23-32 - La Gazzetta del Medio Campidano
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PDF Compressor Pro 22 15 settembre 2015 Medicina d’altri tempi: il Flebotomo ovvero “Su Flebottu” N ell’era della medicina nucleare e dei trapianti d’organo, pensare alle condizioni della medicina pubblica agli inizi dell’800’ o giù di li, se da un lato ci fa un pochino sorridere, dall’altro non può che farci riflettere sull’enorme sviluppo che la stessa ha avuto nel corso degli ultimi due secoli. Sfogliando le pagine del libro di Giuseppe Pinna “Pubblica sanità in Sardegna, dalle origini e fino al 1850” edito da Dessì nel 1898, si scopre che in tempi remoti, a causa dell’assoluta carenza di medici, la sanità pubblica di base ruotava intorno a personaggi che facevano dell’esercizio abusivo della professione medica la loro occupazione principale, lucrando in modo indecente. Si trattava in genere di praticoni con esperienze e competenze tramandate nel tempo da padre in figlio, acquisite con lo strascico di una lunga scia di morti. Questi personaggi, che esercitavano la professione grazie ad una ordinanza del Protomedicato generale, secondo la quale potevano esercitare interinamente le funzioni sanitarie in assenza di medico, anche se sprovvisti di regolare diploma, purché s’impegnassero ad uniformarsi in tempi ragionevoli alle norme in vigore, cosa che succedeva raramrnte. La loro attività professionale era pertanto giustificata solo in assenza di medico, ragion per cui, godendo del supporto delle popolazioni presso cui operavano, essendo in genere nativi del luogo, contrastavano energicamente in molti casi la nomina del medico professionista. A tutto questo caos si cominciò a porre rimedio intorno ai primi anni dell’800’ , identificando meglio le figure professionali operanti nella sanità pubblica di base e attribuendo a ciascuna le specifiche competenze: Medico, Prochirurgo e Flebotomo. Tralasciando di entrare nel merito delle prime due figura professionali, precisando solo che il “Pro Chirurgo” era colui che aveva concluso regolarmente gli studi universitari ma non aveva poi sostenuto l’esame finale, è il caso di focalizzare l’attenzione sulla figura del “Flebotomo”, da non confondersi con l’omonimo insetto, detto anche “pappatacio”, vettore responsabile nella trasmissione della “Leishmania”. Il Flebotomo, che in genere esercitava anche la professione del barbiere, era abilitato all’esercizio della “flebotologia” dopo due mesi di pratica in ospedale e a seguito del superamento di un successivo esame articolato in due prove: una privata, della durata di un’ora e mezza, su argomenti specifici contenuti nei trattati di chirurgia, ed una pubblica consistente in due operazioni stabilite a sorte 24 ore prima del- l’esame stesso. Le competenze venivano fissate in: salassi, applicazioni di ventose, clisteri, estrazione e pulitura di denti, frizioni, moxa (antica terapia di origine cinese, consistente nel bruciare sulla cute un surrogato di foglie di Assenzio =”Senzu” colte al solstizio d’estate) e altre di minore importanza. Il Flebotomo non poteva insediarsi dove già esisteva un chirurgo patentato, senza che fosse richiesto dal medesimo. A dimostrazione di quanto sopra, si propone la bozza di convenzione stipulata tra il Pro-Chirurgo Francesco Cappitta di Bono e l’Amministrazione del Villaggio di Forru, in data 28 giugno 1836, nella sua versione integrale e senza correzione alcuna: «Con questa privata scrittura si dichiara qualmente il Sig. Pro-Chirurgo Francesco Capitta di Bono, ed in questo Villaggio di Forru ritrovatosi, si obbliga fin da questo momento di servire esattamente a questo comune di Forru nella sua professione sanitaria, e senza distinguere classe alcuna di persona, comprendendo in questo mio servizio al barbeggiare, salassare in qualunque parte del fisico, visitare gli ammalati a qualunque ora e, a richiesta, dare tutti i consigli sanitari, che potrà suggerirgli la sua arte e perizia, provvedendo eziandio gli stessi ammalati con quei medicinali dei quali potessero abbisognare, mediante bensì il loro corrispondente pagamento, applicar sanguette, copette, clisteri, cavar denti prestandosi a quanto sovra sempre che lo esigerà i bisogni, dei salassi, e per la barba una volta la settimana per le persone rustiche, e per gli Signori Cavalieri, persone distinte, e altri principali del paese due volte alla settimana, e per qualche volta straordinari ancora quando fosse di gradimento degli stessi Signori, ed insomma obbligandosi a prestare tutti quei serviggi, che soliono essere compresi nell’ordinario della sua professione, eccettuati soltanto quei servigi e cure straordinarie, che esigono un separato e straordinario, ossia separato servizio salario e compenso, intendendosi questa operazione durativa fino al 15 del mese di agosto entrante anno 1836, dando principio però dal quindici del mese di agosto corrente anno; all’altra parte però il Consiglio comunale presente in questo contesto con l’aggiunta dei probbi uomini che sono stati a tale oggetto richiesti, si obbliga a corrispondere al prefato chirurgo per un tale servizio, e per tutto quel tempo annuale il salario in grano al comune ed inveterato e come sogliono pagare i Vassali insino a questo momento, cioè quelli di prima classe due starelli di grano, quei di seconda classe uno starello di grano, quei di terza classe due quarti di grano, quei di quarta classe sei imbuti di grano, e finalmente quei Vassali soli o zitelli, un quarto di grano; spiegandosi ancora che il Chirurgo Capitta sarà obbligato a compensare, e soddisfare dal suo salario altri due dilettanti di quell’arte, quali siano a piacere di questo Comune, si aggiunge finalmente per ogni buon fine, che il Chirurgo Capitta quando ci sia nel paese qualche bisogno, e sia richiesta la sua continua presenza, non potrà assentarsi da questo nostro Villaggio a pena di perdere la ratta del salario e la spesa occorrente di quell’ammalato, od ammalati, che abbisognano nel caso della sua assistenza, e perché consti in ogni tempo di questa intelligenza, e contratto espresso dalle parti, e non possa revocarsi tutto ciò che è conseguente, si sottoscrivono quelli che lo sanno, apponendovi quei illetterati il solito segno di croce» Sottoscrittori: Don Luigi Diana, Don Raimondo Diana, Don Paolo Diana, Francesco Capitta. Segni croce: Antonio Maria Tuveri-Sindaco, Rocco Onnis, Pietro Antonimo Manigas, Francesco Cadeddu, Ignazio Farris, Sisinnio Tuveri e Antonio Onnis Mazzeu, tutti consiglieri e inoltre Francesco Floris Pau, Antonio Matta Manigas, Nicolò Pistori, Antonio Porcedda Tuveri, Antioco Garau Sechi, Antioco Scano Floris e Antonio Murtas Maggiore, probbi. Quanto sopra perché, abituati a lamentarci quotidianamente per le lunghe liste di attese imposte per l’accesso alla medicina specialistica, per gli eccessivi costi della spesa sanitaria o per i casi di mal sanità, veri o presunti, di tanto in tanto ci ricordiamo anche di orientare l’antenna dei ricordi nella direzione degli scenari suesposti, almeno come doveroso omaggio nei confronti dei nostri avi che, in fondo, erano esseri umani come noi. Francesco Diana BIANCO E NERO di Fulvio Tocco CHE FARE IN TEMPO DI GLOBALIZZAZIONE? A distanza di oltre due anni è possibile dire che il progetto di cancellazione delle province in Sardegna è stato pensato da politici inadatti. Si sono avventurati sui sentieri inesplorati delle riforme istituzionali. Hanno cercato la visibilità autoreferenziale a tutti i costi incuranti della confusione e dei danni che avrebbero causato alle persone, alle imprese e alle cose. In un periodo di vacche magre, non avendo nulla da fare perché le risorse finanziarie prendevano per legge delle precise destinazioni, hanno cercato di stare in prima pagina ad ogni costo. Anzi, non va dimenticato, a spese dei contribuenti! Considerata la forte pressione dei media, incoraggiati da Report, per far ben percepire ai cittadini la necessità dell’abolizione delle province, presentate artatamente come luogo dello spreco; i dirigenti dei partiti politici dell’epoca, scegliendo la politica dello struzzo, hanno assecondato in una maniera o in un’altra il predetto referendum. C’era chi si espresse a favore e chi invece aveva preferito tacere con la speranza che il referendum non andasse a buon fine. Un clamoroso autogol che ha prodotto l’indebolimento dei territori con meno investimenti e meno servizi; danni incalcolabili alle imprese e ai cittadini. In un periodo che vedeva l’industria ritirarsi, le imprese locali boccheggiare, l’unica fonte di speranza ricadeva sulle risorse territoriali e l’ente più idoneo a farle emergere era proprio la Provincia e invece, nel momento meno opportuno, anziché rimodellarla alle nuove esigenze, l’abbiamo abolita. Chi rappresentava le istituzioni ha dimo- strato di non saper leggere il territorio e i suoi bisogni, con l’aggravante della scelta dei tempi, che richiedeva delle politiche della ripartenza e non quelle dello sfascio. A quello ci aveva già pensato dissennatamente il governo di Roma. Senza entrare nel merito sul luogo dello spreco che subito dopo è stato individuato dai magistrati nel sistema regione, ora anche i media nazionali, sia pure in ritardo, stanno cominciando a rendersi conto di quanto devastante sia stata la riforma delle province avviata dal Ministro Delrio, tanto da non poter nemmeno essere attuata, dalla legge 190/2015. In poche parole i cittadini sono stati maleficamente orientati al voto, in un periodo di condizione socioeconomica terrificante, per creare danno a loro stessi. Ora non si sa che pesci pigliare. Un bel risultato no? E i furbetti tifosi di allora? I proponenti e i sostenitori