classifica poesie
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1) Mini Paola NON FA RUMORE LA PIOGGIA SUL MARE Non fa rumore la pioggia sul mare, posso ascoltare solo il mio cuore, fitto è il silenzio, l'aria è pulita in ogni goccia profuma la vita. La pioggia sul mare non fa rumore cade dal cielo, va dal suo amore, ritorna al suo limbo neanche lei sa quale cosa finisce, quale cosa sarà. Non fa rumore la pioggia sul mare, non c'è colore da decifrare, cerchi concentrici la sola traccia, non c'è promessa, non c'è minaccia. La pioggia sul mare non fa rumore niente sussulti, niente tremore, rimango a guardarla con strano stupore che non è gioia e non è dolore. 2) Cristina Dominici QUEL FANTASTICO OLLIE Il trick sul muretto che sensazione magica si sfidano finanche le leggi della fisica. La strada è come un’onda che impari a cavalcare acrobata dell’aria invece che del mare. Esplori la città con il suo spazio urbano a te non sfugge mai neanche un corrimano. E anche quando cadi e inciampi, tu non molli… per riprovare subito quel fantastico OLLIE. Lo skate è la tua vita la tua filosofia e in quello skatepark tu sogni di andar via. New York, Barcellona, c’è un amico che ti aspetta perché tra skaters si sa… ci si conosce in fretta. A casa si disperano perché non ci sei mai e su WhatsApp leggono: Matteo skate or die. Ma quella sensazione di libertà infinita ti da la gioia di esistere e di mordere la vita. Abbraccia la tua tavola e a te tienila stretta vivi sempre la tua favola il mondo non aspetta! 3) Luigi Brasili IL RAGGIO VERDE Se guardi bene in fondo all’orizzonte c’è un filo teso là dove il sole scende, vibra e si tende sul fare del tramonto e tiene il mondo legato alla sua fonte. È quella luce che nasce quando muore, il primo bacio rubato sulla sabbia, falce che taglia le lacrime di nebbia, e verde accende i battiti del cuore. No, non è un pazzo chi ti siede accanto, è solo un uomo che cerca quella luce, un bimbo solo perduto nel suo pianto, tu fagli sentire più forte la tua voce, e forse allora ritroverà il coraggio d'essere pronto a proseguire il viaggio, tu puoi aiutarlo e prenderlo per mano, portalo in alto dove il raggio è verde. Il cielo sembra nero quando fuori è notte, ma è solo un’illusione, c’è sempre qualche stella, a scintillare sul buio della sorte, e accendere colori sopra ali di farfalla. Quel colore cercato da chi guarda, e non si ferma davanti all’apparenza, un raggio liquido, lo chiamano speranza, appare solo quando l’anima si scalda. No, non è un pazzo chi ti sfiora il viso, è solo un cieco aggrappato alla tua luce, un bimbo solo che mendica un sorriso, tu fagli sentire più vicina la tua voce, e forse allora riprenderà il suo viaggio, dove si cela il cuore del miraggio, tu puoi portarlo sempre più lontano, fino alla fonte di quel raggio verde. Adesso segui quel filo dorato, alle sorgenti d’arcobaleno, lassù, nel luogo che t’ho indicato, il raggio verde esiste davvero. 4) Antonio Milicia LABIRINTI Nei labirinti dei tuoi pensieri spinti mi perdo spesso ma non ho voglia adesso. Nei gusci vuoti dei tuoi pensieri idioti mi sento stretto ma poi ti stringo al petto. Con gli aghi appuntiti di una pioggia storta, l’ombrello non serve, ma a te non importa. Sai di tutto e di niente, come ghiaccio bollente, ma sai come orchestrare una morte apparente. Nei prati spenti dei miei tempi assenti raccolgo i semi dei tuoi sogni osceni. Nei falsi panni dei tuoi astuti inganni mi avvolgo ancora, ma non ti chiedo l’ora. Sei un porto di lago, un approdo sicuro, non ti manca nulla, hai messo anche il faro. Mi piaci ad oltranza, ma la noia mi