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I quaderni di A cura di Alberto Mucci Wi – Fi come - quando - perché S ta per “partire” in Italia una nuova tecnologia nel sempre più largo e profondo campo dell’Ict: è il Wi-Fi (wireless fidelity), che possiamo chiamare in italiano e con un’immagine che rende l’idea, la fedeltà senza filo. Una tecnologia che, nata negli Usa nel 1997 per sostituire i collegamenti cablati fra Pc, si è progressivamente affermata per i suoi costi contenuti e per la facilità di utilizzazione e che ora, grazie anche al pungolo di Nicholas Negroponte, fondatore del Media Lab e riconosciuto “guru” della “grande mutazione”, sta crescendo in Europa e in particolare in Italia. La nuova tecnologia, che non è alternativa ma complementare rispetto a quella di terza generazione, è destinata a dare uno scossone al mondo delle telecomunicazioni, ad aprire nuove e più avanzate frontiere alla società della comunicazione. Il Quaderno, elaborato da ricercatori e collaboratori della Fondazione Ugo Bordoni, fornisce il quadro d’insieme, illustra le prospettive, presenta precise testimonianze di come, di quando, e del perché della nuova tecnologia. Di come la stessa possa svilupparsi e di come il Governo italiano intenda farla crescere. Entro fine anno verrà messa a punto dal Governo una nuova regolamentazione per il Wi-Fi. Sarà allineata a quella europea, fornendo una concreta risposta alla richiesta italiana, propugnata dal Ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, di definire in sede Ue norme comuni per le attività Ict. La nuova regolamentazione si ispirerà a tre principi fondamentali: l’integrazione delle reti (per evitare ingiustificate incompatibilità); la non discriminazione (tutti gli operatori devono avere la possibilità di esercitare il servizio Wi-Fi e/o altri); la piena concorrenza, fondamento del mercato europeo. Con queste basi, che hanno valenza anche culturale, l’Italia si accinge a fare un altro, importante passo in avanti in un settore dove prodotti (tecnologie), mercato e regole, come osserva Guido Salerno, devono avere analogo e armonizzato ruolo. Supplemento al numero di Novembre n.201 di Media Duemila Indice Regole per una sana competizione: intervista al ministro delle comunicazioni, Maurizio Gasparri Being Wireless/Senza fili articolo di Nicholas Negroponte Wi-Fi: un po’ di storia ... e di tecnica Wireless-Web Surfing e Wi-Fi WISPs nel mondo: gli scenari Integrazione del Wi-Fi nelle reti telco Le regole in Italia e in Europa Evoluzione degli standards WLAN Gli aspetti critici Il progetto Internet@scuola Una moneta per la scuola articolo di Geminello Alvi Progetto TERRA-Lecce L’esperienza Wi-Fi a Dublino Apparati disponibili sul mercato News dal mondo Wi-Fi Qualche conclusione Il punto di vista della UE 77 79 83 84 85 86 89 91 93 95 96 98 99 100 101 102 103 Hanno collaborato alla realizzazione di questo inserto, coordinato da Dario Di Zenobio: Laura Aria, Wi – Fi. Come - quando - perché Una nuova rivoluzione È iniziata in Italia la sperimentazione del servizio pubblico WI-FI, la tecnologia senza fili che permette, attraverso antenne collegate su una frequenza domestica (onde radio a bassa frequenza), il collegamento a Internet con un PC portatile. Uno tra i primi a parlare di questa nuova tecnologia è stato Nicholas Negroponte, direttore del Media Lab di Boston. Durante le sue frequenti conferenze italiane il “guru” del digitale ha sostenuto come questa tecnologia possa mettere in discussione lo sforzo economico e tecnologico collegato al lancio della rete di terza generazione e cioè l’UMTS. Nell’articolo che apre questo fascicolo, dedicato ad approfondire i molteplici aspetti tecnici della nuova tecnologia, Negroponte sviluppa il suo ragionamento, parlando della nuova e straordinaria rivoluzione che sta per arrivare nel mondo delle TLC: “Tutto quello che sapevamo deve essere cancellato dalla nostra mente - sostiene perché le compagnie telefoniche a larga banda o senza fili verranno rimpiazzate da micro-operatori. Questi potranno collegarsi tra loro e formare una comunità sempre connessa”. (Pubblichiamo in altra pagina, eccezionalmente il testo in inglese e in italiano). La tecnologia 802.11b nasce 5 anni fa con l’obiettivo di implementare le reti locali senza fili, sostituire i vecchi cavi coassiali senza il ricorso a trivellazioni e ai circuiti elettrici. Oggi i costi di installazione di queste Wireless Lan sono diminuiti e ciò ha portato ad una diffusione notevole di questa tecnologia: solo negli USA si contano circa 15 milioni di connessioni. La novità è che il Wi-Fi non si ferma più dentro le pareti domestiche ma che può coprire aree più estese. La novità di questa tecnologia, secondo Negroponte, è insita nel fatto che ciascun utente può usare una piccola parte della banda ad alta velocità avendo la sensazione di usufruire di rete e servizi di altissima qualità. Inoltre è un tipo di tecnologia che si costruisce e si espande dal basso verso l’alto, in senso figurato è pari ad una democrazia e senz’altro simile a Internet. L’esplosione del mondo della rete non è stato un fenomeno imposto da qualche multinazionale; anche il Wi-Fi non sarà imposto ed è differente da tutte le altre perché non richiede grandi investimenti. Un dato di fatto di estrema importanza dopo le ubriacature del 2000-2001. Regole per una sana competizione Intervista al Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri Q uale la linea ufficiale del Governo sull’applicazione in Italia della tecnologia Wi-Fi? Abbiamo interpellato il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ponendogli una serie di domande. Il Wi-Fi, come abbiamo spiegato nella premessa, è un sistema che consente di collegarsi con un computer portatile, senza bisogno di fili, alla rete di telefonia - 77 - I quaderni di Telèma fissa e, attraverso quella, a Internet ad alta velocità, nei luoghi coperti dalle antenne. Questi luoghi possono essere privati, e qui non ci sono problemi di regole, ma se un operatore vuol vendere un servizio Wi-Fi in un fondo aperto come si regola? Recentemente si è assistito ai primi esempi di Wi-Fi ad uso pubblico, che hanno suscitato l’attenzione di tutti gli operatori del mondo delle telecomunicazioni, dell’industria e, non ultima, dell’utenza business. Tale mercato che ha un forte potenziale di crescita non è ancora adeguatamente regolamentato dal punto di vista giuridico, per quanto riguarda l’offerta di servizi offerti al pubblico. La prima necessità, nell’autorizzare l’uso pubblico del Wi-Fi, è quella di individuare delle regole che permettano la competizione, onde favorire gli utenti, e che non siano discriminanti, quindi un operatore che voglia vendere il servizio in luoghi aperti al pubblico dovrà attenersi alle regole ed al rilascio di un’autorizzazione generale. Lei ha più volte ribadito il principio di: “regole uguali per tutti i paesi d’Europa”. Ma crede che si arriverà a questo risultato? Le opzioni di regolamentazione sono differenti perché taluni Stati prevedono il rilascio di apposite autorizzazioni ed altri considerano il servizio di libero uso anche per l'offerta al pubblico. Dunque, il problema si pone. Nel luglio scorso il commissario Erkki Liikanen ha convenuto sulla necessità di prevedere regole comuni a livello europeo e mi ha annunciato l'intenzione di presentare una Raccomandazione con la quale si invitano gli Stati membri di permettere, tramite il rilascio di autorizzazioni generali, la fornitura dei servizi al pubblico che utilizzano le reti Wi-Fi. L’iniziativa, sollecitata dall’Italia, si colloca nell’auspicato e sempre più necessario coordinamento europeo di processo di sviluppo di nuove tecnologie, per rendere possibile un mercato aperto e competitivo. Vista la disponibilità della Commissione e di molti Stati Membri, mi sento fiducioso in un risultato positivo, ovvero che si possa arrivare ad una norma valida per tutti i paesi usando lo strumento della Raccomandazione. E’ poi logico attendersi che, se il legislatore europeo non riuscisse ad individuare regole comuni, non mancherà, una autonoma iniziativa di regolamentazione da parte dell'Italia, in un quadro di armonizzazione con i servizi esistenti, non perturbando altri mercati delle telecomunicazioni in via di sviluppo. Lei crede che il Wi-Fi possa occupare spazi di mercato e servizi che sono propri delle tecnologie di 3G? La nostra politica è stata quella di far sviluppare tutte le tecnologie a difesa del consumatore, ma salvaguardando i diritti e i doveri di ogni operatore, sia pubblico che privato. Per questo una regolamentazione è necessaria. Da un punto di vista tecnico, per giunta, mi risulta che i servizi che possono essere soddisfatti dalla tecnologia Wi-Fi e da quelle di 3G sono complementari, per cui non c’è antagonismo tra tecnologie, ma piuttosto le une possono trarre giovamento dallo sviluppo regolamentato delle altre. Fonte IDC, 2002 - 78 - Wi – Fi. Come - quando - perché Being Wireless Senza fili articolo di Nicholas Negroponte E verything you assumed about telecommunications is about to change. Large wired and wireless telephone companies will be replaced by microoperators, millions of which can be woven into a global fabric of broadband connectivity. How will this come to be? Over the past 30 years, telecommunications has enjoyed three major changes, each a real epoch. The first, in the '70s, was digital. The second was packet switching. The third was wireless. Each spurred some fundamental innovation. The first launched multimedia, among other things. The second, "always on" connectivity. And the third, functional mobility. Combined with worldwide deregulation, these generational changes have given the consumer more services at lower costs. This is especially true in cellular telephony, which has had an enormous cultural impact around the world. (The effect has been least visible in the US, but that's another story.) VOICE-CENTRIC 3G Against this background of momentous progress, today's wireless providers are about to make a small, almost irrelevant change, moving to the so-called third generation of wireless. 3G is too little too soon, with none of the attributes of a real generational shift. It is still voicecentric at a time when data usage is gaining fast, a conversion that 3G can nowhere near fully accommodate. By chance, the computer industry has been driving a parallel and seemingly unrelated initiative for wireless local area networks, called 802.11. Initially, it was conceived to replace coaxial cables and remove the need to drill holes and string wires. Five years ago, I put a wireless LAN in my home in Boston. At the time it cost about $2,000 for the base station and $500 for each device I wanted to connect. Today, it costs $120 and $50, respectively, and the price is dropping. T utto ciò che si è presupposto nelle telecomunicazioni sta per cambiare. Le grandi aziende di telefonia mobile e fissa saranno sostituite da microoperatori, milioni dei quali potranno essere inseriti in un tessuto globale di connettività a banda larga. Come sarà possibile tutto questo? In questi ultimi 30 anni, le telecomunicazioni hanno avuto tre cambiamenti importanti, ciascuno in un'epoca ben definita. Il primo, negli anni ‘70, è stato il “digitale”, il secondo è stato la commutazione di pacchetto ed il terzo il wireless. Ciascuno di questi cambiamenti ha prodotto un’innovazione fondamentale. Il primo ha lanciato le trasmissioni multimediali, il secondo la possibilità di avere una connessione in rete continua ed il terzo la comunicazione mentre si è in movimento. Questi cambiamenti generazionali, uniti alla “deregulation” in atto in tutto il mondo, hanno dato al consumatore più servizi e a costi inferiori. Ciò è particolarmente vero nella telefonia cellulare, che ha avuto un enorme impatto culturale in tutto il mondo (l'effetto è stato particolarmente evidente negli Stati Uniti, negli ultimi tempi, ma questa è un'altra storia.) IL 3G FOCALIZZATO SULLA VOCE In contrapposizione a questa fase di importante progresso gli attuali operatori mobili stanno facendo un piccolo, quasi irrilevante, cambiamento muovendosi verso la cosiddetta terza generazione del wireless. Il 3G è un cambiamento modesto ed immaturo, con nessuno degli attributi di un cambio generazionale reale. Infatti esso è ancora focalizzato sulla voce, in un momento in cui lo scambio di dati sta crescendo rapidamente, cosa che il 3G non può in nessun modo soddisfare pienamente. L'industria del computer ha sviluppato uno standard parallelo, ed apparentemente indipendente da quella degli operatori mobili, indirizzata alle WLAN, definito 802.11. Inizialmente, esso è