cultura e le tradizioni della cucina locale, l’associazione è impegnata in scambi a carattere gastronomico con analoghe associazioni di Lombardia, Toscana e Sardegna. In un libro sociale
ogni anno vengono inoltre raccolte tutte le caratteristiche culinarie
degli spiedisti/e, dal tipo di legna da ardere alle erbe aromatiche
utilizzate nelle varie fasi.
La casalinga di Corbanese, succede al follinese Egidio Ciotta
(Cicci), al pievigino Ezio Antoniazzi e al solighese Giuseppe Stella (Bepo Cia).
Alla cerimonia di premiazione, dove sono stati consegnati alla
signora De Biasi un diploma e una medaglia che la raffigura (opere
realizzate dall’artista Giuseppe Grava di Revine), erano presenti, il
Consigliere Regionale Gianpiero Possamai, il Sindaco di Pieve di
Soligo Fabio Sforza e l’Assessore del Comune di Tarzo Vincenzo
Sacchet.
8. TRONCHIN GEMMA fu Giuseppe e fu Donai Amalia. Una vita
vissuta ed intessuta di croci e di gioia, di solitudine e compagnia. Assistita amorevolmente dalla figlia nell’ultimo periodo della sua vita.
Abitava in vicolo Baldo. Venne meno il 2 marzo a 96 anni.
Dopo le esequie religiose venne tumulata nel nostro camposanto in
attesa della resurrezione.
9. POL MARIO fu Stanislao e Luca Clelia. Coniugato con Franceschet Liliana. La sua fu una vita di lavoro, di amore per la famiglia e
di impegno sociale. La vita è come il tempo della semina. Chi semina
bene non resterà deluso. Mario morì improvvisamente il 10 aprile a 73
anni. “Beato chi muore nel sonno del giusto a lui sia eterna ricompensa”. Così si prega nella liturgia. E così noi abbiamo pregato il giorno
13 aprile durante le funzioni religiose ed accompagnandolo al cimitero
con grande partecipazione di parenti, amici e fedeli, nell’attesa del ritrovarsi ancora insieme.
GITA IN LIGURIA
dal 9 al 12 agosto 2010
Visita alle Cinque terre (Monterrosso al mare,Vernazza,
Corniglia, Manarola, Riomaggiore) e le città di La Spezia,
Rapallo, Portofino, Genova
(l’acquario).
QUOTA INDIVIDUALE:
410 € (per 35partecipanti)
420 € (per 25 partecipanti)
430 € (per 30 partecipanti)
PER INFORMAZIONI:
telef. A LUCIA al n° 0438 584764.
Portofino
…sono passati
3 anni da quando, per caso, ti
sei avvicinata al
mondo dei cavalli. Una passione
che hai avuto
fin da piccolissima, tanto che se
dovevi chiedere
un gioco quello era sicuramente un cavallino o qualcosa che lo raffigurava. Poi hai iniziato a montare un pony e sei andata avanti con
impegno e costanza, nonostante bruschi ed imprevisti ostacoli che ti
hanno obbligata a degli stop di vari mesi. All’improvviso è arrivato un
dono lui, Saman, un bellissimo cavallo, difficile da gestire e, per molti, inadatto a te! Ma niente e nessuno ti ha fermata e, contro tutti, hai
iniziato un lungo e difficile periodo di sodo lavoro che però il 3 aprile scorso, a Jesolo, nonostante fosse la tua prima volta, vi ha portato
sul podio,lasciando di stucco quanti vi davano perdenti. Brava Sandy!
Che questa tua passione e che quel sorriso che sempre di contraddistingue in sella al tuo destriero non ti abbandonino mai!
Ricordi
«Voce amica»
Silvia Da Ros
,
di Silvio e di Dal Col Bruna, nata
a Corbanese 31 marzo 1963 è
morta improvvisamente a Pieve
di Soligo il 9 aprile 2010. Solo la
fede può lenire l’immenso dolore
del marito, del figlio, dei genitori, dei parenti e di tanti amici e
colleghi che l’hanno conosciuta
ed apprezzata per le sue doti di
rara umanità. Dopo la funzione
religiosa celebrata nel duomo di
Pieve è stata portata a Corbanese
e sepolta nel cimitero di Madonna
di Loreto.
Cara Silvia,
mentre il maglio della realtà
batte su di noi ogni istante con
inaudita forza e crudezza, scandendo il vuoto e il silenzio della
tua assenza, scorrono veloci davanti ai nostri occhi, le immagini
della vita che abbiamo trascorso
insieme a te: una serie di fotogrammi che vanno avanti e indietro, in un’assurda moviola che
s’interrompe per un corto circuito
e poi riprende da capo. Ciascuno
di noi ha il suo spezzone personale, ciascuno di noi ti ricorda per
quello che sei stata: figlia, sorella,
sposa, mamma, parente, amica,
collega, valente artista, docente
generosa e rigorosa, maestra di
canto affettuosa e materna.
Vorremmo riuscire a mettere
un po’ d’ordine in mezzo a questa confusione di voci, immagini,
emozioni e sensazioni e non riusciamo a farlo, travolti dalla piena della ricchezza della tua vita,
perché tante sono le cose che hai
realizzato nella tua breve esistenza e tante sono le persone che hai
incontrato e a cui hai saputo offrire il dono della tua voce e della
tua grazia.
Mi hanno chiesto di provare
a farlo, ben sapendo che non riuscirò a dire tutto quello che sei
stata per i tanti che oggi sono qui
a salutarti.
Cara, cara Silvia! Quante volte
il tuo canto ci ha fatto palpitare di
meraviglia ed emozione!
Quante volte la tua voce si è
aperta e alzata in volo per dar vita
alle eroine tragiche e appassionate del melodramma o ha reso lode
all’Altissimo a cui ti sei affidata!
Ne abbiamo perso il conto, e
in questi giorni, quando abbiamo
tentato di ricostruire la tua carriera per i giornali che chiedevano di
te, ci siamo accorti di quanto poco
tu tenessi alla “contabilità” della
tua professione artistica e del tuo
talento, di quanto poco tu abbia
voluto ostentare e monetizzare la
tua voce e il bel canto, facendolo
restare la grande passione della
tua vita con eleganza e semplicità. Una passione per la quale vale
la pena di spendersi con generosità, senza guardare al domani e al
tornaconto personale.
Ricordo il tuo disincanto verso
un mondo che privilegia le carriere costruite sulle conoscenze
e sugli appoggi di vario genere
e non sul merito, le difficoltà a
farti strada come tu volevi, senza
compromessi e senza scorciatoie, solo per il tuo talento e le tue
capacità, e l’amarezza per il pregiudizio di chi non ti conosceva,
ARTICOLI PER VOCE AMICA
Si ricorda ancora di preparare
gli articoli e le foto su supporto informatico.
Articoli in formato Word, Foto in formato
to jpg.
Si ringrazia per la collaborazione.
Aiutiamo il Bollettino
che si avvia
a raggiungere il traguardo
del mezzo secolo
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contro questa carriera che ad alcuni sembrava poco adatta ad una
brava ragazza di provincia, seria
e semplice come sei sempre stata.
Testardamente e tenacemente
sei arrivata dove volevi e, giorno
per giorno, hai dimostrato a tutti il
tuo valore, facendoti apprezzare e
stimare in ogni ambiente e senza
perdere per strada niente di quello
che veramente contava nella tua
vita: la coerenza con te stessa, la
famiglia e gli affetti sinceri.
Dopo ogni esibizione, dopo
ogni viaggio, chiuso il sipario e
spenti i riflettori, per noi tu tornavi ad essere soltanto la nostra Silvia di sempre, il granello di pepe
della nostra famiglia, vivace e polemico, allegro e vitale, sempre in
fermento per qualche nuovo progetto e iniziativa. E per tutti noi
hai saputo essere amica sensibile
e affettuosa, mamma tenerissima,
moglie devota e amorosa, figlia
premurosa e rispettosa, sorella
generosa e amatissima.
La voce era il tuo dono divino,
ma dietro le quinte della tua vita,
in quella parte di esistenza che si
svela soltanto in questi momenti, avevi scelto di coltivare la più
importante delle virtù cristiane: la
Carità.
San Paolo scrive: “camminate nella Carità nel mondo” e tu
lo hai fatto quotidianamente, in
tante occasioni e con tanti piccoli gesti, cantando gratuitamente per beneficenza, spendendo il
tuo nome e le tue conoscenze per
qualche giusta causa, agendo discretamente e concretamente per
alleviare una sofferenza, per portare una buona parola o soltanto
per donare un po’ di compagnia a
chi era solo.