assale, non so darti abbastanza, e’ questo il mio male. Nei rami storti, dei tuoi sguardi assorti, silenzioso mi appendo, ma ostinato non scendo. Nei tuoi silenzi di tomba, la mia voce rimbomba, alle esplosioni di gioia, ti sopravvive la noia. La mia mente viaggia, ma tu hai rotto il freno, e sfreccio nel buio come uno stupido treno. Sei farfalla di giorno, di notte falena, fatal mi è il tuo canto, di moderna sirena. La gonna lunga e lo spacco, da dodici il tacco, col tuo sorriso da iena, sai gelare la scena. Ma ti vedo assai stanca, il caldo ti sfianca, con il viso un po’spento, ti sfugge anche il mento. Hai perso lo smalto, ti avvicini al gran salto, non credo sia vero, ma nemmeno ci spero. Nei miei schermi distanti, non risolvi lo schema, ma tu strappi la spina, e si arresta il sistema 5) Roberta Calò (RI)CORDA C’era un ideale appeso ad un filo Ed io funambolo l’ho attraversato ho raggiunto l’altra sponda della vita e ne ho fatto carne da macello Non sapevo cosa fosse la pace Non conoscevo i volti della guerra Ho usato male i miei coltelli non per tagliar frutta e nutrirmi meretrice del mio egoismo ho ucciso natura, diritti e fratelli Il filo ha iniziato a consumarsi E’ diventato sempre più sottile Avrei potuto tornare indietro ricominciare dalla fine Il filo troppo sottile si è spezzato Ho guardato di sotto nelle mie vertigini qualsiasi sogno si è suicidato ed io assassino di me stesso son rimasto solo vuoto e senza volto Non sono nessuno perché in nessuno ho trasformato tutti Credevo gli incubi fossero i sogni più brutti ma la vita che sprechi può essere peggiore tornerei indietro per rifarne una migliore sono solo scheletro mi son mangiato non solo le mani Ma il filo s’è spezzato ed io vittima del mio passato nelle mie lacrime vedo annegare i figli che ho messo al mondo Non posso scappare dallo specchio del presente nelle sabbie della mia eredità vado sempre più a fondo C’è solo una corda appesa all’ultimo ramo di un albero quasi perito l’ultima possibilità per impiccarmi o farne altalena e provare a sfiorare il cielo con un dito 6) Luciano Tallone NOTTURNO Guardo la notte sdraiarsi sulla piccola città nei cortili sulle altalene il silenzio è sovrano ormai dalle viuzze arriva un solitario miagolio ultimi passi randagi un abbraccio, un addio ma dove sarai stanotte dove guardano i tuoi occhi nessuna voce è voce stasera nessuna rotta è compiuta e il vento, un lamento appena vedo macchine dimenticate nei parcheggi a pettine come note scartate di una canzone perduta tra le persiane e i cuscini il chiacchierio dei sogni, sopra lo sbadiglio dei camini l’abbraccio del cielo apparecchiato di stelle rigiro nelle tasche stanotte la musica e la fortuna porto le paure infinite a bagnarsi di luna. 7) Luciano De Leonardis LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO Un passo da zotico incespica in qualcosa nel bosco selvatico dormi, splendida rosa. La voce del cafone che crede già di amarti fioca per l'emozione non ce la fa a svegliarti. Con le mani villane stringe piano quelle tue pensa a isole lontane che aspettano voi due. La sua bocca tremante sulle labbra ti sfiora ma non succede niente tu dormi, dormi ancora. Quell'anima intristita con scarpe da bifolco ritorna alla sua vita seguendo il trito solco. Con baci di altro ceto ti desterà Destino rimarrà un segreto quello di un contadino. 