obiettivi e risultati del piano locale giovani dell`ambito territoriale di

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obiettivi e risultati del piano locale giovani dell`ambito territoriale di
Sperimentazione Piani Locali Giovani
PLG.MAGAZINE
obiettivi e risultati del piano locale giovani dell’ambito territoriale di Sondrio
Albosaggia|Berbenno di Valtellina|Caiolo|Caspoggio|Castello Dell’Acqua|Castione Andevenno|Cedrasco|Chiesa in Valmalenco|Chiuro|
Colorina|Faedo Valtellino|Fusine|Lanzada|Montagna in Valtellina|Piateda|Poggiridenti|Ponte in Valtellina|Postalesio|Sondrio|Spriana|
Torre di Santa Maria|Tresivio
1
nr.
2010
Azione 1
Lavoro
In copertina foto progetto Dancing Dale
Indice
Azione 1
Lavoro
3. Azione 1 in sintesi
4. Newsletter Orientamento. Valtellina Lavoro
8. Promozione dell’Osservatorio Astronomico “Giuseppe Piazzi”. Comune di Ponte in Valtellina
12. Valorizzazione del Miele nell’ambito dei prodotti tipici della Valtellina. APAS
15. ProMuovere - Accessibilità per tutti. C.S.V. L.A.Vo.P.S.
18. Ecodellevalli.it. Bonazzi Grafica srl
Azione 2
C
on questa iniziativa editoriale è stato creato
un supporto agli obiettivi e ai risultati del
Piano Locale Giovani. Il PLG.Magazine, infatti, è nato con la volontà di raccontare il
lavoro di molti ragazzi e ragazze valtellinesi
e delle persone, delle aziende e degli enti
che li hanno sostenuti. In questo nr. 1 vi presentiamo
cinque progetti che hanno come protagonisti altrettanti
giovani neolaureati, diamo visibilità ad otto giovani talenti creativi che hanno vinto l’omonimo Bando e apriamo
la sezione Eccellenze presentando chi abbiamo ritenuto
essere rappresentativo di questa categoria. Infine viene
presentata la Rubrica dedicata ai Servizi Integrati e la
sezione Aggiornamenti in cui si dà voce ai progressi dei
progetti presentati nei numeri precedenti.
Simona Viganò
Creatività
20.
20.
22.
24.
26.
28.
30.
31.
32.
Azione 2 in sintesi
Dancing Dale
Finchè morte non ci unisca (Io, Lui ed il Fratello)
Dire, fare, mangiare. Campagna contro l’anoressia
Racconti di Pietra
Cose di Cuore
Viaggi. Alla ricerca di se stessi
Il Fantasma di Cantervile
Un treno, una valle
Azione 3
Eccellenza
34. Azione 3 in sintesi
34. Dirupi
36. Ecomuseo della Valgerola
R Rubrica Servizi Integrati
Informagiovani<->Policampus
38. Informagiovani a Scuola
40. Intervista a Valentin Potier
A Aggiornamenti
42. Amici per la pelle. Fondazione Albosaggia
Il Piano locale Giovani (PLG)
Una proposta strategica per i comuni nell’ambito delle politiche giovanili
Il Progetto di Sperimentazione biennale dei Piani Locali Giovani, promossi e sostenuti dal Dipartimento della Gioventù - Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la collaborazione dell’A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni
Italiani) e la Rete Iter, nasce con l’obiettivo di sostenere l’azione degli Enti locali nel campo delle Politiche giovanili. Il Piano Locale Giovani (PLG) costituisce, quindi, una proposta strategica per il rafforzamento dei processi
di innovazione delle politiche giovanili realizzate dagli Enti locali. Si tratta di uno strumento operativo in grado di
disegnare e realizzare interventi che tengano conto delle risorse e delle peculiarità degli ambiti sociali e territoriali
nei quali dovranno attuarsi e di produrre effetti che rispondano ai bisogni locali. La sperimentazione PLG vede
coinvolti diversi Comuni italiani ed associazioni di Comuni, i quali hanno avviato un processo di programmazione
in grado di rispondere alle priorità che ogni territorio presenta rispetto alla condizione di autonomia giovanile. Al
PLG partecipano i comuni dell’Ambito territoriale di Sondrio, con il Comune di Sondrio nel ruolo di ente capofila.
Per la seconda edizione del PLG sono state previste tre azioni che hanno l’obiettivo di sviluppare e promuovere il
lavoro, la creatività e l’eccellenza giovanile.
Azione 1 in sintesi
Progetti innovativi per lo sviluppo e l’innovazione locale con il contributo di giovani neolaureati
La prima azione del PLG è stata finalizzata a promuovere Bandi di concorso per la presentazione di progetti per
lo sviluppo e l’innovazione locale, che prevedessero il coinvolgimento e la valorizzazione di neo-laureati di età non
superiore ai 30 anni.
Foto di Sara Bombardieri
3/nr. 1/2010
Azione 1
Lavoro
Newsletter Orientamento
VALTELLINA LAVORO
Sol.Co. - Informagiovani
Fondazione Gruppo Credito Valtellinese
Confindustria Sondrio
Valtellina Lavoro
Via De Simoni, 15 - 23100 Sondrio
0342.212.582
www.valtellinalavoro.it
[email protected]
www.facebook.com (profilo: Valtellina Lavoro srl)
Carolina Trivella
Giovane Neolaureata
Laurea Specialistica in Archeologia classica presso l’Università degli Studi di
Pavia.
Prima di questa esperienza, durante gli studi universitari, ha lavorato con
continuità per acquisire sempre più esperienza e sviluppare le proprie capacità
relazionali. Tra le diverse attività svolte: le cento ore universitarie presso l’Ufficio
Relazioni Esterne, hostess, promoter.
Per Valtellina Lavoro inizia a luglio 2009 uno stage formativo come Selezionatore
Junior.
Valerie Schena Ehrenberger
Responsabile di Progetto
Amministratore unico di Valtellina Lavoro.
Il progetto
L’ente promotore
Valtellina Lavoro nasce nel 2001 da un’iniziativa di alcuni imprenditori valtellinesi, ponendosi come prima azienda del territorio dedita alla ricerca e selezione di profili
specializzati assunti direttamente dalle aziende clienti.
È conosciuta come società di ricerca e selezione del
personale che fornisce servizi professionali per il reclutamento quali: ricerca attiva attraverso l’utilizzo di diversi canali e la collaborazione con enti pubblici e privati,
un completo processo di selezione, testing di verifica
delle competenze, elaborazione del profilo professionale e personale del candidato. Valtellina Lavoro è attiva
anche nella consulenza aziendale e nella formazione
con l’obiettivo di valorizzare il neoassunto e il personale
dell’azienda cliente; a questo proposito fornisce piani di
sviluppo e formazione per i dipendenti dei suoi clienti,
consulenza per la gestione del personale e la comunicazione interna. All’interno del PLG presenta il progetto
“Newsletter Orientamento” che ha finalità orientative e
formative sulla realtà socio-economica valtellinese.
4/nr. 1/2010
Le finalità
Il progetto “Newsletter Orientamento” ha come target i
neodiplomati valtellinesi che frequentano gli istituti e i
licei presenti nella Provincia di Sondrio. Le premesse
su cui si basano gli obiettivi di questo intervento sono
le difficoltà delle aziende valtellinesi nel trovare profili
idonei alle proprie esigenze, infatti molti giovani lasciano la nostra provincia per continuare il loro percorso
formativo e professionale altrove. Rintracciarli, per fornirgli un’adeguata informazione sul tessuto economico
e sull’offerta lavorativa valtellinese, diventa tanto più
difficile quando sono le stesse università a non fornire
sempre gli elenchi completi dei propri studenti. Nasce
quindi, su intuizione dell’amministratore di Valtellina Lavoro, Valerie Schena Ehrenberger, la voglia di creare un
nuovo strumento informativo, veloce ed immediato, che
contatti i giovani valtellinesi prima che lascino il nostro
territorio affinché siano informati e coscienti delle opportunità professionali presenti. Lo scopo è sia di poter
incentivare un futuro ritorno, concluso il loro percorso
formativo, sia di poter evidenziare i concreti sbocchi
professionali che offre il mercato (quest’ultimo aspetto,
nello specifico, è rivolto a chi continua gli studi affinché
faccia una scelta consapevole e a chi decide di inserirsi subito nel mondo del lavoro). Con questi obiettivi
e grazie all’apporto professionale di una giovane neolaureata si è creata una newsletter e una pagina facebook dedicata che si rivolgono direttamente ai giovani
ragazzi valtellinesi. Questo progetto si sviluppa anche
grazie alla creazione di una rete con diversi partner (Informagiovani, Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e
Confindustria Sondrio), la quale ha permesso non solo
una maggiore informazione sulle finalità perseguite, ma
anche uno scambio reciproco dei contatti mail raggiunti,
sviluppando così una cooperazione sinergica. Ad oggi
la newsletter viene inviata a quasi 900 giovani neodiplomati.
L’intervista a Valerie Schena Ehrenberger
e a Carolina Trivella
informarli sulle iniziative che riguardano il mondo del
lavoro.
Per raggiungere queste finalità a quale strumento
informativo avete pensato?
V.S.E. - L’obiettivo é quello di raggiungere i ragazzi diplomati nel 2009, per questo motivo è stato indispensabile l’apporto di Carolina Trivella. Avere la collaborazione
professionale di una giovane ragazza è risultato fondamentale per trovare mezzi e linguaggi idonei al target
di riferimento, che potessero informarli in linea con le
loro abitudini di comunicazione. Con questa premessa
abbiamo pensato ad una newsletter che a cadenza regolare viene inviata a tutti i ragazzi neodiplomati iscritti
all’iniziativa e ad una pagina facebook dedicata.
Come si è strutturato il lavoro?
C.T. - Il primo passo è stato quello di raccogliere gli
indirizzi e-mail dei neodiplomati nell’anno scolastico
2009/2010. Durante questa fase è stata estremamente
Quando e perché è stato pensato questo progetto? utile la collaborazione dei partner coinvolti nel progetto,
V.S.E. - In questi anni di lavoro nella mia azienda ho ve- grazie ai quali abbiamo organizzato anche degli incontri
nelle scuole. In seguito è iniziato il lavoro di redazione
rificato personalmente la veridicità di quello che
delle newsletter. Le prime due le abbiamo inviacomunemente viene definito il fenomeno della
te a tutti i neodiplomati 2009 dei quali avevamo
“fuga dei cervelli”. Spesso lo si trova discusso
l’indirizzo e-mail, ad oggi sono quasi 900 ragazzi.
sulle pagine dei giornali nazionali con riferimento
Per ragioni di immediatezza informativa, la newall’Italia e all’apertura verso i giovani che altre nasletter ripropone sempre tre tematiche
zioni dimostrano creando maggiori posprincipali: orientamento, presentaziosibilità; ma, volendo con il mio lavoro
ne delle aziende valtellinesi e offerta
Uno
dei
punti
di
forza
di
questo
ridimensionare l’area di riferimento,
lo stesso problema lo si riscontra in progetto è la risposta da parte lavorativa. A novembre inoltre abbiamo attivato una pagina facebook perdei giovani contattati: sono
Valtellina. Ho constatato che nel mosonalizzata. Le potenzialità di questo
loro che spesso sottolineano
mento in cui un ragazzo si trasferisce,
diffuso social network si sono rivel’importanza
di
conoscere
il
per ragioni formative o professionali,
fuori dalla nostra Provincia, difficil- proprio territorio e le possibilità late tanto più importanti tanto quanto
non solo raggiungiamo un numero di
lavorative che offre
mente rientra e con altrettanta rarità
ragazzi sempre più elevato, ma posmantiene un legame con la sua terra,
siamo
collegarci
anche
ai gruppi delle diverse scuole
se non di tipo affettivo. Con questo progetto vogliamo
parlare ai giovani neodiplomati e contattarli per offrir- superiori.
gli un’adeguata informazione sul nostro tessuto socioQuali sono i punti di forza di questo progetto?
economico. Vorremmo rendere visibile, agli occhi dei
ragazzi, le possibilità che una piccola-media azienda C.T. - Innanzitutto la risposta da parte dei giovani contatpuò regalare in termini di crescita professionale, affin- tati: sono loro che spesso suggeriscono e sottolineano
ché venga considerata seriamente tra i possibili sbocchi l’importanza di conoscere il proprio territorio e le possilavorativi. È ancora troppo diffuso il mito della multina- bilità che offre. In secondo luogo la collaborazione con
zionale e ancora troppo sconosciute le potenzialità di i partner e tutti i risultati che questa importante rete ha
un’azienda di piccole e medie dimensioni, nella quale, permesso di raggiungere, come per esempio il numero
invece, è più facile essere proattivi e sperimentare di- di contatti e la sinergia tra iniziative che hanno lo stesso
ambito di riferimento. Infine l’utilizzo di facebook come
verse posizioni.
strumento di rete sociale: ho provato altri canali, ma
Quali problemi vorreste contribuire a risolvere? questo è risultato in assoluto il più efficiente ed efficace.
V.S.E. - Vorremmo semplicemente colmare la non coQuali sono le criticità che avete riscontrato?
noscenza del mercato del lavoro valtellinese ed offrire
un panorama delle aziende presenti. Sostenere i ragazzi C.T. - Come ogni progetto al suo primo anno di vita, rinel momento in cui muovono i primi passi alla ricerca chiede una continua e quindi sempre maggiore connesdi un’occupazione, elencargli le possibilità professionali sione. Sia con i nostri partner, sia con gli Istituti superiori
e di stage a cui possono candidarsi qui in Valtellina ed valtellinesi. In secondo luogo vogliamo lavorare affinché
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Azione 1
Lavoro
ci si avvicini sempre di più all’ottica di un neodiplomato: bisogna coltivare un feedback progressivamente più
costruttivo. In questo senso abbiamo pensato di sottoporre un questionario che faccia emergere esigenze
e metodi di comunicazione che rendano il progetto più
accattivante.
V.S.E. - A proposito di feedback e di nuove idee utili per
un neodiplomato, Carolina ha proposto di realizzare simulazioni di colloqui nelle scuole. Per questo, affinché il
progetto possa crescere sempre di più, il rapporto con
i licei e le scuole professionali è davvero fondamentale.
Inoltre è altrettanto importante costruire una solida rete
con tutti gli enti che si occupano del settore occupazione, non solo per creare sinergia che amplifichi le potenzialità del singolo, ma anche per ottimizzare il lavoro
ed evitare sovrapposizioni. Bisognerebbe impostare un
coordinamento positivo a livello organizzativo ed operativo, costruire un dialogo per capire cosa c’è e cosa
manca.
L’esperienza professionale.
Carolina Trivella inizia presso Valtellina Lavoro uno stage formativo a Luglio 2009 proseguito in una collaborazione per il progetto “Newsletter Orientamento” anche
grazie ai contributi del Piano Locale Giovani. Come ha
sottolineato Valerie Schena Ehrenberger, aver potuto
contare sul suo contributo professionale nella fase di
start up del progetto ha permesso non solo l’ideazione di
nuove idee più in linea con il mondo di un neodiplomato,
ma anche l’utilizzo di un linguaggio comunicativo molto
più efficiente. I giovani, le loro idee e la loro formazione,
sono, per la responsabile, una risorsa necessaria che
va inserita in un meccanismo di complementarietà con
l’esperienza di chi lavora da più anni.
Quali sono stati gli aspetti
più formativi di questa esperienza?
C.T. - Tutti gli aspetti che riguardano le risorse umane in
termini di gestione delle relazioni e di selezione. Inoltre
la conoscenza del tessuto economico e sociale della
Provincia di Sondrio. A livello trasversale, per qualsiasi
altra occupazione che va al di là di questo ambito professionale, ho imparato a lavorare per obiettivi, essere
partecipe ad un progetto in tutte le sue fasi, da quella di
ideazione e di start up, a quella operativa e conclusiva,
nonché ho sviluppato la capacità di redigere testi secondo le modalità richieste dall’obiettivo per cui vengono
pensati.
