Nikon D3X, la professionale
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Nikon D3X, la professionale
Test Nikon D3X, la professionale Con la D3X Nikon è in grado di competere con le medio formato nell’ambito della fotografia di studio, rispetto alle quali offre una migliore ergonomia e un maggiore supporto alla ripresa. Per la prova abbiamo usato il nuovo Nikkor 50mm f/1.4 ed il 300mm f/2.8. 36 PC PHOTO E’ arrivata. Anche Nikon ha deciso di sfoggiare sulla D3X, la nuova reflex professionale, un mirabolante sensore di tipo CMOS a pieno formato da 24.5 Megapixel, lo stesso pixellaggio della Sony Alpha A900, una risoluzione che si allinea ai massimi livelli presenti sul mercato. La reflex è però caratterizzata anche da altre doti che, insieme all’accresciuta risoluzione, ne fanno uno strumento di ripresa formidabile: Live View con doppio sistema AF, moduli AF e esposimetrico TTL collaudati, sensibilità estese a 6400 Iso, monitor ad elevata definizione da 3 pollici e 920.000 punti, cadenza di scatto da 5 fotogrammi per secondo, D-Lighting attivo e passivo, Controlli Immagine, supporto Gps e Wi-Fi, uscita Hdmi, processore Expeed e doppio slot CF. Il bello è che i concorrenti nel mirino dell’azienda nipponica non sono più soltanto gli avversari di sempre, bensì (anche) i produttori di apparecchi medio formato per l’impiego in studio. Hasselblad, Leica e compagnia sono avvertiti. Da 12 a 24 megapixel Non capita sovente che una reflex veda moltiplicare da un giorno all’altro la propria risoluzione addirittura del doppio; se da una parte non è pochissimo che è uscita la Nikon D3, a ben vedere non sono nemmeno trascorsi due anni. Per altro non ha poi tanto senso parlare di ‘stessa’ reflex, in quanto la ‘vecchia’ D3 ha caratteristiche proprie ed è tuttora commercializzata da Nikon. A differenza dell’epoca della fotografia analogica, ogni nuovo modello digitale unisce infatti elementi tecnologici nuovi ad altri già conosciuti, che finiscono per confondere chi cerca di trovare l’esatta progenitrice di un modello specifico. Sicuramente assistiamo ad un’evoluzione progressiva e volutamente distribuita sia tra i modelli, sia nel tempo. L’aumento poderoso di risoluzione che presenta questa reflex giunge dunque in parte inaspettato, affiancandosi a quanto una fotocamera professionale deve avere; manca forse la possibilità di registrare il video in alta definizione, che invece ha trovato posto sulla D90, Notevole la cura nella finitura, a partire dal rivestimento che garantisce un’ottima presa fino ai dettagli; la Nikon D3X conferma la sua vocazione professionale. e il sistema di riduzione della polvere a sensore mediante vibrazione (scelta che personalmente condivido). Siamo dunque saliti a 24 Megapixel, una risoluzione che fa nascere il dubbio se convenga acquistare una medio formato, anche perché il prezzo della D3X è molto competitivo: allo stesso prezzo della Nikon D3X i produttori del medio formato non offrono che l’ottica abbinabile ad un costoso corpo macchina. Certo, oltre 7000 Euro sono una bella cifra, ma con essa ci si porta a casa una macchina dotata di una ergonomia e un’autonomia energetica decisamente superiori a un corpo macchina medio formato per l’impiego in esterni. Insomma, il 35mm pare aver trovato competitività nei confronti del medio formato. E’ comunque vero che quest’ultimo ha un sensore di dimensioni superiori, che fanno la differenza in termini di rapporto segnale/rumore e di latitudine di posa. Sarà pertanto interessante veri- ficare i risultati offerti dalla D3X in tale ambito di applicazione. In termini di sensibilità il confronto con la D3 mostra una differenza significativa: la D3 ha un range 200 - 6400 Iso (sensibilità estese 100 - 25600 Iso), mentre il range della nuova D3X va da 100 a 1600 Iso (sensibilità estese 50 - 6400 Iso). I presupposti affinché il rumore ‘tenga’ ci sono tutti, e lo conferma una prima velocissima prova con controllo a monitor dei risultati. Lo verificheremo più avanti. L’uso sul campo Nel brandeggiare la D3X si prova la stessa sensazione di leggerezza che si ha con la D3. In