T - Ambiente in Liguria
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AUTORITA’ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Criteri per la redazione dei Piani di Bacino CRITERI ED INDIRIZZI TECNICI PER LA VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE PORTATE E DEGLI IDROGRAMMI DI PIENA ATTRAVERSO STUDI IDROLOGICI DI DETTAGLIO NEI BACINI IDROGRAFICI LIGURI DGR 359/2008 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE REGIONE LIGURIA Dipartimento Ambiente Settore Assetto del Territorio Via G. d’Annunzio 111 – 16121 Genova Referenti: - Dirigente Settore: Dott. Renzo Castello - Funzionario responsabile: Ing. Cinzia Rossi www.regione.liguria.it www.ambienteinliguria.it Æ piani di bacino I presenti criteri ed indirizzi tecnici sono stati approvati sulla base degli esiti dell’incarico di ricerca sottoscritto con il Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Ambientale, Infrastrutture viarie, Rilevamento (DIIAR), responsabile scientifico Prof. Ing. Renzo Rosso. Genova, Maggio 2008 La presente pubblicazione è di proprietà esclusiva della Regione Liguria. Il contenuto è comunque reso disponibile all’utilizzo o riproduzione parziale da parte di soggetti interessati, citando esplicitamente la fonte di provenienza. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 2/6 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Premessa Nei piani di bacino stralcio vigenti sul territorio dell’Autorità di Bacino di rilievo regionale, in conformità a quanto previsto dai criteri di cui alla DGR 357/01 e ss.mm., si sono assunti i valori di portata massima annuale a tempi di ritorno pari a 50, 200 e 500 anni come riferimento per la determinazione delle fasce di inondabilità, e la portata a tempo di ritorno duecentennale come portata di progetto per gli interventi di “messa in sicurezza”, di norma assunta per la progettazione delle opere di sistemazione idraulica. In tali piani sono state calcolate le portate massime annuali corrispondenti ai suddetti tempi di ritorno, sulle quali sono basate le determinazioni del piano stesso in relazione al quadro di pericolosità idraulico determinato. È prevista, peraltro, dalla normativa di attuazione dei piani di bacino stralcio regionali vigenti la possibilità di variare il valore della portata di progetto, in relazione al possibile sopravvenire di nuove evidenze scientifiche o della realizzazione di studi idrologici più dettagliati, ove questo permetta di giungere a valutazioni via via più approfondite ed affidabili. Con DGR 1634/2005 la Giunta Regionale in qualità di Comitato Istituzionale ha fornito chiarimenti a riguardo della procedura di aggiornamento dei piani vigenti per recepire i risultati degli studi ed approfondimenti di cui sopra, con particolare riferimento alla procedura di approvazione delle varianti, di cui al comma 14 e al comma 15 dell’art. 97 della L.R. 18/99. Nell’ambito di tale deliberazione è stato chiarito che si tratta, in ogni caso, di una modifica da attivarsi con la massima cautela. In particolare deve essere verificato che gli studi sulla base dei quali viene effettuata la nuova stima siano effettivamente di maggior dettaglio e di approfondimento rispetto a quelli del piano di bacino vigente e che risultino chiare le ragioni tecniche che portano ad una diversa valutazione del valore della stessa entità. È stato inoltre chiarito che, considerata la centralità della determinazione dei valori di portata nell’ambito dei singoli piani, si tratta, di norma, di varianti di tipo sostanziale (ex art. 14 l.r. 18/99) a meno che le modifiche si configurino come modesti aggiustamenti delle precedenti valutazioni senza conseguenze di rilievo sulle stesse. Nell’ambito della DGR 1634/05 è stato, tra l’altro, dato mandato al CTRSezione per le funzioni dell’Autorità di Bacino (per brevità nel seguito: CTRAdB), organo dell’Autorità di Bacino di rilievo regionale ai sensi della .l.r 18/99, di fornire indicazioni di tipo tecnico, al fine di individuare, in particolare, la metodologia ed il contenuto minimo degli studi idrologici di “maggior dettaglio” qualora risulti necessario procedere ad una verifica ed eventuale modifica dei valori assunti dal piano di bacino vigente per le portate di massima piena, al fine di assicurarne una rideterminazione più affidabile ed omogenea sul territorio. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 3/6 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Al fine di corrispondere adeguatamente al mandato della Giunta Regionale, nella sua qualità di Comitato istituzionale, ed in considerazione della indubbia esigenza di affidabilità dei risultati conseguibili e di omogeneità sul territorio dell’Autorità di Bacino regionale per il tema in oggetto, è stato affidato un apposito incarico di ricerca al Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Ambientale, Infrastrutture viarie, Rilevamento (DIIAR) finalizzato alla definizione di criteri e/o linee guida di tipo tecnico relative alla metodologia di riferimento per studi idrologici di “maggior dettaglio” rispetto a quanto effettuato nella vigente pianificazione di bacino per quei casi in cui emerga la necessità di una verifica delle portate massime annuali al colmo piena a vari tempi di ritorno e/o la determinazione del relativo idrogramma di piena. A conclusione della ricerca condotta dal citato istituto universitario, il CTRAdB ha verificato che la stessa risponde a quanto richiesto dal Comitato Istituzionale in sede di approvazione della DGR 1634/05, in quanto fornisce adeguate indicazioni ed indirizzi di tipo tecnico, che, in particolare, individuano la metodologia ed il contenuto minimo degli studi idrologici di “maggior dettaglio”, ivi incluse indicazioni sulla determinazione degli idrogrammi di piena. Il CTR-AdB, nella seduta del 19/03/2008, ha pertanto espresso parere favorevole in ordine agli elaborati prodotti nell’ambito della convenzione con il Politecnico di Milano, assumendoli quali linee guida ed indirizzi di tipo tecnico per la verifica e valutazione delle portate al colmo di piena e dei relativi idrogrammi. Ha conseguentemente stabilito, altresì, che tali linee guida costituiscano il riferimento obbligatorio per valutazione degli studi idrologici di dettaglio da parte del CTR-AdB, finalizzati alla verifica ed all’eventuale aggiornamento delle portate al colmo di piena ad assegnati tempi di ritorno nonché alla determinazione dei corrispondenti idrogrammi di piena, qualora, in specifici casi, si ravvisi la necessità di una verifica ed eventuale modifica dei valori assunti dal piano di bacino vigente per le portate di massima piena. Tali linee guida costituiscono pertanto riferimento a cui attenersi nella elaborazione di studi idrologici di dettaglio sopraddetti. Con DGR 357/2008, la Giunta Regionale, in qualità di Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino Regionale, ha preso atto dell’avvenuta approvazione da parte CTR-AdB delle suddette linee guida ed indirizzi tecnici, quale attuazione del mandato corrisposto nell’ambito della DGR 1634/05; ha altresì dato mandato agli uffici regionali competenti di intraprendere le iniziative opportune al fine di corrispondere alle finalità poste dal CTR–AdB, prevedendo in particolare l’adeguata divulgazione ed illustrazione degli elaborati approvati nei termini e modalità previste dal CTR-AdB stesso. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 4/6 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Ciò premesso si specifica che i presenti elaborati, così come approvati, sono articolati nelle seguenti due parti principali: I) Linee guida, nelle quali sono descritti i criteri e le procedure utili alla verifica e valutazione della portata al colmo di piena e degli idrogrammi di riferimento. In particolare viene individuato il percorso metodologico da seguire per la valutazioni di dette grandezze in sede di studi di dettaglio, con riferimento a possibili diverse tipologie di casi in relazione ai dati disponibili; II) Allegato Tecnico. Le metodologie sopra introdotte sono descritte in maggior dettaglio, con una trattazione più estesa di alcuni aspetti, quali l’applicazione dei metodi a livello regionale e a livello locale, la valutazione dell’incertezza delle stime di piena, la valutazione dell’idrogramma di piena, nonché alcune osservazioni ed approfondimenti per temi specifici; integrate da una terza parte applicativa: III) Schede di Valutazione, nella quali i diversi passi della procedura sono illustrati da esemplificazioni, tradotti in schede di calcolo operativo per l’applicazione dei criteri presentati. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 5/6 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 6/6 AUTORITA’ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE CRITERI ED INDIRIZZI TECNICI PER LA VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE PORTATE E DEGLI IDROGRAMMI DI PIENA ATTRAVERSO STUDI IDROLOGICI DI DETTAGLIO NEI BACINI IDROGRAFICI LIGURI Parte I LINEE GUIDA REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Genova, Maggio 2008 La presente pubblicazione è di proprietà esclusiva della Regione Liguria. Il contenuto è comunque reso disponibile all’utilizzo o riproduzione parziale da parte di soggetti interessati, citando esplicitamente la fonte di provenienza. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 2/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Indice PREMESSA ................................................................................................................................................5 INTRODUZIONE ......................................................................................................................................7 A. VALUTAZIONE DELLA PORTATA AL COLMO DI PIENA.....................................................10 A.1. GENERALITÀ ............................................................................................................................10 A.2. VALUTAZIONE DEL FATTORE DI CRESCITA ...............................................................................11 A.3. VALUTAZIONE DELLA PORTATA INDICE ...................................................................................15 A.3.1. Siti fluviali dotati di stazioni idrometriche .........................................................................17 Impostazione del problema .......................................................................................................................... 17 Stima della CDF locale contro metodo della portata indice ......................................................................... 18 Stima della portata indice ............................................................................................................................. 20 A.3.3. A.3.4. A.3.5. A.3.6. A.3.7. Siti fluviali prossimi a stazioni idrometriche ......................................................................22 Siti fluviali di bacini dotati di stazioni idrometriche ..........................................................25 Siti fluviali di bacini privi di stazioni idrometriche ............................................................27 Siti fluviali in corrispondenza o prossimi alle dighe ..........................................................29 Siti fluviali caratterizzati da elevata antropizzazione.........................................................31 B. IDROGRAMMI DI PIENA DI RIFERIMENTO.............................................................................34 B.1. INTRODUZIONE .........................................................................................................................34 B.2. SITI FLUVIALI DOTATI DI MISURE IDROMETROGRAFICHE: METODI DIRETTI...............................35 B.2.1. Metodo probabilistico.........................................................................................................35 B.2.2. Metodo della curva di riduzione.........................................................................................37 B.3. SITI FLUVIALI PRIVI DI MISURE IDROMETROGRAFICHE: METODI INDIRETTI ...............................38 B.3.1. Simulazione idrologica a ingressi noti ...............................................................................39 B.3.2. Simulazione idrologica a ingressi stocastici.......................................................................39 B.3.3. Metodo dell’evento idrometeorologico critico ...................................................................40 C. METODO DELLA SIMULAZIONE DELL’EVENTO CRITICO ................................................43 C.1. VALUTAZIONE STATISTICA DELLE PIOGGE DI FORTE INTENSITÀ E BREVE DURATA ..........................43 C.2. VALUTAZIONE DELLA PORTATA INDICE ..........................................................................................44 C.3. VALUTAZIONE DELLA PORTATA T-ENNALE DI PROGETTO ...............................................................47 C.4. VALUTAZIONE DEGLI IDROGRAMMI DI PIENA ..................................................................................47 Simulazione dell’evento idrometeorologico critico...................................................................................... 47 Simulazione degli idrogrammi equivalenti................................................................................................... 50 Applicazione del metodo indiretto dell’evento idrometeorologico critico ................................................... 52 Affidabilità del metodo indiretto dell’evento idrometeorologico critico ...................................................... 53 GLOSSARIO ............................................................................................................................................56 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 3/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 4/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE PREMESSA Questa relazione illustra la procedura per la valutazione della portata al colmo di piena associata a un prefissato valore di periodo di ritorno, o frequenza di superamento, da utilizzare al fine dello sviluppo di studi idrologici di dettaglio nei bacini idrografici liguri, sia con versante tirrenico, sia ricadenti nel bacino del fiume Po di pertinenza ligure. La procedura proposta si basa sui metodi sviluppati a suo tempo dall’Unità Operativa 1.8 del Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nel quadro del Progetto Speciale di Valutazione delle Piene (VAPI) promosso dalla Linea di Ricerca sulla Previsione e prevenzione dagli eventi idrologici estremi (Linea 1). Essa si avvale anche dei risultati di altri progetti, quali il Progetto Speciale sulla Modellazione degli Eventi di Piena (MIUR) e il Progetto Framework (Commissione Europea) promossi nello stesso ambito scientifico, dove sono stati condotti approfondimenti della tematica sia di natura generale, sia di specifico riferimento a casi di studio liguri. Le linee guida qui presentate, rivolte ai tecnici della Regione Liguria e delle pubbliche amministrazioni liguri, intendono fornire un ausilio per la pianificazione, la progettazione e la gestione dei sistemi e delle infrastrutture che interagiscono con i corsi d’acqua e, più in generale, per la prevenzione del rischio idrogeologico, anche in relazione all’applicazione delle normative in materia emanate negli anni recenti dalla stessa Regione Liguria. Sotto il profilo scientifico, la procedura qui delineata rappresenta un ulteriore stato di avanzamento degli studi rispetto alla preliminare sintesi tecnica di Brath & Rosso (1994) e alla procedura di De Michele & Rosso (2000) per la valutazione delle piene nell’Italia Nord Occidentale. Infatti, essa tiene conto dei successivi approfondimenti di De Michele & Rosso (2002) in merito alla metodologia di regionalizzazione, di Bocchiola et al. (2003) in materia di valutazione della piena indice, e di Bocchiola et al. (2004) relativamente all’estensione del modello GEV a scala nazionale. Inoltre, sono presentate in modo dettagliato le modalità di applicazione della procedura nell’area geografica in esame, al fine di guidare i tecnici e gli operatori nella valutazione pratica della portata al colmo di piena. Il rapporto di sintesi qui presentato si articola in tre parti. La prima parte (Linee Guida, qui riportata) illustra in modo sequenziale i criteri e le procedure utili alla valutazione della portata al colmo di piena (Capitolo A) e degli idrogrammi di riferimento (Capitolo B). Essa definisce il percorso metodologico che viene suggerito per la valutazione di tali grandezze in sede di studi di dettaglio. A tal fine, delinea i percorsi da seguire nelle diverse tipologie di casi pratici, con particolare riferimento ai dati idrologici disponibili. La seconda parte (Allegato Tecnico) descrive in dettaglio le metodologie proposte. Il Capitolo 1 dell’Allegato Tecnico introduce la metodologia proposta, che prevede due fasi di valutazione. La prima fase, a sua volta descritta nel Capitolo 2, viene svolta a livello regionale, mentre la seconda fase, di cui riferisce il Capitolo 3, viene condotta a livello locale ed è legata allo specifico sito fluviale oggetto di valutazione. Il Capitolo 4 illustra i criteri con cui valutare l’incertezza delle stime di piena. Il Capitolo 5 affronta il problema della valutazione dell’idrogramma di piena. Nel Capitolo 6 alle valutazioni di piena a frequenza assegnata sono associati i concetti di orizzonte progettuale e rischio Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 5/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE residuale, utili a finalizzare le decisioni sulla mitigazione del rischio alluvionale nelle diverse situazioni. Nel Capitolo 7 sono riportate alcune avvertenze per l’impiego delle metodologie, alcune indicazioni di larga massima per affrontare i casi non contemplati dalla tale metodologia e, infine, alcune considerazioni sui futuri percorsi da intraprendere per approfondire i vari aspetti, tuttora inesplorati, della materia trattata. Infine viene riportato un ampio elenco bibliografico delle citazioni, che comprendono pubblicazioni e rapporti scientifici su specifici aspetti della problematica affrontata. In Appendice all’Allegato Tecnico si riportano anche (i) un glossario minimo per la comprensione di alcuni termini specialistici usati nel testo, nel quale si richiamano in modo semplice e sintetico le definizioni di base e le notazioni adottate; (ii) la caratterizzazione delle piogge intense tramite la procedura CNR-GNDCI-VAPI, utile all’applicazione pratica dei metodi proposti nei bacini della Regione Liguria. Poiché nella stesura di queste Linee Guida e del relativo Allegato Tecnico ci si rivolge specificamente a tecnici e operatori, sono state ridotte al minimo indispensabile, ma non eliminate, le formulazioni matematiche, presentando soltanto quelle necessarie allo sviluppo pratico delle metodologie proposte. Allo stesso modo, la discussione delle questioni scientifiche viene rimandata alle varie pubblicazioni specialistiche citate. I riquadri mettono in evidenza le diverse fasi della procedura, comprese le varie alternative metodologiche necessarie ad affrontare le diverse situazioni, che si presentano nella pratica. Ogni applicazione va infatti disegnata sia in ragione della tipologia, della qualità e della quantità dei dati disponibili, sia in relazione alle finalità dello studio intrapreso. Seguendo le indicazioni contenute nei riquadri e i percorsi delineati in forma di diagrammi a blocchi, l’operatore sarà in grado di tracciare il proprio percorso per risolvere il problema di valutazione della portata al colmo di piena secondo la procedura più adatta alla specifica applicazione. I diversi passi della procedura sono anche illustrati da esemplificazioni, tradotti in schede di calcolo operativo nella terza parte (Schede di Valutazione). Esse forniscono una traccia logica e computazionale per l’applicazione dei metodi presentati e sono basate su casi e dati reali dell’area geografica in esame. Tali esempi sono disegnati in modo da descrivere una vasta gamma di situazioni, quali si possono presentare nelle diverse condizioni operative a seconda della tipologia, della qualità e della quantità dei dati a disposizione. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 6/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE INTRODUZIONE Con riferimento alla normativa vigente, la valutazione della pericolosità idraulica fa riferimento alla massima portata al colmo temibile con assegnato e prefissato periodo di ritorno. Al fine della delimitazione delle aree potenzialmente inondabili, la valutazione idrologica richiede altresì la determinazione di idrogrammi caratteristici della stessa piena temibile. Il primo aspetto è trattato nel Capitolo A della presente relazione, mentre al secondo è dedicato il Capitolo B. Poiché nella maggioranza dei casi pratici si deve ricorrere a metodi indiretti, nel Capitolo C viene riportato un cenno alla procedura di simulazione dell’evento critico, utile alla valutazione indiretta della portata al colmo temibile, e alla procedura di simulazione dell’evento idro-meteorologico critico, utile alla valutazione indiretta degli idrogrammi caratteristici. Viene infine riportato un glossario minimo per la comprensione di alcuni termini specialistici usati nel testo, nel quale si richiamano in modo semplice e sintetico le definizioni di base e le notazioni adottate. In relazione alla definizione degli eventi idrologici di riferimento, sono utili alcune preliminari considerazioni. Nel caso di un’opera di asservimento fluviale, la sicurezza intrinseca dell’opera è legata al valore della portata al colmo di piena che la sollecita. La crisi idrologica di un ponte è determinata dalla spinta ed eventuale sormonto delle acque, che superano la quota di intradosso ed eventualmente di estradosso: in questo caso contano il livello idrometrico e la velocità del flusso, entrambi legati alla portata al colmo che si realizza nel corso d’acqua. Analoghe considerazioni si possono fare per la maggior parte delle opere longitudinali di difesa idraulica e per molti manufatti soggetti alla furia delle acque. La pericolosità idraulica di un territorio ripario è invece legata a una fenomenologia più complessa dal punto di vista idrologico. Una piena con portata al colmo molto elevata può essere meno pericolosa, in termini di vastità dell’area inondata e di capacità di incidere il territorio, rispetto ad una piena con portata al colmo inferiore, ma caratterizzata da un volume idrico esondato assai più rilevante. In questo caso conta l’intera evoluzione temporale dell’evento idrologico (idrogramma) al di sopra della soglia di esondazione. In generale, la pericolosità idraulica scaturisce dalla intensità e dalla struttura temporale dell’evento idrologico. Tipico è il caso della sicurezza idrologica delle dighe o delle casse di espansione, per cui è necessario innanzi tutto accertarsi che gli scarichi di superficie siano dimensionati in modo tale da poter smaltire la massima portata di piena prevista, senza che il livello superi la quota franca al coronamento. Tale verifica consiste nel sollecitare il serbatoio con l’idrogramma di piena più gravoso rispetto alla vita dell’opera e controllare che gli scarichi di superficie siano in grado di smaltire la Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 7/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE piena in maniera tale che il livello non superi la quota franca al coronamento. In molti casi, l’idrogramma più gravoso non è quello con la massima portata, ma, per via della laminazione, gioca un ruolo fondamentale l’effetto combinato della portata e del volume idrico, che assieme determinano la capacità o meno degli scarichi di soddisfare la sicurezza del regolare smaltimento della piena. Dal punto di vista normativo, la valutazione della pericolosità idraulica si fonda su una indicazione abbastanza generica degli eventi di riferimento. Per esempio, il D.P.C.M. 29 settembre 1998 (Atto di indirizzo e coordinamento per l’individuazione dei criteri relativi agli adempimenti di cui all’art. 1, commi 1 e 2, del decreto legge 11 giugno 1998, n. 180, Gazzetta Ufficiale Serie gen. - n. 3 del 5 gennaio 1999) recita “Disponendo di adeguati studi idraulici ed idrogeologici, saranno identificate sulla cartografia aree, caratterizzate da tre diverse probabilità di evento e, conseguentemente, da diverse rilevanze di piena: a) aree ad alta probabilità di inondazione (indicativamente con tempo di ritorno "Tr" di 20-50 anni); b) aree a moderata probabilità di inondazione (indicativamente con "Tr" di 100-200 anni); c) aree a bassa probabilità di inondazione (indicativamente con "Tr" di 300-500 anni).” senza definire esplicitamente se con “tempo di ritorno” si intenda quello della portata al colmo di piena, del volume di piena ovvero della coppia di valori portata-volume. Il significato specifico di “evento idrologico T-ennale” resta indeterminato. In senso stretto, la pericolosità dovrebbe essere valutata tramite una molteplicità di scenari idrologici volti a valutare l’assetto dell’area inondata. Ciò comporterebbe una procedura di simulazione Montecarlo assai complessa e, allo stato attuale, mai affrontata in modo sistematico sotto l’aspetto tecnico-scientifico. Soltanto la successiva indicazione: “i valori delle portate di piena con un assegnato tempo di ritorno possono essere dedotti anche sulla scorta di valutazioni idrologiche speditive o di semplici elaborazioni statistiche su serie storiche di dati idrometrici. Comunque, ove possibile, e' consigliabile che gli esecutori traggano i valori di riferimento della portata al colmo di piena con assegnato tempo di ritorno dalle elaborazioni eseguite dal Servizio idrografico e mareografico nazionale oppure dai rapporti tecnici del progetto VAPI messo a disposizione dal GNDCI-CNR.” indica nella portata al colmo il riferimento primario. La Normativa tipo dei piani di bacino stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico dell’Autorità di Bacino di Rilievo Regionale, da adottarsi ai sensi del comma 1, art. 1, del D.l. 180/98, convertito con modifiche in l. 267/98 (v. Testo integrato normativatipo: DGR 357/01, DGR 1095/01, DGR 290/02) della Regione Liguria riprende sostanzialmente questa impostazione. Nel definire le categorie di aree relative alla pericolosità idrogeologica, si precisa che tali aree sono identificabili come “aree perifluviali inondabili al verificarsi dell’evento di piena con portata al colmo di piena corrispondente a periodo di ritorno T=50 anni, …omissis… T=200 anni, …omissis… T=500 anni.” Quindi, nel definire la pericolosità idraulica, anche l’Autorità della Regione Liguria indica quale principale riferimento la portata al colmo T-ennale. Nello stesso tempo, la necessità di delimitare le aree potenzialmente inondabili, prevista dalla stessa normativa, richiede la valutazione di un idrogramma di riferimento o, meglio, di un insieme di idrogrammi di riferimento. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 8/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 9/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE A. VALUTAZIONE DELLA PORTATA AL COLMO DI PIENA A.1. Generalità La procedura di valutazione si basa sul metodo della portata indice, che integra l’informazione idrometrica a scala regionale con l’analisi idrologica di dettaglio dell’assetto del bacino idrografico sotteso dalla sezione fluviale di interesse 1 . Il metodo porge la portata al colmo temibile sotto forma di prodotto di due fattori: il fattore di crescita, xT, valutato a scala regionale, e la portata indice, qindice, valutata a scala di bacino per lo specifico sito fluviale preso in esame. Si ha quindi qT = qindice xT , (A.1) dove qT indica il valore della portata al colmo che può venire superato con periodo di ritorno T, in anni (vedi Figura A.1). Per il suo significato probabilistico, il valore di qT viene anche denominato quantile T-ennale. Parametri Regionali della Curva di Crescita GEV Periodo di Ritorno T ⎞ ⎛ y = − ln⎜ ln ⎟ ⎝ T − 1⎠ kαε Figure A.1.1. Schema di calcolo della massima portata temibile in un sito fluviale per un assegnato periodo di ritorno di T anni. Regione Omogenea xT = ε + xT qT = qindice xT α k (1 − e ) xT qindice qindice Bacino Idrografico − ky Metodo Diretto Metodi Indiretti Il metodo, basato sulla regionalizzazione statistica, muove dal presupposto che, per via della carenza intrinseca di informazione in una singola serie di osservazioni di piena al fine di estrapolarne le previsioni a bassa frequenza, sia possibile sostituire lo spazio al tempo. L’insieme delle osservazioni idrometriche di una regione omogenea (serie AFS, 1 De Michele, C. & R. Rosso, La valutazione delle piene nell’Italia Nord-Occidentale: bacino padano e Liguria tirrenica, in: La valutazione delle piene, a cura di S. Gabriele & F. Rossi, Pubbl. CNRGNDCI, Roma, 2000. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 10/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE ossia valori osservati massimi annuali di portata la colmo) viene così impiegato per esplorare un campo di frequenze osservate di gran lunga superiore a quello coperto da una singola serie di osservazioni. A tale scopo, la metodologia prende in esame una serie indicizzata o rinormalizzata di dati di portata al colmo, che presenta una lunghezza sufficiente a stabilire la frequenza degli eventi rari, ossia dei valori di portata indicizzata con elevato periodo di ritorno. Metodo della portata indice. La portata al colmo di massima piena qT temibile in un generico sito fluviale è valutabile tramite la relazione qT = qindice xT , (A.1) dove xT indica un fattore di crescita, la cui dipendenza dal prefissato periodo di ritorno T viene fissata da una legge valida a scala regionale, e qindice rappresenta un valore indice della portata al colmo massima annuale, caratteristico del generico sito fluviale. A.2. Valutazione del fattore di crescita Il fattore di crescita xT che compare nella formula (A.1) viene determinato in base alla applicazione a scala regionale del modello probabilistico generalizzato del valore estremo, ossia la distribuzione GEV della variabile aleatoria X = Q/qindice, dove Q indica il massimo annuale della portata al colmo e la portata indice per il generico sito fluviale corrisponde al valore atteso dei massimi annuali di portata al colmo nel sito stesso. In questo caso, la relazione tra x e T, detta anche curva di crescita, risulta espressa dalla relazione xT = ε + (1 − e ), k α − kyT (A.2) dove yT indica la variabile ridotta di Gumbel, funzione del periodo di ritorno T in anni, data da T ⎞ ⎛ yT = − ln⎜ ln ⎟, ⎝ T −1⎠ (A.3) mentre i parametri k, α ed ε rappresentano, rispettivamente, il parametro di forma, il parametro di scala e il parametro di posizione della distribuzione. I confini delle regioni omogenee di piena dell’Italia Nord Occidentale sono delineati in Figura A.2.1 e, per l’area di interesse ligure, in Tabella A.2.1. Per le regioni omogenee di interesse ligure, in Tabella A.2.2 sono riportati i relativi valori dei parametri k, α ed ε; le curve di crescita sono anche tracciate nell’abaco di Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 11/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Figura A.2.2, mentre la Tabella A.2.3 riporta i valori del fattore di crescita per alcuni valori salienti del periodo di ritorno. Una più dettagliata descrizione della soluzione adottata per la regionalizzazione 2 e la valutazione del fattore di crescita3 viene riportata nel Capitolo 2 dell’Allegato Tecnico, dove si riportano anche le considerazioni e le metodologie utili alla valutazione delle incertezze di stima 4 . Regione A Regione B aa ZT1 Regione D Figura A.2.1. Regioni omogenee dell’Italia Nord-Occidentale in relazione al regime di piena. ZT2 Regione C 2 De Michele, C. & R., Rosso, A multi-level approach to flood frequency regionalization, Hydrology and Earth System Sciences, Vol.6, no.2, p.185-194, 2002. 3 Bocchiola, D., De Michele, C., & R. Rosso, L’applicazione della legge generalizzata del valore estremo GEV all’analisi regionale delle piene in Italia, L’Acqua, no.1/2004, p.35–52, 2004. 4 De Michele, C. & R. Rosso, Uncertainty assessment of regionalized flood frequency estimates, Journal of Hydrologic Engineering ASCE, Vol.6, no.6, p.453-459, 2001. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 12/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 8 B Figura A.2.2. Curve di crescita GEV regionali dell’Italia NordOccidentale di interesse per la Liguria tirrenica e padana. Fattore di crescita, xT 7 C Regione B 6 Regione C 5 4 3 2 1 1 10 100 1000 Periodo di ritorno, T, in anni Tabella A.2.1. - Regioni omogenee di piena dell’Italia Nord Occidentale di interesse per il territorio della Regione Liguria e loro campo di validità in funzione dell’area A del bacino idrografico sotteso. Area idrografica A, km2 Bacini padani dalla Dora Baltea al torrente Grana 40÷1900 Regione B Alpi e Prealpi Occidentali C Appennino Nord Occidentale e Bacini Tirrenici Bacini liguri con foce al litorale tirrenico e bacini padani dallo Scrivia al Taro 15÷1500 Zona disomogenea delle ZT2 Alpi Marittime: transizione tra Regione B e Regione C Bacino del Tanaro e suoi affluenti 50÷1500 Tabella A.2.2 – Parametri della distribuzione GEV del fattore di crescita xT per le regioni omogenee di piena dell’Italia Nord Occidentale di interesse per il territorio della Regione Liguria (n indica la numerosità del campione utilizzato). Regione n α ε k B Alpi e Prealpi Occidentali 347 0.352 0.635 -0.320 C Appennino NO & Bacini Tirrenici 753 0.377 0.643 -0.276 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 13/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Tabella A.2.3 – Valori del fattore di crescita xT per alcuni valori salienti del periodo di ritorno T. Periodo di Ritorno, anni (Variabile ridotta, yT) Regione 10 20 50 100 200 500 (2.250) (2.970) (3.902) (4.600) (5.296) (6.214) B Alpi e Prealpi Occidentali 1.80 2.38 3.37 4.33 5.52 7.57 C Appennino NO & B. Tirrenici 1.82 2.38 3.29 4.14 5.17 6.87 Per le caratteristiche delle serie AFS osservate in sei stazioni idrometriche, il bacino del fiume Tanaro non è raggruppabile tra i bacini della Regione B, né tra quelli della Regione C. Poiché le massime piene osservate descrivono un regime tipicamente di transizione tra queste due regioni, tale bacino viene considerato come una zona di transizione (ZT2) tra le stesse regioni B e C. Per valutare le piene nei corsi d’acqua della ZT2 si consiglia quindi la parametrizzazione della curva di crescita GEV sito per sito, pesando i parametri della legge GEV in base alla distanze minime del sito stesso dai confini delle limitrofe regioni B e C. Ai fini pratici, l’interpolazione pesata con la distanza dalle regioni limitrofe si può condurre direttamente sui valori del fattore di crescita (p.es., sui valori di Tabella A.2.3 per i periodi di ritorno salienti ivi riportati). Fattore di crescita atteso. Una volta individuata l’appartenenza del sito fluviale di interesse a una data regione omogenea in base ai confini di tabella.A.2.1, il fattore di crescita viene dedotto dalla Tabella A.2.3 ovvero determinato, per l’assegnato periodo di ritorno di T anni, tramite la relazione xT = ε + (1 − e ), k α − kyT (A.2) dove la variabile ridotta yT va calcolata con la formula T ⎞ ⎛ yT = − ln⎜ ln ⎟, ⎝ T −1 ⎠ (A.3) e i valori dei parametri k, α ed ε sono dedotti dalla Tabella A.2.2. Va osservato che, per via della • prossimità dei bacini con versante padano in territorio ligure, che ricadono in ZT2, alla Regione C, che comprende la Liguria tirrenica, • deviazione non molto accentuata tra le curve di crescita delle Regioni B e C, l’utilizzo della curva di crescita della Regione C anche per i bacini con versante padano della ZT2 comporta un’approssimazione generalmente accettabile. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 14/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE A.3. Valutazione della portata indice Alla portata indice compete un periodo di ritorno variabile da regione a regione, con valori compresi comunque tra 2.86 anni (Regione C: Appennino Nord-Occidentale e Bacini Tirrenici, che comprende l’intera Liguria Tirrenica) e 2.98 anni (Regione B: Alpi e Prealpi Occidentali, di interesse per il versante padano). Questa considerazione permette di valutare, ancorché in modo affatto approssimato e qualitativo, il valore della portata indice in un sito di interesse in base a osservazioni e ricostruzioni di piena e/o tramite considerazioni di geomorfologia fluviale. Per valutare in modo quantitativo la portata indice, qindice, ossia il valore atteso di portata al colmo massima annuale che particolarizza la formula (A.1) per un generico sito fluviale di interesse, si possono applicare diverse metodologie 5 . Esse comprendono sia metodi diretti, sia metodi indiretti, caratterizzati da vario grado di complessità (v. Figura A.3.1). Con i metodi diretti il valore di qindice viene calcolato dalle statistiche osservate in situ ed è utilizzabile se e soltanto se, nel sito in esame, sono disponibili sufficienti osservazioni dirette di portata al colmo. Con i metodi indiretti il valore di qindice viene derivato, per via della carenza o dell’insufficienza di osservazioni dirette, da quello di grandezze esogene. Una dettagliata descrizione di tali metodi viene riportata nel Capitolo 3 dell’Allegato Tecnico, cui si fa riferimento per le metodologie e le tecniche di stima citate nel seguito. Metodi Diretti Portata Indice Figura A.3.1. Metodi di valutazione della portata indice in un sito fluviale. Metodi Indiretti AFS PDS Formule empiriche Tracce storiche Metodo geomorfoclimatico Simulazione a Ingressi Noti Simulazione Idrologica Simulazione dell’Evento Critico Simulazione a Ingressi Stocastici Va subito premesso come la scelta di una particolare metodologia dipenda sia dall’informazione disponibile, sia dall’affidabilità della previsione statistica che viene richiesta dalla specifica applicazione. Inoltre, ogni situazione pratica va affrontata sviluppando un appropriato ventaglio di metodologie, in ragione della possibilità o meno di applicare correttamente un certo metodo al caso in esame. 5 Bocchiola, D., De Michele, C. & R. Rosso, Review of recent advances in index flood estimation, Hydrology and Earth System Sciences, Vol.7, no.3, p.283-296, 2003. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 15/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE In pratica, ogni situazione va affrontata sviluppando la metodologia adatta nel quadro di un ventaglio più o meno ampio di metodologie appropriate, in ragione della possibilità o meno di applicare correttamente un certo metodo al caso in esame. Il percorso da seguire va quindi individuato soprattutto in ragione dell’informazione disponibile, delineando diverse tipologie di situazioni, quali quelle descritte in Figura A.3.2. In generale, si possono distinguere sei diverse tipologie di casi pratici, a seconda che le previsioni di piena siano condotte in un • sito fluviale dotato di stazione idrometrica, • sito fluviale prossimo a una stazione idrometrica, • sito fluviale di un bacino dotato di stazioni idrometriche, • sito fluviale di un bacino privo di stazioni idrometriche, • sito fluviale in corrispondenza o prossimo a uno sbarramento, • sito fluviale caratterizzato da forte antropizzazione. Le tipologie sopra delineate non sono mutuamente esclusive, in quanto una specifica applicazione può essere talora assimilata a più di una tipologia. In questa circostanza, si possono incrociare le diverse opzioni metodologiche, confrontandone le prestazioni. Siti fluviali dotati di stazioni idrometriche Siti fluviali prossimi a stazioni idrometriche Siti fluviali di bacini dotati di stazioni idrometriche Figura A.3.2. Schema di calcolo della portata indice in un sito fluviale. Metodi Indiretti Traslazione Metodi Diretti Siti fluviali di bacini privi di stazioni idrometriche Siti fluviali in corrispondenza o prossimi alle dighe Ricostruzione idrogrammi indisturbati Siti fluviali di bacini fortemente antropizzati privi di registrazioni idrometriche Analisi storico documentale Nel primo e nel secondo caso, la stima della portata indice va principalmente condotta con i metodi diretti, ossia stimando il valore di qindice dalla media osservata dei massimi annuali di portata al colmo (AFS) o della corrispondente serie di durata parziale (PDS). Nel secondo caso, per i siti prossimi a stazioni idrometrografiche, va adottata l’avvertenza di riscalare la media osservata rispetto all’area del bacino idrografico Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 16/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE sotteso. L’applicazione dei metodi diretti è comunque vincolata dalla disponibilità di serie di dati osservati per un periodo sufficientemente lungo con sufficiente affidabilità. Anche in presenza di serie osservate, si possono quindi presentare situazioni in cui bisogna ricorrere a metodi indiretti. Nel terzo caso si possono adottare sia metodi diretti, con la successiva traslazione scalainvariante rispetto all’area sottesa, sia metodi indiretti. Nei primi tre casi, inoltre, le osservazioni dirette disponibili, lungo la stessa asta fluviale ovvero in corsi d’acqua dello stesso bacino, agevolano l’applicazione dei metodi indiretti, che può giovarsi dell’informazione locale al fine di restringere i larghi margini di incertezza che affligge comunque le stime indirette. Nel quarto caso la stima della portata indice va giocoforza condotta con metodi indiretti, ossia stimando il valore di qindice per mezzo di una delle opzioni previste nel Paragrafo 3 del Capitolo 3 dell’Allegato Tecnico. Un quinto caso, affatto particolare, riguarda i siti fluviali in corrispondenza o prossimi agli sbarramenti e, in particolare, alle dighe di ritenuta. Le dighe italiane sono state realizzate prevalentemente nel corso del secolo scorso, se non in precedenza. Poiché molte dighe sono in esercizio da lungo tempo, sono disponibili registrazioni più o meno lunghe dei livelli d’invaso, che l’attuale normativa prescrive peraltro ai gestori degli impianti di conservare e mettere a disposizione degli organi di controllo. Questo tipo di informazione può fornire indicazioni assai utili per i bacini interessati da questo tipo di asservimento. L’ultimo caso si applica alle sezioni torrentizie e fluviali prossime ad agglomerati urbani dove storicamente si sono verificate esondazioni, ovvero laddove sia possibile ricostruire i livelli idrici di massima piena in base a documentazioni affidabili, soprattutto in relazione a opere di ingegneria idraulica di asservimento del corso d’acqua (quali ponti, restringimenti, canalizzazioni) e di difesa fluviale (quali argini, scolmatori, casse di espansione). A.3.1. Siti fluviali dotati di stazioni idrometriche Impostazione del problema Per i siti fluviali dove sono localizzate stazioni idrometrografiche dotate di scala delle portate la procedura di valutazione segue lo schema di Figura A.3.3, che discende dalla posizione di due ordini di problemi. (i) Conviene utilizzare il metodo regionale, ovvero eseguire una estrapolazione statistica dei dati osservati, identificando e stimando una CDF locale in base a tali dati? (ii) Se si utilizza la curva di crescita regionale, conviene valutare la portata indice per via diretta o indiretta? Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 17/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Siti fluviali dotati di stazioni idrometriche Metodo della Portata Indice Stima CDF Locale Figura A.3.3. Procedura di valutazione per i siti fluviali dotati di stazioni idrometriche. Metodi di Inferenza Statistica Metodi Diretti Stima Diretta AFS Stima Diretta PDS Curva di Crescita Regionale Portata Indice Metodi Indiretti Simulazione Idrologica Tracce storiche Metodo Geomorfoclimatico Formule Empiriche Prima di rispondere ai due quesiti, va ricordato come il metodo della portata indice, basato sulla regionalizzazione statistica, muova dal presupposto che, per via dell’intrinseca carenza di informazione in una singola serie di osservazioni di piena al fine di estrapolarne le previsioni a bassa frequenza, sia possibile sostituire lo spazio al tempo. L’insieme delle osservazioni idrometriche di una regione omogenea viene perciò impiegato per esplorare un campo di frequenze osservate di gran lunga superiore a quello coperto da una singola serie di osservazioni. A tale scopo, si prende in esame una serie (rinormalizzata) di dati di portata al colmo, che presenta una lunghezza sufficiente a stabilire la frequenza degli eventi rari, ossia dei valori di portata (rinormalizzata) con elevato periodo di ritorno. Stima della CDF locale contro metodo della portata indice Per rispondere compiutamente al primo quesito, bisogna confrontare le due diverse procedure, l’una basata sul metodo regionale e l’altra basata sulla tradizionale estrapolazione dei dati locali. L’efficienza relativa dei due metodi può essere valutata tramite un confronto tra la varianza campionaria di stima del quantile T-ennale previsto dal metodo regionale e quella propria dello stesso quantile stimato a partire da una serie di dati osservati nel sito. L’indice di efficienza η, definito dal rapporto delle due varianze di stima ηT = {Var[qˆT ]}Regionale , {Var[qˆT ]}InSitu assume valori inferiori all’unità per stime regionali a minor varianza di quelle locali; valori superiori in caso contrario. Esso dipende dal periodo di ritorno (η=ηT) e dalla specifica legge probabilistica di previsione che viene adottata e, quindi, stimata. Il calcolo di ηT richiede quindi che siano noti a-priori la legge (distribuzione) Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 18/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE probabilistica della portata al colmo di piena e la tecnica inferenziale adottata per la stima dei parametri. In caso di distribuzione GEV/PWM con k≤0, il valore di ηT si può valutare come 2 ⎧ ⎡ α − kyT ⎤ Ξ k ⎢ε + 1 − e ⎪ ⎥⎦ α 2Ξ k k ⎣ ⎪ n' + , + ⎪ k 2 H k ,T nk 2 ηT ≈ ⎨ n ⎪ n' π 2 ⎡ (ε + αy )2 α 2 ⎤ T ⎪ + + ⎢ ⎥, 6 ⎣⎢ H k ,T n ⎦⎥ ⎪⎩ n ( ) per k < 0; , (A.4) per k = 0; dove k, α e ε sono i parametri della legge GEV regionale qui adottata; inoltre, Ξ k = Γ(1 + 2k ) − Γ 2 (1 + k ) , (A.5) dove Γ(.) indica la funzione gamma, e H k ,T = exp[ yT exp(− 1.823k − 0.165)] , (A.6) dove yT è la variabile ridotta di Gumbel, il cui valore viene calcolato con la formula (A.3). In base all’indice di efficienza ηT, gli abachi di Figura A.3.4 discriminano, per ognuna delle regioni omogenee illustrate in precedenza, tra procedura regionale ed estrapolazione locale in ragione del periodo di ritorno prefissato. 2.5 2.5 T = 5 anni T = 5 anni T = 10 anni 2.0 T = 10 anni 2.0 T = 25 anni T = 25 anni T = 100 anni T = 100 anni 1.5 η Stima Locale 1.0 Metodo Portata Indice 0.5 Regione B 0.0 Stima Locale η 1.5 1.0 Metodo Portata Indice 0.5 Regione C 0.0 0.0 0.2 0.4 0.6 n'/n 0.8 1.0 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 n'/n Figura A.3.4. Abachi di efficienza. L’efficienza ηΤ è diagrammata in funzione del rapporto n’/n per valori salienti del periodo di ritorno di 5, 10, 50 e 100 anni. Ogni abaco si riferisce a una specifica regione omogenea caratterizzata da valori noti dei parametri k, α ed ε della curva di crescita regionale GEV. L’efficienza di stima è definita come rapporto tra la varianza di stima del quantile T-ennale determinato con il metodo della portata indice (essendo n la numerosità del campione regionale) e quella relativa allo stesso quantile stimato dai dati locali, di numerosità n’. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 19/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Stima locale della distribuzione di probabilità della portata al colmo di piena. Nei siti dotati di osservazioni idrometrografiche di una regione omogenea, la formula 2 ⎧ ⎡ α − kyT ⎤ Ξ k ⎢ε + 1 − e ⎪ 2 ⎥ k ⎦ + α Ξk , ⎣ ⎪ n' + ⎪ k 2 H k ,T nk 2 ηT ≈ ⎨ n ⎪ n' π 2 ⎡ (ε + αy )2 α 2 ⎤ T ⎪ + + ⎢ ⎥, n 6 H n ⎦⎥ ⎪⎩ k ,T ⎣⎢ ( ) per k < 0; , (A.4) per k = 0; consente di discriminare tra metodo regionale ed estrapolazione locale in base all’indice di efficienza ηT, minore o maggiore dell’unità, essendo n la numerosità del campione regionale e n’ quella del campione locale. In alternativa, si possono usare gli abachi di Figura A.3.4, che indicano, a seconda del periodo di ritorno, l’opportunità o meno di ricorrere alla legge regionale in luogo della interpolazione/estrapolazione statistica dei soli dati locali. Quando conviene eseguire una procedimento di interpolazione/estrapolazione statistica dei dati locali, la scelta della legge probabilistica va condotta in base al criterio del migliore adeguamento ai dati campionari, utilizzando test statistici specifici per le distribuzioni dei valori estremi 6 . Stima della portata indice Il secondo quesito (se si utilizza la curva di crescita regionale, conviene valutare la portata indice per via diretta o indiretta?) si pone quando non sia possibile stimare la CDF della portata al colmo di piena dai dati di stazione. La risposta dipende anche qui dalla lunghezza delle osservazioni disponibili in situ, in base alla quale si può decidere di applicare il metodo diretto AFS, il metodo diretto PDS o un metodo indiretto. La Tabella A.3.1 porge indicazioni di larga massima sull’opportunità di procedere a stime dirette (AFS o PDS) o indirette della portata indice in ragione della numerosità n’ del campione disponibile in situ. Tali indicazioni sono tratte dal Flood Estimation Handbook 7 inglese e sono suggerite alcune modifiche cautelative in base a simulazioni Montecarlo di prima approssimazione. 6 Kottegoda, N.T. & R. Rosso, Statistics, Probability and Reliability for Civil and Environmental Engineers, Mc-Graw-Hill Publishing Company, New York, 1997, pp.290-293. 7 Reed, D., Flood Estimation Handbook, 1. Overview, Institute of Hydrology, Wallingford, U.K., 1999. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 20/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Tabella A.3.1 – Metodologia di valutazione della portata indice in un sito dotato di stazione idrometrica in ragione della lunghezza del campione locale disponibile. Si riportano le indicazioni del Flood Estimation Handbook (Reed, 1999) che sono però riferite alla mediana e non alla media del massimo annuale di portata al colmo, nonché alla distribuzione log-logistica della curva di crescita, anziché alla distribuzione GEV utilizzata in questa sede. Tali indicazioni sono state modificate in base ad alcune simulazioni Montecarlo riferite alla media della distribuzione GEV. FEH FEH modificata Lunghezza del campione locale, n’, anni Metodi Indiretti Metodo diretto PDS Metodo diretto AFS <2 > 13 2 ÷ 13 <5 > 20 5 ÷ 20 I suggerimenti di Tabella A.3.1 sono affatto indicativi; per una migliore risposta al quesito, bisogna operare un’analisi specifica sui campioni estratti di diversa lunghezza di dei campioni dati disponibili per il bacino del fiume Po (Regione B e C) e la Liguria Tirrenica. Tali indicazioni vanno riferite a una ipotesi statistica, ossia all’assunto che il metodo diretto fornisca comunque una stima contenuta entro i limiti di confidenza dell’ipotesi nulla a un prefissato livello di significatività a (p.e. 0.05, livello di confidenza del 95%). Si possono anche condurre simulazioni Montecarlo al fine di determinare i limiti di applicabilità delle diverse metodologie. La valutazione diretta presenta vantaggi anche quando siano disponibili pochi anni di registrazioni e va comunque confrontata con i risultati dell’applicazione di eventuali metodi indiretti. In caso di difficoltà di reperimento dei dati osservati della serie PDS, si ricorrerà comunque al metodo diretto AFS in tutti i casi i cui la stima della CDF locale non sia affidabile secondo le indicazioni di Tabella A.3.1. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 21/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Portata indice nei siti dotati di osservazioni idrometriche. In caso di impiego della procedura regionale, la portata indice da inserire nella procedura va stimata con il metodo diretto, ossia in base alle osservazioni stesse, se protratte per un numero di anni sufficiente, variabile da regione a regione secondo i limiti indicati in Tabella A.3.1. Quando si può adottare il metodo diretto AFS, il calcolo va eseguito tramite la formula qindice = 1 n' ∑ q'i , n' i=1 (A.7) applicata alla serie dei massimi annuali, q’1,…,q’n’, con n’ anni di osservazione. Quando si deve invece adottare il metodo diretto PDS, si utilizza la formula 1 n" qˆ PDS = ∑ q"i , n" i =1 (A.8) applicata alla serie di durata parziale q”1,…,q”n”, con n” episodi salienti osservati. Quindi, si usa la formula qindice = 1k qˆ PDS ⎡ ⎛ kε ⎞⎤ , se Λ < ⎢(1 + k )⎜1 + ⎟⎥ , α ⎠⎦ ⎝ ⎣ α⎛ Λk ⎞⎟ ε + ⎜⎜1 − k ⎝ 1 + k ⎟⎠ (A.9) dove Λ indica il numero medio annuo di eventi, pari a n”/n’, e utilizzando i valori dei parametri α, ε e k relativi alla regione di pertinenza del sito in esame. Se, invece, la serie disponibile è di lunghezza insufficiente, va utilizzato un metodo indiretto. I migliori risultati si ottengono costruendo e tarando un modello idrologico di piena con cui derivare la portata indice via simulazione e i dati osservati forniscono in questo caso un’informazione assai utile per tarare e validare il modello. I risultati del metodo vanno comunque confrontati con quelli ottenuti con la stima diretta. A.3.3. Siti fluviali prossimi a stazioni idrometriche Per i siti fluviali prossimi a stazioni idrometriche dotate di scala di deflusso il problema è riconducibile al caso precedente, con l’avvertenza che i valori di progetto vanno riscalati in base alla superficie del bacino idrografico sotteso. In pratica, questo caso corrisponde alla traslazione monte-valle o valle-monte dell’informazione idrologica. La prossimità è definita dalla circostanza che stazione idrometrica S1 e sito fluviale in esame S2 insistano sullo stesso tronco fluviale, definito, per esempio, in base al criterio gerarchico di classificazione della rete idrografica secondo lo schema Horton-Strahler (v. Figura A.3.5). Essa va quindi stabilita non soltanto in base a intuitivi criteri geografici, ma anche in base a considerazioni di geomorfologia fluviale. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 22/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE In questo caso, inoltre, bisogna tenere conto della omogeneità di risposta dei versanti nei bacini identificati dalle sezioni S1 e S2. A tale fine, il calcolo dell’indice CN o “Curve Number”, che si esegue combinando le informazioni qualitative sulla natura idrologica del suolo e sull’uso del suolo può fornire utili indicazioni al riguardo 8,9 . Un altro fattore di omogeneità è rappresentato dalle caratteristiche statistiche dei nubifragi. Quali indici di riferimento si possono considerare, secondo il modello scalainvariante, il valore atteso a1 dell’altezza di pioggia massima annuale per durata unitaria (un’ora) e l’esponente di scala ν, che esprime la variazione di tale grandezza con la durata. I valori di questi due indici vanno pesati sull’area di bacino sotteso nelle due sezioni. 1 Figura A.3.5. Schema di ordinamento gerarchico (classificazione Horton-Strahler) della rete idrografica. Le sorgenti originano rami e canali di ordine 1. Quando due rami di ordine i-esimo e j-esimo si congiungono, il ramo risultante assume l’ordine ⎡ ⎛ i+ k = Max ⎢i, j, int ⎜1 + 2 ⎝ ⎣ A1 1 1 1 2 A2 j ⎞⎤ ⎟⎥ ⎠⎦ e due o più rami in successione, aventi medesimo 10 ordine, formano un canale del loro stesso ordine . L’ordine Ω del bacino di drenaggio corrisponde a quello del canale di ordine massimo. 1 1 1 2 1 1 1 S1 1 1 1 1 2 3 S2 8 Soil Conservation Service, National Engineering Handbook, section 4, Hydrology, Rev. ed., U.S. Department of Agriculture, Washington D.C., U.S.A, 1986. 9 De Michele, C., Guidi, G. & R. Rosso, La valutazione della risposta idrologica del terreno nel bacino padano. Caratterizzazione spaziale e mappatura del massimo potenziale di ritenzione idrica, L’Acqua, no.6, p.17-24, 2000. 10 Rosso, R., Bacchi, B. & P. La Barbera, Fractal relation of mainstream length to catchment area in river networks, Water Resour. Res., 27(3), 381-388, 1991. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 23/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Portata indice in siti fluviali prossimi a stazioni idrometriche (bacini omogenei). In caso di prossimità dei siti e di omogeneità dei bacini scolanti, una volta stimata la portata indice qindice[S1] nel sito S1 dove è ubicata la stazione idrometrica, il corrispondente valore qindice[S2] nel sito S2 in esame si può ricavare con la formula m ⎛A ⎞ qindice [S 2 ] = qindice [S1 ] ⎜⎜ 2 ⎟⎟ , ⎝ A1 ⎠ (A.10) dove A1 e A2 sono le aree dei rispettivi bacini idrografici sottesi, mentre l’esponente m caratterizza l’invarianza di scala a livello regionale. Nel caso particolare in cui siano disponibili osservazioni idrometriche in più stazioni che insistono sullo stesso ramo fluviale di interesse, definito dal criterio gerarchico di classificazione secondo Horton-Strahler, è anche consigliabile stimare direttamente l’esponente m della legge di potenza (A.10) in base ai relativi valori di portata indice e di superficie imbrifera sottesa. In caso di forte disomogeneità dei bacini sottesi rispettivamente dalle sezioni S1 e S2, bisogna invece ricorre a metodi indiretti, quali il metodo geomorfoclimatico e la simulazione idrologica. I dati disponibili per la sezione S1 consentono in tale caso un controllo di qualità del metodo e una eventuale taratura dei parametri del modello impiegato caratterizzati da maggiore incertezza. Il metodo della traslazione geomorfoclimatica si presta a valutazioni speditive, ma la sua applicazione è piuttosto sensibile al controllo di un operatore esperto. Di conseguenza, va consigliato nella maggior parte dei casi l’impiego della simulazione idrologica. Portata indice in siti fluviali prossimi a stazioni idrometriche (bacini disomogenei). In caso di prossimità dei siti e di disomogeneità dei bacini scolanti, conviene identificare e tarare un modello idrologico di simulazione afflussi-deflussi per il sito idrometrico S1 sulla base dei dati idrometrici e pluviometrici ivi disponibili. In particolare, il metodo della simulazione dell’evento critico fornisce un buon compromesso tra complessità delle elaborazioni e affidabilità dei risultati. I parametri del modello devono consentire una concettualizzazione delle caratteristiche salienti del bacino idrografico, in modo da poter riutilizzare tale modello, una volta ricalibrato in base alle caratteristiche del bacino sotteso dal sito S2 in esame, per valutare qindice[S2] via simulazione. Un’alternativa è costituita dal metodo della traslazione geomorfoclimatica. In definitiva, la procedura di valutazione per i siti fluviali prossimi a stazioni idrometriche, con risposte di versante omogenee e disomogenee, segue lo schema di Figura A.3.6. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 24/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Siti fluviali prossimi a stazioni idrometriche Metodo della Portata Indice Figura A.3.6. Procedure di valutazione per i siti fluviali prossimi a stazioni idrometriche. Curva di Crescita Regionale Portata Indice Portata Indice nel Sito Idrometrico Omogenea Risposta dei Versanti Procedura per i siti dotati di stazioni idrometriche Simulazione Idrologica Traslazione Disomogenea Risposta dei Versanti Metodo Scala-Invariante Traslazione geomorfoclimatica A.3.4. Siti fluviali di bacini dotati di stazioni idrometriche Questo caso saliente, in parte assimilabile al caso precedente, si riferisce alla situazione in cui non sono disponibili osservazioni di portata lungo l’asta fluviale in esame, ma sono presenti nel bacino stazioni idrometriche dotate di scala di deflusso (v. Figura A.3.7). A rigore, in caso di omogenea risposta dei versanti del bacino in esame e di quello dotato di stazione idrometrica, si potrebbe ancora ricorrere al metodo della traslazione scala-invariante. In questo caso, però, le incertezze di stima sono di norma maggiori che nel caso precedente. A1 A3 Figura A.3.7. Situazione tipica di valutazione nei siti S2 e S3 di un bacino dotato di stazione idrometrica nel sito S1. S3 S1 A2 S2 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 25/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Portata indice in siti fluviali di bacini dotati di stazioni idrometriche (bacini omogenei). In caso di prossimità e omogeneità dei bacini scolanti, una volta stimata la portata indice qindice[S1] nel sito S1 dove è ubicata la stazione idrometrica, il corrispondente valore qindice[S2] nel sito S2 in esame si può ricavare con la formula m ⎛A ⎞ qindice [S 2 ] = qindice [S1 ] ⎜⎜ 2 ⎟⎟ , ⎝ A1 ⎠ (A.10) dove A1 e A2 sono le aree dei rispettivi bacini idrografici sottesi, mentre l’esponente m caratterizza l’invarianza di scala a livello regionale. La valutazione dell’omogeneità è un esercizio abbastanza complesso e soggetto, in questo caso, a un elevato margine di incertezza. In generale, conviene quindi ricorrere all’applicazione dei metodi indiretti, sfruttando le osservazioni disponibili per operare un controllo della metodologia adottata. Tale controllo va condotto applicando in via preliminare la metodologia indiretta al sito dotato di stazione idrometrica, in modo da ottenere indicazioni sulle prestazioni del modello per il macro-bacino preso in esame. In ordine di affidabilità crescente, sono applicabili sia le formule empiriche, sia il metodo geomorfoclimatico, sia la simulazione idrologica (v. Figura A.3.8). La simulazione idrologica richiede la costruzione di un modello di trasformazione afflussideflussi per il sito di interesse, mentre il metodo geomorfoclimatico si basa su una approssimazione del secondo ordine delle statistiche di piena a partire da quelle degli eventi di precipitazione intensa. Nei primi due casi va operato un controllo dei risultati confrontando le stime indirette nel sito idrometrico con quelle dirette, se l’informazione ivi disponibile consente valutazioni affidabili di tipo diretto. In caso di simulazione idrologica, tale informazione consente l’eventuale taratura del modello di trasformazione afflussi-deflussi, qualora il modello adottato contenga parametri di calibrazione. Se si utilizzano invece modelli concettuali o fisicamente basati che non prevedono parametri di calibrazione, l’informazione sperimentale consente la validazione del modello. Portata indice in siti fluviali di bacini dotati di stazioni idrometriche (bacini disomogenei). Nei siti fluviali di bacini disomogenei dotati di stazioni idrometriche sono applicabili, in ordine di affidabilità crescente sia il metodo geomorfoclimatico, sia la simulazione idrologica. Se l’informazione idrometrica disponibile consente valutazioni affidabili di tipo diretto, conviene operare un controllo dei risultati del metodo geomorfoclimatico confrontando le stime indirette nel sito idrometrico con le stime dirette. In caso di impiego della simulazione idrologica, l’informazione idrometrica va utilizzata per l’identificazione, l’eventuale taratura e la validazione del modello di trasformazione afflussi-deflussi. In particolare, il metodo della simulazione dell’evento critico fornisce un Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 26/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE buon compromesso tra complessità delle elaborazioni e affidabilità dei risultati. Siti fluviali di bacini dotati di stazioni idrometriche Metodo della Portata Indice Curva di Crescita Regionale Portata Indice Metodi Indiretti Simulazione Idrologica Taratura e validazione del modello per i bacini limitrofi dotati di stazioni idrometriche Procedura per i siti prossimi a stazioni idrometriche Traslazione Metodo Geomorfoclimatico Formule Empiriche Controllo del metodo per i bacini limitrofi dotati di stazioni idrometriche Figura A.3.8. Procedura di valutazione per i siti fluviali di bacini dotati di stazioni idrometriche. A.3.5. Siti fluviali di bacini privi di stazioni idrometriche Questa tipologia dipinge la situazione che si presenta nella maggior parte delle applicazioni pratiche, laddove la necessità di valutare la piena di progetto si scontra con l’assoluta carenza di informazioni idrometriche. La stima della portata indice va giocoforza condotta con metodi indiretti, ossia stimando il valore di qindice per mezzo di una delle opzioni illustrate nel Paragrafo 3 del Capitolo 3 dell’Allegato Tecnico. Quando si dispone di osservazioni dirette in corsi d’acqua di bacini idrologicamente simili, l’applicazione del metodo indiretto può altresì giovarsi di tale informazione al fine di restringere i larghi margini di incertezza che affligge comunque le stime indirette, come indicato nello schema di Figura A.3.9. Quali parametri di identificazione del bacino idrologicamente simile per il controllo di qualità della procedura si possono utilizzare, in prima istanza, • gli indici di composizione dalla rete idrografica di Horton-Strahler ovvero, la dimensione frattale del reticolo, pari al rapporto D = Log(RB) / Log(RL), dove RB Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 27/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE indica il rapporto di biforcazione e RL il rapporto di lunghezza 11 ovvero, utilizzando lo schema topologico, D = Log(2M – 1) / Log(L), dove M e L indicano rispettivamente la magnitudo e il diametro topologico della rete 12 ; • l’indice di assorbimento CN o “Curve Number”, che si ottiene combinando informazioni qualitative sulla natura idrologica del suolo e sull’uso del suolo 13,14 ; • i parametri delle linee segnalatrici di probabilità pluviometrica scala-invarianti, valutate in un’allocazione possibilmente baricentrica nel bacino; se h indica l’altezza di pioggia e d la durata, esse sono esprimibili come h = a1 wT dν, dove a1 rappresenta il valore atteso dell’altezza di pioggia massima annuale per una durata unitaria, wT una funzione di frequenza legata, in prima approssimazione, al coefficiente di variazione dell’altezza di pioggia indipendente dalla durata, e ν un esponente di scala 15 . I parametri D, CN, a1 e ν si possono utilizzare quali indici-guida, in quanto giocano un ruolo importante nell’assetto idrologico di piena. 11 12 13 14 15 La Barbera, P. & R. Rosso, On the fractal dimension of stream networks, Water Resour. Res., 25(4), 735-741, 1989. Agnese, C., D’asaro, F., Grossi, G. & R. Rosso, Scaling properties of topologically random channel networks, Journal of Hydrology, Vol. 187, p.183-193, 1996. Soil Conservation Service, National Engineering Handbook, section 4, Hydrology, Rev. ed., U.S. Department of Agriculture, Washington D.C., U.S.A, 1986. De Michele, C., Guidi, G. & R. Rosso, La valutazione della risposta idrologica del terreno nel bacino padano. Caratterizzazione spaziale e mappatura del massimo potenziale di ritenzione idrica, L’Acqua, no.6, p.17-24, 2000. Rosso, R., De Michele, C. & A. Montanari, La previsione statistica delle piogge di forte intensità e breve durata. Applicazione alla liguria tirrenica e al bacino del Po, in: La difesa idraulica del territorio, a cura di U. Maione e A. Brath, Editoriale Bios, 1-30, Cosenza, 1997. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 28/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Portata indice nei siti fluviali privi di osservazioni idrometriche. Nei siti fluviali di bacini privi di stazioni idrometriche sono applicabili, in ordine di affidabilità crescente, le formule empiriche, il metodo geomorfoclimatico, e la simulazione idrologica. Quest’ultima fornisce le maggiori garanzie di robustezza ed affidabilità delle stime. Tra i metodi di simulazione idrologica, il metodo della simulazione dell’evento critico offre un accettabile compromesso tra complessità di calcolo, quantità e qualità dei dati pluviometrici necessari all’implementazione, e affidabilità di stima. Adottando le prime due opzioni (formule empiriche e del metodo geomorfoclimatico) conviene operare in via preliminare un controllo dei risultati, confrontando le stime dirette nel sito idrometrico di un bacino idrologicamente simile con le stime indirette del metodo prescelto. Anche in caso di impiego della simulazione idrologica, l’identificazione, l’eventuale taratura e la validazione del modello di trasformazione afflussideflussi va condotta in via preliminare su un bacino strumentato idrologicamente simile. Siti fluviali di bacini privi di stazioni idrometriche Metodo della Portata Indice Figura A.3.9. Procedura di valutazione per i siti fluviali di bacini privi di stazioni idrometriche. Simulazione Idrologica Taratura del modello su bacini idrologicamente simili dotati di stazioni idrometriche A.3.6. Curva di Crescita Regionale Portata Indice Metodo Geomorfoclimatico Formule Empiriche Controllo del metodo su bacini idrologicamente simili dotati di stazioni idrometriche Siti fluviali in corrispondenza o prossimi alle dighe Per i siti fluviali in corrispondenza o prossimi alle dighe, laddove si dispone di serie consistenti di registrazioni del livello idrometrico, la procedura di valutazione segue lo schema di Figura A.3.10. Almeno in via teorica, il patrimonio storico dei rilevamenti condotti sugli organi di scarico delle dighe è reperibile presso i diversi Servizi Tecnici Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 29/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE di controllo nazionali e regionali o presso gli stessi concessionari. Tale patrimonio rappresenta in questi casi una importante fonte alternativa di osservazioni dirette rispetto ai dati ufficiali pubblicati dall’ex-SIMN (o dagli enti regionali poi subentrati). L’impiego di tale informazione richiede un notevole sforzo di ricostruzione dell’idrogramma in ingresso agli invasi, al fine di determinare il dato di portata al colmo di piena indisturbata. La procedura di simulazione idraulica necessaria alla ricostruzione degli idrogrammi in ingresso viene illustrata nell’Allegato Tecnico. Sono peraltro disponibili diversi prodotti software implementabili a tale scopo. In base alla ricostruzione dell’idrogramma in ingresso q(t) per l’intero periodo disponibile, viene determinata la serie indisturbata dei massimi annuali (AFS) ovvero, se la durata delle osservazioni disponibili è limitata, la serie indisturbata di durata parziale (PDS). Le serie di dati indisturbati così ricostruiti sono assimilabili a serie osservate e la procedura di valutazione prosegue quindi secondo le indicazioni introdotte in precedenza per i metodi diretti AFS e PDS. Rispetto alle osservazioni nei siti dotati di stazione idrometrica, i dati ottenuti dalla procedura di ricostruzione possono comunque presentare una maggiore incertezza di campionamento legata alla qualità dell’informazione disponibile. Le maggiori fonti di incertezza sono date dalla risoluzione relativa con cui viene osservata la quota d’invaso rispetto ai volumi invasabili; dalla modalità e dalle procedure di acquisizione e archiviazione dei dati di gestione dell’impianto; e dall’effettivo funzionamento idraulico delle luci di efflusso rispetto alla configurazione di progetto della diga. In particolare, se la serie AFS dei dati ricostruiti (q’1,…, q’n’) è di lunghezza sufficiente, si può stimare la portata indice con il metodo diretto tramite la formula (A.7). Tramite la metodologia riportata nell’Allegato Tecnico si calcola il relativo errore standard di stima. Quando si utilizza la serie PDS, se ne calcola il valore medio con la formula (A.8) e si valuta la portata indice con la formula (A.9) particolarizzata per la regione omogenea in esame. Quando la durata delle osservazioni è insufficiente all’applicazione del metodo diretto AFS o PDS, gli idrogrammi ricostruiti fornisco dati utili per l’applicazione del metodo della simulazione idrologica, che, in questo caso, costituisce il metodo indiretto di riferimento. In caso di simulazione, gli idrogrammi ricostruiti costituiranno una preziosa fonte di informazione. Quando il modello di trasformazione afflussi-deflussi contiene parametri di calibrazione, tali informazioni consentono infatti la taratura del modello. Se si utilizza invece un modello concettuale o fisicamente basato, che non prevede parametri di calibrazione, questa informazione consente la validazione del modello stesso. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 30/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Siti fluviali in corrispondenza o prossimi alle dighe Simulazione Idraulica del Serbatoio Serie AFS/PDS Ricostruita Figura A.3.10. Procedura di valutazione per i siti fluviali in corrispondenza o prossimi alle dighe. Metodo della Portata Indice Stima CDF Locale Curva di Crescita Regionale Portata Indice Metodo Diretto Stima Diretta AFS Stima Diretta PDS Metodo Indiretto Simulazione Idrologica Tracce storiche Metodo Geomorfoclimatico Formule Empiriche Portata indice nei siti diga. Per i siti fluviali in corrispondenza o prossimi alle dighe, laddove si dispone di serie consistenti di registrazioni del livello idrometrico, viene ricostruita la serie indisturbata delle portate al colmo di piena tramite simulazione idraulica dell’invaso. I dati ottenuti vengono quindi elaborati con metodi diretti o indiretti, secondo il ventaglio procedurale illustrato in precedenza per i siti dotati di stazione idrometrica. A.3.7. Siti fluviali caratterizzati da elevata antropizzazione Nei siti fluviali in corrispondenza o prossimi ad agglomerati urbani dove non sono applicabili i metodi diretti in assenza di dati specifici, si possono spesso surrogare i dati idrometrici tradizionali con dati di origine storico-documentale, legati a eventi alluvionali salienti, ovvero si può fare riferimento a sezioni idrauliche di controllo, laddove si ha notizia certa del superamento di prefissati livelli caratteristici. In questi casi il metodo delle tracce storiche (v. Capitolo 3 dell’Allegato Tecnico) fornisce uno strumento utile ad affrontare le situazioni dove storicamente si sono verificate esondazioni, ovvero laddove sia possibile ricostruire i livelli idrici di massima piena in base a documentazioni affidabili, soprattutto in relazione a opere di ingegneria idraulica di asservimento del corso d’acqua (quali ponti, restringimenti, canalizzazioni e coperture) e di difesa fluviale (quali argini, scolmatori e casse di espansione). Nell’impiego delle fonti storico-documentali va comunque esaminato con attenzione il Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 31/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE carattere evolutivo del sistema fluviale, soprattutto in relazione agli interventi dell’uomo. A tal fine, i dati del Censimento delle aree italiane storicamente colpite da frane e da inondazioni del CNR-GNDCI possono costituire una utile base di partenza 16 . L’applicazione del metodo delle tracce storiche ha comunque una valenza complementare rispetto all’uso di altri metodi indiretti di stima. Lo schema di Figura A.3.11 fornisce una sintesi della procedura di valutazione per queste situazioni nei casi che non ricadono nelle situazioni speciali descritte in precedenza. In ordine di affidabilità fortemente crescente, sono applicabili sia le formule empiriche, sia il metodo geomorfoclimatico, sia la simulazione idrologica. Quest’ultima risponde anche alla necessità di garantire una corretta valutazione di modificazioni del territorio e dell’assetto fluviale eventualmente intervenute nel corso del tempo. Siti fluviali di bacini fortemente antropizzati privi di registrazioni idrometriche Figura A.3.11. Procedura di valutazione per i siti fluviali di bacini fortemente antropizzati, non dotati né prossimi a una stazione idrometrica, né posti in bacini dotati di stazioni idrometriche. Metodo della Portata Indice Metodo Indiretto Simulazione Idrologica MAPPAVI 16 Curva di Crescita Regionale Portata Indice Tracce storiche Metodo Geomorfoclimatico Formule Empiriche Analisi storico-documentale CNR-GNDCI, MAPPAVI: Censimento delle aree italiane storicamente colpite da frane e da inondazioni, Versione 1.2, [email protected], CNR-GNDCI, Dicembre, 1998. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 32/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Portata indice in siti fluviali fortemente antropizzati. Per i siti fluviali in corrispondenza o prossimi ad agglomerati urbani dove non sono applicabili i metodi diretti in assenza di dati idrometrici, la portata indice viene valutata utilizzando i metodi indiretti di § 3.3.4 dell’Allegato Tecnico, a seconda della specifica tipologia di situazione. A complemento di tale valutazione il metodo delle tracce storiche fornisce uno strumento utile ad affrontare le situazioni dove storicamente si sono verificate esondazioni, ovvero laddove sia possibile ricostruire i livelli idrici di massima piena in base ad affidabili informazioni storico-documentali. Quando sono stati documentati h superamenti in n’ anni della soglia qs identificata dalle tracce storiche, la portata indice viene stimata con la formula qindice = qs , xTˆ (A.11) s a partire dai valori della portata di riferimento storicamente documentata e del relativo fattore di crescita stimato con la formula (A.2) per il periodo di ritorno campionario valutato con la formula n ' +1 . Tˆq s = h +1 (A.12) La simulazione idrologica, specie se spazialmente distribuita in questo caso, consente di valutare gli effetti di modificazioni d’uso del territorio e gli effetti di modificazioni dell’assetto fluviale eventualmente intervenuti nel corso del tempo. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 33/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE B. IDROGRAMMI DI PIENA DI RIFERIMENTO B.1. Introduzione A rigore, un idrogramma di piena è la realizzazione di una porzione di traiettoria del processo stocastico dei deflussi fluviali. Una valutazione esauriente dovrebbe quindi esaminare tale processo stocastico, caratterizzarne le proprietà e modellarne le caratteristiche salienti, almeno fino alle statistiche di secondo ordine (valori attesi e covarianza). Se in linea teorica questo approccio sarebbe possibile, in pratica è tuttora irrealizzabile, in quanto • non si dispone di serie storiche continue sufficientemente lunghe da garantire la consistenza delle valutazioni statistiche, • la non stazionarietà (p.e. componenti stagionali) e talora l’intermittenza del processo non consentono l’applicazione di modelli stocastici parsimoniosi in termini di parametrizzazione, • è difficilmente valutabile l’ipotesi di ergodicità. In estrema sintesi, l’idrogramma di una piena fluviale si caratterizza per il valore della portata di picco, ossia della portata la colmo, e del volume idrico, ossia il valore integrale del processo, valutato generalmente dall’istante in cui inizia la fase di risalita all’istante in cui il contributo del ruscellamento superficiale viene ad esaurirsi. Dal punto di vista probabilistico, se si considerano quali variabili progettuali soltanto la portata al colmo di piena, Q, e il volume di piena, V, e si assume il quadro normativo sopra delineato, vanno caratterizzati in modo quantitativo gli eventi EV*T ,QT , = [{V ≤ v} ∧ {Q ≤ q} , con v ≤ vT e q ≤ qT ] , (B.1) assumendo una forma “sintetica” per descrivere l’idrogramma, noti la portata al colmo e il volume idrico dello stesso. La valutazione di un idrogramma di riferimento o, meglio, di un insieme di idrogrammi di riferimento può essere condotta con varie e diverse metodologie. In caso di disponibilità di dati osservati per un periodo di tempo sufficientemente prolungato, possono essere impiegati a tal scopo metodi diretti. Poiché non si tratta di un caso frequente, bensì assolutamente eccezionale, bisogna generalmente ricorrere in pratica a metodi indiretti. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 34/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE B.2. Siti fluviali dotati di misure idrometrografiche: metodi diretti Se si dispone nel sito in esame di dati osservati di portata idrica in continuo per un periodo di tempo sufficientemente prolungato, possono essere implementati i seguenti metodi diretti. B.2.1. Metodo probabilistico Nell’Allegato Tecnico viene descritto un metodo diretto per la determinazione di idrogrammi di piena di assegnato periodo di ritorno a partire dalla distribuzione di probabilità congiunta delle variabili “portata al colmo di piena” (indicata nel seguito con Q) e “volume di piena” (indicato nel seguito con V). Questo metodo è in grado di rappresentare la complessità del fenomeno di piena che si manifesta con un’ampia gamma di eventi caratterizzati da portata al colmo e volume di piena mutuamente variabili tra loro in senso probabilistico (v. Figura B.2.1). Realizzazioni (Q,V) Q50 V50 Tr(Q,V)=50anni Tr(Q,V|Q<=Q50,V<=V50)=50anni 5.000 Volume di Piena, Mmc Figura B.2.1. Eventi di riferimento per la valutazione della pericolosità idraulica (T=50anni) alla luce della normativa. I punti indicano le possibili realizzazioni (Q,V) determinate via simulazione Montecarlo per un caso di studio. 4.000 3.000 2.000 1.000 100 200 300 400 500 Portata al Colmo, mc/s Il metodo diretto porge l’impostazione concettualmente più corretta per la generazione di idrogrammi sintetici e consente una valutazione accurata del periodo di ritorno. Poiché esso si basa sulla distribuzione di probabilità bivariata congiunta delle variabili aleatorie “portata al colmo di piena” e “volume di piena”, bisogna analizzare un congruo campione di osservazioni sperimentali, in modo da poter identificare e stimare Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 35/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE un modello probabilistico idoneo a descrivere le statistiche congiunte di Q e V. Gioca quindi un ruolo essenziale la corretta identificazione dell’evento di piena e delle sue caratteristiche salienti, Q e V. L’analisi dei dati idrometrici richiede la definizione a priori degli istanti iniziale e finale dell’evento di piena, in quanto essi determinano l’entità del volume idrico associato all’evento stesso. La maggior difficoltà riguarda la determinazione dell’istante finale, in quanto l’inizio dell’evento di piena è contraddistinto, in genere, da una rapida risalita dell’idrogramma e, quindi, da un improvviso elevato gradiente positivo di portata. In prima approssimazione, si può determinare l’istante finale in modo assai semplice, assumendo che tale istante venga identificato da un valore di portata pari a quello relativo all’istante iniziale scelto. In pratica, una volta individuato l’istante iniziale, cui è associata una portata pari a qi, si considera quale istante finale quello per il quale la portata di esaurimento nel ramo discendente dell’idrogramma, qf, eguaglia qi. Se tale criterio è ragionevolmente adatto a rappresentare le piene nei piccoli bacini montani, all’aumentare della dimensione del bacino gli effetti di esaurimento possono diventare assai rilevanti. In questo caso, bisogna identificare sul ramo discendente dell’idrogramma l’esaurirsi della fase superficiale di deflusso, che si attua sia per ruscellamento superficiale diretto, sia per deflusso subsuperficiale rapido. Una volta scelto il criterio per la determinazione degli istanti di inizio e fine degli idrogrammi, è possibile, a partire da un numero sufficiente di anni di osservazione, ricavare una serie storica di coppie di valori di portata al colmo e volume di piena massime annuali (serie AFS). In alternativa, alla serie AFS, si può prendere in considerazione la serie degli episodi di piena con portata al colmo superiore a un prefissato valore di soglia (serie POT o PDS). Sia la serie AFS che la PDS permette di studiare sia la distribuzione di probabilità delle due variabili considerate separatamente (distribuzione marginale) che la distribuzione congiunta di entrambe contemporaneamente (distribuzione congiunta). La scelta tra l’approccio AFS e quello PDS dipende dalla lunghezza del campione disponibile, essendo la PDS preferibile quando si dispone di un numero non troppo elevato di anni di osservazione. La distribuzione di probabilità congiunta consente di tenere conto della mutua dipendenza che lega la portata al colmo e il volume di piena. Una volta identificato e stimato il modello probabilistico, si possono generare, via simulazione Montecarlo, coppie di valori di portata e volume che, da un lato, rispettino le distribuzioni marginali delle due variabili e, dall’altro, costituiscano due realizzazioni congiunte caratterizzate da una struttura di dipendenza stocastica coerente con quella osservata. In base a tali valori, si può quindi procedere alla costruzione di idrogrammi sintetici di progetto, a patto di fissarne la forma. La forma dell’idrogramma ha una importanza minore, relativamente a quella del valore della portata di picco e del volume. Esso può quindi essere scelto, per esempio, di semplice forma triangolare, oppure, in maniera tale che l’idrogramma unitario istantaneo coincida con quello relativo a un prefissato modello concettuale della trasformazione della pioggia netta in deflusso alveato. L’applicabilità pratica di questa metodologia è comunque assai limitata, per via della necessità di disporre di lunghe serie di osservazioni di portata in continuo (o almeno per gli eventi più significativi di ogni anno di osservazione) a fine scala temporale (oraria o suboraria in una situazione geografica come quella ligure). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 36/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE B.2.2. Metodo della curva di riduzione La curva di riduzione volume-durata si basa sull’estrazione dalle onde di piena storiche delle massime portate medie in assegnate durate temporali (v. Figure B.2.2 - B.2.3). In pratica, la procedura è affatto analoga a quella impiegata nel campo dell’idrologia urbana per la costruzione di ietogrammi sintetici di progetto del tipo “Chicago” a partire dalle linee segnalatrici di probabilità pluviometrica. A differenza delle reti di fognatura, generalmente dimensionate con periodo di ritorno dell’ordine di 101 anni, le fasce fluviali richiedono la valutazione delle variabili di progetto con periodo di ritorno assai più elevato, dell’ordine di 102, mentre manufatti importanti quali le dighe vanno verificati per periodo di ritorno ancor più elevato, dell’ordine di 103 o 104 anni. Di conseguenza, alcune ipotesi che, per periodi di ritorno modesti, non portano a eccessive approssimazioni, nei casi di interesse conducono a forti limitazioni del metodo. 800 1200 700 Portata (m 3/s) Portata (m 3/s) T = 100 anni 1000 600 500 400 300 T = 50 anni 800 600 T = 10 anni 400 200 D 100 rD 0 0 0 24 48 72 96 T = 5 anni 200 120 144 168 192 216 240 264 288 Tempo (ore) Figura B.2.2 Estrazione della massima portata media nella durata D e della corrispondente posizione del picco da un evento osservato. 0 12 24 36 48 60 72 Durata (ore) Figura B.2.3 Curva di riduzione dei colmi di piena. Questa metodologia consente di ottenere idrogrammi sintetici per i quali la massima portata media in ogni assegnata durata parziale, compresa tra 0 e D, coincide con quella fornita dalla curva di riduzione dei colmi di piena di assegnato periodo di ritorno. A ciascun idrogramma viene attribuito convenzionalmente lo stesso periodo di ritorno della curva di riduzione dei colmi di piena impiegata per la sua costruzione. Il periodo di ritorno effettivo dell’idrogramma può tuttavia risultare assai differente: questa circostanza costituisce un limite non soltanto teorico, ma anche applicativo della metodologia stessa. L’applicabilità pratica di questa metodologia è comunque assai limitata per via della necessità di disporre di osservazioni di portata in continuo (o almeno per gli eventi più significativi di ogni anno di osservazione) a fine scala temporale (oraria o suboraria in una situazione geografica come quella ligure). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 37/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Idrogrammi di riferimento nei siti dotati di osservazioni idrometriche. Una volta stimata la portata al colmo con il metodo diretto oppure con il metodo della portata indice, gli idrogrammi di riferimento potranno essere valutati a rigore tramite lo sviluppo del metodo probabilistico diretto. Questa metodologia risulta affidabile soltanto se la serie delle osservazioni presenta una lunghezza significativa. In alternativa, si potrà eseguire l’analisi delle registrazioni idrometriche in continuo e determinare sperimentalmente la curva di riduzione volumeportata. Anche in questo caso, la metodologia risulta affidabile soltanto se la serie delle osservazioni presenta una lunghezza significativa. Altrimenti, è consigliabile l’adozione dei metodi indiretti descritti nel seguito. B.3. Siti fluviali privi di misure idrometrografiche: metodi indiretti Per via delle difficoltà che si incontrano in pratica sia nell’applicazione delle metodologia probabilistica, sia nella valutazione delle curve di riduzione, si deve ricorrere all’impiego dei metodi indiretti nella maggior parte dei casi. La valutazione indiretta dell’idrogramma di piena richiede a costruzione di un modello idrologico di piena, che descrive la trasformazione afflussi-deflussi e consente di ricostruire una successione di eventi di piena nel sito fluviale di interesse, ovvero eventi sintetici in grado di cogliere le caratteristiche salienti del fenomeno. Sono state anche sviluppate svariate metodologie indirette di calcolo, talora speditivo, scarsamente documentate dal punto di vista scientifico, ma largamente adottate in pratica. Anche questi metodi si basano generalmente su semplificazioni della trasformazione afflussi deflussi con il metodo razionale o con formule empiriche. Per via della modesta letteratura disponibile e per la natura fortemente empirica di tali procedure, è sconsigliabile l’adozione di questi metodi se si vuole addivenire a un sistema organico di valutazione di dettaglio. In linea teorica, sarebbe possibile ricorrere a una vasta gamma di soluzioni, che comprendono l’adozione di procedure di • simulazione a ingressi noti • simulazione a ingressi stocastici. Questa impostazione comporta peraltro un carico assai gravoso, sia per la quantità e la qualità dei dati necessari, sia per lo sviluppo delle simulazioni idrologiche. In alternativa, si può sviluppare un variante del metodo della simulazione dell’evento critico, condizionato al verificarsi di una portata al colmo pari alla portata T-ennale di riferimento. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 38/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE B.3.1. Simulazione idrologica a ingressi noti La simulazione a ingressi noti ricostruisce, tramite il modello di trasformazione afflussideflussi, una serie esaustiva di episodi di piena per un congruo periodo, documentato da registrazioni pluviografiche sull’area del bacino sotteso dal sito fluviale di interesse. Dagli idrogrammi vengono quindi estratte le serie ricostruite q”1,…, q”n” e v”1,…, v”n” di n” anni di portata al colmo e volume, in base alle quali calcolare la distribuzione congiunta. Poiché si opera nel continuo temporale, il modello idrologico di piena deve prevedere l’aggiornamento continuo dello stato di imbibimento del terreno o, almeno, la sua valutazione all’inizio di ogni scroscio saliente. Il metodo è abbastanza consolidato con numerose applicazioni tecniche, ma richiede uno sforzo non indifferente di raccolta e digitalizzazione delle serie storiche di dati di precipitazione a fine risoluzione temporale (p.es. oraria). La simulazione a ingressi noti fornisce però campioni di numerosità abbastanza limitata nel contesto bi-variato [portata, volume] e la stima della distribuzione congiunta portatavolume per un singolo sito risulta affetta da un elevato (e intrinseco) grado di incertezza. B.3.2. Simulazione idrologica a ingressi stocastici I metodi più avanzati di simulazione prevedono la simulazione stocastica del campo di precipitazione. Con questo procedimento, si possono produrre lunghe serie sintetiche di tasso di pioggia a fine risoluzione temporale, tipicamente oraria o sub-oraria, talvolta anche in più siti, utilizzando modelli multisito o modelli spazio-temporali. I dati sintetici vengono quindi utilizzati in ingresso al modello deterministico di trasformazione afflussi-deflussi come in caso di ingressi noti. Poiché generalmente si opera nel continuo temporale, il modello di piena deve prevedere l’aggiornamento continuo dello stato di imbibimento del terreno o, almeno, la sua corretta valutazione all’inizio di ogni scroscio. Dall’idrogramma vengono poi estratte le serie ricostruite q’1,…, q’n, e v’1,…, v’n’ di n’ anni di portata al colmo e volume, in base alle quale calcolare la distribuzione congiunta. Per ottenere risultati consistenti con il metodo Montecarlo bisogna condurre stime di ensemble, le quali comportano la generazione di un insieme di storie parallele sufficientemente lunghe (sequenze o porzioni di traiettoria del processo stocastico) in base alle quali la stima del valore atteso viene condotta come media di ensemble. La letteratura fornisce alcuni esempi di applicazione del metodo, il cui utilizzo comporta peraltro una tecnologia complessa e costosa, che ne confina ancora l’impiego nell’ambito della ricerca applicata e dello studio di casi particolari 17 . Va rilevato come, tra i metodi indiretti, la simulazione a ingressi stocastici sia quella in grado di ridurre significativamente l’incertezza di stima delle previsioni statistiche di piena, altrimenti elevata. Infatti, la simulazione a ingressi noti fornisce campioni di numerosità abbastanza limitata, in base ai quali la stima della distribuzione congiunta portata-volume per un singolo sito risulta affetta da un elevato (e intrinseco) grado di incertezza. In prospettiva, la simulazione Montecarlo rappresenta la metodologia 17 Rosso, R. & M.C. Rulli, An integrated simulation approach for flash-flood risk assessment: 2. Effects of changes in land use under a historical perspective, Hydrology and Earth System Sciences, Vol.6, no.2, p.285-294, 2002. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 39/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE passibile dei maggiori progressi. Allo stato attuale, la sua applicazione incontra però due problemi, che ne limitano l’utilizzo pratico a livello tecnico. Il primo problema, di natura pratica, riguarda la mole di dati ed elaborazioni necessari allo sviluppo di tale procedura. In genere, tali dati non sono disponibili sotto forma di archivi digitali, se non per gli ultimi anni, ossia da quando sono state installate stazioni pluviografiche di tipo automatico. Si richiede quindi un’onerosa procedura di restituzione digitale degli archivi storici reperibili in formato cartaceo, tenuto conto che bisogna disporre di serie continue di precipitazioni orarie e/o suborarie per un congruo numero di anni di osservazione. Il secondo problema, di natura non soltanto pratica ma anche concettuale, è legato alla tuttora scarsa affidabilità dei modelli stocastici di precipitazione nella riproduzione della coda della distribuzione di probabilità degli eventi estremi. In generale, tali modelli sono basati sulla clusterizzazione di Neyman-Scott o di Bartlett-Lewis, necessaria a riprodurre la variabilità temporale e l’intermittenza del processo di precipitazione. Essi riproducono in modo consistente le statistiche di primo e secondo ordine delle precipitazioni alle diverse scale temporali, ma non sempre sono in grado di riprodurre le statistiche di ordine superiore e i quantili a bassa frequenza. Inoltre, tali modelli sono assai sensibili agli algoritmi di ottimizzazione necessari alla calibrazione dei parametri 18 . Per questo motivo, se adottata per la valutazione della portata indice o del volume indice (valore atteso massimo annuale) la metodologia risulta assai robusta, mentre nella riproduzione degli eventi a bassa frequenza possono talora verificarsi sottostime sistematiche, specie se la procedura di calibrazione non tiene esplicitamente conto di questa necessità. B.3.3. Metodo dell’evento idrometeorologico critico Questo metodo si presta alla valutazione approssimata degli eventi di interesse alla luce della normativa, EV*T ,QT , = [{V ≤ v} ∧ {Q ≤ q} , con v ≤ vT e q ≤ qT ] , ossia le coppie di valori di portata e volume che si possono verificare con periodo di ritorno incondizionato T-ennale della portata al colmo qT, che si assume nota. Per via delle difficoltà a valutare vT, si considerano cautelativamente gli eventi [{V ≤ v} ∧ {Q ≤ q} , con q ≤ qT ]. Il metodo muove dall’assunto che le piogge temibili siano rappresentate dal modello scala-invariante e che gli eventi di interesse siano comunque prodotti da un assetto meteorologico caratterizzato dalla struttura di invarianza di scala tipica dell’area in esame, rappresentata dall’esponente caratteristico ν. In pratica, si assume che l’esponente caratteristico rappresenti l’impronta climatica degli eventi pluviali estremi nell’area in esame. Questa ipotesi di lavoro implica che la portata T-ennale di progetto qT sia prodotta da una precipitazione h = a dν, dove ν è l’esponente caratteristico della pluviometria del bacino sotteso dalla sezione di interesse, e il parametro a è dato dal valore del coefficiente pluviale che, con il metodo dell’evento critico, produce la portata al colmo qT. 18 Burlando, P. & R. Rosso, Comment on “Parameter estimation and sensitivity analysis for the modified Bartlett-Lewis rectangular pulses model of rainfall” by S. Islam et al., Journal of Geophysical Research, Vol.96, no.D5, p.9391-9395, 1991. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 40/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Dato il valore T-ennale di portata al colmo qT, calcolato con il metodo della portata indice illustrato nel precedente Capitolo A, viene quindi ricercata la coppia di valori {a , dCR} che produce come risultato la portata di picco qT quando si applichi la trasformazione afflussi-deflussi, essendo dCR la durata critica. La soluzione del problema viene illustrata in dettaglio nel Capitolo C. Con questo procedimento viene determinato l’idrogramma di riferimento dell’evento [{V ≤ v} ∧ {Q ≤ q} , con q = qT ] e, contestualmente, il modello idrometeorologico di riferimento in grado di descrivere in modo sintetico il complesso fenomeno che può produrre una portata al colmo qT nella sezione fluviale di interesse. Per la valutazione approssimata degli altri eventi di interesse alla luce della normativa, [{V ≤ v} ∧ {Q ≤ q} , con q < qT ] , si utilizza l’ipotesi di criticità idrometeorologica, in base alla quale gli eventi di interesse sono comunque prodotti da un assetto meteorologico caratterizzato dalla struttura di invarianza di scala, rappresentata dall’esponente caratteristico ν. Nel Capitolo C viene quindi illustrato il procedimento per la determinazione degli idrogrammi di riferimento per la valutazione della pericolosità idraulica T-ennale, in quanto prodotti da situazioni meteorologiche simili (in termini di autosomiglianza statistica o invarianza di scala) a quella che può produrre l’evento critico T-ennale in termini di portata al colmo. Si ottengono così idrogrammi equivalenti che presentano una portata al colmo inferiore a qT, ma volumi di piena superiori. Questo procedimento è indipendente dal modello di trasformazione afflussi-deflussi che viene adottato, anche se si adatta soprattutto all’impiego di modelli globali di tipo concettuale. Questa procedura comporta varie incertezze, legate sia all’affidabilità del modello di trasformazione della pioggia temibile in portata temibile, sia alla congettura di evento critico, sia alle approssimazioni sulla configurazione spazio-temporale della pioggia stessa. Questo ultimo svantaggio può essere tuttavia annullato utilizzando modelli di tipo spazialmente distribuito, sia del campo di precipitazione, sia dell’idrologia al suolo. La procedura indiretta dell’evento idrometeorologico critico si ispira ad una consolidata pratica applicativa e può essere impiegata con successo nei calcoli speditivi, tenendo comunque presente il margine di incertezza dei risultati ottenibili. Va peraltro rilevato che, se si vogliono determinare in modo quantitativo idrogrammi di piena a frequenza assegnata, va comunque accettato un notevole grado di incertezza nella valutazione. Il metodo si presta anche alla valutazione del massimo volume esondabile nei casi pratici, in cui si vogliano valutare gli idrogrammi di riferimento per eventi che superano una certa soglia stabile di esondazione, ossia una portata di smaltimento q0 < qT data dall’officiosità idraulica del tronco fluviale in esame. Nei casi in cui la soglia non sia stabile, ma venga modificata dal sormonto delle acque, gli idrogrammi di riferimento andranno invece valutati sollecitando la struttura di difesa e valutando la dinamica di tale struttura in risposta all’evoluzione dell’idrogramma. Come tutti i metodi idrologici basati su ipotesi semplificative e approssimazioni necessarie al calcolo pratico, i risultati che questo metodo è in grado di fornire presentano un certo grado di incertezza. Il primo livello di incertezza è senz’altro legato all’ipotesi di lavoro, che assume la portata al colmo quale riferimento primario, prevista dalle normative. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 41/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Idrogrammi di riferimento nei siti privi di osservazioni idrometriche. Una volta stimata la portata al colmo con il metodo diretto oppure con il metodo della portata indice, gli idrogrammi di riferimento possono essere valutati tramite il metodo della simulazione dell’evento idrometeorologico critico. Tale procedura comporta la costruzione di un modello idrologico afflussi-deflussi in grado di riprodurre la portata al colmo T-ennale con il metodo dell’evento critico per una pioggia scalainvariante caratteristica del bacino in esame. Tramite la simulazione idrologica del sistema in risposta a piogge scala-invarianti con diversa durata, sono determinabili idrogrammi equivalenti all’idrogramma critico, ma con portata al colmo inferiore e volume di piena superiore. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 42/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE C. METODO DELLA SIMULAZIONE DELL’EVENTO CRITICO C.1. Valutazione statistica delle piogge di forte intensità e breve durata Per l’applicazione del metodo della simulazione dell’evento critico vanno considerate le precipitazioni di forte intensità e breve durata, caratterizzabili a partire dalle osservazioni condotte nelle stazioni pluviografiche comprese e/o prossime al bacino in esame. Tale regime, per un certo intervallo di durate dello scroscio più intenso del nubifragio, è caratterizzabile tramite la costruzione delle Linee Segnalatrici di Probabilità Pluviometrica (LSPP). Le LSPP caratterizzano il regime pluviometrico delle piogge puntuali di forte intensità e breve durata, segnalando il valore di altezza di pioggia, rilasciabile da un nubifragio in un intervallo di tempo pari a d, che può venire superato con probabilità 1-F, ovvero caratterizzate da un periodo di ritorno T = 1/(1 – F) in anni. Una valutazione di tali curve può essere condotta in base alle osservazioni disponibili utilizzando la legge generalizzata del valore estremo GEV 19 e il metodo scala invariante 20 . Nel suo complesso, il modello è noto in letteratura come Scale-Invariance Generalized Extreme Value (SIGEV). Tale modello è stato altresì adottato dal CNRGNDCI per l’analisi pluviometrica dell’Italia Nord-Occidentale 21 . In forma generalizzata, una LSPP scala-invariante si può scrivere come 22 hT (d ) = a1 wT d ν , (C.1) o in modo equivalente, in termini di intensità o tasso di precipitazione, come pT (d ) = a1 wT d ν −1 , dove • (C.2) a1 = E[H(1)] rappresenta il coefficiente di scala della linea segnalatrice, pari al valore atteso dell’altezza di pioggia massima annuale H per la durata unitaria di riferimento, per esempio, un’ora. Questo coefficiente viene anche indicato con la denominazione di pioggia indice; 19 Rosso, R., De Michele, C. & A. Montanari, La previsione statistica delle piogge di forte intensità e breve durata. Applicazione alla liguria tirrenica e al bacino del Po, in: La difesa idraulica del territorio, a cura di U. Maione e A. Brath, Editoriale Bios, 1-30, Cosenza, 1997. 20 Burlando, P. & R. Rosso, Scaling and multiscaling models of depth-duration-frequency curves of storm precipitation, J. Hydrol., 187, 45-64, 1996. 21 De Michele, C. & R. Rosso, La valutazione delle piene nell’Italia Nord-Occidentale: bacino padano e Liguria tirrenica, in: La valutazione delle piene, a cura di S. Gabriele & F. Rossi, Pubbl. CNRGNDCI, Roma, 2000. 22 Kottegoda, N.T. & R. Rosso, Statistics, Probability and Reliability for Civil and Environmental Engineers, Mc-Graw-Hill Publishing Company, New York, 1997, pp.470-472. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 43/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE • • ν rappresenta l’esponente di scala con cui la variabilità del fenomeno si trasmette dalla scala temporale di riferimento alle altre scale temporali; wT rappresenta il fattore di crescita in frequenza, in quanto esso dipende del tempo di ritorno T e dalla distribuzione di probabilità scelta per rappresentare la variabile normalizzata W a media unitaria (E[W] = 1) che si ottiene dal campione dei dati di pioggia massima annuale normalizzati rispetto alla relativa media per ogni durata. Per la distribuzione GEV, wT assume la forma wT = ε '+ {1 − [ln(T /(T − 1))] }, k' α' k' (C.3) dove ε’ indica il parametro di posizione, α’ indica il parametro di scala, e k’ indica il parametro di forma della distribuzione, tutti adimensionali. Per k’ = 0, la distribuzione GEV collassa nella distribuzione di Gumbel, ossia del valore estremo di primo tipo (EV1). I valori di tali parametri possono essere stimati tramite il metodo L-moments consigliato dalla procedura CNR-VAPI o con il metodo Probability Weighted Moments (PWM), adottando la plotting position di Weibull 23 . Per durate della precipitazione locale comprese tra 1 e 24 ore in Liguria, i valori stimati per a1 variano da circa 20 a 50 mm/oreν, e per ν da 0.27 a più di 0.5. L’ampiezza di questi intervalli richiede un modello di variabilità spaziale dei parametri. Nel caso in esame, si può fare riferimento a un modello geostatistico a variabilità continua ai fini della stima locale in punti griglia, ovvero ai tradizionali topoieti quando si voglia ragguagliare l’informazione rispetto all’area di un bacino idrografico. C.2. Valutazione della portata indice Questa semplice procedura approssimata di simulazione idrologica utilizza, in luogo della serie storica dei dati pluviometrici, la linea segnalatrice di probabilità pluviometrica attesa nel centro di scroscio localizzato in posizione baricentrica, esprimibile in forma di equazione monomia E [h] = a1d ν , (C.4) dove E[h] indica il valore atteso della altezza di pioggia cumulata temibile in d ore consecutive sul bacino sotteso, mentre i valori dei parametri a1 (coefficiente pluviale orario, pari al valore atteso della pioggia oraria massima annuale) e ν (esponente di scala, 0<ν<1) sono da intendersi ragguagliati sull’area del bacino sotteso dalla sezione di interesse, ovvero in posizione baricentrica rispetto all’area drenata. Il tasso medio (temporale) di precipitazione risulta quindi E [ p ] = a1d ν −1 , (C.5) dove E[p] indica il valore atteso del tasso medio di pioggia temibile in d ore consecutive sul bacino sotteso. 23 Salvadori G., De Michele C., Kottegoda N. T., & R. Rosso, Extremes in Nature: An approach using Copulas, Springer, 298 pp., 2007. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 44/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Applicando questa metodologia, bisogna altresì ridurre il tasso di pioggia in ragione della superficie del bacino sotteso e della durata dello scroscio secondo formulazioni adeguate 24 . Va rilevato in proposito che gli usuali abachi di letteratura si basano su osservazioni della costa orientale degli Stati Uniti 25 e su alcune aree italiane 26 , che non comprendono la Liguria, la riduzione va quindi apportata con una certa cautela. Inoltre, bisogna eventualmente introdurre un verosimile profilo di pioggia in grado di riprodurre gli ietogrammi osservati, ossia la variabilità temporale della pioggia durante lo scroscio stesso (profilo di pioggia). A tal fine bisogna tenere conto che questo aspetto va valutato in ragione sia della sensibilità del modello di trasformazione afflussideflussi e sia della durata critica. Molti modelli concettuali sono sta costruiti e sperimentati nell’ipotesi di profilo uniforme della pioggia incidente, così come per brevi durate la sensitività al profilo è abbastanza ridotta. Le precipitazioni calcolate a partire dalla linea segnalatrice attesa di probabilità pluviometrica vengono quindi utilizzate in ingresso al modello di trasformazione afflussi-deflussi, determinando l’idrogramma di risposta e il relativo valore di picco. Per via della indeterminatezza della durata dello scroscio critico, bisogna procedere a un insieme di simulazioni per diverse durate. Per ogni simulazione si ricava il valore di portata di picco, qp = maxt[q(t; d)]. Ripetendo la simulazione con precipitazioni di diversa durata d, si determina l’evento critico, ossia la piena che produce la massima qp, la quale si realizza per una particolare durata di pioggia d, detta durata critica dCR (v. Figura C.1.1). In pratica, si risolve il problema di ottimo dCR : maxd {maxt [q(t; d)]} (C.6) dove maxt [q(t; d)] indica la portata di picco qp dell’idrogramma q(t) prodotto da un precipitazione di durata d. La portata indice è quindi data da qindice = maxt [q(t; dCR)]}, (C.7) essendo E[p(dCR)] → q(t; dCR) la trasformazione afflussi-deflussi operata dal modello (e indicata con il simbolo →). Questa procedura comporta varie incertezze, legate sia alla ipotesi di trasformazione della pioggia temibile attesa in portata temibile attesa, sia alla congettura di evento critico, sia alle approssimazioni sulla configurazione spazio-temporale della pioggia stessa. Il maggiore svantaggio di questa procedura risiede comunque nella sua insensibilità alla variabilità spaziale delle precipitazioni. Tale procedura, per la sua consolidata pratica applicativa, può essere peraltro impiegata con successo nei calcoli speditivi e nei bacini di piccola e media dimensione, dove tale variabilità ha modesta importanza, tenendo comunque presente il margine di incertezza dei risultati ottenibili. 24 De Michele, C. Kottegoda, N.T. & R. Rosso, The derivation of areal reduction factor of storm rainfall from its scaling properties, Water Resources Research, Vol.37, no.12, p.3247-3252, 2001. 25 U.S. Weather Bureau, Rainfall intensity-frequency regime, Technical Report 29, Washington, D.C., 1958. 26 De Michele, C., Kottegoda, N. T. & R., Rosso, IDAF curves of extreme storm rainfall: A scaling approach, Water Science and Techology, Vol.45, no.2, p.83–90, 2002. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 45/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE E[h(d)] E[p(d)] E[h(d)] E[p(d)]=h(d)/d d1 dCR d d2 q(t) qndice= qp(dCR) qp(d1) qp(d2) t Figura C.1.1. Schema di soluzione per la simulazione idrologica dell’evento critico. Quando utilizzata per la stima della portata indice, questa procedura è peraltro meno distorta di quanto avvenga quando essa viene applicata alla stima dei quantili, per i quali l’ipotesi di isofrequenza tra piogge intense e deflussi di piena è in molti casi confutata dagli episodi osservati. Tale ipotesi è peraltro anche confutabile sotto l’aspetto teorico, per via del comportamento nonlineare della trasformazione afflussi-deflussi. Il metodo è indipendente dal modello idrologico adottato. L’esperienza indica che, nei bacini liguri, si ottengono risultati in accordo con le osservazioni utilizzando anche modelli concettuali di tipo semplice. Per esempio, • fattore di riduzione auto-affine 27 o il fattore di riduzione areale standard WMO 28 per la valutazione della pioggia areale; • il metodo CN-SCS 29 , generalmente con CN in classe III di AMC, per la valutazione dell’assorbimento del terreno, mentre una valida alternativa è 27 De Michele, C., Kottegoda, N. T. & R., Rosso, IDAF curves of extreme storm rainfall: A scaling approach, Water Science and Techology, Vol.45, no.2, p.83–90, 2002. U.S. Weather Bureau, Rainfall intensity-frequency regime, Technical Report 29, Washington, D.C., 1958. Soil Conservation Service, National Engineering Handbook, section 4, Hydrology, Rev. ed., U.S. Department of Agriculture, Washington D.C., U.S.A, 1986. 28 29 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 46/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE costituita dal Top-Model 30 soprattutto nei casi in cui il ruscellamento avvenga totalmente per saturazione del suolo; • il metodo dell’idrogramma unitario istantaneo geomorfologico (GIUH) di forma gamma 31 per la modellazione del ruscellamento nella rete idrografica. In alternativa, nei casi più semplici si può anche adottare l’idrogramma sintetico SCS del Soil Conservation Service 32 che utilizza l’approssimazione triangolare33 . C.3. Valutazione della portata T-ennale di progetto La portata di progetto qT viene quindi calcolata con il metodo della portata indice in base alla relazione (A.1) e risulta ( ) α ⎡ ⎤ qT = qindice xT = qindice ⎢ε + 1 − e −kyT ⎥ , k ⎣ ⎦ (C.8) dove qindice è data dal valore precedentemente calcolato e yT indica la variabile ridotta di Gumbel, funzione del periodo di ritorno T in anni, data da T ⎞ ⎛ yT = − ln⎜ ln ⎟, ⎝ T −1⎠ (C.9) mentre i parametri k, α ed ε rappresentano, rispettivamente, il parametro di forma, il parametro di scala e il parametro di posizione della distribuzione della curva di crescita regionale, contenuti in Tabella A.2.2. C.4. Valutazione degli idrogrammi di piena Simulazione dell’evento idrometeorologico critico E’ stata sopra illustrata, ai fini della valutazione della portata indice, la procedura della simulazione idrologica che utilizza (in ingresso a un modello di trasformazione afflussideflussi) la linea segnalatrice di probabilità pluviometrica attesa nel centro di scroscio localizzato in posizione baricentrica. Si vuole ora procedere alla valutazione approssimata degli eventi di interesse alla luce della normativa, EV∗ ,Q = {V > v} | {Qmax ≤ q} , che sono illustrati schematicamente in Figura C.4.1, ossia le coppie di valori di portata e volume che si possono verificare con periodo di ritorno incondizionato T-ennale della portata al colmo qT. Quando questa procedura viene utilizzata per la stima della portata T-ennale, utilizzando a tal scopo la linea segnalatrice di probabilità pluviometrica T-ennale, questa procedura fornisce in generale risultati distorti. Ciò è dovuto alla nonlinearità della risposta 30 Beven, K.J. & M.J Kyrkby, A physically-based variable contributing area model of basin hydrology, Hydrol. Sci. Bull., 24, 43-69, 1979. 31 Rosso, R., Nash model relation to Horton order ratios, Water Resour. Res., 20(7), 914-920, 1984. 32 Soil Conservation Service, National Engineering Handbook, section 4, Hydrology, Soil Conservation Service, U. S. Department of Agriculture, Washington, D.C., 1972. 33 Chow, V.T., Maidment, D.R. & L.W. Mays, Applied Hydrology, McGraw-Hill, New York, 1988, pp. 228-230. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 47/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE idrologica dei bacini imbriferi. In pratica, l’ipotesi di isofrequenza tra piogge intense e deflussi di piena è confutata non solo sotto il profilo teorico ma, in molti casi, è anche confutata dall’analisi degli episodi di piena osservati. Q50 Tr(Q,V)=50anni Tr(Q,V|Q<=Q50)=50anni Portata al Colmo q(t) Tr(Q) Volume di Piena 100 50 20 t 20 50 100 Tr(V) Fig. C.4.1. Idrogrammi di riferimento di interesse per la determinazione di idrogrammi di riferimento T-ennali. Secondo il modello scala-invariante, la linea segnalatrice nel centro di scroscio è rappresentata da una generica equazione monomia del tipo h = ad ν , (C.10) in una forma nota già dagli studi idrometeorologici della fine del secolo XIX, dove h indica il valore atteso della altezza di pioggia cumulata temibile in d ore consecutive sul bacino sotteso, il parametro a indica il coefficiente pluviale orario, di norma in mm/hν (pari al valore della pioggia oraria in mm) e ν l’esponente caratteristico di scala (0<ν<1). In termini di tasso medio di pioggia, p, la (C.3.1) si può anche scrivere come p = atν −1 . (C.11) Si può assumere a tale scopo che gli eventi di interesse siano comunque prodotti da un assetto meteorologico caratterizzato dalla struttura di invarianza di scala tipica dell’area in esame, rappresentata dall’esponente caratteristico ν. In pratica, si assume che l’esponente caratteristico ν rappresenti l’impronta climatica degli eventi pluviali estremi nell’area in esame. Questa ipotesi di lavoro implica che la portata T-ennale di progetto qT sia prodotta da una precipitazione h = aT* dν, Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA (C.12) 48/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE dove ν è l’esponente caratteristico della pluviometria del bacino sotteso dalla sezione di interesse, e il parametro aT* è dato dal valore di a che, con il metodo dell’evento critico, produce la portata al colmo qT. In generale, il valore di aT* è differente dal valore di aT proprio della linea segnalatrice T-ennale, poiché in generale l’ipotesi di isofrequenza non è applicabile, sia sotto il profilo teorico, sia, nella maggioranza dei casi, sotto l’aspetto pratico 34 . La procedura da applicare è quindi la seguente: dato il valore T-ennale di portata al colmo qT, va ricercata la coppia di valori {aT* , dCR} che produce come risultato la portata di picco qT quando si applichi la trasformazione afflussi-deflussi. Il problema risulta indeterminato se non si tiene conto del secondo assioma di criticità, ossia che il campo di pioggia critico sia anche quello che corrisponde alla minima altezza di pioggia cumulata in grado di provocare una piena con portata di picco pari a qT. Quindi, la coppia di valori {aT* , dCR} dovrà anche soddisfare la condizione aT* = min{a}. In pratica, la criticità idrometeorologica dell’evento comporta anche che, tra tutte le possibili situazioni rappresentate dalla curva h = aT* dν, quella che produce la portata di picco qT sia anche quella più frequente, ossia quella che presenta il minimo coefficiente pluviale a. Dato il valore T-ennale di portata al colmo qT, tramite il modello di trasformazione afflussi-deflussi, [ p(d) = adν-1 ] → q(t; a ,d) indicata con il simbolo →, va ricercata la coppia di valori {aT* dCR} che produce la portata di picco qT, sotto la condizione che aT* = min{a}. Viene così caratterizzato l’evento [{V ≤ v} ∧ {Q ≤ q} , con q = qT ] , ottenendo il volume critico V(qT) e ricavandone contestualmente l’idrogramma caratteristico. Nella maggioranza dei casi, la ricerca dei valori della durata dello scroscio critico e del coefficiente pluviometrico critico va condotta tramite un procedimento di soluzione numerica. Infatti, una soluzione analitica in forma esplicita può essere sviluppata solo per modelli di trasformazione di tipo elementare. Bisogna quindi procedere a un insieme di simulazioni per diverse durate e diversi valori del coefficiente pluviale critico, in base alle quali ricavare il valore di portata di picco con il metodo dell’evento critico. In pratica, utilizzando il modello di trasformazione afflussi-deflussi in modo iterativo, si risolve un problema di ottimo, determinando la coppia di valori a = aT* e d = dCR per cui si ha { maxt [q(t ; aT*, dCR)] = qT } ˆ { aT*,= min a } (C.13) dove: • maxt[q(t; a, d)] indica la portata di picco qp dell’idrogramma q(t) prodotto da una precipitazione di altezza h = adν e generica durata d, e • qT il valore T-ennale di portata al colmo valutato precedentemente con il metodo della portata indice. Il problema di risolve ricercando tra tutte le possibili coppie {a, d} di valori di a e d, l’insieme Ω={a’, d’} delle coppie che producono una portata di picco qp pari a qT. Tra 34 Reed, D., Flood Estimation Handbook, 1. Overview, Institute of Hydrology, Wallingford, U.K., 1999. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 49/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE queste, la coppia {aT* dCR} è quella che, nell’insieme delle coppie Ω={a’, d’}, ha il minimo valore di a’. Una procedura speditiva di calcolo si imposta operando la ricerca diretta di { min a } sotto il vincolo di { qp = qT }, esplorando direttamente tutte le possibili coppie {a, d} dei valori di a, ed che producono, tramite il modello di trasformazione afflussi-deflussi, la portata di picco qp = qp(a, d). Tale procedura può essere condotta inizializzando correttamente il procedimento di ricerca con valori di durata prossimi al tempo di ritardo del bacino e valori del coefficiente pluviometrici prossimi al valore T-ennale della linea segnalatrice di probabilità pluviometrica. In alternativa è possibile calcolare iterativamente i due valori di dCR ed aT* incogniti, sulla base di due equazioni: la prima data dalla condizione di massimo valore di q(t) coincidente con qT, la seconda da quella di annullamento del gradiente di q(t) in funzione di dCR ed aT*. Questa procedura è, dal punto di vista del calcolo, più laboriosa, ma non richiede un algoritmo d’ottimo ad alta efficienza come nel caso della procedura precedente. Con il procedimento sopra illustrato viene determinato il modello idrometereologico di riferimento in grado di descrivere in modo sintetico il complesso fenomeno che può produrre una portata al colmo qT nella sezione fluviale di interesse. Simulazione degli idrogrammi equivalenti Per la valutazione approssimata degli altri eventi di interesse alla luce della normativa, [{V ≤ v} ∧ {Q ≤ q} , con q < qT ] , si utilizza l’ipotesi di criticità idrometeorologica, in base alla quale gli eventi di interesse sono comunque prodotti da un assetto meteorologico caratterizzato dalla struttura di invarianza di scala, rappresentata dall’esponente caratteristico ν. Il procedimento è illustrato dal diagramma di flusso di Figura C.4.2. Una volta noto il valore del coefficiente pluviometrico critico aT* e determinata quindi la linea segnalatrice critica (C.12), tale relazione può essere quindi impiegata in ingresso al modello di trasformazione afflussi-deflussi, assumendo una generica durata di pioggia dp diversa da dCR, ossia [ p(dp) = aT* dpν-1 ] → q(t; aT* ,dp) e calcolando il valore di picco qp(aT* ,dp) = maxt [q(t; aT* ,dp)]. Il valore della portata al colmo risulterà sempre inferiore a qT, in virtù del concetto di evento critico, ma per valori di durata della precipitazione dp maggiori di dCR si otterranno volumi di piena maggiori di V(qT) e idrogrammi con durata di base maggiore dell’idrogramma caratteristico determinato in precedenza. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 50/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Modello Episodico Globale Portata al Colmo T-ennale Linea segnalatrice di probabilità pluviometrica Simulazione dell’Evento Critico Durata critica, dCR Coefficente pluviale critico, aT* Modello Afflussi Deflussi Linea segnalatrice di probabilità pluviometrica critica Durata di pioggia d =dCR Evento (idrogramma) T-ennale Riferimento qp = q T Modello Episodico Globale Durata di pioggia d >dCR Evento (idrogramma) T-ennale Equivalente qp< qT Figura C.4.2. Procedura di simulazione idrologica con il metodo dell’evento meteorologico critico. Tali idrogrammi potranno quindi essere considerati di riferimento per la valutazione della pericolosità idraulica T-ennale, in quanto prodotti da situazioni meteorologiche simili (in termini di autosomiglianza statistica o invarianza di scala) a quella che può produrre l’evento critico T-ennale in termini di portata al colmo. Il procedimento complessivo è ulteriormente schematizzato in Figura C.4.3. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 51/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Portata al Colmo T-ennale 0 8 12 16 20 28 32 36 40 44 48 p= aT*d1-ν 1500 Portata [m 3/s] Durata di pioggia 10,29 ore Tempo Corrivazione 6,80 ore Coeff Afflusso 0,49 24 0 m3/s 1122 Simulazione dell’Evento Critico 4 2000 20 Portata Pioggia Locale Pioggia Ragguagliata 1000 40 Pioggia Netta LSPP 500 60 0 Volume di Piena 39,617 106 mc Tasso di Pioggia [mm/ora] Durata Critica, dCR Torrente Cellina a Barcis Torrente …..… a ………… Portata al colmo, q max 80 0 4 8 12 16 20 24 28 32 36 40 44 48 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Evento Critico per assegnata portata T-ennale 0 4 8 12 16 20 24 28 32 40 44 48 1500 aT*d1-ν 20 Portata Pioggia Locale Pioggia Ragguagliata 1000 40 Pioggia Netta LSPP 500 60 0 Tasso di Pioggia [mm/ora] 0 p= 1069 Volume di Piena 56,060 106 mc 36 2000 m3/s Durata di pioggia 15,43 ore Tempo Corrivazione 6,80 ore Coeff Afflusso 0,56 Linea segnalatrice di probabilità pluviometrica critica Torrente Cellina a Barcis Torrente …..… a ………… Portata al colmo, q max Portata [m 3/s] Durata di pioggia d p > dCR Evento (idrogramma) T-ennale Equivalente Evento (idrogramma) T-ennale Equivalente 80 0 4 8 12 16 20 24 28 32 36 40 44 48 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Idrogramma equivalente 50-ennale Fig. C.4.3. Schema di simulazione idrologica con il metodo dell’evento meteorologico critico. Applicazione del metodo indiretto dell’evento idrometeorologico critico Questo procedimento è indipendente dal modello di trasformazione afflussi-deflussi che viene adottato, anche se si adatta soprattutto all’impiego di modelli globali di tipo concettuale, così come indicato negli schemi sopra riportati. La procedura sopra delineata comporta varie incertezze, legate sia all’affidabilità del modello di trasformazione della pioggia temibile in portata temibile, sia alla congettura di evento critico, sia alle approssimazioni sulla configurazione spazio-temporale della pioggia stessa. Proprio qui risiede il maggiore svantaggio di questa procedura, per via della sua insensibilità alla variabilità spaziale delle precipitazioni, che, anche in bacini di media dimensione potrebbe risultare un fattore chiave delle dinamica alluvionale. Tale svantaggio può essere tuttavia annullato utilizzando modelli di tipo spazialmente distribuito, sia del campo di precipitazione, sia dell’idrologia al suolo. L’applicazione di tali metodologie resta oggi confinata nell’ambito della sperimentazione, anche per la carenza di dati sufficienti a garantire accurate validazioni dei modelli spazialmente distribuiti. Soltanto in casi affatto particolari, dove l’importanza economica del danno Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 52/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE atteso e delle opere eventualmente necessarie alla sua mitigazione risulti di impatto elevato, si potranno adottare tali tecnologie, che comportano anche elevati costi di implementazione. La procedura indiretta dell’evento idrometeorologico critico, che muove da una consolidata pratica applicativa, può essere peraltro impiegata con successo per i calcoli speditivi, tenendo comunque presente il margine di incertezza dei risultati ottenibili. Va peraltro rilevato che, se si vogliono determinare in modo quantitativo idrogrammi di piena a frequenza assegnata, va comunque accettato un notevole grado di incertezza nella valutazione. Il metodo si presta anche alla valutazione del massimo volume esondabile nei casi pratici, in cui si vogliano valutare gli idrogrammi di riferimento per eventi che superano una certa soglia stabile di esondazione, ossia una portata di smaltimento q0 < qT data dall’officiosità idraulica del tronco fluviale in esame. In questo caso, andrà ricercata la durata di precipitazione d0 che produce l’idrogramma di riferimento con il massimo volume al di sopra della soglia q0. Matematicamente, di risolve il problema di ottimo incondizionato: ⎧⎪t 2 ⎫⎪ d 0 : max d ⎨ ∫ [q(t ; aT * , d ) − q0 ]dt ⎬ ⎪⎩ t1 ⎪⎭ (C.14) dove: • q(t; aT*, d) indica l’idrogramma q(t) prodotto da un precipitazione di altezza h = aT*dν e durata d, • q0 il valore della portata di soglia, e • t2 – t1 l’intervallo temporale in cui q(t; aT*, d) > q0. Dal punto di vista pratico, la soluzione di può ottenere rapidamente per via iterativa tramite una serie di simulazioni successive. Affidabilità del metodo indiretto dell’evento idrometeorologico critico Come tutti i metodi idrologici basati su ipotesi semplificative e approssimazioni necessarie al calcolo pratico, i risultati che questo metodo è in grado di fornire presentano un certo grado di incertezza. Tra i diversi fattori di incertezza, va senza dubbio considerata l’ipotesi di lavoro che assume la portata al colmo quale riferimento primario, prevista peraltro dalle normative vigenti. In Figura C.4.4 sono riportati i risultati di alcune simulazioni Montecarlo condotte utilizzando in ingresso al modello idrologico le precipitazioni generate da un modello stocastico, in base alle quali è possibile inferire l’andamento della isolinea che rappresenta la frequenza di superamento relativa all’evento 50-ennale. Tali risultati sono anche confrontati con quelli ricavati dall’applicazione del metodo dell’evento idrometeorologico critico descritto in questa sede. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 53/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Simulazione Monte Carlo Metodo EIC Q50(Qindice) V(SEC) Tr(Q,V)=50anni Portata, mc/s 500 Portata al Colmo, mc/s 450 400 350 300 250 200 150 100 1 2 3 Volume di Piena, Mmc 4 5 Tempo, ore Fig. C.4.4. Confronto tra simulazione idrologica con il metodo dell’evento meteorologico critico e risultati della simulazione Montecarlo. Si osserva come il metodo, in ossequio all’ipotesi normativa, trascuri in pratica tutti i potenziali eventi che si caratterizzano per un valore di portata al colmo superiore alla portata 50-ennale di riferimento. Tali eventi presentano comunque volumi di piena (e durate della pioggia generatrice) assai modesti, il cui impatto sul territorio è assimilabile, anche se in modo non proprio cautelativo, dall’evento critico con portata 50-ennale. Al contrario, il metodo produce una sequenza di idrogrammi di piena con portata al colmo inferiore a quella di riferimento, ma volumi assai più cospicui, che meritano quindi una particolare attenzione ai fini della valutazione delle potenziali inondazioni. Inoltre, tali eventi appaiono affatto congruenti con quelli ricavabili tramite simulazione Montecarlo. Il metodo indiretto della simulazione dell’evento idrometeorologico presenta quindi una certa semplicità di utilizzo, assieme a una buona capacità di rappresentare in modo sintetico il regime di piena. Come osservato in precedenza, tale metodo si presta in modo efficace alla valutazione degli idrogrammi di riferimento nei casi in cui le potenziali inondazioni sono legate al superamento di una quota arginale fissa e stabile, rappresentabile tramite una soglia di portata che, in questi casi, corrisponde all’officiosità idraulica del corso d’acqua, come schematizzato in Figura C.4.5. Nei casi in cui la soglia non sia stabile, ma venga modificata dal sormonto delle acque, gli idrogrammi di riferimento andranno invece valutati sollecitando la struttura di difesa e valutando la dinamica di tale struttura in risposta all’evoluzione dell’idrogramma. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 54/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Simulazione Monte Carlo Metodo EIC Q50(Qindice) V(SEC) Tr(Q,V)=50anni Portata, mc/s 500 Portata al Colmo, mc/s 450 400 350 300 Soglia di esondazione 250 q0 200 150 100 1 2 3 Volume di Piena, Mmc 4 5 Tempo, ore Fig. C.4.5. Applicazione della simulazione idrologica con il metodo dell’evento meteorologico critico per la determinazione di idrogrammi di riferimento in caso di potenziali inondazioni associate al superamento di una soglia di esondazione stabile. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 55/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE GLOSSARIO AFS: acronimo di Annual Flood Series, ovvero serie di dati massimi annuali di di portata al colmo di piena, qi con i = 1,…, n’, generalmente espressi in m3s-1. Contributo unitario di piena: portata al colmo per unità di superficie del bacino idrografico sotteso dalla sezione di interesse del corso d’acqua, espresso in m3s-1km-2. Durata critica: durata di pioggia per la quale, nella sezione di chiusura del bacino idrografico, si manifesta la massima portata al colmo tra tutte quelle potenzialmente prodotte da un tasso di pioggia variabile con la durata stessa secondo una legge nota, p.es. la legge di potenza che discende dalla proprietà dell’invarianza di scala. -attesa: durata dell’evento critico prodotto dal valore atteso del tasso di pioggia. Evento critico: evento idrologico (puramente ipotetico) caratterizzato da un tasso di pioggia corrispondente alla durata critica e dalla corrispondente portata al colmo nella sezione di chiusura del bacino idrografico. Funzione di distribuzione cumulata di probabilità o CDF: esprime la probabilità che una variabile aleatoria X assuma valori inferiori o uguali a un valore x, FX(x) = Pr[X≤x]. La corrispondente probabilità di superamento è pari a Pr[X>x] = 1 - FX(x). La relativa funzione di densità di probabilità o pdf è data da fX(x) = dFX(x)/dx. GEV: acronimo di Generalised Extreme Value distribution, ovvero la funzione di distribuzione di probabilità generalizzata del valore estremo, che comprende, come casi particolari, le leggi di Gumbel e Fréchet. Idrogramma: diagramma (andamento) dell’evoluzione temporale della portata idrica in un corso d’acqua; –diretto: la quota parte del deflusso idrico che non deriva dalla restituzione delle acque accumulate nelle falde sotterranee. Ietogramma: diagramma (andamento) dell’evoluzione temporale del tasso di precipitazione; –netto: la funzione temporale della pioggia netta, ossia la quota parte di precipitazione che origina il ruscellamento. Invarianza di scala: proprietà statistica di una variabile aleatoria X a parametro t (scala temporale, scala spaziale, ecc.) per cui si ha Pr[X(λt)≤x] = Pr[λnX(t)≤x] per ogni valore x di X, dove λ>0 è un fattore di scala e l’esponente n viene chiamato esponente di scala. IUH o idrogramma unitario istantaneo, u(t): risposta impulsiva di un sistema lineare che descrive la trasformazione della funzione temporale di ingresso (ietogramma netto) in funzione temporale uscita (portata). Può anche essere interpretato come la funzione di densità di probabilità del tempo di residenza della pioggia netta nel bacino idrografico. Linea segnalatrice di probabilità pluviometrica: funzione h = h(d;T) non decrescente dell’altezza di pioggia caduta in funzione del tempo (o durata, d) che esprime la variabilità dell’altezza di precipitazione meteorica massima annuale H con la scala temporale d di aggregazione, a parità di frequenza o periodo di ritorno T. –scala invariante: la funzione h(d;T) segue una legge di potenza del tipo hT = a1 wT dν, dove hT indica il quantile di H caratterizzato da un periodo di ritorno pari a T, a1 indica il valore Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 56/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE atteso dell’altezza di pioggia massima annuale per una durata unitaria, ossia a1 = E[H(1)], ν è un esponente di scala e wT è una funzione del periodo di ritorno, il cui valore dipende dalla legge probabilistica utilizzata; il corrispondente tasso di pioggia è pari a pT = a1 wT dν-1. –scala invariante attesa massima annuale: valore atteso o media dell’altezza di pioggia massima annuale E[H] = a1 dν, cui corrisponde un tasso di pioggia atteso pari a E[p] = a1 dν-1, essendo E[W] = 1 per definizione. PDS: acronimo di Partial Duration Series, ovvero serie di dati di portata al colmo di piena con valore superiore a un livello di soglia qs prefissato, qi con i = 1,…, n” e qi > qs, generalmente espressi in m3s-1. Quantile: termine statistico con cui si indica il valore ξ di una variabile aleatoria X al quale corrisponde una prefissata frequenza di non superamento ovvero un prefissato periodo di ritorno, ξu : FX(ξ) = u, ovvero Pr[X>x] = 1 – u. Periodo di ritorno, T: per una variabile idrologica (p.es. la portata al colmo di piena in un sito fluviale, la pioggia oraria in una stazione pluviografica, ecc.) T è il reciproco della probabilità di superamento di un assegnato valore di progetto nel corso di un prefissato intervallo temporale di riferimento, p.es. un anno; T è anche pari alla media dell’intervallo di tempo tra due superamenti successivi di tale valore (v. Kottegoda e Rosso, 1997, p.190-191). Plotting position: frequenza campionaria Fi = Pr[Qi ≤ qi] che compete alla generica realizzazione qi (i = 1,…, n’) di una serie ordinata di osservazioni q1 ≤...≤ qi ≤ qi+1 ≤...≤ qn’. –formule di valutazione: la plotting position di Weibull, data dalla formula Fi = i / (n’ + 1), porge la probabilità indistorta Fi; per ottenere il quantile indistorto E[Qi] della statistica ordinata delle vv.aa. Q1 ≤...≤ Qi ≤ qi+1 ≤...≤ Qn’ si può utilizzare la formula approssimata Fi = (i – 0.2) / (n’ + 0.4) di Cunnane (1978). Portata al colmo: massimo assoluto della portata idrica in un sito fluviale durante un evento di piena. –massima annuale: massimo valore nel corso di un anno (solare). Rischio residuale, r: probabilità che, nel sito fluviale di interesse, il valore qr,L della portata di progetto venga superato almeno una volta in un orizzonte temporale di L anni. Tempo di ritardo, tL: momento del primo ordine della funzione IUH rispetto all’origine, ossia la distanza temporale tra il baricentro dell’idrogramma diretto e il baricentro dello ietogramma netto. Valore atteso, E[X]: indica il valore atteso o media o speranza matematica della variabile aleatoria X indicata dall’argomento. Variabile aleatoria, X: rappresenta una grandezza misurabile la cui entità è incerta o deterministicamente imprevedibile; ovvero: funzione misurabile, il cui dominio è lo spazio dei campioni (insieme di tutte le possibili realizzazioni di valori di X) e codominio è un sottoinsieme dei numeri reali, ossia [0, 1]. Varianza, Var[X] = E[X2] – (E[X])2: indica la varianza della variabile aleatoria X indicata dall’argomento. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 57/58 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 58/58 AUTORITA’ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE CRITERI ED INDIRIZZI TECNICI PER LA VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE PORTATE E DEGLI IDROGRAMMI DI PIENA ATTRAVERSO STUDI IDROLOGICI DI DETTAGLIO NEI BACINI IDROGRAFICI LIGURI Parte II ALLEGATO TECNICO REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Genova, Maggio 2008 La presente pubblicazione è di proprietà esclusiva della Regione Liguria. Il contenuto è comunque reso disponibile all’utilizzo o riproduzione parziale da parte di soggetti interessati, citando esplicitamente la fonte di provenienza. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 2/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Indice PREMESSA ................................................................................................................................................5 1. METODO DELLA PORTATA INDICE ..............................................................................7 2. VALUTAZIONE DEL FATTORE DI CRESCITA .............................................................9 2.1. 2.2. FATTORE DI CRESCITA ATTESO ...................................................................................................9 ERRORE STANDARD DI STIMA E LIMITI DI CONFIDENZA DEL FATTORE DI CRESCITA ..................15 3. METODI DI VALUTAZIONE DELLA PORTATA INDICE..........................................17 3.1. GENERALITÀ ............................................................................................................................17 3.2. METODI DIRETTI.......................................................................................................................18 3.2.1. Metodo diretto AFS ............................................................................................................18 3.2.2. Metodo diretto PDS ............................................................................................................19 3.2.3. Traslazione di stime dirette ................................................................................................20 3.3. METODI INDIRETTI ...................................................................................................................20 3.3.1. Formule empiriche .............................................................................................................20 3.3.2. Metodo delle tracce storico-documentali ...........................................................................23 3.3.3. Metodo geomorfoclimatico.................................................................................................24 Generalità ..................................................................................................................................................... 24 Incertezze ..................................................................................................................................................... 26 Taratura a-posteriori..................................................................................................................................... 26 Variabilità spaziale....................................................................................................................................... 