Partecipare all’iniziativa “Newsletter orientamento” ha significato per la Fondazione un
indiscusso complemento all’attività di orientamento che da anni proponiamo tramite il centro il Quadrivio. Le finalità di fatto coincidono
con la nostra volontà di sostenere un miglior
raccordo tra domanda e offerta di lavoro in
provincia, partendo proprio dalla divulgazione
di informazioni aggiornate e, soprattutto, utili
ad effettuare un processo decisionale per la
scelta di un percorso di studi e professionale
che consideri anche le caratteristiche del territorio. La nostra esperienza ci evidenzia come i
ragazzi scelgano spesso in base a meccanismi di imitazione, pregiudizi e ambizioni, mentre per noi è necessario che essi considerino,
oltre alle caratteristiche personali di interesse
e potenzialità, le richieste del mercato del lavoro e la conseguente richiesta di competenze specifiche. Solo così si riuscirà a incen-
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tivare l’occupabilità da un lato e lo sviluppo
economico dall’altro. Per fare questo occorre
incentivare la conoscenza del lavoro e delle
opportunità che il sistema produttivo provinciale offre; la newsletter è indubbiamente uno
strumento efficace per tale scopo. Infine, la
possibilità di collaborare e creare sinergie con
altri enti ed istituzioni è per noi fondamentale
per rafforzare le azioni del servizio offerto che
assumono così maggior condivisione ed una
connotazione di sostenibilità.
Cinzia Franchetti
Responsabile Orientamento e Formazione
Fondazione Gruppo Credito Valtellinese
7/nr. 1/2010
Azione 1
Lavoro
Promozione dell’Osservatorio
Astronomico “Giuseppe Piazzi”
COMUNE DI PONTE IN VALTELLINA
Comunità Montana Valtellina di Sondrio
Parco delle Orobie Valtellinesi
Centro doc. Aree Protette di Sondrio
CAI Sezione di Ponte
Riserva dei Bordighi
Comune di Ponte in Valtellina
Via Roma, 12- 23026 Ponte in Valtellina (So)
0342.482.222
[email protected]
Per Prenotazioni e Informazioni
345.1334381
www.biblioponte.it/osservatorio
di alta qualità sia diurna che notturna, mentre, in
a 1238 m. slm. La posizione privilegiata lo rende
termini di struttura, l’Osservatorio Astronomico
l’osservatorio astronomico più alto di Lombardia
Giuseppe Piazzi sorge a San Bernardo, all’ultimo
e uno dei più alti d’Europa, garantendo una ormai
piano dell’edificio comunale della colonia monrara assenza di inquinamento luminoso.
tana. Questa struttura permette di offriL’osservatorio è stato inaugurato il 24
re una sala conferenze, camere da letto,
ottobre 2009 con l’intervento di diversi
l’Osservatorio è dotato di
esperti provenienti da Milano, Bologna strumentazione di alta qualità servizi igienici, cucina, sala da pranzo e
diversi spazi comuni, consentendo una
e Como. Il successo, l’entusiasmo, ma
per l’osservazione sia diurna
che notturna
possibilità ricettiva di quaranta persone
soprattutto il prestigio di questa struttura
per il pernottamento e di ottanta per la
ha portato l’amministrazione comunale,
in collaborazione con l’AAV, a pianificare un lavoro volto visita. Inoltre, la località montana di San Bernardo, offre
alla sua organizzazione e alla sua promozione, allo sco- un paesaggio ancora intatto, nessun tipo di inquinamenpo di svilupparne un utilizzo in sintonia con i principi di to luminoso e un percorso botanico adiacente all’Osservatorio.
ricerca e di uso amatoriale per i quali è stata pensata.
L’intervista a Rino Vairetti,
Elena Folini e Giulia Giana
Quando è stato pensato questo progetto?
Giulia Giana
Giovane Neolaureata
Laurea specialistica in Teoria e Tecniche della Comunicazione Mediale, Facoltà di
Lettere e Filosofia, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Da febbraio 2007 per due anni è responsabile delle Iniziative speciali presso la Casa
editrice Edinat di Milano.
Ha esperienze come responsabile ufficio stampa e come collaboratrice
nell’organizzazione di eventi culturali sul territorio valtellinese nell’ambito di festival
ed eventi legati alla promozione e valorizzazione delle peculiarità del territorio quali
Sondrio Festival e festival I giorni della Pietra.
Elena Folini
Responsabile di Progetto
Assessore alla cultura del Comune di Ponte in Valtellina.
Rino Vairetti
Direttore Osservatorio Astronomico “Giuseppe Piazzi”
Hanno partecipato all’intervista gli astrofili dell’Associazione Astrofili Valtellinesi
di Ponte in Valtellina.
Il progetto
L’ente promotore
Il Comune di Ponte in Valtellina è una realtà locale tra le
più antiche e vivaci della Valtellina. Da anni le sue amministrazioni e i suoi residenti dimostrano una particolare sensibilità nell’organizzazione e nella promozione di
iniziative culturali, ambientali e, in generale, di sviluppo
sociale. Come per esempio “Ponte in fiore”, manifestazione culturale tra le più conosciute e apprezzate che da
oltre trent’anni porta in Valtellina eventi di grande interesse, mostre d’arte e di fotografia, concerti, spettacoli
teatrali e da ultimo quest’anno ha ospitato anche due appuntamenti del progetto “Giovani Talenti Creativi”, grazie
ai quali ragazzi con talento artistico hanno potuto trovare
un loro palcoscenico e i visitatori spunti, stimoli e con-
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fronti culturali, nell’accezione più ampia del termine.
Quest’anno l’Amministrazione Comunale di Ponte ha
partecipato al secondo bando del Piano Locale Giovani
ed ha ottenuto un finanziamento per lo sviluppo e la promozione dell’Osservatorio Astronomico Giuseppe Piazzi.
Le finalità
Grazie all’impegno e alla volontà di sindaci e assessori
che si sono succeduti negli ultimi dieci anni, grazie al
sostegno dei residenti e grazie alla dedizione dell’Associazione Astrofili Valtellinesi di Ponte (AAV), nel 2001 è
nata l’idea di realizzare l’Osservatorio Astronomico Giuseppe Piazzi. Dedicato al celebre concittadino, astronomo vissuto tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo,
conosciuto ai più come lo scienziato che nel 1801 ha
scoperto Cerere, l’osservatorio si trova a San Bernardo,
E.F. - All’indomani dell’inaugurazione dell’Osservatorio
Astronomico, il 24 ottobre 2009, abbiamo iniziato a pensare a come organizzare e pianificare lo sviluppo, l’utilizzo e la promozione della struttura. Ci è sembrato quindi
necessario definire le linee di forza che avrebbero reso
l’Osservatorio conosciuto e visitato, per poi trasmetterle in modo mirato e coerente. E’
stata stipulata una convenzione
tra l’Amministrazione Comunale
e l’Associazione Astrofili Valtellinesi per regolare il buon utilizzo
e il funzionamento della struttura.
In seguito sono state concordate
e pianificate le date di apertura
dell’Osservatorio per il pubblico
e quelle specifiche per le scuole
che, per questa fase di start up,
hanno interessato unicamente le
classi dell’Istituto Comprensivo
di Ponte in Valtellina. A partire
da settembre la proposta di visita verrà ovviamente rivolta a
tutte le scuole valtellinesi e non solo. Lo scorso autunno
abbiamo saputo che era stato predisposto il secondo
bando del Piano Locale Giovani attraverso il quale potevano essere finanziati progetti di collaborazione con
giovani neolaureati e abbiamo preparato la domanda
per poterci avvalere della collaborazione di un esperto
in comunicazione per la promozione dell’Osservatorio
Astronomico.
Quali sono le linee di forza che avete cercato di
sviluppare e far conoscere?
R.V. - Quello che volevamo fosse trasmesso sono l’esistenza e le potenzialità della struttura, in quanto sono
le sue stesse caratteristiche a delineare la sua forza e
a suscitare curiosità. A livello tecnico, infatti, l’Osservatorio è dotato di una strumentazione per l’osservazione
Quali sono gli obiettivi generali
che avete e che volete perseguire?
E.F. - Oltre alla conoscenza ed alla promozione dell’Osservatorio nel suo insieme, un importante obiettivo è
quello di creare una rete tra enti ed istituzioni in grado di
potenziare l’utilizzo e la conoscenza della struttura. Una
rete con università ed istituti di ricerca affinché, attraverso l’osservazione remota on line, possano usufruire
di ore di osservazione, ma anche, e soprattutto, una rete
con le istituzioni e gli enti locali per sviluppare e condividere le potenzialità dell’Osservatorio. Ci piacerebbe
creare una sinergia per ampliare
l’offerta didattica per le scuole, per sviluppare pacchetti che
uniscano la visita guidata diurna
(osservazione del sole, percorso
botanico…) a quella notturna e
ovviamente per creare ed offrire
conferenze e serate a tema.
Come si è strutturato il lavoro?
G.G. - La prima fase è stata analizzare i mezzi di comunicazione
da sviluppare. In realtà in un territorio come la Valtellina il passa
parola è fondamentale, ma bisognava pianificare la “comunicazione istituzionale” che avrebbe permesso alla struttura
di ottenere una visibilità più capillare. Il primo passo,
quindi, è stato quello di preparare il materiale per il sito
ufficiale dell’Osservatorio Astronomico Giuseppe Piazzi
(www.biblioponte.it/osservatorio). Parallelamente abbiamo preparato il materiale informativo da diffondere nelle
scuole e abbiamo organizzato i primi incontri didattici.
In seguito abbiamo iniziato a creare una rete con gli enti
locali e a lavorare con i “pacchetti” già esistenti: per
esempio stiamo studiando la possibilità di offrire escursioni botaniche (con la Riserva dei Bordighi, con il Parco
delle Orobie o con il Sentiero Botanico a San Bernardo)
con l’osservazione astronomica diurna, oppure serate a
tema. Infine, per diffondere la conoscenza della struttura
e delle sue attività, abbiamo pensato di creare cartoline
divulgative personalizzate.
9/nr. 1/2010
Azione 1
Lavoro
Quali sono le iniziative proposte
su cui vorreste creare una continuità?
E.F. - Grazie alla collaborazione dei partner del progetto e all’impegno dell’Associazione Astrofili di Ponte e al
lavoro di Giulia siamo riusciti ad organizzare giornate
didattiche per le scuole e serate a tema per i gruppi.
Entrambe hanno riscosso un enorme successo; una
base positiva sulla quale vorremmo lavorare per migliorarci continuamente ed offrire pacchetti sempre più interessanti. Inoltre, in collaborazione con l’Associazione
Astrofili Valtellinesi, offriamo una serata al mese aperta
al pubblico, grazie alla quale tutti potranno conoscere
l’Osservatorio e l’astronomia.
Quali sono i punti di forza di questo progetto?
R.V. - Come è già stato sottolineato la forza è nel fascino
stesso che la struttura genera: tutti i visitatori che abbiamo ospitato sono stati positivamente colpiti e anche
i ragazzi delle scuole hanno risposto con grande entusiasmo ed interesse. Noi stiamo cercando di ottimizzare
al meglio la conoscenza e le attività dell’Osservatorio
Astronomico. Ci tengo a sottolineare che il lavoro svolto
fin’ora e il grande riscontro ed interesse raggiunto è frutto anche del lavoro costante e professionale eseguito
in perfetta sinergia con l’AAV, che ha messo a disposizione dell’Osservatorio l’esperienza, la competenza e la
professionalità dei suoi soci, i quali hanno organizzato
conferenze, visite guidate e spiegazioni sempre adatte
al tipo di pubblico che si è presentato numeroso alle
serate organizzate. Sono convinto che proseguendo in
questa direzione e cercando di migliorare sempre di più
con nuove offerte e maggiori iniziative si potrà
contribuire a portare nelle case di tutti i cittadini locali e non una nuova passione: l’astronomia che, al momento, è conosciuta da poche
persone.
E.F. - Siamo convinti che l’Osservatorio Astronomico sia un punto di forza, non solo per
Ponte, ma per l’intera Provincia di Sondrio, e
che può rappresentare una leva importante per
lo sviluppo turistico e culturale del territorio.
Per questo motivo teniamo molto alla creazione di una rete sinergica, per far diventare
questa struttura un tassello che, insieme a tanti
altri, sviluppi una collaborazione generale che
permetta di raggiungere risultati positivi grazie
al potenziamento delle offerte culturali che la
Valtellina può mettere a disposizione dei suoi
cittadini e dei turisti.
Quali sono le criticità che avete riscontrato?
G.G. - La difficoltà maggiore è stato il poco
tempo a disposizione. Questi mesi sono serviti
per costruire le fondamenta di una comunicazione mirata e per iniziare a calibrare l’offerta.
Grazie alla sperimentazione di queste prime
settimane abbiamo capito come deve essere organizzata una serata tipo, cosa funziona
cosa no durante una gita didattica e cosa si
aspetta il pubblico. Ora è il momento di iniziare
a sviluppare una comunicazione capillare.
Quali sono stati gli aspetti
più formativi di questa esperienza?
G.G. - Innanzitutto lavorare per la comunicazione di una struttura in fase
di start up, la quale richiede una particolare elasticità sul lavoro e dove, a
differenza di strutture ben consolidate nelle quali tendono a specializzarti, ho imparato a gestire situazioni e
problemi molto eterogenei. In secondo luogo il rapportarmi ad una struttura statale, capire i metodi lavorativi
di un ente pubblico rispetto ad una
società privata. Infine sicuramente la
curiosità e il fascino che l’argomento
suscita.
10/nr. 1/2010
Il Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco ha
come finalità il supporto dell’informazione territoriale e la promo-commercializzazione per conto dei propri associati appartenenti al distretto di
Sondrio. Questo allo scopo che ci sia coesione
e coerenza nello sviluppo e nella promozione di
un territorio caratterizzato da comuni che, da
un punto di vista turistico, si presentano molto
diversi gli uni dagli altri. Per questa ragione è
indispensabile, all’interno di un disegno unitario, individuare le peculiarità che ogni comune
può offrire e svilupparle e promuoverle al meglio. Questa operazione deve passare prima sul
territorio di appartenenza e in seguito essere
trasferita al di fuori, affinché, intorno a queste
peculiarità, si sviluppi un flusso turistico. A questo proposito, l’Osservatorio Astronomico Giuseppe Piazzi di Ponte in Valtellina, si presenta
come una struttura di grande rilievo per il nostro
territorio, grazie alla quale possiamo sostenere
e promuovere l’interesse per l’astronomia. Vogliamo lavorare per svilupparne la migliore visibilità affinché diventi un punto di attrazione per
l’interesse di valtellinesi e turisti.
Roberto Pinna
Direttore Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco
11/nr. 1/2010
Azione 1
Lavoro
Valorizzazione del Miele nell’ambito
dei prodotti tipici della Valtellina
APAS - Associazione Produttori Apistici della provincia di Sondrio
Fondazione Fojanini
Politec
Multiconsorzio “Valtellina che gusto”
Associazione De Gustibus
Cooperativa GARDS
Associazione Apicoltori di Varese e di Brescia
APAS
Via Torchione, 26 - 23010 Albosaggia (SO)
0342.213.351
www.apicoltori.so.it
[email protected]
Alice Gaggi
Giovane Neolaureata
Laurea Triennale in Valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio montano presso la sede
distaccata di Edolo dell’Università degli Studi di Milano.
Da gennaio ad aprile ha lavorato al progetto “Valorizzazione del miele nell’ambito dei prodotti
tipici della Valtellina” grazie al quale ora è diventata Responsabile Tecnico dell’APAS.
Giampaolo Palmieri
Responsabile di Progetto
Presidente e legale rappresentate dell’APAS.
Il progetto
L’ente promotore
battimento dei costi, fattori che si traducono nella reale
opportunità di continuare la propria attività.