del referendum erano talmente presi dall’affermazione personale che dall’interesse collettivo e, tra le tante cose occultate, per dirne una, hanno evitato di dire che l’Istituto della quattordicesima non esisteva (e non esiste) nella contrattazione collettiva dei dipendenti provinciali e che solo assorbendoli nel Sistema Regione, come avevano paventato, la spesa anziché diminuire sarebbe subito aumentata, ma queste informazioni sono state nascoste agli elettori e ai media. Ora c’è chi scansa i dibattiti pubblici, chi preferisce il silenzio, ma sono comportamenti di chi evita di dire la verità su come va impostata la via della ripartenza. Se non si produce ricchezza locale come si pensa di evitare lo strangolamento della globalizzazione? I ricchi sono uccel di bosco da un po’ di tempo: in pochi lo dicono. Se non si produce ricchezza come si pensa di fronteggiare il malessere diffuso? Di fronte al sistema regione che ancora non ha capito che l’economia gira anche con l’uso delle derrate locali nelle mense scolastiche o incentivando la coltivazione totale delle campagne per plurimi fini, dove si pensa di andare? Non sarà certo l’incentivazione all’acquisto di macchine agricole a risollevare l’economia sarda! Ormai si è perso già molto tempo. Ma sarebbe corretto tornare indietro e porre rimedio al disastro, rivedendo le, quasi tutte, norme sbagliate della riforma. In fondo, sbagliare è umano anche per il legislatore. Che avrebbe, tuttavia, il dovere di correggere il tiro delle proprie scelte sbagliate. In gioco ci sono gli interessi collettivi, non l’orgoglio personale dei segretari di partito o dei governati di turno. Chiaramente i responsabili del disastro istituzionale non sono da ricercarsi in questo Governo e in questo Consiglio regionale. Ma soprattutto nel precedente Consiglio, il peggiore della storia dell’autonomia isolana. Casomai questo Governo può fare molto per rendere produttivo il territorio incentivando la coltivazione totale delle campagne. La cura delle campagne di pianura, di collina e di montagna! Gli estensori del protocollo di Kyoto ringrazierebbero, ma prima di loro, chi non ha lavoro. PDF Compressor Pro 15 settembre 2015 Peste e corna di Edmunduburdu NAUFRAGAR M’È DOLCE IN QUESTO MARE P oetava così, quasi due secoli fa, il Leopardi. Naufragare inteso come immergersi nell’immensità dei suoi sogni e della natura per staccarsi dalla quotidianità, mica naufragare per finire dentro l’acqua del mare perché il barcone si rovescia e i sogni d’una vita accettabile muoiono con chi li ha sperati. Centinaia di migliaia che fuggono dalle violenze e dalle guerre, migliaia che la fame, i deserti o i mari inghiottono per sempre o depositano sulle spiagge. E organizzazioni strutturate, collegate a interessi non sempre decifrabili, che intascano centinaia di migliaia di euro quasi quotidianamente, e scafisti che qualche volta si fanno imprenditori o altre volte guidano per pochi soldi imbarcazioni malconce stipate di disperati senza nome, e i ricavi depositati in grandi banche all’estero. E paesi che accettano e aiutano i migranti, e altri che stendono barriere di filo spinato, e un’Europa divisa sulla loro accoglienza con la prospettiva della creazione di tendopoli dove chiuderli. Le guerre portano soldi ai potenti e fame agli indifesi e George Clooney, quell’attore che affascina molti, con altri esperti vuole comprendere chi ne trae beneficio attraverso i flussi di denaro e bloccarglieli. Un’iniziativa che tutti dovrebbero fare propria. No, ad agosto niente di nuovo, migranti che sbarcano o affogano, migranti nei container, nei camion, nelle valigie o tra il filo spinato, strade intasate da vacanzieri e qualche centinaio di morti per incidenti, attacchi suicidi o fatti dall’Isis che si impadronisce di terreni da coltivare, di banche, di pozzi di petrolio, di opere d’arte da vendere a caro prezzo e del pane da offrire agli affamati, che non sono riusciti a fuggire, per portarli dalla sua parte. E la violenza che impera soprattutto in Siria mentre gli altri stati stanno a guardare. Poi trombe d’aria e bombe d’acqua, qualche aereo che cade anche durante le manifestazioni in memoria di qualcosa, un attentatore sul treno Amsterdam-Parigi bloccato da alcuni coraggiosi che ha fatto pensare alla necessità di controlli come negli aeroporti, e pure qualche promessa, mica solo in Italia, di una riduzione delle tasse. Qui da noi Renzi ha assicurato che toglierà quelle sulla IL COMMENTO prima casa e finalmente non dovremo più sforzarci di capire cosa significano i termini Imu, Tasi, Tari o Iuc. No, niente di nuovo, qualche sottigliezza sulla riforma del Senato, qualche protesta contro il troppo libero commercio operato dalle multinazionali o contro chi vuole imporre da qualche parte il maiale a meno di un euro e quaranta al chilo, e trattori in marcia per salvare la nostra agricoltura dall’invasione di prodotti esteri. Niente di nuovo neppure in Grecia, che ha visto Tsipras dimettersi e che andrà il 20 settembre alle elezioni nella speranza di un governo in grado di operare le riforme necessarie e di avere più ascolto in Europa, e niente di nuovo neppure in Cina, dove ogni tanto avvengono incidenti nelle fabbriche. L’ultimo a Tianjin, che ha provocato oltre un centinaio di morti e moltissimi feriti, dove le autorità, che hanno tardato a dare spiegazioni accettabili, hanno confermato la presenza di composti di cianuro e ordinato l’evacuazione entro il raggio di tre chilometri dal luogo dell’esplosione. In realtà qualcosa di nuovo il mese di agosto l’ha portato. Un ricco funerale con banda musicale, cavalli e carrozze e una Marine Le Pen, del Front National, che ha definitivamente spodestato il padre Jean-Marie che andava troppo a destra. Obama ha parlato dei rischi cui si va incontro con il cambiamento climatico e la Cina ha temporaneamente risolto il problema dell’inquinamento con la chiusura delle fabbriche in occasione dei festeggiamenti per i 70 anni dalla seconda guerra mondiale: niente mascherine sul naso degli abitanti di Pechino ma sole splendente e cielo pulito. Poi, quando finiranno le sfilate di soldati, carri e missili intercontinentali le mascherine torneranno di moda. Le novità vere ci sono, il canale di Suez diventato due canali con relativo traffico navale più spedito, e i miliardi di metri cubi di metano che l’Eni ha scoperto nel sottosuolo egiziano. Due cose che possono cambiare il futuro di quello stato e un po’ anche del nostro. E poi la pillola rosa per le donne, che non si capisce se le rende tutte assatanate o se porta sonnolenza, e in queste settimane il papa, aperto e solidale, che perdona l’aborto a chi si pente. Insomma, quasi tutto bene: cosa vogliamo di più? di Rinaldo Ruggeri FUNTANAZZA NEL CUORE D evo essermi distratto parecchio in questo ultimo periodo, non mi sono accorto di un evento grandioso accaduto nella nostra amata Sardegna: la socializzazione dei mezzi di produzione, l’abolizione della proprietà privata, in una parola, il socialismo. Nella nostra isola, secondo certa stampa regionale e il chiacchierio dei social network, è proibito fare impresa e quindi fare l’imprenditore. Ma questo divieto pare sia ad personam, ritagliato per l’attuale segretario regionale del PD Renato Soru. Riemergono stupidaggini, dure a morire, come quelle che vorrebbero: i comunisti poveri e straccioni e i cristiani scalzi e elemosinanti come San Francesco. Soru non è un comunista, non mi risulta che lo sia mai stato, e non è neanche il buon samaritano; è un imprenditore di successo e come tutti gli imprenditori sa cos’è il profitto e lo persegue. È un imprenditore sardo di livello internazionale, come lo fu il vecchio padrone delle miniere di Montevecchio, Giovanni Antonio Sanna, e come lui vuole fare impresa in Sardegna. Ha voluto investire nella nostra costa acquistando il Pacchetto Scivu che includeva il fatiscente sito di Funtanazza, in vendita da tempo. Quelli che oggi fanno le pulci a Soru dove erano quando una certa società immobiliare milanese progettava di “edificare fronte mare qualcosa come 80 mila metri cubi di volumetrie” inglobando in questo piano anche la colonia di Funtanazza? Quanto mutismo poi di fronte agli scempi di Torre dei Corsari e Portu Maga. Esiste un film inchiesta, che è stato ritirato dalla circolazione, che racconta la cementificazione e i progetti futuri di assalto delle nostre coste, le connivenze tra malavita e politica locale, regionale e nazionale. Soru a Funtanazza vuole creare un’impresa turistica di livello, che darà lavoro, nel rispetto delle regole e delle leggi che consentono il recupero delle cubature esistenti. Dov’è lo scandalo o lo scempio ecologico? Lo scandalo stava nella spiaggia di Funtanazza classista, preclusa ai tanti e tanto cara agli amarcord di alcuni. Oggi è aperta a tutti, purtroppo anche a quelli che appendono le buste di immondezza sugli alberi o le dimenticano sui prati. Amare Funtanazza significa farla rivivere in forma diversa, ridarle l’antico splendore, farne un centro di vacanze per famiglie degno di questo nome. Le colonie sono superate dalla evoluzione sociale, rimangono comunque, per i più, un felice ricordo del passato. Mi fanno ridere questi neoecologisti dell’ultima ora; con Soru sfondano porte aperte. Oltre il piano paesaggistico, la sua giunta ha elaborato, contro gli sprechi e le clientele, il piano sanitario e quello energetico. Fare ecologia a tutto campo significa non sprecare risorse in pale eoliche che non servono e che i cittadini pagano in bolletta o avere un esubero di posti letto nella rete ospedaliera, mentre altri servizi sanitari languono. Amare Montevecchio non significa vivere di ricordi, se pure importanti, ma che appartengono al passato. Oggi che fare? Per riportare il vecchio centro minerario agli antichi splendori, per rivitalizzarlo, per riempirlo di vacanzieri che fruiscano dei bellissimi beni paesaggistici? Bonificare, e ancora bonificare le discariche e le zone limitrofe impregnate di tutte le sostanze nocive, residuo di alcune lavorazioni dei minerali come la flottazione. Acidi, sali minerali e l’arsenico nelle diverse combinazioni non si disperdono con facilità, vanno trattati e confinati, vanno resi non nocivi per l’uomo, per gli animali e per la flora. La bonifica è prioritaria. Smettiamola di fare manifestazioni e feste nelle discariche e far annusare ai turisti quell’odore acre che impregna l’aria. Bonifichiamo e facciamo sentire ai villeggianti il profumo del bosco e delle essenze del sottobosco sardo. Troviamo poi un imprenditore come Soru che ami la Sardegna e Montevecchio e voglia investire importanti risorse per fare del centro minerario un’oasi ecologica per il turista e per gli abitanti del territorio. 