28 3.3.4. Metodi di simulazione idrologica .......................................................................................29 Simulazione a ingressi noti........................................................................................................................... 29 Simulazione dell’evento critico.................................................................................................................... 31 Simulazione a ingressi stocastici e metodo Montecarlo ............................................................................... 33 Simulazione idrologica d’invaso nei siti delle dighe .................................................................................... 33 Codici di calcolo automatico........................................................................................................................ 35 3.3.5. Altri metodi tradizionali .....................................................................................................35 4. CONTROLLI DI AFFIDABILITÀ DELLE STIME DI MASSIMA PIENA ..................37 5. VALUTAZIONE DEGLI IDROGRAMMI DI PIENA .....................................................38 5.1. INTRODUZIONE .........................................................................................................................38 5.2. METODO PROBABILISTICO DIRETTO E DEFINIZIONE DI PERIODO DI RITORNO ............................40 5.2.1. Impostazione del problema .....................................................................................................40 5.2.2. Copule bivariate......................................................................................................................40 5.2.3. Distribuzione congiunta portata - volume ..............................................................................42 5.2.4. Periodi di ritorno bivariati .....................................................................................................42 5.2.5. Stima dei parametri della distribuzione congiunta portata - volume......................................45 5.2.6. Simulazione Montecarlo di coppie portata-volume ................................................................46 5.2.7. Generazione di idrogrammi sintetici note le coppie portata - volume....................................46 5.2.8. Applicabilità del metodo diretto..............................................................................................47 5.3. METODO DIRETTO APPROSSIMATO: CURVA DI RIDUZIONE VOLUME-DURATA ...........................48 5.3.1. Procedura di valutazione....................................................................................................48 5.3.2. Applicabilità del metodo della curva di riduzione volume-durata..........................................50 5.4. METODI INDIRETTI ...................................................................................................................51 5.4.1. Metodi di simulazione idrologica .......................................................................................51 Generalità ..................................................................................................................................................... 51 Simulazione a ingressi noti........................................................................................................................... 52 Simulazione a ingressi stocastici e metodo Montecarlo ............................................................................... 52 Simulazione dell’evento critico.................................................................................................................... 53 Applicazione della simulazione idrologica................................................................................................... 53 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 3/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 5.4.2. 5.4.3. Metodi empirici speditivi ....................................................................................................53 Metodo indiretto dell’evento idrometeorologico critico.....................................................54 Simulazione dell’evento idrometeorologico critico...................................................................................... 54 Simulazione degli idrogrammi equivalenti................................................................................................... 57 Applicazione del metodo indiretto dell’evento idrometeorologico critico ................................................... 59 Affidabilità del metodo indiretto dell’evento idrometeorologico critico ...................................................... 60 6. RISCHIO RESIDUALE .......................................................................................................63 7. OSSERVAZIONI FINALI ED AVVERTENZE ................................................................64 7.1. STIMA DELLA CDF LOCALE CONTRO METODO DELLA PORTATA INDICE ...................................64 7.2. STIMA DELLA PORTATA INDICE NEI SITI DOTATI DI STAZIONI IDROMETRICHE ...........................66 7.3. EFFETTO DEI FATTORI DI NON-STAZIONARIETÀ ........................................................................67 7.3.1. Fluttuazioni climatiche .......................................................................................................68 Studi paleoclimatici...................................................................................................................................... 69 Osservazione di anomalie climatiche recenti ............................................................................................... 70 Modelli matematici climatico-idrologici ...................................................................................................... 72 7.3.2. Modificazioni di uso del suolo............................................................................................75 Effetti delle colture, delle pratiche agroforestali e dell’urbanizzazione........................................................ 75 Effetto degli incendi ..................................................................................................................................... 78 Effetto delle strade ....................................................................................................................................... 84 7.3.3. Modificazioni della rete idrografica...................................................................................88 Modificazioni della conduttività idraulica della rete idrografica.................................................................. 89 Modificazioni della capacità d’invaso della rete idrografica ........................................................................ 90 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ........................................................................................................96 APPENDICE I: GLOSSARIO ..............................................................................................................101 APPENDICE II: REGIME PLUVIOMETRICO LOCALE ..............................................................103 INTRODUZIONE .....................................................................................................................................103 BASE DI DATI ........................................................................................................................................103 CAMPO DI VALIDITÀ .............................................................................................................................103 MODELLO IDROLOGICO DI RIFERIMENTO (SIGEV)...............................................................................103 AVVERTENZE .......................................................................................................................................104 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 4/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE PREMESSA Questa relazione illustra la procedura per la valutazione della portata al colmo di piena associata a un prefissato valore di periodo di ritorno, o frequenza di superamento, da utilizzare al fine dello sviluppo di studi idrologici di dettaglio nei bacini idrografici liguri, sia con versante tirrenico, sia ricadenti nel bacino del fiume Po di pertinenza ligure. La procedura proposta si basa sui metodi sviluppati a suo tempo dall’Unità Operativa 1.8 del Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nel quadro del Progetto Speciale di Valutazione delle Piene (VAPI) promosso dalla Linea di Ricerca sulla Previsione e prevenzione dagli eventi idrologici estremi (Linea 1). Essa si avvale anche dei risultati di altri progetti, quali il Progetto Speciale sulla Modellazione degli Eventi di Piena (MIUR) e il Progetto Framework (Commissione Europea) promossi nello stesso ambito scientifico, dove sono stati condotti approfondimenti della tematica sia di natura generale, sia di specifico riferimento a casi di studio liguri. Le linee guida qui presentate, rivolte ai tecnici della Regione Liguria e delle pubbliche amministrazioni liguri, intendono fornire un ausilio per la pianificazione, la progettazione e la gestione dei sistemi e delle infrastrutture che interagiscono con i corsi d’acqua e, più in generale, per la prevenzione del rischio idrogeologico, anche in relazione all’applicazione delle normative in materia emanate negli anni recenti dalla stessa Regione Liguria. Sotto il profilo scientifico, la procedura qui delineata rappresenta un ulteriore stato di avanzamento degli studi rispetto alla preliminare sintesi tecnica di Brath & Rosso (1994) e alla procedura di De Michele & Rosso (2000) per la valutazione delle piene nell’Italia Nord Occidentale. Infatti, essa tiene conto dei successivi approfondimenti di De Michele & Rosso (2002) in merito alla metodologia di regionalizzazione, di Bocchiola et al. (2003) in materia di valutazione della piena indice, e di Bocchiola et al. (2004) relativamente all’estensione del modello GEV a scala nazionale. Inoltre, sono presentate in modo dettagliato le modalità di applicazione della procedura nell’area geografica in esame, al fine di guidare i tecnici e gli operatori nella valutazione pratica della portata al colmo di piena. Il rapporto di sintesi qui presentato si articola in tre parti. La Prima Parte (Linee Guida) illustra in modo sequenziale i criteri e le procedure utili alla valutazione della portata al colmo di piena (Capitolo A) e degli idrogrammi di riferimento (Capitolo B). Essa definisce il percorso metodologico che viene suggerito per la valutazione di tali grandezze in sede di studi di dettaglio. A tal fine, delinea i percorsi da seguire nelle diverse tipologie di casi pratici, con particolare riferimento ai dati idrologici disponibili. La Seconda Parte (Allegato Tecnico, qui riportata) descrive in dettaglio le metodologie proposte. Il Capitolo 1 dell’Allegato Tecnico introduce la metodologia proposta, che prevede due fasi di valutazione. La prima fase, a sua volta descritta nel Capitolo 2, viene svolta a livello regionale, mentre la seconda fase, di cui riferisce il Capitolo 3, viene condotta a livello locale ed è legata allo specifico sito fluviale oggetto di valutazione. Il Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 5/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Capitolo 4 illustra i criteri con cui valutare l’incertezza delle stime di piena. Il Capitolo 5 affronta il problema della valutazione dell’idrogramma di piena. Nel Capitolo 6 alle valutazioni di piena a frequenza assegnata sono associati i concetti di orizzonte progettuale e rischio residuale, utili a finalizzare le decisioni sulla mitigazione del rischio alluvionale nelle diverse situazioni. Nel Capitolo 7 sono riportate alcune avvertenze per l’impiego delle metodologie, alcune indicazioni di larga massima per affrontare i casi non contemplati dalla tale metodologia e, infine, alcune considerazioni sui futuri percorsi da intraprendere per approfondire i vari aspetti, tuttora inesplorati, della materia trattata. Infine viene riportato un ampio elenco bibliografico delle citazioni, che comprendono pubblicazioni e rapporti scientifici su specifici aspetti della problematica affrontata. In Appendice all’Allegato Tecnico si riportano anche (i) un glossario minimo per la comprensione di alcuni termini specialistici usati nel testo, nel quale si richiamano in modo semplice e sintetico le definizioni di base e le notazioni adottate; (ii) la caratterizzazione delle piogge intense tramite la procedura CNRGNDCI-VAPI, utile all’applicazione pratica dei metodi proposti nei bacini della Regione Liguria. Poiché nella stesura di queste Linee Guida e del relativo Allegato Tecnico ci si rivolge specificamente a tecnici e operatori, sono state ridotte al minimo indispensabile, ma non eliminate, le formulazioni matematiche, presentando soltanto quelle necessarie allo sviluppo pratico delle metodologie proposte. Allo stesso modo, la discussione delle questioni scientifiche viene rimandata alle varie pubblicazioni specialistiche citate. I riquadri mettono in evidenza le diverse fasi della procedura, comprese le varie alternative metodologiche necessarie ad affrontare le diverse situazioni, che si presentano nella pratica. Ogni applicazione va infatti disegnata sia in ragione della tipologia, della qualità e della quantità dei dati disponibili, sia in relazione alle finalità dello studio intrapreso. Seguendo le indicazioni contenute nei riquadri e i percorsi delineati in forma di diagrammi a blocchi, l’operatore sarà in grado di tracciare il proprio percorso per risolvere il problema di valutazione della portata al colmo di piena secondo la procedura più adatta alla specifica applicazione. I diversi passi della procedura sono anche illustrati da esemplificazioni, tradotti in schede di calcolo operativo nella Terza Parte (Schede di Valutazione). Esse forniscono una traccia logica e computazionale per l’applicazione dei metodi presentati e sono basate su casi e dati reali dell’area geografica in esame. Tali esempi sono disegnati in modo da descrivere una vasta gamma di situazioni, quali si possono presentare nelle diverse condizioni operative a seconda della tipologia, della qualità e della quantità dei dati a disposizione. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 6/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 1. METODO DELLA PORTATA INDICE Le procedura di valutazione della portata al colmo di piena si basa sul metodo della portata indice (Darlymple, 1960). Esso integra l’informazione idrometrica a scala regionale con l’analisi idrologica di dettaglio dell’assetto del bacino idrografico sotteso dalla sezione fluviale di interesse. In pratica, il metodo porge la portata al colmo temibile sotto forma di prodotto di due fattori: il fattore di crescita, xT, valutato a scala regionale, e la portata indice, qindice, valutata a scala di bacino per lo specifico sito fluviale preso in esame. Si ha quindi qT = qindice xT , (1) dove qT indica il valore della portata al colmo che può venire superato con periodo di ritorno T, in anni (vedi Figura 1.1). Per il suo significato probabilistico, il valore di qT viene anche denominato quantile T-ennale. Parametri Regionali della Curva di Crescita GEV Periodo di Ritorno T ⎞ ⎛ y = − ln⎜ ln ⎟ ⎝ T −1⎠ kαε Figura 1.1. Schema di calcolo della massima portata temibile in un sito fluviale per un assegnato periodo di ritorno di T anni. Regione Omogenea xT = ε + xT qT = qindice xT α k (1 − e ) xT qindice qindice Bacino Idrografico − ky Metodo Diretto Metodi Indiretti Il fattore di crescita misura la variabilità relativa degli eventi estremi alle diverse frequenze; infatti, il rapporto tra due valori di portata con diversi periodi di ritorno qT’/qT” = xT’/xT” risulta una costante caratteristica della regione omogenea per qualsiasi coppia di valori T’ e T” del periodo di ritorno. La portata indice, invece, è una grandezza locale caratteristica del sito fluviale preso in esame, il cui valore dipende dalle caratteristiche climatiche, geologiche, geomorfologiche, idrografiche e dall’uso del suolo del bacino idrografico sotteso dal sito stesso. Il metodo della portata indice, basato sulla regionalizzazione statistica, muove dal presupposto che, per via dell’intrinseca carenza di informazione in una singola serie di Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 7/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE osservazioni di piena al fine di estrapolarne le previsioni a bassa frequenza, sia possibile sostituire lo spazio al tempo. Con questa impostazione, l’insieme delle osservazioni idrometriche di una regione omogenea viene impiegato per esplorare un campo di frequenze osservate di gran lunga superiore a quello coperto da una singola serie di osservazioni. A tale scopo, la metodologia prende in esame una serie indicizzata o rinormalizzata di dati di portata al colmo, che presenta una lunghezza sufficiente a stabilire la frequenza degli eventi rari, ossia dei valori di portata indicizzata con elevato periodo di ritorno. Metodo della portata indice. La portata al colmo di massima piena qT temibile in un generico sito fluviale è valutabile tramite la relazione qT = qindice xT , (1) dove xT indica un fattore di crescita, la cui dipendenza dal prefissato periodo di ritorno T viene fissata da una legge valida a scala regionale, e qindice rappresenta un valore indice della portata al colmo massima annuale, caratteristico del generico sito fluviale. Per i siti fluviali dove sono localizzate stazioni idrometrografiche dotate di affidabile scala delle portate si pone, in via preliminare, il problema se convenga utilizzare il metodo della portata indice, ovvero eseguire più semplicemente una estrapolazione statistica dei dati osservati nel sito in esame. Questo problema viene diffusamente trattato nel Capitolo 3, laddove viene affrontata la situazione relativa a siti fluviali dotati di stazioni idrometriche. In via affatto indicativa, l’analisi di una singola serie di n’ dati di portata al colmo massima annuale, non consente ragionevolmente di prevedere valori di portata temibile con periodo di ritorno superiore a 2n’ (Benson, 1962; Committee on Techniques for Estimating Probabilities of Extreme Floods, 1988). Un esempio di calcolo di qT con il metodo della portata indice è riportato in Scheda 1A. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 8/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 2. VALUTAZIONE DEL FATTORE DI CRESCITA In questo capitolo viene brevemente presentata la procedura di valutazione del fattore (adimensionale) di crescita xT che compare nella formula (1). Tale procedura si applica a scala regionale omogenea nei confronti del regime di piena ed è stata oggetto di studi specifici nel corso degli ultimi quindici anni. Vengono qui riportati i risultati salienti di tali studi e vengono riportate le curve di crescita di riferimento per i bacini liguri, sia con foce al litorale tirrenico, sia tributari del Fiume Po. 2.1. Fattore di crescita atteso Il fattore di crescita xT che compare nella formula (1) viene determinato applicando a scala regionale il modello probabilistico generalizzato del valore estremo, ossia la distribuzione GEV della variabile aleatoria X = Q/qindice, dove Q indica il massimo annuale della portata al colmo e la portata indice per il generico sito fluviale corrisponde al valore atteso dei massimi annuali di portata al colmo nel sito stesso. In questo caso, la relazione tra x e T, detta anche curva di crescita, risulta espressa dalla relazione xT = ε + (1 − e ), k α −kyT (2) dove yT indica la variabile ridotta di Gumbel, funzione del periodo di ritorno T in anni, data da T ⎞ ⎛ yT = − ln⎜ ln ⎟, ⎝ T −1⎠ (3) mentre i parametri k, α ed ε rappresentano, rispettivamente, il parametro di forma, il parametro di scala e il parametro di posizione della distribuzione 1 . I confini delle regioni omogenee di piena dell’Italia Nord Occidentale sono delineati in Figura 2.1 e, per l’area di interesse ligure, in Tabella 2.1. 1 La CDF della distribuzione di probabilità GEV (Jenkinson, 1955) è data dalla funzione ⎧⎪ ⎡ k (x − ε ) ⎤1 k ⎫⎪ FX (x ) = Pr[X ≤ x ] = exp⎨− ⎢1 − ⎬, α ⎥⎦ ⎪⎭ ⎪⎩ ⎣ che, per k = 0, degenera nella CDF della distribuzione di EV1 (Gumbel, 1958 e 1960), ⎡ ⎛ x − ε ⎞⎤ FX (x ) = Pr[X ≤ x] = exp ⎢− exp⎜ − ⎟ , α ⎠⎥⎦ ⎝ ⎣ anche nota come legge di Gumbel. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 9/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Regione A Regione B aa ZT1 Figura 2.1. Regioni omogenee dell’Italia Nord-Occidentale in relazione al regime di piena. Regione D ZT2 Regione C Tabella 2.1. - Regioni omogenee di piena dell’Italia Nord Occidentale di interesse per il territorio della Regione Liguria e loro campo di validità in funzione dell’area A del bacino idrografico sotteso. Regione Area idrografica A, km2 Bacini padani dalla Dora Baltea al torrente Grana 40÷1900 B Alpi e Prealpi Occidentali C Appennino Nord Occidentale e Bacini Tirrenici Bacini liguri con foce al litorale tirrenico e bacini padani dallo Scrivia al Taro 15÷1500 Zona disomogenea delle ZT2 Alpi Marittime: transizione tra Regione B e Regione C Bacino del Tanaro e suoi affluenti 50÷1500 Per le regioni omogenee di interesse ligure, in Tabella 2.2 sono riportati i relativi valori dei parametri k, α ed ε stimati con il metodo L-moments; le curve di crescita sono anche tracciate nell’abaco di Figura 2.2, mentre la Tabella 2.3 riporta i valori del fattore di crescita per alcuni valori salienti del periodo di ritorno. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 10/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 8 B Figura 2.2. Curve di crescita GEV regionali dell’Italia NordOccidentale di interesse per la Liguria tirrenica e padana. Fattore di crescita, xT 7 C Regione B 6 Regione C 5 4 3 2 1 1 10 100 1000 Periodo di ritorno, T, in anni Tabella 2.2 – Parametri della distribuzione GEV del fattore di crescita xT per le regioni omogenee di piena dell’Italia Nord Occidentale di interesse per il territorio della Regione Liguria (n indica la numerosità del campione utilizzato). Regione n α ε k B Alpi e Prealpi Occidentali 347 0.352 0.635 -0.320 C Appennino NO & Bacini Tirrenici 753 0.377 0.643 -0.276 Tabella 2.3 – Valori del fattore di crescita xT per alcuni valori salienti del periodo di ritorno T. Periodo di Ritorno, anni (Variabile ridotta, yT) Regione 10 20 50 100 200 500 (2.250) (2.970) (3.902) (4.600) (5.296) (6.214) B Alpi e Prealpi Occidentali 1.80 2.38 3.37 4.33 5.52 7.57 C Appennino NO & B. Tirrenici 1.82 2.38 3.29 4.14 5.17 6.87 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 11/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Tabella 2.4 – Esponente caratteristico m della relazione di potenza tra la media osservata del massimo annuale di portata al colmo di piena e la superficie del bacino sotteso, q = q (1)A m , a meno dell’errore standard di stima (in parentesi). Sono anche riportati i valori del contributo unitario caratteristico e del coefficiente di determinazione R2ln relativo alla regressione logaritmica. q (1) R2ln Regione m B Alpi e Prealpi Occidentali 0.901 (± 0.148) 0.525 0.76 C Appennino Nord Occidentale & Bacini Tirrenici 0.750 (± 0.080) 5.200 0.78 3 -1 -2m m s km L’identificazione delle regioni omogenee 2 qui presa a riferimento è quella condotta sviluppando l’impostazione multi-livello di De Michele & Rosso (2002) estesa poi a scala nazionale da Bocchiola et al. (2004). Il criterio guida è costituito dal metodo della omogeneità stagionale (Pardè, 1947; Burn, 1997) applicato alle piene massime annuali, i cui risultati sono stati poi sottoposti a verifica utilizzando un ventaglio di criteri, che comprende • sia il controllo della proprietà di invarianza di scala in senso statistico della portata al colmo di piena (Rosso et al., 1996); • sia il controllo di omogeneità statistica con i metodi di Wiltshire (1986) e di Hosking & Wallis (1993); • sia il controllo di bontà dell’adattamento con metodi inferenziali specifici per la distribuzione GEV, quali il test di Anderson-Darling modificato (Ahmad et al., 1988) e il test di Kolgomorov-Smirnov modificato (Chowdhury, 1991). Ai fini della regionalizzazione De Michele & Rosso (2002) e Bocchiola et al. (2004) hanno preso in considerazione i dati disponibili a livello nazionale da fonte ex-SIMN. Nel caso della Liguria Tirrenica, il set di dati è stato anche aggiornato al 1993 tramite uno studio specifico. Per l’area in esame è stato condotto un preliminare controllo statistico di qualità secondo quanto indicato da Adom et al. (1988). In Tabella 2.4 sono inoltre riportati gli esponenti caratteristici della proprietà di invarianza di scala della portata al colmo massima annuale Q al variare della superficie A del bacino sotteso, ossia Q ∝ Am. La stima dei parametri della legge GEV regionale è stata condotta in base ai dati di portata al colmo di piena massima annuale (serie AFS) riportati fino all’anno 1970 dalla Pubblicazione n°.17 dell’ex Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (SIMN). Per l’Italia Nord-Occidentale si fa riferimento per le rispettive aree di competenza all’Ufficio Po-Parma e alla Sezione di Genova, rispettivamente il bacino del fiume Po e 2 La suddivisione dell’Italia Nord Occidentale in regioni omogenee di piena è stata migliorata da de Michele & Rosso (2000a, 2001 e 2002) e da Bocchiola et al. (2004) rispetto ai precedenti lavori di Brath & Rosso (1994) e di Brath et al. (1997). Il primo considerava due sole regioni (in pratica, la Liguria Tirrenica e il bacino padano) in base alla semplice analisi inferenziale delle statistiche osservate delle serie di portata al colmo di piena. Gli studi successivi introducevano, quale criterio discriminante, la proprietà di invarianza di scala in senso statistico, che, tramite raggruppamento geografico, porgeva cinque diverse regioni, la cui omogeneità statistica era corroborata dalla verifica inferenziale. Il criterio qui adottato aggiorna i precedenti risultati considerando la stagionalità degli eventi estremi quale criterio discriminante, e utilizzando quindi la proprietà di invarianza di scala in senso statistico e l’analisi inferenziale quali criteri di controllo. Sul tema della regionalizzazione e dell’omogenietà si vedano anche i lavori di La Barbera & Rosso (1989), Gupta et al. (1994), Robinson & Sivapalan (1997). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 12/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE la Liguria Tirrenica. Grazie alla collaborazione della Sezione di Genova dell’ex-SIMN De Michele & Rosso (2000) hanno altresì integrato il campione della Liguria Tirrenica con i dati relativi al periodo 1970-1993 desunti dalle registrazioni idrometrografiche disponibili. Va peraltro osservato come tale integrazione non comporti una sostanziale variazione della curva di crescita stimata (Figura 2.3). Per la stima dei parametri è stato utilizzato il metodo L-moments, che, tra i diversi procedimenti inferenziali, fornisce le prestazioni più robuste in caso di distribuzione GEV (Hosking, 1990; Stedinger et al., 1992). Curva di Crescita delle Massime Piene nella Liguria Tirrenica in base alla Legge GEV Fattore di Crescita T LIGURIA LIGURIA anni fino al '70 fino al '93 10 1.83 1.83 50 3.48 3.44 100 4.48 4.40 200 5.73 5.60 10 Valutazione in base alle AFS pubblicate fino al 1970 (De Michele & Rosso, 1995; Brath et al., 1996) Aggiornamento in base alle AFS disponibili fino al 1993 9 8 QT /Qindice 7 6 5 4 3 2 1 1 10 100 1000 Periodo di Ritorno, T , anni Figura 2.3. Curve di crescita GEV regionali della Liguria tirrenica in base al campione statistico analizzato (Pubbl. n.17 ex-SIMN e serie integrata). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 13/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Fattore di crescita atteso. Una volta individuata l’appartenenza del sito fluviale di interesse a una data regione omogenea in base ai confini di Tabella 2.1, il fattore di crescita viene dedotto dalla Tabella 2.3 ovvero determinato, per l’assegnato periodo di ritorno di T anni, tramite la relazione xT = ε + (1 − e ), k α − kyT (2) dove la variabile ridotta yT va calcolata con la formula T ⎞ ⎛ yT = − ln⎜ ln ⎟, ⎝ T −1 ⎠ (3) e i valori dei parametri k, α ed ε sono dedotti dalla Tabella 2.2. Per le caratteristiche delle serie AFS osservate in sei stazioni idrometriche, il bacino del fiume Tanaro non appartiene ai bacini della Regione B, né a quelli della Regione C. Poiché le massime piene osservate descrivono un regime tipicamente di transizione tra queste due regioni, tale bacino viene considerato come una zona di transizione (ZT2) tra le stesse regioni B e C. Per valutare le piene nei corsi d’acqua della ZT2 si consiglia quindi la parametrizzazione della curva di crescita GEV sito per sito, pesando i parametri della legge GEV in base alla distanza minima del sito stesso dai confini delle limitrofe regioni B e C. Ai fini pratici, l’interpolazione pesata con la distanza dalle regioni limitrofe si può condurre direttamente sui valori del fattore di crescita (p.es., sui valori di Tabella 2.3 per i periodi di ritorno salienti ivi riportati). Un esempio di calcolo di xT con la curva metodo GEV è riportato in Scheda 2A per un sito della Regione C e in Scheda 2B per un sito della ZT2. Va osservato che, per via della • prossimità dei bacini con versante padano in territorio ligure, che ricadono in ZT2, alla Regione C, che comprende la Liguria tirrenica, • deviazione non molto accentuata tra le curve di crescita delle Regioni B e C, l’utilizzo della curva di crescita della Regione C anche per i bacini con versante padano della ZT2 comporta un’approssimazione generalmente accettabile, come si osserva anche dall’esempio della Scheda 2B. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 14/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 2.2. Errore standard di stima e limiti di confidenza del fattore di crescita Le valutazioni di piena comportano anche una valutazione dell’incertezza con cui le previsioni statistiche vengono calcolate. In generale, l’incertezza delle previsioni statistiche viene misurata dagli intervalli di confidenza dei quantili stimati della variabile aleatoria in esame. Fissato un livello di significatività a, cui corrisponde una confidenza pari a 100(1-a/2)%, l’intervallo di confidenza del quantile rinormalizzato con assegnato periodo di ritorno è dato dai limiti xˆT− = xT − ζ a / 2 Var [xˆ T ] , e xˆ T+ = xT + ζ a / 2 Var [xˆ T ] (4) dove il simbolo ^ indica la stima del quantile xT, e ζ a / 2 = Φ −1 (1 − a / 2 ) indica l’inversa della funzione di distribuzione di probabilità della variabile normale standard, Φ(ζ) = Pr[Ζ ≤ ζ], superato con una probabilità pari a a/2. Occorre quindi determinare la varianza di stima Var [x̂T ] , che dipende sia dalla distribuzione di probabilità, sia dal metodo di stima dei parametri. In letteratura sono disponibili diverse formule per la valutazione di Var [x̂T ] . La formulazione approssimata della varianza asintotica di stima del quantile xT, ottenuta da Hosking et al. (1985) per la distribuzione GEV/PWM, dove i parametri della distribuzione sono stimati attraverso i momenti pesati in probabilità, può comportare imprecisioni per campioni di dimensioni esigue e, soprattutto, risulta di difficile impiego pratico per la sua complessità. Sulla base di simulazioni Montecarlo, Lu & Stedinger (1992) hanno ricavato una formula per la misura dell’errore di stima del quantile GEV nel caso di campioni di numerosità limitata, 40 ≤ n ≤ 70, che in virtù della sua iper-parametrizzazione presenta anch’essa una limitata applicabilità. La formula approssimata proposta da De Michele & Rosso (2001a) per la valutazione della varianza di stima del quantile adimensionale della GEV/PWM, Var [xˆT ] = α2 n exp{yT exp[− 1.823k − 0.165]} , per k ≤ 0, (5) dove yT è la variabile ridotta di Gumbel, n è la numerosità del campione regionale rinormalizzato, α e k sono i parametri della distribuzione regionale GEV, fornisce buoni risultati sia per lunghe serie di dati, sia per campioni di numerosità limitata e si raccomanda nelle applicazioni pratiche per la sua semplicità. In Tabella 2.5 sono riportati, per alcuni valori salienti di T, i limiti di confidenza calcolati con ζa/2 = 1. Tali limiti, talora denominati limiti sigma, sono i valori di x T ± σ xˆT , che si ottengono appunto per il valore di ζ = 1, cui corrisponde un livello di significatività a ≅0.32, ossia una confidenza 84%. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 15/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Tabella 2.5 – Valori dei limiti di confidenza del fattore di crescita xT per alcuni valori salienti del periodo di ritorno T, avendo fissato un livello di confidenza corrispondente a ζa/2 = 1 (limiti sigma). Periodo di Ritorno, anni Regione 10 20 50 100 200 500 B Alpi e Prealpi Occidentali 1.69÷1.90 2.20÷2.56 3.00÷3.74 3.71÷4.95 4.47÷6.58 5.45÷9.69 C Appennino NO & B. Tirrenici 1.75÷1.89 2.27÷2.49 3.07÷3.50 3.79÷4.49 4.60÷5.74 5.78÷7.95 Errore standard di stima e limiti di confidenza del fattore di crescita. Noti i valori di n, α e k in base alle procedure del paragrafo precedente, si calcola Var [x̂T ] con la formula Var [xˆT ] = α2 n exp{yT exp[− 1.823k − 0.165]} , (5) per il prefissato periodo di ritorno T, dove il valore di yT viene ottenuto dalla formula (3). Fissato un livello di significatività a e un corrispondente livello di confidenza di 100(1-a/2)%, va calcolato il relativo valore di ζ a / 2 = Φ −1 (1 − a / 2 ) . I risultati vanno sostituiti nella formula xˆT+, − = xˆT ± ζ a / 2 Var ( xˆT ) , (4) che porge la coppia dei valori dell’intervallo di confidenza del quantile rinormalizzato per l’assegnato periodo di ritorno. In Tabella 2.5 sono riportati i valori dei limiti sigma (ζa/2 = 1) per alcuni valori salienti di T. Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 2C. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 16/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 3. METODI DI VALUTAZIONE DELLA PORTATA INDICE 3.1. Generalità Alla portata indice, in virtù del modello probabilistico adottato, compete un periodo di ritorno variabile da regione a regione, con valori compresi comunque tra 2.86 anni (Regione C: Appennino Nord-Occidentale e Bacini Tirrenici, che comprende l’intera Liguria Tirrenica) e 2.98 anni (Regione B: Alpi e Prealpi Occidentali, di interesse per il versante padano). Questa considerazione permette di valutare, ancorché in modo affatto approssimato e qualitativo, il valore della portata indice in un sito di interesse in base a osservazioni e ricostruzioni di piena e/o tramite considerazioni sulla geomorfologia fluviale. Per valutare in modo quantitativo la portata indice, qindice, ossia il valore atteso di portata al colmo massima annuale che particolarizza la formula (1) per un generico sito fluviale di interesse, si possono applicare diverse metodologie. Esse comprendono sia metodi diretti, sia metodi indiretti, caratterizzati da vario grado di complessità (v. Figura 3.1). Con i metodi diretti il valore di qindice viene calcolato dalle statistiche osservate in situ ed è utilizzabile se e soltanto se, nel sito in esame, sono disponibili sufficienti osservazioni dirette di portata al colmo. Con i metodi indiretti il valore di qindice viene derivato, per via della carenza o dell’insufficienza di osservazioni dirette, da quello di grandezze esogene. Va subito premesso come la scelta di una particolare metodologia dipenda sia dall’informazione disponibile, sia dall’affidabilità della previsione statistica che viene richiesta dalla specifica applicazione. Inoltre, ogni situazione pratica va affrontata sviluppando un appropriato ventaglio di metodologie, in ragione della possibilità o meno di applicare correttamente un certo metodo per il caso in esame. Non va comunque dimenticato come la valutazione della portata indice presenti tuttora notevoli difficoltà. Essa costituisce infatti uno dei problemi di maggiore complessità dell’idrologia, ancora aperto a larghi margini di miglioramento. Le indicazioni fornite nel seguito forniscono costituire un utile ausilio, sia per condurre valutazioni speditive, sia per sviluppare metodologie sofisticate. Le esemplificazioni riportate nelle schede (PARTE III) sono in gran parte riferite al caso del torrente Bisagno, sito nella Liguria tirrenica, con alcune eccezioni, come nel caso di simulazione idrologica dell’invaso, poiché non sono presenti siti diga rilevanti in quel bacino. Alcune sezioni del Bisagno sono state scelte come sito di prova per la dimostrazione delle diverse metodologie. Tale scelta è motivata dal fatto che la serie AFS dei dati idrometrici disponibili nella stazione di La Presa, sita nella parte montana del bacino, non è stata compresa nella serie regionale impiegata nella procedura di valutazione della curva di crescita, illustrata nel Capitolo 2, proprio per conservare un sito di validazione delle procedure. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 17/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Metodi Diretti Portata Indice Figura 3.1. Metodi di valutazione della portata indice in un sito fluviale. Metodi Indiretti AFS PDS Formule empiriche Tracce storiche Metodo geomorfoclimatico Simulazione a Ingressi Noti Simulazione Idrologica Simulazione dell’Evento Critico Simulazione a Ingressi Stocastici 3.2. Metodi diretti 3.2.1. Metodo diretto AFS Quando si dispone di n’ anni di osservazioni di portata al colmo di piena massima annuale (serie AFS) nel sito fluviale di interesse, la stima della portata indice è fornita dalla media aritmetica delle n’ osservazioni q’1,…, q’n’, ossia qindice = qˆ AFS = 1 n' ∑ q 'i , n ' i =1 (6) dove il simbolo ^ sta per valore stimato. Una valutazione del relativo errore standard di stima può essere condotta con la formula σ qindice n' 1 (q'i −qindice )2 , = ∑ n' (n'−1) i =1 (7) che mostra una rapida diminuzione dell’errore stesso all’aumentare della numerosità del campione disponibile. Dalla verifica dell’ipotesi nulla per un livello di significatività a, si possono derivare i limiti di confidenza a un livello di confidenza di 100(1 – a/2)% nella forma qindice ± Φ −1 (1 − a 2 ) σ qindice , dove Φ-1(.) indica l’inversa della funzione di distribuzione di probabilità della variabile normale standard (v. Tabella 2C.1). I valori di qindice ± σ qindice , che si ottengono per il valore di ζ = 1, sono spesso denominati limiti sigma e corrispondono a un livello di confidenza 84%. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 18/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 3A. 3.2.2. Metodo diretto PDS Quando si dispone di n’ anni di osservazioni di portata al colmo di piena nel sito fluviale di interesse, la stima della portata indice può essere condotta a partire dalla media dei massimi locali sopra una soglia prefissata, q”1,…, q”n”, detta serie di durata parziale o PDS, ossia 1 n" qˆ PDS = ∑ q"i , n" i =1 (8) Nell’ipotesi di distribuzione GEV e di successione poissoniana degli eventi che danno luogo ai massimi locali, la portata indice è univocamente legata al tasso di occorrenza Λ-1 degli eventi, ai parametri della curva di crescita e alla media dei massimi locali, a loro volta distribuiti secondo la legge generalizzata di Pareto (Brath et al., 1996). La formula qindice ⎡ ⎛ kε ⎞⎤ = qˆ PDS , con Λ < ⎢(1 + k )⎜1 + ⎟⎥ α ⎠⎦ ⎝ ⎣ α⎛ Λk ⎞⎟ ε + ⎜⎜1 − k ⎝ 1 + k ⎟⎠ 1 1k (9) consente di valutare il valore di qindice in base a quelli di ε, α e k della regione omogenea di riferimento, del numero medio annuo di eventi, Λ, e della media stimata della serie PDS (v. Figura 3.2). Questo metodo è più efficiente del precedente per campioni di lunghezza n’ limitata. La scelta della soglia va comunque condotta tenendo presente che bisogna rispettare l’ipotesi di indipendenza stocastica di cronologia poissoniana degli eventi: in pratica, la varianza del numero annuo di eventi deve essere significativamente pari al numero medio annuo Λ (Cunanne, 1979; Rosso, 1981). Va comunque osservato che, soltanto per Λ < [(1 + k )(1 + εk α )]1 k , vale la condizione q PDS > 0 . Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 3B. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 19/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Fattore di ragguaglio AFS/PDS 12 Figura 3.2. Fattore di ragguaglio tra portata indice e portata media della serie PDS. Regione B 10 Regione C 8 6 4 2 0 0 5 10 15 20 Numero medio annuo di piene indipendenti, Λ 3.2.3. Traslazione di stime dirette Per i siti fluviali prossimi a stazioni idrometriche dotate di scala di deflusso il problema è talvolta riconducibile alla stima diretta, riscalando i valori di progetto in base alla superficie del bacino idrografico sotteso nell’ipotesi di invarianza di scala. La prossimità è definita dalla circostanza che stazione idrometrica S1 e sito fluviale in esame S2 insistano sullo stesso tronco fluviale (definito, per esempio, in base a un criterio di classificazione quantitativa della rete idrografica) e che i bacini sottesi siano omogenei in relazione alla risposta idrologica di versante (per esempio, in termini di effetto combinato della natura e dell’uso dei suoli). Una volta condotta la stima della portata indice qindice[S1] nel sito S1 dove è ubicata la stazione idrometrica, il corrispondente valore qindice[S2] nel sito S2 in esame si può ricavare come m ⎛A ⎞ qindice [S 2 ] = qindice [S1 ] ⎜⎜ 2 ⎟⎟ , ⎝ A1 ⎠ (10) dove A1 e A2 sono le aree dei rispettivi bacini idrografici sottesi, mentre l’esponente m caratterizza l’invarianza di scala a livello regionale (v. Tabella 2.4). Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 3C. 3.3. Metodi indiretti 3.3.1. Formule empiriche I metodi empirici tradizionali sintetizzano le relazioni tra qindice e le caratteristiche fisiche dei corsi d’acqua tramite formule che, in linea generale, contemplano, quali variabili esplicative, indici di piovosità [W11,…,W1p1], di composizione geolitologica e/o geopedologica [W21,…,W2p1], di copertura vegetale [W31,…,W3p3], di geomorfologia Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 20/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE fluviale, [W41,…,W4p4], e di carico antropico [W51,…,W5p5]. Spesso vengono impiegate relazioni del tipo ⎛ pj b = costante × ∏ ⎜ ∏W ji ji ⎜ j =1 ⎝ i =1 5 qindice ⎞ ⎟ ⎟ ⎠ (11) dove la costante e gli esponenti vengono usualmente stimati tramite regressione lineare della trasformazione logaritmica delle medie osservate, lnqindice, su quella degli indici (lnW11, …, lnW5p5) particolarizzati per le stazioni disponibili (cfr., p.e., Natural Environmental Research Council, 1975). Poiché la numerosità dei campioni disponibili per la taratura è generalmente assai limitata, bisogna altresì contenere il numero delle variabili esplicative, in modo da garantire la necessaria robustezza e consistenza del modello statistico, la cui principale peculiarità deve quindi essere la parsimonia. Benché relazioni di questo tipo siano spesso in grado di spiegare una quota rilevante della varianza osservata di lnqindice, la loro capacità previsionale è abbastanza modesta quando si procede all’antitrasformazione. Poiché i margini di incertezza sono molto elevati, non è escluso che questi possano raggiungere, e superare, anche il 100% del valore calcolato in alcune zone prive di osservazioni, come del resto risulta evidente dagli andamenti delle regressioni condotte utilizzando la procedura “jack-knife”. Occorre perciò verificare in primo luogo la congruenza tra le portate stimate per via regressiva e quelle effettivamente smaltibili senza esondazioni nel tronco fluviale che comprende la sezione di interesse. Il valore stimato di qindice deve generalmente essere contenuto nell’alveo; qualora ciò non avvenga, salvo situazioni affatto particolari, la stima di qindice ottenuta con questa procedura va riesaminata in base a elementi oggettivi riferiti alla geometria dell’alveo, alle sue caratteristiche idrauliche, alla piovosità del bacino. Per ovviare, almeno parzialmente, a questi inconvenienti, le stime prodotte dalle leggi di regressione prima indicate vanno confrontate con verifiche puntuali basate sui metodi riportati nel seguito. Per i bacini dell’Italia Nord-Occidentale sono state tarate diverse formule empiriche con il metodo della regressione statistica, anche per rispondere alle specifiche esigenze legate alla disponibilità o meno di informazioni sufficienti a definire le variabili esplicative. In generale, è stata impiegata la formula c c c c c c qindice = c0 × W1 1 × W2 2 × W3 3 × W4 4 × W5 5 × W6 6 , (12) le cui variabili esogene sono indicate in Tabella 3.1, assieme ai valori stimati dei parametri c0, c1, c2, c3, c4, c5 e c6. Nella regressione, condotta singolarmente per ogni regione omogenea, non sono state però considerate più di quattro variabili esogene per ragioni di parsimoniosità e stabilità del modello statistico regressivo. Inoltre, si sono considerate soltanto variabili esogene di agevole determinazione, visto il carattere speditivo del metodo. Le variabili esogene considerate sono A: l'area del bacino imbrifero sottesa dalla sezione di interesse, in km2; il coefficiente pluviale orario, a1=E[H(1)], dove E[H(1)] indica il valore atteso a1 : dell’altezza di pioggia massima annuale per una durata unitaria di un’ora, in mm; ν: l’esponente della linea segnalatrice di probabilità pluviometrica scalainvariante, adimensionale; Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 21/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Hmb: SIII: la quota media del bacino sotteso rispetto alla sezione di chiusura, in km; il massimo volume specifico di ritenzione potenziale del terreno parametrizzato tramite il metodo CN-SCS (Soil Conservation Service, 1986) per condizioni di elevato imbibimento, ossia per AMC tipo III, espresso in mm; 2 A/Lap : fattore di forma dove Lap indica la lunghezza dell’asta principale, in km. I parametri a1 e ν del modello scala-invariante delle linee segnalatrici di probabilità pluviometrica sono stati valutati e mappati da Rosso et al. (1997) per l’intera area geografica del bacino del fiume Po e della Liguria tirrenica. Sia i criteri di valutazione che una mappatura a fine risoluzione spaziale dei parametri CN e S sono presentati in De Michele et al. (2000) per l’intero bacino del fiume Po. Tabella 3.1. – Parametri della formula empirica per la stima della portata indice (in m3/s) nella forma q indice = c 0 × W1c1 × W2c2 × W3 3 × W4c4 × W5 5 × W6 6 . Ogni riga riporta i valori dei parametri (coefficiente ed c c c esponenti) propri delle variabili esplicative indicate in colonna. Esponente della Variabile Esplicativa R2Log SELog R2 Bias [-] [-] [-] [%] 0.349 0.76 0.89 0.91 0.93 0.561 0.374 0.336 0.305 0.29 0.75 0.82 0.86 10 7.6 6.2 4.9 0.75 0.87 0.442 0.336 0.63 0.65 12 5.6 c6 W1 W2 W3 W4 W5 W6 [-] [km2] [mm] [-] [km] [mm] [-] B B B B 0.5 -3 7.3×10 1.6×10-2 -3 7.8×10 0.901 0.920 0.800 0.839 1.523 1.408 1.736 C C 5.2 2.62 0.750 0.807 C 2.51 C 0.21 Regione Fattore di forma del bacino, A/Lap2 c5 Parametro di ritenzione, SIII/100 c4 Quota media del bacino sotteso c3 Esponente di invarianza di scala pluviale, ν c2 Coefficiente pluviale orario**, a1 c1 Area del bacino sotteso, A c0 0.874 0.897 1.170 1.042 - 0.626 0.678 - 0.717 0.265 0.88 0.320 0.71 5.2 - 0.686 0.285 0.89 0.307 0.78 4.6 * dove W6 = Lap è la lunghezza dell’asta principale in km (da Brath et al., 1999). ** E[H(1)]: valore atteso dell’altezza di pioggia massima annuale per una durata unitaria (1 ora). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 22/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 1500 600 A A, a1 500 Portata Indice Stimata, mc/s Portata Indice Stimata, mc/s A A, a1, Dh 400 A, a1, Dh, A/L^2 300 200 100 A, Dh 1250 A, Dh, A/L^2 1000 A, Dh, A/L^2, a1 750 500 250 REGIONE B REGIONE C 0 0 0 200 400 600 800 0 Portata Indice Campionaria, mc/s 500 1000 1500 2000 Portata Indice Campionaria, mc/s Figura 3.3. Confronto tra valori campionari della portata indice e valori calcolati dalla formula empirica con diverse combinazioni di variabili esplicative. I risultati relativi ai bacini delle regioni di interesse sono anche riportati nelle Figure 3.3, dove si evidenzia il largo margine di incertezza legato all’applicazione delle formule empiriche derivate con il metodo della regressione statistica. Tale margine si riflette anche sui limiti sigma della portata indice stimata con questo metodo, che sono valutabili come exp[lnqindice ± SEln], dove SEln indica l’errore standard di stima della trasformazione logaritmica della portata indice. Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 3D. 3.3.2. Metodo delle tracce storico-documentali La documentazione in traccia delle alluvioni storiche è in grado di fornire un’informazione assai utile per la valutazione della portata indice. Il procedimento prevede il censimento delle esondazioni osservate e/o documentate, ossia degli eventi in cui la portata al colmo ha superato un livello di soglia qs noto o calcolato in base alla capacità idraulica di smaltimento del tronco fluviale che comprende la sezione in esame. A tal fine, i dati del Censimento delle aree italiane storicamente colpite da frane e da inondazioni (CNR-GNDCI, 1998) possono costituire una utile base di partenza. Se nel sito in esame si possono ricostruire le vicende alluvionali per un periodo abbastanza lungo, è possibile valutare la frequenza storica ricostruita della portata di soglia qs considerata. Quando sono stati documentati h superamenti in n’ anni, il valore atteso del periodo di ritorno del valore qs è dato da (v. Kottegoda & Rosso, p.425, 1997) n'+1 Tˆq s = . h +1 (13) La portata indice si può quindi calcolare come qindice = qs , xTˆ (14) s Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 23/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE dove il valore di soglia xTˆ del fattore di crescita viene determinato dalla formula (2) s per il particolare valore del periodo di ritorno calcolato con la (13). L’analisi storica richiede cura particolare, poiché vanno considerate le sole esondazioni dovute al supero effettivo della capacità di smaltimento del tronco fluviale, e non gli eventuali sfondamenti arginali, i rigurgiti da ostruzione e altri fenomeni di esaltazione degli effetti di una piena. Per la determinazione del valore di soglia qs bisogna ricorrere al tracciamento di profili idraulici di moto permanente e, nei casi in cui l’effetto della propagazione dell’onda di piena non sia trascurabile, a un modello idraulico di moto vario. Questo metodo si presta in modo particolare allo studio di siti fluviali che presentano zone riparie soggette a elevato carico antropico storicamente documentato, laddove si possono individuare tronchi del corso d’acqua controllati da asservimenti idraulici, quali gli attraversamenti stradali e ferroviari, le coperture, le arginature. I limiti sigma della stima del periodo di ritorno della portata di soglia, che sono dati da Tˆq s ± σ Tˆ = qs n ' +1 , ( n'−h )(h + 1) h +1m n'+2 (15) indicano come il metodo sia soggetto a un grado di incertezza crescente con la rarità dei superamenti. Questo metodo può anche essere classificato come metodo diretto, in quanto non utilizza né esplicitamente, né implicitamente altri dati se non quelli idrometrici. Due esempi di calcolo sono riportati in Scheda 3E. 3.3.3. Metodo geomorfoclimatico Generalità Il metodo geomorfoclimatico (Bacchi & Rosso, 1988; Adom et al., 1989; Brath et al., 1992) si basa sulla derivazione in probabilità della portata al colmo a partire dalle caratteristiche stocastiche del campo di pioggia e dalle caratteristiche fisiche del bacino esaminato. Il metodo geomorfoclimatico si basa sulla derivazione in probabilità delle statistiche del secondo ordine di una variabile aleatoria (portata al colmo di piena) a partire da quelle di due variabili primitive (tasso di pioggia e durata di un nubifragio) legate alla prima da relazioni deterministiche, che descrivono gli effetti della riduzione areale del volume di precipitazione, dell’assorbimento del terreno e della risposta della rete idrografica. Per via della non-linearità e la complessità di tali relazioni, la soluzione viene ottenuta con la tecnica di approssimazione SOSM (Second Order Second Moment) che prevede uno sviluppo in serie di Taylor fino al secondo ordine intorno alla media (v. Kottegoda & Rosso, 1997, p.153). L’applicazione di questo metodo comporta la preliminare valutazione di alcune grandezze caratteristiche del bacino e della sollecitazione meteorica temibile: • A: l'area del bacino imbrifero sottesa dalla sezione di interesse; Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 24/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE • CN: indice adimensionale di assorbimento del terreno (0 < CN < 100) a scala di bacino, secondo il metodo CN-SCS (Soil Conservation Service, 1986; De Michele et al., 2000); • tL: tempo di ritardo del bacino, che caratterizza la risposta della rete idrografica descritta dall’idrogramma unitario istantaneo. Il tempo di ritardo può essere stimato, per esempio, in base all’idrogramma unitario istantaneo geomorfologico (GIUH), ossia come tL = 2.3 (RB/RA)0.3 RL-0.4 LΩ/V, dove RA, RB e RL sono rispettivamente i rapporti d’area, di biforcazione e di lunghezza secondo lo schema Horton-Strahler, LΩ è la lunghezza dell’asta d’ordine massimo e V la velocità media spazio-temporale dell’onda di piena, tutti in unità di misura coerenti (Rosso, 1984; Rosso & Caroni, 1986). Una formulazione empirica più semplice e, nello stesso tempo, coerente con il metodo SCS-CN, porge tL = 0.22 (Lap)0.84 (S)0.14 (pmb)-0.20 in ore, dove Lap è la lunghezza dell’asta principale, in km, pmb la pendenza media del bacino, in %, e S il massimo potenziale di ritenzione del terreno, in mm (Bocchiola et al., 2003a). In alternativa, si può impiegare la tradizionale formula di Giandotti per il calcolo del tempo di corrivazione, tc = (4√A + 1.5 Lap) / (0.8√Δh) in ore, con A in km2, Lap in km e Δh in m, e ponendo tL = tc / 1.67. La formula di Giandotti fornisce però risultati spesso poco attendibili nei piccoli bacini, con area inferiore a 100 km2. • mi e Vi: rispettivamente, tasso medio di pioggia e coefficiente di variazione del tasso di pioggia di un generico nubifragio, descritto dal modello Poisson Rectangular Pulses (PRP) sotto forma di impulso rettangolare di intensità e durata aleatori; • mt e Vt: rispettivamente, durata media e coefficiente di variazione della durata di un generico nubifragio; • Λ: valore atteso del numero di nubifragi in un generico anno. In base a tali grandezze vengono quindi calcolati: ¾ η = mP / (mP + S): fattore di assorbimento relativo, pari al rapporto tra l’altezza media di precipitazione di un nubifragio, mP = mi mt in mm, e la quantità (mP + S), dove S rappresenta il massimo volume specifico di ritenzione del terreno, S = 254(100/CN – 1) in mm; ¾ χ = mt / tL: fattore di attenuazione idrografica, pari al rapporto tra la durata media di un evento e il tempo di ritardo del bacino; ¾ ψ = ARF: fattore di riduzione areale del tasso di pioggia, che descrive l’attenuazione spaziale del tasso di pioggia in funzione della durata media di pioggia mt e dell’area del bacino A. Il metodo fornisce quindi una valutazione della media dei massimi della serie di durata parziale nella forma q PDS = mR ⎡ 1 ⎛ ⎞ 1 − e − χ − ψVt2 ⎜ χe − χ + e − χ − 1 + χ 2 e − χ ⎟ + ⎢ mt ⎣ 2 ⎝ ⎠ ⎤ m + P ψVt2η (2 − η ) χe − χ + e − χ − 1 ⎥ mR ⎦ A ( ) (16) dove Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 25/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE [ m R = m Pη 1 + ψV P2 (1 − η )2 ] (17) rappresenta il volume specifico di ruscellamento, ossia il volume specifico di piena (volume per unità di superficie del bacino) dovuto al deflusso diretto. La valutazione di qindice a partire dal valore calcolato di q PDS va condotta tramite la formula (9). Sostituendo la (17) nella (16) e, quindi, il risultato nella (9) si ottiene quindi la formula qindice = 1 α ⎛⎜ Λk ⎞⎟ ε + ⎜1 − k ⎝ 1 + k ⎟⎠ ×A {[ ] mP × η 1 + ψV P2 (1 − η )2 × mt ⎡ 1 ⎛ ⎞⎤ × ⎢1 − e − χ − ψVt2 ⎜ χe − χ + e − χ − 1 + χ 2 e − χ ⎟⎥ + 2 ⎝ ⎠⎦ ⎣ 2 −χ −χ + ψVt η (2 − η ) χe + e − 1 ( (18) )} con l’avvertenza che il valore di Λ corrisponda a quello stabilito dal modello poissoniano di precipitazione con cui sono stati determinati i valori di mi, Vi, mt e Vt. Inoltre, l’applicazione delle formule (16), (17) e (18) va condotta utilizzando unità di misura coerenti. Questo metodo fornisce valori di qindice intrinsecamente più robusti di quelli ricavabili mediante le tradizionali formule regressive, di cui rappresenta una valida alternativa per i bacini che sottendono aree comprese tra 10 e 1000 km2. Esso consente di determinare anche la correlazione tra la portata al colmo e il volume di piena, offrendo così la possibilità di valutare in senso probabilistico gli idrogrammi di piena, necessari per la formulazione di scenari di progetto in alcune applicazioni (v. Bacchi & Rosso, 1988; Adom et al., 1989). Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 3F. Incertezze L’applicazione del metodo geomorfoclimatico è soggetta a due tipi di incertezze. Una prima e importante fonte di incertezza è legata alle approssimazioni assai rudimentali, con cui vengono descritte le caratteristiche stocastiche del campo di pioggia e viene rappresentata la risposta idrologica dei versanti e della rete idrografica, se si vuole ottenere un modello analitico trattabile dal punto di vista matematico. In particolare, il modello di assorbimento adottato nella derivazione geomorfoclimatica è basato sul metodo SCS-CN, ma trascura l’assorbimento iniziale e assume condizioni standard per lo stato di imbibimento iniziale, ossia AMC di tipo II. Un ulteriore fattore di incertezza è dovuto alle difficoltà di valutazione dei parametri del modello pluviometrico (anche per la necessità di disporre di dati a fine risoluzione temporale) assieme all’elevata sensitività del metodo alla stima di tali parametri. Taratura a-posteriori Se si dispone di dati idrometrici, si può ovviare a questa seconda difficoltà tramite una valutazione dei parametri mi, Vi, mt e Vt in base ai parametri delle linee segnalatrici di probabilità pluviometrica (LSPP) relative a un centro di scroscio localizzato in posizione baricentrica nel bacino. Poiché la soluzione risulta determinata a meno del Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 26/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE tasso annuo di accadimento 1/Λ, i dati idrometrici e la relativa portata indice stimata per via diretta sono utilizzati per la valutazione a-posteriori di Λ. Se si indica con • a1 il coefficiente pluviale orario, pari al valore atteso dell’altezza di pioggia massima annuale per una durata oraria, a1 = E[H(1)], in mm; con • ν l’esponente di scala della relazione che lega il generico quantile di altezza di pioggia con la durata, 0 < ν < 1, e con • VH il coefficiente di variazione dell’altezza di pioggia massima annuale, indipendente dalla durata secondo il modello scala invariante (Burlando e Rosso, 1996), si possono ricavare, noto il numero medio annuo di nubifragi Λ, i parametri di uno specifico modello stocastico di precipitazione, costituito da un rumore granulare a cronologia poissoniana con impulsi rettangolari di durata e intensità aleatorie indipendenti identicamente distribuite (iid) secondo CDF marginali di Pareto (modello PRPP, acronimo di Poisson Rectangular Pareto Pulses, v. Figura 3.4). I valori dei parametri i0 e γ (rispettivamente il parametro di scala e di forma della CDF del tasso di pioggia) e dei parametri t0 e θ (rispettivamente il parametro di scala e di forma della CDF della durata del nubifragio) si ricavano utilizzando in sequenza le equazioni 1 2 γ = 2 + VH−7 4 (19a) θ = γ (1 – ν) (19b) t0 = tiis (γ / θ)1/(γ - θ), con tiis = 1 ora, (19c) a1Λ−1 γ (19d) i0 = 1γ ⎛ γ ⎞ ⎟⎟ t θ0 γ ⎜⎜ ⎝ γ −θ ⎠ , Γ (1 − 1 γ ) dove Γ(s) indica la funzione gamma con argomento s. Quindi, si ottengono i valori di mi, Vi, mt e Vt con le formule mi = i0 γ / (γ - 1), Vi = [γ (γ - 2)] -1/2 (20a) , (20b) mt = t0 θ / (θ - 1), (20c) Vt = [θ (θ - 2)]-1/2, (20b) Il valore di Λ viene quindi determinato eguagliando il valore campionario di qindice con quello calcolato tramite il metodo geomorfoclimatico. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 27/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Figura 3.4. Schema del modello stocastico PRPP di precipitazione. Tasso di pioggia ts f t s (t s ) = is Arrivi Poissoniani f is θ t 0θ t θs +1 (is ) = γ i0γ isγ +1 Tempo w fW (w) = 1 Λ e − w Λ Questa particolare applicazione del metodo geomorfoclimatico è utile alla traslazione della portata indice stimata in una sezione idrometrica, dove si dispone di dati sufficienti alla stima diretta, a un’altra sezione dello stesso corso d’acqua o a quella di un corso d’acqua limitrofo, il cui bacino sotteso non sia omogeneo rispetto a quello sotteso dalla sezione idrometrica stessa (v. Scheda 3G). In questo caso, una volta determinato il valore di Λ per la sezione idrometrica, lo stesso valore viene impiegato per applicare la procedura nella sezione di interesse. Noto Λ e valutati a1, ν e VH per la sezione di interesse, si utilizzano ancora le formule (19) e poi le (20) per stimare i valori dei parametri di mi, Vi, mt e Vi caratteristici della sollecitazione meteorica. Si procede quindi al calcolo di mR con la formula (17), il cui risultato viene sostituito nella (16) per ricavare il valore di q PDS , che consente la valutazione di qindice tramite la formula (9). Variabilità spaziale Per via dell’intrinseca capacità di descrivere la variabilità spaziale delle grandezze caratteristiche prese in considerazione, il metodo si presta a una implementazione spazialmente distribuita sul territorio (Burlando et al., 1994). Il metodo geomorfoclimatico “distribuito” si adatta ai bacini di piccole e medie dimensioni, laddove risulti peraltro significativa la variabilità spaziale delle caratteristiche geologiche, geopedologiche e di uso del suolo; e laddove la rete idrografica presenti uno sviluppo articolato e complesso. Una volta prodotto lo sforzo per costruire il modello geomorfoclimatico e implementarne la consultazione mediante un supporto cartografico automatico, la previsione di piena può essere agevolmente condotta in ogni ramo del reticolo idrografico e coprire quindi l’intera gamma delle scale spaziali contemplata nel modello. Inoltre, il metodo si presta a valutazioni in presenza di modificazioni dello scenario climatico, delle pratiche agro-forestali e, più in generale, degli usi del suolo. In tal modo, è possibile valutare la sensitività del regime di piena in relazione a cicli climatici e/o interventi antropici distribuiti sul territorio stesso. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 28/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 3.3.4. Metodi di simulazione idrologica Con la costruzione di un modello idrologico di piena, in grado di descrivere la trasformazione afflussi-deflussi per le piene salienti, è possibile ricostruire una successione di eventi di piena nel sito fluviale di interesse. Se si dispone di alcuni idrogrammi osservati o, almeno, di valutazioni in traccia della portata al colmo di piena per gli eventi documentati da registrazioni pluviografiche, questa informazione può essere usata per tarare il modello. In caso si disponga di un congruo numero di eventi documentati, vale la pena di controllare le prestazioni del modello per alcuni episodi di piena non impiegati in fase di taratura. Le necessità di taratura variano con la complessità del modello, con la base fisica delle rappresentazioni matematiche adottate e con il dettaglio con cui viene descritto il sistema delle superfici scolanti e della rete idrografica. I recenti sviluppi della modellistica idrologica tendono sempre più a contenere il ruolo della fase di taratura del modello, riducendo la quantità dei parametri di calibrazione a favore di parametri valutabili in base alle caratteristiche fisiche del sistema. L’impiego delle moderne tecniche di analisi territoriale tende, nel contempo, ad aumentare il dettaglio spaziale del modello stesso, sostituendo alla descrizione globale della risposta idrologica, tipica dei modelli a parametri concentrati, una descrizione dettagliata e spazialmente distribuita dei processi di formazione e propagazione dei deflussi all’interno del bacino idrografico. Con riferimento alla modalità di rappresentazione delle precipitazioni in ingresso al modello idrologico, la simulazione può essere condotta utilizzando direttamente i dati osservati di pioggia (v. Figura 3.5) ovvero descrivendo le caratteristiche del campo di precipitazione in probabilità (v. Figura 3.6). In quest’ultimo caso, si potrà ricorrere sia alla congettura dell’evento critico, sia alla simulazione Montecarlo del campo di precipitazione e, quindi, della piena fluviale. Simulazione a ingressi noti Il calcolo del valore della portata indice può essere condotto via simulazione a ingressi noti, ricostruendo, tramite il modello, una serie esaustiva di episodi di piena per un congruo periodo, documentato da registrazioni pluviografiche sull’area del bacino sotteso dal sito fluviale di interesse. Dagli idrogrammi viene quindi estratta la serie ricostruita q”1,…, q”n” di n” anni di portata al colmo, in base alla quale calcolare la media come in caso di osservazioni dirette (v. Figura 3.5). Poiché si opera nel continuo temporale, il modello idrologico di piena deve prevedere l’aggiornamento continuo dello stato di imbibimento del terreno o, almeno, la sua valutazione all’inizio di ogni scroscio saliente. Il metodo è abbastanza consolidato con numerose applicazioni tecniche, anche se richiede uno sforzo non indifferente di raccolta e digitalizzazione delle serie storiche di dati di precipitazione a fine risoluzione temporale (p.es. oraria). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 29/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Simulazione a Ingressi Noti Serie storica oraria o suboraria Dati di Pioggia Figura 3.5. Procedure di simulazione idrologica a ingressi noti. Ragguaglio areale Modello Afflussi Deflussi Modello Continuo Globale Condizioni Iniziali di Imbibimento Modello Episodico Globale Simulazione dell’Evento Critico Linea segnalatrice di probabilità pluviometrica attesa Modello Episodico Distribuito Modello Continuo Distribuito Inferenza della Serie PDS/AFS Ricostruita Portata Indice Modello di Pioggia Distribuzione areale Simulazione a Ingressi Stocastici Modello stocastico temporale Modello stocastico spazio-temporale Condizioni Iniziali di Imbibimento Modello Afflussi Deflussi Modello Episodico Globale Portata Indice Evento Critico Modello Continuo Globale Modello Episodico Globale Modello Episodico Distribuito Modello Continuo Distribuito Inferenza di “ensemble” delle Serie Sintetiche PDS/AFS Figura 3.6. Procedure di simulazione idrologica a ingressi descritti in probabilità. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 30/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Simulazione dell’evento critico In alternativa alla simulazione a ingressi noti, si può ricorrere a una più semplice procedura approssimata, utilizzando, in luogo della serie storica dei dati pluviometrici, la linea segnalatrice di probabilità pluviometrica attesa nel centro di scroscio localizzato in posizione baricentrica, esprimibile in forma di equazione monomia E [h] = a1d ν , (21a) dove E[h] indica il valore atteso della altezza di pioggia cumulata temibile in d ore consecutive sul bacino sotteso, mentre i valori dei parametri a1 (coefficiente pluviale orario, pari al valore atteso della pioggia oraria massima annuale) e ν (esponente di scala, 0<ν<1) sono da intendersi ragguagliati sull’area del bacino sotteso dalla sezione di interesse, ovvero in posizione baricentrica rispetto all’area drenata. Il tasso medio di precipitazione risulta quindi E [ p ] = a1dν −1 , (21b) dove E[p] indica il valore atteso del tasso medio di pioggia temibile in d ore consecutive sul bacino sotteso. Mappature di larga massima dei valori di a1 e ν per l’intera superficie del bacini padano e del versante tirrenico della Liguria, ottenute estrapolando le stime locali con tecniche geostatistiche, sono riportate da De Michele & Rosso (2000a). Nell’Appendice “REGIME PLUVIOMETRICO LOCALE” sono riportate stime aggiornate di tali parametri per tutte le stazioni della Regione Liguria, sia padane che tirreniche. Tali stime sono state ottenute tramite l’applicazione del modello GEV scala invariante (SIGEV). Va rilevato come la base di dati utilizzata a tal scopo comprende le serie storiche dei massimi annuali di precipitazione con durata da una a 24 ore, che terminano nell’anno 1986, poiché a questa data risale la disponibilità ultima dei dati ufficiali pubblicati dall’ex-SIMN. Solo in alcuni casi è stato possibile aggiornare la base di dati fino al 1992. Dal 1986 sono trascorsi più di 20 anni e, disponendo dei dati supplementari, tali stime vanno rielaborate. Applicando questa metodologia, bisogna altresì ridurre il tasso di pioggia in ragione della superficie del bacino sotteso e della durata dello scroscio secondo formulazioni adeguate, ed, eventualmente, introdurre un verosimile profilo di pioggia in grado di riprodurre gli ietogrammi osservati, ossia la variabilità temporale della pioggia durante lo scroscio stesso, tenuto conto che questo aspetto va valutato in ragione della sensibilità del modello di trasformazione afflussi-deflussi e della durata critica. Le precipitazioni calcolate a partire dalla linea segnalatrice attesa di probabilità pluviometrica vengono quindi utilizzate in ingresso al modello di trasformazione afflussi-deflussi, determinando l’idrogramma di risposta e il relativo valore di picco. Per via della indeterminatezza della durata dello scroscio critico, bisogna procedere a un insieme di simulazioni per diverse durate. Per ogni simulazione si ricava il valore di portata di picco, qp = maxt[q(t; d)]. Ripetendo la simulazione con precipitazioni di dievrsa durata d, si determina l’evento critico, ossia la piena che produce la massima qp, la quale si realizza per una particolare durata di pioggia d, detta durata critica dCR (v. Figura 3.7). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 31/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE E[h(d)] E[p(d)] E[h(d)] E[p(d)]=h(d)/d d1 dCR d d2 q(t) qndice= qp(dCR) qp(d1) qp(d2) t Figura 3.7. Schema di soluzione per la simulazione idrologica dell’evento critico. In pratica, si risolve il problema di ottimo dCR : maxd {maxt [q(t; d)]} dove maxt [q(t; d)] indica la portata di picco qp dell’idrogramma q(t) prodotto da un precipitazione di durata d. La portata indice è quindi data da qindice = maxt [q(t; dCR)]}, essendo E[p(dCR)] → q(t; dCR) la trasformazione afflussi-deflussi operata (indicata con il simbolo →). Questa procedura comporta varie incertezze, legate sia alla ipotesi di trasformazione della pioggia temibile attesa in portata temibile attesa, sia alla congettura di evento critico, sia alle approssimazioni sulla configurazione spazio-temporale della pioggia stessa. Il maggiore svantaggio di questa procedura risiede comunque nella sua insensibilità alla variabilità spaziale delle precipitazioni. Tale procedura, per la sua consolidata pratica applicativa, può essere peraltro impiegata con successo nei calcoli speditivi e nei bacini di piccola e media dimensione, dove tale variabilità ha modesta importanza, tenendo comunque presente il margine di incertezza dei risultati ottenibili. Quando utilizzata per la stima della portata indice, questa procedura è peraltro meno distorta di quanto avvenga quando essa viene applicata alla stima dei quantili, per via dell’ipotesi di isofrequenza tra piogge intense e deflussi di piena, in molti casi confutata da episodi osservati. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 32/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Il metodo è indipendente dal modello idrologico adottato. L’esperienza indica che, nei bacini liguri, si ottengono risultati in accordo con le osservazioni utilizzando anche modelli concettuali di tipo semplice. Per esempio, • fattore di riduzione auto-affine (De Michele et al., 2002) o il fattore di riduzione areale standard WMO (U.S. Weather Bureau, 1958) per la valutazione della pioggia areale; • il metodo CN-SCS (Soil Conservation Service, 1986), generalmente con CN in classe III di AMC, per la valutazione dell’assorbimento del terreno, mentre una valida alternativa è costituita dal Top-Model (Beven & Kirkby, 1979) soprattutto nei casi in cui il ruscellamento avvenga totalmente per saturazione del suolo; • il metodo dell’idrogramma unitario istantaneo geomorfologico (GIUH) di forma gamma (Rosso, 1984) per la modellazione del ruscellamento nella rete idrografica. In alternativa, nei casi più semplici si può anche adottare l’idrogramma sintetico SCS del Soil Conservation Service (1972) che utlizza l’approssimazione triangolare (v. Chow et al., 1987, pp.228-230). Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 3H. Simulazione a ingressi stocastici e metodo Montecarlo I metodi più avanzati di simulazione prevedono la simulazione stocastica del campo di precipitazione. Con questo procedimento, si possono produrre lunghe serie sintetiche di tasso di pioggia a fine risoluzione temporale, tipicamente oraria o sub-oraria, talvolta anche in più siti, utilizzando modelli multisito o modelli spazio-temporali. I dati sintetici vengono quindi utilizzati in ingresso al modello deterministico di trasformazione afflussi-deflussi come in caso di ingressi noti. Poiché generalmente si opera nel continuo temporale, il modello di piena deve prevedere l’aggiornamento continuo dello stato di imbibimento del terreno o, almeno, la sua corretta valutazione all’inizio di ogni scroscio. Dall’idrogramma viene poi estratta la serie ricostruita q’1,…, q’n” di n’ anni di portata al colmo massima annuale, in base alla quale calcolare la media come in caso di osservazioni dirette. Per ottenere risultati consistenti con il metodo Montecarlo bisogna condurre stime di ensemble, le quali comportano la generazione di un insieme di storie parallele sufficientemente lunghe (sequenze o porzioni di traiettoria del processo stocastico) in base alle quali la stima del valore atteso viene condotta come media di ensemble. La letteratura fornisce alcuni esempi di applicazione del metodo, il cui utilizzo comporta peraltro una tecnologia complessa e costosa, che ne confina ancora l’impiego nell’ambito della ricerca applicata e dello studio di casi particolari (Rosso & Rulli, 2000). Va comunque rilevato come, tra tutti i metodi indiretti, questa metodologia sia quella in grado di ridurre significativamente l’incertezza di stima della portata indice altrimenti elevata. In prospettiva, la simulazione Montecarlo è anche la metodologia passibile dei maggiori progressi. Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 3I. Simulazione idrologica d’invaso nei siti delle dighe Il sistema idrografico è spesso asservito a impianti di regolazione. Nei siti fluviali in corrispondenza o prossimi alle dighe, laddove si dispone di serie consistenti di registrazioni del livello idrometrico, la procedura di valutazione della portata indice può usufruire della informazione deducibile dalla gestione pluriennale di questi impianti. Il Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 33/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE patrimonio storico dei rilevamenti condotti sugli organi di scarico delle dighe, reperibili, almeno in via teorica, presso il Servizio Nazionale Dighe o i concessionari, rappresenta infatti una importante fonte alternativa di osservazioni dirette rispetto ai dati ufficiali pubblicati dall’ex-SIMN. L’impiego di tale informazione richiede peraltro un notevole sforzo di ricostruzione dell’idrogramma in ingresso agli invasi, al fine di determinare il dato di portata al colmo di piena indisturbata. La simulazione idrologica necessaria a tale fine si basa sull’applicazione dell’equazione di continuità dell’invaso, q(t ) − q s (t ) = dV (t ) dt (22) dove • q(t) rappresenta la portata (indisturbata) di imbocco al tempo t (idrogramma di piena in ingresso, incognito), • qs(t) rappresenta la portata scaricata al tempo t (idrogramma di piena in uscita) che dipende sia dalle caratteristiche delle luci di scarico e dalla geometria dell’invaso, sia dalle regole di esercizio seguite dal gestore; e • V(t) rappresenta il volume invasato al tempo t, che dipende dal tirante idrico h che si realizza nell’invaso e può essere, in generale, espresso come una funzione V(t) = V[h(t)] del tirante idrico h(t). Noti qs(t) e h(t), l’integrazione dell’equazione (25) viene generalmente condotta con metodi alle differenze finite del tipo q (t ) + q (t + Δt ) q s (t ) + q s (t + Δt ) V [h(t + Δt )] − V [h(t )] , = + 2 2 Δt dove Δt rappresenta il passo temporale di integrazione. In questo caso, per ottenere risultati affidabili si consiglia lo schema di integrazione Runge-Kutta del quarto ordine. In base alla ricostruzione della q(t) per l’intero periodo disponibile, viene determinata la serie indisturbata dei massimi annuali (AFS) ovvero, se la durata delle osservazioni disponibili è limitata, la serie indisturbata di durata parziale (PDS). Le serie di dati indisturbati così ricostruiti sono assimilabili a serie osservate e la procedura di valutazione prosegue quindi secondo le indicazioni di § 3.2. Rispetto alle osservazioni nei siti dotati di stazione idrometrica, i dati ottenuti dalla procedura di ricostruzione possono comunque presentare una maggiore incertezza di campionamento legata alla qualità dell’informazione disponibile. Le maggiori fonti di incertezza sono date dalla risoluzione relativa con cui viene osservata la quota d’invaso rispetto ai volumi invasabili; dalla modalità e dalle procedure di acquisizione e archiviazione dei dati di gestione dell’impianto; e dall’effettivo funzionamento idraulico delle luci di efflusso rispetto alla configurazione di progetto della diga. In particolare, se la serie AFS dei dati ricostruiti (q’1,…, q’n’) è di lunghezza sufficiente, si può stimare la portata indice con il metodo diretto tramite la formula (6) e tramite la (7) il relativo errore standard di stima (De Michele et al., 1998b). Quando si utilizza la serie PDS, se ne calcola il valore medio con la formula (8) e si valuta la portata indice con la formula (9) particolarizzata per la regione omogenea che comprende il sito fluviale in esame. Quando la durata delle osservazioni è insufficiente all’applicazione del metodo diretto AFS o PDS, gli idrogrammi ricostruiti forniscono dati utili per Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 34/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE l’applicazione del metodo della simulazione idrologica, che, in questo caso, costituisce il metodo indiretto di riferimento. In caso di simulazione, gli idrogrammi ricostruiti costituiscono una fonte di informazione assai preziosa. Quando il modello di trasformazione afflussi-deflussi contiene parametri di calibrazione, tale informazione consente infatti la taratura del modello. Se si utilizza invece un modello concettuale o fisicamente basato, che non prevede parametri di calibrazione, questa informazione consente la validazione del modello stesso. Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 3L. Codici di calcolo automatico I metodi di simulazione possono utilizzare svariati codici di calcolo automatico per la costruzione del modello. Dal punto di vista della descrizione temporale del sistema, i modelli sono continui, se simulano il ciclo idrologico completo a scala di bacino, ovvero episodici, se simulano la risposta del bacino al singolo nubifragio isolato, note le condizioni iniziali del sistema all’inizio del nubifragio stesso. Dal punto di vista della descrizione spaziale del sistema, i modelli sono globali, se simulano i processi idrologici tramite una rappresentazione parametrica concentrata del bacino idrografico, ovvero distribuiti, se simulano tali processi tramite una rappresentazione parametrica locale a fine risoluzione spaziale. Esempi di codici per la costruzione di • modelli episodici globali sono forniti, p.es., dai codici HEC-1 (Hydrologic Engineering Center, 1990; Haested Methods, 1996), RORB (Laurenson & Mein, 1990) e FLEA (Ranzi & Rosso, 1997); • modelli continui globali sono forniti, p.es., dai codici PRMS (Leavesley et al., 1983) e HYRROM (Institute of Hydrology, 1994); • modelli episodici distribuiti sono forniti, p.es., dai codici THALES (Grayson et al., 1995) e FEST98 e i suoi derivati (Mancini et al., 2000; Rosso & Rulli, 2002; Montaldo et al., 2004); • modelli continui distribuiti sono forniti, p.es., dai codici IHDM (Beven et al., 1987) e da quelli derivati da SHE-Hydrologic European System, quali MIKESHE (Danish Hydraulic Institute, 1993) e SHE-SHESED/SHE-TRANS (Bathurst et al., 1995). Quando il processo di piena viene simulato tramite modelli episodici, bisogna comunque tenere conto delle le condizioni iniziali del sistema all’inizio del nubifragio. 3.3.5. Altri metodi tradizionali Alcune metodologie tradizionali di stima approssimata del valore di qindice fanno riferimento al contributo unitario di piena dedotto dai valori delle medie dei colmi di bacini idrologicamente simili. In questo caso si possono utilizzare sia dati pubblicati dall’ex-SIMN, laddove nel bacino simile esista o esisteva una stazione idrometrica, sia ricostruzioni in base a tracce storiche, sia simulazioni, se, per quantità e qualità dell’informazione disponibile, l’applicazione di tali metodologie si adatta meglio allo studio del bacino simile rispetto a quello del bacino in esame. La stima della portata indice è il prodotto tra contributo unitario medio del bacino simile e superficie del Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 35/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE bacino di interesse. Varianti di questa metodologia introducono caratterizzazioni della pluviometria e della geomorfologia dei bacini stessi, spesso su base affatto empirica e, quindi, difficilmente esportabile. Per via delle difficoltà nella definizione pratica del concetto di similitudine idrologica, questo insieme di metodologie non è consigliabile, anche se può rivelarsi utile, in alcuni casi, per valutazioni speditive di larga massima. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 36/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 4. CONTROLLI DI AFFIDABILITÀ DELLE STIME DI MASSIMA PIENA L’analisi di opere esistenti o progettate con riferimento a un determinato valore q* di portata al colmo T-ennale può talora richiedere una verifica del valore adottato. Poiché la valutazione di qT con il metodo della portata indice è comunque soggetta a un certo margine di incertezza, si può effettuare un controllo statistico dell’ipotesi nulla H0: qT = q* in contrapposizione all’ipotesi alternativa H1: qT ≠ q*. Questo controllo risulta agevole quando il sito fluviale coincide con una stazione idrometrica dotata di una congrua serie di dati AFS. La portata qT viene calcolata tramite la formula (1), ossia come qT = xT qindice, dove xT è dato dal fattore di crescita regionale di Tabella 2.3 e il valore di qindice viene stimato in questo caso con il metodo diretto AFS (v. §3.2.1) ossia con la formula (6). La relativa deviazione standard di stima tiene conto di due fattori di incertezza: l’incertezza associata alla valutazione del fattore di crescita, e quella legata alla stima della portata indice. Assumendo l’indipendenza di questi due fattori, la deviazione standard di stima di qT risulta pari a σ = σ x2 σ q2 T indice 2 + σ x2T qindice + xT2σ q2indice , (23) dove la varianza di stima relativa al fattore di crescita si calcola sostituendo nella formula (5) il valore di yT ottenuto dalla formula (3), mentre la varianza di stima della portata indice è data dalla formula (7). Va quindi scelto il livello di significatività a del rigetto l’ipotesi nulla, ossia della probabilità di commettere un “Errore di I Tipo”, rigettando l’ipotesi H0: qT = q* quando questa sia vera. La relativa “probabilità caratteristica” (data dalla probabilità di accettare l’ipotesi nulla quando essa sia falsa, commettendo un “Errore di II Tipo”) risulta q − q *⎞ q − q *⎞ ⎛ ⎛ pC = Φ ⎜ ζ a 2 − T ⎟ −Φ⎜−ζ a 2 − T ⎟, σ ⎠ σ ⎠ ⎝ ⎝ (24) dove ζ a / 2 = Φ −1 (1 − a / 2 ) indica l’inversa della funzione di distribuzione di probabilità della variabile normale standard, Φ(ζ) = Pr[Ζ ≤ ζ], superata con una probabilità pari a a/2 (v. Kottetgoda& Rosso, 1977, p.265). Una volta stabilito il livello di significatività a, p.es. 0.05 ossia il 5%, la portata di progetto q* risulterà accettabile se pC supera un prestabilito valore di controllo, p.es. 0.9 ossia il 90%. Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 4A. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 37/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 5. VALUTAZIONE DEGLI IDROGRAMMI DI PIENA 5.1. Introduzione Nel caso di un’opera di asservimento fluviale, la sicurezza intrinseca dell’opera è legata al valore della portata al colmo di piena che la sollecita. La crisi idrologica di un ponte è determinata dalla spinta ed eventuale sormonto delle acque, che superano la quota di intradosso ed eventualmente di estradosso: in questo caso contano il livello idrometrico e la velocità del flusso, entrambi legati alla portata al colmo che si realizza nel corso d’acqua. Analoghe considerazioni si possono fare per la maggior parte delle opere longitudinali di difesa idraulica e per molti manufatti soggetti alla furia delle acque. La pericolosità idraulica di un territorio ripario è invece legata a una fenomenologia più complessa dal punto di vista idrologico. Una piena con portata al colmo molto elevata può essere meno pericolosa, in termini di vastità dell’area inondata e di capacità di incidere il territorio, rispetto ad una piena con portata al colmo inferiore, ma caratterizzata da un volume idrico esondato assai più rilevante. In questo caso conta l’intera evoluzione temporale dell’evento idrologico (idrogramma) al di sopra della soglia di esondazione. In generale, la pericolosità idraulica scaturisce dalla intensità e dalla struttura temporale dell’evento idrologico. Tipico è il caso della sicurezza idrologica delle dighe o delle casse di espansione, per cui è necessario innanzi tutto accertarsi che gli scarichi di superficie siano dimensionati in modo tale da poter smaltire la massima portata di piena prevista, senza che il livello superi la quota franca al coronamento. Tale verifica consiste nel sollecitare il serbatoio con l’idrogramma di piena più gravoso rispetto alla vita dell’opera e controllare che gli scarichi di superficie siano in grado di smaltire la piena in maniera tale che il livello non superi la quota franca al coronamento. In molti casi, l’idrogramma più gravoso non è quello con la massima portata, ma, per via della laminazione, gioca un ruolo fondamentale l’effetto combinato della portata e del volume idrico, il cui effetto combinato determina la capacità o meno degli scarichi di soddisfare la sicurezza del regolare smaltimento della piena. Dal punto di vista normativo, la valutazione della pericolosità idraulica si fonda su una indicazione affatto generica degli eventi di riferimento. Per esempio, il D.P.C.M. 29 settembre 1998 (Atto di indirizzo e coordinamento per l’individuazione dei criteri relativi agli adempimenti di cui all’art. 1, commi 1 e 2, del decreto legge 11 giugno 1998, n. 180, Gazzetta Ufficiale Serie gen. - n. 3 del 5 gennaio 1999) recita “Disponendo di adeguati studi idraulici ed idrogeologici, saranno identificate sulla cartografia aree, caratterizzate da tre diverse probabilità di evento e, conseguentemente, da diverse rilevanze di piena: Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 38/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE a) aree ad alta probabilità di inondazione (indicativamente con tempo di ritorno "Tr" di 20-50 anni); b) aree a moderata probabilità di inondazione (indicativamente con "Tr" di 100-200 anni); c) aree a bassa probabilità di inondazione (indicativamente con "Tr" di 300-500 anni).” senza definire esplicitamente se con “tempo di ritorno” si intenda quello della portata la colmo di piena, del volume di piena ovvero della coppia di valori portata-volume. Il significato specifico di “evento idrologico T-ennale” resta indeterminato. In senso stretto, la pericolosità dovrebbe essere valutata tramite una molteplicità di scenari idrologici volti a valutare l’assetto dell’area inondata. Ciò comporterebbe una procedura di simulazione Montecarlo assai complessa e, allo stato attuale, mai affrontata in modo sistematico sotto l’aspetto tecnico-scientifico. Soltanto la successiva indicazione: “i valori delle portate di piena con un assegnato tempo di ritorno possono essere dedotti anche sulla scorta di valutazioni idrologiche speditive o di semplici elaborazioni statistiche su serie storiche di dati idrometrici. Comunque, ove possibile, e' consigliabile che gli esecutori traggano i valori di riferimento della portata al colmo di piena con assegnato tempo di ritorno dalle elaborazioni eseguite dal Servizio idrografico e mareografico nazionale oppure dai rapporti tecnici del progetto VAPI messo a disposizione dal GNDCI-CNR.” indica nella portata al colmo il riferimento primario. La Normativa tipo dei piani di bacino stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico dell’Autorità di Bacino di Rilievo Regionale, da adottarsi ai sensi del comma 1, art. 1, del D.l. 180/98, convertito con modifiche in l. 267/98 (v. Testo integrato normativatipo: DGR 357/01, DGR 1095/01, DGR 290/02) della Regione Liguria riprende sostanzialmente questa impostazione. Nel definire le categorie di aree relative alla pericolosità idrogeologica, si precisa che tali aree sono identificabili come “aree perifluviali inondabili al verificarsi dell’evento di piena con portata al colmo di piena corrispondente a periodo di ritorno T=50 anni, …omissis… T=200 anni, …omissis… T=500 anni.” Quindi, nel definire la pericolosità idraulica, anche l’Autorità della Regione Liguria indica quale principale riferimento la portata al colmo T-ennale. La valutazione di un idrogramma di riferimento o, meglio, di un insieme di idrogrammi di riferimento può essere peraltro condotta con varie e diverse metodologie. A rigore, un idrogramma di piena è la realizzazione di una porzione di traiettoria del processo stocastico dei deflussi fluviali. Una valutazione esauriente dovrebbe quindi esaminare tale processo stocastico, caratterizzarne le proprietà e modellarne le caratteristiche salienti, almeno fino alle statistiche di secondo ordine (vaori attesi e covarianza). Se in linea teorica questo approccio sarebbe possibile, in pratica è tuttora irrealizzabile, in quanto • non si dispone di serie storiche continue sufficientemente lunghe da garantire la consistenza delle valutazioni statistiche, • la non stazionarietà (p.e. componenti stagionali) e talora l’intermittenza del processo non consentono l’applicazione di modelli stocastici parsimoniosi in termini di parametrizzazione, • è difficilmente valutabile l’ipotesi di ergodicità. In estrema sintesi, l’idrogramma di una piena fluviale si caratterizza per il valore della portata di picco, ossia della portata la colmo, e del volume idrico, ossia il valore Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 39/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE integrale del processo, valutato generalmente dall’istante in cui inizia la fase di risalita all’istante in cui il contributo del ruscellamento superficiale viene ad esaurirsi. Dal punto di vista probabilistico, se si considerano quali variabili progettuali soltanto la portata al colmo, Q, e il volume, V, di piena, va caratterizzato in modo quantitativo l’evento di superamento o meno di una coppia [q, v] di valori di portata la colmo e volume assumendo una forma “sintetica” per descrivere l’idrogramma, noti la portata al colmo e il volume idrico dello stesso. In caso di disponibilità di dati osservati per un periodo di tempo sufficientemente prolungato, possono essere impiegati a tal scopo metodi diretti. Poiché non si tratta di un caso frequente, bensì assolutamente eccezionale in pratica, bisogna spesso ricorrere a metodi indiretti. Nel seguito, viene brevemente illustrato il metodo probabilistico diretto, basato sulla probabilità congiunta di portata al colmo e volume di piena, che, pur non essendo allo stato attuabile applicabile alla generalità dei casi, chiarisce la definizione di periodo di ritorno. 5.2. Metodo probabilistico diretto e definizione di periodo di ritorno 5.2.1. Impostazione del problema Viene qui descritto un metodo diretto per la determinazione di idrogrammi di piena di assegnato periodo di ritorno a partire dalla distribuzione di probabilità congiunta delle variabili “portata al colmo di piena” (indicata nel seguito con Q) e “volume di piena” (indicato nel seguito con V). Questo metodo è in grado di rappresentare la complessità del fenomeno di piena che si manifesta con un’ampia gamma di eventi caratterizzati da portata al colmo e volume di piena mutuamente variabili tra loro in senso probabilistico. Nell’analisi di frequenza delle piene l’attenzione è generalmente posta sulla determinazione del massimo di portata nota anche come portata al colmo di piena, Q, cfr. Rapporto VAPI-Nord Occidentale. Come sopra evidenziato, sia la valutazione della pericolosità idraulica del territorio, sia numerose tipologie di infrastrutture idrauliche, come le opere di laminazione (dighe, casse di espansione, vasche volano) richiedono la determinazione del corrispondente volume di piena, V, e dell’idrogramma, q(t). Trascurando l’effetto della forma dell’idrogramma, il problema si concretizza nella valutazione di due variabili aleatorie Q e V mutuamente dipendenti. In letteratura la modellazione probabilistica di due (o più) variabili dipendenti è stato principalmente condotto tramite la distribuzione bi(multi)-normale o modelli da questa derivati; per esempio, bi(multi)-lognormale. In tali modelli, la dipendenza statistica di ciascuna coppia di variabili è rappresentata dal relativo coefficiente di correlazione lineare, che tuttavia contempla soltanto legami lineari tra le variabili, raramente sempre riscontrabili dall’analisi di variabili di tipo estremo. Nel prosieguo la distribuzione congiunta delle variabili Q e V viene costruita utilizzando il concetto di Copula, recentemente introdotto in idrologia (De Michele & Salvadori, 2003; De Michele et al., 2005, Salvadori et al., 2007). 5.2.2. Copule bivariate La costruzione della distribuzione di probabilità cumulata congiunta, FXY, di due variabili aleatorie X, Y dipendenti, può essere condotta esprimendo FXY in termini delle Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 40/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE distribuzioni marginali FX e FY, e di una funzione di dipendenza denominata Copula, C, attraverso l’identità FXY = C(FX, FY). Indicato con I = [0, 1], la Copula C è una funzione bivariata definita nel quadrato unitario ed avente valori nell’intervallo unitario C: I×I → I e tale da soddisfare le seguenti condizioni: (i) ∀ u, z ∈ I si ha C(u, 0) = 0, C(u, 1) = u, C(0, z) = 0, e C(1, z) = z; (ii) ∀ u1, u2, z1, z2 ∈ I con u1 ≤ u2 e z1 ≤ z2 si ha C(u2, z2) - C(u2, z1) - C(u1, z2) + C(u1, z1) ≥ 0. La Copula C può essere interpretata come una distribuzione di probabilità congiunta di variabili uniformi nell’intervallo unitario. La funzione C è legata alla cumulata congiunta FXY mediante il teorema di Sklar: “Date due variabili continue X, Y aventi marginali FX e FY e distribuzione cumulata congiunta FXY, esiste una funzione C in modo tale che è possibile scrivere la FXY come FXY(x, y) = C(FX(x), FY(y)),∀ x, y. (25) Di contro, se C è una Copula ed FX e FY le marginali delle variabili X e Y, allora FXY è la distribuzione congiunta di marginali FX e FY.” La copula consente di separare la struttura di dipendenza dalla forma delle distribuzioni marginali e quindi permette una più agevole comprensione del significato dei parametri e lascia una maggiore libertà nella scelta delle distribuzioni marginali. Nel prosieguo si farà riferimento ad una particolare famiglia di copula, quella di Gumbel. L’espressione analitica di tale della copula è [ ⎧ C δ (u , z ) = exp⎨− (− ln u )δ + (− ln z )δ ⎩ ] 1/ δ ⎫ ⎬ ⎭ (26) ove u, z ∈I e δ∈[1, ∞] è il parametro di dipendenza. Per δ = 1 (limite inferiore) si ha C1(u, z) = uz e C1(FX, FY) = FX FY, dunque le variabili sono indipendenti. Per δ → ∞ (limite superiore) le variabili sono completamente dipendenti. Tale copula è in grado di modellare solo la dipendenza positiva tra le variabile (ovvero al crescere di X cresce anche Y o al decrescere di X decresce anche Y), di interesse nel presente studio. Per questa particolare copula, il parametro δ è legato alla misura di dipendenza (o concordanza) τ di Kendall attraverso la relazione τ(δ) = (δ − 1) δ (27) Nota una stima τ, l’eq.(27) consente di stima del parametro della copula, δ. La stima di τ si può effettuare attraverso la frequenza congiunta. A tal proposito si introduce il concetto di copula empirica. Sia (ul, zl), l = 1, …m, un campione di numerosità m estratto da una distribuzione continua congiunta di variabili uniformi. La copula empirica cm è definita come ⎛ i j ⎞ mij cm ⎜ , ⎟ = ⎝m m⎠ m Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA (28) 41/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE ove mij è il numero di coppie (u, z) che soddisfano le relazioni u ≤ u(i) e z ≤ z(j), dove u(i) e z(j) indicano le statistiche d’ordine del campione. La copula empirica rappresenta in altri termini la frequenza congiunta di variabili uniformi. Attraverso la copula empirica è possibile ottenere una stima di τ attraverso la relazione τˆ = 2m m m i −1 j −1⎡ ⎛ i j ⎞ ⎛ p q ⎞ ⎛ i q ⎞ ⎛ p j ⎞⎤ ∑ ∑ ∑ ∑ ⎢c m ⎜ , ⎟ c m ⎜ , ⎟ − c m ⎜ , ⎟ c m ⎜ , ⎟⎥ . m − 1 i =2 j =2 p=1 q =1⎣ ⎝ m m ⎠ ⎝ m m ⎠ ⎝ m m ⎠ ⎝ m m ⎠⎦ (29) 5.2.3. Distribuzione congiunta portata - volume Le variabili di interesse sono: il massimo annuale di portata al colmo di piena, Q, e il massimo annuale del volume di piena V, entrambi distribuite secondo una distribuzione generalizzata del valore estremo, GEV: ⎧ ⎡ 1/ κ Q ⎤ q − εQ ⎞ α ⎪ ⎢ ⎛⎜ ⎥ , q>ε + Q ⎟ ⎪exp − 1 − κ Q Q FQ (q ) = ⎨ ⎢ ⎜ ⎥ α Q ⎟⎠ κQ , ⎝ ⎣ ⎦ ⎪ ⎪⎩0 altrimenti (30) ⎧ ⎡ ⎪⎪exp ⎢− ⎛⎜1 − κ v − ε V V FV (v ) = ⎨ ⎢ ⎜⎝ αV ⎣ ⎪ ⎪⎩0 (31) ⎞ ⎟⎟ ⎠ 1 / κV ⎤ ⎥ , ⎥⎦ v > εV + αV κV , altrimenti dove εQ, εV sono parametri di posizione, αQ, αV > 0 parametri di scala, e κQ, κV < 0 parametri di forma. Inoltre, poiché le variabili Q e V sono definite positive, i parametri devono soddisfare le seguenti disuguaglianze εQ ≥ -αQ/κQ e εV ≥ -αV/κV. Sostituendo equazioni (30) e (31) nella (26), si ottiene la distribuzione cumulata congiunta delle variabili Q e V [( ⎧ FQ, V (q, v ) = Cδ FQ (q ), FV (v ) = exp ⎨− − ln FQ (q ) δ + (− ln FV (v ))δ ⎩ ( ) ⎧ ⎡ q − εQ ⎪ ⎛ = exp ⎨− ⎢⎜1 − κ Q ⎜ αQ ⎪ ⎢⎣⎝ ⎩ ⎞ ⎟ ⎟ ⎠ δ / κQ ) ⎛ v − εV + ⎜⎜1 − κ V αV ⎝ ⎞ ⎟⎟ ⎠ δ / κQ ⎤ ⎥ ⎥ ⎦ 1/δ ] 1/ δ ⎫ ⎬ ⎭ ⎫ ⎪ ⎬ ⎪ ⎭ (32) 5.2.4. Periodi di ritorno bivariati Nella pratica idrologica, l’evento di piena di progetto è di solito caratterizzato dal quantile di portata al colmo di piena, massima annuale, con periodo di ritorno TQ. Alcune volte si considera anche il quantile del volume di piena, massimo annuale, con medesimo periodo di ritorno TV = TQ, ovvero assumendo l’iso-frequenza delle variabili Q e V (corrispondente ad una perfetta dipendenza delle variabili). Per esempio, per il Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 42/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE dimensionamento degli organi di scarico di superficie di una diga si utilizza T = TQ = TV = 1000 anni. Tuttavia, le variabili Q e V sono dipendenti positivamente (con una correlazione che può essere più o meno debole, ma non necessariamente perfetta). Pertanto, l’evento di piena di progetto dovrebbe, a rigore, essere determinato considerando il periodo di ritorno della coppia (Q, V). Considerati i seguenti eventi marginali delle variabili Q e V: EQ < = {Q ≤ q} , EQ > = {Q > q}, EV < = {V ≤ v} , EV > = {V > v}, (33) questi eventi marginali, nel loro complesso esaustivi, possono essere combinati tra loro in diversi modi utilizzando, ad esempio, l’operatore OR “ ∨ ” oppure, l’operatore AND “ ∧ ”. L’operatore OR richiede che almeno uno dei due eventi marginali sia verificato. L’operatore AND, più restrittivo, richiede che ambo gli eventi marginali siano verificati. Conseguentemente, 8 possibili diversi eventi bivariati sono definiti, cfr. Tabella 5.1. Tabella 5.1. Eventi bivariati utilizzando l’operatore OR “ ∨ ” oppure l’operatore AND “ ∧ ”. OR “ ∨ ” EQ < = {Q ≤ q} {Q ≤ q} ∨ {V {Q ≤ q} ∨ {V EV < = {V ≤ v} EV > = {V > v} AND “ ∧ ” ≤ v} > v} EQ < = {Q ≤ q} {Q ≤ q} ∧ {V {Q ≤ q} ∧ {V EV < = {V ≤ v} EV > = {V > v} ≤ v} > v} EQ > = {Q > q} {Q > q} ∨ {V ≤ v} {Q > q} ∨ {V > v} EQ > = {Q > q} {Q > q} ∧ {V ≤ v} {Q > q} ∧ {V > v} Degli eventi bivariati, riportati in Tabella 5.1, quelli di maggiore interesse sono EQ∨ >,V > = {Q > q} ∨ {V > v} e EQ∧ >,V > = {Q > q} ∧ {V > v}, denominati anche eventi estremali. Indicate con P{EQ∨> ,V > } e P{EQ∧> ,V > } le probabilità di ciascuno dei due eventi estremali, i relativi periodi di ritorno risultano TQ∨>,V > = P TQ∧>,V > = { 1 EQ∨ >,V > { 1 P EQ∧ >,V > } = 1 , P[Q > q ∨ V > v ] (34) } = 1 . P[Q > q ∧ V > v ] (35) Le equazioni (34) e (35) possono essere scritte in termini di copule come: TQ∨>,V > = 1 1 = , P[Q > q ∨ V > v ] 1 − Cδ (u , z ) Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA (36) 43/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE TQ∧>,V > = 1 1 = , P[Q > q ∧ V > v ] 1 − u − z + Cδ (u, z ) (37) dove u=FQ(q) and z=FV(v). Se q e v sono entrambe caratterizzati da un periodo di ritorno (univariato) pari a T, siccome Cδ(x, x)<x, allora è verificata la seguente disuguaglianza TQ∨> ,V > < T < TQ∧> ,V > , ossia TQ∨>,V > < TQ < TQ∧>,V > , (38) e TQ∨>,V > < TV < TQ∧>,V > ., (39) In altri termini, fissato un periodo di ritorno T e i quantili T-ennali qT e vT, l’evento {Q > qT } ∨ {V > vT } è caratterizzato da un periodo di ritorno più frequente di T, mentre l’evento {Q > qT } ∧ {V > vT } ha un tempo di ricorrenza meno frequente di T. Alla luce delle normative illustrate nel paragrafo precedente, la pericolosità idraulica è riferita invece all’evento EV*T ,QT , = [{V ≤ v} ∧ {Q ≤ q} , con v ≤ vT e q ≤ qT ] (40) ossia vanno considerati tutti gli eventi (Q, V) che si possono verificare con periodo di ritorno pari al periodo di ritorno TQ = TV =T degli eventi incondizionati EQ > = {Q > qT } e EV > = {V > vT } dove qT e vT sono rispettivamente la portata al colmo e il volume con periodo di ritorno T-ennale. In pratica vanno ricercati gli eventi rappresentati in Figura 5.1, dove si ha TE * = 1 . Cδ (u, z ) Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 44/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Realizzazioni (Q,V) Q50 V50 Tr(Q,V)=50anni Tr(Q,V|Q<=Q50,V<=V50)=50anni 5.000 Volume di Piena, Mmc Figura 5.1. Eventi di riferimento per la valutazione della pericolosità idraulica (T=50anni) alla luce della normativa. I punti indicano le possibili realizzazioni (Q,V) determinate via simulazione Montecarlo. 4.000 3.000 2.000 1.000 100 200 300 400 500 Portata al Colmo, mc/s 5.2.5. Stima dei parametri della distribuzione congiunta portata - volume Un problema particolarmente delicato nell’utilizzo di modelli multivariati è la stima dei parametri. Le copule consentono di semplificare tale problema attraverso una stima separata dei parametri delle marginali e del parametro di dipendenza. Infatti, è possibile utilizzare metodi classici, come il metodo dei momenti o il metodo degli L – moments per i parametri delle marginali e il metodo dei momenti (attraverso la τ di Kendall) per la stima del parametro di dipendenza. Alternativamente è possibile effettuare una stima congiunta dei parametri utilizzando il metodo della massima verosimiglianza, che comporta la massimizzazione di una campo scalare nello spazio dei parametri e richiede l’applicazione di un algoritmo di ottimizzazione. L’affidabilità dell’algoritmo iterativo gioca un ruolo importante nella stima parametrica e nella capacità previsionale del modello. Questo algoritmo necessita di una condizione iniziale, che riveste particolare importanza nella soluzione di un problema non-lineare quale quello in esame. Tale condizione può essere fornita da stime separate dei parametri delle marginali e del parametro di dipendenza così come indicato in precedenza. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 45/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 5.2.6. Simulazione Montecarlo di coppie portata-volume La generazione sintetica di coppie portata – volume, aventi un’assegnata dipendenza statistica, può essere effettuata attraverso il metodo Montecarlo. Tale generazione si basa sulla uguaglianza: FQ max,V (q ,v ) = FQ max (q ) ⋅ FV Q max (v q ) = FV (v ) ⋅ FQ max V (q v ) (40) Tale relazione comporta che le variabili u1 = FQ(q) e u2 = FV|Q(v|q) siano uniformi nell’intervallo unitario ed indipendenti. Quindi è possibile generare una coppia (u1 , u2) e, successivamente, applicando il teorema della trasformazione integrale in probabilità, ricavare una coppia (q, v) le due realizzazioni delle variabili q = FQ-1(u1) e v = FV|Q-1(u2|u1). 5.2.7. Generazione di idrogrammi sintetici note le coppie portata - volume La generazione sintetica di idrogrammi di piena può essere ottenuta a partire da una generazione di coppie (q, v) portata-volume ipotizzando una forma dell’idrogramma di piena. In prima istanza si può assumere l’idrogramma piena di forma triangolare con un tempo 2V di base Tb, uguale a Tb = , con Qmax =qT e un tempo di risalita Tp = Tb/2.67, e un Qmax tempo di recessione uguale a 1.67Tp, (Soil Conservation Service, 1972; Chow et al., 1988, p.229). L’idrogramma di piena, q(t), risulta 2 ⎧ Qmax t 1 . 335 0 ≤ t ≤ Tp ⎪ ⎪ V q(t ) = ⎨ 2 ⎪1.6Q − 0.8 Qmax t T ≤ t ≤ T p b max ⎪⎩ V (41) Alternativamente è possibile costruire l’idrogramma di piena, di assegnato picco Qmax e volume V, come convoluzione di un’idrogramma unitario istantaneo (IUH), ad esempio, di tipo serbatoio lineare. In tal caso, l’idrogramma di piena, q(t), risulta ( ) ⎧V −t / k ⎪t 1 − e ⎪0 q (t ) = ⎨ ⎪ V e −(t −t0 ) / k − e −t / k ⎪⎩ t 0 [ 0 ≤ t ≤ t0 ] . (42) t0 ≤ t ove t0 è una funzione di Qmax e V attraverso l’equazione transcendente t −0 Q t 0 max = 1 − e k , e k è la costante d’invaso (v. Bras, 1990, p.445). V Un’altra possibilità è considerare un’idrogramma unitario istantaneo caratteristico di una cascata di n serbatoi lineari in serie (IUH di Nash). In tal caso, l’idrogramma di piena, q(t), risulta Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 46/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE ⎧V t 1 ⎛ t − ζ ⎞ n−1 −(t −ζ ) / k dζ ⎪ ∫0 ⎜ ⎟ e ⎪ t 0 kΓ(n ) ⎝ k ⎠ q(t ) = ⎨ n −1 ⎪ V t0 1 ⎛ t − ζ ⎞ −(t −ζ ) / k dζ ⎪ t ∫0 kΓ(n ) ⎜ k ⎟ e ⎝ ⎠ ⎩0 0 ≤ t ≤ t0 , (43) t0 ≤ t ove t0 è una funzione di Qmax e V; n e k sono i parametri dell’IUH di Nash. 5.2.8. Applicabilità del metodo diretto Il metodo diretto porge l’impostazione concettualmente più corretta per la generazione di idrogrammi sintetici e consente una valutazione accurata del periodo di ritorno. Poiché esso si basa sulla distribuzione di probabilità bivariata congiunta delle variabili aleatorie “portata al colmo di piena” e “volume di piena” (indicato nel seguito con V), bisogna analizzare un congruo campione di osservazioni sperimentali, in modo da poter identificare e stimare un modello probabilistico idoneo a descrivere le statistiche congiunte di Q e V. Gioca quindi un ruolo essenziale la corretta identificazione dell’evento di piena e delle sue caratteristiche salienti, Q e V. L’analisi dei dati idrometrici richiede la definizione a priori degli istanti iniziale e finale dell’evento di piena, in quanto essi determinano l’entità del volume idrico associato all’evento stesso. La maggior difficoltà riguarda la determinazione dell’istante finale, in quanto l’inizio dell’evento di piena è contraddistinto, in genere, da una rapida risalita dell’idrogramma e, quindi, da un improvviso elevato gradiente positivo di portata. In prima approssimazione, si può determinare l’istante finale in modo assai semplice, assumendo che tale istante venga identificato da un valore di portata pari a quello relativo all’istante iniziale scelto. In pratica, una volta individuato l’istante iniziale, cui è associata una portata pari a qi, si considera quale istante finale quello per il quale la portata di esaurimento nel ramo discendente dell’idrogramma, qf, eguaglia qi. Se tale criterio è ragionevolmente adatto a rappresentare le piene nei piccoli bacini montani, all’aumentare della dimensione del bacino gli effetti di esaurimento possono diventare assai rilevanti. In questo caso, bisogna identificare sul ramo discendente dell’idrogramma l’esaurirsi della fase superficiale di deflusso, che si attua sia per ruscellamento superficiale diretto, sia per deflusso subsuperficiale rapido. Una volta scelto il criterio per la determinazione degli istanti di inizio e fine degli idrogrammi, è possibile, a partire da un numero sufficiente di anni di osservazione, ricavare una serie storica di coppie di valori di portata al colmo e volume di piena massime annuali (serie AFS). In alternativa, alla serie AFS, si può prendere in considerazione la serie degli episodi di piena con portata al colmo superiore a un prefissato valore di soglia (serie POT o PDS). Sia la serie AFS che la PDS permette di studiare sia la distribuzione di probabilità delle due variabili considerate separatamente (distribuzione marginale) che la distribuzione congiunta di entrambe contemporaneamente (distribuzione congiunta). La scelta tra l’approccio AFS e quello PDS dipende dalla lunghezza del campione disponibile, essendo la PDS preferibile quando si dispone di un numero non troppo elevato di anni di osservazione. La distribuzione di probabilità congiunta consente di tenere conto della mutua dipendenza che lega la portata al colmo e il volume di piena. Una volta identificato e Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 47/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE stimato il modello probabilistico, si possono generare, via simulazione Montecarlo, coppie di valori di portata e volume che, da un lato, rispettino le distribuzioni marginali delle due variabili e, dall’altro, costituiscano due realizzazioni congiunte caratterizzate da una struttura di dipendenza stocastica coerente con quella osservata. In base a tali valori, si può quindi procedere alla costruzione di idrogrammi sintetici di progetto, a patto di fissarne la forma. La forma dell’idrogramma ha una importanza minore, relativamente a quella del valore della portata di picco e del volume (Henderson, 1963a). Esso può quindi essere scelto, per esempio, di semplice forma triangolare, oppure, in maniera tale che l’idrogramma unitario istantaneo coincida con quello relativo a un prefissato modello concettuale della trasformazione della pioggia netta in deflusso alveato. In linea affatto teorica, l’applicabilità pratica del metodo probabilistico diretto potrebbe essere migliorata affrontando la regionalizzazione della copula e dei parametri della distribuzione congiunta. Questo tipo di analisi richiede però l’integrazione di tutte le serie osservate di portata la colmo massima annuale con i relativi volumi di piena. Lo sviluppo di una tale analisi richiede uno sforzo notevole di raccolta dei dati e, ragionevolmente, può essere affrontato soltanto nell’ambito di uno studio specifico a livello regionale. 5.3. Metodo diretto approssimato: curva di riduzione volume-durata 5.3.1. Procedura di valutazione Uno dei possibili metodi diretti, di tipo approssimato, per la determinazione dell’idrogramma di piena è quello basato sulla curva di riduzione volume-durata (v., p.es., Mignosa, 2000). Esso è basato sull’estrazione dalle onde di piena storiche delle massime portate medie in assegnate durate temporali (v. Figura 5.1). All’interno di un generico anno di osservazioni idrometriche continue, si fa scorrere una finestra temporale di lunghezza prefissata D e si sceglie la posizione temporale t che fornisce la massima portata media all’interno di tale finestra, ossia ⎧1 t ⎫ Q D = max⎨ ∫ Q(τ)dτ⎬ . t ⎩ D t−D ⎭ (44) Si ripete questa operazione per tutti gli anni per cui si hanno le misure e per diversi valori della durata D; in questo modo è possibile determinare la distribuzione di probabilità di QD per ogni durata D considerata. Per ciascuna durata viene anche calcolata la posizione r del picco, definita come la frazione ( 0 ≤ r ≤ 1 ) della finestra temporale che precede il picco (rD) e l’intera durata considerata (D). Si riesce in questo modo a determinare una funzione che riproduce il valore di r al variare di D, r = r (D) . La conoscenza di questo valore permette di modellare in modo sintetico la forma dell’idrogramma da generare. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 48/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 800 700 Portata (m 3/s) 600 500 400 300 200 D 100 rD 0 0 24 48 72 96 120 144 168 192 216 240 264 288 Tempo (ore) Figura 5.2. Estrazione della massima portata media nella durata D e della corrispondente posizione del picco da un evento osservato. L’analisi delle massime portate medie di fissata durata consente di ricostruire la curva di riduzione dei colmi di piena (FDF, Flood Duration Frequency) che fornisce la massima portata media di assegnata durata per un prefissato periodo di ritorno T (v. Figura 5.3). 1200 T = 100 anni Portata (m 3/s) 1000 T = 50 anni 800 600 T = 10 anni 400 T = 5 anni 200 0 0 12 24 36 48 60 72 Durata (ore) Figura 5.3. Curva di riduzione dei colmi di piena. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 49/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 1200 T = 100 anni Portata (m 3/s) 1000 800 T = 50 anni 600 400 T = 10 anni 200 T = 5 anni 0 -24 -12 0 12 24 36 48 60 Tempo (ore) Figura 5.4. Esempi di idrogrammi sintetici per diversi periodi di ritorno. Fissato il periodo di ritorno di riferimento T, la determinazione dell’idrogramma sintetico (v. Figura 5.4) si realizza come segue: - il valore della portata al colmo è fornito dalla curva di riduzione dei colmi di piena per D = 0 ; - ciascun intervallo temporale attorno al picco viene scomposto in due parti: una di ampiezza rD prima del colmo e l’altra di ampiezza (1-r)D dopo il colmo; - il volume da distribuire attorno al picco nell’intervallo temporale sopra definito viene dedotto dalla curva di riduzione dei colmi e vale QD D. 5.3.2. Applicabilità del metodo della curva di riduzione volume-durata In pratica, la procedura è affatto analoga a quella impiegata nel campo dell’idrologia urbana per la costruzione di ietogrammi sintetici di progetto del tipo “Chicago” a partire dalle linee segnalatrici di probabilità pluviometrica (Keifer & Chu, 1957). A differenza delle reti di fognatura, generalmente dimensionate con periodo di ritorno dell’ordine di 101 anni, le fasce fluviali richiedono la valutazione delle variabili di progetto con periodo di ritorno assai più elevato, dell’ordine di 102, mentre manufatti importanti quali le dighe vanni verificati per periodo di ritorno ancor più elevato, dell’ordine di 103 o 104 anni. Questa differenza fa sì che alcune ipotesi che, per periodi di ritorno modesti, non portano a eccessive approssimazioni, nei casi di interesse conducano a forti limitazioni. Questa metodologia consente infatti di ottenere idrogrammi sintetici per i quali la massima portata media in ogni assegnata durata parziale, compresa tra 0 e D, coincide con quella fornita dalla curva di riduzione dei colmi di piena di assegnato periodo di ritorno. A ciascun idrogramma viene attribuito convenzionalmente lo stesso periodo di Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 50/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE ritorno della curva di riduzione dei colmi di piena impiegata per la sua costruzione. Il periodo di ritorno effettivo dell’idrogramma può tuttavia risultare assai differente: questa circostanza costituisce un limite non soltanto teorico, ma anche applicativo della metodologia stessa. L’applicabilità pratica di questa metodologia è comunque assai limitata per via della necessità di disporre di osservazioni di portata in continuo (o almeno per gli eventi più significativi di ogni anno di osservazione) a fine scala temporale (oraria o suboraria in una situazione geografica come quella ligure). Le curve di riduzione possono anche essere parametrizzate in modo empirico sulla base di caratteri geormorfologici e/o climatici, così come illustrato nel caso delle formule empiriche di valutazione della portata indice. A tal fine, non si dispone attualmente di studi regionali dei bacini liguri basati su questa metodologia. Disponendo di questo tipo di analisi, il metodo può essere applicato anche per via indiretta. Idrogrammi di riferimento nei siti dotati di osservazioni idrometriche. Una volta stimata la portata al colmo con il metodo diretto oppure con il metodo della portata indice, gli idrogrammi di riferimento potranno essere valutati a rigore tramite lo sviluppo del metodo probalistico diretto. Questa metodologia risulta affidabile soltanto se la serie delle osservazioni presenta una lunghezza significativa. In alternativa, si potrà eseguire l’analisi delle registrazioni idrometriche in continuo e determinare sperimentalmente la curva di riduzione volumeportata. Anche in questo caso, la metodologia risulta affidabile soltanto se la serie delle osservazioni presenta una lunghezza significativa. Altrimenti, è consigliabile l’adozione dei metodi indiretti descritti nel seguito. 5.4. Metodi indiretti 5.4.1. Metodi di simulazione idrologica Generalità La costruzione di un modello idrologico di piena, che descrive la trasformazione afflussi-deflussi, consente di ricostruire una successione di eventi di piena nel sito fluviale di interesse. Se si dispone alcuni idrogrammi osservati o, almeno, di valutazioni in traccia della portata al colmo di piena per gli eventi documentati da registrazioni pluviografiche, questa informazione può essere usata per tarare il modello. Se si dispone di un congruo numero di eventi documentati, vale la pena di controllare le prestazioni del modello per alcuni episodi di piena non impiegati in fase di taratura. Le necessità di taratura variano con la complessità del modello, con la base fisica delle rappresentazioni matematiche adottate e con il dettaglio con cui viene descritto il sistema delle superfici scolanti e della rete idrografica. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 51/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Gli sviluppi della modellistica idrologica tendono sempre più a contenere il ruolo della fase di taratura del modello, riducendo la quantità dei parametri di calibrazione a favore di parametri valutabili in base alle caratteristiche fisiche del sistema. L’impiego delle moderne tecniche di analisi territoriale consente di aumentare il dettaglio spaziale del modello stesso, sostituendo alla descrizione globale della risposta idrologica, tipica dei modelli a parametri concentrati, una descrizione dettagliata e spazialmente distribuita dei processi di formazione e propagazione dei deflussi all’interno del bacino idrografico. Con riferimento alla modalità di rappresentazione delle precipitazioni in ingresso al modello idrologico, la simulazione può essere condotta utilizzando direttamente i dati osservati di pioggia, ovvero descrivendo le caratteristiche del campo di precipitazione in termini di modello stocastico. In questo caso, si ricorre alla simulazione Montecarlo del campo di precipitazione e, quindi, della piena fluviale. Simulazione a ingressi noti Il calcolo può essere condotto via simulazione a ingressi noti, ricostruendo, tramite il modello, una serie esaustiva di episodi di piena per un congruo periodo, documentato da registrazioni pluviografiche sull’area del bacino sotteso dal sito fluviale di interesse. Dagli idrogrammi vengono estratta le serie ricostruite q”1,…, q”n” e v”1,…, v”n” di n” anni di portata al colmo e volume di piena, in base alle quali applicare il metodo probabilistico diretto illustrato in precedenza. Poiché si opera nel continuo temporale, il modello idrologico di piena deve prevedere l’aggiornamento continuo dello stato di imbibimento del terreno o, almeno, la sua valutazione all’inizio di ogni scroscio saliente. Il metodo è abbastanza consolidato con numerose applicazioni tecniche, anche se richiede uno sforzo non indifferente di raccolta e digitalizzazione delle serie storiche di dati di precipitazione a fine risoluzione temporale (p.es. oraria). Simulazione a ingressi stocastici e metodo Montecarlo I metodi più avanzati di simulazione prevedono la simulazione stocastica del campo di precipitazione. Con questo procedimento, si possono produrre lunghe serie sintetiche di tasso di pioggia a fine risoluzione temporale, tipicamente oraria o sub-oraria, talvolta anche in più siti, utilizzando modelli multisito o modelli spazio-temporali. I dati sintetici vengono quindi utilizzati in ingresso al modello deterministico di trasformazione afflussi-deflussi come in caso di ingressi noti. Poiché generalmente si opera nel continuo temporale, il modello di piena deve prevedere l’aggiornamento continuo dello stato di imbibimento del terreno o, almeno, la sua corretta valutazione all’inizio di ogni scroscio. Dall’idrogramma vengono poi estratte la serie ricostruite q’1,…, q’n” e v’1,…, v’n” di n’ anni di portata al colmo massima annuale e volume di piena, in base alla quale calcolare la distribuzione congiunta con il metodo delle copule, come in caso di osservazioni dirette. Per ottenere risultati consistenti con il metodo Montecarlo bisogna condurre stime di ensemble, le quali comportano la generazione di un insieme di storie parallele sufficientemente lunghe (sequenze o porzioni di traiettoria del processo stocastico) in base alle quali la stima del valore atteso viene condotta come media di ensemble. La letteratura fornisce alcuni esempi di applicazione del metodo, il cui utilizzo comporta peraltro una tecnologia complessa e costosa, che ne confina ancora l’impiego nell’ambito della ricerca applicata e dello studio di casi particolari (Rosso & Rulli, 2000). La procedura pratica può venire sviluppata sulla falsariga dell’esempio di calcolo riportato in Scheda 3I limitatamente alla portata al colmo. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 52/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Simulazione dell’evento critico Questa metodologia costituisce una valida alternativa alla simulazione, sia a ingressi noti, sia a ingressi stocastici, e viene esaminata in dettaglio nel successivo Paragrafo 5.4.3. Applicazione della simulazione idrologica Va rilevato come, tra i metodi indiretti, la simulazione a ingressi stocastici sia, in liena teorica, quella in grado di ridurre significativamente l’incertezza di stima delle previsioni statistiche di piena, altrimenti elevata. Infatti, la simulazione a ingressi noti fornisce campioni di numerosità abbastanza limitata, in base ai quali la stima della distribuzione congiunta portata-volume per un singolo sito risulta affetta da un elevato (e intrinseco) grado di incertezza. In prospettiva, la simulazione Montecarlo rappresenta la metodologia passibile dei maggiori progressi. Allo stato attuale, la sua applicazione incontra però due problemi, che ne limitano l’utilizzo pratico a livello tecnico. Il primo problema, di natura pratica, riguarda la mole di dati ed elaborazioni necessari allo sviluppo di tale procedura. In genere, tali dati non sono disponibili sotto forma di archivi digitali, se non per gli ultimi anni, ossia da quando sono state installate stazioni pluviografiche di tipo automatico. Si richiede quindi un’onerosa procedura di restituzione digitale degli archivi storici reperibili in formato cartaceo, tenuto conto che bisogna disporre di serie continue di precipitazioni orarie e/o suborarie per un congruo numero di anni di osservazione. Il secondo problema, di natura non soltanto pratica ma anche concettuale, è legato alla tuttora scarsa affidabilità dei modelli stocastici di precipitazione nella riproduzione della coda della distribuzione di probabilità degli eventi estremi. In generale, tali modelli sono basati sulla clusterizzazione di Neyman-Scott o di Bartlett-Lewis, necessaria a riprodurre la variabilità temporale e l’intermittenza del processo di precipitazione. Essi riproducono in modo consistente le statistiche di primo e secondo ordine delle precipitazioni alle diverse scale temporali, ma non sempre sono in grado di riprodurre le statistiche di ordine superiore e i quantili a bassa frequenza. Inoltre, tali modelli sono assai sensibili agli algoritmi di ottimizzazione necessari alla calibrazione dei parametri (Burlando & Rosso, 1991b). Per questo motivo, se adottata per la valutazione di valori indice la metodologia risulta assai robusta, mentre nella riproduzione degli eventi a bassa frequenza possono talora verificarsi sottostime sistematiche, specie se la procedura di calibrazione non tiene esplicitamente conto di questa necessità. 5.4.2. Metodi empirici speditivi Molte sono le difficoltà pratiche che si incontrano sia nell’applicazione delle metodologia probabilistica, sia nella valutazione delle curve di riduzione, peraltro non affatto congruenti sotto il profilo concettuale con la struttura probabilistica del fenomeno di piena, sia nello sviluppo della simulazione idrologica a fine scala temporale. Per questo motivo sono state sviluppate svariate metodologie indirette di calcolo speditivo, scarsamente documentate dal punto di vista scientifico, ma largamente adottate in pratica. Questi metodi si basano generalmente sulla trasformazione afflussi deflussi e utilizzano i diversi metodi di simulazione idrologica illustrati nei capitoli precedenti. Per via della modesta letteratura disponibile e per la Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 53/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE natura fortemente empirica di tali procedure, risulta difficile illustrare questi metodi in modo organico. Il metodo proposto nel paragrafo successivo si propone di fornire un inquadramento concettuale per l’utilizzo di una metodologia speditiva di tipo indiretto, finalizzata alla valutazione di idrogrammi di riferimento condizionati dal valore della portata la colmo di progetto, nota in base alla procedura illustrata nei capitoli precedenti. 5.4.3. Metodo indiretto dell’evento idrometeorologico critico Simulazione dell’evento idrometeorologico critico Nel Capitolo 3 è stata illustrata, ai fini della valutazione della portata indice, la procedura della simulazione idrologica che utilizza (in ingresso a un modello di trasformazione afflussi-deflussi) la linea segnalatrice di probabilità pluviometrica nel centro di scroscio localizzato in posizione baricentrica. Quando questa procedura viene utilizzata per la stima della portata T-ennale, utilizzando a tal scopo la linea segnalatrice di probabilità pluviometrica T-ennale, questa procedura fornisce in generale risultati distorti, per via della nonlinearità della risposta idrologica dei bacini imbriferi. In pratica, l’ipotesi di isofrequenza tra piogge intense e deflussi di piena non è confortata sotto il profilo teorico e, in molti casi, è confutata dall’analisi degli episodi osservati. Secondo il modello scala-invariante, la linea segnalatrice nel centro di scroscio è rappresentata da una equazione monomia del tipo h = adν , (45) in una forma nota già dagli studi idrometeorologici della fine del secolo XIX, dove h indica il valore atteso della altezza di pioggia cumulata temibile in d ore consecutive sul bacino sotteso, il parametro a indica il coefficiente pluviale orario, generalmente in mm/hν (pari al valore della pioggia oraria in mm) e ν l’esponente caratteristico di scala (0<ν<1). In termini di tasso medio di pioggia, p, la (45) si può anche scrivere come p = atν −1 . (46) Nell’Appendice “REGIME PLUVIOMETRICO LOCALE” sono riportate stime di tali parametri delle linee segnalatrici di probabilità pluviometrica per le stazioni di interesse dei bacini liguri, sia tirrenici che padani, ottenute tramite l’applicazione del modello GEV scala invariante (SIGEV) assieme a una breve descrizione del modello stesso. Tali stime sono state ottenute dalla base tuttora disponibile, che comprende le serie storiche dei massimi annuali di precipitazione con durata da una a 24 ore. Tale base di dati termina nell’anno 1986, poiché a questa data risale la disponibilità ultima dei dati ufficiali pubblicati dall’ex-SIMN. Solo in alcuni casi è stato possibile aggiornare la base di dati fino al 1992. Dal 1986 sono trascorsi più di 20 anni e, disponendo dei dati supplementari, tali stime vanno rielaborate. Infatti, non solo aumenta la numerosità dei campioni statistici per le stazioni di riferimento, ma possono anche aumentare le stazioni di riferimento inserendo quelle che, a tutto il 1986, non avevano dati di numerosità sufficiente a garantire una stima robusta. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 54/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Si vuole procedere alla valutazione approssimata degli eventi di interesse alla luce della normativa, EV*T ,QT , = [{V ≤ v} ∧ {Q ≤ q} , con v ≤ vT e q ≤ qT ] . Per via delle difficoltà a valutare vT, si considerano cautelativamente gli eventi [{V ≤ v} ∧ {Q ≤ q} , con q ≤ qT ], che sono illustrati schematicamente in Figura 5.5, ossia le coppie di valori di portata e volume che si possono verificare con periodo di ritorno incondizionato T-ennale della portata al colmo qT. Q50 Tr(Q,V)=50anni Tr(Q,V|Q<=Q50)=50anni Portata al Colmo q(t) Tr(Q) Volume di Piena 100 50 20 t 20 50 100 Tr(V) Fig. 5.5. Idrogrammi di riferimento di interesse per la determinazione di idrogrammi di riferimento T-ennali. Si può allora assumere che gli eventi di interesse siano comunque prodotti da un assetto meteorologico caratterizzato dalla struttura di invarianza di scala tipica dell’area in esame, rappresentata dall’esponente caratteristico ν. In pratica, si assume che l’esponente caratteristico ν rappresenti l’impronta climatica degli eventi pluviali estremi nell’area in esame. Questa ipotesi di lavoro implica che la portata T-ennale di progetto qT sia prodotta da una precipitazione h = aT* dν, (47) dove ν è l’esponente caratteristico della pluviometria del bacino sotteso dalla sezione di interesse, e il parametro aT* è dato dal valore di a che, con il metodo dell’evento critico, produce una portata al colmo pari a qT. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 55/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE In generale, il valore di aT* è differente dal valore di aT proprio della linea segnalatrice T-ennale, poichè l’ipotesi di isofrequenza non è in generale verificata, sia sotto il profilo teorico, sia, nella maggioranza dei casi, sotto l’aspetto pratico (v., p.e., Reed, Flood Estimation Handbook, 1999). La procedura da applicare è quindi la seguente: dato il valore T-ennale di portata al colmo qT, va ricercata la coppia di valori {aT* , dCR} che produce come risultato la portata di picco qp = qT quando si applichi la trasformazione afflussi-deflussi. Il problema risulta indeterminato se non si tiene conto del secondo assioma di criticità, ossia che il campo di pioggia critico sia anche quello che corrisponde alla minima altezza di pioggia cumulata in grado di provocare una piena con portata di picco pari a qT. Quindi, la coppia di valori {aT* , dCR} dovrà anche soddisfare la condizione aT* = min{a}. In pratica, la criticità idrometrorologica dell’evento comporta anche che, tra tutte le possibili situazioni rappresentate dalla curva h = aT* dν, quella che produce la portata di picco qT sia anche quella più frequente, ossia quella che presenta il minimo coefficiente pluviale a. Dato il valore T-ennale di portata al colmo qT, tramite il modello di trasformazione afflussi-deflussi, [ p(d) = adν-1 ] → q(t; a ,d) indicata con il simbolo →, va ricercata la coppia di valori {aT* dCR} che produce la portata di picco qT, sotto la condizione che aT* = min{a}. Viene così caratterizzato l’evento [{V ≤ v} ∧ {Q ≤ q} , con q = qT ] , ottenendo il volume critico V(qT) e ricavandone contestualmente l’idrogramma caratteristico. Nella maggioranza dei casi, la ricerca dei valori della durata dello scroscio critico e del coefficiente pluviometrico critico va condotta tramite un procedimento di soluzione numerica. Infatti, una soluzione analitica in forma esplicita può essere sviluppata solo per modelli di trasformazione di tipo elementare. Bisogna quindi procedere a un insieme di simulazioni per diverse durate e diversi valori del coefficiente pluviale critico, in base alle quali ricavare il valore di portata di picco con il metodo dell’evento critico. In pratica, utilizzando il modello di trasformazione afflussi-deflussi in modo iterativo, si risolve un problema di ottimo, determinando la coppia di valori a = aT* e d = dCR per cui si ha { maxt [q(t ; aT*, dCR)] = qT } ^ { aT*,= min a } (48) dove: • maxt[q(t; a, d)] indica la portata di picco qp dell’idrogramma q(t) prodotto da una precipitazione di altezza h = adν e generica durata d, e • qT il valore T-ennale di portata al colmo valutato precedentemente con il metodo della portata indice. Il problema di risolve ricercando tra tutte le possibili coppie {a, d} di valori di a e d, l’insieme Ω={a’, d’} delle coppie che producono una portata di picco qp pari a qT. Tra queste, la coppia {aT* dCR} è quella che, nell’insieme delle coppie Ω={a’, d’}, ha il minimo valore di a’. Una procedura speditiva di calcolo si imposta operando la ricerca diretta di { min a } sotto il vincolo di { qp = qT }, esplorando direttamente tutte le possibili coppie {a, d} dei Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 56/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE valori di a e di d che producono, tramite il modello di trasformazione afflussi-deflussi, la portata di picco qp = qp(a, d). Tale procedura può essere condotta inizializzando correttamente il procedimento di ricerca con valori di durata prossimi al tempo di ritardo del bacino e valori del coefficiente pluviometrici prossimi al valore T-ennale della linea segnalatrice di probabilità pluviometrica. In alternativa è possibile calcolare iterativamente i due valori di dCR ed aT* incogniti, sulla base di due equazioni: la prima data dalla condizione di massimo valore di q(t) coincidente con qT, la seconda da quella di annullamento del gradiente di q(t) in funzione di dCR ed aT*. Questa procedura è, dal punto di vista del calcolo, più laboriosa, ma non richiede un algoritmo di ottimo ad alta efficienza come nel caso della procedura precedente. Con il procedimento sopra illustrato viene determinato il modello idrometerologico di riferimento in grado di descrivere in modo sintetico il complesso fenomeno che può produrre una portata al colmo qT nella sezione fluviale di interesse. Simulazione degli idrogrammi equivalenti Per la valutazione approssimata degli altri eventi di interesse alla luce della normativa, [{V ≤ v} ∧ {Q ≤ q} , con q < qT ] , si utilizza l’ipotesi di criticità idrometeorologica, in base alla quale gli eventi di interesse sono comunque prodotti da un assetto meteorologico caratterizzato dalla struttura di invarianza di scala, rappresentata dall’esponente caratteristico ν. Il procedimento è illustrato dal diagramma di flusso di Figura 5.6. Modello Episodico Globale Portata al Colmo T-ennale Linea segnalatrice di probabilità pluviometrica Simulazione dell’Evento Critico Durata critica, dCR Coefficente pluviale critico, aT* Modello Afflussi Deflussi Linea segnalatrice di probabilità pluviometrica critica Durata di pioggia d =dCR Evento (idrogramma) T-ennale Riferimento qp = qT Modello Episodico Globale Durata di pioggia d >dCR Evento (idrogramma) T-ennale Equivalente qp< qT Figura 5.6. Procedura di simulazione idrologica con il metodo dell’evento meteorologico critico. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 57/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Una volta noto il valore del coefficiente pluviometrico critico aT* e determinata quindi la linea segnalatrice critica (47), tale relazione può essere quindi impiegata in ingresso al modello di trasformazione afflussi-deflussi, assumendo una generica durata di pioggia dp diversa da dCR, ossia [ p(dp) = aT* dpν-1 ] → q(t; aT* ,dp) e calcolando il valore di picco qp(aT* ,dp) = maxt [q(t; aT* ,dp)]. Il valore della portata al colmo risulterà sempre inferiore a qT, in virtù del concetto di evento critico, ma per valori di durata della precipitazione dp maggiori di dCR si otterranno volumi di piena maggiori di V(qT) e idrogrammi con durata di base maggiore dell’idrogramma caratteristico determinato in precedenza. Tali idrogrammi potranno quindi essere considerati di riferimento per la valutazione della pericolosità idraulica T-ennale, in quanto prodotti da situazioni meteorologiche simili (in termini di autosomiglianza statistica o invarianza di scala) a quella che può produrre l’evento critico T-ennale in termini di portata al colmo. Il procedimento complessivo è ulteriormente schematizzato in Figura 5.7. Portata al Colmo T-ennale 0 4 8 12 16 20 24 28 1122 40 44 48 0 1500 20 Portata Pioggia Locale 3 Portata [m /s] Simulazione dell’Evento Critico 36 p = aT*d1-ν m3/s Durata di pioggia 10,29 ore Tempo Corrivazione 6,80 ore Coeff Afflusso 0,49 32 2000 Pioggia Ragguagliata 1000 40 Pioggia Netta LSPP 500 60 0 Volume di Piena 39,617 106 mc Tasso di Pioggia [mm/ora] Durata Critica, dCR Torrente Cellina a Barcis Torrente …..… a ………… Portata al colmo, q max 80 0 4 8 12 16 20 24 28 32 36 40 44 48 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Evento Critico per assegnata portata T-ennale 0 4 8 12 16 20 24 28 32 40 44 48 1500 20 Portata 3 Pioggia Locale Pioggia Ragguagliata 1000 40 Pioggia Netta LSPP 500 60 0 Tasso di Pioggia [mm/ora] 0 p = aT*d1-ν 1069 Volume di Piena 56,060 106 mc 36 2000 m3/s Durata di pioggia 15,43 ore Tempo Corrivazione 6,80 ore Coeff Afflusso 0,56 Linea segnalatrice di probabilità pluviometrica critica Torrente Cellina a Barcis Torrente …..… a ………… Portata al colmo, q max Portata [m /s] Durata di pioggia d p > dCR Evento (idrogramma) T-ennale Equivalente Evento (idrogramma) T-ennale Equivalente 80 0 4 8 12 16 20 24 28 32 36 40 44 48 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Idrogramma equivalente 50-ennale Fig. 5.7. Schema di simulazione idrologica con il metodo dell’evento meteorologico critico. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 58/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Applicazione del metodo indiretto dell’evento idrometeorologico critico Questo procedimento è indipendente dal modello di trasformazione afflussi-deflussi che viene adottato, anche se si adatta soprattutto all’impiego di modelli globali di tipo concettuale, così come indicato negli schemi sopra riportati. La procedura sopra delineata comporta varie incertezze, legate sia all’affidabilità del modello di trasformazione della pioggia temibile in portata temibile, sia alla congettura di evento critico, sia alle approssimazioni sulla configurazione spazio-temporale della pioggia stessa. Proprio qui risiede il maggiore svantaggio di questa procedura, per via della sua insensibilità alla variabilità spaziale delle precipitazioni, che, anche in bacini di media dimensione potrebbe risultare un fattore chiave delle dinamica alluvionale. Tale svantaggio può essere tuttavia annullato utilizzando modelli di tipo spazialmente distribuito, sia del campo di precipitazione, sia dell’idrologia al suolo. L’applicazione di tali metodologie resta oggi confinata nell’ambito della sperimentazione, anche per la carenza di dati sufficienti a garantire accurate validazioni dei modelli spazialmente distribuiti. Soltanto in casi affatto particolari, dove l’importanza economica del danno atteso e delle opere eventualmente necessarie alla sua mitigazione risulti di impatto elevato, si potranno adottare tali tecnologie, che comportano anche elevati costi di implementazione. La procedura indiretta dell’evento idrometeorologico critico, che muove da una consolidata pratica applicativa, può essere peraltro impiegata con successo per i calcoli speditivi, tenendo comunque presente il margine di incertezza dei risultati ottenibili. Va peraltro rilevato che, se si vogliono determinare in modo quantitativo idrogrammi di piena a frequenza assegnata, va comunque accettato un notevole grado di incertezza nella valutazione. Il metodo si presta anche alla valutazione del massimo volume esondabile nei casi pratici, in cui si vogliano valutare gli idrogrammi di riferimento per eventi che superano una certa soglia stabile di esondazione, ossia una portata di smaltimento q0 < qT data dall’officiosità idraulica del tronco fluviale in esame. In questo caso, andrà ricercata la durata di precipitazione d0 che produce l’idrogramma di riferimento con il massimo volume al di sopra della soglia q0. Matematicamente, di risolve il problema di ottimo incondizionato: ⎧⎪t 2 ⎫⎪ d 0 : max d ⎨ ∫ [q(t ; aT * , d ) − q0 ]dt ⎬ ⎪⎩ t1 ⎪⎭ dove: • q(t; aT*, d) indica l’idrogramma q(t) prodotto da un precipitazione di altezza h = aT*dν e durata d, • q0 il valore della portata di soglia, e • t2 – t1 l’intervallo temporale in cui q(t; aT*, d) > q0. Dal punto di vista pratico, la soluzione di può ottenere rapidamente per vai iterativa tramite una serie di simulazioni successive. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 59/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 5A. Affidabilità del metodo indiretto dell’evento idrometeorologico critico Come tutti i metodi idrologici basati su ipotesi semplificative e approssimazioni necessarie al calcolo pratico, i risultati che questo metodo è in grado di fornire presentano un certo grado di incertezza. Tra i diversi fattori di incertezza, va senza dubbio considerata l’ipotesi di lavoro che assume la portata al colmo quale riferimento primario, prevista peraltro dalle normative vigenti. In Figura 5.8 sono riportati i risultati di alcune simulazioni Montecarlo condotte utilizzando in ingresso al modello idrologico le precipitazioni generate da un modello stocastico, in base alle quali è possibile inferire l’andamento della isolinea che rappresenta la frequenza di superamento relativa all’evento 50-ennale. Tali risultati sono anche confrontati con quelli ricavati dall’applicazione del metodo dell’evento idrometeorologico critico descritto in questa sede. Simulazione Monte Carlo Metodo EIC Q50(Qindice) V(SEC) Tr(Q,V)=50anni Portata, mc/s 500 Portata al Colmo, mc/s 450 400 350 300 250 200 150 100 1 2 3 Volume di Piena, Mmc 4 5 Tempo, ore Fig. 5.8. Confronto tra simulazione idrologica con il metodo dell’evento meteorologico critico e risultati della simulazione Montecarlo. Si osserva come il metodo, in ossequio all’ipotesi normativa, trascuri in pratica tutti i potenziali eventi che si caratterizzano per un valore di portata al colmo superiore alla portata 50-ennale di riferimento. Tali eventi presentano comunque volumi di piena (e durate della pioggia generatrice) assai modesti, il cui impatto sul territorio è assimilabile, anche se in modo non proprio cautelativo, dall’evento critico con portata 50-ennale. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 60/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Al contrario, il metodo produce una sequenza di idrogrammi di piena con portata al colmo inferiore a quella di riferimento, ma volumi assai più cospicui, che meritano quindi una particolare attenzione ai fini della valutazione delle potenziali inondazioni. Inoltre, tali eventi appaiono affatto congruenti con quelli ricavabili tramite simulazione Montecarlo. Il metodo indiretto della simulazione dell’evento idrometeorologico presenta quindi una certa semplicità di utilizzo, assieme a una buona capacità di rappresentare in modo sintetico il regime di piena. Come osservato in precedenza, tale metodo si presta in modo efficace alla valutazione degli idrogrammi di riferimento nei casi in cui le potenziali inondazioni sono legate al superamento di una quota arginale fissa e stabile, rappresentabile tramite una soglia di portata che, in questi casi, corrisponde all’officiosità idraulica del corso d’acqua, come schematizzato in Figura 5.9. Nei casi in cui la soglia non sia stabile, ma venga modificata dal sormonto delle acque, gli idrogrammi di riferimento andranno invece valutati sollecitando la struttura di difesa e valutando la dinamica di tale struttura in risposta all’evoluzione dell’idrogramma. Simulazione Monte Carlo Metodo EIC Q50(Qindice) V(SEC) Tr(Q,V)=50anni Portata, mc/s 500 Portata al Colmo, mc/s 450 400 350 300 Soglia di esondazione 250 q0 200 150 100 1 2 3 Volume di Piena, Mmc 4 5 Tempo, ore Fig. 5.9. Applicazione della simulazione idrologica con il metodo dell’evento meteorologico critico per la determinazione di idrogrammi di riferimento in caso di potenziali inondazioni associate al superamento di una soglia di esondazione stabile. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 61/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Idrogrammi di riferimento nei siti privi di osservazioni idrometriche. Una volta stimata la portata al colmo con il metodo diretto oppure con il metodo della portata indice, gli idrogarmmi di riferimento possono essere valutati tramite il metodo della simulazione dell’evento idro-meteorologico critico. Tale procedura comporta la costruzione di un modello idrologico afflussi-deflussi in grado di riprodurre la portata al colmo T-ennale con il metodo dell’evento critico per una pioggia scala-invariante caratteristica del bacino in esame. Tramite la simulazione idrologica del sistema in risposta a piogge scala-invarianti con diversa durata, sono determinabili idrogrammi equivalenti all’idrogramma critico, ma con portata al colmo inferiore e volume di piena superiore. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 62/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 6. RISCHIO RESIDUALE Il periodo di ritorno della portata al colmo di piena non è spesso sufficiente a caratterizzare compiutamente il rischio idrologico in campo progettuale. Il più semplice modello di rischio, adottabile per i calcoli tecnico-economici e, più in generale, per la valutazione degli interventi di mitigazione strutturali e non strutturali, comporta la valutazione del rischio residuale connesso al possibile superamento del valore attuale della portata al colmo T-ennale lungo un orizzonte temporale di L anni. Bisogna quindi calcolare la probabilità rL,T che in un orizzonte di L anni si verifichi almeno un evento di piena con portata al colmo superiore al valore T-ennale. Nell’ipotesi di indipendenza tra i valori di portata al colmo delle piene massime annuali, il rischio residuale è dato da L rL,T ⎛ 1⎞ = 1 − ⎜1 − ⎟ , ⎝ T⎠ (49) dove L e T sono espressi in anni. Una volta valutati i valori dei parametri k, α, ε e qindice, si può anche valutare la portata di progetto in funzione di prefissati valori del rischio residuale r e della vita progettuale L, tramite la relazione ⎧⎪ α ⎡ ⎛ ⎧ ln(1 − r ) ⎫ ⎞⎤ ⎫⎪ q r , L = q indice ⎨ε + ⎢1 − exp⎜⎜ k ln ⎨− ⎬ ⎟⎥ ⎬ k⎣ L ⎭ ⎟⎠⎦ ⎪⎭ ⎪⎩ ⎩ ⎝ (50) dove r indica la probabilità che almeno una volta in L anni si verifichi una piena con portata al colmo superiore al valore qr,L nel sito fluviale di interesse. Portata di rischio. Per una generica sezione idrografica, dove siano stati valutati i valori dei parametri k, α, ε e qindice, la portata di progetto può anche venire ricavata, in funzione di prefissati valori del rischio residuale r e della vita progettuale L, tramite la relazione ⎧⎪ α ⎡ ⎛ ⎧ ln(1 − r ) ⎫ ⎞⎤ ⎫⎪ q r , L = q indice ⎨ε + ⎢1 − exp⎜⎜ k ln ⎨− ⎬ ⎟⎥ ⎬ , k⎣ L ⎭ ⎟⎠⎦ ⎪⎭ ⎪⎩ ⎩ ⎝ (50) dove r indica la probabilità che almeno una volta in L anni si verifichi una piena con portata al colmo superiore al valore qr,L nel sito fluviale di interesse. Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 6A. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 63/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 7. OSSERVAZIONI FINALI ED AVVERTENZE 7.1. Stima della CDF locale contro metodo della portata indice Per i siti fluviali dove sono localizzate stazioni idrometrografiche dotate di scala delle portate conviene utilizzare il metodo regionale, ovvero eseguire una estrapolazione statistica dei dati osservati, identificando e stimando una CDF locale in base a tali dati? Per rispondere compiutamente al primo quesito, bisogna confrontare le due diverse procedure, l’una basata sul metodo regionale e l’altra basata sulla tradizionale estrapolazione dei dati locali. L’efficienza relativa dei due metodi può essere valutata tramite un confronto tra la varianza campionaria di stima del quantile T-ennale previsto dal metodo regionale e quella propria dello stesso quantile stimato a partire da una serie di dati osservati nel sito. L’indice di efficienza η, definito dal rapporto delle due varianze di stima ηT = {Var [qˆT ]}Regionale {Var [qˆT ]}InSitu , assume valori inferiori all’unità per stime regionali a minor varianza di quelle locali; valori superiori in caso contrario. Esso dipende dal periodo di ritorno (η=ηT) e dalla specifica legge probabilistica di previsione che viene adottata e, quindi, stimata. Il calcolo di ηT richiede quindi che siano noti a-priori la legge (distribuzione) probabilistica della portata al colmo di piena e la tecnica inferenziale adottata per la stima dei parametri. In caso di distribuzione GEV/PWM con k≤0, il valore di ηT si può valutare come 2 ⎧ ⎡ α − kyT ⎤ Ξ k ⎢ε + 1 − e ⎪ 2 ⎥ k ⎦ + α Ξk , ⎪ n' + ⎣ ⎪ k 2 H k ,T nk 2 ηT ≈ ⎨ n ⎪ n' π 2 ⎡ (ε + αy )2 α 2 ⎤ T ⎪ + + ⎢ ⎥, 6 ⎢⎣ H k ,T n ⎥⎦ ⎪⎩ n ( ) per k < 0; , (51) per k = 0; dove k, α e ε sono i parametri della legge GEV regionale qui adottata; inoltre, Ξ k = Γ(1 + 2k ) − Γ 2 (1 + k ) , (52) dove Γ(.) indica la funzione gamma, e H k ,T = exp[ yT exp(− 1.823k − 0.165)] , Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA (53) 64/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE dove yT è la variabile ridotta di Gumbel, il cui valore viene calcolato con la formula (3). In base all’indice di efficienza ηT, gli abachi di Figura 7.1 discriminano, per ognuna delle regioni omogenee illustrate in precedenza, tra procedura regionale ed estrapolazione locale in ragione del periodo di ritorno prefissato. Stima locale della distribuzione di probabilità della portata al colmo di piena. Nei siti dotati di osservazioni idrometrografiche di una regione omogenea, la formula 2 ⎧ ⎡ α − kyT ⎤ Ξ k ⎢ε + 1 − e ⎪ 2 ⎥ k ⎦ + α Ξk , ⎪ n' + ⎣ ⎪ k 2 H k ,T nk 2 ηT ≈ ⎨ n ⎪ n' π 2 ⎡ (ε + αy )2 α 2 ⎤ T ⎪ + + ⎢ ⎥, 6 ⎢⎣ H k ,T n ⎥⎦ ⎪⎩ n ( ) per k < 0; , (51) per k = 0; consente di discriminare tra metodo regionale ed estrapolazione locale in base all’indice di efficienza ηT, minore o maggiore dell’unità. In alternativa, si possono usare gli abachi di Figura 7.1, che indicano, a seconda del periodo di ritorno, l’opportunità o meno di ricorrere alla legge regionale in luogo della interpolazione/estrapolazione statistica dei soli dati locali. 2.5 2.5 T = 5 anni T = 5 anni T = 10 anni 2.0 T = 10 anni 2.0 T = 25 anni T = 25 anni T = 100 anni T = 100 anni 1.5 η Stima Locale 1.0 Metodo Portata Indice 0.5 Regione B 0.0 Stima Locale η 1.5 1.0 Metodo Portata Indice 0.5 Regione C 0.0 0.0 0.2 0.4 0.6 n'/n 0.8 1.0 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 n'/n Figura 7.1. Abachi di efficienza. L’efficienza ηΤ è diagrammata in funzione del rapporto n’/n per valori salienti del periodo di ritorno di 5, 10, 50 e 100 anni. Ogni abaco si riferisce a una specifica regione omogenea caratterizzata da valori noti dei parametri k, α ed ε della curva di crescita regionale GEV. L’efficienza di stima è definita come rapporto tra la varianza di stima del quantile T-ennale determinato con il metodo della portata indice (con n la numerosità del campione regionale) e quella relativa allo stesso quantile stimato dai dati locali, di numerosità n’. Quando conviene eseguire una procedimento di interpolazione/estrapolazione statistica dei dati locali, la scelta della legge probabilistica va condotta in base al criterio del migliore adeguamento ai dati campionari, utilizzando test statistici specifici per le distribuzioni dei valori estremi (v., p.es., Kottegoda & Rosso, 1977, p.290-293). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 65/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 7A. 7.2. Stima della portata indice nei siti dotati di stazioni idrometriche Per i siti fluviali dove sono localizzate stazioni idrometrografiche dotate di scala delle portate si pone, quando non sia possibile stimare la CDF della portata al colmo di piena dai dati di stazione e si ricorra al metodo della portata indice, un secondo quesito: se si utilizza la curva di crescita regionale, conviene valutare la portata indice per via diretta o indiretta? La risposta dipende anche qui dalla lunghezza delle osservazioni disponibili in situ, in base alla quale si può decidere di applicare il metodo diretto AFS, il metodo diretto PDS o un metodo indiretto. La Tabella 7.1 porge indicazioni di massima sull’opportunità di procedere a stime dirette (AFS o PDS) o indirette della portata indice in ragione della numerosità n’ del campione disponibile in situ. Tabella 7.1 – Metodologia di valutazione della portata indice in un sito dotato di stazione idrometrica in ragione della lunghezza del campione locale disponibile. Si riportano le indicazioni del Flood Estimation Handbook (Reed, 1999) che sono però riferite alla mediana e non alla media del massimo annuale di portata al colmo, nonché alla distribuzione log-logistica della curva di crescita, anziché alla distribuzione GEV utilizzata in questa sede. Tali indicazioni sono state modificate in base ad alcune simulazioni Montecarlo riferite alla media della distribuzione GEV. FEH FEH modificata Lunghezza del campione locale, n’, anni Metodi Indiretti Metodo diretto PDS Metodo diretto AFS <2 > 13 2 ÷ 13 <5 > 20 5 ÷ 20 Un esempio di calcolo è riportato in Scheda 7B. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 66/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Portata indice nei siti dotati di osservazioni idrometriche. In caso di impiego della procedura regionale, la portata indice da inserire nella procedura va stimata con il metodo diretto, ossia in base alle osservazioni stesse, se protratte per un numero di anni sufficiente, variabile da regione a regione secondo i limiti indicati in Tabella 7.1. Quando si può adottare il metodo diretto AFS, il calcolo va eseguito tramite la formula qindice = 1 n' ∑ q'i , n' i=1 (6) applicata alla serie dei massimi annuali. Quando si deve invece adottare il metodo diretto PDS, si utilizza la formula 1 n" qˆ PDS = ∑ q"i , n" i =1 (8) applicata alla serie di durata parziale; quindi, si usa la formula qindice 1k ⎡ qˆ PDS ⎛ kε ⎞⎤ , se Λ < ⎢(1 + k )⎜1 + ⎟⎥ , = α ⎠⎦ ⎝ ⎣ Λk ⎞⎟ α ⎛⎜ ε + ⎜1 − k ⎝ 1 + k ⎟⎠ (9) con i valori dei parametri α, ε e k relativi alla regione di pertinenza del sito in esame. Se, invece, la serie disponibile è di lunghezza insufficiente, va utilizzato un metodo indiretto. I migliori risultati si ottengono costruendo e tarando un modello idrologico di piena con cui derivare la portata indice via simulazione e i dati osservati forniscono in questo caso un’informazione assai utile per tarare e validare il modello. I risultati del metodo vanno comunque confrontati con quelli ottenuti con la stima diretta. 7.3. Effetto dei fattori di non-stazionarietà Gli studi sulla previsione statistica delle piene fluviali muovono dall’assunto della stazionarietà (in senso stocastico) del sistema in esame. Questa semplificazione è affatto indispensabile se si vuole affidare a stime statisticamente consistenti la previsione della pericolosità idraulica. In generale, l’effetto della nonstazionarietà dei fenomeni idrologici tende a diminuire con il diminuire della loro frequenza di accadimento. Inoltre, essendo molto laschi i margini di incertezza con cui tali fenomeni sono statisticamente prevedibili, le distorsioni legate alla non-stazionarietà vengono spesso assorbite da tali margini di incertezza. Queste considerazioni non giustificano comunque la trascurabilità dei fattori di nonstazionarietà, in quanto essi possono talora comportare valutazioni poco cautelative. La Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 67/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE loro valutazione quantitativa richiede però un maggiore approfondimento delle conoscenze, anche e soprattutto con riferimento ai bacini liguri. Di conseguenza, le considerazioni sotto riportate sono affatto quali-quantitative e l’applicazione pratica del concetto di non-stazionarietà richiede ulteriori e specifici studi. In generale, si possono presentare tre fattori di non-stazionarietà, ossia • le fluttuazioni climatiche, • le modificazioni di uso del suolo, • le modificazioni della rete idrografica. Tali fattori sono brevemente illustrati e discussi nel seguito. 7.3.1. Fluttuazioni climatiche Nel corso degli ultimi 20 anni, gli studi climatologici hanno indicato, con sempre maggiore evidenza, come il surriscaldamento della superficie terrestre, provocato da un incremento dell'effetto serra, sia effettivamente in grado di innescare un processo di cambiamento climatico a scala planetaria. Tra i diversi effetti del potenziale mutamento climatico, prodotto da un aumento della concentrazione atmosferica dei gas di serra (i principali: CO2, H2O, CH4, N2O, CFCn, O3), meritano una particolare attenzione le conseguenze che l'innalzamento della temperatura globale può produrre sul ciclo idrologico, e l'impatto di queste conseguenze sulle risorse idriche e sul rischio idrologico. Gli scenari climatici del futuro ipotizzati in base a valutazioni globali del bilancio energetico terrestre e studiati mediante simulazioni matematiche, mostrano infatti una generale tendenza al cambiamento nella distribuzione spazio-temporale delle precipitazioni, incluso il rapporto tra fase solida e liquida; dell'evaporazione marina, della traspirazione dal manto vegetale e dell'imbibimento dei suoli; e, di conseguenza, dei deflussi, superficiali e sotterranei, che alimentano i corpi idrici. Tali cambiamenti, di cui viene ragionevolmente ipotizzato un verosimile assetto generale, ma la cui dinamica rimane tuttora imprecisata, sono in grado di produrre apprezzabili effetti sulla disponibilità delle risorse idriche e sul rischio idrologico nelle diverse aree del pianeta e produrre, dunque, un significativo impatto socio-economico. Clima ed idrologia sono intrinsecamente legati tra loro; nella modellazione climatica questo legame richiede uno studio molto accurato, come indicano le numerose ricerche sulla sensitività dei modelli climatici all'interazione suolo-atmosfera: un ruolo particolare, in proposito, è giocato dalle caratteristiche di umidità del suolo e di copertura vegetale, che esercitano il controllo primario sulla ripartizione del flusso energetico dal suolo verso l'atmosfera. Quindi, migliorare la descrizione dei processi idrologici contribuisce a migliorare in modo decisivo le tecniche di modellazione climatica. A loro volta, i risultati dei modelli climatici a scala globale e regionale possono contribuire, a migliorare le previsioni idrologiche. Nonostante che l’importanza della relazione tra clima ed idrologia sia stata ormai riconosciuta da tempo, siamo tuttavia ancora lontani da un sufficiente grado di integrazione tra le due diverse conoscenze. Vale tuttora quanto puntualizzato da Dooge (1990) quando affermava che, se si vuole approfondire questa mutua interazione dobbiamo considerarne non solo l'aspetto scientifico, ma anche quello tecnico, in quanto “such an interchange would not Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 68/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE only require a clear delineation of the interface between hydrology and climatology but would probably also call for a clearer understanding of the relationship between theory and practice in each of the two areas”. L'accoppiamento di modelli climatici e modelli idrologici richiede, innanzi tutto, la soluzione di numerosi problemi, tuttora aperti, nel campo delle scienze idrologiche. Tra questi, i problemi di scala, temporale e spaziale, giocano un ruolo determinante sotto un duplice punto di vista: (a) quello di inserire una descrizione adeguata del ciclo dell'acqua nei modelli climatici, con particolare riguardo alla fase terrestre della circolazione delle acque, migliorando così le prestazioni di tali modelli, tuttora limitate dalle approssimazioni introdotte in questa componente; (b) quello di impiegare le previsioni climatiche, emanate a scala più o meno grande, al fine di ottenere previsioni verosimili del possibile impatto dell'effetto serra sull'idrologia a scala di bacino, ossia a quella scala, che ha un reale interesse per la gestione delle risorse idriche e la valutazione del rischio idrologico. Un contributo in questa direzione può essere fornito da un approfondimento degli aspetti relativi alla non-stazionarietà delle serie idrologiche, a tutt'oggi abbastanza trascurati per gli scopi, prettamente tecnici e progettuali, che hanno finora guidato la ricerca scientifica nei vari campi dell'idrologia tecnica. Disporre in Italia (dove Benedetto Castelli inventò il pluviografo già nella prima metà del diciassettesimo secolo e vennero iniziate sistematiche registrazioni pluviografiche già a partire dal 1725) di lunghe serie di dati climatici ed, in particolare, pluviometrici racchiude una ricchezza, ancora abbastanza inesplorata, che può forse venire sfruttata per ricavare alcuni elementi utili a tradurre le assodate percezioni qualitative sulla non-stazionarietà idrologica in argomenti quantitativi ed in strumenti previsionali. I metodi per analizzare i possibili effetti del cambiamento climatico sui sistemi idrologici si possono classificare secondo tre diverse impostazioni, non necessariamente alternative, che prevedono (1) lo studio delle analogie paleoclimatiche, (2) l'analisi di recenti analogie climatiche, e (3) l'impiego diretto dei modelli di circolazione globale (GCM) e/o di modelli ivi innestati di downscaling, deterministico e/o stocastico. Studi paleoclimatici Nonostante che gli scenari paleoclimatici siano capaci di fornire indicazioni qualitative interessanti, anche se di larga massima, sulle mutazioni del clima, numerosi sono i problemi, che ne limitano l'utilità pratica. Quando si procede all'indietro nel tempo, la difficoltà a reperire dati certi ed indicazioni idrologiche affidabili aumenta; inoltre, le variazioni, che si sono manifestate secondo la scala dei tempi caratteristici dei processi geologici, potrebbero risultare alquanto diverse dai cambiamenti oggi in esame, alla cui origine contribuiscono anche cause di tipo antropico; infine, le mutazioni del passato precedono generalmente lo sviluppo della civiltà, così che non si possono neppure ricavare indicazioni precise in relazione alla risposta della società a tali mutazioni. Al di là di questi limiti, che ne precludono un impiego diretto nel campo delle scienze idrologiche e dell'ingegneria dell'acqua, gli scenari paleoclimatici porgono una fondamentale prospettiva per la comprensione delle mutazioni del clima, attraverso una visione qualitativa molto utile alla comprensione dei fenomeni climatici a grande scala. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 69/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Osservazione di anomalie climatiche recenti L'analisi dei cambiamenti climatici recenti, che ricadono nella sfera dell'esperienza umana (in quanto possiamo studiarne la dinamica utilizzando osservazioni sperimentali dirette) non costituisce soltanto un'alternativa, ma può essere anche condotta a complemento degli studi paleoclimatici. Per esempio, l’analisi della lunga serie di dati di precipitazione, rilevata a Padova dal 1725, evidenziando cicli pluriennali di lungo periodo (125 anni circa), cui si sovrappongono numerose fluttuazioni quasi-periodiche. Anche in altre aree sono stati sviluppati indici di pioggia annuale sulla base di osservazioni di lungo periodo: in Inghilterra e nel Galles per il periodo 1766-1980 sulla base delle osservazioni pluviometriche a partire dal 1766, in California meridionale a partire dal 1769 sulla base alle rilevazioni agricole che risalgono al periodo della colonizzazione spagnola. In Liguria, De Michele et al. (1998) avevano analizzato i dati pluviometrici giornalieri della stazione di Genova Università a partire dal 1833 al 1980, evidenziando una netta tendenza all’incremento delle piogge intense a frequenza di superamento 10-ennale. Per la stessa stazione di Genova Università, Cislaghi et al. (2005) si sono basati su un test statistico specifico, elaborato per questo tipo di analisi (Mann-Kendall modificato) per analizzare le caratteristiche non-stazionarie della serie giornaliera dal 1833 al 2000. Alcuni risultati sono sintetizzati in Tabella 7.2 ed evidenziati dai diagrammi di Figura 7.3. Tabella 7.2. Valori della statistica di Mann Kendall (se maggiori di 1.96 o minori di–1.96 indicano rispettivamente un significativo trend positivo o negativo. Stazione di Genova Università. Totale di pioggia annuale, valore atteso numero annuo di eventi piovosi, valore atteso -0.41 -2.95 Durata Durata Altezza di pioggia Altezza di Tasso di attesa della massima giornaliera massima pioggia pioggia massima annuale per 3 giorni annuale di giornaliera medio siccità une vento consecutivi, valore massima annuale, piovoso, atteso valroe atteso annuale, valore valore atteso atteso 4.33 1.45 1.71 -1.15 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 2.91 70/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 1600 Mean of rainfall annual amount Genoa mm events 1400 1200 1000 1850 1900 year 1950 45 40 1850 2000 1900 year 1950 2000 Numero medio di eventi all’anno Totale annuo di precipitazione Mean of annual average intensity Genoa 20 Mean of rainy events per year Genoa 50 Mean of max annual daily rainfall Genoa 200 mm m m /d 150 16 100 12 1850 1900 year 1950 50 1850 2000 Tasso di pioggia medio annuo di un evento piovoso 1900 year 1950 2000 Valore atteso della pioggia giornaliera massima annuale 150 St. deviation of max annual daily rainfall Genoa 500 Quantile of max annual daily rainfall Genoa mm mm 100 300 50 0 1850 1900 year 1950 2000 Deviazione standard della pioggia giornaliera massima annuale 100 1850 1900 year 1950 2000 Quantile 30-ennale della pioggia giornaliera massima annuale Figura 7.2. Non-stazionarietà osservabile delle precipitazioni di Genova. La fuoriuscita dalla banda di Mann-Kendall indica la presenza di un trend (positivo in lato, negativo in basso) statisticamente significativo (Cislaghi & al. (2005). La non-stazionarietà del • tasso di pioggia medio annuo di un evento piovoso, • valore atteso della pioggia giornaliera massima annuale, • deviazione standard della pioggia giornaliera massima annuale, • quantile 30-ennale della pioggia giornaliera massima annuale, risulta senz’altro significativa. Sotto il profilo del rischio alluvionale, quindi, le valutazioni idrologiche condotte nell’ipotesi di non-stazionarietà potrebbero rivelarsi poco cautelative se proiettate su scenari futuri di cambiamento climatico. Più recentemente, si sono utilizzate le lunghe serie storiche per analizzare sotto l’aspetto strutturale le analogie climatiche recenti, al fine di trasferire alle scale di interesse idrologico i risultati delle simulazioni dei regimi pluviometrici condotte con i GCM. L’impiego delle analogie climatiche recenti presenta il vantaggio di utilizzare dati, che sono frutto diretto dell'esperienza umana, secondo la visione della moderna scienza della natura nell'età contemporanea, anche se il cambiamento climatico, pronosticabile in futuro per incremento dell'effetto serra, può avere cause molto diverse da quelle che hanno governato le tendenze, anche recenti, del clima. Di conseguenza, l'analisi delle serie disponibili di dati idrologici, anche di lunga durata, può soltanto fornire Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 71/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE indicazioni di massima circa le tendenze naturali del clima, sulle quali viene a sovrapporsi quella forzante antropica, che può influenzare il cambiamento climatico. Modelli matematici climatico-idrologici L'impiego delle simulazioni condotte dei GCM costituisce un supporto promettente nel tentativo di valutare l'impatto del cambiamento climatico sull’idrologia. Le simulazioni dei GCM contengono i valori di variabili idrologiche mediate su grande scala spaziale. Questi risultati, purtroppo, porgono soltanto indicazioni di tendenza generale, che rivestono un interesse molto limitato nel campo delle scale spaziali caratteristiche dell'idrologia, sia dal punto di vista scientifico che, soprattutto, tecnico. Per questo motivo, le indicazioni ottenute tramite i GCM devono essere disaggregate, alla luce delle conoscenze idrologiche sui trasferimenti di scala, e quindi impiegate come ingresso di modelli idrologici a scala di bacino. Questo modo di procedere è stato seguito da molti ricercatori, a partire dai lavori pionieristici di Lettenmaier & Gan (1990), che usarono le uscite di differenti GCM per analizzare la sensitività del regime idrologico del bacino del Sacramento in relazione alle diverse ipotesi di cambiamento climatico, e di Vehvilainen & Lohvansuu (1990), che, usando le uscite del GCM prodotto dal Goddard Institute for Space Studies (GISS), predissero un forte incremento dei deflussi invernali nei fiumi della Finlandia. I risultati di questi studi soffrono però le limitazioni indotte dalle rudimentali relazioni di scala usate per disaggregare i risultati. Con riferimento ai fenomeni di piena fluviale in Liguria e, in particolare, nel bacino del fiume Entella, Burlando et al. (1997a) presentarono i risultati della combinazione tra simulazioni GCM dell’Hadley Center inglese, disaggregate tramite metodo stocastico, e applicazione del metodo geomorfoclimatico illustrato nel Capitolo 3. I risultati, sintetizzati dalle Figure 7.3, indicano • che si presenta una modesta ma non trascurabile anomalia dovuta la potenziale cambiamento climatico, di segno positivo, ossia con una maggiore severità delle piene a frequenza assegnata, • che l’anomalia è maggiore nei piccoli bacini e tende ad attenuarsi all’aumentare della superficie del bacino sotteso, • che la curva di crescita appare abbastanza stabile, ancorché l’analisi in questione sia abbastanza limitata nello spazio, • che l’entità dell’anomalia è fortemente sensibile alle diverse ipotesi climatiche di base, che hanno dato origine al GCM di riferimento (in questo caso, la presenza o meno dei solfati nell’atmosfera globale). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 72/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 2 2 Graveglia a Caminata, A=41 km Sturla at Vignolo, A=102 km 20% 20% HADCM2GG HADCM2SUL 15% 10% 5% Anomalia portata al colmo, % Anomalia portata al colmo, % HADCM2GG 0% HADCM2SUL 15% 10% 5% 0% 1 10 100 1000 1 Periodo di ritorno, anni 2 100 1000 Entella a Panesi, A=364 km2 Lavagna a San Martino, A=163 km 20% 20% HADCM2GG 15% Anomalia portata al colmo, % Anomalia portata al colmo, % 10 Periodo di ritorno, anni HADCM2SUL 10% 5% HADCM2GG 15% HADCM2SUL 10% 5% 0% 0% 1 10 100 Periodo di ritorno, anni 1000 1 10 100 1000 Periodo di ritorno, anni Figura 7.3. Sensitività climatica di alcuni bacini liguri (sulla base di studi riportati da: Burlando et al., 1997). Studi più recenti condotti con la stessa impostazione, che utilizzano più aggiornate simulazioni climatiche dello stesso Hadley Center, sono stati condotti sull’idrologia urbana del centro storico di Genova (Capodiferro et al., 2005). In questo caso, sono state utilizzate e disaggregate le simulazioni di transitorio del modello climatico. I risultati indicano un elevato aumento della pericolosità idraulica locale (v. Figure 7.4-5), con una diffusa esondabilità della rete storica, che, per quanto aggiornata nel corso del tempo, mantiene tuttora la struttura anticamente prodottasi. Questi risultati concordano con gli studi pionieristici di Burlando & Rosso (1991b), i quali, come caso di studio esemplare, avevano analizzato i condotti principali della fognatura bianca di Savona, di epoca assai più moderna. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 73/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Figura 7.4. Percentuale di pozzetti in pressione ed esondati per precipitazioni 10-ennali nel sistema di drenaggio urbano del centro storico della città di Genova: stato attuale e scenari climatici decadici (da: Capodiferro et al., 2005). Figura 7.5. Distribuzione spaziale della criticità idraulica 10-ennale del sistema di drenaggio urbano del centro storico della città di Genova: stato attuale e scenari climatico 2010-2019 (da: Capodiferro et al., 2005). Da un punto di vista tecnico, il problema della vulnerabilità di un sistema idrico rispetto ad un possibile cambiamento climatico può essere anche affrontato in modo autonomo. Date le incertezze sugli scenari futuri del clima, soprattutto alle scale di interesse idrologico, un sistema idrico può essere analizzato sulla base di scenari dichiaratamente ipotetici, per esempio sollecitando il sistema con incrementi di temperatura di +2, +3, o +4 K rispetto alla media storica (annuale); con variazioni del 10 o del 20% (in più o in Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 74/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE meno) della precipitazione o dell'evaporazione potenziale rispetto alle medie storiche (annuali); con deflussi modificati del 10, 20 o 30% rispetto ai valori attuali di progetto. Questa impostazione del problema, che fu introdotta dai lavori pionieristici di Stockton & Bogges (1979) e di Nemec & Schaake (1982), è stata poi seguita da moltissimi ricercatori. Al di là della mancanza di ipotesi quantitative sull'effettivo cambiamento della sollecitazione climatica, che non consentono di trarre conclusioni verosimili sul comportamento del sistema in esame, ma soltanto indicazioni sulla sua stabilità, un'ulteriore e più grave limitazione di questi studi viene a discendere dalla scarsa coerenza con cui sono descritti gli scenari del mutato assetto climatico. Di conseguenza, i risultati di questo tipo di studi sulla vulnerabilità, atti a stabilire l'affidabilità di un sistema idrico, vanno riguardati con una certa cautela e si può concludere con Gleick (1989) che “although these scenarios are the easiest to develop, they are not particularly realistic, and they often lack of internal consistency”. Inoltre, come rilevato da Burlando & Rosso (1991c), questo esercizio non può prescindere dal confronto tra la distorsione introdotta dalle tendenze climatiche e l'intrinseca variabilità di stima dei dati progettuali. 7.3.2. Modificazioni di uso del suolo Effetti delle colture, delle pratiche agroforestali e dell’urbanizzazione La letteratura scientifica internazionale si è occupata, fin dalla seconda metà dell’ultimo secolo, di capire il ruolo dei cambiamenti d’uso del suolo sul regime delle piene (Patric & Reinhart, 1971). E’ stato mostrato come tale effetto dipenda dalla tipologia del cambiamento d’uso del suolo, dall’estensione dello stesso, nonché dalle caratteristiche delle sollecitazioni meteoriche. Allo scopo di valutare l’influenza del cambiamento di uso del suolo sulla formazione del deflusso superficiale e specialmente sui valori in frequenza delle portate massime annuali di piena al colmo, i lavori di Rosso & Rulli (2002) e Rulli & Rosso (2002) hanno proposto una metodologia per lo studio dell’effetto del cambiamento di uso del suolo sul rischio di piena combinando un modello stocastico a fine risoluzione di simulazione della precipitazione con un modello idrologico distribuito costituito da un modello di rifiuto del terreno basato sul metodo CN-SCS (Soil Conservation Service, 1986). A tal fine è stato impiegato il modello stocastico spazio-temporale a “cluster” di tipo Neyman-Scott, formulato in una versione generalizzata (Cowpertwait, 1994) che tiene conto in modo dettagliato della tipica struttura cellulare delle precipitazioni e che viene tarato in modalità multi-sito, utilizzando congiuntamente i dati di più stazioni pluviometriche dislocate sul territorio in esame (v. Scheda 3I). In particolare, l’applicazione del modello GNSRP è stata sviluppata in base a un campione di dati orari relativi a quattro stazioni pluviografiche all’interno del bacino in esame e una stazione situata immediatamente a ovest della foce del Bisagno, tutte dotate di pluviografi registratori. Per ognuna delle cinque stazioni la serie storica utilizzata per la taratura del modello GNSRP consiste di 7 anni (dal 1990 al 1996) di registrazioni con scansione oraria. Sulla base delle statistiche ricavate da serie storiche di osservazioni immesse in ingresso al modello, sono state generate sinteticamente 1000 anni di piogge Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 75/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE a scansione oraria nelle 5 stazioni pluviografiche, a loro volta utilizzate come ingresso al modello afflussi-deflussi. La simulazione successiva degli idrogrammi di piena, a partire dalle serie sintetiche di precipitazione, è stata effettuata per tre sezioni di interesse: La Presa, rappresentativa della testata del bacino e l’unica per la quale si disponga di osservazioni dirette di portata, Ponte Sant’Agata, situata nel tratto terminale del torrente, e il Rio Fereggiano alla confluenza in Bisagno, laddove i processi di urbanizzazione hanno inciso con maggiore evidenza. L’uso del suolo è stato ricostruito tramite una minuziosa ricostruzione degli assetti territoriali ricavati da diverse fonti cartografiche, a partire dalle prime cartografie disponibili, d’epoca napoleonica, fino alle attuali cartografie tematiche digitali. In Figura 7.6 sono evidenziati i cambiamenti di uso del suolo nel corso del tempo, con riferimento alla sezioni di La Presa, Sant’Agata e Rio Ferreggiano alla confluenza in Bisagno. 100 Colture leguminose Suolo nudo Vigneto Colture 80 60 Macchia arbustiva Prato e pascolo Oliveto Bosco 40 20 Area urbana 0 1800 1878 1930 1980 2000 Torrente Bisagno a Sant'Agata Percentuale Cumulativa Percentuale Cumulativa Torrente Bisagno a La Presa 100 Colture leguminose Suolo nudo Vigneto Colture 80 60 Macchia arbustiva Prato e pascolo Oliveto Bosco 40 20 Area urbana 0 1800 Anno 1878 1930 1980 2000 Anno Percentuale Cumulativa Rio Fereggiano 100 Colture leguminose Suolo nudo Vigneto Colture Macchia arbustiva Prato e pascolo Oliveto Bosco Area urbana 80 60 40 20 0 1800 1878 1930 1980 Figura 7.6. Modificazioni storiche di uso del suolo avvenute nel bacino del Torrente Bisagno (elaborazione sulla base di ricerche pubblicate da Rosso & Rulli, 2002). 2000 Anno La simulazione degli idrogrammi di piena per le suddette sezioni è stata effettuata per i tre differenti scenari storici di uso del suolo, relativi all’assetto riscontrabile nell’anno 1878, all’anno 1930 e all’anno 1980. Per valutare l’influenza del cambiamento di uso del suolo sui valori temibili delle portate massime annuali al colmo di piena, è stato effettuato un confronto delle distribuzioni di probabilità stimate a partire dalle simulazioni per i diversi scenari di uso del suolo (v. Figura 7.7). Lo studio mostra che gli effetti sugli eventi estremi sono Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 76/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE • assai limitati nel bacino di testata, in quanto le modificazioni colturali avvenute hanno un modesto impatto idrologico, • abbastanza contenuti (in relazione alla incertezza di stima dei fenomeni estremi) per quanto riguarda il tratto terminale del torrente, con incrementi dell’ordine del 15% della portata al colmo 50-ennale e del 10% della 100-ennale. Ciò accade in quanto i fenomeni di urbanizzazione a sensibile impatto idrologico, nel corso dell’ultimo secolo, hanno interessato principalmente le aree vallive, drenate dal tratto terminale del torrente Bisagno. Mentre sono • rilevanti nel piccolo sottobacino urbano del Rio Ferreggiano, laddove il processo di urbanizzazione è stato particolarmente intensa, con incrementi dell’ordine del 20% della portata al colmo 50-ennale e del 15% della 100-ennale Questi risultati sono indicativi per l’assetto geografico e climatico tipico del bacino del Bisagno e non sono trasferibili in altri bacini idrografici con caratteristiche differenti. In particolare, ci si può attendere un effetto delle modificazioni di uso del suolo • più elevato nei bacini idrografici caratterizzati da un minore controllo meteorologico, ossia da un regime dei nubifragi meno severo rispetto al caso del Bisagno, come, per esempio, in mote aree del Ponente Ligure, e • più contenuti nei bacini idrografici caratterizzati da maggiore controllo meteorologico, ossia da un regime dei nubifragi più severo rispetto al caso del Bisagno, come nell’estremo Levante Ligure. La metodologia sopra descritta consente comunque una valutazione quantitativa degli effetti a scala di bacino delle modificazioni di uso del suolo e può essere implementata quando si ritenga che tali effetti possano giocare un ruolo non trascurabile nel determinare il regime di piena. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 77/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Torrente Bisagno a La Presa (34.1 Kmq) Anomalia della portata al colmo di piena % 30% Scenario Attuale (anno 1980) vs Storico (anno 1878) 25% Scenario Intermedio (anno 1930) vs Storico (anno 1878) 20% 15% 10% 5% 0% 10 100 Periodo di ritorno, T, anni Torrente Bisagno a Ponte Sant'Agata (92.1 Kmq) Anomalia della portata al colmo di piena % 30% 25% 20% 15% 10% Scenario Attuale (anno 1980) vs Storico (anno 1878) 5% Scenario Intermedio (anno 1930) vs Storico (anno 1878) 0% 10 100 Periodo di ritorno, T, anni Rio Fereggiano (5.1 Kmq) Anomalia della portata al colmo di piena % 50% Scenario Attuale (anno 1980) vs Storico (anno 1878) 40% Scenario Intermedio (anno 1930) vs Storico (anno 1878) 30% 20% 10% 0% 10 100 Periodo di ritorno, T, anni Figura 7.7. Anomalia della portata al colmo di piena in seguito a modificazioni storicamente accertate di uso del suolo avvenute nel bacino del Torrente Bisagno (elaborazione sulla base di ricerche pubblicate da: Rosso & Rulli, 2002). Effetto degli incendi Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 78/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Nell’area del bacino del mediterraneo, il sempre maggior numero di incendi verificatesi negli ultimi decenni, ha attirato l’attenzione sul problema delle piene e della desertificazione post-incendio e ha sollecitato la comunità scientifica all’analisi degli effetti idrogeomorfologici del fuoco. Tali effetti, infatti, non sono solo limitati alla scomparsa della vegetazione, ma riguardano anche, e in notevole misura, la risposta idrologica del suolo, che risulta alterata dal passaggio del fuoco, che causa nelle aree incendiate un aumento del deflusso e dell’erosione superficiale. In particolare, la risposta di un bacino bruciato ad un nubifragio che si verifica immediatamente dopo un incendio, è governata da molti fattori, legati tra loro, come l’intensità del fuoco, la copertura vegetale, le proprietà idrologiche del suolo, il contenuto di umidità del terreno, l’intensità dell’evento meteorico e l’intervallo trascorso tra l’incendio boschivo e la precipitazione. Inoltre, il fuoco può alterare le proprietà chimico-fisiche del suolo, determinando la formazione di uno strato idrorepellente in prossimità della superficie del terreno o a moderata profondità. La presenza di tale strato causa una riduzione della capacità di infiltrazione del suolo, un aumento del deflusso superficiale e un accrescimento dell’erosione (Letey, 2001). La sua formazione è dovuta alla vaporizzazione, durante un incendio, della materia organica contenuta nella vegetazione. Essa muove verso il basso all’interno del terreno, fino a trovare un gradiente di temperatura tale da condensare (DeBano, 2000) dando origine ad una pellicola attorno alle particelle del terreno, che costituisce uno strato idrorepellente. Dato il gran numero di fattori che, direttamente o indirettamente, influenzano il deflusso e l’erosione post-incendio, è necessario, al fine di valutare i possibili interventi, studiare e comprendere i meccanismi e i processi geomorfologici che controllano tali fenomeni. Recentemente alcuni studi hanno analizzato l’influenza del fuoco sulla risposta idrologica e sedimentologica di un bacino ad un evento meteorico; l’obiettivo di tali lavori consisteva sia nel quantificare l’aumento del deflusso e del tasso di erosione causato dagli incendi boschivi, sia nell’identificare quei fattori che contribuiscono in misura maggiore a determinare tale aumento (Wilson, 1999; Johansen et al., 2001). Alcuni autori hanno individuato nell’assenza della vegetazione e nella conseguente esposizione del suolo ad una maggiore azione battente della pioggia, la causa principale del processo di erosione accelerato nei versanti percorsi da incendi (Cerdà, 1998; Inbar et al., 1998; Johansen et al., 2001). Da altri studi invece emerge che il fattore responsabile del differente comportamento idrologico di un bacino bruciato, rispetto ad uno non bruciato, è costituito dall’alterazione delle proprietà del suolo causate dal passaggio del fuoco. In particolare, tali ricerche sottolineano l’importanza rappresentata dalla formazione di uno strato idrorepellente durante violenti incendi boschivi (Giovannini e Lucchesi, 1991; Imeson et al., 1992; Kutiel e Inbar, 1993). Il numero medio annuo di incendi boschivi nei paesi mediterranei è circa 50000, vale a dire il doppio di quello registrato fino agli anni ‘70, e la superficie bruciata ogni anno è pari a 600000 ha (Alexandrian et al., 1999). Questo aumento nel numero e nell’estensione delle aree bruciate è dovuto in gran parte ad alcune caratteristiche dell’area mediterranea, che la rendono frequentemente soggetta ad incendi di particolare intensità. I fattori che più influiscono sulla dinamica degli incendi in tali paesi sono: l’elevato numero di aree residenziali interamente circondate da aree boscate; la mancanza di interventi preventivi; il clima tipico della regione, caratterizzato da estati secche seguite da intensi temporali autunnali, e le caratteristiche della vegetazione, costituita da specie altamente infiammabili e allo stesso tempo adattate agli incendi. Per determinare la risposta idrologica delle aree incendiate e gli effetti del fuoco Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 79/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE sull’ecosistema tipico dei paesi mediterranei sono state condotte delle campagne sperimentali, con pioggia simulata o naturale, in Spagna, in Portogallo e in Israele facendo uso di parcelle di dimensione piuttosto limitata. Ad esempio, Cerdà (1998) ha mostrato la rapidità della ripresa della vegetazione dopo un incendio, e la sua influenza sul deflusso e sull’erosione superficiale, in un area con specie arbustive tipiche della macchia mediterranea; Thomas et al. (1999) ha misurato la perdita di nutrienti del suolo, causata dal passaggio del fuoco, nel bacino dell’Agueda, nel nord del Portogallo e Kutiel et al. (1995) ha studiato il trend stagionale della produzione di deflusso e sedimenti su parcelle bruciate e non bruciate, dopo un incendio boschivo avvenuto ad Haifa, in Israele. Anche in Italia si è osservato, dall’inizio del 1970 ad oggi, un notevole aumento del numero degli incendi, la cui media annua è passata da 3400 a 10500, con un conseguente aumento dell’area bruciata media annua da 43000 a 118000 ha (Alexandrian et al., 1999). Tuttavia, nonostante questa drammatica situazione, solo pochi studi sono stati condotti per approfondire l’attuale conoscenza degli effetti del fuoco sull’ecosistema di questo paese. Inoltre, i più importanti lavori compiuti in questo campo, hanno principalmente analizzato gli effetti degli incendi sulle proprietà chimicofisiche del suolo (Giovanni e Lucchesi, 1983; Giovanni e Lucchesi, 1997) e sulla dinamica delle specie vegetali (De Lillis e Testi, 1990; Mazzoleni e Pizzolongo, 1990), ma non i processi idrologici e sedimentologici post-incendio. Rulli et al. (2006) hanno proposto una metodologia di studio sperimentale quantitativo e dettagliato sull’impatto del fuoco sulle proprietà idrauliche e idrogeologiche del suolo e sui processi erosivi superficiali. Tale analisi è stata condotta per un sito ligure a causa delle peculiarità della regione Liguria caratteristiche dell’ambiente mediterraneo. A tal fine sono stati studiati gli effetti del passaggio del fuoco a scala di parcella e sono stati analizzati i fattori principali che modificano le caratteristiche di un’area bruciata rispetto a quelle di una non bruciata. Ciò ha richiesto l’analisi delle più importanti proprietà idrogeologiche del suolo, con prove di permeabilità in sito e indagini pedologiche, è stata poi verificata l’eventuale presenza di uno strato idrorepellente, misurando il Water Drop Penetration Time, e rilievi della vegetazione. Sono stati inoltre condotti una serie di esperimenti controllati, in aree interessate da incendi in tempi diversi, mediante simulatore di pioggia. Tale simulatore di pioggia è stato utilizzato per simulare tre eventi di precipitazione, caratterizzati da diverse condizioni di umidità del terreno, su due parcelle di circa 30 m2, una situata in un’area appena incendiata e l’altra in un area bruciata sei anni prima. La scelta della dimensione delle parcelle è stata determinata dalla necessità di descrivere e analizzare in dettaglio i fenomeni che caratterizzano la dinamica dei versanti percorsi dal fuoco. Di primaria importanza in questi casi è condurre gli esperimenti di pioggia simulata su parcelle di grandi dimensioni, così che dai risultati ottenuti si possano fare delle considerazioni sui processi a scala di versante e di piccolo bacino. Per questa ragione, in questo studio si sono utilizzate parcelle di circa 30 m2 sulle quali è stato possibile studiare gli effetti della variabilità spaziale delle proprietà del suolo e della distribuzione spaziale della copertura vegetale, sui processi di infiltrazione e erosione superficiale. Entrambe le parcelle sono state posizionate sul bacino del Rio Branega, in provincia di Genova. Gli esperimenti condotti hanno mostrato che la portata liquida e solida in condizioni post-incendio sono rispettivamente uno e due ordini di grandezza maggiori di quelle misurate in condizioni non alterate dal passaggio del fuoco. Il coefficiente di deflusso sul terreno bruciato è risultato variabile tra il 21 e il 41 %, mentre sull’area non bruciata Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 80/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE ha assunto valori compresi tra 0 e 2%. L’erosione idrica del suolo è stata anch’essa notevolmente accelerata dall’ incendio: il tasso medio di erosione della parcella bruciata è risultato 140 e 160 volte maggiore di quella della parcella di controllo, rispettivamente nell’evento simulato su suolo umido e in quello simulato su suolo quasi saturo. Questo risultato evidenzia l’importanza di considerare, quali effetti del fuoco, non solo l’aumento del deflusso superficiale, ma anche la produzione di sedimenti, che subisce un aumento addirittura maggiore di quello delle acque di ruscellamento. La concentrazione di sedimenti, che può essere considerata una prima misura dell’erodibilità del terreno, è risultata quasi identica nei tre eventi condotti sul suolo appena bruciato, circa 1 g/l, e pari a meno della metà in quelli simulati sul suolo bruciato sei anni prima. Questa differenza tra i valori misurati per le due parcelle indica che l’aumento dei sedimenti erosi, causato dal passaggio del fuoco, non è unicamente riconducibile all’aumento, sempre dovuto all’incendio, della produzione di deflusso superficiale, ma è anche dovuta al degrado del suolo e all’assenza della vegetazione (v. Tabella 7.3). Tabella 7.3. – Risultati sperimentali relativi a parcelle bruciate e non bruciate del Rio Branega. Se si confrontano i risultati ottenuti in questa campagna di esperimenti con quelli ricavati da altri autori in studi simili di simulazione di pioggia su parcelle bruciate e non bruciate, risulta abbastanza sorprendente la risposta idrologica e sedimentologica della parcella situata nell’area bruciata sei anni prima. Essa è stata infatti caratterizzata da un tasso di deflusso e di erosione simili a quelli di un versante in condizioni naturali, e mostra, a sei anni dal passaggio del fuoco, un recupero quasi totale delle sue caratteristiche pre-incendio. I risultati ottenuti dalle simulazioni di pioggia e le indagini svolte nell’area, fanno pensare che tale recupero sia in massima parte dovuto alla ricrescita della vegetazione, che, al momento degli esperimenti, in tale area, aveva raggiunto una copertura dell’80%. La presenza di uno strato idrorepellente, indotto dalla combustione della materia organica avvenuta durante l’incendio, è stata ricercata effettuando dei test di WDPT, sul sito bruciato, sei mesi dopo la campagna sperimentale. I test non hanno riscontrato un Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 81/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE comportamento idrofobico del suolo, anche se, essendo state condotte le prove durante una stagione molto piovosa, può essere che l’elevato contenuto di umidità del suolo abbia fatto scomparire l’eventuale strato idrorepellente. Anche la forma degli idrogrammi degli eventi condotti sul sito bruciato, diversa da quella ritenuta tipica di un suolo idrofobico, fa pensare che l’incendio non abbia determinato una idrorepellenza nell’area bruciata. Lo studio degli effetti degli incendi boschivi sulle portate di piena alla scala di bacino è stato affrontato da Rulli e Rosso (2005) i quali hanno proposto una metodologia per la quantificazione degli effetti idrologici e sedimentologici degli incendi boschivi alla scala di bacino con l’ausilio della modellistica idrologica distribuita. In particolare, il modello idrosedimentologico distribuito viene utilizzato per calcolare le portate di piena ed i volumi di sedimenti rilasciati da 9 bacini idrografici nell’area geografica delle San Gabriel Mountains (California, USA) in risposta ad una serie di eventi di precipitazione osservati (45 anni), sia per le condizioni indisturbate (pre-incendio), sia per le condizioni forzate (post-incendio). Ciò al fine di ricavare un campione di dati di erosione cumulata annua e di portata al colmo, misurati alla sezione di chiusura di ogni bacino, in condizioni di pre e post incendio, tale da permettere un’analisi nel dominio della frequenza. Gli obiettivi principali di quest’ultima analisi si possono quindi riassumere nei seguenti: • fornire un’interpretazione probabilistica dei dati simulati di erosione e di portata, attraverso una procedura di analisi in frequenza per prefissati valori di tempo di ritorno; • stimare l’influenza che il cambiamento delle condizioni del suolo, nel passaggio da pre a post incendio, può avere in occasione di eventi meteorici sulle piene e sulla produzione di sedimenti Dal confronto grafico tra le condizioni di pre e post incendio risulta evidente un notevole incremento non soltanto dei sedimenti erosi, per tempi di ritorno prossimi ai 100 anni fino ad un ordine di grandezza, ma anche delle portate idriche nel passaggio dalle condizioni non alterate del suolo a quelle alterate (v. Figura 7.8). BAILEY 1 BAILEY 1 Post-Fire 0,1 0,01 Probability of exceedence Probability of exceedence Pre-Fire Pre-Fire Post-Fire 0,1 0,01 0 20000 40000 60000 80000 100000 120000 140000 160000 Annual Sediment Yield (m3) 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 Normalized Peak Discharge Figura. 7.8. Variazione della distribuzione di probabilità della produzione annuale di sedimenti e della portata al colmo di piena massima annuale (curva di crescita) in seguito a incendi in un piccolo bacino californiano (Rosso & Rulli, 2005). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 82/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE La metodologia proposta costituisce un utile strumento diagnostico per l’interpretazione di eventi di dissesto idrogeologico complessi, dove diversi fattori prendono parte in modo concomitante. Appare altresì di immediato interesse tecnologico in quanto permette di incorporare i fattori connessi al possibile verificarsi di incendi boschivi nelle valutazioni del rischio idrologico e sedimentologico, con importanti implicazioni per la soluzione dei problemi di interrimento dei serbatoi prodotti da opere di sbarramento e per la mitigazione delle catastrofi idrogeologiche. I fenomeni erosivi che si manifestano in occasione di precipitazioni intense possono infatti innescare importanti colate di materiale misto liquido e solido (p.e. debris-flows, mud-flows e shallow landslides). Sotto il profilo della pericolosità alluvionale, gli incendi introduco un regime transitorio, i cui effetti possono incrementare la pericolosità (intesa come frequenza di superamento di un assegnato valore di portata al colmo) anche di un ordine di grandezza. La bibliografia citata in questo paragrafo viene riportata nel seguito per la sua specificità. Alexandrian, D., Esnault, F., Calabri, G., (1999). 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Effetto delle strade Le strade segnano i paesaggi popolati dall’uomo da oltre quaranta secoli. La necessità di favorire l’accesso ad aree rurali e forestali o il loro attraversamento per motivi agricoli e turistici, infrastrutturali e industriali, di salvaguardia e monitoraggio del territorio ha portato, negli ultimi decenni, a un incremento della costruzione di strade in zone geomorfologicamente poco idonee a ospitare questo tipo di infrastrutture. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 84/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE La trasformazione e/o l’ampliamento di vecchie strade sterrate, così come la progettazione e la realizzazione di nuovi tracciati determinano dei cambiamenti che possono frammentare gli ecosistemi terrestri e acquatici, agendo come barriere al movimento di alcune specie animali e vegetali o come corridoi di trasporto per altre. Essi mutano la risposta idrologica di un bacino, la sua propensione al distacco di frane superficiali e il trasporto dei sedimenti lungo i versanti. Alla costruzione delle strade sono infatti associati interventi che influenzano i fenomeni che regolano il naturale defluire delle acque meteoriche. Il parziale disboscamento o la semplice sostituzione di aree vegetate con terreno compattato e asfaltato per la realizzazione della sede stradale conducono a forti riduzioni della scabrezza e della capacità di infiltrazione, oltre ad eliminare le benefiche dinamiche legate all’evapotraspirazione (Wemple & Jones, 2003). Lo sbancamento dei pendii e la conseguente intercettazione dei flussi superficiali ed exfiltrazione dei flussi subsuperficiali alterano, inoltre, il percorso naturale dei flussi idrici nel versante; i sistemi di scolo della strada, poi, concentrando le acque ad essi recapitate sui versanti di valle, se non ben progettati, possono generare situazioni di forte instabilità della copertura superficiale del terreno (Borga et al., 2005). L’integrazione della rete antropica in quella idrografica del bacino ha come risultato una estensione del reticolo di drenaggio, che dipende dalla morfologia del bacino stesso, dalle caratteristiche costruttive e dalla localizzazione del tracciato stradale, e dalla collocazione dei dispositivi di scolo. Queste modificazioni possono realizzare una convergenza o una dispersione dei flussi, che si materializza in una alterazione dei tempi di trasporto delle acque superficiali, con effetti sulla portata al colmo e sui volumi di piena in risposta agli eventi meteorici. Tutto ciò può produrre insufficienza idraulica e indurre fenomeni di esondazione in particolari tronchi del reticolo idrografico. Indipendentemente dalla localizzazione, dalla destinazione d’uso, dal tipo di attività che sostengono, dalla morfologia e dalle caratteristiche strutturali, i tracciati stradali determinano una discontinuità nell’assetto naturale di un versante. La presenza di una strada, infatti, interrompe in primo luogo la continuità geomorfologica del pendio e, in secondo, la continuità della copertura vegetale. Sotto questo profilo, l’influenza della strada sarà maggiore quando la realizzazione della sede stradale necessita del disboscamento della zona interessata, di minore entità se il versante non è forestato. In dettaglio le infrastrutture stradali modificano le proprietà idrologiche del suolo ove esse impattano per via della: • diminuzione della capacità di infiltrazione, dovuta alla compattazione della superficie stradale; • diminuzione della scabrezza, dovuta alla natura del manto superficiale adottato per la pavimentazione stradale; • eliminazione, rispetto al versante naturale, delle complesse dinamiche relative all’intercettazione meteorica da parte della copertura vegetale e ai fenomeni di evapotraspirazione. Le strade modificano inoltre la distribuzione spaziale dei percorsi di drenaggio naturali, con una marcata influenza non solo sui deflussi superficiali, ma anche sul trasporto dei flussi subsuperficiali. Tale redistribuzione comporta • la formazione di deflusso superficiale sulla sede stradale; Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 85/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE • l’intercettazione, da parte della sede stradale, del deflusso superficiale proveniente da monte della stessa; • l’exfiltrazione del flusso subsuperficiale dovuta al taglio nel versante creato dallo sbancamento per la costruzione della strada; • la cessione concentrata della portata raccolta e propagata dalla strada a zone circoscritte del pendio a valle della strada, in corrispondenza dei dispositivi di scolo o di punti di minimo topografico locale del tracciato altimetrico della strada. Infine, la strada amplia la naturale rete idrografica di un bacino. L’integrazione della strada nel reticolo di drenaggio è completa in quanto essa è in grado sia di intercettare i flussi provenienti da monte, sia di restituirli a valle. Molti studi sono stati condotti in materia di interazione tra strade e flussi idrologici al fine di comprendere questa complessa interconnessione. Tali indagini sono state rivolte, in particolare, all’influenza della strada nella formazione di canali effimeri aventi origine allo sbocco dei dispositivi di scolo (Montgomery, 1994; Croke & Mockler, 2000) e all’estensione della rete di canali e alla connettività tra tracciati stradali e rete idrica (Wemple et al., 1996; La Marche & Lettenmaier, 2000; Tague e Band, 2000; Carluer & De Marsily, 2003). Queste analisi hanno riscontrato una notevole influenza della presenza della rete antropica sull’incremento delle portate al colmo di piena, sulla diminuzione dei relativi tempi di risposta alla sollecitazione meteorica e sull’aumento dei casi di instabilità della coltre superficiale del suolo in siti localizzati in prossimità delle strade. Tali effetti dipendono, oltre che dalla morfologia del bacino in esame, dallo sviluppo del tracciato stradale, dalla disposizione degli elementi di restituzione dei flussi intercettati e dalla presenza o meno di forestazione (Wemple et al., 1996). L’influenza delle strade sulla risposta idrologica a scala di bacino si traduce quindi in due principali effetti sulla forma dell’idrogramma (v. Figura 7.9): • un effetto volumetrico, dovuto sia a un incremento della superficie impermeabile del bacino, sia alla intercettazione dei flussi di monte; entrambi comportano un incremento del volume di acqua disponibile per il deflusso superficiale rapido (effetto massico); • un effetto temporale, dovuto ad una alterazione del percorso naturale dei deflussi idrici (effetto dinamico). Gran parte di tali flussi vengono canalizzati nella rete dei canali alveati, impermeabili e poco scabri, in anticipo rispetto a quanto avverrebbe nel caso non antropizzato. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 86/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Confronto fra gli scenari con / senza strade in termini di portata al colmo (Ws3, H.J.Andrews Experimental Forest–Western Cascade Range, Oregon, USA) 0.6 Qcolmo con strade (m /s) 0.5 3 q(t) con strade senza strade 0.4 0.3 0.2 Qmax: scenario senza strade Qmax: scenario con strade 0.1 0 0 t Figura 7.9. Effetto della presenza delle strade sull’idrogramam di piena, con particolare riferimento a volume di piena e portata e tempo di picco. 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 3 Qcolmo senza strade (m /s) Figura 7.10. Confronto tra scenari in presenza e assenza di strade in termini di portata al colmo. Emerge quindi l’importanza di sviluppare sistemi diagnostici dell’impatto idrologico delle strade di montagna e, più in generale, delle infrastutture stradali. La modellazione idrologica di dettaglio, con cui l’impatto delle strade può essere analizzato, deve quindi essere in grado di enucleare sia l’effetto massico, sia l’effetto dinamico. In questo ambito, per esempio Rulli et al. (2004) propongono un modello idrologico distribuito e fisicamente basato, che descrive in dettaglio l’integrazione della rete stradale all’interno dei flussi idrologici, studiando l’interconnessione tra rete antropica e reticolo idrografico, tanto da un punto di vista prettamente geometrico e geomorfologico, quanto da quello idrologico. Questo modello, integrato dalla presenza di infrastrutture viarie, è stato implemenato e validato sul bacino Ws3 della H.J.Andrews Experimental Forest–Western Cascade Range, Oregon U.S.A., dove, alla fine degli anni ’50, sono stati costruiti 3 ordini di strade. Per tale bacino, studiato e monitorato da oltre 50 anni, sono state acquisiti dati topografici e idrologici a fine risoluzione che hanno permesso un’adeguata modellazione della risposta idrologica. Il modello è stato validato in corrispondenza di due differenti scenari, uno in assenza di infrastrutture viarie (periodo antecedente la costruzione delle strade) e uno in presenza di strade (periodo successivo alla costruzione delle strade). E’ stata simulata poi una stessa serie di eventi nei due menzionati scenari al fine di quantificare l’influenza delle strade sulla risposta idrologica di un bacino montano. Il modello è stato tarato e validato sia per lo scenario in presenza delle strade di montagna, sia per quello in loro assenza, rendendo quindi ragionevolmente proponibile il confronto tra i due. Da tale confronto emergono con chiarezza più elevate portate al colmo in presenza di strade, con aumento nell’ordine del 10–30% (v. Figura 7.10). Non si è invece apprezzato l’atteso anticipo temporale teoricamente previsto; fatto che si reputa imputabile alle peculiarità del bacino studiato, e alla ridotta densità stradale. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 87/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Né in Italia, né in Europa sono stati ancora condotti analoghi esperimenti, anche per la difficoltà di reperimento di serie storiche e documentali a elevato dettaglio, sufficientemente lunghe da consentire la validazione delle simulazioni matematiche. La bibliografia citata in questo paragrafo viene riportata nel seguito per la sua specificità. Borga, Tonelli F., Selleroni J., A physically based model of the effects of forest roads on slope stability, Water Resources Research, (2004) Vol. 40, W12204. L. C. Bowling, Lettenmaier D. 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Modificazioni della rete idrografica Gli interventi antropici sul reticolo idrografico datano a tempi molto antichi, quando gli uomini realizzarono i loro primi tentativi di derivare le acque e di regolare la distribuzione temporale dei deflussi naturali. Tali interventi, che comportano un ampio spettro di tecnologie, dall’antica sistemazione olistica dei rivi alla moderna costruzione di opere di ingegneria civile. Sotto il profilo della non stazionarietà delle piene fluviali, essi producono, nel loro complesso, due tipologie di effetti: Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 88/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE • la modificazione della conduttività idraulica dei tronchi del reticolo, • la modificazione della capacità d’invaso della rete idrografica. Nel primo caso, il deflusso viene rallentato o accelerato dalle modificazioni della geometria idraulica delle sezioni fluviali, nel secondo si modifica il meccanismo di concentrazione dei deflussi lungo la rete per via dell’accumulo o del rilascio di volumi idrici regolati artificialmente. Modificazioni della conduttività idraulica della rete idrografica Il fattore dinamico gioca un ruolo non trascurabile nella determinazione dell’idrogramma di piena. A scala di bacino, esso è rappresentato dalla velocità di dispersione geomorfologica che caratterizza l’idrogramma unitario istantaneo. Si tratta di una velocità caratteristica, che velocità dipende dalla geometria idraulica dei tronchi fluviali, ossia dalla loro morfologia, scabrezza e pendenza. Utilizzando modelli di dettaglio di tipo spazialmente distribuito, tali effetti possono essere apprezzati con maggiore precisione. A questo proposito, la modellazione del flusso attraverso la rete idrografica gioca un ruolo importante ai fini della corretta determinazione dell’idrogramma di piena (v. Henderson, 1963; Orlandini e Rosso, 1998). Di conseguenza, studi volti ad analizzare tali effetti si giovano di un’impostazione di tipo distribuito del modello idrologico di dettaglio, sempre che la parametrizzazione del modello stesso si avvalga di accurati rilievi della geometria idraulica del reticolo idrografico. A scala di bacino, le modificazioni di queste grandezze possono comportare non trascurabili effetti sulla severità di una piena, come illustrano gli esempi, affatto teorici che sono riportati nelle Figure 7.11-12, sulla base del modello concettuale che utilizza l’idrogramma unitario istantaneo di tipo geomorfologico per la rappresentazione dello scorrimento superficiale. La conseguenza di tali effetti sulla curva di crescita della portata al colmo di piena è generalmente modesta, in quanto si modificano in modo abbastanza simile tutti i quantili, compresa la portata indice. Di conseguenza, basta valutare l’influenza di tali modificazioni sulla portata indice, tramite un opportuno metodo indiretto (v. Figura 7.13-15), e trasferire quindi tali modificazioni ai quantili di interesse tramite la curva di crescita. Torrente Bisagno a La Presa Torrente Bisagno a La Presa 1 2 3 4 5 6 400 Portata (V1) 100 Pioggia Locale 150 Pioggia Ragguagliata 300 200 Pioggia Netta 250 LSPP 200 300 100 350 0 400 0 1 2 3 4 5 2 3 4 5 6 0 6 50 500 Portata [m3/s] Portata (V2=1.2V1) Tasso di Pioggia [mm/ora] 50 500 1 600 0 600 Portata [m3/s] 0 Portata (V2=0.8V1) 400 Portata (V1) 100 Pioggia Locale 150 Pioggia Ragguagliata 300 200 Pioggia Netta 250 LSPP 200 300 100 350 0 Tasso di Pioggia [mm/ora] 0 400 0 1 2 3 4 5 6 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Figura 7.11. Variazione dell’idrogramma critico a frequenza 100-ennale per un aumento della velocità di dispersione geomorfologica (velocità media di scorrimento superficiale media spazio-temporale lungo il Figura 7.12. Variazione dell’idrogramma critico a frequenza 100-ennale per una diminuzione della velocità di dispersione geomorfologica (velocità media di scorrimento superficiale media spazio-temporale lungo il Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 89/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE reticolo). reticolo). Torrente Bisagno a La Presa 1 2 3 4 5 6 7 Torrente Bisagno a La Presa 8 9 150 0 Portata [m3 /s] Pioggia Locale Pioggia Ragguagliata 100 Pioggia Netta LSPP 50 150 0 1 2 3 4 5 6 7 8 5 6 7 8 9 0 50 Pioggia Locale 100 Pioggia Ragguagliata Pioggia Netta 100 LSPP 50 150 200 0 4 Portata (V1) Portata [m3 /s] 50 Portata (V1) 3 Portata (V2=1.2V1) Tasso di Pioggia [mm/ora] Portata (V2=1.2V1) 2 150 0 100 1 200 0 9 Tasso di Pioggia [mm/ora] 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Figura 7.13. Variazione dell’idrogramma critico relativo alla piena indice per un aumento della velocità di dispersione geomorfologica (velocità media di scorrimento superficiale media spazio-temporale lungo il reticolo). Figura 7.14. Variazione dell’idrogramma critico relativo alla piena indice per una diminuzione della velocità di dispersione geomorfologica (velocità media di scorrimento superficiale media spazio-temporale lungo il reticolo). Torrente Bisagno a La Presa 3 Portata al Colmo, qT [m /s] 900 800 Scenario di controllo V=V* 700 Scenario V=0.8V* 600 Scenario V=1.2V* Figura 7.15. Variazione della portata al colmo di piena in relazione ad ipotesi di aumento e diminuzione della velocità di dispersione geomorfologica. 