Le finalità
L’APAS, Associazione Produttori Apistici della proIl progetto “Valorizzazione del miele nell’ambivincia di Sondrio, nasce nel 1983 come erede del
to dei prodotti tipici della Valtellina” nasce con
Consorzio Provinciale Apicoltori. Con più di 300
l’obiettivo di stimolare e sostenere queiscritti, l’APAS ha il compito di fornire sersto importante settore produttivo valtelvizi ai soci e di operare per la salvaguarlinese. L’apicoltura è, infatti, un’attività di
L’apicoltura è un’attività di
dia e lo sviluppo del settore. Realizzando
nicchia con una produzione
nella pratica il vecchio principio di mer- di alta qualità che si inserisce nicchia con una produzione di alta qualità che si inserisce nel sistema agroalicato “cooperare per competere”, l’Asnel sistema agroalimentare
mentare delle comunità sia come reddisociazione si offre, per molti produttori
delle comunità come reddito
to integrativo importante, in un tessuto
integrativo importante, in un
di miele, come una concreta possibilità
socio-economico come quello montano,
tessuto
socio-economico
come
di operare. Struttura, strumenti e tecniquello montano
sia come prodotto tipico amato da turisti
ci sono a disposizione dei soci per una
e non. Per queste ragioni il progetto mira
continua e puntuale assistenza tecnica,
alla
promozione
dell’apicoltura valtellinese affinché si
sanitaria e amministrativa. Viene fornito materiale apistiinstauri,
nella
comunità,
una maggiore consapevolezza
co, organizzati incontri di aggiornamento e formazione e
delle
dinamiche
che
lo
caratterizzano,
delle fragilità a cui
offerti servizi, quali, ad esempio, quello di smielatura per
è
soggetto,
ma
anche,
e
soprattutto,
della riconosciunon impegnare le piccole realtà produttive ad interventa
qualità
del
prodotto.
Il
progetto
promosso
dal Piano
ti economici per strutture e attrezzature altrimenti non
Locale
Giovani
integra
il
lavoro
quotidiano
dell’APAS
e
compatibili con i ricavi. Grazie al lavoro dell’APAS anche
più
in
generale
del
multiconsorzio
“Valtellina
che
gusto”,
le aziende apistiche di minori dimensioni, possono usufruire di una professionale assistenza ed un radicale ab- affinché si possa promuovere la tradizione del setto-
12/nr. 1/2010
re apistico nostrano e delle sue peculiarità, che
non solo avvalorano il prodotto, ma si presentano
come strettamente necessarie alla qualità
e alle caratteristiche del miele
E’ un mondo molto particolare,
hai avuto difficoltà ad inserirti?
A.G. - Ho iniziato questo progetto con una
una formazione in agraria e in valorizzazione del territorio, credo che l’università
Gli obiettivi che hanno
ti aiuti a costruire una solida preparazioL’intervista a Giampaolo
accompagnato l’idea di
ne di base e ti permetta di acquisire gli
presentare
questo
progetto,
Palmieri e ad Alice Gaggi
quindi, non erano solo quelli strumenti utili per approfondire i settori
di aiutare la promozione
che incontrerai nel mondo del lavoro. Per
Quando e perché è stato pensato
e l’informazione sulle
questo progetto?
questo motivo il primo periodo mi sono
caratteristiche del miele
concentrata sulla mia formazione, nevaltellinese,
ma
anche
di
G.P. - Il multiconsorzio “Valtellina che gucontribuire a diffondere la
cessaria ad eseguire il lavoro al meglio e
sto” si occupa già della promozione dei tradizione che la presiede o
con le maggiori conoscenze possibili per
prodotti enogastronomici tipici della Valche l’accompagna
un settore così specifico. È una fase che
tellina, ma con questo progetto l’APAS ha
continua tutti i giorni, ma era fondamenvoluto incentivare la conoscenza del settore apistico. La
tale nel momento di start up, sia per comprendere più da
delicatezza dei processi che caratterizzano questo settovicino questo mondo ed organizzare una programmaziore, forse meno conosciuti rispetto a quelli necessari alla
ne del lavoro più mirata ed efficiente, sia per abbattere
produzione dei vini, delle bresaole e dei formaggi valtella diffidenza degli apicoltori. Non nego le difficoltà, sia
linesi, non sempre viene percepita. Gli obiettivi che hanquelle tecniche (leggi, sanità, processi,…) che caratteno accompagnato l’idea di presentare questo progetto,
rizzano questo settore, sia quelle umane (gli apicoltori
quindi, non erano solo quelli di aiutare la promozione
soci sono molti e giustamente
e l’informazione sulle caratpretendono competenza in
teristiche del miele valtellinechi li assiste), ma è un settore
se, ma anche di contribuire
davvero affascinante e mi apa diffondere la tradizione che
passiona sempre di più.
la presiede o che l’accompagna. Infatti, quello che rende
Come si è
un alimento un prodotto tipico
strutturato il lavoro?
locale è il rappresentare (nelle
A.G. - Come ogni produziosue proprietà organolettiche,
ne dipendente dalle stagioni,
nelle tecniche di coltivazioanche il settore apistico ha i
ne/allevamento della materia
suoi cicli: abbiamo quindi cere nei processi produttivi) il
cato di organizzare le iniziative
territorio e, più in particolare,
in sintonia con il periodo che
l’ecosistema che caratterizza
caratterizzava l’allevamento e
il luogo grazie al quale il prola produzione. Ad esempio,
dotto si è potuto sviluppare.
nel periodo invernale dove la
produzione è ferma, ci siamo
Quali sono i valori
che avete voluto veicolare?
concentrati sull’aspetto normativo e sanitario: ho redatto
G.P. - Vogliamo far conosceuna relazione sul “Pacchetto
re il mondo apistico nel suo
igiene”, abbiamo organizzato
complesso: come funziona,
incontri per parlare delle maquali sono le fasi di produziolattie delle api, come la varroasi, abbiamo quindi cercato
ne, ma anche l’ape, come viene allevata, come produce
di promuovere la formazione di apicoltori tramite inconil miele e le malattie a cui è soggetta. Il nostro lavoro è
tri, la redazione del nostro notiziario “Apicoltura Alpina”
quello di offrire una continua e costante formazione ai
e la pubblicazione del materiale in internet. Curiamo in
nostri soci, sostenerli nella fase di produzione (diamo
modo particolare il nostro sito, ritenendolo uno strumeninfatti la possibilità a tutti i nostri soci di conferire i melato indispensabile e fondamentale di comunicazione con
ri - ovvero i favi gonfi di miele maturo per provvedere in
i nostri soci e per tutti gli utenti interessati al settore
loro vece al processo di smielatura e confezionare quinapistico e al miele. La nostra presenza in internet è diffedi il prodotto finito con tutte le certificazioni ed analisi
renziata nel sito dell’associazione già ricordato, in quello
necessarie alla vendita) affinché la parte più gravosa a
della presentazione delle realtà produttive locali www.
livello economico e normativo non spetti a loro. Sul sito
miele.so.it e in un canale specifico (mielesoit) su www.
www.apicoltori.so.it abbiamo raccolto tutto il materiale
youtube.it per i filmati didattici o di promozione. Ambiti
informativo che riguarda il mondo dell’apicoltura locale,
che vengono arricchiti costantemente con molto maoltre a qualche cenno storico sulla nostra associazione.
13/nr. 1/2010
Azione 1
Lavoro
teriale informativo, foto e video. Abbiamo organizzato
serate di degustazione e partecipato a manifestazioni,
come Ponte in fiore o Cantine aperte, quali azioni di promozione. In ultimo abbiamo organizzato giornate di formazione con le scuole valtellinesi.
gno di un sostegno mirato: certamente la possibilità di
mettere in atto questo progetto è risultata fondamentale,
ma occorrerebbe poter godere di altre opportunità affinché non si perda la continuità necessaria a raggiungere
gli obiettivi.
Quali sono i punti di forza di questo progetto?
Quali sono stati gli aspetti
più formativi di questa esperienza?
G.P. - Sicuramente il primo punto di forza è l’aver trovato
Alice come collaboratrice. E’ stata molto brava ad inserirsi e ad acquisire in breve tempo solide competenze.
Inoltre è stato molto positivo il riscontro di questa nuova
e puntuale comunicazione.
Quali sono gli aspetti critici?
A.G. - Sicuramente il tempo a disposizione. Settori economicamente fragili come quello apistico hanno biso-
A.G. - Per me è la prima esperienza lavorativa e fortunatamente questo progetto si è trasformato in una collaborazione che si prolungherà per un anno. Come primo
passo nel mondo del lavoro è stato davvero positivo, ho
avuto l’occasione di accrescere le mie competenze e le
mie conoscenze e di sperimentare sia la mia autonomia
lavorativa che la capacità di relazionarmi e lavorare in
team.
ProMuovere - Accessibilità per tutti
C.S.V. - L.A.Vo.P.S.
Gruppo Barriere Architettoniche di Morbegno
Cooperativa Sociale Insieme
Organizzazione di Volontariato Tecnici Senza Barriere
Comune di Sondrio
Associazioni di volontariato quali: AIAS, FAD,
AUSER Valtellina e Valchiavenna, ALOMAR, UICI
C.S.V. - L.A.Vo.P.S.
c/o Palazzo Guicciardi
Via Lungo Mallero Diaz, 18 - 23100 Sondrio
0342.200.058
www.lavops.org
[email protected]
Lucia Marveggio
Giovane Neolaureata
Laurea Specialistica in Sociologia, indirizzo Territorio e politiche locali, conseguita presso la
Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca.
Sta frequentando il Master universitario di II livello in Progettazione per lo sviluppo sostenibile
in aree montane e politiche per la montagna dell’Unione Europea - Master Montagna,
organizzato da IREALP, Politecnico di Milano e ADEU Advocacy Europe Institute.
Collabora dal 2008 con L.A.Vo.P.S. su progetti di ricerca sociale e di promozione del
protagonismo giovanile nei diversi ambiti.
Massimo Pinciroli
Responsabile di Progetto
Direttore C.S.V. di L.A.Vo.P.S.
Il progetto
L’ente promotore
Il CSV (Centro di Servizi per il Volontariato) della provincia di Sondrio, gestito dal 2002 dall’associazione di
secondo livello L.A.Vo.P.S. (Libere Associazioni Volontariato Provincia di Sondrio), è istituito dalla legge sulle
Organizzazioni di Volontariato (L. 266/91). Esso svolge
attività di supporto alle Organizzazioni e Associazioni di
Volontariato, infatti, all’associazione di secondo livello L.A.Vo.P.S. aderiscono 110 realtà della Provincia di
Sondrio che operano in diversi settori, quali ad esempio
assistenza sociale, cooperazione e solidarietà internazionale, cultura, sanità. L’eterogeneità dei campi d’interesse e il rilevante numero di associati porta L.A.Vo.P.S.
ad essere una realtà di rilievo ed un concreto aiuto per
le organizzazioni di volontariato. I servizi che vengono
offerti spaziano dalla consulenza e formazione, alla promozione e comunicazione, con il principale obiettivo di
favorire la crescita della cultura della solidarietà. Questa
finalità è raggiunta tramite la promozione di collaborazioni territoriali e il sostegno a progetti che mirano a
valorizzare temi rilevanti per la società.
14/nr. 1/2010
Le finalità
Il progetto “ProMuovere - Accessibilità per tutti” nasce
allo scopo di effettuare una ricerca sull’accessibilità urbana, con l’obiettivo finale di migliorare la qualità della
vita di soggetti deboli del territorio, come anziani e disabili. La mappatura delle barriere architettoniche presenti nella città di Sondrio risulta fondamentale al fine di
sostenere l’autonomia ed il benessere psicologico delle
persone con problemi di mobilità. Seguendo le orme del
vicino Comune di Morbegno, nel quale è attivo il Gruppo Barriere Architettoniche, responsabili e collaboratori
di L.A.Vo.P.S. hanno anche loro voluto investire su un
progetto di grande rilevanza sociale. Grazie alla collaborazione di un efficiente team composto da tecnici, disabili e volontari di diverse associazioni, il progetto ha
mirato a redigere una mappatura degli ostacoli che un
disabile incontra nei percorsi scelti (in particolare quelli
che conducono ai principali edifici di rilevanza pubblica). Attraverso una puntuale documentazione si è voluto
restituire ai tecnici del Comune di Sondrio (i quali hanno
collaborato alla realizzazione del progetto), la rilevazione delle barriere architettoniche, le ipotesi di costo per
eliminare e, in generale, diffondere in tutti i cittadini una
consapevolezza che raggiunga al più presto termini di
prevenzione e non di riparazione.
15/nr. 1/2010
Azione 1
Lavoro
L’intervista a Massimo
Pinciroli e Lucia Marveggio
Quando e perché è stato
pensato questo progetto?
M.P. - Tra le principali finalità di
L.A.Vo.P.S. vi è il promuovere e tutelare i diritti delle associazioni del territorio, nonché aiutarle nel lavoro di
sviluppo e cooperazione sociale. Per
cui, in linea con questo obiettivo e alla
luce della rilevanza del tema disabili,
della sua promozione nazionale (grazie al “Libro bianco su accessibilità
e mobilità urbana. Linee guida per gli
enti locali”) e dell’opportunità offerta
dal Piano Locale giovani, abbiamo
deciso di istituire un team che operasse nel campo della difesa dei diritti
dei disabili. Siamo fermamente convinti che la disabilità
non sia una condizione intrinseca (che appartiene alla
persona), ma, più specificatamente, un condizionamento esterno dettato dall’ambiente. È importante quindi, affinché ci sia uno sviluppo sociale, che vengano rimosse
tutte le barriere (architettoniche e sensoriali) in modo
che nessuno si senta disabile nella propria città e si diffonda un senso di reale uguaglianza. Seguendo queste
linee abbiamo iniziato a lavorare al progetto “ProMuovere - Accessibilità per tutti” nel novembre 2009 creando
innanzitutto una partnership operativa che ha collaborato per il raggiungimento degli obiettivi finali.
Quali sono gli obiettivi che
questo progetto ha perseguito?
Una volta attivato questo importante team il secondo obiettivo è stato
quello di realizzare una mappatura
sull’accessibilità e la fruibilità dei
luoghi. Riteniamo che questa documentazione sia strategica per porre
l’attenzione sul tema dell’accessibilità urbana, per fornire al Comune dati,
soluzioni e priorità di intervento e per
permettere di diffondere un nuovo
modello di città più accogliente e
fruibile per tutti.
Quali sono stati
gli step del vostro lavoro?
L.M. - Il lavoro si è diviso in quattro
fasi. Le prime due si sono sviluppate
tra novembre 2009 e marzo 2010,
mentre le ultime due da marzo a giugno 2010. Nello specifico, la prima corrispondeva al
primo obiettivo, vale a dire la costituzione del gruppo di
lavoro. La seconda ha previsto la progettazione partecipata delle attività e scelte dei percorsi, fase supportata
dalle associazioni interessate le quali hanno divulgato
un questionario sulla “percorribilità dell’ambiente urbano”. L’obiettivo, infatti, non era quello di mappare l’accessibilità di tutte le vie di Sondrio, ma di considerare
i percorsi principali e i problemi di maggior rilevanza
per gli interessati. La terza fase è stata la rilevazione
dei dati tecnici sull’accessibilità di questi percorsi con
diverse uscite sul territorio: questa fase è stata possibile grazie alla collaborazione di persone disabili e dei
volontari dell’associazione AIAS. L’ultima fase è stata la
restituzione dei risultati ottenuti attraverso una mappa
delle barriere architettoniche, uno strumento che non
vuole essere semplicemente la conclusione del lavoro,
ma un utile mezzo per portare all’attenzione di comuni e
cittadini il tema dell’accessibilità.