stato concepito per sostituire i cavi - 79 - I quaderni di Telèma As a result, this kind of networking is growing wildly, with a conservatively estimated 15 million connections in the US. WI-FI'S REACH DOESN'T STOP But 802.11 systems now available in a variety of flavors, including 802.11b, widely known as Wi-Fi do not stop at the walls of your home. Depending on the intervening materials, a vanilla Wi-Fi can radiate more than 1,000 feet. Since I live in a high-density area, my system reaches perhaps 100 neighbors. I do not know how many use it (totally free) frankly, I do not care. I pay a fixed fee and am happy to share. Because further down the street, beyond the reach of my system, another neighbor has put in Wi-Fi. And another, and another. Think of a pond with one water lily, then two, then four, then many overlapping, with their stems reaching into the Internet. (Credit for the water lily analogy goes to Alessandro Ovi, technology adviser to European Commission president Romano Prodi.) Look at the numbers: 3G, in its most generous projections, will deliver data speeds of 1 megabit per second in two years. Today, Wi-Fi commonly provides 11 megabits, offering up to 54 megabits. Which standard do you think will be adopted? In the future, each Wi-Fi system will also act like a small router, relaying to its nearest neighbors. Messages can hop peer-to-peer, leaping from lily to lily like frogs the stems are not required. You have a broadband telecommunications system, built by the people, for the people. Carriers are aware of this, but they discount it because they do not feel there will be sufficient coverage. They are wrong. A BROADBAND SYSTEM Three things make this peer-to-peer structure so interesting. First, its emergence and growth are viral. Viral telecommunications is a truly new, bottom-up phenomenon, where everyone builds their own and the whole is woven together into a mesh by loose agreements. In the face of a down telecom market and tight capital spending, this has further appeal. Second, its performance increases with coassiali ed evitare di perforare muri ed installare nuovi cavi. Cinque anni fa, ho messo una WLAN nella mia casa a Boston. Costò circa $2.000 per la stazione base e $500 per ogni dispositivo che ho voluto collegare. Oggi, gli stessi apparati, costano $120 e $50 rispettivamente, ed il prezzo sta ulteriormente diminuendo. Di conseguenza, questo genere di rete sta sviluppandosi selvaggiamente e, una stima conservativa, valuta in 15 milioni di unità i collegamenti attivi negli Stati Uniti. L'ESTENSIONE DEL WI-FI NON SI ARRESTA I sistemi con standard 802.11, ora disponibili in una varietà di “sapori”, compreso lo standard 802.11b, noto come Wi-Fi, non si arrestano alle pareti della vostra casa. Secondo i materiali di costruzione, una Wi-Fi alla “vaniglia” può irradiare su un’area di 300m di raggio. Poiché vivo in una zona ad alta densità, il mio sistema raggiunge forse 100 vicini. Non so quanti di essi stiano usando le WLAN, e francamente, non me ne preoccupo. Pago un canone fisso, felice di condividere la rete WLAN. Più giù, nella via, oltre la copertura radio del mio sistema, un altro vicino ha messo un sistema Wi-Fi. E poi un altro, ed un altro ancora. Pensa ad uno stagno con una ninfea, poi due, poi quattro; molte che si sovrappongono, con i loro gambi che raggiungono la rete Internet (l'analogia della ninfea va accreditata ad Alessandro Ovi, consigliere tecnologico del presidente della Commissione Europea Romano Prodi.) Guarda ai numeri: il 3G, nelle proiezioni più generose, trasporterà dati a velocità di 1 megabit al secondo con una evoluzione della tecnologia in due anni. Oggi, il Wi-Fi fornisce immediatamente 11 megabit per secondo, offrendo la possibilità di velocità dati fino a 54 megabit per secondo. Quale standard pensate sarà adottato? Nel prossimo futuro, ogni sistema Wi-Fi si comporterà come un piccolo router, che ripete segnali ai vicini. I messaggi possono passare da utente ad utente, saltando da ninfea a ninfea come rane, in questo caso i gambi non sono richiesti. Così si ha un sistema a banda larga di telecomunicazioni sviluppato dalla gente, per la gente. Gli operatori telco - 80 - Wi – Fi. Come - quando - perché tradizionali temono questo, ma non danno credito a tale possibilità perché non ritengono vi sia sufficiente copertura radio. Essi sbagliano. the number of nodes. Typically, adding handsets means interference goes up and quality of service goes down. In this topology, more nodes equals better service. Third, there's the concern about electromagnetic radiation. Europe, in particular, is extremely conscious of the unknown health consequences of electromagnetic "smog." In the US, we hear periodic claims of handsets causing brain cancer. Whatever the evidence, the topology of multi-hop networks needs less power, as the signals go only a short distance. One can assume that lower power means lower health risk. THE WATER LILIES AND THE FROGS Spectrum today is managed like real estate carefully parceled out by government. Recent high-priced auctions have established enormous and unrealistic prices for these properties. All the more reason, according to the old way of thinking, to fence them off, allowing each to operate without interference and with sovereignty. Yet new ways of running the pond are emerging, because we can pack more and more intelligence into the water lilies and frogs. Using less power and at lower prices, wireless spectrum can be employed far more efficiently. Particularly interesting are areas set aside as freely usable by anybody, for anything, without a license. These relatively small chunks of bandwidth, sprinkled across different frequencies, are considered more or less junk. This unlicensed spectrum is used for cordless phones, garage door openers, microwave ovens, and all sorts of other innocent but unforeseen applications. What people have learned with WiFi, and recent experiments with spread spectrum and CDMA, is that we can rethink how we allocate spectrum. We can consider parts (maybe all of it) as a large commons, rather than small lots. Strict boundaries are then replaced by suitable behavior. To avoid a tragedy of the commons, akin to overgrazing, people need to work, for example, within power constraints. Fine: It's like agreeing not to yell "fire" in a crowded theater. UN SISTEMA A BANDA LARGA Tre cose rendono questa struttura da utente ad utente così interessante. In primo luogo, la sua nascita e il suo sviluppo sono virali. Le telecomunicazioni virali sono veramente nuove, un fenomeno “bottom-up”, dove ognuno costruisce la propria rete e l’intera connessione è costruita mettendo insieme una rete a maglia, basata su accordi spontanei. Di fronte ad un mercato delle telecomunicazioni in calo ed una ristretta capacità di investire capitali, questo approccio ha un’ulteriore attrazione. In secondo luogo, le prestazioni delle WLAN aumentano con il numero dei nodi. Di solito, invece, aggiungendo apparati, l'interferenza cresce e la qualità del servizio degrada. Quindi, con questa topologia, più nodi determinano un servizio migliore. In terzo luogo, vi è preoccupazione generalizzata circa le radiazioni elettromagnetiche. L’Europa, in particolare, è estremamente attenta nei riguardi delle poco conosciute conseguenze, provocate dallo “smog elettromagnetico”, sulla salute umana. Negli Stati Uniti, sentiamo continue accuse rivolte ai telefonini perchè si pensa provochino il cancro al cervello. Qualunque sia la verità, la topologia di reti “multi-hop” ha bisogno di meno potenza emessa, poiché i segnali sono trasmessi a breve distanza. Non è azzardato, comunque, supporre che potenza emessa più bassa implichi meno rischi per la salute. LE NINFEE E LE RANE Lo spettro, oggi, è controllato come un bene immobile ripartito con attenzione dal governo. Le recenti aste, così care, hanno stabilito prezzi enormi e non realistici per queste proprietà. Il motivo, secondo il vecchio modo di pensare, è quello di proteggere lo stesso bene, permettendo ad ognuno di operare senza interferenza e con esclusività. Tuttavia stanno emergendo nuovi modi di traversare lo stagno, perché possiamo concentrare sempre più intelligenza nelle ninfee e nelle rane. Usando meno potenza - 81 - I quaderni di Telèma NEW SOLUTIONS Reallocating spectrum won't happen overnight. It is just as hard to shake up occupied electromagnetic zones as it is to bulldoze part of a city for a park or a civic center. New attitudes will have a more immediate effect as we look to higher and higher parts of the spectrum, and use them for shorter and shorter distances. The new thinking will also impact places where wireless penetration is conspicuously low among real water lilies and frogs, ironically, in some of the most rural, remot0e parts of our world. A dirty little secret about 802.11b is that it can cover more than 20 kilometers with suitably directional antennas. Imagine reaching places that do not have sufficient commercial value to justify classic infrastructure. In these cases, the viral nature of unlicensed telecommunications becomes a major force of human development, transforming everything from education to entertainment, hospitals to hiring halls. And won't that make an astonishing splash. Dalla selce al silicio “Il futuro è wireless” sostiene “Dalla selce al silicio”, il bel volume sulla storia della comunicazione e sul suo futuro, messo a punto e rinnovato nell’articolazione da Giovanni Giovannini, in uscita a dicembre. Nuova edizione e rinnovato impegno di analisi e di proiezione sul domani. Un nuovo capitolo di questa edizione è dedicato, appunto, al Wi-Fi (wireless fidelity), una tecnologia “potente”: 11 megabit per secondo, basato su un trasmettitore radio rende accessibile la rete a qualsiasi pc dotato di una semplice scheda nel raggio di 50 metri al chiuso e 300 all’aperto. l’approfondimento sviluppato da “Dalla selce al silicio” è consigliato ai lettori di questo inserto di Telèma. emessa e costi minori, lo spettro radio può essere impiegato molto più efficientemente. Particolarmente interessanti sono le bande utilizzabili da tutti, per qualunque scopo, senza licenze. Queste porzioni di banda, relativamente piccole, distribuite a frequenze diverse, sono considerate più o meno scarti. Questo spettro senza licenza è usato per telefoni senza fili, automatismi di porte di garage, forni a microonde e tutta una sorta di altre semplici applicazioni. Quello che la gente ha imparato con il Wi-Fi, e i recenti esperimenti con lo “spread spectrum” e il CDMA, è che si può ripensare al modo di allocare lo spettro. Possiamo considerare parti, e forse l’intero spettro radio, come un grande terreno comunale, piuttosto che piccoli lotti. Confini precisi vengono così sostituiti da un adeguato rispetto della proprietà. Per evitare un eccessivo sfruttamento del terreno comune, analogo alla coesistenza di molti allevamenti all’interno dello stesso pascolo, la gente deve operare, per esempio, all’interno dei vincoli imposti alla potenza emessa. Bene: è come mettersi d’accordo di non gridare "al fuoco" in un teatro affollato. NUOVE SOLUZIONI La ridistribuzione dello spettro non avverrà in una notte. Rimuovere parti dello spettro elettromagnetico già occupate è come abbattere parte di una città per un parco o un centro sociale. Nuove soluzioni avranno un effetto più immediato, se pensiamo di utilizzare frequenze sempre più alte e distanze sempre più corte. Il nuovo modo di pensare avrà, inoltre, un impatto in quei posti nei quali la penetrazione radio è molto bassa al momento, come fra ninfee e rane, ironicamente, in alcune delle più rurali e remote parti del nostro mondo. Un piccolo segreto circa lo standard 802.11b è che può coprire più di 20 chilometri con specifiche antenne direzionali. Si immagini di raggiungere posti che non hanno un valore commerciale sufficiente da giustificare l'infrastruttura telco classica. In questi casi, la natura virale delle telecomunicazioni senza licenze si trasforma in una maggiore forza di sviluppo umano, trasformando ogni cosa, dall’istruzione all’intrattenimento, dagli ospedali a sale ricreative. E non risulterà una sorprendente attrattiva. - 82 - Wi – Fi. Come - quando - perché Wi-Fi:un po’di storia… e di tecnica C on l’acronimo Wi-Fi (Wireless Fidelity) si intende la tecnologia di trasmissione radio nota agli addetti ai lavori come standard IEEE 802.11b. Questa tecnologia permette di realizzare una rete di connessione tra computers o terminali multimediali predisposti a questo standard, senza fili, con una velocità dati fino a 11 Mbps, operando in un area da 30 a 100m nell’ambito di edifici