fin dei conti la differenza di peso è di soli 20 grammi, che su una massa di 1.220 sono un nulla; le dimensioni poi sono le medesime. Viste le prestazioni, il suo ambito di lavoro principale dovrebbe essere quello ‘organizzato’ di uno studio, ma ho ve- rificato come la D3X si dimostri rapida anche quando ‘si va a caccia’ di soggetti veloci, o comunque dinamici. Ci sono però due aspetti che a mio parere meriterebbero un miglioramento, come per altro sulla precedente D3; vediamoli subito, per potermi poi concentrare sulle prestazioni di questa nuova Nikon. Per prima cosa lo scatto verticale, dato che è impossibile che il pollice della mano destra arrivi ad azionare il pad direzionale sul dorso senza staccare almeno in parte il palmo dall’impugnatura verticale, salvo che per mani davvero gigantesche. In secondo luogo non riesco proprio a digerire, l’ho detto più volte, il sistema di default per l’ingrandimento dello scatto effettuato: richiede la solita pressione del pulsante a sinistra dello schermo con la regolazione del livello di ingrandimento tramite la rotazione della ghiera di controllo posteriore. Il vantaggio di questa tecnica consiste nel poter tornare immediatamente (e PC PHOTO 37 Il pad sul dorso e le ghiere di comando di tempi e diaframmi, duplicate per essere ben raggiungibili anche nello scatto verticale, permettono di avere sempre il pieno controllo della situazione. Apprezziamo molto la scelta di Nikon di inserire anche sui corpi digitali professionali tutti i necessari comandi ‘meccanici’ per impostare regolazioni quali la cadenza di scatto, l’autofocus e la misurazione esposimetrica. Gli accessi alla scheda di memoria, alla batteria e alle porte di connessione sono ben protetti da possibili infiltrazioni. 38 PC PHOTO Tutti i particolari confermano la classe della realizzazione della nuova D3X. provvisoriamente) alla visione dell’immagine intera premendo ‘al volo’ il medesimo pulsantino, anche durante la fase di zoom. Inoltre ammetto che la navigabilità dell’immagine ne guadagni non poco, potendo scegliere al contempo l’area da ingrandire tramite il pad direzionale. Fatto sta che, volendo solo zoomare lo scatto per verificare il fuoco, dover usare entrambe le mani è decisamente scomodo. Ma andiamo oltre. La reflex sta perfettamente tra le mani del fotografo, grazie anche alla superficie gommata; la stazza non indifferente consente di padroneggiare l’inquadratura anche nel momento in cui montiamo ottiche pesanti, come lo splendido 300mm f/2.8 utilizzato nelle prove. L’impostazione è da reflex professionale, con replica dei comandi (escludibile) per lo scatto in verticale ed alimentazione dedicata per fornire opportuna alimentazione ai circuiti digitali e alle parti meccaniche, come il riarmo rapido dell’otturatore. Già, Il monitor è un ottimo Lcd da 3 pollici con risoluzione VGA da oltre 900.000 punti. perchè la D3X scatta a 5 fotogrammi al secondo in formato FX, che possono divenire 7 nel caso in cui decidiamo di passare alla raffica in formato DX da 10 Megapixel. A questo proposito, buona la scelta di Nikon di dotare la reflex di un terzo possibile formato di ripresa, ovvero il 5:4 da 20 Megapixel. Il controllo della macchina viene affidato ad un monitor da 3 pollici in risoluzione VGA di eccellente fattura (lo conosciamo) il quale permette di tenere sotto controllo i dati di scatto in ogni possibile personalizzazione, e consente una ottima visione e operatività in Live View grazie alla praticità della gestione della messa a fuoco. Il fotografo può infatti optare per la focheggiatura a rilevazione di contrasto, ora diventata più rapida, che non richiede di abbassare lo specchio; oppure può usare il rilevamento di fase con il quale la D3X abbassa lo specchio per effettuare la lettura TTL della scena, un movimento in ogni caso velocissimo. In entrambe le modalità, la messa a fuoco può essere comandata tramite il pulsante AF-ON, presente anche in verticale, così come con il consueto pulsante di scatto. Ripeto: la messa a fuoco a rilevazione del contrasto è ora messa a punto bene e può essere considerata una