M.P. - Come ho anticipato, il primo obiettivo è stato quello di attivare e sviluppare una rete di attori sociali e creare un gruppo di lavoro. Noi non siamo stati i pionieri in
questo campo, infatti a Morbegno il Gruppo Barriere Architettoniche ha già raggiunto diversi obiettivi in tema di
accessibilità. La nostra prima preoccupazione, infatti è
stata quella di contattarli e di iniziare una collaborazione
con loro. In seguito abbiamo potuto contare sull’apporto
professionale dell’organizzazione di volontariato Tecnici
Senza Barriere, in particolare del contributo professionale dell’Ing. Walter
Fumasoni. Inoltre hanno collaborato
l’associazione AIAS, in particolare la
sua Presidente Alda Cattelini e la Vicepresidente Maria Maddalena Cordaro,
nonché alcuni volontari e disabili, ed
Il progetto “ProMuovere altre associazioni quali FAD, AUSER
Accessibilità
per tutti” nasce allo
Valtellina e Valchiavenna, ALOMAR,
scopo
di
effettuare
una ricerca
UICI. Infine, ma non ultimo, abbiamo
sull’accessibilità
urbana,
con
coinvolto i tecnici del Comune di Sonl’obiettivo finale di migliorare la
drio, in particolare l’Arch. Nadia Bianchini, funzionario tecnico del Comune qualità della vita di soggetti deboli del
e responsabile del Servizio Ambiente.
territorio
16/nr. 1/2010
organizzando convegni, dimostrazioni e testimonianze
dei comuni che hanno lavorato da prima su questo tema
M.P. - L’essere riusciti a porre le basi per un concreto
e che hanno raggiunto già risultati notevoli.
dialogo sull’accessibilità. Bisogna abbattere i muri culM.P. - Abbiamo lavorato molto bene con i partner cointurali che impediscono ed interferiscono sulla crescita
volti e l’obiettivo è quello di non perdersi come grupsociale. Il sogno che ha accompagnato il nostro lavoro è
po, di continuare a lavorare su questi temi e di cercache al più presto l’accessibilità diventi non un problema
re i finanziamenti necessari per trasformare in realtà
da risolvere, ma un obiettivo da raggiungere in modo
gli obiettivi futuri che ha descritto Lucia. Promuovere
condiviso.
l’accessibilità è un principio di equità sociale che
ha anche un forte riscontro economico, sia per
Quali sono le criticità che avete riscontrato?
quanto riguarda le infrastrutture (banalmente coL.M. - Il progetto “ProMuovere - Accessibilità per
sta meno la prevenzione rispetto alla riparaziotutti” prevedeva un’analisi dell’accessibilità urbane), sia per quanto riguarda lo sviluppo
na per i disabili motori, aspetto che, più
dell’autonomia del soggetto disabile e
che una criticità, può essere visto come
quindi il risparmio degli alternativi costi
Bisogna abbattere i muri
un piccolo limite dettato dalle possibilità
sociali (come ad esempio l’accompaculturali che impediscono ed
economiche e dai tempi imposti. Obiettiinterferiscono sulla crescita
gnamento). Promuovere l’indipendenza
sociale. Il sogno che ha
vi più completi avrebbero potuto prevedei soggetti che soffrono di disabilità
accompagnato il nostro
dere il coinvolgimento di persone con alè una questione di benessere sociale e
lavoro è che al più presto
tre disabilità; in effetti abbiamo provato a
individuale e, a medio-lungo termine, di
l’accessibilità diventi non un
contattare le associazioni di riferimento, problema da risolvere, ma un risparmio economico.
ma stabilire una collaborazione operativa
obiettivo da raggiungere in
modo condiviso
L’esperienza professionale.
richiede molto più tempo, fattore che noi
non potevamo permetterci di sprecare.
Lucia Marveggio inizia a lavorare in
L.A.Vo.P.S.
nel
2008. Durante questi due anni di lavoro
Quali sono le prospettive future?
si è occupata di promozione del volontariato e di diverL.M. - Innanzitutto ci piacerebbe ampliare la ricerca ri- se attività inerenti allo sviluppo delle politiche giovanili.
spetto al perimetro urbano e rilevare le barriere archi- Da novembre 2009, oltre ad essere impegnata in altri
tettoniche negli edifici e nei mezzi pubblici. In seguito, progetti e nel completamento del master, si occupa del
come dicevo prima, il presente progetto è stato foca- progetto “ProMuovere - Accessibilità per tutti”.
lizzato sulla rilevazione degli ostacoli fisici che impediQuali sono stati gli aspetti
scono l’autonomia ai disabili motori. In un lavoro futuro
più formativi di questa esperienza?
ci piacerebbe mappare anche le barriere sensoriali ed
intervenire sugli impedimenti che le persone che sof- L.M. - Ritengo questa esperienza davvero molto positifrono di disabilità uditiva o visiva possono incontrare. va. Ho avuto l’occasione di gestire il progetto con molInfine ci piacerebbe proseguire nell’azione di formazione ta autonomia e di essere supportata da persone molto
e sensibilizzazione sia per gli addetti ai lavori, attraverso professionali, soprattutto nella parte tecnica che è una
corsi studiati ad hoc, sia nei confronti della cittadinanza materia che si allontana molto dalla mia preparazione.
Quali sono i punti di forza di questo progetto?
Sperimentare le mie competenze su un tema così diverso, sia per i contenuti che per la realizzazione, e avere
avuto l’occasione di lavorare per e con persone con
disabilità è stata un’occasione di grande crescita professionale e personale
La mappatura dei punti con problemi di accessibilità nella
città di Sondrio è stato uno degli aspetti più importanti del
progetto.
17/nr. 1/2010
Azione 1
Lavoro
strada dello sviluppo sostenibile con una sezione che ha
lo scopo di sensibilizzare l’utente.
Ecodellevalli.it
Bonazzi Grafica srl
Via Francia, 1 - 23100 Sondrio
0342.216.112
www.bonazzi.it
[email protected]
www.ecodellevalli.it
BONAZZI GRAFICA srl
Viviana Bonetti
Giovane Neolaureata
Laurea specialistica in Culture e linguaggi della comunicazione presso l’Università degli
Studi di Milano.
Collabora saltuariamente con il quotidiano “Il Giorno” nella sezione di Sondrio, ha fatto
parte del comitato di lettura di una casa editrice ragusana e ha pubblicato alcuni articoli
su varie riviste online.
Gian Luca Bonazzi
Responsabile di Progetto
Presidente del Consiglio di Amministrazione.
Il progetto
L’ente promotore
Bonazzi Grafica srl opera come tipografia dal 1857,
anno in cui inizia a percorrere diverse tappe volte allo
sviluppo aziendale: nel 1948 vennero acquisite due tipografie, una in Sondrio e una a Chiavenna; nel 1957
viene completato un nuovo stabile e riunificata la produzione ed è anche di questo periodo l’avvio della stampa
in offset e della produzione specifica di modulistica in
continuo; nel 1993 viene costruita l’attuale sede e creata
una rete commerciale con propri agenti.
Per la seconda edizione del Piano Locale Giovani Bonazzi Grafica presenta il progetto “Ecodellevalli” con il
quale ha voluto sviluppare l’omonimo portale.
Le finalità
Il progetto del nuovo portale “Eco delle Valli” ha come
obiettivo primario quello di coniugare all’interno di un unico sito, tutte le informazioni
utili ai visitatori del territorio della Provincia
di Sondrio. Una sorta di porta d’accesso virtuale grazie alla quale chi vuole approfondire
la conoscenza della Valtellina può trovare utili
spunti e indispensabili informazioni. Cultura,
storia, ecologia, cucina, divertimento sono i
temi principali trattati in www.ecodellevalli.it.
In collaborazione con l’omonima rivista mensile, questo portale nasce quindi allo scopo
di diventare un punto di riferimenti per ogni
target turistico. Le potenzialità del tessuto
economico e produttivo vengono stimolate
grazie alla pubblicità indiretta che viene a
crearsi all’interno del sito mentre, al contempo, le comunità locali diventano loro stesse
promotrici degli eventi e delle iniziative che
18/nr. 1/2010
propongono. Un progetto che nasce con l’intento di creare una rete virtuale utile a far emergere una visione
d’insieme, spesso non immediata a causa dell’ampiezza
del territorio.
L’intervista a Gian Luca Bonazzi
e a Viviana Bonetti
Perché è stato pensato questo progetto?
G.L.B. - Abbiamo voluto sviluppare il portale “Eco della valli” allo scopo di promuovere il nostro territorio, la
sua storia e la cultura che lo caratterizza: vengono infatti
proposte tutte le soluzioni possibili in termini di ricettività, ristorazione, intrattenimento, cultura, escursioni,
nonché è stata pensata un’area dedicata all’e-commerce
in grado di pubblicizzare i maggiori marchi presenti in
Provincia. Inoltre abbiamo voluto dedicare particolare
attenzione alle aziende agricole che hanno intrapreso la
Come si è sviluppato il lavoro?
V.B. - La prima fase, senza dubbio la più difficile, è stata
la ricerca dei contatti. Ho raccolto tutti gli indirizzi e-mail
di comuni, comunità montane, polizia, vari enti pubblici
e privati e ho inviato loro una lettera spiegando la nascita di un nuovo portale d’informazione e richiedendo
la loro collaborazione per l’invio di notizie o informazioni. La fase più concreta consisteva nell’inserimento
delle notizie nel sito: a volte il comunicato stampa era
inserito senza cambiamenti, a volte veniva aggiustato o
ampliato. Per rendere più ricco il sito ho cercato anche
notizie sulla rete, sui social network e sui vari blog. Oltre
al giornale vero e proprio una parte del sito è dedicata all’offerta turistica: in un’apposita sezione ho inserito
una buona parte degli agriturismi della Provincia con una
breve descrizione, qualche foto e il loro indirizzo rintracciabile anche da una mappa interattiva.
Avete raggiunto gli obiettivi che vi eravate prefissati?
V.B. - Sicuramente le visite al sito sono aumentate in
maniera considerevole rispetto all’inizio del progetto, anche se non ci si può accontentare. Più notizie e informazioni si riescono a dare, più il visitatore sarà soddisfatto
e tornerà sul portale invitando anche gli amici e, quindi,
incrementando gli accessi. Tutto questo porta a più pubblicità e alla possibilità di coinvolgere altre persone nel
progetto. Credo, quindi, che siano state messe le basi
per uno sviluppo via via sempre più consistente, sia in
termini di visite sia di qualità e quantità delle notizie offerte.
Il progetto prevede una sezione dedicata all’ecommerce. Da questa esperienza qual è a suo avviso
la potenzialità di questo canale commerciale per le
aziende valtellinesi?
G.L.B. - Il nostro visitatore è alla ricerca di informazioni e
non di business: questo lo abbiamo notato dagli accessi
alla parte riservata all’e-commerce. Credo che il prodotto
Valtellina, inteso come servizi, non sia ancora pronto per
utilizzare un sistema di e-commerce territoriale.
Per quanto riguarda la sezione dedicata allo sviluppo
sostenibile e in generale all’ambiente, qual è stata a
suo avviso la risposta da parte degli utenti?
G.L.B. - Per quanto riguarda le informazioni sulle tematiche della sostenibilità e dell’ambiente abbiamo consta-
tato una buona attenzione da parte degli utenti. Sono
fiducioso che con una continua ed attenta informazione
il nostro territorio potrà essere valorizzato e non più solamente sfruttato.
Quali sono stati i punti di forza di questo progetto?
G.L.B. - Sicuramente il creare una rete tra i diversi attori
del nostro territorio. Associazioni culturali, aziende e ditte di quasi tutti i settori, privato e pubblico, qui possono
incontrarsi per pubblicizzare le loro iniziative e i loro prodotti. La Valtellina è caratterizzata da un territorio vasto,
in cui spesso le informazioni si perdono e non arrivano
alle orecchie di tutti. Per questo motivo credo che offrire
con un unico click un panorama generale, sia un mezzo
efficiente ed efficace affinché domanda ed offerta si incontrino in “un unico luogo”.
V.B. - Il punto di forza del progetto è sicuramente il carattere locale: il sito offre delle informazioni collocate su
un territorio definito e circoscritto. Inoltre la caratteristica
intrinseca dello stesso mezzo di comunicazione: internet
è alla portata di quasi tutti, immediato e veloce. Avere un
gran numero di informazioni in un unico sito permette
agli utenti interessati di risparmiare molto tempo.
Quali sono state le criticità che avete riscontrato?
V.B. - La criticità maggiore è stata quella di reperire le
notizie, specialmente quelle di cronaca. Per un portale
nuovo, non ancora ben inserito nel circuito dell’informazione locale, risulta inizialmente difficile inserirsi nei
meccanismi giusti che ti permettono di avere in tempo
reale tutte le informazioni.
Quali sono stati gli aspetti
più formativi di questa esperienza?
V.B. - Ho iniziato a lavorare al progetto dal mese di ottobre del 2009. L’idea proposta dal sig. Bonazzi mi è parsa
fin da subito allettante: unire l’informazione locale al web
in un contesto sociale in cui la territorialità è un elemento centrale sembrava la risposta più adeguata alle
nuove richieste di informazione. A parte le normali difficoltà iniziali legate sia al fatto che è stata la mia prima
esperienza lavorativa, sia all’organizzazione del lavoro
(soprattutto per la parte di ricerca e pubblicazione delle
notizie), lavorare a un progetto legato a doppio filo con
la Valtellina mi ha permesso di conoscere ancora più a
fondo la Provincia. Gestire un giornale online, inoltre, è
stato un modo per imparare dal vivo delle teorie che, fino
ad allora, avevo appreso solo tramite lo studio. Grazie a
quest’opportunità posso ritenermi del tutto soddisfatta
della mia prima vera esperienza lavorativa
dopo la laurea: sono riuscita concretamente
a comprendere quali sono i meccanismi che
si celano dietro la comunicazione digitale, a
capire quali notizie sono davvero notizie e
quali no e cosa i lettori si aspettano di trovare collegandosi a un giornale online di informazione locale.
19/nr. 1/2010
Azione 2
Creatività
Azione 2 in sintesi
Eventi di mobilitazione in ambito creativo e culturale
La seconda azione del PLG nasce con l’obiettivo di mobilitare il mondo giovanile dell’Ambito territoriale di Sondrio
e favorire un clima di contaminazione tra diverse forme espressive e di impegno sociale. Tra i principali eventi di
mobilitazione della seconda annualità troviamo il Festival Internazionale dei Cortometraggi “Young Frames” (3^edizione) ed i progetti di promozione collegati al Bando “Giovani talenti creativi” (1^edizione). Nel Nr. 0 del PLG MAazine, scaricabile su www.ufficiodipianodisondrio.it, la presentazione del bando.
Dancing Dale
di Marcello Abbiati e di Giovanni Rainoldi
M
arcello Abbiati e Giovanni Rainoldi, i
responsabili e gli ideatori del progetto, in occasione della Ponte in Fiore
hanno offerto una preview fotografica
presso il lavatoio coperto di Piazza Luini a Ponte in Valtellina. In questa occasione, oltre a prendere corpo la rete
collaborativa che il Piano Locale Giovani ha permesso
di creare, il progetto ha trovato uno spazio che non si
è prestato solo all’esposizione, ma, anzi, è diventato lui
stesso contenitore/laboratorio. Infatti, grazie alla volontà dei due giovani artisti, l’opera ha creato un dialogo,
un’esperienza, tra sé e l’utente. L’arte è diventata un’occasione da esperire e usufruire, regalando agli spettatori
emozioni e sensazioni. Con la voglia di perseguire gli
stessi obiettivi, a partire da Luglio, sono previste una
serie di videoproiezioni itineranti in location particolarmente significative da un punto di vista storico, artistico,
sociale e urbano dislocate nel distretto di Sondrio. Durante queste occasioni si avrà l’opportunità, attraverso
il linguaggio video, di ammirare, nella sua interezza, il
progetto Dancing Dale.
20/nr. 1/2010
una nuova chiave di lettura, l’interazione tra il paesaggio e i corpi che lo abitano. Lo spettatore resta quindi
attratto e affascinato davanti all’innovazione con cui le
immagini e i video mostrano frammenti di paesaggi conosciuti e vissuti. Un’estraneazione di scorci naturali, in
cui l’ambiente è messo in relazione alla presenza di corpi in movimento. La danza, infatti, è un’altra espressione
artistica in gioco, grazie alla quale le immagini sembrano
riproporre il primitivo rapporto tra corpo, movimento e
spazio: quasi volesse essere una rivisitazione del tutto contemporanea dell’inscindibile e antico legame tra
uomo e natura.
Marcello Abbiati
Ha conseguito nel 2008 la Laurea Specialistica in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di
Milano. Dopo alcune esperienze lavorative
nell’ambito del design e della fotografia moderna e contemporanea, attualmente collabora con la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese curando l’attività espositiva ed editoriale
promossa dalla Fondazione. Affianca all’attività di curatore quella di pubblicista presso
alcune riviste di settore, tra cui Grafica d’arte.
