1 Sistemi Distribuiti
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1 Sistemi Distribuiti
Università degli Studi di Napoli Federico II Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Informatica Corso di Sistemi Distribuiti Prof. Stefano Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer Ing. Domenico Cotroneo Sommario • Introduzione e classificazione • Storia ed esempi • Distributed Hash Table (DHT) - Chord • Problemi aperti • Applicazioni - WinMx, Kazaa, Overnet, Freenet Riferimenti: G. Coulouris et al.: Distributed Systems: Concepts and Design (Cap. X), IV ed., 2005. Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 2 Sistemi distribuiti peer-to-peer (P2P) Un sistema peer-to-peer (P2P) è un sistema distribuito nel quale ogni nodo ha identiche capacità e responsabilità e tutte le comunicazioni sono potenzialmente simmetriche; Peer to peer (obiettivi): condividere risorse e servizi (dove per risorse e servizi intendiamo: scambio di informazioni, cicli di CPU, spazio sul disco …); I sistemi P2P sono caratterizzati da: controllo decentralizzato; adattabilità; si organizzano e si gestiscono da soli; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 3 1 P2P: Requisiti Requisiti Funzionali File sharing system; File storage system; Distributed file system; Redundant storage; Chat service; Distributed computation; Requisiti non funzionali Availability; Reliability; Performance; Scalability; Anonymity; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 4 P2P: Classificazione (1/3) Un’applicazione P2P è caratterizzata da tre fasi : Boot: permette a un peer di trovare la rete e di connettersi ad essa; (nessuno o quasi fa boot P2P) Lookup: permette ad un peer di trovare il gestore/responsabile di una determinata informazione; (pochi sono P2P, alcuni usano SuperPeer) Scambio di file o resource sharing;(tutti P2P) Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 5 P2P: Classificazione (2/3) Parleremo di applicazioni: P2P pure se: ⌧le fasi di boot, lookup e scambio di file sono P2P; P2P se: ⌧le fasi di lookup e scambio di file sono P2P; ⌧la fase di boot utilizza qualche SERVER; P2P Ibride se: ⌧la fase di scambio dei file è P2P; ⌧la fase di boot utilizza qualche SERVER; ⌧nella fase di lookup vengono usati Peer particolari: Hub (Direct Connect) Supernodo (KaZaA) MainPeer (EDonkey) Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo SuperPeer , Ultra Peer(Gnutella2) NodoRandezVous (JXTA) Server (WinMX) Sistemi distribuiti peer-to-peer 6 2 P2P: Classificazione (3/3) In base all’operazione di lookup: Lookup Centralizzato ⌧ Indice centralizzato; Lookup Decentralizzato ⌧ Indice completamente distribuito; Lookup Ibrido ⌧Più sistemi centralizzati collegati in un sistema decentralizzato; In tutti e tre questi sistemi il trasferimento e la memorizzazione dei file è P2P; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 7 Un po’ di storia (1/3) Proposti già da oltre 30 anni; Sviluppati nell’ultimo decennio; L’interesse verso questo tipo di protocolli è aumentato con la nascita dei primi sistemi per file-sharing (Napster (1999), Gnutella(2000)); Nel 2000, 50 milioni di utenti hanno scaricato il client di Napster; Napster ha avuto un picco di traffico di circa 7 TB in un giorno; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 8 Un po’ di storia (1/3) Proposti già da oltre 30 anni; Sviluppati nell’ultimo decennio; L’interesse verso questo tipo di protocolli è aumentato con la nascita dei primi sistemi per file-sharing (Napster (1999), Gnutella(2000)); Nel 2000, 50 milioni di utenti hanno scaricato il client di Napster; Napster ha avuto un picco di traffico di circa 7 TB in un giorno; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 9 3 Un po’ di storia (2/3) L’eredità di Napster è stata raccolta da Gnutella; Il 14 / 03 / 2000 Justin Frankel e Tom Pepper realizzano la prima release di Gnutella (!!! Solo 14 ore !!! ); La dimensione della rete cresce in 7 mesi da 2K a 48K nodi; Tuttavia è stato stimato che il 95% delle query aveva un diametro di 7-8 hop; Le applicazioni più conosciute che si basano sul protocollo Gnutella sono: BearShare; LimeWire; … Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo 10 Sistemi distribuiti peer-to-peer Un po’ di storia (3/3) La lista degli host presenti nella rete è