Posizionamento del paziente in sala operatoria. Progetto

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Posizionamento del paziente in sala operatoria. Progetto
BUONE
PRATICHE
POSIZIONAMENTO DEL PAZIENTE
IN SALA OPERATORIA
Progetto dell’équipe del blocco operatorio dell’Ass 3
Alto Friuli
Ester Bellina
Monica Bulfon
Gianna Cimenti
Gianna Scarsini
Morena Vuerich
Luigina Zanier
[email protected]
Premessa Lo studio è un’indagine osservazionale preliminare ad un’ipotesi di miglioramento della pratica assistenziale; vuole dare una risposta infermieristica alle domande
che sorgono nel momento in cui si discute di casi in cui pazienti riferiscono disagi o addirittura danni conseguenti all’assunzione delle posture nel corso degli interventi chirurgici.
Obiettivo Il progetto di miglioramento si prefigge di ottimizzare il metodo lavorativo, adottando tutte le precauzioni e le più recenti conoscenze infermieristiche al fine di garantire all’utente comfort e sicurezza necessari a ridurre i
disagi, immediati o postumi, per il malato, provocati da un
errato posizionamento in sala operatoria.
Introduzione
Il posizionamento della persona sul letto operatorio rappresenta una tappa indispensabile della preparazione all’atto chirurgico; varia a seconda della tipologia di intervento e deve permettere la migliore esposizione della parte anatomica da sottoporre all’intervento per garantire un lavoro agevole e sicuro al chirurgo.
Il semplice spostamento del paziente in sala è diverso dalla prassi nelle unità di degenza a causa di:
• ridotte misure del tavolo operatorio;
• difficoltà nel muovere il paziente sottoposto ad anestesia generale o periferica;
• necessità di posizionare il paziente senza comprometterne il
sito chirurgico.
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Le complicanze legate al malposizionamento durante l’atto chirurgico possono avere conseguenze importanti sia per il paziente che per il team, anche da un punto di vista etico morale. Le
lesioni possono essere di breve durata, come una neuropatia che
si risolve in 24/48 ore, o a lungo termine, come le ulcere da decubito che possono portare allo sviluppo di una lesione di grado IV.
Materiali e metodi
È stato formato un gruppo di studio multidisciplinare comprendente infermieri di varie discipline chirurgiche (ginecologia,
ORL, ortopedia, chirurgia, anestesia), un medico anestesista e
un medico ginecologo. È stata condotta una ricerca bibliografica e su internet, prendendo in considerazione pubblicazioni, pagine web, documenti attinenti alla tipologia di interventi eseguiti negli Ospedali dell’Ass 3 Alto Friuli. L’esperienza in sala e la
ricerca di un confronto con la documentazione più recente sono stati il punto di partenza del progetto, cui è seguita un’attenta analisi dei dati (focalizzando punti chiave quali anatomia e fisiologia dei distretti corporei specifici, descrizione delle principali posture intra-operatorie, caratteristiche dei letti operatori
ecc.); infine si è effettuata una raccolta dati relativa a eventi avversi esito-correlati.
Risultati
L’accertamento pre-operatorio dell’operando e un breve questionario al suo ingresso in sala permettono di verificare le sue
condizioni psicofisiche e di attuare un percorso assistenziale il
più mirato possibile; dalla preparazione del letto operatorio, all’utilizzo dei presidi per il mantenimento della posizione intraoperatoria, alla decisione di “provare” la posizione prima della
somministrazione dell’anestesia.
È stato redatto un manuale, corredato da illustrazioni, disegni e
fotografie predisposte ad hoc, contenente le linee guida e le procedure per il posizionamento dei pazienti relativamente agli interventi chirurgici più frequenti.
Il manuale introduce linee guida e procedure condivise, per promuovere i seguenti cambiamenti:
• riduzione della variabilità dei comportamenti nei confronti
dell’utente e dell’organizzazione e tra i professionisti;
• miglioramento dell’efficacia qualitativa delle cure;
• uso appropriato, efficace ed efficiente delle risorse strutturali e tecnologiche;
• impiego ottimale delle risorse umane;
• rapido passaggio delle conoscenze scientifiche più recenti ai
diversi professionisti;
• aumento della visibilità e appropriatezza del lavoro svolto dai
professionisti.
BUONE
PRATICHE
Best practice per le posture in sala ginecologica
• Accertarsi dell’identità del paziente e della tipologia di intervento.
• Verificare la corrispondenza cartella clinica/paziente.