Giovanni Rainoldi
Ha conseguito nel 2009 la Laurea Specialistica in Sociologia presso l’Università degli studi
di Milano. Ha diverse esperienze in studi fotografici, musei, associazioni ed enti di ricerca
sociologica. Oggi lavora come ricercatore per
il Cesvip Lombardia, sede di Sondrio e per
il Laboratorio Perimetro dell’Università degli
Studi di Milano. Sta svolgendo un’esperienza come grafico e video maker per l’agenzia
pubblicitaria Borderline Moving Ideas.
Dancing Dale
Si sente spesso una sensazione di stupore nell’osservare fotografie che ritraggono paesaggi lontani e molto
diversi da quelli che abitualmente vediamo. È come se
antropologicamente, davanti a queste immagini, ci sentissimo tutti un po’ escursionisti, con la voglia di conoscere e ammirare il diverso. Succede che con maggior
facilità, indipendentemente dalla tecnica artistica, spesso ci facciamo affascinare da quello che non abbiamo
mai visto. Meno frequente, invece, è lo stupore davanti a
luoghi conosciuti da sempre, è come se il già visto rendesse difficile rinnovare il nostro sguardo davanti all’arte
che lo rappresenta. In questa circostanza, affinché la
nostra attenzione da spettatore sia catturata, entra in
gioco, in prima linea, l’abilità artistica di chi immortala
questo paesaggio conosciuto. Il progetto Dancing Dale,
da questo punto di vista, regala un nuovo stupore perché offre uno sguardo diverso e non convenzionale nel
mettere in scena immagini che ritraggono il paesaggio
valtellinese e le montagne adiacenti. Attraverso linguaggi di comunicazione visiva, in particolare grazie ad installazioni, fotografia e grafica, e tralasciando il taglio
documentaristico, questo progetto vuole proporre, con
Giovedì 29 Luglio
Centrale ENEL Boffetto, Piateda
ore 20:30 duo Nadia Braito & Giuseppe Grillo Della
Berta voce & chitarra
ore 22:00 duo Paolo Angeli & Hamid Drake chitarre
e percussioni-batteria
Sabato 31 Luglio
Giardini di Palazzo Martinengo, Sondrio
ore 21:00 BRASS BANG!, quartetto di fiati. Paolo
Fresu (tromba), Gianluca Petrella (trombone), Steven
Bernstein (tromba), Marcus Rojas (basso tuba)
Potete seguire Dancing Dale
su Facebook e sul Blog
http://dancing-dale.blospot.com
21/nr. 1/2010
Azione 2
Creatività
Finchè morte non ci unisca
(Io, Lui ed il Fratello)
di Manuela Garbellini
M
anuela Garbellini ha presentato il suo
progetto in anteprima domenica 30
maggio 2010 al Policampus di Sondrio. Per comunicare la sua arte, ma
soprattutto per promuovere le possibilità presenti in Valtellina per dei giovani creativi, sabato 5 giugno e lunedì 7 giugno 2010, l’artista ha incontrato alcune classi
del Liceo Socio-Psico-Pedagocico di Sondrio. Grazie al
sostegno ed alla collaborazione dell’insegnante Fausta
Messa, Manuela ha potuto presentare la sua testimonianza diretta: ha spiegato che questo progetto è nato
dall’elaborazione del saggio breve svolto per l’esame di
maturità, successivamente ha continuato il suo lavoro
e la sua ricerca artistica e, grazie al Bando Giovani Talenti Creativi, lo ha trasformato in un’installazione. Durante questi incontri il messaggio di Manuela ai propri
coetanei è stato quello di sollecitarli ad informarsi, perché anche in un territorio come la Valtellina, lontano dai
principali canali artistici, ci sono possibilità ed occasioni
di visibilità per chi vuole esprimere la propria creatività.
Nell’installazione “Finchè morte non ci unisca”, la giovane artista dà espressione a tutte le sue passioni attraverso un racconto illustrato che, con tutto il cinismo di una
commedia teatrale umoristica, vuole essere un percorso
sull’amore eterno. Spaziando dalla dimensione carnale a
quella psicologica, il racconto è una storia odierna per
le sue ambientazioni, i suoi personaggi e le sue circostanze, ma, contemporaneamente, fuori dal tempo per
la difficile ricerca dell’ineffabile sentimento eterno.
Grazie all’utilizzo di diversi arti quali la scrittura, la pittura
e la musica, l’installazione cala lo spettatore in un’ambientazione che evoca l’emotività di una riflessione interiore caratterizzata dalla sfida, che l’artista lancia, di
reinserire l’accezione di eterno nel concetto di amore.
Il punto resta capire qual è il vero significato di eterno.
Cenerentola, conosciuta nel mondo occidentale soprattutto grazie ai fratelli Grimm e alla Disney, è una delle più
famose fiabe popolari e forse una delle madri di quella
che milioni di libri e film ci propongono come la possibilità che il vero amore, quello che dura per sempre,
esista davvero. C’è chi vede in questa visione la magia
di una favola possibile e chi l’oppio per una massa che
non può fare a meno di credere nel “e vissero insieme
felici e contenti”. Poi c’è chi, invece, ha raccontato un
lato dell’amore, quello composto dal rapporto sessuale,
senza inibizioni o false giustificazioni, combattendo il
pudore del tempo ed abbattendo i muri di un ipocrita bigottismo; a questo proposito scrittori come Henry Miller
o Erica Jong hanno ritrovato le loro opere essere istituite
ad icone della Rivoluzione sessuale. Infine c’è chi vede
l’amore eterno come l’insoluta battaglia tra due tempi
individuale, fatti dell’oggi che si protrae attraversando
piccoli, personali cambiamenti costanti. Ci si chiede
allora come le due anime possano superare il tempo
senza impedimenti, ritrovandosi giorno dopo giorno
con la stessa speciale sintonia necessaria a rinnovare il
loro vero amore. In questo filone il concetto di ostacolo
all’espressione del sentimento può assumere svariate ed
infinite sfumature. C’è la distanza e tutte le sue accezio-
ni, da quella fisica a quella più aulica dell’amore platonico
di Dante per Beatrice; c’è l’ostacolo sociale come quello
dettato dalla lotta tra due nobili famiglie, un esempio su
tutti l’astio tra Montecchi e Capuleti e via dicendo verso
quelli che potrebbero essere infiniti esempi di coppie appartenenti alla letteratura e di ostacoli reali che impedisco
l’amore eterno, di cui la scrittura si fa solo portavoce.
Concetti estremizzati con l’ausilio di alcuni tra i più famosi
esempi della letteratura, ma presenti anche nell’opera di
Manuela. Con una scrittura fresca e una pittura essenziale
il progetto dà voce a tutte queste visioni di amore. Quattro
sezioni. La prima, io e lui, presenta gli elementi in gioco,
ma soprattutto la voglia di credere nell’amore eterno; la
seconda, l’autoritratto, è la solitudine dell’amore sconfitto;
la terza, io ed il fratello, è la parte più fisica del rapporto di
coppia; infine, finché morte non ci unisca, come disillusa
consapevolezza che l’amore eterno è possibile solo al di
là di un tempo, quello “terrestre”, fatto di circostanze che
ne impediscono la sua realizzazione.
Manuela Garbellini
Ha 20 anni e dopo aver conseguito il diploma al Liceo SocioPsico-Pedagogico di Sondrio ora frequenta l’Accademia di Brera di Milano.
E’ appassionata di filosofia, scrittura, pittura e illustrazione.
Giovedì 1 luglio
Policampus di Sondrio, in occasione del seminario
“Il ruolo determinante della valorizzazione del capitale
umano: i giovani neolaureati raccontano la loro
esperienza”
Mercoledì 21 luglio
Palazzo Martinengo, in Piazza Garibaldi a Sondrio.
Senza sorpresa ho ricevuto da Manuela Garbellini
la richiesta di poter presentare agli alunni della
scuola superiore da lei stessa frequentata l’installazione “Finchè morte non ci unisca”: non ho mai
nutrito dubbi sulla forza creativa della scrittura
della mia alunna, ero invece all’oscuro rispetto
alla vocazione artistica. Sì, perché Manuela è,
cosa rara, di assoluta riservatezza, al limite della
ruvidezza, nella comunicazione abituale, ma sa
spalancare orizzonti di calda umanità nella scrittura e nell’elaborazione artistica.
Guardando la sua installazione, sentendola parlare alle compagne più giovani, mi sono chiesta:
in quale misura la scuola ha contribuito a formare questa bella persona, questa cittadina, questa
giovane artista? Sarebbe stata così comunque o
anche le “tirate” sulle perifrastiche, la consecu-
22/nr. 1/2010
tio temporum, l’analisi testuale e l’insistenza sul
valore della memoria sono servite, magari per
contrasto, a dare a Manuela forza di pensiero e
creatività?
Sicuramente la testimonianza di Manuela è stata
importante, ha contribuito a dare fiducia agli studenti, mostrando come sia possibile per i giovani
dare spazio al proprio desiderio di comunicare attraverso vari linguaggi, anche attraverso le Istituzioni locali, senza perdere i contatti con la scuola
di base.
Grazie Manuela e ad majora!
Fausta Messa
Insegnante liceo socio-psico-pedagogico di Sondrio
23/nr. 1/2010
Azione 2
Creatività
Dire, fare, mangiare.
Campagna contro l’anoressia.
di Ciro Zecca, Valentina Tognini, Roberto Galli, Astrid Zecca e Andrea Branchi
L
unedì 17 e martedì 18 maggio 2010 il gruppo che sta realizzando il progetto “Dire, fare,
mangiare. Campagna contro l’anoressia” ha
presentato, ad alcune classi superiori del
capoluogo, il cortometraggio scritto e sceneggiato da Ciro Zecca dal titolo “Astrid”.
Grazie a questo prodotto artistico e all’ausilio di un intervento medico, si è creato un dibattito
intorno ad un tema di rilevanza fondamentale, verso il
quale i giovani devono essere consapevoli: l’anoressia.
Due incontri che hanno permesso di far conoscere l’intero progetto e dato avvio alla campagna sociale che lo
accompagna; ad affiancare il cortometraggio è prevista
la realizzazione di un calendario che vuole immortalare
momenti in cui ragazze e ragazzi vivono un buon rapporto con il cibo. Inoltre su volontà stessa di Ciro Zecca e
della responsabile del Centro Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Azienda Ospedaliera della Valtellina e
della Valchiavenna, la Dott.sa Emi Bondi, in un incontro
avvenuto martedì 18 maggio 2010, si sono poste le basi
per una collaborazione vincente e costruttiva. Il sodalizio
tra arte e conoscenze scientifiche è stato voluto, dallo
stesso artista, per dare maggior forza al progetto.
Astrid
Un’adolescente e un maialino, i suoi
pensieri e il loro rapporto, un nemico e poi un amico, ma soprattutto
la metafora di un animale e il racconto di un dramma narrato con
delicatezza e poesia. Attraverso la
sua arte, il giovane regista ha dato
voce ai tormenti, le angosce e i dolori di chi vede sé stesso e il proprio corpo come il nemico contro cui
combattere, di chi spesso fa fatica
a far emergere il proprio disagio, di
chi nemmeno lo ammette e di chi a
volte guarisce, ma troppo spesso no.
Senza mai essere scontato nei suoi
intenti anche educativi, il cortometraggio dà espressione a soluzioni
sceniche e fotografiche tutt’altro che
banali e propone un dialogo interiore che colpisce per la puntualità e la
sensibilità con cui vengono affrontate le angosce e le paure di chi soffre
di disturbi alimentari.
24/nr. 1/2010
L’arte, si sa, quando colpisce chiama in causa emotività, istinto e personalità. È amata perché rende oggetto
i sentimenti e le sensazioni e perché ci porta lontano
dal quotidiano fatto di doveri, impegni, ma soprattutto
di razionalità e intelletto. Ma quando l’arte denuncia i
problemi sociali come le guerre, l’ambiente o le carestie oppure i malesseri individuali come depressione,
isolamento o malattie il suo meccanismo si fa ancora
più delicato. In questo caso, infatti, l’arte tocca la sfera
emotiva, ma soprattutto abbatte un muro, quello dell’indifferenza. Ci rende consapevoli del silenzio in cui troppo spesso viviamo e di una verità che a volte scegliamo
di non conoscere. Meno vigliacchi e più adulti a volte ci
aiuta a riflettere.
Ed è questo l’obiettivo di questo progetto: sfruttare la
forza dell’arte abbinata al sociale. Un binomio che colpisce toccando le sfere dell’istinto, delle sensazioni, della
sensibilità e che, spesso e volentieri, lascia un’impronta
davvero indelebile alla consapevolezza. Purtroppo anche
questa forza ha il suo tallone d’Achille: quando, infatti,
non è supportata da una capacità di lettura cosciente
e critica, può, involontariamente, essere fraintesa. Per
questa ragione Ciro Zecca ha deciso di accompagnare la visione del cortometraggio e la divulgazione del
calendario ad interventi medici che possano aiutare la
comprensione di un tema così delicato.
Per vedere il cortometraggio Astrid: www.242movietv.com/video/astrid
25/nr. 1/2010
Azione 2
Articolo di Mauro Vanini
Creatività
Racconti di Pietra
di Mauro Vanini
L
o scultore Mauro Vanini espone, dal 20 giugno al 20 luglio nella vetrina di Corso Italia,
3 a Sondrio, “Racconti di Pietra”, anteprima dell’omonima rassegna personale che a
settembre troverà spazio nella cripta della
Santa Casa di Tresivio.
La mostra, primo momento espositivo organico del giovane scultore valtellinese, presenta le
sculture, i progetti e i complementi d’arredo pensati e
realizzati da Vanini dal 1998 ad oggi, coniugando le proprie origini geografico artistiche ai materiali e alle tecniche di lavorazione acquisiti anche al di fuori del territorio
valtellinese.
In occasione della mostra l’artista, che privilegia le sculture in marmo, si dedica alla progettazione di oggetti
d’uso quali cornici, lampade, lavandini e piani di luce
che contengano un valore aggiunto: la linea e le forme progettate sono ispirate e veicolano simbolicamente
l’immagine dei terrazzamenti e delle forme vitate del tralcio che disegnano il territorio.
Ulteriore elemento distintivo della mostra è l’interazione
con diverse forme espressive, in particolare con la fotografia, che enfatizza l’alternarsi di luci e ombre proprio
della scultura e con il design da intendersi come ricerca
di stile personale per la realizzazione di pezzi unici che
avvicinano il gusto per le linee e le forme alla funzionalità
dell’oggetto. La luce non è parte dello spazio espositivo
ma è un materiale immateriale che, accanto all’ombra,
presenta l’immagine del pezzo esposto, ed in alcuni casi
interagisce con il fruitore.
La personale di Vanini, che dopo l’anteprima sondriese a
giugno vivrà un più articolato momento espositivo nella
stagione autunnale a Tresivio, ospita sculture in marmo, pietra locale, legno e vetro, un racconto fotografico
delle opere realizzate e una sezione dedicata a oggetti/
passaggi di luce: “Il rapporto luce-forma-materia, vero
punto di forza e originalità della sua ricerca, si sviluppa
in una narrazione tutta interiore che si snoda decifrando questo affascinante linguaggio iconografico di pietra.
Vanini attraverso l’illuminazione artificiale di sottilissimi
strati di marmo evidenzia il DNA della materia…”, “…
svelando un proprio percorso, rendendolo unico e irripetibile, proprio come ogni essere vivente. Forse, in fondo,
più che ad un racconto, siamo di fronte ad un dialogo,
un dialogo silenzioso, tra l’artista, il marmo, la luce e
l’occhio attento dello spettatore”, (dal testo di Morena
Ghilardi pubblicato sul catalogo).
Spirale di luce e Velati pensieri sono le opere che meglio
rappresentano questa nuova modalità operativa, secondo una concezione della scultura come esperienza percettiva plurisensoriale maturata da Vanini percorrendo
un approfondimento culturale sull’uso delle ombre.
26/nr. 1/2010
L’evento espositivo intende ripercorrere il tragitto creativo dell’artista dagli esordi, nelle diverse scelte tematiche, dall’arte sacra a sensuali corpi femminili, con luci e
ombre che si alternano in un sapiente accostamento di
superfici levigate e grezze.