e fino a 300m in collegamenti senza ostacoli. Questa “area di copertura” può essere estesa con l’uso di ripetitori specifici (apparecchiature poco più grandi di un pacchetto di sigarette). In altre parole si realizza una “Wireless Local Area Network” (WLAN), una rete locale tra computers che possono essere spostati (terminali nomadici o portatili) perché non hanno una connessione cablata. Gli apparati, e dunque i sistemi WLAN, spesso vengono denominati con differenti acronimi: RadioLAN, Wavelan, WiFi, ecc., ma essi sono frutto della stessa tecnologia. In ambito mondiale, fatta esclusione per pochi paesi, questi sistemi WLAN sono “non regolamentati” e per questo usano bande, come la 915 o la 2400 MHz, definite “unlicensed frequencies”, nel rispetto delle caratteristiche tecniche richieste (bande, tecnica di trasmissione, potenze emesse, etc). In Italia, in particolare, queste reti, data la regolamentazione esistente, possono operare per uso privato, anche se una nuova regolamentazione è in arrivo per disciplinare l’uso pubblico. La banda di frequenza nella quale opera la WLAN-802.11b in Italia è quella dei 2.4 GHz (2.400-2.4835 GHz, tipicamente 2.422 GHz), assegnata a servizi diversi, infatti coesistono nella stessa banda apparecchiature per la ripetizione del segnale televisivo in luoghi privati (Video Sender), sistemi per telecontrolli, forni a microonde, etc. Spesso sono queste apparecchiature, difficilmente controllabili come caratteristiche tecniche operative ed utilizzanti modalità di trasmissione (modulazione, potenze, etc) non rispettose della compatibilità ed interoperabilità con altri sistemi, quelle che causano interferenze o emissioni elettromagnetiche elevate. Evoluzione dello standard 802.11b N uovi sistemi, compatibili con quelli classificati 802.11b, stanno per essere introdotti sul mercato e possono operare in “dual band” tra la 2.4 e la 5.7 GHz, con una capacità di trasmissione molto più alta, pari a circa 54 Mbps. Questi nuovi sistemi si riferiscono agli standard, per altro ancora in discussione, noti come 802.11a (operante nella banda dei 5GHz , e compatibile con lo standard europeo HyperLan 2) e 802.11g (operante nella stessa banda dei 2.4 GHz). Per quanto riguarda la potenza di trasmissione, come si evince dalla scarsa efficienza di copertura radio, i sistemi Wi-Fi trasmettono con una potenza inferiore ai 100mw (un decimo di watt: dieci, venti volte meno di un normale telefonino). Si riportano di seguito le raccomandazioni europee alle quali questi sistemi devono essere conformi in termini di emissioni. Low Voltage Directive 73/23/EEC Safety EN60950/IEC950 EMC EN55022/CISPR22 ClassB, EN61000-3-2, EN61000-3-3, EN50082-1 Caratteristiche tecniche delle apparecchiature C ome noto, le apparecchiature WLAN si distinguono in Unità Centrale, meglio nota come Access Point, e schede d’utente. Tralasciamo la descrizione tecnica di queste ultime perché ben nota mentre facciamo notare che gli Access Points, di varie marche, hanno per lo più caratteristiche comuni, salvo alcune peculiarità nelle modalità di configurazione, ovvero nel software di secondo livello. - 83 - I quaderni di Telèma Wireless-Web Surfing e Wi-Fi I n un cartellone pubblicitario, negli USA, si vede un uomo vestito di tutto punto (manca la bombetta!) tenere in mano un PC palmare e dietro scorre la scritta: “Vai nel vero mondo del fast Internet …per una giusta risposta alle tue domande, dovunque tu sei”. Ammesso, dunque, che esiste ed esisterà sempre più questo bisogno di ricorrere ad una via di scambio e fonte di informazione così estesa e potente, come il mondo Internet, in qualsiasi momento della giornata, dovunque ci si trovi è spontaneo chiedersi quale sia la soluzione ideale per il “Wireless – Web surfing”. Probabilmente, mentre si cerca la risposta a tale domanda, con confronti e studi tecnico-economici, il mercato reale dell’utenza digitale, quella che già opera ed ha maturato una propria esperienza, anticiperà tali scelte, adottando una soluzione immediatamente disponibile, con una fuga in avanti che potrebbe cogliere impreparato il settore delle telecomunicazioni professionali. In tale cornice va inquadrato l’interesse per la tecnologia WLAN, o Wi-Fi, o Radio LAN, acronimi ormai ben noti ai lettori. Facciamo un po’ di storia. Il sistema Wireless Local Area Network è stato inizialmente concepito per il collegamento senza fili (cavi) di terminali intelligenti all’interno degli edifici, sostituendo, così, le reti locali realizzate con cavi. Sostanzialmente, tutto ciò che è possibile fare con computer collegato alla rete cablata (LAN) è possibile, nei limiti della tecnologia radio che si adotta, fare con un PC portatile, palmare, etc., o con lo stesso computer da tavolo, corredato con opportuna scheda WLAN. Dunque, flessibilità e libertà d'impiego in aree coperte dal segnale radio, ma potenzialità analoghe al classico PC fisso. E’ bene ricordare, e ripetere per evitare confusioni e pericolose dimenticanze, che la tecnologia WLAN, sia che si adotti lo standard IEEE 802.11b o altro, è stata sviluppata per collegare più PC alla stessa rete, affinché essi possano colloquiare ed accedere a risorse comuni (memorie di massa, stampanti, etc.), per cui “una tecnologia di collegamento” non è di per se stessa apportatrice di novità informatiche, ma tutt’al più, da essa possono originarsi nuove modalità di offerta dei servizi. L’aspetto importante della soluzione WLAN è che essa è stata sperimentata in varie forme e da più anni (anche lo standard IEEE 802.11b è ormai datato, tanto che sono pronte evoluzioni più performanti). I prodotti WLAN sono a disposizione del mondo degli “utenti digitali” nei negozi specializzati e sono una realtà commerciale. Per questo motivo, qualunque area con un possibile alto addensamento d’utenti (aeroporti, centri commerciali, etc.), servita da una WLAN, diventa un’isola dove quella possibilità di “Wireless – Websurfing” diventa più concreta. Infatti, laddove una WLAN opera, è facile immaginare che l’uomo della pubblicità, di cui sopra, possa dire: “Datemi un collegamento tra la rete WLAN ed un Provider e il mondo Internet sarà mio!” - 84 - Wi – Fi. Come - quando - perché Un’equa competizione V a però sottolineato che le WLAN utilizzano bande di frequenza condivise e, pertanto, soggette ad interferenza, con possibile degradazione di qualità del servizio. Inoltre, l’area di copertura è molto limitata se non si adottano particolari accorgimenti tecnici. Pertanto, sono necessarie delle regole che permettano la coesistenza e la piena operabilità di più reti WLAN nello stesso sito o in siti adiacenti e/o la presenza contemporanea di reti mobili. Per chiarire il senso di un sistema di autorizzazione generale, non discriminante, senza esclusive per nessuno riportiamo il pensiero del dott. Guido Salerno, consigliere del Ministro delle Comunicazioni: “L'uso del nuovo servizio nei luoghi pubblici non dovrebbe essere limitato solo per favorire gli operatori mobili titolari di licenze Umts. Né si possono concedere esclusive agli operatori di Wi-Fi, che naturalmente le gradirebbero. Tutti chiarisce - dovranno poter fornire il nuovo servizio accordandosi con i gestori degli aeroporti, delle stazioni e degli altri luoghi pubblici, i cosiddetti fondi aperti. Avremo un sistema di autorizzazione generale come previsto dall’Unione europea, in base al quale un operatore potrà rilasciare qualunque tipo di servizio. E non ci sarà assegnazione di bande di frequenza. Chi installa antenne negli hot spot dovrà accettare il traffico prodotto da chiunque, a beneficio del cliente. Il quale per esempio dovrà poter passare da un operatore Wi-Fi di un aeroporto all’operatore di un’altra rete Wi-Fi usando la stessa “card”. Inoltre chi installerà antenne Wi-Fi non potrà discriminare altri operatori di telefonia (GSM,Umts,etc.). I vari passaggi saranno pagati ai diversi operatori come oggi si fa con il roaming tra i diversi gestori di telefonia mobile. Insomma ci atteniamo a tre regole: integrazione, non discriminazione, piena concorrenza”. Quindi, occorre fare chiarezza, e non solo a livello nazionale, per rendere la competizione tra diverse tecnologie equa sia in termini di diritti, sia in quella dei doveri, sia in termini di costo/qualità di servizio offerto, ma anche a livello europeo. Dunque, data la dinamicità delle situazioni sia in termini tecnici che normativi, gli scenari che si possono immaginare sono molteplici, grazie proprio all’immediatezza della soluzione WLAN, che è a portata di mano dell’utente, e non solo di questo. Alla fine siamo tornati alla domanda iniziale: la tecnologia Wi-Fi è “la soluzione ideale” per il “Wireless-Web Surfing”? Forse. E’ un buon candidato, ma a condizione che si stabiliscano regole chiare a livello europeo, per garantire il miglior servizio agli utenti e la corretta competizione tra tutti gli operatori. (Dario Di Zenobio) WISPs nel mondo: gli scenari L a rete Internet è divenuta, con il passare degli anni, uno strumento essenziale per ottenere e scambiare le informazioni in modo veloce ed economico. Il rapido sviluppo della tecnologia fornisce sempre nuove soluzioni per accrescere la possibilità di connessione a questa rete. E’ questo il caso della tecnologia su cui si basano le WLAN che può offrire una soluzione di accesso senza fili alla rete “backbone”, messa a disposizione da un qualsiasi operatore di telecomunicazioni, a velocità di trasferimento dati molto elevate (10-50 Mbps) a basso costo di implementazione ed in tempi relativamente brevi. Per far si che questo sia possibile, tuttavia, sono necessari dei punti di accesso “wireless” ai quali, un generico utente registrato, si può collegare utilizzando gli appositi apparati WLAN. Questi punti di accesso “wireless”, anche chiamati “hot spot”, saranno gestiti dai WISPs (Wireless Internet Service Providers) e dovranno prevedere un “Bridge” WLAN, che rappresenta l’interfaccia tra il mondo radio e il mondo cablato preesistente. In questo modo un - 85 - I quaderni di Telèma qualsiasi negozio, appartamento o edificio in genere, che assicura una connessione affidabile e sicura ai propri utenti, potrebbe essere la sede di un “hot spot” (che, nel caso limite, potrebbe costituire l’unico punto di accesso di un WISP). Lo sviluppo dei WISP determinerebbe numerosi benefici come ad esempio: l’allargamento del mercato degli ISP con conseguente riduzione dell’attuale costo di connessione; un aumento del traffico dati; l’incentivazione all’utilizzo di apparati basati sulla tecnologia WLAN; nuove opportunità di lavoro; ecc.. Questo scenario è ovviamente possibile in paesi dove l’uso di frequenze per reti WLAN, tipicamente la banda dei 2.4 GHz, è libera. Comunque, è bene ricordare che dove non esistono regole non si possono pretendere livelli di qualità di servizio garantiti. Per cui, contrapposto allo scenario dinamico e competitivo dei WISPs, esiste il mondo degli utenti che non possono pretendere né la piena accessibilità né la piena capacità, sempre e dovunque. La conseguenza è che qualche forma di “regolamentazione” appare necessaria, anche in questi paesi, magari come “agreement” tra operatori raccolti in associazioni. Ad esempio negli Stati Uniti, e più precisamente a Boston, è stata annunciata la nascita di una nuova associazione dei WISP chiamata Pass-One. Pass-One è stata fondata da cinque WISP e da cinque fornitori di apparati WLAN con l’obiettivo di sviluppare il business degli “hot spot” WLAN e di promuovere un unico modello di business, valido a livello mondiale. Nonostante si stia ancora lavorando ai dettagli tecnici del roaming delle WLAN per fornire la migliore soluzione possibile per l’utente, sta diventando impellente la necessità di accordi interaziendali sul livello del servizio. Perciò i WISP, i fornitori e carrier GSM hanno deciso di creare un’entità centrale che definisca questi standard e, allo stesso tempo, offra i servizi amministrativi consolidati a tutti i membri Pass-One. Implementando standard minimi e certificando i suoi membri, Pass-One intende ricreare le stesse condizioni per gli utenti di tutto il mondo. I membri fondatori sono: Wayport Inc. Symbol Technologies, Nomadix, Funk Software, OpenPoint Networks, Wificom, FatPort Corp., Tele2, Service Factory AB e TSI Telecommunication Services Inc. L’associazione dovrebbe rappresentare tutti i WISP, indipendentemente dal fatto che operano su un numero limitato di “hot spot” oppure che assicurino una copertura a livello regionale/nazionale. Integrazione del Wi-Fi nelle reti telco A rticolando il nostro discorso, riteniamo utile riportare il punto di vista di un operatore telco, fortemente impegnato nel mercato