2010-2 - Parrocchia di Tarzo
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2010-2 - Parrocchia di Tarzo
Marzo-Aprile 2010 - Anno XLVII - Numero 2 Riflessione Il modo di pensare, lo sviluppo della scienza e della tecnologia in tempi non tanto lontani, sembravano non porre ai credenti il problema del futuro del cristianesimo. Oggi, non è così, e può essere utile riflettere con lo scrittore cattolico François Mauriac (1885 - 1970) che ricordava ai cristiani che la Chiesa, in ogni epoca della storia, deve, per una misteriosa necessità, ripetere in se stessa la Passione del Signore che l’ha costituita, salvata e posta come segno suo tra gli uomini. Egli scriveva: “Ma che cosa ci riserva il futuro? Quando si tratta della Chiesa, le parole di disfatta e di vittoria non hanno più il loro senso abituale. Mai La sentiamo così inerme come nei suoi trionfi, né così potente come nelle sue umiliazioni. Fino alla consumazione dei secoli, vi saranno intorno alla croce lo stesso tumulto, lo stesso fermento di insulti e di scherni, soprattutto la stessa indifferenza di Pilato, lo stesso colpo di lancia al Cuore di Cristo inferto da una mano qualunque; ma vi saranno anche la stessa supplica del ladrone pentito, le stesse lagrime della Maddalena; e dinanzi al Cristo agonizzante l’atto di fede del centurione pentito e l’amore silenzioso del discepolo prediletto”. A ciascuno di noi conoscere la parte che vuole “recitare” in questo dramma eterno. A nessuno è concesso di non prendervi parte. Rifiutare di scegliere vuol dire avere già scelto. E riflettiamo, anche, sulle parole di Gesù: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Un servo non è più grande del suo padrone”. (Gv 15,18-20). D.F. Riflessione tratta da Parole ai credenti. www.parrocchiaditarzo.it Anno sacerdotale (Continua dal n.° precedente) Il “grappino” Il curato d’Ars, soffre per l’ostilità di cui è oggetto, ma deve sostenere una lotta ben più dura. Tormentato dal senso della propria inadeguatezza e dalla coscienza del proprio limite, pensa che sia il demonio a tentarlo in questo modo. Durante la notte sente dei rumori alla porta, prima lievi, poi più forti. Si affaccia alla finestra, ma non vede nessuno e pensa che si tratti di ladri che vogliono rubare gli oggetti di valore donati dal visconte. Alcuni giovani del paese vengono chiamati a fare la guardia alla canonica. Uno di loro rimane terrorizzato, gli altri non sentono nulla. Il curato si convince che i rumori siano opera del demonio, che lui chiama “il grappino” (l’uncino) perché raschia la porta, e resta solo in canonica affidandosi a Dio. I critici sostengono che Anniversari speciali Con la premessa di un caloroso augurio di BUON ANNIVERSARIO, vogliamo ricordare che a giugno cade il 50 anniversario dell’ordinazione sacerdotale del nostro Parroco Mons. Francesco Taffarel e di Don Angelo Lucchetta Parroco di Corbanese, era il 29 giugno 1960. Ricordiamo che il 4 aprile del 1960 fu ordinato sacerdote Don Giuseppe Artico già cappellano a Tarzo e residente in paese. E, infine, che ricorre il 60° anniversario dell’Ordinazione di Mons. Giovanni Gava, era il 18 giugno 1950, che fu Parroco a Tarzo dal 1967 al 1985 ed ora Emerito a Colle Umberto. Ai 4 Sacerdoti AUGURI per il traguardo raggiunto dalle nostre Comunità. il curato soffra di allucinazioni. Egli però dirà: «So che è il grappino: questo mi basta. Da quando abbiamo a che fare l’uno con l’altro siamo diventati quasi colleghi». L’istruzione dei giovani e la “Providence” Ad Ars non esiste una vera e propria scuola. Solamente durante l’inverno arriva un maestro che, in una stanza in pessime condizioni, fa lezione a ragazzi e ragazze insieme contrariamente a quanto avveniva di solito a quei tempi. Questa situazione per il curato Vianney non è accettabile. Occorrevano due scuole. Si poteva cominciare con una, quella per le ragazze. Ma dove trovare il denaro necessario per i locali e per pagare le maestre? La generosità (Continua a pagina 2) Sommario Comunità cristiana Cronaca locale Notizie dal Comune Arfanta: paese mio Voce di Corbanese Parrocchia di Tarzo Cronaca di Tarzo - Alpini Anagrafe Offerte e Angolo dei ricordi 1-5 6-8 9-10 11-12 13-15 16-19 20-22 23 24 «Voce amica» pagina 2 I PAPI DELLA CHIESA (Segue dalla prima pagina) dei benestanti viene in suo aiuto e riesce ad acquistare un edificio. Come maestre sceglie tre giovani del luogo, che devono a loro volta studiare non poco per essere in grado di dare alle allieve un minimo di istruzione. La scuola, chiamata la Providence, è gratuita e presto arrivano ragazze anche dai paesi vicini, che inevitabilmente devono essere accettate come pensionanti. I parenti forniscono letti e cibo. Alla fine dell’anno scolastico, si rendono necessari degli ampliamenti. Un aiuto insperato permette di far fronte anche a questa esigenza. Con le nuove costruzioni diventa possibile accogliere nuove pensionanti e, anche se il contributo delle famiglie non è sufficiente a coprire tutte le spese, in modo quasi miracoloso, gli aiuti arrivano sempre al momento giusto. Il curato riesce sempre, con l’appoggio di persone benestanti, a comperare e rivendere delle terre che gli assicurano una rendita per la sua opera che, col tempo, finisce per accogliere le ragazze abbandonate della zona. Sfamare le ospiti della Providence rimane comunque sempre un problema. Si racconta, però, che nei momenti peggiori il grano si sia sempre miracolosamente “moltiplicato” grazie al curato, la cui santità fa sì che Dio gli conceda prodigi. La rivoluzione di luglio e i pellegrinaggi ad Ars Con la rivoluzione del luglio 1830 riprendono gli attacchi alla religione e ai sacerdoti come nella Rivoluzione del 1789. Anche nei confronti del curato d’Ars non mancano attacchi e calunnie (sette parrocchiani che non sopportano la sua severità vanno in canonica e cercano di costringerlo a lasciare la parrocchia e quando una ragazza madre del villaggio partorisce si insinua persino che sia lui il padre del bambino). La maggioranza degli abitanti del paese non crede alle dicerie, tuttavia Vianney pensa di lasciare Ars; ma non se ne va solo perché capisce che questo avrebbe reso più credibili le calunnie di cui era oggetto. Nonostante le difficoltà, il periodo che va dal 1830 al 1835 è quello in cui, anche a seguito di un’epidemia di colera, i pellegrini ad Ars aumentano in maniera particolare. Per evitare di essere totalmente al centro dell’attenzione il curato allora introduce nella sua Chiesa Marzo-Aprile 2010 Ars - basilica la venerazione di santa Filomena, in modo da attribuire a lei i vantaggi che la gente trae dal pellegrinaggio. (Solo più tardi si scoprirà che santa Filomena non è mai esistita e che il suo culto - poi abolito nel 1961 - deriva da un’interpretazione errata di un’iscrizione trovata sui mattoni che chiudevano un’antica tomba delle catacombe di S.ta Priscilla). Il gran numero di pellegrini e di penitenti che trova davanti al suo confessionale e le continue critiche da parte dei confratelli rinnovano però il senso di angoscia di Vianney, che chiede al vescovo di essere trasferito. Dopo una prima risposta negativa, gli viene offerta la parrocchia di Fareins. La sua popolazione è più numerosa di quella di Ars, ma il curato inizialmente accetta. Poi però riflette e cambia idea. Il motivo fondamentale che gli impedisce di lasciare Ars è la preoccupazione per la sorte della Providence, che senza di lui e senza le sue continue ricerche di denaro finirebbe di esistere, e per la nuova scuola destinata ai ragazzi. (continua) 152.STEFANO IX (X), Lorena, 3.8.1057 – 29.3.1058 Fu il secondo papa tedesco. Abate di Montecassino, cardinale, venne sollecitato a superare ogni perplessità dal clero e dal popolo romano. Eletto papa il 2 agosto in San Pietro in Vincoli, fu incoronato il giorno dopo in San Pietro. Egli scelse come suoi collaboratori Pier Damiani, Anselmo da Baggio (futuro Alessandro II) e Desiderio di Montecassino (futuro Vittore III). A questi veri uomini di chiesa affidò il difficile compito di combattere con mano forte la simonia, il concubinato dei preti e la dissolutezza dei principi: L’opera riformatrice avrebbe richiesto una durata del pontificato più di sette mesi. Anselmo da Baggio si mise alla guida di un movimento formato da cristiani intransigenti, denominati “patarini” o “straccioni”, la cui forza impressionò preti e nobili. Prima di partire per Firenze, Stefano IX invitò i romani a giurare che in caso di sua morte improvvisa, non avrebbero eletto un altro papa fino al ritorno dalla Germania di Ildebrando di Soana. Stefano IX giunto a Firenze fu colpito da una violenta febbre malarica. Morì il 29 marzo 1058 e fu sepolto a Santa Reparata, oggi Santa Maria del Fiore. 153. NICCOLO’ II, Gerberto di Borgogna, 24.1.1059 – 27.7.1061 Vescovo di Firenze venne eletto papa il 24 gennaio 1059, dopo essere stato eletto a Siena dai cardinali il 24 dicembre 1058. Ma tra data della morte di Stefano IX e la data della elezione a Niccolò II i romani avevano approfittato della morte di Enrico III e dissero di essere stanchi dei papi tedeschi e della politica riformatrice di Leone IX e Stefano IX, avevano eletto il romano Giovanni vescovo di Velletri che aveva assunto il nome di Benedetto X. Però la maggioranza del clero e personalità come Pier Damiani, Desiderio Abate di Montecassino e Umberto di Silvacandida sollevano l’eccezione di illegittimità sulla sua elezione: Il posto di papa fu affidato a Niccolò II, sia pure dopo alcuni mesi. Incluso dall’Annuario Pontificio nell’elenco degli antipapi, Benedetto X fu costretto a fuggire da Roma. Il primo grande problema affrontato da Niccolò II riguardava l’elezione del papa che egli intendeva sottrarre ai condizionamenti politici spesso troppo invadenti. Per questo convocò il Concilio del Laterano che stabilì l’elezione del papa da parte dei cardinali, mentre al clero e al popolo restava il diritto di approvarla. L’elezione doveva avvenire possibilmente a Roma, così come i papabili dovevano essere romani, salvo eccezioni. Ai Delegati imperiali era concesso il diritto di prendere atto dell’elezione, ma non di condizionarla. Ma la vedova di Enrico III, Agnese, protestò e convocò una Dieta a Worms, dove vennero dichiarati non validi il Decreto del Concilio Laterano e la stessa elezione di Niccolò II. Nel 1059 con un sinodo convocato a Melfi concesse a Roberto il Guiscardo l’investitura del Ducato di Puglia e di Calabria, per mandare un segno ai tedeschi: La risposta di condanna da parte di un sinodo dei vescovi tedeschi non tardò ad arrivare, ma Niccolò II morì a Firenze il 27 luglio 1061 senza avere la possibilità di reagire. LO Che cos’è la Chiesa? C O G L MO La Chiesa è la società dei veri cristiani, cioè dei battezzati che professano la C N A DE IS fede e dot dottrina di Gesù Cristo, partecipano ai suoi sacramenti ed ubbidiscono ai CH E Pastori stabiliti da Lui. T CA Da chi fu fondata la Chiesa? La Chiesa fu fondata d da Gesù Cristo, il quale raccolse i suoi fedeli in una società, la sottopose agli Apostoli con San Pietro per capo, e le diede il sacrificio, i sacramenti e lo Spirito Santo che la vivifica. Qual è la Chiesa di Gesù Cristo? La Chiesa di Gesù Cristo è la Chiesa Cattolica Romana, perché sola è una, santa, cattolica e apostolica quale Egli la volle. Perché nell’uomo c’è il desiderio di Dio? Dio stesso, creando l’uomo a propria immagine, ha iscritto nel suo cuore il desiderio di vederlo. Anche se tale desiderio è spesso ignorato, Dio non cessa di attirare l’uomo a se, perché viva e trovi in Lui quella pienezza di verità e di felicità, che cerca senza posa: Per natura e per vocazione, l’uomo è pertanto un essere religioso, capace di entrare in comunione con Dio. Questo intimo e vitale legame con Dio conferisce all’uomo la sua fondamentale dignità. (Catechismo della Chiesa Cattolica - Compendio- n.2.). «Voce amica» Marzo-Aprile 2010 Vita della mamma di don (continuazione) Bosco Nella foto la vecchia scuola dove è sistemato il museo dedicato alla mamma di don Bosco. Anni verdi a Capriglio, un paese al quale hanno rubato il castello. Capriglio è un paesino (400 abitanti) collocato su un minuscolo altipiano, circondato dalle verdi colline ondulate del Monferrato. Le case a quel tempo si raccoglievano attorno al castello dei Conti Radicati Passerano. Ora il castello non c’è più. Ci sono invece ancora le frazioni in cui Capriglio, come tutti i paesi agricoli, si divideva. Margherita Occhiena era nata nella frazione «La Cecca», immersa nel verde dei boschi, con alcune zone soleggiate coltivate a vigneti. Dalle finestre della sua casa, Margherita poteva vedere la valle profonda in cui scorre un ruscello che si va a gettare nel torrente Traversa. Al di là vedeva i tetti delle case di Morialdo, con il cantone dei Becchi e l’estesa fattoria degli avvocati Biglione. Non immaginava nemmeno che un giorno, vestita da sposa, avrebbe attraversato quella valle e sarebbe andata a vivere in quel cantone, mamma di due bambini. Le prime parole: quelle dell’Ave Maria. Sull’aia della sua casa rustica e solida, Margherita visse un’infanzia felice nonostante i tempi tristi che portavano sulle colline soldati e briganti. Sotto lo sguardo mite della mamma e della nonna, giocò e rise insieme a Marianna, i fratellini e le sorelline che il Signore mandava di anno in anno: Francesco, Lucia, Michele. Come tutti i bambini tentavano di fare carezze alle galline e alle papere, tiravano la coda ai gatti, correvano dietro alle colombe che s’alzavano in volo. Margherita non andò mai a scuola. Alle bambine di campagna, in quel tempo, non si insegnava nemmeno a leggere e a scrivere. Non andò neppure all’asilo, perché l’asilo non l’ave- vano ancora inventato, e non se ne sentiva molto bisogno perché ogni aia, con i bambini di due o tre famiglie, era già un asilo affollato e si «socializzava» ogni giorno senza nemmeno sapere il significato di questa parola. I preti passavano a benedire le case, a dire una buona parola ai vecchi, a fare una carezza ai bambini. E le prime parole che le mamme insegnavano erano quelle dell’Ave Maria. Quattro episodi al lume della lampada. Quando Margherita andò a Torino nell’ultima parte della sua vita, a fare da cuoca, da sarta e da mamma ai ragazzi dell’Oratorio fondato dal figlio Giovanni, si vide circondata, anno dopo anno, dai primi giovanissimi «Salesiani» che le chiedevano notizie, episodi, curiosità di anni lontani. Volevano sapere tutto su Don Bosco, su di lei e sulla sua famiglia. Giovanni Bonetti, Domenico Ruffino, Giovanni Battista Francesia erano giovanotti in gamba, intelligenti, che le volevano bene come figli. E con loro, nelle lunghe serate invernali mentre cuciva al lume della lampada ad olio, Mamma Margherita si lasciò andare a raccontare, col gusto tipico della gente monferrina. Narrò tanti fatti della fanciullezza del suo Giovanni, e anche quattro fatti della sua gioventù. E quei quattro giovanissimi Salesiani, che sapevano scrivere molto bene, li annotarono per tramandarli a quelli che avrebbero voluto conoscere Don Bosco e la sua mamma. Il primo è l’episodio dei cavalli russi che volevano mangiarsi le sue pannocchie di granturco. Ed ecco gli altri tre. La passeggiata nella strada principale del paese Il paese di Capriglio è percorso da un capo all’altro dalla strada principale, bordeggiata di castagni, acacie e gelsi. Per le ragazzine sui quattordici anni, percorrerla nei giorni di festa ridendo e cinguettando, tenendosi ben strette con i gomiti incrociati, era il massimo dei divertimenti (lo è ancor oggi nei paesi e nei quartieri). Guardare e farsi guardare. O meglio, loro «non guardavano nessuno», ma stavano attentissime a che impressione facevano sui giovanotti fermi a gruppetti accanto agli alberi. Per questo bisognava essere in tante e si passava di casa in casa a invitare le amiche. Anche Margherita era sollecitata a gran voce: «Dai, vieni anche tu. Andiamo a ridere e a scherzare». Margherita guardava la mamma e dalla sua faccia seria vedeva che non era contenta. Il parroco era molto rigoroso e ammoniva le mamme, con le prediche durante le Messe, a far crescere le figlie «sotto i loro occhi», se non volevano che «il diavolo entrasse nei loro cuori indifesi». Allora rispondeva alle amiche: «La mia passeggiata per oggi l’ho fatta e sono piuttosto stanca. Sono pagina 3 stata con la mamma alla Messa e andare e tornare dalla chiesa, lo sapete, è un bel pezzo di strada». Il ballo sulla collina In estate, ogni paese celebrava la sua festa patronale. Di giorno Messa e processione. Verso sera gli squilli delle trombe e il ballo all’aperto. La musica rimbalzava di collina in collina e per i giovani era un richiamo irresistibile. Tutti i preti, allora, erano contrari al ballo. (Ora si organizza negli Oratori, anche per frenare la brutta piaga delle discoteche). Il parroco di Capriglio, don Maggiora, era addirittura severissimo. Minacciava l’inferno. Anche Margherita fu invitata tante volte, ma rifiutava gentilmente. E una volta che l’invito era molto insistente, rispose con le minacciose parole sentite poche ore prima dal Parroco, che tanto l’avevano impressionata: «Chi vuol giocare col diavolo, non potrà godere con Gesù Cristo!». (continua) I fioretti di PAPA LUCIANI Vicino alla Cattedrale di Vittorio Veneto si trova il Seminario e vicino anche un Bar. Un giorno Luciani esce dalla cattedrale e vede un uomo cieco, col bastone bianco in mano, che cercava di attraversare la strada. Luciani lo avvicina, lo prende per un braccio e gli fa attravere: sare la strada. Gli amici del bar dicono