Si scoprono così Pensiero, Echi di ombre, Con-torsione
e Linfa di vita, sculture, queste ultime, nate da complementari volumi concavi e convessi come Incastri/Incontri e Aggrovigliata. L’obiettivo è incuriosire, attirare
e condurre il visitatore in un percorso espositivo che
racconti le origini della creatività nel territorio e racconto
del territorio attraverso le opere esposte, che costituiscono un’opportunità di rivivere il senso di appartenenza
senza dimenticare il senso dell’altrove, il non detto nelle
sue percezioni più ampie. L’attaccamento alla terra, l’appartenenza nella quotidianità si aprono ad una visione
più ampia nel tempo e nello spazio ed offrono ispirazione, poesia e arte, sviluppando la capacità di percepire nuovi stimoli. L’intreccio di sinuose linee ora corpi,
ora elementi architettonici, ora oggetti d’uso plasmano
e mitigano le asperità e la durezza della pietra come la
realtà. Dura realtà che evoca il tenace radicamento dei
tralci sugli aridi terrazzamenti vitati tipici del territorio
valtellinese.
Mauro Vanini
E’ nato a Sondrio. Laureato all’accademia di Brera di Milano é
cresciuto artisticamente fra la Valtellina, Milano e le botteghe
artigiane della Versilia.
20 giugno - 20 luglio 2010
“Spazio in mostra”
-Associazione Culturale SpazioCorso Italia, 3 Sondrio
-consigliata la visione al tramonto o in ore notturne-
4-5 settembre anteprima mostra a Poggiridenti
18 settembre - 20 ottobre 2010
Tresivio, Cripta della Santa Casa
Soffio, 2009 - marmo bianco
foto di Tiziano Gandolfi.
27/nr. 1/2010
Azione 2
Articolo di Sara Gianola
Creatività
Cose di Cuore
di Giulia Setti, llaria Gianola, Chiara Tam, Marcella Corrado, Marco Gherardi, Marco
Alberti, collaborano con loro oltre cinquanta ragazzi dell’oratorio di San Rocco di
Sondrio
“Prevenire è possibile” - “Prevenzione come educazione” - “Educare per prevenire”
Non sono solamente slogan che hanno caratterizzato
il dibattito sul disagio educativo negli ultimi decenni
del ventesimo secolo ma un autentico messaggio che
San Giovanni Bosco (1815 – 1888) lascia in eredità al
3°millennio: il sistema preventivo. Una “pedagogia che
non muore col tempo” affermava Giovanni Paolo II nel
1988; un modello universale di educazione giovanile
che Don Bosco ha vissuto per oltre 30 anni, adattandolo a varie situazioni storiche e sociali della Torino del
suo tempo e che ancora oggi viene riproposto dai suoi
successori nella grande Famiglia Salesiana che opera
in tutto il mondo a favore della gioventù. (Francesco
Motto, “UN SISTEMA EDUCATIVO SEMPRE ATTUALE”
ELLEDICI 2000)
A
nche sul nostro territorio valtellinese è presente
un’Opera Salesiana che dal 1897 gestisce l’Istituto e l’Oratorio San Rocco in Sondrio secondo
il carisma di Don Bosco.
Accanto alla catechesi e all’accompagnamento
nell’esperienza di fede e di servizio ai più piccoli, teatro,
sport e musica rientrano a pieno titolo tra gli strumenti
28/nr. 1/2010
educativo-aggregativi più preziosi per avvicinare i giovani, sollecitarne un sano protagonismo, incanalare in
forme costruttive il loro bisogno di espressione, di movimento, di gioia.
Cose di Cuore è quindi sì il titolo del lavoro che i giovani
di San Rocco ci proporranno a breve ma è prima di tutto
la loro stessa esperienza, all’interno di un ambiente che
propone loro COSE con il CUORE; adulti, laici e consacrati interessati in modo autentico alla loro crescita
umana e cristiana.
Cose di Cuore Un musical interamente pensato, costruito ed elaborato all’interno del gruppo costituito da 55
giovani tra i 16 e i 26 anni ( 70% tra i 16 e i 19) e da 5
adulti di riferimento per la stesura del testo, l’arrangiamento delle canzoni e la regia.
Un’esperienza impegnativa nei tempi (1 anno e mezzo
di preparazione con prove settimanali al sabato, più intense nell’ultimo periodo) e nel coinvolgimento (balletti,
costumi, coreografie, video realizzati in autonomia con il
solo supporto logistico e tecnico degli adulti) che segue
ad altri 2 lavori presentati nel 2004 e 2007. “PERFETTA
LETIZIA” e “SAFNAT” infatti sono state prime esperienze di allestimento di un musical ispirati a testi originali
(“Forza venite gente” e “Josef e la tunica dei sogni in
Per vedere il video promozionale: www.youtube.com/watch?v=ppWry7gUyAk
tecnicolor”). Rispetto a questi ultimi l’elemento peculiare
di Cose di Cuore è l’originalità del lavoro in cui il gruppo,
partendo da una traccia (“Cose di cuore” 1987 di Aldo
Gusmeroli) ha dato forma ad una rappresentazione in
cui si è saputo integrare il lavoro multidisciplinare che i
giovani hanno sviluppato secondo le proprie inclinazioni:
CORPO BALLO 11 ragazzi - CORO e ATTORI 30 - ASSISTENTI DI SCENA e TECNICI AUDIO MIXER 14. La sceneggiatura, curata da 3 adulti, è stata in itinere discussa
in modo critico con i ragazzi stessi rendendoli partecipi
dell’evoluzione del lavoro e della scelta dei contenuti.
Una trama che nasconde tra le vicende verosimili di un
giovane sacerdote in una attuale grande città, allusioni
e riferimenti alla storia di Don Bosco; al suo desiderio di
incontrare i giovani, al suo stare con loro, al sogno fatto a 9 anni che segnò profondamente la sua missione,
all’attaccamento che i suoi ragazzi di Valdocco manifestavano apertamente per aver trovato in lui un padre, un
maestro, un amico. Le fasi di preparazione del lavoro
partono dal lancio della proposta all’interno dell’ambiente di San Rocco da parte dei responsabili del progetto,
con l’invito ai giovani stessi di estendere il coinvolgimento nell’ambito della scuola e delle amicizie esterne.
I primi a mettersi al lavoro (già dall’inverno 2009) sono
stati i giovani del coro, guidati dal presidente dell’Associazione Musicheatro, alle prese con i 12 brani arrangiati
da un professionista di Milano.
Man mano che procedeva la stesura del testo da parte
dei registi, 3 ragazze (età 19-20 anni) hanno guidato le
compagne più piccole del corpo ballo nella creazione
delle coreografie, organizzando in autonomia il calendario prove e dando dimostrazione di responsabilità,
grande entusiasmo e creatività. In ultimo, dal Febbraio
2010 si è allestita la scenografia e si è dato corpo alla
rappresentazione, unificando i diversi lavori e dedican-
do spazio alle parti recitate intercalate ai brani musicali.
Un’importante esperienza di condivisione, di pazienza,
anche di fatica, vissuta in un clima di amicizia ed entusiasmo. Questo l’obiettivo principe del progetto. Questa
l’anima che rende vero e concreto il messaggio dello
spettacolo: “…Il mio sistema è: lasciare ai giovani piena
libertà di fare le cose che loro maggiormente aggradano. Il punto sta nello scoprire in essi i germi delle loro
buone disposizioni e procurare di svilupparli. E poiché
ognuno fa con piacere soltanto ciò che sa di poter fare,
io mi regolo con questo principio e i miei allievi lavorano
non solo con attività ma anche con amore.” Don Bosco
(MB XVII 85)
Associazione Musicheatro
Opera presso l’oratorio San Rocco di Sondrio, non ha scopo di lucro e si prefigge di raggiungere finalità educative,
formative, sociali, promozionali, culturali ed assistenziali a
favore dei giovani, con esplicito riferimento all’ispirazione
cristiana e al sistema educativo di Don Bosco. In particolare
si propone di contribuire alla crescita integrale dei giovani, realizzare attività di promozione teatrale e qualificare il
proprio apporto educativo anche intervenendo all’interno di
pubbliche programmazioni.
8/9 maggio
Teatro San Rocco Sondrio
19 giugno
Teatro Berbenno
11 settembre
Sondrio (luogo da definire)
9 ottobre
Centro Giovanile Tremenda a Samolaco
29/nr. 1/2010
Azione 2
Articolo di Ilenia Pusterla
Viaggi. Alla ricerca di se stessi
Progetto presentato dall’Associazione Nuova Yahaman: Valentina Serena Cama,
Giulia Sgarlato, Marco Fanoni, Gianluca Scarinzi, Gabriele Salini, Sara Trinca
Tornidor, Alice Robustellini
D
Domenica 30 maggio la compagnia Nuova Yahaman ha presentato lo spettacolo
dal titolo “Viaggi. Alla ricerca di se stessi”
presso il Policampus di Sondrio. Due ore
di spettacolo in cui il pubblico ha assistito ad un susseguirsi di numeri di cabaret
che, se vogliamo descrivere il risultato
con i classici tre aggettivi, hanno composto una performance teatrale divertente, commovente e coinvolgente. Attraverso la recitazione, la danza e la giocoleria i
ragazzi hanno realizzato due ore di intrattenimento che
parlavano di ricerca, di speranze, di dolore, di gioie e,
in generale, di tutte le emozioni che coinvolgono la vita
di una persona, specialmente nei momenti in cui ricerca
se stesso. L’alternanza di monologhi, lazzi di clownerie, balli di breakdance, Hip Pop, acrobatica, espressioni corporee accompagnati da attrezzi luminosi, hanno
regalato al pubblico un racconto che aveva come filo
conduttore il tema del viaggio.
Viaggi
strada e la figura del clown, ha proseguito i suoi studi
all’accademia “Teatro libero” di Milano con William Medini e successivamente proponendo lazzi di clownerie
all’interno degli spettacoli del circo russo Niemen. Le
sue esibizioni puntando molto sul potenziale comunicativo di questa arte e della recitazione: un potenziale
che permette di far sorridere, ammaliare, commuovere il
pubblico e di fargli scaturire la poesia che c’è nel ricordarsi di essere sempre un po’ bambino.
Giulia Sgarlato è stata allieva di Johnny Street per sei
anni da cui ha appreso tutte le tecniche di Hip Pop e di
danza moderna. In seguito ha lavorato per la creazione
di coreografie nella scuola “Balla, balla”.
Marco Fanoni ha vestito i panni del giocoliere, arte che
ha appreso grazie a degli studi personali e frequentando
diverse convention internazionali e nazionali, occasioni
che gli hanno permesso di accrescere la propria professionalità grazie al confronto con altri artisti che praticano questa disciplina. La formazione si conclude con
Gabriele Salini e Sara Trinca Tornidor come ballerini, e
con Gianluca Scarinzi e Alice Robustelli, rispettivamente
tecnico audio e tecnico luci.
Il viaggio, nella sua accezione spaziale, mentale o temporale, è stato
oggetto di numerosi riflessioni artistiche, letterarie e filosofiche; è parte
integrante dello stesso concetto di
crescita ed è la metafora del nostro
cammino e della nostra esistenza. Il
viaggio è lo spostamento per conoscere nuove terre e nuove culture e
per misurarsi in un confronto continuo, è il lavoro psicologico ed emotivo che ogni persona compie dentro
di sé per sconfiggere le proprie barriere e ritrovarsi con se stessi, ma
è anche il percorso del tempo che
Il viaggio, nella sua
giorno dopo giorno ci permette di
accezione spaziale,
mentale
o temporale,
vivere la nostra esistenza, fatta anè parte integrante
che di gioie, arte, soddisfazioni, dodello stesso concetto
di crescita ed è la
lori, legami e morte. Nello spettacolo
metafora del nostro
cammino e della nostra
dell’associazione Nuova Yahaman
esistenza.
queste sfumature del viaggio vengono richiamate tutte, sia attraverso
recitazioni esplicite, sia mettendo in
Associazione Nuova Yahaman
scena sketch allegorici. Un’alternanza tra momenti di- E’ nata per promuovere le forme d’arte (teatro, musica, pittuvertenti, di profonda riflessione e commozione e di gio- ra, artigianato, acrobatica, danza, giocoleria, web design…)
chi che hanno coinvolto lo spettatore in prima persona. in Valtellina e dintorni. Attorno ad essa si è formato un gruppo
Nei panni di clown si è esibita Valentina Cama. Allieva di ragazzi specializzati in diverse discipline, tra cui: Valentina
Cama, Giulia Sgarlato, Marco Fanoni, Gianluca Scadi Sergio Procopio che per due anni ha studiato l’arte di Serena
rinzi, Gabriele Salini, Sara Trinca Tornidor, Alice Robustellini.
30/nr. 1/2010
Creatività
Ildi Silvia
Fantasma
di
Canterville
Montemurro
I
l teatro comunale Giuseppe Piazzi di Ponte in
Valtellina e il Cine Teatro Victoria di Chiavenna
hanno ospitato, rispettivamente il 29 maggio e il
3 giugno alle ore 21.00, lo spettacolo teatrale “Il
Fantasma di Canterville” della compagnia MeraMente, regia e adattamento del testo dall’originale di Oscar Wilde di Silvia Montemurro.
Silvia Montemurro ha 22 anni ed è di Chiavenna, appassionata di teatro e letteratura ha presentato questo
progetto al Bando Giovani Talenti Creativi perché crede
che per prendere un po’ di distanza dai moderni mezzi di
comunicazione sia necessario promuovere e sviluppare
la cultura e le sue forme d’arte. Gli attori della compagnia
teatrale MeraMente, in tutto dieci, hanno invece dai 15
ai 18 anni e sono di Chiavenna e della Valle del Mera.
Agli spettacoli che ha messo in scena la giovane regista
hanno partecipato con entusiasmo gli appassionati di
teatro ritenendola, non un opera dilettantistica, ma una
performance che ha espresso il giovane talento di tutti
i protagonisti.
Meramente
“La nostra compagnia teatrale è appena nata; MeraMente
è un richiamo alla realtà valchiavennasca, un omaggio al
fiume Mera, un attaccamento al paese da cui proviene la
maggior parte di noi. Tale
nominativo, però, non vuole essere un segno di chiusura, ma semplicemente
un punto di partenza: al
giorno d’oggi è facile rinchiudersi in casa, davanti
al computer o al televisore,
passare serate in discoteca
o seduti in qualche bar. I
ragazzi della mia compagnia, pur non disdegnando
tali comportamenti, dimostrano di saper anche uscire
dalla monotonia e dal conformismo, per “fare teatro”. Fare
teatro non significa solo imparare qualche battuta a memoria e inscenare un dignitoso spettacolino: fare teatro è
un modo di vivere, un incontro con il proprio personaggio,
un’apertura verso testi di qualche secolo fa, come il nostro
di Oscar Wilde, eppure sorprendentemente attuali. Ci vuole
poco per osare un po’ di più, per creare qualcosa di diverso,
che rimanga come esperienza formativa e che sia un inizio
di un cammino culturale e artistico che potrà proseguire
nel tempo. Mi piacerebbe partire da qui per formare una
compagnia stabile, anche a Chiavenna, e soprattutto che sia
un punto di ritrovo per chi vuole “fare teatro”, qualsiasi età
abbia”. Silvia Montemurro.
31/nr. 1/2010
Azione 2
Creatività
Un
treno,
una
valle
di Sara Bombardieri
D
omenica 27 giugno la giovane fotografa
Sara Bombardieri ha esposto le sue opere presso il Palazzo Municipale di Tresivio. L’esposizione si è inserita nell’ambito
della mostra collettiva di pittura, arti figurative ed artigianato realizzata in collaborazione con la Biblioteca comunale di
Tresivio, in occasione della Sagra Patronale dei SS. Pietro e Paolo. La mostra ha riscosso un discreto successo ed ha permesso a Sara di coltivare diversi contatti
che si trasformeranno in collaborazioni future. In questa
esposizione l’artista ha dato visibilità, per la prima volta
ufficialmente, alla sua arte e al suo talento. Un talento
che, come ricorda lei stessa, è riuscita a coltivare grazie
alla collaborazione che da tre anni porta avanti con un
fotografo di Tirano: “Ivan Predisdomini, è colui che mi ha
insegnato tutto sulla fotografia, che mi ha incoraggiata
ed aiutata a coltivare questa mia passione. A lui devo
davvero tutto e lo ringrazierò sempre per aver creduto
in me”.