europeo e nella introduzione del servizio mobile di 3G, al fine di avere una panoramica di impressioni sugli argomenti trattati più variegata e significativa. Con quest’obiettivo abbiamo intervistato il portavoce di Vodafone-Omnitel. Wi-Fi opera in una porzione dello spettro finita, e allocata per l’uso da parte di molteplici tipi di servizio ed utilizzazioni, in regime privo di licenza. Quali sono le principali implicazioni per l’operabilità e le prestazioni per le reti Wi-Fi, in particolare nel contesto di offerta di servizi WLAN al pubblico? I sistemi e i terminali Wi-Fi operano nell’intervallo di frequenza da 2.4 GHz a 2.4835 GHz, comunemente indicato come “Banda ISM a 2.4 GHz”. Tale denominazione e’ derivata dal fatto che tale banda e’ internazionalmente identificata e allocata per l’uso da parte di dispositivi radio per applicazioni ISM (Industrial, Scientific and Medical applications). In aggiunta a ISM, altri servizi e tecnologie sono ammessi all’utilizzo della stessa porzione di spettro per usi civili - tra questi, anche i dispositivi con interfaccia radio Bluetooth. La limitazione di banda (83.5 MHz) e la molteplicita’ di servizi ed applicazioni che ne condividono l’uso sono due tra le maggiori criticita’ per i sistemi Wi-Fi operanti in essa. La banda di 83.5 MHz a 2.4 GHz - 86 - Wi – Fi. Come - quando - perché corrisponde, secondo la canalizzazione di frequenza prevista dallo standard IEEE 802.11b (a cui i prodotti con marchio WiFi aderiscono), a 13 canali di frequenza, ciascuno con una capacita’ trasmissiva teorica di 11Mbit/s. Tuttavia, per evitare severe degradazioni nelle prestazioni associate all’interferenza radio tra sistemi operanti su canali di frequenza adiacenti, il numero effettivo di canali per utilizzo concorrente nello stesso ambiente e’ limitato ad un massimo di 3 (corrispondente ad una spaziatura intercanale di almeno 25MHz). Questo requisito e’ particolarmente ricco di conseguenze rispetto allo scenario di offerta di servizi WLAN al pubblico, in ambienti “hot spot” in cui il traffico generato e indirizzato all’utenza, associato alla compresenza di piu’ WLAN service provider con un’offerta al pubblico, impone un’ottimizzazione della capacita’ del sistema. Una attenta pianificazione frequenziale puo’ risolvere il problema dell’interferenza intra-sistema; tuttavia lascia irrisolto il problema della degradazione di prestazioni causata dall’interferenza da sistemi/apparati non-WLAN operanti nello stesso ambiente e nella stessa banda. In particolare, la co-presenza di sistemi WLAN e dispositivi Bluetooth e’ giudicata con apprensione, sia per le caratteristiche tecniche della tecnologia Bluetooth (che utilizza tecniche di Frequency Hopping), sia per la comunanza di ambienti, dispositivi ed utilizzatori. Ampi studi, teorici e sperimentali, sono stati promossi e condotti per valutare la mutua interferenza tra i due sistemi e le conseguenze a livello di servizio; tuttavia, una conclusione univoca al riguardo non è ancora stata raggiunta. I problemi citati – carenza di banda e “inquinamento” dello spettro – sono peculiari dell’uso della tecnologia WLAN a 2.4 GHz; viceversa, le soluzioni WLAN operanti a 5GHz che, in prospettiva, rappresentano il passo prossimo nell’evoluzione della tecnologia e dei prodotti associati, ne sono largamente immuni. Nella banda a 5GHz, una considerevole porzione di spettro è stata identificata (a livello internazionale) per le operazioni RLAN. In Europa, un totale di 455 MHz, distribuiti su 2 blocchi di frequenza, sono stati allocati dal CEPT (di questi, in Italia, 200 MHz sono attualmente allocati per usi civili). Complessivamente, 19 canali non interferenti possono essere resi disponibili per operare sistemi WLAN concorrenti spazialmente e temporalmente. Le reti WLAN sono spesso indicate come “insicure” dalla stampa specializzata. Quali sono gli impatti sulla sicurezza dei dati e della privacy dell’utente? Esistono dei rimedi? La oggettiva debolezza dello standard IEEE 802.11b rispetto alle caratteristiche di sicurezza dell’accesso radio WLAN (chavi pre-condivise, autenticazione unidirezionale, “debole” algoritmo di crittografia…) è all’origine della “cattiva reputazione” delle WLAN come mezzo vulnerabile agli attacchi dolosi di terze parti. Tuttavia, un consistente sforzo e’ stato speso recentemente nello standard IEEE 802.11 per porre soluzione al problema, e ha condotto allo sviluppo di nuove soluzioni per l’autenticazione della rete, del terminale d’utente e la cifratura dei dati d’utente, raccolte in IEEE 802.11i, che a sua volta ha recepito il lavoro svolto in ambito 802.1x, ottimizzandolo per certi aspetti relativamente all’impiego per applicazioni wireless. Lo sviluppo di soluzioni WLAN SIMbased permette di ovviare a buona parte delle criticità associate con lo standard nativo WLAN. Infine, soluzioni sviluppate “on-top” dei livelli radio, e che affrontano il problema in una ottica end-to-end, contribuiscono indirettamente a risolvere le debolezze proprie delle tecnologia WLAN. Quali vantaggi si possono avere dall’utilizzo della SIM in una rete WLAN? Le reti WLAN offrono una connettività IP a larga banda usando frequenze radio non soggette a licenza. L’obiettivo è quello di creare, prima per il mercato corporate e in futuro per il consumer, un servizio semplice ed economico di accesso dati ad alta velocità (la crescita esponenziale delle applicazioni Internet e servizi on-line testimonia l’importanza del beneficio di avere rapido accesso a dati e risorse condivise). In questo ambito gli operatori mobili possono giocare un ruolo fondamentale per la loro capacità di offrire un servizio molto esteso geograficamente, praticamente sempre - 87 - I quaderni di Telèma disponibile, e per la capacità già acquisita nel gestire una vasta base di utenti di servizi mobili. L’autenticazione fornita dalla rete GSM/GPRS attraverso l’uso della SIM card garantisce integrazione con la rete mobile sia a livello di tecnologia sia soprattutto a livello di processi e procedure di autenticazione e billing. La tecnologia fornisce anche possibilità di roaming e, potenzialmente, di mantenimento della continuità di sessione nel passaggio tra aree dotate di copertura WLAN, ad aree con sola copertura wide area (GPRS in particolare e, in un prossimo futuro, UMTS). Guardando ad orizzonti più a lungo termine, le reti cosiddette “ALL-IP” consentiranno un’integrazione anche più spinta tra applicazioni voce e dati. I meccanismi di autenticazione alle reti WLAN usando la SIM card sono stati fino ad ora implementati utilizzando protocolli di tipo proprietario. Il compito di sviluppare un metodo standard per l’autenticazione WLAN è stato intrapreso dal Task Group I dell’IEEE802.11 che sta cercando anche di trovare una soluzione per superare i problemi relativi alla sicurezza riscontrati nelle reti 802.11b. Come punto di partenza sia per l’autenticazione che per la sicurezza, il TG I ha scelto lo standard IEEE802.1x, un sistema per l’autenticazione e per lo scambio di chiavi che è stato definito ed è attualmente usato nelle tradizionali reti fisse di tipo Ethernet. Usando IEEE802.1x come base, il TG ha definito un sistema completamente nuovo per l’autenticazione e la sicurezza all’interno dell’IEEE802.11i. Uno dei maggiori vantaggi dell’IEEE802.11i è la possibilità di supportare vari meccanismi di autenticazione. Per quel che riguarda l’autenticazione SIM, le soluzioni che si stanno presentando sul mercato sono basate sul Draft EAP/SIM in preparazione in IETF. È possibile passare da una rete WLAN a una GPRS mantenendo la connessione attiva? A breve saranno disponibili soluzioni che permettono l’handover tra le due reti, sfruttando la tecnologia Mobile IP. Ad oggi queste soluzioni sono già presenti in versione pilota e sono in fase di test presso diversi laboratori di ricerca. Il GPRS-WLAN handover è una soluzione che introduce l’uso del protocollo Mobile IP per realizzare la mobilità di una sessione IP in un ambiente che offre molteplici tecnologie di accesso. Il Mobile IP V6 (evoluzione in contesto IP next generation dell’attuale Mobile IP) è un protocollo in fase di sviluppo nel gruppo di lavoro Mobile IP dell’IETF. Lo scopo del Mobile IP è di fornire l’infrastruttura per consentire ad un terminale di migrare tra diverse sottoreti IPv6; si permette quindi a un nodo di cambiare il suo punto di accesso a una rete IP senza modificare l’indirizzamento di conseguenza la raggiungibilità del nodo. Sono previste delle integrazioni più spinte tra le due tecnologie? L’integrazione completa tra le due tecnologie si avrà nel momento in cui ci sarà un unico punto di gestione dei diversi servizi sia sulla tecnologia WLAN che GPRS. L’utente potrà scegliere il tipo e classe di servizio cui vuole accedere (Internet, accesso Corporate,…) e la rete selezionerà la tecnologia più idonea in base al profilo d’utente e alle locali disponibilità. In questo modo si otterrà una completa integrazione dei servizi, che verranno fruiti dall’utente indipendentemente dalla tecnologia di accesso che li supporta. Sono disponibili ad oggi delle soluzioni proprietarie che consentono questo tipo di integrazione ed è in atto un notevole sforzo da parte degli organismi di standardizzazione, 3GPP in particolare, per concordare una soluzione comune che permetta ottimi livelli di sinergie ed ottimizzazione di implementazione e di servizio.. Quali sono le metodologie di roaming possibili fra operatori WLAN? Sono state identificate due architetture di roaming: ROAMING RADIUS Questa soluzione prevede il colloquio tra i server Radius preposti ai servizi di tipo AAA nelle reti dei vari operatori WLAN. In questo modo viene reso possibile in modo semplice il roaming indipendentemente dalla modalità di autenticazione. Le informazioni necessarie per l’autenticazione SIM vengono infatti trasportate trasparentemente nella messaggistica Radius. L’inconveniente di questa soluzione - 88 - Wi – Fi. Come - quando - perché viene dal fatto che è necessario realizzare un’architettura ad hoc per supportare le procedure di roaming, inoltre è necessario stipulare dei nuovi accordi bilaterali tra gli operatori coinvolti. Tuttavia, una volta realizzata questa architettura, risulta molto semplice lo scambio di tutte le informazioni utili per la realizzazione del roaming che presuppone funzionalità che vanno al di là della sola autenticazione, ma comprendono anche aspetti di autorizzazione e tassazione. ROAMING DI TIPO SS7 Questa soluzione prevede, in caso di accesso WLAN con SIM, il completo riutilizzo dell’architettura di roaming già esistente per il GSM. La rete SS7, presente in tutte le realtà telefoniche, può essere usata per il trasporto inter-operatore delle informazioni di autenticazione ed essendo una rete chiusa risponde pienamente ai requisiti di sicurezza. Questa soluzione soddisfa i requisiti di roaming unicamente nel caso di utenti che utilizzano la SIM per autenticarsi, mentre non copre il caso di utenti che accedono al sistema usando altri metodi di autenticazione, ad esempio basati su Radius ovvero tramite username e password). Questo viene considerato un limite potenzialmente significativo, in considerazione anche del fatto che l’utenza potrà essere di provenienza varia (sia telecom che datacom). Le regole in Italia e in Europa La normativa vigente nel nostro Paese L a normativa vigente in Italia relativamente alle RadioLAN viene espressa dal DPR 447 del 5-10-2001 che fornisce disposizioni in materia di licenze individuali e di autorizzazioni generali per i servizi di telecomunicazione ad uso privato e dal Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze (D.M. del 8-7-2002). Gli articoli del DPR 447 di particolare interesse sono l’art. 5 e l’art. 6 che vengono qui di seguito riportati: Art.5:Autorizzazione generale 1. Un'autorizzazione generale è necessaria nel caso di: a) installazione o esercizio di una rete di - 89 - I quaderni di Telèma telecomunicazioni su supporto fisico, ad onde convogliate e con sistemi ottici, ad eccezione di quanto previsto dall'articolo 6, comma 2, lettera a); b) installazione o esercizio di sistemi che impiegano bande di frequenze di tipo collettivo: 1) senza protezione da disturbi tra utenti delle stesse bande e con protezione da interferenze provocate da stazioni di altri servizi, compatibilmente con gli statuti dei servizi previsti dal piano nazionale di ripartizione delle frequenze e dal regolamento delle radiocomunicazioni; in particolare appartengono a tale categoria le stazioni di radioamatore nonché le stazioni e gli impianti di cui all'articolo 41, comma 1; 2) senza alcuna protezione, mediante dispositivi di debole potenza, compresi