8) Rita Fagiolo IL GRIDO DEL MARE Notti false in questa terra dove il respiro al petto serra, si consuma nel timore di un mattino senza valore. Ma non senti il grido del mare? dei lamenti rifugge il dolore. Si agita, sbatte l'onda con rabbia scema poi sconfitto con te sulla sabbia. Nessun viaggio è senza meta... questo segue una cometa... sulle spalle solo il coraggio nel cuore l'affanno del miraggio. Ma non senti il grido del mare? dei lamenti rifugge il dolore. Si agita, sbatte l'onda con rabbia scema poi sconfitto con te sulla sabbia. 9) Renato Baroni IL FARO Un vecchio legno ogni giorno mi trasporta sopra il mare burrascoso della vita; c’è sempre da aprire qualche porta e l’anima mia è già quasi sfinita. Basse nuvole di tristezza e occhi cupi si alternano, danzando in caroselli, a morsi di fauci, rabbie da lupi e a timidi belati di tremanti agnelli. Sordo al canto di ammalianti Sirene continuo senza meta a navigare non mi fermo, (sono rotte le catene), quel che conta è andare, andare, andare alla frenetica ricerca di non so cosa, forse di un Dio, di una vita nuova, di un porto in cui l’anima riposa di una risposta che i miei dubbi smuova. Di certo alla ricerca di un amore vero, di una guida, un cuore, un faro che mi illumini con animo sincero, che addolcisca il mio cuore amaro. Dalla corrente mi lascerò trasportare magari pure su ingannevoli rotte, ma ugualmente continuerò a cercare finché non finirà la lunga notte. Ora il mare è quasi attraversato, questo legno sarà presto la mia croce; ma ad un tratto un volto appare nell’infinito: il faro là in fondo è la tua voce. 10) Michela Turra CANZONE DELLA PRIMAVERA mentre la sera si stende ad oriente poche occasioni davvero sprecate tu mi domandi se piaci alla gente io ti rispondo non piaci alle fate quell’astrazione che avvolge la mente toglie di dosso le troppe paure non c’è bisogno di fare più niente tutte le immagini restano oscure credi, le cose procedono bene solo ogni tanto col vuoto nel cuore finisco assorta a guardarmi le vene pensando dunque si vive e si muore e per finire una sciocca canzone voglio esortarti nei giorni di maggio a non privarti di dolci emozioni a preferire all’assenza il coraggio 11) Pietro De Siena IN PUNTA DI PIEDI In punta di piedi, i piedi sopra un ramo di sicomoro. Di fianco un bambino, si appoggia al tronco e mi tiene la mano. Entrambi indossiamo una corona di alloro. Lo sguardo è fissato su un orizzonte lontano. Seduti a parlare sul letto del fiume o sulla riva del mare. Pensieri che scorrono, distratti dall'onda, conditi dal sale. Entrambi indossiamo un braccialetto e un pugnale. E' tempo di ridere, è tempo di amare. Nel cielo un gabbiano, ali che tagliano le nuvole, bel tempo si spera. Pensieri che danzano, come le fiamme di un fuoco intorno alla sera. Entrambi avanziamo e non portiamo bandiera. Voliamo lontano da questa bufera. Sdraiati sull'erba lo sguardo alle stelle, è un girotondo speciale. Un aereo, una scia, il tuo regalo per il prossimo Natale. Entrambi indossiamo un vestitino di brina. Si scioglie col sole di prima mattina. 12) Rodolfo Vettorello ROSSETTO SUL BICCHIERE Una bottiglia vuota e due bicchieri insieme; un baffo di rossetto sull’orlo di un bicchiere. Un letto tutto sfatto e musica soffusa; una lanterna rossa come nel film cinese. E tante cose sparse e a terra i tuoi vestiti. Sentore di sudore, profumo di candele nell’aria come nebbia: così dopo l’amore. Sei tutta nuda, in piedi; ti tengo per le mani ma so che sei già altrove. Non dico mai rimani a chi non m’appartiene. Mi resterà domani nel letto da rifare un po’ del tuo profumo, il poco che regali. Un’ombra di rossetto sull’orlo di un bicchiere, così se voglio averti saprò cosa baciare. 