Il fenomeno della street art in Italia - "Ferraris"

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Il fenomeno della street art in Italia - "Ferraris"
Stefano Salvi1
Il fenomeno della street art in Italia
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Banksy, Flower Brick Thrower, stencil, Gerusalemme.
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Alunno VE, anno scolastico 2014/2015, attualmente studente presso il Politecnico di Milano.
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1. INTRODUZIONE
Street Art. Un termine tanto affascinante quanto popolare: sui social network, su numerose testate
giornalistiche e su riviste di ogni genere questo fenomeno artistico e sociale sta attirando un
pubblico
sempre
più
vasto
e
variegato.
Ma cos’è esattamente la Street Art?
Per poter rispondere a questa domanda occorre ripercorrere le tappe che hanno determinato la
nascita di questo fenomeno.
1.1 CENNI STORICI
Nel corso della sua storia, l’uomo ha sempre avuto la necessità di affermare la propria individualità
mediante segni di riconoscimento posti su supporti in grado di raggiungere chiunque. In particolare,
edifici e muri hanno sempre costituito un importante mezzo di comunicazione su cui poter lasciare
una traccia del proprio passaggio: basti pensare a forme di arte rupestre quale la rappresentazione in
negativo delle proprie mani, utilizzate come stampo e investite di colore per trasferirne la sagoma
sulle
pareti
rocciose
delle
caverne.
Successivamente, in epoca egizia il muro diviene il principale supporto per le arti figurative e per la
scrittura di geroglifici. Non mancano inoltre forme di vandalismo attuate da misteriosi visitatori
delle piramidi, i quali incidevano il proprio nome sulle pareti delle camere delle tombe, usanza che
ci
rimanda
immediatamente
alle
moderne
tags.
Anche nella civiltà romana, simili pratiche erano largamente utilizzate: sono state ritrovate a
Pompei scritte sui muri della città che pubblicizzavano prodotti o che criticavano personaggi
pubblici dell’epoca con termini scurrili e volgari.
Giungiamo poi al medioevo, dove l’affresco diviene una delle forme d’arte più praticate, ricorrendo
all’utilizzo di diversi materiali per rendere più realistica e tridimensionale la rappresentazione.
Giungendo ad epoche più recenti, agli inizi del XIX secolo, i muri cominciano a costellarsi di
messaggi propagandistici sotto forma di affreschi e opere imponenti: è il caso del muralismo
messicano, che si sviluppa nel periodo della rivoluzione zapatista, e della pittura parietale di epoca
fascista in Italia, divenuta uno degli strumenti principali di propaganda da parte del regime.
Negli anni Settanta, nei quartieri più poveri delle principali città americane, ragazzi sconosciuti
cominciano a ingaggiare delle vere e proprie sfide, ricercando i muri più difficili da raggiungere su
cui lasciare la propria firma, detta tag, sotto forma di pseudonimo, riempiendo il maggior numero di
pareti possibile. Nasce così il writing, o graffiti art, spesso confuso con la più giovane Street Art, di
cui ne è senza alcun dubbio genitore, ma che si distingue nettamente da essa per diversi motivi,
innanzitutto il fine che si propone: sebbene entrambi nascano dall’esigenza di opporsi al sistema
mediante l’arte muraria, i graffiti risultano volutamente più aggressivi, espressioni di un ambiente
precluso a chi non ne fa parte, spesso incomprensibili ai più, ad eccezione delle stesse crews. Il
termine crew indica gruppi di writers che cooperano utilizzando lo stesso stile e lo stesso
pseudonimo cercando volutamente l’illegalità. Gli street artists, invece, sebbene occasionalmente
ricorrano anch’essi all’illegalità, non la ricercano necessariamente, ma agiscono per comunicare: il
2
loro messaggio, pur sempre a sfondo sociale e/o apertamente politico, vuole essere più diretto e
interpretabile
anche
dal
passante
che
si
sofferma
ad
osservare
l’opera.