quelli rispondenti alla raccomandazione CEPT/ERC/REC 70-03. In particolare l'autorizzazione è richiesta nel caso: 2.1) di installazione o esercizio di reti locali a tecnologia DECT o UMTS, ad eccezione di quanto disposto dall'articolo 6, comma 1, lettera a); 2.2) di installazione o esercizio di reti locali radiolan e hiperlan, ad eccezione di quanto disposto dall'articolo 6, comma 1, lettera b); 2.3) di installazione o esercizio di apparecchiature in ausilio al traffico ed al trasporto su strada e rotaia, agli addetti alla sicurezza ed al soccorso sulle strade, alla vigilanza del traffico, ai trasporti a fune, al controllo delle foreste, alla disciplina della caccia e della pesca ed alla sicurezza notturna; 2.4) di installazione o esercizio di apparecchiature in ausilio ad imprese industriali, commerciali, artigiane ed agrarie, comprese quelle di spettacolo o di radiodiffusione; 2.5) di installazione o esercizio di apparecchiature per collegamenti riguardanti la sicurezza della vita umana in mare, o comunque l'emergenza, fra piccole imbarcazioni e stazioni collocate presso sedi di organizzazioni nautiche nonché per collegamenti di servizio fra diversi punti di una stessa nave; 2.6) di installazione o esercizio di apparecchiature in ausilio alle attività sportive ed agonistiche; 2.7) di installazione o esercizio di apparecchi per ricerca persone; 2.8) di installazione o esercizio di apparecchiature in ausilio alle attività professionali sanitarie ed alle attività direttamente ad esse collegate; 2.9) di installazione o esercizio di apparecchiature per comunicazioni a breve distanza di tipo diverso da quelle di cui ai numeri da 2.1) a 2.8), comprese le comunicazioni in "banda cittadina CB", sempre che per queste ultime risultino escluse la possibilità di chiamata selettiva e l'adozione di congegni e sistemi atti a rendere non intercettabili da terzi le notizie scambiate; sussiste il divieto di effettuare comunicazioni internazionali e trasmissione di programmi o comunicati destinati alla generalità degli ascoltatori. 2. Le bande di frequenze e le caratteristiche tecniche delle apparecchiature sono definite a norma dell'articolo 20. Art. 6: Libero uso 1. Sono di libero uso le apparecchiature che impiegano frequenze di tipo collettivo, senza alcuna protezione, per collegamenti a brevissima distanza con apparati a corto raggio, compresi quelli rispondenti alla raccomandazione CEPTERC/REC 70-03, tra le quali rientrano in particolare: a) reti locali a tecnologia DECT o UMTS nell'ambito del fondo, ai sensi dell'articolo 183, comma secondo, del decreto del Presidente della Repubblica n. 156 del 1973; b) reti locali di tipo radiolan e hiperlan nell'ambito del fondo, ai sensi dell'articolo 183, comma secondo, del decreto del Presidente della Repubblica n. 156 del 1973; sono disciplinate ai sensi dell'articolo 5 le reti hiperlan operanti obbligatoriamente in ambienti chiusi o con vincoli specifici; c) sistemi per applicazioni in campo ferroviario; d) sistemi per rilievo di movimenti e sistemi di allarme; e) allarmi generici ed allarmi a fini sociali; e) telecomandi dilettantistici; f) applicazioni induttive; g) radiomicrofoni a banda stretta e radiomicrofoni non professionali; h) ausilii per handicappati; l) applicazioni medicali di debolissima potenza; m) applicazioni audio senza fili; n) apriporta; - 90 - Wi – Fi. Come - quando - perché o) radiogiocattoli ; p) apparati per l'individuazione di vittime da valanga; q) apparati non destinati ad impieghi specifici. 2. Sono altresì di libero uso: a) i collegamenti su supporto fisico, ad onde convogliate e con sistemi ottici realizzati nel fondo ai sensi dell'articolo 183, comma secondo, del decreto del Presidente della Repubblica n. 156 del 1973; b) gli apparati radioelettrici solo riceventi, anche da satellite, per i quali non sono previste assegnazione di frequenze e protezione: non sono compresi gli apparecchi destinati esclusivamente alla ricezione del servizio di radiodiffusione. 3. Le bande di frequenze e le caratteristiche tecniche delle apparecchiature sono definite a norma dell'articolo 20. CEPT ERC/DEC/(01)07 frequenze della banda 2.400-2.483,5 MHz possono essere impiegate ad uso collettivo per usi civili da reti locali ad uso privato mediante apparati a corto raggio per la trasmissione di dati a larga banda con tecniche a dispersione di spettro (R-LAN) aventi le caratteristiche tecniche della raccomandazione della CEPT ERC/REC 70-03 (Annesso 3). Tali utilizzazioni non debbono causare interferenze ai collegamenti del servizio fisso, né possono pretendere protezione da tali collegamenti. Tali applicazioni rientrano negli scopi di cui al dPR 5 ottobre 2001, n. 447, articolo 5, comma 1, lettera b), numero 2.2) ad eccezione di quanto disposto dall’articolo 6, comma 1, lettera b). Per quanto riguarda il Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze, le note di interesse sono la 158 e la 158A che riportano quanto segue: Nota 158: In accordo con la decisione Nota 158A: In accordo con la decisione CEPT ERC/DEC/(01)05 frequenze della banda 2.400-2.483,5 possono essere impiegate ad uso collettivo da apparati a corto raggio non destinati ad impieghi specifici, aventi le caratteristiche tecniche della raccomandazione CEPT ERC/REC 7003 (Annesso 1). Tali applicazioni rientrano negli scopi di cui al dPR 5 ottobre 2001, n. 447, articolo 6, comma 1, lettera q). Le direttive in ambito Europeo I n ambito europeo esistono alcune direttive e decisioni del parlamento europeo che regolano la materia. In particolare si fa riferimento ai seguenti documenti: ● Decisione 676/2002/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 marzo 2002 relativa ad un quadro normativo per la politica in materia di spettro radio nella Comunità Europea (decisione spettro radio) ; ● Direttiva 2002/19/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 marzo 2002 relativa all’accesso alle reti di comunicazione elettronica e alle risorse correlate e all’interconnessione delle medesime (direttiva accesso); ● Direttiva 2002/20/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 marzo 2002 relativa alle autorizzazioni per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (direttiva autorizzazioni); ● Direttiva 2002/21/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 marzo 2002 che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (direttiva quadro). Evoluzione degli standard WLAN U na WLAN (Wireless Local Area Network) è un’infrastruttura di rete per trasmissioni di tipo radio, costituita da dispositivi che basano il proprio funzionamento su protocolli specifici, tra i quali lo standard di comunicazione 802.11. La prima versione del protocollo 802.11, redatta dall’organismo internazionale per la creazione degli standard IEEE (Institute of Electrical and Electronic Engineers), è - 91 - I quaderni di Telèma stata completata nel 1997; successivamente, nel 1999, sono stati redatti i protocolli 802.11b, nome con il quale è universalmente riconosciuto lo standard Wi-Fi, anche detto High Rate, e 802.11a i cui dispositivi sono entrati in commercio solo successivamente. La versione più recente, nota con il nome di 802.11g, è ancora in fase di studio e se ne prevede la divulgazione entro la fine del 2002. Lo standard 802.11b, di certo quello attualmente più utilizzato, opera nella banda a 2.4 Ghz, permettendo di raggiungere velocità di trasmissione fino a 11Mbps, e consentendo l’interoperabilità all’indietro con la versione precedente. Lo standard 802.11a prevede una frequenza di lavoro intorno ai 5 GHz ed assicura un notevole incremento delle prestazioni rispetto all’802.11b, identificabili in una maggiore velocità di trasferimento dati (da 11 Mbps a 54 Mbps) ed in un maggior numero di canali non sovrapposti fruibili. La banda adottata (anche conosciuta come banda UNII, Unlicensed National Information Infrastructure) è attualmente composta da tre sottobande, UNII1 (5.15- 5.25 GHz), UNII2 (5.25-5.35 GHz) e UNII3 (5.725-5.825 GHz). In realtà solo negli Stati Uniti le tre sottobande UNII sono libere e disponibili per trasmissioni senza licenza, mentre in Europa e Giappone sono utilizzabili rispettivamente la banda 5.725-5.875 GHz (UNNI 3) e 5.15-5.25 GHz (UNII1), con relativa limitazione delle prestazioni. La larghezza di banda totale utilizzabile a 5 GHz è di 300 MHz, maggiore quindi degli 83.5 MHz disponibili a 2.4 GHz: per questo una WLAN basata sul protocollo 802.11a può supportare fino a 8 canali non sovrapposti, utilizzando entrambe le bande UNII1 e UNII2, contro i 3 canali ricavabili con il protocollo 802.11b nella banda a 2.4 GHz, garantendo la possibilità di supportare un maggior numero di utenti simultaneamente, senza il rischio di conflitti. Questi miglioramenti, però, sono accompagnati anche da perdite in termini di compatibilità e raggio d’azione. Infatti, poiché lavorano in bande di frequenza diverse, 802.11a e 802.11b non sono compatibili. D’altronde entrambi gli standard possono coesistere proprio perché operanti a diverse frequenze. Test iniziali L’ alta frequenza operativa dell’802.11a comporta una portata inferiore e la necessità di utilizzare un numero maggiore di access point per irradiare la stessa area coperta dall’802.11b. La possibile soluzione di aumentare la potenza trasmessa non è praticabile a causa delle normative vigenti che limitano le potenze di trasmissione ammesse. Comunque, test iniziali hanno mostrato come prodotti 802.11a mantengano un incremento delle performance dell’ordine di 3 a 1 rispetto all’802.11b in tipiche applicazioni indoor. Lo standard 802.11g unisce il meglio delle versioni precedenti “a” e “b”, ovvero alto data rate ed un raggio d’azione esteso. Esso prevede il mantenimento della compatibilità con i prodotti già esistenti dell’802.11b, grazie al fatto che opera nella stessa banda a 2.4 GHz e con la stessa modulazione DSSS (Direct Sequence Spread Spectrum) con velocità fino a 11 Mbps, disponendo però anche di una più efficiente tecnica di modulazione che permette di raggiungere velocità fino a 54 Mbps. Una PC-card 802.11g può operare con un access point 802.11b, ed un access point 802.11g può operare con una PC-card 802.11b, ma in entrambi i casi sempre a 11 Mbps. Per poter trasmettere a 54 Mbps entrambi i dispositivi usati devono essere del tipo 802.11g. Erroneamente si potrebbe pensare che 802.11g e 802.11a siano in competizione, ma in realtà sono complementari. L’802.11g ha lo svantaggio rispetto all’ 802.11a di servire un numero ridotto di utenti in quanto prevede solo tre canali non sovrapposti rispetto agli otto della banda a 5 GHz dell’802.11a. Viceversa, l’802.11g garantisce la compatibilità con i sitemi Wi-Fi, ovvero con la maggior parte delle WLAN esistenti. Gli utenti già in possesso di una WLAN, ma con l’esigenza di migliorare le prestazioni - 92 - Wi – Fi. Come - quando - perché della propria rete, potranno affiancare nuovi dispositivi 802.11g ai vecchi 802.11b, senza dover peraltro affrontare la spesa della creazione di una nuova WLAN, ma convertendo nel tempo la rete a 11 Mbps in una rete a 54 Mbps. Per tutte le ragioni elencate sopra, risulta facile pensare a futuri dispositivi dualband che lavorino con entrambe i protocolli 802.11a e 802.11g (e quindi 802.11b) nelle due bande a 5 GHz e a 2.4 GHz. La complessità di tali dispositivi, ed in particolare del loro hardware, sarebbe infatti limitata notevolmente dal fatto che entrambi gli standard usano la stessa tecnica di modulazione, ma soprattutto i costi di una rete dual-band sarebbero addirittura comparabili a quelli di una semplice rete 802.11a. Modalità operative P er quanto riguarda le modalità operative di impiego dei dispositivi WLAN, ne sono previste tre, ciascuna rispondente a requisiti di rete diversi: 1) la modalità Client/Server, anche detta Infrastructure mode, è usata principalmente per estendere una esistente LAN cablata con dispositivi wireless, attraverso l’utilizzo di un access point (AP). Tale access point collega la WLAN alla LAN cablata e funziona, inoltre, da organo centrale di controllo per la WLAN stessa; 2) la modalità Peer to Peer, anche detta ad hoc mode, non prevede la presenza di access point o server e viene utilizzata dove c’è la necessità di collegare piccoli gruppi di PC (sia desktop che laptop), senza bisogno di accedere ad un’altra rete. In tale modalità di funzionamento è prevista la presenza di due o più PC, provvisti di PC-cards, che sono abilitati a parlare tra loro, ma non sono connessi alla rete fissa; 3) la modalità Outdoor Bridge, viene utilizzata per collegare WLAN o LAN cablate distanti tra loro, evitando di approntare, tra queste due entità, un collegamento