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Rassegna Stampa del giorno 19 GENNAIO 2010
Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi
Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007
pag.1
UN AFORISMA AL GIORNO
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I colpevoli è meglio sceglierli
che cercarli!!
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Rassegna Stampa del giorno 19 GENNAIO 2010
Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi
Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007
pag.2
CORRIERE DELLA SERA
pag. 12 – sez. Economia
MARTEDÌ, 19 GENNAIO 2010
di Mario Sensini
Sacconi rilancia la riforma
a partire dalle famiglie
Marcegaglia: ora serve una strategia di medio termine
L’ipotesi deduzioni. Angeletti: il governo stringa i tempi
ROMA— Tra gli obiettivi della riforma fiscale a cui il governo ha cominciato a lavorare c’è
anche il ritorno alle deduzioni per i carichi familiari. Mentre i sindacati hanno cominciato il
pressing per accorciare i tempi di avvio del nuovo sistema fiscale, che il ministro
dell’Economia ha ipotizzato non prima del 2013, si profila dunque una nuova rivoluzione per il
trattamento di coniugi, figli ed altri familiari a carico. Le detrazioni, che si applicano
all’imposta, erano state eliminate nel 2003 dal governo Berlusconi con la loro trasformazione
in deduzioni, che si sottraggono, invece, dal reddito imponibile. Tempo quattro anni, nel
2007, le deduzioni erano state ritrasformate in detrazioni con la riforma fatta da Vincenzo Visco con il governo di centrosinistra. E presto cambieranno di nuovo.
«Ritornare alle deduzioni per i carichi familiari è uno degli obiettivi. Sbagliò il governo
Prodi a cancellarle, perché funzionano anche meglio del quoziente familiare» ha detto ieri il
ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ribadendo che «sui tempi della riforma e su come finanziarla parla per tutti il ministro Tremonti». Che per il suo avvio ipotizza tempi non certo
brevissimi, la fine della legislatura, mettendo in allarme i sindacati.
«Non si pensi che aspetteremo il 2013 per fare la riforma fiscale» dice il segretario della
Uil, Luigi Angeletti. «Non può passare il 2010 senza che il governo dia una seria disponibilità
ad iniziare: si può cominciare dalla questione del lavoro e dei figli, raggiungendo gli obiettivi e
trovando le risorse finanziarie necessarie in modo graduale» dice Angeletti. Anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, attende dal governo segnali a breve termine. «Serve un sostegno. Rispetto al quoziente familiare, per motivi costituzionali e di reddito, è meglio un forte
assegno a favore della famiglia, che è il primo ammortizzatore sociale».
Anche la Confindustria è pronta a sedersi al tavolo del confronto. E sta preparando un
quadro di «proposte complessive su fisco e riforme» ha detto ieri il presidente, Emma Marcegaglia. «Proviamo a ragionare sullo scenario a medio termine: singoli provvedimenti e singole
frasi non risolvono i problemi di fondo del Paese» ha aggiunto la Marcegaglia, secondo la quale lo stato dei conti pubblici non deve precludere la possibilità di riforme incisive. «L’equilibrio
dei conti è fondamentale, se avessimo sforato pesantemente sarebbe stata una scelta sbagliata, ma questo non può però essere un motivo per non fare niente».
Per i familiari a carico l’attuale sistema delle detrazioni prevede un bonus di base di 800
euro per il coniuge e per ogni figlio, che decresce con l’aumentare del reddito e si annulla per chi dichiara oltre 95 mila euro l’anno. Un sistema che
premia le famiglie più numerose e con i redditi bassi, ma non quelli bassissimi, che faticano a recuperare la minor imposta. Teoricamente le deduzioni
sono più flessibili, hanno il vantaggio di abbattere l’imponibile con effetti sulle addizionali, ma lo svantaggio di risentire della struttura delle aliquote sul
reddito, procurando delle distorsioni marginali.
