Incontro di Preghiera dei Fidanzati

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Incontro di Preghiera dei Fidanzati
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Incontro di Preghiera dei Fidanzati
ABBIAMO CREDUTO ALL’AMORE (1GVV 4,16)
“I virtuosi camminano,
i sapienti corrono,
solo gli innamorati volano”
(Detto medievale)
Parrocchia Maria SS. del Carmelo
Bagheria, 27 Aprile 2015
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CANTO
Fuoco d'amore brucia nel mio cuore,
acqua della vita zampilla dentro me.
O Spirito creatore vieni nel mio cuore,
consolatore scendi su di me.
Fuoco d'amore brucia nel mio cuore,
acqua della vita zampilla dentro me.
O balsamo d'amore sana le ferite,
Spirito di pace scendi su di me
Vieni santo Spirito, vieni Dio d'amore,
vieni Dio di gioia, scendi su di me.
Vieni santo Spirito, vieni Dio d'amore,
vieni Dio di gioia, scendi su di me.
 SALUTO
P.
T.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
P.
La grazia e la pace di Dio che è amore fin dal principio, sia con
tutti voi.
E con il tuo spirito.
T.
P.
Carissimi fidanzati, genitori e testimoni, vi accolgo con gioia e
vi ringrazio per aver accettato l’invito a questo incontro.
Voi, carissimi fidanzati, vi state preparando a dire il vostro ‘sì’
e lo renderete manifesto in chiesa, davanti alla comunità. Nella
Chiesa si esprime il sì alla vita, il sì all’amore, il sì alla
donazione al Signore.
Il nostro incontro di stasera vuole immergerci in questo spirito
e, per esprimere la nostra accoglienza e fraternità nel
Signore, vi invito a scambiarvi reciprocamente un segno e un
augurio di pace.
P.
Preghiamo:
O Signore, Dio dell’amore e della vita,
guarda questi giovani riuniti nella tua casa:
non vogliono sprecare la gioia di amare
ma desiderano costruirsi come persone mature,
capaci di amore, per essere pronti
ad assumere la responsabilità del matrimonio,
accolto come vocazione e come missione.
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T.
Porta a compimento il loro desiderio di realizzare
una famiglia come vera comunione di persone,
nell’amore unico, definitivo e fecondo:
come vera chiesa domestica.
Per Cristo, nostro Signore.
Amen.
 In ascolto della Parola
L1.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 3, 18-24
Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità.
Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui
rassicureremo il nostro cuore qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è
più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in
Dio; e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo
i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo
Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha
dato. Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da
questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
 Guardiamo dentro il nostro cuore
“Se non ami” Nek
Puoi decidere le strade che farai,
puoi scalare le montagne
oltre i limiti che hai,
potrai essere qualcuno se ti va,
ma se non ami, se non ami,
non hai un vero motivo per vivere.
Se non ami, non ti ami e non ci sei,
se non ami,
non ha senso tutto quello che fai.
Puoi creare un grande impero intorno a te
costruire grattaceli e contare un po' di più,
puoi comprare tutto quello che vuoi tu
ma se non ami, se non ami,
non hai un vero motivo per vivere
se non ami, non ti ami e non ci sei.
Se non ami, se non ami,
non hai il senso delle cose più piccole,
le certezze che non trovi e che non dai.
L’amore attende e non è invadente
e non grida mai.
Se parli ti ascolta, tutto sopporta,
crede in quel che fai
e chiede di esser libero alle porte
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e quando torna indietro ti darà di più.
Se non ami, se non ami,
tutto il resto sa proprio di inutile.
Se non ami, non ti ami,
non ci sei...
Senza amore noi non siamo niente mai...
 Prima testimonianza
L2.
Voglio ringraziarti, Signore per il dono della vita.
Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto:
possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte, nei momenti di confidenza,
oso pensare, Signore, che anche tu abbia un’ala soltanto.