Un treno, una valle
Con la mostra “Un treno, una valle” l’artista espone 12
fotografie frutto di tre mesi di lavoro. Stampate a getto
su PUL 10 mm con bordo bianco, le opere immortalano
stazioni, paesaggi e momenti rubati ai viaggi e ai viaggiatori del famoso trenino rosso. Attraverso un occhio
nuovo, giovane e per niente scontato Sara dà visibilità a
particolari che spesso sfuggono ad un occhio disattento e superficiale. Grazie infatti al suo lavoro lo spettatore
può ammirare i simboli della tradizione e del paesaggio
che caratterizza questo Patrimonio Mondiale dell’Umanità. “Il taglio che ho voluto dare alla mia esposizione
non è classica o statica, come spesso accade nella
rappresentazione del Trenino, ma originale. Ho cercato
di evidenziare i particolari, anche apparentemente i più
insignificanti, cogliendo dei piccoli attimi “rubati” al momento giusto, che potevano risultare irrilevanti in altri
contesti. IInizialmente il progetto era pensato per il treno
che collega Tirano a Milano, ma successivamente, cogliendo l’occasione del Centenario del Trenino Rosso,
ho rivisitato l’idea iniziale dando così omaggio a questo
importante patrimonio”.
Sara Bombardieri
Ha 18 anni ed è nata a Tirano. Ha scoperto la passione per
la fotografia grazie alla grafica e allo zio fotografo residente
in Australia. Dall’età di 16 anni collabora con uno studio
fotografico di Tirano.
Domenica 27 giugno
Palazzo Municipale di Tresivio
Giovedì 1 luglio
Policampus di Sondrio, in occasione del seminario
“Il ruolo determinante della valorizzazione del capitale
umano: i giovani neolaureati raccontano la loro
esperienza”
32/nr. 1/2010
33/nr. 1/2010
Azione 3
Eccellenza
Azione 3 in sintesi
Ricerca di eccellenze e di buone prassi di imprenditoria giovanile
La Terza Azione del Piano Locale Giovani nasce allo scopo di analizzare casi di ragazzi considerabili esempi di “eccellenza” nelle attività che svolgono. L’obiettivo è quello di far emergere e rendere visibili i risultati concreti ottenuti
da giovani “eccellenze” del nostro territorio, affinché intorno al loro operato si crei un esempio, una discussione,
uno stimolo che incentivi un “circolo virtuoso”.
Dirupi
Pierpaolo Di Franco e Davide Fasolini
Pierpaolo Di Franco, 31 anni, e Davide Fasolini, 29
anni, entrambi laureati in Viticoltura ed enologia
all’Università Statale di Milano, hanno iniziato a coltivare vigneti e a produrre vino nel 2003, anno in cui
hanno fondato la società Dirupi.
L
a storia di Davide e di Pierpaolo ha inizio nel
2003, mentre stavano frequentando l’ultimo
anno di facoltà presso la sede distaccata di
Riccagioia in provincia di Pavia: sette anni
fa, infatti, hanno deciso di prendere in
comodato d’uso un
piccolo vigneto valtellinese e di
iniziare la loro attività imprenditoriale. Davide e Pierpaolo ci spiegano perché quell’anno è stato
fondamentale per loro: “a Riccagioia noi e i nostri compagni studiavamo e lavoravamo in vigneti
sperimentali, ci confrontavamo
su progetti e ci informavamo per
partecipare ai bandi di finanziamento europei. Si era creato un
clima costruttivo, grazie al quale
le idee trovavano spunti per crescere e svilupparsi. Il dialogo fra
noi due e con i nostri compagni,
confronto che continua tutt’ora
grazie a forum e contatti universitari, ha posto le basi
per iniziare a progettare seriamente quello che fin da
piccoli è stato il nostro sogno: produrre il nostro vino.
Così, mentre nel pavese sperimentavamo le tecniche
34/nr. 1/2010
di coltivazione e ci informavamo sulle possibilità di finanziamento, abbiamo deciso di prendere in comodato
d’uso un piccolo vigneto valtellinese da coltivare nel weekend”. Quell’anno però entrambi partono per la loro seconda esperienza in altri territori:
Davide dopo essere stato in Calabria nel 2002, parte per la California; Pierpaolo dopo il Trentino
Alto Adige, nel 2003 parte per la
Sardegna. Tornano nel 2004 con
quattro esperienze fondamentali
in territori diversi e con la loro
formazione universitaria conclusa. Da quell’anno ha inizio la loro
sfida in proprio e dopo sei anni di
lavoro oggi coltivano diciotto vigneti e 7000 m di sperimentazione biologica; producono due tipi
di vino rosso (Valtellina Superiore DIRUPI e un IGT Nebbiolo delle
terrazze retiche denominato Olé)
e il terzo è in corso d’opera (“un
esercizio di stile”, come lo descrivono loro, nato per essere un vino riserva). L’85% del
loro vino lo vendono in Valtellina, ma hanno importatori
anche nel Nord e centro Italia, a Zurigo e a Boston. Nel
2008 vengono menzionati nel Top Hundred del Club di
Papillon tra i 100 migliori vini d’Italia, mentre nel 2009
Daniel Thomas li conferisce il Sole di Veronelli, inserendoli nella guida “I vini di Veronelli 2009” tra i 22 vini a
menzione speciale.
Quella che sembra una strada facile fatta di successi
e soddisfazioni è, invece, un altro esempio di come la
dedizione e la passione nel lavoro paghino, anche in
Valtellina. È vero il coraggio di partire e la collaborazione tra soci, come ci spiegano Davide e Pierpaolo, sono
aspetti indispensabili ed essenziali, ma la determinazione e la cura del dettaglio sono le qualità necessarie ad
andare avanti ed affermarsi: “ad essere sinceri non è
stato facile, anche noi abbiamo dovuto lavorare molto
e continuare a formarci e rinnovarci. Oggi stiamo studiando il biologico e sperimentando questa coltivazione;
grazie alla collaborazione con il grafico Riccardo Stefanelli curiamo al meglio le nostre etichette e l’immagine
aziendale, inoltre stiamo collaborando in modo operativo affinché anche in Valtellina si crei una rete coesa e
collaborativa tra i produttori di vino e, di conseguenza,
un’immagine del territorio precisa e coerente (il Vinitaly
di quest’anno è stato un esempio dei buoni risultati che
stiamo ottenendo in questo senso)”.
Quando Davide e Pierpaolo parlano di determinazione
e di dettagli non si riferiscono solo al lavoro in vigna,
alla loro immagine aziendale e alla costruzione di una
rete, ma ci raccontano come tutto è fondamentale, purché sia fatto con l’attenzione necessaria che ogni lavoro richiede. Coltivare vigneti e produrre vino ha tanti
aspetti, da quelli più faticosi del lavoro fisico a quelli più
metodici della ricerca e della continua formazione, ma
DIRUPI s.s.
Cantina
Località Madonna di Campagna
23026 Ponte in Valtellina (SO)
Sede Legale
Via Grumello, 1 - 23020
Montagna in Valtellina (SO)
fax 0342.513.460
nascere e crescere in Valtellina è stato fondamentale
per la loro formazione culturale. Qui, infatti, è nata la loro
passione e qui la cultura e le tradizioni di questo mondo
sono diventate parte di loro ed oggi del loro lavoro: “non
apparteniamo a famiglie che hanno una tradizione o un
nome nel panorama vitivinicolo valtellinese, ma tramite
amici, fin da piccoli, abbiamo vissuto il momento della
vendemmia. È una tradizione e un’occasione di festa in
cui si promuove il vino e lo scambio”. Riprendendo questi concetti e richiamando lo spirito che accompagna
la cultura di questo mestiere ogni anno propongono, in
occasione della presentazione del loro vino, un piccolo
evento allo scopo di far conoscere il loro prodotto, ma
anche di creare un dialogo costruttivo su diversi temi.
Quasi una rivisitazione del concetto greco di convivio,
grazie al quale si può degustare il loro lavoro e conoscere nuovi aspetti culturali. Da questa filosofia nel 2007
è stato organizzato “Arte e Vino”, un evento dove l’artista
Andrea Mori (ritroverete le opere dell’artista all’interno
del Bando Giovani Talenti Creativi del Piano Locale Giovani) ha mostrato installazioni fatte con l’uso di elementi
della natura e, utilizzando la terra dei vigneti, ha creato
l’etichetta “Terra”per la bottiglia Magnum del Valtellina
Superiore DIRUPI. Nel 2008 è stato proposto un evento
in collaborazione con Slow Cooking per promuovere il
cibo e la cucina a km 0, nonché la collaborazione tra
chi vuole sperimentare in modo intelligente sul nostro
territorio. Infine nel 2009 hanno organizzato un evento/
convegno con ospiti e accademici provenienti da tutto
il Nord Italia per parlare e discutere di biologico e delle
nuove esigenze che caratterizzano un consumatore più
colto e attento.
Dott. Enol. Pierpaolo Di Franco
349.362.79.73
Dott. Enol. Davide Fasolini
347.290.97.79
www.dirupi.com
[email protected]
35/nr. 1/2010
Azione 3
Eccellenza
Ecomuseo
della Valgerola
Sergio Curtoni ed Elisabetta Curtoni
L’
Ecomuseo della Valgerola è un’istituzione culturale riconosciuta dalla Regione
Lombardia ed è nata con l’obiettivo di
promuovere il territorio che rappresenta
e diffondere la conoscenza delle tradizioni e dei costumi che caratterizzano la
Valgerola. Formalmente costituito dal comune di Gerola Alta con deliberazione
C.C. n.16 del 02.05.2008, l’Ecomuseo
si basa sul coinvolgimento diretto di
associazioni e operatori e della popolazione locale.
Dal 2010 l’ambito territoriale dell’Ecomuseo è stato esteso
ai Comuni di Pedesina, Rasura e Cosio
Valtellino. Il territorio è principalmente
montano ed è posto tra i 400 e i 2500
m.s.l.m. e inserito nella parte elevata
nel perimetro del Parco Regionale delle
Orobie Valtellinesi.
Sergio Curtoni ha 35 anni e da quando è stato fondato l’Ecomuseo opera attivamente nell’ideazione, organizzazione e gestione di tutte le attività di promozione.
All’inizio del 2010 ha rinunciato al suo contratto a tempo indeterminato come educatore optando per un part
time, scelta che gli permette di dedicare più tempo allo
sviluppo dell’Ecomuseo. Con lui opera attivamente Elisabetta Curtoni, gli operatori del museo e tutti gli abitanti
della Valgerola: una cooperazione che ha permesso la
creazione di una fiorente attività didattica. Grazie all’impegno e alla passione di Sergio, di Elisabetta e di tutti
coloro che collaborano per lo sviluppo dell’Ecomuseo,
sono stati attivati laboratori dedicati alle tecniche manifatturiere, alle risorse naturali, alla storia e ai personaggi
che caratterizzano le leggende della Valgerola, vere e
proprie attrazioni per scolaresche, turisti
e valtellinesi. Infatti, grazie alle giornate
intitolate alla lavorazione del legno, del
ferro e della lana chi partecipa può imparare i lavori del passato e la produzione dei manufatti che oggi sembrano
caratterizzare un tempo fatto di tradizioni ormai superate. Grazie a quelle dedicate alla natura e alle leggende storiche
si ha la possibilità di conoscere l’ambiente e le sue peculiarità, nonché la
storia che lo ha caratterizzato. Si possono inoltre visitare luoghi e attrezzi tipici quali mulini,
telai, taverne sperimentando in prima persona i lavori, i
giochi, l’alimentazione e i costumi che hanno caratterizzato la storia della Valgerola e dei suoi abitanti.
Parlando con Sergio si intuisce chiaramente che il movente che ha permesso di raggiungere questi risultati è
stato, prima di tutto, la passione per il proprio territorio,
la voglia di far rivivere le tradizioni che altrimenti erano
destinate a scomparire dalla memoria. Il suo lavoro è
stato rivolto alla creazione di un vero museo, ma non
inteso in senso statico, ma piuttosto dinamico e relazionale. Attraverso giochi, intrattenimenti, laboratori e lezioni chi opera nell’Ecomuseo della Valgerola è riuscito a
far rivivere, ricontestualizzandolo in chiave moderna/interattiva, lo stile di vita delle generazioni passate. Il punto
di forza, che ha permesso di ottenere gli importanti risultati oggi visibili e usufruibili da tutti noi, è il forte senso
di appartenenza della comunità locale. La cooperazione
tra tutti gli abitanti e gli operatori è una catena che, da
un dialogo attivo e aperto, ha permesso la trasmissione
della cultura e delle tradizioni della Valgerola a chi, grazie
alla propria professionalità, è stato in grado di rielaborarle in chiave moderna.
Sergio e con lui Elisabetta e i loro collaboratori sono un
esempio di come l’amore per il proprio territorio possa
permettere di creare risultati concreti e positivi affinché
la cultura di un luogo non si perda tra le priorità del
nostro tempo. Attraverso il loro impegno entrambi i lati
hanno potuto convivere e rinnovarsi uno grazie all’altro,
in un riuscito sodalizio tra passato e presente.
Ecomuseo
www.ecomuseovalgerola.it
[email protected]
[email protected]
Ufficio Informazioni Gerola Alta
(apertura estiva)
Via Nazionale - Gerola Alta
Tel. 0342.690.191
www.valgerolaonline.it
36/nr. 1/2010
37/nr. 1/2010
R Rubrica Servizi Integrati
Informagiovani<->Policampus
Servizi Integrati (Informagiovani e Policampus)
I Servizi Integrati (Informagiovani e Policampus), gestiti dal Consorzio di Cooperative Sociali Sol.Co Sondrio, contribuiscono a sviluppare le finalità del
PLG in quanto promuovono un investimento cospicuo per il settore lavoro.
Oltre alle attività ordinarie che prevedono un supporto ai ragazzi nella ricerca attiva del lavoro (sostegno nella
stesura del curriculum vitae e della
lettera di presentazione, individuazione
e selezione delle aziende e degli uffici
dove proporre la propria candidatura,
esplorazione delle diverse forme dei
contratti di lavoro…), negli ultimi due
anni sono state promosse ed incrementate relazioni con alcuni importanti
attori del mercato del lavoro in Valtellina, tra cui le Unioni di Categorie,
Società di Sviluppo Locale, Valtellina
Lavoro, Inps e Cgil.
Queste collaborazioni si sono concretizzate nella partecipazione a progetti
innovativi (Job Match all’interno del
progetto GEdA, Newsletter Orientamento in collaborazione con Valtellina
Lavoro) e nella costruzione partecipata
di laboratori di orientamento al lavoro
realizzati nelle classi quarte e quinte
degli Istituti superiori di Sondrio.
Informagiovani
Via Perego, 1 - 23100 Sondrio
0342.526.431
[email protected]
Facebook Informagiovani Sondrio
martedì, giovedì e venerdì
dalle 15.00 alle 18.00
Policampus
Via Tirano SNC - 23100 Sondrio
0342.200.761
www.policampus.it
[email protected]
Informagiovani a Scuola
L’
attenzione che i Servizi Integrati (Informagiovani e Policampus) dedicano ai giovani accompagnandoli nelle scelte formative, occupazionali, della vita sociale e
del tempo libero si è concretizzata anche
quest’anno attraverso la realizzazione di
laboratori di orientamento nelle classi
quarte e quinte delle scuole superiori di Sondrio.
I laboratori hanno affrontato tematiche importanti per il
mondo giovanile, dall’area estero (mobilità internazionale e i programmi europei per i giovani ) all’area lavoro
(mercato del lavoro locale e profili professionali, compilazione curriculum vitae; passi per la ricerca attiva del lavoro; mondo dei contratti di lavoro e sistema voucher).
Vista l’importanza di accompagnare gli studenti nel delicato passaggio dal mondo della scuola al mondo del
lavoro, anche attraverso il coinvolgimento di importanti
attori del tessuto economico valtellinese, il laboratorio
“Mercato del lavoro locale e profili professionali” è stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Con-
findustria insieme a Valtellina Lavoro, Unione Artigiani,
Unione Commercianti, Coldiretti.