• Accertarsi dello stato generale del paziente, digiuno, allergie,
farmaci, stato della cute e limitazioni funzionali.
• Controllo (ev. modifica) del letto operatorio in base alle caratteristiche del paziente e dell’intervento. Sopra il letto operatorio va posta solo la teleria monouso.
Interventi in cui vanno posizionate le gelatine antidecubito
- Interventi che richiedono la posizione supina
- Cesareo in elezione
- Colpoisterectomia (solo regione capo e dorso)
- VLS (solo regione capo e dorso)
- Conizzazione (solo regione capo e dorso)
Negli interventi di chirurgia minore o di breve durata la decisione o meno di utilizzare le gelatine antidecubito total body è subordinata alla valutazione delle caratteristiche del paziente stesso.
• Se non si utilizzano le gelatine antidecubito total body proteggere le prominenze ossee con i formati minori.
• Controllare che i presidi per il posizionamento delle pazienti
siano disponibili, puliti ed appropriati.
• Controllare durante e dopo il posizionamento del paziente
che non si formino grinze tra i teli, che potrebbero favorire i
decubiti cutanei.
• Cuscino o ciambella sotto la testa.
• Prima dell’induzione gli arti devono essere sempre fissati:
- la fascetta ferma-mano non deve trazionare e stringere eccessivamente la mano,
- il reggibraccio deve essere imbottito e il braccio posizionato preferibilmente supino e fissato con fascetta,
- la fascia per fissare gli arti inferiori va posta sopra il terzo
medio inferiore della coscia (non sopra l’articolazione del
ginocchio).
• Gli arti superiori dei pazienti obesi vanno posti sopra i reggibraccio e non legati lungo il tronco, debordanti il piano del
letto.
• L’abduzione del braccio nei pazienti supini non deve essere
maggiore di 90 gradi.
• In base alle caratteristiche del paziente preferire una posizione “con curvature adattate”. Questa posizione nella nostra realtà, per le caratteristiche tecniche dei pianali operatori, si può
ottenere con l’ausilio di cuscini.
Posizione litotomica
Per valutare la reale mobilità del paziente si deve “provare” la po-
sizione definitiva che si terrà durante l’intervento, prima della
somministrazione dell’anestesia, allo scopo di evidenziare dolori all’articolazione coxo-femorale o al rachide.
• Valutare se la posizione delle mani necessita di ulteriore protezione. Es. gelatine piccole.
• In pazienti in posizione litotomica non lasciare la mano tra il
morsetto e l’anca senza protezione.
• Per ottenere un movimento sincrono degli arti inferiori nel
raggiungimento della posizione litotomica, ove possibile, i gambali vanno manovrati elettricamente.
• Nella posizione litotomica standard l’angolazione della coscia
sul tronco deve essere al massimo di 90 gradi, le gambe parallele al piano del pavimento.
• Nella posizione litotomica può essere richiesta una leggera abduzione degli arti inferiori. Dopo il posizionamento controllare manualmente in sede inguinale la tensione degli adduttori.
• Controllare l’appoggio della gamba nello stivale (compressione dei nervi).
• In pazienti in Posizione di Trendelemburg con gli arti inferiori abbassati (es. VLS) controllare che non ci sia iperestensione
dell’anca sul tronco.
• Controllare il paziente durante e dopo ogni cambiamento di
posizione, in modo particolare i punti critici di trazione e compressione (braccia, gamba alloggiata nello stivaletto, articolazione coxo-femorale ecc).
• Alla fine di una procedura chirurgica che richiede la posizione litotomica le gambe vengono riposizionate sui pianali, dapprima riportandole su un piano sagittale, avvicinando ginocchia e caviglie, e poi abbassandole. La manovra di avvicinamento deve essere effettuata con cautela in pazienti con anca protesizzata.
È opportuno fare questa manovra prima del risveglio in quanto i gambali, se sollecitati in modo eccessivo da movimenti bruschi da parte del paziente, non garantiscono la contenzione degli arti.
Queste indicazioni devono essere considerate un completamento di tutte quelle norme di comportamento che devono essere
osservate nella gestione di équipe dei pazienti, step by step dall’accoglimento alla dimissione dalla sala operatoria.
Per maggiori specifiche, disegni e foto si invita i colleghi a consultare l’eleborato integrale.
Il manuale è disponibile a scarico sul sito web dell’Ass3
www.ass3.sanita.fvg.it alla voce Documenti aziendali oppure può essere
richiesto direttamente alla Coordinatrice del Blocco Operatorio, Afd Luigina Zanier, Ospedale di Tolmezzo - UD
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