Sei stata lievito fecondo per
tante esistenze che ora sono qui a
chiedersi il perché.
Nessuno di noi ha la risposta
e non siamo capaci di trovare
un senso in quello che è accaduto. Sappiamo solo che è stato un
grande dono quello di averi fra
noi, sappiamo soltanto che l’essenza dell’amore umano e divino
è la carità e tu lo hai vissuto e professato pienamente, arricchendoci con la tua esistenza.
Oggi siamo in tanti a ringraziarti per questo e sul dolore straziante della perdita, vogliamo far
prevalere la speranza e l’impegno
a continuare a farti vivere nella
nostra memoria, perché ricordare
è un modo per incontrarsi ancora.
Perché ogni persona che incontreremo e che ci racconterà di te, ci
restituirà una parte preziosa del
ricco mosaico della tua esistenza
e ci farà sentire meno soli.
Cara Silvia, non siamo qui a
maledire la morte che con l’ultima
tempesta d’inverno ci ha strappato il nostro usignolo, siamo qui a
dire grazie alla vita che con te ci
ha dato e insegnato tanto.
Luisa Cigagna Sech
***
Maria Gilda De Polo in Pol
20.12.1944 – 23.03.2010
Ricordo quando ci dicevi, scherzando, che il tuo «Ristorante della
Stazione» era sempre aperto.
Adesso, che da due anni ormai sei scesa alla tua ultima fermata, ci
piace immaginarti così, al lavoro, sul tavolo della cucina. Se chiudiamo gli occhi ci sembra di vederti, intenta a preparare le tue piccole
magie per tutti gli amici che insieme a te condividono il Paradiso.
I tuoi familiari ti portano nel cuore ovunque vadano.
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Marzo-Aprile 2010
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Pasqua
Voce Amica
«Voce amica»
Tarzo
www.parrocchiaditarzo.it
Marzo-Aprile 2010
Quest’anno per la prima volta nella nostra Chiesa cinque persone hanno
creato un magnifico presepe di Pasqua che ripercorre in modo veramente
realistico e veritiero tutta la Quaresima e la Pasqua. Il Presepio occupa i
due altari in fondo alla Chiesa, una parte dedicata alla Passione di Cristo,
una parte
alla Resurrezione. Quest’opera
costituita di modellini in legno
accuratamente colorati è stata creata da Suor Leontina e
Suor Valentina, Luisotto Morena e dal signor Simon Pietro.
Questo lavoro sarà saltato agli
occhi specialmente ai bambini che sicuramente capiranno
meglio quello che ha passato
Gesù sia con le immagini che
con le parole.
Sintesi della Settimana Santa
LA DOMENICA DELLE PALME
La domenica delle Palme è stata festeggiata come da tradizione. I ragazzi
del catechismo hanno svolto la processione in compagnia delle loro catechiste dall’asilo fino alla Chiesa assieme al Parroco e ai chierichetti. Tutti con i
ramoscelli di ulivo, ornati da fiocchi dai colori accesi e sgargianti e di colore
diverso classe per classe, con i quali hanno ravvivato la celebrazione, molto
partecipata da persone di tutte le età.
IL GIOVEDÌ’ SANTO
Questo giorno è veramente importante nella nostra religione e anche la
nostra parrocchia celebra il dono dell’Eucaristia con assiduità. La cerimonia
ha avuto inizio alle ore 20 e ogni classe catechistica ha avuto un compito ben
preciso; inoltre, un esponente per ogni attività pastorale della Parrocchia
ha ricevuto la lavanda dei piedi come gesto simbolico di commemorazione.
VIA CRUCIS A NOGAROLO
La sera del venerdì Santo, per le viuzze di Nogarolo, si è celebrata la solenne
Via Crucis che si conclusa con la benedizione presso la Chiesetta dedicata a
San Giuseppe.Al rito erano presenti anche vari bambini che hanno consegnato il loro salvadanaio “un pane per l’amor di Dio” con dentro i piccoli “fioretti”
fatti durante la Quaresima.
SABATO SANTO
Alla sera della vigilia di Pasqua il Parroco ha accolto i presenti nel piazzale
della canonica. Il rito è iniziato con l’azione del bruciare i rami secchi della vita
quaresimale. Questo fuoco in seguito è stato benedetto assieme ai contenitori di acqua battesimale dal Sacerdote, poi è iniziata la processione con il
cero pasquale acceso e con le candele dei partecipanti. Poi con la santa messa
solenne con l’annuncio della Pasqua.
PASQUA
La Pasqua è la festività più importante dell’anno liturgico e per la santa
messa, anche, la nostra Chiesa era gremita di persone. Il rito è stato molto
coinvolgente grazie all’animazione del piccolo coro parrocchiale e ai chierichetti. Alla fine della celebrazione sono stati consegnati il pane dell’amicizia
e l’acqua santa.
I CHIERICHETTI INCONTRANO
DON LUIGI PAPA
I chierichetti nell’incontro di martedì 27 aprile hanno posto delle domande al sacerdote per conoscere il Seminario della nostra diocesi.
Le domande erano: vogliamo conoscere che cosa è il Seminario;
che cosa fanno i giovani durante il giorno; quanti sono….. ; mangiano insieme
giocano....
Don Luigi, prima di rispondere ha detto: “che essere Chierichetti
è una grazia perché il loro posto è più importante di tutti gli altri
cristiani che sono in chiesa, perché sono vicini a Gesù presente
nell’altare, e questa è una cosa grande e bella”.
Poi rispondendo alle loro domande:”ha messo in evidenza soprattutto l’importanza di essere insieme in Seminario per crescere e diventare più cristiani.. ... formarsi e avere una esperienza di
gruppo. Tra le tante cose che i ragazzi fanno durante la giornata, i
tempi della preghiera e la celebrazione dell’Eucaristia sono quelle
più importanti, per stare in amicizia con Gesù,…. poi ci sono i momenti dedicati al gioco. Essere chiamati al sacerdozio è un dono del
Signore che chiama…... anche attraverso la voce del Parroco…...a
voi chierichetti l’impegno di ascoltare”.
Ci ha, poi, chiesto: che cosa fa il vostro parroco? Risposta: celebra
la S. Messa, diffonde la Parola del Signore, va a trovare gli ammalati, benedice le case, celebra i Sacramenti. E Don Luigi ha messo
in evidenza che: “la missione del Sacerdote, attraverso le “celebrazioni” e le sue “visite”, è quella di aiutare le persone a stare unite
a Gesù e ad essere più buone”.
Grazie a Don Luigi per questa sua presenza e testimonianza,
anche perché i nostri chierichetti sono andati a casa con una marcia in più!
nel 50° di Sacerdozio
1. Domanda: Ti piace fare il
Sacerdote? Ho risposto di si al
Signore che mi chiamava perché
mi piace che la gente e i bambini
conoscano Gesù.
2. Domanda: Da piccolo cosa
pensavi di fare da grande? Abitavo lontano dalla chiesa. Ho incominciato a fare il chierichetto
in quarta elementare e andavo
a piedi i chiesa. Ho chiesto alla
mamma se mi comperava la vestina di chierichetto e lei mi ha
risposto che non aveva i soldi
neppure per comperare altre
cose necessarie per la mia famiglia. Allora con l’aiuto di una
zia ho potuto avere cinque conigli bianchi, li ho fatti crescere e
in autunno li ho venduti. Così ho
potuto avere la vestina da chierichetto.
Alla domenica facevo servizio
anche a due S. Messe, perché mi
piaceva tanto fare il chierichetto.
Ricevevo, ogni tanto, un centesimo e con quel soldino mi
prendevo il pane dal fornaio e
tornando dalla S. Messa lo mangiavo.
Frequentavo la classe 5 elementare e un giorno il parroco
mi chiese: Vuoi andare in seminario? E io ho risposto che la
mia famiglia era povera. Il parroco parlò con i miei genitori;
disse: Se lo lasciate andare, io
lo aiuterò negli studi. Si prese
cura di me, insegnandomi il latino, la lingua francese, la lingua
italiana, ecc., ho studiato a casa,
così ho potuto dare gli esami di
ammissione alla scuola media a
Vittorio Veneto, rimanendo come
ospite per due giorni in Seminario a Vittorio Veneto.
Ricordo che il giorno nel quale
sono entrato in seminario i miei
genitori hanno comperato il materasso di crine, perché, a casa
mia non c’era; e poi, prima di
giungere in Seminario, abbiamo
mangiato insieme una scatoletta di sardine con un po’ di pane.