a quel signore: - Sai chi ti ha aiutato ad attraversare la strada? - No, non lo so: - E’ stato Mons. Luciani, il nostro Vescovo. LUCIANI RACCONTA I tre buoi avano I tre buoi richiamavano Pino, Gino e Lino e andavano d’accordo. Pascolavano e non si rubavano un filo d’erba, nella stalla non si disturbavano. Vicino alla loro stalla abitava un leone, che pensava di mangiarseli uno alla volta. Mi piacerebbe mangiarmeli, ma come faccio? Si vogliono troppo bene e si difendono dai pericoli. L’unica soluzione è creare discordia tra di loro. Così il leone si mise all’opera. Un giorno si avvicinò a Pino e gli sussurrò: - Sta attento, non fidarti dei tuoi amici perché parlano male di te e ti calunniano di fronte al tuo padrone. Il giorno dopo, il leone si avvicino a Gino e gli sussurrò: - Sta attento, guardati alle spalle, ti voglio avvisare che i tuoi compagni stanno tradendoti e già sono messi d’accordo. Poi il leone disse a Lino: - Sta attento perché gli altri due ti vogliono rubare il fieno quando sei nella stalla! Così i tre buoi non vollero più stare insieme, si odiavano, si guardavano male e pascolavano uno da una parte e un altro dall’altra e il terzo da solo in altra parte del prato e nella stalla si davano calci e cornate. Allora il leone, vista la divisione che esisteva fra i tre buoni, approfittò della situazione, li sorprese nel prato separati e lontani uno dall’altro e se li mangiò uno dopo l’altro. La divisione, la discordia, la gelosia non porta a nessun risultato, anzi è un darsi la zappa sui piedi. Papa Benedetto pagina 4 Joseph Ratzinger venne eletto papa il 19 aprile 2005 e in questi anni i momenti difficili non sono mancati. Ma lui “umile lavoratore nella vigna del Signore” non si è risparmiato. Per rafforzare le fondamenta della fede e della Chiesa e contrastare il relativismo imperante. “Dopo il grande papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore”: sono le prime parole che Papa Benedetto XVI rivolse alla gente di Piazza San Pietro. Qualche giorno prima egli aveva detto: “La piccola barca del pensiero di molti cristiani si trova in mezzo ad onde minacciose. Il pericolo è reale e si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”. Papa Benedetto, eletto a 78 anni punta tutto sul pensiero. Un contributo lo ha voluto dare spiegando che il Concilio Vaticano II non è stato un momento di rottura col passato, perché nella Chiesa non è possibile sostituire una Costituzione vecchia con una nuova. La dottrina resta certa e immutabile e non ci può essere discontinuità. E’ importante esprimere in modo nuovo una determinata verità, ma altrettanto impor- «Voce amica» tante è sapere che i modi nuovi sono validi solo se nascono da una comprensione consapevole della verità stessa. La parola Verità è la parola chiave di Papa Benedetto XVI, il quale non si stanca di ripetere che la verità esiste e che l’uomo è tale se la cerca e la riconosce. Le prime parole della Enciclica Caritas in veritate (29.6.2009). “La carità nella verità, di cui Gesù Cristo si è fatto testimone con la sua vita terrena e, soprattutto con la sua morte e resurrezione, è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e della umanità intera”. Egli cerca di eliminare abusi ed errori liturgici nati da letture troppo disinvolte del Concilio. Fa ogni sforzo per riportare alla comunione con la Chiesa i tradizionalisti. Ha accolto gli anglicani desiderosi di tornare in comunione con Roma e sta proseguendo il dialogo con gli ortodossi. Nel confronto con le altre religioni fa capire che la consapevolezza della propria identità non è un ostacolo per il dialogo, ma il suo presupposto. Non sono mancati momenti difficili, come la causa di beatificazione di PIO XII, la revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani, le polemiche per il discorso di Ratisbona, la mancata visita alla Università La Sapienza, gli attacchi per il no al profilattico come mez- XVI Marzo-Aprile 2010 zo per prevenire l’AIDS: Ci sono stati anche successi, come il Viaggio in Turchia, la mano tesa attraverso una lettera da 138 intellettuali islamici, la visita alla sinagoga di Roma. Il Papa invita ad allargare gli spazi della ragione. Non è vero che è razionale solo quello che è sperimentabile in modo scientifico. Razionale è tutto ciò che attiene alla nnatura umana, compresi quegli aaspetti che non possiamo dimost strare con formule matematiche o con esperimenti di laboratorio. R Razionale è credere in Dio che hha creato l’uomo a sua immaginne e somiglianza. I monaci nel medioevo portaro rono alla costruzione dell’Europpa e riuscirono a elaborare una nnuova cultura non seguendo una filosofia, ma perché cercavano D Dio. In ogni tempo una cultura si ccostruisce sulla ricerca di Dio e su sulla disponibilità ad ascoltarLo. E un altro compito di Papa Bennedetto è rimettere ordine e fare ppulizia nella Chiesa, come dimostra la netta condanna degli abusi sessuali compiuti da religiosi e i ripetuti richiami contro l’inimicizia e il carrierismo. In cinque anni: - 3 Encicliche (Deus caritas est nel 2005, Spe salvi (2007), Caritas in veritate (2009) - Ha compiuto 27 viaggi apostolici (13 all’estero e 14 in Italia) - Ha celebrato 3 Sinodi: MINISTERO DEL LETTORATO VERSO IL DIACONATO PERMANENTE Fin dai tempi più antichi furono istituiti dalla Chiesa alcuni ministeri al fine di prestare debitamente a Dio il culto sacro e di offrire, secondo le necessità, un servizio al popolo di Dio. Alcuni di questi uffici, più strettamente collegati con l’azione liturgica, tra cui il lettorato e l’accolitato, a poco a poco furono considerati come istituzioni previe per ricevere gli ordini sacri. Nella Chiesa Latina furono denominati ordini minori in rapporto al Diaconato e al Presbiterato, i quali furono chiamati ordini maggiori. Nel 1972 Papa Paolo VI, con lettera apostolica in forma di motu proprio “Ministeria Quaedam”, stabilisce che quelli che erano chiamati Ordini minori, divengano “ministeri”. I ministeri possono essere affidati anche ai laici, di modo che non siano più considerati come riservati ai candidati al sacramento dell’Ordine. I ministeri mantenuti in tutta la Chiesa Latina, adattati alle odierne necessità, sono due, quello del Lettore e quello dell’Accolito. Il giorno dell’Annunciazione (25 marzo), nella Chiesa di Santi Pietro e Paolo in Vittorio Veneto, il Vescovo S.E. Mons. Corrado Pizziolo ha istituito lettori e accoliti alcuni seminaristi e candidati al Diaconato Permanente. Tra questi è stato istituito Lettore, in vista del Diaconato Permanente, Mario Introvigne. Il Lettore è istituito per l’ufficio a lui proprio, di leggere la parola di Dio nell’assemblea liturgica. Pertanto, nella Messa e nelle altre azioni sacre spetta a lui proclamare le letture della Sacra Scrittura (ma non il Vangelo). Al lettore viene affidata anche la preparazione dei fedeli alla comprensione della parola di Dio. Si tratta quindi di un ministero con compiti di catechista, di educazione alla vita sacramentale e di evangelizzazione. Ritornando alla celebrazione liturgica, come ha rimarcato il Vescovo nell’omelia, quest’anno il conferimento dei ministeri del Lettorato e dell’Accolitato hanno un significato particolare, in quanto nel piano pastorale della diocesi si fa espressamente riferimento alle vocazioni e ai ministeri nella Chiesa a servizio della stessa, frutto dell’unico Battesimo. Sempre il Vescovo ha evidenziato che i ministeri non sono condizioni per farsi ammirare nella comunità o sentirsi superiori nei confronti degli altri, ma sono doni per l’edificazione della comunità, secondo il principio della comunione e della condivisione nella carità. (Mario Introvigne) La sindone Marzo-Aprile 2010 L a Sindone è un lenzuolo di lino lungo 441 cm e largo 113 cm sul quale è visibile l’immagine di un uomo che porta segni di torture e maltrattamenti che culminarono con la crocifissione. La tradizione identifica l’uomo con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgere il corpo nel sepolcro. Il Lino ritrae la doppia immagine di un corpo umano nudo, a grandezza naturale, una di fronte l’altra di schiena. Le immagini sono allineate testa contro testa. Sono di colore più scuro di quello del telo. Da esse appare che l’uomo della Sindone fu adagiato sulla metà inferiore del telo (immagine dorsale) e fu ricoperto con l’altra metà ripiegata su di lui (immagine frontale). La sembianza è delimitata da un contorno di due linee nere strinate e da una serie di lacune: sono i danni dovuti all’incendio che il Lino subì a Chambéry, in Francia, nel 1532. La Sindone di Torino è una icona impressionante che ci aiuta a leggere la Passione di Cristo. Le Notizie dei Vangeli I Vangeli parlano in qualche passo della Sindone o comunque di un sudario? Il Vangelo di Giovanni riporta il rinvenimento del sepolcro vuoto e di bende che giacevano distese come di qualcuno che si è «Voce amica» alzato e le ha lasciate lì, nonché di un sudario forse usato per il capo di Gesù. Luca afferma che Pietro, chiamato dalle donne, nel sepolcro trovò solo le bende. Gesù non c’era più, testimonia il Vangelo, era risorto! Matteo riferisce come Giuseppe d’Arimatea si fece consegnare dal governatore romano, Pilato, il corpo di Gesù e l’avvolse in una sindone pulita. Marco narra che Pilato concesse il cadavere a Giuseppe il quale, comprato un panno di lino, vi fece avvolgere Gesù. Il dato della Tradizione Delle vicende lontane della Sindone non abbiamo vere prove storiche, ma una lunga tradizione di testimonianze che ci porta nell’attuale Turchia. Non possiamo stupircene. Sappiamo che l’apostolo Giovanni vi accompagnò Maria affinché essa fuggisse alle persecuzioni contro i primi cristiani: la Turchia fu tra i primi luoghi ad ospitare il cristianesimo nascente. Ancora la tradizione ci riporta che l’apostolo Taddeo con la Sindone arrivò ad Edessa, oggi Urta. Di quel telo ad Edessa si hanno notizie che risalgono al quinto secolo; si narra di un telo straordinario che veniva tenuto ripiegato in modo tale che di tutta l’immagine del telo si vedesse solo il volto. Nel 944 il IL BATTESIMO (terza parte) 5. Il Battesimo è un evento di relazione Il dono battesimale non è una “cosa” ma è un evento che stabilisce relazioni nuove. Unendoci a Gesù, donandoci il suo stesso Spirito e rendendoci figli adottivi del Padre, il Battesimo rende possibile per noi vivere in modo nuovo la comunione con Dio e con i fratelli. Il Battesimo quale evento di relazione è essenzialmente frutto dell’iniziativa di Dio e le nuove relazioni, che si instaurano grazie ad esso, sono anzitutto dono del Signore, dono del suo amore. Il dono del Battesimo precede radicalmente ogni nostra risposta: Dio non aspetta che noi siamo buoni e meritevoli. Egli ci vuole bene e ci offre il dono del Battesimo a prescindere dalle nostre povertà, debolezze e miserie. Nello stesso tempo, l’iniziativa dell’amore del Signore interpella il cuore dell’uomo e suscita in esso la necessità di una risposta. Chi giunge a scoprire che il Signore lo ama con un amore così grande e così gratuito, difficilmente potrà rimanere indifferente: si sentirà chiamato a corrispondere; sentirà cioè un appello interiore che lo sollecita a rivolgersi al Padre ed ad aprirsi a Lui con cuore riconoscente. E’ la voce dello Spirito che parla al nostro cuore rivolgendo ad esso una chiamata ben precisa; l’intera nostra vita cristiana si configura allora come risposta ad una vocazione: quella di corrispondere al dono di amore che Dio ci ha fatto nel nostro Battesimo. (Continua) Mario Introvigne telo sarebbe stato trasferito a Costantinopoli (Istanbul). Nel 1204, sempre a Costantinopoli, reliquie di ogni genere vennero raccolte dai crociati. Sicuramente qualcuno la prese, forse i Templari, forse i crociati stessi e così la sindone giunse in Occidente. Da Gerusalemme a Torino Possiamo affermare, grazie a documenti storici, che la Sindone arriva in Francia nel 1353 e da questa data possiamo ricostruire la sua storia con dati certi. Il sacro telo è in possesso di un nobile di nome Geoffroy de Charny, il quale costruisce presso Lirey una chiesa per custodire la reliquia. La famiglia de Charny, però, non rivelerà mai le modalità con cui era entrata in possesso della preziosa reliquia. A un certo punto i de Charny la cedono al duca Ludovico di Savoia che nel 1506 la colloca nella Sainte Chapelle di Chambéry. Nel 1532 scoppia un incendio nella chiesa e la Sindone subisce gravi danni. Nel 1534 il Lino torna a Lirey dove le Clarisse, che sembrano le uniche in grado di poter riparare la parte danneggiata. Le monache applicano una serie di rappezzi triangolari che sono tuttora esistenti e visibili. Foderano anche l’intero Lenzuolo con tela d’Olanda. Nel 1578. Emanuele Filiberto di Savoia trasferisce la Sindone a Torino affinché San Carlo Vescovo di Milano, che per essa nutriva una particolare devozione, possa venerarla con maggiore comodità. Per San Carlo già anziano, attraversare le Alpi per arrivare in Francia, non sarebbe stato un’impresa semplice, soprattutto se si pensa ai mezzi di trasporto del tempo. Ultima tappa Dal 1578 la Sindone è dunque a Torino. I Savoia incaricano l’architetto Guarino Guarini di costruire una cappella apposita fra l’abside del Duomo e Palazzo Reale. La reliquia lascerà la città sabauda solo due volte: nel 1706 per essere salvata durante l’assedio di Torino, da parte dei francesi e, durante la seconda guerra mondiale, per proteggerla dai bombardamenti. Dal 1933 (1900 anni dalla morte in croce di Gesù) incominciano le ostensioni più recenti in occasione anniversari o eventi importanti. Fotografo per caso Siamo nel 1898 a Torino si vogliono celebrare i 400 anni della cattedrale. Quale migliore occasione per un’ostensione della Sindone? Un’ottima idea, ma la Sindone appartiene ai Savoia e non è detto che re Umberto I conceda il per- pagina 5 messo in tempo. Si pensa allora di commissionare dei dipinti che ritraggano il sacro Lino. Addirittura si fantastica sulla possibilità di fotografarla. Ricordiamo che la fotografia, al tempo, è ancora un mezzo riservato a pochi e che l’equipaggiamento necessario per praticarla è poco più che primitivo. A Torino c’è un grande appassionato di fotografia, l’avvocato Secondo Pia, che accetta di buon grado l’impresa e scatta la sua prima fotografia alla Sindone il 25 maggio a mezzogiorno. La cattedrale è buia anche a quell’ora e lui tenta di arrangiarsi con due lampade da 1000 candele ciascuna, assai difficili da accendere visto che nella chiesa non c’è ancora l’elettricità. L’avvocato è ingegnoso e si porta appresso due generatori che sviluppano un calore enorme. I risultati sono modestissimi ed egli ci riprova tre giorni dopo. Grazie all’esperienza precedente ha messo a punto meglio l’esposizione e le luci. A mezzanotte dello stesso giorno, Secondo Pia, in preda all’emozione, sviluppa in camera oscura la lastra. Quando compare l’immagine per poco questa non gli cade dalle mani. Se quello che a poco a poco appare è il volto del Signore Gesù, lui è il primo che può contemplarlo dopo 19 secoli. La lastra negativa mostra le sembianze di un uomo come nessuno aveva mai percepito a occhio nudo. Le reazioni alla scoperta sono infuocate perché è davvero sconvolgente scoprire che la Sindone si comporta come un negativo fotografico e nel negativo l’immagine è stranamente assai più comprensibile. Il corpo fotografato appare quello di un uomo con la barba e i capelli lunghi che presenta numerose ferite corrispondenti alla tradizionale iconografia di Gesù. Sono risultati davvero misteriosi per un’epoca in cui la fotografia è ancora una tecnica poco nota. Si discute quindi se l’immagine non abbia un’origine soprannaturale o se non sia piuttosto una manipolazione fatta ad arte da parte di qualcuno, per esempio lo stesso avvocato Pia. Nel 1931 il cavalier Giuseppe Enrie, a sua volta fotografa il telo. I risultati sono gli stessi. L’avvocato Pia, ormai anziano, tira un sospiro di sollievo. La sua onestà è riconosciuta: la Sindone agisce effettivamente come un negativo fotografico. Ecco un dato da evidenziare: con la fotografia cambia la percezione che si ha del Lino che da questo momento verrà studiato con mezzi tecnologici sempre più moderni. (Continua) pagina 6 Missionari, Missionarie e Operatori pastorali uccisi dal 2000 al 2009 Gennaio n° 11: Indonesia 2, Venezuela 1, Colombia 1, Kenya 3, Filippine 1, Messico 1, Russia 1, India 1. Febbraio n° 16: Mozambico1, India 1, Burundi 1, Centroafrica 1, Turchia 1, Burkina Faso1, Messico 1, Angola 1, Brasile 2, Cuba 1, Congo 1, Colombia 2, Nigeria 1, Sudafrica 1. Marzo n° 21: Sudafrica 1, Burundi 1, Indonesia 1, Kenya 1, Congo 2, Colombia 6, Iraq 1, Pakistan 1, India 1, Brasile 2, Uganda 2, Nigeria 1, Angola 1. Aprile n°16: Kenya 3, Filippine 1, Sud Africa 1, Colombia 1, Rwanda 1, Guinea 1, Brasile 1, Spagna 1, Argentina 1, Madagascar 1, USA 1, Siberia 1, Sri Lanka 1, Venezuela 1. Maggio n° 34: India 4, Messico 2, Pakistan 2, Filippine 1, Belgio 1, Guatemala 2, RD Congo 6, Albania 1, Perù 1, Brasile 2, Uganda 3, Kenya 1, Burundi 1, Colombia 2, Camerun 1, Panamà 1, Sudafrica 2, Nigeria 1. Giugno n°18: Iraq 4, India 1, Filippine 1, Guatemala 1, Randa 1, Burundi 1, Colombia 4, Messico 3,Brasile 1, Giamaica 1. Luglio n° 21: Guinea equat. 