disponibile sul Server gnutellahost.com; Il Server gnutellahost.com viene usato dai nodi per il boot. Ciò significa Single point of failure; Gnutella non è P2P Puro!!!; Le richieste di Ricerca di un file vengono propagate con tecniche di flooding (non è scalabile): controllo dei cicli; TTL per evitare di congestionare la rete; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo 11 Sistemi distribuiti peer-to-peer GET X.mp3 X X C A B A’s query (e.g., X) C’s query hit E E’s query hit Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo D X Sistemi distribuiti peer-to-peer 12 4 Gnutella: Flooding Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 13 Scalabilità (1/2) Le prestazioni (es. tempo di ricerca di un file) “peggiorano” linearmente all’aumentare del numero dei nodi. In altri termini, la quantità di lavoro richiesta a un determinato nodo deve crescere linearmente in funzione del numero di nodi nel sistema; I protocolli usati da Napster e Gnutella non sono scalabili; Per migliorare la scalabilità sono nati i cosiddetti protocolli P2P di seconda generazione che supportano DHT (Distributed Hash Table); Alcuni esempi di questi protocolli sono: Tapestry, Chord, Can, Viceroy, Koorde, kademlia,kelips …; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 14 Scalabilità (2/2) La scalabilità di un protocollo è direttamente legata all’efficienza dell’algoritmo usato per il routing (lookup); In questo senso, sostanzialmente gli obiettivi sono due: Minimizzare il numero di messaggi necessari per fare lookup; Minimizzare, per ogni nodo, le informazioni relative agli altri nodi; I vari DHT conosciuti differiscono proprio nel routing; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 15 5 Messaggi necessari per trovare una chiave Anello DHT n -1 Grafo Totalmente connesso O(log n) 1 O(log n) 1 n -1 Dimensione tabella di routing n è il numero dei peer; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 16 P2P di seconda generazione e DHT A ogni file e ad ogni nodo è associata una chiave; La chiave viene di solito creata facendo l’hash del nome del file o dell’IP del nodo; Ogni nodo del sistema è responsabile di un insieme di file/chiavi e tutti realizzano una DHT; La principale operazione che un sistema DHT deve fornire è lookup(key), la quale restituisce l’identità del responsabile di una determinata chiave. IP Address Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 17 P2P di seconda generazione e DHT Tutti i nodi del sistema condividono una tabella hash; Conoscono la struttura della tabella… Ma non conoscono il responsabile di una data entry! ID Nodo x Nodo y Nodo z … Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo 0 1 2 3 4 5 6 … 2m Sistemi distribuiti peer-to-peer 18 6 DHT: Chord (1/4) Le chiavi sono “mappate” su un array circolare costituito da 2m identificatori; I nodi sono identificati con le stesse chiavi. Il nodo responsabile di una determinata chiave K è quello con il primo identificativo W tale che W succede K in senso orario; Ogni nodo x di Chord mantiene due insiemi di vicini: gli m successori del nodo x più il predecessore. Questo insieme viene usato per dimostrare la correttezza del Routing; Fingers: Un insieme m nodi costituito dai responsabili delle chiavi distanziate esponenzialmente dal nodo x, vale a dire l’insieme delle chiavi che si trovano a distanza 2i da x dove 0 ≤ i ≤ m-1. Questo insieme viene usato per dimostrare l’efficienza del Routing; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo m=6 19 Sistemi distribuiti peer-to-peer DHT: Chord (2/4) Successors indice Nodo 1 14 2 21 3 24 4 32 5 38 6 42 Predecessor Nodo 1 m=6 Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo 20 Sistemi distribuiti peer-to-peer DHT: Chord (2/4) Fingers ID Resp. 8+1=9 14 8+2=10 14 8+4=12 14 8+8=16 21 8+16=24 24 8+32=40 42 m=6 Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 21 7 DHT: Chord (3/4) Le informazioni che il nodo deve mantenere sugli altri nodi sono m + m + 1 = 2m +1 (O(log N)); Il numero di messaggi necessari per fare lookup è m (O(log N)); L’algoritmo di routing effettua a ogni step il passo più grande che riesce a fare; Il costo che si paga quando un nodo lascia o si connette alla rete è di O(log2N) messaggi; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 22 DHT: Chord (4/4) Algoritmo di lookup: Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 23 Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 24 8 DHT: Capacità di tollerare i fallimenti Cosa succede se un nodo cade? I dati presenti nel nodo possono essere recuperati solo se ci sono duplicati. Il routing continua a funzionare? Con quale efficienza ? (Graceful degradation??) Quanto costa una procedura di recovery (ripristinare tutti i link)? Chi ha la responsabilità di rilevare fallimenti (failure detection)? Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 25 DHT: Routing Hot Spots Se una chiave è richiesta più spesso, il responsabile della chiave e anche i suoi vicini potrebbero sovraccaricarsi; Per ovviare al problema si possono usare meccanismi di caching e di duplicazione; Diverso è il problema relativo ai nodi che si sovraccaricano per il traffico generato dalle lookup; Questo tipo di traffico è abbastanza difficile da individuare e da gestire; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 26 DHT: Incorporating Geography (1/2) Tradizionalmente le prestazioni del routing si ottengono contando il numero di hop necessari a individuare il responsabile di una chiave; Sarebbe utile, inoltre, minimizzare la latenza del singolo hop; Alcune tecniche: Geographic Layout: Usare un algoritmo per attribuire le chiavi ai nodi in modo che nodi “fisicamente” vicini abbiano identificatori simili. (Controindicazioni: Bilanciamento del carico, Routing Hot Spots e Sicurezza); PNS(Proximity neighbor selection) La scelta dei vicini non dipende solo dalla distanza fra i nodi sulla rete di overlay ma è influenzata anche dalle distanze reali. PRS(Proximity routing selection) Durante la ricerca l’algoritmo di routing non sceglie il successivo step basandosi solo sulla distanza fra i nodi nella rete di overlay; considera anche la distanza effettiva fra i nodi (in termini di RTT); Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 27 9 DHT: Incorporating Geography (2/2) Osservazioni: PRS e PNS sono i sistemi più usati,(sembra che PNS offre prestazioni migliori di PRS); PRS e PNS partono dal presupposto che è possibile conoscere il RTT con ogni altro nodo (non è fattibile, ma è possibile ottenere delle stime a un costo relativamente basso); Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 28 Incorporating geography: Chord Chord e PRS: L’algoritmo di routing non va semplicemente al nodo più vicino sulla rete di overlay, ma ad esempio potrebbe considerare i due nodi più vicini e scegliere quello con RTT minore; Le path-lenght si allungano ma rimangono O(log n); Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 29 Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 30 10 Incorporating geography: Chord Chord e PNS: La finger table viene riempita considerando anche il RTT: l’i-esimo finger del nodo α non è semplicemente il ‘‘responsabile’’ della chiave α+2i ma è il nodo più vicino(RTT) fra i nodi ‘‘responsabili’’ delle chiavi nell’intervallo [α+2i-1, α+2i ]. Anche in questo caso le path-lenght si allungano ma rimangono O(log n) (dimostrazione analoga alla precedente). Anche usando simultaneamente PRS e PNS la lunghezza asintotica delle path non varia; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 31 Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 32 DHT: Extreme Heterogeneity I nodi connessi a questo tipo di reti sono eterogenei (Es. capacità di calcolo e banda); E’ possibile progettare algoritmi di routing che considerino anche questa eterogeneità; La tecnica più diffusa per risolvere questo problema consiste nel considerare dei nodi virtuali tutti con le stesse capacità e assegnare a ogni nodo reale un numero di nodi virtuali proporzionale alle proprie capacità; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 33 11 DHT: Sicurezza E’ possibile realizzare un protocollo P2P che resiste ad attacchi di tipo denial of service; E’ necessario replicare i dati; E’ importante usare funzioni hash “One Way” (per i dati e per i nodi); E’ importante osservare che tutte le dimostrazioni relative alla sicurezza dei vari algoritmi incontrati finora si basano sul fatto che le chiavi vengono associate ai files in modo casuale (quasi tutti gli algoritmi usano SHA); Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo 34 Sistemi distribuiti