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pag.3
CORRIERE DELLA SERA
pag. 35 – sez. Economia
MARTEDÌ, 19 GENNAIO 2010
DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi
Parigi e Berlino: la ripresa accelera
Juncker rieletto presidente, fumata nera sulle nomine Bce. Almunia: crescita
fragile, manca il credito alle imprese
Il monito dell’Eurogruppo a Atene: nessun salvataggio, risanate i conti
BRUXELLES – La riunione dell’Eurogruppo dei ministri finanziari della zona euro si è tenuta
in un clima di contenuto ottimismo per l’aspettativa di una moderata risalita della crescita nel
2010 con previsioni al rialzo in Francia, Germania e Italia. Ma il commissario per gli Affari economici Joaquin Almunia ha parlato di «ripresa fragile» soprattutto perché continua «a essere negativo il credito alle imprese produttive» e non si vedono positivi effetti sulla disoccupazione, prevista in aumento nel 2010 anche in Italia. Preoccupano le conseguenze sull’euro del
rischio di insolvenza della Grecia, richiamata a rispettare gli impegni di risanamento e
l’attendibilità delle statistiche economiche. Divisioni permangono sull’ipotesi di tassare le transazioni finanziarie. Il presidente dell’Eurogruppo, il premier e responsabile del Tesoro lussemburghese Jean-Claude Juncker, dopo la rinuncia a candidarsi del ministro dell’Economia Giulio
Tremonti, ha ottenuto altri due anni e mezzo nel ruolo di Mister euro, che monopolizza dal
2005. Il governatore della banca centrale del Lussemburgo, Yves Mersch, resta in corsa per la
vicepresidenza della Banca centrale europea insieme al portoghese Vitor Constancio.
L’Eurogruppo ha preso atto che a Parigi intendono portare la stima del Pil francese per
quest’anno da 0,75% a 1,4%. A Berlino si parla di revisione al rialzo da 1,2% a 1,5%. Tremonti, presente all’Eurogruppo e oggi atteso all’Ecofin con tutti i 27 Paesi membri, ha ipotizzato una stima della crescita italiana nel 2010 in salita da 0,7% a 1%.
La Commissione europea segnala 6,9 milioni di disoccupati in più nell’Ue dall’inizio della
crisi nel marzo 2008. L’Italia è uno dei Paesi Ue più colpiti perché nel 2009 hanno perso il lavoro oltre mezzo milione di persone, portando i disoccupati oltre 2 milioni per la prima volta
dal 2004. La situazione appare destinata a peggiorare nel 2010 per stabilizzarsi non prima del
2011. Dilaga soprattutto la disoccupazione giovanile. Nel novembre 2009 era arrivata al
26,5% (il 5,1% in più della media europea). A Bruxelles notano che la situazione italiana poteva essere peggiore se non fossero intervenuti il forte ricorso alla cassa integrazione e agli
aiuti di Stato all’industria dell’auto.
Il ministro delle Finanze tedesco
Wolfgang Schäuble, appoggiato
dall’Olanda e da altri Paesi, ha ribadito che la Grecia deve rientrare dal
12,7% del 2009 sotto il livello massimo del 3% entro il 2012 senza contare sul sostegno finanziario degli altri
Stati della zona euro. Ma Schäuble si
è detto favorevole a un seggio unico
dell’Eurogruppo alle riunioni dei G20.
Riconferma Jean-Claude Juncker presiederà ancora l’Eurogruppo
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pag.4
CORRIERE DELLA SERA
pag. 35 – sez. Economia
MARTEDÌ, 19 GENNAIO 2010
di Sergio Rizzo
La classe dirigente più forte e anglofona:
bastano un decreto e 200 mila euro
Un comitato a Palazzo Chigi e le poltrone già prenotate
ROMA— La classe dirigente italiana è piena di smidollati? Spesso e volentieri senza nemmeno una preparazione adeguata? E che quando affrontano una discussione in lingua inglese
sembrano Alberto Sordi in «Un americano a Roma»? Ebbene, si sta correndo finalmente ai ripari. Ai massimi livelli. La presidenza del consiglio ha appena creato, con decorrenza primo
gennaio 2010, nientemeno che un «Comitato tecnico scientifico per la promozione di iniziative
volte al rafforzamento e all’internazionalizzazione delle classi dirigenti del Paese». Non stropicciatevi gli occhi. Avete letto bene: «classi dirigenti del Paese». Tutte.