reale alternativa alla gestione tramite specchio. Un po’ scomodo l’azionamento del Live View tramite la rotazione del selettore sulla calotta che imposta anche la cadenza di scatto; penalizza la rapidità di impiego. Il mirino reflex, come è logico attendersi, è di classe professionale per luminosità e copertura della scena inquadrata; è uno 0.7x, fatto che potrebbe lasciare spazio ad un futuro ingrandimento, per strafare, si intende! I punti AF sono ben 51 e possiamo decidere se usarli tutti nella scelta di quello ‘buono’, oppure se limitarci a 11. Allo stesso modo, nel caso di focheggiatura in modalità continua a rilevazione dinaPC PHOTO 39 Le sei sezioni principali dei menu: buona l’organizzazione, chiara e sobria. Le funzioni di personalizzazione sono molto complete e permettono di coprire ogni ambito di lavoro. mica, è possibile scegliere il numero di punti con cui la macchina deve seguire un soggetto. Il tutto si seleziona da menu, all’interno del quale troviamo anche la voce con cui attivare il 3D Tracking a 51 punti, metodo di rilevazione della messa a fuoco predittiva in grado di operare anche in presenza di ostacoli (anche molti!), sfruttando anche le informazioni provenienti dal modulo esposimetrico Color Matrix 3D II. Operativamente il 3D Tracking a 51 40 PC PHOTO punti è assai divertente da utilizzare, sebbene meno reattivo del classico inseguimento su punti fissi, se nelle mani di un fotografo che lo sappia usare opportunamente! Insomma: il fotografo sportivo abile nello scatto in continuo probabilmente preferirà ancora il sistema a punto singolo o, meglio, a singola ‘rosa’ di punti, magari 9. In generale la collocazione dei punti e la loro rapida e facile selezione (questo soprattutto!) rende la D3X un modello di riferimento nell’ambito professiona- le: merito del Multi-CAM 3500FX. Oltre alla già citata impossibilità di riprendere in modalità video, alla D3X manca anche il controllo diretto a monitor dei parametri di scatto, sebbene tale mancanza sia ben compensata dal piccolo display in basso sul dorso: grazie ai pulsantini per la selezione di Iso, WB e Qualità di Scatto si rivela pratico per il fotografo che vuole modificare rapidamente il comportamento della macchina. Il display fornisce anche informazioni sull’impiego delle schede di In questa pagina vediamo alcune tra le funzionalità più interessanti offerte al fotografo, a partire dalla livella a bolla virtuale. PC PHOTO 41 Un po’ di saturazione e di contrasto in più, grazie alla regolazione rapida consentita dai Picture Control, bastano a far emergere uno scatto piatto dal suo ‘torpore’! Immagine scattata con il 300mm VR a mano libera, ottimo anche se un po’ pesante! Gli 800 Iso, sfruttabili anche senza ricorrere a particolari forme di contenimento del rumore, consentono di cogliere soggetti difficili come questo in immagini ben utilizzabili. 42 PC PHOTO memoria CF. In termini di misurazione esposimetrica la nuova ammiraglia Nikon usa un modulo Color Matrix 3D II che conferma la sua proverbiale flessibilità: esposizioni sempre corrette... anche quando non lo sono! Mi spiego. Sarà per l’integrazione della valutazione cromatica all’interno dei dati esposimetrici, ma la D3X riesce ad interpretare la scena fornendo immagini ben all’interno della gamma dinamica disponibile anche se, fisicamente, non lo sarebbero; comunque sono sempre accettabili dal punto di vista estetico, con un realismo ed una corrispondenza alla visione umana che colpisce. Perlomeno, comincio a supporre che il sistema esposimetrico presente all’interno della mia testa sia analogo al Color Matrix 3D II ! Sempre in termini di ergonomia confermano la loro praticità i comandi per la selezione del metodo di messa a fuoco, per la scelta dell’area AF e della misurazione esposimetrica. A questi, come detto, si aggiunge la ghiera sulla calotta con cui scegliere la cadenza di scatto, oltre alla modalità Live View. Peccato che da qui non si possa impostare il ritardo di scatto (da menu) assieme Peso del file in byte Il Jpeg della D3X mostra un peso e un dettaglio assai simili a quelli che si