i grafomani sono la mia passione!

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i grafomani sono la mia passione!
L E I NTERVISTE
I G RAFOMANI S ONO
L A M IA PASSIONE !
Ci siamo conosciute (quasi) per caso: venne una sera al nostro corso di Astrologica
del mercoledì, e da allora è nata una amicizia cordiale, piacevole, distensiva. Mi piace pensare, ogni volta che la vedo, a come con garbo legge tra le righe (nel vero
senso della parola) di chi ha vicino. Chi legge un oroscopo, chi una lettera. Ma il risultato, credetemi, è davvero identico, nell’interpretazione!
DI
B ERENICE
L E I NTERVISTE DI B ERENICE :
M ARISA PASCHERO
di Elisabetta Mirti
Come è nato il suo interesse per la
Grafologia?
In maniera del tutto casuale. Un’amica mi
disse di essersi iscritta ad un corso che stava iniziando proprio in quei giorni: mi sono
incuriosita, e ci sono voluta andare anch’io.
Era il 1985 quando ho ascoltato la mia prima lezione di Grafologia, e da allora non
l’ho più lasciata ... chissà … forse di casuale non c’è nulla.
All’epoca insegnavo Lettere, e così ho avuto la possibilità, fin da subito, di verificare quello che imparavo sulle scritture dei miei allievi:
una miniera di informazioni, come potrà immaginare, e al tempo stesso uno stimolo costante, una specie di invito a non smettere mai di
studiare.
Prima ho imparato il metodo italiano, poi, una decina d’anni dopo,
ho “scoperto” il metodo francese. Per me è stata come un’illuminazione: avevo a disposizione uno strumento straordinario, che insegna
ad osservare la scrittura come si guarderebbe un quadro, nel suo insieme, mettendosi quasi in ascolto, e lasciando lavorare l’intuizione.
Ma ogni studioso di Grafologia sceglie il suo metodo, quindi?
In Italia si studiano il metodo di padre Moretti e quello di Marco
Marchesan: sono entrambi metodi validissimi. Oggi la Grafologia è
un diploma di laurea, e fa capo alla scuola morettiana. Con il metodo francese ci si diploma a Parigi, ma si può studiare anche qui, a
Roma e a Milano.
Le differenze tra i due metodi?
Il metodo italiano è analitico, estremamente preciso, e utilizza la grafometria, ossia uno specifico sistema di misurazione dei singoli tratti della scrittura: grandezze, spessori, angolarità, pressione, inclinazione degli assi letterali: è un ottimo metodo per chi fa perizia giudiziaria.
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Il metodo francese privilegia piuttosto l’osservazione globale della scrittura, e fa riferimento alle grandi teorie psicologiche di
Freud, Jung e Adler. Inoltre il metodo francese utilizza la Tipologia
Planetaria, sconosciuta al metodo italiano.
Le scuole di Grafologia sono comunque tutte triennali e richiedono un grosso lavoro personale: al di là di quanto si impara
ai corsi è necessario molto esercizio, perché solo così ci si forma l’occhio e si acquisisce dimestichezza. È come in Astrologia:
più osservi Temi Natali, più impari ad interpretarli.
È importante avere diversi insegnanti o è meglio averne uno
solo?
Gli insegnanti sono necessariamente diversi a seconda delle specializzazioni, ma alla fine c’è sempre un insegnante di
base che orienta con la sua tecnica ed il suo stile: poi, col
tempo e la pratica, ciascuno personalizza il proprio strumento.
Lei è rimasta in contatto con il suo insegnante?
Sì, io cerco di mantenere vivo il contatto con gli insegnanti che ho avuto: un confronto è sempre utile, e aiuta a non
pensare mai di essere infallibili!
Ritorniamo al suo percorso: lei ha iniziato il corso a Torino
… e poi?
L’ho concluso e mi sono specializzata in Grafologia dell’età evolutiva: quasi subito ho incominciato ad insegnare
Grafologia Tecnica, e a tenere corsi di aggiornamento ai docenti.
Il fatto di essere nella scuola mi ha certamente facilitata: diversamente, senza un
ambiente di riferimento, è molto difficile
che si venga interpellati, a livello più o meno professionale.
In realtà non ho mai smesso di studiare,
cercando di applicare quel che imparavo:
finchè ho smesso di insegnare Lettere e
mi sono dedicata completamente alla
Grafologia!