23 EhcoButler: un progetto con un marchio sardo Vi collaborano Alessandro Cadeddu di Pauli Arbarei e Marco Sideri di Ussaramanna A Cagliari è stato presentato il progetto ehcoBUTLER finalizzato alla creazione di una piattaforma tecnologica ICT (Information and Communication Technology) per il miglioramento della qualità della vita di pazienti affetti da disturbi cognitivi lievi. Questa innovazione permetterà di operare un’azione di monitoraggio costante sullo stato fisico e psicologico del paziente, collegando tra loro famiglia e operatori socio-sanitari. La problematica al centro del progetto ehcoBUTLER è il progressivo invecchiamento della popolazione europea con il conseguente manifestarsi di disturbi cognitivi lievi o moderati. Si contano infatti in Europa, statistiche alla mano, 190 milioni di over 50 che rappresentano il 37% della popolazione attuale. Il progetto, della durata di tre anni, è promosso da un consorzio multinazionale composto da tredici membri, con un budget di 3,6 milioni di euro di cui 2,9 milioni co-finanziati dalla commissione europea tramite il progetto di ricerca e innovazione Horizon 2020. La piattaforma verrà quindi testata per venti mesi in sette paesi su un campione di oltre mille pazienti. Questo strumento costituirà un valido e concreto aiuto per chi soffre di disturbi cognitivi tracciando un quadro esauriente e affidabile delle condizioni del paziente che spesso si trova in difficoltà a descrivere il proprio stato fisico e mentale. La piattaforma ehcoBUTLER avrà come caratteristica principale quello di essere facilmente fruibile dal paziente che dovrà essere indipendente - cioè vivere in casa propria in totale autonomia - aver superato i sessantacinque anni di età e aver dato sintomi di lieve decadimento delle facoltà cognitive.Gli obiettivi di questo progetto sono dunque, in primis, il miglioramento dello status emotivo dei pazienti, contrastando, per quanto possibile, l’avanzamento della patologia, e, inoltre, la riduzione dei costi di assistenza socio-sanitaria mediante l’adozione di un sistema autosostenibile e utilizzabile in tutta Europa. Il consorzio che si farà promotore del progetto sarà guidato dalla società multinazionale di consulenza Everis con sede a Madrid e comprenderà altri dodici membri tra i quali spicca la start-up sarda YourDATA s.r.l che ha organizzato l’evento nel capoluogo. YourDATA s.r.l nasce nel 2014 ad opera di Alessandro Cadeddu, originario di Pauli Arbarei, e Marco Sideri, originario di Ussaramanna, con l’intento di raccogliere, analizzare e valutare informazioni qualitative convertendole in dati di natura quantitativa, precisi e confrontabili. La società opera sia nel settore pubblico che in quello privato, collaborando con vari enti tra cui centri di ricerca, università, fondazioni e associazioni. YourDATA s.r.l e AIMA onlus (Associazione Italiana Malati Alzheimer) con sede a Napoli sono gli unici due partner italiani facenti parte del consorzio che coinvolge associazioni, imprese, società provenienti da Spagna, Paesi Bassi, Slovenia, Francia, Grecia, Serbia e Israele. L’evento cagliaritano organizzato dalla start-up sarda ha avuto una discreta affluenza e gli organizzatori si dicono soddisfatti del risultato ottenuto. La press conference si è svolta alla presenza di alcune delle figure più importanti del Servizio Sanitario Regionale, quali il Commissario Straordinario della ASL 6 di Sanluri, la Dr.ssa Maria Maddalena Giua e il Direttore del Distretto Socio Sanitario di Sanluri, la Dr.ssa Anna Clara Melis e dell’Assessore alle Politiche Sociali e Salute del Comune di Cagliari, Luigi Minerba. YourDATA s.r.l si occuperà, nell’ambito del progetto ehcoBUTLER, di diffondere informazioni, misurando l’efficacia dei risultati ottenuti e il loro possibile utilizzo per finalità commerciali. Si spera che il progetto possa essere sperimentato anche in Sardegna dove la problematica delle malattie cognitive degenerative è particolarmente grave con una stima, risalente al 2012, di 15.000 soggetti affetti da tali disturbi, destinati a raddoppiare nell’arco di quindici anni. Gli esiti positivi del precedente spagnolo - una sperimentazione basata su un campione di 1500 anziani - aprono nuove prospettive su un uso responsabile e produttivo delle nuove tecnologiche, oramai diventate componente imprescindibile della nostra vita quotidiana. Francesca Garau PDF Compressor Pro 24 15 settembre 2015 IL MIO PUNTO DI VISTA di Antonio Loru CHE CONFUSIONE, SARÀ PERCHÈ TI AMO PER UN MONDO DI NOMINATI […] la cosa più importante da notare è che dal nichilismo ontologico, […] nulla è, al nichilismo assiologico, […] nulla vale, e di lì alla depressione, il passo è molto breve. […] la certezza che abbiamo dell’esistenza del mondo esterno è grande come la nostra felicità o la nostra infelicità, oltre le quali non ha importanza per noi il conoscere o l’essere. […] quando una teoria ci dice che non esiste in mondo esterno e i valori sono una semplice allucinazione, allora lo stato d’animo predominante diventa la malinconia, o meglio quella che potremmo definire come una sindrome maniaco-depressiva, un’altalena bipolare che oscilla tra il senso di onnipotenza e il sentimento della vanità del tutto. (Maurizio Ferraris, Spettri di Nietzsche, Guanda, MI, 2014, pgg. 53/54) È assolutamente evidente che l’arte del cinema si ispira alla vita, mentre la vita si ispira alla TV. (Woody Allen) In futuro ognuno sarà famoso al mondo per quindici minuti. (Andy Warhol, citato in Esami di maturità, uno studente su tre sceglie Warhol, 15 minutes of fame, La Repubblica, 23 giugno 2011) Tradotta, la preoccupazione del filosofo Maurizio Ferraris, in termini socio-politici, o di cultura civile, o di senso civico, se più ci piace, potrebbe voler dire che, quando non opera più una distinzione tra bene e male, giusto o ingiusto, competente o no, titolato o dilettante della domenica, i risultati in prospettiva saranno catastrofici. Quando manca la base di ogni virtù civile, l’esigenza che ognuno faccia al meglio ciò che gli compete, si prepara terreno fertile al regresso generale e al sottosviluppo economico, condizioni esiziàli per la realizzazione di quelle facoltà che nell’uomo per tradizione chiamiamo spirituali. Allora fatterèlli apparentemente insignificanti sono invece la spia di una condizione culturale che va sempre più generalizzandosi nel nostro Paese, e che dovrebbe seriamente preoccuparci tutti. Il TGRAI Sardegna del 29 agosto e la stampa locale hanno dato grande rilievo a una richiesta, a loro dire commovente, fatta da genitori e studenti di una classe di scuola superiore di Cagliari: Signor preside, per cortesia, ci lasci questa insegnante anche per il prossimo anno scolastico, che pur essendo solo una supplente che ha preso in carico la classe nel secondo quadrimestre, è rimasta nel cuore dei ragazzi, in primo luogo per le sue doti umane, per il meraviglioso rapporto che ha saputo stabilire con loro! Il Preside? Tace! Così chiude il servizio, con aria di bonario rimprovero, la simpatica lettrice del Tg. Ne ha ben donde il povero Dirigente Scolastico! Nel resoconto giornalistico della vicenda è l’unico tra i protagonisti citati che sem- bra volersi comportare normalmente, vale a dire secondo le norme che regolano l’assegnazione delle cattedre, tradotte in graduatorie di merito, derivanti da concorsi ordinari, riservati, anzianità di servizio, in ruolo e fuori ruolo, ecc. In definitiva è l’unico che ci fa una bella figura. Se è comprensibile, ma non giustificabile, lo slancio sentimentale di ragazzi e genitori, non è assolutamente giustificabile la leggerezza, il pressappochismo, con i quali la stampa e l’informazione televisiva costruiscono questi discutibili servizi, a uso e consumo di un pubblico avvezzo alle lacrime facili dei reality televisivi. E ci manca solo che, come al Grande Fratello, o all’Isola dei Famosi, o a San Remo, sia una giuria popolare, magari col televoto, o l’applausometro di pippobaudiana memoria, a nominare anche gli insegnanti per i propri figli!! Il Preside se volesse dire certo direbbe, alle signore simpatiche lettrici, agli entusiasti ragazzotti e alle loro mamme e papà, cose che non vorrebbero sentirsi dire, ma profondamente vere e giuste, del tipo: a ognuno il suo, i genitori facciano i genitori, presidi, provveditori, sovrintendenti e insegnanti il loro. Ma è difficile per un dirigente, specie di questi tempi di aziendalismo trionfante, dove l’orientamento scolastico alle superiori spesso si trasforma in una campagna acquisti, perché quella scuola, ogni scuola, in concorrenza alle altre scuole, tenga i numeri, l’autonomia, il