Come erano buone! Lo ricordo
ancora dopo tanti anni.
3. Domanda: Ti piace essere
amico di Gesù? Mi piace tanto
essere amico di Gesù e aiutare
tutti ad essere amici di Gesù:
4. Domanda: Hai mai avuto
delle tentazioni? Si, quando ave-
orvo sonno e avrei desiderato dorsa
mire di più, (allora la S. Messa
no
era alle ore cinque del mattino
he
e dovevo alzarmi presto, anche
perché avevo una mezz’ora di
nstrada da fare a piedi). Poi quanhe
do andavo a scuola avevo anche
mpoca voglia a studiare, la mamma mi insegnava a guardare i
bambini più bravi e non seguire
quelli che erano svogliati e pigri
.Un giorno ho portato a casa un
brutto voto: ricordo che il mio
papà mi ha fatto vedere le sue
mani piene di calli e rovinate dal
lavoro; così mi ha fatto capire
che non bisognava essere pigri
e che lui faceva fatica e doveva
lavorare per mandarmi a scuola.
Sono stato molto aiutato e incoraggiato dal papà e dalla mamma e dalle mie due sorelle, che
sempre mi hanno voluto bene.
5. Domanda: Quale è stato il
momento più bello fin ora del
tuo sacerdozio? Ricordo che facevo il chierichetto… un giorno
il mio parroco si è ammalato e
proprio in quel giorno un bambino del mio paese morì, non c’era
nessun sacerdote che potesse andare in quella famiglia. Allora il
parroco ha chiesto ad un altro
sacerdote se poteva andare in
quella famiglia. Io lo ho accompagnato. Quando ho visto il sacerdote uscire da quella casa, la
mamma del bambino morto era
più serena …e io mi sono detto:
che bello,…. un sacerdote con la
sua presenza può dare sollievo
anche a dei genitori che hanno
perso un figlio in un incidente.
Ricordo pure con tanta gioia
e riconoscenza al Signore che
un uomo quando mi vedeva bestemmiava… frequentava poco
la chiesa, ….io lo salutavo. Un
giorno si è ammalato di tumore
e prima di morire ha chiesto di
me per avere il sacramento della
Confessione e della Comunione
e una parola di fede di fronte alla
morte. E questo fatto è stata una
cosa grande che mi ha dato tanta
soddisfazione.
Certamente il giorno più bello
fu quando il vescovo, che allora
si chiamava Albino Luciani, poi
diventato papa con il nome di
Giovanni Paolo I, mi ha consacrato sacerdote nella chiesa di
Serravalle a Vittorio Veneto.
E da allora ogni giorno è stato bello, non pensavo che a fare
bene il sacerdote, senza pensare
o occuparmi di altre cose.
6. Domanda: Dove hai svolto
il tuo servizio di Sacerdote? La
prima parrocchia dove il Vescovo mi ha inviato fu Francenigo.
Avevo un po’ di paura perché
vi erano tante cose da fare, vi
erano tanti chierichetti, ragazzi
e giovani di Azione Cattolica,
gli ammalati da andare a trovare e le prediche fa preparare….
Dopo cinque anni il vescovo mi
ha mandato nella parrocchia di
Vazzola, per aiutare il parroco
che era anziano. Nel 1966 il Vescovo Luciani mi ha chiamato a
Vittorio Veneto per stare con lui,
abitavo e mangiavo assieme a lui
nel Castello di San Martino. Ma
non mi sono sentito un “castellano” e mi piaceva tanto stare con
la gente. Cercavo di fare al meglio quello che mi domandava.
Lo accompagnavo nella visita
alle 182 parrocchie della Diocesi
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di Vittorio Veneto; nella celebrazione della Cresima e nella visita ai sacerdoti e agli ammalati.
Da lui ho imparato a voler bene
alla gente e a studiare tanto, mi
parlava e mi spiegava cosa era
stato il grande avvenimento del
Concilio Vaticano II. Quando il
vescovo Luciani fu nominato dal
Papa Paolo VI a Patriarca di Venezia, io sono rimasto accanto al
vescovo Antonio Cunial per tanti
anni, fino alla sua morte improvvisa a Lourdes nel 1982. Io lo ho
visto morto sul letto.
A Roma, con il vescovo, ho
avuto la possibilità di salutare
Papa Paolo VI e il Papa Giovanni Paolo I. Poi il vescovo Eugenio Ravignani nel 1983 mi ha
inviato prima nella parrocchia
di Cessalto, dove rimasi per sette anni e poi nella Parrocchia di
Motta di Livenza, vicino al Santuario della Madonna dei Miracoli. Il vescovo Alfredo Magarotto nel 1999 mi ha mandato in
questa parrocchia di Tarzo, dove
mi trovo bene e cerco di fare del
bene nel nome del Signore.
A Roma ho partecipato ala cerimonia solenne dell’inizio del
pontificato di papa Giovanni Paolo I, di cui conservo un ricordo bellissimo. Lo ho poi rivisto
quando morì nel 1978 e lo ho
accompagnato fino alla tomba
nella Grotte Vaticane.
Ringraziamo il nostro parroco
Don Francesco per aver dedicato
a noi chierichetti due incontri e
soprattutto per averci raccontato tante cose della sua storia di
Sacerdote. Abbiamo colto la sua
bella notizia: lui ha incontrato il
Signore!
I Chierichetti di Tarzo
FESTA DEI CHIERICHETTI
Vittorio Veneto 30 aprile 2010
Questi i partecipanti: Andrea Introvigne, Andrea Bernardi, Nicola Antoniazzi, Elia Lovat, Tommaso Lovat, Mattia Introvigne, Luca Bez, Nicola
Pin, Luca Pizzin, Riccardo Dal Molin,Thomas Furlan, Filippo Forlin, Marco
Introvigne, Mattia Geneletti, Simone Piaia.
Gli Animatori: Suor Leontina e Piergiorgio
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Intervista a Monsignor Francesco Taffarel
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«Voce amica»
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Prima Comunione
Domenica 18 Aprile, accompagnati dalle
nostre due catechiste, Melita e Rossana, siamo stati accolti in chiesa dal nostro parroco
Mons. Francesco per ricevere la Prima Comunione.
Questo nostro primo incontro con il Corpo di Gesù è stato atteso con molta gioia ed
grande emozione. E’ stato un giorno indimenticabile perché ci siamo sentiti più vicini
a Gesù ed abbiamo provato nel nostro cuore
qualcosa di grande che non sappiamo descrivere.
Lo ringraziamo per averci dato una famiglia che ci vuole bene e ci accompagna in
questi particolari momenti.
Questi sono i nostri nomi:
Bernardi Andrea, Bez Jessica, Bottega Beatrice, Cadalt Andrea, Clean Sofia, Da Ros
Silvia, De Coppi Eleonora, De Polo Sara,
Faraon Jolanda, Franceschet Anita, Gardin
Maria, Pelletier Isabelle, Petri Julia, Pradal
Giulio, Resera Andrea.
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(per ragazzi di
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mazioni chiamare don An
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Cadore (per in8-14 luglio, Pozzale di
n Andrea o
formazioni chiamare do
948411)
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SETTIMANA VE RD E
III media, I e II superiore)
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14-18 luglio, Auronzo
n Alessaninformazioni chiamare do
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5-11 luglio, Spert
Silva: 339
formazioni chiamare
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ragazze dalla II
CAM PO SI RIO (per
media alla I superiore)
* Ringraziamo tutti i genitori dei bambini della prima Comunione ed auguriamo loro di
continuare a ricevere Gesù e diventare, grazie al dono dell’Eucaristia, strumento d’amore e
di pace.
Le catechiste Melita e Rossana
ert d’Alpago
3 giugno-5 luglio, Sp
30
are Silva:
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339 4311041)
R CR ES ICAM POSCUOLA PE
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25-30 giugno, Spert d’A
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Silva: 339
luigi: 0438 948411;
4311041)
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VIAGGIO DE L GR UP
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formazioni chiamare do
0438 260008)
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ssio: 0438
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260008)
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re)
ze dalla II alla IV superio
(per informazioni
28-31 agosto, Padova
041)
chiamare Silva: 339 4311
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ze dai 18 anni in su)
e (per informaData e luogo da definir
luigi: 0438
zioni chiamare don Gian
948411)
NTAM ENTO
D’ESTATEVI - APPU
I (dai 20 ai
ESTIVO PE R GIOVAN
35 anni)
(per informazio2-6 agosto, La Verna
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948411)
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SARM EOLA (per giova
in su)
azioni chiama22-29 agosto (per inform
0008)
re don Alessio: 0438 26
Campi scuola 2010
a Cimacesta di Auronzo
Riportiamo le date per i campi estivi in Cadore. Pensiamo che sia una esperienza da
non perdere per la crescita dei vostri figli.