La Grafologia si impara soprattutto lavorando, facendo referti, verificando sul
campo.
Solo qualche anno fa, quando mi sono sentita pronta e sufficientemente
sicura, ho affrontato la Grafologia Giudiziaria, naturalmente tornando a scuola, da un perito accreditato e veramente
esperto.
La Grafologia Giudiziaria non ha nulla a che vedere con la Grafologia
che viene definita “psicologica”: non descrive la personalità, ma si
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limita a stabilire l’autografia, ossia l’identità della mano scrivente. Si occupa dei cosiddetti “documenti in contestazione”,
che vanno dai testamenti falsificati, agli assegni contraffatti, alle firme imitate o dissimulate, alle lettere anonime.
Lei cosa preferisce?
Io preferisco la consulenza, ma eseguo anche perizie:
penso che un grafologo possa dirsi completo quando conosce entrambi gli aspetti della sua disciplina, quello peritale e quello interpretativo.
La consulenza grafologica per cosa viene richiesta di
solito?
Per l’orientamento scolastico e professionale, oppure per
la compatibilità di coppia, o per l’analisi della personalità; per tutti i problemi di apprendimento della scrittura (che oggi sono sempre più frequenti, come nei casi
di disgrafia e dislessia), per l’aggiornamento di tutte le
persone che quotidianamente entrano in contatto con
la grafia, come gli insegnanti, o le maestre… fino a qualche tempo fa era richiesta anche da alcune aziende per la selezione
del personale, ma adesso è stata un po’ messa da parte a favore di
altri test.
Il fatto che l’adolescente cambi continuamente scrittura?
Si chiama “età evolutiva”: la scrittura cresce e si modifica insieme all’adolescente.
Ma anche una scrittura adulta può continuare ad evolvere, a cambiare: quel che rimane uguale è il ductus di fondo, che è assolutamente peculiare e riconoscibile, perché legato al temperamento di
base.
Un vero talento si vede nella scrittura? Voglio dire, tra i suoi allievi,
dei quali avrà certamente studiato la grafia, c’è stato qualcuno del
quale ha pensato: questo ce la farà?
Sì, senz’altro, un vero talento si vede. In genere la scrittura si personalizza prima, emergono segni di abilità, ricombinazioni veloci, soluzioni grafiche assolutamente originali che esulano dal codice gestuale dell’adolescente, che tende ad appiattire e ad uniformare il
tratto. Se le capiterà di osservare scritture di adolescenti, noterà che
si somigliano un po’ tutte… in una classe ci sono molte grafie simili, e solo tre o quattro che spiccano, in modo deciso: ma attenzione, certi ragazzini molto dotati intellettualmente hanno una maturazione affettiva più lenta, e la loro scrittura conserva qualcosa di infantile più a lungo, soprattutto se usano molto il computer …
Allo stesso modo anche i segni della patologia sono evidenti, allora?
Molto presto nell’handicap già conclamato, ma in questo caso inter21
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viene il neurologo.
Patologie più subdole possono invece essere mascherate e confuse con segni d’ansia o di disagio dovuti ad una forte emotività.
Un trauma o un cambiamento improvviso sconvolgono il tratto: per certi bambini è sufficiente la separazione dei genitori (o l’arrivo di un fratellino!) per far
regredire la grafia.
C’è una ereditarietà tra genitori e figli, nella grafia?
In alcuni casi vistosa, in altri solo in pochi piccoli segni.
È frequente il caso di una Firma che si
ripete in una famiglia, come un marchio: la firma spesso è costruita durante l’adolescenza su imitazione di
una firma che piace, e poi resta uguale nel tempo, perché la firma cambia
molto più lentamente della scrittura
estesa.
Ci può essere però, all’opposto, una
netta differenziazione familiare, anche perché la scrittura risente della
“moda” del periodo.
M A R I S A PA S C H E R O
NASCITA: 18/10/1953 05:30 (GMT+1.00)
LOCALITÀ: TORINO (ITALIA)
COORDIN: 45N04-007E40
JD: 2434668,6875
Il fatto che una persona scriva con la
penna, o la matita, o la stilografica, è importante?
Certo che è importante! Ogni strumento produce un tratto
diverso: la stilografica, ad esempio, segna un chiaroscuro
(che si chiama “rilievo”) che la biro non consente.