prestigio. È il trionfo del modello americano! E allora, che male c’è, dirà qualcuno? Niente, in assoluto, ma c’è un piccolo particolare: in America, la scuola pubblica, di fatto non esiste. Ora che idea abbia la politica della buona scuola, devo sinceramente ammetterlo, non saprei dire. Fatti come questo dimostrano invece che la società nel suo insieme e le famiglie degli scolari, alunni e studenti, hanno un’idea di scuola che è lontanissima dall’essere buona, è questo il vero dramma. Confondere tra loro scuola pubblica, di tutti, e le sue modalità didattico-formative, con i modi d’essere e stare, svolgere attività, proprie di istituzioni elettive, certo meritorie, nel passato e nel presente, come dopolavoro e oratori, non porta da nessuna parte. Compito della scuola, di ogni ordine e grado, è dare ai bambini, ai ragazzi e ai giovani, la capacità di operare, relativamente alla loro età anagrafica e cognitiva, coi sapere che derivano dalle tre fondamentali forme con la quale l’intelligenza umana riesce a cogliere buoni risultati: la formale astratta o logica, la pratica o etico tecnico operativa, l’estetica o sentimentale, in altri termini l’educazione alla produzione e al godimento della bellezza naturale e a quella creata dal genio dell’uomo. Tutto il resto è vanità. La Sardegna si salva producendo di più Approvato il Piano di Sviluppo Rurale, occorre pensare ad un Piano Straordinario d’interventi per rendere produttive le campagne della Sardegna. Per non essere fraintesi, per Piano Straordinario s’intendono degli interventi che vanno canalizzati secondo una programmazione a sé e su percorsi inesplorati della pubblica amministrazione regionale che consentano di soddisfare un bisogno di chi intende investire rapidamente in attività produttive e che magari non è in condizioni economiche di avventurarsi su costosi progetti. Le azioni ordinarie (importanti anche quelle per il mantenimento del sistema) non consentono, come già sperimentato, di fare dei passi avanti all’economia generale. Occorre escogitare delle iniziative (consentite dalla legge chiaramente) per favorire dei piccoli investimenti a tappeto sulle aree di pianura, di collina e di montagna. Abbiamo l’azienda Agris di Villasor, abbandonata dalla politica, che vale oro per l’agricoltura sarda e rimane incomprensibilmente inutilizzata. Per esempio, basterebbero dei piccolissimi interventi (le strutture e le infrastrutture sono efficienti) per renderla utile alle attività di trasformazione della frutta da guscio. Invece abbiamo perduto ancora un altro anno. La Sardegna si salva producendo di più. Molto di più, considerando la quantità dei prodotti importati quotidianamente: importiamo frutti con guscio, frutta e verdu- ra di ogni genere e mangimi in abbondanza. Tutta ricchezza che si perde e che potrebbe essere prodotta in casa creando qualche opportunità di lavoro in più. Magari per alcuni occorre un piccolo aiutino per impiantare un terreno irriguo di famiglia o un terreno di montagna, e che senza quell’aiutino non lo faranno mai! Occorrono delle risorse contenute, regolate magari dalla norma del “de minimis primario” che fissa dei tetti assai ragionevoli per un intervento straordinario, da usare con formule semplici e veloci per sostenere l’agricoltura e creare massa critica per le attività di trasformazione (del mandorlo per esempio) che in Sardegna non decollano per questo motivo. Peccato che anche le stesse Organizzazioni Professionali Agricole non diano la stessa lettura del territorio e dei suoi bisogni. Certo che andare in Europa o dal Ministro Martina e dire abbiamo un programma per abbattere le emissioni in atmosfera, incentivando la coltivazione dei legumi su larga scala per rinaturalizzare i seminativi, per importare meno derrate proteiche e meno concimi azotati, significa andare con una proposta concreta che dà una mano all’Italia in Europa (Protocollo di Kyoto) e non con il cappello in mano. Per riavviare l’economia regionale è necessaria una pubblica amministrazione vitale e innovativa per stimolare investimenti immediati ed efficaci sul territorio rurale. Fulvio Tocco di Giovanni Luigi Zedda Dimmi cosa leggi OGGI PARLIAMO DI... MANUALE DI CONVERSAZIONE Personaggi: IL SIGNOR TALE E IL SIGNOR TALALTRO, suo amico. IL SIGNOR TALE: Ciao, carissimo. Dove vai?// IL SIGNOR TALALTRO: All’arcivescovado. E tu?/ IL SIGNOR TALE: Dall’Arcivescovengo. Personaggi: LA RAGAZZA, IL CARABINIERE, IL PASSANTE. All’alzarsi del sipario, LA RAGAZZA e IL CARABINIERE suo fidanzato passano in fretta. IL PASSANTE al CARABINIERE: Arrestata?// IL CARABINIERE: Che arrestata? È la mia fidanzata.// LA RAGAZZA piangendo: Sarà sempre così, per tutta la vita! (Achille Campanile, Tragedie in due battute, BUR Rizzoli, MI, 2014) Campanile sera? Certo, ma anche mattina, pomeriggio, notte. Tutto il santo giorno. Sarebbe certamente piaciuto questo incipit, in stile vagamente campaniliano, a un amico che non c’è più, grande lettore, estimatore quant’altri mai vi fu dell’umorista laziale. Il suo Manuale di conversazione (di Campanile intendo, non del mio povero amico) credo sia uno dei più bei libri di lettura amèna, nel senso più alto della parola, che siano stati scritti nella seconda metà del Novecento. La conversazione, antica arte scomparsa dall’orizzonte dell’attuale cultura, alta e popolare. Conversazione, da CUM = con, assieme e VERSÀRE, nel significato 2 = far affluire un liquido, o altro, dentro un contenitore. Riempire il vuoto del nostro tempo con parole piene. Le parole vuote non riempiono vuoti e solitudini. Quando, come in questo tempo, ognuno continua a parlare, parlare, parlarsi addosso rimane solo, autisticamente nel vuoto comune, popolato da suoni senza significato, anche per chi parossisticamente li produce. Il mio antico maestro delle elementari ci ripeteva spesso: porgetemi il padiglione delle vostro orecchie, ché vi verserò dentro il brodo del mio sapere. E i 47 raccontini, di cui si compone questo Manuale, entrano nella testa e nel cuore del lettore. A cominciare da quello d’apertura, che dà il titolo alla raccolta, Manuale di conversazione, per l’appunto, fino all’ultimo che chiude un libro che a questo punto si vorrebbe non terminasse ancora, una commediola degli equivoci piccolo borghesi, L’orrenda parola. Nell’insieme una serie di motivi, ora allegri, ora struggenti, ora irriverenti, suonati dall’organetto, o fisarmonica diatònica, del genio del grande vecchio romano, nei suoi ultimi anni di Lariano, vicino Viterbo. Storie assurde, paradossali, squinternate, ritmate da un uso della parola che clona sé stessa con progressione geometrica, fino a occupare, in maniera solo apparentemente incontrollata, quasi tutta la pagina. Alcuni di questi esercizi di conversazione sono una testimonianza di partecipata compassione alle miserie umane, alla fatica di vivere, ai piccoli e grandi dolori quotidiani, che tutti ci accompagnano in questo viaggio tra due date irrevocabili, estreme. Immaginate di voler fare una dichiarazione d’amore, passeggiando con Lei su di un calesse trainato da un cavallo affetto da aerofagia, che contrappunta, con fragorosi peti, tutti i vostri tentativi di dirLe quanto vorreste passare, con questa, ai vostri occhi, splendida creatura, il resto dei vostri giorni. E vi fareste curare da un medico nel cui studio, sopra la scrivania una collina di telegrammi informa che diciasette dei suoi pazienti, presi in cura solo in quella settimana, sono tutti passati a miglior vita? Achille Campanile, Manuale di conversazione, BUR Rizzoli, MI, 1976, e successive. PDF Compressor Pro 15 settembre 2015 25 di Valentino Pitzalis INVALIDI & DISABILI www.valentinopitzalis.it INVALIDITÀ CIVILE E ACCOMPAGNAMENTO PER MALATI ONCOLOGICI Ai malati oncologici spetta il riconoscimento dell’invalidità civile. A tal proposito il D.M. del 05.02.1992 prevede tre percentuali di invalidità per la patologia oncologica, ossia: 1. per neoplasie a prognosi favorevole con modesta compromissione funzionale, l’11% 2. per neoplasie a prognosi favorevole con grave compromissione funzionale, il 70% 3. per neoplasie a prognosi infausta o probabilmente sfavorevole nonostante asportazione chirurgica, il 100%. Al fine di ottenere il relativo riconoscimento occorre, una volta appresa la diagnosi, presentare la domanda di riconoscimento dello stato di invalidità esclusivamente per via telematica; la suddetta domanda deve essere accompagnata dal certificato comprovante la natura delle infermità invalidanti, compilato dal proprio medico curante. La domanda può essere poi trasmessa personalmente da chi è in possesso del codice Pin, altrimenti attraverso i patronati e le associazioni di categoria dei disabili (A.N.M.I.C. per gli invalidi civili, U.I.C. per i ciechi civili, E.N.S. per i sordomuti). Una volta avvenuto l’invio, il sistema telematico rilascerà una ricevuta dell’accettazione della domanda. Se oltre al riconoscimento dell’invalidità civile (L. 118/ 1971), si vuole fruire anche dei benefici previsti dalla legge sull’handicap (L. 104/1992), è consigliabile indicarlo nella stessa domanda in modo tale che la visita sarà unica per entrambe le richieste. EMOTIVAMENTE Solitamente, a seguito di presentazione della domanda decorrono circa 30 giorni per essere chiamati a visita. Però, con la Legge n.80 del 2006 (articolo 6) è stato previsto un procedimento più breve per le persone affette da patologie oncologiche. Infatti, in tali casi, la visita per l’accertamento dell’invalidità civile e dell’handicap deve essere effettuata entro 15 giorni dalla data di presentazione della domanda di Alice Bandino psicologa Www.psygoalicebandino.it, A SCUOLA DI EMOZIONI da parte