ottengono dallo sviluppo di un Nef, perlomeno impostando la migliore qualità di compressione dei file. Sensibilità Il grafico mostra come varia il peso del file all’aumento della sensibilità Iso. In questo modo si può rilevare l’intervento progressivo dell’algoritmo di riduzione rumore oltre i 400 Iso. PC PHOTO 43 Nulla da dire. Lʼelevatissima risoluzione della reflex permette di leggere alla perfezione un ritaglio minuscolo nel quale fa bella mostra di sé un simpatico ospite. Anche a 400 Iso. allʼalzo intenzionale dello specchio (Miror Up), invece presente. Si potrebbe forse iniziare a pensare di usare in modo diverso i tre pulsanti della ghiera sulla calotta, per utilizzarli in modo differente dal bracketing (con il Raw e le latitudini di posa di oggi chi lo usa più in automatico?) o dal blocco di tempi/diaframmi. E poi i menu. Lʼinterfaccia è la stessa che caratterizza gli ultimi modelli di casa Nikon, con un numero incredibile di personalizzazioni, per fortuna tutte utili e mai ridondanti. Appena appena fastidioso dover ʻscrollareʼ in basso alcuni menu particolarmente ricchi, dato il senso di disorientamento che si prova di fronte a tante scelte. Inoltre i colori di alcuni menu non sono tali da rendere immediata la comprensione durante lo scorrimento veloce. 44 PC PHOTO La prova del 300mm f/2.8. Ho provato la Nikon D3X insieme ad una coppia di ottiche differenti tra loro, ma capaci entrambe di sfruttare quellʼaffilatezza in più che il sensore offre alle immagini. Sto parlando del nuovo AF-S Nikkor 50mm f/1.4 G e del mirabolante 300mm f/2.8 ED-IF AF-S VR Nikkor. Sono entrambi due obiettivi a focale fissa e di apertura relativa elevata, soprattutto il tele, ed entrambi sono caratterizzati da una progettazione ottica attenta a valorizzare le doti delle reflex professionali. Mi è piaciuto in particolare il teleobiettivo 300mm f/2.8 fornito nella sua bella borsa/custodia imbottita che mi ha accompagnato durante lʼescursione di caccia fotografica scelta per la prova della macchina; gli animali non erano particolarmente difficili da riprendere, dato lo stato di cattività pur negli ampi spazi di movimento disponibili. Circa la sua luminosità non vi è, evidentemente, nulla da dire. Lʼimpiego in AFC mi ha consentito di verificare come lʼobiettivo dia il meglio di sè, data la stazza non proprio irrilevante, quando è possibile appostarsi dotati di monopiede; il peso e lʼingombro dellʼottica non consentono una gestione particolarmente ʻliberaʼ del grande tele, sebbene in confronto ad un 500mm da fotografia sportiva o naturalistica, questo 300mm paia quasi un fuscello! Tuttavia, data la mia pigrizia nel portarmi dietro il monopiede, lʼho usato anche a mano libera, attivando il provvidenziale stabilizzatore ottico VR. Anche la sensibilità della D3X mi è venute in aiuto, consentendomi di usare tempi sufficientemente rapidi e ottenendo fotogrammi non solo privi di mosso, Non credo ci sia bisogno di commenti alla mostruosa definizione di questi scatti effettuati a 800 Iso. ma anzi leggibili al pixel! A proposito del sistema AF, in fatto di precisione la D3X non teme rivali: quando la reflex conferma il punto AF, quello è. Ma il vero plus della macchina è la possibilità per il fotografo di personalizzare il funzionamento del modulo: possiamo spostare velocemente i selettori per la scelta del metodo di fuoco (a punti singoli, ad area dinamica o ad area automatica), nonché impostare da menu il livello di accuratezza dellʼarea dinamica, soprattutto nelle riprese ad inseguimento. Ho lavorato estendendo quasi sempre tale zona ʻsensibileʼ a 9 punti, e mi sono trovato bene; i punti AF sono molti e ben distribuiti nel mirino, il che agevola chi ama scattare rapidamente senza ricomporre lʼinquadratura prima del clic. Per non parlare del vantaggio del sistema in fase di inseguimento del soggetto, magari in 3D Tracking a 51 punti. Non dimentichiamo comunque che la D3X privilegia la precisione alla rapidità di applicazione, malgrado le buone opzioni di personalizzazione. Ottima la stabilizzazione, davvero silenziosa, ma da disattivare quando si lavora