Ovviamente il decreto non entra nei dettagli delle «iniziative» che dovrebbero contribuire
a risollevare le sorti delle nostre classi dirigenti. Limitandosi a stabilire il principio che le analisi e gli studi prodotti dovranno essere realizzati «attraverso incarichi e convenzioni con soggetti pubblici e privati senza oneri per la presidenza del Consiglio dei ministri». E ci mancherebbe altro. Dettagliatissima è invece la parte che riguarda il Comitato. Del quale faranno parte cinque membri, oltre naturalmente al presidente: fra questi, un rappresentante della Funzione pubblica, uno della Farnesina e tre esperti, tutti nominati da palazzo Chigi con decreto.
Resteranno in carica tutti tre anni e comunque i loro incarichi non sopravviveranno al governo
Berlusconi. A chi toccherà guidarli?
Per il posto di presidente è circolato il nome di Valeria Termini, (foto) docente di economia a Roma tre, ex vicepresidente dell’Acea e del Gestore della rete elettrica, nonché ex direttrice della Scuola superiore di pubblica amministrazione. Tutti incarichi
che le erano stati assegnati da amministrazioni di centrosinistra. Compreso l’ultimo avuto dal governo di Romano Prodi, nel quale aveva sostituito il consigliere della Rai Angelo Maria Petroni. Poco prima di Natale,
però, Valeria Termini è stata sostituita alla direzione della Scuola ed è
così rimasta senza incarico istituzionale. La sua poltrona è stata affidata
a Giovanni Tria, il cui nome è stato proposto il 17 dicembre al consiglio
dei ministri dal responsabile della Funzione pubblica Renato Brunetta.
Professore di Economia a Roma Tor Vergata, recentemente nominato dal governo anche nel
nucleo di valutazione della spesa previdenziale di Alberto Brambilla, Tria era cinque anni fa fra
gli esperti del gruppo di lavoro per il programma di Forza Italia.
Ovviamente, spiega ancora il provvedimento, né il presidente né tantomeno gli altri componenti avranno uno stipendio, un’indennità o un compenso. E ci mancherebbe altro. Ma il
Comitato, oltre a un segretario dirigente pubblico, avrà anche una segreteria tecnica «composta da non più di tre esperti, anche estranei alla pubblica amministrazione». Che dovranno
essere pagati. Poi ci sono le spese di missione «in territorio nazionale o all’estero» che andranno coperte. Così alla fine quella struttura potrà contare su 200 mila euro l’anno. Una miseria, rispetto alle cifre che spende ogni anno palazzo Chigi. Lo stesso: siamo sicuri che un
governo il quale promette di abolire gli enti inutili non possa spendere meglio quei soldi?
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pag.5
CORRIERE DELLA SERA
pag. 36 – sez. Economia
MARTEDÌ, 19 GENNAIO 2010
di S. Bo.
«Crac Burani, intercettati i manager»
Prosegue il negoziato con le banche sui debiti. L’ipotesi del concordato preventivo
La crisi del gruppo diventa una spy story. A processo Walter Burani
MILANO— Si complica ulteriormente il caso Mariella Burani, la società schiacciata da oltre
500 milioni di debiti per la quale nei giorni scorsi la Procura di Milano ha chiesto il fallimento.
Ieri il pm Maurizio Romanelli ha disposto la citazione diretta a giudizio per il presidente Walter
Burani: avrebbe fatto spiare all’inizio del 2008 Andrea Siniscalco, amministratore delegato
della controllata Greenvision ambiente.
Secondo l’accusa Burani, citato con altre sette persone, sospettava Siniscalco di «infedeltà
professionale» perciò avrebbe commissionato alla società di intercettazioni Italcons, «l' installazione abusiva all'interno dell'ufficio» del manager di «strumenti di registrazione audio e video» e in particolare, come si legge nel decreto di citazione, «di una telecamera munita di microfono collegata con un registratore». Il processo a Burani, indagato anche per aggiotaggio e
altri reati nell’inchiesta che ha al centro il gruppo di moda, e alle altre persone coinvolte comincerà il 10 novembre.