13) Sergio Gambale FORSE NON RICORDI Non c’è stato per un attimo l’odore del dolore: di un’esistenza sacra, di una penna usata, per un frutto, una rosa, dolce ed amareggiata Non è stato nel cammino che ho scordato quel giardino: di visi stantii, bramanti di colori, doni e perdizioni E fu allora che mi sono ricordato, giustamente stremato, del sorriso di quel bambino; che giacente ancora affronta, la vita in un’oncia, l’onda inconscia, l’orda sfonda, mentre arriva, dentro al sogno che svaniva, per ascoltare le grida, dovute a una dolce spina, che cresceva e pungeva quando egli dormiva. 14) Antonio Michele Paladino UOMO DIFETTOSO Cammino. E non dirigo i miei passi. Urlo. E non riconosco la mia voce. Guardo. E non apro i miei occhi. Sono un burattino, il pinocchio di un imbroglio che puzza di petrolio. Sono un uomo difettoso, un automa programmato per l’esplosione. Voci squarciano il silenzio della mia mente, menzogne che non so riconoscere, ombre proiettate da un fuoco che non vedo ma brucia, in questa eterna notte senza stelle. Mi hanno detto vai, uomo difettoso, fa’ brillare la tua fede. Ma nessuno mi precede perché hanno paura, più paura di me. Sono solo adesso, in questo treno pieno di gente. Mi tremano le dita, ma lo farò, premerò il pulsante e il cielo cambierà colore. E non importa il rumore e non importa il dolore. Sono stato programmato. Io, automa senza ragione. Io, uomo difettoso. 15) Nicola Orofino E MAI Quante canzoni dedicate alla Luna E mai nessuno ne ha dedicate a Marte E se stanotte avessi un po’ di fortuna Domattina ti direi che si parte Si parte senza pensarci su troppo Si parte ed è l’unica cosa da fare E di sicuro sentirai in gola un groppo Ma è normale quando inizi a volare E E E E volerai su queste paludi e fango tenterai di non lasciarmi lontano mi vedrai mentre ridendo io piango qualcun altro ti avrà preso la mano E allora capirò tutti i tuoi problemi I tuoi silenzi diverranno rumore Ci sembreremo, nel ricordo, due scemi Mentre rombando scapperà via un motore E passeranno quelle sere d’estate E mai le cortesie che t’ho dedicato Annegheranno le tue paure innate E capirai che da sempre t’ho amato Ti chiedo scusa se ho fallito stanotte E le sirene sono già più vicine Le mie speranze di piombo son cotte Da tre divise e rumore di mine Forse capiterà un’altra volta Di dimostrarti chi sei tu per me Ma adesso che anche la banchisa è sciolta Inizia un viaggio lontano da te. 16) Marco De Maria IL LUNGO ADDIO Così tu ingoi sonno, stanchezza, birra e i miei baci. Io mordo le tue labbra dolci, mi guardi, sorridi e taci. Così ti abbandoni alla notte che sussurra le tue paure. Le ultime parole son false, le ultime son le più dure. Mi dici: ''Ci rivedremo, non è poi distante il domani.'' ma il domani dorme nell'ombra e ha spine di rosa nelle mani. Domani i tuoi occhi d'indaco, freschi, d'acqua satura di cloro resteranno nascosti tra i monti come un antico tesoro. Io domani sporcherò le mie scarpe e domani perderò il tuo odore mentre tu ucciderai il tuo pianto fumando per lunghe ore. I tuoi occhi rapiranno altra gente le mie mani stringeranno altri cuori: semineremo come due ciechi altre carezze, altri dolori. Forse perderò il tuo volto e il gioco a cui abbiamo giocato; chissà in quale ora mi scorderai oppure mi hai già scordato. 