cablato. Tipiche applicazioni possono riguardare il collegamento di due reti locali di una stessa azienda presenti in due edifici separati. Gli aspetti critici “N on sono tutte rose e fiori”... il vecchio adagio vale anche per una tecnologia innovativa qual è il Wi-Fi, ai cui aspetti positivi, già ampiamente illustrati in precedenza, fanno da contraltare criticità di sistema, oggetto di studio degli addetti ai lavori. Non sarà sfuggito all’attenzione del lettore, infatti, il problema normativo riguardante la scelta di un’opportuna banda di frequenza nella quale poter garantire un buon livello di qualità, necessario per la commercializzazione del servizio al pubblico. Attualmente, in ambito mondiale, fatta esclusione per pochi paesi, i sistemi WLAN non sono regolamentati, e per questo utilizzano bande ISM (Industrial Scientific and Medical), quali quella a 2.400 – 2.4835 GHz o, ancora peggio, quella 902-928 MHz, non soggette a licenze d’uso ma, proprio per questo, fortemente sfruttate da servizi diversi. Questo fatto determina la presenza di interferenze che degradano le prestazioni delle WLAN. Infatti, una delle caratteristiche peculiari dello standard wireless è la buona efficienza d’utilizzo dello spettro radio (bit/frequenza) che, proprio a causa di dette interferenze, risulta penalizzata. Inoltre, le reti WLAN utilizzano una tecnica di trasmissione nota come “spread spectrum” che permette la compatibilità di più WLAN in aree limitrofe, e quindi la presenza di più utenti contemporaneamente attivi all’interno della stessa area. Questo accesso multiplo determina ulteriori possibili disturbi che rappresentano un ostacolo alla qualità della - 93 - I quaderni di Telèma trasmissione, che certamente non può essere garantita alla massima velocità ma risulta funzione delle condizioni operative. Dunque, sarebbe opportuno individuare una banda di frequenza specifica per l’uso pubblico delle WLAN, così come proposto da autorità, operatori Telco,etc. Al di là di un problema di regolamentazione e di bande riservate, vanno evidenziati altri aspetti del sistema Wi-Fi che risultano ancora critici. Primo fra tutti, l’aspetto della sicurezza dell’informazione che, in un’epoca come quella attuale in cui si fa un gran parlare di e-commerce e di e-business, è un requisito essenziale se si vuole che i sistemi WLAN possano fornire questi servizi. Il mezzo di trasporto delle informazioni utilizzato dalle WLAN è per sua natura fortemente vulnerabile, ed è per questo che occorre indirizzare le ricerche di esperti del settore verso l’individuazione di un adeguato codice di criptaggio dei segnali che non permetta l’accesso alle informazioni. Tutto questo senza, però, penalizzare la complessità delle operazioni richieste nella fase di accesso ad una rete WLAN. Attualmente, infatti, questa fase, ovvero l’autenticazione e l’abilitazione ad operare, è limitante per tutti quegli utenti che, seppur attratti dagli aspetti positivi della tecnologia wireless, incontrano notevoli difficoltà nell’apprendere la metodologia di configurazione iniziale e, talvolta, anche quella di routine. Sicuramente nel prossimo futuro il software di gestione sarà semplificato, apparendo più trasparente all’utente, così che questo verrà riconosciuto, qualificato, abilitato alle operazioni con un processo di accettazione semplice e guidato. Questo nostro “excursus di criticità” non può trascurare, infine, l’aspetto della copertura radio. I sistemi Wi-Fi, infatti, trasmettendo con potenze molto basse (dieci, venti volte meno di un normale telefonino) presentano caratteristiche propagative non in grado di superare ostacoli naturali che possono interessare il percorso di diffusione del segnale radio. Da indicazioni ricavate dalla letteratura tecnica risulta che i dispositivi wireless sono in grado di illuminare aree comprese tra i 30 ed i 100m. nell’ambito di edifici (ambiente “indoor”), e fino a 300m. in collegamenti aperti (ambiente outdoor). Queste prestazioni risultano particolarmente attraenti per la classe di utenza di tipo business, la quale può ampliare la propria rete aziendale, di per sé fortemente dinamica, a proprio piacimento. Si può rispondere così alle esigenze di spostamento ed ampliamento del personale, oppure impiegare reti provvisorie radio senza l’onere di una nuova cablatura in ambienti sedi di convegni o meeting aziendali. Va detto, però, che nelle situazioni ambientali reali, si è verificato come i valori di copertura sopra riportati siano del tutto indicativi, soprattutto se si è interessati ad operare alla massima velocità consentita. Basta, infatti, la presenza di un semplice soffitto in cemento armato o di una parete prefabbricata, per limitare fortemente le capacità trasmissive dei dispositivi wireless, tanto da richiedere la presenza di ripetitori specifici per estendere l’area di copertura. Sono state presentate ultimamente delle soluzioni tecniche originali, una anche da parte della Fondazione Ugo Bordoni (patent pending), che permettono di migliorare le prestazioni di copertura di un singolo Access Point (vedi articolo sugli apparati WLAN) utilizzando supporti ed architetture di rete particolari. Il problema della copertura radio di una rete WLAN esiste e va affrontato nel giusto modo; non ci si può limitare ad accettare i parametri di copertura dichiarati in condizioni ideali e fare affidamento su questi, ma è necessario trovare soluzioni di rete e di sistema efficienti ed innovative se si vogliono mantenere i costi e la complessità della WLAN nei limiti previsti, che sono quelli che la rendono attrattiva e competitiva. - 94 - Wi – Fi. Come - quando - perché Il progetto Internet@scuola I l giorno 17 luglio 2002 presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) è stata firmata una convenzione tra il Ministero delle Comunicazioni ed il MIUR stesso per l’attuazione di un progetto sperimentale denominato Internet@scuola. Il progetto nasce da una specifica richiesta del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, raccolta con immediatezza dal Ministero delle Comunicazioni, diretta a promuovere la diffusione di Internet nelle scuole, utilizzando le tecnologie di comunicazione più avanzate ed efficienti, come ad esempio quelle basate sullo standard WiFi, e coniugandole con metodologie didattiche innovative, per stimolare e valorizzare nuovi servizi scolastici. Inoltre, con queste attività, si vogliono individuare gli indirizzi da seguire per rendere tali tecnologie, e le conseguenti architetture di rete, coerenti con l’obiettivo più generale di sostenere l’avvio in tempi brevi dell’UMTS e del WLL. Fase importante del progetto sarà il monitoraggio dei risultati immediatamente verificabili sull’utenza scolastica e sul mondo ad essa connesso (famiglie, istituzioni pubbliche e private, ecc..). Allo stesso tempo dovrà essere valutato l’impatto sociale, economico e culturale che l’innovazione dell’attività didattica, introdotta tramite i mezzi informatici e la rete internet/intranet, avrà comportato. Il progetto Internet@scuola (sito web: www.internetascuola.fub.it) prevede un sottoprogetto tecnologico ed uno metodologico. Sottoprogetto tecnologico L a realizzazione di una rete Internet in ogni scuola, o in gran parte di esse, è un problema che va visto sotto due aspetti. Il primo pone al centro dell’attenzione la singola scuola, che provvederà a dotarsi di un punto di accesso alla rete i servizi offerti dagli operatori del settore. Il secondo, più vasto, pone al centro del sistema la creazione di una rete generale di connessione tra diverse scuole: si impone, in tal caso, uno studio di ottimizzazione di rete di connessione tra scuole (intranet) che, al momento, può essere risolto attraverso l’accesso tramite le reti pubbliche. Gli aspetti tecnici di realizzazione di una rete intranet saranno valutati e studiati in modo più approfondito sulla base dei risultati del progetto TERRA, in corso di sperimentazione presso la Fondazione Ugo Bordoni. I dati sperimentali, gli studi e le proposte di bande di frequenza utili allo scopo saranno disponibili presso la stessa Fondazione. I principali problemi da affrontare sono quelli del cablaggio degli edifici scolastici e dell’accessibilità alla connessione casascuola per gli studenti che vivono in piccoli centri o in località geograficamente disagiate, dove sicuramente non c’è, da parte degli operatori del settore, un interesse ad investire in nuove reti in quanto economicamente non rappresentano aree vantaggiose. Nell’affrontare tale problema, dunque, si deve tener conto dei seguenti aspetti: ● difficoltà di cablaggio esistenti in ogni scuola ● risorse economiche disponibili ● tempi di realizzazione ● prestazioni ottenibili ● costi e benefici. Al momento l’accesso alla rete di ogni singolo istituto può essere realizzato attraverso una rete di telecomunicazione in fibra ottica, via satellite, mediante doppino telefonico o via radio. Il cablaggio dell’edificio può essere attuato generalmente in due modi: o mediante rete cablata o mediante rete WLAN. Inoltre si può prevedere anche una soluzione ibrida, con una percentuale predominante dell’una o dell’altra, secondo le diverse realtà nelle quali ci si trova ad operare, da cui la soluzione più vantaggiosa. La soluzione ibrida (cabled-wireless) ideata dalla Fondazione Ugo Bordoni (patent pending), permette di abbassare i costi della soluzione radio e di avere una rete, dove si vuole, equivalente a quella cablata, utilizzando le classiche interfacce PC (USB, IEEE 802.3). Seguendo questa - 95 - I quaderni di Telèma soluzione si garantisce una connessione sicura alla rete per ogni utente alla rete, eliminando le difficoltà a volte riscontrate con la sola soluzione radio. Questa stessa soluzione permette di integrarsi con reti mobili di nuova generazione, consentendo lo sviluppo di servizi aggiuntivi per la scuola. Sottoprogetto metodologico I l sottoprogetto internet@scuolaMERCOR, permette di utilizzare al meglio le risorse disponibili didattiche ed economiche di ogni singola scuola, favorendo, al contempo, attività di e-learning e tele-educazione. Il metodo di valorizzazione ed incentivazione dei prodotti scolastici è quello che viene definito nel sottoprogetto menzionato, sulla scorta della teoria del prof. Alvi, alla quale si rimanda per i dettagli. Il metodo si rivolge all’utenza scolastica per la creazione di prodotti culturalmente, scientificamente e socialmente validi, e dunque vendibili, sia all’interno che all’esterno del mondo scolastico. Incentivi e valorizzazioni dei prodotti scolastici sono possibili quando si ha un patrimonio comune da utilizzare. La disponibilità di internet permette di trasformare i computers in dotazione alle scuole da semplici componenti di una struttura moderna a strumenti di rivoluzione della pedagogia e della cultura, non subita ma vissuta tramite i mezzi informatici. In questo modo la scuola non “consuma solo cultura” ma ne crea, anche in forme nuove. Il sottoprogetto si fonda su tre concetti fondamentali: il donor, il mercor e l’invor, che stanno ad indicare rispettivamente: le doti a disposizione (donazioni da parte del MIUR e dal mondo esterno); i crediti ed i criteri di merito nella gestione della moneta virtuale del mondo scolastico; la qualità dei progetti e dei prodotti risultanti dall’attività scolastica così indirizzata. (Dario Di Zenobio) Una moneta per la scuola articolo di Geminello Alvi È ormai consuetudine dichiarare che la scuola deve aprirsi all’esterno, e però rinforzare la propria autonomia; premiare i migliori ma mantenersi solidale; abituare al massimo senso di responsabilità e tuttavia favorire il più intenso scambio di idee. Il nostro Mercor, il sistema monetario elaborato per la scuola nelle pagine seguenti, è un modo per riuscirvi. Crea infatti una moneta della scuola sviluppando alcuni circuiti monetari di internet e altri sperimentati nei più diversi ambienti. Non ha proprio dunque per fine il profitto; tende invece a articolare libertà e comunità in forme funzionali, che con internet ritrovano una efficacia, e ne fanno una preziosa innovazione per la scuola. Ministero o imprese stanziano dei fondi in euro che vengono all’inizio di ogni semestre convertiti in crediti denominati Mercor. Essi vengono distribuiti alle varie scuole o università la prima volta in proporzione ad esempio al numero d’allievi o ad un altro quale che sia criterio proporzionale. Questi crediti servono a finanziare i vari progetti dei singoli gruppi di studenti creatisi ad hoc. Essi sono sottoposti a un decremento del 20% o del 10% ogni sei mesi, a seconda che siano spesi o no fuori del sistema. Questo per far sì che lo svolgersi dei vari progetti