L’altra, la tieni nascosta:
forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me.
Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami, allora, a librarmi come te. Perché vivere non è trascinare la vita
non è strappare la vita, non è rosicchiare la vita.
Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all’ebrezza del vento.
Vivere è assaporare l’avventura della libertà. Vivere è stendere l’ala,
l’unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande
come te!
(Don Tonino Bello)
Silenzio di interiorizzazione.
 Seconda testimonianza
L3.
È una storia che accadde a Turbin. C'era là una volta un facchino che si
chiamava Tojwje ed era molto povero.
Era un giovedí sulla piazza del mercato. Tojwje era là colle falde del suo
lungo vestito, legate dietro alla corda che gli serviva da cintola, e stava in
attesa di qualche servizio. Non aveva ancora niente per il sabato. Ma come
per dispetto, tutti i carichi restavano in giro vuoti.
Non si vedeva nessun compratore, non c'erano pacchi da portare a casa.
Alzò lo sguardo al cielo pregando che non gli fosse guastato il sabato, che
sua moglie e i suoi figli non dovessero patir la fame nel santo giorno.
Ma d'un tratto gli parve che qualcuno lo tirasse per la falda dell'abito. Si
voltò e si vide davanti uno straniero in veste da cacciatore con una penna
sul cappello e una mostra verde sulla giacca.
E l'uomo gli parlò:
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"Ascolta, Tojwje. Ti sono assegnati sette buoni anni, sette anni di felicità e
di ricchezza. Ma devi deciderti quando li vuoi avere. Se tu vuoi, potrai
essere felice anche oggi, e prima che il sole che ora sta sul tuo capo
tramonti, avrai abbastanza da comperare tutto Turbin e i suoi dintorni. Ma
poi fra sette anni diventerai di nuovo cosí povero come sei stato fin'ora.
Ma puoi desiderare i sette buoni benedetti anni anche per la fine della tua
vita, ed allora te ne andrai di qua come uno dei piú ricchi."
Come piú tardi si seppe, lo straniero che aveva dette queste parole non era
altri che il profeta Elia. Tojwje però lo ritenne per un semplice stregone e
gli diede una brusca risposta:
"Caro uomo, lasciami in pace! Sono un povero affamato e non ho niente
per ricompensarti del tuo consiglio e della tua fatica."
Ma lo straniero non si lasciò scoraggiare, ripeté piú volte il suo discorso,
una, due, ed anche tre volte, finché la cosa andò in testa a Tojwje.
"Sai che cosa, caro uomo?" gli disse infine, "se tu parli veramente sul serio,
e non ti diverti alle spalle d'un povero diavolo, devo dirti che sono
abituato a consigliarmi in qualunque cosa con mia moglie Serel. Dunque
non ti posso dare nessuna risposta prima ch'io abbia parlato con lei."
Lo straniero trovò tutto giusto. Tojwje doveva andare soltanto a sentire il
consiglio di sua moglie. Egli avrebbe aspettato là la risposta.
Tojwje guardò ancora una volta intorno:
nessuna traccia di lavoro! Non aveva in fondo da perder niente, pensò
egli; tirò giù le falde del vestito e si avviò fuori della città verso la sua
capanna che si trovava lontano, quasi nella libera campagna, per discutere
della cosa con sua moglie.
Quando questa lo vide venir dalla via - era estate e la porta era aperta - gli
corse incontro piena di gioia perché credeva ch'egli le portasse il primo
denaro per il sabato. "No, Serel," disse egli "il buon Dio non mi ha
mandato ancora niente. Ma è venuto da me uno straniero...
E le raccontò l'intera storia dei sette anni buoni, che gli sarebbero destinati.
Ora egli doveva scegliere se voleva averli subito o prima della morte. E
perciò veniva da lei per domandarle un consiglio per quando doveva
decidersi.
Serel non rifletté tanto e disse: "Va, mio caro,, e dí allo straniero che vuoi
subito i sette buoni anni."