dell’interessato. Inoltre, gli esiti dell’accertamento hanno efficacia immediata per il godimento dei benefici da essi derivanti. Qualora non sia possibile il trasporto del malato alla visita medico-legale, può essere richiesta la visita domiciliare, supportata da adeguata certificazione medica che attesti l’impraticabilità del trasporto. La Commissione medica della ASL, nel caso ritenga giustificata la visita domiciliare, si recherà presso il domicilio o nel luogo di cura presso cui è ricoverata la persona malata per sottoporla a visita. Indennità di accompagnamento per persone affette da patologie oncologiche. Se a causa della patologia oncologica la persona ha problemi di deambulazione o non è più autonoma nello svolgimento delle normali attività della vita quotidiana (come l’alimentazione, l’igiene personale, la vestizione) si può richiedere il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento. La Corte di Cassazione con sentenza n. 10212 del 27 maggio 2004 ha infatti già stabilito che l’indennità di accompagnamento deve essere riconosciuta anche alle persone affette da patologie oncologiche che, per effetto della chemioterapia, non sono capaci di badare a se stesse. Il diritto al beneficio può essere riconosciuto anche per periodi molto brevi, inferiori al mese, ossia per il periodo necessario all’effettuazione delle terapie chemioterapiche, in rapporto agli effetti fortemente debilitanti di tale trattamento. Pabillonis Numeri vincenti lotteria sagra San Lussorio 2015 Sono stati estratti i biglietti vincenti della sottoscrizione a premi organizzata dal comitato per i festeggiamenti di San Lussorio. Questi i numeri vincenti: 1528 TV led40"; 0656 tablet; 0357 telefono Vodafone; 0775 pentola; 1674 oggetto artigianato sardo; 1443 accessori auto; 1681 caraffa; 2746 lezioni zumba; 1489 parure; 2992 parure; 1352 salsiccia; 1761 hamburgher; 1958 cassa di birra; 0285 3 pizze tonde;1790 1 kg di muggini; 1001 1 kg moscardini ;1345 1 pianta; 2013 teglia di pizze; 1396 teglia di pizze; 2902 cassetta di meloni; 0340 cassetta di patate; 2654 1 kg salsiccia fresca; 1813, 2798, 1993, 2033, 1462, 1864, 1699, 2021, 2099, 2596 buono spesa; 1869, 1773, 2632 zafferano; 2682 cassetta di verdure; 1409 1 kg di cozze. Per i premi rivolgersi a Marco Melis cell. 3466770934. (d. f.) Una lettrice mi scrive per chiedermi in che modo andare dallo psicologo per migliorare lo sviluppo delle competenze socio-emotive, può migliorare la vita di tutti i giorni. Personalmente, ho molta fiducia nei benefici che l’intelligenza socioemotiva può apportare non solo al singolo ma all’intera comunità di un territorio. È possibile orientare i bambini già da piccolissimi a comprendere la loro vita emotiva e a sviluppare un adeguato vocabolario per esprimere le proprie emozioni. I responsabili di questa prima alfabetizzazione emotiva son i genitori, a seguire gli insegnanti e via via gli adulti di riferimento (allenatori, educatori, catechisti ecc…), e in molte scuole americane da decenni, ad esempio, viene insegnata di pari passo alle altre materie, grazie alla collaborazione tra le istituzioni e il team guidato dai due grandi psicologi Goleman e Growald, esperti mondiali di Intelligenza Emotiva. Così come in grammatica si insegnano prima i suoni e le lettere per decodificare parole e frasi, allo stesso modo imparare il riconoscimento delle sensazioni associate alle nostre emozioni sin da piccoli pone le basi per il raggiungimento di abilità per comprendere le nostre emozioni e quelle altrui, in tutte le sue sfumature. Naturalmente è necessario che questi adulti di riferimento abbiano loro stessi un livello medio-alto di competenza socio- emotiva; nel caso non si riuscisse da soli a raggiungere questo livello, uno psicologo esperto in materia potrà colmare queste lacune e aiutare a migliorare queste competenze negli adulti. Nei prossimi mesi partirà un mio progetto di Intelligenza Emotiva dal titolo “Campioni di razza “ in alcune classi di un asilo, di una scuola elementare, di una scuola media inferiore e di un istituto superiore del nostro territorio, il cui obiettivo sarà promuovere e rimodulare le competenze emotive degli studenti delle classi interessate, al fine di prevenire fenomeni di intolleranza e pregiudizio che se non corretti possono sfociare in atteggiamenti non solo di bullismo, ma in vero e proprio Razzismo. I programmi attuati in questi percorsi, parallelamente ai programmi scolastici ministeriali, facilitano negli studenti i compiti di apprendimento, influenzano la loro abilità di concentrazione, migliorando le loro capacità cognitive e insegnano loro a riconoscersi nel proprio ruolo di studenti, di figli, di cittadini. Il compito dello psicologo in questi progetti applicati nelle scuole è quello di aiutare i minori a sviluppare e gestire attitudini personali, valori, competenze interpersonali che possono aiutarli ad assumere ruoli differenti e più tolleranti in classe, coi compagni, con gli insegnanti, come membri di una comunità e come futuri adulti e lavoratori. E’importante insegnare il rispetto delle emozioni altrui e ancora più importante è insegnare alle persone come far emergere e rispettare le proprie emozioni. Ad ogni azione corrisponde una reazione, ad ogni emozione esperìta corrisponde una specifica emozione consequenziale. Poter esprimere il proprio vissuto emotivo in un ambiente che valorizza e non censura le emozioni, è una delle chiavi per una corretta convivenza tra individui, tra colleghi, tra popoli e razze e, in questo particolare momento socio-politico, ben vengano sostegni atti a incrementare le competenze socio-emotive. Un famoso proverbio africano afferma che serve un intero villaggio per educare un fanciullo. Con l’intelligenza emotiva applicata nelle scuole aspiriamo a educare un intero villaggio investendo sui fanciulli. La sezione di Guspini ricorda ai donatori che La sezione di Villacidro ricorda ai donatori che La sezione di Serramanna ricorda ai donatori che sabato 3 ottobre domenica 11 ottobre dalle 8,30 alle 12,30 effettuerà i prelievi nel Poliambulatorio in Via G. Rossa, 49 dalle 8,30 alle 12,30 effettuerà i prelievi nel Poliambulatorio in Corso Europa sabato 19 settembre dalle 8,30 alle 12,30 effettuerà i prelievi nella sede locale in Via Don Minzoni, 107 Le donazioni di sangue presso l’ospedale di San Gavino Monreale si effettuano nei nuovi locali siti nella palazzina fronte pronto soccorso, 2° piano, il martedì, giovedì e il sabato dalle 8 alle 12. PDF Compressor Pro 26 15 settembre 2015 L’ISOLA IN CUCINA di Roberto Loddi MICOLOGIA E DINTORNI TURTA DE MENDULA O TURTA DE ISPOSUS MACROLEPIOTA PROCERA È la torta per eccellenza della nostra tradizione, la torta dei matrimoni (mazz’è mendula) e delle ricorrenze classiche. Ricoperta di una glassa semplice a base di zucchero al velo e acqua, traslucida ma morbida al tempo stesso; oppure rivestita con pasta di zucchero, infiniti ghirigori sempre bianchi, con fiorellini e uccellini di zucchero colorati, decori in lamina d’oro - argento e “traggera” (confettini argentati). Per evitare che la torta si abbassi al centro, quando si macinano le mandorle è sufficiente aggiungere una cucchiaiata di farina. Ingredienti Preparazione 12 uova, g 400 zucchero, g 400 mandorle macinate finissime, g 50 di amido di mais, g 50 di farina bianca, 1 bustina di lievito, per la glassa: zucchero al velo, albume d’uovo, succo di limone, liquore a piacere, confettini di zucchero colorati (traggera), sale q.b. Lavora a lungo i tuorli (tieni da parte gli albumi) con lo zucchero e l’amido di mais dentro a un recipiente fino a quando il composto sarà diventato bianco e spumoso. Fatto, aggiungi la farina di mandorle, la farina bianca e gli albumi montati a neve fermissima con una presa di sale, quindi amalgama bene gli ingredienti e versa il ricavato dentro ad uno stampo a cerniera di 28 centimetri di diametro, foderato con della carta oleata. Assesta l’impasto e passa il dolce in forno già caldo a 180° per circa quaranta minuti. Una volta raffreddata la torta è pronta per essere glassata e guarnita a piacere con decorazioni preparate a base di zucchero e gomma adragante. Altra versione Preparazione Ingredienti g 75 di burro, 3 uova, g 150 di zucchero comune, g 100 di latte, g 180 di farina, g 500 di farina di mandorle, sale q.b. Lavora il burro in un recipiente e sempre mescolando, aggiungi uno alla volta i tuorli d’uovo, tenendo da parte gli albumi. Fatto ciò, aggiungi lo zucchero e una volta incorporato unisci a filo il latte e a pioggia la farina setacciata, poi incorpora gli albumi montati a neve fermissima con una presa di sale, quindi aggiungi la farina di mandorle ed amalgama insieme tutti gli ingredienti. A questo punto, versa il composto ottenuto dentro a uno stampo a cerniera foderato con della carta oleata, assesta bene l’impasto e cuoci il dolce in forno già caldo a 180° per mezz’ora circa. Anche per questa versione vale la procedura precedente. Una volta raffreddata la torta è pronta per essere glassata e guarnita a piacere con decorazioni preparate a base di zucchero e gomma adragante. Vino consigliato: Vernaccia di Oristano liquoroso ben freddo, dal sapore fine, sottile, caldo con leggero retrogusto di mandorle amare, e dolce. Carissimo don Nicola, a nome di tutta la Comunità Parrocchiale di Arbus voglio esprimerle il nostro più sentito grazie. È davvero difficile trovare le parole giuste per ringraziarla, ma mi sembra doveroso farlo soprattutto a nome della comunità che ha guidato per ben quattro anni. Nella vita ci sono momenti particolari, che ti obbligano a guardare indietro ed a fare sintesi. Da quando è arrivato fra noi nel luglio del 