Negli anni Ottanta, figure innovative nel mondo dei writers, tra cui Jean-Michelle Basquiat, Keith
Haring e Rammellzee, abbandonano le tags e fanno del muro la propria tela su cui disegnare e
creare opere più complesse, talvolta astratte, come nel caso di Futura 2000, con uno stile particolare
e ben distinto, spesso accompagnate da frasi che rivelano e pubblicizzano il nome, vero o fittizio,
dell’artista. Questo tipo di pittura comincia ad attrarre il pubblico, dai semplici passanti, fino a
giungere a personaggi illustri e autorevoli nel mondo dell’arte, tra cui Andy Warhol, i quali
mostrano uno spiccato interesse per questo fenomeno e lo supportano, acquistando frammenti di
muri dipinti e organizzando mostre per dar spazio ai nuovi artisti di strada.
Anche in Italia, grazie alla ricercatrice e critica d’arte Francesca Alinovi, all’inizio degli anni
Ottanta giunge notizia del particolare fermento che anima le strade americane, che brulicano di
street artists e di writers, intenti a dare un nuovo aspetto ai luoghi più degradati delle grandi città. Le
sue ricerche non ottengono risposta immediata, ma dopo la comparsa del famigerato Banksy alla
fine del decennio, accresce l’interesse per le misteriose figure che si aggirano in incognito per le
strade armate di pennelli, bombolette spray e stencils e che riportano la propria arte su muri sempre
più grandi e numerosi. L’artista di Bristol ha contribuito decisivamente alla diffusione dell’arte di
strada, grazie anche al grande interesse mostrato dai media nei confronti della sua figura: il suo
anonimato ha determinato la creazione attorno a lui di un’aura di mistero che affascina e attrae, e
che ha ormai avvolto anche altri artisti, tuttora sconosciuti e attivi.
2. LA STREET ART IN ITALIA
In Italia, la Street Art sta prendendo sempre più piede. A partire dai primi anni Duemila, si conta ad
oggi un grandissimo numero di gruppi e di singoli che operano tendenzialmente sotto pseudonimo,
ognuno caratterizzato da uno stile proprio unico e inconfondibile.
1 Un simpatico pinguino di Pao

Dietro a questo successo risiedono diverse basi
ideologiche:
• il desiderio di riqualificare zone abbandonate o degradate
delle grandi città e di paesi di provincia ha dato vita a
forme d’arte di strada che interagiscono con l’arredo
urbano. Ne sono perfetti esempi il milanese Pao, celebre
per i suoi pinguini e i delfini che affollano le strade di
Milano, ed esperienze come quella della Lego Street Art,
di recentissima nascita, e praticata da gruppi di sconosciuti
che colmano crepe e fratture di muri e strade utilizzando i
famosi mattoncini colorati;
la ricerca di spazi pubblici accessibili ad un vasto pubblico su cui imprimere, mediante
immagini ricche di significato, il proprio messaggio di protesta, sia essa politica o sociale,
come nel caso del bolognese Blu, di cui tratteremo più avanti.
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Le città protagoniste della diffusione di quest’arte vanno affiancate ai principali artisti che vi
operano: la Torino di Millo, Bologna con il grande Blu affiancato da nomi celebri come Ericailcane,
Cagliari con Tellas, Roma di Alice Pasquini, fino a giungere a Milano, nella quale operano
Canemorto, Ivan, Never2501, Orticanoodles, Nemo’s e tutti i maggiori esponenti italiani di questo
movimento.
2.1 GLI ARTISTI E LE TECNICHE
Il variegato e vivace panorama artistico italiano sul fronte della Street Art è popolato da
numerosissimi autori, ognuno con la propria particolare tecnica, uno stile inconfondibile e un
messaggio originale da trasmettere al pubblico.