ACR 9 - 11 anni dal 10 al 17 giugno
ACR 12 - 14 anni dal 17 al 24 giugno
ACR 9 - 11 anni dal 24 giugno al 1 luglio
ACR 6 - 8 anni dall’8 al 15 luglio
ACR 9 - 11 anni dal 15 al 22 luglio
ACR 12 - 14 anni dal 30 agosto al 6 settembre
Se un vostro figliolo ha desiderio di partecipare comunicatecelo nei prossimi sabati
per organizzare i turni ed i posti nella casa per le ferie.
Gi animatori ACR
Per informazioni telef. A LUIGI: 0438.587130 o 333.2705300
«Voce amica»
Consiglio Pastorale Parrocchiale
In questo mese di Maggio, tradizionalmente dedicato alla Madonna
ed alla recita del Santo Rosario, vorremo iniziare dedicando una breve
preghiera a Maria, madre di Dio e dell’umanità: “Maria, vergine fedele,
fa che possiamo seguirti nell’imitazione di Cristo; la nostra esistenza
sia una vera fervorosa preghiera al Padre ed un appassionato servizio
ai fratelli”. (Michele Giulio Masciarelli, sacerdote e docente di teologia)
Come già annunciato nel precedente numero del bollettino parrocchiale, in questo mese ogni parrocchia è chiamata a rinnovare l’organismo preposto per la pastorale parrocchiale e cioè il consiglio pastorale
parrocchiale ( C.P.P.) per il quinquennio 2010 – 2015. Secondo lo statuto diocesano sono state contattate alcune persone della nostra parrocchia, che presentavano i requisiti richiesti dallo stesso statuto e, alcune
hanno accettato l’invito fatto, altre si sono presentate da Don Francesco
per saperne di più su questo impegno. Questo ci ha fatto molto piacere,
dimostra che all’interno di questa comunità cristiana esistono persone
che hanno risposto alla chiamata o missione. Si è formata una commissione che ha cercato di trovare all’interno della nostra comunità delle
persone che potessero svolgere tale compito.
Sul foglietto della domenica ed anche sul sito della parrocchia sono
state date tutte le informazioni riguardo al rinnovo del C.P.P. Per tre
domeniche in chiesa è stato affisso anche un cartellone dove chi lo desiderava poteva dare la propria adesione. C’erano scritti i nomi di alcuni precedenti consiglieri che hanno ridato la loro disponibilità; questo
anche per dare una certa continuità alla pastorale già intrapresa. Comunque, diversi membri usciti continueranno ugualmente a lavorare
all’interno della parrocchia. A tutti comunque va un grande “grazie”per
la collaborazione data. E’ da precisare che ogni singola adesione è stata
attentamente valutata dalla commissione e soprattutto da Don Francesco
presidente del C.P.P. consultando, anche, lo statuto diocesano.
Nel C.P.P. ci sono i membri di diritto: Don Francesco Taffarel,
Don Giuseppe Artico. i rappresentanti delle comunità religiose presenti
in parrocchia, la rappresentante dell’Azione Cattolica e da quest’anno
anche un Lettore: Mario Introvigne.
Questi i consiglieri eletti nel C.P.P per il quinquennio 2010 - 2015:
Casagrande Dario, Casagrande Devid, Casagrande Roberto, De Toni
Luca, Fabris Bez Anna Maria, Forlin Attilio, Gallo Tonin Maria, Pauletto Stevanato Arlette, Pizzin Stefano, Salezze Luisa, Stevanato Andrea
e Tormena Foltran Wilma.
Il nuovo C.P.P. si riunirà per il primo incontro di conoscenza e di
approfondimento Martedì 8 Giugno alle ore 20,30 presso l’oratorio di
Tarzo.
La segreteria uscente augura a tutti loro buon lavoro con una frase del
Santo Padre Benedetto XVI “I credenti in Cristo devono farsi testimoni
convincenti e coraggiosi, del Dio che è inseparabilmente vita, verità e
amore, mettendosi al servizio della pace in un’ampia collaborazione
con tutti gli uomini di buona volontà.”
A tutti i nostri lettori porgiamo cordiali saluti.
LA SEGRETERIA DEL C.P.P..
Mese di maggio 2010
Gruppi del Rosario
1.Prapian,
2. Castellich,
3.Villa Bianca,
4. Fratta,
5. Colmaggiore di Sotto,
6. Colmaggiore di Sopra,
7. Istituto Padre Pio,
8. Reseretta,
e,
9. Casa Suore Missionarie,
10. via Toniolo,
11. Rive San Pietro,
12. Bressa,
13. Introvigne,
14. Nogarolo,
15. via Volper, 16. S. Pio X,
17. Col di Lana,
18.Villaggio Diaz,
19. Chiesa parrocchiale
pagina 19
IL BANCO ALIMENTARE
In una stanza messa a disposizione dal Parroco nell’Oratorio
adiacente alla Canonica, ha preso
il via il Banco Alimentare per la
distribuzione gratuita di alimenti a persone italiane e straniere
in stato di necessità. L’iniziativa
è stata presa dall’”Associazione
Società di S. Vincenzo De Paoli Conferenza S. Chiara di Assisi di
Tarzo” con la collaborazione della Caritas e dei Servizi Sociali.
Recentemente la S. Vincenzo
di Tarzo ha stipulato una convenzione con l’”Associazione
Banco Alimentare del Friuli
Venezia Giulia” che opera in
tutto il territorio della Regione
Friuli Venezia Giulia e del Veneto Orientale e che ha come
scopo “....di contribuire alla soluzione dei problemi della fame,
dell’emarginazione e della povertà, mediante la raccolta delle
eccedenze di produzione agricola
e dell’industria alimentare e la ridistribuzione delle stesse ad Enti
ed Associazioni che si occupano
di assistenza”.
Si pensi che solo nel 2009 il
suddetto Banco Alimentare ha
distribuito 1373 tonnellate di
alimenti provenienti dalle eccedenze della comunità europea,
dall’industria alimentare e dalla
colletta alimentare che ha luogo
dal 1996 in tutta Italia l’ultimo
sabato di novembre.
La S. Vincenzo di Tarzo potrà
distribuire, oltre ai prodotti donati nel nostro Comune anche quelli
inviati periodicamente da Udine.
Realizzare il Banco Alimentare
è stato un lavoro lungo e abba-
stanza complesso che ha richiesto l’intervento e l’aiuto di molte
persone che le Vincenziane ringraziano di cuore: Pietro Simon,
Giuseppe Faraon, Luigi De Coppi, Sandro Bernardi, Gino Morandin, Villa Bianca, Maurizio
Franceschet, Silvano, Antonio,
Angelo, Matteo. Infine ringraziano i negozianti che ospitano il
“Paniere della bontà” e tutti coloro che lo riempiono.
QUALCHE NOTIZIA IN
PIU’
La Fondazione Banco Alimentare ONLUS fu costituita in Lombardia nel 1989 per volontà di
mons. Luigi Giussani, fondatore
di “Comunione e Liberazione” e
del cav. Danilo Fossati, fondatore della “Star”, che si proposero
“....l’esclusivo perseguimento di
finalità di solidarietà sociale nei
settori dell’assistenza sociale e
della beneficenza, nel solco della
tradizione cristiana, della dottrina sociale della Chiesa e del suo
Magistero, secondo il principio di
sussidarietà e secondo la concezione educativa del “Condividere
i bisogni per condividere il senso
della vita” (Art. 2 dello Statuto).
Nel corso degli anni, l’attività
della Fondazione si è sviluppata
capillarmente su tutto il territorio
nazionale con la costituzione di
Associazioni Banco Alimentare
(fra cui quella del Friuli Venezia
Giulia nata nel 1996) che hanno
creato una Rete Banco Alimentare e che vive grazie al lavoro quotidiano di moltissimi volontari.
Carla D.B.
LAVORI IN
PARROCCHIA
PRESTITI GRAZIOSI
Ricordiamo che la Parrocchia, per i
pagare lavori eseguiti, confida nella
generosità di tutti. Ai donatori verrà
rilasciata ricevuta numerata e firmata
dal Parroco. Il rimborso non avverrà
prima di 24 mesi (salvo necessità particolari).