peer-to-peer P2P(quasi): Direct Connect (DC++) Usa una serie di hub (server) che mantiene le informazioni relative a un gruppo di utenti; Una volta connessi ad un hub si condivide file solo con i nodi connessi a tale hub; E’ possibile connettersi a più hub contemporaneamente; Gli hub sono connessi tra loro ma non si scambiano informazioni relative alla ricerca di una determinata chiave (Sono tanti piccoli Napster); La lista degli hub attivi viene mantenuta da tutti gli hub e aggiornata periodicamente dagli altri hub mediante messaggi del tipo “I am here”; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer P2P ibrido35 P2P(quasi): WinMx E’ basato su una rete di Server (circa 50) chiamata OpenNap nata subito dopo che è stato chiuso il Server di Napster; Viene usata anche da NapMx; In WinMx viene fatta una distinzione fra nodi di connessione primaria: direttamente connessi ai server; sono usati anche per il Routing; e nodi di connessione secondaria: connessi solo ai nodi di connessione primaria; non si occupano di Routing; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer P2P ibrido36 12 P2P(quasi): KaZaA Viene usata una rete proprietaria; In KaZaA viene fatta una distinzione fra nodo e Supernodo(server): Ogni nodo semplice collabora con il proprio Supernodo; I Supernodi collaborano tra loro e con i propri sottonodi; Come sono connessi i Supernodi? Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo P2P ibrido Sistemi distribuiti peer-to-peer 37 Gnutella2 L’obiettivo della lookup in Gnutella è trovare tutti i peer che dispongono di un determinato oggetto (non ci sono limitazioni sul tempo); L’obiettivo della lookup in Gnutella2 è trovare, nel minor tempo possibile, almeno un peer (se c’è) che dispone di un determinato oggetto; una volta trovata un’istanza dell’oggetto desiderato è possibile scegliere se fermarsi o continuare la ricerca; L’abilità di trovare almeno un’istanza di un oggetto è molto importante, altrimenti non sono possibili altre azioni; Bisogna trovare un modo per tenere sotto controllo la ricerca; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 38 Gnutella2: Ricerca (1/4) Esistono tre approcci per controllare la ricerca; Gnutella2 Future Random walker approach;(il nodo che origina la query ne controlla l’esecuzione e in ogni istante può decidere se continuare o abortire la ricerca). Random or crawling mesh approach;(il nodo che origina la query iterativamente contatta alcuni nodi della rete, finché non si verifica una determinata condizione). Guided mesh approach;(DHT) Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 39 13 Gnutella2: Ricerca (2/4) Su una rete pubblica di grandi dimensioni non è possibile effettuare direttamente la ricerca di un oggetto: ci sono troppi nodi da contattare; il costo per mettersi in contatto con un nodo è troppo alto paragonato alla probabilità di successo su quel nodo; la maggior parte dei nodi non dispongono di risorse sufficienti per far fronte a un numero notevole query; non tutti i nodi si possono contattare direttamente (es. firewall); Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo 40 Sistemi distribuiti peer-to-peer Gnutella2: Ricerca (3/4) Nodo Soluzione? P2P Ibrido: Hub Gnutella2 organizza i nodi in un sistema gerarchico a due livelli dove i nodi ad alta capacità chiamati Hub rispondono alle query per le proprie foglie; La re-distribuzione della rete agli Hub è P2P; Hub vantaggi: Viene ridotto il numero totale dei nodi da contattare; Un Hub contiene informazioni relative a tanti oggetti, quindi è maggiore la probabilità che una query trovi un’istanza di un oggetto; E’ possibile avere informazioni su nodi down; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 41 Gnutella2: Ricerca (4/4) Per evitare che questo sistema degeneri in un sistema centralizzato viene limitato il numero di leaves per ogni hub;(circa 150) La comunicazione fra leaves e hub è diretta; Problema Inter-Hub Communication; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 42 14 Gnutella2: Inter-Hub Communication (1/5) Nodo Hub Ogni hub conosce solo i propri vicini; Quando un hub riceve una query dal nodo di origine, oltre a elaborarla, la inoltra ai propri vicini che non la inoltrano ulteriormente; (in pratica TTL = 2) Ad esempio se la ricerca viene inviata ad