Le tecniche utilizzate sono numerose, ed ognuna permette di ottenere un risultato particolare, che si
adatti perfettamente allo stile peculiare di ciascun artista. Riportiamo le tecniche più popolari e gli
artisti che hanno contribuito a renderle tali:

La bomboletta spray è sempre stata legata all’arte di strada e ai graffiti, fino a diventarne
l’emblema. La sua estrema versatilità la rende perfetta per qualsiasi tipo di rappresentazione,
ma richiede una particolare abilità manuale per ottenere risultati di alto valore. Il flusso di
vernice che viene nebulizzato dalla bomboletta risulta efficace per creare sfumature ed
effetti d’ombra, e al contempo ugualmente valido per contornare le immagini con una linea
netta e precisa, ottenibile accorciando la distanza tra l’erogatore e il muro.
La bomboletta è lo strumento prediletto da artisti come Pao e Alice Pasquini, che ha portato
il suo impiego a livelli certamente eccezionali.

Lo stencil consiste nella creazione di una maschera in cartone o, per risultati migliori, in
acetato. L’impiego dello stencil permette di creare opere dal realismo impressionante, se la
preparazione è stata eseguita in modo efficace, e consente la copia del soggetto in un
numero potenzialmente infinito. Dopo aver creato la maschera dello stencil, essa viene
applicata al muro e cosparsa di colore, per poi essere rimossa, così da poter ammirare il
risultato finale dell’opera. Per lavori più complessi, sono spesso utilizzati diversi stencil
sovrapposti che consentono l’utilizzo di un certo numero di colori per dar maggior realismo
alla rappresentazione.
Gli artisti che utilizzano gli stencil hanno raggiunto incredibili risultati in tutto il mondo,
giungendo ad essere i più popolari e ricercati. Ricordiamo il già citato Banksy ( in copertina
), gli italiani Orticanoodles, il francese Blek le Rat e tanti altri, tra cui Lucamaleonte, Sten &
Lex e C215.

Un'altra tecnica molto diffusa è l’impiego dei poster. Si tratta di stampe di grandissime
dimensioni, anch’esse potenzialmente ripetibili all’infinito, applicate direttamente su muri
ed elementi di arredo urbano, come pensiline e cartelloni pubblicitari. I poster consentono
una straordinaria velocità di azione e grazie alla loro versatilità ( possono essere applicati
ovunque ) sono largamente utilizzati. Provengono da una lunga tradizione, che va da usi
commerciali a usi politici di propaganda, e lo stile con cui vengono realizzati è fortemente
4
influenzato da questo passato: forme semplici, colori elementari
e slogan facilmente memorizzabili.
Esempi perfetti dell’impiego dei poster sono lo statunitense
Shepard Fairey, che nel 1989 tappezzò le città nordamericane
con poster che ritraevano il wrestler André the Giant
accompagnato dall’imperativo “Obey” ( obbedisci ), e il
francese JR con le sue installazioni fotografiche.
 Una versione più ridotta e più pratica dei poster è
rappresentata dagli stickers. Questi adesivi sono facilmente
stampabili e applicabili in grandi quantità, e di solito ritraggono
simboli che rappresentino l’artista che li utilizza.
Per via della loro accessibilità a chiunque, sono largamente
utilizzati anche dai writers, e spesso vengono applicati sui
cartelli stradali, rovinandone il rivestimento catarifrangente a
causa dell’adesivo applicato dietro ad essi. Per questo è
2 Il volto di Andrè the Giant nella
necessario tracciare un limite tra arte e vandalismo, perché
campagna Obey
sebbene lo sticker rappresenti un efficace metodo per diffondere
il proprio nome, il suo abuso rovina i
supporti su cui si applica, deturpando i
beni comuni e perdendo, di fatto, il suo
valore artistico e il suo messaggio.
Celebri sono gli stickers di Microbo,
Bo130 e della coppia Cuoghi-Corsello.