1, Nepal 1, Pakistan 1, Messico 3, India 3, Cuba 1, Colombia 2, R.D.Congo 1, Kenya 2, Brasile 2, Spagna 1, Cile 1, Camerun 1, Guatemala 1. Agosto n° 30: R.D. Congo 7, Nigeria 2, Burundi 1, Sudan 1, Colombia 5, Uganda 2, Iraq 1, Papua NG 2, India 2, Pakistan 1, Kenya 1, Brasile 1, El Salvador 1, Venezuela 1, Filippine 2. Settembre n° 22: Nigeria 2, Uganda 1, Messico 1, Colombia 4, Brasile 3, India 3, Filippine 1, Angola 1, Congo Brazzaville 1, Somalia 1, Kenya 1, El Salvador 2, Sri Lanka 1. Ottobre n° 32: Uganda 1, Sud Africa 1, Burundi 3, El Salvador 2, Somalia 1, Rwanda 1, Sud Africa 1, Zambia 1, India 3, Albania 1, Argentina 1, Burkina Faso 1, Colombia 3, Messico 2, Brasile 1, USA 1, Francia 1, Giamaica 3, Russia 2, Cile 1, Costa d’Avorio 1. Novembre n° 23: Nuovo Messico 1, Colombia 5, Uganda 4, Mozambico 2, Senegal 1, Brasile 1, Honduras 1, R.D.Congo 1, Costa d’Avorio 1, Sud Africa 1, Bosnia Erzegovina 1, Papua NG 1,India 2, Nigeria 1. Dicembre n° 21: India 1, R.D. Congo 2, Sud Africa 3, Usa 1, Guatemala 2, Rep. Centro africana 1, Kenya 1, Guatemala 1, Brasile 1, Irlanda 1, Colombia 1, Camerun 1, Kenia 1, Ciad 1, Filippine 1, Burundi 1, Antille 1. Totale di 265 religiosi uccisi a causa della loro fede. «Voce amica» Marzo-Aprile 2010 UNIVERSITA’ DEGLI ADULTI L’ARCA DI NOE’ E’ ARRIVATA A NOI Martedì 23 febbraio 2010, sesta lezione del 21° anno dell’Università degli Adulti La Vallata. Il programma prevedeva l’incontro con Tito De Luca, noto alpinista, appassionato escursionista, salito diverse volte sulla grande montagna dell’Ararat alla ricerca dei resti dell’Arca di Noè. Lo ha fatto, spiega, con grandi rischi per il divieto emesso dal governo turco di recarsi in quel luogo sacro presidiato dai militari. Durante le rischiose escursioni ha avuto il merito e la fortuna di ritrovare alcuni reperti di quell’Arca. Il suo intervento, completato da proiezione riguardanti immagini del luogo e della sua scalata, è stato molto interessante e ci ha parlato delle sue ascensioni sulla famosa montagna.. Aveva portato per l’occasione, dentro una custodia di vetro, un pezzo di legno dell’Arca, legno che mi venne data l’opportunità di poter ammirare e toccare. L’emozione di trovarmi di fronte un oggetto così importante della storia biblica risalente a diverse migliaia d’anni (4500 circa) è stata grande. E’ un pezzo di tronco di quercia lungo circa 50 centimetri, grosso quanto la parte superiore del braccio, esternamente pietrificato dal tempo e conservato per tutti questi anni dentro il ghiacciaio ad oltre 4000 metri di quota. Tito De Luca si è calato nei crepacci del ghiacciaio per una trentina di metri, scavando nel ghiaccio. Ha avuto la fortuna di ritrovare quel prezioso reperto storico appartenente all’arca costruita da Noè che aveva le dimensioni di 150 metri di lunghezza, 25 di larghezza e 30 di altezza, sepolta nel corpo del Grande Ararat, montagna alta 5160 metri, ubicata nella regione dell’Armenia Turca. Scrive Padre Gomidas, nella presentazione del libro di Azad Vartanian, Armenia Misteriosa - Masis la madre degli armeni: “Il Monte Ararat con le sue doppie vette rappresenta similmente la stessa realtà: l’eterna voglia di libertà e al contempo l’eterna minaccia del ghiaccio che scende pian piano verso la valle, condannato dal sole ardente a sciogliersi in mezzo a polvere e fango. La storia di una montagna comincia con gli albori dell’umanità e della vita sopravissuta al diluvio universale. La montagna è là. Guarda e aspetta il ritorno di quella umanità alle sue pendici. E c’era una volta vita ed energia su quei declivi. Per un periodo, un disastro naturale li spopolò; il terribile terremoto del 1840. Poi la Montagna sacra tornò ad essere un deserto. Era il 1915, quando un popolo volle annullare un altro popolo. I monti dell’Ararat ebbero la triste sorte di Pezzi di legno dell’Arca di Noè essere i testimoni di quei genocidi e massacri. Noè aveva immolato animali sacri a Dio, per ringraziarlo, di aver salvato il resto dell’umanità. Nel 1915 un popolo immolava un altro popolo. Il lavoro di Azad si definisce nella lettura biblica: andare a cercare l’Arca di Noè, andare a cercare l’origine di tutta l’umanità senza distinzione di razza, fede, politica. E’ un’inchiesta sulle origini. E l’ascesa all’Ararat – alle sue rocce e ai suoi ghiacciai – è allo stesso tempo un desiderio di conoscenza e di liberazione. Ripercorrere i secoli, il vissuto e la tragedia, l’afflizione di un popolo, pietrificata nelle rupi e nelle pareti della Montagna, nei sassi che le ingiustizie della storia hanno mutato in lacrime, in ferite aperte, ma che solo la verità potrà contribuire a cicatrizzare. L’impresa di Azad Vartanian apre uno spiraglio verso un presente ed un futuro più umano. Il legno che salvò l’uomo dal Diluvio universale, è il simbolo del Legno che redense l’uomo sul Calvario. Ritornare alle origini è ritornare alla fonte della salvezza. Azad è un armeno, egli è riuscito ad eludere le proibizioni e ha potuto salire sul Monte Sacro, ne ha esplorato gli anfratti e le gole, anche la magica gola di Ahora, severamente presieduta dall’esercito turco. E oggi ci racconta questa Grande Montagna che vede come una madre in pianto, mescolando passato e presente, ritrovando le fosse con i poveri resti umani dei massacri e le città perdute, come Gregord, paese ora abbandonato e ridotto a dei ruderi, ai siti di orribili carneficine, a caverne riempite di ossa umane, muta testimonianza delle tragedie che avvennero sul monte negli anni terribili dello sterminio. E i racconti diventano atroci. Ma infine, pacificamente, su tutto si erge Masis, la Grande Madre, che piange i suoi figli e li accoglie nel suo seno immenso, dove custodisce anche le tracce di quell’Arca di cui innumerevoli fiduciosi viaggiatori continuano a cercare i resti. Antonio Pancot «Voce amica» Marzo-Aprile 2010 Festa degli alberi MEDAGLIA D’ONORE AI DEPORTATI La certezza che l’inverno se n’è andato ci è data dagli alberi in fiore ed ora inizia la festa con le piante, l’aria, il mondo intero. La natura ci fa vivere giorni di speranza, mentre l’anima si rallegra al suo risveglio. Ecco perché è importante far entrare nella mente e nel cuore delle giovani generazioni il valore di questo rapporto con la natura. Ecco perché il nostro Gruppo Alpini da ben 28 anni promuove e organizza la Festa degli Alberi. Lo scopo è quello dare ai giovani l’occasione a muoversi, uscire all’aria aperta, vivere, rispettare ed amare questo mondo che è parte della nostra vita e del nostro benessere. Sabato 19 marzo si è svolto l’incontro con gli alunni della Scuola Elementare alla presenza del Sindaco e dell’Assessore V. Sacchet, del Preside dell’Istituto Comprensivo Prof. M. Billa, della rappresentante della Banca Prealpi P. Casagrande, del Comandante delle Guardie Forestali Luciano Pa- ganin accompagnato da altri due dipendenti e del rappresentante del Gruppo Alpini di Corbanese. Dopo la visita ai disegni riguardanti il mondo della natura, eseguiti dagli alunni delle classi quarte e quinte, ha fatto seguito l’incontro con gli scolari. Al termine degli interventi sono stati consegnati, a queste due classi, i pacchi con il materiale didattico ed una piantina da porre a dimora, offerti dal Comune e dalla Banca Prealpi ai quali va un vivo ringraziamento. L’orologio segnava le 9.30 quando gli scolari si sono avviati a fare la passeggiata ecologica. Durante il percorso il rappresentante del Corpo Forestale, Santuz ha spiegato loro alcune varietà di piante del bosco e le loro caratteristiche: quelle con foglia caduca, quelle che trattengono le foglie secche durante l’inverno, ma che al risveglio della primavera cadono e quelle sempre verdi. Arrivati alle Rive di S. Pietro si è proceduto alla messa a dimora di alcune piante da frutto. Altro breve intervento del rappresentante della Forestale per poi chiudere la mattinata con la distribuzione di panini. Si è conclusa così in allegria nel risveglio della natura questa Festa degli Alberi. Antonio Pancot Le piante amare (parte 1a) La fitoterapia L’uso veramente antichissimo delle piante caratterizzate da principi amari è già un importante indizio della loro efficacia. Il numero delle piante che li contengono è molto grande, ma è opportuno limitarci a quelle per le quali l’azione di tali principi si dimostra predominante: fra queste sicuramente la genziana maggiore, l’assenzio, il calamo aromatico, l’angelica, delle quali tutte tratteremo specificatamente nei prossimi numeri. Le piante amare in generale svolgono prevalentemente le seguenti funzioni: 1) Una energica promozione della secrezione dei succhi gastrici (per la quale continuiamo il discorso aperto le volte scorse sulle piante per lo stomaco); 2) Una azione – forse ancora più importante – tonificante generale sull’organismo. Ecco così spiegato, almeno in buona parte, l’uso nelle persone convalescenti di quelle numerose preparazioni a base di erbe amare, spesso ancora designate con nomi che sanno di antico. E’ stato anzi pagina 7 Su iniziativa dell’Associazione Nazionale Internati, “La Repubblica Italiana con legge n.296/2006 (Art. 1, comma 1271-1276) ha concesso una medaglia d’onore ai cittadini italiani (militari e civili) che nell’ultima guerra furono deportati e internati nei lager nazisti, e nel caso che il diretto familiare sia deceduto ai familiari più stretti”. Al fine di facilitare l’iter della concessione, su mio diretto interessamento, sono stati predisposti presso l’Ufficio Demografico del Comune, un modello di domanda e un “foglio notizie” che, dopo essere stati debitamente compilati e sottoscritti dal richiedente, insieme alla fotocopia di un documento di identità, dovranno essere spediti, con semplice affrancatura, al Comitato. Ho creduto di fare osa gradita di informare la cittadinanza. Antonio Pancot BANCA PREALPI Assemblea e 40esimo di fondazione Si terrà sabato 15 maggio alle 16.30 al Teatro Accademia di Conegliano l’Assemblea generale ordinaria della BCC Prealpi. I soci sono chiamati a discutere e deliberare in merito ai diversi punti all’ordine del giorno, fra i quali il bilancio al 31 dicembre 2009. Nell’occasione sarà anche illustrato il progetto che riguarda la nuova sede della Banca, che sorgerà nell’area dell’ex albergo Venezia. All’assemblea farà seguito la “Festa di anniversario per i 40 anni dalla fondazione” in programma per domenica 16 maggio al Castelbrando di Cison di Valmarino, riservata ai soci e a quanti hanno contribuito allo sviluppo e alla crescita di Banca Prealpi. Si comincerà con la Santa Messa del ringraziamento alle 9.30, celebrata da don Massimo Magagnin. Alle 10.30 verrà presentato il libro “Banca Prealpi 1970 - 2010: quarant’anni all’insegna della cooperazione” realizzato in occasione dell’importante traguardo raggiunto dall’istituto di credito di Tarzo. Verrà poi dato spazio agli interventi delle autorità e alla premiazione del Soci Anziani. La mattinata terminerà con un rinfresco. Martina T. dimostrato che le sostanze amare svolgono un’azione eccitante sia di tipo muscolare, sia di tipo nervoso, migliorando anche l’attività del cuore. La stessa azione aperitiva dei principi amari è basata in gran parte su un miglioramento della circolazione degli organi dell’addome. Spesso l’azione immediata di una singola assunzione è scarsa, mentre molto più significativa è quella derivante dall’uso prolungato, come è frequente con le nostre piante medicinali. I campi di applicazione, già in parte ricordati, vanno dalle condizioni di debolezza generale non ascrivibili a cause specifiche, alla disappetenza dei più diversi tipi, ai numerosi disturbi costituzionali di cattiva digestione, non di rado collegati appunto ad uno stato di debolezza generale. In via di massima la regola è di assumere pasti più piccoli e più frequenti facendoli precedere da una tazza di tisana amara o di poche gocce amare, in modo che l’azione eccitante sulla secrezione e motilità dello stomaco si possa manifestare già quando inizia l’assunzione del cibo. A quali delle piante sopraindicate vada data preferenza nei singoli casi, vedremo nei prossimi numeri di Voce Amica. Piero C. pagina 8 «Voce amica» TREVISANI NEL MONDO “Trevisano non scordare quella terra tanto bella a cui devi le tue doti di profonda umanità” Così inizia l’inno dei trevisani sulle cui note si è conclusa la santa Messa della festa annuale di sezione, domenica 21 marzo. Così i labari di molte sezioni ATM insieme al gonfalone comunale, al gagliardetto degli Alpini e dei Minatori hanno testimoniato in corteo la volontà di ricordare tutti gli emigranti trevigiani. Quelli che hanno dovuto emigrare nei vari momenti della storia, quelli che sono ritornati e quelli che sono rimasti e attraverso i quali un cuore trevigiano batte in molte parti del mondo. Alla cerimonia erano presenti il sindaco G. Bof, l’assessore alla cultura A. De Polo, il consigliere della Banca Prealpi E. Gallon, il vice presidente provinciale dell’assoc. Trevisani nel Mondo Tiziano Dal Tin. Associazione FANTI E’ stato un grande onore per l’Associazione Fanti sezione di Tarzo aver avuto due propri associati a portare la corona d’alloro alla memoria presso il monumento ai caduti di Tarzo in occasione della ricorrenza del 25 Aprile. Alla presenza di autorità civili, rappresentati dell’Anpi, combattenti e reduci e associazioni d’Arma, il ricordo dei partigiani del nostro paese, di cui è stata scoperta una semplice ma significativa lapide, si è idealmente unito con la memoria di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita, spesso poco più che ventenni, per l’ideale della Libertà, sia sui fronti di guerra che sulle nostre montagne. Durante la cerimonia, tra le molte e sempre benemerite penne nere, a cui va un caro saluto e un vivo ringraziamento, anche i baschi neri comparivano sempre più numerosi. A meno di un anno dalla ricostituzione della sezione Fanti di Tarzo, sorta inizialmente nel 1959. Sono già una trentina gli iscritti di varie età e dalle più diverse provenienze di reparto. “Non si deve perdere la memoria di quanti hanno combattuto per la nostra libertà e la nostra associazione vuole proprio mantenere vivo il ricordo di quanti, con il sa- Marzo-Aprile 2010 Durante il simposio le autorità hanno sottolineato l’importanza e il dovere di ricordare il nostro passato emigratorio non solo per le persone che lo hanno vissuto, ma anche per i giovani e i ragazzi che non lo conoscono e non sanno quanto esso ha contribuito all’attuale sviluppo dei nostri paesi. Dal Tin ha assicurato che l’ATM si sta adoperando perché nei programmi scolastici venga dato uno spazio adeguato allo studio dell’emigrazione veneta. Da anni la nostra sezione, come altre della Provincia, porta testimonianze dirette di emigrazione nella scuola. Ai primi di maggio saranno i signori Cristina Biasin e Nereo Verongalli a parlare della propria esperienza in Canada e in Francia agli alunni delle classi terze dell’Istituto Comprensivo di Tarzo. Dopo il brindisi la giornata si è conclusa con la visita guidata al villaggio palafitticolo del Livelet. Un ringraziamento a mons. Taffarel per la sua toccante omelia e alla Banca Prealpi che con il suo contributo sostiene da sempre le nostre manifestazioni. Laura G. crificio della propria vita, ci hanno consegnato una patria da far crescere ogni giorno sugli ideali di pace e solidarietà”; così dice il presidente dell’Associazione Luciano Cesca. “Un ricordo va poi anche al recente raduno provinciale dei Fanti a Zenson di Piave dove, con una nostra rappresentanza ufficiale e davanti alla bandiera della sezione di Tarzo, è stata deposta sul letto del fiume sacro alla patria una corona a memoria di tutti i fanti combattenti per la libertà. Sono state due intense cerimonie che fanno da avanguardia al raduno nazionale dei Fanti d’Italia che avverrà ad Udine culminante nella sfilata del 23 Maggio. Anche lì il vessillo della nostra sezione marcerà con orgoglio ricordando tutti i fanti caduti, in tutte le epoche e in tutti i fronti, per la libertà e la pace che oggi spesso diamo troppo per scontata”. Stefano Dal Molin segretario della sezione fanti di Tarzo LAUREA Il giorno 23 aprile 2010 Bottega Luca, si è laureato, presso l’Università di Padova, in In- gegneria Elettrotecnica discutendo la tesi: "Sistema digitale per il rilievo delle scariche parziali in banda ultra larga in trasformatori isolati in resina epossidica"; presidente della commissione esaminatrice il prof. ing. Giancarlo Pesavento Dottore Magistrale. La sua tesi si troverà presso la Biblioteca Comunale di Tarzo e nel Sistema Bibliotecario del Vittoriose, dove già si trova la tesi di laurea triennale in ingegneria elettrotecnica conseguita nell'anno accademico 2005/2006 avente per titolo: "Produzione di energia elettrica da fonte geotermica: opportunità di sviluppo di impianti geotermoelettrici". Chiunque fosse interessato al tema energia elettrica e specialmente fonti di energia rinnovabili, può contattarmi via e-mail: [email protected] oppure al 349 0824112. La redazione di Voce Amica si congratula con il nostro collaboratore «Voce amica» Marzo-Aprile 2010 pagina 9 www.comune.tarzo.tv.it [email protected] Notizie dal Comune GRUPPO ALPINI DI TARZO ELEZIONI REGIONALI 27 – 28 marzo 2010 Elettori 4285, Votanti 2374 - 55,40%, Bianche 19, Nulle 50, Voti validi 2305. Voti totali per il Candidato a Governatore ZAIA 1484, Bortolussi 524, De Poli 201, Borrelli 66, Polo 14, Panto 11, Caratossidis 5. Voti delle Liste provinciali Lega Nord 976, P.d.L. 264, All. di centro 80; P.D. 295, IDV di Pietro 116, Rif.Com. sinistra europea e Com. Ital. 34, Sinistra ecolog.