500 400 300 200 100 0 1 10 100 1000 Periodo di Ritorno, T [anni] Modificazioni della capacità d’invaso della rete idrografica La modificazione della capacità di invaso della rete idrografica è legata alla presenza di sbarramenti artificiali, che, nella grande maggioranza dei casi in Italia e in Liguria, non contemplano la regolazione delle piene tra i loro obiettivi. La International Commission on Water Resources Systems della International Association of Hydrological Sciences (1998) individua nella equità, nella reversibilità, nel rischio e nel consenso i quattro criteri pratici per la definizione di criteri di sostenibilità delle opere di accumulazione. Nel presente contesto, l’attenzione va quindi rivolta al criterio del rischio e, in particolare, agli aspetti idrologici del rischio stesso. L’affidabilità di un’opera di accumulazione idrica tramite sbarramento di un corso d’acqua desta sempre una certa preoccupazione. In assoluto, nessun asservimento Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 90/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE idraulico di questo tipo può garantire un’affidabilità totale, ossia la sicurezza che, con probabilità del 100%, sia escluso qualunque tipo di crisi del sistema. L’esperienza dell’ultimo secolo ha infatti mostrato la persistenza di un rischio residuale, più o meno grande, per qualunque opera dell’uomo che interagisca con il ciclo idrologico. A maggior ragione, le opere di accumulazione idrica e i relativi sbarramenti sono senz’altro soggetti a tale regola, vista la profonda modificazione del regime idrologico da essi indotta. Il problema dell’affidabilità va quindi indirizzato verso l’obiettivo di rendere la probabilità di crisi del sistema sufficientemente piccola. Le dighe sono generalmente costruite per fronteggiare l’eventualità di fenomeni idrometeorologici estremi, generalmente caratterizzati da valori elevati del periodo di ritorno, e la loro progettazione prevede anche l’adozione di un fattore di sicurezza (franco) per tenere conto delle varie incertezze, compreso quelle connesse alla valutazione di tali eventi. La piena di progetto con cui vengono dimensionati gli scarichi di superficie dovrebbe pertanto assicurare che il corpo della diga non venga tracimato lungo l’orizzonte temporale di vita attesa dell’opera, se non con probabilità bassissima e comunque prefissata. Comunque, l’esperienza insegna che, nel corso di una piena estrema, qualunque diga può crollare per ragioni idrologiche. Nel corso del tempo, la percezione del rischio da parte della società si è venuta progressivamente a modificare, poiché, raggiunto un certo livello di benessere, la società diventa sempre meno disponibile ad accettare il rischio, soprattutto se legato a fenomeni naturali. La società evoluta vuole a tutti i costi evitare quei disastri che possono comportare elevate perdite, soprattutto di vite umane, anche quando la possibilità che si verifichino è estremamente limitata. Per questa ragione, il rischio di crisi di molte dighe esistenti, soprattutto se costruite in passato, va riesaminato secondo standard aggiornati, realizzando eventualmente migliorie idrauliche e strutturali atte a garantire la rispondenza dell’opera a tali standard. Inoltre, le opere di accumulazione idrica non sono in grado di svolgere indefinitamente nel tempo la loro funzione. In fase di progettazione va comunque stabilita la vita di progetto dell’opera, al termine della quale l’opera stessa non sarà più funzionale a soddisfare gli originali obiettivi per i quali viene costruita, a meno di un processo di ri-sviluppo del progetto stesso. In molti casi questo basilare concetto dell’ingegneria non viene tenuto nel dovuto conto dai gestori degli impianti, la cui obsolescenza viene spesso esaminata soltanto per quanto riguarda i macchinari (per esempio, le macchine idrauliche ed elettriche degli impianti idroelettrici) e, più in generale, i componenti del sistema che rivestono un ruolo importante nella resa economica del sistema stesso. Se si accetta la possibilità che si verifichi la crisi di uno sbarramento, bisogna comunque capire come rendere accettabile tale eventualità e come ridurne l’impatto. Un ulteriore aspetto del rischio associato agli sbarramenti è dato dagli effetti della presenza dell’opera sulla rete idrografica di valle. La riduzione delle piene non eccezionali lungo il tronco fluviale a valle dello sbarramento comporta una serie di impatti negativi. Alcuni di questi hanno carattere ambientale, quali la drastica riduzione della naturale coltivabilità delle terre, creando una pesante dipendenza dall’irrigazione artificiale, un declino della qualità dei pascoli rivieraschi, soprattutto nella stagione secca, una riduzione della pesca e una trasformazione della naturale pianura alluvionale che tende a ridurne le capacità di accogliere gli uccelli migratori e, più in generale, la fauna. Dal punto di vista strettamente idrologico, la diminuzione di intensità e la rarefazione delle piene non eccezionali può provocare effetti non lievi sugli acquiferi della piana alluvionale e, soprattutto, riduce la dimensione dell’alveo attivo, così che Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 91/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE l’antropizzazione delle aree rivierasche può tendere, in assenza di regolamentazione d’uso del territorio, ad esaltare l’impatto delle piene eccezionali. Questo effetto, classificabile come un aumento virtuale della sicurezza idrologica, può drammaticamente accrescere l’impatto delle piene eccezionali. A proposito di aumento virtuale della sicurezza idrologica, vale la pena di annotare come tale fenomeno, sviluppatosi in un lungo arco di tempo in molte zone vallive del nostro paese, ha talmente diminuito il calibro di alcune reti idrografiche da rendere addirittura molto pericolosa la manovra di scarico a pieno regime delle opere di accumulazione, tramite l’apertura degli scarichi profondi, di alleggerimento e di fondo. Oltre alle ovvie conseguenze sul rischio alluvionale, questo fenomeno può anche limitare la possibilità di operare rilasci controllati, provocando piene artificiali a scopo di restauro e conservazione dell’ecosistema fluviale. Un ultimo aspetto idrologico dei rischi legati alle opere di accumulazione idrica riguarda gli effetti morfologici e, in particolare, le modificazioni indotte sulla geomorfologia fluviale. L’erosione del suolo, che rappresenta il maggior contributo alla sedimentazione nei serbatoi artificiali, produce non soltanto una perdita di suolo nel bacino di monte, ma causa anche una progressiva diminuzione del volume utile di regolazione, limitando la vita di progetto dell’opera. Sebbene non si possa evitare che l’invaso riceva sedimenti da monte, la sistemazione del bacino montano non soltanto può aumentare la vita di progetto dell’opera, ma produrre anche notevoli benefici aggiuntivi in relazione alla conservazione del suolo, diminuendo l’impatto dell’erosione e delle frane superficiali. In alcuni casi, il rapido fenomeno del deposito dei sedimenti nelle opere di accumulazione ne ha drasticamente decapitato l’efficacia di regolazione (per esempio, l’invaso utile della diga di Sanmenxia in Cina è diminuito del 35% in poco più di 7 anni e fenomeni simili si sono riscontrati per molte opere italiane, soprattutto nel Mezzogiorno). A valle dello sbarramento, si osserva spesso una tendenza all’aumento della erosione fluviale, per via del ridotto apporto da monte dei sedimenti, intrappolati in parte nell’invaso, nonché al riassortimento artificiale dei sedimenti stessi, per via dell’effetto di selezione granulometrica operato dall’invaso. Questa tendenza può avere effetti assai devastanti sugli estuari e sulle coste. In definitiva, il rischio esiste in quanto un’opera di accumulazione idrica può provocare impatti negativi di natura economica, sociale e ambientale. Il rischio può essere definito come il prodotto tra l’entità di tale negativa conseguenza e la probabilità con cui tale conseguenza può manifestarsi. Poiché la stima del rischio richiede l’uso combinato di dati storici ed empirici, di conoscenze euristiche e di percezioni culturali, una siffatta misura composita di rischio viene fortemente influenzata dai pesi che vengono assegnati alle varie componenti di tale misura. La sicurezza delle dighe è in parte un problema di efficienza, in parte una questione di equità inter-generazionale. Una diga deve essere sicura e deve poter assolvere alla sua funzione il più a lungo possibile. I disastri citati in precedenza sono chiari esempi di progetto insostenibile. Come già accennato, le moderne società sono sempre più avverse al rischio, poiché desiderano ridurre il rischio di eventi catastrofici, ancorché molto rari, essendo disposte ad affrontare costi crescenti per ottenere la sicurezza. Lo studio delle previsioni e degli scenari è utile quando le probabilità e le condizioni di accadimento di ogni scenario sono, almeno in una certa misura, scientificamente identificabili, ponendo le basi per decisioni basate su tali probabilità. In realtà, poiché la valutazione della probabilità di accadimento di ogni realizzazione è troppo incerta, Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 92/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE bisogna affidarsi ad analisi di scenario per scegliere tra le diverse alternative e addivenire a decisioni sul breve periodo. In termini di resa idrologica di un’opera di accumulazione, gli scenari non sono tanto legati al progetto della diga, se non per le possibilità di adeguamento della struttura, quanto alle regole operative e gestionali dell’invaso. In fase di pianificazione delle opere, tre regole assicurano la massima resilienza e la massima robustezza del sistema, ossia • numerosi piccoli invasi sono meglio di un invaso gigantesco; • vanno ricercate più fonti alternative di approvvigionamento e accumulo; e • bisogna assicurare la possibilità di trasferimento e scambio delle acque. Tali qualità devono comunque essere accompagnate dalla flessibilità di gestione dei sistemi di serbatoi, ossia dalla capacità di modificare i vincoli operativi in ragione non solo dell’adattabilità a scenari diversi, ma dell’adeguamento a cambiamenti non previsti in fase di progetto. Se la flessibilità fisica di una diga è, per natura dell’opera, assai limitata, la più o meno elevata flessibilità di gestione può rendere l’opera di accumulazione utile o inutile, con uno spettro abbastanza ampio di livelli intermedi. In questo contesto, va oggi valutata con attenzione la possibilità di inserire la laminazione delle piene tra gli obiettivi di gestione di manufatti progettati e gestiti finora a fini economici diversi (v. Figura7.16). Legame tra aspetti gestionali e rischio idrologico Caratteristiche della piena Tipo Intensità Volume Distibuzione temporale …... Infrastrutture Strade e ponti Ferrovie Oleodotti e gasdotti Reti tecnologiche ……. Caratteristiche degli scarichi Caratteristiche del serbatoio Dimensione Altezza diga Area specchio idrico Volume di laminazione Franco Politiche di ….. Idrografia valliva Geomorfologia fluviale Capacità di smaltimento ……. “Antichi” villaggi “Nuovi” insediamenti gestione Politica “normale” Politiche avanzate Politiche vincolate ….. Piana alluvionale Figura 7.16. Visione schematica dei legami tra aspetti gestionali e rischio idrologico. Nonostante lo sviluppo accelerato delle scienze idrologiche dell’ultimo quarto di secolo, i sistemi di serbatoi artificiali raramente sono stati affrontati adottando l’impostazione a base fisica sviluppata nel campo dei sistemi e dei processi naturali. Infatti, l’idrologia ha preferito approfondire le basi conoscitive della complessità osservata nei processi Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 93/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE fondamentali della natura, piuttosto che affrontare il “rumore supplementare” introdotto in tali processi dai controlli artificiali, quali dighe e serbatoi. Va comunque considerato come le dighe abbiano segmentato la maggior parte dei corsi d’acqua italiani ed europei, causando danni ambientali a piccola come a grande scala. Gran parte delle dighe italiane ed europee sono state costruite molto tempo fa e il paesaggio fluviale e ripario è drammaticamente mutato nel corso di questo secolo, così che l’impatto del crollo di una diga può essere oggi assai diverso e catastrofico di quanto prefigurabile al momento dell’entrata in esercizio della diga stessa. Gli attuali filoni della ricerca scientifica nel campo dei controlli antropici sul regime di piena hanno principalmente oggetto le fonti non-puntuali di nonstazionarietà, quali le forzanti climatiche e l’evoluzione d’uso del suolo, analizzate nei punti precedenti. Poiché l’intensivo sfruttamento del sistema fluviale tramite sbarramento dei corsi d’acqua presenta un enorme impatto idrologico ed ecologico, bisogna sollecitare i ricercatori a valutare con estrema cura gli effetti delle discontinuità puntuali costituite da dighe e serbatoi. In anni recenti, è stato fatto un certo sforzo, anche in Italia, per prevedere gli effetti del crollo delle dighe sul sistema fluviale vallivo. Manca purtroppo un’effettiva integrazione di questi studi nelle procedure e nelle norme di pianificazione di bacino e, più in generale, di pianificazione territoriale. Ciò non è soltanto dovuto a inerzia e miopia dei pianificatori, ma deriva anche dalla difficoltà di incorporare il rischio associato ad eventi, vivaddio, estremamente rari, quali le rotture delle dighe, con il rischio naturale di piena e gli altri rischi ambientali. A tale proposito, bisogna anche riconsiderare le scale spaziali con cui sono stati mappati i fenomeni ondosi di rottura, adeguandole a quelle delle mappe di rischio alluvionale e di uso del territorio, in modo da armonizzare il bagaglio tecnologico con cui affrontare le decisioni proprie della pianificazione territoriale (v. Figura 7.17). Nei bacini montani l’onda di piena provocata da manovre sugli scarichi può superare, anche di un ordine di grandezza, la piena temibile con elevato periodo di ritorno (p.es., centennale). Nell’affrontare la pianificazione territoriale e la mitigazione del rischio alluvionale bisogna quindi considerare con cura tale circostanza, sviluppando modelli idrologico-idraulici ad alta risoluzione delle reti idrografiche segmentate da serbatoi artificiali (vedi, p.es., Orlandini & Rosso, 1998). Infine, nei paesi con maggiore sensibilità ai problemi ecologici si sta guardando con sempre maggiore attenzione al rilascio delle cosiddette “piene ecologiche” artificiali, come avvenuto negli Stati Uniti, per esempio, nel caso del rilascio sperimentale di una piena ecologica dalla diga di Glen Canjon nella primavera del 1996, con una portata al colmo pari a circa la metà del valore medio annuo indisturbato e con una durata pari a sette giorni. Bisogna tenere conto che, in questi casi, l’evoluzione dell’onda di piena vada adeguatamente prevista tramite simulazioni di scenario, affinché il benefico effetto di restauro delle zone umide dell’ecosistema fluviale non si tramiti in danno economico per via di esondazioni impreviste. Anche queste iniziative richiedono perciò una modellazione ad alta risoluzione del sistema fluviale. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 94/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Influenza della posizione del serbatoio e del suo volume di laminazione sulle piene di valle Bacino regolato Aree contribuenti Piana Alluvionale prossima Qp Qp con diga Qp senza diga B senza diga A TR Volume di laminazione Volume di piena con diga TR distante senza diga dist anz a con diga TR Figura 7.17. Visione schematica dell’influenza della posizione del serbatoio e del suo volume di laminazione sulle piene di valle con assegnato periodo di ritorno. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 95/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Adom, D.N., Caroni, E. & R. Rosso, Impiego di statistiche non-parametriche nell'analisi regionale dei dati di portata al colmo di piena, Atti XXI Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, L'Aquila, 5-8 settembre, Vol.2, 317-328, 1988. Adom, D.N., Bacchi, B., Brath, A., & R. Rosso, On the geomorphoclimatic derivation of flood frequency (peak and volume) at the basin and regional scale, in: New Directions for Surface Water Modelling, edited by M.L. Kavvas, IAHS Publ. no.181, 165-176, 1989. Ahmad,M.I., Sinclair, C.D. & B.D. 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Durata critica: durata di pioggia per la quale, nella sezione di chiusura del bacino idrografico, si manifesta la massima portata al colmo tra tutte quelle potenzialmente prodotte da un tasso di pioggia variabile con la durata stessa secondo una legge nota, p.es. la legge di potenza che discende dalla proprietà dell’invarianza di scala. -attesa: durata dell’evento critico prodotto dal valore atteso del tasso di pioggia. Evento critico: evento idrologico (puramente ipotetico) caratterizzato da un tasso di pioggia corrispondente alla durata critica e dalla corrispondente portata al colmo nella sezione di chiusura del bacino idrografico. Funzione di distribuzione cumulata di probabilità o CDF: esprime la probabilità che una variabile aleatoria X assuma valori inferiori o uguali a un valore x, FX(x) = Pr[X≤x]. La corrispondente probabilità di superamento è pari a Pr[X>x] = 1 - FX(x). La relativa funzione di densità di probabilità o pdf è data da fX(x) = dFX(x)/dx. GEV: acronimo di Generalised Extreme Value distribution, ovvero la funzione di distribuzione di probabilità generalizzata del valore estremo, che comprende, come casi particolari, le leggi di Gumbel e Fréchet. Idrogramma: diagramma (andamento) dell’evoluzione temporale della portata idrica in un corso d’acqua; –diretto: la quota parte del deflusso idrico che non deriva dalla restituzione delle acque accumulate nelle falde sotterranee. Ietogramma: diagramma (andamento) dell’evoluzione temporale del tasso di precipitazione; –netto: la funzione temporale della pioggia netta, ossia la quota parte di precipitazione che origina il ruscellamento. Invarianza di scala: proprietà statistica di una variabile aleatoria X a parametro t (scala temporale, scala spaziale, ecc.) per cui si ha Pr[X(λt)≤x] = Pr[λnX(t)≤x] per ogni valore x di X, dove λ>0 è un fattore di scala e l’esponente n viene chiamato esponente di scala. IUH o idrogramma unitario istantaneo, u(t): risposta impulsiva di un sistema lineare che descrive la trasformazione della funzione temporale di ingresso (ietogramma netto) in funzione temporale uscita (portata). Può anche essere interpretato come la funzione di densità di probabilità del tempo di residenza della pioggia netta nel bacino idrografico. Linea segnalatrice di probabilità pluviometrica: funzione h = h(d;T) non decrescente dell’altezza di pioggia caduta in funzione del tempo (o durata, d) che esprime la variabilità dell’altezza di precipitazione meteorica massima annuale H con la scala temporale d di aggregazione, a parità di frequenza o periodo di ritorno T. –scala invariante: la funzione h(d;T) segue una legge di potenza del tipo hT = a1 wT dν, dove hT Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 101/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE indica il quantile di H caratterizzato da un periodo di ritorno pari a T, a1 indica il valore atteso dell’altezza di pioggia massima annuale per una durata unitaria, ossia a1 = E[H(1)], ν è un esponente di scala e wT è una funzione del periodo di ritorno, il cui valore dipende dalla legge probabilistica utilizzata; il corrispondente tasso di pioggia è pari a pT = a1 wT dν-1. –scala invariante attesa massima annuale: valore atteso o media dell’altezza di pioggia massima annuale E[H] = a1 dν, cui corrisponde un tasso di pioggia atteso pari a E[p] = a1 dν-1, essendo E[W] = 1 per definizione. PDS: acronimo di Partial Duration Series, ovvero serie di dati di portata al colmo di piena con valore superiore a un livello di soglia qs prefissato, qi con i = 1,…, n” e qi > qs, generalmente espressi in m3s-1. Quantile: termine statistico con cui si indica il valore ξ di una variabile aleatoria X al quale corrisponde una prefissata frequenza di non superamento ovvero un prefissato periodo di ritorno, ξu : FX(ξ) = u, ovvero Pr[X>x] = 1 – u. Periodo di ritorno, T: per una variabile idrologica (p.es. la portata al colmo di piena in un sito fluviale, la pioggia oraria in una stazione pluviografica, ecc.) T è il reciproco della probabilità di superamento di un assegnato valore di progetto nel corso di un prefissato intervallo temporale di riferimento, p.es. un anno; T è anche pari alla media dell’intervallo di tempo tra due superamenti successivi di tale valore (v. Kottegoda e Rosso, 1997, p.190-191). Plotting position: frequenza campionaria Fi = Pr[Qi ≤ qi] che compete alla generica realizzazione qi (i = 1,…, n’) di una serie ordinata di osservazioni q1 ≤...≤ qi ≤ qi+1 ≤...≤ qn’. –formule di valutazione: la plotting position di Weibull, data dalla formula Fi = i / (n’ + 1), porge la probabilità indistorta Fi; per ottenere il quantile indistorto E[Qi] della statistica ordinata delle vv.aa. Q1 ≤...≤ Qi ≤ qi+1 ≤...≤ Qn’ si può utilizzare la formula approssimata Fi = (i – 0.2) / (n’ + 0.4) di Cunnane (1978). Portata al colmo: massimo assoluto della portata idrica in un sito fluviale durante un evento di piena. –massima annuale: massimo valore nel corso di un anno (solare). Rischio residuale, r: probabilità che, nel sito fluviale di interesse, il valore qr,L della portata di progetto venga superato almeno una volta in un orizzonte temporale di L anni. Tempo di ritardo, tL: momento del primo ordine della funzione IUH rispetto all’origine, ossia la distanza temporale tra il baricentro dell’idrogramma diretto e il baricentro dello ietogramma netto. Valore atteso, E[X]: indica il valore atteso o media o speranza matematica della variabile aleatoria X indicata dall’argomento. Variabile aleatoria, X: rappresenta una grandezza misurabile la cui entità è incerta o deterministicamente imprevedibile; ovvero: funzione misurabile, il cui dominio è lo spazio dei campioni (insieme di tutte le possibili realizzazioni di valori di X) e codominio è un sottoinsieme dei numeri reali, ossia [0, 1]. Varianza, Var[X] = E[X2] – (E[X])2: indica la varianza della variabile aleatoria X indicata dall’argomento. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 102/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE APPENDICE II: REGIME PLUVIOMETRICO LOCALE Introduzione Nelle procedure indirette di valutazione delle piene vanno spesso considerate le precipitazioni di forte intensità e breve durata, caratterizzabili a partire dalle osservazioni condotte nelle stazioni pluviografiche comprese e/o prossime al bacino in esame. Tale regime, per un certo intervallo di durate dello scroscio più intenso del nubifragio, è caratterizzabile tramite la costruzione delle Linee Segnalatrici di Probabilità Pluviometrica (LSPP). Una valutazione di tali curve può essere condotta in base alle osservazioni disponibili per la Liguria secondo le procedure e i modelli introdotti da Burlando & Rosso (1996), Rosso et al. (1986) e De Michele & Rosso (2000). L’analisi di dettaglio riportata in questi due ultimi riferimenti di letteratura sfrutta, pe l’Italia Nord-Occidentale, la base di dati più esauriente tuttora disponibile, vista l’inattività in questo settore da parte dei servizi tecnici, almeno in termini di validazione e pubblicazione dei dati. Nel seguito si porge una sintesi di tali risultati, sottoposti anche a un successivo controllo di qualità proprio in questa sede. Base di dati Sono stati utilizzati i dati osservati nelle stazioni di misura pluviometriche e pluviografiche dell’ex-SIMN fino al 1986. Solo per alcune stazioni la base di dati è stata aggiornata fino al 1992. Dopo un’analisi di qualità dell’informazione contenuta nelle serie storiche registrate, è stato ottenuto un data base comprendente 115 stazioni di misura (15 nel bacino padano e 100 sul versante tirrenico) con almeno 20 anni di osservazione e numerosità media di 34 anni. Campo di validità Le LSPP valutate a partire dalla base di dati sopra indicata ha validità per durate della precipitazione locale comprese tra 1 e 24 ore, centrate sull’istante di massima intensità dello scroscio. Modello idrologico di riferimento (SIGEV) Le linee segnalatrici di probabilità pluviometrica (LSPP) caratterizzano il regime pluviometrico delle piogge puntuali di forte intensità e breve durata, segnalando il valore di altezza di pioggia, rilasciabile da un nubifragio in un intervallo di tempo pari a d, che può venire superato con probabilità 1-F, ovvero caratterizzate da un periodo di ritorno T = 1/(1 – F) in anni. Per la valutazione delle LSPP è stata utilizzata la legge generalizzata del valore estremo GEV e il metodo scala invariante (Burlando & Rosso, 1996; Rosso et al., 1997). Nel suo Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 103/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE complesso, il modello è noto in letteratura come Scale-Invariance Generalized Extreme Value (SIGEV). In forma generalizzata, una LSPP scala-invariante si può scrivere come (Kottegoda & Rosso, 1997) h(T ; D ) = a1 wT d ν , (1) o in modo equivalente, in termini di intensità o tasso di precipitazione, come i (T ; D ) = a1 wT d ν −1 , dove • • • (2) a1 = E[H(1)] rappresenta il coefficiente di scala della linea segnalatrice, pari al valore atteso dell’altezza di pioggia massima annuale H per la durata unitaria di riferimento, per esempio, un’ora. Questo coefficiente viene anche indicato con la denominazione di pioggia indice; ν rappresenta l’esponente di scala con cui la variabilità del fenomeno si trasmette dalla scala temporale di riferimento alle altre scale temporali; wT rappresenta il fattore di crescita in frequenza, in quanto esso dipende del tempo di ritorno T e dalla distribuzione di probabilità scelta per rappresentare la variabile normalizzata W a media unitaria (E[W] = 1) che si ottiene dal campione dei dati di pioggia massima annuale normalizzati rispetto alla relativa media per ogni durata. Per la distribuzione GEV, wT assume la forma wT = ε + {1 − [ln(T /(T − 1))] }, k α k (3) dove ε indica il parametro di posizione, α indica il parametro di scala, e k indica il parametro di forma della distribuzione, tutti adimensionali. Per k = 0, la distribuzione GEV collassa nella distribuzione di Gumbel, ossia del valore estremo di primo tipo (EV1). I valori dei parametri relativi alle stazioni liguri sono riportati nelle Tabella A1 e A2, rispettivamente per il versante tirrenico e il bacino padano. Tali valori sono stati stimati utilizzando la base di dati del progetto CNR VAPI (v. De Michele & Rosso, 2000). E’ stato adottato il metodo di stima adottato L-moments consigliato dalla procedura CNR VAPI (v. De Michele & Rosso, 2000) ma le stime sono state aggiornate adottando la plotting position di Weibull (v. Salvadori et al., 2007). I valori osservati variano per a1 da 20 a 50 mm/oreν e per ν da 0.27 a 0.57. L’ampiezza di questi intervalli richiede un modello di variabilità spaziale dei parametri. Nel caso in esame, si può fare riferimento a un modello geostatistico a variabilità continua ai fini della stima locale in punti griglia, ovvero ai tradizionali topoieti quando si voglia ragguagliare l’informazione rispetto al’area di un bacino idrografico. Avvertenze Salvo alcuni casi sporadici, nei quali si disponeva di integrazioni dei dati risalenti a studi specifici accessibili, le stime parametriche qui riportate sono state condotte a partire da serie storiche che terminano nell’anno 1986, poiché a questa data risale la disponibilità ultima dei dati ufficiali pubblicati dall’ex-SIMN. Dal 1986 sono Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 104/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE trascorsi più di 20 anni. Solo per alcune stazioni la base di dati è stata aggiornata fino al 1992. Sarebbe quindi opportuno, laddove le stazioni pluviografiche avessero funzionato regolarmente con continuità in questo ulteriore periodo, provvedere a un aggiornamento delle stime presentate in questa sede. La numerosità media di 34 anni/stazione, che caratterizza le serie utilizzate in questa sede, potrebbe quindi salire in modo significativo, fino a valori prossimi ai 50 anni/stazione. Le stime parametriche riportate in questa sede vanno perciò adottate, comunque, con cautela e, laddove possibile, revisionate, tramite le procedure sopra indicate, integrando le serie storiche. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 105/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Tabella A1(1). Versante tirrenico. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 106/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Tabella A1(2). Versante tirrenico. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 107/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Tabella A1(3). Versante tirrenico. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 108/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Tabella A2. Versante padano. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 109/110 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri LINEE GUIDA 110/110 AUTORITA’ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE CRITERI ED INDIRIZZI TECNICI PER LA VERIFICA E VALUTAZIONE DELLE PORTATE E DEGLI IDROGRAMMI DI PIENA ATTRAVERSO STUDI IDROLOGICI DI DETTAGLIO NEI BACINI IDROGRAFICI LIGURI Parte III SCHEDE DI VALUTAZIONE REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Genova, Maggio 2008 La presente pubblicazione è di proprietà esclusiva della Regione Liguria. Il contenuto è comunque reso disponibile all’utilizzo o riproduzione parziale da parte di soggetti interessati, citando esplicitamente la fonte di provenienza. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 2/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Indice delle Schede di Valutazione PREMESSA ................................................................................................................................................5 SCHEDA 1A. PORTATA DI PROGETTO T-ENNALE CON IL METODO DELLA PORTATA INDICE ......................7 SCHEDA 2A. FATTORE DI CRESCITA IN UN SITO DELLA REGIONE OMOGENEA C......................................8 SCHEDA 2B. FATTORE DI CRESCITA IN UN SITO DELLA REGIONE DI TRANSIZIONE ZT2...........................9 SCHEDA 2C. LIMITI DI CONFIDENZA DEL FATTORE DI CRESCITA ...........................................................11 SCHEDA 3A. STIMA DELLA PORTATA INDICE CON IL METODO DIRETTO AFS..........................................13 Applicazione del metodo diretto AFS................................................................................................13 Stime dirette al variare della numerosità del campione ...................................................................14 SCHEDA 3B. STIMA DELLA PORTATA INDICE CON IL METODO DIRETTO PDS ..........................................15 SCHEDA 3C. STIMA DELLA PORTATA INDICE MEDIANTE TRASLAZIONE SCALA-INVARIANTE MONTEVALLE ......................................................................................................................................17 SCHEDA 3D. STIMA DELLA PORTATA INDICE DALLE FORMULE EMPIRICHE .............................................19 SCHEDA 3E. STIMA DELLA PORTATA INDICE CON IL METODO DELLE TRACCE STORICO-DOCUMENTALI..21 SCHEDA 3F. STIMA DELLA PORTATA INDICE CON IL METODO GEOMORFOCLIMATICO .............................29 Applicazione del metodo ...................................................................................................................29 Controllo del modello stocastico di precipitazione...........................................................................30 SCHEDA 3G. STIMA DELLA PORTATA INDICE TRAMITE TRASLAZIONE GEOMORFOCLIMATICA ................33 SCHEDA 3H. STIMA DELLA PORTATA INDICE VIA SIMULAZIONE DELL’EVENTO CRITICO.........................38 Modello idrologico di piena..............................................................................................................38 Modello SCS_CN..........................................................................................................................38 Modello GIUH_GAMMA .............................................................................................................39 Taratura del modello ........................................................................................................................39 Parametri del Modello SCS_CN .......................................................................................................40 Parametri del modello GIUH_GAMMA ...........................................................................................40 Pioggia massima attesa ....................................................................................................................40 Evento critico e portata indice..........................................................................................................41 SCHEDA 3I. STIMA DELLA PORTATA INDICE VIA SIMULAZIONE MONTECARLO .......................................45 Simulazione stocastica del campo di precipitazione: modello GNSRP ............................................45 Simulazione idrologica degli eventi di piena: modello FEST98.......................................................47 Metodo SCS_CN.......................................................................................................................................... 47 Metodo Muskingum-Cunge ......................................................................................................................... 49 Implementazione del modello FEST98 ........................................................................................................ 50 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 3/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Taratura e validazione del modello stocastico GNSRP(2) ...............................................................50 Taratura e validazione del modello deterministico FEST98 ............................................................53 Procedura di simulazione Montecarlo..............................................................................................54 Risultati della simulazione................................................................................................................55 SCHEDA 3L. STIMA DELLA PORTATA INDICE VIA SIMULAZIONE IDROLOGICA D’INVASO.........................57 SCHEDA 4A. CONTROLLO DELLA PORTATA DI PROGETTO.......................................................................64 SCHEDA 5A. IDROGRAMMI DI RIFERIMENTO PER UNA ASSEGNATA PORTATA AL COLMO DI PREFISSATO PERIODO DI RITORNO ................................................................................................................66 Modello idrologico di piena..............................................................................................................67 Modello SCS_CN......................................................................................................................................... 67 Modello GIUH_GAMMA............................................................................................................................ 68 Taratura del modello .................................................................................................................................... 68 Parametri del Modello SCS_CN .................................................................................................................. 69 Parametri del modello GIUH_GAMMA ...................................................................................................... 69 Pioggia temibile generatrice.............................................................................................................70 Simulazione dell’evento critico equivalente......................................................................................70 Simulazione degli idrogrammi di riferimento ...................................................................................73 SCHEDA 6A. RISCHIO RESIDUALE E PORTATA DI PROGETTO CON RISCHIO RESIDUALE ASSEGNATO ........75 SCHEDA 7A. CDF LOCALE “CONTRO” METODO DELLA PORTATA INDICE ...............................................76 SCHEDA 7B. METODI DIRETTI E INDIRETTI PER LA STIMA DELLA PORTATA INDICE .................................78 Metodo diretto AFS...........................................................................................................................78 Metodo diretto PDS ..........................................................................................................................78 Formule empiriche............................................................................................................................81 Simulazione dell’evento critico.........................................................................................................82 Modello idrologico di piena ......................................................................................................................... 82 Taratura e validazione del modello .............................................................................................................. 84 Pioggia massima attesa................................................................................................................................. 85 Evento critico e portata indice...................................................................................................................... 86 Conclusioni...........................................................................................................................................88 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 4/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Premessa Questa relazione illustra la procedura per la valutazione della portata al colmo di piena associata a un prefissato valore di periodo di ritorno, o frequenza di superamento, da utilizzare per lo sviluppo di studi idrologici di dettaglio nei bacini idrografici liguri, sia con versante tirrenico, sia ricadenti nel bacino del fiume Po di pertinenza ligure. La procedura proposta si basa sui metodi sviluppati a suo tempo dall’Unità Operativa 1.8 del Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nel quadro del Progetto Speciale di Valutazione delle Piene (VAPI) promosso dalla Linea di Ricerca sulla Previsione e prevenzione dagli eventi idrologici estremi (Linea 1). Essa si avvale anche dei risultati di altri progetti, quali il Progetto Speciale sulla Modellazione degli Eventi di Piena (MIUR) e il Progetto Framework (Commissione Europea) promossi nello stesso ambito scientifico, dove sono stati condotti approfondimenti della tematica sia di natura generale, sia di specifico riferimento a casi di studio liguri. Le linee guida qui presentate, rivolte ai tecnici della Regione Liguria e della pubbliche amministrazioni liguri, intendono fornire un ausilio per la pianificazione, la progettazione e la gestione dei sistemi e delle infrastrutture che interagiscono con i corsi d’acqua e, più in generale, per la prevenzione del rischio idrogeologico, anche in relazione all’applicazione delle normative in materia emanate negli anni recenti dalla Regione Liguria. Sotto il profilo scientifico, la procedura qui delineata rappresenta un ulteriore stato di avanzamento degli studi rispetto alla preliminare sintesi tecnica di Brath & Rosso (1994) e alla procedura di De Michele & Rosso (2000) per la valutazione delle piene nell’Italia Nord Occidentale. Infatti, essa tiene conto dei successivi approfondimenti di De Michele & Rosso (2002) in merito alla metodologia di regionalizzazione, di Bocchiola et al. (2003) in materia di valutazione della piena indice, e di Bocchiola et al. (2004) relativamente all’estensione del modello GEV a scala nazionale. Inoltre, sono presentate in modo dettagliato le modalità di applicazione della procedura nell’area geografica in esame, al fine di guidare i tecnici e gli operatori nella valutazione pratica della portata al colmo di piena. Il rapporto di sintesi presentato si articola in tre parti. La prima parte (Linee Guida) illustra in modo sequenziale i criteri e le procedure utili alla valutazione della portata al colmo di piena (Capitolo A) e degli idrogrammi di riferimento (Capitolo B). Essa definisce il percorso metodologico che viene suggerito per la valutazione di tali grandezze in sede di studi di dettaglio. A tal fine, delinea i percorsi da seguire nelle diverse tipologie di casi pratici, con particolare riferimento ai dati idrologici disponibili. La seconda parte (Allegato Tecnico) descrive in dettaglio le metodologie proposte. Il Capitolo 1 dell’Allegato Tecnico introduce la metodologia proposta, che prevede due fasi di valutazione. La prima fase, a sua volta descritta nel Capitolo 2, viene svolta a livello regionale, mentre la seconda fase, di cui riferisce il Capitolo 3, viene condotta a livello locale ed è legata allo specifico sito fluviale oggetto di valutazione. Il Capitolo 4 illustra i criteri con cui valutare l’incertezza delle stime di piena. Il Capitolo 5 affronta il problema della valutazione dell’idrogramma di piena. Nel Capitolo 6 alle valutazioni di piena a frequenza assegnata sono associati i concetti di orizzonte progettuale e rischio residuale, utili a finalizzare le decisioni sulla mitigazione del rischio alluvionale nelle diverse situazioni. Nel Capitolo 7 sono riportate alcune avvertenze per l’impiego delle Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 5/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE metodologie, alcune indicazioni di larga massima per affrontare i casi non contemplati dalla tale metodologia e, infine, alcune considerazioni sui futuri percorsi da intraprendere per approfondire i vari aspetti, tuttora inesplorati, della materia trattata. Infine viene riportato un ampio elenco bibliografico delle citazioni, che comprendono pubblicazioni e rapporti scientifici su specifici aspetti della problematica affrontata. In Appendice all’Allegato Tecnico si riportano anche (i) un glossario minimo per la comprensione di alcuni termini specialistici usati nel testo, nel quale si richiamano in modo semplice e sintetico le definizioni di base e le notazioni adottate; (ii) la caratterizzazione delle piogge intense tramite la procedura CNR-GNDCI-VAPI, utile all’applicazione pratica dei metodi proposti nei bacini della Regione Liguria. Poichè nella stesura di queste Linee Guida e del relativo Allegato Tecnico ci si rivolge specificamente a tecnici e operatori, sono state ridotte al minimo indispensabile, ma non eliminate, le formulazioni matematiche, presentando soltanto quelle necessarie allo sviluppo pratico delle metodologie proposte. Allo stesso modo, la discussione delle questioni scientifiche viene rimandata alle varie pubblicazioni specialistiche citate. I riquadri mettono in evidenza le diverse fasi della procedura, comprese le varie alternative metodologiche necessarie ad affrontare le diverse situazioni, che si presentano nella pratica. Ogni applicazione va infatti disegnata sia in ragione della tipologia, della qualità e della quantità dei dati disponibili, sia in relazione alle finalità dello studio intrapreso. Seguendo le indicazioni contenute nei riquadri e i percorsi delineati in forma di diagrammi a blocchi, l’operatore sarà in grado di tracciare il proprio percorso per risolvere il problema di valutazione della portata al colmo di piena secondo la procedura più adatta alla specifica applicazione. I diversi passi della procedura sono anche illustrati da esemplificazioni, tradotti in schede di calcolo operativo nella terza parte (Schede di Valutazione, qui riportata). Esse forniscono una traccia logica e computazionale per l’applicazione dei metodi presentati e sono basate su casi e dati reali dell’area geografica in esame. Tali esempi sono disegnati in modo da descrivere una vasta gamma di situazioni, quali si possono presentare nelle diverse condizioni operative a seconda della tipologia, della qualità e della quantità dei dati a disposizione. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 6/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 1A. Portata di Progetto T-ennale con il metodo della portata indice Si vuole stimare la portata di progetto centennale (T = 100 anni) in un sito fluviale per cui sono noti il fattore di crescita x100 = 4.14, valutato a scala regionale, e la portata indice, qindice = 100 m3/s, valutata in tale sezione fluviale in base alle caratteristiche specifiche del bacino idrografico sotteso. La formula (1) porge q100 = x100 qindice = 4.14×100 m3/s = 414 m3/s. Supponiamo che il fattore di crescita sia rappresentato dalla relazione (2) xT = ε + α 0.377 ( (1 − e 1 − e ) = 0.643 − 0.276 k − kyT 0.276 yT ), dove T ⎞ ⎛ yT = − ln⎜ ln ⎟ = 4.60 , ⎝ T −1⎠ 900 9 800 8 700 7 600 6 500 5 400 4 300 3 200 2 100 1 0 0 1000 1 10 100 Fattore di Crescita, xT Figura 1A.1. Curva di crescita, data dal diagramma xT = x(T) sul piano (xT, LogT), e corrispondente curva di pericolosità riferita alla portata al colmo. Portata al Colmo, qT [m3/s] la relazione tra la portata al colmo e il periodo di ritorno presenta l’andamento descritto in Figura 1A.1. Periodo di Ritorno, T [anni] Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 7/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 2A. Fattore di Crescita in un Sito della Regione Omogenea C Si vuole valutare il fattore di crescita del torrente Bisagno alla sezione di La Presa, laddove il Bisagno drena una superficie di circa 34.2 km2. Poichè il corso d’acqua è compreso nella Regione omogenea C, i parametri della curva GEV regionale valgono α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276 (vedi Tabella 2.2). La formula (2) porge quindi la seguente curva di crescita: xT = ε + α 0.377 ( (1 − e 1 − e ) = 0.643 − 0.276 k − kyT 0.276 yT ). Volendo valutare il fattore di crescita per T = 100, si calcola y100 dalla formula (3) 100 ⎞ ⎛ y100 = − ln⎜ ln ⎟ = 4.600 , ⎝ 100 − 1 ⎠ che sostituita nella equazione della curva di crescita porge x100 = 0.643 − ( ) 0.377 1 − e 0.276×4.600 = 4.14 . 0.276 8 Figura 2A.1. Curva di crescita. Diagramma xT = x(T) sul piano (xT, LogT). Fattore di crescita, x T 7 6 5 4 3 2 1 0 1 10 100 1000 Periodo di Ritorno, T (anni) Il valore della portata al colmo 100-ennale sarà quindi pari a 4.14 volte quello della portata indice. In Figura 2A.1 si riporta l’andamento del fattore di crescita al variare del periodo di ritorno. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 8/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 2B. Fattore di Crescita in un Sito della Regione di Transizione ZT2 Si vuole valutare il fattore di crescita del fiume Bormida a Ferrania, laddove il corso d’acqua drena una superficie di circa 49.5 km2, per un periodo di ritorno duecentennale. Poichè il corso d’acqua è compreso nella regione di transizione ZT2, i valori della relativa curva di crescita vengono calcolati in base alla distanza dalle regioni omogenee adiacenti, la Regione B e la Regione C, dalle quali il sito dista 45.0 e 3.0 km, rispettivamente. I relativi pesi sono quindi wB = 1 dB 1 45.0 = = 0.063 , 1 d B + 1 d C 1 45.0 + 1 3.0 wC = 1 dC 1 3.0 = = 0.938 . 1 d B + 1 d C 1 45.0 + 1 3.0 I parametri della curva GEV assumono i valori αB = 0.352, εB = 0.635 e kB = -0.320 nella Regione B; mentre per la Regione C valgono: αC = 0.377, εC = 0.643 e kC = -0.276 (vedi Tabella 2.2). I parametri del sito in esame vengono quindi valutati pesando tali parametri con i pesi wB e wC, ottenendo α = wB αB + wC αC = 0.375, ε = wB εB + wC εC = 0.643, k = wB kB + wC kC = -0.279. La formula (2) si particolarizza quindi come xT = ε + α 0.375 ( (1 − e 1 − e ) = 0.643 − 0.279 k − kyT 0.279 yT ). Volendo valutare il fattore di crescita per T = 200, si calcola y200 dalla formula (3) 200 ⎞ ⎛ y 200 = − ln⎜ ln ⎟ = 5.296 , ⎝ 200 − 1 ⎠ che sostituita nella (2) porge x200 = 0.640 − ( ) 0.375 1 − e 0.279×5.296 = 5.19 . 0.279 Il valore della portata al colmo 200-ennale sarà quindi pari a circa 5.2 volte quello della portata indice. In Figura 2B.1 si riporta l’andamento del fattore di crescita al variare del periodo di ritorno. Si noti come in questo caso lo scostamento della curva di crescita da quella relativa alla Regione C è praticamente trascurabile, in quando si otterrebbe un valore di x200 pari a 5.17. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 9/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Figura 2B.1. Curva di crescita. Diagramma xT = x(T) sul piano (xT, LogT). In questo caso la curva coincide praticamente con quella della Regione C. Fattore di crescita, xT 8 Sito di interesse 7 Regione B 6 Regione C 5 4 3 2 1 0 1 10 100 1000 Periodo di Ritorno, T [anni] Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 10/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 2C. Limiti di Confidenza del Fattore di Crescita Per la curva di crescita del torrente Bisagno alla sezione di La Presa, valutata nella Scheda 2A, si vuole conoscere l’errore standard di stima del fattore di crescita per un periodo di ritorno T = 50 anni. I parametri della curva GEV regionale (Regione C) valgono α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276 e sono stati stimati sulla base di n = 753 dati AFS (vedi Tabella 2.2). Sostituendo nella formula (5) il valore di y50 ottenuto dalla formula (3), ovvero y50 = -ln{ln[50/(50-1)]} = 3.902, si ricava: ( ) Var[xˆ 50 ] = α 2 n exp{y 50 exp[− 1.823k − 0.165]} = ( ) = 0.377 2 753 e 3.902 exp (1.823×0.276 −0.165 ) = 0.04490 , da cui si calcola il seguente errore standard di stima: σ X 50 = Var[xˆ 50 ] = 0.212 . Volendo determinare i limiti di confidenza per un livello di significatività a del 5%, si calcola (v. Tabella 2C.1) ζ 0.05 / 2 = Φ −1 (1 − 0.05 / 2) = Φ −1 (0.975) = 1.960 , nonchè, dalla formula (2), xˆ50 = 0.643 − 0.377 1 − e0.276×3.902 = 3.29, 0.276 ( ) che sostituiti nella formula (4) porgono + xˆ 50 = xˆ 50 + ζ 0.05 / 2 Var[xˆ 50 ] = 3.29 + 1.960 × 0.212 = 3.70 , − xˆ 50 = xˆ 50 − ζ 0.05 / 2 Var[xˆ 50 ] = 3.29 − 1.960 × 0.212 = 2.87 . Potremo quindi affermare con una confidenza del 95% che il valore della portata al colmo 50-ennale sia compreso tra le 2.9 e le 3.7 volte quello della portata indice. I corrispondenti limiti sigma, valutati per ζa/2 = 1, sono invece 3.1 e 3.5. In Figura 2C.1 sono riportati la curva di crescita, i relativi limiti sigma e i relativi limiti di confidenza, per un livello di significatività a del 5%, al variare del periodo di ritorno di progetto. Tabella 2C.1.- Valori della variabile normale standard per alcuni valori salienti della probabilità di non superamento. Φ(ζ) = Pr[ Ζ ≤ ζ ] = ζ= 0.5 0.000 0.6 0.253 0.7 0.524 0.8 0.842 0.84 1.000 0.90 1.282 0.95 1.645 0.975 1.960 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 0.99 2.326 11/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Curva di crescita Limiti sigma Limiti di confidenza (a=5%) 10 Figura 2C.1. Curva di crescita, limiti sigma e limiti di confidenza per un livello di significatività del 5%. Diagramma xT = x(T) sul piano (xT, LogT). Fattore di crescita, xT 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 1 10 100 1000 Periodo di Ritorno, T [anni] Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 12/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 3A. Stima della portata indice con il metodo diretto AFS Applicazione del metodo diretto AFS. Si vuole stimare la portata indice del torrente Bisagno a La Presa, laddove il Bisagno drena una superficie di circa 34.2 km2, appartenente alla Regione C. In base al campione osservato q’1,…, q’48 di n’= 48 anni di portata al colmo di piena osservati a La Presa di Tabella 3A.1, la relativa portata indice calcolata dalla formula (6) risulta qˆ indice = 1 48 q' i = 94.8 m 3 /s . ∑ 48 i =1 3 Tabella 3A.1.- Dati AFS (in m /s) del torrente Bisagno a La Presa. 73.3 51.7 106.0 187.0 51.6 159.5 26.9 38.0 114.0 98.0 39.1 107.1 66.5 150.0 56.8 150.0 45.6 62.2 48.4 124.0 61.8 71.0 119.6 55.0 34.5 193.0 58.4 182.0 60.8 18.5 31.7 122.0 57.6 52.4 104.5 18.5 161.0 212.0 94.7 49.7 126.3 13.4 30.3 123.0 183.0 63.4 218.4 277.1 In base ai valori regionali dei parametri della legge GEV, che nel caso specifico valgono α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276, è possibile stimare il valore di qT = qindice xT, dove xT è calcolato con la formula (2) e qindice è pari a 94.8 m3/s (v. Figura 3A.1). Bisagno a La Presa Figura 3A.1. Diagramma qT = q(yT) sul piano di Gumbel. Portata al colmo, q T (m3/s) 350 Serie AFS (APL) 300 Metodo Portata Indice 250 200 150 100 50 0 -2 -1 0 1 2 3 4 5 Variabile Ridotta, y T L’errore standard di stima della media campionaria si calcola dalla formula (7) e risulta Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 13/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE σq indice = n' 1 (q' i −94.8)2 = 8.9 m 3 /s . ∑ 48(48 − 1) i =1 I limiti sigma della portata indice stimata con il metodo AFS sono quindi dati da qindice ± σ qindice = 85.9 ÷ 103 .7 m 3s . Poichè n’ = 48, la stima diretta è anche quella caratterizzata dalla minore incertezza tra le possibili soluzioni del problema. Stime dirette al variare della numerosità del campione Va osservato come la stima diretta con il metodo AFS è soggetta a notevole variabilità per campioni di breve lunghezza. Dal diagramma di Figura 3A.2 si osserva la notevole variabilità di qindice stimata con il metodo diretto AFS a partire da brevi campioni di n’ = 5, 10 e 20 dati. Anche per n’ = 20, le stime di qindice fluttuano tra 80 e 120 m3/s. Bisagno a La Presa n'= 20 n'= 10 180 n'= 5 160 3 q indice [m /s] 140 Figura 3A.2. Portata indice stimata con il metodo AFS sulla base di n’ = 5, 10, 20 dati di portata al colmo osservata in anni successivi anche non consecutivi. 120 100 80 60 40 20 0 Campione Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 14/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 3B. Stima della portata indice con il metodo diretto PDS Si vuole stimare la portata indice del torrente Bisagno a La Presa, laddove il Bisagno drena una superficie di circa 34.2 km2, appartenente alla Regione C, dove α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276. E’ disponibile il campione q”1,…, q”20 di n” = 41 dati di portata al colmo di piena superiori alla soglia di 40 m3/s ivi osservati in n’ = 16 anni (dal 1957 al 1972) riportato in Tabella 3B.1. Tabella 3B.1.- Dati PDS di portata oraria del torrente Bisagno osservati a La Presa. Il simbolo * indica i valori inferiori 3 alla soglia di 40 m /s. 3 3 3 Anno Portata [m /s] Anno Portata [m /s] Anno Portata [m /s] 1957 1957 1957 1957 1958 1958 1959 1959 1959 1959 1959 1960 1960 1960 171.5 119.9 94.8 60.3 99.1 70.9 174.7 79.7 79.7 61.0 43.4 137.1 118.0 74.9 1960 1960 1960 1961 1961 1961 1961 1962 1963 1963 1963 1964 1964 1964 66.3 55.2 41.4 81.3 45.4 40.8 40.1 70.1 107.1 86.3 85.5 52.5 52.5 42.3 1964 1965 1966 1966 1967 1967 1968 1969 1970 1970 1970 1970 1971 1972 42.3 49.7 63.4 45.6 56.0 40.3 39.0* 46.3 119.6 82.1 45.6 42.9 53.2 105.1 Considerando l’intera serie disponibile, il numero medio di eventi anno risulta Λ = 41/16 = 2.56 e la portata media della serie PDS, calcolata dalla formula (8), risulta 1 n" qˆ PDS = ∑ q"i = 74.2 m 3 /s . n" i =1 La formula (9) porge quindi 1 q indice = α⎛ qˆ PDS = Λ ⎞ ⎜⎜1 − ⎟ k ⎝ 1 + k ⎟⎠ = 1.37 × 74.2 = 101.4 m 3 /s ε+ k 1 × 74.2 = 0.377 ⎛ 2.56 −0.276 ⎞ ⎜1 − ⎟ 0.643 − , 0.276 ⎜⎝ 1 − 0.276 ⎟⎠ quale stima della portata indice con il metodo PDS. Si noti però che la varianza campionaria del numero annuo di eventi risulta pari a 3.06, un valore abbastanza diverso da Λ: l’ipotesi di cronologia poissoniana degli eventi estremi può quindi ampiamente confutata. Conviene quindi introdurre una soglia più elevata e prendere in considerazione soltanto gli eventi con portata superiore a tale soglia. Ponendo la soglia a 60 m3/s, i dati PDS si riducono a n” = 23, con Λ = 23/16 = 1.44. Il corrispondente valore della media dei dati PDS è pari a 96.0 m3/s. Utilizzando ancora la formula (9) si ricava Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 15/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 1 qindice = α⎛ Λ ⎞ ⎜⎜1 − ⎟ k ⎝ 1 + k ⎟⎠ = 1.02 × 96.0 = 97.6 m 3 /s ε+ k qˆ PDS = 1 × 96.0 = 0.377 ⎛ 1.44 −0.276 ⎞ ⎜1 − ⎟ 0.643 − . 0.276 ⎜⎝ 1 − 0.276 ⎟⎠ Anche in questo caso l’ipotesi di cronologia poissoniana sarebbe ancora confutabile, in quanto la varianza del numero annuo di eventi è pari a 2.40, un valore assai diverso da Λ = 1.44. Ponendo la soglia a 80 m3/s, i dati PDS si riducono a n” = 14 con Λ = 14/16 = 0.88. Il corrispondente valore della media dei dati PDS è pari a 113.0 m3/s. Utilizzando ancora la formula (9) si ricava qˆ indice = 1 α⎛ Λk ⎞ ⎟ ε + ⎜⎜1 − k ⎝ 1 + k ⎟⎠ qˆ PDS = 1 = × 113.0 = 0.81 × 113.0 = 91.5 m 3 /s − 0.276 ⎞ 0.377 ⎛ 0.88 ⎜⎜1 − ⎟ 0.643 − 0.276 ⎝ 1 − 0.276 ⎟⎠ . In quest’ultimo caso l’ipotesi di cronologia poissoniana risulta maggiormente credibile, in quanto la varianza del numero annuo di eventi, pari a 1.18,ha un valore abbastanza prossimo a Λ = 0.88. Quale valutazione appropriata della portata indice si può quindi assumere la stima di 91.5 m3/s ottenuta dalla serie PDS troncata inferiormente dalla soglia di 80 m3/s. Si può notare come la media campionaria della corrispondente serie AFS (anni dal 1957 al 1972) risulterebbe di 89.1 m3/s. Invece, la serie AFS completa di 48 anni, disponibile per la stazione di La Presa, porge una media campionaria di 94.8 m3/s con limiti sigma inferiore e superiore rispettivamente di 85.9 e 103.7 m3/s (v. Scheda 3A). Per un campione di dati osservati in un ridotto periodo di 16 anni, il metodo PDS porge quindi una stima della portata indice più vicina a 94.8 m3/s rispetto a quella che si ottiene con il metodo AFS, che addirittura non ricade entro i limiti sigma sopra indicati. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 16/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 3C. Stima della portata indice mediante traslazione scalainvariante monte-valle Si vuole stimare la portata indice del torrente Bisagno in corrispondenza del ponte di Sant’Agata, immediatamente a monte dell’imbocco del tronco terminale canalizzato e coperto del corso d’acqua, laddove il Bisagno drena una superficie di circa 92.1 km2 (v. Figura 3C.1). A tale scopo, si utilizza il campione osservato alla stazione idrometrica di La Presa, sita a monte della sezione di interesse, laddove il Bisagno drena una superficie di 34.2 km2. In base al campione osservato q’1,…, q’48 di n’= 48 anni di portata al colmo di piena osservati a La Presa (sito S1), è stata calcolata la relativa portata indice dalla formula (6). Risulta q indice [S1 ] = 1 48 ∑ q'i = 94.8 m 3 /s . 48 i =1 Tenendo conto che nella Regione C si ha m = 0.750 (v. Tabella 2.4), la formula (10) porge ⎛A q indice [S 2 ] = q indice [S1 ] ⎜⎜ 2 ⎝ A1 m ⎞ 92.1 ⎞ ⎟⎟ = 94.8 × ⎛⎜ ⎟ ⎝ 34.2 ⎠ ⎠ 0.750 = 199.3 m 3 /s , quale valore stimato della portata indice incognita del torrente Bisagno a Sant’Agata (sito S2). Figura 3C.1. Schema della rete idrografica del bacino del torrente Bisagno: 1. La Presa, 2. Sant’Agata, 3. Rio Ferreggiano alla foce in Bisagno. S1 S3 S2 Canale coperto Idrometro Pluviometro Sito di interesse Bisogna notare in questo caso come la parte valliva del bacino del torrente Bisagno sia fortemente urbanizzata, mentre la parte montana del bacino, chiusa alla sezione S1 di La Presa, risulti praticamente indisturbata ed intensamente forestata. Infatti, il valore dell’indice CN relativo al bacino sotteso dalla sezione di La Presa (sito S1) risulta circa 68 (per condizioni standard di medio imbibimento, ossia AMC tipo II), mentre risulta (per le stesse condizioni) pari a quasi 73 per il bacino sotteso dalla sezione di Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 17/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Sant’Agata (sito S2). Inoltre, il coefficiente pluviometrico orario a1 = E[H(1)] è pari a circa 41 mm per il bacino montano sotteso dalla sezione S1, mentre supera i 44 mm se si considera l’intero bacino sotteso dalla sezione S2. Il metodo della traslazione scalainvariante può quindi fornire valutazioni poco cautelative della portata indice stimata a Ponte Sant’Agata. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 18/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 3D. Stima della portata indice dalle formule empiriche Utilizzando le formule empiriche di regressione si vuole stimare la portata indice del torrente Bisagno a La Presa, laddove il Bisagno drena una superficie di circa 34.2 km2, appartenente alla Regione C. A tale scopo si utilizza la formula (12) con i coefficienti riportati in Tabella 3.1 per la stessa Regione C. In Tabella 3D.1 sono riportati i valori delle variabili esplicative per il caso in esame, dove i valori delle grandezze variabili nello spazio, quali a1, ν e SIII, sono stati ottenuti mediando sull’area drenata i valori stimati localmente su una griglia di circa 220x230 m, appoggiata sul DEM dell’ex Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali. Tabella 3D.1.- Valori delle variabili esogene per il torrente Bisagno chiuso a La Presa. w1 w2 A a1=E[H(1)] Area del bacino sotteso 2 [km ] 34.2 34.2 34.2 34.2 34.2 w3 ν w4 w5 Hmb SIII/100 w6 Quota media Coefficiente Esponente di del bacino Parametro di ritenzione pluviale invarianza di sotteso orario scala pluviale relativa alla (AMC tipo III) chiusura [mm] [-] [km] [mm] 41.18 0.390 0.413 0.512 0.413 0.413 0.413 41.18 A/Lap2 Fattore di forma del bacino Portata Indice Limiti Sigma [-] [m /s] 3 [m /s] 73.5 78.8 85.8 92.9 47.3÷114.4 56.3÷110.3 62.3÷118.2 68.4÷126.2 3 0.489 0.489 0.489 Se quale variabile esogena si utilizza soltanto A, la formula (11) per la Regione C porge qindice = 5.2 × A0.750 = 5.2 × 34.20.750 = 73.5 m3 /s , mentre impiegando A e Hmb si ricava −0.626 qindice = 2.62 × A0.807 × H mb = 2.62 × 34.20.807 × 0.413−0.626 = 78.8 m3 /s , e, utilizzando sia A e Hmb che A/Lap2, si ottiene ( −0.717 qindice = 2.51× A0.874 × H mb × A L2ap ) 0.265 = = 2.51× 34.20.874 × 0.413−0.717 × 0.4890.265 = 85.8 m 3 /s . Se l’informazione disponibile comprende, oltre ai valori di A, Hmb e A/Lap2, anche il valore del coefficiente pluviometrico orario a1, si ricava qindice ( −0.686 = 0.21× A0.897 × a10.678 × H mb × A L2ap ) 0.285 = = 0.21× 34.20.897 × 41.180.678 × 0.413−0.686 × 0.4890.285 = 92.9 m3 /s . In Tabella 3D.1 sono anche riportati i corrispondenti limiti sigma, calcolati tramite la relazione −,+ qindice = exp (ln qindice m SE ln ) , dove vengono utilizzati i valori di SEln riportati in Tabella 3.1. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 19/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Solo la formula empirica che utilizza ai valori di A, a1, Hmb e A/Lap2, porge una stima della portata indice (circa 93 m3/s) prossima al valore campionario di 94.8 m3/s (v. Scheda 3A). Sia tale formula, sia quella formula che impiega i valori di A, Hmb e A/Lap2 forniscono valori comunque contenuti entro i limiti sigma della stessa portata indice campionaria (85.9÷103.7 m3/s). Al contrario, utilizzando soltanto A ovvero A e Hmb si ricavano stime assai meno prossime al valore campionario e, purtroppo, non contenute entro i relativi limiti sigma. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 20/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 3E. Stima della portata indice con il metodo delle tracce storicodocumentali Il tronco terminale del torrente Bisagno (sito nella Regione C) è stato canalizzato e coperto agli inizi del XX secolo (fine anni ’20) sulla base di un progetto idrologicoidraulico di Gaudenzio Fantoli e dei suoi collaboratori risalente addirittura al 1909 1 . Nella corrente canalizzata si innesca il funzionamento in pressione quando la piena in ingresso al manufatto (immediatamente a valle dell’antico ponte di Sant’Agata, laddove il Bisagno drena una superficie di 92.1 km2) raggiunge un valore di portata qs di 700 m3/s circa 2 . Nel periodo compreso tra il 1910 e il 1999 (n’ = 90 anni) sono stati osservati due (h = 2) episodi di innesco (anni 1953 e 1970) con gravi esondazioni. Dalla formula (13) si ricava, per n’=90 e h=2, il periodo di ritorno atteso di tale fenomeno, ossia 90 + 1 Tˆ700 = = 30.3 anni . 2 +1 Dalla formula (3) si ottiene quindi 30.3 ⎞ ⎛ y T700 = − ln⎜ ln ⎟ = 3.396 , ⎝ 30.3 − 1 ⎠ che, sostituito nella formula (2) particolarizzata per la Regione C, dove α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276, porge xT700 = 0.643 + ( ) 0.377 1 − e 0.276×3.396 = 2.764 , 0.276 quale valore del fattore di crescita per la portata di soglia qs = 700 m3/s. La portata indice calcolata con la formula (14) risulta qindice = qs 700 = = 253.3 m3 /s . xTˆ 2.764 s I limiti sigma del periodo di ritorno di soglia calcolati dalla formula (15) risultano Tˆ700 ± σ Tˆ 700 90 + 1 = 2 +1m (90 − 2)(2 + 1) = 19.4 ÷ 69.7 anni , 90 + 2 e i corrispondenti limiti sigma della portata indice, calcolati come sopra, sono qˆindice ± σ qˆindice = 190 ÷ 298 m 3 /s . In alternativa, si può utilizzare l’informazione storica, meno affidabile, relativa agli episodi di piena con portata al colmo superiore alla capacità di progetto del tronco 1 Fantoli, G., Inglese, I. & R. Canepa, Sulla portata massima del torrente Bisagno e sulla condottura urbana dello stesso, Relazione all’Illustrissimo Sindaco di Genova, Coi tipi della S.A.I.C.C. di Bacigalupi, Genova, 1909. 2 Pirozzi, T., Supino, G., Marchi, E., Berardi, G., Gazzolo, T. & F. Rocchi, Commissione Ministeriale di Studio per la Sistemazione dei Corsi d’Acqua del Territorio Genovese interessati dall’Alluvione del 7-8 Ottobre 1970, Ministero dei Lavori Pubblici, Roma, 1971. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 21/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE canalizzato e coperto, pari a 500 m3/s. Episodi siffatti si sono verificati non soltanto negli anni 1953, 1970, ma anche nel 1992, nel 1945 e, in un altro caso, nel 1953. Per qs = 500 m3/s, dalla formula (15) si ricava, per n’=90 e h=5, 90 + 1 Tˆ500 = = 15.2 anni . 5 +1 15.2 ⎞ ⎛ Poichè, dalla formula (3) risulta y T500 = − ln⎜ ln ⎟ = 2.685 , la formula (2) ⎝ 15.2 − 1 ⎠ particolarizzata per la Regione C porge xT700 = 0.643 + ( ) 0.377 1 − e 0.276×2.685 = 2.143 , 0.276 e la portata indice calcolata con la formula (14) è pari a qindice = qs 500 = = 233.3 m3 /s . xTˆ 2.143 s I relativi limiti sigma del periodo di ritorno di soglia calcolati dalla formula (15) risultano Tˆ500 ± σ Tˆ 500 90 + 1 = 5 +1m (90 − 5)(5 + 1) = 10.9 ÷ 25.0 anni , 90 + 2 cui corrispondono qindice ± σ qindice = 194 ÷ 266 m 3 /s . quali limiti sigma della portata indice calcolata. Si osserva come le due stime forniscono risultati coerenti e abbastanza prossimi tra loro. Per meglio chiarire come si possa risalire a una valutazione quantitiva in base alle tracce storico documentali. Si vuole valutare la portata di progetto nel tronco terminale del torrente Quiliano, sito nel versante tirrenico della Liguria in territorio savonese e, quindi, nella Regione C. A tal fine si possono utilizzare diverse e molteplici fonti storico documentali, quali sono state raccolte, esaminate e analizzate secondo un’ampia e dettagliata prospettiva storica dal CNR IRPI di Torino 3 in seguito agli eventi alluvionali dell’autunno 1992, nonchè i dati sintetici riportati in MAPPAVI dal CNR GNDCI 4 . Il primo evento storicamente documentato risale alla seconda metà del secolo XIX, nella notte tra il 17 e il 18 Ottobre 1872, quando “ingrossati in seguito a lunghe e dirotte piogge, i torrenti Sansobbia e Quiliano intersecati in vicinanza delle Stazioni di Albissola e di Vado dal tronco di ferrovia in esercizio fra Voltri ed Albenga, cagionarono gravissimi guasti ... Consistettero sifatti guasti nella rovina di buona parte dei due ponti corrispondenti ai detti corsi d’acqua” in seguito “alla straordinaria copia 3 Tropeano, D., Chiarle, M., Deganutti, A., Mortara, G., Moscariello, A. & L. Mercalli, Gli eventi alluvionali del 22 e 27 Settembre 1992 in Liguria. Studio idrologico e geomorfologico, Associazione Mineraria Subalpina, Quaderno n.13, Supplemento a GEAM, Anno XXX, n.4, 3-37, 1993. 4 CNR-GNDCI, MAPPAVI: Censimento delle aree italiane storicamente colpite da frane e da inondazioni, Versione 1.2, [email protected], CNR-GNDCI, Dicembre, 1998. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 22/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE ed impeto delle acque”. Sempre nello stesso secolo, nei giorni 2 e 3 Agosto 1878 “un fortissimo uragano, scatenatosi nella vallata di Savona e sulla costa fra Vado, Albissola e Lavagnola ... cagionò l’immediata rovina del ponte in muratura del Molinetto, della luce di metri 5.50 tra Vado e Savona, travolgendo seco l’argine stradale” e interrompendo la ferrovia. Un secondo importante episodio è documentato dai giornali dell’epoca e, in particolare, da La Stampa, dove si riporta che “stamane (23 Agosto 1900) un violento nubifragio si è scatenato nei dintorni di Savona, ed allagava la vallata di Vado, Valleggia, Quiliano e Zinola. La violenza delle acque asportò un ponte di legno sulla strada provinciale tra Zinola e Vado, il torrente Quiliano, straripando, penetrò nel cimitero di Zinola ... A Valleggia annegò una bambina ... I danni sono immensi alle proprietà”.... Un serio pericolo correva anche il ponte in miniatura di Valleggia ... sopra il quale passavano le acque con fracasso e violenza inaudita, asportandone i parapetti”. Nello stesso anno, il 27 Settembre 1900, una “enorme piena ... (del torrente Quiliano) devastò gli abitati vicini e, in particolare, Vado Ligure, abbattè i ponti della ferrovia, della strada Nazionale, invase ed allagò tutti i terreni circostanti e, in particolare, quelli della sponda destra che sono a quota non molto elevata”, provocando anche una vittima. Fu allagato il cimitero e tutta la borgata di Zinola (in sponda sinistra). L’inondazione ha una estensione immensa.... Dal 1858 ad oggi non s’era mai vista una inondazione simile!”