La forma di Street Art per eccellenza è
il murales, un pezzo unico dalle
dimensioni imponenti realizzato con
ogni tipo di tecnica ( dal pennello a
tecniche originali inventate da ogni 3 I numerosi e originali stickers di Microbo
singolo artista, come nel caso di
NemO’s ). Per creare questi maestosi capolavori, gli artisti operano frequentemente su
impalcature, su sollevatori meccanici, o si aiutano con bracci telescopici che consentono di
raggiungere con il pennello i punti più lontani dell’edificio su cui lavorano. Anche in questo
caso, l’abilità manuale osservata è di altissimo livello, e permette di ammirare opere
incredibili come quelle di Blu, del gruppo Canemorto, di Never2501, dell’originalissimo
NemO’s, dell’astratto Tellas, e di molti altri ancora.
Tutte queste tecniche sono impiegate dai maggiori esponenti della street art italiana. Di seguito ne
analizzeremo alcuni, i più noti e quelli più attivi, tralasciandone diversi, non perché meno
meritevoli, ma a causa del grande numero di artisti degni di nota e dello spazio ridotto a mia
disposizione.
5
2.1.1 BLU
Il maggior esponente italiano è, senza alcun dubbio, il
bolognese Blu. Attivo fin dalla fine degli anni Novanta, ha
iniziato la propria “carriera” come writer, agendo
principalmente nei dintorni dell’accademia delle Belle Arti di
Bologna. Blu opera sotto pseudonimo e la sua vera identità
non è ancora stata rivelata, nonostante sia stato inserito da
Tristan Manco, in un articolo su The Guardian ( agosto 2011
), tra i dieci migliori street artists attivi al mondo. Con il
passare del tempo, Blu sviluppa la propria tecnica,
abbandonando le bombolette spray e incominciando ad
impiegare il pennello e a dipingere pareti di dimensioni 4 L'opera di Blu a Lisbona che gli ha riservato
sempre maggiori, celando dietro alle proprie opere forti un posto nella classifica di Tristan Manco
messaggi di critica sociale, di anticapitalismo e di
antimilitarismo. Il suo nome comincia così a comparire sui muri delle capitali europee, nelle città
del nord America e dell’America Latina, fino a giungere in Palestina, sempre denunciando la
vacuità dei valori a cui si ancora la civiltà occidentale, in collaborazione con il concittadino e
altrettanto noto Ericailcane. Lo stile di Blu è inconfondibile: giganteschi uomini lividi impegnati
nelle attività più degradanti, imprigionati da lucchetti o catene simbolicamente dorati, sfruttati da
inquietanti individui che li guidano come marionette, connessi tra di loro tramite cavi elettrici; e
molto altro ancora. Il forte messaggio di denuncia celato dietro alle sue opere ha portato perfino alla
censura di alcuni lavori terminati, come il pezzo commissionato dal MOCA di Los Angeles
raffigurante bare avvolte da dollari, il quale fu ricoperto con vernice bianca appena 24 ore dopo
essere stato terminato.
I soggetti preferiti dall’artista
bolognese sono i soldi, le armi,
opportunamente trasfigurati, e
l’uomo, un uomo alienato,
reificato, mostruoso e spietato
verso i propri simili.