- PSI 26, Idea Veneto nucleare NO grazie 16, UDC Casini 143; Unione Nord Est 51, Beppe Grillo 48,Veneti indipendensa 11, Panto 6, Caratossidis 3. BILANCIO COMUNALE ENTRATE 2010 Avanzo di amministrazione Titolo I: Entrate tributarie 1.092.000 Titolo Il: Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della Regione e altri enti pubblici 928.808 Titolo IlI: Entrate extratributarie 862.676 Titolo IV: Entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossione di crediti 1.245.979 Titolo V: Entrate derivanti da accensione di prestiti 957.314 Titolo VI: Entrate da servizi per conto di terzi 472.500 Totale entrate 5.559.277 % 19,64% INAUGURATA A PAGANICA LA “CASA ALPINI della SEZIONE di VITTORIO VENETO” “TARZO e PAGANICA – GEMELLATI- DUE GRUPPI UN SOLO CUORE”, è stato questo il motto, lanciato al mondo intero nella sfilata nazionale di Latina il 10 maggio 2009, che ha animato la due giorni di Paganica, nel Comune de L’Aquila, ai piedi del Gran Sasso d’Italia, il 17 e 18 aprile scorsi, per l’inaugurazione della “Casa Alpini della Sezione di Vittorio Veneto” o, per altri mulinavano idee, intendimenti, progetti di aiuto concreto, aprivano un conto corrente per una sottoscrizione, raccoglievano subito consensi dalla popolazione, dalla locale Banca Prealpi, dall’Amministrazione comunale e poi, subito dopo, accoglievano la proposta della Sezione di Vittorio Veneto, dei suoi Gruppi, dell’Amministrazione comunale di Vittorio Veneto, della ditta 16,71% 15,52% 22,41% 17,22% 8,50% 100,00% SPESE 2010 Titolo I: Spese correnti Titolo Il: Spese in conto capitale Titolo IlI: Spese per rimborso di prestiti Titolo IV: Spese per servizi per conto di terzi Totale spese 2.656.534 1.958.293 471.950 472.500 5.559.277 % 47,79% 35,23% 8,49% 8,50% 100,00% La Basilica di Collemaggio in restauro versi, potremmo anche dire “del sogno divenuto realtà”, dopo otto mesi di impegno, con l’alternanza di un centinaio di Alpini e volontari ed oltre quattromila ore di lavoro. Già l’indomani del 6 aprile 2009, giorno del terremoto, gli Alpini di Tarzo, gemellati con gli Amici di Paganica, fremevano, Una casa di Fossa Leimholz, nasceva insomma il progetto della Casa, quale ora è la realtà di un centro polifunzionale per quella popolazione e per l’intero bacino orientale del grande Comune de L’Aquila, come hanno sottolineato il Capo Gruppo di Paganica Corrado Palmerini ed il Sindaco del capoluogo Abruzzese Massimo Cialente. «Voce amica» pagina 10 Un nuovo Villaggio Su una superficie di 400 metri quadrati troveranno, infatti, spazio il locale Gruppo Alpini, il Coro della Portella, una sala per le donazioni ed i prelievi di sangue, uno sportello dell’Inps e un presidio medico. Dire tutto, in breve, non è possibile; di certo è stata un’impresa importante, significativa, di estrema utilità sociale, incoraggiata, supportata, tenacemente voluta e realizzata, talvolta anche osteggiata ed invidiata, che ha mosso prima il cuo- re, poi la mente e poi le braccia, il tutto in perfetta sinergia e nello spirito dell’Alpinità più vera, concreta e sincera, quella che più delle parole gradisce i fatti, senza chiedere nulla in cambio. Sabato 17 è stata la giornata introduttiva, della visita a L’Aquila, dentro la città muta, deserta e puntellata, delle soste a Fossa, Onna e Paganica, del raffronto tra lo sconquasso del vecchio e delle macerie, tra lapidi e fiori, e del raffronto col nuovo, quei villaggi bassi, ordinati, discosti quanto basta per tener un po’ lontani ricordi e paure, messi in piedi con grande concorso di forze e di mezzi per dare coraggio, alloggio e nuova vita, prima dell’incalzare di un nuovo inver- no materiale e spirituale. Domenica 18 la parte ufficiale: l’ammassamento, la banda, la sfilata, gli onori al monumento ai caduti, esso stesso testimone delle tremende forze della natura, ruotato di peso su sé stesso dal sisma, l’inaugurazione della nuova “Via degli Alpini” che introduce alla Casa, la benedizione e l’alza bandiera, questa ulteriore significativo dono della Sezione di Vittorio Veneto, lo scoprimento della targa ricordo, incastonata in un grosso masso di pietra, sulla quale vi è espressa, con poche parole, tutta la gratitudine dei locali cittadini ai tanti benefattori, ai soccorritori, agli Alpini. Poi il taglio del nastro e l’inaugurazione della Casa, la S. Messa, presieduta da don Giovanni Gatto, Montebellunese di origine e pastore delle anime di Tempera (AQ), celebrata in segno di ringraziamento e d’invocazione di grazia, prosperità e pace per i cuori e per madre natura, con momenti di commozione al suono di tromba delle note del silenzio, alla preghiera dell’Alpino, nel ricordo dei caduti, poi la visita al manufatto ed il brindisi di rito, con un sospiro di sollievo e di liberazione poiché tutto, o quasi, s’era avverato, secondo i desideri di quanti ci avevano fermamente creduto e si erano intensamente impegnati a realizzare. Tanti i presenti, Autorità, Protezione civile, Alpini delle Sezioni d’Abruzzo, Bari, Conegliano, Molise, Roma e Verona, cittadini d’ogni dove, da Merano alla Sicilia, dal Piemonte al Friuli ma, soprattutto, quelli della Sezione di Vittorio Veneto, del Gruppo di Tarzo, giunti in terra d’Abruzzo con ben tre pullman e non pochi mezzi privati, cucine al seguito comprese. Ci hanno accompagnato il nostro Sindaco Gianangelo Bof ed in Vice Ennio Casagrande, mentre ci hanno raggiunto, dando lustro alla cerimonia, arricchita dai loro interventi, il Vice Presidente della Provincia di Treviso Floriano Zambon, a rappresentare la nostra “Marca gioiosa”, bardato del cappello di capitano degli Alpini, l’europarlamentare Giancarlo Scottà, il sindaco di Vittorio Veneto Gianantonio Da Re con l’assessore Michele De Bertolis e il Sindaco di Fregona Giacomo De Luca. Hanno concorso agli onori di casa, portando il saluto ed il ringraziamento, menzionando fatti, aneddoti, ricordi talvolta commoventi, il Vice Presidente del locale Consiglio regionale Giorgio De Matteis, il Presidente della Sezione Abruzzi Antonio Purificati, già Generale di Brigata, che ben ha evocato i valori di Patria, Famiglia e Dio ed infine, a nome anche del Presiden- Marzo-Aprile 2010 te Perona, altrove impegnato, il Consigliere nazionale Ornello Capannolo, già nostra guida nella visita alla Caserma “Francesco Rossi” de L’Aquila ove egli stesso, già Maresciallo Maggiore “Aiutante”, ha conosciuto ed amministrato parecchi nostri concittadini Alpini, in quel luogo in armi nel servizio di leva. Di contorno alla manifestazione, ma non meno gradito, è stato lo scambio eno-gastronomico, in regime di reciproca alternata ospitalità al “Campo 4 di Paga- nica”; sono stati momenti di vera festa comunitaria, con la degustazione di prelibati cibi e bevande dai sapori veri e genuini, preparati da mani esperte e sopraffine di terra veneta ed abruzzese. Tanti i plausi, i riconoscimenti ed i ringraziamenti, nessuno individuale poiché, come sempre, è stato voluto e realizzato un risultato di gruppo. Ne sono usciti certamente fieri, ed applauditi, il direttore della filiale tarzese di Banca Prealpi Walter Santinon, il nostro Capo Gruppo Gian Pietro Gregoletto, il Presidente sezionale Angelo Biz ed il nostro Sindaco, idealmente arruolato. Francesco Introvigne Via Crucis Nel periodo quaresimale, la Commissione Giovani Foraniale organizza, da vari anni, il “Rito della Via Crucis”, ospitato quest’anno dalla Parrocchia di Follina venerdì 19 marzo alle ore 20.30. Il tema prescelto è stato “La sofferenza”. I Gruppi Giovani della forania sono stati chiamati ad animare a turno le sette tappe più significative della “Via della Croce” che ci ha condotto nei dintorni dell’Abbazia. La prima stazione, è toccata ai giovani di Cison di Valmarino e ci ha fatto meditare su “Gesù viene caricato della croce”; la seconda ai ragazzi di Tarzo con l’intervento di Fabio, 24enne seminarista di Col S. Martino, che ha portato la sua testimonianza “vocazionale” nella tappa “Gesù incontra la madre”- “Non è stato un fatto particolare che mi ha fatto capire che Gesù mi chiamava a seguirLo – ha detto – la mia famiglia mi ha sempre insegnato l’importanza della S. Messa, della preghiera. Le prime notti lontano da casa, in Seminario, sono state sofferte per me, ma soprattutto per mia madre, ha sempre pianto, sapeva di avermi “perso”, doveva lasciarmi andare per la mia strada, standomi accanto così come la mia gente, i miei amici, che all’inizio credevano fossi pazzo, non lo ero…volevo seguirLo…” ha concluso. La stazione terza ha coinvolto i giovani di Follina i quali hanno riflettuto su “Gesù incontra le donne di Gerusalemme”. La quarta con i ragazzi di Valmareno ha visto l’intervento della “Casa Famiglia” di Soligo che sulla tappa “Il Cireneo aiuta Arfanta «Voce amica» i Paese mio Gesù a portare la croce” ha portato la propria testimonianza di vita dedicata agli emarginati, ai bisognosi “…Alcuni anni fa abbiamo accolto una bambina malata che sarebbe morta di li a poco aiutando i genitori disperati a farle vivere in maniera dignitosa gli ultimi suoi giorni – hanno detto non è stato facile ma i suoi rari e preziosi sorrisi hanno ricompensato ogni sforzo e ricovero dopo ricovero la sua fiamma si è spenta per sempre…” – hanno concluso. La quinta ci ha portato a pensare, con l’aiuto dei ragazzi di Farrò a “Gesù cade per la terza volta”; la sesta, con il nostro piccolo gruppo giovani ha visto l’intervento di Eddy, 30enne disabile di S. Fior, affetto da distrofia muscolare spinale da quando aveva tre anni: malattia degenerativa che non gli ha impedito di laurearsi, scrivere due libri, diventare presidente dell’associazione dedicata alla sua patologia, nella tappa “La Veronica asciuga il volto di Gesù ha portato la sua testimonianza di vita“…Il disabile non deve essere discriminato o escluso – ha detto – ha soltanto difficoltà nello svolgere alcune azioni, va quindi aiutato, seguito…” ha concluso ”, e infine l’ultima stazione, preparata dai ragazzi di Revine - Lago, su “Gesù viene inchiodato alla croce”. Abbiamo, infine, voluto sentirci vicini alla Sua sofferenza con “Il bacio del crocifisso”. E’ stato un rito molto intenso, partecipato, sentito poiché la sofferenza fisica o spirituale, piccola o grande che sia, tocca tutti noi. Valentina RIFLETTENDO SU MARTA E MARIA… Venerdì 23 aprile, nell’oratorio di Tarzo, con l’aiuto di don Gianpietro Zago, la commissione giovani foraniale ha proposto a tutti i giovani de “La Vallata” un incontro formativo sulle figure di “Marta e Maria” due sorelle; una, Marta più disposta al servizio, all’accoglienza, l’altra Maria disposta all’ascolto, alla meditazione…” – Ha detto don Gianpietro nel suo intervento – noi, dovremmo riuscire a prendere nel nostro cammino di vita entrambe le caratteristiche di queste due donne, l’una non esclude l’altra, anzi non ci può essere l’una senza l’altra, devono convivere poter convivere insieme. Dopo la riflessione, un breve scambio di pensieri su due domande: - “Che cosa significa per te accogliere il prossimo? E accoglierlo?” - “Quando e quanto pensi di ascoltare chi ti è vicino? E di ascoltarlo?” Valentina pagina p ag gin ina 11 1 Festa Diocesana dei Chierichetti Venerdì 30 aprile in Seminario il nostro piccolo gruppo di “servi dell’altare” ha partecipato alla “Festa Diocesana dei Chierichetti”. Un pomeriggio da trascorrere insieme, tra canti e giochi, sul tema: “Ho una bella notizia…io l’ho incontrato”. Il tutto è terminato con la consueta S. Messa celebrata dal nostro Vescovo Corrado in Cattedrale. DON CELESTINO… SI RACCONTA In occasione della 40° Giornata Mondiale dedicata alle Vocazioni, celebrata lo scorso 25 aprile, il nostro piccolo gruppo di chierichetti ha intervistato don Celestino Mattiuz, chiedendogli di raccontarci come è maturata e cammina la sua “chiamata” al sacerdozio. Di seguito proponiamo le sue parole: D: In quale periodo della sua vita ha “ricevuto” la chiamata? In che modo ha capito che il suo destino era quello di seguire la strada del sacerdozio? R: Occorre andare indietro un po’ di tempo per recuperare le origini della mia vocazione al sacerdozio. Nel 1959 era arrivato ad Arfanta il nuovo parroco don Guerrino; avevo finito le elementari e per motivi di salute non potevo spostarmi facilmente in altri luoghi per continuare la scuola; si è vista l’opportunità di continuare a frequentare la quinta elementare per potermi tenere in esercizio di apprendimento. Nel frattempo frequentavo la parrocchia come chierichetto e mi piaceva. Già in me aveva fatto presa la figura paterna, dolce e gioiosa di don Ferruccio De Pizzol arrivato ad Arfanta per sostituire provvisoriamente il parroco don Sergio Bortolomiol. Don Ferruccio, dopo ogni messa, mi dava le caramelle e se non mi vedeva me le mandava a casa attraverso un amichetto che abitava vicino a casa mia. Sentivo nascere e crescere in me una certa simpatia verso questo modo di vivere, di fare del sacerdote. Un giorno don Guerrino, e ricordo bene il posto, sulla soglia della chiesa, mi chiese: “Ti piacerebbe diventare sacerdote?” E ricordo di aver detto un sì più istintivamente che razionalmente, comunque spontaneamente ho espresso il mio desiderio. Restava come dire questo ai miei genitori, non avevo il coraggio. Ecco allora che don Guerrino venendo a casa ha fatto conoscere alla mia famiglia questo mio desiderio e mi sono sentito dire dal papà e dalla mamma: “Se è questa è la volontà del Signore, va avanti. Pensaci bene però…”. Sta di fatto che nell’ottobre 1961 sono entrato in Seminario. Ricordo la pro zia Giuseppina e la nonna Santa che dicevano: “Quanta sofferenza mi faceva vedere questo piccolo partire da casa…(pore picinin!)”; si è vero che ero un bambino mingherlino, basso di statura e molto timido. La scuola, quanta fatica! Latino, greco, filosofia…Con il passare degli anni, affiancato da validi sacerdoti del Seminario, un po’ alla volta ho capito che il Signore poteva chiamarmi proprio a diventare sacerdote. Un po’ l’anno decisivo, che ho vissuto nel Seminario di Pordenone, è (segue a pagina 12) Anniversario di Matrimonio ANTONIO POL e ALESSANDRA MATTIUZ domenica 11 aprile durante la S. Messa, circondati dall’affetto di parenti ed amici, hanno ricordato 40 anni di vita insieme. La comunità parrocchiale e la redazione augurano loro di poter vivere ancora tanti anni di vita comune. AUGURI! Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta Marzo-Aprile 2010 pagina 12 Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta • Arfanta stato quello della terza liceo. Gli anni di teologia hanno consolidato e dato una piega definitiva alla mia scelta intuendo di essere scelto nonostante la mia pochezza. Un’altra realtà che mi ha aiutato, l’esperienza come diacono fatta a Cinisello Balsamo in un centro di recupero per persone in disagio sotto la guida di don Corrado Fioravanti. Qui ho ricevuto il “colpo” decisivo per buttarmi in un’avventura fondata su Cristo a favore degli uomini. D: Che sensazioni ha provato nel momento della sua ordinazione? Quali emozioni? R: Ecco il giorno dell’appuntamento di grazia. Le sensazioni del giorno della mia ordinazione sacerdotale, avvenuta ad Arfanta il 10 dicembre 1977 sono ancora vive ed impresse nella mia pelle: trepidazione, gioia, un po’ di spregiudicatezza nel guardare con serenità e un po’ di paura guardando al futuro. Già vivevo da qualche mese come diacono nella parrocchia di Motta di Livenza e in quel momento ho sentito tante persone attorno, le ho sentite come valido sostegno, allora accanto a don Guerrino potevo contare sul sostegno di mons. Giuseppe Nardo, parroco di Motta. Ricordo di aver sentito dentro di me il bisogno forte della riconoscenza al Signore, alle varie persone che mi avevano accompagnato negli anni del mio cammino in Seminario, sentivo che tanti godevano con me per questo dono che il Signore aveva posto in me: essere sacerdote. Festa, gioia, condivisione, stima, fiducia… era l’aria che respiravo il pomeriggio del 10 dicembre e la mattinata dell’11 con la celebrazione della prima S. Messa Solenne, sempre ad Arfanta e il 18 a Malintrada di Motta di Livenza. Ricordo bene anche la paura, l’imbarazzo del come muovermi, dei vari gesti o momenti dentro la messa, ma avevo al mio fianco don Guerrino e mons. Giuseppe, ero in una “botte di ferro” e poi come non ricordare la presenza di padre Graziano Benincà (padre passionista), don Nazzareno Morandin che dirigeva normalmente il coro del Duomo di Motta e presente alla mia prima S. Messa. D: Quali sono stati i momenti più belli ed importanti della sua vita sacerdotale? E quali quelli più difficili ed impegnativi? R: Certo la bellezza prima è di sapersi scelti, chiamati da Dio, che realtà stravolgente, grande, misteriosa vedere che Dio ha messo gli occhi su di me! Bello è cogliersi condotto per mano da Lui, incoraggiato a nome Suo, dalle persone che vivono attorno, che camminano con te! Ricordo con piacere la mia prima esperienza a Motta di Livenza, come vicario parrocchiale; e con particolare piacere ricordo gli anni vissuti a Malintrada con quella gente genuina, vivace, volonterosa, simpatica, piantata su una solida fede. Conoscere, avvicinare, ascoltare, riuscire ad aiutare le persone, che realtà esaltante! Ma non «Voce amica» sono mancati i momenti di fatica, difficili…la fortuna mia è stata quella di aver conosciuto e avuto vicino un sacerdote speciale come don Guerrino Cescon, parroco di S. Giovanni di Motta; il suo evidente ottimismo, la sua profonda spiritualità mi sono stati di grande aiuto; don Nazzareno Morandin, cappellano dell’ospedale di Motta, sacerdote coinvolgente. Bella e difficile è stata l’esperienza di insegnamento alle medie di Mel dove, come vicario parrocchiale, ho vissuto per quattro anni dopo i nove vissuti a Motta di Livenza. A Mel ricordo molto bene la trepidazione con la quale sono entrato, come