Intanto prosegue il lavoro con le banche creditrici: gli istituti dovrebbero riunirsi fra giovedì e venerdì per verificare l’ipotesi di concordato preventivo. In assenza di una ricapitalizzazione da parte della famiglia (c'è tempo fino al 12 febbraio), la società è destinata a ricorrere
alle procedure concorsuali. E l’amministratore delegato industriali e Bioera (cosmetici). Il valore della quota di Greenholding in Bioera (che ieri ha guadagnato in Borsa l’8,39%) è di circa
8 milioni mentre la partecipazione in Greenvision (che ha ceduto lo 0,61%) e di circa 17 milioni. Le due società hanno un indebitamento finanziario di 140 milioni circa.
Non si ferma neppure il negoziato con le banche della controllata quotata Antichi Pellettieri per un accordo sulla ristrutturazione del debito. Lo ha precisato ieri con un comunicato il
gruppo Burani, aggiungendo che le trattative «dovrebbero concludersi in tempi ragionevolmente brevi». La nota ha spinto il titolo in Borsa che nella seconda parte della seduta ha fatto
un balzo chiudendo con un rialzo del 12,9%. E secondo quanto ha riportato Radiocor, si starebbe delineando il piano di ristrutturazione di Mosaicon, subholding di Antichi pellettieri. L'accordo con le banche sull'ex ApBags, prevederebbe che il fondo 3I salga dall'attuale 49% al
64% della società mentre Antichi Pellettieri vedrebbe ridurre la partecipazione dal 51% al
36%. Nei prossimi giorni lo studio La Croce dovrebbe asseverare il piano dando così il via libera definitivo alla ristrutturazione della società proprietaria di marchi come Mandarina Duck e
Coccinelle.
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pag.6
la Repubblica
pag. -- – sez. Economia
MARTEDÌ, 19 GENNAIO 2010
Eurogruppo, Juncker resta al comando
Richiamo alla Grecia: agisca subito con un piano di risanamento
Rapporto sull´occupazione: nel 2009 mezzo milione di italiani ha perso il posto
DAL NOSTRO INVIATO ANDREA BONANNI
BRUXELLES - Il primo ministro lussemburghese Jean Claude Juncker è stato riconfermato alla guida
dell´Eurogruppo per i prossimi due anni e mezzo. La decisione è stata presa all´unanimità dai ministri delle
Finanze della zona euro che si sono riuniti ieri a Lussemburgo. L´Eurogruppo, che riunisce tutti i Paesi
membri dell´Unione monetaria, era fino ad ora una organizzazione informale. Ma il nuovo Trattato di Lisbona le ha conferito piena dignità istituzionale. E sono molti i Paesi, tra cui la Francia e la Spagna, che esercita la presidenza di turno dell´Unione, che vorrebbero farne un organo di coordinamento delle politiche economiche dell´eurozona.
E´ proprio questo il senso del programma di lavoro che Juncker ha sottoposto ai ministri finanziari: «Dobbiamo concentrarci sulle politiche strutturali e avere uno scambio di opinioni con conclusioni mirate e quantificate sulle politiche legate alla competitività dei vari Stati Membri».
Sulla base di questo programma, l´elezione unanime del lussemburghese è stata resa possibile dopo che
Giulio Tremonti ha dichiarato di non essere interessato alla carica. Nei mesi scorsi, Berlusconi aveva ripetutamente avanzato il nome di Tremonti ma la proposta italiana non era stata raccolta dagli altri governi europei.
Ieri l´Eurogruppo si è anche concentrato sul caso Grecia lanciando un fermo richiamo ad Atene perché
metta in pratica il piano di risanamento a cui si è impegnato. «Il governo greco deve prendere decisioni difficili ed attuarle».
Sempre ieri, in vista dell´Ecofin, la Commissione ha presentato il rapporto mensile dell´Osservatorio
sull´occupazione, dedicando particolare attenzione all´Italia. Il nostro Paese, scrive il rapporto, è quello che
con la Spagna ha maggiormente risentito degli effetti della crisi. Nel 2009, mezzo milione di italiani hanno
perso il posto. Nonostante questo, «i numeri della disoccupazione in Italia sono cresciuti abbastanza moderatamente», grazie «alle imprese che hanno fatto gran ricorso dei piani per la disoccupazione parziale e ad
alcuni settori, come quello dell´auto, che hanno ricevuto aiuti massicci».