2011 fin da subito posto a servizio di tutta la comunità, adempiendo nel modo più vero e autentico, con la concretezza che la caratterizza al suo Ministero. Ci sentiamo privilegiati per averla conosciuta e apprezzata. I membri del Consiglio Pastorale, degli affari economici, i ministri Straordinari dell’Eucarestia, il gruppo liturgico, il coro, i chierichetti, le persone ammalate e i loro parenti, le tante famiglie che in silenzio ha aiutato nei momenti di difficoltà, le catechiste, la Caritas, l’Azione Cattolica, gli animatori, i giovani, nonché noi tutti membri di questa Comunità Parrocchiale non possiamo che dire: “È stato un grande dono di Dio averla avuta tra noi”. In particolare i bambini e ministranti, la ringraziano per averli “fisicamente” avvicinati all’altare privilegiati di questo grande dono, del poter quasi toccare con mano con la loro semplicità e purezza le cose grandi e meravigliose che avvengono presso di esso. Ha saputo guidare con impegno la sua Comunità facendo scelte importanti per la crescita della fede e l’amore alla Parola di Dio, mantenendola vivace e ricca di gruppi e iniziative. Ha saputo chiedere e ottenere l’aiuto di vari laici che hanno condiviso la sua visione dell’agire e dell’operare. Molti hanno così scoperto la gioia di sentirsi parte attiva della Chiesa. Questo ha favorito la creazione di una parrocchia viva e attiva, ricca d’idee e di progetti, in cui tutti hanno avuto la possibilità, la gioia e il piacere di impegnarsi. Ciascuno di noi offrendo se stesso alla comunità con i doni ricevuti dal Signore, ma anche con le inevitabili imperfezioni e debolezze che accompagnano il vissuto di ognuno di noi. Tuttavia il tesoro di questi quattro anni di apostolato e di convivenza fraterna che è stato proficuamente riservato alla nostra comunità parrocchiale non va disperso, ma coltivato e conservato gelosamente come eredità preziosa di un periodo di Gigi Arixi di grazia che abbiamo avuto la fortuna di vivere. Grazie… don Nicola, grazie per esserci stato e grazie per esserci. Ora cercheremo di essere terreno fertile per il seme che ha piantato. Cercheremo di lavorare operosamente il terreno delle nostre anime, affinché il grande albero della Chiesa possa essere ancora più rigoglioso e dare nuovi frutti, e mettere in atto quanto abbiamo appreso da lei e dalle sue raccomandazioni. Ora ci affidiamo con fiducia, come lei vuole, nelle mani del nostro nuovo parroco don Luca. Siamo sicuri che troverà una realtà con alcuni limiti, ma anche con molte risorse umane e spirituali, frutto del suo lavoro e di coloro che l’hanno preceduta. Ci dispiace davvero tanto lasciarla andare via dopo un cammino fatto insieme, ma ci consola il fatto che un’altra comunità, quella di Mogoro, avrà l’occasione e la fortuna di conoscerla e di costruire assieme a lei un altro pezzettino di storia nel cammino verso Dio. Non è un addio, ma l’augurio vicendevole di continuare un buon cammino, anche se la sua strada si scosta dalla nostra ma solo per affiancarsi a un’altra comunità che ha bisogno della sua guida verso i medesimi traguardi. Tanta strada è stata percorsa, tanta ne rimane! Il Signore accompagni il suo cammino Sacerdotale e grati per quanto lascia ad ARBUS del suo stile Sacerdotale e pastorale, a nome di tutta la comunità auguro ogni bene. Grazie don Nicola per aver fatto parte della nostra comunità, lei resta nel patrimonio del nostro cuore! Con affetto e stima tutti noi la salutiamo! I suoi parrocchiani Macrolepiota procera Fungo di dimensioni ragguardevoli, il cappello può raggiungere 40 cm. di diametro. Il gambo, slanciato e cilindrico, è adornato da un doppio anello scorrevole che ci aiuta nella sua determinazione . La macrolepiota procera, in italiano volgare, la conosciamo come mazza da tamburo, in quanto da giovane ci ricorda appunto tale strumento. In vernacolo sardo la descriviamo come capedd’è preidi, scrapuddu de para o paraccu. In cucina è un ottimo basidioma, leggermente tossico da crudo, ne consiglio infatti un’attenta e prolungata cottura; quindi evitiamo la preparazione alla brace , “come solito fare di noi sardi”. Questo metodo infatti non ne consente la cottura integrale, atta a disperdere le tossine interessate. Anche i gambi, pur essendo legnosi, possono essere utilizzati: dopo averli essicati e triturati, il preparato sarà un ottimo insaporitore per carni e sughi. La Macrolepiota procera è un fungo difficilmente confondibile con altre specie per la sua stazza, tuttavia, il genere lepiota può indurci alla confusione. Per fortuna le dimensioni molto più piccole e l’anello non mobile ci aiutano a differenziarle, alcune di queste sono velenose o mortali. Comunque ho notizia certa di casi di avvelenamento dovuti a ingestione di Macrolepiota procera. Il fatto riguarda due miei amici, interessatomi al caso dopo attente analisi, si è dedotto che i funghi erano stati raccolti ai margini di strada trafficata e di un campo coltivato. I funghi sono dei forti assorbitori di metalli pesanti, bisogna quindi essere accorti e evitare la raccolta in quelle situazioni. Altra indicazione che segnalo è di evitare il consumo di Macrolepiota rachodes varietà Boemica o Macrolepiota rachodes varietà hortensis. Il primo nome indica chiaramente il luogo del suo primo ritrovamento, più tardi si appurerà che i suoi areali di crescita sono molto comuni e che predilige letti di base letamica, ecco spiegato il secondo Macrolepiota rachodes var. hortensis nome. La Macrolepiota hortensis è un fungo sospetto di tossicità, personalmente lo consumo e non ho avuto mai problemi di alcuna sorta. Con ciò non voglio dire che non sia venefico… ma evidenziare che l’organismo dell’uomo con i suoi enzimi non è eguale per tutti, anche qui ho notizia certa di casi di intossicazione dovuta al consumo di questo basidioma. Per i micofagi ecco alcuni modi di cucinare le macrolepiote: pulire e tagliare i cappelli a spicchi, quindi usare lo stesso procedimento per la cotoletta alla milanese. Altro modo , sempre cappelli a trance con l’imenio rivolto verso l’alto in modo da insaporirlo con un trito di aglio, prezzemolo, olio e sale, sei-dieci minuti al forno e il piatto è pronto. Infine utilizziamo un cappello di grosso diametro come base per fare la pizza … al posto della pasta, ponendovi sopra condimenti a piacere … cuocere al forno e il pranzo…è servito!!! PDF Compressor Pro 15 settembre 2015 27 Sport Basket femminile: al via l’attività della Polisportiva Serramanna L a nuova squadra di pallacanestro femminile rinasce per la stagione 2015-2016. Il primo allenamento, recentemente avvenuto, ha dato inizio alle attività del comparto rosa sotto l’auspicio di un largo coinvolgimento nella popolazione serramannese. Il presidente del settore pallacanestro, in carica da poco più di un anno, Luca Curreli esprime soddisfazione per l’iniziativa e apprezzamento per coloro che vogliono mettersi in gioco per questa nuova sfida. Allenate da Luca Cadelano, il gruppo di giocatrici, piuttosto affiatato, è costituito da ragazze di età di- verse ma accomunate da un forte coinvolgimento dimostrato già dal primo incontro dopo la pause estiva. Fra palleggi e terzo tempo, migliora la coordinazione dei movimenti e nascono battute di spirito, riflesso di un’atmosfera che fa allegria, come si usa fra amiche. Il campo di allenamento per ora è quello all’aperto di Corso Italia. Se non manca l’entusiasmo sono ancora incerte le condizioni per lo svolgimento del campionato o comunque nella partecipazione del gruppo in uno spazio più ampio. Sempre Luca Curreli e tutto lo Pabillonis È stata avvincente e appassionante la gara ciclistica su strada “1° Trofeo Città di Pabillonis” che si è svolta all’interno del centro abitato. La manifestazione, inserita nel calendario del Csain ciclismo Regione Sardegna, è stata organizzata dall’A.S.D. Portoscuso con la collaborazione del Gruppo Eugenio Figus, della Pro Loco e del Comune. Sette le categorie che hanno partecipato alla gara che si è svolta in un circuito di 1.800 m da ripetersi 25 volte per una distanza complessiva di 45 km. Dopo il via della giuria composta da Roberto Rosellini e Rosalba Zucca, a mettersi subito in evidenza è stato Omar Desole della Vigor Cycling Team che ha mantenuto un ritmo costante per tutta la corsa prevalendo nello sprint finale sul quartetto di testa. Da mettere in evidenza l’ottima prova di Simone Seguro che nonostante una foratura è riuscito a recuperare e piazzarsi al 2° posto tra i veterani. La giornata caratterizzata da una temperatura afosa ha messo a dura prova le forze dei partecipanti. Da segnalare una caduta di alcuni corridori, che per fortuna non hanno avuto gravi conseguenze. Classifica posizione assoluta: 1° Omar Desole (Vigor Cycling Team), 2° Nicola Maccioni (MTB Iglesias), 3° Nicola Piras (Techno bike). Nella categoria Cadetti: 1°Murtas Emanuele (Speed Bike Uta), 2° Eros Piras (Techno bike), 3°Simone Cannas (Team Nencini Sport). Cat. Junior: 1° Nicola Piras ( Techno bike), 2°Emiliano Cefaloni (Speed bike Uta), 3° Maurizio Bottero staff dirigenziale, dal presidente del minibasket Antonio Ara al vertice della Polisportiva Atletica, Ignazio Frongia, confidano naturalmente nella possibilità di poter trovare maggiori occasioni per proporre l’iniziativa nel territorio. L’intento è quello di dar nuova linfa vitale alle attività della pallacanestro; gli obiettivi riguardano tanto l’esperienza sportiva quanto l’inserimento, l’accoglienza e l’aggregazione sociale in un contesto dove tutti possono offrire il proprio contributo. Buon divertimento a tutti! Giovanni Contu Sardara Beach Tennis nel parco comunale Corsa ciclistica su strada: “1° Trofeo Città di Pabillonis” (Techno