insegnante, nella scuola per la prima volta: era per me un ambiente del tutto sconosciuto. Si avvicinava sempre più, e lo ricordo bene il tempo vissuto con questo pensiero, l’essere chiamato dal Vescovo a guidare una parrocchia in prima persona e il momento è arrivato nell’estate del 1990 con destinazione Barbisano nel comune di Pieve di Soligo: arrivavo a sostituire tre sacerdoti che avevano guidato la parrocchia per dieci anni. Si l’ho sentito come un salto non del tutto tranquillo, cosciente di ciò che mi arrivava sulle spalle. Altro momento che mi ha reso più dura la vita, ma serenamente affrontato, è stato l’aver avuto nel 1993 anche l’incarico di amministratore parrocchiale di Collalto, succedendo a don Pietro Battistella che aveva guidato quella comunità per ben 41 anni. Ed ecco, nell’estate del 2000, scaduto il mio mandato di nove anni a Barbisano, mi sono visto far visita da l’allora vicario generale, il carissimo don Ovidio Paletto (ora Vescovo di Pordenone), aveva già in testa la proposta della mia nuova destinazione. Ho ben chiaro con che determinazione nel giro di pochi giorni ho dato la mia disponibilità al Vescovo. Sono arrivato a Brugnera, sostituendo don Corrado Covre che per ben 40 anni era stato parroco in questa comunità. Cominciare è sempre un’impresa non indifferente, ma occorre sempre buttarsi… Non facile è stato il periodo di quattro anni come vicario foraneo: ma anche questo ha avuto i suoi frutti in me nel poter vivere in modo particolare vicino ai sacerdoti e alla gente delle varie parrocchie della forania di Sacile. D: Si è mai pentito della sua scelta? R: Se mi sono mai pentito di questa scelta rispondo: se il Signore non si è mai stancato di me, anch’io non ho motivi per vivere pentimento perché è stata e continua ad essere un’avventura esaltante, stravolgente. Scopro sempre più che il Signore è imprevedibile nel suo piano di farsi cogliere come Colui che ti dona di vivere in modo grande se ti lasci da Lui guidare. L’angolo dei Ricordi Don Antonio Baccichetti n. 14.08.1920 – m. 20.03.2008 Sono trascorsi due anni da quando quel Giovedì Santo “don Tonin” ha raggiunto la Casa del Padre. In noi rimane vivo il suo ricordo: sacerdote umile, appassionato di storia, grande ricercatore. Egli è rimasto in servizio pastorale nella nostra Parrocchia per 22 anni, dapprima come parroco dal 1986 al 1990, poi come parroco emerito e collaboratore pastorale. Ha sempre dimostrato di avere un legame speciale per la nostra comunità nella quale ha contributo tra le altre cose a ravvivare il coro, ha fondato nel 1987 il Gruppo Ricreativo che opera ancora oggi, per il bene del paese. Con queste poche righe la nostra Parrocchia vuole esprimergli gratitudine per quanto ha fatto, per ciò che ci ha lasciato, siamo certi che nel cuore di ciascuno di noi resterà incancellabile il ricordo. Don Guerrino Tardivo D A distanza di 24 anni dalla sua morte, avvenuta il 30 a aprile 1986, vivo è ancora il ricordo della sua presenza s soprattutto in quanti hanno lavorato con lui in un period particolare della nostra storia anche civile e sociale. do G Grazie a don Guerrino, potremmo dire che Arfanta è u uscita dal suo isolamento, in quanto ha sollecitato varie o opere pubbliche, prima fra tutte la sistemazione della t d di collegamento ll t con Resera. Una presenza determinante e tipica del strada “curato di campagna” aperto alle novità. Pilat Tullio P 07/11/1931 - 17/04/2008 Caro nonno, Nonostante siano già passati due anni, il tuo sorriso e i tuoi occhi azzurri rimangono ancora nei nostri penssieri. Sei stato una persona importante e il tuo ricordo rresterà sempre vivo in noi. Giulia e tutti i tuoi cari Marzo-Aprile 2010 Anagrafe LUCIA GALLON n. 21.06.1914 m. 25.03.2010 Non è bastata la nos stra chiesa parrocchiale p contenere i molti per f fedeli e sacerdoti venut sabato 27 marzo alle ti, ore 15, a dare l’ultimo saluto a Lucia Gallon, 95 anni, mamma di Giacomo e don Celestino Mattiuz, attuale parroco di Brugnera. Lucia, ha vissuto a Rolle la sua giovinezza, sposatasi con Abramo ha vissuto ad Arfanta con i due figli fino al 2005, quando si è trasferita a Tarzo con il figlio maggiore. Quattro “C” hanno scandito le sue giornate, fin quando la salute gliel’ha consentito: “C” come casa, dedicandosi alla famiglia anche dopo la morte del marito avvenuta nel 1997; “C” come campi, nel nostro piccolo paese, tante famiglie come la sua dedicano la propria vita al lavoro in campagna, nei vigneti, in agricoltura; “C” come chiesa e “C” come comunità: era molto legata alla vita parrocchiale, per lei la preghiera quotidiana e la presenza alla S. Messa domenicale erano un appuntamento da non mancare. Donna discreta, umile “piccola”, ma dal cuore grande anche per aver “donato” al Signore il suo figlio più piccolo… Ora riposa nel nostro cimitero vegliando su tutti noi con la forza della preghiera. La nostra comunità è vicina nel distacco ai familiari e all’amato don Celestino. *** S PAOLA GRUARIN Sr. n 10.12.1928 n. m 29.03.2010 m. Nives, questo è il suo n nome di battesimo, nacq a Bagnarola (PN) da que u famiglia numerosa e una p profondamente cristiana. M Molto attiva in parrocchia conosce le “Ancelle del SS. Sacramento” che operano nella Scuola Materna parrocchiale. Con il consenso del parroco nel 1951 entra nel loro istituto di Venezia. Nel dicembre dello stesso anno inizia il noviziato. Le viene dato il nome di Sr. Paola, che ella accoglie con gioia, essendo il nome dell’Apostolo delle genti. Prende i voti perpetui il 15 agosto 1959. Ama molto i bambini ed essi contraccambiano con grande affetto. Dapprima insegna nella scuola materna di S. Vito al Tagliamento (VE); in seguito in quella di Marghera. Dopo un periodo trascorso nel “Collegio dei Missionari Verbiti” (Roma) viene trasferita a Tarzo nella “Comunità di Madre Caterina”. Dal 1994 al 2006 opera nella nostra Parrocchia dedicandosi alla catechesi e alla promozione di iniziative a carattere missionario. Nel settembre 2006 la salute comincia a peggiorare, viene colpita da un ictus che le provoca una paralisi dalla quale si riprende solo in parte e la costringe a trasferirsi presso la “Casa Gerosa” di Bassano del Grappa (VI). Dopo la cerimonia funebre celebrata lo scorso 31 marzo, ora riposa nel cimitero di Bagnarola (PN). La nostra Parrocchia rivolge anche a lui un sentito “grazie” per i molti anni trascorsi in mezzo a noi, per la sua opera pastorale soprattutto in mezzo ai bambini e ragazzi che la ricordano con grande affetto. Marzo-Aprile 2010 Pasqua pagina 13 Le cerimonie della settimana Santa ed in particolare la Santa Messa di Pasqua si sono svolte con solennità e affluenza di fedeli; la presenza della nostra Schola Cantorum e dell’organista, cui va la riconoscenza per l’impegno e la bravura, le hanno rese più intense e partecipate. I fedeli hanno potuto vedere in chiesa due altari preparati con i due momenti significativi della settimana santa: la Passione e la Resurrezione di Cristo. E’ una nuova tradizione che si sta diffondendo, cioè quella di preparare un “segno” anche per il periodo pasquale, come e da secoli è abitudine a Natale con il presepio. Prima Comunione Il 25 aprile abbiamo celebrato la Santa Messa di prima Comunione per 19 bambini di IV elementare. Questi bambini si sono preparati con entusiasmo a questo importante incontro con Gesù. Non sono certo mancate le difficoltà durante l’anno di catechismo, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Durante questo periodo i bambini si sono impegnati a comprendere i vari momenti della messa e scoprire il, grande dono dell’Eucaristia, per arrivare al 25 aprile pronti a ricevere Gesù vivo nel proprio cuore, con la promessa di perseverare nel bene ed amarlo ogni giorno di più. Domenica anche il tempo ci ha sorriso: il sole splendeva alto nel cielo riscaldando ed illuminando tutto. E’ stata una cerimonia semplice ed animata in prima persona dai 19 bambini soprattutto nel suo momento culminate: la preparazione della loro 1^ Comunione. Ognuno aveva un compito durante la Messa e tutti sono riusciti a portarlo a termine con gioia. Non solo i bambini, ma anche tutta la comunità riunita, erano emozionati e felici. E al termine una bella canzone dedicata a Gesù, cantata e vivacizzata da loro. Battesimo Della Pietà Casagrande Alessio di Simone e Riva Silvia, residenti in via Piave è nato il 12 ottobre 2009 a Conegliano. Dopo il rito di accoglienza ha ricevuto il battesimo nella nostra parrocchiale il 5 aprile 2010. Padrino: Federico Carluccio di Corbanese In questo giorno di festa di comunione parrocchiale, il nostro pensiero e la nostra preghiera erano rivolti a Don Angelo che proprio in quei giorni, a causa di un precario stato di salute, era ricoverato in ospedale. La notizia del suo ricovero e quindi della sua mancanza nel giorno della 1^ comunione, ha trasmesso un senso di smarrimento nei bambini, in quanto si sono sentiti venir meno una figura importante per quel giorno tanto atteso. Ma hanno anche capito che il parroco non poteva essere presente. Durante la cerimonia ci sono stati momenti di preghiera e ringraziamento per don Angelo, per la sua salute. I bambini hanno percepito la sua presenza spirituale, le sue preghiere, il suo pensiero, il suo cuore. Un ringraziamento particolarissimo a don Ezio, parroco di Revine Lago, che si èmesso subito a disposizione della nostra parrocchia ed è riuscito a rendere questa giornata speciale. I bambini durante i giorni precedenti la comunione hanno familiarizzato con lui durante la confessione ed un piccolo incontro ed è stato accolto come un amico. Concludiamo con il ringraziamento più grande che va al Signore che in questo momento di prova per la Comunità di Corbanese continua ad illuminarci e sostenerci. Le catechiste Lucia ed Edi Questi i bambini: Stolte Alexander, Bottega Mattia, Possamai Giulia, Biscaro Denise, Grosso Sara, Breda Beatrice, Pollesel Angela, Tomasi Dimitri, Biasi Ilaria, Bianchi Carlotta, Brait Cristina, Dal Cin Denis, Pol Andrea, Caprioli Diletta, Dal Col Valeria, Dal Col Samantha, Favero Samantha, Costacurta Anna, Stringher Giorgia. Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese La Voce «Voce amica» i di Corbanese «Voc oce ce amica» Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese pagina 14 ALPINI CORBANESE Marzo-Aprile 2010 Anagrafe Matrimonio Santin Paolo di Arduino e Sanzovo Carmen da Conegliano con Tamai Marika di Claudio e Tarolli Manuela si sono sposati a Corbanese il 24 aprile 2010. Testimoni: Laurenti Gianluca da Conegliano e De Martin Lisa da Cappella M., Tamai Ivo da Corbanese e Pessotto Lisa da Pianzano. Nella Casa del Padre Il Gruppo ha festeggiato il giorno 24 gennaio 2010 il 90° compleanno della nostra madrina Candida Possamai. A lei auguriamo di trascorrere tanti e poi tanti compleanni in nostra compagnia. I nostri più sentiti ringraziamenti per essere sempre presente ai nostri inviti pronta a regalarci un sorriso ed una bella parola in ogni occasione. Grazie ancora. Il capogruppo Sergio Meneghin Maestro dello spiedo Il Quartier del Piave e la Vallata hanno un nuovo “maestro dello spiedo”. L’associazione culturale guidata dal dottor Remigio Villanova ha proclamato, nella serata del 16 aprile scorso a Barbisano, Emilia De Biasi in Dal Cin “maestra dello spiedo 2010”. Nata nel 2006, l’associazione raccoglie oggi circa 45 soci del comprensorio Vallata-Solighese, tutti rigorosamente esperti nella preparazione e nella cottura del tipico spiedo di carni veneto. Oltre che per conservare e tramandare alle future generazioni la cultura e le tradizioni della cucina locale, l’associazione è impegnata in scambi a carattere gastronomico con analoghe associazioni di Lombardia, Toscana e Sardegna. In un libro sociale ogni anno vengono inoltre raccolte tutte le caratteristiche culinarie degli spiedisti/e, dal tipo di legna da ardere alle erbe aromatiche utilizzate nelle varie fasi. La casalinga di Corbanese, succede al follinese Egidio Ciotta (Cicci), al pievigino Ezio Antoniazzi e al solighese Giuseppe Stella (Bepo Cia). Alla cerimonia di premiazione, dove sono stati consegnati alla signora De Biasi un diploma e una medaglia che la raffigura (opere realizzate dall’artista Giuseppe Grava di Revine), erano presenti, il Consigliere Regionale Gianpiero Possamai, il Sindaco di Pieve di Soligo Fabio Sforza e l’Assessore del Comune di Tarzo Vincenzo Sacchet. 8. TRONCHIN GEMMA fu Giuseppe e fu Donai Amalia. Una vita vissuta ed intessuta di croci e di gioia, di solitudine e compagnia. Assistita amorevolmente dalla figlia nell’ultimo periodo della sua vita. Abitava in vicolo Baldo. Venne meno il 2 marzo a 96 anni. Dopo le esequie religiose venne tumulata nel nostro camposanto in attesa della resurrezione. 9. POL MARIO fu Stanislao e Luca Clelia. Coniugato con Franceschet Liliana. La sua fu una vita di lavoro, di amore per la famiglia e di impegno sociale. La vita è come il tempo della semina. Chi semina bene non resterà deluso. Mario morì improvvisamente il 10 aprile a 73 anni. “Beato chi muore nel sonno del giusto a lui sia eterna ricompensa”. Così si prega nella liturgia. E così noi abbiamo pregato il giorno 13 aprile durante le funzioni religiose ed accompagnandolo al cimitero con grande partecipazione di parenti, amici e fedeli, nell’attesa del ritrovarsi ancora insieme. GITA IN LIGURIA dal 9 al 12 agosto 2010 Visita alle Cinque terre (Monterrosso al mare,Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore) e le città di La Spezia, Rapallo, Portofino, Genova (l’acquario). QUOTA INDIVIDUALE: 410 € (per 35partecipanti) 420 € (per 25 partecipanti) 430 € (per 30 partecipanti) PER INFORMAZIONI: telef. A LUCIA al n° 0438 584764. Portofino …sono passati 3 anni da quando, per caso, ti sei avvicinata al mondo dei cavalli. Una passione che hai avuto fin da piccolissima, tanto che se dovevi chiedere un gioco quello era sicuramente un cavallino o qualcosa che lo raffigurava. Poi hai iniziato a montare un pony e sei andata avanti con impegno e costanza, nonostante bruschi ed imprevisti ostacoli che ti hanno obbligata a degli stop di vari mesi. All’improvviso è arrivato un dono lui, Saman, un bellissimo cavallo, difficile da gestire e, per molti, inadatto a te! Ma niente e nessuno ti ha fermata e, contro tutti, hai iniziato un lungo e difficile periodo di sodo lavoro che però il 3 aprile scorso, a Jesolo, nonostante fosse la tua prima volta, vi ha portato sul podio,lasciando di stucco quanti vi davano perdenti. Brava Sandy! Che questa tua passione e che quel sorriso che sempre di contraddistingue in sella al tuo destriero non ti abbandonino mai! Ricordi «Voce amica» Silvia Da Ros , di Silvio e di Dal Col Bruna, nata a Corbanese 31 marzo 1963 è morta improvvisamente a Pieve di Soligo il 9 aprile 2010. Solo la fede può lenire l’immenso dolore del marito, del figlio, dei genitori, dei parenti e di tanti amici e colleghi che l’hanno conosciuta ed apprezzata per le sue doti di rara umanità. Dopo la funzione religiosa celebrata nel duomo di Pieve è stata portata a Corbanese e sepolta nel cimitero di Madonna di Loreto. Cara Silvia, mentre il maglio della realtà batte su di noi ogni istante con inaudita forza e crudezza, scandendo il vuoto e il silenzio della tua assenza, scorrono veloci davanti ai nostri occhi, le immagini della vita che abbiamo trascorso insieme a te: una serie di fotogrammi che vanno avanti e indietro, in un’assurda moviola che s’interrompe per un corto circuito e poi riprende da capo. Ciascuno di noi ha il suo spezzone personale, ciascuno di noi ti ricorda per quello che sei stata: figlia, sorella, sposa, mamma, parente, amica, collega, valente artista, docente generosa e rigorosa, maestra di canto affettuosa e materna. Vorremmo riuscire a mettere un po’ d’ordine in mezzo a questa confusione di voci, immagini, emozioni e sensazioni e non riusciamo a farlo, travolti dalla piena della ricchezza della tua vita, perché tante sono le cose che hai realizzato nella tua breve esistenza e tante sono le persone che hai incontrato e a cui hai saputo offrire il dono della tua voce e della tua grazia. Mi hanno chiesto di provare a farlo, ben sapendo che non riuscirò a dire tutto quello che sei stata per i tanti che oggi sono qui a salutarti. Cara, cara Silvia! Quante volte il tuo canto ci ha fatto palpitare di meraviglia ed emozione! Quante volte la tua voce si è aperta e alzata in volo per dar vita alle eroine tragiche e appassionate del melodramma o ha reso lode all’Altissimo a cui ti sei affidata! Ne abbiamo perso il conto, e in questi giorni, quando abbiamo tentato di ricostruire la tua carriera per i giornali che chiedevano di te, ci siamo accorti di quanto poco tu tenessi alla “contabilità” della tua professione artistica e del tuo talento, di quanto poco tu abbia voluto ostentare e monetizzare la tua voce e il bel canto, facendolo restare la grande passione della tua vita con eleganza e semplicità. Una passione per la quale vale la pena di spendersi con generosità, senza guardare al domani e al tornaconto personale. Ricordo il tuo disincanto verso un mondo che privilegia le carriere costruite sulle conoscenze e sugli appoggi di vario genere e non sul merito, le difficoltà a farti strada come tu volevi, senza compromessi e senza scorciatoie, solo per il tuo talento e le tue capacità, e l’amarezza per il pregiudizio di chi non ti conosceva, ARTICOLI PER VOCE AMICA Si ricorda ancora di preparare gli articoli e le foto su supporto informatico. Articoli in formato Word, Foto in formato to jpg. Si ringrazia per la collaborazione. Aiutiamo