un hub che ha 5 vicini in un solo passo (con una query) vengono analizzate le foglie relative a 6 hub; L’insieme dei nodi raggiunti in un passo viene chiamato cluster; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo 43 Sistemi distribuiti peer-to-peer Gnutella2: Inter-Hub Communication (2/5) Nodo Hub Quando un nodo richiede la ricerca di un oggetto al proprio hub: Viene ricercato l’elemento nel proprio cluster Viene ricercato l’elemento nei cluster vicini(a distanza 1) più qualche cluster lontano scelto a caso; Viene ricercato l’elemento nei cluster vicini dei vicini (a distanza 2) più qualche cluster lontano scelto a caso; … Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo 44 Sistemi distribuiti peer-to-peer Gnutella2: Inter-Hub Communication (3/5) Nodo Hub Non è possibile per ogni hub mantenere la lista di tutti gli hub; (Non è scalabile); La lista dei cluster a distanza i+1 è ottenuta in risposta alla ricerca effettuata sui cluster a distanza i; Le risposte contengono inoltre altre informazioni utili per le statistiche (es. numero di nodi presenti nel cluster); … Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 45 15 Gnutella2: Inter-Hub Communication (4/5) Nodo Hub Ogni hub mantiene la lista degli hub vicini (direttamente connessi) più una cache di hub lontani aggiornata di tanto in tanto; Viene mantenuta una done list; Le ricerche all’interno del cluster sono fatte usando TCP; Le ricerche fra cluster sono fatte usando UDP; UDP SEARCH TCP SEARCH Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 46 Gnutella2: Inter-Hub Communication (Esempio) try list cluster Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 47 Gnutella2: Inter-Hub Communication (5/5) Ogni hub deve mantenere quindi: la lista dei propri vicini; una lista di hub lontani (da aggiornare di tanto in tanto); una done list (i nodi a cui abbiamo inviato una query più i loro vicini); una try list; (i vicini dei vicini dei nodi a cui abbiamo inviato una query); Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer per ogni query 48 16 Gnutella2: Boot Come fa un nuovo nodo a connettersi alla rete? E’ necessario conoscere almeno un host attivo; Chi mantiene la lista degli host attivi? ⌧ un Server; (Gnutella, Napster) ⌧ tanti Server; (Gnutella2) ⌧ nessun Server.(☺ ☺) Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 49 Overnet Sistema P2P per il file sharing sviluppato dalla MetaMachine; Non ci sono server; (P2P puro) Usano DHT (Distribuited Hash Table) con ID a 128 bit; Purtroppo non è Open Source; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 50 Overnet:boot Ogni nodo mantiene una cache dei nodi connessi alla rete; Durante la fase di boot il nodo tenta di connettersi ai nodi presenti nella cache; Se questa fase non ha successo viene richiesto l’indirizzo di un nodo on-line;(a regime non capita praticamente mai) In ogni caso è stato creato un canale IRC per mantenere queste informazioni; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 51 17 P2P(file-storage-service): FreeNet Ogni nodo mette a disposizione un po’ di spazio; Le operazioni possibili sono get e put di un file; Per aggiugere un nuovo file si invia un send message nella rete e un identificatore GUID (Global Unique Identifier) in base al quale il file viene memorizzato in un insieme di nodi (Data Partition); Per recuperare un file basta inviare un messaggio di richiesta contenente il GUID del file; Servizi aggiuntivi: Persistenza; Anonimia; P2P Puro Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 52 P2P: FreeNet (Routing) E’ tutt’altro che efficiente; Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 53 Ulteriori riferimenti http://www.pdos.lcs.mit.edu/chord/ http://www.napster.com/ http://www.gnutella .com/ http:// www.gnutella2.com/ http:// www.shareaza.com/ http://www.overnet.com/ http:// www.openp2p.com/ S. Ratnasamy, S. Shenker, and I. Stoica. “Routing algorithms for DHTs: Some open questions”. In In 1st International Peer To Peer Systems Workshop (IPTPS02). I. Stoica, R. Morris, D. Liben-Nowell, D. R. Karger, M. F. Kaashoek, F. Dabek, H. Balakrishnan, “Chord: A Scalable Peer-to-peer Lookup Protocol for Internet Applications”. In IEEE/ACM Trans. on Networking, 2003. Corso di Sistemi Distribuiti, prof. S. Russo Sistemi distribuiti peer-to-peer 54 18