5 Il murales commissionato da MOCA, in seguito censurato.
2.1.2 NEMO’S
Attivo in tutto il mondo, NemO’s rappresenta una delle figure più innovative e originali nel
panorama artistico italiano. Il nome da lui scelto è lo stesso del capitano del libro Ventimila leghe
sotto i mari di Jules Verne, personaggio in cui l’artista si identifica in quanto si oppone alle guerre,
alle ingiustizie del mondo e al silenzio dei mari; Nemo è anche il protagonista di una serie di
fumetti a cui l’artista era appassionato, ma il nome è stato scelto soprattutto per il suo significato:
“nessuno”, emblematico del voluto anonimato di gran parte degli artisti di strada. Abbandonato il
6
writing, comincia a trasferire sul muro
alcuni dei suoi disegni. L’arte di NemO’s,
sebbene celi un evidente messaggio di
protesta sociale, assimilabile per certi versi a
quello di Blu, ricerca innanzitutto
un’armonia della composizione tra l’estetica
e l’emozione trasmessa dalle sue opere,
ottenuta attraverso volti sfigurati e uomini
deformi messi a nudo nella propria
mediocrità. Il particolare interesse di
NemO’s per l’aspetto formale delle sue
opere lo ha portato a sviluppare una tecnica
originale e inconfondibile che prevede
l’utilizzo di carta di giornale: il primo
elemento rappresentato di un essere umano è
il suo scheletro; in seguito, l’artista lo
ricopre con fogli di giornale, che lo
nascondano completamente, su cui poi 6 Un'opera di NemO's appena terminata e dopo dieci giorni. Si noti
l'effetto ottenuto con i giornali.
modella il corpo del soggetto. Terminata
l’opera d’arte, inizia il suo ciclo vitale: gli
agenti atmosferici, agendo sulla carta di giornale, la strappano dal muro in modo irregolare,
esponendo lo scheletro celato da essa, fino a farlo emergere completamente. Questa tecnica
estremamente semplice, ma originale e molto interessante sottolinea come anche un’opera d’arte,
così come l’uomo rappresentato da essa, sia transitoria, un ente di passaggio destinato a degradarsi
nel tempo, di cui non rimarrà altro che lo scheletro, macabro, spoglio e totalmente anonimo.
2.1.3 ORTICANOODLES
Il duo Orticanoodles prende il nome dal quartiere milanese di Ortica,
luogo in cui ha avuto inizio l’attività artistica del gruppo. A
differenza di gran parte degli artisti di strada qui citati, nessuno dei
due componenti ha iniziato la propria carriera come writer, ma
entrambi hanno impiegato da subito stickers, poster e, soprattutto,
stencil, nel cui uso sono divenuti maestri. L’arte di Wally e Alita,
questi i nomi degli artisti che formano il gruppo, nasce da un
desiderio di denuncia sociale particolarmente violenta, tanto da
ricercare, nelle loro prime opere, l’illegalità, in una sorta di guerriglia
contro il sistema, a colpi di colore e forma. I soggetti preferiti dal duo
sono personaggi famosi, verso i quali i due componenti nutrono
7 il celebre ritratto di Salvador Dalì
profondo rispetto o contro i quali si scagliano in atti di protesta di Orticanoodles.
tramite rappresentazioni satiriche macabre e violente, come nel caso
7
del ritratto di Adolf Hitler. Peculiare di Orticanoodles è la tecnica “stencil on stencil”. Essa consiste
nella stesura di uno sfondo costituito da messaggi scritti in calligrafia sul quale viene impresso un
volto umano conosciuto che copre le parole fino a renderle irriconoscibili, mescolando il messaggio
con l’abilità artistica e l’estetica estremamente realistica e ricercata.
2.1.4 CANEMORTO
Un’aura di mistero avvolge il trio
brianzolo Canemorto. Viaggiando
nelle capitali europee e dell’America
Latina, ovunque si notano volti
deformi, dall’aspetto inquietante e
sinistro, recanti la firma, anch’essa
macabra, Canemorto. Le identità dei
tre componenti sono sconosciute,
tanto che si rifiutano di farsi
fotografare. Domandando loro il
significato dell’insolito nome, la
risposta viene data immediatamente,
in modo semplice e chiaro:
<<Quante volte capita di vedere il
cadavere di un animale mutilato ai 8 Canemorto al lavoro a Cassina de' Pecchi (MI).
bordi della strada? Subito proviamo
ribrezzo, ma in fondo ne siamo attratti, tanto da essere rapiti da quella visione, e desiderare
addirittura di toccare la salma>>. Così le forme spigolose e angoscianti delle loro opere rapiscono
lo sguardo dei passanti, che si immobilizzano ammaliati da immensi murales affascinanti e al
contempo raccapriccianti.