Ditte e Imprese per i loro contributi
possono usufruire del beneficio fiscale
deducibile dal reddito d’impresa.
Modalità per la contribuzione: Direttamente in Canonica (tel.0438 586205) o con bonifico bancario
presso la B.C.C. Prealpi di Tarzo o sue filiali o altra Banca, con le
seguenti coordinate: C/C n.15584 intestato a “Parrocchia della Purificazione della Beata Vergine di Tarzo”
Portare, poi, la ricevuta del bonifico in Canonica per avere il titolo
che sarà rimborsato.
Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo
Marzo-Aprile 2010
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RECUPERO
DELLA CHIESETTA
DI COLLALDRA’
«Voce amica»
Sorge sul versante sud del “Col de Mar”, in quel di Collaldrà, ovvero “oltre il colle”, l’omonima Chiesetta dedicata all’Annunciazione
della Beata Vergine Maria, luogo di culto e di pellegrinaggio (rogazioni) fin dai tempi antichi, nei pressi di un insediamento fortificato, testimonianza longobarda in Tarzo. Dopo l’accertato stato di quasi totale
degrado, acclarata la proprietà in capo
alla
Parrocchia
di Tarzo, provvidenziale è stata
la gratuita e preziosa disponibilità degli Alpini
del Gruppo di
Tarzo che, a più
riprese e con non
poco
dispendio di energie
fisiche, hanno
provveduto al
disboscamento
ed alla bonifica
del terreno intorno al manu-
Marzo-Aprile 2010
fatto, con il grato consenso dei proprietari limitrofi, ed ai primi interventi urgenti sul tetto, ove già filtrava copiosamente l’acqua.
Contestualmente è stata avviata la procedura di salvaguardia per i
beni protetti che, nel tempo e con gli auspicati contributi, dovrebbe
portare al pieno recupero ed al ripristino della fruibilità del santuario.
E’ stato intanto fissato per il prossimo 27 maggio un incontro in luogo,
con la celebrazione della S. Messa, cui seguirà un brindisi beneaugurante.
F.I.
“Luciani, la polvere del Signore”
E’ l’ultimo libro scritto da Mons. Francesco Taffarel e dal giornalista Nicola Scopelliti, già redattore de “Il Gazzettino”. Il
volume è stato presentato nell’aula magna
dell’Istituto comprensivo di Tarzo. La serata è stata organizzata dalla Pro Loco e ha
visto l’intervento, tra gli altri, del presidente della Pro Loco Luciano Piaia, del sindaco Gianangelo Bof e di altri rappresentanti
dell’amministrazione comunale. A moderare l’incontro il giornalista de “L’Azione”
Federico Citron.
La presentazione
del volume è stata
occasione per ricordare la figura del
Papa del Sorriso,
ma anche per ripercorrere la situazione dell’Italia e della
Chiesa alla fine degli
anni settanta. La ricostruzione dell’epoca è
stata affidata alle parole di Scopelliti, poi
è stato Mons. Taffarel
a raccontare di Albino
Luciani, ripercorrendo
le tappe che hanno portato questo semplice
parroco di Canale D’Agordo a salire al soglio pontificio. Il tutto è stato arricchito da
aneddoti, ricordi, confidenze di don Francesco, segretario particolare del pontefice
dal 1967 al 1970 e, oggi, tra i maggiori custodi delle sue memorie.
Molte di queste testimonianze dirette
sono raccolte nel volume “Luciani, la polvere del Signore”. I due autori non sono
nuovi ad iniziative di questo tipo. Nel 2006 avevano pubblicato insieme
“Lo stupore di Dio. Vita
di Papa Luciani”.
Nella serata sono stati
ricordati i tratti salienti della personalità del
pontefice, destinati ad
essere ricordati nel tempo: la sua parola, buona
e insieme incisiva, capace di toccare il cuore
della gente. Con la sua
semplicità di linguaggio, Luciani rendeva
tutti partecipi della
sua vasta cultura, del-
la sua fede profonda. Attraverso concetti
facili riproponeva e rendeva comprensibili
le grandi verità di Dio e su Dio. Un modo
di esprimersi che, negli anni a venire, farà
scuola. Era un uomo che, all’occorrenza,
sapeva spogliarsi di ogni regalità e del superfluo e calarsi nella realtà quotidiana.
Messaggero di speranza e di amore, era rispettoso e attento ai problemi del suo tempo, in particolare del mondo del lavoro.
Si legge nel libro: “In vent’anni, dal
1958 al 1978, quel granello di polvere,
come il granello di senape, è cresciuto, si
è sviluppato. Da Vittorio Veneto è arrivato
al patriarcato di Venezia ed è poi giunto
alla più alta dignità umana del Pontificato.
Mons. Albino Luciani in tutta la sua vita
ha realizzato il disegno di Dio, diventando
un albero maestoso e grande, diffondendo
il suo insegnamento fino a comprendere il
mondo intero. “Scienza di Dio e scienza
dell’uomo”, come scrisse allora qualcuno, cioè teologia e pedagogia, sono state
le travi portanti dell’apostolato di Luciani,
maestro insigne di catechesi, illuminato divulgatore di grandi indagini teologiche”.
Martina T.
«Voce amica»
pagina 21
Ciao nonno,
Si spengono i riflettori sulla X edizione di “Tarzo a Tavola –
Le stue di Tarzo”
Un bilancio lusinghiero che ci permette di guardare alla
prossima edizione con entusiasmo e fiducia certi che, curando
ancora qualche dettaglio, abbiamo di fronte a noi un’iniziativa
che può crescere in significati e partecipazione.
Trasformate e rinnovate le serate sono passate da cene ad
eventi enogastronomici. L’obbiettivo di valorizzare il nostro
paese con prodotti tipici, con l’ospitalità e la convivialitá che
contraddistinguono i ristoranti tarzesi e soprattutto con la
loro arte culinaria.
Osteria al Ponte Maset, Ristorante Belvedere da Tullio,
Al Capitello e Albergo Ai Pini, sono stati i locali che si sono
alternati nelle varie serate, partendo dall’autunno per arrivare
in primavera, con menù dedicati alla stagione di riferimento.
Piatti della tradizione, rivisitati e accompagnati da ottimi vini
del territorio.
L’apertura e la chiusura di questi eventi, patrocinati dall’Amministrazione comunale, si sono svolti allo stand polivalente
della Pro Loco, con gli chef dei quattro ristoranti uniti fianco
a fianco per dare il meglio, confrontandosi per collaborare e
per scambiarsi opinioni e pareri.
Le serate hanno segnato il “tutto esaurito”, ed è con queste
premesse che stiamo già lavorando alla prossima edizione.
Un ringraziamento, come sempre, a tutti i volontari della
Pro Loco, a Patrizia Forlin e Fabio Campoli, testimonial d’eccezione, al prof. Marco Valletta presentatore delle serate e in
particolare agli sponsor che sostengono queste iniziative.
- L’attività della Pro Loco continua con le serate di Cineforum il 7, 14 e 21 maggio e in giugno con la premiazione del
concorso di poesia il giorno 6, la giornata della solidarietà in programma per il 13 e la rassegna di cori il giorno
19 .
Maggiori informazioni sul sito www.prolocotarzo.com
Luciano Piaia
Nozze
d’Oro
Ricordi
ci sembrava di essere preparati da
un pezzo a questo momento, eppure siamo tutti distrutti. Se tu fossi
qui oggi, ti stringerei la mano e ti
chiederei come stai... tu con un sorriso mi diresti: “Non c’è male”.
Tu oggi sei qui, ma non mi puoi
rispondere. Sei andato via in silenzio senza salutare nessuno. Non sei
riuscito a resistere a quella maledetta malattia che ti ha indebolito,
Danilo Michelon
anno dopo anno, mese dopo mese,
20.11.1936 – 9.4.2010
giorno dopo giorno, ora dopo ora.
Malattia che ti ha impedito di camminare, di mangiare e di parlare, ma che non è riuscita a spegnere il tuo
sorriso, sorriso che non ci hai mai fatto mancare nemmeno quando
ci hai lasciato. Così bello e sereno senza un segno nel tuo volto del
dolore che hai patito.
Se qualcuno mi chiedesse che persona sei stata, risponderei: forte, sensibile, sempre pronto a dare una mano, gioioso, adorabile e
buono, tanto buono, per questo non riesco ad accettare che tu abbia
potuto soffrire così tanto... non te lo meritavi, non tu.