su treppiedi, con delle eccezioni nel caso del monopiede: dipende da quanto lo teniamo fermo! Montato sulla D3X, il 300mm si è detto, fornisce immagini impressionanti per qualità anche ad aperture notevoli (ho lavorato spesso a f/4) e ʻfermeʼ grazie allo stabilizzatore e a tempi di scatto rapidi grazie sia alla elevata sensibilità che alla grande luminosità. Come rapidità non ho rilevato particolari limiti, se non nellʼinseguimento di volatili, imprevedibili, situazioni in cui la mole dellʼobiettivo e lʼimpostazione standard della reflex non sempre mi hanno consentito di seguire il soggetto. Sono abbastanza convinto che un 300mm f/4 probabilmente consente una maggiore libertà di azione e, forse, una messa a fuoco un poco più veloce. Sempre in termini di rapidità operativa, non mi pare il caso di questionare sulla raffica della D3X, considerando la possibilità di arrivare a 7 fps nel formato DX, che permette di trasformare il 300mm in un bel 450mm da caccia fotografica. Se però si utilizza il pieno formato, la revisione delle immagini, la riproduzione ed in generale lʼimpostazione della macchina e dellʼAF rivelano una maggiore lentezza rispetto a reflex nate per uso sportivo. Non si fatica ad accorgersene. Personalmente lʼho trovata eccellente per le mie esigenze, anche per la caccia fotografica con inseguimento di sogPC PHOTO 45 FILTRO ANTI-RUMORE Off Low Normal High La riduzione del rumore via software è un punto di forza ormai consueto per Nikon. Un consiglio però: dato che si ottengono ottimi risultati anche senza questi interventi, valutate bene se conviene applicarli. 50 Iso 100 Iso 200 Iso 400 Iso 800 Iso 1600 Iso 3200 Iso 6400 Iso 46 PC PHOTO getti in spazi limitati. Per il lavoro in studio poi è eccellente. L’esame delle immagini I 24 Megapixel della Nikon D3X sono veramente tanti, e di qualità tale da non lasciare dubbi. La gestione del rumore ricalca le orme dei modelli precedenti ed i risultati non sono poi diversi da quanto avevamo verificato su fotocamere in formato DX, dove ormai di Megapixel se ne trovano spesso 12. In questo caso la situazione è ancora migliore per una densità di pixel inferiore; tutto lascia quindi prevedere una gestione del rumore con risultati migliori alle maggiori sensibilità. Innanzitutto un dato che mi ha colpito: la resa del Jpeg da fotocamera e di quello da Raw/Nef, sviluppato tramite Capture NX2, in termini di definizione dei dettagli fini è praticamente (quasi) la stessa. Il Nef prevale non poco in termini di contrasto (nei neri soprattutto) e in qualche linea di definizione in più, ma basta una maschera di contrasto perché il Jpeg ci si avvicini. Il formato compresso pecca talvolta di qualche bruciatura in più nelle luci, che il Nef riesce ad evitare; inoltre il formato grezzo offre al fotografo una grande flessibilità nel controllo dei parametri di scatto (bilanciamento del bianco in primo luogo, dato che in luce incandescente la macchina fa un po’ ciò che vuole), per ottimizzare il contrasto e per sfruttare la gamma dinamica, espandibile verso le luci in modo più che soddisfacente. L’uscita a 16 bit può contare su un processore interno a 14 bit, che da solo vale tanto! Per questo mi sento di consigliare di impiegare tranquillamente il Nef compresso ‘lossless’ piuttosto che quello non compresso, vista la modesta differenza tra i due. I 50 Iso, come sempre, nascono da una regolazione dei livelli cromatici a partire da una amplificazione maggiore; pertanto può accadere di rilevare alte luci lievemente bruciate, nelle situazioni in cui i riflessi non siano controllabili. La fedeltà cromatica è comunque conservata anche alzando il contrasto agli estremi dell’istogramma. Dunque la prima sensibilità pienamente sfruttabile sono i 100 Iso, sebbene il maggiore dettaglio, pur con un livello di rumore leggermente maggiore nei neri più profondi, lo osserviamo a 200 Iso. Questo risultato può dipendere sia dalle caratteristiche intrinseche del sensore (una sensibilità nativa di 200 Iso), sia dall’applicazione di una enfatizzazione Siamo a 6400 Iso e pare di lavorare agli 800 Iso di