L’obiettivo principale è stato quello di fornire alcune informazioni concrete inerenti i profili professionali che
nel contesto locale stanno assumendo rilevanza, effettuare alcune riflessioni ed analizzare alcuni dati relativi
al mondo del lavoro per capire qual è lo spazio per i
diplomati e i laureati e diffondere conoscenze inerenti
percorsi formativi post- diploma.
Di seguito riportiamo le considerazioni sull’attività svolta di alcuni esperti che sono intervenuti nelle classi, in
particolare una riflessione sui vantaggi dell’incontrare
direttamente gli studenti nelle scuole, sui contenuti che
hanno avuto un maggior impatto tra gli studenti e sulla
loro percezione di quanto i ragazzi valtellinesi siano informati sul mercato del lavoro locale.
“Incontrare i giovani nelle scuole è basilare;
avere un contatto diretto con loro, riuscire a trasmettere le proprie idee, con parole semplici ma
concrete è sicuramente più proficuo che leggerlo solamente in un articolo di giornale.
Le esperienze sino ad ora fatte, mi hanno dato
enorme soddisfazione; vedere l’interesse dei
giovani per l’ambiente e per il mondo agricolo in
generale, fa veramente piacere.
Non dobbiamo dimenticare che le radici di tutti noi vengono dal mondo agricolo e se sino a
dieci/quindici anni fa tutti i ragazzi, o la maggior
parte, avevano un rapporto con questo settore,
attraverso i genitori o i nonni che svolgevano tale
attività, ora la realtà è ben diversa.
38/nr. 1/2010
Giulia Setti
Mary Signorelli
Operatrici Servizio Informagiovani
E’ quindi importante far capire ai ragazzi il ruolo
fondamentale dell’agricoltura, sia in termini economici sia in termini di difesa e salvaguardia del
territorio.
Far capire ai giovani quanto lavoro e fatiche vi
sono dietro ad un prodotto è determinante nel far
crescere in loro un sentimento di apprezzamento
e di rispetto per chi svolge questo duro lavoro”
“Confindustria Sondrio rappresenta le imprese industriali di Valtellina e Valchiavenna. Il comparto
industriale svolge un ruolo trainante per la crescita
socio-economica del territorio e si contraddistingue per l’eccellenza produttiva, la differenziazione sui diversi settori produttivi (fattore anticiclico
molto importante in momenti di crisi economica) e
la capacità di competere innovando. La categoria
industriale ritiene l’education ed il rapporto con le
giovani generazioni fattori strategici per sviluppo
presente e futuro. In seno a Confindustria Sondrio,
il Gruppo Giovani Imprenditori presidia da quasi un
decennio la tematica, con espressa delega degli
organismi direttivi. A parte il comparto alimentare
con le sue note eccellenze, l’industria di Valtellina e
Valchiavenna è per lo più focalizzata su produzioni “intermedie”, che non arrivano direttamente al
consumatore finale; questo fa si che non sempre i
giovani ci conoscano a fondo. Non solo, è diffusa
nell’opinione pubblica la convinzione che Confindustria rappresenti solamente imprese manifatturiere mentre, in realtà, associa anche un notevole
numero di imprese del terziario e dei servizi, imprese molto dinamiche, innovative ed in costante
crescita. Incontrare gli studenti nelle scuole vuol
dire farsi conoscere in maniera semplice ed al
contempo concreta, illustrare le opportunità di occupazione e crescita professionale che le aziende
industriali della provincia possono offrire.
Grande interessa l’approfondimento sui profili professionali maggiormente richiesti dal tessuto economico locale e, di riflesso, i percorsi formativi che
offrono i migliori sbocchi occupazionali per coloro che sono intenzionati a rimanere sul territorio.
Inoltre i ragazzi hanno mostrato curiosità rispetto
alle caratteristiche dell’ambiente aziendale dove faranno il loro ingresso. Durante i nostri interventi di
orientamento nelle scuole non manchiamo mai di
illustrare quali sono le richieste dell’impresa al neoassunto in termini di disponibilità ad apprendere,
capacità di relazionarsi ed interagire con i colleghi, impegno, senso del dovere, condivisione degli
obiettivi aziendali, capacità di proporre, proattività.
La conoscenza da parte dei giovani circa le caratteristiche del mercato del lavoro locale, soprattutto
per quanto concerne l’aspetto dei profili professionali più richiesti, deve migliorare molto e ciò è al
contempo compito ed interesse preciso degli attori
economici e delle associazioni di categoria. Occorre sottolineare come Confindustria Sondrio, negli
ultimi 5 anni, abbia proficuamente collaborato con
la Società di Sviluppo Locale e le altre istituzioni
sul territorio per porre in essere numerose iniziative volte a diffondere tra i giovani la conoscenza
del mercato del lavoro locale (incontri nelle scuole,
convegni pubblici, diffusione di materiale a stampa, partecipazione al “salone dell’orientamento”).
A questo proposito, tra marzo ed aprile del 2009,
per la prima volta in provincia di Sondrio, il Gruppo
Giovani Imprenditori di Confindustria Sondrio ha
introdotto nelle scuole il Management Game, un
torneo on line - organizzato dal Comitato Regionale
Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardiariservato alle classi quarte delle scuole superiori.
Attraverso un software viene simulata la gestione
di un’azienda. Si può dire che “giocando” gli studenti prendono confidenza con una realtà, quella
del lavoro, nella quale si apprestano ad entrare.
Simulazione e gioco stimolano le capacità organizzative dei ragazzi e insegnano loro a lavorare
in un team. Un metodo di apprendimento alternativo e appassionante che nel 2009 ha coinvolto gli
studenti dell’Istituto De Simoni e che quest’anno
ha interessato anche i ragazzi dell’Istituto Tecnico
Agrario di Sondrio e del Pinchetti di Tirano.”
Rino Ceft
Confindustria Sondrio
Intervenuto insiema a Valerie Schena
di Valtellina Lavoro
presso l’Istituto Tecnico Industriale di Sondrio
Flavio Bottoni
Coldiretti Sondrio
intervenuto presso l’Istituto
Tecnico Agrario di Sondrio
39/nr. 1/2010
R Rubrica Servizi Integrati
Informagiovani<->Policampus
Articolo a cura degli Operatori del Policampus
Intervista a Valentin Potier
Vincitore della terza edizione del festival di cortometriaggi Young Frames
Sabato 15 Maggio 2010 si è conclusa la 3.a edizione del Festival Internazionale di Cortometraggi - Young
Frames - organizzato dal Consorzio di cooperative sociali Sol.Co. Sondrio presso l’auditorium del Policampus
di Sondrio. La manifestazione si è caratterizata per la
buona affluenza in sala degli spettatori, per la qualità
delle opere presentate in gara, per le tematiche sociali
che sono state approfondite nella giornata pre-festival
del 14 Maggio (“Lo stigma della malattia mentale” organizzata in collaborazione con l’azienda ospedaliera di
Valtellina e Valchiavenna) e per l’alto numero di giovani
coinvolti sia nella preparazione che nella realizzazione
festival.
un pranzo è stato molto divertente vedere le reazioni dei
camerieri che reagivano male alla vista delle orecchie
giganti e che quasi non osavano prendere le ordinazioni. In più Nicolas continuava a recitare la parte di Tony
per far ridere la troup e si continuava a lamentare dei
camerieri che parlavano troppo forte.
Il vincitore per il premio MIGLIOR CORTO assegnato
dalla “giuria speciale” è stato TONY ZOREIL di Valentin
Potier. Di seguito l’intervista al giovane regista.
Secondo te i giovani hanno sufficiente spazio e
visibilità nel cinema contemporaneo?
Come e quando è nata in te
la passione per il cinema?
Mio padre era regista di pubblicità e quando ero piccolo
mi succedeva spesso di partire e viaggiare con lui per
lavoro. Ero affascinato dal suo lavoro. Le luci, gli attori,
i movimenti delle cineprese, in più mi è sempre piaciuto
guardare film alla tv.
Nella realizzazione dei tuoi cortometraggi quanto
ritieni sia stato importante il tuo percorso formativo?
Studiare è stato fondamentale. Avere la possibilità di approfondire con dei corsi mirati è stato determinante.
Come mai hai scelto di parlare
con il film Tony Zoreil della diversità?
Qual è stata la difficoltà più grande che hai avuto
sinora nel tuo lavoro come giovane regista?
Penso di essere un giovane regista fortunato poiché non
mi ricordo aver incontrato grandi difficoltà nella mia breve esperienza ma soltanto difficoltà normali come molti
nel proprio lavoro.
Effettivamente è molto difficile farsi conoscere come
giovane registi… Grazie dunque a voi e ai festival come
il vostro per la diffusione che date alle nostre pellicole
perché questo è il miglior trampolino per farsi conoscere.
Che cosa cambieresti nel ambito del tuo lavoro?
Nulla, se non fossi stato regista però mi sarebbe piaciuto diventare architetto.
Che consiglio daresti ad un ragazzo
che volesse fare cinema oggi?
Per vedere il trailer di Tony Zoreil: http://www.youtube.com/watch?v=kgWI_RzDzMs
Gli suggerirei di lavorare tantissimo e di impegnarsi tanto quanto sono le sue ambizioni.
Come hai conosciuto il Festival Internazionale di
Cortometraggi Young Frames?
Grazie al lavoro della mia casa di produzione.
Qual è il regista professionista
Nei film spesso mi piace raccontare storie che vanno
che preferisci e perché?
oltre l’ordinario, che rappresentano percorsi di persone
fuori dal normale.
Adoro Stephen Spielberg, poiché è un regista unico, canome non è importante
Trovo molto interessante affrontare il tema della diver- Il mio
pace di mescolare il grande spettacolo alla grande arte.
di
Emanuele
Pisano (Italia)
sità in modo leggero e spiritoso, ed è quello che ho
E l’attore e/o attrice?
cercato di fare in Tony Zoreil per evitare di fare un film
circostanza fortuita
“pesante”. Questo permette di sensibilizzare gli altri an- Una
Ci
sono molti
attori (Italia)
che mi piacciono: Billy Bob ThorEmanuele
Michetti
che attraverso un cortometraggio e di diffondere i valori di ton,
Tim Roth, Leonardo Di Caprio, Kate Winslet, Kate
positivi di certi messaggi. Le orecchie giganti mi hanno blanchet… Recentemente ho avuto un colpo di fulmine
Zoreil
permesso di sottolineare un lato surreale e di approfon- Tony
per Casey Afleck che ha una sensibilità ed un approccio
di psicologico
Valentin Potier
(Francia)
dire l’aspetto sonoro che amo particolarmente.
incredibile
in tutti i suoi ruoli.
Ci racconti un episodio curioso che ti è capitato di Il Torneo
Qual è il tuo film preferito?
vivere durante la registrazione di un corto?
di Michele Alahique (Italia)
Taxi driver per l’impostazione psicologica dei personagLe fasi del trucco impegnano molto tempo. Nicolas
gi e l’originalità della pellicola ma anche per l’interpretaClerc (Tony), conservava così, durante la registrazione El mueble de los fotos
zione eccezionale di Robert De Niro.
del corto il proprio trucco anche durante i pasti. Durante di Giovanni Maccelli (Spagna)
40/nr. 1/2010
Valentin Potier
Nato nel 1982 a Parigi, si è diplomato presso la Scuola del Cinema ESRA. Egli ha scritto e diretto il suo primo cortometraggio
“Tony Zoreil”, il quale è stato selezionato nei più importanti Film Festival del mondo ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti.
Attualmente Valentin Potier è regista di pubblicità e sta realizzando il suo primo lungometraggio.
Porque hay cosas que nunca se olvidan
di Lucas Figueroa (Spagna)
The Cemetery People
Festival Internazionale di
cortometraggi - Sondrio
dal 10 al 14 Maggio
41/nr. 1/2010
Proiezione per le scuole superiori
dei corti in concorso dalle 9.00 alle 12.00
A Aggiornamenti
Amici per la pelle
FONDAZIONE ALBOSAGGIA
Scuola Materna di Albosaggia
Scuola Primaria di Albosaggia
Scuola Secondaria di Primo grado di Albosaggia
Biblioteca di Albosaggia
Oratorio di Albosaggia
Fondazione Albosaggia
P.za Dante, 1 - 23010 Albosaggia (SO)
0342.211.378
www.fondazionealbosaggia.it
[email protected]
Paolo Messina
Giovane Neolaureato
Laurea Specialistica in Pedagogia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (indirizzo interculturale e in progettazione pedagogica).
Prima di questa esperienza ha lavorato a Milano come educatore interculturale con il PIME nel settore educazione alla mondialità.
Da tre anni è coordinatore del Centro Estivo del Comune di Albosaggia.
Michele Giugni
Responsabile di Progetto
Assessore alla cultura del Comune di Albosaggia
Consigliere amministrativo della Fondazione Albosaggia
Nel Numero 0 del PLG.Magazine avevamo presentato il
progetto “Amici per la pelle”: l’iniziativa promossa dalla
Fondazione Albosaggia con l’obiettivo di trasmettere
ai bambini i valori ed i principi legati all’integrazione
culturale. Attraverso l’aiuto di tre organi educativi
(scuole, biblioteca ed oratorio) Paolo Messina, il
giovane neolaureato a cui è stato affidato questo
progetto, continua a perseguire queste finalità. Tra le
tante iniziative concluse vogliamo ricordare le principale
affinché continuino ad essere di ispirazione per chi vuole
investire e credere in questo progetto.
In oratorio i bambini hanno avuto l’occasione di partecipare ad una giornata dedicata alla raccolta di viveri a
sostegno delle regioni più povere del Brasile. L’iniziativa
Matogrosso, gestita da Paolo e da volontari dell’omonima associazione, è stata un’importante e solidale occasione in cui i bambini più grandi aiutavano a raccogliere
i viveri, mentre i più piccoli hanno partecipato a giochi il
cui tema era lo scambio/confronto fra due culture.
Nelle scuole elementari di Albosaggia si sono organizzati incontri basati su dinamiche attive: giochi di ruolo,
proiezioni di filmati e dibattiti in cui i temi ricorrenti erano l’intercultura, il pregiudizio, i diritti umani e il commercio equosolidale.
42/nr. 1/2010
Ma l’incontro che ha riscosso più successo è stato quello organizzato alle scuole medie con la partecipazione
di Cheikh Mbacke Lo, un ragazzo immigrato dal Senegal
che partecipa al Bando Giovani Talenti Creativi (Azione
II del Piano Locale Giovani) con la presentazione di racconti autobiografici. I tre incontri, uno per ogni classe,
sono stati sviluppati secondo un preciso modulo didattico. Introdotti da Paolo con una spiegazione teorica, i
temi affrontati sono stati gestiti con dinamiche attive,
dibattiti e, ovviamente, la partecipazione e la testimonianza di Cheikh Mbacke Lo. I temi, che avevano come
filo conduttore il razzismo, lo stereotipo e il pregiudizio,
sono stati trattati secondo moduli didattici diversi a seconda della classe in cui venivano proposti. In prima
media gli argomenti principali sono stati la tolleranza e i
diritti umani, in seconda gli stereotipi e in terza il pregiudizio, l’immigrazione e le leggi che la regolano.
L’impegno di Paolo Messina e di Cheikh Mbacke Lo è
stato premiato con l’ottimo riscontro che ha avuto l’iniziativa. La positiva partecipazione dei bambini e l’entusiasmo di alunni ed insegnanti, ha instaurato dialoghi
aperti e costruttivi, nonché posto le basi per inserire
questa iniziativa all’interno del futuro piano educativo.
Ente Capofila PLG
Comune di Sondrio
Servizio Politiche Giovanili e Sociali
Ufficio Progetti Integrati
Margherita Boiani
Via Perego, 1 - 23100 Sondrio
0342.526.252
[email protected]
PLG MAGAZINE Nr. 1_2010
Simona Viganò redazione testi (Collaboratrice a Partita IVA)[email protected]
Gino Pedrotti progettazione grafica (C.S.V.-L.A.Vo.P.S.)[email protected]
Azione 1
Lavoro
Azione 2
Creatività
Azione 3
Eccellenza