il Bollettino che si avvia a raggiungere il traguardo del mezzo secolo pagina 15 contro questa carriera che ad alcuni sembrava poco adatta ad una brava ragazza di provincia, seria e semplice come sei sempre stata. Testardamente e tenacemente sei arrivata dove volevi e, giorno per giorno, hai dimostrato a tutti il tuo valore, facendoti apprezzare e stimare in ogni ambiente e senza perdere per strada niente di quello che veramente contava nella tua vita: la coerenza con te stessa, la famiglia e gli affetti sinceri. Dopo ogni esibizione, dopo ogni viaggio, chiuso il sipario e spenti i riflettori, per noi tu tornavi ad essere soltanto la nostra Silvia di sempre, il granello di pepe della nostra famiglia, vivace e polemico, allegro e vitale, sempre in fermento per qualche nuovo progetto e iniziativa. E per tutti noi hai saputo essere amica sensibile e affettuosa, mamma tenerissima, moglie devota e amorosa, figlia premurosa e rispettosa, sorella generosa e amatissima. La voce era il tuo dono divino, ma dietro le quinte della tua vita, in quella parte di esistenza che si svela soltanto in questi momenti, avevi scelto di coltivare la più importante delle virtù cristiane: la Carità. San Paolo scrive: “camminate nella Carità nel mondo” e tu lo hai fatto quotidianamente, in tante occasioni e con tanti piccoli gesti, cantando gratuitamente per beneficenza, spendendo il tuo nome e le tue conoscenze per qualche giusta causa, agendo discretamente e concretamente per alleviare una sofferenza, per portare una buona parola o soltanto per donare un po’ di compagnia a chi era solo. Sei stata lievito fecondo per tante esistenze che ora sono qui a chiedersi il perché. Nessuno di noi ha la risposta e non siamo capaci di trovare un senso in quello che è accaduto. Sappiamo solo che è stato un grande dono quello di averi fra noi, sappiamo soltanto che l’essenza dell’amore umano e divino è la carità e tu lo hai vissuto e professato pienamente, arricchendoci con la tua esistenza. Oggi siamo in tanti a ringraziarti per questo e sul dolore straziante della perdita, vogliamo far prevalere la speranza e l’impegno a continuare a farti vivere nella nostra memoria, perché ricordare è un modo per incontrarsi ancora. Perché ogni persona che incontreremo e che ci racconterà di te, ci restituirà una parte preziosa del ricco mosaico della tua esistenza e ci farà sentire meno soli. Cara Silvia, non siamo qui a maledire la morte che con l’ultima tempesta d’inverno ci ha strappato il nostro usignolo, siamo qui a dire grazie alla vita che con te ci ha dato e insegnato tanto. Luisa Cigagna Sech *** Maria Gilda De Polo in Pol 20.12.1944 – 23.03.2010 Ricordo quando ci dicevi, scherzando, che il tuo «Ristorante della Stazione» era sempre aperto. Adesso, che da due anni ormai sei scesa alla tua ultima fermata, ci piace immaginarti così, al lavoro, sul tavolo della cucina. Se chiudiamo gli occhi ci sembra di vederti, intenta a preparare le tue piccole magie per tutti gli amici che insieme a te condividono il Paradiso. I tuoi familiari ti portano nel cuore ovunque vadano. Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese • Corbanese Marzo-Aprile 2010 Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo pagina 16 Pasqua Voce Amica «Voce amica» Tarzo www.parrocchiaditarzo.it Marzo-Aprile 2010 Quest’anno per la prima volta nella nostra Chiesa cinque persone hanno creato un magnifico presepe di Pasqua che ripercorre in modo veramente realistico e veritiero tutta la Quaresima e la Pasqua. Il Presepio occupa i due altari in fondo alla Chiesa, una parte dedicata alla Passione di Cristo, una parte alla Resurrezione. Quest’opera costituita di modellini in legno accuratamente colorati è stata creata da Suor Leontina e Suor Valentina, Luisotto Morena e dal signor Simon Pietro. Questo lavoro sarà saltato agli occhi specialmente ai bambini che sicuramente capiranno meglio quello che ha passato Gesù sia con le immagini che con le parole. Sintesi della Settimana Santa LA DOMENICA DELLE PALME La domenica delle Palme è stata festeggiata come da tradizione. I ragazzi del catechismo hanno svolto la processione in compagnia delle loro catechiste dall’asilo fino alla Chiesa assieme al Parroco e ai chierichetti. Tutti con i ramoscelli di ulivo, ornati da fiocchi dai colori accesi e sgargianti e di colore diverso classe per classe, con i quali hanno ravvivato la celebrazione, molto partecipata da persone di tutte le età. IL GIOVEDÌ’ SANTO Questo giorno è veramente importante nella nostra religione e anche la nostra parrocchia celebra il dono dell’Eucaristia con assiduità. La cerimonia ha avuto inizio alle ore 20 e ogni classe catechistica ha avuto un compito ben preciso; inoltre, un esponente per ogni attività pastorale della Parrocchia ha ricevuto la lavanda dei piedi come gesto simbolico di commemorazione. VIA CRUCIS A NOGAROLO La sera del venerdì Santo, per le viuzze di Nogarolo, si è celebrata la solenne Via Crucis che si conclusa con la benedizione presso la Chiesetta dedicata a San Giuseppe.Al rito erano presenti anche vari bambini che hanno consegnato il loro salvadanaio “un pane per l’amor di Dio” con dentro i piccoli “fioretti” fatti durante la Quaresima. SABATO SANTO Alla sera della vigilia di Pasqua il Parroco ha accolto i presenti nel piazzale della canonica. Il rito è iniziato con l’azione del bruciare i rami secchi della vita quaresimale. Questo fuoco in seguito è stato benedetto assieme ai contenitori di acqua battesimale dal Sacerdote, poi è iniziata la processione con il cero pasquale acceso e con le candele dei partecipanti. Poi con la santa messa solenne con l’annuncio della Pasqua. PASQUA La Pasqua è la festività più importante dell’anno liturgico e per la santa messa, anche, la nostra Chiesa era gremita di persone. Il rito è stato molto coinvolgente grazie all’animazione del piccolo coro parrocchiale e ai chierichetti. Alla fine della celebrazione sono stati consegnati il pane dell’amicizia e l’acqua santa. I CHIERICHETTI INCONTRANO DON LUIGI PAPA I chierichetti nell’incontro di martedì 27 aprile hanno posto delle domande al sacerdote per conoscere il Seminario della nostra diocesi. Le domande erano: vogliamo conoscere che cosa è il Seminario; che cosa fanno i giovani durante il giorno; quanti sono….. ; mangiano insieme giocano.... Don Luigi, prima di rispondere ha detto: “che essere Chierichetti è una grazia perché il loro posto è più importante di tutti gli altri cristiani che sono in chiesa, perché sono vicini a Gesù presente nell’altare, e questa è una cosa grande e bella”. Poi rispondendo alle loro domande:”ha messo in evidenza soprattutto l’importanza di essere insieme in Seminario per crescere e diventare più cristiani.. ... formarsi e avere una esperienza di gruppo. Tra le tante cose che i ragazzi fanno durante la giornata, i tempi della preghiera e la celebrazione dell’Eucaristia sono quelle più importanti, per stare in amicizia con Gesù,…. poi ci sono i momenti dedicati al gioco. Essere chiamati al sacerdozio è un dono del Signore che chiama…... anche attraverso la voce del Parroco…...a voi chierichetti l’impegno di ascoltare”. Ci ha, poi, chiesto: che cosa fa il vostro parroco? Risposta: celebra la S. Messa, diffonde la Parola del Signore, va a trovare gli ammalati, benedice le case, celebra i Sacramenti. E Don Luigi ha messo in evidenza che: “la missione del Sacerdote, attraverso le “celebrazioni” e le sue “visite”, è quella di aiutare le persone a stare unite a Gesù e ad essere più buone”. Grazie a Don Luigi per questa sua presenza e testimonianza, anche perché i nostri chierichetti sono andati a casa con una marcia in più! nel 50° di Sacerdozio 1. Domanda: Ti piace fare il Sacerdote? Ho risposto di si al Signore che mi chiamava perché mi piace che la gente e i bambini conoscano Gesù. 2. Domanda: Da piccolo cosa pensavi di fare da grande? Abitavo lontano dalla chiesa. Ho incominciato a fare il chierichetto in quarta elementare e andavo a piedi i chiesa. Ho chiesto alla mamma se mi comperava la vestina di chierichetto e lei mi ha risposto che non aveva i soldi neppure per comperare altre cose necessarie per la mia famiglia. Allora con l’aiuto di una zia ho potuto avere cinque conigli bianchi, li ho fatti crescere e in autunno li ho venduti. Così ho potuto avere la vestina da chierichetto. Alla domenica facevo servizio anche a due S. Messe, perché mi piaceva tanto fare il chierichetto. Ricevevo, ogni tanto, un centesimo e con quel soldino mi prendevo il pane dal fornaio e tornando dalla S. Messa lo mangiavo. Frequentavo la classe 5 elementare e un giorno il parroco mi chiese: Vuoi andare in seminario? E io ho risposto che la mia famiglia era povera. Il parroco parlò con i miei genitori; disse: Se lo lasciate andare, io lo aiuterò negli studi. Si prese cura di me, insegnandomi il latino, la lingua francese, la lingua italiana, ecc., ho studiato a casa, così ho potuto dare gli esami di ammissione alla scuola media a Vittorio Veneto, rimanendo come ospite per due giorni in Seminario a Vittorio Veneto. Ricordo che il giorno nel quale sono entrato in seminario i miei genitori hanno comperato il materasso di crine, perché, a casa mia non c’era; e poi, prima di giungere in Seminario, abbiamo mangiato insieme una scatoletta di sardine con un po’ di pane. Come erano buone! Lo ricordo ancora dopo tanti anni. 3. Domanda: Ti piace essere amico di Gesù? Mi piace tanto essere amico di Gesù e aiutare tutti ad essere amici di Gesù: 4. Domanda: Hai mai avuto delle tentazioni? Si, quando ave- orvo sonno e avrei desiderato dorsa mire di più, (allora la S. Messa no era alle ore cinque del mattino he e dovevo alzarmi presto, anche perché avevo una mezz’ora di nstrada da fare a piedi). Poi quanhe do andavo a scuola avevo anche mpoca voglia a studiare, la mamma mi insegnava a guardare i bambini più bravi e non seguire quelli che erano svogliati e pigri .Un giorno ho portato a casa un brutto voto: ricordo che il mio papà mi ha fatto vedere le sue mani piene di calli e rovinate dal lavoro; così mi ha fatto capire che non bisognava essere pigri e che lui faceva fatica e doveva lavorare per mandarmi a scuola. Sono stato molto aiutato e incoraggiato dal papà e dalla mamma e dalle mie due sorelle, che sempre mi hanno voluto bene. 5. Domanda: Quale è stato il momento più bello fin ora del tuo sacerdozio? Ricordo che facevo il chierichetto… un giorno il mio parroco si è ammalato e proprio in quel giorno un bambino del mio paese morì, non c’era nessun sacerdote che potesse andare in quella famiglia. Allora il parroco ha chiesto ad un altro sacerdote se poteva andare in quella famiglia. Io lo ho accompagnato. Quando ho visto il sacerdote uscire da quella casa, la mamma del bambino morto era più serena …e io mi sono detto: che bello,…. un sacerdote con la sua presenza può dare sollievo anche a dei genitori che hanno perso un figlio in un incidente. Ricordo pure con tanta gioia e riconoscenza al Signore che un uomo quando mi vedeva bestemmiava… frequentava poco la chiesa, ….io lo salutavo. Un giorno si è ammalato di tumore e prima di morire ha chiesto di me per avere il sacramento della Confessione e della Comunione e una parola di fede di fronte alla morte. E questo fatto è stata una cosa grande che mi ha dato tanta soddisfazione. Certamente il giorno più bello fu quando il vescovo, che allora si chiamava Albino Luciani, poi diventato papa con il nome di Giovanni Paolo I, mi ha consacrato sacerdote nella chiesa di Serravalle a Vittorio Veneto. E da allora ogni giorno è stato bello, non pensavo che a fare bene il sacerdote, senza pensare o occuparmi di altre cose. 6. Domanda: Dove hai svolto il tuo servizio di Sacerdote? La prima parrocchia dove il Vescovo mi ha inviato fu Francenigo. Avevo un po’ di paura perché vi erano tante cose da fare, vi erano tanti chierichetti, ragazzi e giovani di Azione Cattolica, gli ammalati da andare a trovare e le prediche fa preparare…. Dopo cinque anni il vescovo mi ha mandato nella parrocchia di Vazzola, per aiutare il parroco che era anziano. Nel 1966 il Vescovo Luciani mi ha chiamato a Vittorio Veneto per stare con lui, abitavo e mangiavo assieme a lui nel Castello di San Martino. Ma non mi sono sentito un “castellano” e mi piaceva tanto stare con la gente. Cercavo di fare al meglio quello che mi domandava. Lo accompagnavo nella visita alle 182 parrocchie della Diocesi pagina 17 di Vittorio Veneto; nella celebrazione della Cresima e nella visita ai sacerdoti e agli ammalati. Da lui ho imparato a voler bene alla gente e a studiare tanto, mi parlava e mi spiegava cosa era stato il grande avvenimento del Concilio Vaticano II. Quando il vescovo Luciani fu nominato dal Papa Paolo VI a Patriarca di Venezia, io sono rimasto accanto al vescovo Antonio Cunial per tanti anni, fino alla sua morte improvvisa a Lourdes nel 1982. Io lo ho visto morto sul letto. A Roma, con il vescovo, ho avuto la possibilità di salutare Papa Paolo VI e il Papa Giovanni Paolo I. Poi il vescovo Eugenio Ravignani nel 1983 mi ha inviato prima nella parrocchia di Cessalto, dove rimasi per sette anni e poi nella Parrocchia di Motta di Livenza, vicino al Santuario della Madonna dei Miracoli. Il vescovo Alfredo Magarotto nel 1999 mi ha mandato in questa parrocchia di Tarzo, dove mi trovo bene e cerco di fare del bene nel nome del Signore. A Roma ho partecipato ala cerimonia solenne dell’inizio del pontificato di papa Giovanni Paolo I, di cui conservo un ricordo bellissimo. Lo ho poi rivisto quando morì nel 1978 e lo ho accompagnato fino alla tomba nella Grotte Vaticane. Ringraziamo il nostro parroco Don Francesco per aver dedicato a noi chierichetti due incontri e soprattutto per averci raccontato tante cose della sua storia di Sacerdote. Abbiamo colto la sua bella notizia: lui ha incontrato il Signore! I Chierichetti di Tarzo FESTA DEI CHIERICHETTI Vittorio Veneto 30 aprile 2010 Questi i partecipanti: Andrea Introvigne, Andrea Bernardi, Nicola Antoniazzi, Elia Lovat, Tommaso Lovat, Mattia Introvigne, Luca Bez, Nicola Pin, Luca Pizzin, Riccardo Dal Molin,Thomas Furlan, Filippo Forlin, Marco Introvigne, Mattia Geneletti, Simone Piaia. Gli Animatori: Suor Leontina e Piergiorgio Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo Intervista a Monsignor Francesco Taffarel «Voce amica» Marzo-Aprile 2010 «Voce amica» pagina 18 Marzo-Aprile 2010 Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo Prima Comunione Domenica 18 Aprile, accompagnati dalle nostre due catechiste, Melita e Rossana, siamo stati accolti in chiesa dal nostro parroco Mons. Francesco per ricevere la Prima Comunione. Questo nostro primo incontro con il Corpo di Gesù è stato atteso con molta gioia ed grande emozione. E’ stato un giorno indimenticabile perché ci siamo sentiti più vicini a Gesù ed abbiamo provato nel nostro cuore qualcosa di grande che non sappiamo descrivere. Lo ringraziamo per averci dato una famiglia che ci vuole bene e ci accompagna in questi particolari momenti. Questi sono i nostri nomi: Bernardi Andrea, Bez Jessica, Bottega Beatrice, Cadalt Andrea, Clean Sofia, Da Ros Silvia, De Coppi Eleonora, De Polo Sara, Faraon Jolanda, Franceschet Anita, Gardin Maria, Pelletier Isabelle, Petri Julia, Pradal Giulio, Resera Andrea. Agenda ale vocazion te con le da cuola i-s p m a c i e d 10 estivi 20 (per ragazzi di SETTIMANA VE RD E IV e V elementare) dore (per infor2-8 luglio, Pozzale di Ca drea o don mazioni chiamare don An 11) Alessandro: 0438 9484 (per ragazzi di I SETTIMANA VE RD E e II media) Cadore (per in8-14 luglio, Pozzale di n Andrea o formazioni chiamare do 948411) don Alessandro: 0438 (per ragazzi di SETTIMANA VE RD E III media, I e II superiore) di Cadore (per 14-18 luglio, Auronzo n Alessaninformazioni chiamare do dro: 0438 948411) ragazze dalla IV CAM PO ESTE R (per ) elementare alla I media go (per inlpa d’A 5-11 luglio, Spert Silva: 339 formazioni chiamare 4311041) ragazze dalla II CAM PO SI RIO (per media alla I superiore) * Ringraziamo tutti i genitori dei bambini della prima Comunione ed auguriamo loro di continuare a ricevere Gesù e diventare, grazie al dono dell’Eucaristia, strumento d’amore e di pace. Le catechiste Melita e Rossana ert d’Alpago 3 giugno-5 luglio, Sp 30 are Silva: (per informazioni chiam 339 4311041) R CR ES ICAM POSCUOLA PE C MATI lpago (per 25-30 giugno, Spert d’A don Gianinformazioni chiamare Silva: 339 luigi: 0438 948411; 4311041) PO TABOR VIAGGIO DE L GR UP V IV superiore) (per ragazzi dalla II alla nire (per inData e luogo da defi n Alessio: formazioni chiamare do 0438 260008) L GR UPPO CAM POSCUOLA DE vani dai 18 DIAS PORA (per gio anni in su) mba (per infor24-30 luglio, Monte To ssio: 0438 mazioni chiamare don Ale 260008) IAM (per ragazCAM POSCUOLA M IR re) ze dalla II alla IV superio (per informazioni 28-31 agosto, Padova 041) chiamare Silva: 339 4311 R (per ragazCAM POSCUOLA SICA ze dai 18 anni in su) e (per informaData e luogo da definir luigi: 0438 zioni chiamare don Gian 948411) NTAM ENTO D’ESTATEVI - APPU I (dai 20 ai ESTIVO PE R GIOVAN 35 anni) (per informazio2-6 agosto, La Verna drea: 0438 ni chiamare don An 948411) ni dai 18 anni SARM EOLA (per giova in su) azioni chiama22-29 agosto (per inform 0008) re don Alessio: 0438 26 Campi scuola 2010 a Cimacesta di Auronzo Riportiamo le date per i campi estivi in Cadore. Pensiamo che sia una esperienza da non perdere per la crescita dei vostri figli. ACR 9 - 11 anni dal 10 al 17 giugno ACR 12 - 14 anni dal 17 al 24 giugno ACR 9 - 11 anni dal 24 giugno al 1 luglio ACR 6 - 8 anni dall’8 al 