Rassegna Stampa del giorno 19 GENNAIO 2010
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pag.7
la Repubblica
pag. 27 sez. Economia
MARTEDÌ, 19 GENNAIO 2010
di
“Globalizzazione low cost”
il made in Italy reagisce così
Caccia ai mercati emergenti per uscire dalla crisi
ROBERTO MANIA
Industria, Giano bifronte della crisi. Da una parte il crollo della produzione e l´impennata del ricorso alla
cassa integrazione, dall´altra la ricerca di nuovi mercati. Il 2009 ha bruciato una montagna di ricchezza industriale: l´ufficio studi della Cgia di Mestre ha calcolato che nel terzo trimestre dell´anno alle spalle, il valore aggiunto reale è sprofondato di circa il 14 per cento, due, tre, quattro volte e anche più rispetto agli altri
settori produttivi, dai servizi alle costruzioni. Ultima conferma statistica di una crisi soprattutto della manifattura, dove l´Italia è seconda in Europa, dopo la Germania.
Ma il 2009 - l´altra faccia di Giano - ha fatto intravedere nuovi mercati di sbocco: il Censis l´ha già battezzato un nuovo modello di «internazionalizzazione low cost», verso i paesi del Golfo e del nord Africa. Insomma, dietro le quinte, sarebbe in corso un «processo adattivo molto marcato», una ristrutturazione silenziosa. Si sarebbe aperto un nuovo capitolo dell´italica "metamorfosi" industriale che, in piena competizione
globale, aveva già portato alla ribalta le medie imprese flessibili del "quarto capitalismo" tutte orientate verso l´export.
La crisi, intanto, e le elaborazioni originali degli artigiani di Mestre su dati dell´Istat relative all´andamento
del valore aggiunto reale, cioè alla ricchezza prodotta dai vari settori. Il momento più acuto delle recessione
si è registrato per l´industria nel secondo trimestre dell´anno scorso: meno 18 per cento. Ha sofferto e soffre l´industria più tradizionale, quella metallurgica e metalmeccanica. Che, infatti, ha assorbito oltre la metà
della cassa integrazione erogata complessivamente dall´Inps: + 886 per cento nella sola metallurgia. Un
uso abnorme degli ammortizzatori sociali che non potrà proseguire all´infinito. Il Centro studi della Confindustria prevede un ritorno ai ritmi di crescita pre-crisi, non prima del 2017. Dunque, fatturati ancora scarni,
perché non bisogna farsi illudere dal «rimbalzo degli inventari», come Paul Krugman, economista premio
Nobel, chiama la ripresa della produzione dovuta solo all´esaurimento delle scorte e alla loro ricostituzione.
Piuttosto serve la ripresa della domanda. Ma i nuovi consumatori bisogna andarseli a cercare, lì dove sono,
cioè nei paesi emergenti. Si calcola che oltre il 22 per cento dei consumi privati mondiali provenga attualmente da queste aree, in particolare (quasi la metà) dai paesi del Bric (Brasile, Russia, India e Cina), dove
nei prossimi decenni si troverà anche una quota crescente di "nuovi ricchi". E´ in questa direzione che le
imprese più attrezzate si stanno muovendo. Ma c´è di più. Dice il Censis nel suo ultimo Rapporto che la
«crisi ha sparigliato le carte, rendendo il sistema del made in Italy meno compatto al proprio interno». Perché c´è chi nella crisi ha trovato nuove opportunità. Sono i distretti di Carpi (tessile), di Arzignano (concia),
di Bassano del Grappa (mobile e ceramica), di Nocera Inferiore e Parma (alimentare); il distretto vitivinicolo
della Sicilia occidentale, il distretto dell´elettronica di Sestri Ponente, quello della Val di Cembra (porfido) e
di Mirandola (elettromedicale). Da qui - scrive il Censis - verso «le economie emergenti della sponda sud
del Mediterraneo (Marocco, Tunisia, Libia), in Cina, oltre che nei paesi del Golfo». Crisi e opportunità, come
sanno da sempre proprio i cinesi.
