FORUM SALUTE MENTALE Lecco

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FORUM SALUTE MENTALE Lecco
FORUM SALUTE MENTALE
Lecco
Care operatrici e cari operatori,
vi scriviamo come Forum Salute Mentale di Lecco, dopo che in più occasioni abbiamo avuto
l’opportunità d’incontrarci e confrontarci, non ultimo il Seminario dello scorso marzo sul tema del
SPDC e quindi della contenzione e delle porte aperte.
Ci piacerebbe che leggeste queste parole come quelle di chi fra noi ha incrociato nella sua vita
passata e presente, come utente, come familiare, o semplice conoscente, la psichiatria e che
vorrebbe spiegare perché ha deciso di non vivere sterilmente in solitudine il suo dolore.
C’è fra noi chi a distanza di anni non riesce a dimenticare notti e notti insonni, passate in SPDC
legato mani e piedi al letto, nonostante le continue richieste d’essere liberato; chi ancora sente la
pena provata, poco più che adolescente, nel vedere la madre piena di lividi legata al letto di
contenzione; chi a distanza di più di mezzo secolo rivede gli occhi algidi, lontani e inespressivi del
direttore del manicomio che ripeteva a lei quindicenne che il padre, tornato dalla guerra, soffriva di
manie di persecuzione ed era inguaribile, da cui derivava una cura massiccia a base di
elettroshock e coma insulinico. Infine chi ha perso anzitempo una persona amata e si chiede se
qualcuno non potrebbe essere ancora vivo se… forse sì…
Abbiamo scritto questo non per rancore, tanto più che molti di questi avvenimenti sono accaduti
indietro nel tempo, lo sappiamo bene, ma perché noi in qualche modo siamo un pezzo della storia
della psichiatria, testimonianza viva purtroppo anche della sua violenza e inumanità. E fare
memoria riteniamo sia sempre importante, per guardare con occhi più lucidi il presente.
E perché crediamo che al dolore e alla morte ci sia un solo rimedio: impegnarsi perché sia evitato
agli altri quello che noi abbiamo sofferto.
C’è infine fra di noi chi tutto questo lo ha incontrato nei racconti di altri, e ne ha ricavato una
profonda inquietudine.
Per tutti vi è la consapevolezza che molto è cambiato ma molto può ancora cambiare.
Per questo riteniamo importante continuare il confronto avviato sul SPDC.
Contenzione zero e porte aperte sono obiettivi possibili.
Lo sappiamo anche perché ce lo hanno raccontato nel Seminario, operatori che vivono esperienze
concrete in luoghi non lontani da noi.
Lo sappiamo perché lo abbiamo sentito anche nella tensione verso il cambiamento in atto nel
racconto di molti di voi.
Sono obiettivi raggiungibili da ricercare attraverso un cammino comune tra operatori, utenti e
familiari (a volte più persi di chi sta male), dove uno si senta accolto nella sua sofferenza, nel suo
dolore e nel suo desiderio aggrovigliato e spesso inespresso di vita: cioè trovare le parole per dire.
Non qualcuno a cui corrisponde una diagnosi, dei farmaci e magari una contenzione.
Lo sentiamo come la necessità di una ricerca della comune umanità che ci lega tutti e del rispetto
della dignità di ogni persona, utente od operatore.
Vorremmo però ricordaste sempre anche, che nulla è più gratificante di sapere che una persona
che si era persa nei meandri dell’esistenza o era nata con un fardello più pesante degli altri è
riuscita, anche grazie a voi, a farcela: a trovare un posto nella vita e nella società, da persona
libera, per quanto le è permesso esserlo.
Sappiamo che viviamo tempi difficili e si rischia di chiedere alla psichiatria risposte che non può
dare.
Per questo crediamo anche all’importanza di un lavoro coordinato con i servizi del territorio a
partire da un CPS, collocato in una struttura decorosa, ben strutturato, aperto e facilmente
accessibile a chi sta male e ha bisogno d’aiuto. A volte anche di un semplice colloquio con la
certezza di trovare ascolto prima ancora che visite specialistiche e terapie. Anche questo potrebbe
contribuire a ridurre il ricorso al SPDC.
Noi, per quanto sta nelle nostre possibilità e capacità, ci siamo.
Lecco, 18 maggio 2015
Gli aderenti al Forum Salute Mentale di Lecco