15 luglio ACR 9 - 11 anni dal 15 al 22 luglio ACR 12 - 14 anni dal 30 agosto al 6 settembre Se un vostro figliolo ha desiderio di partecipare comunicatecelo nei prossimi sabati per organizzare i turni ed i posti nella casa per le ferie. Gi animatori ACR Per informazioni telef. A LUIGI: 0438.587130 o 333.2705300 «Voce amica» Consiglio Pastorale Parrocchiale In questo mese di Maggio, tradizionalmente dedicato alla Madonna ed alla recita del Santo Rosario, vorremo iniziare dedicando una breve preghiera a Maria, madre di Dio e dell’umanità: “Maria, vergine fedele, fa che possiamo seguirti nell’imitazione di Cristo; la nostra esistenza sia una vera fervorosa preghiera al Padre ed un appassionato servizio ai fratelli”. (Michele Giulio Masciarelli, sacerdote e docente di teologia) Come già annunciato nel precedente numero del bollettino parrocchiale, in questo mese ogni parrocchia è chiamata a rinnovare l’organismo preposto per la pastorale parrocchiale e cioè il consiglio pastorale parrocchiale ( C.P.P.) per il quinquennio 2010 – 2015. Secondo lo statuto diocesano sono state contattate alcune persone della nostra parrocchia, che presentavano i requisiti richiesti dallo stesso statuto e, alcune hanno accettato l’invito fatto, altre si sono presentate da Don Francesco per saperne di più su questo impegno. Questo ci ha fatto molto piacere, dimostra che all’interno di questa comunità cristiana esistono persone che hanno risposto alla chiamata o missione. Si è formata una commissione che ha cercato di trovare all’interno della nostra comunità delle persone che potessero svolgere tale compito. Sul foglietto della domenica ed anche sul sito della parrocchia sono state date tutte le informazioni riguardo al rinnovo del C.P.P. Per tre domeniche in chiesa è stato affisso anche un cartellone dove chi lo desiderava poteva dare la propria adesione. C’erano scritti i nomi di alcuni precedenti consiglieri che hanno ridato la loro disponibilità; questo anche per dare una certa continuità alla pastorale già intrapresa. Comunque, diversi membri usciti continueranno ugualmente a lavorare all’interno della parrocchia. A tutti comunque va un grande “grazie”per la collaborazione data. E’ da precisare che ogni singola adesione è stata attentamente valutata dalla commissione e soprattutto da Don Francesco presidente del C.P.P. consultando, anche, lo statuto diocesano. Nel C.P.P. ci sono i membri di diritto: Don Francesco Taffarel, Don Giuseppe Artico. i rappresentanti delle comunità religiose presenti in parrocchia, la rappresentante dell’Azione Cattolica e da quest’anno anche un Lettore: Mario Introvigne. Questi i consiglieri eletti nel C.P.P per il quinquennio 2010 - 2015: Casagrande Dario, Casagrande Devid, Casagrande Roberto, De Toni Luca, Fabris Bez Anna Maria, Forlin Attilio, Gallo Tonin Maria, Pauletto Stevanato Arlette, Pizzin Stefano, Salezze Luisa, Stevanato Andrea e Tormena Foltran Wilma. Il nuovo C.P.P. si riunirà per il primo incontro di conoscenza e di approfondimento Martedì 8 Giugno alle ore 20,30 presso l’oratorio di Tarzo. La segreteria uscente augura a tutti loro buon lavoro con una frase del Santo Padre Benedetto XVI “I credenti in Cristo devono farsi testimoni convincenti e coraggiosi, del Dio che è inseparabilmente vita, verità e amore, mettendosi al servizio della pace in un’ampia collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà.” A tutti i nostri lettori porgiamo cordiali saluti. LA SEGRETERIA DEL C.P.P.. Mese di maggio 2010 Gruppi del Rosario 1.Prapian, 2. Castellich, 3.Villa Bianca, 4. Fratta, 5. Colmaggiore di Sotto, 6. Colmaggiore di Sopra, 7. Istituto Padre Pio, 8. Reseretta, e, 9. Casa Suore Missionarie, 10. via Toniolo, 11. Rive San Pietro, 12. Bressa, 13. Introvigne, 14. Nogarolo, 15. via Volper, 16. S. Pio X, 17. Col di Lana, 18.Villaggio Diaz, 19. Chiesa parrocchiale pagina 19 IL BANCO ALIMENTARE In una stanza messa a disposizione dal Parroco nell’Oratorio adiacente alla Canonica, ha preso il via il Banco Alimentare per la distribuzione gratuita di alimenti a persone italiane e straniere in stato di necessità. L’iniziativa è stata presa dall’”Associazione Società di S. Vincenzo De Paoli Conferenza S. Chiara di Assisi di Tarzo” con la collaborazione della Caritas e dei Servizi Sociali. Recentemente la S. Vincenzo di Tarzo ha stipulato una convenzione con l’”Associazione Banco Alimentare del Friuli Venezia Giulia” che opera in tutto il territorio della Regione Friuli Venezia Giulia e del Veneto Orientale e che ha come scopo “....di contribuire alla soluzione dei problemi della fame, dell’emarginazione e della povertà, mediante la raccolta delle eccedenze di produzione agricola e dell’industria alimentare e la ridistribuzione delle stesse ad Enti ed Associazioni che si occupano di assistenza”. Si pensi che solo nel 2009 il suddetto Banco Alimentare ha distribuito 1373 tonnellate di alimenti provenienti dalle eccedenze della comunità europea, dall’industria alimentare e dalla colletta alimentare che ha luogo dal 1996 in tutta Italia l’ultimo sabato di novembre. La S. Vincenzo di Tarzo potrà distribuire, oltre ai prodotti donati nel nostro Comune anche quelli inviati periodicamente da Udine. Realizzare il Banco Alimentare è stato un lavoro lungo e abba- stanza complesso che ha richiesto l’intervento e l’aiuto di molte persone che le Vincenziane ringraziano di cuore: Pietro Simon, Giuseppe Faraon, Luigi De Coppi, Sandro Bernardi, Gino Morandin, Villa Bianca, Maurizio Franceschet, Silvano, Antonio, Angelo, Matteo. Infine ringraziano i negozianti che ospitano il “Paniere della bontà” e tutti coloro che lo riempiono. QUALCHE NOTIZIA IN PIU’ La Fondazione Banco Alimentare ONLUS fu costituita in Lombardia nel 1989 per volontà di mons. Luigi Giussani, fondatore di “Comunione e Liberazione” e del cav. Danilo Fossati, fondatore della “Star”, che si proposero “....l’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale nei settori dell’assistenza sociale e della beneficenza, nel solco della tradizione cristiana, della dottrina sociale della Chiesa e del suo Magistero, secondo il principio di sussidarietà e secondo la concezione educativa del “Condividere i bisogni per condividere il senso della vita” (Art. 2 dello Statuto). Nel corso degli anni, l’attività della Fondazione si è sviluppata capillarmente su tutto il territorio nazionale con la costituzione di Associazioni Banco Alimentare (fra cui quella del Friuli Venezia Giulia nata nel 1996) che hanno creato una Rete Banco Alimentare e che vive grazie al lavoro quotidiano di moltissimi volontari. Carla D.B. LAVORI IN PARROCCHIA PRESTITI GRAZIOSI Ricordiamo che la Parrocchia, per i pagare lavori eseguiti, confida nella generosità di tutti. Ai donatori verrà rilasciata ricevuta numerata e firmata dal Parroco. Il rimborso non avverrà prima di 24 mesi (salvo necessità particolari). Ditte e Imprese per i loro contributi possono usufruire del beneficio fiscale deducibile dal reddito d’impresa. Modalità per la contribuzione: Direttamente in Canonica (tel.0438 586205) o con bonifico bancario presso la B.C.C. Prealpi di Tarzo o sue filiali o altra Banca, con le seguenti coordinate: C/C n.15584 intestato a “Parrocchia della Purificazione della Beata Vergine di Tarzo” Portare, poi, la ricevuta del bonifico in Canonica per avere il titolo che sarà rimborsato. Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo Marzo-Aprile 2010 Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo pagina 20 RECUPERO DELLA CHIESETTA DI COLLALDRA’ «Voce amica» Sorge sul versante sud del “Col de Mar”, in quel di Collaldrà, ovvero “oltre il colle”, l’omonima Chiesetta dedicata all’Annunciazione della Beata Vergine Maria, luogo di culto e di pellegrinaggio (rogazioni) fin dai tempi antichi, nei pressi di un insediamento fortificato, testimonianza longobarda in Tarzo. Dopo l’accertato stato di quasi totale degrado, acclarata la proprietà in capo alla Parrocchia di Tarzo, provvidenziale è stata la gratuita e preziosa disponibilità degli Alpini del Gruppo di Tarzo che, a più riprese e con non poco dispendio di energie fisiche, hanno provveduto al disboscamento ed alla bonifica del terreno intorno al manu- Marzo-Aprile 2010 fatto, con il grato consenso dei proprietari limitrofi, ed ai primi interventi urgenti sul tetto, ove già filtrava copiosamente l’acqua. Contestualmente è stata avviata la procedura di salvaguardia per i beni protetti che, nel tempo e con gli auspicati contributi, dovrebbe portare al pieno recupero ed al ripristino della fruibilità del santuario. E’ stato intanto fissato per il prossimo 27 maggio un incontro in luogo, con la celebrazione della S. Messa, cui seguirà un brindisi beneaugurante. F.I. “Luciani, la polvere del Signore” E’ l’ultimo libro scritto da Mons. Francesco Taffarel e dal giornalista Nicola Scopelliti, già redattore de “Il Gazzettino”. Il volume è stato presentato nell’aula magna dell’Istituto comprensivo di Tarzo. La serata è stata organizzata dalla Pro Loco e ha visto l’intervento, tra gli altri, del presidente della Pro Loco Luciano Piaia, del sindaco Gianangelo Bof e di altri rappresentanti dell’amministrazione comunale. A moderare l’incontro il giornalista de “L’Azione” Federico Citron. La presentazione del volume è stata occasione per ricordare la figura del Papa del Sorriso, ma anche per ripercorrere la situazione dell’Italia e della Chiesa alla fine degli anni settanta. La ricostruzione dell’epoca è stata affidata alle parole di Scopelliti, poi è stato Mons. Taffarel a raccontare di Albino Luciani, ripercorrendo le tappe che hanno portato questo semplice parroco di Canale D’Agordo a salire al soglio pontificio. Il tutto è stato arricchito da aneddoti, ricordi, confidenze di don Francesco, segretario particolare del pontefice dal 1967 al 1970 e, oggi, tra i maggiori custodi delle sue memorie. Molte di queste testimonianze dirette sono raccolte nel volume “Luciani, la polvere del Signore”. I due autori non sono nuovi ad iniziative di questo tipo. Nel 2006 avevano pubblicato insieme “Lo stupore di Dio. Vita di Papa Luciani”. Nella serata sono stati ricordati i tratti salienti della personalità del pontefice, destinati ad essere ricordati nel tempo: la sua parola, buona e insieme incisiva, capace di toccare il cuore della gente. Con la sua semplicità di linguaggio, Luciani rendeva tutti partecipi della sua vasta cultura, del- la sua fede profonda. Attraverso concetti facili riproponeva e rendeva comprensibili le grandi verità di Dio e su Dio. Un modo di esprimersi che, negli anni a venire, farà scuola. Era un uomo che, all’occorrenza, sapeva spogliarsi di ogni regalità e del superfluo e calarsi nella realtà quotidiana. Messaggero di speranza e di amore, era rispettoso e attento ai problemi del suo tempo, in particolare del mondo del lavoro. Si legge nel libro: “In vent’anni, dal 1958 al 1978, quel granello di polvere, come il granello di senape, è cresciuto, si è sviluppato. Da Vittorio Veneto è arrivato al patriarcato di Venezia ed è poi giunto alla più alta dignità umana del Pontificato. Mons. Albino Luciani in tutta la sua vita ha realizzato il disegno di Dio, diventando un albero maestoso e grande, diffondendo il suo insegnamento fino a comprendere il mondo intero. “Scienza di Dio e scienza dell’uomo”, come scrisse allora qualcuno, cioè teologia e pedagogia, sono state le travi portanti dell’apostolato di Luciani, maestro insigne di catechesi, illuminato divulgatore di grandi indagini teologiche”. Martina T. «Voce amica» pagina 21 Ciao nonno, Si spengono i riflettori sulla X edizione di “Tarzo a Tavola – Le stue di Tarzo” Un bilancio lusinghiero che ci permette di guardare alla prossima edizione con entusiasmo e fiducia certi che, curando ancora qualche dettaglio, abbiamo di fronte a noi un’iniziativa che può crescere in significati e partecipazione. Trasformate e rinnovate le serate sono passate da cene ad eventi enogastronomici. L’obbiettivo di valorizzare il nostro paese con prodotti tipici, con l’ospitalità e la convivialitá che contraddistinguono i ristoranti tarzesi e soprattutto con la loro arte culinaria. Osteria al Ponte Maset, Ristorante Belvedere da Tullio, Al Capitello e Albergo Ai Pini, sono stati i locali che si sono alternati nelle varie serate, partendo dall’autunno per arrivare in primavera, con menù dedicati alla stagione di riferimento. Piatti della tradizione, rivisitati e accompagnati da ottimi vini del territorio. L’apertura e la chiusura di questi eventi, patrocinati dall’Amministrazione comunale, si sono svolti allo stand polivalente della Pro Loco, con gli chef dei quattro ristoranti uniti fianco a fianco per dare il meglio, confrontandosi per collaborare e per scambiarsi opinioni e pareri. Le serate hanno segnato il “tutto esaurito”, ed è con queste premesse che stiamo già lavorando alla prossima edizione. Un ringraziamento, come sempre, a tutti i volontari della Pro Loco, a Patrizia Forlin e Fabio Campoli, testimonial d’eccezione, al prof. Marco Valletta presentatore delle serate e in particolare agli sponsor che sostengono queste iniziative. - L’attività della Pro Loco continua con le serate di Cineforum il 7, 14 e 21 maggio e in giugno con la premiazione del concorso di poesia il giorno 6, la giornata della solidarietà in programma per il 13 e la rassegna di cori il giorno 19 . Maggiori informazioni sul sito www.prolocotarzo.com Luciano Piaia Nozze d’Oro Ricordi ci sembrava di essere preparati da un pezzo a questo momento, eppure siamo tutti distrutti. Se tu fossi qui oggi, ti stringerei la mano e ti chiederei come stai... tu con un sorriso mi diresti: “Non c’è male”. Tu oggi sei qui, ma non mi puoi rispondere. Sei andato via in silenzio senza salutare nessuno. Non sei riuscito a resistere a quella maledetta malattia che ti ha indebolito, Danilo Michelon anno dopo anno, mese dopo mese, 20.11.1936 – 9.4.2010 giorno dopo giorno, ora dopo ora. Malattia che ti ha impedito di camminare, di mangiare e di parlare, ma che non è riuscita a spegnere il tuo sorriso, sorriso che non ci hai mai fatto mancare nemmeno quando ci hai lasciato. Così bello e sereno senza un segno nel tuo volto del dolore che hai patito. Se qualcuno mi chiedesse che persona sei stata, risponderei: forte, sensibile, sempre pronto a dare una mano, gioioso, adorabile e buono, tanto buono, per questo non riesco ad accettare che tu abbia potuto soffrire così tanto... non te lo meritavi, non tu. Ci manchi nonno, ci manca la tua voglia di vivere e di non arrenderti mai nemmeno quando tutti credevano che tu non ce l’avresti fatta. Ora che non sei più tra noi, hai lasciato un vuoto incolmabile perché tu eri tutto: un nonno dolce, un padre premuroso e un marito insostituibile. Ti vogliamo bene. Valentina Gallon Severina in Tomasi Tarzo 8.5.1953 – 30.3.2007 Sono passati 3 anni da quando non ci sei più, ma il tuo ricordo è sempre più vivo dentro noi. Ti portiamo nel cuore con tanto amore. Con affetto i tuoi cari. Nella chiesa di Nogarolo, Ines ed Eugenio Pin hanno festeggiato i loro 50 anni di vita matrimoniale, il 29 novembre 2009, con accanto i loro 4 figli e i nipoti. Con tanti auguri dalla Comunità Resera Adelchi 1.1.1933 - 5.2009 Nel primo anniversario della tua scomparsa ti ricordano con affetto moglie, figli e nipoti. Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo Marzo-Aprile 2010 pagina 22 «Voce amica» Marzo-Aprile 2010 Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo Bat tesimi 2. CERMINARA FRANCESCO ARMANDO di Sasso Mario e di Cerminara Emilia Mirella, residente nella Parrocchia di Cison, nato a Vittorio Veneto il 28.1.2000, è stato battezzato nella Chiesa Arcipretale di Tarzo il 3 aprile 2010, nella Veglia Pasquale, dopo il rito di accoglienza celebrato il 7.3.2010. Padrino: Cerminara Mattia della Parrocchia di San Giacomo di Vittorio Veneto. 3. QAFOKU MARTINA di Qafoku Landi e di Qafoku Kloodiana, residente nella Parrocchia di Tarzo in Via Volper, nata a Vittorio Veneto il 17.5.2001, è stata battezzata nella nostra Chiesa il 3 aprile durante la Veglia Pasquale, dopo il rito di accoglienza celebrato il 7.3.20120. Madrina: Segat Loredana della Parrocchia di Corbanese. 4. DAL GOBBO VERONICA di Ivan e di Mattiuz Vany, residente in via Belvedere, nata a Vittorio Veneto il 22.11.2009, è stata battezzata nella nostra Chiesa il 25 aprile, dopo il rito di accoglienza celebrato il 7.3.2010. Padrini: De Noni Cristiano e Della Libera Ilaria della parrocchia di Cordignano. 