e le spese che essi richiedono siano accelerati; e che la spesa dei crediti si svolga il più possibile - 96 - Wi – Fi. Come - quando - perché all’interno della nostra comunità scolastica virtuale. Un progetto divenuto prodotto può essere venduto o comprato sia all’interno e sia all’esterno della nostra comunità. I crediti finanziano come si è detto i più diversi progetti: libri, ricerche, invenzioni, su un orizzonte semestrale o plurisemestrale. Alla fine di ogni semestre viene regolato il saldo di questi crediti mercor, e l’ammontare di spese all’esterno viene convertito in euro e pareggiato, come si trattasse di una bilancia dei pagamenti con l’estero che richiede la conversione in altra moneta. Consiglierei che dopo il primo semestre i vari gruppi di studenti nelle varie scuole votino dei consigli, che decidano in autonomia quali progetti meritevoli finanziare. Gli altri progetti, non venduti o giudicati meno interessanti non resterebbero però senza finanziamento. Il decremento semestrale dei Mercor finisce in un fondo per finanziare altri progetti che restano senza mercato delle scuole scuole più disagiate per essere convertito in spese in euro. Così da riequilibrare il sistema in modo solidale. Il dono insomma rifornisce di un minimo tutti i progetti; i consigli di valutazione incentivano i migliori. E il sistema riparte, si riavvia a regime. I crediti mercor C hiameremo i crediti mercor; la percentuale di essi donata donor; i progetti più complicati e dunque plurisemestrali invor (trascurati a questo livello di definizione). Si crea così una specie di banca virtuale che regola gli scambi e i saldi interni in mercor ed esterni in euro. Come detto per far fronte agli acquisti esterni al sistema, qualora superino le vendite esterne si ricorre agli euro di Ministero e imprese. Alla fine di ogni periodo i gruppi scolastici, che avendo collocato più progetti hanno accumulato più crediti, li incassano. Le cifre in euro vanno per una parte alle loro scuole per investimenti e per l’altra divengono consistenti borse di studio in università italiane o straniere per gli studenti che hanno elaborato i progetti. Una simile decisione dovrà essere presa anche circa i progetti compiuti venduti a imprese all’esterno. Quanta parte deve andare ai gruppi che hanno elaborato e venduto i progetti e quanta alle loro scuole e al sistema? Altra questione da regolare le proporzione di decumulo. Inoltre quanta parte dei crediti va restituita? Nell’esempio abbiamo assunto che sia uguale a zero. Si veda, riguardo a queste questioni di pratico funzionamento a regime: i documenti in power point acclusi, con le loro equazioni, il mio studio generale redatto in inglese, il modello alle differenze; tutti acclusi qui di seguito. Gli obiettivi P iù comunità. Non disperdere i fondi ma legarli ad un progetto di intreccio di nessi comunitari tra i diversi istituti e con le imprese. Autogoverno. Abituare gli studenti e le scuole a collaborare, ma anche alla responsabilità di un progetto comune, di una idea nella quale ci si cimenta. Premiare i più meritevoli. Assecondare il criterio del merito. A regime il sistema tende a premiare chi ha lavorato con più talento, finanziando i migliori progetti. Solidarietà. La percentuale di crediti, mercor, che scade va in un fondo, che sarà suddiviso proporzionalmente tra tutti. Così da rinnovare le chances di tutti. Nesso con l’esterno. Si favorisce un autonomo nesso con ogni genere di persone, enti, o imprese esterni alla scuola. Da non trascurare la rilevanza del rapporto con le imprese. Si impara facendo. Non piccolo contributo didattico in una nazione in cui l’approccio a non poche questioni è malato di ideologismo e impraticità. Elevare la qualità. I gruppi di studenti che hanno accumulato più crediti mercor ne vedono convertita una parte in borse di studio, un’altra parte va alle loro scuole. - 97 - I quaderni di Telèma Le risorse G li incontri preliminari hanno fissato un numero di settanta scuole per iniziare a sperimentare Mercor. Mettiamo in ogni scuola si finanzino cinque gruppi di studenti, e fissiamo in media 2500 euro a progetto, fanno 875000 euro necessari per la sperimentazione. Per le 6 mila scuole italiane, dimezzando i gruppi, arriviamo alla cifra di 37,75 milioni di euro. Cifra non piccola, ma si consideri che una parte di essa diviene borse di studio e finanziamenti a scuole in c/capitale. 17 giugno lancio del progetto. Formulazione di un gruppo di lavoro per la sua implementazione. Alla riapertura delle scuole a settembre partenza dell’esperimento che dovrebbe entrare a regime nei primi mesi del 2003 nelle 70 scuole scelte. Progetto TERRA-Lecce È in corso di definizione un protocollo di intesa tra il Comune di Lecce, l’Università di Lecce, il Ministero delle Comunicazioni e la Fondazione Ugo Bordoni per l’attuazione del progetto sperimentale di cui si parlerà di seguito, inteso a facilitare l’informatizzazione della pubblica amministrazione, a fornire una rete digitale innovativa in ambito cittadino, ad introdurre nuovi servizi e l’uso intensivo di internet nell’università, così da creare un esempio, in forma ridotta di modulo da replicare, di “city of tomorrow”, in un area che può essere considerata la porta verso il Mediterraneo. La collaborazione si sintetizza nel progetto definito TERRA-Lecce che si propone di realizzare un modulo campione della rete che coinvolgerà, inizialmente, solo alcuni degli edifici comunali e universitari. Nello stesso progetto, sviluppato dalla Fondazione Ugo Bordoni per conto del Ministero delle Comunicazioni, è già stata avviata una fase di studio ed analisi di fattibilità generale, utile per definire una successiva fase esecutiva che terrà conto delle diverse realtà operative. In questa parte del progetto si andranno a sperimentare su Lecce soluzioni innovative, utilizzanti la tecnologia Wi-Fi integrata con altre (fibra, radio, laser), al fine di costituire una rete di telecomunicazioni digitale di facile e veloce realizzazione, ad alta velocità, a ridotto impatto ambientale, ad alta penetrazione, con accesso diretto all’utente e a costo contenuto. Ogni intervento sarà mirato all’innovazione ed allo sviluppo di servizi con alti contenuti informativi ed educativi (internet veloce, tele-education, e- learning,ecc.), creando un’attività intorno alla quale maturerà un indotto che trarrà beneficio dalle nuove tecnologie. Gli obiettivi L a proposta vuole sfruttare la struttura di rete non utilizzata esistente nel sottosuolo del territorio di Lecce, resto del cablaggio denominato “Socrate” ed ampliare la stessa, cercando, per il momento, un diretto collegamento tra le strutture comunali decentrate e tra le stesse strutture e l'Università di Lecce, che a sua volta dovrà avere un collegamento tra i vari plessi decentrati. Pertanto il progetto si propone i seguenti obiettivi: 1) Collegare tra loro i seguenti uffici comunali: Palazzo Carafa, Ufficio Ambiente Igiene e Polizia Municipale, Ufficio Lavori Pubblici, Ufficio Pubblica Istruzione, Ufficio Traffico e tutti gli altri uffici decentrati. 2) Collegare tra loro le seguenti sedi universitarie: Rettorato, Palazzo Codacci Pisanelli, Complesso Buon Pastore, Convento degli Olivetani, ex istituto sperimentale tabacchi, S.O.F.T. (Palazzo Casto), Palazzo Parlangeli, ex I.N.A.P.L.I., ex Collegio Palmieri, - 98 - Wi – Fi. Come - quando - perché ex Caserma Roafio, Campus Universitario e Centro Servizi Satellitari. 3) Collegare tra loro gli uffici comunali e la sedi universitarie suddette. 4) Attivazione di un servizio cittadino di trasporto su fibra di segnali a larga banda, con diffusione nell'ultimo miglio di tipo elettromagnetico, destinati all'utenza pubblica. Le aspettative L a città di Lecce allo stato attuale ospita una popolazione universitaria pari a circa 28.000 studenti e una popolazione residente di 100.000 abitanti. Pertanto il servizio di collegamento tra le strutture comunali ed i centri universitari snellire le procedure, aumenterà in numero e qualità dei servizi e contribuire a ridurre la mobilita urbana. Inoltre, si attiveranno servizi informatici offerti dalla pubblica amministrazione grazie alla possibilità di accedere ad una rete digitale ad alta velocità. Il tutto apre le porte allo sviluppo di una vera e propria rete civica, dove non è fantasia immaginare anche la possibilità di distribuire segnali televisivi civici. L’esperienza Wi-Fi a Dublino I l progetto della rete wireless nella città di Dublino nell’ambito del progettoWAND rappresenta una concreta piattaforma su cui si può sperimentare a fondo la tecnologia wireless, acquisendo informazioni utili al miglioramento delle reti WLAN applicate nel cablaggio di aree estese. WAND nasce dalla collaborazione fra Media Lab Europe, il Trinity College di Dublino, l’Intel, l’Eircom e la Fondazione Ugo Bordoni. Il progetto WAND prevede di realizzare una rete Wi-Fi sulla quale sperimentare nuove applicazioni. Il progetto va oltre lo standard IEEE 802.11b, anche se al momento access points e PC-cards già diffusi in tutto il mondo; lo scopo è quello di maturare esperienza considerando la WLAN del futuro, che connetterà microprocessori integrati su tutti i dispositivi presenti nell’area che ci circonda. I milioni di nodi per città che tale scenario prevede comportano nuovi protocolli, nuovi standards di comunicazione e persino nuove applicazioni, un nuovo mondo dove la consegna istantanea dei dati non è necessariamente importante e dove la mancanza di strutture di rete si affiderà a connessioni “ad hoc” tra nodi vicini, che permetteranno la propagazione di dati e messaggi tra nodi che sono fuori dai rispettivi campi di copertura. La sfida tecnica di sviluppo delle reti “self-organising” e l’opportunità di esplorare globalmente i fenomeni emergenti che sorgono da interazioni di corto raggio tra nodi vicini, terrà conto dei fattori umani nell’introduzione di una nuova tecnologia e nella sua applicazione nella vita comune. Un altro obiettivo del progetto è lo sviluppo di applicazioni di interesse socio-culturale e commerciale orientate verso la comunità delle reti wireless. Nel frattempo la ricerca ha raggiunto il suo primo scopo: WAND supporterà lo sviluppo di applicazioni innovative particolarmente nelle aree dell’arte, del turismo, delle comunicazioni locali, del monitoraggio del traffico e dell’informazione. In aggiunta tale rete sarà utilizzata per valutare l’interoperabiltà tra i servizi di comunicazione a larga banda, le reti cablate e quelle cellulari. La rete coprirà l’area che si estende dalla sede del Media Lab Europe (MLE) al Trinity College di Dublino (TCD) attraversando Thomas Street e Dame Street. La rete sperimentale è stata realizzata unendo varie reti distribuite sul territorio con nodi fissi o mobili, che comunicano principalmente attraverso un algoritmo dinamico di salto, senza che sia prevista la presenza di access - 99 - I quaderni di Telèma point o di una rete Ethernet di backbone. In futuro è prevista l’estensione della rete WAND all’adiacente stazione ferroviaria, all’ospedale e all’area commerciale del centro. (Paolo Dini, David Kuller) Apparati disponibili sul mercato G li apparati basati sulla tecnologia Wi-Fi consentono di realizzare collegamenti di rete senza l’impiego di cavi, aumentando le possibilità di utilizzo delle risorse in rete. In questo articolo si vuole fornire una panoramica dei dispositivi WLAN, con le relative caratteristiche, attualmente disponibili sul mercato e quelli che sono in via di realizzazione. Access Point (o Base Station): è un dispositivo WLAN in grado di connettere una LAN cablata ad uno o più apparati wireless. Il suo impiego prevede anche la possibilità di colloquiare con altri Access Point (AP) al fine di estendere l’area di copertura della WLAN. Esistono vari tipi di AP usati sia in reti wireless che in reti cablate che, a seconda del loro impiego, possono svolgere funzioni di: bridges, hubs, switches, routers e gateways. Le differenze tra questi dispositivi non sono ben definite, in quanto certe possibilità associate ad uno possono essere associate all’altro. Ad esempio un router può fare bridging, ed un hub può anche essere uno switch. In ogni caso, la funzione comune è quella di assicurare il trasferimento dei dati da un nodo della rete ad un’altro. In particolare: un bridge collega dispositivi che utilizzano tutti lo stesso protocollo; un router può collegare reti che usano protocolli differenti; esso legge gli indirizzi dei pacchetti in ingresso e li instrada verso le appropriate destinazioni, cooperando con gli altri routers al fine di individuare il percorso migliore; un hub wireless aggiunge alcune capacità, quale quella