2.1.5 TELLAS
Il
cagliaritano Tellas
ha
abilmente fuso l’indole da artista
di strada con un’attenzione
particolare e in continua
evoluzione all’aspetto riflessivo
dell’arte. Nel 2014 è stato
inserito nella classifica dei 25
street artists più interessanti al
mondo dal giornale Huffington
Post US. Tellas dipinge su
diversi supporti, compresi tele e
fogli di carta, e realizza anche 9 Un imponete murales di Tellas presso Udine.
8
numerose e particolari installazioni, partecipando a importanti manifestazioni ed esponendo in
musei di fama internazionale. Ma il nostro interesse è concentrato sulla sua pittura parietale:
l’artista sardo offre delle proprie interpretazioni degli elementi naturali e dei paesaggi tipici
dell’isola natia in chiave puramente astratta e riflessiva, creando giochi cromatici e di contrasto tra
le forme. L’intimità della riflessione dell’artista viene pienamente compresa e condivisa
dall’osservatore, che rimane ammaliato da forme sinuose che impattano con spigoli e geometrie
rigorose.
2.1.6 NEVER2501
Altrettanto
riflessivo
è
l’artista
Never2501. Il suo particolare stile è dato
dall’impiego di linee monocromatiche su
uno sfondo piatto e ugualmente
monocromatico. L’abile gioco di contrasto
e di linee parallele tra loro e sinuose
permette di ottenere un effetto di illusione
ottica che simula efficacemente la
tridimensionalità
del
soggetto
rappresentato. Si tratta in prevalenza di
soggetti astratti, ma nelle sue opere non
mancano animali ed elementi naturali vari.
Altro elemento amato dall’artista è il
cerchio:
collocando
alcuni
cerchi 10 La facciata della scuola elementare di Cassina de' Pecchi (MI)
concentrici in punti particolari dei suoi firmata Never2501.
murales, Never2501 attira continuamente
l’attenzione dell’osservatore al loro centro. Focalizzandosi su essi, lo sguardo è poi libero di
spaziare attraverso i vari dettagli, ma tornando sempre al punto di partenza, donando organicità e
coesione ai capolavori di 2501. Sebbene la sua arte sia di difficile comprensione, Never è molto
attivo in festival di street art in cui si cerca di dare nuova vita a edifici fatiscenti o degradati, come
nel caso della scuola elementare di Cassina de’ Pecchi ( MI ).
2.1.7 ALICE PASQUINI
Ancora fedele all’utilizzo delle bombolette spray, la romana Alice Pasquini ha affinato la sua arte
raggiungendo risultati di altissimo livello. Molto attiva in tutte le più grandi città d’Europa e del
mondo, l’artista laziale ha sviluppato particolari interessi per le emozioni umane, in particolare per
quegli effimeri sentimenti che nascono in ognuno di noi nel momento in cui si incontra per strada
uno sconosciuto con cui si incrociano gli sguardi, talvolta scambiando un sorriso o un gesto di
saluto. I soggetti preferiti di Alice sono le donne, donne forti ed emancipate, ma rappresentate in
modo ben diverso dalle donne stereotipate che si vedono in televisione o sui cartelloni pubblicitari,
9
forti soltanto del proprio aspetto fisico. La particolare attenzione dell’artista verso gli sguardi rende
le sue opere fortemente espressive, talvolta addirittura ipnotiche.
I suoi lavori si possono ammirare sui muri delle città di tutto il mondo, perfettamente calate
nell’ambiente in cui sono collocate, in quanto Alice presta moltissima attenzione al luogo e al
contesto in cui dipinge.