Ci manchi nonno, ci manca la tua voglia di vivere e di non arrenderti mai nemmeno quando tutti credevano che tu non ce l’avresti
fatta.
Ora che non sei più tra noi, hai lasciato un vuoto incolmabile perché
tu eri tutto: un nonno dolce, un padre premuroso e un marito insostituibile. Ti vogliamo bene. Valentina
Gallon Severina
in Tomasi
Tarzo 8.5.1953 – 30.3.2007
Sono passati 3 anni da quando
non ci sei più, ma il tuo ricordo è
sempre più vivo dentro noi.
Ti portiamo nel cuore con tanto
amore.
Con affetto i tuoi cari.
Nella chiesa
di Nogarolo,
Ines ed Eugenio Pin
hanno festeggiato
i loro 50 anni di vita
matrimoniale,
il 29 novembre 2009,
con accanto
i loro 4 figli e i nipoti.
Con tanti auguri
dalla Comunità
Resera Adelchi
1.1.1933 - 5.2009
Nel primo anniversario della tua
scomparsa ti ricordano con affetto
moglie, figli e nipoti.
Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo
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«Voce amica»
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Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo
Bat tesimi
2. CERMINARA FRANCESCO ARMANDO di Sasso Mario e
di Cerminara Emilia Mirella, residente nella Parrocchia di Cison, nato
a Vittorio Veneto il 28.1.2000, è stato battezzato nella Chiesa Arcipretale di Tarzo il 3 aprile 2010, nella Veglia Pasquale, dopo il rito di
accoglienza celebrato il 7.3.2010.
Padrino: Cerminara Mattia della Parrocchia di San Giacomo di Vittorio Veneto.
3. QAFOKU MARTINA di Qafoku Landi e di Qafoku Kloodiana,
residente nella Parrocchia di Tarzo in Via Volper, nata a Vittorio Veneto il 17.5.2001, è stata battezzata nella nostra Chiesa il 3 aprile durante
la Veglia Pasquale, dopo il rito di accoglienza celebrato il 7.3.20120.
Madrina: Segat Loredana della Parrocchia di Corbanese.
4. DAL GOBBO VERONICA di Ivan e di Mattiuz Vany, residente
in via Belvedere, nata a Vittorio Veneto il 22.11.2009, è stata battezzata nella nostra Chiesa il 25 aprile, dopo il rito di accoglienza celebrato
il 7.3.2010.
Padrini: De Noni Cristiano e Della Libera Ilaria della parrocchia di
Cordignano.
5. POSSAMAI EMILY di Ivan e di Zanetti Alice, residente in via
Fratta, nata a Conegliano il 2.9.2009, è stata battezzata nella chiesa
di Tarzo il 25 aprile, dopo il rito di accoglienza celebrato il 7.3.2010.
Padrini: Moschet Valentina di Tarzo e Dal Col Damiano della Parrocchia di Ogliano.
Riflessione di un papà
UNA FINESTRA APERTA SULLA LUCE
Oggi 25 aprile 2010 due boccioli di rosa
sono nati nell’immenso giardino dell’amore di Dio.
Splendono agli occhi della comunità
quelle purissime gocce di rugiada
versate su petali resi ora purissimi,
sciolgono i cuori e commuovono gli animi.
Il dono del Battesimo, l’albero della vita
ora ha due nuovi giovani innesti:
Emily e Veronica.
Che la linfa del Padre celeste
e la fiamma della fede
vivano in loro qui ora e sempre
e i loro cuori rimangano raggianti,
veri e puri nell’amore al Tutto.
Così sia.
Alcuni anni fa durante una escursione in montagna, sotto una
cengia dove si stagliava uno sperone di roccia, ho avuto la fortuna di poter osservare con il binocolo due rapaci fuori dal nido:
un’aquila adulta che incoraggiava il suo aquilotto a spiccare il
volo. Il giovane però se ne stava immobile sull’orlo del precipizio,
con la testa ritirata fra le ali, per nulla convinto di doversi buttare
da quell’altezza. Il più apprezzabile dei suoi movimenti, di tanto
in tanto consisteva nel chinare il capo per guardare che cosa c’era
sotto: “...troppo alto!” sembrava che meditasse. La madre quasi a
volerlo incoraggiare, sfregava la testa contro la schiena del giovane
aquilotto. Potei osservarli così per alcune ore, finché la madre si
lanciò nel vuoto volando via, forse alla ricerca di altro cibo per il
figlio, resasi probabilmente conto che ancora non c’era speranza
di vederlo volare. In quelle due ore di assoluto immobilismo, ho
potuto pensare a molte cose. Ho addirittura azzardato una metafora tra l’aquilotto e il comportamento che talvolta alcune persone
assumono.
Che cosa gli manca? Mi sono chiesto. Quasi sicuramente nulla,
la natura a breve avrebbe fatto il suo corso e finalmente il giovane
rapace si sarebbe librato nel cielo cavalcando maestoso le correnti,
mostrandosi così in tutta la sua grandezza.
Ma a noi, allora mi chiesi, che cosa ci manca per spiccare il volo
nella vita? Perché alcuni di noi restano insensibili di fronte alle
innumerevoli violenze e agli insegnamenti negativi, che ogni
giorno all’ora di pranzo e di cena ci vengono “serviti” dalla televisione? Perché allora cambiamo canale se ci disturba la pancia
gonfia di un bambino africano che muore di fame? O peggio se
ne restiamo indifferenti. Ormai l’individualismo e l’indifferenza ci
hanno avvolto come fa il ragno con la sua vittima, caduta nella trappola della ragnatela che egli ha tessuto.
Che cosa ci manca per trovare la forza di rompere quest’incantesimo e buttarci senza indugio, a riscoprire un mondo che ha bisogno
dell’aiuto di tutti. Che cosa ci manca?
Franco D.B.
E noi concludiamo che “ci manca Dio”.
“Senza Dio tutto diventa possibile” (Dostoevskij)
«Voce amica»
Anagrafe
Defunti
6. ZANARDO ROMA – Suor
MARIA DRUSILLA. Era nata
a Zerman di Mogliano Veneto il
13.10.1912, in una famiglia numerosa di contadini mezzadri, composta dai genitori e 9 figli. Era gemella di Italia e insieme frequentavano
la scuola materna gestita dalle Suore Dorotee e la parrocchia. Queste
ragazze, sostenute dai genitori, andarono al catechismo e alla messa
nella Parrocchia vicina. Alla sera in
famiglia veniva recitato il Rosario
perché finisse la guerra. In paese
arrivarono le Suore Francescane di
Cristo Re e la sorella Italia decise
di entrare in questo Istituto. Il dolore dei genitori e della sorella Roma
fu grande. La sorella venne inviata
a Roma in via di Torre Rossa, ma
in quello stesso anno si ammalò e
morì dopo pochi giorni. In Suor
Drusilla da allora nacque il desiderio di prendere il posto della sorella
e verso i 30 anni entrò nell’Istituto
delle Suore Francescane di Cristo
Re. Emise la professione religiosa
nel 1944 e fu inviata come cuoca
alla scuola materna di Caselle di
Altivole dove rimase per 15 anni.
Quindi venne trasferita nella scuola Materna di Resana, poi di Tavernelle Vicentina e in altre sedi.
Già inferma giunse a Tarzo a Villa Bianca nel 1987. Visse la sua
malattia e infermità con coraggio
e serenità, disponibile alla volontà di Dio, attenta alle sorelle che
la circondavano. Il suo passaggio
alla Gerusalemme celeste avvenne all’alba del 13 marzo 2010 e fu
tumulata il giorno 15 marzo nella
tomba delle suore in attesa della resurrezione.
7. FAVERO ENNIO, era nato
a Tarzo l’11.4.1958 e concluse il
suo viaggio di permanenza su questa terra all’età di 51 anni. La giovinezza la trascorse assieme al fratello Stefano, che formavano la gioia
e la speranza per papà Antonio e
mamma Rina Resera. Nel 1984 Ennio celebrò il matrimonio con De
Polo Sonia ed ebbero la gioia di
amare i figli Francesco e Caterina.
Ennio abitava in via Talponè ed era
soddisfatto del suo lavoro. Poi nel
1999 la salute evidenziò fragilità
che si alternava a preoccupazioni
e speranze. Questo non raffreddò
in lui la voglia, l’energia e la volontà di lavorare e la grinta di voler
vivere, senza abbattersi di fronte
alle difficoltà. All’Ospedale di Vit-
torio Veneto il 24.3.2010 passò da
questo mondo terreno al mondo di
Dio. Il suo funerale venne celebrato il giorno 26 marzo e poi accompagnato al cimitero in attesa della
resurrezione.