del roaming, a quelle standard di un bridge e provvede a fornire connessioni di rete ai vari utenti che vi accedono; uno switch è un hub più intelligente, in quanto può leggere l’indirizzo di un pacchetto ed inviarlo alla destinazione appropriata; un wireless gateway è un AP con l’ulteriore capacità di implementare funzioni di livello superiore ad una semplice rete locale. Con questo apparato, un numero consistente di utenti wireless e/o cablati, hanno la possibilità di accedere alla rete internet attraverso la condivisione di un singolo cavo o modem DSL. Questo consente ad un intero ufficio di disporre di una connessione a banda larga economicamente vantaggiosa. PC Card o PCMCIA Card: è un dispositivo di interfaccia tra il mondo Wi-Fi ed il computer portatile, tipicamente rimovibile e delle dimensioni di una carta di credito. Rispetta gli standard definiti dal Personal Computer Memory Card International Association. Tale dispositivo contiene principalmente un modem per la trasmissione dei dati, una memoria ed un chip e viene utilizzato per il colloquio con l’AP di rete. PCI Card: dispositivo di interfaccia, analogo al precedente, in grado di abilitare un PC desktop in una rete WLAN. Può essere utilizzato anche con altri tipi di bus, quali ISA e AGP. USB WLAN Device: è un apparato che consente la connessione bidirezionale-seriale ad alta velocità tra un PC ed un’interfaccia WLAN. Wireless Print Servers: è un dispositivo che consente l’accesso a qualunque tipo di stampante da parte di computers che implementano lo standard 802.11b, senza l’impiego di alcun cavo. Risulta, quindi, perfetto per applicazioni in cui la stesura di cavi è impraticabile o troppo costosa, o laddove la stampante deve essere spostata frequentemente. Attraverso tale apparato più utenti possono stampare simultaneamente senza l’impiego di software speciali, avendo l’impressione - 100 - Wi – Fi. Come - quando - perché che la stampante sia collegata direttamente al proprio computer. Personal Digital Assistance: il PDA, noto anche come palmare, è più piccolo dei laptop computer, ma con molte delle stesse capacità di elaborazione e di comunicazione, e consente connettività wireless attraverso schede radio Wi-Fi integrate. Per quanto riguarda il prossimo futuro si prevede lo sviluppo di apparati analoghi a quelli precedentemente descritti ma basati sullo standard 802.11g, che permetteranno, nella banda dei 2.4 GHz, la trasmissione dati a velocità più elevata (fino a 54 Mbit/s). Per quanto riguarda le PC-Card, le interfacce verranno direttamente integrate sulla scheda madre dei computer, semplificando le operazioni di installazione e configurazione delle stesse. Inoltre, le stesse interfacce verranno installate sui cellulari di nuova generazione per fornire più possibilità di scelta relativamente alla rete da utilizzare per le proprie comunicazioni. News dal mondo Wi-Fi Eventi wireless a Milano I l wireless e' protagonista di uno degli eventi piu' rivolti al futuro tra quelli in programma a Smau: giovedi' 24 e venerdi' 25 IBAN presenta alla platea della “business community” le idee imprenditoriali selezionate all'interno del concorso “Illumina la tua idea”. Tra i progetti scelti: un'interfaccia per applicazioni SMS, EMS e MMS, un sistema di analisi statistiche via SMS/WAP/MMS, un ricetrasmettitore telefonico wireless, applicazioni di riconoscimento vocale per il Mobile Internet e sistemi WLAN integrati. Nel corso del WLAN Business Forum, organizzato dalla rivista WIRELESS, (novembre), si parla, per la prima volta in Italia, di wardriving, il fenomeno nato negli Stati Uniti che consiste nel mettersi alla ricerca dei segnali delle WLAN che debordano dai confini stabiliti. Nel corso del convegno vengono presentati i risultati di un’indagine condotta a Milano alla ricerca delle WLAN non protette. Risultati particolarmente importanti, se si pensa che solo un terzo delle reti wireless individuate aveva il protocollo Wep attivato. Per informazioni: www.wifibusiness.com. Come sviluppare il proprio business con la comunicazione mobile? Se ne parla nel corso del 1° “Wireless Business Forum” a Milano il 5 dicembre, all’Hotel Gallia. Wi-Fi:via alle sperimentazioni I l Ministero delle Comunicazioni ha deciso l'avvio delle sperimentazioni del servizio WiFi per consentire l'offerta al pubblico di strumenti di telecomunicazione a banda larga. E' quanto ha dichiarato il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri. "Le sollecitazioni del Ministero per una regolamentazione comune spiega Gasparri - sono state accolte dall'Unione europea che sta per emanare una raccomandazione con la quale si invitano gli Stati ad autorizzare, tramite il rilascio di autorizzazioni generali, la fornitura di servizi che utilizzano R-LAN. Alla luce delle iniziative in corso finalizzate all'apertura dell'accesso delle Wi-Fi al pubblico, il Ministero ha ritenuto opportuno accogliere la richiesta della societa’ Megabeam di sperimentare il servizio per poter verificare, dal punto di vista tecnologico, l'effettivo grado di fruizione delle reti R-LAN per l'offerta al pubblico di servizi tlc. La sperimentazione potra’ essere richiesta da tutti gli operatori interessati e sara’ inoltre effettuata su aree limitate e senza scopo di lucro verso l'utenza". - 101 - I quaderni di Telèma Wlan in ospedale U no dei motivi che vengono addotti per spiegare la limitata diffusione delle WLAN in ambito ospedaliero e’ la legittima cautela contro le radiazioni elettromagnetiche che potrebbero risultare pericolose. La normativa in materia, pero’, stabilisce che il limite del campo elettrico da non superare e’ di 3V/m per gli apparati elettromedicali e di 6 V/m per le persone. Il campo generato dalla sorgente radio per una WLAN standard, invece, e’ dell’ordine di pochi mV/m ad alcune decine di centimetri di distanza dalla sorgente e diminuisce con l’aumento della distanza. Pertanto, siamo ampiamente nei limiti stabiliti dalle norme. Ben consapevole di tutto cio’, la societa’ Kfi Trading ha realizzato una rete in radiofrequenza presso l’ospedale Misericordia di Grosseto, capace di servire i Pc portatili dotati a loro volta di una scheda PCMCIA che garantisce il collegamento RF, in dotazione ai medici. Tutta l’area dell’ASL di Grosseto vanta un tasso di informatizzazione altissimo. La LAN dell’ospedale Misericordia ha una capacita’ di oltre 2mila postazioni di rete con almeno 800 macchine connesse. (Notizie da Gowireless.it) Qualche conclusione T rarre una conclusione da questa lunga carrellata, per molti aspetti estremamente tecnica, non è facile. Forse diremmo impossibile. Ma qualche osservazione può essere tentata. Innanzitutto le opportunità. Sono notevoli, a quanto appare dalle notizie che si susseguono a ritmo incalzante. Ad un tratto, il mondo delle telecomunicazioni pare che abbia scoperto una nuova occasione di “business”, ma forse è più un desiderio che una reale possibilità. Infatti, il mondo del computer più che quello delle telecomunicazioni è il vero “leader” di questa opportunità, e questo mondo é talvolta imprevedibile. Sono gli utenti attuali disposti ad investire, anche se poco, su una innovazione che comporta un accesso, potenzialmente ed ipoteticamente libero ma non completamente gratuito, ad Internet? E cos’altro? E che dire delle ninfee e delle rane, di cui parla Nicholas Negroponte nel suo articolo, metafora d’effetto che forse trova riscontro in una realtà sociale distante da quella europea? Non va dimenticato che il mondo americano, che spesso viene preso a modello, è fatto da “americani”. Di cui i “cyber-men” e la nuova generazione degli “screen-agers”, come giustamente definiti da qualche magazine del settore, sono l’apetto più evidente del loro modo di approcciare le innovazioni tecnologiche. Utenti che aspirano alla libertà del “Web-Surfing”, possibilmente senza vincoli e regole, ma non particolarmente aperti alla socialità. D’altronde, gli europei sono stati “leaders” del settore radio per più di un decennio, con varie tecnologie innovative, quali il GSM, SMS, GPRS, mentre gli USA si sono destreggiati con un “patchwork” di standards, analogici e digitali. Perfino negli standards WLAN, dove non siamo stati capaci di ripetere con Hyperlan2 il successo del GSM, le maggiori prestazioni di questo standard europeo in molti aspetti ha aiutato a definire e rifinire lo standard IEEE.802.11, che sembra aver vinto la competizione. Ma, ancora, è questa una “tecnologia” così rivoluzionaria, in grado di dare una svolta al mondo delle telecomunicazioni, o è semplicemente una soluzione tecnica degna come altre di attenzione? Fors’anche il termine “tecnologia” appare troppo esagerato! Sarebbe meglio parlare di uno standard valido per l’applicazione prevista e che ha trovato un buon mercato e una grande volontà di investirci sopra. In ogni caso, come per le canzoni degli anni 60 e 70, ogni novità proveniente dal nuovo continente ci fa gridare al miracolo. Altri standards si affacciano al mondo delle reti locali micro,pico cellulari che probabilmente saranno la base delle future reti telco: - 102 - Wi – Fi. Come - quando - perché Blutooth 2.0 ne è un esempio. Anche questi standards hanno ovviamente pari dignità del Wi-Fi (anche l’acronimo è d’effetto: ricorda ovviamente il ben noto Hi-Fi!). Vi è di più, qualche volta standards alternativi offrono prestazioni migliori, come per l’aspetto consumo di potenza, che vede al momento il Wi-Fi penalizzato e non direttamente integrabile nei “telefonini”. Certamente, la pubblicità insegna, l’importante è parlarne. Non importa come, purché se ne parli! Dice una vecchia “regola”. E questo favorisce in ogni caso gli sponsor dello standard e la fantasia degli utilizzatori; forse permette ad un sistema nato per applicazioni di nicchia di invadere, stravolto nei contenuti e nelle regole, applicazioni non proprie, ma usufruibili presto, a basso costo, con qualche vena di pirateria di cui non si può dire scevro l’utilizzatore Internet; anche se questo significa rinunciare ad una buona qualità di servizio. Il nostro dovere, comunque, è quello di informare dove si sta andando e cosa bolle in pentola. Riteniamo di averlo fatto anche con questo fascicolo. Il punto di vista della UE Erkki Likkanen (Commissario Europeo responsabile per le Imprese e la Società dell’informazione) ha così illustrato in una conferenza la posizione della UE sul Wi-Fi: Nel giugno del 2000, i leader della UE hanno adottato il Piano di Azione “eEurope 2002”. Questo piano sottolinea il forte impegno degli Stati Membri ad accelerare la transizione europea all’economia della informazione. Il piano eEurope è stato un successo. Infatti: - ha accelerato la decisione da parte dei singoli governi della UE su argomenti chiave quale, in particolare, l’adozione di un nuovo programma quadro per le comunicazioni tra apparecchiature elettroniche; - ha permesso di coordinare le politiche degli Stati Membri della UE e di monitorare i progressi in ambito nazionale sulla base di indicatori di riferimento; - ma principalmente ha creato una forza dinamica. Internet è ora al vertice degli obiettivi politici di tutti i paesi europei. Tuttavia vengono richiesti ancora ulteriori sforzi: primo, aumentare la produttività in ambito economico; secondo, richiedere maggiore efficienza ed equità nei servizi pubblici. Per questa ragione, ho accolto positivamente la decisione del Consiglio Europeo di Barcellona di estendere eEurope fino al 2005. Ritengo che ci siano 5 priorità fondamentali per eEurope 2005: - occorre promuovere contenuti, servizi e applicazioni che suscitano un notevole interesse; - occorre fornire servizi interattivi pubblici on-line; - occorre conseguire la piena digitalizzazione per tutti i cittadini europei; - occorre promuovere l’accesso a larga banda ad Internet; - occorre incrementare la fiducia e confidenza nei confronti del cyberspazio. Queste 5 priorità saranno la base per una società dell’informazione onnipresente, aperta a chiunque, dovunque ed in qualunque momento. Le comunicazioni mobili occupano un ruolo centrale in questo disegno. Esse sono, e rimarranno, una priorità per la Commissione. D’altronde il consumatore generico non è interessato solo alla tecnologia, bensì a prodotti e servizi che migliorino e semplifichino la sua vita. Se la tecnologia non fa questo, non è attraente. In questo contesto il programma IST sta cercando di individuare nuove soluzioni tecnologiche per il prossimo futuro. Uno degli elementi chiave di questo quadro è la comunicazione globale tra tutti i contenuti, tra le piattaforme tecnologiche (fisso, UMTS, Wireless LAN, Bluetooth) e tra le interfacce (PC, TV digitale, terminali mobili). - 103 -