bike). Senior: 1° Omar Desole (Vigor Cycling Team), 2°Francesco Muller (Rema cicli Iglesias), 3° Massimo Pintori (Techno bike). Cat. Veterano: 1° Nicola Maccioni (MTB Iglesias), 2°Seguro Simone (2000 Ricambi), 3° Nicola Porru (Lex Bike Sardinia). Cat. Gentleman: 1° Alvise Montisci (Lex Bike Sardinia), 2° Fabrizio Mudu (Pool bike Serramanna), 3°Pasquale Sibiriu (Linas Bike Gonnos). Cat. Super Gentleman A: 1° Placido Caraci (Sba Zibido S. Giacomo), 2° Franco Mallica (Sga Gialeto 1909), 3°Antonio Olla (Sga Portoscuso). Cat. Super Gentleman B: 1° Nonnis Carlo (GS Portoscuso). A fine gara, nei locali del Bar Universo, il Gruppo Eugenio Figus ha offerto un rinfresco e la cena a tutti i partecipanti. Dario Frau Ad agosto il parco comunale di Sardara si è trasformato in una piccola spiaggia con il campetto di sabbia realizzato per la terza edizione del Beach Tennis, organizzata dall’Asd Tennis Club locale. Le 26 formazioni suddivise in otto squadre, composte da coppie miste di atleti e principianti di età compresa tra i 16 e i 60 anni, si sono contese la finale e il trofeo 2015. Record di partecipazione di coppie di fratelli: Sardu, Montisci, Sinacore, Fazzini, Cuccu e Curreli. Ma a far fuori le teste di serie, con risultato sorprendente classificandosi al primo posto, sono stati i gemelli Andrea e Giovanni Montisci, che hanno disputato un gran finale al terzo set contro papà Sergio in squadra assieme al presidente dell’associazione organizzatrice Adiutino Altea, questi ultimi classificatisi secondi. Ha raggiunto il terzo posto la squadra di Elvio e Dario Atzori e il quarto Luca Caddeo e Andrea Aru. «I classificati - dichiara il presidente Altea - saranno teste di serie per il quarto torneo 2016 di Beach Tennis. Quest’anno la comunità sardarese ha risposto molto bene all’iniziativa. Lo dimostrano le adesioni sempre più numerose e le richieste dei ragazzi di poter svolgere campionati anche durante l’anno e non solo in estate. Questo, oltre a gratificarci a livello personale, è uno stimolo per pensare ad ampliarci come Federazione nel settore del Beach Tennis e proseguire con questa attività. Volevo inoltre ringraziare Gianluca Cadeddu, gestore del parco comunale, i partecipanti e tutto lo staff della società Asd Tennis Club Sardara». Marisa Putzolu PDF Compressor Pro 28 15 settembre 2015 Unione Ciclistica Guspini S tagione sportiva ricca di soddisfazioni in ambito regionale e nazionale per le squadre agonistiche esordienti ed allievi e ottimi risultati dei piccoli della scuola di ciclismo nella categoria giovanissimi che si sono cimentati nel Campionato regionale a squadre sia corsa sia mtb, conclusosi a Olbia il 6 settembre. La lunga e impegnativa annata delle corse su strada e sulla mtb, cominciata il 15 marzo a Platamona e che si concluderà a novembre con l’ultima prova mtb del Gran Prix Fancello Cicli in programma a Montevecchio per l’organizzazione della Unione Ciclistica Guspini. La società guspinese ha partecipato ai campionati regionali su strada, tipo pista e mtb agonistici regionali e nazionali conseguendo risultati sportivi di gran lunga sopra le aspettative di inizio stagione. Tra gli allievi, capitanati dal plurivittorioso giovane talento sardo Gabriele Porta che nelle ultime stagioni ha vinto tutto in ambito regionale sia su strada sia su mtb, non mancando di far bene anche in ambito nazionale, la società ha allestito una squadra composta da ottimi atleti. «Nonostante la concorrenza di squadre più esperte con in organico gli juniores, i risultati in corsa hanno dato ragione al lavoro ed agli impe- Ottimi risultati per gli esordienti, gli allievi e la scuola di ciclismo gni della società guspinese. Nove vittorie assolute su strada per Gabriele Porta, due per Nicola Leo, una per Mattia Sechi e diversi podi per Francesco Serra in ambito regionale», afferma il presidente Stefano Dessì. A queste si aggiungono numerosi piazzamenti per gli altri allievi e la soddisfazione di aver contribuito tutti a far salire sul podio le maglie bianche e rosse e aver conquistato a Usini il campionato regionale, con una volata di Porta che di prepotenza fa sua la maglia con i quattro mori. Unico rammarico la prova unica a cronometro in cui Porta si è dovuto arrendere all’ottima giornata del talentuoso corridore di Perfugas Antonio Piga in forze alla Palazzago Ozierese Carrera. Non sono mancati all’appello gli esordienti tra i quali hanno primeggiato Danilo Pibi, Manuel Atzeni e Lorenzo Montis e le donne. Anche per loro numerosi podi e piazzamenti e una maglia da campione regionale sfiorata da Atzeni in una bella volata in cui prevale il sassarese Nocco. A conclu- dere la stagione su strada degli esordienti, la conquista di Danilo Pibi dello Challenge regionale intitolato a Francesco Cocco e articolato su dieci gare in linea a punti conclusasi a Mores il 6 settembre. Sul fronte della Mtb titolo regionale consecutivo tra gli Allievi per Gabriele Porta davanti al compagno di squadra Nicolò Aresti artefice di un’ottima prestazione a Sennori e convocazione a Trento per i campionati italiani di categoria. Tra gli esordienti, sempre a Sennori, il guspine- Serramanna - San Gavino Fabio Trudu alla finale mondiale Ironman L’atleta di triathlon Fabio Trudu di Serramanna della “Fuel Triathlon San Gavino Monreale” rappresenterà la Sardegna nella prestigiosa finale mondiale Ironman delle Hawaii, che si svolgerà il prossimo 10 ottobre. Trudu ha ottenuto la qualificazione ai mondiali lo scorso 23 agosto a Copenhagen dove ha dovuto vedersela con i migliori atleti del mondo. Giunto al traguardo con un tempo di 9 ore, 33 minuti e 17 secondi, è risultato nono nella sua categoria, (la 30-34) e nella classifica generale, 66esimo su 2800 partecipanti. La finale mondiale di Kona Hawaii è il sogno di ogni triathleta, in quanto è là che, alla fine degli anni 70, è nata la disciplina. Per l’evento il campione farà parte della squadra italiana “Team Italia” composta da una quindicina di atleti che dovranno vedersela con altri 1900 agguerriti atleti da tutto il mondo. L’ironman è la più lunga competizione di triathlon: si percorre 3,8 chilometri a nuoto, 180 in bici e 42,195 di corsa. Saimen Piroddi Collinas Torneo di Bocce “Santa Maria Angiargia” Domenica 30 agosto si è svolto a Collinas, sotto l’ombra dei maestosi pini dell’improvvisato bocciodromo nell’altopiano “Pranu Mannu”, il 19° torneo promozionale di bocce, organizzato dall’ associazione a “Santa Maria Angiargia”. Alle 8,30 il presidente de “Sa Forresa”, nonché per l’occasione arbitro, Giancarlo Tuveri, puntuale come un orologio svizzero, ha radunato le 16 terne appartenenti alle 6 associazioni partecipanti: “Sa Forresa” società organizzatrice, “Grotte San Giovanni” di Domusnovas, “Icnos” di Tramatza, “Santa Reparata” di Narbolia, “Sardara 93” di Sardara e la “Società Sanluri” di Sanluri, per dare inizio al grande torneo, divenuto capofila dell’isola per la massiccia partecipazione. Presenziato dal sindaco Franco Cannas, da amici e parenti degli atleti, più qualche simpatizzante di questo sport, il torneo ha radunato anche quest’anno un gruppo consistente di partecipanti. Quarantotto i giocatori in campo. Ha vinto il torneo la terna composta da Maurizio Careddu della “Santa Reparata” di Narbolia, Franco Ive di Torino, ospite della “Grotte S. Giovanni”, e Luciano Sedda del “Sardara 93”; secondo posto per Zerferina Mereu della “Icnos” di Tramatza, Giuseppe Porcedda di “Sa Forresa” e Carlo Caddeo del “Sardara 93”; terzo gradino del podio a Giancarlo Foglia della “Icnos” Tramatza, Alex Cocco della “Grotte S. Giovanni” e Giulio Usai del “Sardara 93”; quarti classificati Silvestro Matzeu di “Sa Forresa”, Palmira Chessa della “Icnos” e Girolamo Pusceddu della società “Sanluri”. Ino Matta se Montis campione regionale uscente cede al sassarese Nocco e al sangavinese Podda dopo una gara molto combattuta e nonostante una brutta caduta conquista il terzo gradino del podio. Seconda piazza al campionato regionale mtb per Alessia Leo tra le allieve dietro Roberta Lisci della Taxus di Gonnosfanadiga. Convocazioni nella rappresentativa sarda agli italiani su strada per Gabriele Porta tra gli allievi e per Pibi e Atzeni tra gli esordienti che non hanno mancato di onorare Guspini e la Sardegna in terra lombarda, terminando le due difficili corse per la conquista della maglia tricolore. Il giovane Porta ha lottato con i 140 migliori allievi d’Italia sempre guardingo nelle prime posizioni in una corsa dove solo in 63 sono arrivati in tempo massimo. Nel finale di corsa in cui i migliori hanno fatto selezione, il gruppo di testa si è ridotto a neanche 20 elementi in cui non è mancato il guspinese. Porta ha dato tutto scollinando nelle prime 10 posizioni a un km dall’arrivo e disputando la volata per il podio tricolore dove hanno prevalso gli specialisti della velocità. Gli allievi e gli esordienti saranno impegnati nel Lazio, a Latina il 13 settembre ed a Fiano Romano il 20 settembre dove concluderanno la stagione su strada mentre nella mtb saranno impegnati a Olbia, Orosei, Senorbi e Guspini. Le attività di avviamento al ciclismo ed alla mtb sono attive presso la Pista di mtb e presso lo stadio comunale il martedì, il giovedì ed il venerdì a cui possono partecipare bambine e bambini dai 5 ai 15 anni d’età. (red.) Barumini Scuola calcio per i piccoli campioni Saranno famosi? Intanto lavorano sodo sul rettangolo di gioco, e seguono i consigli dei loro istruttori per diventare veri calciatori. Sono i bambini e ragazzi che frequentano la scuola calcio Libertas Barumini. Continua quindi instancabile la tradizione sportiva che in questo settore ha regalato tante soddisfazioni agli sportivi locali e alla