8. CANAL ROSA, era nata a
Farra di Soligo il 26.1.1921. Ha
percorso un lungo tratto di strada,
non facile e con tante preoccupazioni. Celebrato il matrimonio con
De Lunardo Beniamino ebbe la
gioia della nascita del figlio Edoardo. Fu sempre vicina al marito che
in Val Gardena esercitava la professione di muratore, mentre lei faceva la cuoca. Soffrì per la morte del
fratello e della sorella, con i quali
aveva iniziato il viaggio della vita e
nell’aprile del 1980 pianse la morte
del marito. Abitava nella sua casa
in via Bressa contenta della propria
autonomia. Negli ultimi anni fecero la loro comparsa gli acciacchi
della vita e venne ospitata presso
l’Istituto Padre Pio. Qui concluse la
sua esistenza terrena il 31.3.2010.
Nella chiesa di Tarzo venne celebrata liturgia della Parola il 2 aprile e poi accompagnata al cimitero.
In chiesa poi venne celebrata la S.
Messa esequiale il 6 aprile 2010.
9. MICHELON DANILO.
Egli nacque a Tarzo il 20.11.1936
dove trascorse con i fratelli Giovanni e Clara la giovinezza. A 18 anni
lasciò, con nostalgia e tristezza, il
suo paese e trovò lavoro in Svizzera, dove rimase per sei stagioni
esercitando la professione di muratore. Costava fatica, al sole e alle
intemperie il guadagnarsi il pane.
Ritornato a Tarzo celebrò il matrimonio con Genoveffa Casagrande
ed ebbero la gioia e la speranza
nell’avvenire con le figlie Roberta
e Maura e poi nella schiera di nipoti. Con la moglie iniziò un’attività,
in piazza IV novembre, che portò
avanti con impegno. Mentre con
il padre e il fratello aveva avviato
una impresa di costruzioni edili.
All’impegno per il lavoro univa
l’amore alla famiglia. Era forte in
lui la voglia di vivere e non rassegnarsi, ma far emergere le energie
migliori. Poi arrivò la malattia che
lo fece soffrire per anni, in un alternarsi di attese e preoccupazioni. Gli
ultimi mesi di grande sofferenza
venne assistito con amore ed attenzione dai familiari che gli volevano
bene e facevano l’impossibile per
sollevarlo. E’ stato edificante che i
familiari abbiano richiesto il Sacra-
mento dell’Unzione degli Infermi,
per aiutarlo, sostenerlo e confortarlo con la grazia di Dio. Ha concluso
il suo pellegrinaggio su questa terra
all’Istituto Padre Pio il 9.4.2010. Il
suo funerale venne celebrato il 12
aprile e poi accompagnato al cimitero, in attesa della resurrezione.
10. TOMASI ATTILIO era
nato a Nogarolo il 10.3.1943. Dove
viveva con il fratello Antonio, morto a 59 anni, e le sorelle Battistina,
Giuliana e Carmela. Si formò la
sua famiglia sposandosi con Piccin
Rita nell’anno 1972 da cui ebbe il
figlio Giorgio; in questi ultimi tempi la famiglia fu allietata anche dal
nipotino Nicola. Attilio per 35 anni,
ogni mattina, partiva da Nogarolo
e andava a lavorare a Conegliano.
Sopportò fatiche e disagi per assicurare un avvenire dignitoso e sereno alla sua famiglia. Le giornate
passarono in un alternarsi di soddisfazioni e speranze. Ma con gli
anni anche il male lasciava traccia
sul suo fisico. Sopportò e sofferse, ma la sua voglia di vivere e di
non darsi per vinto, lo sostennero
sempre. Poi in 21 giorni il male
lo vinse. Passò da questo mondo
al mondo di Dio all’Ospedale di
Conegliano il 21.4.2010. Il suo funerale venne celebrato il 24 aprile
e accompagnato al cimitero anche
dal labaro degli amici di lavoro, in
segno di amicizia e di ricordo.
11. POSSAMAI AGOSTINO di anni 84. Egli era nato a
Tarzo il 13.5.1925 nelle Rive di
San Pietro: La casa era circondata
dai campi da coltivare, dai prati da
falciare, dalla vigna e dagli alberi
da frutto; l’ambiente era abitato da
ogni specie di animali. Agostino
faceva parte di una famiglia di 9
fratelli; di questi Gino, Alessandro,
Antonio, Ottavio, Beniamino e la
sorella Agnese lo hanno preceduto
nel mondo di Dio; sono ancora viventi le sorelle Angela e Caterina.
La vita di Agostino si svolse nel
piccolo mondo delle Rive, iniziava
con il sorgere del sole e terminava
con il sopraggiungere della sera.
Viveva immerso nella vita della
natura, bella e meravigliosa, come
un libro aperto e scritto da Dio
creatore, che lo portava a concludere: Dio esiste e Dio provvede.
Una sua grande passione furono gli
animali. In questi ultimi anni Agostino risiedeva in Via Roma, dove
viveva solo con la compagnia del
suo pappagallo; poi venne ospitato
all’Istituto Padre Pio, dove è passato al mondo di Dio il 23.4.2010.
Il funerale venne celebrato a Tarzo
il 26 aprile e poi accompagnato al
pagina 23
cimitero nella fede della promesse
di Gesù Salvatore.
12. DAL PIVA MATILDE di
anni 87. Era nata a Nervesa della
Battaglia il 22.7.1922. Nel suo paese aveva esperienza di quanto era
accaduto durante la Grande guerra,
con il carico pesante di sofferenza
e di morte. Nella sua giovinezza
dovette cercare lavoro in vari paesi
per un avvenire più sereno. Aveva
formato la sua famiglia celebrando
il matrimonio con Chiarel Tarcisio ad Arfanta. Ebbero la gioia di
amare i figli Gabriele e Adriana.
La vita si svolse nel mondo della
famiglia, nel lavoro quotidiano
nella sapienza a far quadrare il bilancio familiare e nel preparare ai
figli che crescevano un avvenire
migliore. Sofferse per la morte del
marito nel 1983. In questi ultimi
anni risiedeva con la figlia a Zoppè di S. Vendemiano ove concluse
la sua esistenza il 24.4.2010. Il suo
funerale venne celebrato a Tarzo
il 26.4.2010 e poi accompagnata
al cimitero, affidandola al Signore
Gesù.
13. GALLON CARMELA.
Il suo viaggio su questa terra si è
concluso a 88 anni. Era nata a Tarzo il 5.2.1922. Con lei vi era il fratello Angelo, che poi ha preceduto
le sorelle Lina e Maria nel mondo
di Dio. Nel 1947 aveva celebrato
il matrimonio con Geronazzo Angelo ed ebbero la gioia di amare
i figli Arturo, Flavio, Natalina e
Gian Paolo. Risiedeva sulle Rive
di San Pietro. Attorno alla sua casa
i prati da falciare, i campi e le vigne da coltivare, gli animali da allevare. La giornata iniziava con il
sorgere del sole e terminava a notte
inoltrata dopo che la famiglia si
era raccolta attorno alla tavola per
il frugale pasto. Per Carmela erano vita quotidiana le faccende di
casa e l’educazione dei figli fatte
con amore. Sofferse per la morte
del marito nel 2003. Sempre fedeli nella fedeltà, attenti alla salute e
alle cure uno per l’altro. Quando il
sacerdote andava a portare loro la
Comunione, accoglievano il Signore con fede, preparando accogliente anche la loro casa. Dopo aver
trascorso la vita nella sua casa, da
qualche anno, Carmela fu ospite a
Villa Bianca. La famiglia rivolge
riconoscenza per l’accoglienza,
la assistenza premurosa fatta con
amore riservata alla loro mamma.
Il suo funerale venne celebrato a
Tarzo il 28.4.2010 e poi venne accompagnata piamente al cimitero,
nella speranza delle promesse di
Cristo Salvatore.