Tojwje era stupefatto.
"Perché, mia cara? Dopo i sette anni diventeremo di nuovo poveri. E tu lo
sai, il decaduto sta peggio di quello che è di famiglia povera."
"Oh, mio buon Tojwje, chi pensa cosí lontano? Prendi subito ciò che ti si
dà, e di: lodato sia il Signore giorno per giorno. Avremo una buona volta
di che pagare la scuola per i bambini. Guarda, me li hanno mandati a casa.
Ora giuocano con la rena."
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Dopo di ciò Tojwje era ormai convinto, e colla decisiva risposta, che voleva
avere immediatamente i sette buoni anni, si affrettò a ritornare dal
forestiero.
"Rifletti ancora," lo ammoni questi, "oggi tu sei un uomo forte e puoi piú o
meno guadagnare. Che cosa accadrà piú tardi? Quando tu nella piú
vecchia età diventerai d'un tratto povero e non avrai piú forza da
lavorare?"
Ma Tojwje tenne duro.
"Mia moglie mi ha consigliato cosí" rispose, "Prima di tutto ella ha detto:
`Lodato sia il Signore giorno per giorno!' e poi ‘ci hanno rimandato a casa i
bambini dal cheder’.”
"Be'! Quand'è cosí," disse il forestiero. "Ora va a casa, e prima che tu entri
nella tua capanna sarai un uomo ricco." Disse e spari, prima che Tojwje
avesse il tempo di domandargli che cosa avrebbe dopo i sette anni.
Tojwje si avviò di nuovo fuori della città.
Sappiamo che egli abitava molto distante, quasi in aperta campagna.
Quando arrivò davanti alla sua capanna, vide i bambini giocare nella
sabbia e guardando meglio osservò che da una piccola fossa essi non
raspavano sabbia, ma oro... Oro vero, oro sonante!
E con ciò cominciarono naturalmente i sette anni, i sette anni felici...
Ma anche i sette anni finirono presto. E puntualmente all'ultimo giorno del
settimo anno lo straniero comparve da Tojwje per avvertirlo che la sera
tutto l’oro sarebbe scomparso, anche quello ch'essi eran riusciti a
nascondere nella terra, nella casa o forse anche presso la gente...
Trovò Tojwje, proprio come sette anni prima, sulla piazza del mercato
colle falde dell'abito strette ancora dietro la corda che gli serviva da
cintola, in attesa di lavoro.
"Tojwje, i sette anni son finiti," gli disse.
"Lo devi dire a mia moglie," rispose questi.
"Perché per tutti i sette anni la ricchezza fu affidata alle sue mani."
E si avviarono fuori di città ed arrivarono alla stessa capanna lontano,
quasi sui campi liberi, e trovarono Serel davanti alla porta, cosí
miseramente vestita come sette anni prima. Soltanto un sorriso si stendeva
sul suo volto.
Lo straniero portava ora anche a lei il suo messaggio. Allora ella rispose
che i sette anni buoni non erano ancora incominciati per lei e per suo
marito, giacché essi non avevano considerato il denaro come proprio.
Poiché quello che l'uomo si guadagna colle sue mani è suo.
Ma una ricchezza però che ci tocca senza sudore e non cercata, è soltanto
un bene che il buon Dio affida agli uomini perché ne diano ai poveri...
Perciò essa ha preso di quell'oro soltanto per pagare la scuola.
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Per la Torah di Dio ella poteva benissimo prendere del denaro di Dio. Però
non ha speso niente, proprio niente né per sé né per la sua casa. E se ora il
buon Dio ha un miglior depositario per il suo denaro, beh, deve anch'egli
prenderlo e darlo ai poveri.
Il profeta Elia ascoltò in silenzio il discorso della donna. Poi scomparve
per riportarlo dinnanzi al supremo Consiglio Celeste.