Il fatto di scegliere uno strumento che permette un tratto
sottile ed incisivo, con una tenuta verticale, è tipico della persona razionale,
soprattutto con l’inchiostro nero.
Il tipo sensoriale sceglierà invece una
penna più morbida, che lo faccia scivolare sulla carta, con una tenuta lunga,
obliqua.
Tratto leggero o pesante?
Il tratto nasce dalla pressione della mano, ossia dall’energia vitale: ci sono persone che addirittura bucano il foglio
mentre scrivono, altre che appena lo
sfiorano.
La pressione eccessiva rivela sempre
una forte tensione, che può essere temporanea, e per questo è meglio vedere
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sempre più di un saggio grafico. La pressione leggera è della persona sensibile, ma meno incisiva.
La scelta dello stampatello maiuscolo è significativa?
Sì, molto. Può essere la scelta formale di certi professionisti, come
architetti o grafici, può essere una ricerca di chiarezza, ma può essere di chi in qualche modo
copre e protegge la propria individualità… non
per niente si chiama scrittura-maschera.
Ad ogni modo anche lo stampatello maiuscolo può essere fortemente personalizzato.
Certamente l’avvento di Internet sarà stato deleterio per la Grafologia?
Un danno notevole, per due motivi: si scrive
sempre meno e si ha sempre meno familiarità
con lo strumento grafico, per cui le scritture sono poco fluide, poco sciolte (parlo dei giovanissimi, specialmente). E poi perché effettivamente tanta comunicazione che un tempo era
affidata al biglietto, all’appunto, oggi viene affidata alla e-mail e a mezzi che non hanno a
che fare con la grafia.
Ci sono uomini con scritture femminili e donne con scritture maschili. Come si giustifica questo fatto?
È un discorso lungo …. legato al temperamento di base, e anche al
cambiamento di certi ruoli.
Diciamo però che dalla scrittura emergono la femminilità e la virilità
“psicologica”: la grafia non ci dice se siamo in presenza, ad esempio, di una omosessualità “agita”.
Ad ogni modo tutta la zona inferiore della scrittura, al di sotto del
rigo di base, è in riferimento alle pulsioni, all’inconscio e alla sessualità.
C’è chi ha bisogno di scrivere su fogli a righe e non bianchi ….
Può essere la ricerca di un supporto, di un riferimento sicuro, o il bisogno di rimanere ancorati alla realtà, oppure ancora la scelta della
persona rigorosa, ordinata, schematica …. è solo osservando la qualità della scrittura nel suo insieme e collegando i segni tra loro che
potremo farci un’idea.
C’è che distanzia molto lettere e numeri, e c’è chi li avvicina.
Lo spazio bianco che lasciamo tra una lettera e l’altra è lo spazio che
siamo disposti a concedere agli altri.
Da giovani si tende ad accostare molto le lettere, poi, con la maturità, gli spazi dovrebbero equilibrarsi… le lettere “incastrate” l’una nell’altra sono comunque un segno d’ansia.
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Le persone che dimenticano gli accenti, i puntini sulle “i” ?
Può essere dovuto alla frettolosità del tratto. La scrittura ci dice
come lavora il nostro cervello, come fluisce il pensiero: persone
dalla gestualità rapida e dalla ideazione veloce spesso trascurano i piccoli segni, o hanno una scrittura pressoché illeggibile.
E i mancini?
Il mancinismo non è un fatto caratteriale, dipende dalla lateralizzazione del cervello, che non si definisce
prima dei cinque anni. Oltre ai mancini cosiddetti puri esistono mancini meno determinati, che possono
avere avuto una lateralizzazione tardiva, che vengono chiamati ambidestri.
A livello scrittorio l’ambidestro sembra avere maggiori difficoltà rispetto al mancino puro.
La lentezza nell’imparare a scrivere?
Può avere motivazioni diverse, al
di là di un difetto nella capacità di apprendimento: può essere legata alla difficoltà di riconoscere e memorizzare un codice. Può avere un’origine ansiosa: scrivere è un’attività complessa, che richiede comunque una guida; leggere è più facile, alcuni bambini imparano anche da soli.
I grafologi possono esaminare anche grafie straniere?
Solo a patto di conoscere il modello calligrafico di base, che
varia da paese a paese… diversamente si rischiano grosse
cantonate!
A parte la scrittura della persona da analizzare, quali altri strumenti utilizza il grafologo?