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Marzo-Aprile 2010
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pagina 24
Marzo-Aprile 2010
O
F F E R T E
Alla Chiesa dalla benedizione
delle case
Antoniazzi Ivan 20 €, NN 500, Dal
Gobbo Erika e Piorgiorgio 50, Da Re
Ugo 50, De Nardi 20, Andreon Giuseppe 10, NN 20, Perin Maurizio 15,
Dall’Antonia Elvise 10, Cappellazzo 10,
Tomasi Giovanni 20, Tomasi Sergio 10,
Tomasi Siro 20, Tomasi Carmela 10,
Tomasi Lucio 10, Tomasi Zini Luisa
10, Rota Assunta 30, Tomasi Renato
20, Tomasi Casagrande Costantina 10,
Casagrande Germana 15, Casagrande
Antonio 10, Tomasi Attilio 20, Pin Eugenio e Ines 10. Gandin Carlo 30. Casagrande Attilio 15, Zanetti Antonietta
10, Tomasi Moreno 50, Tomasi Vittorio
10, Da Dalt Rita 20, Tomasi Aldo 15.
di Tarzo” 1.000, Curia Vescovile Tributo 3% 2.572, stampa 203.96, Candele
votive 350, Fotocopiatrice riparaz. e
tonner 510, Sito parrocchiale 179.10,
Varie 376, Riscaldamento 1.917.03,
Servizio idrico 164,41.
Per la Chiesa
De Coppi Cescon 20 €, Casagrande Attilio e Elvira 5, Introvigne Zanetti
Angela 10, Colman 5, NN 20, Cadalt
compleanno ragazzi 10, NN 20, Baldassar Giacomo 10, Segat Costantina
5, Favero Pierina 5, Casagrande Irma
20, Cadalt Elio 20, Franceschet Ottilia
10, Introvigne Angela 30, Da Riz Gina
50, Da Riz Cesira e Gina 10, Associazione Trevisani nel mondo 50, Roncolato Maria 10, Bez Maria 5, Fontana
Ida busta ringraziamento 25, Famiglia
Casagrande 20, NN 10. In memoria di
Favero Ennio offerte in chiesa 283,46,
per opere parrocchiali 98.20 e la famiglia 30. Festa compleanno Pizzin 20.
In memoria di Gallon Lucia la famiglia
50. Classe 1960 50, NN 20, Morandin
Gino 10, Battesimo di Martina Qafoku i genitori 20. In memoria di Canal
Rosa 60, offerte in chiesa 36.11. NN
in ricordo dei genitori 100, In memoria di Suor Drusilla 21.77, in chiesa e
Le suore 90. Cero pasquale i ragazzi
di 3 Media 140. Pin Paolina 20. Zanetti
Introvigne Angela 10. Genitori dei Fanciulli della Prima Comunione (n. 11)
155, Funerale di Michelon Danilo in
chiesa 126,85, per opere parrocchiali
33, moglie figli 150, NN 30, Zandonella
Luciano 20, Offerte festivo 1.092,04,
Offerte feriale 166.79, Candele votive.
580.21, stampa 241.89, busta ringraziamento (4) 81, Un Pane per amor
di Dio (50) 357.97, Classe 1940 € 50,
Funerale di Tomasi Attilio 112.94 e per
opere parrocchiali 35.98 e la famiglia
100, Battesimo di Dal Gobbo Veronica
50 e per il Battistero 20, Casagrande
Giuseppe 30, In memoria di Possamai
Agostino: Famiglia Possamai-Cais 150,
Funerale di Gallon Carmela i Figli 100,
Battesimo di Possamai Emily 20.
Spese: Lavori Chiesa 13.000 €, Sussidi per il catechismo 207, Libro Mese
di Maggio 105, Ritiro Ragazzi I Confessione 40, ENEL 1.032,64, Arti Grafiche:
Acconto libro “La Pieve di Santa Maria
Chiesa di Nogarolo
Tomasi Giovanni 20 €, Cadalt De
Polo Santina 20, Tomasi Battistina 50 .
Spese: Luce 111,51.
“VOCE AMICA”
Direttore responsabile
Don Mario Fabbro
Direttore:
Mons. Francesco Taffarel
Iscriz. Al n. 705 Reg. Stampa
Tribunale TV 1-6-88
Stampa: TIPSE - Vittorio Veneto
Scuola Materna
Lotteria “Candelora” Genitori
Scuola Materna 2.182,00 €
Spese: Personale 9.850,00, Alimentari: 1.660,78, RAI 4,13, CESA (contabilità) 991.58,Varie 300.00, LUCE 768,90,
Servizio idrico 773,81; riscaldamento
2.082,07; Quota Assoc. FISM 670.
Chiesa di Fratta
Spese: Luce: 49.13
Angolo dei ricordi
Foto del 1951 con il gruppo Aspiranti
iscritti all’Azione Cattolica di Tarzo.
La foto è stata scattata nel campetto da gioco che
all’epoca costeggiava la strada, ora piazza IV novembre,
di fronte al bar Michelon.
Siamo convinti che molti “giovani ultra sessantenni”
che si riconosceranno
in questa foto.
Chiesa di Reseretta
Offerte 25.
Voce Amica
Comune di Tarzo 800 €.
Tarzo: NN 30, Pin Eugenio e Ines
10, Favero Alma 10, E.G. 20, Famiglia
Casagrande 10, Tomasi Severina (il marito) 25, NN 10, Dalle Nogare Giovanna 10, Tomasi Rino 20, Baccas Dimitri
(Grecia) 50, Morandin Gino 10, Tomasi
Giovanni 20, Tomasi Siro 20, Tomasi
Carmela 20, Tomasi Casagrande Costantina 10, Tomasi Attilio 20, Gandin
Carlo 10, NN 15, Zanetti Antonietta
5, Tomasi Vittorio 5, Da Dalt Rita 10,
Tomasi Aldo 15, Tomasi Battistina 20,
Cesca Anna Maria 10,Tomasi Umberto
20, Casagrande Mirco 20, Pin Paolina
20, Da Ronch Maria 10, Mazzucco Maria 20, NN 30, Merlin Adele 20, Casagrande Giuseppe 20, Amalia Schaub
(Svizzera) 10 fr, Tomasi Angelo 5, Con
Sonego Antonio 15, Casagrande Guido
10, NN (DRU) 20. Totale 605 €
Corbanese: Via Olimpia 55,50 €,
Borgo Madonna e vie S. Giuseppe e
Siviglia 50, via Madonna 20, piazza Papa
Luciani 22, Morandin Adriano 40, Bottega Armando, Maurizio e Giuliano 36,
De Pizzol Dima 10, Possamai Luciano
15, Carluccio Fabio 15, Campardo
Micaela 15, Dal Molin 10, De Zanet
Castagnera 15, Rosanna - Luigino 12,
Tomasi Ottorino 15, Dalle Crode
Adriano10, Favero Tullio 15, Possamai
Antonio 7, Franceschet Francesco 5,
Amiche salone Liviana 62,50. Totale
430 €
Arfanta: 77 €. Totale entrate:
1912 €
Spese: Bolli sped. emigranti 420,76
€, Tip. stampa 1.438,10. Totale spese
1858,86 €.
Nel prossimo numero si riprenderà la storia
dei nostri borghi e delle nostre comunità.
Calendarietto appuntamenti
Maggio
15. A Revine:Veglia di Pentecoste
Cattedrale di Vittorio: Veglia di Pentecoste per i Giovani e Adulti
16. Festa dell’Ascensione del Signore
Celebrazione della Prima Confessione
21. A Torino per venerare la Sindone e a
Colle don Bosco
23. Festa di Pentecoste
Rito di Accoglienza al Battesimo
24. Pellegrinaggio alla Madonna di Follina
25. Incontro .Famiglie n. 1
30. Conclusione Anno catechismo – festa
della Scuola Materna
concerto del Piccolo Coro
31. Conclus. del mese di Maggio - process.
Giugno
2. A Fiume Veneto: ragazzi e adulti per
una giornata di spiritualità
3. Incontro Sacerdoti della Forania
4. A Follina: Concelebrazione con il Vescovo
6. Festa del Corpus Domini – process.
8. Convocazione del Nuovo Consiglio
Pastorale
13. Giornata solidarietà al Piccolo Rifugio
20. Giornata sacerdotale
26. Celebrazione Matrimonio
27. Conclusione Gruppo Famiglie n. 2
29. Festa di S. Pietro e Paolo
Redazione e Collaboratori di questo numero
Tarzo: Parroco, suor Leontina, Nicola De Polo, David e Roberto Casagrande, Antonio Pancot, Francesco Introvigne, Martina Tonin, Carla Della Barba, Piero C., Luciano Piaia, Wilma
Tormena, Melita e Rossana.
Corbanese: Parroco, Liviana Favero, Bottega Luca, Damian Renata, Sergio Meneghin, L.
Cigana Sech.
Arfanta: Don Angelo, Valentina Resera, Maria Teresa Tomasi, Milva Faraon.