11 Uno dei celebri volti femminili di Alice Pasquini a Roma.
2.2
LA POESIA DI STRADA
In tempi recentissimi, si sta sviluppando una nuova forma d’arte pubblica, una branca della Street
Art che coniuga l’aspetto estetico ad una forma di comunicazione più diretta e meno criptica
dell’immagine: la Poesia di Strada. Questo movimento da poco nato si è già largamente diffuso in
tutta Italia. L’obiettivo che si prefissano gli artisti che hanno abbracciato questa forma di
espressione è di offrire ai passanti uno spunto di riflessione, fermando il loro svelto camminare per
una manciata di minuti e invitandoli a leggere attentamente i componimenti e di meditare sul
messaggio in essi contenuto, con una particolare attenzione per l’aspetto estetico e calligrafico.
L’abilità manuale e la fantasia si uniscono con una ricerca sempre più approfondita di nuovi
caratteri con cui scrivere, giungendo alla creazione di stili unici e dai risultati impressionanti, come
i giochi di lettere di Piger, i disegni di parole dei varesotti Ste-Marta e le creazioni astratte di
Opiemme. Il nome più noto in questo campo è senza dubbio quello del milanese Ivan, tra i
principali promotori della poesia di strada.
2.2.1 IVAN E PIGER
Attivo già da diversi anni, Ivan ha incominciato la
sua carriera artistica a Milano, obiettivo principale
dei suoi “assalti poetici”. Il primo risale al 2003, e
cattura immediatamente l’ attenzione di cittadini e
giornalisti,
che
indagano
immediatamente,
contribuendo alla diffusione del suo nome e alla sua
12 Ivan in uno dei suoi "assalti poetici".
10
sempre crescente popolarità. Celebri sono le “scaglie”, aforismi e brevissime frasi poetiche scritte
rapidamente su muretti e altri supporti nei luoghi più frequentati di Milano. Celebre la frase che
recita “Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo”, scritta sulla
darsena di Milano. Il motivo che ha spinto Ivan a fare del muro il suo
foglio è l’intento di pubblicare le proprie poesie, seguendo il
significato letterale del termine: pubblicare significa, infatti, rendere
pubblico. Il suo intento è di liberare la poesia dalle scrivanie e dagli
studi, estraendola dal suo carattere elitario per offrirla alla gente
comune nel luogo in cui sia più facile comunicare con la massa: la
strada. L’artista milanese è anche molto attivo nel panorama culturale
cittadino, organizzando eventi e mostre aperti a tutti. Tra le sue trovate
ricordiamo
Pagina
Bianca,
l’enorme foglio di carta disteso in 13 Piger all'opera a Cassina de'
piazza Duomo a Milano, su cui Pecchi (MI)
ogni passante ha l’opportunità di
lasciare un proprio messaggio.
I grandi spazi bianchi lasciati dalle poesie di Ivan lo hanno
spinto a cooperare con altri artisti, che contribuivano con i
propri disegni a rendere l’opera più completa e esteticamente
elaborata. Questa ricerca sulla forma ha portato alla
collaborazione del poeta con Francesco Muti, già attivo come
singolo sotto il nome di Piger, pseudonimo dai molti significati.
Il pennello di Piger crea composizioni di parole e lettere in
calligrafia con uno stile unico e affascinante, preciso nelle
14 Un particolare di "Fasi Lunari" di Piger, forme ma vario nelle sfumature di ogni tratto. Oltre alla
presso Cassina de' Pecchi (MI).
scrittura, Francesco Muti si dedica anche alla pittura di opere
astratte, rappresentando elementi naturali, come la luna,
composti esclusivamente da lettere e segni di punteggiatura.