qualche anno fa. Eppure siamo 3 stop sopra. L’immagine è ben sfruttabile nonostante sia granulosa, ma comunque neutra. del micro-contrasto che a 200 Iso riesce a tirare fuori pixel (di questo si tratta) prima solo accennati. Consiglierei dunque di preferire i 200 Iso ai ‘più lisci’ 100 Iso, anche perché a sensibilità così basse il rumore è praticamente una sensazione. Lo si può notare appena accennato nelle ombre a 400 Iso, che nelle zone uniformi appaiono un poco rugosi. Proseguendo, è difficile stabilire se gli 800 Iso siano più assimilabili ai 400 Iso, oppure al sapore dei 1600 Iso, con un grado di rumore comunque più che accettabile in ogni situazione. Nelle riprese di natura mi sono trovato sempre bene scattando da 400 Iso a 1600 Iso, senza poi avere da recriminare in fase di post-produzione. E poi diciamocelo, stiamo parlando di dettagli ricavati da un fotogramma da 24 Megapixel, nel quale possiamo anche concederci di sacrificare qualche linea per millimetro a favore di un filtro Antialias un poco più forte (come penso sia qui), ed infatti di moiré non vi è nemmeno l’accenno. A 3200 Iso e 6400 Iso la reflex introdu- ce un livellamento del rumore cromatico che ingrigisce un poco le ombre più calde e si perde qualche dettaglio anche per un intervento sulla luminosità. In ogni caso la reflex, se l’esposizione è corretta, anche a tali sensibilità continua proporre un’ottima qualità generale di immagine, preservando cromaticamente i dettagli nei toni medi. Come valutazione generale, a mio parere nello still-life di impatto sono preferibili i 100 Iso, ipotizzando comunque un lavoro di post-produzione capace di far emergere il micro-contrasto d’effetto; i 200 Iso sono adatti ad un lavoro sempre in studio, magari nella moda o quando il pur lievissimo rumore nelle ombre può comunque passare in secondo piano rispetto al vero protagonista della ripresa. Le sensibilità da 400 Iso a 1600 Iso, come detto, danno soddisfazione negli esterni a mano libera o quando il fattore velocità è predominante. Salire oltre i 1600 Iso è giustificato solo nelle situazioni critiche di ripresa. Ciò che ho maggiormente apprezzato è però l’ottima resa cromatica generale, PC PHOTO 47 Scheda Tecnica Risoluzione massima (pixel) 6048 x 4032 Rapporto tra i lati 3:2 Pixel effettivi 24.5 Mpxl Dimensione sensore 35.9 x 24mm Densità pixel 2.84 Mpxl/cm² Tipo sensore CMOS Sensibilità ISO 100 -1600 (50 - 6400 con espansione) Stabilizzatore No, solo con ottiche VR Tipo messa a fuoco Nikon Multi-CAM3500 FX Bilanciamento del bianco auto, manuale, preset e gradi Kelvin Velocità Minima Otturatore 30 secondi Velocità Massima Otturatore 1/8000s Flash incorporato No Compensazione esposizione +/-5 EV Esposimetro 3D Color Matrix II, media pesata al centro, spot Raffica 5 fps, 7 fps in formato DX Registrazione video No Autoscatto da 2 a 20 secondi Sensori d’orientamento Si Formato schede memoria Compact Flash, 2 slot Formati non compressi Raw, Tiff Formati compressi Jpeg (Exif 2.21) Mirino Pentaprisma, copertura 100%, ingrandimento 0.7x Display LCD 3.0” Risoluzione LCD (Pixel) 922.000 punti Uscita video Sì, Pal/Ntsc, Hdmi Porta USB 2.0 Batteria Ioni di litio Nikon EN-EL4a/EL4 Peso (batteria esclusa) 1220 grammi Dimensioni 160 x 157 x 88 mm Live View Sì 48 PC PHOTO Questa è la prima immagine che ho scattato con la D3X ed il 300mm VR. Direi che come inizio non c’è male, no? La cosa che mi ha colpito subito è la resa cromatica di una fotocamera che è in grado di fornire dei fotogrammi già praticamente sfruttabili editorialmente senza bisogno di chissà quali evoluzioni in post-produzione. il pregevole lavoro svolto dai semplici Picture Control (velocissimi da gestire anche con le opzioni di modifica rapida), e soprattutto lo stupefacente sistema esposimetrico che, non so come, fornisce sempre una valutazione allineata con quello che ci spetteremmo dalla macchina. Questa è la maggiore forza della Nikon professionale, anche più dei meri dati di risoluzione o rumore, comunque di alto livello. Riguardo ai Picture Control potremmo dire che non consentono mai di esa- gerare, fatto