Questo però ritenne che non ci fossero migliori depositari di Tojwje e di
sua moglie. E cosí i sette buoni anni non cessarono finché essi vissero.
Silenzio di interiorizzazione
CANTO
Io ti amo, io ti amo, amo te Signor.
Sei tu che mi hai creato nel segreto,
nel seno di mia madre mi hai formato,
adesso vedo che tu hai fatto di me
un prodigio, Tu sei il mio Signor.
Signore tu mi scruti e mi conosci,
intendi da lontano i miei pensieri,
proteggi sempre il mio cammino
e il mio riposo,Tu sei il mio Signor.
Io ti amo, io ti amo, amo te Signor.
Io ti amo, io ti amo, amo te Signor.
 Breve riflessione
 LA PAROLA DIVENTA PREGHIERA
Ora ognuno/a scrive per il proprio fidanzato/a un pensiero che sarà
scambiato reciprocamente nel momento dell’impegno alla fine della
veglia.
 Guardiamo dentro il nostro cuore
“Chiamami ancora amore” Vecchioni
… e per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare
per il poeta che non può cantare
per l’operaio che non ha più il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserto come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendo il pensiero
per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
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per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
in questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
chiamami ancora amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
chiamami ancora amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso
e sono come il sorriso di Dio
in questo sputo di universo
che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
in questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
chiamami ancora amore
 Professione di fede dei fidanzati
P. Carissimi fidanzati, c’è una luce che può accompagnare il vostro
cammino: è la fede che avete ricevuto nel giorno del vostro
battesimo. La fede va alimentata e sostenuta. Rinnoviamola ora in
comunione con tutta la Chiesa.
(breve silenzio)
P.
T.
Carissimi, credete in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e
della terra?
Sì, lo credo.
Noi, ... (ogni coppia di fidanzati pronuncia sottovoce il proprio nome)
…, riconosciamo che l’amore è il tesoro prezioso donatoci dal Padre.
È un seme che vogliamo coltivare ogni giorno e ci impegniamo a
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privilegiarlo di fronte alla tentazione di preferire il denaro, il lavoro,
la carriera.
P.
T:
Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque
da Maria vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede
alla destra del Padre?
Sì, lo credo.
Noi, ... (ogni coppia di fidanzati pronuncia sottovoce il proprio nome)
…, riconosciamo che il nostro amore può esistere solo se rimane
legato a quello di Gesù, vogliamo trovare tempi e spazi per
rimotivare la nostra fede in Lui e ci impegniamo ad offrire la nostra
buona testimonianza.
P.
P.
Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione
dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la
vita eterna?
Sì, lo credo.
Noi, ... (ogni coppia di fidanzati pronuncia sottovoce il proprio nome)
…, ci sentiamo chiamati a far parte della Chiesa: vogliamo accogliere
e seguire gli aiuti per il nostro cammino, impegnandoci in una
relazione ed in un amore che sa attendere e preparare il dono
completo di noi stessi per il tempo del matrimonio.
P.
Il Signore benedica le vostre intenzioni e i vostri impegni e
porti a compimento l’opera che ha iniziato in voi.
T.
Amen.
Consegna dell’Icona e scambio del pensiero scritto nel momento
dell’ascolto.
BENEDIZIONE
P.
Preghiamo insieme e chiediamo che a fondamento del vostro vivere e
amare ci sia l’amore di Dio.
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T.
Signore, ti ringraziamo di averci dato l’amore.
Ci hai pensato insieme prima del tempo,
e fin da allora ci hai pensato così:
l’uno accanto all’altra.
Fidanzate:
Signore, che tutto conosci di noi,
fa’ cha apprendiamo noi pure l’arte di conoscerti profondamente;
donaci il coraggio di comunicarci
le nostre aspirazioni, i nostri ideali,
i limiti stessi del nostro agire.