2.2.2 STE-MARTA
Il duo Ste-Marta ha iniziato ad operare
nel 2013. Sull’onda degli “assalti poetici”
di Ivan, i loro primi lavori consistono in
brevi frasi poetiche riportate su grossi
fogli, incollati sui muri di Milano e
Varese. L’interesse suscitato dalle
numerose opere ha portato il duo ad
impiegare tecniche più comuni nella
poesia di strada. Le saracinesche di tutta
Varese si costellano così di poesie scritte
in calligrafia e organizzate in giochi di
forme e colori. Ste-Marta diventa un
15 Marta del duo Ste-Marta all'opera a Varese.
11
nome sempre più conosciuto, e i due componenti cominciano ad operare anche a Milano, Genova e
altre città italiane, partecipando a meeting e festival di poesia e arte di strada, sperimentando nuove
tecniche e intraprendendo la progettazione di installazioni che si fondono e dialogano con
l’ambiente in cui sono immerse. I due varesotti hanno anche partecipato a eventi internazionali,
come quello di re-mapping, organizzato in una cittadina romena. Le poesie di Ste-Marta trattano di
svariati argomenti: da messaggi a sfondo sociale, a lettere poetiche rivolte ai passanti, con una
particolare attenzione ai giovani, fino a giungere a componimenti che trattano di personaggi comuni
da loro conosciuti durante la loro attività. La loro calligrafia dalle forme sinuose crea un’armonia
con il supporto su cui è riportata, affascinando l’osservatore ancora prima di cimentarsi nella lettura.
2.2.3 OPIEMME
Opiemme è senza dubbio uno dei più originali street artists attivi
oggi. La sua unicità lo ha portato a partecipare a numerose
esposizioni e a diversi eventi, ricercatissimo in tutto il mondo e
vincitore di diversi premi. Operò ad Haiti in seguito al terremoto che
colpì l’isola, con il noto progetto “Ask the Dust, ask the People”.
Attivo in tutta Italia e all’estero, l’artista torinese coniuga
perfettamente immagine e poesia, fondendo nelle sue opere
rappresentazioni realistiche o astratte e parole, che prendono forma
creando un legame indissolubile tra messaggio e aspetto estetico. I
suoi capolavori rappresentano perfettamente l’unione tra street art e
poesia, dove la parola diventa oggetto da osservare e le immagini
diventano messaggi da leggere, in componimenti impreziositi da
accorgimenti tecnici e giochi di colore talvolta inquietanti talvolta 16 Opiemme, "tributo a Wislawa
Szymborska", Gdansk, Polonia.
affascinanti. Ricorrente nelle sue opere è l’impiego del cerchio,
studiato e trattato ogni volta in modo differente. Un altro soggetto caro ad Opiemme è il corvo,
rappresentato componendone la silhouette con l’espressione “nevermore”, tratta da “Il Corvo” di
Edgar Allan Poe. L’artista è tuttora attivo, mosso dalla sua ricerca di una poesia innovativa che si
mescola e comunica con l’immagine.
3. CONCLUSIONE
Abbiamo analizzato il fenomeno per dare una risposta alla domanda “cos’è la Street Art?”, risposta
che non sarà mai univoca e definitiva, in quanto il mondo dell’arte di strada è in continua
evoluzione. È una realtà che si sta sviluppando in questi anni, rendendo difficile un’interpretazione
chiara e unitaria di questa forma di arte, che però continua ad attrarre e ad affascinare un pubblico
sempre più vasto e variegato, il quale si schiera in sua difesa o la accusa come puro atto di gratuito
vandalismo. Astenendoci dalle contese in ambito legale riguardo all’operare di questi artisti ( o
vandali, a seconda della propria posizione ), abbiamo cercato di commentare ed analizzare opere,
tecniche e stili di ogni singolo, facendone emergere l’abilità e l’originalità, senza dubbio lodevoli e
degni di nota anche dal punto di vista del risultato e del suo valore estetico.
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4. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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
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




Street Art, di Duccio Dogheria, allegato alla rivista ArteDossier, novembre 2014
http://www.opiemme.com/it/#
http://www.alicepasquini.com/
http://www.whoisnemos.com/
http://www.2501.org.uk/
http://www.orticanoodles.com/
http://www.streetartbio.com/
http://www.winnicott.it/
http://www.tellas.org/
http://www.blublu.org/
http://www.succedeoggi.it/2014/02/lezione-street-art/
13