che, per taluni fotografi, potrebbe anche essere letto come un limite; ma personalmente dico che va bene così, visto che esistono un Capture NX2 o un Photoshop per concedersi interpretazioni più spinte. La latitudine di posa può essere stimata attorno ai 9 stop per la sensibilità di Iso 200. Usando il formato Raw/Nef il recupero del dettaglio nelle alte luci è davvero grande e gli esempi che pubblichiamo dovrebbero darne un’idea. Tra i software di miglioramento della Quanto Costa Nikon D3X: € 7200 Distribuzione: Nital, via Tabacchi 33, 10132 Torino. infoline 199.124.172 www.nital.it ripresa troviamo algoritmi già conosciuti come il D-Lighting Attivo, il quale consente, soprattutto nella ripresa in qualche modo assistita dalla macchina, di agire sulle ombre ed in modo minore sulle luci per aumentarne leggibilità, modificandone la resa. L’effetto è apparentemente quello di un ampliamento della latitudine di posa, consentito dall’elaborazione a 14 bit interna alla reflex. Nulla da dire, se non che sarebbe meglio non eccedere con le impostazioni (5 livelli + Auto) per non ritrovarsi senza grigi scuri. Dal punto di vista della gestione del rumore la D3X offre delle prestazioni sicuramente allineate alle esigenze dei fotografi che richiedono innanzitutto ‘pulizia’ d’immagine. I livelli di intervento sono 4 in tutto, da Off a High passando per Low e Normal e mi sento di consigliare vivamente l’applicazione del livello intermedio definito Normal; questo, per sensibilità maggiori o uguali a 800 Iso, fornisce una risposta estremamente calibrata, che vede il livello di grana digitale innalzarsi in modo percettibile solo oltre 1600 Iso, e non prima. In ogni caso l’elaborazione dell’immagine eseguita da tali algoritmi appare di ottima fattura, con artefatti mai distinguibili e la conservazione del dettaglio del fotogramma. In ultimo posso ricordare la possibilità di intervenire, per mezzo di una apposita funzionalità che sfrutta il database interno delle caratteristiche degli obiettivi, sulla vignettatura delle ottiche riducendola in modo sensibile; tuttavia le ottiche di alta qualità che abbiamo usato per la prova di tale problema praticamente non soffrono. Il giudizio La D3X è una grande reflex. Grande per le dimensioni, certo, ed anche per la massa non indifferente; questa per altro è di aiuto nel rendere la ripresa più stabile e per migliorare il bilanciamento quando si usano obiettivi pesanti. E’ grande anche per la presenza di serie di tutto quello che un fotografo può aver bisogno per le proprie esigenze di ripresa. E non solo dal punto di vista dell’estetica dello scatto. Non si è detto, ma la Nikon D3X di- Nonostante la corretta esposizione del fotogramma, la possibilità di intervenire in Capture NX2 a recuperare leggibilità nelle alte luci consente di estendere ulteriormente la qualità di uno scatto. spone, come alcuni precedenti modelli, della bolla di livello integrata, visibile tanto a monitor quanto all’interno del mirino o sul display sulla calotta; inoltre è predisposta per l’utilizzo di sistemi Gps e Wi-fi, senza scordare la porta Hdmi, per il collegamento a monitor in alta definizione. Dal punto di vista operativo la macchina va per forza di cose usata in abbinamento al software Capture NX2, che rende la D3X il più potente mezzo di acquisizione Full Frame attualmente sul mercato. La loro integrazione è pressoché totale, ma conviene dotarsi di un elaboratore di elevata potenza per ottenere i migliori risultati. In definitiva la Nikon D3X stupisce per l’elevatissima risoluzione da 24 Megapixel e per l’eccellente gestione del rumore, ma anche per l’ottimo sistema esposimetrico e l’autofocus di elevate prestazioni. L’interfaccia utente poi è allineata a quelle che possono essere le esigenze operative di un moderno fotografo digitale. Che non faccia video e che non sia il corpo macchina più rapido in assoluto poco importa, a meno di non essere un professionista della fotografia d’azione o del reportage: quando la si mette nelle condizioni migliori di impiego la D3X sa far valere le proprie ragioni. Eugenio Tursi PC PHOTO 49