popolazione dell’intero territorio della Marmilla. Un fattore ereditario, che contagia appassionatamente i più giovani che, proprio nel calcio, continuano a trovare motivo e occasione di sano divertimento. Nata diciassette anni orsono (1998/99), ma sempre in crescita e punto di riferimento anche dei paesi limitrofi, conta 120 giovani e bambini tesserati nelle varie categorie del vivaio: Piccoli Amici, Pulcini, Esordienti, Giovanissimi regionali, Allievi regionali e Juniores regionali. Ad insegnare le tecniche calcistiche anche quest’anno saranno alcuni nomi storici dello sport: gli istruttori e allenatori Antonio Concu, Giorgio Coraddu, Michele Farris e Fabio Pittau. Allenamenti e partite dei rispettivi campionati che iniziano a settembre, si svolgono negli impianti sportivi di via San Nicola. Le principali motivazioni che spingono molti genitori a mandare i propri figli anche in tenera età su un campo di calcio, è l’opportunità di fare attività motoria, coordinazione, socializzazione e creatività. Però, la voglia di vincere e l’esempio del fuoriclasse da emulare, sono innegabilmente il carburante che spinge in avanti il motore della passione di questi giovani atleti. I dirigenti della società, in testa il presidente Paolo Migheli, lavorano con grande impegno, passione e determinazione per il presente e futuro dei ragazzi, con la speranza che tra costoro possa anche emergere il campione degli stadi. Per informazioni e iscrizioni 070 9368489 e 346 3881351. Carlo Fadda PDF Compressor Pro 15 settembre 2015 1 AZIENDE Vero affare vendo a Villacidro zona centrale pastificio pasticceria. Tel. 070 9316061. (11/15) Affittasi a Gonnosfanadiga in pieno centro (via Porru Bonelli) locale commerciale c/o espositivo mq 36. Per info 335 6226924. (02/15) Affittasi a Gonnosfanadiga locale pluriuso di mq. 120, piano terra adatto a sala riunioni, mostre, conferenze, manifestazioni varie, anche per un solo giorno. Per info tel. 335 6226924. (02/15) San Gavino Monreale. 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Fiscale èèèèèèèèèèèèèèèè Dichiaro sotto la mia responsabilità di non rilasciare false dichiarazioni, di non operare come professionista nel campo dell’oggetto del presente annuncio. Acconsento al trattamento dei dati, d. lgs 196/2003. Firma.................................................................. PDF Compressor Pro 30 6 Gazzett@ffari 15 settembre 2015 CASE VENDITA Arbus Vendesi casa con garage, cortile, giardino, posto macchina. Prezzo trattabile. Tel. 329 8393411. (22/14) Barumini Vendesi locale indipendente uso ufficio studio con annesso trivano arredato, dotato agibilità e certificazioni. Tel. 349 3727088. (12/15) Collinas Vendesi casa zona panoramica, abitazione su due livelli, 3 camere da letto, soggiorno, cucina con camino + forno a legna, 2 bagni + cortile davanti e retro. 70.000 euro. tel. 347 3971549. (04/15) Fluminimaggiore Vendo appartamento ristrutturato composto da 3 camere, soggiorno, cucina, servizi, cortile retrostante, lavanderia, 2 ripostigli. 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PABILLONIS CLASSE 1975 PABILLONIS CLASSE 1965 Il piacere di ritrovarsi per festeggiare i primi... anta Una giornata speciale per il mezzo secolo di vita Sicuramente è costata una faticaccia per gli organizzatori (o meglio organizzatrici) predisporre i festeggiamenti per i nati nel 1975, ma ne è valsa sicuramente la pena poiché ha permesso a parecchi coetanei di rincontrarsi, dopo tanto tempo e trascorrere una giornata speciale, in allegria, fra mille ricordi ed episodi dell’infanzia che piano piano sono riaffiorati dal passato. Il ritrovo per la cena è stato in un ristorante di Villacidro: la struttura logistica ha fatto la sua parte e l’abilità dei cuochi del locale ha dato quel tocco di perfezione culinaria che solo i grandi chef sanno tirar fuori in certe occasioni. Non è mancata neppure la musica che ha allietato la riunione conviviale. Il congedo finale ha posto termine ai festeggiamenti con l’augurio per tutti, di festeggiare ancora tanti …anta in salute e in forma come i quarant’anni appena trascorsi. (d. f.) I cinquantenni di Pabillonis, nel mese di agosto, hanno festeggiato il loro mezzo secolo di vita. L’appuntamento è stato fissato nella chiesa parrocchiale Beata Vergine della Neve dove il parroco don Luca Carrogu li ha accolti con affetto per la celebrazione della Santa Messa. Non è mancato neppure il ricordo degli scomparsi: ci si è recati in cimitero per deporre un mazzo di fiori sulla tomba dei loro coetanei deceduti anzitempo. I festeggiati, assieme ai parenti, si sono ritrovati poi in un agriturismo di San Nicolò d’Arcidano per una lauta cena. L’evento è stato indimenticabile: la serata è proseguita in allegria tra musica canti e karaoke, tutti felici di essersi ritrovati e di aver trascorso insieme una piacevolissima giornata. (d. f.) PABILLONIS CLASSE 1955 Festa dei sessantenni in allegria tra mille ricordi I nati nel 1955 si sono incontrati nel mese di agosto per una gioiosa rimpatriata. Pimpanti, allegri e pieni di vita, i “giovani” hanno voluto festeggiare il sessantesimo anno di vita. Non sono voluti mancare all’importante appuntamento neppure quelli residenti fuori paese. E così dopo essersi incontrati in piazza, punto di riferimento per tanti appuntamenti del passato, il gruppo si è recato ad un ristorante di Villacidro dove si è tenuta la cena. L’evento è stato indimenticabile: la serata è proseguita in allegria tra musica, canti, karaoke e balli vari. Soddisfatti gli organizzatori che sono riusciti a raggiungere l’obiettivo e far trascorrere, in allegria e fra mille ricordi, una splendida giornata ai “giovani” del ‘55. Dario Frau Cinque generazioni riunite in una foto di famiglia Chissà se nonna, anzi, trisnonna Livia, da giovane immaginava di diventare la punta della piramide di ben cinque generazioni. Livia Carta è nata a Sadali nel 1927. Nel 1943 si sposò con Giuseppe Manca (ziu Peppi Deddei) seguendolo nel suo paese, Sardara, dove tuttora vive. Nella vita ha lavorato molto e i sacrifici sono stati tanti. Ha cresciuto sei figli, tre maschi e tre femmine. Nel dopoguerra si faticava per vivere. Prima che il sole nascesse si andava nei campi per “bodiri sa spiga”. Il sabato si faceva in casa il pane che doveva durare tutta la settimana. Si percorrevano chilometri con le brocche piene sulla testa per l’approvvigionamento dell’acqua. E lo stesso si faceva con le fascine di legna per l’inverno. Erano rare le occasioni in cui si mangiava carne. Tempi duri. Nonostante tutto, però, i figli sono cresciuti belli e sani. Nel 1956 è nata Bruna, che si è trasferita a Quartu sant’Elena per stare con il marito Gigi. Dalla loro unione, nel ‘75, è nata la primogenita Emanuela. Gli anni passano e, nel ‘93, Emanuela diventa mamma di Marica. Gli anni passano ancora, e Marica, per fare un bel regalo ai suoi cari, dà alla luce Matilda, che oggi ha 15 mesi. Matilda ha ancora tutto da imparare ma, grazie all’amore della sua grande famiglia e al suo sorriso, pare abbia già capito come si affronta il mondo nel miglior modo possibile. La famiglia non è nuova alle cinque generazioni: infatti, quando nel 93 è nata Marica, era ancora in vita “nonna Atzori”, la mamma di trisnonna Livia. Saimen Piroddi PDF Compressor Pro 7 TERRENI Vendesi terreno in località Gutturu e Flumini (Terra Arrubia), ha 1,30, prezzo trattabile. tel. 070 9758932. (11/15) Arbus vendo due terreni uno a Barazzu e l’altro a Rio Is trigas. Prezzo trattabile. Se interessati contattatemi al 340 5628073. (02/15) Arbus Vendo terreno località Is trigas prezzo trattabile se interessati chiamare il numero 329 8393411.(19/14) Gonnosfanadiga Vendo località Mobezza terreno con n. 7 piante olivo prezzo da concordare. Cell. 347 1925097. 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E proprio nella capitale britannica Fabio, emigrato dal 2004, ha ricevuto l’abbraccio dei tanti amici sardi emigrati e di tanti londinesi che lo hanno conosciuto. In sua memoria è stata celebrata una messa organizzata dai suoi amici più cari. Nella chiesa italiana di San Pietro, che si trova al numero 136 di Clerkenwell Road, c’erano tantissimi giovani del Medio Campidano che avevano un punto di riferimento nel locale, il “Goppa Restaurant” (si trova a Homerton High Street al numero 106), di Fabio e del suo socio. Il giovane di Gonnosfanadiga era riuscito a farsi conoscere e apprezzare in tutta la capitale tanto che il suo ristorante aveva delle ottime recensioni su diverse guide cartacee e telematiche. Fabio ha lasciato un vuoto immenso ma rimane in tutti il ricordo di una persona solare e sempre disponibile. «Fabio era un grande lavoratore - evidenzia il sindaco Fausto Orrù - che aveva potuto esprimere le sue potenzialità lontano dal suo paese. Era talmente legato a Gonnosfanadiga che a Londra non perdeva occasione all’interno del suo locale di parlare di Gonnos e della sua Sardegna. Fabio è stato un punto di riferimento per tanti ragazzi del paese che raggiungevano la metropoli inglese». Fabio Cabitza era conosciuto da tutti come un ragazzo solare e socievole. Non amava le ingiustizie e anche da poco dalla sua pagina facebook aveva lanciato un duro atto d’accusa nei confronti dei politici italiani colpevoli di non fare niente per aiutare la gente comune, volendo far partire una rivoluzione ideale dall’estero. Rimane nel paese un grande vuoto lasciato da uno dei tanti emigrati del Medio Campidano. Gonnosfanadiga è uno dei paesi che paga di più la mancanza di lavoro e la fuga dei giovani, e nella sua cittadina Fabio ha ricevuto l’abbraccio e l’ultimo saluto di amici e parenti. Gian Luigi Pittau PDF Compressor Pro 32 15 settembre 2015