. Il 24 Settembre 1901, “causa le dirottissime pioggie, i torrenti Guazzolo (Quazzola) e Roverossa, affluenti del Quiliano, inondarono il paese di Quiliano con gran panico degli abitanti”, asportando le passerelle. Nei giorni 13 e 14 Giugno 1920, la piena del torrente Lavanestro, che “ha trasportato a valle i detriti scaricati nel suo alveo per la costruzione della nuova linea ferroviaria S. Giuseppe-Savona-Vado e li ha in parte depositati in un tratto più pianeggiante in corrispondenza del km 3,350 circa della strada Nazionale 26. Per tale deposito le acque hanno straripato sormontando la strada ... ed hanno inondato il piano terreno di alcune case fronteggianti per un’altezza di circa 80 centimetri. Più a monte le acque dello stesso torrente hanno fatto rovesciare circa 10 metri di muro di sostegno ... mettendo in pericolo una casa ... Il torrente Quiliano che scorre fra argini in muratura dinnanzi all’abitato del Comune omonimo, ha fatto rovesciare tre passerelle in legno, parecchi tratti degli argini stessi ... ha inondato ed inghiaiato anche una zona non molto rilevante dei torrenti coltivi”. Nei giorni 3 e 4 Settembre 1926 venne interessata da elevate precipitazioni una vasta zona dal Maremola al Letimbro, quando furono alluvionate, per lo straripamento dei torrenti Aquila e Pora, case e opifici a Finalborgo, lamentando un privato danni per oltre Lire 125.000, e, in seguito alla gran piena del Quiliano, venne abbattuto un tratto del muro d’argine a difesa dell’abitato e dei terreni di Vado Ligure e altri tratti vennero scalzati. Nel Settembre del 1934 si registrarono importanti piene del torrente Quiliano, con sottoescavazione del muro d’argine in destra, opera classificata in Terza Categoria con Regio Decreto del 18 aprile 1932, mentre il 16 Novembre 1934, quando si ebbe una nuova, limitata esondazione del limitrofo torrente Letimbro, che allagò le campagne limitrofe, straripò anche il torrente Quiliano, con allagamenti di campagne. Nella notte tra il 3 e 4 Giugno 1936, per una piena violenta del torrente Quiliano venne sottoescavata la fondazione del muro d’argine destro per un’estensione di circa 80 m e Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 23/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE nel Novembre 1937, a seguito di una piena dello stesso torrente sono sottoevascate in alcuni tratti le fondazioni delle opere di arginatura in sponda destra. Nei giorni dal 5 al 7 Novembre 1957 piogge abbondanti, e particolarmente intense nella prima mattina del 6, causarono la piena del limitrofo torrente Segno, con gravi danni alle arginature, e del rio Valletta, che scalzò le fondazioni di una casa lesionandola; franamenti interruppero alcune strade comunali di Vado Ligure e limitate esondazioni avvennero lungo i torrenti Letimbro e Sansobbia, oltrechè Quiliano. Tabella 3E.1.- Piene storiche del torrente Quiliano. Danno alluvionale Calamità idraulica qs = 3 3 240 m /s 400 m /s 17 Ottobre 1872 2 Agosto 1878 23 Agosto 1900 27 Settembre 1900 24 Settembre 1901 14 Giugno 1920 3 Settembre 1926 Settembre 1934 16 Novembre 1934 3 Giugno 1936 3 Novembre 1937 3 Novembre 1957 20 Novembre 1970 22 Settembre 1992 17 Ottobre 1872 27 Settembre 1900 14 Giugno 1920 22 Settembre 1992 Il 19 Novembre 1970, a seguito di un nubifragio, il torrente Quiliano arrecò danni alle arginature e fu interrotto il transito sulle strade comunali di allacciamento al comune omonimo. Nella memoria recente, sono ancora aperte le ferite della catastrofica alluvione del 22 Settembre 1992, le cui caratteristiche idrologiche, geomorfologiche e idrauliche sono ampiamente documentate nel rapporto di evento prodotto dal CNR GNDCI (Cipolla et al., 1993 5 ) e nel citato lavoro di Tropeano et al. (1993). Una sintesi cronologica delle alluvioni salienti, che hanno colpito il bacino del Quiliano dall’anno 1872 al 2000 è riportata in Tabella 3E.1, dove tali episodi sono anche classificati, a seconda dei danni indicati dalle fonti storico documentali, in eventi causa di danno alluvionale e calamità idrauliche vere e proprie. Nel tronco terminale del torrente Quiliano la corrente è influenzata, in condizioni di piena, da un certo numero di ponti. Tra questi, l’antico ponte saraceno, ivi presente almeno dal XVI secolo e probabile frutto della ricostruzione di strutture di attraversamento ancora più antiche, gioca un ruolo fondamentale, poichè svolge il ruolo di controllo idraulico. Quando la portata in alveo supera i 240 m3/s tale controllo provoca un rigurgito a monte tale da provocare danni ai muri d’argine ed innescare fenomeni di esondazione, come suggerito dal profilo idraulico di moto permanente, riportato in Figura 3E.1. A tale valore di portata di possono quindi ragionevolmente associare gli episodi storici per cui si ha notizia di danni alluvionali. 5 Cipolla, F., Conti, M., Russo, D. & C. Sebastiani, Rapporto di evento (22.09.1992 Savona, 27.09.1992 Genova), Parte III: Mappatura aree inondate; Sintesi danni; Sintesi dati storici, Pubblicazione CNRGNDCI, Roma, 1993. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 24/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Più complessa è la valutazione della soglia per cui si verificarono le calamità idrauliche vere e proprie. Nel caso della piena del 1992, il valore ricostruito della portata la colmo risulta poco superiore a 500 m3/s (v. Conti et al. 1993 6 ), mentre le indicazioni sommarie sui battenti realizzatisi negli altri eventi calamitosi sembrano indicare valori di soglia più modesti, dell’ordine di 400 m3/s. 16 E 240 14 P 240 Fondo 12 Sponda Sx Sponda Dx 10 8 6 4 2 0 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 -2 Distanza (m) Profilo idraulico Vista da valle q = 240 m3/s Figura 3E.1. Profilo idraulico del tronco terminale del torrente Quiliano. Nel periodo compreso tra l’anno 1872 e l’anno 2000 (n’ = 129 anni) sono stati dunque osservati almeno quattordici episodi alluvionali, per i quali si è superato il valore di portata di 240 m3/s. Dalla formula (13) si ricava, per n’ = 129 e h = 14, il periodo di ritorno atteso di tale fenomeno, ossia 129 + 1 Tˆ240 = = 8.7 anni . 14 + 1 Dalla formula (3) si ottiene quindi 8.7 ⎞ ⎛ yT700 = − ln⎜ ln ⎟ = 2.099 , ⎝ 8.7 − 1 ⎠ 6 Conti, M., La Barbera, P.& L. Lanza, Rapporto di evento (22.09.1992 Savona; 27.09.1992 Genova), Parte II: Analisi idrologica, Pubblicazione CNR-GNDCI, Roma, 1993. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 25/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE che, sostituito nella formula (2) particolarizzata per la Regione C, dove α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276, porge xT700 = 0.643 + ( ) 0.377 1 − e 0.276×2.099 = 1.715 , 0.276 quale valore del fattore di crescita per la portata di soglia qs = 240 m3/s. La portata indice calcolata con la formula (14) risulta qˆindice = qs 240 = = 140 m3 /s . xTˆ 1.715 s I limiti sigma del periodo di ritorno di soglia calcolati dalla formula (15) risultano Tˆ240 ± σ Tˆ = 240 129 + 1 = 7.0 ÷ 11.4 anni , ( 129 − 14)(14 + 1) 14 + 1 m 129 + 2 e i corrispondenti limiti sigma della portata indice, calcolati come sopra, sono qˆindice ± σ qˆindice = 125 ÷ 154 m 3 /s . In alternativa, si può utilizzare l’informazione storica relativa agli episodi di piena che hanno causato una situazione di vera e propria calamità idraulica, cui si può associare un valore indicativo di portata al colmo pari a circa 400 m3/s. Questa valutazione è meno affidabile della precedente, in quanto è difficile tenere conto delle modificazioni che, nel corso di più di un secolo, ha subito la bassa valle del Quiliano, e, nello stesso tempo, non si può fare riferimento all’innesco del controllo idraulico prodotto dal ponte saraceno. Episodi siffatti si sono verificati sicuramente negli anni 1872, 1900, 1920 e 1992. Per qs = 400 m3/s, dalla formula (15) si ricava, per n’ = 129 e h = 4, 129 + 1 Tˆ400 = = 26.0 anni . 4 +1 Poichè, dalla formula (3) risulta 26.0 ⎞ ⎛ yT400 = − ln⎜ ln ⎟ = 3.239 , ⎝ 26.0 − 1 ⎠ la formula (2) particolarizzata per la Regione C porge xT400 = 0.643 + ( ) 0.377 1 − e 0.276×3.239 = 2.616 , 0.276 e la portata indice calcolata con la formula (14) è pari a qˆindice = qs 400 = = 153 m3 /s . xTˆ 2.616 s Si osservi come questo risultato ricada comunque entro i limiti sigma di quello ricavato precedentemente. In questo caso, i limiti sigma del periodo di ritorno di soglia calcolati dalla formula (15) risultano ovviamente più ampi dei precedenti; in particolare, si ha Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 26/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Tˆ400 ± σ Tˆ 400 129 + 1 = 4 +1m (129 − 4)(4 + 1) = 18.1 ÷ 46.2 anni . 129 + 2 cui corrispondono i seguenti limiti sigma della portata indice calcolata qˆindice m σ qˆindice = 125 ÷ 175 m 3 /s . Le due stime basate sulle tracce storiche forniscono comunque risultati coerenti e abbastanza prossimi tra loro. Adottando il valore di 140 m3/s quale portata indice, la portata di progetto con periodo di ritorno, p.es., centennale (T = 100 anni) calcolata con la formula (1) risulta (v. Tabella 2.3 per il valore del fattore di crescita) q100 = x100 qindice = 4.14×140 m3/s = 579 m3/s. Per il calcolo dei relativi limiti sigma, bisogna tenere conto sia dell’incertezza associata alla valutazione del fattore di crescita, sia di quella legata ala stima della portata indice con il metodo adottato delle tracce storico documentali. Se si assume che i due fattori di incertezza siano tra loro indipendenti, si ha 7 2 σ qT = σ x2T σ q2indice + σ x2T q indice + xT2 σ q2indice , dove, per la portata centennale, la varianza di stima relativa al fattore di crescita centennale si calcola sostituendo nella formula (5) il valore di y100 ottenuto dalla formula (3), y100 = -ln {ln[100/(100-1)] }= 4.600 (v. Scheda 2C). Si ricava: σ x2 = Var[xˆ100 ] = 100 ( ) ( ) = α 2 n exp{y100 exp[− 1.823k − 0.165]} = 0.377 2 753 e 4.600 exp(1.823×0.276−0.165 ) = 0.11954 Si ha quindi 2 σq T 2 ⎛ 154 − 125 ⎞ 3 2 2 ⎛ 154 − 125 ⎞ ≅ 0.11954 ⎜ ⎟ + 0.11954 ×140 + 4.14 × ⎜ ⎟ = 76.4 m /s . 2 2 ⎝ ⎠ ⎝ ⎠ I limiti sigma della portata di progetto sono quindi dati da −, + q100 = 579 m 76.4 = 503 ÷ 656 m3/s . 7 v. De Michele, C. & R. Rosso, Uncertainty assessment of regionalized flood frequency estimates, Journal of Hydrologic Engineering ASCE, Vol.6, no.6, p.453-459, 2001. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 27/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Quiliano a Valleggia 1200 Metodo Portata Indice (Tracce Storico Documentali) Figura 3E.2. Portata al colmo di piena del torrente Quiliano a Valleggia al variare del periodo di ritorno. Diagramma qT = q(yT) sul piano di Gumbel. Portata al colmo, q T , m3/s 1000 800 Limiti sigma 600 400 200 0 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 Variabile Ridotta, y T In Figura 3E.2 viene riportato l’andamento della portata di progetto al variare del periodo di ritorno, assieme alle curve dei limiti sigma associati a questa valutazione. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 28/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 3F. Stima della portata indice con il metodo geomorfoclimatico Applicazione del metodo Si vuole stimare la portata indice del torrente Bisagno a La Presa, laddove il Bisagno drena una superficie di circa 34.2 km2, appartenente alla Regione C (α = 0.377, ε = 0.643 e k = -0.276). In Tabella 3F.1 sono riportati i valori dei parametri geomorfoclimatici valutati per il caso in esame. Tabella 3F.1.-Valori dei parametri del modello geomorfoclimatico per il torrente Bisagno chiuso a La Presa. A Area del bacino sotteso [km2] 34.2 Lap pmb Λ CNII Vi mi mt Vt Tasso medio Coefficiente Durata media Coefficiente Numero Indice di Lunghezza Pendenza di variazione di un media del assorbimento medio annuo di pioggia di di variazione asta della durata nubifragio (AMC tipo II) di nubifragi un nubifragio del tasso bacino principale [km] [%] [-] [-] [mm/ora] [-] [ore] [-] 8.36 33.0 68.1 3.0 25.3 0.23 2.20 0.42 Il valore di CNII è stato ottenuto come CNII = 25400/(254 + SII), dove SII è stato ricavato mediando sull’area drenata i valori di SII(u) = 254(100/CNII(u) – 1) stimati localmente in base alla mappatura dell’indice CNII(u), dove u indica la generica cella di calcolo. La mappatura di CNII(u) è stata condotta associando al gruppo idrologico del suolo il relativo uso del suolo, entrambi mappati su una griglia di circa 220x230 m, appoggiata sul DEM del Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali. In base ai valori del massimo potenziale di ritenzione del terreno, del tempo di ritardo e del volume specifico medio di un impulso, rispettivamente S = 254(100/CN – 1) = 254(100/68.1 – 1) = 119.0 mm, −0.2 t L = 0.22 L0ap.84 S 0.14 p mb = 0.22 × 8.36 0.84 ×119.0 0.14 × 33 −0.2 = 1.27 ore , mP = mimt = 25.3×2.20 = 55.66 mm, si ricavano i valori dei parametri adimensionali η = mP / (mP + S) = 55.66 / (55.66 + 119.0) = 0.319, e χ = mt / tL = 2.20 / 1.27 = 1.732. Il fattore di riduzione areale delle precipitazioni viene calcolato con il modello autoaffine 8 , ossia ⎡ ⎛ Az ψ ≡ E [ARF (t , A)] = ⎢1 + ϖ ⎜⎜ ⎢⎣ ⎝ t ⎞ ⎟⎟ ⎠ b ⎤ ⎥ ⎥⎦ − (1−ν ) b , 8 v. De Michele, C., & R. Rosso, Formulazione scala-invariante del fattore di riduzione areale delle piogge, Atti XXVII Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Genova, 12-15 settembre, 2000, Vol.2, pp.205-212, 2000; e De Michele, C., Kottegoda, N. T. & R., Rosso, IDAF curves of extreme storm rainfall: A scaling approach, Water Science and Techology, Vol.45, no.2, p.83–90, 2002. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 29/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE dove A indica l’area del bacino, in km2, e t la durata del nubifragio, in ore, ν l’esponente di scala delle linee segnalatrici, con ϖ = 0.01 oreb/kmbz, b = 0.54 e z = 1. Poichè nel caso specifico ν = 0.39 (v. Tabella 3D.1), per t = mt = 2.20 ore si ricava 0.54 ⎡ ⎛ 34.2 ⎞ ⎤ ψ = ⎢1 + 0.01⎜ ⎟ ⎥ ⎝ 2.20 ⎠ ⎦⎥ ⎣⎢ − (1− 0.39 ) 0.54 = 0.953 . Infine, il coefficiente di variazione dell’altezza di un impulso di pioggia, data dal prodotto del tasso di pioggia per la durata, è dato da V P = Vi 2 + Vt 2 + Vi 2Vt 2 = 0.23 2 + 0.42 2 + 0.23 2 × 0.42 2 = 0.488 . Il valore medio del volume specifico di ruscellamento si ricava quindi dalla formula (17), che porge [ ] [ ] m R = m Pη 1 +ψV P2 (1 − η ) = 55.66 × 0.319 1 + 0.953× 0.49 2 (1 − 0.319) = 19.61 mm . 2 2 Il valore medio di portata la colmo della serie PDS si ottiene quindi particolarizzando la formula (16), ossia q PDS ⎤ mR ⎡ 1 2 −χ ⎞ mP −χ −χ −χ 2⎛ ψVt 2η (2 − η ) χe − χ + e − χ − 1 ⎥ = ⎢1 − e − ψVt ⎜ χe + e − 1 + χ e ⎟ + 2 mt ⎣ ⎝ ⎠ mR ⎦ −3 19 . 61 × 10 = 34.2 × 10 6 1 − e −1.732 − 0.953 × 0.42 2 2.2 × 3600 1 ⎛ ⎞ −1.732 + e −1.732 − 1 + 1.732 2 e −1.732 ⎟ + ⎜1.732e 2 ⎝ ⎠ ( =A ) [ ( ) 55.66 ⎤ 0.953 × 0.42 2 × 0.319(2 − 0.319 ) 1.732e −1.732 + e −1.732 − 1 ⎥ = 19.6 ⎦ 34.2 × 19.61 3 [0.865 + 2.838 × (− 0.047 )] = 62.1 m /s = 2.2 × 3.6 + La formula (9) ovvero la (17) porgono quindi 1 q indice = α⎛ Λ ⎞ ⎜⎜1 − ⎟ k ⎝ 1 + k ⎟⎠ = 1.49 × 62.1 = 92.6 m 3 /s ε+ k q PDS = 1 × 62.1 = 0.377 ⎛ 3.0 −0.276 ⎞ ⎜1 − ⎟ 0.643 − 0.276 ⎜⎝ 1 − 0.276 ⎟⎠ quale stima della portata indice con il metodo geomorfoclimatico. Si osservi come questo risultato sia abbastanza prossimo al valore campionario di 94.8 m3/s (v. Scheda 3A) e che risulti, comunque, contenuto entro i limiti sigma della stessa portata indice campionaria (85.9÷103.7 m3/s). Controllo del modello stocastico di precipitazione I valori dei parametri del modello stocastico di precipitazione (Λ, mi, mt, Vi e Vt) sono stati ricavati in base a un breve campione di osservazioni di pioggia semioraria. Per controllare tali stime si può assumere che i nubifragi siano rappresentati da un modello granulare a cronologia poissoniana e impulsi rettangolari di durata e intensità aleatorie Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 30/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE indipendenti identicamente distribuite (iid). A tale scopo si può utilizzare il modello Poisson Rectangular Pulses con distribuzioni marginali Pareto del tasso e della durata di pioggia (PRPP). I valori dei parametri i0 e γ (rispettivamente il parametro di scala e di forma della CDF del tasso di pioggia) e dei parametri t0 e θ (rispettivamente il parametro di scala e di forma della CDF della durata del nubifragio) si ricavano dalle statistiche di secondo ordine con le formule: γ = 1+ 1+ 1 1 γ −1 θ −1 . , i0 = mi , θ = 1 + 1 + 2 , t 0 = mt 2 γ θ Vi Vt Si ottiene quindi γ = 1+ 1+ 1 5.46 − 1 = 5.46, i 0 = 25.3 = 20.67 mm/ora, 2 5.46 0.23 1 3.58 − 1 θ = 1+ 1+ = 3.58, t 0 = 2.2 = 1.59 ore. 2 3.58 0.42 . Secondo il modello stocastico PRPP, il valore atteso E[H] del massimo annuale (H ≡ Hmax.ann.) di altezza di pioggia caduta in un’assegnata durata t è dato teoricamente da ⎧ ⎡ γ (t t )θ − θ (t 0 t )γ ⎪ E [H ] = i 0 Λ ⎨ I [0,t0 ] (t ) + I (t0 , +∞ ) (t )⎢ 0 γ −θ ⎢⎣ ⎪⎩ 1γ ⎤ ⎥ ⎥⎦ 1γ ⎫ ⎪ ⎬ Γ(1 − 1 γ ) t , ⎪⎭ dove IU(s) è la funzione indicatore, pari a 1 per s appartenente all’insieme U e 0 altrimenti. Sostituendo i valori dei parametri ricavati in precedenza si ottiene la relazione E [H ] = 1 5.46 ⎧⎪ ⎫⎪ ⎡ 5.46(1.59 t )3.58 − 3.58(1.59 t )5.46 ⎤ ( ) ( ) I t I t = 25.3 × 3.0 + + ⎨ [0,1.59 ] ⎬ Γ(1 − 1 5.46) t ⎥ (1.59, +∞ ) ⎢ 5 . 46 3 . 58 − ⎪⎩ ⎪⎭ ⎦ ⎣ tracciata sul diagramma di Figura 3F.1, dove Γ(s) indica la funzione gamma dell’argomento s. 1 5.46 Si osserva come il modello stocastico PRPP, parametrizzato dall’insieme dei valori di (Λ, mi, mt, Vi e Vt) utilizzati per l’applicazione del metodo geomorfoclimatico, sia in grado di riprodurre abbastanza bene l’andamento della linea segnalatrice attesa (ossia E[H] = 41.18t0.39, cfr. Tabella 3D.1) per durate superiori all’ora (v. Figura 3F.1). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 31/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Bisagno a La Presa 160 140 E[H max.ann.] (mm) Figura 3F.1. Confronto tra la Linea Segnalatrice di Probabilità Pluviometrica relativa al valore atteso, data da 0.39 E[H] = 41.18t (v. Tabella 3D.1) e calcolata in base ai dati di altezza di pioggia massima annuale per durate da 1 a 24 ore consecutive, e la relazione teorica tra il valore atteso dell’altezza di pioggia massima annuale e la durata, che discende dal modello stocastico PRPP. Il modello PRPP utilizzato riproduce in modo abbastanza prossimo l’invarianza di scala osservata per durate superiori all’ora. 120 100 80 60 LSPP 40 Modello PPRP 20 0 0 5 10 15 20 25 Durata (ore) Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 32/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 3G. Stima della portata indice tramite traslazione geomorfoclimatica Si vuole stimare la portata indice del torrente Bisagno in corrispondenza del ponte di Sant’Agata, laddove il Bisagno drena una superficie di circa 92.1 km2 (v. Figura 3C.1). A tale scopo, si utilizza il metodo della traslazione geomorfoclimatica, poichè si dispone di un campione osservato di dati AFS nella stazione idrometrica di La Presa, sita a monte della sezione di interesse, laddove il Bisagno drena una superficie di 34.2 km2. In base ai dati AFS osservati a La Presa in 48 anni, è stata calcolata la relativa portata indice dalla formula (6), che risulta pari a 94.8 m3/s (v. Scheda 3A). In Tabella 3G.1 sono riportati i valori dei parametri necessari alla taratura a-posteriori del metodo geomorfoclimatico per le sezioni di La Presa e di Sant’Agata. Le formule (19a-c) porgono 1 2 γ = 2 + V H−7 4 = 2 + 0.5 × 0.302 −1.75 = 6.06 , θ = γ (1 – ν) = 6.06(1 – 0.39) = 3.70, t0 = tiis (γ / θ)1/(γ - θ) = 1×(6.06/3.70)1/(6.06 – 3.70) = 1.23 ore, e, assumendo inizialmente Λ = 3, i0 = a1 Λ−1 γ 1γ ⎛ γ ⎞ ⎟⎟ Γ(1 − 1 γ ) t 0θ γ ⎜⎜ ⎝γ −θ ⎠ = 41.17 × 3 −1 6.06 6.06 ⎛ ⎞ 1.23 3.70 6.06 ⎜ ⎟ ⎝ 6.06 − 3.70 ⎠ 1 6.06 = 22.98 mm/ora Γ(1 − 1 6.06 ) Utilizzando le formule (20) si ottengono quindi mi = i0 γ / (γ - 1) = 22.98×6.06/(6.06 – 1) = 27.51 mm/ora, Vi = [γ (γ - 2)]-1/2 = [6.06 (6.06 - 2)]-1/2 = 0.201, mt = t0 θ / (θ - 1) = 1.23×3.70 / (3.70 - 1) = 1.69 ore, Vt = [θ (θ - 2)]-1/2 = [3.70 (3.70 - 2)]-1/2 = 0.399. Inoltre, si ha mP = mimt = 27.51×1.69 = 46.47 mm, e V P = V i 2 + V t 2 + V i 2Vt 2 = 0.201 2 + 0.399 2 × 0.201 2 0.399 2 = 0.454 . Si noti come questi risultati siano diversi da quelli ottenuti (sempre con Λ = 3) nella Scheda 3F. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 33/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Tabella 3G.1.- Valori dei parametri di taratura a-posteriori del modello geomorfoclimatico per il torrente Bisagno chiuso a La Presa e a Sant’Agata. A Sezione Lap Area del bacino sotteso 2 [km ] La Presa Sant’Agata 34.2 92.1 pmb CNII ν a1 = E[H(1)] VH Esponente Lunghezza Pendenza Coefficiente di Indice di Coefficiente asta media del invarianza di variazione assorbimento pluviale orario principale bacino di scala pluviale pluviale [km] [%] [-] [-] [mm] [-] 8.36 20.34 33.0 29.7 68.1 72.7 0.39 0.38 41.18 44.17 0.302 0.377 Questa deviazione è dovuta sia all’approssimazione introdotta nell’equazione (19a) al fine di ottenere un risultato in forma chiusa, sia alla condizione di congruenza tra modello PRPP e linea segnalatrice media. In base ai valori del volume specifico medio di un impulso, del massimo potenziale di ritenzione del terreno e del tempo di ritardo, rispettivamente mP = 46.47, S = 254(100/CN – 1) = 254(100/68.1 – 1) = 119.0 mm, e −0 .2 t L = 0.22 L0ap.84 S 0.14 p mb = 0.22 × 8.36 0.84 × 119.0 0.14 × 33 −0.2 = 1.27 ore , si ricavano i valori dei parametri adimensionali η = mP / (mP + S) = 46.47 / (46.47 + 119.0) = 0.281, e χ = mt / tL = 1.69 / 1.27 = 1.330. Il fattore di riduzione areale delle precipitazioni, calcolato con il modello auto-affine 9 , è dato da ⎡ ⎛ Az ψ ≡ E [ARF (t , A)] = ⎢1 + ϖ ⎜⎜ ⎢⎣ ⎝ t ⎞ ⎟⎟ ⎠ b ⎤ ⎥ ⎥⎦ − (1−ν ) b 0.54 ⎡ ⎛ 34.2 ⎞ ⎤ = ⎢1 + 0.01⎜ ⎟ ⎥ ⎝ 1.69 ⎠ ⎦⎥ ⎣⎢ − (1− 0.39 ) 0.54 = 0.946 , essendo A l’area del bacino, in km2, t = mt la durata del nubifragio, in ore, ν l’esponente di scala delle linee segnalatrici, con ϖ = 0.01 oreb/kmbz, b = 0.54 e z = 1. Il valore medio del volume specifico di ruscellamento, ricavato dalla formula (17), è pari a [ ] [ ] m R = m Pη 1 +ψV P2 (1 − η ) = 46.47 × 0.2811 + 0.946 × 0.454 2 (1 − 0.281) = 14.37 mm . 2 2 Il valore medio di portata la colmo della serie PDS, che si ottiene applicando la formula (16), è quindi 9 v. De Michele, C., & R. Rosso, Formulazione scala-invariante del fattore di riduzione areale delle piogge, Atti XXVII Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Genova, 12-15 settembre, 2000, Vol.2, pp.205-212, 2000; e De Michele, C., Kottegoda, N. T. & R., Rosso, IDAF curves of extreme storm rainfall: A scaling approach, Water Science and Techology, Vol.45, no.2, p.83–90, 2002. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 34/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE ⎡ ⎤ 1 2 − χ ⎞ mP 2⎛ −χ −χ −χ ψVt 2η (2 − η ) χe − χ + e − χ − 1 ⎥ = ⎢1 − e − ψVt ⎜ χe + e − 1 + χ e ⎟ + 2 ⎝ ⎠ mR ⎣ ⎦ −3 14.4 × 10 ⎡ 1 ⎛ ⎞ 1 − e −1.330 − 0.946 × 0.399 2 ⎜1.330e −1.330 + e −1.330 − 1 + 1.330 2 e −1.330 ⎟ + = 34.2 × 10 6 ⎢ 1.69 × 3600 ⎣ 2 ⎝ ⎠ 46.47 ⎤ 0.946 × 0.399 2 × 0.281(2 − 0.281) 1.330e −1.330 + e −1.330 − 1 ⎥ = + 14.4 ⎦ 34.2 × 14.4 [0.758 + 3.234 × (− 0.028)] = 54.0 m 3 /s. = 1.69 × 3.6 q PDS = A ( mR mt ( ) ) In base ai valori regionali (Regione C) dei parametri della legge GEV (α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276) si calcola infine la qindice con la formula (9) ovvero con la (17). Si ottiene 1 qindice = α⎛ Λk ⎞ ⎜⎜1 − ⎟ k ⎝ 1 + k ⎟⎠ = 1.49 × 54.0 = 80.5 m 3 /s ε+ q PDS = 1 × 54.0 = 0.377 ⎛ 3.0 −0.276 ⎞ ⎜1 − ⎟ 0.643 − , 0.276 ⎜⎝ 1 − 0.276 ⎟⎠ Questo valore va confrontato con quello di riferimento, pari a 94.8 m3/s. Poichè i due valori non coincidono, va ricercato il valore di Λ che porge quel stima geomorfoclimatica di qindice un valore di 94.8 m3/s. Questa ricerca si può condurre per tentativi o con un algoritmo di ottimizzazione. In Tabella 3G.2 sono riportati i risultati relativi a tale ricerca, che porge il valore ottimale di Λ = 4.83. Si noti anche come il modello stocastico PRPP riproduca la LSPP attesa assai meglio che nel caso dell’Scheda 3F (v. Figura 3G.1). Tabella 3G.2. -Stima iterativa di Λ per il torrente Bisagno chiuso a La Presa. Indipendentemente dal valore di Λ, la congruenza del modello PRPP con le LSPP porge γ = 6.06, θ = 3.70 e t0 = 1.23 ore, cui corrispondono mt = 1.69 ore, Vt = 0.399, e Vi = 0.201 e VP = 0.454. Fattore di ragguaglio AFS/PDS [-] qindice [-] Media PDS 3 [m /s] 1.330 1.330 1.330 1.330 54.0 49.8 46.8 47.3 1.49 1.77 2.05 2.00 80.5 88.4 96.1 94.8 Λ i0 mi mP ψ η χ [-] [mm/ora] [mm/ora] [mm] [-] [-] 3.0 4.0 5.0 4.83 22.98 21.91 21.12 21.24 27.51 26.24 25.29 25.44 46.47 44.32 42.72 42.96 0.946 0.946 0.946 0.946 0.281 0.271 0.264 0.265 3 [m /s] Assumendo Λ = 4.83 eventi/anno anche per la sezione di Sant’Agata e utilizzando i relativi valori di a1, ν e VH., le formule (19) porgono i valori de i parametri del modello PRPP per la sezione di interesse. Si ottengono 1 2 γ = 2 + V H−7 4 = 2 + 0.5 × 0.377 −1.75 = 4.76 , θ = γ (1 – ν) = 4.76(1 – 0.38) = 2.95, t0 = tiis (γ / θ)1/(γ - θ) = 1×(4.76/2.95)1/(4.76 – 2.95) = 1.30 ore, e, per Λ = 4.83, Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 35/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE i0 = a1 Λ−1 γ 44.17 × 4.83 −1 4.76 = 1γ 4.76 ⎞ ⎛ γ ⎞ 2.95 4.76 ⎛ ⎟ ⎜ ⎟⎟ Γ(1 − 1 γ ) 1.30 t 0θ γ ⎜⎜ ⎝ 4.76 − 2.95 ⎠ ⎝γ −θ ⎠ 1 4.76 = 18.68 mm/ora Γ(1 − 1 4.76 ) . Utilizzando le formule (20) si ottengono mi = i0 γ / (γ - 1) = 18.68×4.76/(4.76 – 1) = 23.66 mm/ora, Vi = [γ (γ - 2)]-1/2 = [4.76 (4.76 - 2)]-1/2 = 0.276, mt = t0 θ / (θ - 1) = 1.30×2.95 / (2.95 - 1) = 1.97 ore, Vt = [θ (θ - 2)]-1/2 = [2.95 (2.95 - 2)]-1/2 = 0.598. Inoltre, si ha mP = mimt = 23.66×1.97 = 46.63 mm, e V P = V i 2 + V t 2 + V i 2V t 2 = 0.276 2 + 0.598 2 × 0.276 2 0.598 2 = 0.679 . In base ai valori del massimo potenziale di ritenzione del terreno e del tempo di ritardo, rispettivamente S = 254(100/CN – 1) = 254(100/72.7 – 1) = 95.4 mm, e −0.2 t L = 0.22 L0ap.84 S 0.14 p mb = 0.22 × 20.34 0.84 × 95.4 0.14 × 29.7 −0.2 = 2.65 ore , si ricavano i valori dei parametri adimensionali η = mP / (mP + S) = 46.63 / (46.63 + 95.4) = 0.328, e χ = mt / tL = 1.97 / 2.65 = 0.743. Il fattore di riduzione areale delle precipitazioni, calcolato tramite il modello auto-affine con A = 92.1 km2 e t = mt = 1.97 ore, risulta ⎡ ⎛ Az ψ ≡ E [ARF (t , A)] = ⎢1 + ϖ ⎜⎜ ⎢⎣ ⎝ t ⎡ ⎛ 92.1 ⎞ = ⎢1 + 0.01⎜ ⎟ ⎝ 1.97 ⎠ ⎢⎣ 0.54 ⎤ ⎥ ⎥⎦ ⎞ ⎟⎟ ⎠ b ⎤ ⎥ ⎥⎦ − (1−ν ) b − (1− 0.38 ) 0.54 = . = 0.916 Il valore medio del volume specifico di ruscellamento, ricavato dalla formula (17), risulta quindi [ ] [ ] m R = m Pη 1 +ψV P2 (1 − η ) = 46.63 × 0.328 1 + 0.916 × 0.679 2 (1 − 0.328) = 18.22 mm. 2 2 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 36/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Bisagno a Sant'Agata 160 140 140 120 120 E[H max.ann.] (mm) E[H max.ann.] (mm) Bisagno a La Presa 160 100 80 60 LSPP 40 Modello PPRP 20 100 80 60 LSPP 40 Modello PPRP 20 0 0 0 5 10 15 20 25 0 5 10 Durata (ore) 15 20 25 Durata (ore) Figura 3G.1. Confronto tra la Linea Segnalatrice di Probabilità Pluviometrica (LSPP) relativa al valore atteso, data da E[H] = a1tν e calcolata in base ai dati di altezza di pioggia massima annuale per durate da 1 a 24 ore consecutive, e la relazione teorica tra il valore atteso dell’altezza di pioggia massima annuale e la durata, che discende dal modello stocastico PRPP, tarato in base ai parametri della LSPP. Il valore medio di portata la colmo della serie PDS si ricava ancora dalla formula (16), che porge qPDS ( ) ⎡ ⎤ 1 2 − χ ⎞ mP 2⎛ −χ −χ −χ ψVt2η (2 − η ) χe− χ + e− χ − 1 ⎥ = ⎢1 − e −ψVt ⎜ χe + e − 1 + χ e ⎟ + 2 ⎝ ⎠ mR ⎣ ⎦ −3 ⎡ × 18 . 22 10 1 ⎛ ⎞ − 0.743 = 92.1 × 106 − 0.916 × 0.5982 ⎜ 0.743e−0.743 + e −0.743 − 1 + 0.7432 e −0.743 ⎟ + ⎢1 − e 1.97 × 3600 ⎣ 2 ⎝ ⎠ 46.63 ⎤ 2 −0.743 −0.743 + +e −1 ⎥ = 0.916 × 0.598 × 0.328(2 − 0.328) 0.743e 18.22 ⎦ 92.1 × 18.22 3 = [0.537 + 2.559 × (− 0.031)] = 108.5 m /s. 1.97 × 3.6 =A mR mt ( ) La formula (9) con α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276 (Regione C) porge infine il valore di qindice per la sezione di interesse. Si ottiene 1 qindice = α⎛ q PDS = Λ ⎞ ⎜⎜1 − ⎟ k ⎝ 1 + k ⎟⎠ = 2.00 × 108.5 = 217 m 3 /s. ε+ k 1 × 108.5 = 0.377 ⎛ 4.83 −0.276 ⎞ ⎜1 − ⎟ 0.643 − 0.276 ⎜⎝ 1 − 0.276 ⎟⎠ Si osservi come il modello stocastico PRPP, parametrizzato in base ai valori di a1, ν e VH e dal valore di Λ tarato sulla sezione di La Presa, riproduca molto bene l’andamento della linea segnalatrice attesa (E[H] = 44.17t0.38 per la sezione di Sant’Agata) per durate superiori all’ora (v. Figura 3G.1). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 37/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 3H. Stima della portata indice via simulazione dell’evento critico Si vuole stimare la portata indice del torrente Bisagno a La Presa, laddove il Bisagno drena una superficie di circa 34.2 km2, con il metodo della simulazione dell’evento critico. A tale scopo si utilizza la trasformazione della pioggia attesa massima annuale in portata al colmo nella sezione di chiusura, descritta da un modello idrologico di piena. Modello idrologico di piena Il trasferimento afflussi-deflussi di piena, a meno della portata di base, trascurabile in questo caso, viene descritto da un modello idrologico globale dalla struttura abbastanza semplice, costituito da due componenti in serie: un modello di rifiuto del terreno basato sul metodo CN-SCS 10 e un modello lineare di formazione alveata della piena basato sull’idrogramma unitario istantaneo geomorfologico (GIUH) di forma gamma 11 . Modello SCS_CN Secondo questo metodo, il volume specifico di deflusso superficiale (altezza di pioggia netta) in un evento isolato di piena è dato da R= (PA − I a )2 PA − I a + S , dove PA indica il volume specifico precipitato sul bacino di superficie A, S il volume specifico di massima ritenzione potenziale del terreno, e Ia = cS il volume specifico di assorbimento iniziale, con 0 ≤ c < 1. Per un dato stato iniziale AMC di imbibimento del bacino al verificarsi del nubifragio, la massima ritenzione potenziale S dipende da due fattori, la natura del terreno e l’uso del suolo, il cui effetto combinato è descritto globalmente dal parametro adimensionale CN, legato a S dalla relazione S = S0(100/CN – 1), dove 0 < CN < 100, e S0 è una costante di scala legata all’unità di misura adottata, che, per valori di S, PA, Ia e R misurati in mm, è pari a 254 mm. Il valore di CN dipende sia dalla natura idrologica e dall’uso del suolo, sia dallo stato iniziale di imbibimento, di cui si tiene conto secondo tre tipologie: AMC Tipo I, in caso di bacino asciutto; AMC Tipo III, in caso di bacino fortemente imbibito; e AMC Tipo II, in condizioni intermedie. Il Tipo AMC viene quindi valutato in base alla precipitazione totale nei cinque giorni antecedenti all’evento di piena (cfr. Soil Conservation Service, 1986). A ogni passo temporale discreto tm (ossia per tm =mΔt, con m = 1,2,...,N) si può valutare in modo sequenziale il valore del volume incrementale di ruscellamento Rm = R(tm) come 0, se PAm < cS ⎧ ⎪ 2 , R m = ⎨ (PAm − cS ) ⎪ P + (1 − c )S , se PAm ≥ cS ⎩ Am 10 Soil Conservation Service, National Engineering Handbook, section 4, Hydrology, Rev. ed., U.S. Department of Agriculture, Washington D.C., U.S.A, 1986. 11 Rosso, R., Nash model relation to Horton order ratios, Water Resour. Res., 20(7), 914-920, 1984. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 38/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE dove il valore della pioggia lorda cumulata, PAm = PA(tm), è dato da PAm = ∫ p A (t )dt , tm 0 essendo pA(t) lo ietogramma di ingresso. In base al valore di Rm, si ricava quindi ΔRm = Rm – Rm-1. Il tasso di ruscellamento r(tm) durante l’intervallo m-esimo è quindi dato da rm = ΔRm/Δt. Modello GIUH_GAMMA Per un bacino idrografico di superficie A, il modello rappresenta l’andamento dell’idrogramma di piena tramite l’integrale di convoluzione 1 ⎛ t −τ ⎞ q(t ) = A ∫ u (t − τ )r (τ ) dτ = A ∫ ⎟ ⎜ κ Γ (β ) ⎝ κ ⎠ 0 0 t t β −1 ⎛ t −τ ⎞ exp⎜ − ⎟ r (τ ) dτ , ⎝ κ ⎠ dove l’idrogramma unitario istantaneo u(t) è dato dalla funzione gamma incompleta con parametri β e κ, e Γ(.) indica la funzione gamma. In questo caso, il parametro di forma β e il parametro di scala κ sono funzioni monomie dei rapporti hortoniani RB, RL e RA, nonchè del fattore di scala temporale (LΩ / V), ovvero β = 3.29 (RB R A )0.78 RL0.07 e κ = 0.70[R A (RB RL )]0.48 V −1 LΩ , dove LΩ indica la lunghezza dell’asta d’ordine massimo, V la velocità media spaziotemporale di propagazione dell’onda di piena nelle rete idrografica, mentre RB, RL e RA sono i rapporti hortoniani di biforcazione, lunghezza e area drenata, che discendono dalla descrizione geomorfologico quantitativa del reticolo idrografico tramite il modello gerarchico di Horton-Strahler. La forma del GIUH, determinata dal valore di β, dipende esclusivamente dalla geomorfologia fluviale, ossia dai valori di RB, RL e RA. L’integrale di convoluzione viene quindi risolto per sommatorie discrete con passo temporale tm ovvero infittendo opportunamente la discretizzazione adottata. Taratura del modello Nel suo complesso, il modello prevede la stima dei seguenti parametri: l’area del bacino A, la massima ritenzione potenziale S, il coefficiente di assorbimento iniziale c, lo stato di imbibimento iniziale AMC, i rapporti hortoniani RB, RL e RA, la lunghezza dell’asta d’ordine massimo LΩ, e la velocità media di propagazione dell’onda di piena nella rete idrografica V. Poichè si dispone di un idrogramma osservato e del relativo ietogramma, il modello viene parzialmente tarato sulla base di queste osservazioni, relative alla piena catastrofica dell’Ottobre 1970 a Genova, ma con una portata al colmo a La Presa caratterizzata da un periodo di ritorno approssimativamente quinquennale (v. Figura 3H.1). Poichè si dispone di un solo evento di taratura, tutti i parametri del modello tranne V vengono valutati “a-priori” in base alle caratteristiche geopedologiche, geomorfologiche e di uso del suolo del bacino, mentre il valore di V viene stimato in base alla migliore ricostruzione dell’idrogramma osservato tramite il modello stesso. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 39/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 20 45 0 50 Tasso di Pioggia [mm/ora] 40 24.0 40 22.5 35 21.0 60 19.5 30 18.0 80 16.5 25 15.0 100 13.5 20 12.0 120 9.0 15 10.5 10 140 7.5 160 6.0 5 4.5 180 3.0 0 1.5 200 0.0 Figura 3H.1. Analisi della trasformazione afflussi deflussi relativa alla piena del 1970 del torrente Bisagno a La Presa: idrogramma osservato e simulato dal modello idrologico globale (CN_SCS)+(GIUH_G AMMA). Portata [m 3/s] Bisagno a La Presa: Evento dell'Ottobre 1970 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Pioggia Ragguagliata Pioggia Netta Portata simulata Portata osservata Parametri del Modello SCS_CN Per condizioni standard AMC di tipo II, l’analisi territoriale porge EA[S] = 119 mm, ovvero EA[CN] = 68.1, dove la media areale del parametro di assorbimento S è stata valutata integrando nello spazio i valori locali di CN determinati dall’incrocio delle mappe digitali di geolitologia e uso del suolo. In base ai dati pluviometrici nel periodo antecedente l’evento, si può inoltre assumere AMC di tipo III, ossia elevato grado di imbibimento. Poichè CNIII = CNII/(0.43 + 0.0057 CNII) = 68.1/(0.43 + 0.0057×68.1) = 83.2, il valore di S risulta pari a 254(100/83.2 – 1) = 51.2 mm per AMC di tipo III. Si assume inoltre c = 0.2 quale valore standard di letteratura, per cui Ia = 0.2×51.2 = 10.23 mm. Parametri del modello GIUH_GAMMA I valori dei rapporti di Horton-Strahler, RA, RB e RL, nonchè la lunghezza dell’asta d’ordine massimo, LΩ, sono stati valutati per via automatica a partire dal modello digitale della rete idrografica e risultano RB = 5.6, RA = 5.9, RL = 2.5 e LΩ = 4.65 km. Si ricava quindi β = 3.29(5.6/5.9)0.782.50.07 = 3.4. La taratura del modello, condotta iterativamente, porge inoltre V = 2.4 m/s, valore per il quale si ottiene una buona ricostruzione dell’idrogramma osservato, sia in termini di portata di picco, che di tempo di picco. Si ha quindi κ = {0.7[5.9/(5.6×2.5)]0.48(4.65×103)/2.4}/3600 = 0.25 ore. Pioggia massima attesa Le Linee Segnalatrici di Probabilità Pluviometrica scala-invarianti forniscono, indipendentemente dalla distribuzione probabilistica adottata, il valore atteso del tasso di pioggia nel centro di scroscio che risulta temibile in d ore consecutive Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 40/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE p = E[p] = a1 dν-1, dove, nel caso specifico, i valori del coefficiente pluviale orario a1 = 41.17 mm, pari al valore atteso della pioggia oraria massima annuale, e dell’esponente di scala ν 1= 0.39 - 1 = -0.61 sono stati mediati sull’area del bacino sotteso dalla sezione di interesse. La sollecitazione meteorica pioggia a scala di bacino viene determinata riducendo quella locale per tenere conto dell’effetto dell’attenuazione spaziale, tramite il fattore di riduzione areale ARF, variabile con la durata dello scroscio secondo il modello auto-affine 12 , ossia ⎡ ⎛ Az ψ ≡ E [ARF (t , A)] = ⎢1 + ϖ ⎜⎜ ⎢⎣ ⎝ d ⎞ ⎟⎟ ⎠ b ⎤ ⎥ ⎥⎦ − (1−ν ) b , dove A indica l’area del bacino, in km2, e t la durata del nubifragio, in ore, ν l’esponente di scala delle linee segnalatrici, con ϖ = 0.01 oreb/kmbz, b = 0.54 e z = 1. Per A = 34.2 km2, ν = 0.39 e a1 = 41.17 mm, si ha quindi p A = ψ a1 t ν −1 0.54 ⎡ ⎛ 34.2 ⎞ ⎤ = ⎢1 + 0.01⎜ ⎟ ⎥ ⎝ d ⎠ ⎦⎥ ⎣⎢ −0.61 0.54 × 41.17 × d −0.61 (mm/ora, per d in ore) per ogni durata d presa in esame. Evento critico e portata indice A partire da ietogrammi uniformi di durata d e tasso di pioggia ψa1dν-1 uniforme sul bacino viene quindi simulato l’idrogramma di piena alla sezione di chiusura del bacino tramite il modello idrologico sopra identificato (v. Figura 3H.2). Iniziando, per esempio, da un valore di d = 1 ora, si calcolano il tasso e il volume specifico della pioggia che sollecita il bacino pA = ψa1dν-1 = 0.929×41.17×10.39-1 = 38.25 mm/ora, PA = ψa1dν = 0.929×41.17×10.39 = 38.25 mm, e il volume di ruscellamento, R = (PA - Ia)2/(PA - Ia + S) = (38.25 – 10.23)2/(38.25 – 10.23 + 51.2) = 9.91 mm. Poichè la durata dell’imbibimento iniziale, durante la quale non si manifesta ruscellamento, risulta tIA = Ia / pA = 10.23 / 38.25 = 0.27 ore, la durata effettiva della sollecitazione idrologica che perviene alla rete idrografica risulta tR = d - tIA = 1 - 0.27 = 0.73 ore, con un tasso di ruscellamento pari a 12 v. De Michele, C., & R. Rosso, Formulazione scala-invariante del fattore di riduzione areale delle piogge, Atti XXVII Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Genova, 12-15 settembre, 2000, Vol.2, pp.205-212, 2000; e De Michele, C., Kottegoda, N. T. & R., Rosso, IDAF curves of extreme storm rainfall: A scaling approach, Water Science and Techology, Vol.45, no.2, p.83–90, 2002. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 41/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE r = 9.91 / 0.73 = 13.53 mm/ora. L’idrogramma di piena, dato da ⎧ ⎪ , t ≤ t IA , ⎪0 β −1 t * ⎪⎪ 1 ⎛s⎞ ⎛ s⎞ q(t ) = ⎨ A r ∫ , t IA < t ≤ d , ⎜ ⎟ exp⎜ − ⎟ ds ( ) κ β κ κ Γ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠ ⎪ 0 β −1 t* ⎪ 1 ⎛s⎞ ⎛ s⎞ ⎜ ⎟ exp⎜ − ⎟ ds , t > d , ⎪A r ∫ ⎝ κ⎠ ⎪⎩ t *−t R κ Γ(β ) ⎝ κ ⎠ con t* = t - tIA, risulta quindi (tenendo conto della conversione di unità, che comporta il fattore 3.6 a denominatore) ⎧ ⎪ ⎪0 , t ≤ 0.27 ore, ⎪ t* 3.4 −1 s ⎞ 1 ⎪ 34.2 ×13.53 ⎛ ⎛ s ⎞ q(t ) = ⎨ exp⎜ − , 0.27 < t ≤ 1ora , ⎟ ds ⎜ ⎟ ∫ ( ) 3 . 6 0 . 25 3 . 4 0 . 25 0 . 25 Γ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠ ⎪ 0 3.4 −1 ⎪ 34.2 ×13.53 t * s ⎞ 1 ⎛ ⎛ s ⎞ ⎪ exp⎜ − ⎟ ds , t > 1ora, ⎜ ⎟ ∫ ( ) 3.6 0 . 25 3 . 4 0 . 25 0 . 25 Γ ⎪⎩ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠ t *−0.73 e ha un valore al picco di 82.2 m3/s. Con procedimento iterativo (v. Tabella 3H.1) si ricerca quindi la durata d che massimizza il valore della portata al colmo qp = max q(t). Tabella 3H.1. Procedimento iterativo per la valutazione della durata critica e della relativa portata al colmo. d P = a1dν ψ PA pA R tIA tR r qp = qindice [ ore ] [mm] [-] [mm] [mm/ora] [mm] [ore] [ore] [mm/ora] [m /s] 1.0 2.0 3.0 1.5 1.87 41.17 53.95 63.19 24.22 50.40 0.929 0.950 0.960 0.942 0.945 38.25 51.26 60.64 45.44 47.65 38.25 25.63 20.21 30.29 28.37 9.91 18.26 25.01 14.35 15.81 0.27 0.40 0.51 0.34 0.36 0.73 1.60 2.49 1.16 1.32 13.53 11.41 10.03 12.35 11.98 82.2 102.2 94.9 99.0 102.5 3 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 42/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 2 3 4 Torrente Bisagno a La Presa 5 6 0 5 6 0 175 10 175 10 100 75 30 Pioggia Locale 40 Pioggia Ragguagliata 50 Pioggia Netta 60 LSPP 70 80 25 90 0 100 0 1 2 3 4 5 20 150 Portata [m3/s] 125 Portata Tasso di Pioggia [mm/ora] 3 4 200 50 125 100 75 50 3 4 5 6 7 50 Pioggia Netta 60 LSPP 70 90 6 100 0 1 2 3 4 5 6 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] 3 (b) d = 2 ore, qp = 102.2 m /s Torrente Bisagno a La Presa 2 40 Pioggia Ragguagliata 0 3 1 30 Pioggia Locale 80 (a) d = 1 ora, qp = 82.2 m /s 0 Portata 25 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Torrente Bisagno a La Presa 8 9 0 1 2 3 4 5 6 0 200 0 175 10 175 10 125 Portata 30 Pioggia Locale 40 Pioggia Ragguagliata 100 50 Pioggia Netta 75 60 LSPP 70 50 80 25 90 0 100 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] 3 (c) d = 3 ore, qp = 94.9 m /s 9 20 150 Portata [m3/s] 150 Tasso di Pioggia [mm/ora] 200 20 3 3 0 20 Portata [m /s] 2 200 150 Portata [m /s] 1 125 Portata 30 Pioggia Locale 40 Pioggia Ragguagliata 100 50 Pioggia Netta 75 60 LSPP 70 50 80 25 90 0 Tasso di Pioggia [mm/ora] 1 Tasso di Pioggia [mm/ora] Torrente Bisagno a La Presa 0 100 0 1 2 3 4 5 6 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] 3 (d) d = 1.5 ore, qp = 99.0 m /s Figura 3H.2. Simulazione della risposta idrologica del Bisagno a La Presa sollecitato da uno ietogramma sintetico a intensità variabile con la durata secondo la LSSP attesa nel centro di scroscio. Si ottengono così i valori di portata al picco di 82, 102, 95 e 99 m3/s per le rispettive durate di 1, 2, 3 e 1.5 ore. L’evento critico (v. Figura 3H.3) si ottiene per una durata critica di 1.87 ore e presenta un valore di portata al colmo di 103 m3/s, valore che si può quindi assumere quale stima della portata indice con questo metodo. Si osservi come l’evento critico sia relativamente poco sensibile alla variabilità della durata per un ampio campo di valori della durata stessa: in questo caso, per esempio, la portata al colmo ha una variabilità inferiore al 5% (tra 96 e 103 m3/s) per tutte le durate comprese tra 1.35 e 2.85 ore. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 43/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Torrente Bisagno a La Presa 1 2 3 3 Portata [m /s] 5 6 0 175 10 20 150 Figura 3H.3. Evento critico del torrente Bisagno a La Presa. 4 125 Portata 30 Pioggia Locale 40 Pioggia Ragguagliata 100 50 Pioggia Netta 75 60 LSPP 70 50 80 25 90 Tasso di Pioggia [mm/ora] 0 200 100 0 0 1 2 3 4 5 6 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Si osserva una lieve sovrastima, ancorchè statisticamente poco significativa in quanto contenuta entri i limiti sigma della portata indice stimata dal valore campionario di 94.8 m3/s, ossia ricavata con il metodo diretto AFS. Tra le possibili ragioni della sovrastima, va considerato l’evento di taratura, che, nella sezione di La Presa, ha un periodo di ritorno (tra 5 e 10 anni) leggermente superiore a quello della portata indice, che, nella Regione C, ha un periodo di ritorno di circa 2.9 anni. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 44/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 3I. Stima della portata indice via simulazione Montecarlo Si vuole stimare la portata indice del torrente Bisagno nelle sezioni di La Presa (laddove il Bisagno drena una superficie di circa 34.2 km2) e di Ponte Sant’Agata (che sottende una superficie di circa 92.1 km2, v. Figura 3C.1) con il metodo della simulazione idrologica a ingressi stocastici. A tale scopo si utilizza un modello stocastico per la generazione Montecarlo di serie sintetiche di precipitazione oraria, le quali vengono usate in ingresso a un modello idrologico di piena a parametri distribuiti. Simulazione stocastica del campo di precipitazione: modello GNSRP Il modello utilizzato è di tipo cluster e segue lo schema di Newman-Scott generalizzato a impulsi rettangolari (GNSRP). Se si considera una regione (o bacino idrografico) di area A nel piano xy, l’arrivo di una perturbazione capace di innescare un evento di precipitazione (origine del cluster) genera un numero casuale di celle di pioggia, la cui area di influenza nel piano xy è rappresentata da circonferenze (dischi) con centro posizionato in modo aleatorio nello spazio. Se tale posizione è una variabile aleatoria poissoniana con parametro ρ, il numero di dischi è distribuito secondo la legge di Poisson con parametro ρA. Per rappresentare le diverse componenti del fenomeno, quale si manifesta, p.es., dalla sovrapposizione di celle frontali, celle convettive e supercelle, questi dischi o celle si possono differenziare per tipologia (v. Figura 3I.1). Ogni cella può quindi essere di tipo j (j = 1,…,n) con probabilità αj e i suoi parametri dipendono dalla tipologia in cui rientra, così da creare una correlazione tra intensità e durata di un’arbitraria cella. Con questo schema, il processo spaziale dei centri delle celle equivale alla sovrapposizione di n processi poissoniani indipendenti con parametro ρj = αjρ, mentre il raggio Rj di una cella di tipo j è una variabile aleatoria indipendente identicamente distribuita (iid) secondo una legge esponenziale di parametro γj. Ad ogni cella di pioggia viene associato un impulso rettangolare che dipende dal tipo j della cella e la cui durata tc è una variabile aleatoria esponenziale con parametro ηj (j = 1, 2,…, n). L’intensità Xj, costante sull’area del cerchio e per tutto il tempo di vita della cella, è anch’essa una variabile aleatoria iid con media ξj (j = 1, 2,…, n) e il numero medio di celle per evento è νc. Se t0 è l’istante di arrivo dell’evento, s l’istante in cui viene originata una cella di pioggia e (s – t0) è una variabile aleatoria esponenziale con parametro β, allora i tempi di arrivo delle celle seguono il processo di Neyman-Scott (Cowpertwait, 1994). Il tasso di pioggia al tempo t in un punto u sarà quindi dato dalla somma dei contributi di tutte le celle attive sul punto al tempo t. Se X(j)u,t (z, s) indica il tasso di pioggia al tempo t nel punto u dovuta a una cella di tipo j-esimo con origine posta a distanza z da u nell’istante t – s, allora si ha ⎧X X u( ,jt) ( z , s ) = ⎨ j ⎩0 con probabilit à α j e − ηi s e − γi z altrimenti mentre il tasso di pioggia complessivo al tempo t nel punto u dovuto a tutte le celle di tipo j-esimo attive in tale istante è pari a Yu( j ) (t ) = ∞ ∞ ∫ ∫X ( j) u ,t ( z , s ) dN ( j ) ( z; t − s ) , z =0 s =0 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 45/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE dove N(j)(z, z+δz; t, t+δt) indica il numero di centri di celle di tipo j-esimo che arrivano nella regione {(r,θ): z ≤ r ≤ z+δu; 0 ≤ θ ≤ 2π} con origine nell’intervallo (t, t+δt). Cella Tipo I Convettiva Cella Tipo II Stratiforme Origine della Perturbazione Figura 3I.1. Schema del modello stocastico GNSRP di simulazione dei campi di precipitazione. tempo, t y A u x Quindi, per δt e δu→0, si ha ⎧1 se esiste un'origine di cella al tempo t − s, dN ( j ) (t − s ) = ⎨ ⎩0 altrimenti. L’intensità complessiva all’istante t nel punto u, Yu(t), è la somma delle intensità delle celle di qualsivoglia tipo attive al tempo t e che si sovrappongono nel punto u, cioè J Yu (t ) = ∑ Yu( j ) (t ) . j =1 Quando, come molto spesso accade, i dati di precipitazione sono disponibili solo in forma aggregata (intervalli di lunghezza δ), ad esempio come serie storiche orarie o giornaliere, per stimare i parametri del modello bisogna ricorrere alle proprietà del processo aggregato. Se Su,m indica l’altezza di pioggia aggregata nell’intervallo m-esimo di durata δ, p.es. un’ora, allora mδ S u,m = ∫ Yδ u (t )dt , ( m −1) dove Su,m, m = 1, 2,… rappresenta una serie di dati di pioggia con livello di aggregazione temporale pari a δ, p.es., un serie di piogge orarie. Cowperweit (1994) 13 13 v. Cowpertwait, P.S.P., A generalized point process model of rainfall based on a clustered point process, Proc. R. Soc. Lond A, 447, 23-37, 1994; e Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 46/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE fornisce le equazioni (non-lineari) che legano le statistiche di secondo e terzo ordine della serie Su,m con i parametri del modello GNSRP(J), dove J indica il numero di tipologie cellulari prese in considerazione. Simulazione idrologica degli eventi di piena: modello FEST98 Il modello FEST98 è un modello dinamico spazialmente distribuito, identificato da una griglia regolare dove ogni cella, se una quota parte della precipitazione viene rifiutata dal terreno, è sede di deflusso superficiale. La conformazione topografica comporta che le celle a quota maggiore contribuiscano al contenuto idrico attuale di quelle a quota inferiore tanto più rapidamente quanto maggiore sia la differenza di quota. Il modello impiegato segue l’impostazione originaria di Mancini & Rosso (1989) accoppiando fondamentalmente due algoritmi 14 : un primo algoritmo di calcolo valuta il tasso di ruscellamento con il metodo SCS-CN del Soil Conservation Service, mentre un secondo algoritmo propaga il deflusso superficiale da cella a cella fino alla sezione di chiusura del bacino utilizzando il metodo Muskingum nella forma proposta da Cunge 15 . L’evoluzione di tale impostazione modellistica ha portato allo sviluppo di una classe di modelli orientati a una semplice e immediata implementazione pratica in grado di coprire un ampio ventaglio di applicazioni, denominata appunto con l’acronimo di FEST 16 . Metodo SCS_CN Il volume specifico di deflusso superficiale (altezza di pioggia netta) in un evento isolato di piena è dato da Ru = (Pu − I a )2 Pu − I au + S u , dove Pu indica il volume specifico precipitato sulla cella u-esima, Su il volume specifico di massima ritenzione potenziale del terreno della cella stessa, e Iau = cSu il volume specifico di assorbimento iniziale, con 0 ≤ c < 1. Per un dato stato iniziale AMC di imbibimento del bacino al verificarsi del nubifragio, la massima ritenzione potenziale Su dipende da due fattori, la natura del terreno e l’uso del suolo nella generica cella, il cui effetto combinato è descritto globalmente dal parametro adimensionale CN, legato a S dalla relazione S = S0(100/CN – 1), dove 0 < CN < 100, e S0 è una costante di scala legata all’unità di misura adottata, che, per valori di S, PA, Ia e R misurati in mm, è pari a 254 mm. Il valore di CN dipende sia dalla natura idrologica e dall’uso del suolo, sia dallo stato iniziale di imbibimento, di cui si tiene conto secondo tre tipologie: AMC Tipo I, in caso di bacino asciutto; AMC Tipo III, in caso di bacino fortemente imbibito; e AMC Tipo II, in condizioni intermedie. Il Tipo AMC viene quindi valutato in base 14 Mancini, M. & R. Rosso, Using GIS to assess spatial variability of SCS Curve Number at the basin scale, in: New Directions for Surface Water Modelling, edited by M.L. Kavvas, IAHS Publ. no.181, pp.435-444, 1989. 15 Cunge, J.A., On the subject of a flood propagation computation method (Muskingum Method). J. Hydraulic Res., 7, 205-230, 1969. 16 v. Mancini, M., Montaldo, N. & R. Rosso, Effetti di laminazione di un sistema d’invasi artificiali nel bacino del fiume Toce, L’Acqua, 4, 31-42, 2000; e Montaldo N., Mancini M. & R. Rosso, Flood hydrograph attenuation induced by a reservoir system: Analysis with a distributed rainfall-runoff model, Hydrologic Processes, Vol.18, n.3, 545-563, 2004. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 47/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE alla precipitazione totale nei cinque giorni antecedenti all’evento di piena (cfr. Soil Conservation Service, 1986 e succ.). A ogni passo temporale discreto tm (ossia per tm =mΔt, con m = 1,2,...,N) si può valutare in modo sequenziale il valore del volume incrementale di ruscellamento Rum = Ru(tm) come Rum 0, se PuA < cSu ⎧ ⎪ 2 = ⎨ (Pum − cSu ) , , se PuA > cSu ⎪ P + (1 − c )S u ⎩ um dove il valore della pioggia lorda cumulata, Pum = Pu(tm), è dato da Pum = ∫ p u (t )dt , tm 0 essendo pu(t) lo ietogramma di ingresso alla cella u-esima. In base al valore di Rum, si ricava quindi ΔRum = Rum – Rum-1. Il tasso di ruscellamento ru(tm) prodotto dalla cella uesima durante l’intervallo m-esimo è quindi dato da rum = ΔRum/Δtm. Gruppi idrologici di suolo Geolitologia Uso del suolo CNII Massimo potenziale di ritenzione del terreno DEM Mappe vettoriali Mappe raster Rete idrografica Figura 3I.2. Informazione spazialmente distribuita per la costruzione di FEST98. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 48/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Gruppo idrologico di suolo Spaziale Interpolatore Precipitazione Assorbimento del terreno Uso del suolo DEM Curve Number Tipo AMC Massimo potenziale di ritenzione del terreno Percorsi idrici Deflusso superficiale Deflusso di base Ruscellamento di versante Propagazione alveata Rete idrografica Figura 3I.3. Schema a blocchi del modello FEST98 per la simulazione idrologica di eventi di piena. Metodo Muskingum-Cunge Si assume che il volume w invasato in un generico tronco sia proporzionale alla somma pesata (con x) delle portate entranti e uscenti, per cui vale altresì l’equazione di continuità. Per una discretizzazione spaziale con sezioni distanziate da Δs (dato dalla dimensione caratteristica della u-esima cella) contate da i e una discretizzazione temporale con istanti Δt contati da m, si ha 1 ⎤ ⎡1 w = k[xqi + (1− x)qi+1 ] , e Δwm,m+1 = Δt ⋅ ⎢ (qi,m + qi,m+1 ) − (qi+1,m + qi+1,m+1 )⎥ . 2 ⎦ ⎣2 Sulla base della portata entrante nel tronco all’istante corrente (qi, m+1) e all’istante precedente (qi, m) e della portata uscente all’istante precedente (qi+1, m) si calcola la grandezza incognita, ossia la portata uscente all’istante corrente (qi+1, m+1): qi +1,m +1 = C1qi ,m+1 + C2 qi ,m + C3qi +1,m , dove i pesi C1, C2 e C3 hanno le espressioni: C1 = − Δt + 2k (1 − x) Δt − 2kx Δt + 2kx , C2 = , C3 = 2k (1 − x) + Δt 2k (1 − x) + Δt 2k (1 − x) + Δt Se ωu indica la celerità della corrente (pari ai 5/3 della velocità media) e Bu la larghezza del canale e ifu la pendenza del fondo nella cella u-esima, si assume (Cunge, 1969) k= Δs ω , e x= q * ⎞⎟ 1 ⎛⎜ 1− , 2 ⎜⎝ Bi f ω Δs ⎟⎠ Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 49/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE e, seguendo il suggerimento di Ponce 17 , i fattori k ed x vengono calcolati in funzione di una portata q* mediata tra qi, m+1, qi, m e qi+1, m. La velocità media (da cui si ricava ωu) viene calcolata tramite l’equazione di Chézy in funzione di due parametri, ossia un parametro di forma, fu (pari al rapporto tra la larghezza e l’altezza del battente nella sezione, assimilata a una forma rettangolare) e un parametro di scabrezza, ksu, coerente con la formulazione di Gaukler-Strickler-Manning. Tali parametri variano in funzione dell’area sottesa dalla cella in esame. In questo modo, il comportamento delle celle di versante (con modesti valori di ksu ed elevati valori di fu) viene distinto da quello dei successivi livelli di rete delle celle sede del deflusso alveato (con valori di ksu via via più elevati e di fu via via più modesti, muovendo da monte verso valle). Il valore dell’area sottesa che discrimina le celle di versante dal primo livello di rete e i relativi valori di di fu e ksu sono determinati in fase di taratura del modello, mentre i successivi valori, discriminati per i diversi livelli di rete, vengono valutati riscalando tali valori in base alla geomorfologia fluviale, accoppiando le relazioni “downstream” di geometria idraulica di Leopold-Maddock con l’ordinamento gerarchico di Horton-Strahler. Identificati dalla matrice delle aree scolanti i valori dei parametri di forma e scabrezza, vengono valutati i pesi C1, C2 e C3 e, quindi, la portata incognita qi+1, m+1, cui si somma l’afflusso netto sulla cella, rum+1, calcolato con il metodo SCS-CN. Implementazione del modello FEST98 L’applicazione del modello FEST98 richiede una preliminare fase di acquisizione e preelaborazione dell’informazione (v. Figura 3I.2). In particolare, va preparata la base di dati geografici in forma matriciale (raster) secondo una grigliatura dei diversi strati informativi (natura e uso del suolo) coerente con quella del modello digitale delle quote del terreno (DEM) e generazione del reticolo idrografico. Quindi, va identificato in modo automatico l’albero topologico dei percorsi idrici e la caratterizzazione di tali percorsi tra fasi di versante e canalizzata. In questo modo, viene costruito lo scheletro sul quale vengono applicate in modo sequenziale le equazioni dinamiche, che descrivono i fenomeni di assorbimento e produzione locale di deflusso e di propagazione del deflusso lungo la rete idrografica. Poichè il modello viene utilizzato per la simulazione continua dei fenomeni di piena, lo stato attuale di imbibimento alla vigilia di ogni episodio meteorico viene inoltre continuamente aggiornato, in modo che il tipo di AMC rappresenti le attuali condizioni di imbibimento (v. Figura 3I.3). Taratura e validazione del modello stocastico GNSRP(2) La taratura del modello di pioggia viene condotta in base a un campione di 7 anni (dal 1990 al 1996) di registrazioni orarie in quattro stazioni del bacino (Ponte Carrega, Sant’Eusebio, Viganego e Scoffera) e in una stazione situata immediatamente a ovest della foce del Bisagno (Genova Università). Inoltre, sono previsti due tipi di cella, stratiforme e convettiva, da cui la denominazione GNSRP(2) del modello utilizzato. La taratura del modello con il metodo dei momenti 18 richiede la soluzione di un sistema non-lineare di equazioni, che va ricercata con un algoritmo di ottimizzazione19 . La 17 Ponce, V.M., Diffusion wave modelling of catchment dynamics. J. Hydr. Engrg. Am. Soc. Civ. Eng., 112(8), 716–727, 1986. 18 Cowpertwait, P.S.P., A Poisson-cluster model of rainfall: high-order moments and extreme values, Proc. Royal Soc. London, Vol.454, pp.885-898, 1998. 19 Cowpertwait P.S.P., P.E.O’Connell P.E., Metcalfe A.V. & Mawdsley J.A, Stochastic point process modelling of rainfall. I. Single site fitting and validation, J. Hydrol., 175, 17-46., 1996. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 50/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE stima dei parametri viene inoltre condotta su base mensile, in modo da tenere conto della non-stazionarietà delle precipitazioni nel corso dell’anno. In Tabella 3I.1 sono riportati i valori di taratura dei parametri. Tabella 3I.1.- Parametri del modello stocastico GNSRP di generazione dei campi di precipitazione sul bacino del torrente Bisagno (A: celle stratiformi, B: celle convettive). λ -1 β νc [die ] Mese Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre ξ [ore×mm ] -1 -1 [ore ] 1/β: intervallo medio di 1/ξ: tasso medio 1/λ : intertempo numero medio di attesa tra l’arrivo della celle della medio tra due di pioggia di una perturbazione e quello di perturbazione perturbazioni cella una cella 0.0046 0.0047 0.0039 0.0093 0.0061 0.0069 0.0048 0.0045 0.0037 0.0055 0.0048 0.0039 A 7.269 7.614 8.993 3.424 5.095 4.845 5.238 5.855 9.399 8.431 7.921 12.177 B 5.159 5.941 4.156 2.779 7.984 4.804 5.613 5.757 8.284 7.319 5.285 1.511 A 0.082 0.127 0.192 0.112 0.065 0.063 0.075 0.087 0.031 0.030 0.070 0.123 B 0.349 0.153 0.184 0.135 0.248 0.141 0.150 0.056 0.188 0.104 0.292 0.297 A 0.6911 0.7861 0.6874 0.6535 0.9090 1.2728 1.2798 2.0988 1.9308 2.0171 0.5279 0.5915 B 0.1976 0.1862 0.1515 0.1940 0.2601 0.1134 0.0852 0.0733 0.2442 0.3471 0.2293 0.1771 η γ -1 -1 [ore ] [km ] 1/η: durata media di vita di una cella 1/γ : raggio medio di una cella A 0.500 0.521 0.511 0.506 0.788 1.640 1.799 1.679 0.849 0.611 0.808 0.674 B 3.231 3.264 3.247 3.526 2.067 2.505 2.590 2.819 1.111 1.225 2.407 2.251 A 1.2088 2.9214 0.2777 3.0877 2.7938 2.6448 0.7999 4.6989 3.1715 0.1053 3.4958 0.7165 B 0.6876 0.1472 0.2709 0.1000 0.7964 0.5340 0.7804 0.6898 0.9998 0.7909 0.3465 0.6990 Una prima fase di verifica del modello riguarda la sua capacità di riprodurre le statistiche del secondo ordine dei dati osservati. Dai confronti di Figura 3I.4 si riscontra un’accurata riproduzione delle principali statistiche di secondo ordine (media, varianza e autocorrelazione temporale a un’ora della pioggia areale) e della proporzione dei periodi asciutti nel periodo 1990-1996. Il modello è quindi in grado di riprodurre assai bene l’assetto climatico dei campi di precipitazioni sull’area in tale periodo. Una successiva fase di validazione del modello viene condotta analizzando, dal punto di vista probabilistico, la variabilità dei valori estremi con la scala di aggregazione temporale. Tale analisi può essere sviluppata con riferimento ai punti dove sono localizzate le singole stazioni. I risultati di una simulazione Montecarlo di lungo periodo (1000 anni) vengono perciò elaborati, al fine di ricavare le LSPP locali che scaturiscono dall’applicazione del modello GNSRP(2) all’area di studio. Queste LSPP “simulate” possono quindi essere confrontate con quelle che si ottengono elaborando i dati di stazione relativi agli estremi di altezza di pioggia per durate da 1 a 24 ore consecutive: Tali dati sono disponibili per periodi di osservazione assai più lunghi delle serie utilizzate per la taratura del modello GNSRP(2). In particolare, il SIMN pubblicò questo tipo di dati per la stazione di Genova Università dal 1931 al 1991; per Ponte Carrega dal 1954 al 1991; per Sant’Eusebio dal 1939 al 1991; per Viganego dal 1954 al 1991; e per Scoffera dal 1952 al 1989. A tal fine, i dati dei valori estremi (storici e simulati) vanno elaborati utilizzando un opportuno modello di riferimento, p.es. il modello lognormale dissipativo 20 ovvero il modello GEV scala-invariante 21 , entrambi utilizzati in quest’area geografica con 20 Burlando, P. & R. Rosso, Scaling and multiscaling models of depth-duration-frequency curves of storm precipitation, J. Hydrol., 187, 45-64, 1996. 21 Rosso, R., De Michele, C. & A. Montanari, La previsione statistica delle piogge di forte intensità e breve durata. Applicazione alla liguria tirrenica e al bacino del Po, in: La difesa idraulica del territorio, a cura di U. Maione e A. Brath, Editoriale Bios, 1-30, Cosenza, 1997. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 51/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 0.5 Varianza dell'Altezza di Pioggia 2 Oraria [mm ] Simulata Osservata 0.4 Stimata 0.3 0.2 0.1 0.0 15 Osservata Stimata Simulata 10 5 Mese Dic Nov Ott Set Ago Giu Mese 1.0 Proporzione dei periodi secchi 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 Osservata 0.2 Stimata 0.1 Simulata 0.9 0.8 Stimata 0.7 Osservata Simulata 0.6 Dic Nov Ott Set Lug Ago Giu Mag Apr Mar Dic Nov Ott Set Ago Lug Giu Mag Apr Mar Feb Gen Mese Feb 0.5 0.0 Gen Autocorrelazione Oraria dell'Altezza di Pioggia Lug Mag Apr Mar Gen Dic Nov Ott Set Ago Giu Lug Apr Mag Mar Feb Gen 0 Feb Altezza media di pioggia oraria [mm] soddisfacenti risultati. Il confronto tra le LSPP “simulate” dal modello GNSRP(2) con quelle “storiche” (v. Figura 3I.5) indica una sistematica sovrastima della statistica storica da parte delle LSPP simulate. Questa deviazione, abbastanza consistente, è anche imputabile alla scelta del campione di dati impiegati per la taratura del modello stocastico (relativi ad annate recenti e particolarmente piovose) e alla complessità storicamente osservata del regime pluviometrico del bacino del torrente Bisagno. Mese Figura 3I.4. Confronto tra statistiche campionarie, di taratura dei parametri e di simulazione del modello GNSRP(2) per la stazione di Ponte Carrega. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 52/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Sant'Eusebio (LSPP GEV scala invarianti) Ponte Carrega (LSPP GEV scala invarianti) 500 Altezza di pioggia, mm Altezza di pioggia, mm 500 400 300 200 100 400 300 200 100 0 0 0 5 10 15 20 25 0 5 Durata, ore 10 15 20 25 Durata, ore Figura 3I.5. Confronto tra LSPP simulate (punti) e storiche (linee) in 2 stazioni contigue del bacino del torrente Bisagno, per periodo di ritorno variabile da 5 a 50 anni. Le LSSP simulate sono state ottenute da un campione di 1000 anni generato con il metodo Montecarlo tramite il modello GNSSRO(2). Le LSPP storiche sono state ottenute elaborando i dati di altezza di pioggia massima annuale per durate da 1 a 24 ore consecutive tramite il modello GEV scala invariante. Taratura e validazione del modello deterministico FEST98 Il modello consente di ricostruire gli idrogrammi di piena in qualsivoglia nodo del reticolo idrografico secondo la discretizzazione adottata, che viene appoggiata sul DEM degli ex Servizi Tecnici Nazionali a maglia di 7.5” in latitudine e 10” in longitudine, che porge, nel caso specifico, maglie rettangolari di circa 220×230 m. Conviene quindi considerare congiuntamente le due sezioni di La Presa (sezione di controllo) e Sant’Agata (sezione di progetto) nella fase di taratura dei fattori di scabrezza e geometria idraulica. In fase di taratura vengono quindi considerati diversi eventi salienti, di cui si dispone dello ietogramma, dell’idrogramma a La Presa e di valutazioni indirette (basate sui massimi livelli idrici) della portata al colmo a Sant’Agata. Risultano f = 22000 e ks = 1 m1/3/s per la fase di versante, e f = 10 e ks = 30 m1/3/s per i canali di primo ordine, fase di versante. La fase di validazione prende invece in esame l’evento disastroso del Novembre 1970, di cui si riportano in Figura 3I.6 gli ietogrammi nelle diverse stazioni, l’idrogramma osservato a La Presa e gli idrogrammi simulati a La Presa e Sant’Agata. L’idrogramma simulato a La Presa riproduce bene quello osservato, così come l’idrogramma simulato a Sant’Agata ricostruisce abbastanza bene il colmo di portata stimato con metodo idraulico dalle tracce dell’evento 22 . La notevole variabilità spazio-temporale del campo di precipitazione provoca un colmo di piena a valle (a Sant’Agata) che precorre quello di monte (a La Presa). Per la sua intrinseca struttura, il modello idrologico distribuito è in grado di riprodurre questo effetto. 22 Pirozzi, T., Supino, G., Marchi, E., Berardi, G., Gazzolo, T. & F. Rocchi, Commissione Ministeriale di Studio per la Sistemazione dei Corsi d’Acqua del Territorio Genovese interessati dall’Alluvione del 7-8 Ottobre 1970, Ministero dei Lavori Pubblici, Roma, 1971. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 53/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Tasso di pioggia, mm/ora 20 80 60 40 20 41 37 33 29 25 21 17 9 13 41 37 33 29 25 1 t , ore, dalle 18:00 del 7 Ott 1970 5 0 0 41 37 33 29 25 21 17 9 13 5 1 0 40 21 20 60 17 40 80 9 60 Scoffera 100 100 13 80 5 100 Tasso di pioggia, mm/ora Tasso di pioggia, mm/ora Sant'Eusebio 120 1 Ponte Carrega 120 t , ore, dalle 18:00 del 7 Ott 1970 t , ore, dalle 18:00 del 7 Ott 1970 SC PC T. B is a 80 ia o Ri egg rr Fe 60 40 no GU 20 100 gno SA SE VI 1 LP RF 3 2 60 40 20 Dai ossservati a La Presa 900 (950) 895 FEST98-B (AMC Tipo III) a La Presa 700 3 Portata (m /s) 800 600 500 FEST98-B (AMC Tipo III) a Sant'Agata 400 300 200 100 0 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 Tempo (ore alle 0:00 del 7 Ottobre 1970) Figura 3I.6. Piogge osservate nel bacino del torrente Bisagno in occasione dell’evento catastrofico dell’Ottobre 1970, idrogramma osservato e simulato a La Presa, e idrogramma simulato a Sant’Agata, che ricostruisce abbastanza bene il colmo di portata stimato con metodo idraulico dalle tracce dell’evento (Pirozzi et al., 1971). Procedura di simulazione Montecarlo Il procedimento di simulazione, illustrato in Figura 3I.7, muove dalla generazione di numeri casuali, che consentono, tramite il modello GNSRP(2), la generazione di serie sintetiche di dati orari di precipitazione. Questi dati vengono quindi immessi nel modello FEST98, dando origine a una successione di idrogrammi di piena, che vengono elaborati, allo stesso modo degli idrogrammi osservati, al fine di ricavare serie PDS o AFS simulate, dalle quali ricavare una stima della portata indice. Ogni generazione (run) viene generalmente condotta su un lungo periodo (p.e., 100 o 1000 anni) e origina una singola stima di qindice. Per ottenere stime robuste di qindice conviene operare sull’ensemble, ossia l’insieme di tutte le possibili traiettorie del processo stocastico dei deflussi di piena. Una possibile ricostruzione delle statistiche di ensemble viene quindi Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 54/88 41 37 33 29 25 21 17 13 t , ore, dalle 18:00 del 7 Ott 1970 t , ore, dalle 18:00 del 7 Ott 1970 1000 9 1 41 37 33 29 25 21 17 13 9 5 0 1 0 80 5 Tasso di pioggia, mm/ora 100 Viganego 120 T . B is a g n o Tasso di pioggia, mm/ora Genova Università 120 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE ottenuta utilizzando un certo numero di run (p.e. 100 o 200 run) e stimando la qindice richiesta come media campionaria dei valori ottenuti dai singoli run. Questo procedimento consente di superare anche le difficoltà connesse alle generazione automatica di quantità elevate di numeri casuali con algoritmi di generazione giocoforza pseudo-casuali. Nel caso in esame, vengono condotti 100 run di 100 anni cadauno, elaborando quindi i dati relativi ai punti di griglia corrispondenti alle sezioni di La Presa e Sant’Agata. Dati di precipitazione a fine risoluzione temporale Generatore di Numeri Casuali Taratura modello GNSRP No Simulazioni GNSRP di controllo Sì Parametrizzazione del bacino idrografico Simulazioni GNSRP di Scenario Simulazione Afflussi-Deflussi FEST98 Validazione GNSRP via LSPP Dati di lungo periodo delle piogge di forte intensità e breve durata Terreno, Uso del suolo, Geometria idraulica Elaborazione degli idrogrammi Stima di Ensemble PDS AFS Portata indice Figura 3I.7. Diagramma a blocchi per la simulazione Montecarlo. Risultati della simulazione Per la sezione di La Presa, la portata indice ottenuta dalla media di ensemble (media campionaria dei valori medi ricavati dalle 50 serie AFS simulate di 100 anni cadauna) risulta pari a 100.7 m3/s, con una deviazione standard di stima di 7.9 m3/s; il corrispondente coefficiente di variazione della stima è quindi pari a 0.08. Per la sezione di Sant’Agata, si ottiene una media d’ensemble pari a 257.0 m3/s, una deviazione standard di stima di 4.9 m3/s, cui corrisponde un coefficiente di variazione della stima pari a 0.02 (v. Tabella 3I.2). Questa procedura consente anche di definire, in base alla varianza di ensemble, il valore dell’errore standard di stima e di determinare la distribuzione di probabilità della stima di qindice che è stata ottenuta con questo metodo (v. Figura 3I.8). Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 55/88 1.0 1.0 0.9 0.9 0.8 0.8 Frequenza cumulata Frequenza cumulata REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0.0 80 90 100 110 120 0.0 240 130 3 250 260 270 3 Portata indice [m /s] Portata indice [m /s] Figura 3I.8. Frequenza cumulata della portata indice stimata a La Presa (sx) e San’Agata (dx) via simulazione Montecarlo. Ogni punto corrisponde alla media di una serie AFS di 100 anni. Tabella 3I.2.- Valori della portata indice del torrente Bisagno chiuso a La Presa e a Sant’Agata: stime ottenute via simulazione Montecarlo. A Sezione qindice [km ] Media di ensemble 3 [m /s] 34.2 92.1 100.7 257.0 Area del bacino sotteso 2 La Presa Sant’Agata Deviazione standard Coefficiente di di stima variazione di stima 3 [m /s] [-] 7.9 4.9 0.08 0.02 Con riferimento allo studio di questo stesso caso reale, Rosso & Rulli 23 riportano anche i risultati di una applicazione della stessa metodologia Montecarlo, dove al modello idrologico distribuito è stato sostituito un modello globale del tipo riportato nella Scheda 3H. 23 Rosso, R. & M.C. Rulli, An integrated simulation approach for flash-flood risk assessment: 2. Effects of changes in land use under a historical perspective, Hydrology and Earth System Sciences, Vol.6, no.2, p.285-294, 2002. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 56/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 3L. Stima della portata indice via simulazione idrologica d’invaso Il torrente Tidone, affluente di sponda destra del fiume Po è situato nella Regione C (v. Figura 3L.1) e sottende un’area imbrifera di circa 83 km2 in corrispondenza della sezione di Molato, laddove è situata la diga omonima, in esercizio dal 1933 (v. Figura 3L.2). All’epoca della costruzione, l’invaso creato dallo sbarramento - costruito dal 1921 al 1928 e costituito da una diga ad archi multipli e speroni in calcestruzzo armato, con tronchi laterali a gravità massiccia in calcestruzzo - aveva un invaso utile di circa 12×106 m3 alla quota di massimo invaso di 359 m (slm), ridotto a circa 10.6×106 m3 nel 1989 per via dell’interrimento. L’invaso è utilizzato dal Consorzio Bacini Tidone Trebbia per l’irrigazione di circa 4000 ha di terreno e per la produzione di energia elettrica. La serie storica delle quote d’invaso e dei volumi d’acqua erogati conta 57 anni di dati giornalieri dal 1933 al 1989, con registrazioni episodiche a passo temporale più fine (orario e talora semiorario) ancorchè irregolare sia per quanto riguarda la quota d’invaso che la portata erogata. Tali registrazioni sono state condotte in modo abbastanza sistematico nel corso dei principali eventi di piena dal 1951 al 1989, con l’esclusione degli anni 1952, 1963, 1964 e 1976, anche se tali presentano comunque lacune e imprecisioni. Dalla quota d’invaso è possibile ricavare il volume invasato utilizzando la curva d’invaso, ossia la relazione tra volume e quota d’invaso, che, nel corso del tempo, ha subito modificazioni dovute ai fenomeni di sedimentazione che hanno diminuito il volume utile del serbatoio di circa il 12% (v. Figura 3L.2). In particolare, si è ipotizzato che le variazioni della geometria d’invaso siano occorse in modo uniforme nel tempo e le curve d’invaso relative ai singoli anni d’esercizio vengono ricostruite interpolando linearmente, al variare degli anni, i valori dei volumi forniti, per la stessa quota, dalle curve del 1933 e del 1989. Figura 3L.1. Il bacino del torrente Tidone chiuso alla diga di Molato. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 57/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Serbatoio di Molato: Curva d'Invaso Volume d'invaso, Gm3 15 5 0 310 Figura 3L.2. La diga di Molato sul torrente Tidone e la curva d’invaso del serbatoio artificiale. Anno 1933 Anno 1989 10 320 330 340 350 360 Quota d'invaso, mslm A servizio della diga esistono uno scarico di superficie, costituito da tre sfioratori rettilinei affiancati, e un insieme di organi di scarico in pressione, costituito da uno scarico di mezzofondo e da due scarichi di fondo. La portata utile di progetto degli scarichi è complessivamente pari a 580 m3/s, 30 dei quali esitabile dai due scarichi di fondo, 50 dallo scarico di mezzofondo e 500 dagli sfioratori. La portata di sfioro è valutabile con la classica legge di efflusso μLh3/2(2g)1/2, dove L indica la larghezza complessiva della soglia sfiorante, h il carico idraulico determinato dalla quota d’invaso e g l’accelerazione di gravità. Il valore del coefficiente μ dipende a rigore dalla forma dello spigolo di monte, dall’inclinazione del paramento di monte, dal rapporto tra larghezza e carico dello stramazzo e dal rapporto tra carico e petto dello stramazzo. Nel caso specifico, lo spigolo è vivo e il paramente inclinato di 45°. La prima circostanza comporta una riduzione e la seconda un aumento di μ. Il rapporto tra larghezza e carico influenza il valore di μ solo per piccoli valori del carico, mentre il rapporto tra carico e petto è sempre trascurabile per una diga. Poichè gli effetti delle diverse caratteristiche di forma dello stramazzo tendono in questo caso ad annullarsi reciprocamente, si può ragionevolmente attribuire a μ il valore teorico di 0.385. Con questo valore si ottiene una portata di sfioro di 503 m3/s in per un carico di 5 m, corrispondente alla quota di massima piena, in accordo con il valore di progetto originario. Inoltre, nei casi in cui le registrazioni delle portate relative ai singoli organi di scarico non sono disponibili, ma sono disponibili quelle dei livelli, si assume che non siano state operate manovre significative. Le portate erogate sono invece calcolate come media del volume giornaliero erogato, costante per l’intera giornata. Gli errori dovuti alle semplificazioni adottate per le portate erogate o per i livelli, interpolati linearmente nel tempo quando l’irregolarità delle relative osservazioni non fornisce il dato orario, sono comunque di un ordine inferiore alle imprecisioni e incongruenze riscontrabili nei dati disponibili, dovute soprattutto alle incertezze delle osservazioni dirette degli idrometri e degli organi di chiusura degli scarichi. A partire dai valori del volume invasato e del volume erogato e dalle annotazioni delle manovre degli organi di scarico, si può quindi ricostruire la portata esitata a passo orario Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 58/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE per ogni evento di piena, ottenendo così una serie di serie di 105 idrogrammi in uscita dalla diga per un periodo di 35 anni, che va dal 1951 al 1989, esclusi gli anni 1952, 1963, 1964 e 1976: mediamente 3 idrogrammi per anno. L’effetto di laminazione dell’invaso viene quindi simulato risolvendo numericamente l’equazione (25) nell’incognita q(t) e viene così ottenuto, per ogni evento, l’idrogramma indisturbato in ingresso al serbatoio 24 . Un esempio del risultato che si ottiene dall’applicazione di questa procedura è riportato in Tabella 3L.1 e viene illustrato in Figura 3L.3. In proposito, va osservata la notevole importanza della politica di gestione adottata durante il singolo evento, che può determinare, per eventi abbastanza simili in ingresso, idrogrammi delle portate esitate anche assai diversi tra loro (cfr., p.e., l’evento con significative portate esitate illustrato in Figura 3L.4 con quello di Figura 3L.3, con portate esitate assai modeste). Tabella 3L.1. -Quota d’invaso, portata esitata e idrogramma indisturbato, ricostruito tramite simulazione idraulica d’invaso, ricostruito del torrente Tidone alla diga di Molato: evento #28 del 17/12/1960, con inizio alle ore 16. Tempo dall’inizio dell’evento (ore) 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Quota d’invaso (m slm) 355.41 355.50 355.60 355.78 355.88 356.08 356.33 356.55 356.87 357.15 357.34 357.54 357.63 357.74 357.76 357.81 Portata esitata 3 (m /s) 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 1.44 1.44 1.44 1.45 2.90 0.00 0.00 0.00 0.00 1.46 2.92 Portata ricostruita in ingresso 3 (m /s) 8.6 8.7 19.3 35.0 19.6 38.5 51.3 45.8 66.9 59.7 42.9 42.5 19.3 23.7 4.3 12.3 10.5 Tempo dall’inizio dell’evento (ore) 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 Quota d’invaso (m slm) 357.88 357.93 357.94 357.97 357.97 357.97 357.97 357.96 357.96 357.96 Portata esitata 3 (m /s) 2.92 2.92 2.92 2.92 2.92 2.92 3.65 3.65 3.65 3.65 3.65 3.65 3.65 3.65 3.65 3.65 3.65 Portata ricostruita in ingresso 3 (m /s) 10.5 8.4 8.4 5.1 6.2 6.2 3.7 3.7 3.7 3.7 3.7 3.7 3.7 1.5 3.7 3.7 3.7 Da ogni idrogramma indisturbato, ricostruito in ingresso al serbatoio, viene quindi estratta la relativa portata al colmo, ricavando così una serie di dati PDS di portata al colmo. Per via delle carenze constatate nella base informativa sulla gestione storica dell’invaso, vanno però considerati soltanto gli anni per i quali si è almeno certi che la portata al colmo massima annuale sia stata effettivamente prodotta da uno degli eventi analizzati. Con questa avvertenza, si ottiene un campione PDS di portata al colmo di 19 anni, riportato in Tabella 3L.2. 24 Moisello, U., Studio delle piene del Tidone alla diga di Molato, Università di Pavia, Dipartimento di Ingegneria Idraulica e Ambientale, Novembre, 1990. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 59/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Tidone a Molato: Onda #28 del 17/12/60 16:00 359 80 357 356 3 Figura 3L.3. Ricostruzione dell’idrogramma di piena indisturbato in ingresso al Lago di Molato sul torrente Tidone: evento #28 del 17/12/1960, con inizio alle ore 16. Portata, m /s 60 355 50 Idrogramma Indisturbato 40 Portata Esitata 353 30 Quota d'Invaso 352 354 351 20 350 Quota d'invaso, m (slm) 358 70 349 10 348 0 347 0 12 24 36 48 60 Tempo dall'inizio dell'evento, ore Tidone a Molato: Onda #55 del 17/02/74 21:00 80 359 357 Portata Esitata Portata, m3/s 60 356 355 Quota d'Invaso 50 354 40 353 352 30 351 20 350 Quota d'invaso, m (slm) 70 Figura 3L.4. Ricostruzione dell’idrogramma di piena indisturbato in ingresso al Lago di Molato sul torrente Tidone: evento #55 del 17/02/1974, con inizio alle ore 21. 358 Idrogramma Indisturbato 349 10 348 0 347 0 12 24 36 48 60 Tempo dall'inizio dell'evento, ore Considerato l’intero campione q”1,…, q”20 di n” = 62 dati di portata al colmo di piena (valori orari) ricostruiti in n’ = 19 anni di Tabella 3L.2, il numero medio di eventi anno risulta Λ = 62/19 = 3.26 e la portata media della serie PDS, calcolata dalla formula (8), risulta 1 n" qˆ PDS = ∑ q"i = 33.3 m 3 /s . n" i =1 La formula (9) con α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276 (Regione C) porge quindi Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 60/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE qˆindice = = 1 α⎛ Λk ⎞ ⎟ ε + ⎜⎜1 − k ⎝ 1 + k ⎟⎠ qˆ PDS = 1 × 33.3 = 1.57 × 33.3 = 52.1 m 3 /s − 0.276 ⎞ ⎛ 0.377 3.26 ⎟ ⎜⎜1 − 0.643 − 0.276 ⎝ 1 − 0.276 ⎟⎠ quale stima della portata indice con il metodo PDS. Si noti però che la varianza del numero annuo di eventi risulta pari a 1.43, un valore assai diverso da Λ: l’ipotesi di cronologia poissoniana degli eventi estremi può quindi essere confutata. Conviene quindi introdurre un valore di soglia e prendere in considerazione soltanto gli eventi con portata superiore a tale soglia, anche in ragione della procedura “a-posteriori” di ricostruzione. Ponendo tale soglia a 25 m3/s, i dati PDS si riducono a n” = 28 con Λ = 28/19 = 1.47. Il corrispondente valore della media campionaria è pari a 55.7 m3/s. Utilizzando ancora la formula (9) si ricava 1 qˆindice = α⎛ qˆ PDS = Λ ⎞ ⎜⎜1 − ⎟ k ⎝ 1 + k ⎟⎠ . 1 3 × 55.7 = 1.03 × 55.7 = 57.2 m /s = 0.377 ⎛ 1.47 −0.276 ⎞ ⎜1 − ⎟ 0.643 − 0.276 ⎜⎝ 1 − 0.276 ⎟⎠ ε+ k Tabella 3L.2.- Dati PDS di portata oraria ricostruiti per il torrente Tidone alla diga di Molato. 3 3 3 3 Anno Portata, m /s Anno Portata, m /s Anno Portata, m /s Anno Portata m /s 1951 1951 1951 1951 1958 1958 1958 1958 1960 1960 1960 1961 1961 1961 1969 1969 40.4 17.6 87.9 66.7 52.2 70.2 29.8 35.6 24.6 25.5 66.9 54.0 20.5 49.2 13.6 78.3 1971 1971 1971 1973 1973 1973 1974 1974 1974 1975 1975 1977 1977 1977 1978 1978 39.0 20.5 41.6 36.9 18.4 86.1 64.9 24.1 42.7 47.8 64.6 24.8 13.7 110.9 98.3 13.9 1978 1978 1978 1978 1979 1979 1979 1982 1982 1983 1983 1985 1985 1985 1985 1986 19.9 22.1 19.1 42.1 35.7 5.2 22.0 6.1 73.4 42.0 32.5 24.8 14.7 7.2 12.1 9.7 1986 1986 1986 1986 1986 1987 1987 1988 1988 1988 1988 1989 1989 1989 5.5 43.2 5.4 6.1 6.7 8.0 6.0 24.5 12.9 19.9 18.1 23.4 8.9 3.2 In questo caso l’ipotesi di cronologia poissoniana risulta validata dalla varianza del numero annuo di eventi, pari a 1.15, un valore abbastanza prossimo a Λ = 1.47. Quale valutazione appropriata della portata indice si può quindi assumere la stima di 57.2 m3/s ottenuta dalla media campionaria serie PDS troncata inferiormente dalla soglia di 25 m3/s. Si noti anche che la media campionaria della serie AFS estratta dalla PDS è pari a 56.3 m3/s, un valore assai prossimo a quello della portata indice stimata. In Figura 3L.5 viene tracciato l’andamento della portata la colmo al variare del periodo di Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 61/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE ritorno, dove la portata di progetto viene calcolata tramite la formula (1) con il fattore di crescita xT valutato mediante la formula (2) particolarizzata per la Regione C (dove α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276) e con qindice = 57.2 m3/s. La sezione idrometrica in esame è stata anche oggetto in passato di osservazioni idrometriche sistematiche. In particolare, la Pubblicazione no.17 del Servizio Idrografico Italiano riporta i valori del massimo annuale di portata al colmo indisturbata per gli anni 1936, 1937, 1938 e 1939. Considerando sia i dati AFS ricostruiti tramite simulazione d’invaso, sia i valori del massimo annuale di portata al colmo nei 4 anni di osservazione, si ottiene un campione di n’ = 23 dati AFS (v. Tabella 3L.3). Tidone alla diga di Molato 350 Serie AFS (APL) Figura 3L.5. Portata al colmo di piena del torrente Tidone alla diga di Molato al variare del periodo di ritorno. Diagramma qT = q(yT) sul piano di Gumbel. Portata al colmo, q T , m3/s 300 Metodo Portata Indice (PDS) 250 Metodo Portata Indice (AFS) 200 150 100 50 0 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 Variabile Ridotta, y T Tabella 3L.3. Dati AFS di portata al colmo in m3/s del torrente Tidone alla diga di Molato, ricostruiti e osservati*. I valori contrassegnati con * si riferiscono a dati del Servizio Idrografico Italiano. Anno 1936* 1937* 1938* 1940* 3 m /s 22.7 154.0 45.0 35.0 Anno 1951 1958 1960 1961 3 m /s 87.9 70.2 66.9 54.0 Anno 1969 1971 1973 1974 3 m /s 78.3 41.6 86.1 64.9 Anno 1975 1977 1978 1979 3 m /s 64.6 110.9 98.3 35.7 Anno 1982 1983 1985 1986 3 m /s 73.4 42.0 24.8 43.2 Anno 1987 1988 1989 3 m /s 8.0 24.5 23.4 Elaborando la serie AFS osservata+ricostruita, si ricava, tramite la formula (6), un valore di portata indice pari a 58.9 m3/s, con una deviazione standard di stima di 7.1 m3/s, calcolata tramite la formula (7). In Figura 3L.5 è tracciato sul piano di Gumbel l’andamento della portata di progetto stimata in questo caso ancora con il metodo della portata indice, ossia tramite la formula (1) con il fattore di crescita xT valutato mediante la formula (2) particolarizzata per la Regione C, ma con qindice = 58.9 m3/s. Si osservi come le tecniche di valutazione adottate, ossia il metodo diretto basato sui dati PDS ricostruiti e il metodo diretto basato sui dati AFS osservati+ricostruiti, forniscano risultati concordanti e, nello stesso tempo, la relazione qT = q(yT) riproduca discretamente le frequenze osservate della serie AFS. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 62/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE La procedura di simulazione d’invaso sopra descritta e i dati utilizzati per lo studio di questo caso saliente sono dovuti al citato lavoro di Moisello (1990) che si ringrazia per avere reso disponibile questo materiale. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 63/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 4A. Controllo della portata di progetto In uno studio sulla piena di progetto, da assumere per progettazioni e verifiche di compatibilità idraulica, si riportano i valori di portata al colmo con periodo di ritorno 200-ennale per alcuni nodi salienti del reticolo idrografico del bacino del fiume (***). Si vuole controllare il valore q* = 410 m3/s della portata 200-ennale di progetto del fiume (***) a (+++). Per la sezione fluviale di (+++), sita nella Regione B, si dispone di una serie di dati AFS rilevati dall’ex-SIMN per un periodo di n’ = 51 anni di osservazione (v. Tabella 4A.1). Per la significativa numerosità del campione, il metodo diretto AFS porge la metodologia più appropriata di stima della portata indice. Applicando la formula (6) si ricava un valore della portata indice, pari alla media campionaria dei massimi annuali di portata al colmo, di 104.6 m3/s. L’errore standard di stima, calcolato con la formula (7), è pari a 10.2 m3/s. 3 Tabella 4A.1. Dati AFS (in m /s) del fiume (***) a (+++). 350 62.5 105 87.1 111 40.4 50.5 71.9 112 65.8 118 167 72.3 70.7 86.4 91.2 56.9 69.1 154 86 190 138 144 50.8 146 36.3 36.3 139 450 79.2 78 99.4 71 157 90.5 100.6 60 49.1 30.4 91 91 65 63.4 69.8 122 92.5 50.4 84 186 167 80 Per utilizzare il metodo della portata indice, bisogna tenere conto che il corso d’acqua è compreso nella Regione B, dove α = 0.352, ε = 0.635, e k = -0.320, essendo n = 347 (v. Tabella 2.2). Volendo valutare il fattore di crescita per T = 200, si calcola y200 dalla formula (3), ossia 200 ⎞ ⎛ y200 = − ln⎜ ln ⎟ = 5.296 , ⎝ 200 − 1 ⎠ che sostituita nella equazione della curva di crescita di formula (2) porge xT = ε + α 0.352 ( (1 − e 1 − e ) = 0.635 − 0.320 k − kyT 0.320×5.296 ) = 5.52 , per la Regione B. La relativa varianza di stima si ricava sostituendo nella formula (5) il valore di y200, ovvero: Var[xˆ 200 ] = (α 2 n )exp{y 200 exp[− 1.823k − 0.165]} = (0.352 2 347 )e 5.296 exp (1.823×0.320 − 0.165 ) = 1.11543 da cui si calcola il seguente errore standard di stima σ x = Var( xˆ200 ) = 1.056 . 200 La portata al colmo 200-ennale calcolata con la formula (1) risulta quindi pari a q200 = x200 qindice = 578 m3/s. Il relativo errore standard di stima viene quindi calcolato in Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 64/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE σ 2 2 σ q2indice = = σ x2200 σ q2indice + σ x2200 q indice + x 200 = 1.056 2 × 10.2 2 + 1.056 2 × 104.6 2 + 5.52 2 × 10.2 2 = 124.5 m 3 /s. Fiume (***) a (+++) 1200 Metodo Portata Indice 1000 Limiti sigma 3 Portata al colmo, qT [m /s] Serie AFS Figura 4A.1. Portata al colmo di piena del fiume (***) a (+++)al variare del periodo di ritorno. Diagramma qT = q(yT) sul piano di Gumbel. Limiti di confidenza 800 q(200) ? 600 400 200 0 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 Variabile Ridotta, y T Il controllo viene quindi eseguito valutando l’ipotesi nulla H0: q200 = q* in contrapposizione all’ipotesi alternativa H1: q200 ≠ q*. A tale scopo, si assume un livello di significatività a = 0.05 del 5%, cui corrisponde (v. Tabella 2C.1) ζ 0.05 / 2 = Φ −1 (1 − 0.05 / 2) = Φ −1 (0.975) = 1.960 . La probabilità caratteristica viene calcolata con la formula (77) e risulta pC q − q*⎞ q − q*⎞ ⎛ ⎛ = Φ⎜ ζ 0.05 2 − 200 ⎟ − Φ⎜ − ζ 0.05 2 − 200 ⎟= σ σ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠ 578 − 410 ⎞ 578 − 410 ⎞ ⎛ ⎛ = Φ⎜1.960 − ⎟ − Φ⎜ − 1.960 − ⎟ = 0.72942 − 0.00047 ≅ 0.73. 124.5 ⎠ 124.5 ⎠ ⎝ ⎝ Poichè il valore di pC è inferiore alla soglia di affidabilità, stabilita dal valore di controllo pC = 0.9, si può statisticamente rigettare la valutazione di 410 m3/s della portata di progetto. Per un valore di controllo del 70% il valore di 410 m3/s della portata di progetto risulterebbe invece accettabile. In Figura 4A.1 viene riportato l’andamento della portata di progetto al variare del periodo di ritorno. Si osservi come il massimo valore di 450 m3/s rilevato durante i 51 anni di osservazione superi il valore di progetto in esame, ma non la piena 200-ennale valutata con il metodo della portata indice. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 65/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 5A. Idrogrammi di riferimento per una assegnata portata al colmo di prefissato periodo di ritorno Si vogliono valutare gli idrogrammi di riferimento per la piena 50-ennale del torrente Bisagno a La Presa, laddove il Bisagno drena una superficie di circa 34.2 km2. La valutazione della portata la colmo è stata condotta con il metodo della portata indice, a sua volta valutata in base alla media osservata della portata al colmo massima annuale (v. Scheda 3A) in 94.8 m3/s. Per stimare la portata 50-ennale (T = 50 anni) si calcola quindi il fattore di crescita regionale della Regione C, che porge il valore di x50 = 3.29 (v. Scheda 2A). La formula (1) porge q50 = x50 qindice = 3.29×94.8 m3/s = 312 m3/s. Poichè il fattore di crescita è rappresentato dalla relazione (2) xT = ε + 0.377 ( ) (1 − e 1− e = 0.643 − k 0.276 α − kyT 0.276 yT ), la relazione tra la portata al colmo e il periodo di ritorno presenta l’andamento descritto in Figura 5A.1. Figura 5A.1. Curva di crescita, xT = x(T) e portata al colmo di piena del torrente Bisagno a La Presa. 8 600 Portata al Colmo 7 Fattore di Crescita 6 500 5 400 4 300 3 200 2 100 Fattore di Crescita, xT 3 Portata al Colmo, qT [m /s] 700 1 0 1 10 100 0 1000 Periodo di Ritorno, T [anni] La valutazione degli idrogrammi di riferimento viene condotta con il metodo dell’evento idrometeorologico critico, che comporta: • la valutazione di un modello idrologico di piena, • la valutazione dell’esponente di scala della linea segnalatrice di probabilità pluviometrica scala-invariante, • la simulazione dell’evento critico equivalente, • la simulazione degli idrogrammi di riferimento. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 66/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Questi ultimi vengono valutati nell’ipotesi di una soglia di superamento stabile di 220 m3/s. Modello idrologico di piena Analogamente al caso saliente descritto nella Scheda 3H, il trasferimento afflussideflussi di piena, a meno della portata di base, trascurabile in questo caso, viene descritto da un modello idrologico globale dalla struttura abbastanza semplice, costituito da due componenti in serie: un modello di rifiuto del terreno basato sul metodo CNSCS 25 e un modello lineare di formazione alveata della piena basato sull’idrogramma unitario istantaneo geomorfologico (GIUH) di forma gamma 26 . Modello SCS_CN Secondo questo metodo, il volume specifico di deflusso superficiale (altezza di pioggia netta) in un evento isolato di piena è dato da R= (PA − I a )2 PA − I a + S , dove PA indica il volume specifico precipitato sul bacino di superficie A, S il volume specifico di massima ritenzione potenziale del terreno, e Ia = cS il volume specifico di assorbimento iniziale, con 0 ≤ c < 1. Per un dato stato iniziale AMC di imbibimento del bacino al verificarsi del nubifragio, la massima ritenzione potenziale S dipende da due fattori, la natura del terreno e l’uso del suolo, il cui effetto combinato è descritto globalmente dal parametro adimensionale CN, legato a S dalla relazione S = S0(100/CN – 1), dove 0 < CN < 100, e S0 è una costante di scala legata all’unità di misura adottata, che, per valori di S, PA, Ia e R misurati in mm, è pari a 254 mm. Il valore di CN dipende sia dalla natura idrologica e dall’uso del suolo, sia dallo stato iniziale di imbibimento, di cui si tiene conto secondo tre tipologie: AMC Tipo I, in caso di bacino asciutto; AMC Tipo III, in caso di bacino fortemente imbibito; e AMC Tipo II, in condizioni intermedie. Il Tipo AMC viene quindi valutato in base alla precipitazione totale nei cinque giorni antecedenti all’evento di piena (cfr. Soil Conservation Service, 1986). A ogni passo temporale discreto tm (ossia per tm =mΔt, con m = 1,2,...,N) si può valutare in modo sequenziale il valore del volume incrementale di ruscellamento Rm = R(tm) come 0, se PAm < cS ⎧ ⎪ 2 R m = ⎨ (PAm − cS ) , P cS , se ≥ Am ⎪ P + (1 − c )S ⎩ Am dove il valore della pioggia lorda cumulata, PAm = PA(tm), è dato da PAm = ∫ p A (t )dt , tm 0 25 Soil Conservation Service, National Engineering Handbook, section 4, Hydrology, Rev. ed., U.S. Department of Agriculture, Washington D.C., U.S.A, 1986. 26 Rosso, R., Nash model relation to Horton order ratios, Water Resour. Res., 20(7), 914-920, 1984. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 67/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE essendo pA(t) lo ietogramma di ingresso. In base al valore di Rm, si ricava quindi ΔRm = Rm – Rm-1. Il tasso di ruscellamento r(tm) durante l’intervallo m-esimo è quindi dato da rm = ΔRm/Δt. Modello GIUH_GAMMA Per un bacino idrografico di superficie A, il modello rappresenta l’andamento dell’idrogramma di piena tramite l’integrale di convoluzione 1 ⎛ t −τ ⎞ q(t ) = A ∫ u (t − τ )r (τ ) dτ = A ∫ ⎜ ⎟ κ Γ (β ) ⎝ κ ⎠ 0 0 t t β −1 ⎛ t −τ ⎞ exp⎜ − ⎟ r (τ ) dτ , ⎝ κ ⎠ dove l’idrogramma unitario istantaneo u(t) è dato dalla funzione gamma incompleta con parametri β e κ, e Γ(.) indica la funzione gamma. In questo caso, il parametro di forma β e il parametro di scala κ sono funzioni monomie dei rapporti hortoniani RB, RL e RA, nonchè del fattore di scala temporale (LΩ / V), ovvero β = 3.29 (RB R A )0.78 RL0.07 e κ = 0.70[R A (RB RL )]0.48 V −1 LΩ , dove LΩ indica la lunghezza dell’asta d’ordine massimo, V la velocità media spaziotemporale di propagazione dell’onda di piena nelle rete idrografica, mentre RB, RL e RA sono i rapporti hortoniani di biforcazione, lunghezza e area drenata, che discendono dalla descrizione geomorfologico quantitativa del reticolo idrografico tramite il modello gerarchico di Horton-Strahler. La forma del GIUH, determinata dal valore di β, dipende esclusivamente dalla geomorfologia fluviale, ossia dai valori di RB, RL e RA. L’integrale di convoluzione viene quindi risolto per sommatorie discrete con passo temporale tm ovvero infittendo opportunamente la discretizzazione adottata. Taratura del modello Nel suo complesso, il modello prevede la stima dei seguenti parametri: l’area del bacino A, la massima ritenzione potenziale S, il coefficiente di assorbimento iniziale c, lo stato di imbibimento iniziale AMC, i rapporti hortoniani RB, RL e RA, la lunghezza dell’asta d’ordine massimo LΩ, e la velocità media di propagazione dell’onda di piena nella rete idrografica V. Poichè si dispone di un idrogramma osservato e del relativo ietogramma, il modello viene parzialmente tarato sulla base di queste osservazioni, relative alla piena catastrofica dell’Ottobre 1970 a Genova, ma con una portata al colmo a La Presa caratterizzata da un periodo di ritorno approssimativamente quinquennale (v. Figura 5A.2). Poichè si dispone di un solo evento di taratura, tutti i parametri del modello tranne V vengono valutati “a-priori” in base alle caratteristiche geopedologiche, geomorfologiche e di uso del suolo del bacino, mentre il valore di V viene stimato in base alla migliore ricostruzione dell’idrogramma osservato tramite il modello stesso. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 68/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE 20 45 0 50 Tasso di Pioggia [mm/ora] 40 24.0 40 22.5 35 21.0 60 19.5 30 18.0 80 16.5 25 15.0 100 13.5 20 12.0 120 9.0 15 10.5 10 140 7.5 160 6.0 5 4.5 180 3.0 0 1.5 200 0.0 Figura 5A.2. Analisi della trasformazione afflussi deflussi relativa alla piena del 1970 del torrente Bisagno a La Presa: idrogramma osservato e simulato dal modello idrologico globale (CN_SCS) + (GIUH_GAMMA). Portata [m 3/s] Bisagno a La Presa: Evento dell'Ottobre 1970 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Pioggia Ragguagliata Pioggia Netta Portata simulata Portata osservata Parametri del Modello SCS_CN Per condizioni standard AMC di tipo II, l’analisi territoriale porge EA[S] = 119 mm, ovvero EA[CN] = 68.1, dove la media areale del parametro di assorbimento S è stata valutata integrando nello spazio i valori locali di CN determinati dall’incrocio delle mappe digitali di geolitologia e uso del suolo. In base ai dati pluviometrici nel periodo antecedente l’evento, si può inoltre assumere AMC di tipo III, ossia elevato grado di imbibimento. Poichè CNIII = CNII/(0.43 + 0.0057 CNII) = 68.1/(0.43 + 0.0057×68.1) = 83.2, il valore di S risulta pari a 254(100/83.2 – 1) = 51.2 mm per AMC di tipo III. Si assume inoltre c = 0.2 quale valore standard di letteratura, per cui Ia = 0.2×51.2 = 10.23 mm. Parametri del modello GIUH_GAMMA I valori dei rapporti di Horton-Strahler, RA, RB e RL, nonchè la lunghezza dell’asta d’ordine massimo, LΩ, sono stati valutati per via automatica a partire dal modello digitale della rete idrografica e risultano RB = 5.6, RL = 2.5, RA = 5.9 e LΩ = 4.65 km. Si ricava quindi β = 3.29(5.6/5.9)0.782.50.07 = 3.4. La taratura del modello porge inoltre V = 2.4 m/s, valore per il quale si ottiene una buona ricostruzione dell’idrogramma osservato, sia in termini di portata di picco, che di tempo di picco. Si ha quindi κ = {0.7[5.9/(5.6×2.5)]0.48(4.65×103)/2.4}/3600 = 0.25 ore. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 69/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Pioggia temibile generatrice Le Linee Segnalatrici di Probabilità Pluviometrica scala-invarianti forniscono, indipendentemente dalla distribuzione probabilistica adottata, il modello di riferimento per la sollecitazione meteorica. Il valore dell’esponente di scala ν - 1= 0.39 - 1 = -0.61 è stato mediato sull’area del bacino sotteso dalla sezione di interesse. La sollecitazione meteorica pioggia a scala di bacino viene determinata riducendo quella locale per tenere conto dell’effetto dell’attenuazione spaziale, tramite il fattore di riduzione areale ARF, variabile con la durata dello scroscio secondo il modello autoaffine 27 , ossia b ⎡ ⎛ Az ⎞ ⎤ ψ ≡ E[ARF (t , A)] = ⎢1 + ϖ ⎜⎜ ⎟⎟ ⎥ ⎢⎣ ⎝ d ⎠ ⎥⎦ −(1−ν ) b , dove A indica l’area del bacino, in km2, d la durata del nubifragio, in ore, ν l’esponente di scala delle linee segnalatrici, con ϖ = 0.01 oreb/kmbz, b = 0.54 e z = 1. Per A = 34.2 km2 e ν = 0.39, si ha quindi p A = ψ aT * t ν −1 0.54 ⎡ ⎛ 34.2 ⎞ ⎤ = ⎢1 + 0.01⎜ ⎟ ⎥ ⎝ d ⎠ ⎥⎦ ⎢⎣ −0.61 0.54 × aT * × d −0.61 (mm/ora, per t in ore) per ogni durata d presa in esame, dove a50* indica il coefficiente pluviale orario critico. Simulazione dell’evento critico equivalente A partire da ietogrammi uniformi di durata d e tasso di pioggia ψa50*dν-1 uniforme sul bacino viene quindi simulato l’idrogramma di piena alla sezione di chiusura del bacino tramite il modello idrologico sopra identificato (v. Figura 3A.3). A tal fine, si risolve il il problema di ottimo, determinando la coppia di valori a = a50* e d = dCR per cui si ha { maxt [q(t ; a50*, dCR)] = q50 } ∩ { a50*,= min a } (48) dove: • maxt[q(t; a, d)] indica la portata di picco qp dell’idrogramma q(t) prodotto da una precipitazione di altezza pA e generica durata d, e • q50= 312 m3/s è il valore 50-ennale di portata al colmo valutato in precedenza con il metodo della portata indice. Il problema di risolve ricercando tra tutte le possibili coppie {a, d} di valori di a e d, l’insieme Ω={a’, d’} delle coppie che producono una portata di picco qp pari a q50. Tra 27 v. De Michele, C., & R. Rosso, Formulazione scala-invariante del fattore di riduzione areale delle piogge, Atti XXVII Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Genova, 12-15 settembre, 2000, Vol.2, pp.205-212, 2000; e De Michele, C., Kottegoda, N. T. & R., Rosso, IDAF curves of extreme storm rainfall: A scaling approach, Water Science and Techology, Vol.45, no.2, p.83–90, 2002. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 70/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE queste, la coppia {a50*, dCR} è quella che, nell’insieme delle coppie Ω={a’, d’}, ha il minimo valore di a’. Una procedura speditiva di calcolo si imposta operando la ricerca diretta di { min a } sotto il vincolo di { qp = q50 }, esplorando direttamente tutte le possibili coppie {a, d} dei valori di a, ed che producono, tramite il modello di trasformazione afflussi-deflussi, la portata di picco qp = qp(a, d). Iniziando, per esempio, da una coppia di valore di d = 1 ora e a50* = 80 mm/h0.39, si calcolano il tasso e il volume specifico della pioggia che sollecita il bacino pA = ψ a50*dν-1 = 0.929×80×10.39-1 = 74.72 mm/ora, PA = ψ a50*dν = 0.929×80×10.39 = 74.32 mm, e il volume di ruscellamento, R = (PA - Ia)2/(PA - Ia + S) = (74.32 – 10.23)2/(74.32 – 10.23 + 51.2) = 35.64 mm. Poichè la durata dell’imbibimento iniziale, durante la quale non si manifesta ruscellamento, risulta tIA = Ia / pA = 10.23 / 74.32 = 0.14 ore, la durata effettiva della sollecitazione idrologica che perviene alla rete idrografica risulta tR = d - tIA = 1 - 0.14 = 0.86 ore, con un tasso di ruscellamento pari a r = 35.64 / 0.86 = 41.4 mm/ora. L’idrogramma di piena, dato da ⎧ ⎪ , t ≤ t IA , ⎪0 ⎪⎪ t * 1 ⎛ s ⎞ β −1 ⎛ s⎞ q(t ) = ⎨ A r ∫ , t IA < t ≤ d , ⎜ ⎟ exp⎜ − ⎟ ds ⎝ κ⎠ ⎪ 0 κ Γ(β ) ⎝ κ ⎠ β −1 t* ⎪ 1 ⎛s⎞ ⎛ s⎞ ⎜ ⎟ exp⎜ − ⎟ ds , t > d , ⎪A r ∫ ⎝ κ⎠ ⎪⎩ t *−t R κ Γ(β ) ⎝ κ ⎠ con t* = t - tIA, risulta quindi ⎧ ⎪ , t ≤ 0.14 ore, ⎪0 3.4 −1 t* ⎪⎪ 34.2 × 41.4 1 s ⎞ ⎛ s ⎞ ⎛ exp⎜ − , 0.14 < t ≤ 1ora , q (t ) = ⎨ ⎜ ⎟ ⎟ ds ∫ ( ) 3 . 6 0 . 22 3 . 4 0 . 25 0 . 25 Γ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠ 0 ⎪ 3.4 −1 ⎪ 34.2 × 41.4 t * 1 s ⎞ ⎛ ⎛ s ⎞ exp⎜ − ⎟ ds , t > 1ora , ⎜ ⎟ ⎪ ∫ 3 .6 0.22Γ(3.4 ) ⎝ 0.25 ⎠ ⎪⎩ ⎝ 0.25 ⎠ t * −0.73 e ha un valore al picco di 281.3 m3/s. Con procedimento iterativo (v. Tabella 5A.1) si ricercano quindi i valori della durata d e del coefficiente pluviale a50* che porgono il Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 71/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE minimo valore di a vincolato a un valore della portata al colmo qp = max q(t) pari a q50 = 312 m3/s. Le iterazioni condotte sono riassunte in Tabella 5A.1. Tabella 5A.1. Procedimento iterativo per la valutazione del coeffciente pluviale critico. P = a50*dν ψ PA pA R tIA tR r qp = q50 [mm] [-] [mm] [mm/ora] [mm] [ore] [ore] [mm/ora] [m /s] 80.00 104.83 102.12 108.50 97.81 96.34 0.929 0.950 0.948 0.948 0.943 0.943 74.32 99.60 96.85 102.90 92.20 90.82 74.32 49.80 51.79 55.03 60.52 59.62 35.64 56.84 54.45 59.71 50.47 49.30 0.14 0.21 0.20 0.19 0.17 0.17 0.86 1.79 1.67 1.68 1.35 1.35 41.33 31.67 32.56 35.45 37.26 36.47 281.3 289.3 293.9 320.3 319.0 312 [ ore ] [mm/h 1.0 2.0 1.87 1.87 1.52 1.52 ] 80.00 80.00 80.00 85.00 83.00 81.76 Torrente Bisagno a La Presa 0 1 2 3 4 Torrente Bisagno a La Presa 5 6 500 0 0 100 Pioggia Locale Pioggia Ragguagliata 150 Pioggia Netta 200 LSPP 200 100 250 0 1 2 3 4 5 0.39 1 2 Portata 300 250 300 400 0 1 (b) d = 2 ore, a=80 mm/h 6 0 Pioggia Ragguagliata 150 Pioggia Netta LSPP 200 100 250 0 300 4 5 6 0.39 6 0.39 3 , qp = 289.3 m /s 1 2 3 4 5 6 0 50 Portata 3 100 Pioggia Locale 300 Pioggia Ragguagliata 150 Pioggia Netta 200 LSPP 200 100 250 0 300 0 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] (c) d = 1.52 ore, a=83 mm/h 5 400 Portata [m /s] 100 Pioggia Locale 3 4 500 Tasso di Pioggia [mm/ora] 3 Portata [m /s] Portata 2 3 Torrente Bisagno a La Presa 5 400 1 2 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] 50 0 200 350 0 200 150 Pioggia Netta LSPP 200 6 500 300 100 Pioggia Ragguagliata 0 3 4 6 100 , qp = 281.3 m /s 3 5 0 Torrente Bisagno a La Presa 0 4 50 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] (a) d = 1 ora, a=80 mm/h 3 Pioggia Locale 300 0 2 400 Portata [m3/s] 3 Portata [m /s] Portata 1 500 Tasso di Pioggia [mm/ora] 50 400 300 3 Tasso di Pioggia [mm/ora] 0.39 Tasso di Pioggia [mm/ora] a50* d 1 2 3 4 5 6 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] 3 , qp = 319.0 m /s 0.39 (d) d = 1.52 ore, a=81.8 mm/h 3 , qp = 312 m /s Figura 5A.3. Simulazione della risposta idrologica del Bisagno a La Presa sollecitato da uno ietogramma sintetico a intensità e coefficiente pluviale variabili secondo l’esponente di scala della LSSP attesa nel centro di scroscio. Si ottengono così i valori di portata al picco di 281, 289, 293, 320 e 319 m3/s per le rispettive coppie durata e coefficiente pluviale di (1h, 80mm/h0.39), (2h, 80mm/h0.39), (1.87h, 80mm/h0.39), (1.87h, 85mm/h0.39) e (1.52h, 83mm/h0.39). L’evento critico (v. Figura 5A.4) si ottiene per una durata critica di 1.52 ore e un coefficiente pluviale di 81.76 mm/h0.39, che produce un valore di portata al colmo di 312 m3/s. Si osservi come l’evento critico sia relativamente poco sensibile alla variabilità della durata per un ampio campo di valori della durata stessa: in questo caso, Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 72/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE per esempio, la portata al colmo ha una variabilità inferiore al 5% per tutte le durate comprese tra un’ora e due ore. Torrente Bisagno a La Presa 0 1 2 3 4 5 6 50 Portata Portata [m /s] 400 3 Figura 5A.4. Evento critico 50-ennale equivalente del torrente Bisagno a La Presa. 100 Pioggia Locale 300 Pioggia Ragguagliata 150 Pioggia Netta 200 LSPP 200 250 300 100 350 0 Tasso di Pioggia [mm/ora] 0 500 400 0 1 2 3 4 5 6 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Simulazione degli idrogrammi di riferimento Una volta calibrata la procedura, l’idrogramma critico sopra riportato costiturà l’idrogramma di riferimento primario. Gli altri idrogrammi di riferimento saranno determinati mantenendo costante il coefficiente pluviale critico, valutato in precedenza in 81.76 mm/h0.39, e aumentando al durata dello scroscio. Si ottengono in al modo gli idrogrammi riportati in Figura 5A.5, le cui caratteristiche salienti sono riassunte in Tabella 5A.2. Tabella 5A.2. Caratteristiche degli eventi 50-ennali di riferimento. d [ ore ] 1.52 2.0 2.5 3.0 4.0 5.0 a50* 0.39 [mm/h 81.76 81.76 81.76 81.76 81.76 81.76 ] P = a50*dν ψ [mm] [-] 96.34 107.14 116.88 125.49 140.39 153.16 0.943 0.950 0.956 0.960 0.965 0.969 PA pA R [mm] [mm/ora] [mm] 90.82 101.79 111.68 120.42 135.50 148.41 59.62 50.90 44.67 40.14 33.88 29.68 49.30 58.74 67.44 75.25 88.95 100.84 tIA tR r qp Volume V0 [ore] [ore] [mm/ora] [m /s] 3 [10 m ] 6 [10 m ] 0.17 0.20 0.23 0.25 0.30 0.34 1.35 1.80 2.27 2.75 3.70 4.66 36.47 32.65 29.70 27.41 24.05 21.66 312 298 280 260 229 206 1.686 2.009 2.306 2.573 3.042 3.449 0.254 0.300 0.304 0.274 0.133 0 3 6 3 Si può osservare come gli eventi idrologici più pericolosi, nel caso ipotetico di soglia stabile di esondazione pari a 210 m3/s (p.es. l’ipotetica officiosità idraulica del corso d’acqua) siano soltanto i primi cinque considerati in tabella; inoltre, il quinto presenta un volume esondabile (indicato con V0 in tabella) assai inferiore al primo, seppure con maggiore persistenza. Invece, l’evento di riferimento che si ricava per uno scroscio di 2.5 ore presenta un volume esondabile superiore di quasi il 20% rispetto all’evento Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 73/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE critico, seppure con una portata al colmo inferiore del 10% circa. L’evento con quattro ore di durata dello scroscio generatore ha una portata al colmo inferiore del 27% e un volume esondabile assai inferiore (circa la metà), ma presenta una persistenza assai maggiore, che in taluni casi può essere di un certo interesse. Torrente Bisagno a La Presa Torrente Bisagno a La Presa 2 3 4 5 6 7 8 9 500 0 100 Pioggia Locale 300 150 Pioggia Ragguagliata Pioggia Netta 200 LSPP 200 250 300 100 350 0 1 2 3 4 5 6 7 8 6 2 3 4 5 8 300 3 250 300 350 400 1 2 200 LSPP 250 300 100 350 0 400 4 5 6 6 3 4 5 6 7 8 9 3 6 3 7 8 9 (a) qp = 280 m /s, V = 2.306 10 m , V0 = 0.304 Mm 1 2 3 4 5 6 7 8 3 9 0 50 Portata 400 Soglia 100 Pioggia Locale 300 150 Pioggia Ragguagliata Pioggia Netta 200 LSPP 200 250 300 100 350 400 0 0 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] 3 3 (a) qp = 298 m /s, V = 2.009 10 m , V0 = 0.300 Mm Portata [m3/s] 150 Pioggia Netta 3 200 LSPP 200 500 Tasso di Pioggia [mm/ora] 3 Portata [m /s] 100 Pioggia Ragguagliata 2 150 Pioggia Ragguagliata 0 50 Pioggia Locale 1 100 Pioggia Netta 9 Soglia 0 50 Torrente Bisagno a La Presa 7 Portata 200 9 0 0 300 8 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] 500 400 7 Soglia 0 3 6 6 Portata Torrente Bisagno a La Presa 1 5 Pioggia Locale 9 (a) qp = 312 m /s, V = 1.686 10 m , V0 = 0.254 Mm 0 4 0 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] 3 3 100 400 0 2 400 Portata [m3/s] Soglia 1 500 Tasso di Pioggia [mm/ora] 3 50 Portata 400 Portata [m /s] 0 Tasso di Pioggia [mm/ora] 1 Tasso di Pioggia [mm/ora] 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] 3 3 6 3 (a) qp = 229 m /s, V = 3.042 10 m , V0 = 0.133 Mm 3 Figura 5A.5. Simulazione degli eventi 50-ennali potenzialmente pericolosi. Volendo determinare il massimo volume esondabile sopra la soglia fissa stabilita in 210 m3/s, si può massimizzare tale variabile, ottenendo così un evento sintetico di durata 2.36 ore, portata al colmo di 285 m3/s e volume di piena di 2.227x106 m3. Tale evento comporterebbe l’esondazione di 0.307x106 m3 d’acqua. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 74/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 6A. Rischio residuale e portata di progetto con rischio residuale assegnato Si vuole stimare il rischio residuale associato alla realizzazione di opere provvisionali di cantiere per la difesa dalle piene. Le opere sono progettate con riferimento a un valore 30-ennale di portata al colmo di piena, tenendo conto che l’orizzonte di vita del cantiere è di L = 5 anni. Il rischio residuale accettabile, dato dalla formula (49) è allora pari a L rL ,T 5 1 ⎞ ⎛ 1⎞ ⎛ = 1 − ⎜1 − ⎟ = 1 − ⎜1 − ⎟ = 0.156 , ⎝ T⎠ ⎝ 30 ⎠ ossia pari al 15.6%. Si vuole valutare la portata di progetto con cui dimensionare un’opera di difesa dalle inondazioni in un corso d’acqua della Regione C, dove la curva di crescita GEV ha parametri α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276. Nel sito in esame la portata indice è stata stimata in 230 m3/s. Nell’ipotesi che in un arco decennale (L = 10) il rischio residuale accettato sia pari al 3%, la formula (50) porge qr , L ⎧⎪ α ⎡ ⎛ ⎧ ln(1 − r )⎫ ⎞⎤ ⎫⎪ = qindice ⎨ε + ⎢1 − exp⎜⎜ k ln ⎨− ⎬ ⎟⎥ ⎬ = k⎣ L ⎭ ⎟⎠⎦ ⎪⎭ ⎪⎩ ⎩ ⎝ ⎧⎪ ⎛ 0.377 ⎡ ⎧ ln(1 − 0.03)⎫ ⎞⎤ ⎫⎪ 3 = 230⎨0.643 − ⎬ ⎟⎟⎥ ⎬ = 1388 m /s ⎢1 − exp⎜⎜ − 0.276 ln ⎨− 0.276 ⎣ 10 ⎪⎩ ⎩ ⎭ ⎠⎦ ⎪⎭ ⎝ quale valore della portata di progetto. Si noti come il valore della variabile ridotta corrispondente alla portata di progetto, pari a ⎧ ln(1 − r )⎫ − ln ⎨− ⎬ = 5.794 , L ⎭ ⎩ indichi come l’effettivo periodo di ritorno di progetto sia pari a 329 anni, così come risulta dal relativo fattore di crescita (pari a 1388/230 = 6.04). I beni soggetti a rischio nell’area potenzialmente colpita da un episodio alluvionale con portata superiore al dato di progetto sono, per esempio, assicurabili con una polizza decennale con un premio commisurato a un rischio di sinistro pari al 3%. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 75/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 7A. CDF Locale “contro” metodo della portata indice Si vuole stimare la portata al colmo con periodo di ritorno quinquennale del torrente Bisagno alla sezione di La Presa, laddove il Bisagno drena una superficie di circa 34.2 km2 e si dispone un campione di n’ = 48 anni di osservazioni di portata al colmo massima annuale (v. Tabella 3A.1). Poichè il corso d’acqua è compreso nella Regione C, i parametri della curva GEV regionale valgono α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276 (vedi Tabella 2.2). Dalla formula (3) si calcola, per T = 5, y5 = -ln {ln [T/(T – 1)]} = -ln {ln[5/(5 – 1)]} = 1.500, che sostituito nella formula (24) porge, per k = -0.276, H − 0.276 , 5 = exp[ yT exp(− 1.823k − 0.165)] = = exp[ y5 exp(− 1.823 × ( −0.276) − 0.165 )] = 8.194 ; mentre dalla formula (52) si ricava Ξ −0.255 = Γ(1 + 2k ) − Γ 2 (1 + k ) = Γ(1 + 2(−0.276) ) − Γ 2 (1 − 0.276) = 0.385 . Tenendo conto che, per la Regione omogenea C, n = 753 (vedi Tabella 2.2) e n’ = 48, sostituendo i valori di n, n’,Hk,T, Ξk, α, ε e k nella formula (51) si ottiene il valore dell’indice di efficienza, ovvero ( η5 2 ⎡ α ⎤ Ξ k ⎢ε + 1 − e − kyT ⎥ α 2Ξ k n' k ⎣ ⎦ + = ≈ + n k 2 H k ,T nk 2 ) ( ) 2 0.377 ⎡ ⎤ 0.385⎢0.643 − 1 − e 0.276×1.500 ⎥ (0.377) 2 0.385 48 0.276 ⎣ ⎦ = + + = 1.18 > 1. 753 (−0.276) 2 8.194 753(−0.276) 2 Poichè η5 > 1, conviene affidarsi all’estrapolazione locale piuttosto che al metodo regionale. In tal caso, la stima dei parametri della distribuzione GEV tramite il metodo degli L-moments porge valori α’ = 45.4 del parametro di scala, ε’ = 66.3 del parametro di posizione e k’ = -0.047 del parametro di forma. La relazione tra portata di progetto e periodo di ritorno è riportata in Figura 7A.1. Si consideri invece il caso in cui la previsione statistica di piena riguardi la portata centennale (T = 100). In questo caso si ha y100 = 4.600 e H-0.276,100 = 633.342; il valore dell’indice di efficienza della formula (51) risulta η100 ( ) 2 0.377 ⎡ ⎤ 0.385⎢0.643 − 1 − e 0.276×4.600 ⎥ (0.377) 2 0.385 48 0.276 ⎣ ⎦ = + + = 0.20 < 1, 753 (−0.276) 2 633.342 753(−0.276) 2 per cui conviene procedere alla stima con il metodo regionale. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 76/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Bisagno a La Presa Figura 7A.1. Portata al colmo di piena del torrente Bisagno a La Presa al variare del periodo di ritorno. Diagramma qT = q(yT) sul piano di Gumbel. Portata al colmo, q T [m3/s] 450 Serie AFS (APL) GEV Locale Metodo Portata Indice 400 350 300 250 200 150 100 50 0 -2 -1 0 1 2 3 4 5 Variabile Ridotta, yT Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 77/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Scheda 7B. Metodi diretti e indiretti per la stima della portata indice Si vuole stimare la portata di progetto del torrente Lavagna a San Martino, laddove il corso d’acqua sottende un’area di circa 163 km2. A tal fine si utilizza il metodo della portata indice, tenendo conto che il corso d’acqua è compreso nella Regione C, dove α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276. La portata indice da utilizzare nella formula (1) viene quindi valutata tramite diverse metodologie. Metodo diretto AFS Per il torrente Lavagna a San Martino, il SIMN metteva a disposizione un campione di n’ = 31 anni di dati AFS (v. Tabella 7B.1). Per la numerosità significativa del campione, il metodo diretto AFS porge una metodologia appropriata. Applicando la formula (6) si ricava un valore della portata indice, pari alla media campionaria dei massimi annuali di portata al colmo, pari a 348.5 m3/s. L’errore standard di stima è pari a 29.3 m3/s. 3 Tabella 7B.1.-Dati AFS (in m /s) del torrente Lavagna a San Martino. 328 312 212 479 236 141 251 190 182 397 251 190 344 453 474 194 356 511 647 321 333 225 233 297 452 900 626 281 385 339 264 Per brevi campioni, la stima diretta con il metodo AFS è soggetta a notevole variabilità. Nel diagramma di Figura 7B.1 si osservi la notevole variabilità di qindice stimata con il metodo diretto AFS a partire da brevi campioni di n’ = 5, 10 e 20 dati. Per n’ = 5, le stime di qindice fluttuano tra 238 e 497 m3/s, ma anche per n’ = 20 il margine di fluttuazione è di ben 40 m3/s. Metodo diretto PDS Elaborando gli idrogrammi registrati, è stato ricavato il campione q”1,…, q”20 di n” = 33 dati di portata al colmo di piena (valori orari) osservati a San Martino in n’ = 17 anni riportato in Tabella 7B.2. Considerando l’intera serie disponibile, il numero medio di eventi anno risulta Λ = 33/17 = 1.94 e la portata media della serie PDS, calcolata dalla formula (8), risulta 1 n" qˆ PDS = ∑ q"i = 279.6 m 3 /s . n" i =1 La formula (9) con α = 0.377, ε = 0.643, e k = -0.276 porge quindi Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 78/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE qˆindice = 1 α⎛ Λk ⎞ ⎟ ε + ⎜⎜1 − k ⎝ 1 + k ⎟⎠ qˆ PDS = 1 × 279.6 = 1.18 × 279.6 = 329.6 m 3 /s = − 0.276 ⎞ ⎛ 1.94 0.377 ⎟ ⎜⎜1 − 0.643 − 0.276 ⎝ 1 − 0.276 ⎟⎠ , quale stima della portata indice con il metodo PDS. Si noti però che la varianza del numero annuo di eventi risulta pari a 0.31, un valore assai diverso da Λ: l’ipotesi di cronologia poissoniana degli eventi estremi può quindi essere confutata. Conviene quindi introdurre un valore di soglia e prendere in considerazione soltanto gli eventi con portata superiore a tale soglia. Lavagna a San Martino 500 400 3 Figura 7B.1. Portata indice stimata con il metodo AFS sulla base di campioni di numerosità n’, estratti dalla serie storica di 31 anni di dati di portata al colmo. Intervallo di stima e valore medio. q indice [m /s] 450 350 300 250 200 0 5 10 15 20 25 30 35 Lunghezza del Campione, n' Tabella 7B.2.-Dati PDS di portata oraria del torrente Lavagna osservati a San Martino. 3 3 3 Data Portata, m /s Data Portata, m /s Data Portata m /s 24-feb-39 04-nov-39 24-giu-40 17-nov-40 13-feb-41 08-mar-41 14-mag-42 18-dic-42 31-gen-43 02-feb-43 28-feb-44 216.5 97.5 386 433 312 398.5 168 186.5 139.5 137 104 01-mar-44 19-dic-45 03-feb-46 13-mar-46 14-mar-46 08-feb-47 04-apr-47 28-mag-48 30-mag-48 26-ott-48 22-nov-49 28 442.5 76 61.5 209.5 165.5 233 329 131 511 380.5 26-feb-50 05-feb-51 08-nov-51 21-ott-52 26-ott-52 19-set-53 14-ott-53 28-nov-54 01-dic-54 07-gen-55 15-dic-55 291 429.5 532 219.5 216.5 593 847 339 271 121 220 Ponendo la soglia a 100 m3/s, i dati PDS si riducono a n” = 29, con Λ = 29/17 = 1.71. Il corrispondente valore della media dei dati PDS è pari a 309.1 m3/s. Utilizzando ancora la formula (9) si ricava Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 79/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE qˆindice = 1 α⎛ Λk ⎞ ⎟ ε + ⎜⎜1 − k ⎝ 1 + k ⎟⎠ qˆ PDS = 1 × 309.1 = 1.10 × 309.1 = 341.4 m 3 /s = − 0.276 ⎞ ⎛ 1.71 0.377 ⎟ ⎜⎜1 − 0.643 − 0.276 ⎝ 1 − 0.276 ⎟⎠ . Anche in questo caso l’ipotesi di cronologia poissoniana è ancora confutabile, in quanto la varianza del numero annuo di eventi è pari a 0.35, un valore assai diverso da Λ = 1.71. Ponendo la soglia a 240 m3/s, i dati PDS si riducono a n” = 15 con Λ = 15/17 = 0.88. Il corrispondente valore della media dei dati PDS è pari a 433.0 m3/s. Utilizzando ancora la formula (9) si ricava qˆindice = 1 α⎛ Λk ⎞ ⎟ ε + ⎜⎜1 − k ⎝ 1 + k ⎟⎠ qˆ PDS = 1 × 433.0 = 0.81× 433.0 = 352.0 m 3 /s = − 0.276 ⎞ 0.377 ⎛ 0.88 ⎟ ⎜⎜1 − 0.643 − 0.276 ⎝ 1 − 0.276 ⎟⎠ . In quest’ultimo caso l’ipotesi di cronologia poissoniana risulta validata dalla varianza del numero annuo di eventi, pari a 0.86, un valore assai prossimo a Λ = 0.88. Quale valutazione appropriata della portata indice si può quindi assumere la stima di 352 m3/s ottenuta dalla serie PDS troncata inferiormente dalla soglia di 240 m3/s. In Figura 7B.2 si riporta l’andamento della portata la colmo calcolata con la formula (1) al variare del periodo di ritorno. Applicando il metodo diretto AFS si sarebbe ricavato, in base alla serie dei massimi annuali relativa allo stesso periodo di 17 anni, un valore di 342.9 m3/s. Si può osservare che, quando si considera invece l’intero campione di 31 anni di dati AFS, il valore medio dei massimi annuali di portata al colmo risulta pari a 348.5 m3/s. Per brevi campioni, il metodo PDS porge quindi in questo caso risultati più accurati del metodo AFS. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 80/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Lavagna a San Martino Figura 7B.2. Portata al colmo di piena del torrente Lavagna a San Martino al variare del periodo di ritorno. Diagramma qT = q(T) sul piano (qT, LogT). Portata al colmo, q T [m3/s] 3000 Serie AFS (APL) 2500 Metodo Portata Indice (Stima diretta PDS) 2000 Metodo Portata Indice (Stima diretta AFS) 1500 Metodo Portata Indice (Formula empirica) 1000 Metodo Portata Indice (Simulazione Evento Critico) 500 GEV Locale 0 1 10 100 1000 Periodo di ritorno, T [anni] Formule empiriche Si vogliono controllare le stime dirette della portata indice con i valori che si ricaverebbero utilizzando le formule empiriche di regressione. A tale scopo si utilizza la formula (11) con i coefficienti riportati in Tabella 3.1 per la stessa Regione C. In Tabella 7B.3 sono riportati i valori delle variabili esogene per il caso in esame, dove i valori delle grandezze variabili nello spazio, quali a1, ν e SIII, sono stati ottenuti mediando sull’area drenata i valori stimati localmente su una griglia di circa 220x230 m, appoggiata sul DEM dell’ex Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali. Se quale variabile esogena si utilizza soltanto A, la formula (11) per la Regione C porge qindice = 5.2 × A0.750 = 5.2 ×1630.750 = 237.2 m3 /s , mentre impiegando A e Hmb si ricava −0.626 qindice = 2.62 × A0.807 × H mb = 2.62 ×1630.807 × 0.477−0.626 = 254.0 m3 /s , e, utilizzando sia A e Hmb che A/Lap2, si ottiene ( −0.717 qindice = 2.51× A0.874 × H mb × A L2ap ) 0.265 = 2.51×1630.874 × 0.477−0.717 × 0.1880.265 = 235.1 m3 /s Se l’informazione disponibile comprende, oltre ai valori di A, Hmb e A/Lap2, anche il valore del coefficiente pluviometrico orario a1, si ricava qindice ( −0.686 = 0.21× A0.897 × a10.678 × H mb × A L2ap ) 0.285 = = 0.21× 1630.897 × 43.960.678 × 0.477 −0.686 × 0.1880.285 = 271.8 m3 /s . In Tabella 7B.3 sono anche riportati i corrispondenti limiti sigma, calcolati tramite la relazione −,+ qindice = exp (ln qindice m SE Ln ) , dove vengono utilizzati i valori di SELn riportati in Tabella 3.1. Tutte le formule empiriche porgono stime della portata indice abbastanza lontane dal valore campionario Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 81/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE di 348.5 m3/s e, soprattutto, tali stime non sono contenute entro i limiti sigma della portata indice campionaria (319.3÷377.4 m3/s). Anche la formula più elaborata e meno lontana dal valore campionario (quella che considera A, Hmb e A/Lap2 e a1) porge stime di progetto poco conservative rispetto a quanto indicato dalle osservazioni. Tabella 7B.3.-Valori delle variabile esogene per il torrente Lavagna chiuso a San Martino. w1 w2 A a1=E[H(1)] Area del bacino sotteso 2 [km ] w3 ν w4 w5 Hmb SIII/100 Quota media Coefficiente Esponente di del bacino Parametro di pluviale invarianza di sotteso ritenzione orario scala pluviale relativa alla chiusura [mm] [-] [km] [mm] 163 163 163 163 163 43.96 0.382 43.96 0.477 0.477 0.477 0.477 0.317 w6 A/Lap2 Fattore di forma del bacino Portata Indice Limiti Sigma [-] [m /s] 3 [m /s] 237.2 254.0 235.1 271.8 152.5÷369.0 181.4÷355.5 170.7÷323.9 200.0÷369.3 3 0.188 0.188 Simulazione dell’evento critico Si vogliono ulteriormente controllare le stime dirette della portata indice con i valori che si ricaverebbero utilizzando il metodo della simulazione dell’evento critico, ossia impiegando i dati registrati dalla stazione idrometrica per la taratura di un modello di simulazione idrologica. Modello idrologico di piena Il trasferimento afflussi-deflussi di piena, a meno della portata di base, trascurabile in questo caso, viene descritto da un modello idrologico globale abbastanza semplice, costituito da due componenti in serie: un modello di rifiuto del terreno basato sul metodo CN-SCS e un modello lineare di formazione alveata della piena basato sull’idrogramma unitario istantaneo topologico corrispondente alla distribuzione di probabilità di Weibull 28 . Modello SCS_CN. Il volume specifico di deflusso superficiale (altezza di pioggia netta) in un evento isolato di piena è dato da R= (PA − I a )2 PA − I a + S , dove PA indica il volume specifico precipitato sul bacino di superficie A, S il volume specifico di massima ritenzione potenziale del terreno, e Ia = cS il volume specifico di assorbimento iniziale, con 0 ≤ c < 1. Per un dato stato iniziale AMC di imbibimento del bacino al verificarsi del nubifragio, la massima ritenzione potenziale S dipende da due fattori, la natura del terreno e l’uso del suolo, il cui effetto combinato è descritto globalmente dal parametro adimensionale CN, legato a S dalla relazione S = S0(100/CN – 1), dove 0 < CN < 100, e S0 è una costante di scala legata all’unità di 28 Claps, P., Fiorentino, M. & G. Oliveto, The most probable hydrologic response of fractal river networks, in: Proc. Int. Conf. Hydrology and Water Resources, edited by V.P. Singh and B. Kumar, Vol.I, 191-204, Kluwer, Norwell, Mass., 1996. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 82/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE misura adottata, che, per valori di S, PA, Ia e R misurati in mm, è pari a 254 mm. Il valore di CN dipende sia dalla natura idrologica e dall’uso del suolo, sia dallo stato iniziale di imbibimento, di cui si tiene conto secondo tre tipologie: AMC Tipo I, in caso di bacino asciutto; AMC Tipo III, in caso di bacino fortemente imbibito; e AMC Tipo II, in condizioni intermedie. Il Tipo AMC viene quindi valutato in base alla precipitazione totale nei cinque giorni antecedenti all’evento di piena. A ogni passo temporale discreto tm (ossia per tm =mΔt, con m = 1,2,...,N) si può valutare in modo sequenziale il valore del volume incrementale di ruscellamento Rm = R(tm) come 0, se PAm < cS ⎧ ⎪ 2 Rm = ⎨ (PAm − cS ) , P cS , se ≥ Am ⎪ P + (1 − c )S ⎩ Am dove il valore della pioggia lorda cumulata, PAm = PA(tm), è dato da PAm = ∫0m p A (t )dt , t essendo pA(t) lo ietogramma di ingresso. In base al valore di Rm, si ricava quindi ΔRm = Rm – Rm-1. Il tasso di ruscellamento r(tm) durante l’intervallo m-esimo è quindi dato da rm = ΔRm/tm. Modello TIUH_WEIBULL. Per un bacino idrografico di superficie A, la cui rete idrografica sia descritta dallo schema topologico aleatorio, questo modello rappresenta l’andamento dell’idrogramma di piena come D ⎛ t −τ ⎞ q(t ) = A ∫ u (t − τ )r (τ )dτ = A ∫ ⎜ ⎟ κ⎝ κ ⎠ 0 0 t t D −1 ⎡ ⎛ t − τ ⎞D ⎤ exp ⎢− ⎜ ⎟ ⎥ r (τ )dτ , ⎣⎢ ⎝ κ ⎠ ⎦⎥ dove il parametro di forma D è pari alla dimensione frattale della rete idrografica e il parametro di scala κ è funzione della magnitudo della rete, M, della lunghezza media dei rami, lm, della celerità di propagazione media nel generico ramo, ci, e della stessa dimensione frattale D della rete. Noti la magnitudo M e il diametro L della rete idrografica, D può essere stimata come 29 D = ln(2M – 1) / ln(L). Generalizzando il TIUH di Troutman & Karlinger 30 , il parametro di scala temporale κ può essere valutato con la relazione κ = 2D lm √M / ci , dove M, L e lm discendono dalla descrizione geomorfologico quantitativa del reticolo idrografico tramite il modello topologico di Shreve. La forma del TIUH, determinata dal valore di D, dipende esclusivamente dalla geomorfologia fluviale, ossia dai valori di M e di L. L’integrale di convoluzione viene quindi risolto per sommatorie discrete con passo temporale tm ovvero infittendo opportunamente la discretizzazione adottata. 29 Agnese, C., D’Asaro, F., Grossi, G. & R. Rosso, Scaling properties of topologically random channel networks, J. Hydrol., 187, 183-193, 1996. 30 Troutman, B.M., & M.R. Karlinger, Unit hydrograph approximations assuming linear flow through topologically random channel networks. Water Resour. Res., 21(5), 743-754, 1985. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 83/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Lavagna a San Martino: Evento del 17 Nov 1959 700 0 5 600 500 3 15 20 400 25 300 30 35 200 Tasso di Pioggia [mm/ora] 10 Portata [m /s] Figura 7B.3. Analisi della trasformazione afflussi deflussi relativa alla piena del Novembre 1959 del torrente Lavagna a San Martino (evento di taratura). Idrogramma osservato e simulato dal modello idrologico globale (CN_SCS)+(TIUH_WEIBULL). I valori dei parametri sono: CN = 77.5, AMC Tipo II, c = 0.2, D = 1.71, κ = 4.27 ore. 40 100 45 50 50 48 46 44 42 40 38 36 34 32 30 28 26 24 22 20 18 16 14 12 8 10 6 4 2 0 0 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Pioggia Ragguagliata Portata simulata Pioggia Netta Portata osservata Taratura e validazione del modello Nel suo complesso, il modello prevede la stima dei seguenti parametri: • l’area del bacino A, • la massima ritenzione potenziale S, • il coefficiente di assorbimento iniziale c, • lo stato di imbibimento iniziale AMC del terreno, • i parametri topologici M, L e lm della rete idrografica, e • la celerità media di propagazione dell’onda di piena nella rete idrografica ci. Poichè i dati disponibili comprendono un idrogramma osservato per una piena isolata con portata al colmo dell’ordine di grandezza della portata indice e del relativo ietogramma, il modello viene parzialmente tarato sulla base di queste osservazioni, relative alla piena del Novembre 1959 (v. Figura 7B.3). Poichè si dispone di un solo evento di taratura, tutti i parametri del modello tranne CN e ci vengono valutati “apriori” in base alle caratteristiche geopedologiche, geomorfologiche e di uso del suolo del bacino, mentre i valori di CN e ci vengono stimati in base alla migliore ricostruzione dell’idrogramma osservato tramite il modello stesso. Per condizioni standard AMC di tipo II, valutate dalle piogge precedenti l’episodio in esame, si inferisce un valore EA[CN] = 77.5, ossia EA[S] = 73.7 mm, con c = 0.2. Poichè i valori dei parametri topologici risultano, per il Lavagna chiuso a San Martino, pari a M = 5425, L = 232 e lm = 0.131 km, il parametro di forma del TIUH risulta pari a D = ln(2×5425 – 1) / ln(232) = 1.71, mentre il valore di ci che porge la migliore ricostruzione dell’idrogramma osservato è pari a 2.14 m/s, che porge un valore del parametro di scala del TIUH pari a κ = 2×1.71×131×(5425)0.5 / (2.14×3600) = 4.27 ore. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 84/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Il modello viene quindi validato analizzando quattro eventi di piena, per i quali si dispone delle registrazioni orarie di precipitazione e portata a San Martino. Confrontando gli idrogrammi osservati e con quelli simulati dal modello (con i valori di taratura sopra riportati dei parametri, eccetto il Tipo di AMC, che viene valutato in base alle piogge antecedenti dello specifico evento) si osserva una discreta capacità del modello stesso nel riprodurre le piene del torrente Lavagna chiuso a San Martino (v. Figura 7B.4). Lavagna a San Martino: Evento del 18 Dic 1945 Lavagna a San Martino: Evento del 25 Nov 1961 40 100 45 50 45 50 Pioggia Netta Portata osservata Pioggia Ragguagliata Portata simulata Lavagna a San Martino: Evento del 18 Apr 1962 Pioggia Netta Portata osservata 48 45 42 39 36 Tasso di Pioggia [mm/ora] 50 48 45 42 39 36 48 45 42 39 36 33 30 27 24 21 18 15 12 9 6 3 0 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] 45 0 33 50 0 40 100 30 45 27 100 35 24 40 30 200 21 35 200 25 300 18 30 15 300 20 12 25 15 400 9 20 400 10 500 3 15 5 600 Portata [m3/s] 3 Portata [m /s] 500 Tasso di Pioggia [mm/ora] 10 0 700 5 600 Pioggia Netta Portata osservata Lavagna a San Martino: Evento del 4 Set 1963 0 700 Pioggia Ragguagliata Portata simulata 33 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] 0 Pioggia Ragguagliata Portata simulata 30 0 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] 27 0 48 45 42 39 36 33 30 27 24 21 18 15 9 12 6 3 0 0 24 100 35 21 40 30 200 18 35 200 25 300 15 30 9 300 20 12 25 15 400 6 20 400 10 500 3 15 6 3 Portata [m /s] 500 5 600 Portata [m3/s] 10 Tasso di Pioggia [mm/ora] 5 600 0 700 Tasso di Pioggia [mm/ora] 0 700 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Pioggia Ragguagliata Portata simulata Pioggia Netta Portata osservata Figura 7B.4. Analisi della trasformazione afflussi deflussi relativa a quattro eventi di piena del torrente Lavagna a San Martino (eventi di validazione). idrogramma osservato e simulato dal modello idrologico globale (CN_SCS)+(TIUH_WEIBULL). I valori dei parametri sono: CN = 77.5 per AMC Tipo II, c = 0.2, D = 1.71, κ = 4.27 ore. Per ogni evento il valore di AMC è stato calcolato in base alla pioggia nei cinque giorni precedenti l’evento. Pioggia massima attesa Le Linee Segnalatrici di Probabilità Pluviometrica scala-invarianti forniscono, indipendentemente dalla distribuzione probabilistica adottata, il valore atteso del tasso di pioggia nel centro di scroscio che risulta temibile in d ore consecutive p = E[p] =a1 dν-1, dove, nel caso specifico, i valori del coefficiente pluviale orario a1 = 43.96 mm (valore atteso della pioggia oraria massima annuale) e dell’esponente di scala ν - 1= 0.382 - 1 = -0.618 Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 85/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE sono stati mediati sull’area del bacino sotteso dalla sezione di interesse. La sollecitazione meteorica pioggia a scala di bacino viene determinata riducendo quella locale per tenere conto dell’effetto dell’attenuazione spaziale, tramite il fattore di riduzione areale ARF, variabile con la durata dello scroscio secondo il modello autoaffine 31 , ossia ⎡ ⎛ Az ψ ≡ E [ARF (t , A)] = ⎢1 + ϖ ⎜⎜ ⎢⎣ ⎝ d ⎞ ⎟⎟ ⎠ b ⎤ ⎥ ⎥⎦ − (1−ν ) b , dove A indica l’area del bacino, in km2, e t la durata del nubifragio, in ore, ν l’esponente di scala delle linee segnalatrici, con ϖ = 0.01 oreb/kmbz, b = 0.54 e z = 1. Per A = 163 km2, ν = 0.382 e a1 = 43.96 mm, si ha quindi p A = ψ a1 d ν −1 0.54 ⎡ ⎛ 163 ⎞ ⎤ = ⎢1 + 0.01⎜ ⎟ ⎥ ⎝ d ⎠ ⎦⎥ ⎣⎢ − 0.618 0.54 43.96 × d − 0.618 (mm/ora, per t in ore) per ogni durata d presa in esame. Evento critico e portata indice A partire da ietogrammi uniformi di durata d e tasso di pioggia ψa1dν-1 uniforme sul bacino viene quindi simulato l’idrogramma di piena alla sezione di chiusura del bacino tramite il modello idrologico identificato in precedenza. Iniziando, per esempio, da un valore di d = 1 ora, si calcolano il tasso e il volume specifico della pioggia che sollecita il bacino pA = ψa1dν-1 = 0.847×43.96×10.382-1 = 37.22 mm/ora, PA = ψa1dν = 0.847×43.96×10.382 = 37.22 mm. Per calcolare il volume di ruscellamento, si assume che le condizioni iniziali AMC siano di Tipo III, ossia il bacino sia di norma fortemente imbibito, quale condizione tipica in cui si verificano le piene massime annuali. Si utilizza quindi il valore di S = SIII = 0.43 SII = 0.43×73.7 = 31.7 mm, in base al quale si calcola R = (PA - cS)2/[PA + (1 – c)S) = (37.22 – 0.2×31.7)2/(37.22 + 0.8×31.7) = 15.23 mm. Poichè la durata dell’imbibimento iniziale, durante la quale non si manifesta ruscellamento, risulta tIA = Ia / pA = 0.2×31.7 / 37.22 = 0.17 ore, la durata effettiva della sollecitazione idrologica che perviene alla rete idrografica risulta tR = d - tIA = 1 - 0.17 = 0.83 ore, con un tasso di ruscellamento pari a r = 15.23 / 0.83 = 18.36 mm/ora. 31 v. De Michele, C., & R. Rosso, Formulazione scala-invariante del fattore di riduzione areale delle piogge, Atti XXVII Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Genova, 12-15 settembre, 2000, Vol.2, pp.205-212, 2000; e De Michele, C., Kottegoda, N. T. & R., Rosso, IDAF curves of extreme storm rainfall: A scaling approach, Water Science and Techology, Vol.45, no.2, p.83–90, 2002. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 86/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE L’idrogramma di piena, dato da q(t ) = 0 t* q(t ) = A r ∫ 0 q(t ) = A r ⎡ ⎛ s⎞ ⎤ exp⎢− ⎜ − ⎟ ⎥ ds , t IA < t ≤ d , ⎢⎣ ⎝ κ ⎠ ⎥⎦ D −1 ⎡ ⎛ s ⎞D ⎤ D⎛ s ⎞ ⎜ ⎟ exp⎢− ⎜ − ⎟ ⎥ ds , t > d , κ ⎝κ ⎠ ⎣⎢ ⎝ κ ⎠ ⎦⎥ D⎛ s ⎞ ⎜ ⎟ κ ⎝κ ⎠ t* ∫ t *− t R , t ≤ t IA , D −1 D con t* = t - tIA, risulta quindi q(t ) = 0 , t ≤ 0.17 ore, ⎡ ⎛ s ⎞ ⎤ exp⎢− ⎜ − , 0.17 < t ≤ 1ora, ⎟ ⎥ ds ⎢⎣ ⎝ 4.27 ⎠ ⎥⎦ 1.71−1 1.71 t* ⎡ ⎛ s ⎞ ⎤ 163 ×18.36 1.71 ⎛ s ⎞ q(t ) = ∫ 4.27 ⎜⎝ 4.27 ⎟⎠ exp⎢⎢− ⎜⎝ − 4.27 ⎟⎠ ⎥⎥ ds , t > 1ora, 3.6 t *−0.83 ⎣ ⎦ q(t ) = 1.71−1 t* 1.71 163 ×18.36 1.71 ⎛ s ⎞ ∫0 4.27 ⎜⎝ 4.27 ⎟⎠ 3.6 e ha un valore al picco di 126 m3/s. Con procedimento iterativo (v. Tabella 7B.4) si ricerca quindi la durata d che massimizza il valore della portata al colmo qp = max q(t). Tabella 7B.4.-Procedimento iterativo per la valutazione della durata critica e della relativa portata al colmo. d P ψ PA pA R tIA tR r qp = qindice [ ore ] [mm] [-] [mm] [mm/ora] [mm] [ore] [ore] [mm/ora] [m /s] 1.0 6.0 7.0 8.0 7.42 43.96 87.16 92.45 97.28 94.54 0.847 0.936 0.941 0.945 0.943 37.22 81.58 86.98 91.91 89.11 37.22 13.60 12.43 11.49 12.01 15.23 52.93 57.88 62.43 59.84 0.17 0.47 0.51 0.55 0.53 0.83 5.53 6.49 7.45 6.89 18.36 9.57 8.92 8.38 8.68 126 350 351.3 350.8 352 3 Si ottengono così i valori di portata al picco di 126, 350, 351 e 351 m3/s per le rispettive durate di 1, 6, 7 e 8 ore. L’evento critico (v. Figura 7B.5) si ottiene per una durata critica di 7.42 ore e presenta un valore di portata al colmo di 352 m3/s, valore che si può quindi assumere quale stima della portata indice con questo metodo. Si osservi come l’evento critico sia relativamente poco sensibile alla variabilità della durata per un ampio campo di valori della durata stessa, come si osserva dall’inviluppo delle portate al colmo per le diverse durate riportato in Figura 7B.5. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 87/88 REGIONE LIGURIA – AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE Lavagna a San Martino 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 500 0 450 Portata 3 Figura 7B.5. Evento critico del torrente Lavagna a San Martino. Portata [m /s] 350 20 300 Inviluppo dei colmi al variare della durata 250 Pioggia Locale 200 Pioggia Ragguagliata 40 150 Pioggia Netta 50 100 LSPP 30 Tasso di Pioggia [mm/ora] 10 400 60 50 0 70 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Tempo dall'inizio della precipitazione [ore] Conclusioni I metodi diretti che utilizzano i dati AFS e PDS porgono risultati coerenti tra loro e, nello stesso tempo, coerenti con il risultato ottenuto dall’applicazione del metodo indiretto di simulazione dell’evento critico, la cui stima di portata indice coincide praticamente con quella dei metodi diretti. Con una portata indice di circa 350 m3/s, la valutazione delle piene di progetto del Lavagna a San Martino che viene condotta con il metodo della portata indice è coerente con le osservazioni sperimentali (v. Figura 7B.2). Al contrario, le formule empiriche, anche quando si considerino quali variabili esogene sia caratteristiche fisiche del bacino che un indice di pioggia, conducono a stime di progetto abbastanza lontane dalle frequenze sperimentali. Si noti infine come la distribuzione GEV stimata localmente con il metodo L-moments (k’’ = -0.102, α’’ = 103.9 m3/s e ε’’ = 276.9 m3/s) sottostimi sistematicamente la frequenza delle cinque piene maggiori del campione di dati AFS disponibile. Criteri di verifica e valutazione delle portate al colmo e degli idrogrammi di piena nei bacini idrografici liguri SCHEDE TECNICHE 88/88