5. POSSAMAI EMILY di Ivan e di Zanetti Alice, residente in via Fratta, nata a Conegliano il 2.9.2009, è stata battezzata nella chiesa di Tarzo il 25 aprile, dopo il rito di accoglienza celebrato il 7.3.2010. Padrini: Moschet Valentina di Tarzo e Dal Col Damiano della Parrocchia di Ogliano. Riflessione di un papà UNA FINESTRA APERTA SULLA LUCE Oggi 25 aprile 2010 due boccioli di rosa sono nati nell’immenso giardino dell’amore di Dio. Splendono agli occhi della comunità quelle purissime gocce di rugiada versate su petali resi ora purissimi, sciolgono i cuori e commuovono gli animi. Il dono del Battesimo, l’albero della vita ora ha due nuovi giovani innesti: Emily e Veronica. Che la linfa del Padre celeste e la fiamma della fede vivano in loro qui ora e sempre e i loro cuori rimangano raggianti, veri e puri nell’amore al Tutto. Così sia. Alcuni anni fa durante una escursione in montagna, sotto una cengia dove si stagliava uno sperone di roccia, ho avuto la fortuna di poter osservare con il binocolo due rapaci fuori dal nido: un’aquila adulta che incoraggiava il suo aquilotto a spiccare il volo. Il giovane però se ne stava immobile sull’orlo del precipizio, con la testa ritirata fra le ali, per nulla convinto di doversi buttare da quell’altezza. Il più apprezzabile dei suoi movimenti, di tanto in tanto consisteva nel chinare il capo per guardare che cosa c’era sotto: “...troppo alto!” sembrava che meditasse. La madre quasi a volerlo incoraggiare, sfregava la testa contro la schiena del giovane aquilotto. Potei osservarli così per alcune ore, finché la madre si lanciò nel vuoto volando via, forse alla ricerca di altro cibo per il figlio, resasi probabilmente conto che ancora non c’era speranza di vederlo volare. In quelle due ore di assoluto immobilismo, ho potuto pensare a molte cose. Ho addirittura azzardato una metafora tra l’aquilotto e il comportamento che talvolta alcune persone assumono. Che cosa gli manca? Mi sono chiesto. Quasi sicuramente nulla, la natura a breve avrebbe fatto il suo corso e finalmente il giovane rapace si sarebbe librato nel cielo cavalcando maestoso le correnti, mostrandosi così in tutta la sua grandezza. Ma a noi, allora mi chiesi, che cosa ci manca per spiccare il volo nella vita? Perché alcuni di noi restano insensibili di fronte alle innumerevoli violenze e agli insegnamenti negativi, che ogni giorno all’ora di pranzo e di cena ci vengono “serviti” dalla televisione? Perché allora cambiamo canale se ci disturba la pancia gonfia di un bambino africano che muore di fame? O peggio se ne restiamo indifferenti. Ormai l’individualismo e l’indifferenza ci hanno avvolto come fa il ragno con la sua vittima, caduta nella trappola della ragnatela che egli ha tessuto. Che cosa ci manca per trovare la forza di rompere quest’incantesimo e buttarci senza indugio, a riscoprire un mondo che ha bisogno dell’aiuto di tutti. Che cosa ci manca? Franco D.B. E noi concludiamo che “ci manca Dio”. “Senza Dio tutto diventa possibile” (Dostoevskij) «Voce amica» Anagrafe Defunti 6. ZANARDO ROMA – Suor MARIA DRUSILLA. Era nata a Zerman di Mogliano Veneto il 13.10.1912, in una famiglia numerosa di contadini mezzadri, composta dai genitori e 9 figli. Era gemella di Italia e insieme frequentavano la scuola materna gestita dalle Suore Dorotee e la parrocchia. Queste ragazze, sostenute dai genitori, andarono al catechismo e alla messa nella Parrocchia vicina. Alla sera in famiglia veniva recitato il Rosario perché finisse la guerra. In paese arrivarono le Suore Francescane di Cristo Re e la sorella Italia decise di entrare in questo Istituto. Il dolore dei genitori e della sorella Roma fu grande. La sorella venne inviata a Roma in via di Torre Rossa, ma in quello stesso anno si ammalò e morì dopo pochi giorni. In Suor Drusilla da allora nacque il desiderio di prendere il posto della sorella e verso i 30 anni entrò nell’Istituto delle Suore Francescane di Cristo Re. Emise la professione religiosa nel 1944 e fu inviata come cuoca alla scuola materna di Caselle di Altivole dove rimase per 15 anni. Quindi venne trasferita nella scuola Materna di Resana, poi di Tavernelle Vicentina e in altre sedi. Già inferma giunse a Tarzo a Villa Bianca nel 1987. Visse la sua malattia e infermità con coraggio e serenità, disponibile alla volontà di Dio, attenta alle sorelle che la circondavano. Il suo passaggio alla Gerusalemme celeste avvenne all’alba del 13 marzo 2010 e fu tumulata il giorno 15 marzo nella tomba delle suore in attesa della resurrezione. 7. FAVERO ENNIO, era nato a Tarzo l’11.4.1958 e concluse il suo viaggio di permanenza su questa terra all’età di 51 anni. La giovinezza la trascorse assieme al fratello Stefano, che formavano la gioia e la speranza per papà Antonio e mamma Rina Resera. Nel 1984 Ennio celebrò il matrimonio con De Polo Sonia ed ebbero la gioia di amare i figli Francesco e Caterina. Ennio abitava in via Talponè ed era soddisfatto del suo lavoro. Poi nel 1999 la salute evidenziò fragilità che si alternava a preoccupazioni e speranze. Questo non raffreddò in lui la voglia, l’energia e la volontà di lavorare e la grinta di voler vivere, senza abbattersi di fronte alle difficoltà. All’Ospedale di Vit- torio Veneto il 24.3.2010 passò da questo mondo terreno al mondo di Dio. Il suo funerale venne celebrato il giorno 26 marzo e poi accompagnato al cimitero in attesa della resurrezione. 8. CANAL ROSA, era nata a Farra di Soligo il 26.1.1921. Ha percorso un lungo tratto di strada, non facile e con tante preoccupazioni. Celebrato il matrimonio con De Lunardo Beniamino ebbe la gioia della nascita del figlio Edoardo. Fu sempre vicina al marito che in Val Gardena esercitava la professione di muratore, mentre lei faceva la cuoca. Soffrì per la morte del fratello e della sorella, con i quali aveva iniziato il viaggio della vita e nell’aprile del 1980 pianse la morte del marito. Abitava nella sua casa in via Bressa contenta della propria autonomia. Negli ultimi anni fecero la loro comparsa gli acciacchi della vita e venne ospitata presso l’Istituto Padre Pio. Qui concluse la sua esistenza terrena il 31.3.2010. Nella chiesa di Tarzo venne celebrata liturgia della Parola il 2 aprile e poi accompagnata al cimitero. In chiesa poi venne celebrata la S. Messa esequiale il 6 aprile 2010. 9. MICHELON DANILO. Egli nacque a Tarzo il 20.11.1936 dove trascorse con i fratelli Giovanni e Clara la giovinezza. A 18 anni lasciò, con nostalgia e tristezza, il suo paese e trovò lavoro in Svizzera, dove rimase per sei stagioni esercitando la professione di muratore. Costava fatica, al sole e alle intemperie il guadagnarsi il pane. Ritornato a Tarzo celebrò il matrimonio con Genoveffa Casagrande ed ebbero la gioia e la speranza nell’avvenire con le figlie Roberta e Maura e poi nella schiera di nipoti. Con la moglie iniziò un’attività, in piazza IV novembre, che portò avanti con impegno. Mentre con il padre e il fratello aveva avviato una impresa di costruzioni edili. All’impegno per il lavoro univa l’amore alla famiglia. Era forte in lui la voglia di vivere e non rassegnarsi, ma far emergere le energie migliori. Poi arrivò la malattia che lo fece soffrire per anni, in un alternarsi di attese e preoccupazioni. Gli ultimi mesi di grande sofferenza venne assistito con amore ed attenzione dai familiari che gli volevano bene e facevano l’impossibile per sollevarlo. E’ stato edificante che i familiari abbiano richiesto il Sacra- mento dell’Unzione degli Infermi, per aiutarlo, sostenerlo e confortarlo con la grazia di Dio. Ha concluso il suo pellegrinaggio su questa terra all’Istituto Padre Pio il 9.4.2010. Il suo funerale venne celebrato il 12 aprile e poi accompagnato al cimitero, in attesa della resurrezione. 10. TOMASI ATTILIO era nato a Nogarolo il 10.3.1943. Dove viveva con il fratello Antonio, morto a 59 anni, e le sorelle Battistina, Giuliana e Carmela. Si formò la sua famiglia sposandosi con Piccin Rita nell’anno 1972 da cui ebbe il figlio Giorgio; in questi ultimi tempi la famiglia fu allietata anche dal nipotino Nicola. Attilio per 35 anni, ogni mattina, partiva da Nogarolo e andava a lavorare a Conegliano. Sopportò fatiche e disagi per assicurare un avvenire dignitoso e sereno alla sua famiglia. Le giornate passarono in un alternarsi di soddisfazioni e speranze. Ma con gli anni anche il male lasciava traccia sul suo fisico. Sopportò e sofferse, ma la sua voglia di vivere e di non darsi per vinto, lo sostennero sempre. Poi in 21 giorni il male lo vinse. Passò da questo mondo al mondo di Dio all’Ospedale di Conegliano il 21.4.2010. Il suo funerale venne celebrato il 24 aprile e accompagnato al cimitero anche dal labaro degli amici di lavoro, in segno di amicizia e di ricordo. 11. POSSAMAI AGOSTINO di anni 84. Egli era nato a Tarzo il 13.5.1925 nelle Rive di San Pietro: La casa era circondata dai campi da coltivare, dai prati da falciare, dalla vigna e dagli alberi da frutto; l’ambiente era abitato da ogni specie di animali. Agostino faceva parte di una famiglia di 9 fratelli; di questi Gino, Alessandro, Antonio, Ottavio, Beniamino e la sorella Agnese lo hanno preceduto nel mondo di Dio; sono ancora viventi le sorelle Angela e Caterina. La vita di Agostino si svolse nel piccolo mondo delle Rive, iniziava con il sorgere del sole e terminava con il sopraggiungere della sera. Viveva immerso nella vita della natura, bella e meravigliosa, come un libro aperto e scritto da Dio creatore, che lo portava a concludere: Dio esiste e Dio provvede. Una sua grande passione furono gli animali. In questi ultimi anni Agostino risiedeva in Via Roma, dove viveva solo con la compagnia del suo pappagallo; poi venne ospitato all’Istituto Padre Pio, dove è passato al mondo di Dio il 23.4.2010. Il funerale venne celebrato a Tarzo il 26 aprile e poi accompagnato al pagina 23 cimitero nella fede della promesse di Gesù Salvatore. 12. DAL PIVA MATILDE di anni 87. Era nata a Nervesa della Battaglia il 22.7.1922. Nel suo paese aveva esperienza di quanto era accaduto durante la Grande guerra, con il carico pesante di sofferenza e di morte. Nella sua giovinezza dovette cercare lavoro in vari paesi per un avvenire più sereno. Aveva formato la sua famiglia celebrando il matrimonio con Chiarel Tarcisio ad Arfanta. Ebbero la gioia di amare i figli Gabriele e Adriana. La vita si svolse nel mondo della famiglia, nel lavoro quotidiano nella sapienza a far quadrare il bilancio familiare e nel preparare ai figli che crescevano un avvenire migliore. Sofferse per la morte del marito nel 1983. In questi ultimi anni risiedeva con la figlia a Zoppè di S. Vendemiano ove concluse la sua esistenza il 24.4.2010. Il suo funerale venne celebrato a Tarzo il 26.4.2010 e poi accompagnata al cimitero, affidandola al Signore Gesù. 13. GALLON CARMELA. Il suo viaggio su questa terra si è concluso a 88 anni. Era nata a Tarzo il 5.2.1922. Con lei vi era il fratello Angelo, che poi ha preceduto le sorelle Lina e Maria nel mondo di Dio. Nel 1947 aveva celebrato il matrimonio con Geronazzo Angelo ed ebbero la gioia di amare i figli Arturo, Flavio, Natalina e Gian Paolo. Risiedeva sulle Rive di San Pietro. Attorno alla sua casa i prati da falciare, i campi e le vigne da coltivare, gli animali da allevare. La giornata iniziava con il sorgere del sole e terminava a notte inoltrata dopo che la famiglia si era raccolta attorno alla tavola per il frugale pasto. Per Carmela erano vita quotidiana le faccende di casa e l’educazione dei figli fatte con amore. Sofferse per la morte del marito nel 2003. Sempre fedeli nella fedeltà, attenti alla salute e alle cure uno per l’altro. Quando il sacerdote andava a portare loro la Comunione, accoglievano il Signore con fede, preparando accogliente anche la loro casa. Dopo aver trascorso la vita nella sua casa, da qualche anno, Carmela fu ospite a Villa Bianca. La famiglia rivolge riconoscenza per l’accoglienza, la assistenza premurosa fatta con amore riservata alla loro mamma. Il suo funerale venne celebrato a Tarzo il 28.4.2010 e poi venne accompagnata piamente al cimitero, nella speranza delle promesse di Cristo Salvatore. Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo Marzo-Aprile 2010 Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo • Tarzo pagina 24 Marzo-Aprile 2010 O F F E R T E Alla Chiesa dalla benedizione delle case Antoniazzi Ivan 20 €, NN 500, Dal Gobbo Erika e Piorgiorgio 50, Da Re Ugo 50, De Nardi 20, Andreon Giuseppe 10, NN 20, Perin Maurizio 15, Dall’Antonia Elvise 10, Cappellazzo 10, Tomasi Giovanni 20, Tomasi Sergio 10, Tomasi Siro 20, Tomasi Carmela 10, Tomasi Lucio 10, Tomasi Zini Luisa 10, Rota Assunta 30, Tomasi Renato 20, Tomasi Casagrande Costantina 10, Casagrande Germana 15, Casagrande Antonio 10, Tomasi Attilio 20, Pin Eugenio e Ines 10. Gandin Carlo 30. Casagrande Attilio 15, Zanetti Antonietta 10, Tomasi Moreno 50, Tomasi Vittorio 10, Da Dalt Rita 20, Tomasi Aldo 15. di Tarzo” 1.000, Curia Vescovile Tributo 3% 2.572, stampa 203.96, Candele votive 350, Fotocopiatrice riparaz. e tonner 510, Sito parrocchiale 179.10, Varie 376, Riscaldamento 1.917.03, Servizio idrico 164,41. Per la Chiesa De Coppi Cescon 20 €, Casagrande Attilio e Elvira 5, Introvigne Zanetti Angela 10, Colman 5, NN 20, Cadalt compleanno ragazzi 10, NN 20, Baldassar Giacomo 10, Segat Costantina 5, Favero Pierina 5, Casagrande Irma 20, Cadalt Elio 20, Franceschet Ottilia 10, Introvigne Angela 30, Da Riz Gina 50, Da Riz Cesira e Gina 10, Associazione Trevisani nel mondo 50, Roncolato Maria 10, Bez Maria 5, Fontana Ida busta ringraziamento 25, Famiglia Casagrande 20, NN 10. In memoria di Favero Ennio offerte in chiesa 283,46, per opere parrocchiali 98.20 e la famiglia 30. Festa compleanno Pizzin 20. In memoria di Gallon Lucia la famiglia 50. Classe 1960 50, NN 20, Morandin Gino 10, Battesimo di Martina Qafoku i genitori 20. In memoria di Canal Rosa 60, offerte in chiesa 36.11. NN in ricordo dei genitori 100, In memoria di Suor Drusilla 21.77, in chiesa e Le suore 90. Cero pasquale i ragazzi di 3 Media 140. Pin Paolina 20. Zanetti Introvigne Angela 10. Genitori dei Fanciulli della Prima Comunione (n. 11) 155, Funerale di Michelon Danilo in chiesa 126,85, per opere parrocchiali 33, moglie figli 150, NN 30, Zandonella Luciano 20, Offerte festivo 1.092,04, Offerte feriale 166.79, Candele votive. 580.21, stampa 241.89, busta ringraziamento (4) 81, Un Pane per amor di Dio (50) 357.97, Classe 1940 € 50, Funerale di Tomasi Attilio 112.94 e per opere parrocchiali 35.98 e la famiglia 100, Battesimo di Dal Gobbo Veronica 50 e per il Battistero 20, Casagrande Giuseppe 30, In memoria di Possamai Agostino: Famiglia Possamai-Cais 150, Funerale di Gallon Carmela i Figli 100, Battesimo di Possamai Emily 20. Spese: Lavori Chiesa 13.000 €, Sussidi per il catechismo 207, Libro Mese di Maggio 105, Ritiro Ragazzi I Confessione 40, ENEL 1.032,64, Arti Grafiche: Acconto libro “La Pieve di Santa Maria Chiesa di Nogarolo Tomasi Giovanni 20 €, Cadalt De Polo Santina 20, Tomasi Battistina 50 . Spese: Luce 111,51. “VOCE AMICA” Direttore responsabile Don Mario Fabbro Direttore: Mons. Francesco Taffarel Iscriz. Al n. 705 Reg. Stampa Tribunale TV 1-6-88 Stampa: TIPSE - Vittorio Veneto Scuola Materna Lotteria “Candelora” Genitori Scuola Materna 2.182,00 € Spese: Personale 9.850,00, Alimentari: 1.660,78, RAI 4,13, CESA (contabilità) 991.58,Varie 300.00, LUCE 768,90, Servizio idrico 773,81; riscaldamento 2.082,07; Quota Assoc. FISM 670. Chiesa di Fratta Spese: Luce: 49.13 Angolo dei ricordi Foto del 1951 con il gruppo Aspiranti iscritti all’Azione Cattolica di Tarzo. La foto è stata scattata nel campetto da gioco che all’epoca costeggiava la strada, ora piazza IV novembre, di fronte al bar Michelon. Siamo convinti che molti “giovani ultra sessantenni” che si riconosceranno in questa foto. Chiesa di Reseretta Offerte 25. Voce Amica Comune di Tarzo 800 €. Tarzo: NN 30, Pin Eugenio e Ines 10, Favero Alma 10, E.G. 20, Famiglia Casagrande 10, Tomasi Severina (il marito) 25, NN 10, Dalle Nogare Giovanna 10, Tomasi Rino 20, Baccas Dimitri (Grecia) 50, Morandin Gino 10, Tomasi Giovanni 20, Tomasi Siro 20, Tomasi Carmela 20, Tomasi Casagrande Costantina 10, Tomasi Attilio 20, Gandin Carlo 10, NN 15, Zanetti Antonietta 5, Tomasi Vittorio 5, Da Dalt Rita 10, Tomasi Aldo 15, Tomasi Battistina 20, Cesca Anna Maria 10,Tomasi Umberto 20, Casagrande Mirco 20, Pin Paolina 20, Da Ronch Maria 10, Mazzucco Maria 20, NN 30, Merlin Adele 20, Casagrande Giuseppe 20, Amalia Schaub (Svizzera) 10 fr, Tomasi Angelo 5, Con Sonego Antonio 15, Casagrande Guido 10, NN (DRU) 20. Totale 605 € Corbanese: Via Olimpia 55,50 €, Borgo Madonna e vie S. Giuseppe e Siviglia 50, via Madonna 20, piazza Papa Luciani 22, Morandin Adriano 40, Bottega Armando, Maurizio e Giuliano 36, De Pizzol Dima 10, Possamai Luciano 15, Carluccio Fabio 15, Campardo Micaela 15, Dal Molin 10, De Zanet Castagnera 15, Rosanna - Luigino 12, Tomasi Ottorino 15, Dalle Crode Adriano10, Favero Tullio 15, Possamai Antonio 7, Franceschet Francesco 5, Amiche salone Liviana 62,50. Totale 430 € Arfanta: 77 €. Totale entrate: 1912 € Spese: Bolli sped. emigranti 420,76 €, Tip. stampa 1.438,10. Totale spese 1858,86 €. Nel prossimo numero si riprenderà la storia dei nostri borghi e delle nostre comunità. Calendarietto appuntamenti Maggio 15. A Revine:Veglia di Pentecoste Cattedrale di Vittorio: Veglia di Pentecoste per i Giovani e Adulti 16. Festa dell’Ascensione del Signore Celebrazione della Prima Confessione 21. A Torino per venerare la Sindone e a Colle don Bosco 23. Festa di Pentecoste Rito di Accoglienza al Battesimo 24. Pellegrinaggio alla Madonna di Follina 25. Incontro .Famiglie n. 1 30. Conclusione Anno catechismo – festa della Scuola Materna concerto del Piccolo Coro 31. Conclus. del mese di Maggio - process. Giugno 2. A Fiume Veneto: ragazzi e adulti per una giornata di spiritualità 3. Incontro Sacerdoti della Forania 4. A Follina: Concelebrazione con il Vescovo 6. Festa del Corpus Domini – process. 8. Convocazione del Nuovo Consiglio Pastorale 13. Giornata solidarietà al Piccolo Rifugio 20. Giornata sacerdotale 26. Celebrazione Matrimonio 27. Conclusione Gruppo Famiglie n. 2 29. Festa di S. Pietro e Paolo Redazione e Collaboratori di questo numero Tarzo: Parroco, suor Leontina, Nicola De Polo, David e Roberto Casagrande, Antonio Pancot, Francesco Introvigne, Martina Tonin, Carla Della Barba, Piero C., Luciano Piaia, Wilma Tormena, Melita e Rossana. Corbanese: Parroco, Liviana Favero, Bottega Luca, Damian Renata, Sergio Meneghin, L. Cigana Sech. Arfanta: Don Angelo, Valentina Resera, Maria Teresa Tomasi, Milva Faraon.