Per le perizie più semplici bastano una lente di buona qualità, un microscopio a infrarossi e una macchina fotografica per
gli ingrandimenti. Perizie più complesse richiedono strumenti molto più sofisticati (e costosi!), e allora ci si può rivolgere a laboratori specializzati, a maggior ragione se la perizia riguarda anche la carta, gli inchiostri, la filigrana …
Come le è venuto in mente di studiare l’Astrologia?
Il grande fascino dell’Astrologia …. le nostre due discipline sono sta24
te spesso collegate, per alcuni studiosi sono addirittura inseparabili! Ad esempio Françoise Colin è convinta che, se l’Astrologia permette di individuare il progetto di vita, la Grafologia ne possa vedere la proiezione nel presente. In altre parole, se il Tema Natale
descrive il nostro potenziale, la scrittura mostra come lo stiamo utilizzando, dove stiamo andando, cosa stiamo diventando nel corso
dell’esistenza.
Oggi quando fa un’analisi grafologica osserva anche il Tema Natale
della persona?
Non come farebbe un Astrologo …io cerco la dominante d’elemento,
confronto le presenze planetarie, che spesso sono piuttosto evidenti. Cerco di capire come la persona ì sta vivendo “qui e ora” il rapporto con questi grandi simboli che le appartengono.
Quindi ci sono possibili abbinamenti tra Astrologia e Grafologia?
Ci sono sempre stati, anche in passato, anche se spesso assistiamo
ad un curioso fenomeno: la Grafologia, anziché attingere intuizioni e
saggezza dall’Astrologia, ne prende le distanze ….
Il suo sogno nel cassetto: quale scrittura vorrebbe vedere dal vivo?
Il carteggio Freud-Jung. Ogni scrittura, celebre o meno, conserva intatta nel tempo una sua vitalità profonda, una specie di energia: poterla apprezzare in originale è sempre un’emozione.
Una perizia che le piacerebbe fare?
Mi affascinano le scritture che vengono chiamate
“fuori norma”, ossia quelle a dominante Urano,
Nettuno e Plutone. Le grafie dei serial killer sono
spesso plutoniane.
Una grafia scansita vale come un originale?
Una grafia ha valore quando è viva e la
si vede sul suo supporto: la carta.
Però è anche vero che ai suoi livelli se non fa le scansioni si ritrova a dormire sulla carta …
Ho un archivio di notevoli dimensioni, sempre più esteso … e poi mi
piace il contatto con la carta.
E come è catalogato?
Per professioni, e poi alfabeticamente. Metto in pratica quello che
avevo imparato molti anni fa, quando mi ero preparata per un concorso alla Biblioteca Nazionale…
Qual è la scrittura più bella che possiede, quella che si guarda la
sera prima di andare a dormire?
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L A C HIOMA
Ho alcuni originali che amo particolarmente: inutile dirle che colleziono scritture, e che un autografo è il regalo più bello che io
possa ricevere!
Quale autografo vorrebbe avere nel suo cassetto?
Quello di Einstein. La sua era una scrittura proprio bella: piccola, saturnina, concentrata e viva.
Qual è la situazione attuale della Grafologia?
Beh, il fatto di essere riconosciuta come diploma di laurea ha
aiutato molto la nostra disciplina.
Vive un periodo positivo: ci sono tante scuole, c’è l’Associazione
dei Grafologi Professionisti a cui si accede previo esame. Si
sta cercando di dare una veste più ufficiale a questo lavoro.
Grafologia uomo o donna?
Ai corsi ci sono sempre più allieve donne. Ma i periti giudiziari sono in prevalenza uomini.
La Grafologia italiana è la migliore al mondo secondo lei?
No, per me la migliore è quella francese: perché
ha più storia, e soprattutto perché il grafologo ha
una posizione più definita e autorevole. Ha un suo
spazio ed una fisionomia precisa nella vita professionale.
mostra
cine
3 pagine
L’aggiornamento del
grafologo in che cosa
consiste?
Convegni, ricerche,
studi che continuamente vengono proposti. Ma, soprattutto, il
confronto sul campo:
non bisogna mai fermarsi, limitandosi all’insegnamento, senza
praticare; tanto più che
analizzare una scrittura
è sempre un privilegio,
è il momento davvero
bello e vitale del nostro
lavoro.
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ANNO
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