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pag.8
la Repubblica
pag. 45 – sez. Economia
MARTEDÌ, 19 GENNAIO 2010
di
La storia senza fine dei Ferruzzi
spunta tesoretto in Liechtenstein
Conto segreto da 5 milioni riconducibile ad Alessandra, moglie di Sama
L´esito delle indagini dell´Agenzia delle entrate sui nomi cifrati di Vaduz
WALTER GALBIATI
MILANO - Un conto da 5 milioni di euro a Vaduz, in Liechtenstein. Schermato da un trust riconducibile ad Alessandra Ferruzzi, moglie in seconde nozze di Carlo Sama e tra i cui beneficiari risulterebbero i figli. È questo l´esito cui hanno portato le recenti indagini della agenzia
delle Entrate che hanno decriptato i nomi cifrati della ormai famigerata lista di contribuenti del
piccolo paradiso fiscale europeo.
L´elenco era stato fornito da un funzionario della banca Lgt alle autorità tedesche in cambio di
4,5 milioni di euro e comprendeva anche molti nomi italiani, circa 400, girati pari pari al Fisco
del nostro Paese per verificare eventuali irregolarità. Il primo accertamento aveva portato alla
luce i conti di personaggi famosi, tra cui oltre a quello dello stesso Carlo Sama (ex amministratore delegato di Montedison, marito di Alessandra Ferruzzi, cognato di Raul Gardini, protagonista del clamoroso processo per la maxi-tangente Enimont), quelli della cantante Milva,
di Vito Bonsignore (l´esponente politico ex Udc ora Pdl), del senatore Luigi Grillo (anche lui
Pdl) e della famiglia Menarini, componenti della più importante azienda farmaceutica italiana.
Ora si è alzato il sipario sui conti cifrati e sono apparsi alcuni nomi nuovi, come appunto quello di Alessandra Ferruzzi. Nei confronti della moglie di Sama, l´agenzia delle Entrate ha avviato un accertamento per il periodo di imposta che va dal 2001 al 2006, e lo ha girato per competenza alla procura di Milano per verificare possibili rilievi dal punto di vista penale. I reati
sui quali si lavora sono la omessa dichiarazione dei redditi e la dichiarazione infedele. I precedenti fascicoli, circa 110 nominativi, giunti da Roma a Milano, sono stati raggruppati nelle
mani dei pubblici ministeri Letizia Mannella e Sandro Raimondi che dovrebbero ricevere anche
quello della famiglia Ferruzzi, salita alle cronache giudiziarie a metà degli anni ´90 con il
commissariamento del gruppo ad opera di Mediobanca e l´avvio di inchieste per fondi neri tra
Milano e Ravenna.
Nel complesso mosaico di patteggiamenti, condanne e assoluzioni, una delle poche a uscirne
senza alcuna pendenza fu proprio Alessandra Ferruzzi. L´ultima sentenza era arrivata nel
2001 a Ravenna, dove il gup Donatella Fiore, l´aveva assolta insieme col marito dalle accuse
di occultamento di fondi per 200 milioni di dollari dal bilancio Ferruzzi «perché il fatto non
sussiste». La nuova legge sul falso in bilancio, invece, l´aveva prosciolta per prescrizione nella vicenda sulle sopravvalutazioni della partecipazione Fondiaria nei bilanci 1990-1994 della
Gaic (allora quotata in Borsa) che, secondo le accuse, avrebbero procurato danni patrimoniali
ai soci per oltre 1.100 miliardi di lire. Carlo Sama, invece, uscì da Tangentopoli con una condanna a tre anni, scontati per lo più (due anni e sei mesi) ai servizi sociali presso
un´associazione che si occupava di clandestini e drogati.
Rassegna Stampa del giorno 19 GENNAIO 2010
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pag.9
La Fiba-Cisl Vi augura
una giornata serena!
Arrivederci a domani
per una nuova
rassegna stampa!
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