Che le piccole inevitabili asprezze dell’indole,
i fugaci malintesi, gli imprevisti e le indisposizioni
non compromettano mai ciò che ci unisce,
ma incontrino invece una cortese e generosa
volontà di comprenderci.
Fidanzati:
Fa’ che il nostro amore resti sempre
espressione genuina del tuo.
Se per errore, un giorno, ci allontanassimo da Te,
fa’ che il vuoto e lo squallore della tua assenza
ci scuotano profondamente
e ci riportino alla ricerca immediata del tuo volto.
T.
Dona, Signore, a ciascuno di noi gioiosa fantasia
per creare ogni giorno nuove espressioni
di rispetto e premurosa tenerezza; e fa’ che la vita coniugale,
che presto inizieremo, continui questa arte creatrice di affetto,
che sola ci riporterà all’incontro continuo con Te,
che sei l’Amore da cui il nostro è scaturito
come una scintilla.
Genitori
O Signore, ti benediciamo per i nostri figli e ti chiediamo per loro
il dono di imparare a conoscersi in profondità, di vivere questa ultima
tappa del loro fidanzamento nel rispetto vicendevole delle loro
persone, di fortificare il loro amore, di verificare la solidità dei loro
sentimenti e di non compromettere con scelte imprudenti, quella
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volontà di condivisione della propria vita che deve essere santificata
dal Sacramento del matrimonio. Fa che imparino ad educare i loro
sentimenti, che non si lascino condizionare dai modelli culturali della
società contemporanea, che sappiano mettere sempre te in mezzo a
loro come suprema garanzia della verità del loro amore vicendevole,
che progrediscano nella virtù, in modo tale da edificare sulla tua parola
e sull'osservanza dei tuoi comandamenti, le fondamenta di una stabile
comunione d'amore non solo umano ma anche soprannaturale, che
consenta loro di formare un'autentica famiglia cristiana.
Testimoni O Signore, questi fidanzati ci hanno chiesto di essere testimoni
del loro amore. Ti chiediamo di sostenerci in questo compito
importantissimo per condividere davvero con loro la bellezza e la
grandezza del dono del matrimonio che li renderà una cosa sola.
P.
T.
Benedetto sei Tu, Signore e Dio dell’universo,
perché ci hai donato la vita e sei la fonte dell’amore.
Assisti questi giovani che camminano verso il matrimonio.
Aiutali a crescere in un amore fedele e casto, generoso e responsabile.
Disponi l’animo di coloro che sono vicini a celebrare il sacramento del
matrimonio alla piena comprensione del suo significato di salvezza per
loro e per tutti noi.
Fa’ che siano presenza generosa e ricca di testimonianza
nella Chiesa e nella società.
Fa’ che la nostra comunità si presenti loro come Chiesa amica e vicina,
capace di ascoltarli e di proporre loro il Vangelo del matrimonio e della
famiglia. Possa essere al loro fianco ora e nei futuri passi della vita.
Per Cristo, nostro Signore.
Amen.
P.
T.
Il Signore sia con voi.
P.
T.
P.
T.
Vi benedica Dio onnipotente † Padre, Figlio e Spirito Santo.
E con il tuo spirito.
Amen.
Andiamo in pace.
Rendiamo grazie a Dio.
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CANTO FINALE
E CONSEGNA DEGLI ATTESTATI DI PARTECIPAZIONE
perché hai sedotto il mio cuore,
voglio obbedirti Maestro,
il tuo volere con gioia farò.
Tu sei la perla preziosa
che alla mia vita dà valore,
per te lascio ogni cosa
e seguo te o mio Signore.
Tu sei il tesoro più grande,
la vera fonte dell’amore,
per te vendo ogni bene
e ti proclamo mio Signore.
Voglio seguirti Signore
perché hai sedotto il mio cuore,
voglio obbedirti Maestro,
il tuo volere con gioia farò.
Voglio seguirti Signore
Tu sei la perla preziosa .
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