17) Maria Sepe PROFILO WHATSAPP Da sfondo al desktop la fotografia tu che mi guardi con malinconia e mi domandi se è proprio così se le promesse mie finiscono qui. Le mie promesse solo buone intenzioni, le tue speranze sono ora illusioni. Cammino incerta nella camera tua questo silenzio è una scatola buia scende la pioggia dietro i vetri appannati come le lacrime dagli occhi cerchiati le foto a scuola dietro i soliti banchi goccia per goccia dicon che tu mi manchi. Ci sono io sul tuo profilo whatsapp in un abbraccio che ripete “stai qua” io che ti asciugo all'uscita dal mare dal vento fresco che ti fa raffeddare sorridi timida accucciata al mio petto che ti assicura un futuro protetto. Due solchi ai lati del mio finto sorriso contano quante delusioni sul viso e cerco invano il tuo odore e la faccia volevo averti ancora fra le mie braccia ma stringo, invece, solo il tuo cuscino così mi illudo di tenerti vicino. Caterina Caterina Caterina Caterina Caterina Caterina Caterina va, va, va, va, va, va, va, con lo zaino in spalla all'estero è una balla inseguendo un futuro chi ha promesso è spergiuro ho battuto le mani a personaggi che poi son ciarlatani e va. 18) Jessica Lunedei GUERRIERO DI ALRESCHA Camminando sotto la luna il mio corpo sfrutta la velocità della nebbia gelida. La mia battaglia contro il tempo mi ha stremato. Conosco un’unica via d’uscita. E’ vitale e proibita. Il campo fiorito della luna versa lacrime roventi incenerite dalla rabbia. Rabbuia quell’immagine divina, imperla i rovi e taglia le radici dalla terra. Dissotterra questo povero guerriero. Riscopre di essere fatto di errori, era caduto così in basso che difficilmente sarebbe risalito. eppure è riuscito a riconciliarsi con se stesso accertandosi di essere vivo. La violenza nei suoi occhi, i demoni sul suo viso, un segreto intollerabile. Occhi spaventosi che non possono essere spenti, già non sembra più un uomo. Le stelle cadendo sulle nuvole scivolano come pioggia illuminandola d’estate. Piango senza coraggio e trema il mio pensiero di te che sei in mezzo un labirinto. Ora dimmi cosa è l’abbraccio etereo di un paio di mani piumate, tu non le vedi ma senti che possono essere amate. In mezzo al richiamo della vita qualcosa di essenziale vibra e apre gli occhi. E’ così. Per i pesci, siam noi le stelle. 19) Alex Giorgi TI MANCHERO’ Ti mancherò quando il vento porterà via il mio profumo; quando il fuoco ormai spento lascerà posto a cenere e fumo. Niente più abbracci a scaldare il tuo cuore, solo vuoti ricordi in lontananza; mentre pian piano si ammala e poi muore anche la più resistente speranza. Ti mancherò come un luogo lontano, del quale hai avuto soltanto un assaggio, senza poterlo toccare con mano scoprendo che era soltanto un miraggio. Nessuno potrà mai rubare il mio posto dentro i tuoi più profondi segreti, dentro il cassetto nascosto dove riposano i nostri pianeti. Ti mancherò quando il cielo stellato rammenterà chi sei veramente, quando colui che troppo ti ha amato rimarrà solo un ricordo ora assente. 20) Pierluigi Boccanfuso COSÌ HAI SCELTO Così hai scelto di giacere su di un giaciglio d'oblio e da lì ergerti, come un dio caduto. Nel compianto ristagno dei giorni, tu hai giocato con me come un baro, ad un inesistente nascondino, la preda sempre e solo tu che mi scorticavi, così come la tua tenuta di caccia era una malattia venerea che guarisce. Ma tu, oramai lontano dai miei regni di grazia, hai sfrondato la miseria dei nostri lumi compiacendoti della carne vacillante di ologrammiche odalische che affondano, con passo leggiadro, nelle tue stesse viscere di tracotanza, affilate e tagliuzzenti maschere, tipiche meschine ospiti, ridacchiano, distese sulle rive stigee, dei fantasmi dei loro volti, attendenti il tuo e tu che, ancora, non sei morto! I venti d'Arabia hanno sospinto sullo Ionio lo iodio necessario a bucarti le labbra ed allora non hai più retto il peso della farsa; i mille malinconici abbracci d'insanità hanno lobotomizzato gli occhi in pianto vitreo e una calandra di cristallo s'è frantumata un istante dopo essersi levata da terra.